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L’ECO SPECIALE PASQUA Distretto 206 - Italia
Speciale Pasqua 2016
Distretto 206 - Italia International Inner Wheel
Governatrice DONATELLA NICOLICH POLIZZI
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Un mio pensiero per voi
Mie care Amiche,
fra poche ore sarà Pasqua e vi immagino impegnate nei preparativi per
viverla al meglio.
Ringrazio quante mi hanno inviato il loro contributo perché leggendovi
ho focalizzato quanto le nostre usanze siano variegate, profonde e spero
irrinunciabili e capaci di ammantare ogni festa di un'aura speciale permeata
di poesia. E la poesia fa bene all’anima.
Domenica il mio pensiero sarà con ognuna di voi e vi offrirà un abbraccio,
una carezza, un sorriso e vi augurerà
BUONA E SERENA PASQUA
Marzia
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Che la colomba della pace non smetta
mai di volare sui nostri Club
SPECCHIO
Ed ecco sul tronco
si rompono gemme:
un verde piu' nuovo dell'erba
che il cuore riposa:
il tronco pareva gia' morto,
piegato sul botro.
E tutto mi sa di miracolo;
e sono quell'acqua di nube
che oggi rispecchia nei fossi
piu' azzurro il suo pezzo di cielo,
quel verde che spacca la scorza
che pure stanotte non c'era.
Salvatore Quasimodo
BUONA PASQUA!
Donatella
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"Scarcella pasquale: forme, decorazioni e ingredienti vari; scrigno di sapori ed emozioni." Un abbraccio Lina
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Nidi di Pasqua
I “Nidi di Pasqua” sono il mio usuale antipasto formati da una corona di purè di patate che rappresenta la paglia, una di spinaci o meglio erbe di campo (raccolte con i miei familiari) e uova sode a metà. Buona Pasqua, Marzia
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Per tradizione di casa mia a Pasqua si va in montagna, oppure si fa un viaggetto. Mal che vada si va al ristorante. Comunque non si cucina, la cuoca riposa! Però già dalla Domenica delle Palme e per tutto il periodo pasquale si addobba la casa con dei segni/simbolo che vengono dalla tradizione tedesca: alberi di Pasqua, uova colorate (in cestini o appese), coniglietti in giardino (per chi ce l'ha) o sul balcone, nascosti tra l'erba e che i bambini giocano "a trovarli". In allegato, qualche esempio facile da copiare. La fantasia non manca a nessuna e del resto si utilizza quello che si trova. Per le più pigre e con poca manualità, uova decorate-nastri-rami-pulcini-coniglietti, ecc. si trovano in commercio già belli e fatti. Basta assemblarli! Rosanna
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ARZIGNANO C.A.R.F.
Scambio delle uova: una tradizione antica
L'uovo di Pasqua, oggi sinonimo della versione in cioccolato, è l’evoluzione di una tradizione tradizione precedente: quella delle uova di gallina, spesso colorate, distribuite in occasione della festività.
L’usanza dello scambio delle uova ha tuttavia origini molto lontane, ben prima dell’avvento del Cristianesimo e dei suoi significati connessi alla Pasqua.
Per i popoli più antichi, esso era sinonimo di vita. Pare che la consuetudine di portare uova in dono risalga agli antichi Persiani in concomitanza con le celebrazioni per l’arrivo della primavera.
La tradizione si sarebbe quindi diffusa in Egitto e in Grecia, mentre i primi esemplari decorati risalirebbero all’antica Cina.
Il simbolo della vita e della rinascita, in relazione naturalmente alla morte e alla resurrezione di Cristo, venne poi assorbito dal Cristianesimo e rimase sostanzialmente immutato fino alla modernità.
Sembra sia stato nel Medioevo, però, che il dono delle uova decorate cominciasse ad affermarsi come tradizione pasquale: è in questo periodo storico che in Germania e nei paesi scandinavi si diffuse l’abitudine di regalare uova colorate la domenica di Pasqua.In questi paesi si svilupparono anche le prime tradizioni legate all’albero pasquale: le ampie fronde di meli e altre piante ancora spoglie venivano addobbate con uova sode.
Il Cattolicesimo riprese le tradizioni che vedevano nell'uovo un simbolo della vita, rielaborandole nella nuova simbologia del Cristo risorto. L'uovo infatti assomiglia a un sasso e appare privo di vita, così come il sepolcro di pietra nel quale era stato sepolto Gesù. Dentro l'uovo c'è però una nuova vita pronta a sbocciare da ciò che sembrava morto. Così l'uovo diventa un simbolo della resurrezione.
