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Nuovi orientamenti della tutela in Sardegna nell'attività istituzionale di Renato Salinas

Date post: 09-Dec-2023
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Vuaderni del dipartimento di restauro e costruzione dell'architettura e dell'ambiente Seconda Università di Napoli Monumenti e documenti Restauri e restauratori del secondo Novecento Atti del Seminario Nazionale a cura di Giuseppe Fiengo, Luigi Guerriero
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Vuaderni del dipartimento di restauro e costruzionedell 'architettura e dell 'ambiente

Seconda Università di Napoli

Monumenti e documentiRestauri e restauratori del secondo Novecento

Atti del Seminario Nazionale

a cura diGiuseppe Fiengo, Luigi Guerriero

"Quademidel Dipartimento di Restauro eCostruzione dell'Architettura e dell'Ambiente"

Serie "Restiauro"Direlone scientifica: Giuseppe Fiengo,Luigi Gueniero

Monumenti e documentiRestauri e restauratori del secondo Novecento

Atti del Seminario Nazionale

a cura diGiuseppe Fiengo, Luigi Guerriero

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Monumenti e documentiRestauri e restauratori del secondo Novecerrúo

Atd del Semtnario Nazlonale (Aversa 2OO9-1O)

a cura dl Gluseppe Fiengo, Lulgl Guerrtero

Direzione scientifica: G. Flengo, L Guerierocomitato organizzatote: M. Bicco, C. Caputo, L D'fta" A. Manco, F. Mffagll4 D. Fagano, L RondinellaCoordinamento redazionale: A. Manco

O Arte Tipografica s.a.s.

Napoli,'Giugno 2011

Progetto grafrco

Dtparttmento dl Restauro e c,ostruzlone dell,Ar:chtterttura e dell,Amblentetr Universttà dt Napolt

Videoimpaginazione

Vlncenzo Plcclnl

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Arte Tt1rcgraffca" Nalnli

In copertina:

Napo4 basllica dr s. chiara' sezlorie longttudtnale dopo l'tncendto ilel 1:943 (ASBA-NA, Archtvio Disegni, A2).

Giuseppe Fiengo, Luigi GuerrieroSentíefi interrottì: restaurí e resta.uratorí d.el secondo Nouecento

Giovanni CarbonaraRenato Bonelli teoríco del restauro

Giuseppe Fiengo, Antonietta Mancott resiauro d.eyafa.cciata del patagzo Clementíni ín Orttíeto e í progettí di Renato Bonellí per íl complcta-

mento d.el portele

Giuseppe Fiengo, Antonietta MancoIl restauro dellafortezza delliAlbornoz ìn Oruíeto

Giuseppe Fiengo, Antonietta MancoIl restauro d.el rosone del d.uomo di Oruieto

Antonietta MancooRestauro pa.rzùalc, amplíamento e sistemazòone' dell'antíco aescoaa'to ìn Ortùeto

Giuseppe FiengoL'íncontro tra antùco e nuouo ùn dtte progettí ed.ùlízí per ìl centro storíco d.ì oruieto deslt anní cinquanta

Giuseppe Fiengottprogeno dí restauro di Renato hnellí della basùlíca del Crocìftsso nella cattedra.le dí Ama'ffi

Margaret BiccoI piení di rìcostruzìone d.í Oruieto Scalo (1944, 1946)

Margaret BiccoDa esercízìo accademíco a pianùft.cazione esecutùaa; lc aícende d.el Pòano Regolatore Generalc d.í Onsieto

Luigi D'OrtaLo stud:io dí Rena.to Bonellí per íl piano tetritoríale-paesístico della penìsoln sonentína (197O-75)

Franco TomaselliFranco Minis sí; resta.uro preuentíao e reintegrazione d.el'liÚmma.gíne

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Rosario ScadutoPíetro lojacono e Ia, conseraazìone d.eì monumenti

Maria Rosaria Yitale, Zaira Baroner restaurÍ dì palazzo Bellomo a síracusa: "Rìdare fintero cara.ttere suo originale,,Antonella Cangelosi, Carmen GenoveseL'attíaìtà d'ì Francesco valenti a Palermo tra restítuzíone d,el tnonurnento origínarío e ìnterpretazionedi un íd.eale arcbítettoníco

Caterina Giannattasiotattíuítà ín sard'egna di Raffaetto Detagu e il resta.uro deun basilìca di s. saturníno in cagliaríDonatella Rita FiorinoNuoaí orí'entamenti detta tutela in sardegna neltattùuità istituzíonate d.i Renato saúinasLibero CecchiniRestaurí a Veronct

Laura GioeniMarco Dezzi Bardescltù teoria e pretìca della conseruazione delfarcbítettura.Maurizio Di StefanoRoberto Dí Stefano (1926-2005)

Cherubino GambardellaRestaurare con poco: Ezio Bruno De Fel:ice

Luigi Guerriero, Luigi Rondinellara rícostruzíone di s. cbiara e ìr restauro deí monumenti a NapokDina PaganoIa rícostruzìone d.i S. Sossio a Frattamaggíore

Gennaro Leva, Francesco MiragliaIl restauro della cqttedrale di Carínoln (1966_72)

Francesco MiragliaLa "Iiberazíone" d.ella. cltiesa d.í S. Bened,etto a Teano

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Gennaro LevaIl resta.uro defla. cbtesa di S. Angelo ún Audoa.ldls a Capua (1965-69)

Gennaro Leva, Francesco MiragliaIl resta.uro d,ella ba.sllíca. d.l S. Ma.ría ín Foro Claud,ía a Ventaroll (1968-72)

Indice dei nomi

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Donatella Rita Fiorino

Nuoai. oríenta.menti della. tuteln in Sardegna nell'a.ttùaìtà ístituzionale di Renato Sal;ínas

Renato Salinas' giunse in Sardegna nel 1938 quando, con de-creto ministeriale ad effetto dal f gennaio, in seguito a con-corso, venne nominato architetto aggiunto in prova nel ruolodel personale dei Monumenti, Musei, Gallerie e Scavi di Anti-chità. Assegnato alla Regia Soprintendenza alle Opere di Anti-chità e d'Arte della Sardegna, il l1 gennaio dello stesso annoprese regolare servizio dopo aver prestato giuramento nellemani dell'allora soprintendente Teodoro Levi'.

Nato a Il Cairo nel 1905 da una famiglia agiata, Salinasconseguì la laurea il 18 luglio 1931 presso la Regia ScuolaSuperiore di Architettura di Roma, dove, tra gli altri, sostennecon profitto I'esame di Restauro tenuto da Gustavo Giovan-noni. Il rigoroso percorso formativo compiuto gli permise didimostrare subito ottime qualità di funzionario e di tecnico,doti sottolineate da Doro Levi nella valutazione relativa al su-peramento del periodo di prova per la definitiva assunzionenel ruolo di architetto3.

Al momento della sua presa di servizio, il quadro istitu-zionale regionale nell'ambito della tutela discendeva dalledisposizioni legislative del1923n che, nel più ampio riordinodelle soprintendenze inltalia, avevano istituito perla Sarde-gnala Soprintendenza alle Opere di Antichità e d'Arte che, difatto, incorporava la Soprintendenza ai Monumenti e Galle-rie, nata nel 1907, con il servizio archeologico. All'internodell'ufficio, Salinas prese il posto di Angelo Vicario5, trasfe-rito a Roma dopo aver diretto per cinque anni la sezioneMonumenti.

