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Storia di una "Terra Santa"

Date post: 28-Jan-2023
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Storia di una 1 Terra Santa“[…]Cosí vince Goffredo, ed a lui tanto avanza ancor de la diurna luce ch'a la città già liberata, al santo ostel di Cristo i vincitor conduce. Né pur deposto il sanguinoso manto, viene al tempio con gli altri il sommo duce; e qui l'arme sospende, e qui devoto il gran Sepolcro adora e scioglie il voto.(Torquato Tasso, La Gerusalemme liberata) In questo modo Torquato Tasso conclude il suo poema La Gerusalemme Liberata, il poema epico che parla della prima crociata; crociata che si conclude con la ripresa di Gerusalemme e del Santo Sepolcro da parte dei cristiani. È il 1099 quando viene offerto a Goffredo di diventare Re del Regno di Gerusalemme, ma egli rifiutò in quanto, non può essere data ad un uomo una corona nello stesso posto in cui Cristo aveva indossato la sua corona di spine, rivendicò così il suo status di “Advocatus Sancti Sepulcri”, "difensore (laico) del Santo Sepolcro" 2 . Goffredo morì l’anno seguente e il comando venne dato a suo fratello Baldovino I, il quale non rifiutò certo l’offerta divenendo così il primo Re del regno di Gerusalemme. Non ho trovato altro modo migliore per poter iniziare questo capitolo Gerusalemme si trova contesa tra ebrei, musulmani e cristiani, ma mi chiedo, sarà possibile un giorno che tutto diventi normale? Non c’è mai stato un periodo “pacifico”, dove c’era la pace, dove regnava la serenità, no, in Terra Santa non c’è stato, non c’è e ci sarà mai? Si parla di Terra Santa, ma per chi? Per i cristiani? Per gli ebrei? O per i musulmani? Tutti e tre i grandi libri, la Torah, la Bibbia, e il Corano, collocano Gerusalemme come Città Santa: per la Torah 3 Gerusalemme è il luogo dove Abramo stava per sacrificare, Isacco, suo figlio al Signore, e dove Salomone costruì il suo tempio, in seguito distrutto: 1 L’interpretazione personale di una Terra Santa è giustificata dal fatto che è solamente una Terra Santa, un solo luogo, un solo posto, solo 5 km 2 che uniscono, ma anche che dividono fortemente, anche violentemente, miliardi di persone. 2 Franco Cardini, L’invenzione del nemico, Palermo, Sellerio editore, 2006 3 http://www.archivio-torah.it/testotorah/04.pdf
Transcript

Storia di una1 “Terra Santa”

“[…]Cosí vince Goffredo, ed a lui tanto

avanza ancor de la diurna luce

ch'a la città già liberata, al santo

ostel di Cristo i vincitor conduce.

Né pur deposto il sanguinoso manto,

viene al tempio con gli altri il sommo duce;

e qui l'arme sospende, e qui devoto

il gran Sepolcro adora e scioglie il voto.”

(Torquato Tasso, La Gerusalemme liberata)

In questo modo Torquato Tasso conclude il suo poema La Gerusalemme Liberata, il poema

epico che parla della prima crociata; crociata che si conclude con la ripresa di Gerusalemme e del

Santo Sepolcro da parte dei cristiani.

È il 1099 quando viene offerto a Goffredo di diventare Re del Regno di Gerusalemme, ma

egli rifiutò in quanto, non può essere data ad un uomo una corona nello stesso posto in cui Cristo

aveva indossato la sua corona di spine, rivendicò così il suo status di “Advocatus Sancti Sepulcri”,

"difensore (laico) del Santo Sepolcro"2. Goffredo morì l’anno seguente e il comando venne dato a

suo fratello Baldovino I, il quale non rifiutò certo l’offerta divenendo così il primo Re del regno di

Gerusalemme.

Non ho trovato altro modo migliore per poter iniziare questo capitolo Gerusalemme si trova

contesa tra ebrei, musulmani e cristiani, ma mi chiedo, sarà possibile un giorno che tutto diventi

normale? Non c’è mai stato un periodo “pacifico”, dove c’era la pace, dove regnava la serenità, no,

in Terra Santa non c’è stato, non c’è e ci sarà mai?

Si parla di Terra Santa, ma per chi? Per i cristiani? Per gli ebrei? O per i musulmani? Tutti e

tre i grandi libri, la Torah, la Bibbia, e il Corano, collocano Gerusalemme come Città Santa: per la

Torah3 Gerusalemme è il luogo dove Abramo stava per sacrificare, Isacco, suo figlio al Signore, e

dove Salomone costruì il suo tempio, in seguito distrutto:

1 L’interpretazione personale di una Terra Santa è giustificata dal fatto che è solamente una Terra Santa, un solo luogo,

un solo posto, solo 5 km2 che uniscono, ma anche che dividono fortemente, anche violentemente, miliardi di persone.

2 Franco Cardini, L’invenzione del nemico, Palermo, Sellerio editore, 2006

3 http://www.archivio-torah.it/testotorah/04.pdf

Genesi 22:2 E gli disse (Dio): Prendi tuo figlio, il tuo amato unigenito, Isacco;

e vanne al paese di Morijà, e lo immola ivi in olocausto, sopra quello dei monti

che ti dirò;

la Bibbia4, afferma che Gerusalemme è la città dove Cristo, figlio di Dio, ha vissuto ed è

morto in croce per l’umanità

Matteo 16:21 Da allora Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva

andare a Gerusalemme e soffrire molte cose da parte degli anziani, dei capi dei

sacerdoti, degli scribi, ed essere ucciso, e risuscitare il terzo giorno;

infine, il Corano5 afferma che Muhammad è asceso con un cavallo dorato a Gerusalemme

“Gloria a Colui Che di notte trasportò il Suo servo dalla Santa Moschea

(Masjîd al-Harâm) alla Moschea remota (Masjîd al-Aqsâ) di cui benedicemmo

i dintorni, per mostrargli qualcuno dei Nostri segni. Egli è Colui che tutto

ascolta e osserva (Corano, XVII, 1)”.

Stabilire a questo punto chi ha ragione e chi ha torto è difficile, certo mentre nella Torah e

nella Bibbia è proprio scritto il luogo preciso, sia dell’olocausto a Dio

Genesi 22:2 […]e vanne al paese di Morijà[…],

sia del luogo dove Gesù si spostò

Matteo 16:21 […]Da allora Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che

doveva andare a Gerusalemme […];

nel Corano non viene menzionato nessun tipo di luogo se non nell’accezione di “Moschea

Remota”

Masjid al Aqsâ, (Corano XVII, 1),

4 La Bibbia, nuovissima versione dei testi originali, Edizioni San Paolo - 1987

5 Hamza Roberto Picardo (a cura di), Il Corano, Roma, Newton Compton Editori, 2007

infatti è soltanto la tradizione6 che ci riferisce che una notte mentre Muhammad (pace e

benedizione su di lui) stava dormendo, fu svegliato da Gabriele (pace su di lui) e condotto a

Gerusalemme. Qui nel recinto di Masjid al Aqsâ pregò Allah insieme a tutti gli altri Profeti,

Abramo, Mosè e Gesù e poi ascese fino al “Sidrâtu- ‘l -Muntahâ” (il Loto del Limite) che si trova

alla destra del Trono di Allah.

La polemica che ha questo punto si potrebbe fare alla fede islamica è che appunto è soltanto

nella tradizione, che si parla di un luogo lontano “remoto” ma non si accenna minimante su dove sia

questo luogo e quanto lontano sia, è presente solo nella tradizione orale islamica. Non è questo ne il

luogo ne la sede adatta per portare avanti questa discussione che impiegherebbe troppo tempo, è

sufficiente ciò che abbiamo appena affermato; nel Santo Corano non viene accennata Gerusalemme.

A questo punto si aprirebbero altre e controverse discussioni; se nel Santo Corano non è

presente l’esatta posizione del “del luogo remoto”, perché i musulmani hanno conquistato

Gerusalemme nel 637 d.C. con il califfo ʿUmar ibn al-Khaṭṭāb? Perché ancora oggi, i musulmani

fanno lotte continue con gli Ebrei per territori che dicono sono appartenenti a “noi”? In questo

scenario, che fine fanno i cristiani? Sembrano domande banali con banali risposte, ma siamo sicuri

che sia davvero così? A me sembra riduttivo poter liquidare queste risposte dando tutta colpa agli

ebrei e proprio per questo vorrei riflettere sulle cause che hanno portato alla situazione socio –

politica economica che ritroviamo oggi in Terra Santa.