In origine, le uova venivano bollite avvolte con delle foglie, o insieme a dei fiori, in modo da
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assumere una colorazione dorata..
Sempre nel Medioevo, l’uovo pasquale divenne anche un oggetto di lusso: abbellito con metalli preziosi come l’argento, Edoardo I ne commissionò 450 esemplari proprio in occasione della
Pasqua. L’attenzione al lusso e alla preziosità dei materiali rimase intatta fino al 1800, con il famoso uovo di Peter Carl Fabergé: un esemplare di platino smaltato, contenente un secondo uovo in oro e due doni.
Ben più più recente sembra essere l’usanza dell’uovo completamente ricoperto di cioccolato; molte sono le versioni: la più conosciuta ritiene che sia nata alla corte di Luigi XIV e si sia estesa in Francia e Germania già dai primi decenni dell’800. I primi esemplari sembra non fossero vuoti come gli attuali, ma completamente ricolmi di cioccolato. Il dolce vuoto per poter contenere una sorpresa potrebbe essere proprio nato in concomitanza con i preziosissimi esemplari di Fabergé.
La diffusione di massa, con uova di produzione industriale, si è affermato con una certa imponenza nel corso del 900, con un boom a partire dal secondo Dopoguerra.
Cercando immagini di uova colorate o decorate, ne ho trovata una che mi ha particolarmente colpito per l'uso che può avere anche attualmete: uova sode con uno strato di colore di base su cui si cui scrivere un messaggio, un motto, un pensiero da donare.
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BELLUNO C.A.R.F.
INSALATINA DI PRIMAVERA Lavate e asciugate bene gli spinacini; tritate molto finemente le uova sode. A parte rosolate della pancetta stufata tagliata a listerelle a cui aggiungerete, prima di toglierla dal fuoco, dell'aceto balsamico. Unite i vari ingredienti e mescolate. Volendo potete aggiungere anche dei piccoli crostini. A TUTTE LE SOCIE DEL DISTRETTO 206 BUONA PASQUA
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BRESCIA C.A.R.F.
RESURREXIT SICUT DIXIT Il pensiero pasquale dell’IW Brescia è il Cristo Risorto del Polittico Averoldi. Dipinto a olio su tavola, destinato all’altar maggiore della Collegiata dei Santi Nazaro e Celso, Tiziano Vecellio lo eseguì tra il 1520 e il 1522, su commissione del prelato bresciano Altobello Averoldi, allora nunzio apostolico a Venezia. Il polittico, dalla grande originalità innovativa e dalla straordinaria unità cromatica, è costituito da cinque riquadri le cui direttrici dinamiche convergono verso la figura centrale del Cristo, in cui si fonde l’iconografia della Risurrezione con quella della Ascensione. Il bellissimo corpo di Gesù, un Cristo in carne ed ossa, reale pur nella sua perfezione, ha eccezionale forza espressiva ed autenticità anatomica; impugnando il vessillo crociato emblema del Cristianesimo, si erge sfolgorante e vittorioso, in contrasto con lo sfondo scuro delle prime ore del mattino e con l’ombra che in basso avvolge i soldati appena rischiarati da qualche bagliore metallico delle armature. Il Risorto è la luce del trionfo sulla morte, è la metafora della rinascita spirituale che vince le tenebre. CRISTO È RISORTO. Buona Pasqua a tutti da Mariella Nolli e dalle socie dell’Inner Wheel Brescia
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CASALMAGGIORE
Antiche tradizioni della bassa quando
i nonni raccontavano che……………
durante la Settimana Santa, oltre a
decorare, le uova sode che venivano
offerte nel giorno di Pasqua, si
effettuavano le grandi pulizie pasquali.
Si pulivano gli oggetti in rame e si
andava a” Sgurà le cadene” cioè pulire
le catene del focolare, costume caduto
ormai in disuso.
Il compito era affidato ai ragazzi, oggi
diventati nonni, che, per il compenso
di qualche centesimo, raccoglievano
casa per casa le catene del camino,
nere, nerissime, completamente
coperte di fuliggine; era una gara a chi
le “lustrava” meglio. I ragazzi, dopo
averle legate alla cintura dei pantaloni,
percorrevano spesso a piedi nudi, le
strade sassose del paese e della
campagna e tra una corsa e l’altra, le
catene, sfregando per terra, lasciavano
la fuliggine che le incrostava. Alla fine
poi il lavoro veniva ultimato nei fossi o
nei canali , fino a quando esse erano
divenute lucide e brillanti per essere
poi riattaccate al camino.
In questo periodo dell'anno le pulizie
materiali delle case e degli oggetti
domestici erano segni esteriori della
purificazione interiore che l'imminenza
della Pasqua imponeva.
