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GiveMeAChance Editoria Online
Cromosoma Odio
Antonella Cutolo
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La presente pubblicazione contiene le opinioni dell‟autore e
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all‟editore per eventuali inesattezze.
GiveMeAChance s.r.l. – Editoria Online
Viale Regina Margherita, 41 – Milano
1° edizione Ottobre 2011
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Indice
PROLOGO 6
CAPITOLO I - L’EMISFERO DELLE DONNE 9
CAPITOLO II - IL PUNTO DI NON RITORNO 20
CAPITOLO III - L’ORA X 28
CAPITOLO IV - L’ASSENZA 35
CAPITOLO V - LA MEMORIA 45
CAPITOLO VI - IL GATTO E IL TOPO 52
CAPITOLO VII - LE BAMBOLE 59
CAPITOLO VIII - LA RABBIA 67
CAPITOLO IX - LE ALI 73
CAPITOLO X - ANNE 78
CAPITOLO XI - ESERCIZI DI POTERE 83
CAPITOLO XII - GRAZIE 95
CAPITOLO XIII - UN GIOCO DI SPECCHI 103
CAPITOLO XIV - IL PIANTO 110
CAPITOLO XV - PROVE DI COMUNICAZIONE 119
CAPITOLO XVI - STRATEGIE 126
CAPITOLO XVII - L’OSCURITÀ 134
CAPITOLO XVIII - LA SOLITUDINE 143
CAPITOLO XIX - LA SANTABARBARA 150
CAPITOLO XX - PENSIERI DI GENERE 153
CAPITOLO XXI - IL LUTTO 163
CAPITOLO XXI - LA GUERRA DENTRO 170
CAPITOLO XXIII - LO SCHIAFFO 176
CAPITOLO XXIV - DISTANZE 181
CAPITOLO XXV - LA CACCIA 188
CAPITOLO XXVI - IL DISGELO 192
CAPITOLO XXVII - REPULSIONI 198
CAPITOLO XVIII - ASPETTANDO IL PARADISO 208
CAPITOLO XXIX - UN FIGLIO 214
CAPITOLO XXX - TRADIMENTO 220
CAPITOLO XXXI - DESTINO E LIBERO ARBITRIO 225
Prologo
Dio è uomo? Se è fatto a nostra immagine e somiglianza per-
ché non ha il seno? Forse il mondo lo hanno pensato gli uo-
mini, di certo non le donne e il sospetto che si fa strada nelle
menti dell‟umanità è che tra donne e uomini si sia aperta una
voragine, un vuoto incolmabile che non permette il dialogo. Il
senso delle parole comuni è andato perduto. L‟amore è un
termine che indica un meccanismo da smontare, una parola
che scatena la paura e fa prevalere l‟autoconservazione della
propria specie su quella delle altre, che scatena un‟emozione
che è il suo specchio: l‟odio.
L‟odio consuma l‟amore, lo rode dal di dentro, si nutre, putre-
facendolo, di ogni rispetto e una società fondata sull‟odio
non può che essere votata alla morte.
Agli inizi del 2053, ancora non si aveva la certezza di quanto
sarebbe accaduto e, fino al 13 febbraio del 2054, la doman-
da che ci si può porre è se si sarebbe potuto evitare
l‟ineluttabile.
Prologo
Già nel 2015, l‟accoppiamento tra uomo e donna era più che
altro un modo per abitare un corpo, una questione di consu-
mo di una merce deteriorabile.
Nel 2024 poi, le donne avevano completamente sfondato il
tetto di cristallo e si erano impadronite dei posti di comando
del pianeta.
Era un‟epoca di cambiamenti e stravolgimenti, gli scossoni ai
punti fermi dell‟esistenza erano sempre più potenti e gli ef-
fetti erano sotto gli occhi di tutti, sempre più avidità, indivi-
dualismo, aggressività e stordimento.
L‟unica costante era l‟impossibilità di avere una costante.
Tutto questo aveva causato un impoverimento violento
dell‟immaginazione e del sogno.