1.1. La Torah, la Bibbia e la Terrasanta

I testi sacri ebreo e cristiano, che sono riuniti insieme (la Torah è compresa nel Vecchio

testamento della Bibbia) parlano di Israele; nella prima circostanza, Dio, appare a Giacobbe e

benedicendolo lo rinomina Israele, padre e fondatore delle 12 tribù che daranno vita al popolo

ebraico7, nella seconda, ancora più importante, Dio, dispone i confini del territorio della Terra di

Israele metro quadrato per metro quadrato:

1 Il SIGNORE disse ancora a Mosè: 2 «Da' quest'ordine ai figli d'Israele e di'

loro: "Quando entrerete nel paese di Canaan, questo sarà il paese che vi

toccherà come eredità: il paese di Canaan, di cui ecco i confini: 3 la vostra

regione meridionale comincerà al deserto di Sin, vicino a Edom; così la vostra

frontiera meridionale partirà dall'estremità del mar Salato, verso oriente; 4 e

6 Hamza Roberto Picardo (a cura di), Il Corano, cit. p.243

7 Genesi, 35,18 - La Bibbia, nuovissima versione dei testi originali, Edizioni San Paolo - 1987

questa frontiera volgerà al sud della salita di Acrabbim, passerà per Sin e si

estenderà a mezzogiorno di Cades-Barnea; poi continuerà verso Casar-Addar e

passerà per Asmon. 5 Da Asmon la frontiera girerà fino al torrente d'Egitto, e

finirà al mare. 6 La vostra frontiera a occidente sarà il mar Grande: quella

sarà la vostra frontiera occidentale.7 Questa sarà la vostra frontiera

settentrionale: partendo dal mar Grande, la traccerete fino al monte Or; 8 dal

monte Or la traccerete fino all'entrata di Camat, e l'estremità della frontiera

sarà a Sedad;9 la frontiera continuerà fino a Zifron, per finire a Casar-Enan:

questa sarà la vostra frontiera settentrionale.

10 Traccerete la vostra frontiera orientale da Casar-Enan a Sefam; 11 la

frontiera scenderà da Sefam verso Ribla, a oriente di Ain; poi la frontiera

scenderà, e si estenderà lungo il mare di Chinneret, a oriente; 12 poi la

frontiera scenderà verso il Giordano e finirà al mar Salato. Tale sarà il vostro

paese con le sue frontiere tutto intorno"».13 Mosè trasmise quest'ordine ai figli

d'Israele e disse loro: «Questo è il paese che vi distribuirete a sorte, il paese

che il SIGNORE ha ordinato si dia a nove tribù e mezzo; 14 poiché la tribù dei

figli di Ruben, secondo le loro famiglie e la tribù dei figli di Gad, secondo le

loro famiglie e la mezza tribù di Manasse hanno ricevuto la loro porzione.

15 Queste due tribù e mezzo hanno ricevuto la loro porzione a est, oltre il

Giordano, all'altezza di Gerico, verso il levante». (Numeri, 34)

La prima definizione di terra promessa (Genesi 15:13-21) parla di "questa terra". In Genesi 15,

questa terra viene promessa ai "discendenti" di Abramo, attraverso suo figlio Isacco, mentre in

“Deuteronomio” 1:8 viene promessa esplicitamente agli Israeliti, discendenti di Abramo attraverso

Giacobbe (Israele). Una definizione più dettagliata è data in “Numeri” 34:1-15, per la terra

chiaramente assegnata, dopo l'esodo, a nove tribù e mezza. In questo passaggio la terra è chiamata

"Terra di Canaan". L'espressione "Terra di Israele" è usata per la prima volta in un libro successivo,

Samuele 13:19. Viene usata spesso nel libro di Ezechiele e anche dal Vangelo secondo Matteo.

“Le dodici tribù di Israele sono i dodici gruppi, legati da vincoli di parentela nei quali,

secondo la tradizione biblica, si suddivideva il popolo ebraico. Ciascuna delle tribù si riteneva

discendere da uno dei dodici figli di Giacobbe, e ne portava il nome. Sempre secondo la tradizione,

quando il popolo d'Israele scese in esilio in Egitto era in numero di 70 individui analogamente alle

70 Nazioni del mondo; esso è considerato possesso particolare di Dio e lo stesso capo dei Profeti

Moshè8 poté scorgerne la completezza solo quando contò 600.000 individui corrispondenti alle

600.000 lettere ebraiche della Torah.

8 Tradotto, Mosè

Figura 1Mappa d'Israele: confini citati nella Bibbia: Genesi, 49

Nei capitoli 29 e 30 della “Genesi” si racconta il significato dei vari nomi, in modo da

rispecchiare lo scontro tragicomico tra le due mogli: Lia, più vecchia e più feconda, e sua sorella

Rachele, la più amata, ma sterile.

La suddivisione ripartizione geografica di Israele tra le 12 tribù secondo il Libro di Giosuè, appare

così:

Ruben, il primogenito, il cui nome significa guarda: un figlio maschio. Era figlio di Lia.

Simeone, secondogenito, figlio di Lia. Il suo nome significa JHWH mi ha udito.

Levi, terzo figlio di Lia. Significa, “mi si affezionerà”, sperando Lia, in un avvicinamento di

Giacobbe. Ma lui amava di più Rachele, sua sorella.

Giuda, figlio di Lia, chiamato "giovane leone". Significa loderò JHWH.

Dan figlio di Bila, un'ancella di Rachele, poiché questa sembrava non poter avere figli.

Significa: JHWH mi ha fatto giustizia.

Figura 2 La suddivisione di Israele tra le 12 tribù

Neftali, altro figlio di Bila: rivalità tra sorelle.

Gad, figlio di Zilpa, ancella di Lia che gridò per fortuna.

Aser, secondo figlio di Zilpa: così mi diranno felice.

Issachar, concepito da Lia, in un giorno in cui Giacobbe avrebbe dovuto appartarsi con

Rachele. Dio mi ha dato il mio salario, per avere io dato la mia schiava a mio marito.

Zabulon, ancora Lia: Dio mi ha fatto un bel regalo: questa volta mio marito mi preferirà,

perché gli ho partorito sei figli. Dopo Zabulon Lia ebbe anche una figlia: Dina.

Giuseppe, Dio ha tolto il mio disonore, disse Rachele, al primo figlio.

Beniamino, secondo e ultimo figlio di Rachele. Non temere, disse lei, prima di morire. Il

nome, in semitico, significa figlio della mia mano destra, capo, o reggitore del Sud (il sud

sta a destra, nella geografia semita).”

Verso il 1200 a.C. il popolo d'Israele, guidato da Giosuè, si ristabilì in Terra d'Israele, il

paese venne suddiviso in undici parti, in ognuna delle quali si stabilì una tribù. Alla tribù di Levi, i

cui membri svolgevano il servizio sacerdotale, non fu assegnato un territorio. La tribù di Giuda, la

più numerosa, occupò la parte meridionale del paese.

Alla morte di Salomone (IX secolo a.C.) la parte nord del paese si separò da Giuda,

mantenendo il nome di Regno di Israele. A capo di questa scissione, nonché primo re del regno del

nord, fu Geroboamo.

Giuda (assieme a Simeone, che in esso si era disperso) con Beniamino (nel cui territorio si

trovava Gerusalemme) e a Levi (i leviti erano implicati solo nel sacerdozio, non avevano terreni),

costituì il Regno di Giuda, su cui regnò un figlio di Salomone, Roboamo. Successivamente la

regione corrispondente venne chiamata Giudea.

Dopo la caduta del regno del Nord, rimanendo solo la tribù di Giuda, le parole Ebraismo e

Giudaismo sono diventate intercambiabili, sebbene non indichino espressamente la stessa cosa” 9

.

1.2. La storia dal 1004 a.C. al 1099 d.C.

Nel 1004 a.C., Re David conquistò la piccola città di Gerusalemme fortificandola e

ribattezzandola come Città di Davide, stabilendo in questo modo che fosse la prima capitale del

primo regno Ebraico Unito. Questa mappa del diciottesimo secolo è una rappresentazione

immaginaria della descrizione del Vecchio Testamento di Gerusalemme.

9 http://it.wikipedia.org/wiki/Dodici_trib%C3%B9_di_Israele

È orientata ad ovest e la Città di Davide è raffigurata attraverso un cerchio immaginario dal

Monte Sion al sud – ovest della città vecchia.

