Date post: | 20-Jan-2023 |
Category: |
Documents |
Upload: | khangminh22 |
View: | 0 times |
Download: | 0 times |
1 2017
Febbraio 2017Anno 36, n. 1P
oste
Ita
lian
e S
.p.A
. – S
ped
izio
ne in A
bb
on
am
ento
Po
sta
le –
70%
N
O/T
OR
INO
– c
ontien
e in
sert
i p
ub
blic
itari
La gestionedei parametri fondamentalinella stratificazione
F. Iorio
L’analisi strutturale e funzionaledei rapporti cranio-mandibolarii MAFO® – Modelli Analiticidella Funzione Occlusale
G. Borin
Fluorescenza comeanima della formain ceramica
F. Raffo
Ricostruzioni estetico-funzionalicon microfaccette
E. Cortesi
3
IL NUOVO LABORATORIO ODONTOTECNICO I sommario
editoriale 05
punto del direttore 07
F. Iorio 21-31
La gestione dei parametri fondamentali
nella stratificazione
PERIODICO
PER LA PROFESSIONE ODONTOTECNICA
n. 1 febbraio 2017
Testata degli Operatori di Comunicazione n. 5505 del 21/07/1998
Reg. Trib. Brescia n. 18 del 07/05/1987
Editore Antlo
Associazione nazionale titolari di laboratorio odontotecnico
Via Appia, 100 - 83042 Atripalda (Av)
Presidente nazionale Antlo
Massimo Maculan
335/7387002
Segretario nazionale Antlo
Marco Poggio
333/4744033
Tesoriere nazionale Antlo
Innocente Pozzan
335/7386979
Redazione
Amministrazione & abbonamenti
Via Appia, 100 - 83042 Atripalda (AV)
Tel. e Fax: 0825 610339 - 610685
E-mail: [email protected]
Direttore responsabile
Vincenzo Curcione
Direttore editoriale
Giuseppe Chiovaro
Coordinatore di redazione
Sara Criscitiello - [email protected]
Pubblicità - Area marketing
Fabio Fantozzi
335/6374766
Grafica, redazione e impaginazione
Tueor Servizi Srl
Via Guidobono, 13 - 10137 Torino
011 3110675
Stampa
A.g.v. Snc Di Bianchi Mario & C. - Torino
Comitato scientifico
G. Barducci, R. Bartolloni, A. Bonaca, R. Bonfiglioli, P. Bozzo,
E. Buldrini, R. Canalis, F. Fantozzi, G.lo Garotti,
G.do Garotti, V. Liberati, C. Montesarchio, A. Olivieri, R. Pascetta,
A. Puntoni, S. Sgrò, S. Streva, G. Zuppardi
Abbonamento annuale 4 numeri: Euro 60,00
Modalità di pagamento:
- Bonifico bancario intestato a Antlo Nazionale
IBAN: IT27Z0358903200301570282590
C/o Allianz Bank - filiale di Roma
Causale: abbonamento NLO 2017
G. Borin 45-53L’analisi strutturale e funzionale dei rapporti cranio-mandibolari
i MAFO® – Modelli Analitici della Funzione Occlusale
E. Cortesi 9-17Ricostruzioni estetico-funzionali
con microfaccette
F. Raffo 35-43Fluorescenza come anima
della forma in ceramica
5
IL NUOVO LABORATORIO ODONTOTECNICO I editoriale
“A umentare il livello qualitativo della congressualità ANTLO”, questo l’im-
pegno assunto al Congresso di Assisi nel 2014, impegno onorato nei
due anni seguenti e che oggi compie un ulteriore deciso salto di qualità. Lascia-
mo infatti il Palacongressi di Montesilvano con sentimenti di nostalgia e gratitudi-
ne per approdare a Roma il 22 e 23 settembre al Marriott Park Hotel, che tra le
molte opzioni ci è sembrata quella all’altezza delle nostre ambizioni.
Una location di indubbio prestigio, con un programma culturale altrettanto
prestigioso, declinato soprattutto sull’internazionalità dei relatori, tanto da sugge-
rirci di denominare l’evento: International ANTLOmeeting2017.
Il prof. Paolo Crepet aprirà i lavori congressuali con una prolusione sull’im-
portanza dell’estetica nella percezione del pieno benessere psico-fisico, estetica
che rappresenta il fil rouge su cui verranno declinate varie relazioni nelle diverse
sessioni.
Il programma prevede infatti, nella parte culturale, il 34° Congresso tecni-
co-scientifico ANTLO di odontotecnica con relatori del calibro di Sasha Hein,
Nondas Vlachopoulos, Max Bosshart, Claude Sieber, Romeo Pascetta e Gianni
Persichetti con Stefano Mariotti, oltre al maestro Giuseppe Zuppardi.
Al 5° Congresso OrthoANTLO di tecnica ortodontica sono previste relazioni
tecnico-cliniche di Claudio Frontali-dr. Claudio Lanteri; Nicola Bardaro-dr. Raffa-
ele Ambrosio; Massimo Brugiati-prof. Carmelo Zappone. Mentre al 3° Congresso
SchelANTLO di protesi rimovibile saranno presenti come relatori Ciro Simonetti,
Maiorano Ricchezza, Sandro Berardi, Alessio Berardi, Vincenzo Maccallini, Sergio
Streva e Vincenzo Liberati. Sono comunque previste ulteriori implementazioni nel
panel dei relatori delle varie assisi congressuali.
Il format del meeting non è sostanzialmente cambiato, nella parte merce-
ologica si succederanno i tavoli tecnici e uno spazio espositivo che vedrà una
notevolissima presenza delle aziende.
Per la parte politico-sindacale, oltre alla tradizionale tavola rotonda, contiamo
sulla presenza della Ministra Lorenzin, mentre ha confermato la presenza il sot-
tosegretario al MEF, l’on. Pier Paolo Baretta. Ovviamente, curata come sempre la
parte conviviale che, oltre alla cena di gala, vedrà alcune novità, dal momento che
la città di Roma consente una ragguardevole pluralità di opportunità.
A un mese di distanza, in ottobre, il Congresso politico sarà chiamato a fare
il bilancio dell’attività in campo organizzativo, culturale e sindacale, definendo le
nuove linee di intervento associativo e i nuovi obiettivi, con sostanziali modifiche
al gruppo dirigente, anche in virtù del fatto che, esauriti i due mandati previsti
dallo Statuto, termina la mia esperienza di presidente nazionale ANTLO.
Nel contempo si sta lavorando sullo Statuto e sul Regolamento che – come
indicato più volte dagli organi e dallo stesso documento programmatico approvato
all’unanimità all’ultimo Congresso politico – hanno bisogno di modifiche sostan-
ziali in grado di cogliere al meglio il nuovo contesto di riferimento.
Continua inoltre, nella massima discrezione, l’attività sindacale nel rapporto
con i diversi livelli istituzionali al fine di concretizzare gli obiettivi posti.
Ci attende quindi un anno di notevole impegno che, siamo certi, riserverà
grandi risultati.
MASSIMO MACULAN
editoriale
m. maculan
Un anno di grande impegno
p o w e r e d b y v i s i o . l i g ncrea.lign®
crea.lign® - il composito fotopolimerizzabile con il 50% dinanoparticelle ceramiche per un risultato estetico naturale. Approfi ttate degli esclusivi vantaggi che crea.lign® Vi offre.
Risultato estetico naturale | opalescenza naturale e migliore trasmissione della luce
Fisiologico | notevolmente più resistente agli urti rispetto alla ceramica
Sicuro | adesione chimica di lunga durata su tutti i materiali per la realizzazione delle strutture
create natural beauty
Opalescenza del dente naturale;
Opalescenza di crea.lign;
b r e d e n t s . r . l . | V i a R o m a 1 0 | 3 9 1 0 0 B o l z a n o | T : 0 4 7 1 / 4 6 9 5 7 6 | F : 0 4 7 1 / 4 6 9 5 7 3 | w w w . b r e d e n t . i t | @ : i n f o @ b r e d e n t . i t
7
C ari colleghi e amici,
“Chi ben comincia, è a metà dell’opera”. A questo primo numero
dell’anno non si poteva accostare detto migliore. Il numero in questione è ricco di
argomenti riguardanti la tecnica di assoluto valore scientifico, che saranno di vero
ausilio nel nostro quotidiano lavorativo.
Oggi più che mai si parla di ricostruzioni estetiche e mininvasive. Enrico Cor-
tesi illustra come affrontare tecnicamente la costruzione di faccette in ceramica;
i risultati sono veramente sorprendenti e sicuramente aprono nuove e ampie pro-
spettive, sempre in evoluzione, sull’estetica dentale.
Il collega Francesco Iorio affronta il tema della stratificazione secondo il pro-
tocollo Sintex. Valore, tinta e croma sono le basi di partenza; potrebbe apparire
scontato, ma sicuramente troverete interessante come un protocollo (quello Sin-
tex) sia un aiuto assolutamente indispensabile nella routine quotidiana.
Francesco Raffo prende avvio da un’attenta analisi svolta su studi anatomici
e strutturali del dente e mette in risalto come la rifrazione della luce possa in-
fluenzare la fluorescenza e la trasparenza. Questa base di partenza lo porta poi a
sperimentare tecniche diverse nella stratificazione della ceramica. Insomma, un
articolo davvero ben costruito.
L’intervista, curata da ANTLO, che leggeremo in questo numero è stata fatta
al collega e amico Rosario Chiavetta, relatore di ANTLO Formazione e presidente
ANTLO Sicilia.
Infine, Giorgio Borin ci illustra la metodica MAFO (Modelli Analitici della Fun-
zione Occlusale); lo studio e l’analisi della funzione occlusale individualizzato
sono un ausilio imprescindibile nelle riabilitazioni protesiche e ortodontiche.
Non mi resta che augurarvi buona lettura!
GIUSEppE ChIOvARO
punto del direttore
IL NUOVO LABORATORIO ODONTOTECNICO I punto del direttore
g. chiovaro
Approfi ttate degli esclusivi vantaggi che crea.lign
BONARTIC II NFC+
MATERIALE NFC+ – STRAORDINARIAMENTE RESISTENTE
ALL‘ABRASIONE E ALLE MICROFRATTURE
CANDULOR.COM
FORZA ASSOLUTA –
CON LEGGEREZZA.CON LEGGEREZZA.
9
Le ricostruzioni non invasive stanno
modificando l’approccio dell’odontoiatra
con il piano di trattamento dei pazienti,
che naturalmente preferiscono
interventi minimamente invasivi.
Una vera e propria rivoluzione
dell’odontoiatria protesica e ricostruttiva,
in quanto il dente non viene
preparato ma semplicemente
rivestito sulla faccia vestibolare
o occlusale mediante porzioni di corona
incollate fino a fare corpo unico
conservando propriocettività, tessuti
gengivali sani e ripristinando la funzione.
IL NUOVO LABORATORIO ODONTOTECNICO I cortesi: faccette senza preparazione
Ricostruzioni estetico-funzionali
con microfaccette
Enrico Cortesi – Titolare di laboratorio odontotecnico a Lugo (RA) – E-mail: [email protected]
Enrico Cortesi
Conseguito il diploma odontotecnico nel 1981, inizia la professione presso il maestro Gian-carlo Garotti, grazie al quale apprende la mer-ceologia di leghe dentali e ceramiche.