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CERVIGNANO – PALMANOVA C.A.R.F. RICETTA PINZA PASQUALE Un tempo, nelle nostre zone, era tradizione festeggiare la Pasqua mangiando la “pinza” . Questo dolce veniva preparato nei giorni precedenti la festa ma non poteva essere consumato prima di essere benedetto durante la messa pasquale. La ricetta che vi riporto e’ molto vecchia e viene tramandata da tempo in una famiglia della nostra zona. Gli ingredienti: 5 uova (3 rossi e 2 interi), 5 cucchiai colmi di zucchero, 3 bustine di zucchero vanigliato, la buccia grattugiata di un arancia e un limone, 1 bicchiere di acqua, 2 cucchiaini da the di sale, 2 cucchiaini da the di grappa, 2 cucchiaini da the di rhum, 4 cubetti di lievito di birra, 350 ml di latte, 2 cucchiai di olio di oliva, farina quanto basta. Il procedimento: Dopo aver amalgamato bene uova e zucchero, si unisce all’impasto la buccia grattugiata del limone e dell’arancia, l’olio, il rhum, la grappa e il sale (sciolto nell’acqua calda), il lievito sciolto precedentemente nel latte tiepido e amalgamato con un cucchiaio di zucchero ed infine la farina. Si pone quindi a lievitare l’impasto per circa 3 ore; successivamente si da’ la forma desiderata e lo si fa lievitare per un’altra ora circa, quindi si inforna il dolce per una mezz’ora circa a 160° e poi ancora mezz’ora a 180°. Circa 10 minuti prima di togliere la focaccia dal forno la si spennella con acqua e zucchero. E’ un dolce molto semplice ma con esso vogliamo inviare a tutte le amiche Innerine i nostri sinceri auguri affinchè la Pasqua, sinonimo di rinascita e rinnovamento, porti a tutti serenità, pace e gioia.
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CREMONA C.A.R.F. Nella tradizione cremonese, particolarmente contadina, l’arrivo della Pasqua segna, non solo il ritorno della primavera, ma anche la fine del lungo periodo di privazioni e rinunce imposto dalla Quaresima. Nella settimana precedente nelle case fervevano i preparativi per allestire un pranzo ricco, saporito e sostanzioso che allettasse il palato, dopo la lunga rinuncia a cibi golosi. A tale scopo si ricorreva al pollaio che forniva non solo carni gustose, ma soprattutto uova poiché, con la bella stagione, le galline, amorevolmente accudite durante l’inverno, offrivano una abbondante produzione utilissima per confezionare i dolci pasquali. In ogni casa si preparava la “TORTA MARGHERITA” e i particolari “DOLCETTI” del Giovedì Santo, con grande utilizzo di uova. I dolci per i più piccoli venivano modellati a forma di cavallino per i maschietti e di pupazzo per le bambine. Per il pranzo pasquale la tradizione richiedeva di gustare la “TORTA DI MARZAPANE” e forma di pecorella o di colomba. Gli “Amici della cucina cremonese” hanno raccolto molte ricette che vengono dalla tradizione cremonese più antica, tra cui il “DOLCE DI UOVA” confezionato sbattendo a spuma otto tuorli d’uovo, unendo un etto di panbiscotto polverizzato, due etti e mezzo di zucchero e gli albumi montati a neve. L’impasto veniva steso su una teglia e decorato con confetti e canditi e cotto tra le braci. La “TORTA DI MARZAPANE” si preparava mescolando le mandorle tritate finemente con acqua e zucchero e scaldando il composto in un tegame fino ad ottenere lo zucchero filante. L‘impasto, lavorato con le mani umide e reso omogeneo, veniva fatto riposare per 24 ore e quindi modellato. Il tutto doveva essere preparato due giorni prima di essere gustato. Oggi queste ricette sono piuttosto improbabili da realizzare, ormai è diventata un classico pasquale la “Colomba”, confezionata, più o meno ricca e raffinata, rimane però il piacere di ricordare con affetto, in occasione della Pasqua, le belle tradizioni del nostro territorio.
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PORDENONE C.A.R.F.
BISCOTTI PASQUALINI Ingredienti: 800 gr. di farina 00, 350 gr. di zucchero, 8 uova (6 tuorli e 2 interi oppure 5 tuorli e 3 interi), 150 gr. di burro, 2 bustine di lievito, 3 cucchiaini di rum, 1 bustina di vanillina, 1 pizzico di sale, scorza grattugiata di limone. Amalgamare su un piano farina, uova, zucchero, burro morbido fatto a pezzettini. Aggiungere il rum, la vanillina, il sale e la scorza di limone. Impastare il tutto. Preparare dei filoncini del diametro di 1,5 cm. circa e unirli agli estremi formando dei cerchi di 8-10 cm. di diametro. Infornare a 180°-200° fino a doratura. Buona Pasqua
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TRENTO C.A.R.F.