Originariamente questa posizione descritta dallo storico Josephus nel primo secolo appariva

nella maggior parte delle mappe. Recentemente alcuni studi archeologici hanno dimostrato che la

città di David in realtà era situata sulla cresta sud – est, a sud del Monte del Tempio10

.

Il muro della città, le torri, le porte ed altri storici e religiosi luoghi di interesse sono

identificati nei loro “tradizionali” e presunti luoghi, ma oggi si suppone che alcuni luoghi siano stati

mal individuati. Questa mappa, con tutti i suoi difetti, soddisfa probabilmente l’interesse di chi è

curioso, dell’antica città di Gerusalemme; ovviamente non abbiamo modo ne di verificare la sua

autenticità, tantomeno abbiamo alcuna ragione per dubitarne. A Re Davide successe suo figlio

Salomone, che regnò da circa il 961 al 922 a.C. questo periodo fu conosciuto di grande prosperità.

Come i centri politici, economici e religiosi di un regno fiorente, Gerusalemme crebbe

notevolmente. Salomone costruì alcune strutture pubbliche, la più importante fu quella della Casa

del Lord, il Primo Tempio, una costruzione alla quale la Bibbia offre ampio spazio.

Il quattrocentottantesimo anno dopo l'uscita dei figli d'Israele dal paese d'Egitto, nel quarto anno del suo

regno sopra Israele, nel mese di Ziv, che è il secondo mese, Salomone cominciò a costruire la casa per il

SIGNORE11.(I Re 6:1)

10

http://usm.maine.edu/maps/exhibition/1/1/sub-/maps-and-the-history-of-jerusalem 11

La Bibbia, nuovissima versione dei testi originali, Edizioni San Paolo - 1987

Figura 3 Pianta della Città di

Gerusalemme, descritta dal Vecchio

Testamento

Questa è la pianta immaginaria della Gerusalemme di Re Salomone orientata a nord.

Quest’altra immagine è invece la prima vista di Gerusalemme, una città circondata da un

muro dominata dal Tempio di Salomone. Le sei porte sono chiamate, inclusa la Porta di Davide, le

Porte dei Pisani, dopo che nel dodicesimo secolo i crociati provenienti dalla città di Pisa

riconquistarono Gerusalemme.

“Nel 331 a.C. Gerusalemme venne occupata da Alessandro Magno e in seguito occupata dai

Tolomei d'Egitto sino al 198 a.C., quando cadde sotto il dominio dei Seleucidi di Siria. Questi

ultimi invano cercarono di ellenizzare la città, anzi provocarono la famosa rivolta dei Maccabei

Figura 4 Monte del Tempio THOMAS FULLER English, 1608-1661 IERUSALEM qualis (ut

plurimum) extitit ætate Solomonis From: A PISGAH-SIGHT OF PALESTINE ... London,

1650 Engraving, hand colored, 27.6 x 35.9 cm Kyram Collection

Figura 5 Hierosolima

(Gerusalemme) HARTMANN

SCHEDEL German, 1440-1514

HIEROSOLIMA From: Liber

cronicarum . . . Nuremberg, 1493

Woodcut, 19.0 x 22.3 cm Kyram

Collection

che, nel 165 a.C., si risolse con la loro vittoria e l'instaurazione della dinastia degli Asmonei, la

quale durò fino a quando Gerusalemme (63 a.C.) fu conquistata da Gneo Pompeo. Con la

conquista romana Gerusalemme fu consegnata ad Erode che la ricostruì secondo i criteri

urbanistici greco-romani e vi fece ampliare il Tempio. Probabilmente sotto il governatorato di

Ponzio Pilato, Gesù fu crocifisso sul monte Golgota.

Il malgoverno romano e i fermenti religiosi tuttavia provocarono due gravissime rivolte

nella città; la prima che si protrasse dal 66 al 70 per la quale fu necessario l’intervento delle

legioni romane comandate da Tito; quest'ultimo sedata la rivolta distrusse la città e il tempio; la

seconda insurrezione comandata da Simon Bar Kokheba nel 132 permise agli Ebrei la riconquista

di Gerusalemme (l'imperatore Adriano voleva infatti trasformarla in colonia romana), ma per

breve tempo; i Romani difatti rapidamente mobilitarono le truppe al confine ed eliminarono ogni

resistenza ribattezzando la città con il nome di Aelia Capitolina e trasformandola in colonia

romana. L’imperatore Costantino e i suoi successori fecero restaurare ed abbellire i luoghi legati

alle storie evangeliche e ad erigere la prima chiesa cristiana, quella del Santo Sepolcro.

Nel 614 d.C. Gerusalemme fu conquistata dai Persiani sasanidi di Cosroe II, che fecero

strage della popolazione e s'impadronirono della reliquia della Vera Croce; la città fu

riconquistata da Eraclio I di Bisanzio nel 629. Nel 637 d.C. si arrese al califfo ʿUmar ibn al-

Khaṭṭāb e restò amministrata dai califfi omayyadi di Damasco e da quelli abbasidi di Baghdad.

Nel 972 d.C. fu presa dagli Imām/califfi ismailiti Fatimidi e nel 1076 passò ai Turchi

selgiuchidi.”12

1.3. La storia dal 1095 d.C. al 1517 d.C.

L’occupazione della Terra Santa sia da parte degli ebrei e successivamente dei musulmani,

comportò la reazione dei cristiani. Non è possibile non citare le nove crociate che videro la volontà

da parte dei cristiani di riconquistare la Terra Santa, con Ubaldo II nel 1095 si aprirono due secoli di

continue lotte a tra cristiani, ebrei, ma soprattutto musulmani per la riconquista di Gerusalemme e

del Santo Sepolcro.

Alcuni studi, tuttavia hanno dimostrato di dover usare correttamente la parola crociata, in

quanto non sempre si è circondati da una buona letteratura. Le fonti della prima crociata parlano in

effetti di cruce signati, ma preferiscono termini al tempo stesso più precisi e più onnicomprensivi,

come peregrini13

. Tutto questo per indicare molte delle spedizioni militari bandite e legittimate da

un bando pontificio che si susseguirono ben al di la del XIII secolo per “soccorrere” (virgolette mie)

12

http://it.wikipedia.org/wiki/Storia_di_Gerusalemme 13

Franco Cardini, L’invenzione del nemico, cit. p.23

la Terrasanta conquistata alla fine del XI secolo e ai primi del XII dai «franchi» o per recuperarla

dopo la sua caduta14

.

L’errore fondamentale commesso dalla Chiesa cattolica fu quello di arrogarsi il privilegio

dell’iniziativa, a cominciare da papa Innocenzo III, inoltre, chi evadesse dall’obbligo delle crociate

o chi ne limitasse la vittoria veniva scomunicato, ovvero perdeva tutti i diritti civili.

Gli abusi e le distorsioni cui questa pratica giuridica dette adito a rivolte e denuncie, non

rivolte all’utilizzazione della crociata come mezzo contro gli infedeli, ma «(…)inveivano contro la

pratica di mettere troppo spesso in secondo piano l’originario autentico scopo della crociata, la

difesa o il recupero del Santo Sepolcro15

».

“Il mondo cristiano dette un’interpretazione sempre più vasta alla crociata, intesa non

soltanto come pellegrinaggio armato a conquista o a difesa del Santo Sepolcro ma — in generale

— come ogni impresa tendente, con il beneplacito papale e con le relative indulgenze, a tutelare la

fede con le armi contro qualsiasi pericolo e su ogni fronte: dalla penisola iberica — dove era in

corso la Reconquista, cioè la riconquista dei territori occupati dai musulmani nel secolo VIII —,

all’Europa orientale, interessata dalle spedizioni dei cavalieri Teutonici e Portaspada contro i

pagani di Prussia e del Baltico, fino al cuore della Cristianità, aggredita dall'eresia catara.

Le campagne contro i barbareschi nel Mediterraneo e contro i turchi ottomani nei Balcani,

in qualche modo prosecuzione della riconquista della Sicilia operata dai normanni nel secolo XI e

delle guerre condotte da Pisa e da Genova per la liberazione del Mediterraneo occidentale,

sarebbero state considerate come le ultime manifestazioni dell’ideale crociato16

.