Frequenta i corsi di Gnatologia, PKT, Celenza, del prof. Cuman (annuale medico-tecnico). Dal 1993 frequenta il corso quadriennale del prof. Slavicek presso l’Università di Vienna, dove nel 1997 consegue il Postgraduate Ma-ster in Ricostruzioni occlusali 1a, 2a, 3a clas-se cross-bite e Protesi totale.Per la ceramica e l’estetica approfondisce le proprie conoscenze frequentando i seguenti corsi: Willy Geller (a Zurigo), Paul J. Muia, E. Buldrini, R. Bonfi glioli, P. Miceli, corso annuale di Implantoprotesi del dott. Mauro Merli (annuale medico-tecnico).
Nel corso degli anni ha catalogato campioni di tinte, saturazione, luminosità e traslucenza, sviluppando un sistema che gli consente di esaminare e utilizzare, in breve tempo, nuo-ve masse ceramiche, con risultati continui.
Presidente ANTLO Emilia Romagna, conti-tolare del laboratorio Dental Labor dal 1989 a Lugo di Romagna. Docente ANTLO Forma-zione. Tiene corsi di: Morfologia e Estetica in metal-ceramica e integrale non invasiva con faccette, ceratura estetico-funzionale per ri-abilitazioni complesse.
1010
Se negli anni Ottanta si auspicava che
in futuro sarebbero state disponibili tec-
niche non invasive per sanare le disfun-
zioni dell’organismo umano e riparare i
danni causati dalle malattie del cavo ora-
le e dall’usura del tempo, oggi grazie alla
prevenzione/cura, unitamente alle oramai
consolidate tecniche adesive (e ricostrut-
tive), ci stiamo sempre più avvicinando
alla possibilità di ripristinare aspetto e
morfologia dei denti con interventi mini-
mali (concetto biomimetico/biomeccani-
co estetica e funzione).
Abbiamo iniziato negli anni Novanta a re-
alizzare faccette e onlay in ceramica leu-
citica termo-pressata principalmente per
fi ni estetici, poi grazie alla stretta collabo-
razione con i clinici e a una più approfon-
dita conoscenza dei materiali (cementi,
ceramiche e disilicati), ci siamo spinti a
ricostruire parti funzionali e tavolati oc-
clusali in casi sempre più complessi, arri-
vando a semplifi care i protocolli di lavoro
per studio e laboratorio.
Questo ha permesso, in primo luogo, di
ridurre il costo biologico per il paziente e,
in seguito, di contenere tempi e costi di
produzione senza modifi care il valore del
risultato ottenuto.
Ma quale poteva essere la durata? Al tem-
po non c’erano certezze a lungo termine.
Oggi, molti studi testimoniano prognosi
favorevoli per gli elementi naturali mini-
mamente preparati, con risultati sovrap-
ponibili alle corone fi sse, ma con una mi-
gliore possibilità di reintervento.
La valutazione retroattiva a 5, 10, 15 e
20 anni (di permanenza nel cavo orale)
dei casi clinici ci ha permesso di capi-
re direttamente punti di forza e criticità
delle tecniche e dei materiali utilizzati,
per arrivare a una soluzione ideale nelle
differenti situazioni. Ecco la breve docu-
mentazione di alcuni casi.
FIG. 1 FIG. 2a
FIG. 2b
cortesi: faccette senza preparazione I IL NUOVO LABORATORIO ODONTOTECNICO
Fig.1 - Ponte California bridge metallo-ceramica di 22 anni.
Fig. 2a - Additional Veneers eseguite dal maestro Willi Geller.
Fig. 2b - 12 faccetta su co-noide dopo 10 anni.
Fig. 2c - Faccette su 11, 21 dopo 5 anni.
FIG. 2c
1111
Nell’immagine del 2015 (Fig. 1), un Cali-
fornia bridge con Inlay in metallo cerami-
ca, a confermare la bontà della cementa-
zione adesiva eseguita nel 1993 (dott. M.
Caravita, od. E. Cortesi).
Un aspetto dei casi trattati con micro-
faccette che ci ha colpito positivamente
è stato l’ottimo adattamento funzionale
e mimetico dei denti trattati nonché dei
tessuti attigui, che restano integri e sani
nel tempo (tecnica W. Geller, integrazione
biomimetica/biomeccanica) (Figg. 2a-c).
Fattori e aspetti positivi:
- preparazioni minimali (conservare smal-
to sano anche pigmentato);
- superfi ci adesive ampie, cementazione
su smalto integro;
- margini dente-cemento-faccetta ben lu-
cidati;
- margini a sfumare invisibili (senza
chamfer);
- possibilità di ricoprire macchie e decolo-
razioni;
- migliore gestione delle risorse.
Fattori sfavorevoli:
- angoli positivi, negativi, sottosquadri;
- superfi ci di adesione ridotta con bracci
di leva ampi;
- presenza di dentina esposta (riduce
adesione);
- carico funzionale continuo o accidentale
elevato;
- margini dente-cemento-faccetta concavi;
- eccessiva inclinazione vestibolare mar-
gini incisali;
- Inlay MOD (Mesiale Occlusale Distale su
molari);
- forti serratori, bruxisti.
Una possibilità molto interessante poco
utilizzata, ma da non trascurare, è quella
IL NUOVO LABORATORIO ODONTOTECNICO I cortesi: faccette senza preparazione
FIG. 3a FIG. 3b
FIG. 3c FIG. 3d
Fig. 3a - Foglio di platino adattato.
Fig. 3b - Microfaccette ultimate.
Fig. 3c - Spazio tra 11 e 21.
Fig. 3d - Faccette mesiale 11 e 21 cementate.
1212
di poter utilizzare ceramiche opache per
ricoprire decolorazioni anche in spesso-
ri minimi, così da non dovere rimuovere
porzioni importanti di smalto e tessuto
comunque sano. Con la tecnica del foglio
di platino in particolare (o disilicato) pos-
siamo bilanciare il grado di opacità, satu-
razione e trasparenza per simulare i denti
naturali con 0,3-0,6 mm di ceramica, a
ricostruire la corona senza sovracontorna-
re eccessivamente il profi lo di emergenza
(Figg. 4a-5b).
Le faccette in ceramica feldspatica o sin-
tetica vengono sottoposte a trattamento
di mordenzatura con acido fl uoridrico al
15% per 30 sec. (per il disilicato di litio
per 1 min.).
La cementazione su smalto, quando pos-
sibile, è preferibile, mentre per i cementi
il Dual Cement auto-fotopolimerizzante
con primer e adesivi dedicati è risultato
affi dabile.
Nel caso specifi co (Figg. 6a-d) si è realiz-
zato il terzo incisale del dente 21 con una
leggera sovramodellazione vestibolare, ra-
stremata a cementazione avvenuta.
Un altro esempio di utilizzo delle fac-
cette estetico funzionali è la possibilità
di ripristino di elementi naturali usurati
antagonisti di un nuovo ponte ancora da
realizzare.
Paziente M., 67 anni, bruxista (Figg.
7a-g): nella fase di valutazione esteti-
co-funzionale del provvisorio 13/23 si è
evidenziata l’eccessiva lunghezza dei ca-
nini (necessari per la funzione disclusiva)
(Fig. 7a). Quindi, si è pensato di rialline-
are prima 33/43 e 44 con faccette addi-
zionali (senza preparazione, cementate in
una seduta), per poi accorciare 13 e 23,
così da ripristinare una più corretta linea
estetico-funzionale superiore e inferiore
(Fig. 7f).
FIG. 20
FIG. 4a
cortesi: faccette senza preparazione I IL NUOVO LABORATORIO ODONTOTECNICO
Fig. 4a - Prima faccetta su 12 senza preparazione.
1313
IL NUOVO LABORATORIO ODONTOTECNICO I cortesi: faccette senza preparazione
FIG. 4b
FIG. 4c
FIG. 5a
Fig. 4b - Dopo 6 anni,spessore 0,3 mm.
Fig. 4c - Moncone di prova fotopolimeralizzato
(resina con croma del dente + faccetta).
Fig. 5a - Microfaccetta su 34 usurato.
14
articolo tecnico I IL NUOVO LABORATORIO ODONTOTECNICOarticolo tecnico IL NUOVO LABORATORIO ODONTOTECNICO
14
FIG. 6c
FIG. 6a FIG. 6b
cortesi: faccette senza preparazione I IL NUOVO LABORATORIO ODONTOTECNICO
Fig. 5b - Faccetta con opaco appena cementata su 34 (col-letto discromico, abrasione da spazzolamento).
Fig. 6a - Campioni indivi-duali di smalto per ripristina-re il terzo incisale fratturato del 21.
Fig. 6b - Cottura della cera-mica su foglio.
Fig. 6c - Faccetta appena cementata.
FIG. 5b
1515
FIG. 6d
IL NUOVO LABORATORIO ODONTOTECNICO I cortesi: faccette senza preparazione
Fig. 6d - Pazientesoddisfatta.
Fig. 7a - Nel ponteprovvisorio superiore si
valuta di migliorare la linea estetico-funzionale
accorciando i caninisuperiori.
Fig. 7b - Sull’antagonista inferiore si ripristina la linea
di 33, 43, 44 con Additional Veneers.
Fig. 7c - Fogli di platino e faccette eseguite.
Fig. 7d - Cementazione auto-fotopolimerizzazione.
FIG. 7a FIG. 7b
FIG. 7c FIG. 7d
1616
cortesi: faccette senza preparazione I IL NUOVO LABORATORIO ODONTOTECNICO
FIG. 7e FIG. 7f
FIG. 7g
Fig. 7e - Rifinitura e lucidatu-ra a specchio dei margini.
Fig. 7f - Linee estetico-fun-zionali superiori e inferiori ripristinate di 33, 43, 44.
Fig. 7g - Adattamento usura “naturale” delle faccette ad-ditive ancora perfettamente funzionanti dopo 10 anni.
Un settore sempre diffi cile da ripristinare in modo soddi-
sfacente è il gruppo frontale inferiore per via degli spes-
sori e degli spazi limitati, in modo particolare quando si
lavora su tessuti ancora sani di pazienti giovani (33 anni)
(Figg. 8a-c).
Queste possibilità stanno modifi cando l’approccio dell’o-
dontoiatra al piano di trattamento dei pazienti, che natu-
ralmente accettano di buon grado interventi non invasivi.
Una vera e propria rivoluzione dell’odontoiatria protesica
e ricostruttiva, in quanto il dente non viene preparato
(per ricostruire una nuova corona), ma semplicemente
rivestito sulla faccia vestibolare o occlusale mediante
pozioni di corona incollate fi no a fare corpo unico, con-
servando propriocettività e tessuti gengivali sani. Questo
contribuisce a ridurre il numero di protesi tradizionali da
eseguire e molti odontotecnici, di conseguenza, si pon-
gono quesiti sul nostro futuro, chiedendosi: «Come sarà
il nostro lavoro domani?».
