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Nuove ricerche a Tuscolo (Roma): la cosiddetta fontana arcaica

Date post: 05-Mar-2023
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29 ARCHEOLOGIA SOTTERRANEA n. 8 | maggio | 2013 Nuove ricerche a Tuscolo (Roma): la cosiddetta fontana arcaica Il sistema di cunicoli sotto il Foro della città antica I l presente articolo 1 intende presentare parte dell’attività di ricerca svolta dal Centro Ricerche Speleo Archeologiche – Sotterranei di Roma (CRSA) in collaborazione con la Escuela Española de Histo- ria y Arqueología en Roma (EEHAR) e con il benestare della Soprintendenza Archeologica del Lazio al fine di riprendere la documentazione e lo studio dei siste- mi ipogei della città di Tuscolo e dintorni 2 , nella zona nord-occidentale dei Colli Albani. L’antico insediamento sorgeva sulla sommità dell’omonimo colle e godette di grande prosperità in passato, dato che era in grado di controllare la via Latina e la via Labicana, due strade di importan- za fondamentale per i traffici commerciali che lega- vano il Lazio all’Italia meridionale (Fig. 1); comun- que possiamo ricordare che la città fu anche uno dei grandi avversari di Roma all’interno della Lega Latina, salvo divenire successivamente, in seguito alla conquista da parte di quest’ultima, un rinoma- to luogo di villeggiatura, dove soggiornavano spes- so personaggi del calibro di Cicerone 3 e numerosi aristocratici provenienti dall’Urbe. Questa fase di splendore ebbe fine con la deca- denza e il crollo dell’Impero Romano e anche qui, come nel resto d’Italia, ebbe inizio con l’Alto Me- dioevo un periodo storicamente poco conosciuto, interrotto però da un secondo momento di rinascita (XI-XII sec.) sotto la guida dei Conti di Tuscolo, una delle più influenti famiglie aristocratiche dell’epo- ca. Fu così, infatti, che la città rivestì un ruolo fon- damentale non solo nella regione ma anche nella storia della Chiesa, in quel periodo travagliata da forti lotte intestine 4 . Tutto questo portò inevitabilmente a un forte contrasto con Roma che, dopo una serie di feroci scontri, riuscì nel 1191 a espugnare e radere al suo- di Fabio Paglia* SUMMARY. New research at Tusculum (Rome): the so-called archaic fountain. As part of the activities carried out by CRSA in the area of Tusculum, in collaboration with the Escuela Española de Historia y Arqueología en Roma, a 3D relief map has been made of the underground conduits of the so-called archaic fountain, a hydraulic canal that runs under the Forum of the city and that presents an interesting water collection system by means of smaller canals. A possible chronology of the phases of extension of the conduit is described and ideas for further research are proposed. * Archeologo, [email protected] 1. In questa sede si anticipa il testo che verrà pubblicato su T. TORTOSA, J. NUÑEZ, E. RUIZ, J.A. REMOLÁ, O. RODRIGUEZ, J. SANCHEZ, V. BEOLCHINI, Actuaciones arqueológicas en el área tuscolana: entre investigación y divulgación social, Madrid. 2. Desidero ringraziare tutti coloro che hanno fornito il loro sostegno e la loro valida collaborazione: in particolare sono grato a Marco Placidi, presidente del CRSA, ad Alfonso Diaz Boj, che ha coordinato il progetto insieme al sottoscritto, a Donato Cioli e Leonella De Santis per i loro preziosi consigli e a Emanuela De Matteis, Maurizio Pagano e Davide Comunale. Un ulteriore ringraziamento va alla dott.ssa Valeria Beolchini della EEHAR per la disponibilità dimostrata e alla dott.ssa Valentina Iannone per il supporto fornitomi nella realizzazione del modello 3D. 3. Una delle sue opere più celebri, vale a dire le Tusculanae disputationes, è ambientata proprio nella villa che il grande oratore possedeva in zona. 4. Alcuni membri della famiglia riuscirono anche a salire sul soglio pontificio, come Benedetto VIII, Giovanni XIX e Benedetto IX. Fig. 1. Posizione geografica di Tuscolo.
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29ARCHEOLOGIA SOTTERRANEAn. 8 | maggio | 2013

Nuove ricerche a Tuscolo (Roma):la cosiddetta fontana arcaica

Il sistema di cunicoli sotto il Foro della città antica

Il presente articolo1 intende presentare parte dell’attività di ricerca svolta dal Centro Ricerche Speleo Archeologiche – Sotterranei di Roma (CRSA) in collaborazione con la Escuela Española de Histo-

ria y Arqueología en Roma (EEHAR) e con il benestare della Soprintendenza Archeologica del Lazio al fine di riprendere la documentazione e lo studio dei siste-mi ipogei della città di Tuscolo e dintorni2, nella zona nord-occidentale dei Colli Albani.

