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Rivista di enologia, gastronomia e turismo Anno XXX - Numero 2 - Marzo-Aprile 2012i no
stri primi quarant’anni
FEDERAZIONE I T A L I A N A S O M M E L I E RA L B E R G A T O R I
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IlSomelier210x297mm_Print.indd 1 24-02-2012 17:03:51
INGR
ESSO GRATUITOPER I
SOCI
Lettera del Presidente - Nicola Masiello Pag. 2
Avere fiducia nel nostro futuro - Roberto Rabachino 4
Fisar in Rosa - Gladys Torres Urday 6
In Famiglia 74
La segreteria comunica - Mario Del Debbio 88
Il CTN comunica - Giorgio Pennazzato 95
ComuniCazione istituzionale
enoGastRonomia • tuRismo • CuRiosità
Vernaccia di San Gimignano: nobile e antica Luca Iacopini e Massimo Bracci 40
sCienza • teCniCa • aPPRoFonDimenti
so
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ario
I vini spagnoli visti da New York - Meritxell Falgueras Febrer 8
Sua eccellenza la tagliatella - Giancarlo Roversi 12
Interessante iniziativa dell’Università di Messina per il vino Marsala Attilio L. Vinci 14
Sicilia en Primeur 2012 - Antonio Iacona 16
speciale quarant'anniFISAR 20
Le notizie di enogastronomia e turismo
a cura della redazione di Quality ADV 52
a cura della redazione di Quality ADV 15-18-36-65
Notizie dal mondo dell'Enologia - Giuseppe Martelli 44
Brunello, Chianti e Nobile: le anteprime della Toscana con le nostre degustazioni 60
Uruguay, dove il Tannat diventa protagonista - Marco Ferrari 68
Il Sommelier Marzo-Aprile 2012 • n. 2
Si sono appena concluse le varie anteprime, da quella dell’Amarone a quelle Toscane e Siciliane ed aspettiamo con curiosità il Vinitaly,
la manifestazione principale in Italia e Sud Europa per il comparto vinicolo. Diciamo che siamo tutti in trepida attesa per la nuova formula di questa edizio-ne del 2012 dal momento che l’organizzazione ha voluto cambiare quella standard con una più corta e snella; ci saranno sicuramente meno presenze di visitatori in senso assoluto ma di contro sarà un pubblico più qualificato ed esperto ed è per questo motivo che le aspettative sono ai massimi livelli. Ci aspettiamo segnali di ripresa sugli ordini, sull’ex-port, sul valore del comparto vitivinicolo, su questa nostra economia messa sotto pressione da spread, bond, BTP, e saliscendi di borsa. Verona dovrà dirci veramente dove andremo con il nostro patrimonio vitivinicolo e quali prospettive ci aspettano, siamo consapevoli del fatto che il con-sumo pro-capite interno di vino è sempre in disce-sa, che il nostro export vola per numeri di bottiglie ma non fa altrettanto in termini di economia e ricavi, tutte problematiche che grazie alla qualità dei vini potremmo superare di slancio. La qualità, però, da sola non basta ed allora invitiamo i produttori Italiani a fare unione e forza per penetrare meglio nei mer-cati consolidati o emergenti, essere massa critica per cercare di risolvere il problema, non certo limi-tando gli investimenti, ma facendo economia con la forza dell’unione di intenti. Anche noi fisariani sia-mo impegnati nel progetto Vinitaly e, nonostante le perplessità iniziali, ci siamo convinti che esserci è il modo migliore per capire e partecipare all’evolversi
degli eventi. Lo sforzo di FISAR è concentrato nelle giornate di domenica e lunedì. Domenica con Carpenè Malvolti il consueto appuntamento nel suo stand insieme ai vincitori del Trofeo DIVINANDO per brindare ai ri-spettivi successi presenti e futuri ed ai nostri primi quarant’anni. Seguirà una bellissima degustazione in collaborazione con il Consorzio del Franciacorta DOCG ed il nostro Salotto del Vino costituirà per tutta la manifestazione punto d’incontro e di discus-sione con produttori e personaggi del mondo vitivi-nicolo al fine di cementare rapporti di amicizia e per crearne di nuovi con aziende e con quanti credono nella Fisar. Come sempre sarà presente la nostra rivista, Il Sommelier, con uno stand dedicato alla di-stribuzione.Tutto questo è stato organizzato senza perdere di vista la cosa più importante della nostra presenza: essere a disposizione dei nostri Soci che verranno a trovarci e potranno familiarizzare, scambiarsi opi-nioni ed incontrare i Consiglieri Nazionali presenti.In ultima analisi vorrei ricordare il nostro appun-tamento del 13, 14, 15 Aprile in quel di Livorno e Volterra per celebrare i nostri quarant’anni dove, oltre agli impegni istituzionali,sarà occasione per parlare ai delegati neo eletti o riconfermati, con i re-sponsabili di Zona e con i Direttori di Corso del nuo-vo percorso formativo che abbiamo definitivamente approvato. Un percorso che ha una sola finalità: far crescere la FISAR per essere pronti alle numerose sfide che ci attenderanno. Concludo, in attesa d’incontrarvi a Verona al Vinitaly, alzando il calice per brindare con tutti voi! Prosit!
Aspettando un segnale forte
“”
il Presidente nicola masiello
2
Il Vinitaly di Verona dovrà dirci veramente dove andremo con il nostro patrimonio vitivinicolo
e quali prospettive ci aspettano.
Il Sommelier Marzo-Aprile 2012 • n. 2 3
Rivista di Enologia, Gastronomia e Turismo
Organo Ufficiale della F.I.S.A.R.Federazione Italiana Sommelier
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Massimo Bracci, Meritxell Falgueras Febrer, Marco Ferrari, Gianfranco Grossi,Giancarlo Roversi, Luca Iacopini,Giuseppe Martelli, Gladys Torres
Il vero pericolo che stiamo vivendo è quello di perdere la fiducia nel presente e nel futuro nostro e dei nostri figli. La perdita di fiducia è
un’anomalia che può demolire un equilibrio ap-parentemente solido e che, spesso, porta ad una rottura o alla ridefinizione di un equilibrio più labile rispetto al precedente. Una persona che si sente tradita non riesce più a riporre fiducia nell’altra e spesso trasferisce questa sfiducia anche nei rap-porti successivi.La fiducia non è un sentimento razionale ma è qualcosa che si prova al di là del concatenarsi negativo degli eventi. Steve Jobs, il guru scom-parso della Apple, un nome ormai sulla bocca di tutti, il 12 Giugno 2005 in occasione della con-
segna dei diplomi ai neolaureati dell’Università di Standford, ha trasmesso un messaggio di straordinaria forza e fiducia. Rivolgendosi ai neo laureati ha esortato tutti ad impegnarci, ad avere fiducia nel futuro, anche se alcuni aspetti di que-sto futuro non danno grandi speranze, a cogliere le occasioni che la vita offre, a non buttarsi giù davanti a delle difficoltà. Anche noi dobbiamo associarci a questo modo di pensare. Dobbiamo costantemente credere in noi stessi e nelle nostre potenzialità. Questa è la solo chiave utile per rinnovare in noi la fi-ducia e superare questo periodo di crisi e di recessione. Avere fiducia in noi stessi, avere fi-ducia nella nostra capacità è la più importante condizione per superare questo momento che ci vede tutti preoccupati per il nostro futuro. Ancora una volta, nonostante tutto, io non mi sento pessimista perché credo che in tutti noi ci sia una condivisione unanime delle difficoltà e la consapevolezza che servono sacrifici per raggiun-gere gli obiettivi richiesti. Molti soggetti autorevoli hanno avanzato proposte convincenti, suggerito interventi concreti, indicato misure praticabili per uscire dall’impasse che attanaglia i cittadini e sof-foca le imprese. Insieme e singolarmente dobbia-mo dare il nostro contributo. Ognuno di noi, oltre a fare la sua parte, deve sentirsi orgoglioso nel concorrere, nella percentuale riconducibile alla sua reale situazione economica e sociale, alla ri-nascita del nostro Paese. Solo gli italiani possono salvare l’Italia.
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Avere fiducia nel nostro futuro
Ogni sistema finanziario, su cui si appoggianoi sistemi economici, si regge sulla fiducia nel futuro.“ ”
di Roberto Rabachino
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per comunicare con il Direttore:direttore@ilsommelier.com
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”“Il tappo in sughero è troppo prezioso per essere buttato nella spazzatura.
È per questo che Amorim Cork Italia ha ideato e confezionato uno speciale box per la raccolta di tappi, per proseguire la sua intensa attività
a favore della tutela delle sugherete del mediterraneo.
“Etico”, il box per il riciclo dei tappi in sughero che promuove
l’amore per la natura
Il Sommelier Marzo-Aprile 2012 • n. 2
a cura della redazione di Quality aDV
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Avviata lo scorso giugno
da Amorim Cork Italia,
sede italiana del colos-
so portoghese leader indiscus-
so nel mercato del sughero, la
campagna “Etico” ha coinvolto
dapprima le cantine del Veneto
e quelle aderenti al Consorzio
Chianti Classico, e ha poi visto
l’adesione entusiastica di nu-
merosi altri attori. Il progetto si
chiama “Etico” non solo perché
promuove una sensibilità eco-
logica ma anche perché riesce
a far coincidere con la raccolta
anche una destinazione bene-
fica del ricavato
dalla vendita
dei tappi usati.
Un circolo vir-
tuoso di solida-
rietà ed ecoso-
stenibilità che vede
in prima fila e contem-
poraneamente beneficiarie la
onlus “A Braccia Aperte” e la
“Fondazione Oltre il Labirinto
onlus”. Fondamentale è poi il
contributo della Cooperativa
Estia che lavorando con i de-
tenuti del carcere di Bollate
(MI) si occupa dello smista-
mento e stoccaggio dei tappi
raccolti. Già operativi anche i
soci F.I.S.A.R. del Nordest
(Federazione Italiana Sommelier
Albergatori Ristoratori) che
hanno già distribuito oltre 50
box tra le varie delegazioni, al-
cuni ristoranti e le sedi dei cor-
si, da Verona a Pordenone. Tra
i nuovi partner anche la FISAR
nazionale e altre associazioni di
sommelier, oltre a Savno, l’ente
gestione rifiuti del Veneto Nord
Orientale, AMIA,
l’ente di gestione
rifiuti di Verona
e i Vignaioli
Piemontesi.
Le prime 5 tonnella-
te di tappi provenienti
dalla raccolta della onlus
“A braccia aperte” sono già
stati avviati al riciclo e conse-
gnati all’azienda Eco Profili,
che ha sede a Maserada sul
Piave (TV) e che, specializza-
ta proprio nella produzione di
malte di granulo di sughero per
l’isolamento termico e acustico
degli edifici, consentirà di do-
nare nuova vita a questa pre-
ziosissima materia prima.
Il ricavato destinato a delle onlus anch’esse impegnate nella raccolta
FI-6
Come tutte le donne che lavorano, “organizzazione” è la parola chiave per non trascurare niente e nessuno.
Certo, non ho mai molto tempo per me e per i miei piaceri, ma il lavoro é fonte di grandi soddisfazioni.
”
Karin Meriot, una donna ai vertici del Concorso Mondiale di Bruxellesa cura di Gladys Torres Urday
“
Il Sommelier Marzo-Aprile 2012 • n. 2
Nel nostro ambiente spesso ci capita di vivere situazioni speciali, momenti indimenticabili legati ad una visita in cantina, ad un assag-
gio di un vino, che rimarrà impresso nella mente per sempre, e qualche volta capita di incontrare persone, che già fin dal primo momento, capisci che faranno parte in qualche modo della tua vita.
La Fisar è stata invitata, nella persona del Consigliere Nazionale Claudia Marinelli, a partecipare al Concours Mondial de Bruxelles (CMB ndr) per la prima volta nel 2010, nell’edizione che si svolgeva a Palermo. La Marinelli in quell’occasione e in altre ha cono-sciuto molto bene Karin Meriot, donna al vertice del Concorso Mondiale di Bruxelles, l’ha segnalata in redazione, ed ecco che è la protagonista di questo numero di Fisar in rosa.
Karin hai una padronanza della lingua italiana che è veramente ammirevole, come l’hai impa-rata?Ho una laurea in lingue e commercio ed ho studiato l’italiano. In un certo senso é come se fossi prede-stinata a questa lingua perché ho iniziato a studiarla dall’età di 13 anni contro il volere di tutta la mia fa-miglia ed ho continuato fino all’università, inoltre ho vissuto dieci anni in Sicilia per poi tornare definitiva-mente in Francia nel 2006.
Quindi abiti in Francia?Si a Bordeaux, città ideale per lavorare nel settore del vino. Ma ti sei sempre occupata di vino, o meglio in cosa consiste nello specifico il tuo lavoro?Il mio percorso professionale é iniziato nell’ambito della creazione di eventi, in particolare sono stata re-sponsabile di uno showroom di vini siciliani alla Cité Mondiale du Vin et des Spiritueux a Bordeaux. La società Vinopres era presente con degli uffici ed é cosi che ci siamo conosciuti. Quando ho deciso di partire per la Sicilia mi ha proposto di occuparmi del mercato italiano per loro.Vinopres é una società di comunicazione specializ-zata nel settore del vino, sul mercato del Benelux. Si occupa di organizzare workshop, viaggi di stampa ed é inoltre organizzatrice della fiera Megavino e del
Karin Meriot
FI-
CMB. Tre anni fa, Thomas Costenoble, direttore del CMB, mi ha proposto di occuparmi delle promozione dell’immagine del Concorso stesso in Italia. Quindi ad oggi sei la responsabile del settore Italia?Si seguo tutto il mercato italiano per il CMB.