«L’unica costante è il cambiamento», sosteneva Eraclito.
A mio modo di vedere, l’odontotecnico non può impedi-
re i cambiamenti, quindi deve necessariamente stare al
passo con i tempi e non limitarsi all’utilizzo passivo delle
tecnologie per diventare un mero esecutore o, peggio, un
fi nalizzatore di semilavorati.
L’odontotecnico di oggi deve necessariamente puntare a
1717
FIG. 33
divenire un consulente esperto per
l’odontoiatra sulle differenti possibi-
lità di ripristino estetico-funzionale
delle arcate dentali già dalla stesura
del piano di trattamento (anche me-
diante le oramai consolidate tecniche
non invasive). Anche se le richieste
dei pazienti vanno sempre più verso
la domanda di denti chiari e regolari
tipo “White Smile”, continuo a pen-
sare che solo con una stretta colla-
borazione e il dialogo all’interno del
team medico (paziente e tecnico) si
possa arrivare al risultato desidera-
to e di completa soddisfazione per
il paziente.
«Se inizi con il fare il possibile, po-
tresti ritrovarti a fare l’impossibile.»
Ringraziamenti
Grazie a tutti i colleghi del Team
Dental Labor Lugo.
Fig. 8a - Foglio di platino adattato. Faccette adattate su
modello integro.
Fig. 8b - Faccette cementate da 33 a 43.
Fig. 8c - Integrazione funzio-nale ed estetica.
IL NUOVO LABORATORIO ODONTOTECNICO I cortesi: faccette senza preparazione
FIG. 8a FIG. 8b
FIG. 8c
1. Restauri estetici in ceramica, S. Kina, A. Bruguera, Piccin.
2. La riabilitazione estetica in protesi fi ssa, M. Fradeani, G. Barducci, Quintessenza.
3. Odontoiatria estetica e ricostruttiva, T. Douglas, W. Geller, Quintessenza.
Bibliografia
L’“Academia Internacional de Odontologia Integral”, è un’associazione scientifica istituita legalmente e concepita per dedicarsi, senza finalità di lucro, alla creazione ed alla realizzazione di eventi interdisciplinari di carattere scientifico e culturale nel campo dell’odontoiatria.
Fondata nel 1992 a Lima (Perù) e da subito operativa a livello internazionale, l’Accademia annovera 63 sedi distribuite in più di 40 paesi tra Europa, Africa, Asia ed America.
L’AIOI-Italia nasce nel Gennaio 2016, con lo spirito di comunione delle idee e di condivisione delle conoscenze, credendo in una visione olistica ed interdisciplinare nel mondo della scienza odontoiatrica e, a tal proposito, i Suoi soci fondatori, nonchè componenti dell’attuale direttivo, appartengono a generazioni differenti oltre che a categorie complementari nel settore dell’odontoiatria, palesando così la diversità come vero punto di forza dell’Accademia.
Il nostro obiettivo è quello di collaborare all’interscambio tra i vari paesi appartenenti all’Accademia Mondiale.Il nostro desiderio è quello di accorciare sempre di più le distanze al fine di rendere condivisibili le molteplici realtà dell’odontoiatria nel panorama internazionale.
Benvenuti ad AIOI-Italia !
Aprile 8 Lecce Terapia Funzionale della Classe II Evento organizzato da Tecnort
Aprile 23 -25 San Benedetto del
Tronto
International Course of Neuroscience, Human Behaviour, Hypnosis
Luglio 8 Teramo Corso di Odontoiatria dello SportEvento organizzato da Orthofan
Settembre 21 - 22 Roma Congresso Nazionale AIOI-Italia all’interno di ANTLO MEETING 2017
Ottobre 1 - 8 BRASILE CONGRESSO MONDIALE AIOI
Coming Soon Roland Italia CAD CAM in Odontoiatria e Odontotecnica:
il futuro di una professione.
CONGRESSO MONDIALE AIOI
Calendario Eventi AIOI 2017
P e r u l t e r i o r i i n f o r m a z i o n i : a i o i . i t a l y @ g m a i l . c o m
21
Come già risaputo, i fattori dominanti
per la riproduzione del colore nella
realizzazione delle protesi dentarie
sono: valore, tinta e croma.
In questo articolo si porrà l’accento
sulle caratteristiche e sugli effetti che
ognuno di questi valori ha nella
lavorazione, andando poi a discutere
di come essi vengono affrontati nel
protocollo Sintex.
IL NUOVO LABORATORIO ODONTOTECNICO I iorio: stratificazione semplificata
La gestione
dei parametri fondamentali
nella stratificazione
Francesco Iorio
Francesco Iorio nasce a Napoli il 20 apri-le del 1982. Diplomato nel 2002, è tito-lare del laboratorio Iorioinlab dal 2011.
Dopo aver affi nato le sue conoscenze nel campo della protesi fi ssa grazie a corsi di perfezionamento tenuti dai maggiori esper-ti del campo nel panorama internaziona-le, quali odt. Vincenzo Mutone, odt. Naoto Yuasa, odt. Nondas Vlachopoulos, sviluppa una personale tecnica di stratifi cazione, il protocollo Sintex, che lo porta alla pubblica-zione in riviste di fama nazionale e, anche grazie al patrocinio della Simex Srl, a te-nere dimostrazioni in tutta Italia dal 2015.
Dal 2017 tiene corsi sul suo personale proto-collo di stratifi cazione.
Francesco Iorio – Titolare del laboratorio odontotecnico Iorioinlab, Pomigliano d’Arco (NA)
2222
Fig. 1 - Campione in zirconio Blu Zirkon.
Fig. 2 - Applicazione dentina opaca A3 per A e dentina opaca A2 per B.
Fig. 3 - Sovrapposizione del-le dentine: A3 per A, dentina A3 (50%), Ccv4 (25%) e Ccv1 (25%) per B.
Fig. 4 - Risultato dopola cottura di entrambii campioni.
iorio: stratificazione semplificata I IL NUOVO LABORATORIO ODONTOTECNICO
FIG. 1 FIG. 2
FIG. 3 FIG. 4
Introduzione
Le metodiche utilizzate nelle fasi di
stratifi cazione sono per lo più deri-
vanti da esperienze personali e sin-
golari o, meglio, da informazioni ap-
prese con il passare del tempo; solo
grazie ad un costante aggiornamen-
to, con il conseguente utilizzo delle
nuove tecniche recepite, si può spe-
rare di ottenere risultati gradevoli e
soddisfacenti. Il bagaglio d’esperien-
ze che ho maturato negli anni grazie
all’insegnamento ricevuto da grandi
maestri di fama internazionale è
stato fondamentale per la messa ap-
punto del protocollo di stratifi cazio-
ne Sintex. Esso si propone più che
come una tecnica dai parametri fi ssi,
come un modo di stratifi care basato
su alcuni fondamentali principi (va-
lore, tinta, croma), dai quali si parte
per poi discostarsene a seconda del-
le esigenze singolari di ogni lavoro.
Come già risaputo, i fattori dominan-
ti per la riproduzione del colore nella
realizzazione delle protesi dentarie
sono valore, tinta e croma; si por-
rà, in questo articolo, l’accento sul-
le caratteristiche e sugli effetti che
ognuno di questi ha nella lavorazio-
ne, andando poi a discutere di come
essi vengono affrontati nel protocol-
lo Sintex, confrontando lo stesso con
una convenzionale tecnica di strati-
fi cazione. L’elemento predominante
tra valore, tinta e croma è sicura-
mente il valore, che è il quantitativo
di bianco contenuto all’interno di un
corpo in ceramica; quindi, più pri-
meggerà il bianco, più il valore sarà
alto e più il corpo sarà opalescente.
Vedremo come andando ad apporre
dentine opache di colore molto chia-
ro fi n dalle prime fasi di stratifi ca-
zione, riusciamo ad ottenere il valore
desiderato, sebbene questo condi-
zioni l’andamento del croma, il qua-
le verrà recuperato in seguito grazie
all’intensifi cazione delle dentine con
traslucenti di colletto cromatici; tut-
to questo è utile per l’aumento e la
rifrazione della luce e della intensi-
tà del croma nella dentina utilizza-
ta. A tal proposito saranno messe a
confronto due tecniche di stratifi ca-
zione, con l’ausilio di due campioni
prova realizzati su di una barra in zir-
conio. Il primo è stato eseguito con
un tipo di stratifi cazione convenzio-
nale mentre per il secondo sono sta-
te utilizzate masse da me modifi cate
in modo tale da poter ottenere cro-
maticità e traslucenza senza grossi
sforzi. Con lo stesso protocollo con
cui è stato ottenuto il secondo cam-
pione, verrà mostrato un caso reale.
Sarà illustrato il protocollo Sintex
anche su metallo, dapprima su cam-
pione prova e con la stessa tecnica
di stratifi cazione è stato ottenuto un
caso clinico associando ad essa l’ap-
2323
plicazione degli internal stain.
Fase 1: Realizzazione campioni pro-va su barra in zirconio
Per la realizzazione dei campioni, sono
state scelte come masse per il primo
(campione A) dentina opaca A3, dentina
A3, Silky E1, Aqua Blue 1, LT0, LT Na-
tural e smalto E3, mentre per il secondo
(campione B) sono state utilizzate dentina
opaca A2, dentina A3, Ccv4, Ccv1, Silky
E1, Aqua Blue 1, LT0, LT Natural e T1;
entrambi i campioni sono stati eseguiti su
un frammento di zirconio Blu Zirkon A2
(Fig. 1).
La stratifi cazione ha inizio con l’applica-
zione di dentina opaca A3 per il campione
A e di dentina A2 per il campione B (Fig.
2); tra le due dentine opache, la prima ri-
sulta essere più cromatica, con un valore
più basso, a differenza della seconda che
risulta meno satura ma più opalescente.
Quest’ultima, quando colpita dalla luce,
la rifl etterà con un coeffi ciente di rifrazio-
ne diverso, per cui il nostro restauro fi nale
avrà un aspetto più luminoso. Procedia-
mo con la sovrapposizione delle dentine
(Fig.3): nel campione A utilizziamo una
dentina A3 tradizionale, nel campione B
la stessa dentina (50%) viene miscelata
con Ccv4 (25%) e Ccv1 (25%); in questo
modo, la dentina del secondo risulta esse-
re più cromatica e più traslucente rispetto
a quella del campione A (Fig. 4). Si può
notare, dalla modalità di sovrapposizione
delle masse, come la quantità di cera-
mica utilizzata sia pressappoco identica
(Fig. 5). Si prosegue con la realizzazione
del piatto incisale (Aqua Blue 1, LT0, LT
Natural, Silky E1) e di una banda bianca
(Silky E1) all’altezza del terzo medio; per
entrambi i campioni, si seguono le stesse
fasi di stratifi cazione (Fig. 6).
Le forme dei manufatti vengono comple-
tate con Smalto E3 per il campione A
e luster T1 per il campione B (Fig. 7);
si è cercato di ottenere nei due esempi
FIG. 5 FIG. 6
Fig. 5 - Dettaglio sullo spessore del quantitativo di
ceramica applicata.
Fig. 6 - Dettaglio sullemodalità di stratificazione.