L’antico insediamento sorgeva sulla sommità dell’omonimo colle e godette di grande prosperità in passato, dato che era in grado di controllare la via Latina e la via Labicana, due strade di importan-za fondamentale per i traffici commerciali che lega-vano il Lazio all’Italia meridionale (Fig. 1); comun-que possiamo ricordare che la città fu anche uno dei grandi avversari di Roma all’interno della Lega Latina, salvo divenire successivamente, in seguito

alla conquista da parte di quest’ultima, un rinoma-to luogo di villeggiatura, dove soggiornavano spes-so personaggi del calibro di Cicerone3 e numerosi aristocratici provenienti dall’Urbe.

Questa fase di splendore ebbe fine con la deca-denza e il crollo dell’Impero Romano e anche qui, come nel resto d’Italia, ebbe inizio con l’Alto Me-dioevo un periodo storicamente poco conosciuto, interrotto però da un secondo momento di rinascita (XI-XII sec.) sotto la guida dei Conti di Tuscolo, una delle più influenti famiglie aristocratiche dell’epo-ca. Fu così, infatti, che la città rivestì un ruolo fon-damentale non solo nella regione ma anche nella storia della Chiesa, in quel periodo travagliata da forti lotte intestine4.

Tutto questo portò inevitabilmente a un forte contrasto con Roma che, dopo una serie di feroci scontri, riuscì nel 1191 a espugnare e radere al suo-

di Fabio Paglia*

SUMMARY. New research at Tusculum (Rome):the so-called archaic fountain. As part of the activities carried out by CRSA in the area of Tusculum, in collaboration with the Escuela Española de Historia y Arqueología en Roma, a 3D relief map has been made of the underground conduits of the so-called archaic fountain, a hydraulic canal that runs under the Forum of the city and that presents an interesting water collection system by means of smaller canals. A possible chronology of the phases of extension of the conduit is described and ideas for further research are proposed.

* Archeologo, [email protected]

1. InquestasedesianticipailtestocheverràpubblicatosuT.TORTOSA,J.NUÑEZ,E.RUIZ,J.A.REMOLÁ,O.RODRIGUEZ,J.SANCHEZ,V.BEOLCHINI,Actuacionesarqueológicaseneláreatuscolana:entreinvestigaciónydivulgaciónsocial,Madrid.

2. Desideroringraziare tutticolorochehannofornito il lorosostegnoe la lorovalidacollaborazione: inparticolaresonogratoaMarcoPlacidi,presidentedelCRSA,adAlfonsoDiazBoj,chehacoordinatoilprogettoinsiemealsottoscritto,aDonatoCiolieLeonellaDeSantisperiloropreziosiconsiglieaEmanuelaDeMatteis,MaurizioPaganoeDavideComunale.Unulterioreringraziamentovaalladott.ssaValeriaBeolchinidellaEEHARperladisponibilitàdimostrataealladott.ssaValentinaIannoneperilsupportofornitominellarealizzazionedelmodello3D.

3. Unadellesueoperepiùcelebri,valeadireleTusculanae disputationes,èambientataproprionellavillacheilgrandeoratorepossedevainzona.4. Alcunimembridellafamigliariuscironoancheasaliresulsogliopontificio,comeBenedettoVIII,GiovanniXIXeBenedettoIX.

Fig. 1. Posizione geografica di Tuscolo.

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lo la cittadina, da allora rimasta deserta e non più ricostruita.