Qual è l’ambito specifico del CMB?Questo é il primo concorso realmente internazionale nel mondo. I vini vengono da tutti i paesi, ed é gestito da una piccola squadra che lavora in un clima di convivialità e rispetto degli uni per gli altri.Quello che mi piace del CMB é il fatto che sia un’or-ganizzazione onesta, e rigorosa. Un vino premia-to al concorso sarà certamente un vino con qualità necessarie a farsi apprezzare a livello mondiale. Mi piace molto lavorare con Thomas, un uomo scrupo-loso e con il senso del dovere, soprattutto quando si tratta dello spoglio delle schede di degustazione. Inoltre segue personalmente tutti i degustatori prima, durante e dopo il concorso e questo é notevole ed apprezzato da tutti. Tu come vivi e senti il tuo lavoro?Come tutte le donne che lavorano, “organizzazione” é
la parola chiave per non trascurare niente e nessuno. Certo, non ho mai molto tempo per me e per i miei piaceri, ma il lavoro é fonte di grandi soddisfazioni. E poi, ho spesso l’opportunità di lavorare in Italia, pae-se che adoro, e quindi é come se ogni volta partissi un po’ in vacanza! Ho inoltre la fortuna di avere una mamma molto disponibile, che si occupa dei miei figli quando sono via, e questo é molto importante.
Concludiamo con la certezza di aver incontrato ed intervistato una donna solare, colta, pronta di spirito e dedita al lavoro, spesso con ritmi serrati, dove la “passione” traspare costantemente in quello che fa.
La Fisar sarà presente con i suoi degustatori alla pros-sima edizione del Concours Mondial de Bruxelles, che si svolgerà a Guimarães, in Portogallo, dal 4 al 6 maggio, questa città è considerata la culla cultura-le del Portogallo e del Vinhos Verdes, capitale 2012 della cultura Europea. Da quando, cinque anni fa, il Concorso Mondiale è divenuto itinerante questa è la seconda volta che approda in Portogallo, dopo Lisbona. Questo ci fa ben sperare magari per una seconda tappa in Italia dopo quella di Palermo.
http://www.concoursmondial.com
Il Sommelier Marzo-Aprile 2012 • n. 2 7
Il Sommelier Marzo-Aprile 2012 • n. 28
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A Wall Street il vino continua ad essere in rialzo. Perché?
Perché a Manhattan le aziende continuano a pagare i pasti, e in essi non può certo mancare il vino.
I vini spagnoli visti da New York
Bere il vino a tavola, sebbene il suo prez-
zo sia esageratamente moltiplicato, “dà
un tocco di classe”. In certi casi è stato
moltiplicato addirittura per quattro e per cinque.
E proprio per questo motivo le cantine catalane
organizzano da ormai cinque anni il concorso
chiamato “Cartavi”, per mettere in competizione
le migliori carte. Non si tratta solo di premiare le
liste in cui risulti la presenza maggiore delle un-
dici denominazioni d’origine catalane; la qualità,
il design e le combinazioni sono altrettanti fattori
determinanti. Tutto è iniziato a Barcellona cinque
anni fa e quest’ultima edizione, ormai aperta a
livello internazionale, è stata celebrata nella capi-
tale del mondo. Il primo premio è stato assegna-
to a “El Mercat” di New York, mentre al secon-
do posto si è piazzata la “Taverna de Haro” di
Boston. Come biglietto da visita l’AVC presen-
tava Josep Roca, sommelier del “Celler de Can
Roca” di Girona con tre stelle Michelin, nonché
uno dei sommelier più mediatici. Una degusta-
zione magistrale, con dodici annate inedite di vini
storici armonizzati con piatti realizzati per far bri-
llare al meglio la complicità del vino spagnolo con
il cibo. Il presidente dell’INCAVI (Institut Català de
la Vinya i el Vi), Jordi Bort, e le trentuno cantine
partecipanti si sono impegnati a spiegare a tut-
ti i presenti i segreti del successo di questi vini.
Secondo i dati dell’OeMv, gli Stati Uniti sono il
secondo paese importatore di vini catalani con
un incremento dell’8,7%. Il fatturato del primo
trimestre del 2011 è stato niente meno che di
29,6 milioni di euro. Durante l’ultima annata, si è
assistito ad un aumento del 24,9%, ben 9,5 mi-
lioni di euro, essendo la media d’esportazione di
5,25 euro a bottiglia. Questa selezione di vini to-
talizzava più di 8000 punti della prestigiosa guida
Parker. Tra i giornalisti presenti risaltava il nome
di Jay Miller, che ha recentemente smesso di de-
gustare i vini spagnoli per The Wine Advocate.
Negli ultimi anni Jay Miller aveva partecipato a
tour di degustazioni assieme al Presidente della
Wine Academy of Spain, Pancho Campo. Su
Campo, ideatore di eventi come Wine Future sia
nella Rioja sia a Hong Kong, sta investigando
l’Institute of the Master of Wine per una presunta
infrazione del codice d’onore dell’accademia. Lo
stesso Robert Parker ha messo nelle mani dei
di Meritxell Falgueras Febrer
Il Sommelier Marzo-Aprile 2012 • n. 2 9
suoi avvocati la difesa dell’imparzialità delle sue
assegnazioni di punti nella penisola Iberica. Nel
frattempo, lo scandalo e i pettegolezzi sono ser-
viti.
Durante gli ultimi cinque anni, l’esportazione di
vini rossi negli Stati Uniti è aumentata del 7,8%
e quella del cava del 7,4%. In termini macroeco-
nomici, gli Stati Uniti importano l’8,8% della pro-
duzione totale di vino in Catalogna, situandosi
dietro alla Germania. Per questo motivo, pre-
sentare i vini a New York continua ad essere un
appuntamento importante per i vini spagnoli. La
D.O. Qualificata Rioja (l’unica, insieme al Priorato,
che ha questa denominazione di qualità superio-
re in Spagna) gode dei migliori riconoscimenti nel
consumo internazionale di vini “Tempranillos nel
Mondo” che organizza la Federación Española
de Asociaciones de Enólogos (FEAE). A questa
competizione hanno partecipato più di 418 vini
di 12 paesi, e la Rioja ha ottenuto 29 delle 55
medaglie d’oro. Il vino riojano “Mirto 2006” della
cantina Ramón Bilbao è stato riconosciuto come
il miglior esemplare dell’evento. La sesta varie-
tà d’uva più coltivata nel mondo trova un vero e
proprio feudo in questa terra con nome di vino. E
la mappa spagnola del vino si espande per New
York. Per esempio, nel Ristorante Bar Basque un
bicchiere medio di vino si aggira attorno ai 15-20
dollari. Le bottiglie qui presenti sono molto buone.
Dal Flor de Pingus al Clos Mogador. Tutti i risto-
ranti sono forniti di un beverage manager di otti-
ma formazione, con interessi e informazioni sulle
ultime novità e tendenze. Ed è vero proprio che
nella città che non dorme mai, non puoi rimanere
addormentato. Così è stato il risveglio dei vini di
Jorge Ordóñez, importatore di gran rilievo di vini
con nomi divertenti, presentazioni accattivanti e
di vini facili, che continuano a portare la bandiera
delle vigne spagnole nel Nord America.
Nelle stesse date, la presentazione internazionale
di Madrid Fusión nel Culinay Center di Soho, con
il suo direttore José Carlos Capel e lo chef due
stelle Paco Roncero.
Il Sommelier Marzo-Aprile 2012 • n. 210
Questa mostra internazionale di gastronomia ci
dà appuntamento a Madrid per i prossimi 24, 25
e 26 gennaio, quando celebrerà il suo decimo
anniversario con i migliori esponenti della cuci-
na spagnola (Berasategui, Adrià, Ruscalleda,
Subijana, Dacosta, Torreblanca, Gaig, Freixa) e
internazionale (Blumenthal, Bocuse, Ducasse,
Bras), tanto per citarne alcuni. Sono previste
grandi degustazioni di vini internazionali e dimos-
trazioni di cocktail, con barman super innovatori
come Javier de las Muelas. I giornalisti america-
ni hanno accolto la presentazione con una gran
voglia di gustarsi la città di Madrid e non solo il
congresso. Insomma, le tapas e la birra conquis-
tano tutti i palati.
Ma cos’è di moda nella città dei grattacieli?
Secondo Alice Feiring, la scrittrice che ha pub-
blicato “Come ho salvato il mondo del vino da-
lla Parkerizzazione”, il top sono i vini nudi. Il suo
ultimo libro s’intitola “Naked Wines” e parla dei
vini a cui non c’è bisogno di aggiungere né di
togliere nulla. Dedica ai vini spagnoli un intero ca-
pitolo dal titolo “Questo oscuro oggetto del desi-
derio”. Ci rimangono in sospeso ancora alcune
cose da rivedere, scrive la giornalista del New
York Times. Ma nella sua personalissima Arca
di Noé, questa critica salva alcune cantine spag-
nole come Mendall e Els Jepelind in Penedès,
Benitos Santos in Rías Baixas, Bodegas Carballo
a Las Palmas e Bodegas Monje in Tenerife (en-
trambe nelle isole Canarie), Lopez Heredia nella
Rioja e vini Ambiz a Madrid. In Italia la lista è più
lunga, ma per il momento non ha ancora editori
in Europa. Il gusto newyorkese per il vino bello,
sia dentro che fuori, resta in vogue.
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12 Il Sommelier Marzo-Aprile 2012 • n. 2
Sua eccellenzala tagliatella
”Alle origini di una tipica specialità bolognese.
Nel 1575 compaiono per la prima volta fra le vivande degli alberghi che si assaporavano all’ombra delle Due Torri.“
Che le tagliatelle costituiscano uno dei
piatti tradizionali bolognesi più famosi è
risaputo da tutti. Ma su quando siano
entrate nell’uso comune a tavola si sono fatte
soltanto congetture. Accanto alle paste farcite
asciutte o in brodo e agli spaghetti, chiamati più
petronianamente «vermicelli»,
a tenere banco a Bologna, almeno fino dal Medio
Evo, dovevano essere proprio le tagliatelle, di
forma più larga rispetto a quella di oggi e gene-
ralmente servite con burro e una spruzzata di for-
maggio grana.
Nei menù settecenteschi delle colazioni del
Gonfaloniere di Giustizia e degli Anziani, che
presiedevano il governo di Bologna, figurano a
più riprese piatti di «vermicelli fatti in casa» e di
«tagliolini fatta in casa asciutti», conditi con burro
e formaggio parmigiano. È significativa la sottoli-
neatura della fabbricazione casalinga come ele-
mento di genuinità e di fragranza.
La conferma che già nel secolo XVI le tagliatel-
le fossero un piatto di consumo consolidato e
deliziassero i palati dei forestieri che sostavano
nelle locande e osterie con alloggio di Bologna,
è confermata da un bando del 1575 dove si fa
un’esplicita allusione alla tipica specialità petro-
niana. Si tratta della più antica citazione “pub-
blica” sull’uso di questa pastasciutta nella città
che ne ha fatto uno dei suoi vanti culinari. A te-
stimoniarlo è la Provisione reformata a beneficio
di Giancarlo Roversi
et commodo dei peregrini et forastieri in questo
anno del Santo Jubileo (si conservano due sole
copie, una nella Biblioteca dell’Archiginnasio e
l’altra all’Archivio di Stato), emanato con l’intento
di fissare precise regole e prezzi calmierati a tute-
la dei pellegrini diretti a Roma per l’Anno Santo.
Fra i piatti è menzionata anche la “minestra di
tagliatelli o simile”, che non fa riferimento a un
piatto brodoso, ma alla pasta asciutta. Infatti da
sempre a Bologna col termine “minestra” viene
indicata non solo la pasta in brodo, come sareb-
be appropriato, ma anche qualunque tipo di pa-
sta asciutta.
Nulla si sa sul condimento di queste tagliatelle
cinquecentesche d’albergo, sicuramente ricava-
te da sfoglie tirate a suon di matterello e insapori-
te da una salsa di carne o di aglio e noci (la tipica
“agliata”) oppure semplicemente accompagnate
da burro e una bella grattugiata di formaggio gra-
na come avveniva fin dall’epoca medievale per le
lasagne. Non è improbabile che a sposarle fosse
proprio il classico ragù alla bolognese a base di
una sapiente amalgama di carne e odori, lo stes-
so che in epoca medievale rappresentava una
pietanza a se stante, un gustoso intingolo che
veniva gustato inzuppandovi il pane.
Alla ricerca dell’archetipo più autentico del ragù si
è dedicata una trentina di anni fa la delegazione
bolognese dell’Accademia della Cucina Italiana
che, dopo un referendum popolare e un’attenta
selezione delle ricette pervenute, l’8 settembre
1982 ha provveduto a codificare con atto notarile
presso la Camera di Commercio la ricetta ritenu-
ta più fedele alla tradizione. In precedenza, il 16
aprile 1972, la stessa Accademia, aveva deposi-
tato sempre presso la Camera di Commercio la
misura aurea della classica specialità petroniana:
8 mm al momento della cottura, ossia 6,50 – 7
mm. al momento del taglio mentre il giusto spes-
sore si aggira sul millimetro.