Già nel 1939, tuttavia, le radici ebree6 accomunarono lesorti di Salinas a quelle del suo soprintendente Levi, entrambiallontanati dal sewizto in applicazione delle leggi razziali. L'e-silio fu lungo e doloroso, trascorso traLondra ed Hong Kong, esegnato dalla deportazione in Giappone e da tre anni di du-rissima prigionia in un campo di concentramento.

La fine della seconda guerra mondiale gli permise di rien-

trare in Italia dove, nel 7)48, divenne architetto aggiuntoall'ufficio tecnico della Soprintendenza ai Monumenti di Na-poli e, il 76 gennaio 1953, venne chiamato a coadiuvare ilsoprintendente ai Monumenti e Gallerie della Sardegna, Raf-faello Delogu, nella dtezione dei lavori di restauro ai monu-menti sardi danneggiati dalla guerra. Nonostante la sua ri-chiesta al Ministero della Pubblica Istruzione di rimanere aNapoli, a seguito del trasferimento di Delogu a L'Aquila, il 16settembre 1953 assunse I'incarico della direzione della So-printendenza sarda.

Il27 marzo 1958, con decreto ministeriale, fu promossoper merito comparativo, in soprannumero, direttore di se-conda classe nel ruolo del personale delle Soprintendenzedi Antichità e Belle Arti e, con decreto ministeriale del 1"dicembre 1963, a decorrere dal 1" luglio 7967, divenne di-rettore a seguito di concorso per titoli. Con prowedimentoavente effetto dal27 dicembre 7964, fu promosso, per meritocomparativo, alla qualifica di soprintendente di secondaclasse.

In qualità di perseguitato politico-razzrale, ai sensi dellaL.96/7955, nel7970 chiese al Ministero della Pubblica Istru-zione di essere trattenuto in servizio fino al settantesimoanno di età e, con DM 76.06.1,972 fu promosso, mediantescrutinio per merito comparativo, alla qualifica di soprinten-dente di prima classe con effetto dal 1' luglio dello stessoanno.

Dal74luglio 7973 fu preposto quale titolare della Soprin-fendenza ai Monumenti di Genova al posto di Edoardo Maz-zino, anche se negli anni successivi continuò a collaborare conla Soprintendenza di Cagliari, dove si era insediata MargheitaAsso. Con DM 20.5.L974 fu inquadrato nel ruolo dirigenzialedelle Soprintendenze alle Antichità e Belle Arti e il 7 giugno7975 fu collocato a riposo per raggiunti limiti di età. Si ritrasferìa Cagliari dove morì il 10 settembre 1994.

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Fig. 1. R. Salinas, Progetto di sístemazione del conuento di San Domenico inCagliari. Variante al 1'trospetto principale, 1938-39 . Si tratta c1i una variante alprogetto di A. Vicario per la definizione architettonica della quinta urbanasulla nuova via )OCV Maggio, apefia tra il 1937 e il 7939 t disèapito di unaporzione del convento stesso per collegare Ie piazze S. Domenico e Gari-baldi (ASCO, Archivio Documenti, Chiese Cagliari, San Domenico, RestaurÌ).

Gli stucli e la scoperta olell'architettura barocca in Sardegna

Attento studioso dei periodi di transizione, Salinas è statctacuto osservatore dei caratteri stilistici e delle tecniche costrut-tive regionali e, in continuità con Raffaello Delogu, ha avuto ilmerito di aver inquadrato <<degnamente l'Architettura Sarda nelsuo legittimo posto in Italia e nel mondo)>'. Al suo predeces-sore riconosce, in pafiicolare, il merito di aver definito un<<vero modello di studio scientifico>> per l'architettura regio-nale, termine che Salinas riferisce esclusivamente al contestogeografico e, comunque, non usa mai a fini strumentali a limi-tarne I'importanza.

Sr,rlla base delle conoscenze acquisite sull'architettura roma-

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nica, indagò con originalità di conclusioni', il delicato passag-gio ar,wenuto tra Cinquecento e Seicento, dal gotico al rinasci-mento, fino alla trasfigurazione del gotico nel linguaggio ba-focco.

Per quanto riguarda il primo periodo, si occupò a lungodella chiesa di Santa Maria del Monte a Cagliari, come espres-sione di quel fenomeno, evidente trala fineldel Quattrocento el'inizio del Cinquecento, in cui i maestri, ben lontani dalla<<stanca ripetizione di modelli ben noti>> svilupparono <<dor,.un-que nel mondo una inventiva, una ricchezza di motivi nuovi,perfino di novità nel campo delle strutture portanti da far seriaminaccia al nuovo movimento classicista>> e se <<questi vinse labattaglia (...) lo si deve a quel desiderio di novità che fa pre-

ferire, a un certo momento, qualunque cosa purché si stacchida ciò che I'abitudine fa considerare or,'vio e scontato>e. Inparticolarc, coglie l'aspetto creativo della periferia dell'arte'},della regionalità, che lo porterà prima ad apprezzare l'origina-lità del gotico sardo e poi alla rivoluzione storiografica delriconoscimento di valore del barocco isolano. Oppone alf in-terpretazione francese del gotico quale Stile Internazionale,I'accezione regionalistica dell'architettura durazzesca di Na-poli, quella aragonese siciliana e quella catalana in Sardegna,dimostrando che <<né la contemporaneità, nél'appartenere allastessa Corona, bastarono allora per uniformare gli artisti>> cheda un ceppo comune dell'arte gotica avevano dato origine avarietà profondamente diverse. In quest'ottica <<la chiesetta diSantaMaria del Monte nel Castello diCagliari, esempio dell'ar-chitettura tardogotica, catalana di origine, ma tipicamentesarda nei suoi aspetti, rientra tra quei monumenti interessantiperché tipici, ma anche belli in sé>>".

Allo stesso modo, per primo riconobbe 1'<<indirizzo mode-ratamente barocco, originale anche se modesto>>", dell'archi-tettura sardatra Seicento e Settecento, autonoma, precedente epreesistente all' arriv o degli ingegneri piemontesi'3, riconduci-bile al filone originale dell'bispanid.ad delle colonie spagnole,che sarebbe stato più ampiamente riconosciuto solo negli anniotfantal4. A differenza di quanto era capifato in Spagna, però,Salinas riconobbe che in Sardegna non era esistita alcuna in-temrzione tra il classicismo e il barocco: <<in realtà, se si accettadi esaminare I'arte baroc ca senza preconcetti , appare chiaroche non v'è antitesi tra questa el'arte del Rinascimento. L'una el'alúa parlano 1o stesso linguaggio, usano gli stessi elementi, licompongono con gli stessi criteri. Le differenze sono segno diuna logica evoluzione da Michelangelo a Boromini (...). Dif-ferenza di temperamenti (...) non di afie>>'5. In quest'otticapropone e rende noti molti monumenti del tutto inediti ed altriquasi sconosciuti, evidenziando <<l'originalità di certe soluzioni

Fig. 2. Palazzo Cugia-Nieddu, Cagliari, perimetrazione del vincolo alle sole<pani di effettivo interesse storico-artistico>> (<scalone centrale, saloni delpiano nobile affaccianti su via dei Genovesi, prospetto su via dei Genovesi,prospetto su via Santa Croce per una lunghezza di ml 76>>. La citazione siriferisce alla comunicazione del 28 novembre 1966 con cui si riduce laperimetrazione allegata al decreto del 20 ottobre 1964 (ASCO, ArchivioDocumenti, P alazzo Cugia, Vincolo).

e la singolarità d'una fase artistica che si accavalla con la se-guente, trascinandosi dietro qualche reminiscenza della prece-dente>>t6.