Grazie agli scavi eseguiti recentemente dalla EE-HAR, negli ultimi anni è stato possibile approfon-dire la conoscenza di Tuscolo soprattutto nell’area forense, gettando una nuova luce sull’evoluzione urbanistica del sito5; tuttavia le nostre conoscenze possono essere opportunamente ampliate attraver-so l’esplorazione e il rilievo dei cunicoli esistenti nel sottosuolo, che per loro natura tendono a risentire in misura minore delle trasformazioni e delle distru-

zioni avvenute in superficie.Il sito preso in esame in questa sede è il com-

plesso sistema di cunicoli della cosiddetta fontana arcaica, che si sviluppa al di sotto del Foro della cit-tà di epoca romana. L’esplorazione e lo studio del sito, iniziati nel 2010, hanno permesso la realizza-zione in CAD di un rilievo 3D del condotto (Figg. 2 e 3), inteso come uno strumento in grado di age-volarne la lettura e di fornire un supporto per la sua conoscenza6. Chiaramente è importante tenere conto delle particolari difficoltà tecniche che si ri-

5. Duprè2000.6. Finoadoraeranostatiredattisolodeirilievidipiccoloformato(CAPPAetal.1994,pp.324-325;CAPPAetal.2002,figg.3.1-3.2-3.3),mentreil

modello3Dsiprefiggedimettereinevidenzaalcunidettagliimportanti,inparticolarelerisegheel’esattaconformazionedialcunezone,comenelcasodell’intersezioneP3(vedifig.11).

Fig. 2. Pianta del condotto in CAD (in rosa il livello superiore, in nero i pozzi). Le frecce indica-no la direzione di scavo.

Fig. 3. Il percorso del condotto (in rosso) al di sotto del Foro.

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scontrano nell’effettuare le misurazioni all’interno di un ipogeo, molto più ardue di quelle solitamente presenti in un rilievo eseguito in superficie: di con-seguenza il margine di tolleranza consentito sarà sicuramente maggiore rispetto a quest’ultimo, ma sempre contenuto nei limiti richiesti dalla docu-mentazione scientifica.

Tutta l’area dell’antica città è caratterizzata dalla presenza di opere di captazione o trasporto dell’acqua, ma il condotto della fontana arcaica ri-veste un ruolo di particolare rilievo sia per la rag-guardevole estensione che per la centralità della sua posizione nell’ambito dell’antica città, al punto da attirare l’attenzione degli studiosi sin dall’Otto-cento, come dimostrato dalle piante e dalle descri-zioni redatte nel tempo7.

Le prime attestazioni risalgono già alle ricerche condotte da L. Bonaparte e successivamente da L. Biondi, ma le descrizioni più esaurienti si trovano soprattutto nell’opera di L. Canina8, di cui possiamo ricordare una celebre incisione che raffigura l’in-gresso del tunnel (Fig. 4). Successivamente l’interes-se per Tuscolo si affievolì, così che per ottenere una moderna documentazione scientifica dei siti ipogei della zona dobbiamo aspettare l’articolo di A. Sasso e L. Di Blasi del 19899 e, per la fontana arcaica, il testo di G. Cappa et al. del 199410.

La superficie esplorata dal CRSA coincide sostan-zialmente con quella documentata dal Cappa negli anni Novanta; tuttavia si riscontra un crollo tra R e Z, fatto che non ha permesso di raggiungere il poz-zo N riportato in CAPPA et al. 1994.

L’ingresso al condotto (cfr. Fig. 2) avviene tramite un’apertura rettangolare (A) che si apre nella mura-tura in opera quadrata dietro alle due vasche della fontana (Fig. 5). Una volta entrati si può notare che,

in questo primo tratto (b), il condotto presenta una sezione a ogiva ed è foderato in blocchi quadrati per una lunghezza di circa 8 m, caratterizzandosi per un’altezza ridotta a circa 1,50 m. In seguito le pareti del condotto si presentano rivestite in opera cementizia fortemente deteriorata per un tratto (c), fino ad allargarsi in uno spazio che termina a nord-est in una sorta di grande nicchia (E). Il condotto

7. UnasintesisullastoriadeglistudicondottiinpassatositrovainCAPPAetal.1994,p.324einCASTILLORAMIREZ2011.8. CANINA1841.9. SASSO-DIBLASI1989.10. CAPPAetal.1994.

Fig. 4. La fontana arcaica riprodotta da L. Canina.

Fig. 5. L’ingresso (foto Alfonso Diaz Boj).

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prosegue (Figg. 6 e 7) per un tratto rettilineo di cir-ca 60 m scavato direttamente nella roccia (F) fino a raggiungere un pozzo circolare (P1)11 alto circa 5 m, che corrisponde al centro del teatro romano. A questo punto il condotto piega decisamente verso est con un secondo tratto rettilineo (G) di 90 m12.