Il Sommelier Marzo-Aprile 2012 • n. 2 13
”“Il principe dei vini italiani da dessert al centro di una importante ricerca
Interessante iniziativa dell’Università
di Messina per il vino Marsala
di attilio l. Vinci
Il gruppo di ricerca del Dipartimento di Scienze degli Alimenti
e dell’Ambiente ed il dot-torato di ricerca in Scienze Enogastronomiche coordi-
nato dal prof. Giacomo Dugo (nella fotografia), ha avviato (ed
al momento in cui andiamo in stampa è in avanzata fase di studio)
una linea di ricerca per identificare i composti che caratterizzano il bouquet complesso di questo vino. “Ciò per rendere omaggio a un vino mito dell’enologia italiana – chiarisce il prof. Dugo - che vanta molto poco in letteratura scientifica”. Ordinario di Chimica dell’alimentazione pres-so l’Università dello stretto e direttore del Dipartimento promotore dell’iniziativa, il docente, già Presidente della Società Chimica Italiana in Sicilia, è molto prolifero in iniziative che hanno precisi obiettivi e riferimenti col rapporto: enoga-stronomia e salute.
Questa vostra iniziativa ha un obiettivo ben preciso? Sì! – risponde - Il nostro obiettivo principale è quello di dare una tracciabilità del prodotto e rendere al consumatore, in maniera più realistica possibile, la conoscenza delle peculiarità della ti-pologia di Marsala che deve scegliere e dunque consumare; e che, in casi ben precisi, deve ac-costare ad un cibo.
Vuole approfondire il suo impegno di ricerca? La tracciabilità del vino Marsala, essendo un prodotto a lunga conservazione, è molto interes-sante ed importante - sottolinea il docente uni-versitario- Infatti, l’evoluzione della componente aromatica che influenza in maniera diversa le ventinove tipologie è, appunto, diversa per ogni tipo di Marsala. La diversità è frutto della prepa-razione e dei tempi di affinamento in botte, che come sappiamo variano dai 6 mesi ai 10 anni. L’attività di ricerca coordinata dal prof. Dugo ha la collaborazione del prof. Peter Tranchida, nonché quella degli ex alunni, ora neo laurea-ti: dottoressa Maria Scandariato, dott. Nicola Cicero e dottoressa Gloria Pumilia. E si av-vale della collaborazione tecnica del dottor Domenico Buffa produttore di Vino in Marsala. Per la caratterizzazione della frazione aromatica sono state selezionate –chiarisce Dugo- quattro tipologie di vini Marsala:
Marsala Fine secco ambra (con addizione di 1. mosto cotto) con almeno 1 anno di affina-mento in botti
Marsala Superiore secco ambra (con mosto 2. cotto) almeno 2 anni di affinamento in botti
Marsala Superiore Riserva oro dolce (solo uve 3. bianche senza mosto cotto) almeno 4 anni di affinamento in botti
Marsala Vergine (solo uve bianche senza 4. mosto cotto) almeno 5 anni di affinamento in botti.
Il Sommelier Marzo-Aprile 2012 • n. 214
L’avviata indagine della componente aromatica è effettuata mediante gascromatografia e rileva-zione con spettrometria di massa ed ionizzazio-ne di fiamma. Il sistema di identificazione che prevede la let-tura di quaranta componenti appartenenti a quattro classi: esteri, aldeidi, alcoli ed acidi, ha fatto rilevare nei Marsala esaminati composti che danno sentori di fruttati dolci: ananas, mela, pera, mela verde, prugna, pesca, mela cotta, banana, frutta tropicale, cocco dolce; frutta sec-ca: mandorla amara e nocciola; erbacei: erba fresca, menta e spezie vegetali, miele floreale. Nella caratterizzazione delle diverse tipologie – informa il prof. Dugo- le differenze fin qui riscon-trate dei composti volatili si possono così classi-ficare: formiato di etile (mela verde e prugna) con whiskey lattone (aroma di cocco dolce) solo nella tipologia Marsala Vergine; valeriano di etile (mela) solo nelle tipologie Oro; esaonato di isopentile (ananas, banana, e mela verde) con dietil 9 de-
canoato (fruttato) che decresce con l’aumentare dei tempi di affinamento, si riscontra dal Fine al Vergine; tutti i tipi di Marsala si accomunano per il benzaldeide (mandorla amara).L’impegno dei ricercatori dell’Università di Messina, che sarà ampliato ed esteso alle altre tipologie di Marsala delle aziende storiche, è an-che un preciso contributo al recupero dell’imma-gine del prestigioso vino, che, da circa un anno è al centro di un ampio dibattito sulla difficile situa-zione che sta vivendo. Il dibattito ha fatto registrare anche toni molto duri e forti, soprattutto nell’addossare responsa-bilità per l’attuale momento critico del vino sicilia-no, e sta coinvolgendo numerosi esperti, tecnici, sommelier, enotecari, ristoratori, comunicatori. Il gruppo di ricerca del professore Dugo ha deciso di intervenire per proporre un contributo scienti-fico e nel contempo una preziosa agevolazione nell’orientare l’analisi gusto olfattiva dei fortunati consumatori del Vino Marsala.
Loazzolo, tra le DOC più piccole d’Italia, è stata ri-conosciuta nel 1992. Il Loazzolo é un vendemmia tardiva, dolce, rarissimo, vinificato e imbottigliato esclusivamente da uve Moscato bianco (tradizio-nalmente impiegate per la produzione dell’Asti), uve appassite ed eventualmente attaccate dalla muffa nobile, coltivate nel solo comune di Loazzolo. Freschezza ed equilibrio accompagnati da una pro-rompente eleganza aromatica di agrumi, salvia e fiori gialli sono il risultato della pendenza dei terreni e dell’età dei vecchi vigneti (oltre 70 anni) di Moscato a Loazzolo, caratterizzati da ben 7000 ceppi per et-taro. Interessante è il connubio con alcuni formaggi dalla leggera erborinatura o, di contro, con alcuni salami stagionati. Se da un lato, comunque, l’ab-
binamento storicamente adottato è quello con la pasticceria secca, è altrettanto vero che in presen-za di vini di siffatta “forza emozionale” un assaggio in perfetta ed assoluta solitudine è il giusto premio che si consiglia di tributare loro. Numerosi sono stati i premi ricevuti da questo vino eccelso, l’ultimo dei quali “2011 FLORIDA INTERNATIONAL WINE CHALLENGE- MEDAGLIA D’ARGENTO: con Solìo Loazzolo DOC, annata 2005.
BORGO ISOLABELLA s.s. Regione Caffi, 3 Loc. Saracchi14051 Loazzolo (AT)Tel. 014487166www.isolabelladellacroce.it
BORGO ISOLABELLA
a cura della redazione di Quality aDV
L’affascinante scenario dei vigneti dell’Etna, nel cuore stesso della pro-duzione vitivinicola del vulcano, tra
Passopisciaro e Solicchiata. La piena stagione primaverile, tra il 20 e il 22 aprile, quando neve e gelo lasciano il posto ai colori tenui e morbidi che meglio si addicono a questa terra e a questo oriz-zonte. E ancora, sempre più adesioni da parte della stampa internazionale accreditata da tutto il mondo per partecipare a un evento che negli anni si è conquistato prestigio e credibilità. È un’edizione senza dubbio ricca di novità quella targata 2012 per “Sicilia en Primeur”, la manife-stazione ideata e organizzata da Assovini Sicilia, che presenta sul banco delle relazioni internazio-nali la produzione annuale vitivinicola dell’Isola. Novità che partono proprio dalla scelta della lo-cation: l’Etna. “Sicilia en Primeur”, infatti, è nata e resta una manifestazione itinerante e il luogo più vicino al vulcano in cui finora si è svolta è stata l’altrettanto suggestiva Taormina, con i suoi resti archeologici, il suo teatro greco e la sua baia con le spiagge di Giardini Naxos. “Sul vulcano più alto d’Europa, che rappresenta una delle perle della produzione enoica siciliana e italiana, sia a livello qualitativo che quantitativo, comunque andava fatta” confermano il presiden-te di Assovini, Antonio Rallo, e il direttore dell’as-sociazione, Giuseppe Longo. Da qui, per motivi
logistici, anche la scelta di posticipare le date dell’evento, solitamente svoltosi a marzo (il mese del Vinitaly), ma questa volta previsto in aprile, per consentire una migliore fruizione di paesaggio, vi-gneti e visite in cantine, nel pieno della primave-ra, quando ormai le strade etnee sono facilmente percorribili e non ci dovrebbero essere sorpre-se meteorologiche. Un dato, quest’ultimo, certo non trascurabile, che incide annualmente sulle vendemmie nell’Isola. Secondo i dati dell’Istituto regionale della vite e del vino, infatti, in Sicilia nel 2011 “i mesi di aprile e maggio hanno visto un andamento delle temperature nella norma, con valori di temperatura massima e minima in linea o inferiori alle medie climatiche”. Ma le piogge anche nel “mese di aprile si sono concentrate in Sicilia orientale, sud orientale e zona dell’Etna…” (fonte: Istituto regionale della vite e del vino).Sorprese a parte, rimane poi la scelta de “Il Picciolo Etna Golf Resort” di Castiglione di Sicilia, circondato proprio dai vigneti oltre che dal suo circuito verde per il golf. Il teatro è pronto, insomma, con la sua elegan-te scenografia, e servirà per fare il punto della situazione sulla produzione nell’Isola. Nata nel 1998, Assovini Sicilia oggi rappresenta il 75% dell’imbottigliato siciliano e la quasi totalità della produzione di eccellenza, con l’adesione di 65 aziende sempre più orientate verso l’interna-
Sicilia en Primeur 2012
È un’edizione senza dubbio ricca di novità quella targata 2012 per “Sicilia en Primeur”, la manifestazione ideata e organizzata
da Assovini Sicilia, che presenta sul banco delle relazioni internazionali la produzione annuale vitivinicola dell’Isola.
“”
di Antonio Iacona
1616 Il Sommelier Marzo-Aprile 2012 • n. 2
zionalizzazione dei loro prodotti, con nuovi soci giovani, anagraficamente e nelle sfide raccolte, con l’obiettivo di “fare sistema” in un comparto sempre più ottimista e con un mercato ormai ri-volto all’estero. Da qui la scelta di selezionare ac-curatamente la stampa nazionale e, soprattutto, internazionale che partecipa a “Sicilia en Primeur 2012”, con un fitto programma di incontri, con-vegni, degustazioni e visite in cantine delle varie aziende aderenti (in particolare quelle etnee) e con approfondimenti di forte attualità. Un esem-pio? La tanto sospirata (e ormai giunta al traguar-do!) Doc Sicilia, il cui decreto ha già visto la luce e che entrerà in vigore dalla prossima stagione vendemmiale. “È una Doc di base, meno parti-colareggiata – confermano il presidente Rallo e il direttore Longo – ma che ovviamente dà alle aziende produttrici e agli stessi consumatori di-versi benefici. Si tratta di un disciplinare che farà fare ampi passi avanti ai vini siciliani e tutelerà an-che i piccoli territori e le piccole Doc, che ancora mettono nelle loro etichette la Igt. Sarà una Doc
grande, che si unisce alle singole Doc territoriali, nel rispetto delle diversità ed esigenze dei singo-li terroir. Naturalmente – proseguono i vertici di Assovini – c’è tutto un ruolo importante legato ai controlli per la Doc Sicilia, sempre più affidati all’Istituto regionale della vite e del vino, mentre la nuova Igt sarà: Igt Terre Siciliane, che rimar-rà un’importante realtà dell’Isola, se si considera
che spesso nel quadro della produzione nazionale maga-ri una Igt siciliana è sempre stata superiore ad altre Doc italiane”. La Sicilia rimane, infatti, una delle regioni a più alta voca-zione vitivinicola, come con-fermano i dati 2011, dove “la superficie ad uva da vino in produzione è risultata esse-re pari a 92.700 ettari, di cui 59.328 coltivata con varietà a bacca bianca e 33.372 con varietà a bacca nera. Nella nostra regione, in annate nor-mali, si può ritenere corretta in linea generale, una media di produzione ad ettaro di 93 quintali se uva bianca e 74 se uva nera”. Sono numeri che
pesano, anche se si conside-ra che proprio l’anno appena trascorso ha visto un lieve calo di produzione dovuto a diversi fattori, come riportato dall’Assessorato regionale all’Agricoltura, che confer-ma il potenziale produttivo isolano e sottolinea “un lieve calo ponderale dovuto so-prattutto alle elevate tempe-rature della seconda metà di agosto e si rileva anche una resa uva/mosto più conte-nuta”. Ostacoli nella norma, insomma, come può esserlo il mare mosso per una nave che procede a vele spiegate, con un equipaggio che non demorde.
Antonio Rallo. Foto di Anna Pakula
La nuova “creatura” I BALZINI, il nuovo vino rosé. Dopo il Black, il White, il Green e il Red un altro colore si aggiunge alle nostre etichette: il Pink Label. “Il rosè è un mio vecchio sogno - spiega Antonella D’Isanto titolare de’ I BALZINI - da un paio di anni lo abbiamo progettato con Barbara Tamburini, il nostro enologo, il risultato della vendemmia 2011 ci ha convinte, siamo state soddisfatte di questo vino, profumatissimo, di un bel colore rosato di buona intensità, a base di Sangiovese e Merlot e lo presenteremo in anteprima a Vinitaly”. Floreale e fruttato, caratterizzato da note di mughetto e di frutti rossi. Al naso emergono piacevoli la ciliegia e la fragola. Fresco e vivace al palato e di buona persistenza gustativa, è ideale con gli antipasti, i piatti a base di pesce e carni bianche. Un vino tutto in rosa, fatto a quattro mani da due donne.