Nel 2015 la rabbia era ancora solo rabbia, colorava i capelli e
i cartelli per strada, non era minimamente in relazione con il
Cromosoma Odio, la musica vibrava ad alto volume, il dolore
era sottomesso alla tecnologia, tra protesi, silicone e chat,
ogni espressione virtuale era vita e possibilità. Poi il troppo
creò il nulla, l‟abboffata rese gli individui anoressici, la globa-
lizzazione tolse identità e pelle ad ogni emozione, tolse volon-
tà e le menti iniziarono ad oscillare pericolosamente.
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La massa si difese andando alla ricerca di tutto ciò che risto-
ra, guarisce, tranquillizza, stordisce. Agli inizi del 2020, si ini-
ziò a disimparare e, nel giro di un decennio, l‟umanità diven-
ne emotivamente analfabeta. Così le guerre iniziarono a proli-
ferare, le vibrazioni del pianeta divennero sempre più forti e
la terra si squarciò in vari punti. La fame e la sete crebbero
così tanto che la solidarietà e il sentire divennero inadeguati,
nessuna emozione o dolore individuale divenne capace di
contenere quello dell‟umanità intera.
A inceppare il meccanismo, non furono solo le scene
dell‟orrore, ma il senso opprimente di responsabilità. Nessu-
no fu in grado nella sua solitudine di addossarsi la colpa di
quello che stava succedendo.
In mezzo a questo caos del sentire e del guardare senza ve-
dere, il Cromosoma Odio trovò terreno fertile e, per sua natu-
ra disgregatrice, divise gli esseri umani e, per sempre, divise
gli uomini dalle donne.
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Capitolo I NewYork, September 2093
L‟emisfero delle donne
Quella notte, l‟acqua tamburellava ossessiva come una piog-
gia di spilli sui vetri blindati della mastodontica “Milady Kia”
con a bordo il Presidente degli Stati Uniti. Condy Farrell era
una donna afro-americana con una pelle arida e un piglio
diabolico nello sguardo ed era stata soprannominata da tutto
il pianeta maschile “The Predator”.
Anche Melissa Bancroft dal nome zuccheroso e hollywoodia-
no, quella notte viaggiava sulla sua blindata. Fuori un‟aria ge-
lida offendeva i polmoni, all‟interno dell‟abitacolo, tra visone
e radica, sotto lo sguardo spaurito, nascondeva una mente
lucida e tagliente, anche se la sua voce flautata e sensuale
poteva trarre in inganno il suo interlocutore Aveva potere as-
soluto sulla Confederazione delle Nazioni Europee del Nord e
le uniche avversarie che temeva erano Tatiana Martinez, co-
mandante in carica della Confederazione dell‟Europa del Sud
e per l‟appunto Condy Farrell.
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Tatiana Martinez, aveva appena finito la sua conferenza alla
confederazione, il suo ologramma e le sue fattezze virtuali
erano state ascoltate e apprezzate da tutti gli Stati meridio-
nali. In quel momento, in carne e ossa, stava facendo ritorno
ai suoi lussuosissimi e sicuri appartamenti di Bilbao. Intorno
alla sua residenza si estendevano cancelli termici a perdita
d‟occhio. Qualsiasi segno di vita con una temperatura supe-
riore ai 35 gradi, sarebbe stato subito segnalato e le sue a-
mazzoni, lo avrebbero immediatamente localizzato e infilzato
a distanza con le loro frecce d‟acciaio, imbevute di veleno le-
tale. Erano le sue guardie del corpo, addestrate a proteggerla
ad ogni costo.
Aprì la grande e lucente porta di titanio nera e si tolse il cap-
potto fluorescente. Belize non si fece attendere, le saltò ad-
dosso in modo indecente, le puntò gli occhi come due lamine
di cristallo, era l‟ora della pappa e il suo miagolio era diventa-
to una supplica. Tatiana lo accarezzò con le sue lunghe un-
ghie laccate d‟argento. Quel certosino era di una bellezza im-
barazzante, unico esemplare di razza maschile ammesso alla
sua vista. Gli uomini erano stati banditi, erano nemici senza
L’emisfero delle donne
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anima, categoria astratta, fragile e inaffidabile. Belize era di-
verso, era presente, cerimonioso, accogliente ed era fedele.