Percorrendo questo tratto sulla destra non sfug-ge la presenza di un pozzo in blocchi quadrati (P2), da cui si dirama un diverticolo soprelevato (H) diret-to inizialmente verso l’entrata. Dopo aver superato l’accesso a un altro condotto secondario (L), che si apre sulla destra, e averne notati altri due sulla si-nistra, pressochè ostruiti (M-N), si giunge in un se-condo tratto (P) lungo circa 40 m, dove si aprono tre diramazioni: la prima (Q) è ostruita; la seconda (R) piega a destra in una salita dove si affaccia un poz-zo di collegamento a un livello superiore (P3); infi-

11. Coniltermine“pozzo”sidesideraindicareinquestasedetuttiicondottiverticali,aprescinderedall’effettivocollegamentoconlasuperficie,denominandoliP1,P2,P3eP4:infattisoloP1eP4eranodeipozziveriepropri,ancheseinseguitochiusidapiattabandesullasommità.

12. Vorreisegnalarelapresenza,ametàcircadiquestocorridoio,diduecrociinciseinmododafronteggiarsi,inquantopostel’unaadestrael’altraasinistra.Crocidelgeneresipossonotrovarespessonegliipogeiantichiequestolasciasupporrechefosserodeipuntidiriferimentodegliscavatori.

Fig. 6. L’interno del cunicolo (foto Alfonso Diaz Boj).

Fig. 7. L’interno del cunicolo (foto Alfonso Diaz Boj).

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ne la terza (S) è rettilinea per 25 m e si conclude in un pozzo rettangolare (P4). Da qui è possibile pro-seguire dritti in un diverticolo cieco (T), che termina dopo 17 metri, oppure seguire un basso condotto a sinistra (K), in direzione nord-est, che conduce a una biforcazione: il tratto che piega in direzione nord è subito interrotto da un crollo, mentre l’altro si dirige a sud (Z) e, dopo aver superato un’altra bi-forcazione con una grande nicchia che si apre sulla destra, si esaurisce a 16 m dall’origine.

Complessivamente il condotto principale pre-senta una lunghezza massima di 170 m, che sale a circa 340 m considerando quella effettiva, che com-prende anche i diverticoli laterali13.

L’altezza può variare da un minimo di 60 cm a un massimo di 3 m, fatta eccezione per due pozzi, il primo alto 5 m e il secondo circa 22. Complessiva-mente la larghezza risulta attestata su una media di circa 60 cm, fatto che permette il passaggio di una sola persona per volta. Il piano di calpestio è sempre in salita venendo da A, ma permette di rico-

noscere due diverse aree: tra l’entrata e X il piano di calpestio rimane sostanzialmente pianeggiante, mentre nei diverticoli e nel tratto finale il condotto si inclina (Fig. 8) e raggiunge una quota considere-vole (circa 7 m di altezza rispetto alla quota della porta di accesso).

Il percorso appare articolato seguendo le ca-ratteristiche geologiche della roccia, in particolare sfruttando le superfici di contatto tra un tufo mol-to morbido e uno strato di pozzolana molto fria-bile. Questa caratteristica permetteva di lavorare agevolmente nel sottosuolo ma anche di sfruttarne le potenzialità: l’obiettivo principale era infatti la raccolta dell’acqua per consentire l’approvvigiona-mento idrico della città. La pendenza più o meno continua del condotto era essenziale per il funzio-namento del sistema di canaline scavate nelle pa-reti, che sembra trovare un fondamentale punto di raccordo nei pressi del pozzo P2.

Effettivamente tutta la zona interna del cunico-lo è dotata di una o due canaline in grado di rac-

13. Vatenutopresentechetalemisurarisentedell’impossibilitàdiesplorareildiverticoloQ.Iltemadell’esattaestensionedelcondottononsembradefinitivamentechiarito:CAPPAetal.1994riporta390m,CAPULLI2008scendea280m,riportandounaspecificanotaap.56,mentreinaltritestisiparladi“oltre400metri”.

Fig. 8. Il condotto visto da est. Si notano in blu i pozzi P1 e P4, in marrone il piano di calpestio e in viola le pareti del cuni-colo. Alcune zone sono deliberatamente scoperte per mostrare meglio l’interno.