1.3.1. La prima crociata 1095 – 1099 d.C.

A conclusione del concilio di Clermont, in Francia, nel novembre del 1095, il papa dispose

che i cavalieri cristiani intervenissero in aiuto dei fratelli orientali e dei pellegrini in Terrasanta,

minacciati gli uni e gli altri dall’espansione dei turchi selgiuchidi; a Clermont erano presenti anche

gli spagnoli. Ma fin dal principio, il papa li dissuase dal pensare all’Oriente, gli spagnoli erano

occupati a difendere la loro terra dall’invasione islamica.

“Ai partenti il Pontefice promise la remissione dei peccati in caso di morte lungo la via o in

combattimento, e dà, come simbolo e insegna, una croce di stoffa, indicando loro come meta

precisa Gerusalemme.

14

Ibidem, p. 24 15

Ibidem, p. 25 16

Giorgio Fedalto, Perché le crociate. Saggio interpretativo, Quarto Inferiore (Bologna), Pàtron, 1980, p. 53

(http://davidbotti.tripod.com/crociate.html)

Questi temi — la difesa della Cristianità, la liberazione del Sepolcro di Cristo e il soccorso

alla Chiesa d’Oriente — sarebbero ritornati in tutti i successivi appelli; il movimento crociato,

quindi, non può essere compreso senza aver presenti il ruolo eminente attribuito nel Medioevo alla

Chiesa e al Papato, il riconoscimento della religione cristiana come matrice e fondamento di

un’unità spirituale che aveva anche riflessi politici e sociali, e la conseguente solidarietà

"cattolica" di popoli e di re.

Nel lungo viaggio compiuto in Francia fra l’agosto del 1095 e lo stesso mese del 1096,

Papa Urbano II, che perseguiva l’ideale di una restaurazione territoriale e spirituale della

Cristianità, rende nota la duplice intenzione di portare a termine il vasto programma di riforma

della Chiesa avviato dal predecessore, Papa san Gregorio VII (1073-1085), e di estendere la

riconquista cristiana dal Mediterraneo occidentale e centrale fino al Vicino Oriente”17

.

Lo stesso pontefice fu sorpreso dal tanto entusiasmo con cui il messaggio di Clermont era

stato accolto – dobbiamo, inoltre, ricordare che la lotta con Enrico IV ancora non era conclusa – e

quindi, spese i tre anni successivi al consiglio, a regolare, mediante bolle e missioni di legati di sua

fiducia, il flusso dei partenti: favorì e incoraggiò le spedizioni militari e quelle delle flotte delle città

marinare tirreniche, disciplinò, invece con rigore le partenze che in quel modo potevano aver effetti

destabilizzanti per la società, come quelle dei monaci e delle persone sposate, e sconsigliò di partire

agli anziani e agli inabili.

Oltre alla Chiesa di Roma, alcuni cavalieri decisero di ampliare il loro voto, consacrando la

vita alla difesa dei pellegrini attraverso la creazione di ordini di monaci i tre maggiori sono: quello

degli Ospitalieri di San Giovanni di Gerusalemme, quello dei Poveri Cavalieri di Cristo, o del

Tempio, quello dei Fratelli dell'Ospedale di Santa Maria dei Teutonici, ossia l’Ordine Teutonico, e

due fondazioni minori, San Lazzaro e San Tommaso d’Acri —, che non tardano ad assumere un

ruolo di primo piano nella difesa delle strade e delle frontiere, grazie anche a un potente sistema di

fortezze difensive18

.

Abbiamo finora affermato che le crociate erano un mezzo per la protezione e la riconquista

del Santo sepolcro a Gerusalemme, ovviamente di estensioni a questa interpretazione ce ne furono

tantissime, dovute per svariati motivi come ad esempio l’opportunismo politico, speculazione

finanziaria.

“Il 13 gennaio 1099 Raimondo di Tolosa si diresse verso Gerusalemme e attaccò Bostrys,

Byblos, Beirut, Sidone, Tiro, Acri, Haifa, il Monte Carmelo, Cesarea, Ramla che fu sgomberata da

quasi tutta la popolazione musulmana e, infine, Betlemme.

17

http://davidbotti.tripod.com/crociate.html 18

Ibidem

Il 7 giugno il conte iniziò l'assedio di Gerusalemme, in quel momento sotto il controllo del

fatimide Iftikhār al-Dawla. I crociati erano ormai induriti dal viaggio, inferociti dalle privazioni e

in preda a un entusiasmo fanatico che si rivelò positivo sotto il profilo militare ma negativo sotto

quello morale.

Il 15 luglio la conquista della Città Santa fu realizzata grazie ad alcune torri d'assedio

costruite col legname ottenuto dallo smantellamento delle navi dei Crociati genovesi di Guglielmo

Embriaco. Il primo ad entrare in città fu il pisano Cucco Ricucchi, comandante di 120 galee,

seguito dal concittadino Coscetto Dal Colle. Goffredo di Buglione entrò fra i primissimi nella città,

coi suoi fratelli Baldovino ed Eustachio, alla testa dei suoi Lotaringi.

La guarnigione fatimide si rifugiò nella cittadella (da cui poté uscire sana e salva poco più

tardi, dopo aver pagato un fortissimo riscatto) mentre tutti gli altri musulmani, senza eccezione

alcuna di sesso e d'età, furono massacrati insieme agli ebrei della città, inutilmente ammassatisi

nella sinagoga. Un analogo trattamento sarebbe forse toccato anche ai cristiani orientali, evacuati

preventivamente dal governatore musulmano per paura di tradimenti, che i crociati probabilmente

non avrebbero nemmeno saputo riconoscere.

La città fu poi ripopolata dai cristiano-orientali e dai corregionali siriani e armeni, mentre

a musulmani ed ebrei fu proibito di soggiornarvi.

Conquistata Gerusalemme, i crociati negli anni successivi rafforzarono la propria posizione

conquistando l'area circostante la città, fino a controllare una zona che andava dal Mar di Levante

al Mar Rosso, al corso del Giordano alla Siria. Tutta la regione venne organizzata con il sistema

del feudalesimo, con alcuni principati indipendenti tra loro (contea di Edessa, principato di

Antiochia, contea di Tripoli, principato di Tiberiade e Oltregiordano, contea di Giaffa e di

Ascalona) ed alcuni feudi minori ad essi sottomessi. Sul piano formale ciascuno di questi Stati

accettava la superiorità di un sovrano che teneva corte a Gerusalemme.

Giuridicamente parlando la situazione del Regno di Gerusalemme era piuttosto spinosa:

formalmente, secondo il diritto riconosciuto dai cristiani, i territori appartenevano all'imperatore

bizantino, ma egli non era in buoni rapporti con i crociati ed era inoltre uno scismatico; si pensò

allora di offrire la corona al papa, che avrebbe potuto proclamarsi signore feudale di quelle terre,

come aveva fatto per l'Inghilterra e per la Sicilia”. Si decise di offrire la corona a uno dei crociati

che avevano partecipato alla spedizione.

La corona fu offerta a Raimondo – i cui domini costituivano uno dei tre massimi feudi di

Francia col ducato d'Aquitania e il ducato di Normandia – ma egli la rifiutò per il desiderio dei

suoi guerrieri di tornare al più presto in patria avendo assolto al votum crucis crociato. Inoltre

l'energico Raimondo aveva subito il veto dei normanni. Per accordare tutti era chiaro che si

sarebbe dovuto scegliere una personalità non di spicco e si ripiegò allora su Goffredo da Buglione.

Goffredo si batté ancora valorosamente nell'estate del 1099, durante le conquiste del porto

di Giaffa e di Ascalona, ma perì nel 1100 a Gerusalemme. Suo fratello Baldovino non perse tempo:

meno tormentato spiritualmente di Goffredo e più energico, scese dal suo feudo di Edessa e si fece

incoronare re di Gerusalemme senza gli scrupoli dimostrati dal fratello. Fu l'inizio vero e proprio

del Regno di Gerusalemme” 19

.

1.3.2. La seconda, e la terza crociata 1147 – 1149 d.C.; 1189 – 1192 d.C.

La seconda crociata venne condotta dal re “di Francia Luigi VII, alleato al solo Corrado III

del Sacro Romano Impero, ignorando le possibili alleanze con alcuni potentati musulmani che

avrebbero permesso di riprendere la contea di Edessa. Egli, ascoltando le perorazioni di alcuni

cattivi consiglieri abbagliati dalle ricchezze di Damasco, cinse d'assedio la capitale siriana senza

nemmeno cercare l'aiuto del re normanno di Sicilia né del basileus bizantino, riportando una

disastrosa sconfitta nel 1148” 20

.