Stand Vinitaly pad 8 A15I BALZINI Società Agricola sas. Loc. Pastine, n. 19 - 50021 Barberino Val d’Elsa (FI)Tel.+39-0558075503 Fax.+39-0557607998www.ibalzini.it - info@ibalzini.it
I BALZINISocietà Agricola sas
a cura della redazione di Quality aDV
AZIENDA VITIVINICOLA FERRUCCIO DEIANA & C. s.a.s Loc. Su Leunaxi - 09040 Settimo S.Pietro (CA)Tel. e Fax 070 749117 www.ferrucciodeiana.it - deiana.ferruccio@tiscali.it
Operando in un ambiente favore-vole, unico, incontaminato come quello di Su Leunaxi e di Sibiola, utilizzando le tecniche più moder-ne ed evolute, in vigna ed in canti-na, i vini ottenuti sono ecceziona-li. Le uve sono quelle tradizionali (Vermentino, Monica, Cannonau, Carignano, Bovale o Bovaleddu, Barbera sarda, Moscato, Nasco e Malvasia), sapientemente accostate per migliorarne le parti-colari caratteristiche, che diventano quattro DOC: i Vermentini Donnikalia e l’Arvali fermentato con le bucce e leggermente ma-cerate da uve molto mature vendemmia tardiva, il Monica Karel, il Cannonau Sileno ed il Cannonau Sileno Riserva; tre IGT Isola dei Nuraghi: il bianco Pluminus, il rosso Ajana, il bianco dolce Oirad ottenuto da uve stramature sulla pianta e tenute in fermentazione con le bucce per una buona macerazione e i tre DOC Sanremy: Vermentino, Monica, Cannonau, una linea di vini moderni, con un favorevolissimo rapporto qualità-prezzo.
Azienda Vitivinicola Ferruccio Deiana & C. s.a.s.
Da un’idea geniale e...vincente nasce la
F.I.S.A.R.a cura di Gianfranco Grossi
Correva l’anno… 1972 (si può
ben dire) che alcuni ristora-
tori pisani si ritrovarono con
qualche collega livornese per
discutere del proprio lavoro e
di come migliorare il loro im-
pegno nella ristorazione, ma
anche di poter arricchire e
completare l’offerta che non
fosse solo legata alla cucina
(della quale sentiamo sempre
di più il bisogno ancora oggi)
di una ulteriore professionalità
rivolta al mondo del vino che
allora era in una fase di evolu-
zione. A Bolgheri il “Sassicaia”
si presentava sul merca-
to e, grazie all’impegno del
marchese Mario Incisa della
Rocchetta, sin dai primissimi
anni aveva ottenuto ricono-
scimenti nazionali e interna-
zionali. Oggi è il figlio Niccolò
a tenere alto il nome del vino
e soprattutto di quel territorio
che tanto ama e che grazie
alle intuizioni della famiglia (e
dei Della Gherardesca) non ha
subìto scempi edilizi. Al suo
seguito i grandi e prestigiosi
nomi dell’enologia internazio-
nale, primo fra tutti il marchese
Piero Antinori, decisero di pro-
durre il vino in quel di Bolgheri.
Oggi la parte sud della pro-
vincia di Livorno compresa
nel Comune di Castagneto
Carducci e Suvereto sta
dando grandissime soddi-
sfazioni per i riconoscimenti
che i “grandi rossi” ottengo-
no in tutto il mondo. Per ulti-
ma è nata la Doc Terratico di
Bibbona che promette molto
bene. Con queste premesse
l’intuizione dei nostri “eroi”
oggi la possiamo considera-
re, a ragion veduta, un’idea
geniale e… vincente. La Fisar
si è guadagnata “sul campo”
tanti riconoscimenti, da quel-
lo della “Personalità Giuridica”
(n.1070/01 del 09.05.01) agli
inviti a prestigiose manifesta-
zioni nazionali, ecc. Quando
nel 1972 quel piccolo grup-
po di amici ristoratori con la
passione per il vino, decise
di fondare una Federazione
di Sommelieri, sicuramente
non immaginava che stava
per creare un’associazione
che tanto avrebbe significato
nella promozione dell’enoga-
stronomia negli anni a veni-
re. Si definivano proprio così:
“Sommelieri”, italianizzando
un termine francese, quasi a
voler sottolineare con maggior
forza lo scopo dell’associazio-
ne: far conoscere soprattutto
il vino italiano, saperlo sceglie-
re, saperlo degustare, saperlo
abbinare. Il nostro pensiero
è rivolto a quanti, ristoratori
e non, si sono impegnati per
far nascere la Fisar, con l’im-
pegno di farla diventare una
grande federazione di som-
melier: eleganza e professio-
nalità è stato fin dall’inizio il filo
conduttore sempre presente
in questi 40 anni di vita. Di ciò
dobbiamo dare atto a queste
persone, che dobbiamo rin-
graziare. Il coinvolgimento di
molti altri, non ristoratori, ma
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amanti del buon bere, ha per-
messo di divulgare la cultura
del vino, partecipando ai cor-
si che fin dall’inizio sono stati
organizzati, anche a costo di
sacrifici non indifferenti. Mario
Pellegrini, è uno dei “super-
stiti” della prima “pattuglia”
livornese, anche se da qual-
che anno non è più iscritto alla
Fisar (motivi di salute) e attual-
mente sovrintende all’attività
del Ristorante “Il Romito” che
i figli stanno portando avanti
in quell’angolo di lungoma-
re sulle fantastiche scogliere
a sud di Livorno. I pisani non
sono rimasti indietro e tra i
“primi” che hanno contribui-
to fattivamente alla nascita e
crescita della Fisar, ricordiamo
l’impegno del comm. Tullio
Venturini (primo presidente),
poi del comm. Pianigiani (più
volte vice presidente o segre-
tario), dell’arch. Luigi Sestini
(presidente), di Lido Masi, di
Dublino Guidi. Dopo le pre-
sidenze di Venturini e Sestini
è arrivato Leonardo Nardi.
L’anno è il 1989, il momento
di veder finalmente ricono-
sciuti i meriti dell’associazione
è arrivato. Durante la gestione
Nardi sono stati uniformati i
corsi di formazione profes-
sionale e sono stati prodotti
gli strumenti per una didat-
tica di grande livello. E’ con
lui poi che è iniziata la prassi
per l’altra grande svolta, l’ot-
tenimento del riconoscimen-
to giuridico, formalizzato poi
nel 2001 dal Presidente Luca
Giavi e dall’allora Segretario
Lido Tridenti. Tra i primi ap-
puntamenti più importanti che
vengono ricordati con simpa-
tia ed orgoglio sono i servizi
fatti a Roma ai congressi in-
ternazionali della FAO. Era un
sacrificio non da poco perchè
si partiva nel pomeriggio e si
ritornava a notte inoltrata. Nel
1983 la prima grande svolta:
la pubblicazione di una rivista
bimestrale di enogastronomia,
“il Sommelier”. Nata come
house-organ, si è avvalsa
negli anni della collaborazio-
ne scientifica di grandi firme
come il Prof. Mario Fregoni e
il Prof. Giuseppe Sicheri. Nel
2004 viene completamente
ristrutturata con il contributo
del nuovo Direttore Roberto
Rabachino e oggi è senza
dubbio una delle pubblica-
zioni di settore più complete.
Nicola Masiello, attuale presi-
dente nazionale, una vita da
vice presidente è succeduto
a Vittorio Cardaci Ama con il
quale la FISAR ha maturato
una crescita importante sotto
il profilo delle pubbliche rela-
zioni. Nicola, amatissimo da
tutti i fisariani, è considerato
un po’ la “memoria storica”
della Fisar.
speciale quarant'anni FISAR
Il Sommelier Marzo-Aprile 2012 • n. 2 21
Il primo presidente nazionale Fisar Tullio Venturini consegna nel 1979 a Livorno il taste-vin ad un giovanissimo Antonio Zannoni.
Atto Costitutivo della F.I.S.A.R. e Soci Fondatori
Tra i 20 soci fondato-
ri sono presenti non
solo pisani e livornesi
ma, oltre che ristoratori e al-
bergatori, anche giornalisti ed
altri appassionati.
Come si può vedere da que-
sta prima pagina dell’ ”Atto
Costitutivo dell’Associazione
Sommelieri” stilato dal nota-
io Guglielmo Gambini di Pisa
il 27 marzo 1972 figurano
Giovanni Battista Bonacina,
giornalista nato a Treviso e
domiciliato a Cesena e la mo-
glie Alfreda Console nata a
Milano, Angelo Varbano nato
a Scilla (nel gruppo c’è anche
la moglie Maria), ecc.
Questo l’elenco completo dei
fondatori:
Giovanni Bonacina - Alfreda Console - Tullio Venturini (Ristorante - “Villa Kinzica” di piazza
Arcivescovado)
Angelo Varbaro- Maria Varbaro-
Dario Moselli, ristoratore del - Lago d’Iseo
Auro Gasperini, di Volterra- Benedetta Giovannini- Piero Grigioni- Roberto Masutti- Moresco Simonelli- Romano Franceschini - (Ristorante “da Romano”,
Viareggio)
Raffaele Iacopucci- Mario Pellegrini (Ristorante - “Romito”, Livorno, ora
condotto dai figli)
Antonio Tavanetto- Guido Tavanetto- Lido Masi (i figli portano - avanti il Ristorante “da
Lido” a Cenaia, Pisa)
Giuseppe Raspi - (conosciuto come Beppino,
Ristorante “Etruria”,
Volterra)
Franco Greco- Franco Porretti.-
Nell’atto costitutivo si par-
la di “Federazione Italiana
Sommelieri fra Albergatori e
Ristoratori”. Uno dei primi atti
della dirigenza è stato quello
di cancellare la parola “fra” in
quanto già allora erano mol-
ti i giornalisti e gli amanti del
buon bere che avevano aderi-
to all’iniziativa.
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Il secondo Presidente Nazionale, arch. Luigi Sestini a “Calafuria”.
speciale quarant'anni FISAR
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La prima pagina redatta dal notaio Guglielmo Gambini dell’Atto Costitutivo della Fisar
anni
I Presidenti Nazionali che hanno guidato
la F.I.S.A.R. in questi “primi” 40 anni
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TULLIO VENTURINI di Pisa La sede nazionale era presso
l’Hotel “Villa Kinzica”.
LUIGI SESTINI di VolterraCon l’arch. Luigi Sestini la sede nazionale
viene trasferita presso l’Hotel Arno
LEONARDO NARDI di Livorno
VITTORIO CARDACI AMAdi Catania
NICOLA MASIELLOValdichiana (Siena)
LUCA GIAVIdi Treviso
LIDO TRIDENTIdi Pisa
anni
ad-v
isio
n.it
dal 1902, una tradizione di Famiglia
w w w. to m m a s i w i n e . i t
Identità Classicaspirito moderno
LEONARDO NARDIPER 12 ANNI PRESIDENTESubito dopo la “nascita” della
Fisar si è iscritto anche il giova-
ne Leonardo Nardi che con la
moglie Mariangela conduceva
lo storico e tradizionale risto-
rante “Da Rossi – La Torre di
Calafuria”, noto non solo per-
ché vi si mangiava bene ma
anche per i tramonti da favola
che si godevano dalla terrazza.
Il suo locale è stato un punto
di riferimento per tutti i fisaria-
ni, vuoi per le riunioni della de-
legazione livornese ma anche
per l’ospitalità che ha sempre
dato per le lezioni che si or-
ganizzavano. L’attaccamento
di Leonardo alla Fisar è an-
dato crescendo tanto che,
una volta eletto nel Consiglio
Nazionale, “Calafuria” è dive-
nuto il punto di riferimento per
le sue riunioni, perché in “posi-
zione centrale”, si diceva. Non
solo, ma anche perché diffi-
cilmente si lasciava l’incontro
senza prima avere pranza-
to. Dopo la morte dell’Arch.
Sestini, all’Assemblea Elettiva
di Catania nel 1988 Leonardo
Nardi veniva eletto presidente
nazionale. Un impegno che ha
mantenuto e onorato per ben
dodici anni, avendo sempre
come vice presidente Nicola
Masiello. Con lui la Fisar è
cresciuta come delegazioni e
iscritti, cominciando a coprire
regioni e province fino ad al-
lora “scoperte”. Interessante
l’incontro con una delega-
zione della Croazia per ap-
profondire l’aspetto culturale
del vino e per l’Assemblea
Nazionale che vi si era tenuta
l’anno successivo. Ma ha cu-
rato anche altre iniziative cul-
turali: alla “Tirreno C.T.” con
“Pane, vino e musica”, con un
dibattito e la dolce musica di
una bella violinista, ecc. Con
la sua bonarietà e semplicità
ma con rigorosa onestà non è
mai mancato ai più importan-
ti appuntamenti del Consiglio
Nazionale e delle delegazioni.