In tutti gli scritti si evince una concezione fortemente posi-tivista di tipo evolutivo della storia dell'architetturalT e la ten-denza alla scomposizione per elementi dell'apparato morfolo-gico e decorativo. Questo metodo analitico, fortemente scien-tifico e consequenziale, gli ha consentito di ar..valorare le so-vrapposizioni stilistiche e di individuare rapporti culturali chetrascendono le cronotipologie delle più tradizionali classifica-zioni ed attribuzioni legate allo stile. Solo un approccio così 'di

dettaglio' poteva permettergli di riconoscere in Sardegna l'<<as-sai pallido (...) riflesso [delle] caratteristiche comuni dell'aftebarocca europea)>, più palesemente esplicitate negli <<elementisecondari quali altari e pulpiti> espressione di maestranze, chepur <<nella loro ingenuità, non mancano di originalità dandoesempi gustosi di un'arte che può dirsi popolare>>'". Nel suo

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Fig. 3. Cabras, portale monumentale detto di Donna Annetta (ASCO, Archi-vio Fotografico, Cabras).

rigoroso processo di riconoscimento di modelli e flliazioni,cede tuttavia alla tentazione di creare gerarchie dell'architertura, divisa tra opere di <<analfabeti dell'arte (...) maestri igno-ranti>> e <(artisti venuti da fuori>, principalmente da Napoli'e, ecade nella illusione di aver dominato l'intero Dalinsesto dell'ar-chitettura del Seicento'o.

Monumenti e ambiente, arcbitettura minore e paesaggio nel-l'attiuità di tutela

L'attività. di tutela esercirara da Salinas tra il 1,953 e 1l 7973dimostra un'importante evoluzione dei principi alla base delriconoscimento del valore storico-artistico ai fini della notifica-zione ex arft. 7 -2 della L. 1089 / 39 . La corrispo ndenza ordinariaconservata presso gli archivi della Soprintendenza di Cagliari eOristano è testimonianza diuna capillare verifica sul territorio,

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comprese le realtà piccole e delocalizzate, deve, specie neglianni sessanta, sono documentate frequenti richieste di demo-lizione di edifici religiosi per la ricostruzione ex-nouo di chiesemoderne. Numerose potrebbero essere le citazioni a tal pto-posito, ma appaiono interessanti soprattutto gli accenti postida Salinas a sottolineare come l'essere <<sufficientemente an-tico> bastasse ad imporre la conservazione ex art. 1 di unmanufatto, pur in assenza di evidente valore storico-artisticoe come qualsiasi demolizione fosse percorribile non già invirtù del ((cattivo stato>> di conservazione, quanto in conse-guenza dello <<scarso interesse storico-artistico dell'edificio [odil necessità urbanistiche o sociologiche che [ne imponesserolIa ricostruzione in diversa forma>>".

Accanto agli edifici chiesastici, cominciarono a comparire iprimi vincoli su altre categorie di beni come edilizia civile edelementi urbani, quali <fabbricati ad uso abitativo>>" o <<case diabitazione>>23, mLrra urbane o loro porzioni2a.

Oltre all'incremento del numero di vincoli sull'architetturamedioevale e rinascimentale's, il mutato orientamento cultu-rale degli studi sull'architettura del Seicento e del Settecentoportò alla nascita di una allora inedita sensibilità verso queimonumenti anche nell'attività di tutela, con la comparsa, nellemotivazioni della dichiarazione di interesse, dei primi specificirichiami anche a materiali e tecniche costruttive tradizionahlocali, come i mattoni crudi o ladiri'6. Nel 1969 vennero emessii decreti <<di interesse particolarmente importante> per la <VillaD'Orri>> a Sarroch2T e per una antica casa seicentesca a Sanluri,<<tipico esempio domestico del rinascimento sardo, portico,travi in legno su mensole intagliate, stipiti di porte e finestre,etc.>>28. Sono invece degli ultimi anni della sua attività in Sarde-gna, pntna del trasferimento in Liguria, i vincoli apposti ad un<<puteale o fontana settecentesca> di Doliartovaze e a due por-tali seicenteschi nel territorio di Cabras. Si tratta dei portali dettidi Don Peppi3j e di Donna Annettl3', cui venne riconosciuto

valore estetico e interesse storico in quanto esempi di ingressomonumentale alla proprietà fondiaria, caratteristici dell'arealegeografico di riferimento 3'z.

A questo si aggiungono i primi decreti per la salvaguardia diarchitetture ottocentesche legate aIl' attività" dell'architetto neo-classico Gaetano Cima, tra cui una antica <<casa di abitazione>>a Tuili33 e il <<Palazzo monumentale Carta>> ad Oristano3a. Nellostesso orientamento culturale si inquadra il vincolo apposto a<<Palazzo Boyl> a Mi1is35.

In presenza del riconoscimento di valore del monumento,Salinas si dimostrò sensibile dlla tutela del contesto, appli-cando anche a piccole realtà monumentali la procedura del-l'arf. 2736 della L. 1089/39 per \a tutela indiretta e la salvaguardia dell'ambiente e delle visualis'.

Il passaggio dal monumento all'ambiente è però evidentesoprattutto nell'impegno che mise, fin dai primi anni del suoinsediamento come soprintendente, nella tutela del paesaggiocon l'imposizione di vincoli exL. 7497/39 sui centri storici38 esulle località panoramiche di Alghero, Bolotana, Cagliarr3e, Ca-langianus, Cadoforteao, Castelsardo, Guspini, Iglesias, Las Plas-sas, Maracalagonis, Nuoro, Pula, Sant'Anna Arresi, Santu Lus-surgiu, Settimo San Pietro, Sinnai, Tempio Pausania, Villasi-mius, partecipando, in qualità di vice-presidente alla commis-sione per la tutela delle bellezze naturali della provincia diCagliari.

Le relazioni presentate a supporto della richiesta di vincolosono sempre molto stringate e richiamano aspetti generali,come i quadri naturali visibili dal mare e dalle sedi di percor-rcnza viaria, i punti di belvedere pubblici, gli aspetti naturali-stici e ambientali, come la prcsenza di distese sabbiose, rocce,promontori. Anche le perimetrazioni risultano per lo più som-marie e <<tirate a squadra>>; ma la reale portata dell'attività divincolo deve leggersi piuttosto che nella qualità del singolopror,wedimento, nel numero dei vincoli apposti, ben quindici

Fig. 4. Carloforte, Planimetria allegata al vincolo paesaggistico (ASCO, Ar-chivio Documenti, Vincoli Paesaggio, Carlofone).

nelle sole province di Cagliarr e Oristano, nell'arco del venten-nio di reggenza.

