Date post: | 06-May-2023 |
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Analisi della struttura demografica del contingente migratorio post-
nuziale e svernante di beccaccia (Scolopax rusticola) che ha interessato
l’Italia nella stagione 2017-18
Resoconto ALI d’ITALIA
A cura di
Commissione Scientifica Beccacciai d’Italia e Club della Beccaccia (UBI)
Sono state 3385 le ali campione di beccaccia raccolte da parte di 729 cacciatori formati
(Monitoratori Beccaccia) e dai soci dei sodalizi Beccaccia d’Italia e Club della Beccaccia,
partecipanti al Progetto ALI D’ITALIA che mette in pratica il Protocollo scientifico denominato
“Metodo Boidot”: lo studio del piumaggio alare per la determinazione dell’età delle beccacce
prelevate.
Quest’analisi risulta fondamentale per tracciare l’identikit della specie transitante e svernante in
Italia, poiché ci consente di classificare le beccacce in diverse classi d’età: 5 fra i giovani (J),
potendo distinguere i nati precoci (JC0-1) dai nati tradivi (JC4). Possiamo inoltre classificare 2
classi fra gli adulti (A): quelli in prima muta post nuziale An+1 (ovvero adulti che si sono riprodotti
una volta) e quelli in X muta post nuziale An+X (ovvero adulti di più generazioni). Di estrema
importanza è infine la classificazione degli adulti in muta terminata AC0, ovvero quelli che hanno
avuto buone condizioni di nutrimento in fase di riproduzione, validando un’ipotesi di positive
condizioni ecologiche negli areali di riproduzione. Attraverso questa metodologia e interfacciando
i dati della Sex ratio possiamo ipotizzare un “trend demografico” della specie durante il periodo
della migrazione e dello svernamento; al quale è possibile affiancare il “trend dell’abbondanza”
ottenuto attraverso il calcolo dell’ICA- Indice Cinegetico di Abbondanza. Questi due parametri
possono contribuire ad una migliore conoscenza dello lo status della specie e provvedere a misure
sostenibili di prelievo venatorio in ottemperanza del dispositivo della Direttiva UE 09/147, la nuova
Direttiva Uccelli.
ALI D’ITALIA stagione 2017-2018 - Riassunto
ALI RACCOLTE 3385 monitoratori impiegati 729
Totale giovani: 2019, 465 maschi e 481 femmine, 1073 non sessati
Totale adulti: 1366, 361 maschi e 367femmine, 638 non sessati
Age ratio: 59,63% percentuale dei giovani
Sex ratio: 49,31 % percentuale dei maschi
Media peso: gr. 303,15
Ali per Regione 2017-18
Note climatiche: La stagione venatoria è stata caratterizzata da una forte siccità iniziata già dal
mese di Marzo e prolungatasi fino ad inizio Novembre. Questo fenomeno, che ha interessato il
bacino subalpino e mediterraneo, ha condizionato tutta la penisola. Sull’arco alpino, i primi arrivi
sono stati comunque puntuali a cavallo tra la terza decade di ottobre e la prima di novembre. Le
beccacce adulte, fedeli alle rotte e ai siti di svernamento degli anni precedenti, hanno sostato più a
lungo cercando micro aree più umide all’interno degli habitat siccitosi. Le beccacce giovani (nate
nell’anno) al loro primo viaggio e svernamento hanno fatto registrare una sensibile diminuzione
delle presenze nei biotopi di arrivo, resi inospitali dalla grande siccità. Per quanto riguarda i
soggetti giovani, si nota una mancanza in percentuale del 5% di quelli nati precoci (JC1) quindi nei
mesi di aprile maggio, a causa sembra della perdita di nidi per alluvioni e nevicate tardive
verificatesi in alcune aree della Russia (S.Fokin et Al. Sept.2017).
ANALISI dell’AGE RATIO: Il dato dell’Age ratio (percentuale dei giovani rispetto agli adulti) per
quest’ultima stagione venatoria si attesta come valore nazionale al 59,63%, rappresentando il
valore più basso degli ultimi 10 anni di osservazione.
Da un’analisi per territori regionali da dove abbiamo ricevuto le ali, tralasciando il Piemonte e la
Liguria che per esile quantità di ali campione possono essere trascurati nel computo totale,
l’abbassamento del valore dell’Age ratio non risulta per il Nord Est (Trentino, Friuli, Veneto): si può
quindi presumere che la sub popolazione che frequenta questa macroarea non abbia subito
perdite di nidi in fase di riproduzione (la somma fra le tre regioni è del 70,4%, valore che indica
una buona riproduzione a monte). Scendendo verso il centro Italia, l’Age ratio della Toscana (43,1)
è inferiore di ben 17 punti rispetto alla stagione 2016-17 (60%), sono stabili Marche e Umbria, di
contro anche Lazio e Abruzzo hanno valori inferiori di 10 punti. Puglia e Calabria rimangono stabili
nei valori, i quali crollano di quasi 20 punti in Basilicata, Sicilia e Sardegna. Cosa può essere
successo? Innanzitutto, diversamente dalle ultime due stagioni passate, non abbiamo avuto
l’ondata di gelo tra dicembre e gennaio che ha portato il terzo flusso tardivo di beccacce sui litorali
adriatici (soprattutto Abruzzo). Il “Buran” siberiano è apparso a febbraio, fortunatamente a caccia
chiusa. La Basilicata potrebbe non aver ricevuto i giovani tardivi, così come la Sicilia e la Sardegna.