Tutti abbiamo potuto godere
della sua amicizia e del suo in-
citamento a ben operare con
il nome Fisar. Leonardo Nardi
ha potuto muoversi in tutta
tranquillità con la comprensio-
ne e l’appoggio incondiziona-
to che ha sempre avuto dalla
moglie Mariangela e dai figli
Giulio e Stefano che hanno
pensato a mandare avanti il ri-
storante, anche con maggiori
sacrifici personali. A Leonardo
e a Mariangela un affettuoso
abbraccio.
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Il Presidente Leonardo Nardi Il Presidente Nardi con la delegazione della Croazia
Nardi alla Tirreno C.T. con"Pane, vino e musica"
LUCA GIAVIIl 2000 segna la conclusione di
un periodo storico della Fisar
con la scelta del presidente
Leonardo Nardi di lasciare
spazio ad un ricambio genera-
zionale. Fu subito “rivoluzione”
con la nomina alla presidenza
di Luca Giavi - un giovane tre-
vigiano di 38 anni con 10 anni
di vita fisariana - che nell’as-
semblea tenuta al Grand Hotel
“Continental” di Tirrenia (Pisa),
risultò il primo degli eletti.
Grazie all’attività avviata dalla
presidenza Nardi e alla volon-
tà di incidere nella percezione
esterna della Federazione,
Giavi – che poteva contare
sul prezioso consiglio del vice
Nicola Masiello, di Lido Tridenti
alla segreteria e del Consiglio
– riuscì ad ottenere risultati
importanti: il Riconoscimento
della Personalità Giuridica del-
la Fisar, l’acquisto della sede
sociale e l’istituzione di “Fisar
Servizi”. Non meno rilevante
fu, nell’assemblea di Pesaro
2002, la definizione di un ma-
nifesto che indicò gli ambiti di
impiego dei sommelier e l’av-
vio di una più attenta selezione
dei formatori. Concluso il suo
mandato Giavi – nell’impossi-
bilità di assicurare analogo im-
pegno per il triennio succes-
sivo, visti i crescenti impegni
professionali – decise di non
ricandidarsi.
LIDO TRIDENTILido Tridenti ha dapprima ri-
coperto il ruolo di Segretario
Nazionale creando la prima
vera segreteria organizzata
della FISAR per poi arrivare
alla presidenza nel 2003. Un
particolare ricordo di Lido ce
lo regala il figlio Carlo dandoci
così l’occasione per salutare
una voce amica, quella che
tutti i soci riconoscono quando
chiamano in segreteria. Forse
non tutti sanno che fu proprio
lui a portarlo in FISAR al tem-
po in cui frequentava il corso
per Sommelier. Un corso che
non solo lo avrebbe portato a
vestire il nostro smoking, ma
a diventare la vera anima del-
la Segreteria, riuscendo con
grande umiltà e professionalità
a conquistare l’apprezzamen-
to di tutti quelli che in questi
lunghi anni si sono avvicendati
nelle varie delegazioni e alla
guida dell’associazione. “Nel
lontano 1980, - ricorda Carlo
- per completare la mia for-
mazione professionale di eno-
tecaro, frequentai il corso per
sommelier con la Delegazione
Fisar Pontedera ed iniziai a
fare servizi sia con la delega-
zione di Pontedera che di Pisa,
speciale quarant'anni FISAR
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Luca Giavi
Carlo Tridenti in versione Sommelier
Lido Tridenti con i suoi Sommelier
di quell’esperienza ho oggi un
bel ricordo per le amicizie fatte
e per le serate passate in alle-
gria. Grazie a questi miei rap-
porti soprattutto all’epoca con
la Delegazione di Pisa si può
dire che feci conoscere a mio
padre la F.I.S.A.R. Una cono-
scenza che portò sviluppi incre-
dibili. Ricordo ancora quando
nella nostra enoteca, adibita
all’epoca come sede, arrivava
la rivista Il Sommelier dalle gra-
fiche Lama di Piacenza e mio
padre si metteva con pazienza
a dividere il numero delle co-
pie, manualmente, per spedir-
la verso le varie zone d’Italia o
ancora quando il Presidente
di allora, Nardi, trovò in affitto
una sede in via dell’Aeropor-
to a Pisa: due piccole stanze
una adibita ad ufficio e l’altra a
magazzino… la mattina mi re-
cavo “in sede” per rispondere
alle richieste delle Delegazioni,
poche a quel tempo, e dare
così una parvenza di sede. E
ricordo l’enorme soddisfazio-
ne di mio padre per l’acquisto
dell’immobile dove oggi sono i
nostri uffici. Un evento atteso
davvero per tanti anni. Pochi
ricordi ma esemplificativi di
come era la Fisar negli anni
80 e per meglio comprendere
i passi da gigante che ha fatto,
in questo credo che un pen-
siero particolare vada rivolto a
mio padre che è stato segre-
tario nazionale tantissimi anni
contribuendo con il suo lavoro
al progredire dell’Associazio-
ne.
VITTORIO CARDACI-AMAIn poco più di dieci anni ha
percorso tutta la scala gerar-
chica fino ai vertici della nostra
Federazione. È sommelier dal
1999 e vince subito il titolo di
“Sommelier dell’Anno”. Nel
2001 è delegato di Catania.
All’assemblea elettiva del 2003
ha ottenuto il maggior numero
di preferenze e nominato Vice
Presidente. Presidente è Lido
Tridenti. Ha ricoperto la cari-
ca di presidente del CdA della
neonata “Fisar Servizi srl” e
poi quella di Amministratore
Unico. Nel 2006 è eletto
Presidente e riconfermato
nel 2009. Con lui la Fisar ha
vissuto un’epoca di rinnova-
mento e visibilità. Viene chie-
sta l’adozione di una divisa di
rappresentanza, anche per le
signore, il materiale didattico è
arricchito con l’adozione degli
attuali calici da degustazione.
La nostra presenza al Vinitaly
diventa più significativa così
come alle più importanti mani-
festazioni enogastronomiche
italiane. Con lui vengono fatti
accordi di collaborazione con il
Gruppo Editoriale L’Espresso,
con la Guida “I Vini d’Italia” e
con Slow Food.
NICOLA MASIELLOÈ nato e cresciuto in Fisar,
la sua tessera porta la data
1974. Ha frequentato il corso
nella delegazione di Orvieto,
al quale avevano partecipato
cinque persone che poi hanno
deciso di aprire la delegazio-
ne a Bettole di cui è divenuto
il delegato. Qui, dal 1983 ha
un suo ristorante “Betulia”. In
Fisar ha ricoperto tutte le ca-
riche iniziando da delegato a
consigliere nazionale. Ha avu-
to il piacere e l’onore di col-
laborare con tutti i presidenti
Fisar: consigliere con Tullio
Venturini e Luigi Sestini, quindi
vice presidente di Leonardo
Nardi (per 12 anni), poi come
consigliere di Luca Giavi prima
e, su sua richiesta, come vice
per due anni, con Lido Tridenti
come componente di giunta.
Con Vittorio Cardaci è stato
vice presidente per un manda-
to e mezzo e poi, dal 19 giu-
gno 2011, come Presidente a
seguito delle sue dimissioni.
È docente nei corsi di forma-
zione, responsabile dei rap-
porti con le consorelle e con
le istituzioni per le politiche di
sviluppo e adeguamento alle
normative comunitarie in am-
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Vittorio Cardaci Ama
bito enologico. Tra l’altro ha fatto parte per
tre mandati consecutivi della Commissione
camerale presso la Cciaa di Siena per le
Docg del Vino Nobile di Montepulciano e
del Brunello di Montalcino, oltre che com-
ponente della commissione nazionale di as-
saggio dei vini presso l’Enoteca Italiana di
Siena. Ha collaborato con la RCR di Colle
Val d’Elsa produttrice di calici di cristallo nel
settore della ricerca delle forme del bere.
Tra i riconoscimenti e premi più importanti
ricorda con simpatia quello di WACS. World
Association of Cook Societies, il Collegium
Cocorum della Federazione Italiana Cuochi
e il Premio Fisariano Doc.
speciale quarant'anni FISAR
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Nicola Masiello
e delle nostre produzioni...alcune delle no per il mondo del vino. per il m
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1993: Claudia Marinelli, delegazione di Pontedera1994: Luca Barsanti, delegazione di Pisa1995: non assegnato1996: Angelo Catenacci, delegazione di Pisa1997: Stefano Cocchi, delegazione di Roma1998: Giorgio Laurini, delegazione Valdichiana1999: Vittorio Cardaci Ama, delegazione di Catania2000: Maria Annunziata Lamanna, delegaz. di Roma2001: Leonardo Ricci, delegazione di Viterbo2002: non disputato2003: Andrea Da Ros, delegazione di Treviso2004: Celis Gonzalos, delegazione di Ragusa2005: Luca Iacopini, delegazione di Pontedera2006: Natale Cadamuro, delegazione di Orvieto2007: Marta Chiavacci, delegazione di Lucca2008: Lorenzo Giannone, delegazione di Ragusa2009: Laura Sandoli, delegazione di Pavia
2010: Karen Casagrande, delegazione di Treviso2011: Luca Canapicchi, delegazione di Livorno
Luca Canapicchi, sommelier dell'anno 2011 e Karen Casagrande, sommelier dell'anno 2010
nella foto: I sommelier della delegazione FISAR Valdichiana vincitori di DIVINANDO 2011
ConcorsoMiglior Sommelier FISAR dell’anno
ALBO D’ORO
L’albo d’oro del Trofeo DIVINANDO
2008: Delegazione FISAR Treviso2009: Delegazione FISAR Messina2010: Delegazione FISAR Treviso2011: Delegazione FISAR Valdichiana
nella foto: I sommelier della delegazione FISAR Valdichiana vincitori di DIVINANDO 2011
Delegazioni storiche e “cavalieri Della F.i.s.a.r.”
L’Assemblea Nazionale per
festeggiare i 35 anni di vita della
Fisar aveva deciso di premiare
le più vecchie delegazioni con il
titolo di “Delegazioni Storiche”
ed i fisariani che sono attivi
da oltre 30 anni con il titolo di
“Cavaliere della Fisar”.
Le Delegazioni premiate:
Livorno (1972)- Pisa (1972)- Pontedera (1972)- Volterra (1972)- Pistoia (1974)- Valdichiana (1974)- Iseo-Brescia (1975)- Orvieto (1975)-
Piacenza (1975)- Verona (1976).-
Questi, invece, i
“Cavalieri della Fisar”:
Mario Albano- Marzio Berrugi- Tarcisio Berti- Luciano Cavalloro- Pierluigi Ceppatelli- Marino Di Maio- Nicola Dipaolantonio- Ferruccio Donati- Amedeo Antonio Esposito- Ernesto Fredda- Auro Gasperini- Sara Guglielmi- Dublino Guidi-
Bruno Ianett - Loriano Orsini- Enzo Masiello- Nicola Masiello- Fabio Mechini- Pietro Nocciolini- Marco Pellegrini- Gianfranco Poterle- Luciano Pieraccioli- Antonio Puri- Piero Ristori- Josè Valerio Rovai- Armando Simonelli- Giovanni Sisi- Valdo Filippi- Antonio Zannoni-
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Le quattro “Delegazioni Storiche” nate nel 1972
con la F.I.S.A.R.a cura di Gianfranco Grossi
Nel corso dell’anno 1971 il grande lavoro di studio e di prepa-
razione per quella che doveva diventare la Fisar ha coinvolto molte persone, non solo di Livorno e Pisa, naturalmente. Ma queste due città (e relative province) si sono attivate per-ché una volta firmato l’atto di nascita potessero divenire su-bito “esecutive” con l’istituzio-ne delle prime delegazioni.Questo aveva comportato l’ideazione di una organizza-zione che poi man mano è andata affinandosi con le re-gole precise dettate dai diri-genti nazionali. Importante era cominciare a farsi conoscere e soprattutto a organizzare i corsi per aspiranti sommelier con il materiale che veniva messo a disposizione dal “na-zionale”.