Dalla teoria alla pratica, innouazioni e contrad.d.izioni nelladirezione d.ei cantieri

Nel primo breve periodo di attività svolta presso la Soprin-tendenza alle Opere di Antichità e d'Arte, Renato Salinas di-mostrò di essere un professionista aggiornato e di conoscere lecontemporanee indicazioni teoriche che provenivano dal di-

l s ó l a

coilnYE Dt CÀf,lb?noyrxcra n nrr&dar

Si cerbi f j .ca che ls ,BIesentè plaeiuetxi& é stata deposi j ratanel l ruf f ic io di Segretér ièta dislosl"zione degl i j r teresset i ,per

tutbo i1 perìodo di pubbl j"cai ione al l 'a l ,bo pretor io(dal 3 Agostoa} J l foyenbre I966)qe}]a Qé,Lze'Eta.Uff ipiale,n.157 dol 2: l -6-Í966conteaente 1l lecreto $I lniótel iele livà aLla dlchig

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lrigg. 5. Nurcuo, Parrocchiale di S. Nicola, edificio demolito a seguito delrìì1rr1c:rt() riconoscirnento di interesse di R. Salinas e, accanto, la nuoia chiesac()n strìittlrra in c.a.; si noti la conseffazione del campanile barocco. foto R,Salinas (ASCO, Archivio Fotografico, Narcao).

battito accademico del tempo, coerenti con i dettami di Atenee con I'ambiente culturale che avrebbe portato di 1ì a poco allastesura delle prime organiche leggi italiane di tutela41. più tardi,al suo ritorno dalla triste parentesi dell'esilio, in vent'anni dircggenza fu protagonista del cambiamento culturale che hadeterminato il progressivo allargamento del concetto di beneculturale anche se, come spesso accadde soprattutto negli annidella ricostftizione post-bellica, all'evoluzione culturale nonfece sempre seguito una coerente azione di intervento suimonumenti.

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Al riconoscimento del valore, storico o sterico-afiistico, delmanufatto, faceva spesso seguito la "Ilberazione,' delle operedalle sovrastrutture ritenute incongrue e si ar,.viava una serie ditecniche ricorrenti che si possono sinteticamente riassumere inspicconature degli intonaci, sostituzione di mensole, archetti econci in pietra da taglio, rifacimento in cemento dipartianchenon strutturali, demolizione e rifacimento di coperture e dipavimentia'z. Nella chiesa di Santa Maria del Monte a Cagliari,su progetto diMarja Freddi del7959, Salinas autorizzò 14 <de,molizione di strutture secondarie (framezzi, soffitti, etc.) ag-giunte recentemente e prive di ogni interesse storico-aftistico.Il rifacimento del paramento del prospetto (...) legittimo, trat-tandosi di parete disadorna, salvo per il portale che vieneconservato>, oltre che la sottomurazione dell'intero complessoper risolvere i preoccupanti problemi strutturali, il risanamentodei muri dalla risalita capillare di umidità dalle fondazioni, 1lrifacimento delle coperture e del sistema di raccolta delle ac-que pluviali, il ripristino di tutti gli intonaci, infissi, pavimenti,gronde, etc.a3.

Un evidente approccio stilistico di matrice filologica, co-mune a\la pratica di cantiere di quegli anni, appare in alcunericonfigurazioni di facciate romaniche con eliminazione dellestratificazioni barocche. Significativo in tal senso è il progettodi restauro della chiesa di Santa Maria di Betlem a Sassari,redatto da Salinas nel 1938, eseguito solo parzialmente nel1.940 da Raffaello Delogu, e portato definitivamente a terminedal Nostro negli anni 1.954-57 , che preved eva la riapertura delrosone delJra facciata, occluso in epoca barocca per la realiz-zazione di una finestra rettangolare, e il suo <<rifacimento (...)con un disegno che interpreti liberamente lo stile di facciafa esi intoni ad esso>>. Analogamente, era prevista I'occlusionedelle altre due finestre in facciata, simmetriche a quella delrosone, l'allargamento della pofta laterale mediante realizza-zione di un architrave di cemento armato rivestito in oietra e la

sostituzione parziale del paramento in pietra a vista con nuovielementi in calcare squadratoaa.

L'uso del cemento armato, oppoftunamente celato, già vi-sto nel caso di Santa Maria di Betlem, rimanda ai dettamigiovannoniani e ricorre in numerosi altri interventi. Nel pro-getto dei lavori urgenti di consolidamento dell'abside dellachiesa di San Pietro a Bosa, ideato in continuità con un primointervento di Delogu del 1937, Salinas approvò la realizza-zione di un cordolo in c.a. sulla sommità delle murature peri-metrali e il rifacimento integrale della copertura, compresa lasostituzione delle preesistenti capriate, oltre che il risarcimentodelle lesioni con iniezioni di cementoa5.

Alla luce di questa premessa, si capisce come, più che nelletecniche del restauro, il nuovo orientamento di Salinas nellatutela del patrimonio isolano debba essere ricercato nell'avercondotto l'attenzione delle istituzioni non più solo verso l'ar-chitettura romanica, cui comunque si dedicò con grande de-dizio-nea6, raccogliendo e continuando la tradizione ereditatada Raffaello Delogu, ma anche verso architetture civili e mili-tariai e nei confronti delle forme d'arfe del Seicento e del Set-tecentoas che seppe rileggere alla luce del sincretismo regio-nale, anche se mediate dalle gerarchie del giudizio di valorcae.

Per quanto concerne le architetture militari, negli anni ses-santa si oppose con puntiglio e determrnazione alla sdemania-lizzazione della torre Canai di Sant'Antioco5o, fortilizio costierodel XVII secolo, caldeggiando presso il ministero la cessione inenfiteusi e I'affidamento ad un locatario che potesse provve-dere alla manutenzione, <<salvando il monumento dalla ro-vina>>5'. I lavori approvati, su progetto dell'architetto romanoMassimo Franceschi, prevedevano il consolidamento dellatorre e la realizzazione di una sovrastruttura in ferro e vetro,arîetrata rispetto al filo della costruzione antica. L'approva-zione delle opere descritte nel capitolato denuncia un orienta-mento culturale propenso all'accostamento tra 'antico' e

'nuovo', in virtù del criterio della distinguibilità dell'opera mo-derna dalla preesistenza storica. Allo stesso modo, manifestò ilsuo apprezz^mento per le operazioni di trasformazione delRegio Arsenale, estrema propaggine del quartiere Castello diCagliar| in centro storico-artistico comprendente istituti uni-versitari e musei, in quegli anni in fase di attuazione ad operadi Piero Gazzola e Libero Cecchini con ampio uso del linguag-gio moderno: della preesistenza, in pafiicolare, Salinas sotto-linea il valore storico-artistico, definendo il sito un (aggruppa-mento di edifici [i qualiì pur non avendo intrinseco valore, neacquistano uno episodico nel contesto dell'insieme>>t2; atteg-giamento, questo, che lo al'vicina alla sensibilità di RobertoPane e agli indirizzi del dibattito veneziano del 1964.