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14. CAPPAetal.1994.

cogliere l’acqua che trasuda dalla roccia tufacea (Figg. 9 e 10), mentre nel tratto compreso tra il pozzo P2 e la fontana esterna esiste soltanto una canalina sul pa-vimento, che riveste esclusivamente una funzione di trasporto verso l’esterno.

Tale differenziazione in due distinte zone comba-cia con le osservazioni formulate dal Cappa, che già aveva ipotizzato una cronologia più antica per la parte più interna e riteneva il tratto vicino all’entrata come un prolungamento successivo culminato nella realizza-

zione della fontana14.Una delle problematiche irrisolte di maggiore

interesse è senza dubbio il punto di provenienza delle squadre di scavatori. I segni di scavo fanno concentrare l’attenzione su due punti in particola-re: la zona dei cunicoli M-N e il pozzo P3.

Nel primo caso occorre osservare che i diverticoli M-N si aprono verso nord-est e non sono esplorabili a causa della progressiva ostruzione operata dalla caduta del materiale geologico, però erano proba-

Fig. 9. Le canaline per la raccolta dell’acqua (foto Alfonso Diaz Boj).

Fig. 10. Le canaline per la raccolta dell’acqua (foto Alfonso Diaz Boj).

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bilmente in comunicazione tra di loro. Un elemento da tenere in considerazione è il fatto che tali con-dotti secondari scendono marcatamente di quota andando verso la parte ostruita, permettendo di ipotizzare l’esistenza di un livello inferiore.

Un’osservazione simile può essere avanzata per la zona del pozzo P3, che presenta delle caratteri-stiche peculiari: in questo caso si tratta di un pozzo dotato di pedarole che mette in comunicazione la discenderia del condotto R con un cunicolo superio-re (Fig. 11). Questo piano superiore si dirige verso nord-est ma è quasi subito ostruito da un crollo. Se-guendo la discenderia in direzione nord va notata la presenza di una risega, che comporta un abbassa-mento improvviso del soffitto di circa 70 cm, indizio che va a sottolineare un arrivo degli scavatori da

sud con l’intento di scendere di quota. Da quanto osservato si può dedurre che il con-

dotto presenta in realtà un’articolazione maggiore di quanto ritenuto fino ad oggi, lasciando pensare a un sistema strutturato su più livelli; inoltre va ricor-dato che i diverticoli in questione si trovano in pros-simità della rocca tuscolana, lasciando intravedere l’ipotesi di un collegamento con una rete di cunicoli più complessa e di cronologia anteriore, creata per soddisfare le necessità del nucleo principale di Tu-scolo. Tale supposizione potrebbe essere avvalorata dall’esistenza di altri condotti idraulici, come quelli ritrovati lungo i versanti della rocca15.

Una possibile ricostruzione cronologica, pur di carattere sommario16, potrebbe essere la seguente (Fig. 12):

15. SASSO-DIBLASI1989;CAPULLI2008.16. Talericostruzionesibasasulleosservazionicompiuteinfasediesplorazione,matenendocomunquecontodeidatifornitiinCAPPAetal.1994.

Fig. 11. Particolare del pozzo P3 con il collegamento da R al livello superiore. Si può notare la risega lasciata dagli scavatori e i crolli che hanno ostruito le varie diramazioni (per il significato dei colori cfr. la fig. 8).

Fig. 12. Le fasi di ampliamento.

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PRIMA FASE (in giallo): gli scavatori arrivano dal condotto N, salendo di quota, e continuano a scava-re in direzione sud la galleria P. Più o meno in questa fase un’altra squadra apre il pozzo P3, iniziando a scavare una discenderia nelle due direzioni opposte: verso sud si tratta del cunicolo Z, mentre a nord l’in-tento è quello di collegarsi con l’attuale condotto principale, arrivando all’altezza di Q.

SECONDA FASE (in verde): viene aperto il pozzo P417 (Fig. 13) e si scava nuovamente nelle due dire-zioni opposte, interrompendo T a sud e congiungen-dosi a nord con la galleria principale tramite S. Si

aggiunge anche il cunicolo di collegamento R. Os-servando la pendenza dei condotti si può ipotizzare che, fino a questo momento, l’acqua venisse condot-ta proprio verso il cunicolo N, alimentando una rete al momento non esplorabile.