Fig. 7 - Applicazione di Smalto E3 per A
e luster T1 per B.
Fig. 8 - Dettaglio sulle forme.
FIG. 7
IL NUOVO LABORATORIO ODONTOTECNICO I iorio: stratificazione semplificata
FIG. 8
2424
Fig. 9 - Comparazione dei risultati finali con l’elemento A3 scala VITA.
Fig. 10 - Caso clinicoiniziale.
Fig.11 - Mascherina ottenuta dal provvisorio prefabbri-cato.
Fig. 12 - Applicazione di dentina opaca A1.
Fig. 13 - Applicazione denti-na A2 (50%) miscelata con il Ccv1 (35%) e Ccv4 (15%).
FIG. 9 FIG. 10 FIG. 11
approssimativamente le stesse forme uti-
lizzando, anche in questo caso, circa la
stessa quantità di ceramica (Fig. 8). Lo
smalto E3 non presenta le caratteristiche
proprie degli altri smalti, ma è associa-
bile alla famiglia delle dentine, tenendo
conto che la gamma degli E è desaturata,
e che tra loro, gli elementi appartenenti
alla stessa differiscono per diverso grado
di opalescenza. Nel risultato fi nale si può
apprezzare come il colore del secondo
campione risulta essere più simile al co-
lore dell’elemento A3 scala VITA e come
in esso gli effetti provenienti dalle mas-
se sottostanti siano più evidenti (Fig. 9),
mentre nel primo campione, confrontato
con l’elemento A3 scala VITA, si nota una
carenza di croma, valore più basso e l’as-
senza degli effetti provenienti dalle sotto-
stanti masse. Da quanto ho illustrato fi n
ora, è evidente che tra i due campioni c’è
una notevole differenza di cromaticità del-
le dentine e una diversa luminosità dovuta
alle caratteristiche delle dentine opache.
primo caso clinico
Il paziente si rivolse al nostro team chie-
dendo la riabilitazione dei due incisivi
centrali superiori, avendo subito cure
odontoiatriche incongrue; egli presentava
importanti ricostruzioni su entrambi gli
elementi e una scorretta terapia canala-
re sull’elemento 11, per cui si decise di
procedere al ritrattamento dello stesso,
mentre per l’elemento 21, avendo una
carenza di smalto perimetrale, non fu
ritenuto opportuno dal clinico procedere
con una protesi di tipo adesivo, quindi si
proseguì alla realizzazione di due coro-
ne in zirconio-ceramica (Fig. 10). Come
di consueto, la stratifi cazione viene ef-
fettuata con l’ausilio di una mascherina
guida attraverso un provvisorio preceden-
temente fabbricato (Fig. 11); essa, ese-
guita su strutture di colore A2, realizza-
te con zirconio Blu Zirkon, ha inizio con
l’applicazione di una dentina opaca A1,
la quale ha il compito di far rifl ettere la
luce con maggiore esposizione (Fig. 12).
iorio: stratificazione semplificata I IL NUOVO LABORATORIO ODONTOTECNICO
FIG. 12 FIG. 13
2525
Di seguito viene sovrapposta la dentina
A2 (50%) miscelata con il Ccv1 (35%)
e Ccv4 (15%), la cui unione è utile per
aumentare il croma e la traslucenza del-
la stessa; in tal modo viene recuperato
anche il defi citario croma presente nella
dentina opaca A1 (Fig. 13). La costruzio-
ne del piatto incisale è stata effettuata
con l’utilizzo di LT0, LT Natural, Silky
E1, Aqua Blue 1, Tx (Fig. 14), mentre
la forma è stata completata con il solo
utilizzo di LT0 (Figg. 15-16). Dopo una
prima cottura (Fig. 17), si procede con la
prova in cavo orale (Fig. 18), per poi pro-
seguire alla fi nalizzazione del manufatto
evitando una seconda cottura, in quanto
il risultato ottenuto dalla prima, è stato
giudicato soddisfacente (Figg. 19, 20).
Realizzazione di campione su metallo
Il protocollo Sintex prevede, oltre all’uti-
lizzo di un opaco convenzionale, anche
l’applicazione di un opaco colorato (opaco
orange) nelle zone cervicali in modo tale
da poter intensifi care da subito il croma
nelle aree in cui si applica; questo pas-
saggio risulta utile soprattutto nelle pre-
parazioni di tipo verticale, dato che que-
sto tipo di lavorazione lascia spesso, nelle
porzioni del colletto, poco spessore a di-
sposizione per la stratifi cazione e di con-
seguenza non permette di poter ottenere
facilmente la profondità e la cromaticità
desiderata (Fig. 21). Successivamente
viene miscelata una dentina opaca A3,5
insieme al fl uorescente f1 (10%). Otte-
nuto l’impasto, viene applicato esclusiva-
mente a ricopertura dell’opaco orange in
modo tale da attutire e desaturare il cro-
ma proveniente da quest’ultimo (Fig. 22).
Uno dei passaggi chiave della stratifi ca-
zione Sintex è l’apposizione della dentina
opaca ob creamy, che essendo di valore
molto alto e quindi tendente al bianco,
Fig. 14 - Costruzione del piatto incisale con LT0, LT
Natural, Silky E1, Aqua Blue 1, Tx.
Figg. 15, 16 - Completa-mento della forma con LT0.
Fig. 17 - Prima cottura.
IL NUOVO LABORATORIO ODONTOTECNICO I iorio: stratificazione semplificata
FIG. 14 FIG. 15
FIG. 16 FIG. 17
2626
ha il compito di annullare l’effetto cupo
proveniente dal metallo sottostante (Fig.
23). Successivamente viene applicata la
dentina opaca del colore da riprodurre
(Fig. 24), mentre la dentina di colore A3
viene miscelata con i traslucenti di col-
letto “tc1” e “tc4” in proporzioni 50%
dentina, 25% tc1, 25% tc4 in modo tale
da compensare il croma defi citario pre-
sente all’interno delle dentine stesse (Fig.
25). Il tutto viene ricoperto con lo Speed
Enamel “s2”, unico smalto di superfi cie
che si può trovare nella gamma Noritake:
quest’ultimo è disponibile solo per la ce-
ramica ex3 (Fig. 26). Ottenuta la prima
cottura (Fig. 27) si procede a completare
la forma del campione con l’ausilio del lu-
ster LT0 (Fig. 28): confrontando il test
ottenuto con il campione A3 della scala
vita, si può apprezzare la similitudine di
FIG. 18 FIG. 19
Fig. 18 - Prova biscotto.
Figg. 19, 20 - Caso finale.
Fig. 21 - Campione in metallo con opaco, più opaco orange nella porzione del colletto.
Fig. 22 - Ricopertura dell’o-paco orange con OB A3,5 + F1.
Fig. 23 - Ricopertura dell’o-paco con Ob Cramy.
iorio: stratificazione semplificata I IL NUOVO LABORATORIO ODONTOTECNICO
FIG. 20 FIG. 21
FIG. 22 FIG. 23
27
IL NUOVO LABORATORIO ODONTOTECNICO I articolo tecnico
27
IL NUOVO LABORATORIO ODONTOTECNICO articolo tecnico
entrambi (Fig. 29). Il secondo provino che viene illustra-
to nelle Figure 30 e 31 è stato stratifi cato in modo tale
da lasciare libera la dentina ob creamy nella porzione di-
stale, mentre la porzione mesiale è stata stratifi cata per
intero con lo stesso protocollo con cui è stato eseguito il
primo campione. Si può apprezzare il notevole grado di
luminosità proveniente appunto dalla dentina bianca e il
giusto equilibro tra croma e traslucenza.
Come illustrato, pur avendo utilizzato un numero cospi-
Fig. 24 - Applicazione della dentina opaca del colore dedicato.
Fig. 25 - Dentina miscelata con i traslucenti di colletti.
Fig. 26 - Smalto speed enamel a ricopertura totale.
Fig. 27 - Risultato prima cottura.
Fig. 28 - Completamento della forma con luster LT0.
Fig. 29 - Test a confronto con il campione A3 scala VITA.
IL NUOVO LABORATORIO ODONTOTECNICO I iorio: stratificazione semplificata
FIG. 24 FIG. 25
FIG. 26 FIG. 27
FIG. 28 FIG. 29
2828
iorio: stratificazione semplificata I IL NUOVO LABORATORIO ODONTOTECNICO
cuo di masse, il risultato rimane gratifi -
cante e gli obbiettivi primari, cioè valo-
re, tinta e croma, sono stati soddisfatti.
Con la stessa tecnica di stratifi cazione
con cui ho eseguito entrambi i campio-
ni descritti, ho realizzato la prima cottu-
ra del lavoro che illustrerò in seguito. Il
caso ha richiesto l’utilizzo degli internal
stain, affi nché alcuni degli effetti presen-
ti nei denti residui, venissero riprodotti.
Riabilitazione di arcata superiore
Paziente donna; anni: 62; richieste: so-
stituzione di una vecchia protesi con l’au-
spicio di migliorare il suo sorriso.
La paziente si presenta alla nostra atten-
zione chiedendo sin da subito, per motivi
estetico-funzionali, il rifacimento di una
protesi in essere con interessamento degli
elementi dentali da 1.5 a 2.5 (Fig. 32). Di
comune accordo sia con il clinico sia con
la paziente, abbiamo optato per la realiz-
zazione di una classica protesi in metallo
ceramica. Una particolare attenzione è
stata fatta sullo studio del colore da ripro-
durre data la presenza di diverse pigmen-
tazioni sugli elementi residui nell’arcata
inferiore. Dato che le zone cervicali di
questi ultimi risultano essere molto co-
lorate, sarei potuto cadere in inganno se
avessi fatto prevalere, nella scelta delle
masse da utilizzare, dentina e dentine
opache dal croma elevato che come ben
sappiamo contengono all’interno di esse
un ingente quantitativo di grigio, ma gra-
zie anche ad alcune informazioni ricevute
dalla paziente in merito al colore chiaro
dei suoi denti nella giovane età, ho capito
che avrei dovuto gestire la stratifi cazione
utilizzando delle masse che mi permet-
tessero di ottenere inizialmente un valore
alto e un croma basso e poi successiva-
mente recuperare quest’ultimo applican-
do la tecnica degli internal stain, in modo
tale da poter conseguire un risultato che
mi portasse a raggiungere sia un valore
alto che un croma ben defi nito. Quindi,
così come un pittore predilige una tela
bianca su cui dipingere, ho realizzato una
base chiara per poi andare ad applicare
FIG. 30 FIG. 31
FIG. 32 FIG. 33
Figg. 30, 31 - Realizzazione secondo campione.
Fig. 32 - Caso iniziale.
Fig. 33 - Prima cottura.
2929
IL NUOVO LABORATORIO ODONTOTECNICO I iorio: stratificazione semplificata
gli internal stain in più step, in modo tale
da poter riprodurre in maniera tridimen-
sionale gli effetti presenti negli elementi
inferiori. Ripetendo lo stesso protocollo di
stratifi cazione con cui sono stati ottenuti
i campioni sopra discussi, viene eseguita
la prima cottura con l’unica differenza nel
preferire la dentina A2 anziché la dentina
A3 e insieme al 50% di essa sono stati
miscelati il 75% di tc1 e il 25% di tc4
(Fig. 33). Come si evince dalle immagini
che illustrano il risultato della prima cot-
tura, sono riuscito a raggiungere una buo-
na luminosità e una discreta cromaticità.