Per il resto, la ricostruzione degli edifici danneggiati dallaguerra ebbe sicuramente la priorità anche attraverso attività diconsulenza tecnico-artistica prestata personalmente agli ufficidel Genio Civile. Si preoccupò prioritariamente delle chiese,<<espressione artistica tipica di (...) popolazioni semplici e au-stere che esprimono collettivamente un ideale dibellezza gú-data dal sentimento religioso, quasi escludendo altre manife-stazroni d'arfe a caraftere profano (...). Alcune (...) furono com-pletamente distrutte, senza speranza di ricostruzione. Di altrefurono risparmiate alcune parti; moltissime furono danneg-gtate assai gravemente, ma in modo da potersi restaurare>> 53.

In tutto l'operato di Salinas, grande peso ebbe il tema della'funzione', tanto che non di rado egli pose f istanza della con-servazione in subordine rispetto a quella del mantenimentodella continuazione vitale del monumento. Tra le funzionipossibili, difese il molo di contenitore culturale da riconoscereai monumenti, compresi taluni edifici religiosi, come il SanSaturnino di Cagliari che avrebbe voluto fosse destinato conti-nuativamente a mostre ed attività di studio, piuttosto che pre-vederne la restituzione al culto5a. Allo stesso modo, approvòper la chiesa di Santa Maria del Monte a Cagliari il progetto di

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Maria Freddi di restauro ed adaftamento a sede del MuseoDiocesano <<per la raccolta di tutte le sculture lignee e le sup-pellettili pregiate sparse nelle varie parrocchie della diocesi>,non contemplando la possibilità di un ritorno a sede liturgica55.

Qualche anno dopo, consigliò Ia destinazione ad <<attività cul-turali o similil> per la parrocchiale di Sarroch56.

In tema museale, oltre ad occuparsi del riordino della Pi-nacoteca di Cagliari e dell'ampliamento del Museo Sanna aSassari, partecipò attivamente ai convegni di museologia diPerugia del 7954. Nel 1961 venne nominato dall'Assessoratoal turismo della Regione Autonoma della Sardegna compo-nente di una commissione consultiva sulle iniziative turistiche.con la funzione soprattutto di conciliare tali iniziative con latutela del patrimonio monumentale; dal 9 all'1.7 maggio 7963fu presente a Roma alla riunione della commissione giudica-trice delle opere d'arte mobili per una mostra-concorso a ca-îattere nazionale programmata dall'Istituto Nazionale dellaPrevidenza Sociale; partecipò in qualità di consulente alla ste-sura del progetto di sistemazione dei resti paleocristiani venutialla luce nella basilica di San Gavino a Porto Torres; il 14dicembre 1968 presenziò all'inaugurazione della mostra <<To-rino barocca. Documentazione di un nuovo metodo di rileva-mento dei centri storici>>.

Affrontò con chiarezza di intenti anche i temi legati al recu-pero urbanistico e al contenimento della speculazione edilizia,quest'ultima letta in chiave positiva come spinta all'investi-mento privato e motore di processi di riqualificazione dei centriantichi. Tuttavia, nonostante l'ordinamento legislativo permet-tesse alle soprintendenze di intervenire nella redazione ed ap-provazione dei pianí regolatori generali, egli non seppe esseîeincisivo nell'arginare I'accrescimento e gestire le trasformazioniurbane che in quegli anni hanno di fatto devastato l'identitàstorica dei centri abitati dell'isola in seguito all'impulso ediliziodovuto alla contemp oîanea crescita economica 5'.

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Inserendosi nel dibattito contemporaneo sulle modalità diintervento in ambito urbano, nel suo contributo alla II confe-rcnza dell'Icomos5' prese precise posizioni sulla necessità direndere 'vivo' il castello di Cagliari: <<non si può pensare direstaurarlo badando solo alla conservazione delle vestigiadel passato e neanche di ripristinarlo col sogno irraggiungibiledi riportarlo a "com'era" in una certa epoca (...). L'una ol'altrasoluzione urterebbe contro la necessità sociale e urbanistica direndere la vita a un quartiere cittadino che rischia di degene-fafe>>5e.

Dal testo traspare in maniera evidente la sensibilità verso ivalori corali dell'architeffura del quartiere storico cagharitano,verso quegli <edifici dimessi, modesti, costruiti tra settecento eottocento e successivamente trasformati, palazzetti e case diepoca umbertina, che però nell'armonia del complesso acqui-stano una sicura importanza>>60. Con I'occasione della nominada parte della municipalità sarda della commissione per 1ostudio del piano particolareggiato del castello, propose a que-st'ultima di valutare l'intervento in funzione della categoria diappartenenza dell'edificio, in base alla seguente classifica-zione: <Quelli ledifici] privi di interesse; per essi sarà legittimoricostruirli dalle fondamenta, osservando solamente la precau-zione di intonare i prospetti in consonanza con I'armonia deglialtri edifici. Colore, ritmo delle aperture, altezza non devonoscostarsi da quelli prevalentil>.

<Quelli [edifici] di moderato interesse; per essi si deve esi-gere la conservazione delle parti più interessanti, soprattutto iprospetti, mentre è ammissibile una ristrutturazione delle partirimanenti. Non è da nascondere che la necessità di conservareintatte alcune parti dell'edificio da ristrutturare verrà ad impe-dire lo sfruttamento intensivo del volume, come lo vorrebbe laspeculazione edllizia, e ciò diminuirà il valore commercialedell'edificio restaurato; tuttavta sarà ancora possibile ottenereuna distribuzione interna assai oiù conveniente di ouella esi-

stente, rendendo ancora accettabile l'iniziativa di una ristruthr-razione>>.

<Quelli ledifici] di rilevante interesse storico-artistico; peressi è owio che solo un sapiente restauro è accettabile, manon è possibile, in termini concreti, negare la possibilità di unadattamento ai bisogni attuali, senza di che I'edificio si ridur-rebbe ad asúatto monumento, privo di vita, fatalmente con-dannato al deperimento. Occorrerà però che non siano sacri-ficati i valori spirituali storici e artisticil>.

Conclusioni

Uomo di grande cultura, poliglotta6', ^m nte della musica,Salinas può definirsi un uomo del suo tempo, ma con intui-zioni che la storia ha dimostrato essere state oltre il suo tempo.È stato uomo della contraddizione, o forse del compromesso,tral'avanguardia del suo ideale culturale e l'accettazione dellaspielata logica della trasformazione sociale e urbanistica a luicontemporanea. Già definito come uno dei più preparati epuntuali studiosi dei fenomeni stilistici e costruttivi della Sar-degna tra Cinquecento e Settecento6', non ha saputo inciderenella pratica di cantiere in maniera analoga a quanto inveceriuscì a realizzare sotto il profilo della tutela, introducendoI'istituzione verso i temi ampi e complessi della conservazioneintegrata e della tutela paesaggistica.