TERZA FASE (in blu): partendo da N viene aperto il nuovo cunicolo X, che prosegue fino al pozzo P2, in opera quadrata; viene creato anche il cunicolo di raccordo M, che risulta posteriore all’altro perchè il punto di sbocco nel condotto principale mostra una risega di abbassamento del soffitto nel punto dove evidentemente è stato abbattuto l’ultimo diafram-

17. Questopozzopresentaun’altezzaimpressionante,mailCappaloindicacome“alto7-8metri”(CAPPAetal.1994,p.327,CAPPAetal.2002,p.52),misurachenonpuòessereaccoltaperchèinumerosicontrollieffettuaticonilmetro-laserhannosempreconfermatoun’altezzadi22,45metri.Lasuafunzioneprobabilmenteerasolodipermettereunagevoletrasportoall’esternodeidetritiprodottidalloscavo,datochenonsinotanotraccedipedaroleeleparetirisultanoparticolarmentefriabili,mentrel’accessodeglioperaipotevaavvenirepiùsemplicementedalpozzoP3inseguitoall’aperturadelcunicolodiraccordoK.

Fig. 13. Il pozzo P4 (foto Alfonso Diaz Boj).

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ma di roccia (Fig. 14). A questa fase dovrebbero ap-partenere anche il cunicolo L e la nicchia prospicien-te, dato che successivamente il piano di calpestio della galleria principale è stato abbassato forman-do una sorta di gradino.

Il pozzo P2 invece mantiene una funzione igno-ta, molto probabilmente i blocchi vennero calati dall’alto come proposto dal Cappa.

QUARTA FASE (in rosso): dal pozzo P2 viene creato il diverticolo soprelevato H18, che termina in prossimità della cisterna dietro al teatro e con-temporaneamente, oppure subito dopo, il condot-

to principale viene ampliato fino a raggiungere la fontana arcaica. La muratura esterna della fontana è stata datata alla fine del VI-inizi V secolo a.C.19, quindi rappresenterebbe un terminus ante quem per la cronologia dell’intero condotto; tuttavia ri-mane a questo punto da interrogarsi su dove andas-se ad allacciarsi effettivamente il cunicolo H, dato che la cisterna dietro al teatro risale nella sua prima fase al II secolo a.C.20, quindi ben tre secoli dopo. In realtà, a questo punto, sarebbe lecito chiedersi se, alla fine del VI secolo a.C., sul luogo della cisterna di età romana esistesse già una struttura adibita alla distribuzione dell’acqua, oppure si potrebbe pensa-re che il diverticolo in realtà continuasse e sia stato obliterato dalla costruzione della cisterna stessa21.

Da quanto si può dedurre, la cronologia del con-dotto è relativamente alta, quindi vorrei sottoline-are come lo studio complessivo dei sistemi ipogei tuscolani possa aprire uno spiraglio per iniziare a fare luce anche sulla città di epoca arcaica, di fatto ancora sconosciuta.

L’analisi del condotto della fontana arcaica pre-senta degli elementi ancora tutti da chiarire, che però possono essere affrontati solo ampliando il fronte dello scavo che attualmente si sta portando avanti. In tal senso una novità è rappresentata dalla scoperta, durante le campagne più recenti, di nuo-vi cunicoli al di sotto dell’area nord-est del Foro, a breve distanza dal condotto analizzato in que-sto lavoro22. Le caratteristiche sembrano le stesse, ma non è possibile affermare che esista un colle-gamento diretto con la fontana arcaica, dato che il condotto principale di quest’ultima non presenta alcuna diramazione in tale direzione; l’unica pos-sibile relazione andrebbe ricercata nei diverticoli M-N (nel caso venga confermata l’ipotesi espressa precedentemente di una rete più vasta), ma sembra al momento inverosimile a causa dell’eccessiva lon-tananza dai condotti in questione.

18. InrealtàtalediramazionepotrebbeancheappartenereallaterzafaseedesserecontemporaneaalpozzoP2.19. AQUILUÉABADÍAS2007;GELPI2007;Tusculum2008,p.43.20. RIBALDI2008,p.43.21. Quest’ultimaipotesièstataespressaancheinCAPPAetal.1994,p.327.22. TORTOSAetal.(incorsodistampa).

Fig. 14. A sinistra il cunicolo M con la risega di abbassa-mento del soffitto (foto Alfonso Diaz Boj).

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