DELEGAZIONE DI LIVORNO(e, da una sua ‘costola’, “Le Due Valli” e “Costa Etrusca”)Mario Pellegrini si può con-siderare il portabandiera del
gruppetto di appassionati che ha fatto nascere la Fisar e la delegazione di Livorno di cui è stato primo delegato. Dopo di lui Sara Menichetti (che ha lasciato l’incarico quando è stata eletta nel consiglio na-zionale) alla quale è succe-duto Mauro Signorini (per due volte eletto nei Probiviri), quindi Mario Albano, Tarcisio Berti (anche lui consigliere nazionale), Filippo Terrasini (eletto nel consiglio nazionale e nella Giunta Esecutiva) e di nuovo Mario Albano (attuale delegato). Tra i primi ad iscri-versi (1977) e prendere parte ad un corso, Umberto Norci, Antonio Zannoni, Mauro Signorini e Giovanni Sisi (con la speranza di non dimentica-re qualcuno). I primissimi cor-si si sono potuti organizzare grazie alla collaborazione con la Confcommercio. La dele-gazione livornese, oltre ad es-sere la più numerosa d’Italia, ha avuto il riconoscimento di “Delegazione Storica”, che rende particolarmente orgo-gliosi i fisariani labronici.Ai corsi che sono organizza-
ti ogni anno si iscrivono oltre 50 persone. Alla delegazione vengono richiesti servizi per pranzi ufficiali o cene di gala di alto livello, oltre che in am-bienti decisamente esclusivi, come quelli a bordo della Nave “Vespucci”, la “Signora dei Mari” che nel 2011 ha festeg-giato i suoi 80 anni con la “con-sueta e tradizionale eleganza della Marina Militare Italiana”. Oliviero Toscani, per una sua pubblicazione in omaggio alla città, ha voluto fotografare e farsi fotografare con un grup-po di sommelier livornesi. La produzione di grandi vini nella parte sud della provincia ha stimolato la nascita di altre due delegazioni (staccando-si da quella livornese): “Due Valli” a Cecina (che abbrac-cia il territorio di Castagneto Carducci, Bolgheri e un lem-bo della provincia di Pisa) per essere vicini ai vini importanti che vi si producono. Tra i pro-duttori bolgheresi mi piace ricordare Eugenio Campolmi. Attuale delegato è Sabino Caroti. Nel 1997, invece, per volontà degli amici fisariani
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Virgilio Bisti (che ricordiamo sempre con affetto), Enrico Buoncristiani (primo delega-to) e Nico Rossi nasce la de-legazione “Costa Etrusca”. Protagonisti del successo sono Rodolfo Ranieri, Anna Pazzaglia, Stefania Biagioni e Roberto Mela. La prima se-gretaria è stata Maria Laura Tua e il primo tesoriere Nilo Montagnani. Con la profes-sionalità e l’impegno di tanti sommelier la delegazione si è
inserita nella realtà vitivinicola locale e nei più qualificati ed eleganti locali con il prezio-so contributo di Piergiorgio Bragaglia e Lia Alcamisi che insieme a Buoncristiani han-no dato un’anima alla delega-zione. “Bere bene, mangiare meglio” era il loro motto. Da ri-cordare l’impegno di Marilena Del Pianta, Vittorio Lombardi, Stefano Aversa, Giuliana Giuggioli, Vania Bianchi, Luigi Paniccio, Stella Zannoni,
Valentina Rossi e Giovanna Di Stefano che ha dato lustro alla delegazione con il 20/20 al diploma di sommelier. Attuale delegato è Alessandro Alcamo.
DELEGAZIONE DI PISALa delegazione di Pisa e Litorale è stata fin dall’inizio al centro dell’attenzione dei “giovani” fisariani perché si-tuata presso l’Albergo “Villa Kinzica”: il neo presidente comm. Angelo Venturini (pro-prietario) aveva stabilito qui la sede nazionale e della de-legazione che fin dai primi giorni ha sempre aumentato il numero degli iscritti (dopo pochissimo tempo erano ad-dirittura 300). Vice presidente nazionale (o segretario) era il comm. Pianigiani. Nel 1977 il delegato era Romano Caiani: con lui si fecero grandi passi in avanti per quanto riguarda la visibilità delle attività che veni-vano organizzate. La stampa locale ha dato sempre grande risalto alla Fisar e si è mossa anche la televisione (la Rai, oltre alle antenne “private”). Un servizio particolarmente caro a Romano Caiani è quel-lo fatto in occasione della vi-sita a Pisa di Giovanni Paolo II: due nostri sommelier han-no avuto l’onore e il piacere di presentare al Papa il vino del pranzo in Arcivescovado e consegnare al Pontefice il tastevin d’argento con dedi-ca da parte di Franco Gioli. “Non me lo merito perché sono un pessimo bevitore di vino”, aveva detto ringrazian-do per il dono ricevuto. Dopo Venturini la presidenza nazio-nale fu affidata all’arch. Luigi Sestini di Volterra e la sede
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Un gruppo di Sommelier livornesi con Oliviero Toscani
I sommelier della delegazione FISAR di Livorno dopo un servizio sulla “Amerigo Vespucci”
Livorno, P
isa, Volterra
Pontedera-V
aldera
venne spostata presso l’Hotel Arno di Pianigiani. Per un cer-to periodo, poi, è stata presso l’Associazione Commercianti il cui presidente era socio del-la delegazione. Attualmente la delegata è Cristina Messina.
DELEGAZIONE DI VOLTERRAVolterra (la città etrusca di Velathri) è molto importante per la storia della Fisar perché fin dal 1971 ha ospitato tutte le riunioni preliminari dei “fonda-tori” che si tenevano presso il Ristorante “Etruria” di Beppino Raspi. Max Ferrara è stato un sommelier che ha fornito pre-ziosi consigli al gruppo impe-gnato nella “nascente” Fisar. Oltre al gruppo di ristoratori erano presenti anche alcuni amici del buon bere. La città è famosa per la lavorazione dell’alabastro e più che altro per le testimonianze artistiche e monumentali di grandissimo rilievo che la storia ci ha lascia-to con continuità, dal periodo etrusco fino all’Ottocento. È qui che è nato tutto quello che siamo come associazione. Tra
i più attivi dei fondatori trovia-mo Auro Gasperini, Franco Porretti e un “grande della ristorazione” Beppino Raspi. Nicola Dipaolantonio ha segui-to tutte le riunioni preparatorie ma al momento della firma non se la sentiva di prendere impegni (“Ero troppo giovane e molto impegnato nel mio ristorante”, ha detto). Ma ha sempre frequentato la delega-zione e poi è divenuto una del-le colonne della Fisar non solo locale. L’arch. Luigi Sestini, secondo presidente nazionale
dopo il comm. Tullio Venturini, ha però preso parte fin dall’ini-zio alla vita della delegazione. Fra le figure di spicco della de-legazione, Fabio Mechini che è stato per molti anni delega-to e Alberto Giustarini (attuale consigliere nazionale). L’avv. Flavio Nuti è il responsabile della delegazione.
DELEGAZIONE DI PONTEDERA-VALDERALa delegazione è nata nel 1972 insieme alla fondazione della Fisar: Dublino Guidi (dal
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a cura della redazione di Quality aDV
Piemonte - vino spumante doc metodo classicoComposizione della cuvèe: 60% pinot nero 40% chardonnay raccolti in piccole cassette e refrigerate per una notte a +2c°; introduzione dell’uva intera il giorno seguente direttamente nella pressa pneu-matica. Decantazione statica del mosto e prima fermentazione in acciaio senza SO2. In primavera tiraggio e rifermentazione in bottiglia senza solfo-rosa. 4 anni di affinamento su lieviti, sboccatura con aggiunta minima di SO2. Nonostante il lungo affinamento e la bassissima solforosa, conserva una sorprendente freschezza e uno straordinario
equilibrio tra frutto e lisato di lievito. Viene prodotto in quan-tità limitata e solo nelle annate in cui l’andamento del clima consente di avere nei mosti i requisiti per questa tipologia pro-duttiva. L’annata in commercio è il 2006 di recentissima sboc-catura. Non si è prodotto nel 2007 che è stata un’eccellente annata per i vini ma un po’ troppo calda per questo spumante che viceversa dal millesimo 2008 riprenderà con la denomi-nazione di Alta Langa.ARALDICA VINI PIEMONTESIViale Laudano, 2 - 14040 CASTEL BOGLIONE (AT)Tel. +39 0141 7631 - Fax +39 0141 762 433www.araldicavini.com - informazioni@araldicavini.com
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Un momento indimenticabile:i nostri sommelier donano il tastevin della FISAR a Papa Giovanni Paolo II
2005 Socio Onorario della de-legazione), Lido Masi (socio fondatore Fisar) e l’Avvocato Loriano Orsini sono tra i fonda-tori della delegazione. Quella di Pontedera-Valdera è fra le 12 delegazioni storiche decretata al congresso di Sirmione del 2007 che aveva concesso an-che il titolo di “Cavaliere della Fisar” all’avv. Loriano Orsini e a Dublino Guidi. Orgoglio del-la delegazione sono Claudia Marinelli, prima “Sommelier dell’Anno – Trofeo Calp” a Chianciano Terme nel 1993, una vita la sua legata stretta-mente alla Fisar: consigliere di delegazione, delegato e consigliere nazionale. E anche Luca Iacopini ha conquistato il titolo di “Sommelier dell’Anno” nel 2005. Tre sommelier della
delegazione fanno parte della Squadra Nazionale. Il primo delegato è stato Francesco Cerrai poi, a seguire, Giulio Galli, Roberto Menicagli,
Nicola Sgherri, Ulisse Bertelli, Alessandro Ballati e Claudia Marinelli. L’attuale delegato è Francesco Fariello.
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albo d’oro dei
“Sommelier dell‘anno”
1993: Claudia Marinelli, delegazione di Pontedera
1994: Luca Barsanti, delegazione di Pisa
1995: non assegnato
1996: Angelo Catenacci, delegazione di Pisa
1997: Stefano Cocchi, delegazione di Roma
1998: Giorgio Laurini, delegazione Valdichiana
1999: Vittorio Cardaci Ama, delegazione di Catania
2000: Maria Annunziata Lamanna, deleg. di Roma
2001: Leonardo Ricci, delegazione di Viterbo
2002: non disputato
2003: Andrea Da Ros, delegazione di Treviso
2004: Celis Gonzalos, delegazione di Ragusa
2005: Luca Iacopini, delegazione di Pontedera
2006: Natale Cadamuro, delegazione di Orvieto
2007: Marta Chiavacci, delegazione di Lucca
2008: Lorenzo Giannone, delegazione di Ragusa
2009: Laura Sandoli, delegazione di Pavia
2010: Karen Casagrande, delegazione di Treviso
2011: Luca Canapicchi, delegazione di Livorno faravetrerie.it
UNA PERSONALITÀCHE TRASPARE
IN OGNI OCCASIONE
Una foto storica della delegazione di Pontedera:l’avv. Orsini, Campinotti, Dublino Guidi, il delegato Bertelli e Malventi.
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Senza voler far torto a
nessuno mi fa piacere
ricordare alcuni perso-
naggi che hanno dato un im-
pulso entusiasmante alla vita e
alla crescita della Fisar.
A Bruno Ianett (delegazione
di Pisa) la nostra federazione
deve molto per la sua cul-
tura, la sua disponibilità e la
sua capacità di formare nuo-
vi sommelier. Per non parlare
della sua attività in Provincia e
Regione Toscana, sempre mi-
rata alla realizzazione di corsi
di formazione per le attività
enogastronomiche. Da poco
tempo aveva finito di “distilla-
re” un testo snello e completo
che sta per diventare (o è di-
venuto da poco) libro di testo
per il terzo corso sommelier
Fisar. Gli siamo grati per tutto
ciò che ci ha trasmesso. Ne
faremo tesoro.
Giancarlo Moretto, uno dei
personaggi più seri e prestigio-
si della cultura del vino in pro-
vincia di Treviso, è stato il fon-
datore della delegazione Fisar
di Treviso e promotore delle
Delegazioni di Portogruaro,
San Donà di Piave, Venezia ol-
tre che dell’unica delegazione
friulana, quella di Pordenone.
Aprì in Oderzo la “Cantina dei
Dogi”, una enoteca con vini
prestigiosi italiani ed esteri al
servizio della ristorazione. Negli
anni 70 fu tra i fondatori della
“Serenissima Signoria dei Vini
del Piave” e negli anni 80 su in-
carico del presidente nazionale
Leonardo Nardi organizzò la
delegazione di Treviso.
Giancarlo Moretto, uomo sem-
plice e schivo, è stato un per-
sonaggio stimato da quanti
hanno avuto il piacere di cono-
scerlo, come chi scrive.
Con la scomparsa dell’amico
Dublino Guidi la delegazio-
ne di Pontedera-Valdera ha
perduto non solo il fondatore
della delegazione ma anche
un personaggio intraprenden-
te nella ristorazione e fisariano
fino in fondo all’anima. Con
lui piace ricordare l’avvocato
Loriano Ordini e Lido Masi
(fondatore). Importante per
loro era lo stare insieme per
andare a promuovere l’eno-
gastronomia di qualità, ma
principalmente la Sommelerie.
Dublino (ed i suoi amici) è sta-
to un grande Maestro sempre
prodigo di consigli e nel tra-
smettere l’amore per la Fisar
verso i giovani sommelier che
si avvicinavano al mondo fan-
tastico del vino.
Personaggi che ricordiamo
con sincero affetto
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Personaggi F.I.S.A.R. che ci fanno onore:Marcello Masi, Roberto Rabachino e Giuseppe Martelli
Il Presidente Vittorio Cardaci Ama, in occasione dei festeggiamenti per i “nostri” primi 35 anni aveva consegnato a Marcello Masi il tastevin d’argento e
il titolo di “Sommelier Onorario”. Da pochi mesi Masi, conosciuto per essere il curatore della seguitissime ru-briche “Eat Parade” e “Dossier”, è diventato anche il Direttore del TG2 Rai.Il nostro Direttore Roberto Rabachino, presidente na-zionale dei giornalisti iscritti all’Associazione Stampa Agroalimentare Italiana, nel corso dell’ultima assemblea generale a New York dell’ottobre scorso è stato eletto Presidente della I.W.T.O. (International Wine Tasters Or-ganization), organizzazione che raggruppa i degustatori di vino di 29 nazioni in tutti e cinque i continenti.Nell’ultima assemblea di Siena il Presidente Nicola Masiello aveva nominato Giuseppe Martelli somme-lier onorario della FISAR. Martelli nel mese di marzo di quest’anno è stato riconfermato alla carica di Presiden-te del Comitato Nazionale vini Dop e Igp per conto del Ministero dell’Agricoltura per il prossimo triennio.I fisariani sono particolarmente orgogliosi. Grazie!
Marcello Masi Roberto Rabachino Giuseppe Martelli
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Marco Lisi ex sindaco di San Gimignano
ha scritto: “La Vernaccia, per San
Gimignano, non è solo un vino ma qual-
cosa di intimamente connaturato alla Città.”