I Il profilo bio-bibliografico di Renato Salinas è tratto dallo studio con-dotto da Stefania Mele nell'ambito del Dizionario Biografico dei Soprinten-denti Arcbitetti, a cura del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Dire-zione generale per il patrimonio storico-artistico ed etnoantropologico, c.sLo studio sugli interventi di restauro e sui decreti di vincolo monumentale epaesaggistico è stato realizzafo con il supporto rispettivamente dei donoriMarina Sechi e Massimo Delogu della Soprintendenza BAPSAE di Cagliari eOristano. Il lavoro di ricerca è stato possibile anche grazie all'impegno diDavide Melis, Elisa Pilia e Valentina Sanna, tirocinanti nell'ambito del Corsodi Laurea in Tecnologie per la Conserwazione dei Beni Culturali clella Facoltàdi Ingegneria di Cagliari, che hanno collaborato alla selezione dei document-relativi ai decreti di vincolo e agli interventi diretti da Salinas sulla chiesadella Purissima di Cagliari e di S. Giovanni di Sinis di Cabras.

2 Una sintetica biografia di Teodoro Levi si trova in A. INcEcNo, Stori.a delrestauro dei monurnenti in Sard.egna dal 1892 al 1953, Oristano L993, p.171, n. I9O.

3 La citazioîe è riportata nel citato studio di Stefania Mele, c.s.q In finea con un criterio generale di snellimento amministrativo, il regio

decreto n. 3164 del 31.72.7923 sul nuovo ordinamento portò ad una drasticariduzione del numero delle soprintendenze, suddivise nelle due tipologieper le antichità e per l'arte.

t Una sintetica biografia di Angelo Vicario si trova in A. INcncNo, op. cit.,p . 7 7 r , n . 1 8 9 .

6 La madre, Olga Levi, era di origine ebrea.z Il merito di aver favorito la corretta collocazione scientifica dell'archi-

tettura sarda in ambito cultuale più ampio è attribuita dallo stesso Salinas aRaffaello Delogu. Cfr. R. SeuNes, Recensione di L'arcbitettura del medio euoin Sardegna di Raffiello Delogu, in "Studi Sardi", )CI-)il| (7952-1954), XII-.]{JrI, p. 465.

8 Interessante è la letnrra della chiesa di S. Bachisio a Bolotana, chedefinisce <<documento delle sofferte incertezze in cui agivano i maestri sarditra cinque e seicento (...) così significativo da trascendere il volto di artepopolaresca, ingenua interprete delle tendenze artistiche che ormai domi-navano I'intera Europa ma che in Sardegna erano interamente nuove> (R

SenNes, Ia chi.esa di San Bacbisio a Bolotana e I'arcbitettura del Rinasci-mento in Sardegna, in "Quaderni Bolotanesi: appunti sulla storia geografra,le tradizioni, le arti, Ia lingua di Bolotana", IV (7978), p. 22).

e M. FREDDT, R. SeuNes, Ia cbiesa di Santa Maria del Monte in Cagli.ari, in"estratto del Bollenino Tecnico del Circolo Culturale Ingegneri e ArchitettiSardi", I-II (195D, p. I.

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to Il termine di <Sardegna provinciale>> è spesso usato anche nei decretidi vincolo, riferito in pafiicolare all'architettura del tardo Cinquecento e dellaprima metà del Seicento. Sí veda il decreto del 78.4.1973 per la casa d'abi-tazione sita in via Traiano, Fordongianus.

11 M. Fruoor, R. SarrNes, La cbiesa di Santa Maria..., cit., pp. 7-2.12 R. SauNes, Lo suiluppo dell'arcbitettura in Sardegna dal gotico al ba-

rocco. Relazione generale, (Atti )OII Congresso di Storia dell'ArchitetturaCagliari 796ù, v.I, Roma 1.966, p. 268.

13 R. SALTNAS, Arcbitetti piefltontesi in Sardegna, (Atti del X Congresso drStoria dell'Architettura, Torino 7957), Roma 1959, p.435.

1a Per una evoluzione del concetto di bispanidad e del rapporto dell'artebarocca sarda con i modelli internazionali si veda M. Facror-o, Grammatica esintassi del gran libro dell'arcbitettura., in Barocco Latino Americano, (.Ca-talogo della mostra), Roma 1980; T.K. Krnove (a cura di), Aîfe e cultura del'6OO e '7OO in Sardegna, (Atti del Convegno, Cagliari-Sassari 1983), Napoh7984; T.K. KrRov,t, D.R. FloruNo, Arcbítetture religíose del barocco in Sarde-gna, Cagliar.2003.

15 R. Ser.rNes, L'euoluzione dell'arcbitettura in Sardegna nel Seicento, in"Studi Sardi", X\,'I (1958-59), Sassari 1960, pp. 421-422.

16 La citazione è riportata nel menzionato studio di Stefania Mele in corscdi pubblicazione, dove si riferisce di una lettera scritta da Salinas per Gu-glielmo De Angelis d'Ossat in occasione del lutto per la mofie del padre diquest'ultimo.

17 Uno stretto svolgimento della ricerca secondo uno stringente processodi ipotesi, deduzioni e conclusioni è evidente soprattutto in R. Serrues, I E-uoluzione..., cif.

18 Ivi, p. 422.re R. SAUNAS, L'arcbitettura del Rinascimento in Sardegna. Primi esempi,

in "Studi Sardi", XIV-XV (1955-57), v. II, Sassari 1958, pp. 374-375.20 Cfr. R. SauNes, L'Euoluzione..., cit., p. 426, tn particolare dove si af-

ferma che <(La storia dell'architettura in Sardegna, per quanto riguarda i,Seicento, si può dir finita. Per íl resto si ripetono gli schemi già stabiliti,solo qualche elemento secondario viene introdotto>>.

2r È il caso della chiesa parrocchiale di Armungia. Cfr. Archivio dellaSoprintendenza BAPPSAE di Cagliari e Orisrano (ASCO), Archivio Docu-menti, Vincoli Provincia di Cagliari (Arbus-Guspini), lettera di Salinas aRAS Ass.to LL. PP, del 10 otrobre 1967, oggetto: "Armungia (Cagliari) ChiesaParocchiale".

22 ASCO, Archivio Documenti, Vincoli Oristano e Provincia, decreto del7.5.7962: Casa aragonese sita in via S. Caterina, n.7 Oristano. Motivazione:

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<Costruito nel cinquecento in stile tardo-gotico, con portico, porte e finestreornate anche all'intemo del fabbricato>.

23 ASCO, Archivio Documenti, Vincoli Oristano e Provincia, decreto del2.4.7963: Casa d'abitazione sita in via Traiano, Fordongianus. Motivazione:<Costruzione tardo-gotica, con elementi in pietra tagliata in prospetto e incerte parti dell'interno. Costituisce un raro esempio di edificio civile, agli inizidel seicento nella Sardegna provinciale, di grande interesse dunque per laStoria dell'Afte>.

21 ASCO, Archivio Documenti, Vincoli Provincia di Cagliari (Igiesias-San-tadi), decreto del 27.71j,969: Tratfo di antiche mura, ruderi delle antichemura di Sanluri.