La seconda metà del XII secolo segnò comunque una fase di ripiegamento del mondo

cristiano dinanzi all’islam: nella penisola iberica l’arrivo degli almohadi aveva congelato la

Reconquista, mentre in Siria l’affermarsi di Saladino, aveva scoraggiato nuove crociate dopo il

fallimento della grande impresa del 1189 – 1193 guidata dall’imperatore Federico I, dal re di

Francia Filippo II Augusto e dal re d’Inghilterra Riccardo Cuor di Leone.

“La terza crociata (1189-1193), detta anche la "crociata dei Re", fu un tentativo, da parte di

vari sovrani europei, di strappare Gerusalemme e quanto perduto della Terra Santa, al Saladino.

Vi parteciparono Federico Barbarossa, che morì in Anatolia, forse per un arresto cardiaco oppure

durante il guado di un fiume della Cilicia, chiamato Salef, cadendovi e annegando a causa della

pesantezza della sua armatura, Filippo II Augusto, re di Francia e Riccardo Cuor di Leone, re

d'Inghilterra21

”.

Tra la seconda crociata e la terza crociata Saladino, riuscì a prendere il controllo di Damasco

(1174), di Aleppo (1183) e di Mossul (1186), grandi empori commerciali. Attaccò quindi il Regno

di Gerusalemme e, “grazie alla insipiente smania aggressiva del Reggente del regno, Guido di

Lusignano, di Rinaldo di Chatillon, di Umfredo II di Toron e del nuovo Patriarca Eraclio,

arcivescovo di Cesarea (che erano riusciti a vanificare l'assennata linea strategica del defunto re

19

http://it.wikipedia.org/wiki/Prima_Crociata 20

http://it.wikipedia.org/wiki/Crociata 21

Ibidem.

lebbroso di Gerusalemme, Baldovino IV, orientata a un accordo con le forze musulmane

dell'area)” 22

.

“Saladino attaccò e conquistò la Siria. L'esercito del Regno di Gerusalemme, mossosi dalla

Città Santa in direzione nord per contrattaccare, fu distrutto durante la battaglia di Hattin (4 luglio

1187), nella quale vennero catturati sia il re Guido, sia il Maestro templare, che vennero usati

come ostaggi da rilasciare in cambio della consegna di piazzeforti. La reliquia della vera Croce,

portata in battaglia dai crociati come miracolosa insegna, fu presa e di essa si persero le tracce.

Saladino decapitò di propria mano Rinaldo di Châtillon, adempiendo al voto solenne che aveva

espresso in precedenza di vendicare una carovana di pellegrini musulmani diretti alla Mecca e

spietatamente trucidati da Rinaldo. Tutti gli Ospitalieri e i Templari catturati vennero uccisi,

perché la loro regola vietava di pagar riscatti per la loro liberazione e imponeva ai guerrieri

liberati di tornar subito a combattere.

La strada per Gerusalemme era ormai aperta per Saladino, ed egli pose l'assedio alla città

ma non ebbe bisogno di espugnarla: il suo difensore, Baliano di Ibelin, ebbe la saggezza di

negoziare una resa onorevole in cambio di un'evacuazione ordinata dei circa 16.000 abitanti

cristiani che vi erano asserragliati, i quali vennero fatti uscire e imbarcare senza subire perdite.

Saladino entrò trionfante nella città il 2 ottobre 1187”23

.

Il regno crociato si riduceva così a una sottile striscia costiera tra gli attuali Libano e Israele.

“Sotto il suo potere caddero poi altre città cristiane di Outremer, come Giaffa, Beirut e San

Giovanni d'Acri, quest'ultima, riconquistata dai cristiani, divenne il principale centro di resistenza

all'avanzata musulmana ancora per circa 90 anni. Sconfitto da Riccardo Cuor di Leone ad Arsuf

ebbe col sovrano plantageneto rapporti di stima ma il re d'Inghilterra non rimase in Terra Santa

abbastanza a lungo per mettere a frutto le sue indubbie qualità guerriere.

Saladino governò con energia ed efficienza l'Egitto, la Siria e lo Yemen, tenendo sotto il

proprio controllo anche le due principali città sante dell'Islam: Mecca e Medina”24

.

Grazie all’impegno di Riccardo d'Inghilterra, fu raggiunto comunque un risultato positivo, la

riconquista di San Giovanni d'Acri, che divenne la nuova capitale del Regno. Dopo la battaglia di

Arsuf fu siglata col Saladino la pace di Ramla del 1192.

1.3.3. Dalla quarta crociata 1198 alla fine dell’Impero Ottomano 1923

22

http://it.wikipedia.org/wiki/Saladino 23

http://www.arsbellica.it/pagine/medievale/Hattin/hattin.html 24

Ibidem.

La quarta crociata fu indetta da Papa Innocenzo III all'indomani della propria elezione al

soglio pontificio nel 1198, e fu diretta contro i musulmani in Terra Santa. Nella prima enciclica di

Innocenzo III dell'agosto 1198 la liberazione di Gerusalemme era vista come necessaria.

I crociati in realtà non arrivarono mai in Terra Santa. Visto l'esiguo numero di soldati giunti

a Venezia, il doge veneziano Enrico Dandolo partì alla riconquista di Zara.

La crociata, si concluse con la conquista di Costantinopoli da parte dei crociati e dei

veneziani e con lo smembramento dell’impero bizantino; le spedizioni sul Baltico e quella contro

gli «albigesi» nella Francia meridionale sortirono esiti che il papa non poteva non accogliere se non

con perplessità, per quanto le avesse legittimate.

Le tantissime conquiste dei musulmani avevano allontanato le speranze dei condottieri

cristiani di poter riconquistare Gerusalemme. La crociata del 1217 – 1221 e poi quella del 1248 –

1254 si diressero contro i porti del Nilo.

Nel frattempo Federico II, tra il 1228 e il 1229, aveva ricevuto dal sultano d’Egitto, in forza

d’una tregua, una Gerusalemme smantellata e indifendibile.

Nel 1244 le milizie nomadi kwarizmiane, guidate dal governatore della fortezza giordana di

Kerak, entravano nella Gerusalemme smantellata così come l’aveva voluta l’accordo fra

l’imperatore germanico e il sultano egiziano, ne espellevano i cristiani (circa 6.000) e ne uccidevano

2.000 in un orrendo massacro25

. Nel 1250 mentre i Re europei morivano o erano prigionieri, gli

schiavi guerrieri mamelucchi al servizio di questi rovesciavano i loro signori e con un colpo di

mano ne prendevano il posto; nel 1258, infine, i mongoli conquistavano Baghdad e uccidevano

l’ultimo califfo abbaside.

“Nel 1270, con la morte del re santo (Luigi IX), si chiude quella che è stata definita

"l’epopea delle crociate"26

, il cui insuccesso finale è causato soprattutto dal venire meno della

motivazione religiosa e dal prevalere degli interessi materiali e dei giochi politici, che aggravano

le difficoltà già esistenti.

Tuttavia, sotto il profilo religioso, le crociate alimentano la pietà popolare, i pellegrinaggi,

il senso cavalleresco di difesa dei poveri e dei pellegrini, senza dimenticare le prospettive

missionarie aperte ai nuovi ordini mendicanti”27

.

Cento anni di guerre, di morti in nome della difesa del Santo Sepolcro si conclusero con la

vittoria dei mamelucchi e il trionfo dei musulmani.

25

Franco Cardini, L’invenzione del nemico, cit. p.32 26

René Grousset, L’epopea delle crociate, trad. it., Novara, Istituto Geografico De Agostini, 1968. 27

http://davidbotti.tripod.com/crociate.html

L’importanza delle crociate è una questione controversa. Secondo Prutz28

(1883), il loro

significato storico e culturale è insuperato, in quanto fu proprio per merito dei cavalieri franchi che

gli europei scoprirono le meraviglie d’Oriente.

“Quando i turchi, espugnata Costantinopoli nel 1453, riprendono la loro offensiva verso il

cuore dell’Europa, la Cristianità sa ritrovare l’originaria fraternità d’armi e dar vita alle ultime

grandi imprese crociate, conseguendo splendide e decisive vittorie nelle acque di Lepanto, nel

1571, e sulle colline viennesi di Kahlenberg, nel 168329

”.

Dopo il 1492 l’Europa cristiana sviluppo importanti relazioni commerciali con i porti del

Mediterraneo. Con i nuovi decreti cristiani, molti musulmani vennero convertiti forzatamente.