Anche Melissa adesso stava rientrando a casa, ad attenderla
a Stoccolma, nel suo loft di 300 mq e dal tetto d‟acciaio,
c‟era Joanna, una ragazza virile con la mandibola predomi-
nante, proveniente dal Canada.
Joanna e Melissa aspettavano una bambina con un elevato
quoziente intellettivo, l‟avevano immaginata nei minimi parti-
colari e si erano rivolte all‟esclusivo Senora sicura, il più ac-
creditato istituto di clonazione. A capo del Senora sicura, Lola
Gutierrez giocava a imitare Dio. Melissa era bionda, di origine
svedese, i suoi occhi erano pozzanghere blu, i suoi zigomi e-
rano alti e sporgenti e la sua aria glaciale la rendeva eterea
come un ologramma. La piccola sarebbe stata anche lei ete-
rea e dai tratti svedesi. Anche su questo terreno gli uomini
erano stati messi da parte. Le donne erano riuscite a creare il
liquido seminale direttamente dalle cellule staminali femmi-
nili che, dopo essere state immerse in una sorta di brodo
chimico a base di vitamina A, venivano poi coltivate in provet-
ta fino a diventare cellule germinali contenute nei testicoli
maschili e nelle ovaie femminili, maturate con un processo
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chimico fino a diventare spermatozoi con cui fecondare
l‟utero sia in modo naturale, per le donne amanti del parto,
sia artificiale. Melissa aveva scelto l‟utero esterno e la bam-
bina con il patrimonio genetico esclusivamente di Melissa,
sarebbe stata partorita dalla macchina a Natale.
Il 23 novembre di quell‟anno, era stato fissato un summit
mondiale e le vite di Melissa Bancroft, Tatiana Martinez e
Condy Farrell si sarebbero incrociate ancora una volta. Dalle
loro cariche emotive dipendevano le vite di milioni di donne.
Gli investimenti bellici di cui si nutriva Condy Farrell muove-
vano capitali e spostavano poltrone all‟interno del girone del-
la politica e soprattutto cambiavano i destini del mondo.
Condy Farrell era una vera e propria macchina da guerra
mentre Melissa, forse perché futura madre di uno splendido
esemplare, era per una gelida mediazione. Anche Tatiana
non era per lo scontro diretto, anche se sosteneva che con il
mondo arabo c‟erano pochi argomenti di cui discutere. Quello
che geograficamente restava del mondo arabo era diventato
il rifugio di ogni uomo, l‟attuazione di ogni suo desiderio di
dominio sulla donna. Le donne arabe erano sparite, al loro
posto c‟erano mutazioni genetiche e robot con fattezze fem-
L’emisfero delle donne
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minili, plasmate su misura del loro piacere. Absul Moham-
med Ghesal, generale delle forze arabe, era considerato dalle
donne del pianeta la sintesi estrema della miseria umana.
Appariva loro violento, triviale, arrogante, bugiardo, estre-
mamente crudele, assetato di potere e assolutamente inaffi-
dabile.
Del resto, per lui le donne erano bambole di piacere, nessun
diritto e solo doveri.
In tutto l‟ex mondo arabo, aveva abolito tutta la sacralità del
Corano e aveva introdotto, con una sottile strategia di terrore,
il Vorah, un opuscolo infarcito di leggi pseudo divine in cui
l‟uomo aveva sul genere femminile diritto di vita e di morte.
Dopo la pubblicazione del Vorah, i due gameti che insieme
avevano dato vita al pianeta, si erano scissi in modo irrever-
sibile e un‟onda umana femminile si era ritirata da tutte le
terre orientali, investendo il mondo europeo e americano,
contemporaneamente gli uomini occidentali si erano concen-
trati proprio nella terra della Vorah, dove ogni desiderio ma-
schile era legge. Le donne oltre ad essere in maggioranza e-
rano supportate dai femminei, un tempo noti come omoses-
suali.