25 ASCO, Archivio Documenti, Vincoli Oristano e Provincia, decreto del20.70.7964: Palazzo detto D'Arborea. Motivazione: <<Unico esempio nell'orí-stanese di edilizia civile del rinascimento sardo, con prospetti, volte e co-perture costituenti monumento unitario>>.

ze Nel 1970, l'architetto Osvaldo Lilliu, funzionario sorto la direzione drSalinas, rilevò l'importaîza storica del monte granatico di Maracalagonis,sottolineando la presenza di tecniche costruttive tradizionali quali muri inmattoni crudi che <{mentre non destano alcuna preocctpazione di caratterestorico, garantiscono una migliore condizione igienica per il loro alto poterecoibente>. ASCO, Archivio Documenti, Vincoli Provincia di Cagliari (Igle-sias-Santadi), lettera di Liiliu, del 22.7.1,970, al sindaco di MaracalagonisOggetto: "Richiesta di documenti del monte granatico". Nel 1973 è segna-lato come di notevole interesse anche il monte granatico di VillacidroASCO, Archivio Documenti, Vincoli Provincia di Cagliari (S. Vito-Villaspe-ciosa), lettera di Salinas, del 30.6.7973, a RAS Ass.ro al Lavoro e pubblica

Istruzione.27 ASCO, Archivio Documenti, Vincoli Provincia di Cagliari (Iglesias-San-

tadi), decreto del 22.2.7963: Villa D'Orri. Motivazione: <nobile villa settecen-tesca decorata e anedata, munita di giardino, parco ed edifici dipendenti checostituiscono un complesso antico di grande interesse storico-artistico)>

28 Ivi, decreto del 04.70.7969: <<Antica casar> seicentesca, in via Tuveri, 8.Sanluri.

2e ASCO, Archivio Documenti, Vincoli Provincia di Cagliari (Arbus-Gu-spini), decreto deI 75.6.1,973: Puteale o fontana settecentesca. Motivazioni:<<Esempio di fontana settecentesca assai raro in Sardegna, a pianta quadratacon quattro fornici e conche; copefio con volta a padiglione, sovrastata daun terminale modanato, in pietra. Trovasi al centro di un giardino in prossi-mità di una interessante costruzione anch'essa sefiecenresca).

30 ASCO, Archivio Documenti, Vincoli Oristano e Provincia, decreto del

78.4.7973: <<Portale seicentesco detto di 'Don Peppi'> nel comune di Cabras.Motivazione: <<ìnteressante esempio di portale monumentale d'ingresso aduna proprietà fondiaria, caratteristico dell'oristanese. Di solide proporzioni,ha un fomice ben delimitato e una bella comice di coronamento>>.

31 Ivi, decreto del 1.8.4.7973: Portale seicentesco detto di 'Donna An-netta', Cabras. Motivazione: <<interessante esempio di portale d'ingresso mo-numentale ad una proprietà fondiaria, caraîteristico di questa zona dellaSardegna; ha la parte bassa di linee rinascimentali provinciali e la superioreseicentesca>>.

32 È, invece del 7977 la notifica di interesse particolare del <portale diingresso ad una abitazione privata datato 77 74>> a Paulilatino in via Roma, 17,definito come <(uno dei pochi esempi di architettura minore civile in Sarde-gna e come tale (...) prezioso documento di attività locale>>. Ivi, decreto del26.3.7977.

33 ASCO, Archivio Documenti, Vincoli Provincia di Cagliari (S. Vito-Vil-laspeciosa), decreto de], 73.3.7977. Motivazione: <<interessante esempio del-l'architettura civile ottocentesca, attribuito al Cima e caîatterizzato dall'uso diforma tardo-rinascimentale nelle membrature e decorazioni in pietra dataglio, nonché dalla ariosa distribuzione compositiva del partito architetto-nico di insieme>>.

3a lvi, decreto del 72.12.7955. Motivazione: in quanto <<costruito nellasecoida metà del )CX secolo, su progetto dell'architetto Gaetano Cima,con nobile prospetto neoclassico e scalone e ambienti intemi coevil>.

35 Ivi, decreto de| 29.7.1968. Motivazione: <rraro esempio di dimora no-biliare neoclassica nell'Oristanese>> costruita verso il 1830 dal ColonnelloCarlo Boyl, marchese di Putifigari, architetto civile e militare, autore di di-verse opere anche nel cagharitano.

36 In base all'art. 27 della L. 7089/39 il Ministero, in deroga alle prescri-zioni urbanistiche, può prescrivere distanze, misure e le altre norme indireneper salvaguardare \a prospettiva o le condizioni di ambiente e di decoro.

:z È il caso della piccola chiesa di Sant'Ilario di Maracalagonis. ASCO,Archivio Documenti, Vincoli Provincia di Cagliari (Iglesias-Santadi), decretoex art. 27 della L. 1089 / 39 del 13.9. 1960 nei confronti dell'immobile Chiesa diSant'Ilario, Maracalagonis. Motivazione: <<Considerato che l'eventuale edifi-cazione di un fabbricafo a distanza legale dalla îacciata del monumento neimpedirebbe la vista con sufficiente allontanamento prospettico (...) le even-tuali nuove costruzioni sul fondo (...) confinanti con la chiesa di Sdnt'Ilario,la via Roma e il vico Roma (...) dovranno distare non meno di sei metri dalconfine della chiesa>.

:a Si ffatta dei centri storici di Cagliari e di lglesias.

:s In particolare, nel capoluogo individuarono le visuali paesaggisticheverso gli stagni ancora godibili dai giardini pubblici. Gli altri vincoli riguar-dano la spiaggia della Plara, il Colle di Bonaria, la Falda Orientaie, il CapoSant'Elia, lo stagno di Molentargiu.

a0 Il vincolo su Carloforte riguarda I'intera isola e venne appositament€proposto da Salinas a seguito della notizia che aree fabbricabili lungo lacosta fossero state vendute dai privati anche a stranieri. Cfr. Commissioneprovinciale per la tutela delle bellezze naturali della provincia di Cagliari,verbale della seduta del giomo 23.7.7962 (ASCO, Archivio vincoli paesaggi-stici, Carloforte).

a1 In appena un anno di attività da architetto aggiunto, si occupò delladirezione tecnica di alcuni lavori sull'anfiteatro romano di Cagliari, di partedel restauro delle chiese romaniche di S. Pietro di Bosa, di S. Gavino a PortoTorres e di S. Maria di Valverde a Iglesias, della ricostn.rzione di ambienticrollati nel castello di Laconi e delle opere di consolidamento delle fonda-zioni e risanamento della copertura della chiesa romanica di S. Gemiliano aSamassi. Curò anche la direzione lavori del convento cagliaritano di S. Do-menico, con alcuni apporti originali al precedente progetto di Angelo Vicarioe comunque in accordo con quest'ultimo.

a2 Cfr. ASCO, Archivio Documenti, Chiese. Samassi, Chiesa S. Gemiliano,Restauri; Cabras, Chiesa dì S. Giovanni dì Sinis, Restauri; Cagliari, Chiesadella Purissimi. Restauri.

43 ASCO, Archivio Documenti, CagIiai. Chiese. Chiesa di Santa Maria delMonte. Restauri. Progetlo di restauro e ampliamento. N.O. 30.10.7969.