Intanto l’avanzata dei turchi ottomani stava diventando inafferrabile, nel 1354 superarono lo

stretto di Dardanelli, nel 1361 conquistarono Adrianopoli, nel 1389, a seguito della battaglia detta

Kosovo Polje, abbatterono il regno di Serbia e nel 1393 conquistarono il regno di Bulgaria,

arrivando a minacciare l'Ungheria. Il re ungherese Sigismondo tentò di fermarli ma fu sconfitto

nella battaglia di Nicopoli nel 1396.

La grandissima sconfitta che subirono i turchi ottomani fu la Battaglia di Lepanto nel 1571,

una battaglia navale che però non riportò la Terra Santa sotto il dominio della Croce30

.

Per i successivi tre secoli nessun avvenimento importante vide Gerusalemme protagonista.

L’impero ottomano cadde definitivamente dopo un secolo di incertezze il 29 Ottobre 1923.

1.3.4. Dalla fine dell’Impero Ottomano ai giorni nostri

Fu la prima guerra mondiale che pose fine al lungo processo d’erosione dell’impero

ottomano e che fondò il moderno sistema di Stati che sarebbe durato più o meno da quel momento

in avanti. Questa trasformazione avvenne in tre modi31

:

1. l’impero ottomano soccombette alla pressione militare esercitata della Russia ad est e

dalla Gran Bretagna e i suoi alleati arabi al sud. Nelle regioni arabe da cui gli

ottomani furono espulsi, i britannici e i francesi definirono nuove entità territoriali

che divennero poi Stati: Libano, Siria, Iraq, Transgiordania e Palestina.

2. Fu creato un nuovo Stato turco all’interno delle vecchie aree turche dell’impero

ottomano. La stessa Turchia fu inizialmente soggetta a severi controlli esterni

formalizzati nel trattato di Sèvres del 1920.

28

Jack Goody, Islam e Europa, Milano, Raffaello Cortina Editore, 2004, p.37 29

http://davidbotti.tripod.com/crociate.html 30

Antonio Picasso, Il Medio Oriente Cristiano reportage dal cuore della Mezzaluna fertile, Roma, Bandalarga editore,

2010 31

Fred Halliday, The middle East in International Relations. Power, Politics and Ideology, Cambridge Universiy, 2005

3. All’interno di un’altra area lasciata dalla Turchia, i territori occidentali della penisola

arabica si creò un vuoto di potere.

I territori della Palestina, andarono sotto il controllo della

Gran Bretagna che oscillava tra il favorire la partizione fra

zone arabe e zone ebree. Con il Rapporto della commissione

Peel32

del 1937 e la visione di una Palestina libera sembrava

che i problemi non si sarebbero presentati. Questa figura

rappresenta le suddivisioni dello stato palestinese tra arabi ed

ebrei, era la suddivisione proposta dalla commissione Peel. La

parte gialla è il territorio che sarebbe aspettato alle

popolazioni ebree, la parte verde agli arabi, mentre sia per

Gerusalemme che per Nazareth si era scelto un mandato e le

due città sarebbero dovute rimanere al di fuori ella spartizione

territoriale.

Due anni più tardi, nel 1939 si consolidava l’idea con

il Libro Bianco, di una Palestina libera ed indipendente.

Infatti, Terzo Libro Bianco33

prevedeva la limitazione delle

vendite di terra araba alle organizzazioni sioniste.

Tre zone erano assolutamente vietate alla vendita: la

Samaria, la Striscia di Gaza e tutti i territori della regione di

Be’er Sheva; mentre le zone della valle del Giordano, la Galilea, la Tantura, Haifa e il sud del

deserto del Negev, potevano essere vendute ma solo dopo speciale accordo delle autorità

mandatarie britanniche. Infine, da Tantura fino al sud de Tel-Aviv, come pure nella regione di

Haifa, le vendite sono libere.

«Tenuto conto della crescita naturale della popolazione araba e l’importanza delle

vendite di terre arabe agli ebrei, in certi punti non resta più abbastanza posto per nuovi

trasferimenti di terre arabe, mentre in altri punti questi trasferimenti devono essere

limitati perché i coltivatori arabi possano mantenere il loro livello attuale di vita e non

sia creata nelle vicinanze una corposa popolazione araba senza terre. In queste

32

F.Halliday, The middle East in International Relations. Power, Politics and Ideology, cit., p.142 33

Esistono altri due libri bianchi, uno del 1922 l’altro del 1930, utilizzati dalla Gran Bretagna come accordi per le terre

palestinesi

Figura 6 http://www.palestineremembered.com/Acre/

Maps/Story579.html

circostanze, l'Alto Commissario riceverà tutti i poteri per proibire e regolamentare i

trasferimenti di terre34

»

Queste sembravano le premesse per una pace duratura in quei territori, ma alla fine della

seconda guerra mondiale, nel 1945, l’ago della bilancia aveva cambiato drammaticamente

direzione: le popolazione ebree uscirono dalla guerra praticamente dimezzate, il regime nazista

aveva ucciso 6 milioni di ebrei e questi si stavano rivoltando contro le autorità britanniche per

rivendicare i territori che la Torah35

prevedeva.

Tutto ciò scatenò l’ira delle popolazioni palestinesi che nel maggio del 1948 iniziarono ad

attaccare le popolazioni ebree insediate; l’esercito ebraico era superiore a quello arabo e così gli

ebrei riuscirono, senza troppe difficoltà a prendersi la maggior parte dello Stato palestinese: la

Giordania si prese la West Bank e parte di Gerusalemme, l’Egitto si prese la Striscia di Gaza. Circa

un milione di palestinesi arabi residenti nel territorio del Mandato di Palestina, su un totale di 1,4

milioni, divennero rifugiati36

.

Secondo la dichiarazione d’indipendenza del nuovo Stato, Israele era uno «Stato ebraico

fondato dal popolo e per il popolo ebraico»37

.

Il 14 Maggio 1948, lo Stato Israeliano proclamava la sua Indipendenza38

.

La leadership del movimento per l’emancipazione palestinese è complessa, un subisso di

capi religiosi e carismatici e comandanti tendenzialmente laici o addirittura di estrazione marxista.

In questo secondo gruppo è rilevante anche la presenza cristiana come quella di Emile Ghoury:

arabo, cristiano, laureato all’Università di Cincinnati (USA) membro dell’Alto Comitato Arabo,

sarà lui a comandare l’esercito dopo la morte di Abd al-Qadir al-Hussein l’8 Aprile 194839

. Questo

dimostra come in quel periodo il progetto di una nazione palestinese era laico e lontano da

ingerenze religiose, soprattutto di matrice islamica, ma soprattutto non c’erano differenze tra arabi

cristiani e arabi musulmani; si voleva solamente uno Stato Palestinese, laico.

Negli anni successivi, molti furono i processi e i trattati che volevano stabilizzare la

situazione in tutto il Medio Oriente, le varie richieste di indipendenza da parte della Siria, la

presenza dell’esercito britannico in Egitto, l’appoggio dell’URSS a Israele scatenarono un punto di

non ritorno; nel 1956, l’Egitto guidato da Nasser, cercava di acquisire la proprietà del Canale di

34

Estratto dal Terzo Libro Bianco del 1930 35

La Torah, all’interno della Bibbia, Numeri, 34 36

F.Halliday, The middle East in International Relations. Power, Politics and Ideology, cit., p.143 37

R.Owen, State, power and politics in the making of the modern middle east (3rd

edition), London – New York,

Routledge, Taylor & Francis Group, 2004 38

A.Picasso, Il Medio Oriente Cristiano, cit. p.21 39

A.Picasso, Il Medio Oriente Cristiano, cit. p.22

Suez, in quanto simbolo dell’indipendenza nazionale e risorsa economica necessaria al

finanziamento dei suoi progetti di sviluppo. Le linee della guerra fredda non si intersecarono, ma

Israele, guidato da Ben Gurion, volle affiancare Gran Bretagna e Francia per sopprimere Nasser. Fu

così che il 29 Ottobre 1956 Israele attaccò l’Egitto seguito il giorno dopo da Gran Bretagna e

Francia. A questo punto le reazioni dell’occidente innescarono una serie di richieste che portarono

al ritiro delle truppe europee dal Canale. La guerra fredda era entrata a far parte del Medio Oriente,

una serie di turbolenze crescenti e di dissenso arabo portarono alla terza guerra arabo israeliana

dodici anni dopo, la cosiddetta Guerra dei sei giorni, quando gli Israeliani lanciarono un attacco a

sorpresa all’Egitto il 5 giugno 1967, per riprendersi la navigazione degli Stretti di Tiran che Nasser

aveva bloccato, nel giro di poche ore l’esercito egiziano crollò e l’esercito israeliano avanzò nel

Sinai e raggiunse il Canale. Nel frattempo, la Siria perdeva gran parte del territorio del Golan,

mentre la Giordania la West Bank. Gli israeliani uscirono da questa guerra più forti che mai, gli

eserciti arabi umiliati e Nasser diede le sue dimissioni.