Successivamente ho eseguito una prima
applicazione degli internal stain, andando
ad aumentare il croma nelle zone cervi-
cali con il cervical 2, eseguendo alcune
crack line verticali con il brown, e dando
movimento nelle porzioni marginali alter-
nando grey e blue miscelati con il bright
diluition.
Quest’ultimo, se unito agli internal, rie-
sce, oltre a desaturarne il colore, anche
a rendere la miscela più pastosa, simile
a una vera e propria massa facilitandone
l’impiego (Fig. 34). Consiglio ai colleghi
utilizzatori di internal, prima di eseguire
ulteriori cotture dopo l’applicazione di
questi ultimi, di chiedere al clinico con
cui si collabora una o più prove interme-
die con annessa documentazione foto-
grafi ca onde evitare di fi nire in spiacevoli
inconvenienti. Dalla Figura 34 si può ap-
prezzare la valenza e l’effi cienza di que-
sti materiali una volta applicati e messi
a confronto con il resto della dentatura
(Fig. 34). Dopo essermi assicurato che la
strada percorsa fosse quella giusta, ho re-
alizzato una seconda cottura, scegliendo
come unica massa a ricopertura totale il
luster LT0 escludendo le porzioni inter-
stiziali dove essendoci zone con l’opaco
esposte, ho apposto dentina opaca e den-
tina del colore A3,5 (Fig. 35). Ottenuta la
seconda cottura, si procede con l’ausilio
dell’internal white a riprodurre le bande
FIG. 36 FIG. 37
FIG. 34 FIG. 35
Fig. 34 - Applicazioneinternal stain.
Fig. 35 - Test cottura degli internal nel cavo orale.
Fig. 36 - Ricopertura con luster LT0.
Fig. 37 - Seconda cottura degli internal stain.
3030
iorio: stratificazione semplificata I IL NUOVO LABORATORIO ODONTOTECNICO
bianche stendendo quest’ultimo in senso
orizzontale (Fig. 36). Un’ultima cottura di
correzione viene eseguita utilizzando an-
che in questo caso il luster LT0 (Fig. 37)
facendo attenzione a ricoprire bene tutte
le zone in cui sono stati applicati gli in-
ternal in modo da evitarne la rimozione in
fase di rifi nitura fi nale (Fig. 38). Il lavoro
viene ultimato e consegnato allo studio e
a distanza di qualche settimana, la pa-
ziente viene controllata e contestualmen-
te vengono scattate le foto fi nali (Figg.
39-42).
Conclusioni
La tecnica Sintex nasce per far fronte
ai problemi che accomunano la quoti-
dianità all’interno dei nostri laboratori.
Essa, con l’utilizzo di un numero ridotto
di masse, riesce a raggiungere risulta-
ti soddisfacenti, anche laddove gli spazi
risultano ridotti grazie all’ottimizzazione
delle caratteristiche intrinseche di ogni
singola massa. In Sintex, sia il croma che
il valore si ottengono, con la gestione e
la scelta di masse da utilizzare per ogni
singolo strato, attraverso un metodo di
stratifi cazione codifi cato per tutti i colo-
FIG. 38 FIG. 39
FIG. 40
Fig. 38 - Completamento delle forme con LT0.
Figg. 39, 40 - Caso finito.
3131
IL NUOVO LABORATORIO ODONTOTECNICO I iorio: stratificazione semplificata
ri della scala VITA, distaccandosi in tal
modo dagli stereotipi voluti dalle tecni-
che convenzionali. Inoltre, questa tecnica
consente di fi nalizzare le forme con l’uti-
lizzo di un’unica massa, che può variare
dall’LT3 per un valore più alto al Super
Grey per un valore più basso, scelta a se-
conda del valore desiderato. In tal modo
è possibile dedicarsi maggiormente ai
dettagli della forma, non dovendo tene-
re sotto controllo molte masse, il che è
vantaggioso in quanto meno indaginoso.
Ringraziamenti
Ringrazio lo studio odontoiatrico dei fra-
telli dott. Iorio Siciliano con i quali è stato
realizzato il primo caso; a loro va la mia
più sentita gratitudine per il supporto, la
dedizione e l’impegno dimostrato. Ringra-
zio lo studio odontoiatrico del dott. Paolo
Manna con il quale è stato realizzato il
secondo caso, con cui collaboro ormai da
un decennio, carissimo amico e grande
professionista.
La mia gratitudine va inoltre a Tommaso
Busiello, collega e amico, per aver contri-
buito a questa pubblicazione con la forni-
tura dei materiali in zirconio.
FIG. 41
FIG. 42
Figg. 41-42 - Caso finito.
SMILE PEEK Tecnopolimero per barre
SMILE CAM Total Prosthesis
Rosa
SMILE CAM Pmma micro riempiti
Ponti e corone provvisori Col. A1 , A2, A3, B1
SMILE CAM Pmma calcinabile Trasparente - Verde
SMILE MASTER MODEL Modelli e test dimostrativi
Nuova formula calcinabile
SMILE CAM SMALTO micro riempiti
Protesi pre-limatura
SMILE PEEK FV Tecnopolimero
rinforzato
TSM ACETAL DENTAL Compound Tecnopolimero termoplastico
Ottima resistenza meccanica all’urto e all’abrasione.
Indicazioni: Ponti provvisori, strutture di rinforzo con possibilita di unione a resine e compositi a base Pmma Col. A , A1, A2, A3, B1, B2, B3 e Rosa
PLASTIC STEEL Tecnopolimero
Super rinforzato
TITAN SMILE
Dischi in titanio
Gr 2 / Gr 5
ZIRCONIA Bianca Super translucida
SMILE CAM RX Radiopaco per
mascherine chirurgiche
PRESSING DENTAL Srl Repubblica di San Marino Tel. 0549 909948 [email protected] www.pressing-dental.com
SMILE TEST Lega speciale d’alluminio
Modello YOU AND ME Modello J100 EVOLUTION
Modello DENTAL CAD Corso base incluso
12 MESI € 933.33 18 MESI € 622.22
SMILE CAM MULTISTRATO 3 / 5 STRATI Disco in acrilico micro riempito.
Ottimo effetto cromatico in un unico passaggio
Medesima abrasione di un dente artificiale
Col. A1, A2, A3, B1, B2, B3, C2, D2
Modello OPEN TECNOLOGY
Corso base incluso
12 MESI € 1.233,33 18 MESI € 822,22
TSM ACETAL DENTAL
THE.R.MO BRIDGE
CORFLEX
ORTHODONTIC
FLEXI – J Nylon
PLASTIC STEEL
F.J.P. Compound
PRESSO-INIEZIONE
delle resine acriliche
JOLLY
Mini centro di lavoro professionale modulare a 4 e 5 assi.
Esegue qualsiasi ipologia di lavoro sia a secco che con lubro-refrigerazione sulla maggior
parte dei materiali: Cere, Zirconia, Pmma, Resine caricate con ibre, Composii, Disilicato, pre-milled in itanio, CrCb pre-sinterizzato.
Disponibili anche a noleggio in comode rate da 18 -24- 36– 48mesi
35
IL NUOVO LABORATORIO ODONTOTECNICO I articolo tecnico
35
Non soddisfatto delle principali tecni-
che di stratificazione in ceramica, ho
sentito l’esigenza di elaborare un’at-
tenta analisi partendo dal dente naturale
per cercare di perfezionare
il più possibile il risultato finale.
Sottoponendo quindi dei corpi naturali
a diverse fonti di luce, ho riscontrato
reazioni diverse delle masse dentinali
e dello smalto. Da questa ricerca è
possibile osservare un punto di vista
differente, un nuovo modo di intende-
re la fluorescenza e traslucenza della
materia naturale, potendo così speri-
mentare metodologie differenti nella
fase di stratificazione in ceramica.
Fluorescenzacome animadella forma in ceramica
Francesco Raffo – Titolare di laboratorio odontotecnico, San Lorenzo Alle Corti (PI) – E-mail: [email protected]
Francesco Raffo è titolare dal 2001 di un labo-ratorio odontotecnico a Pisa. Ha frequentato nu-merosi corsi di formazione per la propria crescita professionale, con relatori di fama nazionale e internazionale. In particolare, ha maturato un’ot-tima esperienza su temi: metal-ceramica; cera-mica pressata su metallo; e ceramica integrale.
Circa dodici anni fa, si è appassionato allo studio dell’anatomia coronale, nella ricerca dell’estetica e del dettaglio naturale. Dal 2009 fa parte di DET (Dentsply Educational Team) di Dentsply Italia, per la presentazione, ricerca e sviluppo di nuovi materiali. Collabora dal 2011 con Trasformer, per lo sviluppo di protocolli di lavoro applicabili a protesi fi ssa e mobile.
Negli ultimi anni, grazie a degli studi perso-nali, ha approfondito la conoscenza sulle pro-prietà delle ceramiche dentali; questo gli ha consentito di elaborare programmi di cottura personalizzati, volti a migliorare la qualità dei manufatti, esaltandone il risultato fi nale. Tiene corsi e conferenze su questi argomen-ti. A ottobre 2016 è stato docente del master universitario di II livello in Endodonzia e Odon-toiatria restaurativa presso l’Università degli Studi di Siena.
IL NUOVO LABORATORIO ODONTOTECNICO I raffo: ceramica, luce
36
Il concetto di “mimesi” è stato per me
fondamentale in questi anni per dare il
via a un’attenta ricerca rivolta all’estetica.
“Mimesi” è infatti un termine spesso usa-
to nella storia dell’arte, poiché racchiude
nella sua etimologia il concetto di “imi-
tazione della natura” (dal greco mímēsis cioè “imitazione”).
La nostra professione si accosta moltissi-
mo all’imitazione della realtà, il compito
quotidiano dell’odontotecnico è esatta-
mente quello di avvicinarsi il più possibile
alla naturale bellezza e perfezione di un
dente (Fig. 1).
Rifl ettendo quindi su questo concetto,
ho osservato con attenzione il rifl esso
naturale del dente, non solo nella sua
parte esteriore ma anche al suo interno,
studiandone la fl uorescenza e il com-
portamento con l’esposizione alla luce.
Ho cercato quindi di affi nare le normali
procedure di stratifi cazione, soffermando
la mia attenzione sul comportamento dei
materiali utilizzati e soprattutto la loro
reazione rispetto alla luce; confrontando
il naturale rifl esso della dentina e dello
smalto con quello che ottenevo con la
ceramica (Fig. 2). In questa prima fase
Fig. 1 - Nonostante il disarmonico allineamento degli elementi dentali si può percepire la loro naturale bellezza.
Fig. 2 - Provino di un ele-mento naturale sottoposto al test di luce. Si denota la diversa rifrazione e rif lessio-ne della luce.