44 ACS, IV Vers., Div.Il (1934-40), B. 323, citato in A. INcncNo, op. cit.,pp. 323-324, scheda n. 84.

a; Per il caso di S. Pietro a Bosa si veda ACS, IV Vers., Div . Il 1934-40), B.204, citato in A. IucrcNo, op. cit., p.325, scheda n. 85. Analoghi interventi diiniezioni sono condotti nella muratura del prospetto principale della chiesadi S. Giovanni di Sinis a Cabras. ASCO, Archivio Documenti, Chiese. Cabras,San Giovanni di Sinis, Restauri, II lono, perizia del 4.8.7964.

a6 L'impegno profuso da Salinas nei riguardi del patrimonio architetto-nico riferibile all'area romanica è evidente nel lungo elenco dei manufatti suiquali è intervenuto tra i quali si citano le chiese di S. Pietro di Sorres aBorutta, di S. Francesco ad Alghero, di S. Sabina a Silanus, di S. Sabina aSantulussurgiu, di S. Pietro e S. Paolo a Milis, di S. Maria di Valverde adIglesias, la cattedrale di S. Giusta, il Monastero di S. Chiara a Oristano.

q Tra gli interventi seguiti da Salinas su edifici non religiosi si anno-verano le torri medioevali cagliaritane di S. Pancrazio e dell'Elefante, latorre tonda a Sassari, la torre Sulis ad Alghero, il fortino di epoca sette-

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centesca di Sant'Antioco. Interessante anche il restauro del oonte romanodi Porto Torres.

a8 Lo studio dell'arte dal rinascimento al barocco trova riscontro nellerisorse impegnate nel restauro di significative espressioni del Seicento edel Settecento in Sardegna, tra cui la chiesa gesuitica di S. Caterina e lacattedrale di S. Nicola a Sassari, le chiese di S. Michele ad Alghero e aCaglìari.

as DaIla tutela intesa come atto subordinato al riconoscimento del valorestorico-artistico, discendono le principali criticità del pensiero e dell'operatodi Salinas, evidente nel caso del palazzo Brondo-Zapata nel quaftiere drCastello a Cagliari, descritto come una <(casetta modesta su cui trionfa unopuiento portale seicentesco>>: da qui la facile consideraziofie del fatto che<<basterà rispettare il portale e qualche elemento alf interno come la scala,per ottenere un risultato abbastanza soddisfacente>>. R. SeuNes, Il Castello diCagliari, in Il monumento per I'uomo (Atti del II Congresso Internazionaledel Restauro, Yenezta 7964), Padova 7977, p. 558.

50 ASCO, Archivio Documenti, Sant'Antioco, Torre Canai, Restauri, letteradi Salinas, del 22.3.1,967, all'Intendenza diFinanza.

5r lvi, lettera di Salinas del 22.5.7962, al Ministero della Pubblica Istm-ztofte.

52 R. SATTNAS, Il Castello..., cit., p. 559.r: Cfr. R. SauNa.s, La Sardegna ba restaurato trenta.due cbíese, in "Fede e

Arte", I I I (195),I I , p. 40.54 Il dibattito relativo alle funzioni da attribuire al S. Saturnino di Cagliari

si riferisce al 7960 quando, in occasione delìa Settimana della Cultura, vi fuallestita un'importante mostra fotografica sui monumenti medioevali dellaSardegna. Il 10 dicembre 1962 Salinas scrisse al ministero, con un rigorosoapproccio scientifico, che <<il monumento di San Saturno non si presta allenecessità di culto, né è concepibile, data la sua natura, di grandissima im-poîtarrza storíco-artistlca che lo si possa adattare in modo da rendere possi-bile in via peÍnanente I'aperfura al culto dei iedeli (...) detti scavi devonorimanere sempre accessibili agli studiosi per il grande interesse dei ritrova-menti>>. ASCO, Archivio Documenti, Chiese. San Saturnino. Restauri.

55 M. FREDDT, progetto di restauro della chiesa di S. Maria del Monte aCagliari . nul la osta det 29.I0.1965, poi r imodulato e approvato con nul la ostadel 31.10.1,969, Archivio Documenti SBAPSAE, f . Cagliarl Chiese. Chiesa diSanta Maria del Monte. Restauri; ivi, C. Chiesa S. Maria del Monte. Progetto direstauro, prog. arch. M. Freddi N.O. 29.10.1965 e ivi, C. Chiesa S. Maria delMonte, progetto di restauro e ampliamento. N.O. 30.I0.1969. Prog. arch. MFreddi.

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56 ASCO, Archivio Documenti, Vincoli Provincia di Cagliari (S. Vito-Viflaspeciosa), nota dell'arch. Lilliu del 27.6.7977 al sindacò di Sarroch.

57 Testimone di demolizioni di edifici storici, sovente axtorizzafe controppa leggerezza come per la pamocchiale di Narcao, a Cagliari approvail progetto per il chiostro di S. Francesco a Cagliari che prevedeva la costru-zione di un nuovo fabbricato in cemento armato al di sopra dei resti delconvento francescano del )ilI secolo. Salinas esprime <<i1 parere che il pro-getto sia approvabile in via di massima, Ì'approvazione definitiva potendoessere concessa alle seguenti condizioni: 1) che sia dettagliato il progetto diripristino dell'antico chiostro; 2) che siano almeno indicate le stnrtture por-tanti delle sopraelevazioni e come esse interessino le antiche struttuJe o,alternativamente, sia dimostrato con calcolazioni che le vecchie strutture,ivi comprese le fondazioni, siano in grado di sostenere il peso delle soprae-levazioni;3) siano ridisegnati i prospetti affaccianti sul chiostro in modo dapoterne dare un rigido giudizio estetico>. Fortunatamente, nonostante ilparere favorevoie della commissione edllizia del Comune di Cagliari che siera limitata a richiedere una riduzione rn altezza, il progetto, più volte rifor-mulato tra gli anni 1960-66, non venne approvato dai proff. Salmi, De An-gelis d'Ossat e Procacci, membri del Consiglio Superiore AA.BB.AA, incari-cati dell'esame della pratica (ASCO, Archivio Documenti. Chiese, ComplessoS. Francesco di Stampace. Restauri. Progetto di trasformazione chiostro.Progettista ing. Alessio. Progetto non approvato n. 3x5 tavole 7963-66).

s8 R. Sar;Nas, Il Castello..., cit., pp. 555-559.sg lvi, p. 557.60 lbidem.61 Salinas parlava e scriveva in inglese e francese, conosceva |'arabo, il

cinese e il giapponese.62 S. NArrzA, I sacerdoti dello stile, in "Almanacco di Cagiiari", XWII

(1983).

Monumenti e documentiRestauri e restauratori del secondo Novecento

Atti del Seminario Nazionale

a cura diGiuseppe Fiengo, Luigi Guerriero

Il volume raccoglie gli atti del seminario nazionale,,Monumentie documenti. Restauri e restauratori del secondo Novecento",svolto nel 2009-10 nell'ambito del Dottorato di Ricerca in Con_servazione in Beni Architettonici attivafo presso il Dipartimentodi Restauro e Costruzione dell'Architettura e dell'Ambientedella Seconda Università di Napoli.

Arte Tipografica Editrice / euro 40,00


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