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I femminei, amatissimi dalle donne, avevano il vantaggio di
poter continuare a perpetuare la specie nel caso, per un inci-
dente, le cellule staminali femminili non avessero più dato la
vita.
Lo scontro era imminente, nell‟aria si percepivano i segni di
una tensione fortissima, gli indici di Borsa erano schizzati
verso l‟alto, le due razze ognuno per conto proprio rideva con
i suoi simili in modo isterico.
La guerra in atto in realtà, non era più per il predominio di un
territorio o per la supremazia dell‟oro nero, era piuttosto
l‟urgenza dell‟annientamento di un genere scomodo la cui e-
sistenza rifletteva la mediocrità dell‟altro. Per le donne, il ge-
nere maschile era ridondante, non serviva più a procreare,
sia per la sua impotenza sia per la sua debolezza e poi la
tecnologia femminile era in grado di riprodurre artificialmente
il liquido seminale maschile, la modifica del Dna avveniva in
modo semplice ed esatto. Gli uomini invece erano nettamen-
te in difficoltà, avevano provato inutilmente a riprodurre
l‟utero, ma i risultati erano stati scadenti. Il più giovane degli
uomini aveva circa 40 anni e ricordava a stento la figura del-
la madre, un essere amorevole e accogliente. Poi era suc-
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cesso che tutte le dee, così si facevano chiamare le donne
che un tempo usavano l‟utero per procreare, avevano ripu-
diato i propri figli ed erano andate a vivere dall‟altra parte del
pianeta. Negli uomini, il ricordo aveva lasciato l‟impronta di
un rancore viscerale, sempre più sottile e profondo. Le don-
ne, liberate dal loro utero e dalla loro capacità genetica di ac-
cogliere e nutrire la vita, divennero sempre più fredde e anaf-
fettive. Le neonate, anche se erano state private per i loro
primi nove mesi di esistenza dell‟alito materno, non sembra-
vano averne risentito ed erano comunque bellissime. Il ga-
mete femminile si esprimeva in tutta la sua varietà di specie,
ma questo per l‟uomo era insopportabile, era una minaccia
profonda alla propria identità, l‟assoluta inutilità del proprio
essere per la donna, scatenava un‟impotenza che non era
più sopportabile, il Cromosoma Odio covava in modo non più
reversibile.
In fondo non era necessaria una guerra. Molte politiche e mi-
nistre pacifiste non vedevano la necessità dello scontro,
l‟uomo sarebbe stato annientato per normale evoluzione del-
la specie. Era solo una questione di tempo. Il partito delle e-
cologiste non pensava ci fosse alcun bisogno che una donna
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morisse a causa di un uomo e che la guerra avrebbe solo
portato altre scorie nucleari in eredità alle bambine che sta-
vano nascendo. Secondo altre militanti, visto l‟incapacità
maschile di nutrire e far crescere la vita, bastava ignorare la
presenza maschile e presto l‟odiato genere sarebbe tornato
polvere. Le estremiste vedevano la soluzione in una guerra
strategica di nervi, creare un black out nell‟ex mondo arabo,
per mettere fuori uso la tecnologia maschilista, in modo da
non potere più produrre i mutanti del piacere. Senza poter
sfogare i propri istinti sessuali, gli uomini sarebbero presto
impazziti.
In mezzo alle strategie di piazza e ai commenti mediatici,
l‟urgenza del conflitto era già stata decisa tra New York,
Stoccolma e Bilbao. A nessuno interessava l‟evoluzione natu-
rale delle cose, nessuno voleva ragionare sul perché di un
conflitto, la scintilla che si era innescata era dovuta al Cro-
mosoma Odio che attivandosi spingeva da dentro. Le donne
odiavano gli uomini, come un gioco di specchi gli uomini o-
diavano le donne e le accusavano inconsciamente di aver
usurpato i loro privilegi e di aver castrato i loro bisogni, mo-
strando loro in modo impietoso la propria pochezza e miseria
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e tutto ciò che risultava sgradito, ostile, inutile, incomprensi-
bile e ingombrante, non aveva il diritto di esistere e di occu-
pare spazio. La guerra dunque era diventata inevitabile per-
ché bisognava estirpare il male alla radice, la convivenza tra i
due gameti era diventata intollerabile.