FIG. 1
raffo: ceramica, luce I IL NUOVO LABORATORIO ODONTOTECNICO
FIG. 2
3737
della mia analisi, ho potuto constatare che il comporta-
mento più interessante di un dente naturale sottoposto
alla luce riguarda proprio il modo in cui quest’ultima vie-
ne in parte rifl essa e in parte assorbita dalla materia,
precisamente nel corpo centrale del dente. Se ne evince
quindi che la dentina non è un corpo traslucente come
solitamente si crede, ma rifl ette, assorbe e fi ltra la luce
in modo diverso (Figg. 3, 4). Da un certo punto di vi-
sta può sembrare una deduzione ovvia, proprio perché
la dentina è composta di materia fl uorescente, quindi si
comporta come tale, assorbe la luce e la riemette verso
il suo esterno, ma in realtà tutto ciò è stato il mio punto
di partenza per lo studio della stratifi cazione durante la
formazione del nucleo dentinale, o meglio “l’anima fl uo-
rescente”, come mi piace defi nirla (Fig. 5). Da qui in poi
ho dettagliatamente sperimentato le varie caratteristiche
delle masse che ritengo più idonee per questa fase della
stratifi cazione e il disegno che si deve realizzare per po-
FIG. 3Fig. 3 - Test con luce debole,
possiamo osservare l’anima dentinale come fulcro che assorbe la fonte luminosa.
Fig. 4 - Test con luce intensa, l’anima dentinale evidenzia
maggiormente l’assorbimen-to della fonte luminosa.
Fig. 5 - Test lampada di Wood, provino di un elemen-to naturale. La dentina risulta
essere una massafluorescente.
FIG. 4 FIG. 5
IL NUOVO LABORATORIO ODONTOTECNICO I raffo: ceramica, luce
3838
ter replicare “l’anima fl uorescente” natu-
rale (Figg. 6-9). Con l’impiego di una luce
a raggi ultravioletti, ho trovato la confer-
ma che stavo cercando: effettivamente la
materia non viene completamente attra-
versata dal fascio luminoso, ma addirittu-
ra questo non arriva nemmeno al nucleo
del dente (polpa). Come si può ben ve-
dere dalle foto qui riportate (Figg. 10a,
10b), possiamo notare come il nucleo del
dente sia di color arancio e non evidenzia
la tonalità blu della lampada di Wood. A
supporto di questa disanima, la Figura 11
denota come la superfi cie della dentina
sia ricca di luce riemessa, a differenza
del concetto sostenuto in passato, dove si
identifi ca uno strato di trasparente fra la
dentina e lo smalto.
Successivamente per avere un’ulteriore
conferma, ho osservato da molto vicino
il nucleo fl uorescente, cercando di iden-
tifi care gli spessori reali della dentina e
ho potuto quindi constatare in maniera
defi nitiva che gli spessori sono risultati
essere più sottili rispetto a quelli che noi
realizziamo con le tecniche abituali (Fig.
12). Quindi nella fase di stratifi cazione e
alla luce di questa analisi, devo applicare
una quantità di dentina con uno spessore
più fi ne solamente per ricoprire il disegno
della dentina fl uo realizzato in preceden-
za (Fig. 13).
Fig. 6 - Test con luce a raggi ultravioletti dell’opaco.
Fig. 7 - Test lampada di Wood di alcune masse cera-miche fluorescenti.
Fig. 8 - Test con luce a raggi ultravioletti, scala di provini di alcune masse in ceramica. Si può osservarnela fluorescenza.
FIG. 6 FIG. 7
raffo: ceramica, luce I IL NUOVO LABORATORIO ODONTOTECNICO
FIG. 8
3939
A questo punto ho spostato la mia atten-
zione verso il ruolo dello smalto, analizzan-
done gli spessori, il suo comportamento
“naturale” e facendo un ipotetico raffronto
con la fase di stratifi cazione che avrei do-
vuto seguire con il materiale estetico.
Da questa analisi, alcuni degli spessori
sono risultati essere uguali nella zona ter-
zo medio, mentre sono risultati più spes-
si nel terzo incisale, ma la cosa per me
più signifi cativa è stata “scoprire” che lo
smalto arriva di fatto fi no alla zona cervi-
cale, cosa ovvia ma banalmente mai fatta
quando si stratifi ca un materiale estetico
(Fig. 14).
Quest’ultima rifl essione, anche se sempli-
ce e al dire il vero quasi banale, si è dimo-
strata essere fondamentale nella ricerca
della “mimesi”, poiché mi ha permesso
di donare al manufatto una traslucenza
estesa in tutto il suo corpo, integrandolo
meglio al tessuto rosa (Fig. 15).
Non soddisfatto completamente della mia
ricerca, ho realizzato di non essere an-
cora in possesso di tutte le informazioni
necessarie per risolvere il problema del-
la traslucenza, poiché non ho alcun dato
certo di come si comporti la materia che
costituisce lo smalto. Ho quindi usufruito
ancora una volta di fonti di luce diverse
per osservare denti naturali, cercando
di identifi care quale fosse la tipologia di
smalto che deve essere impiegata sovrap-
posta alla dentina, per riprodurre gli stes-
si risultati (Fig. 16).
FIG. 9
FIG. 10a FIG. 10b
Fig. 9 - Prova cottura del nucleo realizzato con masse
fluorescenti all’interno del cavo orale.
Fig. 10a - Provino sezionato sottoposto al test della lampa-da di Wood. Si evince la per-sistenza della cromia arancio
nella camera polpare anche se illuminata da una luce blu.
Fig. 10b - Provino ceramico sezionato e realizzato su strut-
tura metallica sottoposto al test con luce a raggi ultravio-letti. Notiamo come le masse
ceramiche gestite con una stratificazione simil-natura si
comportino similmente al pro-vino relativo al dente naturale
della Figura 10a.
IL NUOVO LABORATORIO ODONTOTECNICO I raffo: ceramica, luce
4040
raffo: ceramica, luce I IL NUOVO LABORATORIO ODONTOTECNICO
FIG. 11 FIG. 12
FIG. 13
FIG. 14
Fig. 11 - Test che evidenzia la zona più luminosa di tutto il dente fra dentina e smalto, contrariamente a come si afferma-va in passato, non si tratta di uno strato di trasparenze.
Fig. 12 - Elemento naturale sezionato a forma di spicchio che evidenzia gli spessori della dentina.
Fig. 13 - Dentina stratificata sopra un nucleo di dentina fluorescente. La figura evidenzia quanto sia sottile lo strato di dentina facendo intravedere lo strato sottostante.
Fig. 14 - Provino naturale sottoposto a una fonte di luce ibri-da. Sono evidenziati gli spessori reali dello smalto che appa-iono di color avio nell’immagine. Possiamo percepire inoltre come lo smalto arrivi fino alla linea amelo cementizia.
4141
IL NUOVO LABORATORIO ODONTOTECNICO I raffo: ceramica, luce
FIG. 15 FIG. 16
FIG. 17 FIG. 18
Fig. 15 - Test con luce a raggi ultravioletti, conferma la pre-senza dello smalto nella zona cervicale.
Fig. 16 - Provino naturale sottoposto a una fonte di luce natu-rale. Possiamo vedere come un elemento sia ricco di smalto e
fino a dove si estende la sua superficie.
Figg. 17, 18 - Elemento naturale sottoposto a una fonte di luce naturale. Sottolinea l’opalescenza dello smalto nella sua
integralità.
4242
raffo: ceramica, luce I IL NUOVO LABORATORIO ODONTOTECNICO
FIG. 21
FIG. 22
FIG. 19
FIG. 20
Figg. 19-22 - Elemento 31 in metal-ceramica su impianto. Da questa immagine possia-mo percepire che seguen-do uno schema naturale in stratificazione, riusciremo a ottenere una buona integra-zione con l’estetica rosa, sia con gli altri elementi che con il tessuto gengivale.
4343
IL NUOVO LABORATORIO ODONTOTECNICO I raffo: ceramica, luce
Al test della luce, lo smalto in tutta la sua integralità ri-
sulta opalescente, dalla zona cervicale alla zona incisale,
diversamente da come siamo abituati a riproporlo normal-
mente, costruendone l’opalescenza solo ed esclusivamen-
te nella zona incisale (Figg. 17, 18).
Dopo queste ulteriori verifi che posso ritenere esaustiva la
ricerca e i test svolti, identifi cando un dente come un
insieme di masse diverse costituite da un disegno anato-
mico ben defi nito, partendo da un’anima fl uorescente e
arrivando all’opalescenza della sua superfi cie.
Utilizzando questo punto di osservazione, spezzettando
idealmente le diverse masse e immaginandole nella loro
sezione, siamo sicuramente più facilitati a realizzare ma-
nufatti con un’estetica migliore e con una maggiore inte-
grazione con il tessuto rosa (Figg. 19-22).
La nostra professione richiede un’attenta conoscenza dei
materiali, oltre alle procedure per impiegarli nel corret-
to modo, ma essere bravi in questo non basta. La vera
bravura dell’odontotecnico è saper usufruire delle proprie
conoscenze professionali per ricreare ogni volta qualco-
sa di completamente diverso. Perché nei nostri labora-
tori siamo quotidianamente impegnati a realizzare prote-
si diverse, per persone diverse e con necessità diverse.
Per questo motivo è davvero di fondamentale importanza
soffermarsi a un’attenta osservazione di molteplici aspetti
che ci permettono, assieme alle nostre competenze, di
avvicinarci alla vera “mimesi”, “dall’anima fl uorescente”
all’intera forma anatomico-coronale della nostra protesi
(Figg. 23-28).
La natura ha creato qualcosa prima di noi, qualcosa di
estremamente bello, perfetto, semplice e funzionale, il
nostro ruolo è quello di saperlo osservare, capire e ricreare
in ogni suo dettaglio.
FIG. 23 FIG. 25FIG. 24
FIG. 26 FIG. 27
FIG. 28
Figg. 23-25 - Elemento 21 zirconia-ceramica.
Figg. 26-28 - Faccette su 12 e 22 in ceramica stratificata su nucleo pressato in silicato. In queste figure possiamo para-
dossalmente vedere l’importanza di partire da un nucleo fluorescente anche in un caso di ceramica integrale.
45
IL NUOVO LABORATORIO ODONTOTECNICO I articolo tecnico
45
Nell’articolo viene illustrata la metodi-
ca per approntare i modelli di studio
MAFO® – Modelli Analitici della Fun-
zione Occlusale. Saranno esaminate le
correlazioni esistenti tra determinate
caratteristiche che si presentano nelle
forme delle nostre arcate dentarie e
specifiche e riconoscibili caratteri-
stiche osteopatiche di sviluppo delle
ossa craniche. Il riconoscimento di tali
caratteristiche porterà a uno studio
della funzione occlusale individua-
lizzato, prima di riabilitare protesica-
mente o ortodonticamente, al fine di
ottenere un minor rischio di recidive o
problematiche articolari.