Le conseguenze della guerra del 1967 riguardarono il riallineamento della guerra fredda,

Israele aveva ottenuto l’appoggio dell’occidente, mentre la Russia appoggiava le nazioni arabe. Di

conseguenza la quarta guerra arabo – israeliana, lanciata dall’Egitto il 6 Ottobre 1973, fu

interpretata da Washington come facente parte di un assalto sovietico agli interessi occidentali40

.

“La guerra iniziò quando l'Egitto e la Siria lanciarono, nel giorno dello Yom Kippur un attacco

congiunto a sorpresa, rispettivamente nel Sinai e nelle alture del Golan, territori conquistati sei

anni prima da Israele.

Gli egiziani e i siriani avanzarono durante le prime 24-48 ore, dopo le quali la situazione

cominciò a entrare in una fase di stallo per poi volgere a favore di Israele. Nella seconda settimana

di guerra, i siriani erano stati completamente respinti ed erano fuori dalle alture del Golan. Nel

Sinai, a Sud, gli israeliani avevano agito sui punti di comunicazione tra le due armate arabe

penetrate nella regione, ed erano entrati a loro volta in territorio egiziano dopo il superamento del

Canale di Suez (che faceva da frontiera prima del 6 ottobre). Al momento del cessate il fuoco, la III

Armata egiziana era totalmente tagliata fuori da ogni linea di rifornimento e contatto col resto del

contingente arabo, pur protetta da un forte sistema missilistico.

Il conflitto ebbe implicazioni a lungo termine per molti paesi. Il mondo arabo, che si sentiva

umiliato dalla completa disfatta dell'alleanza siro-giordano-egiziana durante la guerra dei sei

giorni, ebbe modo di sentirsi psicologicamente appagato dalle vittorie ottenute nelle prime

battaglie e questo spianò la strada al processo di pace che si aprì poco dopo la fine delle ostilità,

40

F.Halliday, The middle East in International Relations. Power, Politics and Ideology, cit., p.173

oltre ad alcune liberalizzazioni economiche41

”. Gli accordi di Camp David sono stati firmati dal

presidente egiziano Anwar al-Sadat e dal Primo Ministro israeliano Menachem Begin il 17

settembre 1978, dopo dodici giorni di negoziati segreti a Camp David. I due accordi sono stati

firmati alla Casa Bianca sotto l'auspicio del Presidente degli Stati Uniti Jimmy Carter. Gli accordi

hanno portato direttamente al Trattato di pace israelo – egiziano del 1979.

L’invasione del Libano, del 1982, da parte dell’esercito israeliano, fu incoraggiata,

tacitamente, dall’amministrazione Reagan; gli Stati Uniti erano agognanti di “perseguitare” gli

alleati sovietici del Terzo mondo, in questo caso la Siria e l’OLP42

.

L’invasione del Libano e la volontà, da parte del governo israeliano, di far passare i soldati

palestinesi come terroristi portarono ad una serie di guerriglie che si conclusero in prima battuta con

la prima intifada, nel 1987; “L'8 dicembre un camion israeliano colpì due furgoni che

trasportavano operai di Gaza a Jabaliyya, un campo profughi che al tempo ospitava 60.000

residenti. Uccise all'istante quattro di loro. Quella sera, scoppiò una rivolta a Jabaliyya, dove

centinaia di persone bruciarono gomme e attaccarono le Forze di Difesa Israeliane lì di turno. La

rivolta si espanse ad altri campi profughi palestinesi e infine a Gerusalemme. Il 22 dicembre il

Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite condannò Israele per avere violato le Convenzioni di

Ginevra a causa del numero di morti palestinesi in queste prime poche settimane di Intifada.

Molta della violenza palestinese si espresse con mezzi poveri; decine di adolescenti

palestinesi affrontavano le pattuglie di soldati israeliani bersagliandoli di sassi. Comunque, col

tempo questa tattica lasciò il passo agli attacchi con bomba Molotov, più di 100 attacchi con

bombe a mano e più di 500 attacchi con fucili o esplosivi. Molti civili e soldati israeliani furono

uccisi così. Le forze militari israeliane, di contro, possedevano gli armamenti e le tecnologie di

difesa più moderni.

Inoltre, un numero stimato di 1.000 presunti informatori fu ucciso da milizie civili arabe,

benché gruppi arabi per i diritti umani palestinesi contestano che molti non erano "collaboratori"

ma vittime di vendette.

Nel 1988 I Palestinesi iniziarono un movimento nonviolento per trattenere le tasse – la

legalità della cosa sotto la legge internazionale è discussa.

Il 19 aprile 1988 un leader dell'OLP, Abu Jihad, fu ucciso a Tunisi. Durante il sollevamento

e la sommossa che seguirono, circa sedici Palestinesi furono uccisi. Nel novembre dello stesso

41

http://pietrobertiimola.blogspot.com/2010_05_01_archive.html 42

L’OLP (Organizzazione per la Liberazione della Palestina) nasce nel 1964, fu creata dalla Lega araba, ma posta però

sotto il controllo degli Stati arabi, e in particolare dell’Egitto. A quel tempo L’OLP era un `attore non statale` solo di

nome. In ogni caso il 1967 aveva comunque dato ampio spazio di manovra al movimento palestinese. Il nuovo leader

dell’OLP, Yasser Arafat, usò la propria organizzazione politica al – Fath (un acronimo inverso dell’arabico HTaF,

Harakat al-tahrir filastin, o Movimento per la liberazione della Palestina) per rappresentare una voce palestinese

indipendente.

anno e nell'ottobre del successivo, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite passò risoluzioni di

condanna contro Israele”43

.

Mentre l'Intifada proseguiva, Israele introduceva vari metodi di controllo delle sommosse

che avevano l'effetto di ridurre il numero di morti palestinesi. Un altro elemento che aveva

contribuito all'iniziale alto numero di vittime era stato l'atteggiamento aggressivo del Ministro della

Difesa Yitzhak Rabin nei confronti dei Palestinesi. In un giro per il campo profughi di Jalazon nel

gennaio 1988, Rabin disse: "La prima priorità delle forze di sicurezza è di prevenire

manifestazioni violente con forza, potere e botte ... Faremo capire chi manda avanti i

territori"44

.Il suo successore Moshe Arens mostrò in seguito di avere una migliore idea di

pacificazione, che forse si rifletté nel minore numero di morti degli anni successivi.

“Il 6 luglio 1989, ci fu il primo attacco suicida dentro i confini di Israele, il massacro del

bus 405 a Tel Aviv. Nessun altro attacco di questa portata avvenne fino a dopo gli Accordi di

Oslo45

”.

Nel 1993 ad Oslo46

il governo israeliano e l’OLP decisero di impegnarsi per una definitiva, e

giusta, risoluzione della disputa. La realizzazione e le scadenze previste dell’implementazione degli

accordi sembrano rimanere, comunque, al di là delle capacità e possibilità delle due dirigenze. La

mancanza di fiducia reciproca a livello negoziale fu peggiorata dal risentimento e dall’influenza,

ostruttiva e irresponsabile, delle comunità e delle diaspore.

«Con gli Accordi di Oslo del 1993 si è arrivati, diciamo a risolvere il 90% dei problemi qui, ma c’è

ancora un 10% che deve essere, come dire, rivisitato e risolto»

43

http://dictionnaire.sensagent.com/prima+intifada/it-it/ 44

http://www.jmcc.org/Documentsandmaps.aspx?id=634 45

http://dictionnaire.sensagent.com/prima+intifada/it-it/ 46

F.Hallyday, The middle East in International Relations. Power, Politics and Ideology, cit., p.181

Figura 7 Yitzhak Rabin, Bill Clinton e Yasser Arafat durante gli

Accordi di Oslo del 13 settembre 1993.

Era il 28 settembre 2000, quando l’allora capo del Likud e futuro premier Ariel Sharon

entrò, alle 7.45 del mattino, protetto da oltre 1000 uomini armati, nella Spianata delle moschee a

Gerusalemme, scatenando la violentissima reazione araba che sfociò, il giorno seguente, nella

cosiddetta “Seconda Intifada”, 13 anni dopo la prima.