Una frase, che secondo noi, fotografa e fissa pie-
namente la Vernaccia di San Gimignano nel con-
testo enologico toscano. Sembrerebbe una delle
solite frasi di circostanza che servono a sponso-
rizzare la buona immagine del proprio territorio ma
per San Gimignano non è così e la storia dimostra
la fondatezza di quest’affermazione. Vino e città:
un legame che ha visto condividere tra queste due
Vernaccia di San Gimignano:
nobile e antica
Il primo vino italiano a essere riconosciuto doc“ ”
40
di luca iacopini e massimo Bracci
San Gimignano
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entità gioie e delusioni, espansioni e declini. Era
una produzione importante durante la crescita
medievale del centro urbano che ha poi visto
un lungo periodo di declino e quasi di oblio fino
a un rinnovato successo nel corso del secolo
scorso condividendo nuovamente con la città il
successo turistico che dura tutt’ora.
Fin dal XI secolo la vite era presente in questa
zona della Val d’Elsa, nel sud della Toscana,
e il motivo è dovuto anzitutto al suo territo-
rio composto da terreni sabbiosi, argillosi e
tufacei, da un paesaggio collinare fatto di
pendii e di piccole vallate e dalla loro invidia-
bile esposizione rispetto alla luce solare. Una
ricca documentazione storiografica testimo-
nia come la Vernaccia, insieme al Vin Greco,
erano una risorsa importante dell’economia
rurale della zona. I due vini si affiancano per
diversi secoli fino ad arrivare al 1700 in cui il Vin
Greco scompare definitivamente lasciando alla
Vernaccia la funzione di vitigno predominante.
L’origine della parola “vernaccia” è controver-
sa tra varie tesi: La prima si riferisce ad una
definizione tardo latina di vernaculus, ovvero-
sia “del posto” o “locale”; una seconda pro-
pende invece su una derivazione ligure e più
precisamente da Vernazza alle Cinque Terre.
Tesi avvalorata dal fatto che fu proprio un mer-
cante originario della Liguria a portare il vitigno
a San Gimignano intorno ai primi del 1200 e
poi in seguito furono i suoi figli a svilupparne
ulteriormente la diffusione. Personalmente pro-
pendiamo più per la prima tesi perché esisto-
no altri tipi di Vernaccia, come la Vernaccia di
Oristano o la Vernaccia Nera, più conosciuta
come Vernaccia di Serrapetrona nelle Marche
aventi lo stesso nome ma con caratteristiche
ampelografiche molto diverse. In altre parole
un suffisso antico per indicare quello che noi
definiamo oggi come vitigno autoctono.
Passato tutto il 1800, un periodo di grande de-
cadenza sotto ogni punto di vista, economico
un’Excelsa idea: Soave
CANTINE RIONDO SpA
PROWEINVINITALY
CA
STI
GLI
ON
I
e colturale si arriva a poco più della metà del 1900
in cui si assiste a una vera e propria rinascita di
questo vino grazie all’innesto di forze nuove rap-
presentate dai giovani che progressivamente han-
no sostituito nelle aziende i “padri”, sostenitori di
una tradizione vitivinicola ormai troppo fossilizzata
sulle antiche tradizioni tramandate di padre in figlio
e apportando quindi attraverso la moderna eno-
logia quel salto qualitativo che ha permesso alla
Vernaccia di San Gimignano di essere il vino che
oggi tutti noi conosciamo e apprezziamo.
A suggello di tale rivoluzione è il riconoscimento di
vino DOC nel 1966, primo fra i vini italiani. Quando
Mario Soldati, sempre negli anni sessanta, si fermò
in Val D’Elsa e degustò la Vernaccia scrisse: “Non
esiste in Italia niente di simile. Paragonandolo a
tutti gli altri nostri bianchi, stupisce. È profumato,
sapido, liscio, seducente”.
Nel 1993 la Vernaccia di San Gimignano diventa
DOCG rafforzando quindi con legislazioni più re-
strittive il cammino già intrapreso verso la qualità.
Il disciplinare prevede che i vitigni vengano colti-
vati solo nel comune di San Gimignano con alme-
no l’85% dal vitigno Vernaccia di San Gimignano
e sono ammessi massimo il 15% di altri vitigni a
bacca bianca non aromatici. Con le uve migliori si
ottiene la riserva per la quale è previsto un periodo
di affinamento non inferiore a 11 mesi in cantina e
3 in bottiglia. Esiste anche la versione Vin Santo
Doc in due tipologie: “San Gimignano Vin Santo”
composto da Trebbiano Toscano con un minimo
del 30%, Malvasia del Chianti per un massimo del
50% e Vernaccia di San Gimignano per un mas-
simo del 20%; “San Gimignano Vin Santo Occhio
di Pernice” formato da Sangiovese con un minimo
del 50% e altri vitigni autorizzati nella provincia di
Siena per un massimo del 50%. Alcune aziende
con questo vitigno producono anche un vino spu-
mante abbastanza interessante ma questa tipolo-
gia non rientra nel disciplinare della docg. Oggi i
produttori della Vernaccia sono 177, insieme col-
tivano 768 ha con una produzione media di circa
5 milioni di bottiglie annue.
Il vitigno ha un grappolo grande, allungato a forma
piramidale con un acino sferico di medio spessore
di color verde o ambrato. L’uva matura abbastan-
za tardi tra la metà e la fine settembre. Il vino si
presenta colore giallo paglierino con riflessi dorati
che si accentuano con l’invecchiamento. Il pro-
fumo è fine, delicato con sentori fruttati e floreali
in età giovanile. Con l’affinamento e l’invecchia-
mento sviluppa il caratteristico sentore minerale di
pietra focaia. Al gusto è un vino asciutto, armoni-
co, sapido, e caratteristico è il sentore di mandorla
finale. Pur gradevole da giovane, sorprende spes-
so per le capacità d’invecchiamento (molte volte
fatta in barrique) evolvendo note, sia olfattive che
degustative, complesse e minerali. Non a caso è
uno dei pochissimi vini bianchi prodotti anche nel-
la tipologia riserva. È un vino da bere giovane nei
due-tre anni dalla vendemmia, un po’ di più per la
riserva. È un vino che si esalta negli abbinamenti
gastronomici: ottimo con i piatti a base di pesce,
straordinario e sorprendente sulle carni bianche.
La versione riserva si abbina molto bene con i cro-
stini toscani ai fegatini oppure con pesce arrosto.
Se la Vernaccia era esaltata nel medioevo e lodata
dai papi e ancora oggi è sulle nostre tavole, sicu-
ramente un motivo valido esiste!
Il Sommelier Marzo-Aprile 2012 • n. 242
Le nostre esportazionitra alti e bassi
tornano a volare
In ottobre hanno raggiunto un livello mai registratonella storia delle nostre esportazioni.
Per la prima volta il valore dei vini italiani nei Paesi extra europei ha superato quello delle vendite nell’Unione Europea
“”
di Giuseppe martelli
Gli ultimi dati disponibili sulle vendite di
vino italiano all’estero, ossia quelli rife-
riti al mese di ottobre 2011, danno un
deciso incremento delle nostre esportazioni.
Sicuramente essi sono “viziati” dalla vicinanza
delle festività e dal fatto che la scarsa produzione
2011 e la conclamata assenza di giacenze deter-
minerà in questi mesi un ritocco dei listini.
Sta di fatto comunque che il valore complessi-
vo delle nostre esportazioni vinicole è passato in
questo mese da 381 a 425 milioni di euro, ossia
ad un livello mai registrato nella storia dell’export
del vino italiano.
La crescita si avverte, anche se con veloci-
tà e modalità diverse, sia nei Paesi dell’Unione
Europea, dove fa registrare +8,7%, sia in quelli
Terzi in cui raggiunge +14,9%.
Ma il mese di ottobre 2011 ha sancito un altro
importante primato: per la prima volta il valore ge-
nerale delle esportazioni dei nostri vini nei Paesi
extra europei, 214 milioni di euro, ha superato
quello delle vendite nell’Unione Europea.
È logico che negli ultimi mesi dell’anno la par-
te del leone l’abbiano fatta gli spumanti, le cui
vendite, sempre rispetto allo stesso periodo del
2010, sono aumentate in valore del 28,3%.
Anche le bottiglie di vino tranquillo hanno co-
munque confermato ottime performance con un
deciso incremento verso la Repubblica Popolare
Cinese che sta acquisendo sempre maggiore
centralità nell’assetto del nostro export sia in ter-
mini di crescita quantitativa sia di qualità dell’of-
ferta, visto che siamo su una media di vendita
all’ingrosso di 3 euro al litro, il che ipotizza una
domanda sempre più esigente di un consumato-
re desideroso di conoscere le produzioni dei mille
territori italiani.
Ma gli incoraggianti dati sulle vendite all’estero di
vino italiano nel mese di ottobre mettono in luce
altre importanti situazioni. Il Giappone cresce in
valore del 55%, la Russia del 43,4%, la Germania
del 14,7% e gli Stati Uniti d’America del 9%.
Nei mercati di più modeste dimensioni spiccano
le più che positive performance degli Emirati Arabi
Il Sommelier Marzo-Aprile 2012 • n. 244
NOTIZIE DAL MONDO D E L L ' E N O L O G I A
Il Sommelier Marzo-Aprile 2012 • n. 2 45
in cui le vendite di vino italiano sono aumentate
del 47%, della Norvegia +24%, dei Paesi Bassi
+18,6%.
Le prerogative purtroppo calano invece di quasi il
3% in Canada e Danimarca, del 13,3% in Brasile
e del 36,2% nella Corea del Sud.
Ritengo che l’incremento a due cifre dei due
principali mercati dei Paesi Bric (Brasile, Russia,
India, Cina) merita una momento di attenzione
visto che analizzando i dati ci si accorge che i
due territori mostrano una decisa differenza delle
tipologie di vino richieste. La Russia registra una
netta centralità dello spumante, +53,1%, quasi
assente nel mercato cinese, seguita dalle altre
tipologie ben distribuite: ossia vino in bottiglia
39,4%, e sfuso 7,4%. Il flusso delle nostre ven-
dite verso la Cina si concentra invece nel vino in
bottiglia per l’83% del valore, lasciando alle altre
due tipologie uno spazio marginale: spumante
5,4% e sfuso 6,7%. La Cina tiene poi banco an-
che sotto l’aspetto del prezzo medio rompendo,
per la prima volta, come dicevo all’inizio, la soglia
dei 3 euro al litro.
Il dato complessivo fatto registrare nel mese di
ottobre dal VMU (valore medio unitario) ha come
punti di riferimento alcune piazze che hanno
spuntato mediamente importi decisamente su-
periori, sempre parlando di valori medi di vendite
all’ingrosso e al litro. Così in Norvegia il VMU è
di 4 euro al litro, in Svizzera di 4,18 ed il Canada
manca per un soffio l’asticella dei 4 euro ferman-
dosi a 3,97.
Insomma, i numeri sono positivi ma non dimenti-
chiamo che la crisi c’è si sente e si vede. In que-
sto conteso le nostre aziende vitivinicole, strin-
gendo i denti, stanno lavorando molto bene sui
mercati internazionali offrendo, sia pur a diversi
livelli e prezzi, un prodotto dall’eccellente rappor-
to qualità/prezzo adottando adeguate ed efficaci
strategie di comunicazione, nella consapevolez-
za che il consumatore extra europeo è il mercato
a cui si deve tendere.
NOTIZIE DAL MONDO D E L L ' E N O L O G I A
Il Sommelier Marzo-Aprile 2012 • n. 246
rapporto qualità/prezzo adottando adeguate ed efficaci strategie di comunicazione, nella consapevolezza che il consumatore extra europeo è il mercato a cui si deve tendere.
EXPORT VINO ITALIANO VALORE VOLUME E VMU GENNAIO/OTTOBRE 2008–2011 Valori in milioni di ! - Volume in migliaia di ettolitri – VMU !/litro Fonte Assoenologi (EVI© - Esportazioni Vino Italiano by Assoenologi) EXPORT VINO ITALIANO VALORE UE PAESI TERZI OTTOBRE 2008–2011
Valore in milioni di ! Fonte Assoenologi (EVI© - Esportazioni Vino Italiano by Assoenologi) EXPORT VINO ITALIANO IN VALORE OTTOBRE 2008–2011
Valore in milioni di ! Fonte Assoenologi (EVI© - Esportazioni Vino Italiano by Assoenologi) EXPORT VINO ITALIANO VALORE PRINCIPALI MERCATI OTTOBRE 2008/11
Valore in milioni di ! Fonte Assoenologi (EVI© - Esportazioni Vino Italiano by Assoenologi)
NOTIZIE DAL MONDO D E L L ' E N O L O G I A
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Vinitaly 2012- Pad-9- L4
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Direttore Bosticco, facciamo un po’ di chiarezza sull’erga omnes e sul ruolo guida del Consorzio dell’Asti«Prima di tutto conviene chiari-re quale sia il significato che si dà alla locuzione latina “erga omnes”. Tradotta letteralmente significa “nei confronti di tutti”, nel linguaggio giuridico si dice che ha efficacia “erga omnes” una decisione valida per tutti quindi una norma applica-bile ad intere categorie di persone. Per quanto riguarda il Consorzio di Tutela dell’Asti il riconoscimento, conferito al nostro ente dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari
con DM del 27 gennaio 2012 e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 34 in data 10 Febbraio, segna un traguardo importante per la gestio-ne delle denominazioni Asti docg e Moscato d’Asti docg con la possi-bilità di esercitare le funzioni erga-omnes su tutti i soggetti inseriti nel sistema dei controlli. La portata del provvedimento è di grande rilevanza com’è importante la responsabilità che è affidata al Consorzio dell’Asti per quanto concerne gli aspetti di attuazione delle politiche di orienta-mento ed indirizzo. Il Consorzio per la Tutela dell’Asti, dunque, con l’er-ga omnes viene equiparato ad un organismo interprofessionale al quale, e solo a lui, sono assegnati per legge i compiti previsti dal Dlg 61/10 art. 17. le funzioni di tutela,
promozione, valorizzazione, infor-mazione al consumatore e di vi-gilanza della denominazione sono solo alcune delle prerogative che il Consorzio gestirà nell’interesse di tutti e con regole condivise che tutti dovranno rispettare.