Ed insieme a questi non sono calati i maschi adulti che effettuano una migrazione più corta (detta
a rigetto) e più ravvicinata ai luoghi di riproduzione. Come potete vedere ne esce un identikit
molto variegato che potrebbe trovare una lettura nella generale forte siccità che ha colpito tutti i
sistemi montuosi appenninici (ed in parte alpini) della nostra penisola, alimentando un forte
erratismo nei giovani.
Age Ratio per Regioni
Analisi dei pesi: la siccità sembrerebbe aver influito negativamente anche sulla media peso
nazionale (303 gr) inferiore di 10 grammi rispetto alla scorsa stagione. La beccaccia di maggior
peso (445 gr) è stata prelevata in provincia di Vicenza e si tratta di un adulto (An+xc1). Si
riscontrano anche prelievi di beccacce con pesi intorno ai 220-240 gr., localizzate nelle regioni
centrali. Comunque analizzando l’evoluzione del peso, la siccità sembrerebbe aver omogeneizzato
i pesi durante i mesi di ottobre-novembre e in parte dicembre, senza distinzione tra giovani e
adulti e al loro interno tra maschi e femmine.
Analisi dei prelievi per decadi: la curva dei prelievi risponde come ogni stagione all’arrivo
puntuale della migrazione al Nord dalla terza decade di ottobre. Si possono notare alcuni prelievi
effettuati alla fine di settembre (in numero di sette), relativi all’arco alpino. La seconda decade di
novembre rappresenta il picco dei prelievi fra i giovani a prescindere dal sesso. Dai dati del
prelievo sembrerebbe che Il mese di gennaio non sembra aver conosciuto nessuna traccia di
migrazione pre nuziale. Di contro per il mese di febbraio, dall’analisi dell’abbondanza del
monitoraggio a caccia chiusa, svolto in alcune regioni, notiamo un’ulteriore discesa di beccacce
spinte dai settori settentrionali dei Balcani e dall’Ungheria in concomitanza con l’ondata di freddo
siberiano (Buran).
Con il 66% del totale, le beccacce di nascita precoce (JC0-1) sono la maggioranza tra i giovani.
Con il 57% gli adulti a muta terminata (AC0) sono la maggioranza tra gli adulti.
In questo prospetto riassuntivo vediamo come l’Age ratio al 59,63% è costituito in prevalenza dai
giovani precoci (Jc0-1 al 41%) e adulti a muta terminata (23%).
Dal confronto delle due ultime stagioni della distribuzione in percentuale delle diverse categorie di
beccacce, possiamo verificare che abbiamo avuto un incremento assoluto di prelievi sugli adulti a
muta terminata del 7% (23% nel 2017-18 rispetto al 16% del 2016-17), mentre abbiamo avuto una
riduzione del prelievo sui giovani precoci del 5%.
CONCLUSIONI: In alcune aree d’Europa, specie la Francia, nell’ultimo decennio notiamo un trend
costante di abbassamento dell’Age ratio che crea qualche allarme in merito alle condizioni della
riproduzione, una potenziale perdita di giovani (interesse) e all’innalzamento del prelievo sugli
adulti (capitale). Il decremento dei giovani in Italia, soprattutto nelle regioni centrali e tirreniche
potrebbe essere stato alimentato anche dalla forte siccità degli habitat che ha impedito la sosta
dei giovani inesperti. Ed infine, di come siano decisive le ondate di gelo a fine anno per portare le
beccacce nel sud Italia adriatico; ragionevolmente un movimento erratico e non più migratorio. Da
valutare in futuro questo erratismo costante della specie, dovuto all’irrazionalità climatica, una
costante per i prossimi anni. Ogni analisi, compresa questa, ci impone prudenza nelle valutazioni.
Più di una volta ad annate negative abbiamo avuto risposte positive a breve termine. Lo studio e il
monitoraggio della beccaccia, ogni stagione, ci dirà se questo abbassamento dell’Age ratio anche
in Italia, sarà da considerarsi come l’apertura di un trend negativo per la specie, oppure sarà da
registrare come una episodica stagione di contrazione del contingente migratorio che arriva e
staziona in Italia.
Dott. Marco Tuti, Tecnico Faunistico Commissione scientifica UBI e FANBPO
Dott. Paolo Pennacchini, Presidente FANBPO e UBI