L’analisi strutturale e funzionaledei rapporti cranio-mandibolari
i MAFO® – Modelli Analitici
della Funzione Occlusale
Giorgio Borin – Titolare di laboratorio odontotecnico, Pasian di Prato (UD) – E-mail: [email protected]
Giorgio Borin è nato a Montagnana (PD) nel 1955 e vive a Udine, dove si è diplomato nel 1977 presso l’IPS “G. Ceconi”. Da 40 an-ni è titolare di un laboratorio odontotecnico presso Pasian di Prato (UD), si occupa in particolare di riabilitazioni protesiche fi sse e mobili, studiando soprattutto gli aspetti occluso-posturali e neuromuscolari. Ha fre-quentato corsi di cefalometria e di tecnica ortodontica secondo Richetts, nonché di osteopatia, chinesiologia e posturologia. Ha approfondito i concetti neuromuscolari, posturali e chinesiografi ci. Ha tenuto rela-zioni in molti convegni e importanti eventi ed è autore di diversi articoli pubblicati da riviste del settore in Italia e all’estero.Ha ideato i prodotti di odontoprotesi: il Ver-ticalibro®; il SOM® – Sistema Ortogonale Multifunzione; i modelli di studio MAFO® – Modelli Analitici della Funzione Occlusale; l’arco di trasferimento ALTrO® e ALTrO® 2.0; nonché il bite ROF® – Riequilibratore Occlu-so-Funzionale.È autore del volume Vademecum osteopatico
odontoiatrico e orto-protesico. Tiene corsi te-orici e pratici sulla costruzione della protesi totale neuro-muscolare su basi individuali osteopatiche, sulla fi losofi a e costruzione del ROF® e sulla costruzione dei modelli di studio MAFO®.
IL NUOVO LABORATORIO ODONTOTECNICO I borin: adattamenti cranio-mandibolari
46
Da molti anni, ormai, l’osteopatia è entrata a far parte del
bagaglio di conoscenze e approfondimenti che riguardano
vari indirizzi nel campo della medicina, in particolare in
merito allo sviluppo delle ossa craniche. Si è compreso
che il relazionarsi di sfenoide e occipite a livello della sin-
condrosi sfeno-basilare (SSB) in fl essione o in estensione
dà luogo a caratteristiche craniche di sviluppo assoluta-
mente diverse, precisamente maggiore diametro trasver-
so, minore supero-inferiore in fl essione, minor diametro
trasverso e maggiore supero-inferiore in estensione con
le relative ripercussioni nelle arcate dentarie (Figg. 1-3).
Fig. 01 - Sincondrosi sfeno-basilare in flessione ed estensione.
Fig. 02 - Viso e arcate in flessione.
Fig. 03 - Viso e arcate in estensione.
Fig. 04 - Caratteristiche di torsione destra.
Fig. 05 - Caratteristiche di rotazione in latero-flessione destra.
L’osteopatia ha però fatto molto di più, evidenziando e classi-
fi cando determinate caratteriste di sviluppo asimmetrico tra
lato destro e sinistro del cranio. Gli stain verticali e laterali e le
compressioni sono stati divisi in schemi cosiddetti fi siologici
– tra cui sono inserite le torsioni destra e sinistra e le rotazioni
in latero-fl essione (side bending) destra e sinistra – e schemi
afi siologici (Figg. 4, 5).
Tali caratteristiche della forma cranica predispongono for-
me delle arcate con particolari distintivi, nonché verticalità
e orientamenti, soprattutto di alcuni elementi dentali, non a
caso utilizzati come riferimento. Tutto ciò infl uisce inevitabil-
mente anche sulla funzione che verrà a determinarsi, dal mo-
mento che nella forma cranica troviamo anche orientamenti
particolari delle ossa temporali, dove sono alloggiate le ATM
(articolazione temporo-mandibolare) (Fig. 6).
borin: adattamenti cranio-mandibolari I IL NUOVO LABORATORIO ODONTOTECNICO
FIG. 1 FIG. 2
FIG. 3
FIG. 4 FIG. 5
I denti sono il riflesso del cranio, il cranio è il riflesso dei denti, dott. A.T. Still
4747
FIG. 6
FIG. 7
Fig. 6 - Temporale in RE.
Fig. 7 - SOM® 2.
Fig. 8 - Croce di montaggio.
Fig. 9 - Modello superiore con croce di montaggio.
Fig. 10 - Modello inferiore con croce di montaggio.
IL NUOVO LABORATORIO ODONTOTECNICO I borin: adattamenti cranio-mandibolari
Si potrà, ad esempio, riscontrare una predisposizione a una
masticazione prevalente destra o sinistra, con tutto ciò che
ne consegue nel caso diventasse monolaterale (per com-
prendere questi concetti in maniera suffi cientemente chia-
ra, rimando al volume Vademecum osteopatico odontoiatri-
co e orto-protesico, Edizioni L’orto della cultura).
La necessità di evidenziare queste caratteristiche e di po-
terle inoltre misurare, cosa non sempre semplice, mi ha
portato a ideare uno strumento: il SOM® 2, adatto a creare
modelli di studio specifi ci, ovvero i MAFO® (Fig. 7). Come
consigliava Galileo Galilei: «Misura ciò che è misurabile e
rendi misurabile ciò che non lo è!».
Sono convinto, infatti, che se certe caratte-
ristiche esistono, deve essere possibile ripro-
durle in modelli di studio che ci consentano,
appunto, di poter “studiare qualcosa”.
L’unico modo per poter valutare e misurare un
corpo tridimensionale, come lo sono i nostri
modelli (e le bocche che questi riproducono)
è innanzitutto orientare i modelli in modo
coerente rispetto agli assi X, Y, Z. Questo è
possibile utilizzando la “croce di montaggio”
del SOM® 2, un sistema composto da tre
elementi scorrevoli tra loro, che non perdono
mai il rapporto di ortogonalità (Figg. 8-10), il
sistema è utilizzabile anche per il montaggio
in articolatore (Figg. 11-12).
Questo sistema di orientamento, utilizzando
ovviamente sempre lo stesso modello, è sta-
to confrontato per verifi ca con un altro si-
stema di trasferimento/orientamento da me
ideato, costituito da ALTrO® e ALTrO® 2.0,
strumenti utilizzabili con quasi tutti gli arti-
colatori in commercio; dal confronto si evin-
ce che il risultato è pressoché sovrapponibile
(Figg. 13-18).
FIG. 9
FIG. 8
FIG. 10
4848
Fig. 11 - Utilizzo croce per montaggio in articolatore.
Fig. 12 - Utilizzo croce per montaggio in articolatore.
Fig. 13 - Confronto in artico-latore sagittale.
Fig. 14 - Confronto in artico-latore frontale.
FIG. 11
FIG. 12
borin: adattamenti cranio-mandibolari I IL NUOVO LABORATORIO ODONTOTECNICO
FIG. 13
FIG. 14
4949
A tal proposito mi permetto di puntualizzare
che affi nché qualsiasi oggetto o corpo tridi-
mensionale, compresi quindi i modelli delle
arcate dentarie, possa defi nirsi “orientato
spazialmente”, esso deve essere orientato in
funzione degli assi X, Y, Z. Solo in questo caso
la posizione delle arcate potrà essere messa
in relazione all’articolatore che certamente è
costruito su tali assi.
Nello specifi co caso dei modelli di studio
MAFO®, l’orientamento del modello infl uisce
in modo determinante sulla nostra capacità
di percezione delle asimmetrie, per questo è
fondamentale un orientamento coerente con
gli assi ortogonali, il rischio altrimenti è di in-
fi ciare o falsare la nostra osservazione (Fig.
19). Come reperi per l’arcata superiore vengo-
no usati i due cuspidoni dei molari per l’asse
latero-laterale X; per quello antero-posteriore
Z viene usato l’asse passante per la papilla re-
tro incisiva, rilevato come quota anteriormen-
te nel punto di contatto palatale degli incisivi
inferiori sui superiori e il centro Fovee. Per
l’asse inferiore, i reperi sono le fosse dei pri-
mi molari (asse X), il margine dei due incisivi,
rilevato nella direttrice frenulo labiale-frenulo
linguale (non dentale quindi!), è punto media-
no posteriore, rilevato in basso vicino all’osso
basale tra i due settimi (asse Z), punto me-
diano posteriore che va relazionato con l’asse
verticale Y.
Fondamentale e sostanziale è relazionare gli
assi X e Z con l’asse verticale Y, allineato con
il centro Fovee o il punto mediano posterio-
re inferiore, perché è a questo punto che le
asimmetrie si evidenziano, a volte anche in
modo macroscopico (Figg. 20-21).
A questo punto, fi ssati con della cera i model-
li delle arcate, preventivamente e opportuna-
mente ridotti, sulla croce di montaggio, questi
vengono zoccolati come in fi gura (Fig. 22).
Una volta così preparati, i modelli avranno la
base inferiore e la basetta posteriore a 90°
FIG. 15
Fig. 15 - Arco di orientamen-to/trasferimento ALTrO®.
Fig. 16 - Assi costruttivi degli articolatori.
Fig. 17 - ALTrO® su paziente.
IL NUOVO LABORATORIO ODONTOTECNICO I borin: adattamenti cranio-mandibolari
FIG. 16 FIG. 17
5050
FIG. 21
tra loro, inoltre utilizzando in accoppiamen-
to SOM® 2 e RADA® (Rilevatore Asimmetrie
Dento-Articolari), si potrà avere un punto di
osservazione il più corretto e oggettivo possi-
bile per valutare mesializzazioni, differenze di
verticalità e lateralità dei denti di riferimento
(Fig. 23).
Ciò consentirà un’osservazione utile a valutare
e misurare nel modo più oggettivo possibile
se vi sono differenze tra lato destro e sinistro,
misurarlo infatti non è affatto semplice so-
prattutto nei palati stretti.
Con questa metodica pertanto si vuole evi-
denziare e rendere misurabili le asimmetrie
presenti nelle arcate, in alternativa ad altri tipi
di una squadratura che le simmetrizzano fal-
sando, a mio parere, l’osservazione (Fig. 24).
Si potrà verosimilmente valutare l’orienta-
mento e le inclinazioni e/o basculamenti del
cosiddetto piano occlusale, sia tra lato destro
e sinistro sia sagittalmente, in rapporto con la
base del modello che è orizzontale (Fig. 25,
o le antero-posteriorità diverse dei sesti o dei
canini in rapporto alla basetta posteriore (Fig.
26), nonché i rapporti dinamici con cui ma-
scellare e mandibola si relazionano tra loro,
ad esempio, in antero-posteriorità o in torsio-
ne (Figg. 27-30).
FIG. 18 FIG. 19
borin: adattamenti cranio-mandibolari I IL NUOVO LABORATORIO ODONTOTECNICO
FIG. 20
Fig. 18 - Sistema di trasferi-mento ALTrO® versione 2.0.
Fig. 19 - Orientamento del modello e percezione visiva.
Fig. 20 - Centraggio asse Y modello superiore.
Fig. 21 - Centraggio asse Y modello inferiore.
Fig. 22 - SOM gessatura.
Fig. 23 - SOM + RADA.
Fig. 24 - Misurazione con Verticalibro.
FIG. 22
FIG. 23 FIG. 24
5151
Fig. 25 - Verticalità diverse dei sesti.
Fig. 26 - Misurazioneposizione dentale.
Fig. 27 - Verticalità diminuita lateralmente.