Il 29 settembre, al termine delle preghiere del venerdì, divamparono le proteste, che si

estesero, nelle settimane successive, alla Cisgiordania, a Gaza, alla Galilea.

La visita di Sharon, che intendeva riaffermare la piena sovranità israeliana, anche in vista

delle elezioni che poi avrebbe vinto, fu duramente contestata dal leader palestinese Yasser Arafat,

che la definì “inaccettabile” e provò ad impedirla, recandosi in visita dall’allora premier laburista

Ehud Barak, nella sua residenza a nord di Tel Aviv, ma ottenne in risposta un laconico: ”Non so

che farci, questa è la democrazia”.

Dei protagonisti di allora proprio Barak è rimasto l’unico sulla scena politica, dopo la morte

di Arafat e l’entrata in coma irreversibile di Sharon.

La passeggiata dell’ex premier fu il casus belli che fece precipitare una situazione già

precaria, dopo che la morte di Yitzhak Rabin, assassinato da un ebreo oltranzista, aveva, di fatto,

vanificato la gran parte dei trattati di pace di Oslo del 1993, cui Rabin aveva interamente dedicato

gli ultimi anni della propria esistenza e che gli erano valsi, assieme all’ex grande nemico Arafat, il

premio Nobel per la pace. La svolta a destra dei successivi governi israeliani, il fallimento degli

accordi di Sharm al-Shaykh del 1999 peggiorarono ulteriormente il quadro.

La Seconda Intifada47

, si differenzia dalla prima per il massiccio coinvolgimento nella

sommossa anche della popolazione araba residente in Israele e per il sistematico ricorso ad attentati

suicidi da parte dei kamikaze palestinesi, che in questi anni hanno insanguinato molte città dello

stato ebraico, colpendo autobus, ristoranti, locali notturni. Gli israeliani, da parte loro, hanno reagito

ricorrendo a rappresaglie militari e, spesso, alla demolizione di edifici e rifugi dei terroristi. Il leader

palestinese pagò un prezzo altissimo alla Seconda Intifada, venendo confinato nel suo quartier

generale di Ramallah, dal quale uscì solamente per andare a Parigi, dove è morto il 4 novembre

2004.

Dal 2000, nonostante l’avvicendarsi di governi, partiti, maggioranze e leader politici, poco o

nulla è cambiato, la road map è ben lontana dall’essere applicata, gli scontri sono meno frequenti

ma non sono mai cessati.

Discutere ancora e più a lungo sulle questioni storiche sarebbe sicuramente fuorviante, e

molto lungo, quindi dobbiamo limitarci a poter chiarire alcuni punti che dalla fine della seconda

intifada ad oggi hanno visto protagonista Israele.

47

Http://www.loccidentale.it/autore/manuel+fondato/a+7+anni+dall%E2%80%99inizio+della+seconda+intifada+n%C3

%A9+vincitori+n%C3%A9+vinti.007116

Certo, sicuramente la costruzione del muro che divide la West Bank da Israele ha aiutato,

come dire, a limitare gli attacchi terroristici da parte dei kamikaze palestinesi. Sicuramente non

mancano le paure, come quelle che hanno visto protagonista Israele lo scorso 31 maggio 2010,

quando una flotta di una ONG turca, è stata attaccata dall'esercito israeliano prima di poter portare a

compimento la sua missione di pace nella striscia di Gaza. La nave turca, infatti, si stava

avvicinando alla costa israeliana esclusivamente per un aiuto umanitario alla striscia di Gaza, il

governo israeliano, già infastidito da innumerevoli azioni di pace da parte di alcuni degli Stati più

importanti europei e nei confronti sia della striscia di Gaza che della West Bank, non ha aspettato

neanche un minuto per potersi “difendere”.

Sono morti civili che non avevano nulla a che vedere con questa questione.

Il 1° giugno 2010 una serie di testate giornalistiche hanno condannato lo stesso Israele per la

cruenta azione nei confronti di civili che non avevano nulla a che fare con il conflitto Israelo –

Palestinese, ad esempio, Fabio Nicolucci, giornalista de `Il Mattino`scrive: «... Se ieri, Netanyahu,

fosse del tutto impazzito e avesse ordinato non altro convoglio per Gaza bensì di far saltare il

parlamento israeliano non avrebbe potuto causare più danni al Israele di quelli effettivamente

arrecati. Lo sconcertante il sanguinoso assalto al convoglio lascia davvero senza fiato...»48

; altri

articoli citano:«... c'era una volta la capacità di Israele di eseguire operazioni militari con il

minimo di spargimento di sangue il massimo del successo... L'indebolimento della forza militare di

Israele si è del resto fatto progressivamente sempre più visibile delle ultime guerre... in questo

senso il Primo Ministro di Israele è profondamente responsabile di quel che è successo nel mare

davanti a Gaza, anche se era in Canada... La politica palestinese in Cisgiordania e di Gaza è

profondamente diversa, dopo la rottura che ha opposto Hamas e Fatah»49

.

Ovviamente, parlare della rottura tra Hamas e Fatah, sarebbe ancora più inutile, ma

possiamo comunque dire che da quando Hamas, ha preso il potere nella striscia di Gaza la

situazione è sicuramente cambiata, anche nei confronti degli stessi palestinesi, Hamas ha attuato

una sorta di limitazione della libertà personale, soprattutto nei confronti dei giornalisti palestinesi ai

quali ha limitato l'uso della scrittura, a volte reprimendola anche con la violenza. L'occidentale50

scrive: «il movimento islamista, ben noto per le dure misure lotta contro i reporter “ostili”. Almeno

13 giornalisti palestinesi sono stati arrestati torturati dalle milizie di Hamas da quando il

movimento ha preso il controllo totale della striscia di Gaza nell'estate del 2007... quando Al -

48

F.Nicolucci, Più vicino il punto di non ritorno, Il Mattino, martedì 1° Giugno 2010 49

L.Annunziata, Equilibri stravolti, La Stampa, martedì 1° Giugno 2010 50

Giornale online che si occupa di varie questioni, con molto interesse verso il Medio Oriente:

http://www.loccidentale.it/

Jazera non è riuscita a mandare in onda diretta un discorso tenuto a Ramallah dal presidente

dell'autorità palestinese, questi ha dato ordine di proibire agli operatori della stazione televisiva di

entrare nella sua area e di seguire le notizie relative all'attività degli alti ufficiali palestinesi»51

.

Concludendo questo capitolo, possiamo subito renderci conto del fatto che la questione

israelo – palestinese, non avrà sicuramente fine a breve termine, soprattutto dopo gli avvenimenti

accaduti ieri, 23 gennaio 2011, quando l'emittente giornalistica araba Al – Jazera, ha pubblicato una

serie di documenti segreti tra Israele e l'Associazione Nazionale Palestinese che prevedevano una

serie di «Compromessi su sicurezza e rifugiati e disponibilità a concedere insediamenti illegali... Si

tratta di quasi 1.700 documenti segreti su centinaia di incontri tra palestinesi, israeliani e americani,

a cui si aggiungono e – mail e bozze di proposte. Il periodo compreso è 1999-2010. Al – Jazera ha

indicato che pubblicherà tutto il materiale tra il 23 ed il 26 gennaio 2011. La documentazione,

scrive il Guardian, proviene in gran parte dalla Unità di sostegno ai negoziati palestinesi (Nsu)

guidata dal negoziatore Saeb Erekat, che ha svolto un ruolo di sostegno tecnico-legale per i

palestinesi nel corso dei colloqui. Altro materiale proviene dall'apparato di sicurezza palestinese.

L'israeliano Maariv ipotizza poi che dietro alle rivelazioni della emittente possa nascondersi

Mohammed Dahlan, un dirigente di al Fatah entrato di recente in rotta di collisione con il presidente

dell'Anp Abu Mazen. Al Jazira afferma di aver ricevuto il materiale, che poi ha passato al

Guardian, da «diverse fonti nel corso di molti mesi52

».

La replica da parte dell’ANP è stata quella di dire che sono solo bugie.

Speriamo solo, che non sia un altro pretesto, per poter di nuovo ricorrere alla guerra come

mezzo di soluzione.

51

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http://www.corriere.it/esteri/11_gennaio_24/palestinian-papier_b1e229ca-27a5-11e0-9fb9-

00144f02aabc.shtml?fr=box_primopiano


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