ASPARAGI BIANCHI TRENTINI CON SALSA ALLE UOVA 1.5 KG ASPARAGI bianchi trentini 50 g burro Sale, zucchero Per la salsa: 4 uova, un cucchiaino di senape, un cucchiaino di succo di limone, un bicchierino di olio di semi 2 cucchiai di aceto, sale, pepe 2 cucchiai di erba cipollina e poco prezzemolo Lavare e pulire gli asparagi togliendo la parte più legnosa. Porre gli asparagi in una padella coprendoli di acqua ed aggiungere burro, sale e zucchero. Far bollire perlomeno 20 minuti finchè saranno teneri. Nel frattempo far bollire le uova, freddarle e sgusciarle. Separare i rossi, passarli al setaccio unendo l’olio ed infine i rimanenti ingredienti. Amalgamare il tutto con cura. Porre gli asparagi su di un piatto ben preriscaldato e servire con la salsa a parte.
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TREVISO Care amiche, aspettando la Pasqua, Laura e Annamaria propongono queste decorazioni per la casa che profumano di primavera...
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TRIESTE C.A.R.F.
PINZA TRIESTINA La Pinza è il dolce pasquale triesino per eccellenza. Simbolicamente doveva rappresentare la spugna con la quale il centurione diede da bere l' aceto al Cristo.Ha l' aspetto di una ricca pagnotta dorata ricca di uova, burro e zucchero, morbida e profumata. Le nostre nonne la preparavano impastando, alle prime luci del mattino, la pasta madre, all' alba del Sabato Santo. Per farle cuocere si portavano al forno del panettiere di fiducia dal quale tornavano con sopra attaccati dei bigliettini di carta bianca con il numero. A questo punto si scatenava il finimondo se le pinze risultavano troppo basse o incolori, ovviamente il panettiere le aveva scambiate per errore con quelle di qualche altra aspirante pasticcera. Noi bambini cercavamo di partecipare al dramma ma in realtà non vedevamo comunque l' ora di affondare i denti in quella profumata meraviglia. Il giorno di Pasqua la pinza veniva servita con il prosciutto cotto a cui noi Triestini non sappiamo rinunciare e con le uova sode colorate scambiandoci gli auguri di rito “ Bona Pasqua e Boni Ovi “
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VERONA Ciambella o Treccia di Pasqua 1) - 1 kg. farina bianca Manitoba 2) - 400 ml latte 3) - 250 gr. patate lesse passate 4) - 250 gr. salame Milano-Felino-Ungherese tagliato a cubetti 5) - 100 ml olio (60 per l’impasto , il resto per la lavorazione) 6) - 100 gr. grana grattugiato 7) - 150 gr. emmentaler (in alternativa due buste mix formaggio grattugiato già pronto) 8) - 40 gr. lievito birra o due bustine lievito per pane liofilizzato 9) - 2 + 5 uova (2 nell’impasto, le altre come decoro 10) - zucchero , due cucchiaini 11) - un cucchiaio pepe macinato fresco, sale qb Rassodare 4 minuti le uova per il decoro, freddare. Lessare le patate e passarle. Mescolare bene 1, 2, 3,5, 8, 9,10 , impastare il tutto e far lievitare per almeno due ore coperto in luogo caldo. Rilavorare la pasta lievitata per alcuni minuti, aggiungere i formaggi grattugiati e il pepe macinato lavorando ancora un pochino l’impasto. Stendere la pasta in un rettangolo e distribuire i cubetti di salame, arrotolare dal lato lungo, rilavorare un pochino l’impasto, fare tre parti e comporre la treccia rotonda sulla grata del forno coperta con foglio di silicone + foglio di carta forno. Distribuire le uova sode con guscio come decorazione (anche colorate volendo ) e posizionare una ciotola in ceramica o acciaio oliata e infarinata bene al centro per mantenere la forma a ciambella. Lasciar lievitare 15, 20 minuti la treccia prima di infornare in forno già caldo a 200 gradi. Spennellare con poco latte e cuocere per circa 40-50 minuti Particolarmente adatto ai branch di Pasquetta, si taglia a fette sottili da mangiare con formaggi freschi o prosciutto. Per 15-20 viene bene anche metà dose. Importante che sia una treccia alta e compatta non un largo anello.