Fig. 28 - Verticalità diminuita anteriormente.
Fig. 29 - Misurazione dei rapporti di verticalità anterio-
ri e posteriori.
Fig. 30 - Torsionisull’asse verticale.
IL NUOVO LABORATORIO ODONTOTECNICO I borin: adattamenti cranio-mandibolari
In considerazione del fatto che a determinate
caratteristiche, torsione destra o sinistra, side
bending destro o sinistro, ecc., dovrebbero
corrispondere anche conseguenti inclinazioni
e verticalità dei denti, il confronto e la misu-
razione ci consentirà di valutare la coerenza
e corrispondenza. Si potrà anche valutare la
maggiore larghezza di un emipalato o emi-
mandibola rispetto al contro laterale (Figg.
31-32).
Una torsione destra, ad esempio, sviluppa un
lato di masticazione preferenziale a sinistra,
dove il palato sarà più stretto e la verticalità
intra-arcate sarà minore, mastichiamo infatti
dal lato con minor verticalità, mentre in una
rotazione in fl essione laterale si mastica pre-
valentemente dal lato del palato più largo. Po-
ter misurare questi parametri pertanto, potrà
essere utile anche per valutare la coerenza o
meno della minor verticalità dal lato prevalen-
te di masticazione (Fig. 33).
Se riscontrassimo perdita di verticalità, ad
esempio, dal lato largo del palato (in una tor-
sione cranica), o non corrispondenza di ante-
riorità-posteriorità di alcuni elementi dentali
di riferimento, ciò potrebbe essere importante
per capire se siamo in presenza di un adatta-
mento funzionale o patologico, foriero di pos-
sibili problemi, se non già presenti.
FIG. 25 FIG. 26
FIG. 27 FIG. 28
FIG. 29 FIG. 30
52
articolo tecnico I IL NUOVO LABORATORIO ODONTOTECNICOarticolo tecnico IL NUOVO LABORATORIO ODONTOTECNICO
52
Fig. 31 - Misurazione arcata superiore.
Fig. 32 - Misurazione arcata inferiore.
Fig. 33 - MAFO visione antero-posteriore.
Fig. 34 - Diverse verticalità e antero-posteriorità di sesti e canini.
Fig. 35 - Misurazione arcata destra paziente prima e dopo trattamento.
Fig. 36 - Secondo zoccolo.
borin: adattamenti cranio-mandibolari I IL NUOVO LABORATORIO ODONTOTECNICO
Inoltre, poter evidenziare e misurare la diver-
sità di espansione di un emipalato rispetto
all’altro, la mesializzazione o meno del primo
molare o del canino, o le diverse verticalità
rispetto ai controlaterali, ritengo possa di-
ventare un’osservazione decisiva per poter
pianifi care un trattamento protesico oppure
ortodontico in modo davvero individualizzato
(Fig. 34). Memore del principio affermato da
Leonardo Da Vinci riguardo alla necessità di
rendere misurabili i parametri che si prendo-
no in considerazione, ritengo che dimostrare
a fi ne trattamento, con suffi ciente rigore, di
avere espanso un solo emipalato (quello più
stretto ovviamente), sia enormemente più si-
gnifi cativo rispetto al misurare semplicemen-
te la distanza intermolare senza sapere dove
è avvenuta l’espansione (Fig. 35).
Creando un secondo zoccolo con gli stessi
riferimenti, ma senza l’inserimento dell’asse
verticale Y, si potrà valutare, singolarmente
per il mascellare e la mandibola, rotazioni in
senso antero-posteriore sull’asse orizzontale
X (rotazione anteriore o posteriore), torsioni
sull’asse verticale Y, e basculamenti laterali
sull’asse antero-posteriore Z, mentre ponen-
doli in occlusione tra loro potranno essere va-
lutati rapporti relazionali cranio-mandibolari
e gli adattamenti cui sono sottoposti (Figg.
36-37).
FIG. 31 FIG. 32
FIG. 33 FIG. 34
FIG. 35
FIG. 36
5353
IL NUOVO LABORATORIO ODONTOTECNICO I borin: adattamenti cranio-mandibolari
Considerazioni simili sulle asimmetrie delle arcate, ovviamen-
te, possono e dovrebbero essere fatte non solo in ortodonzia
ma anche in protesi totale, che potrebbe anche essere una
pre-implantare e in protesi fi ssa. Ciò assumerebbe valenza
come studio preliminare delle problematiche e delle caratteri-
stiche individuali di sviluppo cranico, che inevitabilmente sa-
ranno associate e associabili alla funzione cranio-mandibolare
e agli spazi volumetrici interni (cioè alla funzione linguale) e
esterni alle arcate (Figg. 38-39).
Troppo spesso infatti non si tiene in considerazione che questi
aspetti mettono in relazione l’osso ioide con tutti i muscoli
a lui legati, i muscoli orbicolare e buccinatore con i muscoli
costrittori del faringe intimamente legati alle vertebre C1 e
C2, e che quindi la funzione dell’apparato orale non potrà che
concretizzarsi in un rapporto cranio-cervico-mandibolare-ioi-
deo inscindibile.
FIG. 37FIG. 38
FIG. 39
Fig. 37 - Analisi dei rapporti.
Fig. 38 - Analisi arcate edentule.
Fig. 39 - Ricostruzione volumi.
Zirkonzahn Worldwide – T +39 0474 066 680 – [email protected] – www.zirkonzahn.com
CAPOLAVORI IN SINTERMETALLIn Zirkonzahn, concepiamo e realizziamo i nostri prodotti con un unico scopo: assistere l’odontotecnico nella creazione dei
suoi restauri dentali dalla situazione iniziale al lavoro fi nale. Oltre alla scelta di materiali e tecnologie per zirconia, abbiamo progettato un’intera gamma di prodotti per consentire di creare capolavori di alta qualità anche in metallo. Il nostro metallo pre-sinterizzato Sintermetall, lega di cromo-cobalto stabilizzata al 100 %, permette di sinterizzare le strutture senza tensioni interne né deformazioni. Con un valore di contrazione del 7 % soltanto e un’elevata resistenza alla torsione, questo materiale è la soluzione adatta per realizzare corone singole, ponti fi no a 14 elementi, mesostrutture, telescopiche, barre, attacchi e perni monconi. Il Sintermetall appartiene alla categoria dei materiali teneri e può essere fresato in tutte le fresatrici Zirkonzahn e sinterizzato sia nel forno Sinterofen 300S (solo per Sintermetall) che nel forno Zirkonofen 700 Ultra-Vakuum (per zirconia e Sintermetall).
Sinterofen 300S, specifi co per SintermetallZirkonofen 700 Ultra-Vakuum, per zirconia e Sintermetall
Blocchi in Sintermetall, lega di cromo-cobalto stabilizzata al 100 % Fresatrice M1 Wet Heavy Metal, per tutti i materiali duri e teneri
Struttura di 14 elementi fresata in Sintermetall Restauro fi nale in Sintermetall
ANTLOmeetingCongresso SUD
Ore 09:00 Registrazione partecipanti
Ore 09:30 Apertura lavori Massimo Maculan Presidente Nazionale ANTLO Giuseppe Giuliano Vice Presidente Nazionale Sud
Presidente di seduta: Daniele Nardandrea
Chairmen Giacinto Iannone Domenico Citarella Rosario Chiavetta
Ore 09:45 Restauri adesivi in ceramica Vincenzo L’Aflitto
Ore 10:15 Protesi: procedure cliniche e di laboratorio Emanuele Camaioni, Dott. Santo Garocchio
Ore 11:15 Coffee break
Ore 11:30 Spazio sindacale Massimo Maculan
Ore 12:00 Funzione ed estetica in protesi totale rimovibile Pasquale Lacasella, Dott. Massimo dell’Aquila
Ore 13.00 Lunch
Ore 14.30 Arte e percezione visiva come strumento indispensabile per rendere i nostri restauri armonici e credibili nei visi dei nostri pazienti con restauri indiretti non invasivi Roberto Iafrate, Dott. Luca L. Dalloca
Ore 16.30 Chiusura lavori
Hilton Garden Inn Matera - Via Germania, Borgo Venusio (MT) - dalle ore 9:00 alle ore 16:30
“Il moderno approccio alla protesi rimovibile”
II Edizione
IjrINTERNATIONAL JOURNAL
OF REMOVABLE PROSTHESIS
. . . .
Ingresso gratuito,
obbligo d’iscrizione
[email protected] +39 335 7840719
Prof. Andrea Borracchini
Mdt. Ivano Bortolini
Mdt. Armando Buongiovanni
Dr. Alessio Casucci
Dr. Paolo Capparè
Mdt. Tonino D’AlicandroDr. Cesare D’orsogna
Dr. Edoardo Foce
Prof. Giorgio Gastaldi
Dr. Marco Montanari
Prof.a.c. Francesco Ravasini
Mdt. Giancarlo Riva
Dr. Roberto Scrascia
Dr. Marco Tallarico
Dr. Ugo Torquati GrittiDr. Daniele Vrespa
Moderatori dell’evento
Prof. Gianfranco Gassino Dr. Caterina Perra
Mdt. Giuliano Bonato Mdt. Andrea Puntoni
9-10 Giugno 2017 Bologna, Hotel Savoia Regency - Via del Pilastro, 2
RIABILITARE IL PAZIENTE EDENTULO PENSANDO A DOMANI
APPROCCIO PARODONTALE NELLE RIABILITAZIONI PROTESICHECOMPLESSE A CARATTERE MULTIDISCIPLINARE
TUTTI GLI UTILIZZI DI OT EQUATOR
IL PAZIENTE EDENTULO:DALLA PROTESI TOTALE ALL’OVERDENTUREProf.a.c. Massimo Pasi Dr. Adriano Barichella
MOLAGGIO SELETTIVO IN PROTESI: CLINICA E SCIENZA
PROTESI RIMOVIBILE SU IMPIANTI:PASSATO O FUTURO?
Mdt. Vincenzo Cavallari
I SISTEMI RITENTIVI IN CAMPO EXTRAORALE
RIABILITAZIONE IMPLANTO-PROTESICA DI PAZIENTI FORTEMENTE ATROFICI MEDIANTE OVERDENTURE A SUPPORTO IMPLANTARE: ESTETICA E FUNZIONE
Mdt. Max Bosshart Mdt. Benoit Gobert
EVOLUZIONE DIGITALE IN PROTESI RIMOVIBILE
Dr. Luca Ortensi Mdt. Carlo Borromeo
LONGEVITÀ DEI SISTEMI RITENTIVI NELLA PROTESI RIMOVIBILE MODERNA: ASPETTI CLINICI, TECNICI E MERCEOLOGICI
Dr. Piero Venezia Mdt. Pasquale LacasellaFUNZIONE ED ESTETICA IN PROTESI TOTALE:PROSPETTIVE DIGITALI
Academy
ATTACCHI FILETTATI IN TITANIO PER
APPLICAZIONI CAD-CAM
Via E.Zago 10/abc 40128 Bologna (Italy) Tel. +39 051244510
w w w . r h e i n 8 3 . c o m • i n f o @ r h e i n 8 3 . c o m
S. Fedi C. Borromeo