Eppure esisteva una sacca di resistenza a questa scissione.
Esistevano i “simbiotici”, coppie composte da uomo e donna
che non avevano voluto dividersi, che si riproducevano ses-
sualmente tramite rapporti e che preservavano dalla distru-
zione e dalla distorsione quel sentimento nobile chiamato
amore, trattando ogni essere umano, uomo o donna, con cu-
ra e gentilezza
I simbiotici però erano una minoranza del pianeta, confinati
in Oceania. La loro forma di amore era quasi perfetta, ma
c‟era un punto debole: i “simbiotici” detestavano i “single”.
Ogni single era percepito come una minaccia. Un punteruolo
che si poteva conficcare in un sistema di vita apparentemen-
te rodato, ma forse fragile.Tra i simbiotici non esistevano in-
dividui, ma coppie. Ognuno pensava per due e raramente si
concepiva come identità a se. Le crisi nella relazione veniva-
no risolte velocemente in quanto, nel momento del conflitto,
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ognuna delle due parti diventava improvvisamente e perico-
losamente uno, con una solitudine di specie troppo pesante
da poter sostenere per una mente sana. Alcuni simbiotici do-
po qualche tempo non avevano retto alla loro stessa forma di
relazione e si erano respinti a vicenda. Avevano pensato di
aver trovato un rifugio sicuro da quelle che essi stessi pensa-
vano essere le storture del mondo, ma quella tana si era rive-
lata troppo calda e forse troppo confortevole. Ridiventati uni-
tà singole, venivano psicologicamente respinti dal territorio
dei simbiotici e, per sempre, geograficamente e nello spirito.
Esistevano anche particolari tipi di simbiotici più saggi, con
un alto grado di consapevolezza e una grande apertura verso
tutto il genere umano. Erano coloro che non si rinchiudevano
nell‟amore, non ne facevano la loro prigione, piuttosto la re-
lazione era uno scambio democratico di diversità,
un‟occasione per rispettare e sostenere profondamente un
altro essere umano e, soprattutto tra le mura domestiche,
continuavano a pensare da unità singole. Loro cercavano di
educare gli altri simbiotici all‟amore, era faticoso, ma di certo
ne valeva la pena, anche se a volte prevaleva la chiusura e la
paura aveva la meglio sull‟amore. Nei simbiotici che cono-
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scevano il segreto dell‟amore, non si era schiavi del bisogno,
ma padroni del desiderio.
In questa zona recondita del globo terrestre, con tanta sabbia
e cieli altissimi, il Cromosoma Odio era assente. Le donne
partorivano regolarmente neonati di ambo i sessi e non c‟era
odio da tenere a bada per il troppo amore. Non cresceva ran-
core, ma gioia di darsi.
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Capitolo II
Il punto di non ritorno
L‟ex mondo arabo non stava certo ad aspettare l‟attacco. Il
generale Absul Mohammed Ghesal era circondato da una se-
rie di uomini definiti da Condy Farrell, Killer Wolfs. Loro parla-
vano di “The Predator” in modo assolutamente crudele e
sprezzante, avevano fatto su Melissa i commenti più triviali e
l‟avevano eletta protagonista delle loro più elementari fanta-
sie sessuali. Secondo Martha Lexington, antropologa inglese
studiosa del gamete maschile, l‟unico potere che avevano
ormai gli uomini sulle donne era quello d‟immaginazione, non
gli restava niente altro, vivevano confinati in un fazzoletto del
mondo, accerchiati da miliardi di esemplari del genere da lo-
ro più detestato e temuto e questo veleno li avrebbe presto
estinti
Nel 2021 c‟era solo l‟ombra del Cromosoma Odio, un alone
impalpabile a cui nessuno faceva caso.
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Cromosoma Odio
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Puoi liberamente distribuirlo a tutte le persone a te vicine che ritieni possano essere interessate a questo argomento,
purché senza modifiche ...
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