Vigneto, ricerca vitivinicola, qualità, competitività...la filiera secondo il Consorzio dell’AstiIn questi ultimi 20 anni la quali-tà dell’Asti e del Moscato d’Asti docg hanno raggiunto livelli più che buoni grazie al miglioramento del-le pratiche viticole ed enologiche. L’obiettivo che il Consorzio si prefig-ge è di ottenere un ulteriore crescita per conseguire l’eccellenza parten-do proprio dal vigneto. E’ stato co-stituito un team di lavoro composto
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a cura della redazione di Quality aDV
Il Sommelier Marzo-Aprile 2012 • n. 2
Intervista a Giorgio Bosticco, Direttore del Consorzio dell'Asti
Il Sommelier Marzo-Aprile 2012 • n. 2 49
da un nutrito numero di qualificati agronomi per realizzare un proget-to di ricerca e di sperimentazione. E’ stato definito un protocollo di la-voro che contempla la conoscenza del territorio per individuare le zone idonee e vocate per eventuali nuovi impianti ed un sistema di rilevazione degli indici termici per determinare i periodi di raccolta in funzione del-la maturazione delle uve. Ci siano prefissi di realizzare una piattaforma informatica che consenta di elabo-rare le informazioni utili raccolte dai fascicoli aziendali dei produttori per coordinare i trattamenti fitosanitari alla vite. A seguire verrà realizzato uno o più vigneti test per mettere a dimora i diversi cloni individuando-ne l’utilizzo in funzione delle diverse realtà microclimatiche per altitudine, esposizione e tipologia del terreno. Non ultimo la costituzione di un qua-lificato gruppo di lavoro, con il con-tributo dell’Istituto Fitosanitario della Regione Piemonte, il CNR, l’Univer-sità di Agraria di Torino per realizzare un progetto pilota in grado di dare risposte immediate e di ricerca per combattere e debellare la preoccu-pante crescita dell’epidemia della
Flavescenza dorata che, in questi ultimi anni, dopo aver colpito le viti di Barbera e Dolcetto si sta diffonden-do anche alla cultivar del Moscato.
Nel 2011 sono state vendute 106 milioni di bottiglie, tra spu-mante e “tappo raso”. L’Asti e il Moscato d’Asti stanno conquistando il mondo. Qual è stata la mossa vincente?Aver superato la soglia dei 100 mi-lioni di bottiglie è un evento storico
mai conseguito negli ottant’anni di vita del Consorzio e delle denomi-nazioni. Se consideriamo che negli Anni ’60 si esportavano meno di tre milioni di bottiglie di Asti contro i 72 milioni del 2011 il dato è da solo si-gnificativo dei successi, che le nostre case spumantiere hanno ottenuto. Possiamo affermare di rappresenta-re le “bollicine docg” più vendute e conosciute nel mondo. La straordi-naria peculiarità dell’Asti docg con-siste nell’essere l’unica “bollicina” naturalmente dolce al mondo che si identifica con un territorio definito da un disciplinare, protetta da una D.O.C.G. e tutelata dal Consorzio. Queste distintività sono le basi sulle quali il Consorzio deve impostare la comunicazione ed informazione al trade e al consumatore in Italia e nel mondo.
Villanova d’Asti MarettoMonale
Baldichieri d’Asti
Cantarana
Tigliole d’Asti
S.Damianod’Asti
Priocca
Canale
S.Stefano Roero
Monteu
Magliano Alfieri
Castagnito
Vezza d’AlbaBaldissero d’Alba
SommarivaPerno
Cornelianod’Alba
Piobesi d’AlbaGuarene
Monticello d’Alba
Pollenzo
Roddi
Verduno
Grinzane
Alba
Diano d’Alba
Rodello
Barbaresco
Montelupo AlbeseCastiglione Falletto
Sinio Albarettodella Torre
Barolo
Novello
Monchiero
Cissone
Roddino Cerreto Langhe
Serravalle Langhe
La Morra
Asti
Azzano d’Asti
Rocca d’Arazzo
Cravanzana
Bosia
Borgomale
Torre Bormida
Cortemilia
Montegrosso
Olmo GentileRoccaverano
Govone
S.Martino Alfieri
Isola d’Asti
Montaldo Scarampi
Vigliano d’Asti
Mongardino
CelleEnomondo
Revigliascod’Asti
Refrancore
Castello d’Annone
Quargnento
FelizzanoQuattordio
RocchettaTanaro
Masio
Oviglio
BergamascoBelveglio
Mombercelli
Vinchio
Vaglio Serra
CastelnuovoCalcea
Bruno
Morbello Cassinelle
Molare
Cremolino
Ovada
Trisobbio
Mursasco
Sild’O
Montaldo Bormida
Rocca Grimalda
Orsara Bormida
Rivalta Bormida
Castelnuovo Bormida
Predo
Sezzadio
F
Castelspina
Borgoratto Aless.
Castellazzo Bormida
Casal Ciermelli
F
Casalbagliano
CasAlessandriaSolero
Ma
SORANO
CANTA
MOMPIANO
MONGOVONEREPERGO
CANETTO
REMONZINO
S.MARGHERITA
S.ANNA
VALENTINO
ANNUNZIATARARIO
LORETOBURIO
S.MARIA
OLMOBOGLIETTO
BIONZOCHICARELLE
CASCINE
CEIROLE
RINALDIFARINERE
CAROSSI
S.ANTONIO
BRICCO DI NEIVE
ENTRACINE
VALDIVILLA
DOMERE
COTTA
FELIO
MERLINI
S.DONATO
S.BOVO
S.GEROLAMO
GIBELLI
RONCO GENNARO
OVRANO
POGGIO
MOIRANO
BOTTI CAVALIERI
LACQUA
MILANI
BRUCIATIRONCOGLIA
LA DOFA
GIANOLA
VALLES.GIOVANNI I BOIDI
BAZZANA
SALINE
S.ROCCO
MADONNA
GHIARE
S.LORENZO
MASINO
S.ANDREAVAIMARE
GAVONATA
SPAZZONA
S.ROCCO
COSTIGLIOLE D’ASTI
CASTAGNOLE LANZE
MOASCA
COAZZOLONEIVE
NEVIGLIE CAMO
CASTIGLIONETINELLA
CALOSSO
CANELLI
S.STEFANO BELBO
MANGO
LOAZZOLOCOSSANOBELBO
TREZZOTINELLA
TREISO
ROCCHETTABELBO
VESIME
CESSOLE
CASTINO
S.GIORGIOSCARAMPI
PERLETTO
MONASTEROBORMIDA
BUBBIO BISTAGNO
SESSAME TERZOACQUI TERME
MONTABONE
ROCCHETTA PALAFEA
CASSINASCO
CASTELBOGLIONE
CALAMANDRANA
ALICEBEL COLLE
RICALDONE
QUARANTICASTELLETTOMOLINA
FONTANILEMARANZANA
MOMBARUZZONIZZAMONFERRATO
S.MARZANO OLIVETO
CASTELNUOVO BELBO
INCISA SCAPACCINO
CASSINE
STREVI
S.VITTORIAD’ALBA
SERRALUNGAD’ALBA
VISONE
GROGNARDO
CASTELROCCHERO
TORINO
PIACENZA
GEN
OVA
Cuneo
A 21
A 26
MIL
AN
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StataliAutostrade Provincialiprincipali
Provincialisecondariee comunali
I 52 Comuni dell’Asti D.O.C.G.e del Moscato d’Asti D.O.C.G.
Acqui Terme, Alba (frazioni Como e S.RoccoSenodelvio), Alice Bel Colle, Bistagno, Bubbio,Calamandrana, Calosso, Camo, Canell i ,Cassinasco, Cassine, Castagnole Lanze, CastelBoglione, Castelletto Molina, Castelnuovo Belbo,Castel Rocchero, Castiglione Tinella, Castino,Cessole, Coazzolo, Cossano Belbo, Costiglioled’Asti, Fontanile, Grognardo, Incisa Scapaccino,Loazzolo, Mango, Maranzana, Moasca,Mombaruzzo, Monastero Bormida, Montabone,Neive, Neviglie, Nizza Monferrato, Perletto,Quaranti, Ricaldone, Rocchetta Belbo, RocchettaPalafea, S.Giorgio Scarampi, S.Marzano Oliveto,Santa Vittoria d’Alba, Santo Stefano Belbo,Serralunga d’Alba, Sessame, Strevi, Terzo,Trezzo Tinella, Treiso, Vesime, Visone.
S.Stefano Roero
TorinoAsti
TorinoAsti
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Presidente Ricagno, Direttore Bosticco, Giornalista Sergio Miravalle e delegazione giapponese alla Casa dell'Asti, febbraio 2012
Un patrimonio nella terra del Brunello che costituisce l’anima profonda del Gruppo Saiagricola e che il ma-nagement della tenuta, rappresentato dall’ammini-stratore delegato Domenico Terzano, dal direttore commerciale marketing e comunicazione Giuseppina Viglierchio e dall’enologo Riccardo Cotarella ha po-sizionato al centro di un designo volto a configurare la tenuta come ambasciatrice della sua denominazione.Grazie a una filosofia produttiva che crede nell’ in-novazione al servizio della tradizione, i vini de La Poderina vengono sottoposti a maturazione in barri-que di rovere francese oltre che in grandi botti. In vigna sono adottati sistemi di allevamento altamente qualita-tivi con rese di 60 quintali per ettaro, ampiamente al di sotto degli 80 quintali consentiti dal disciplinare.L’estrema attenzione ad ogni aspetto produt-tivo ha permesso ai vini della tenuta di imporsi nel corso degli anni all’attenzione della stampa nazionale ed estera, con risultati e riconoscimenti di grande valore che sono nient’altro che il risultato di un impegno costante e del lavoro di uno staff qualificato e
intimamente legato alla storia dei vini che produce. Il sangiovese grosso, così come il moscadello, non sono semplici vitigni alla base di un progetto commer-ciale, ma rappresentano soprattutto elementi im-prescindibili del vivere quotidiano degli uomini e delle donne che lavorano a La Poderina e parte-cipano di un immaginario collettivo che solo chi da sempre vive la vigna e il proprio territorio può riconoscere come proprio. Sono proprio queste le motivazioni che hanno portato alla nascita del nuovo vino della cantina, il Brunello di Montalcino Riserva “Poggio Abate”, un vino che vuole al tempo stesso essere un omaggio alla storia della tenuta e contemporaneamente rappresenta-re un tributo alla grandezza enologica del territorio e alla testimonianza artistica e monumentale più impor-tante situata nei pressi de La Poderina: l’Abbazia di Sant’Antimo.Un vino che già dal nome e dalla veste grafica dimostra ed evidenzia questo tributo e che nasce volutamente dai vigneti posti proprio nelle vicinanze dell’Abbazia.Un Brunello prezioso, prodotto solo nelle migliori an-nate e che già nelle prime degustazioni in anteprima per la stampa di settore ha mostrato il suo potenziale riscuotendo valutazioni prestigiose ed in alcuni casi di assoluta eccellenza: è il caso del magazine americano Wine Enthusiast che ha onorato il Poggio Abate 2006 con il punteggio di 94/100.
I vini de La Poderina, saranno presentati al grande pubblico al prossimo Vinitaly di Verona (25-28 mar-zo 2012) nel nuovo stand delle Tenute Saiagricola al Padiglione 8 C 10per ulteriori info e news www.saiagricola.it
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a cura della redazione di Quality aDV
Il Sommelier Marzo-Aprile 2012 • n. 2
La PoderinaA Castelnuovo dell’Abate, nei pressi della meravigliosa Abbazia
di Sant’Antimo, La Poderina rappresenta oggi la concretizzazione di un grande progetto enologico che considera l’agricoltura nella
sua accezione migliore, ponendo al centro la Natura e le sue migliori espressioni locali.
Il Sommelier Marzo-Aprile 2012 • n. 2 51
“POGGIO ABATE” BRUNELLO di MONTALCINO
RISERVA DOCGÈ un Brunello di Montalcino speciale, dalle caratteristiche
uniche, frutto dei più bei vi-gneti de La Poderina posti vicino alla famosa Abbazia
di Sant’Antimo.Il colore rosso rubino inten-so, profondo preannuncia un profumo ampio di amarena e
bacche rosse. In bocca è reso ancor più comples-so da un giusto appor-to di vaniglia e tabacco. Lungo e persistente il finale. Servito a 18°C in ampi calici, è ottimo con arrosti e stufati di carni rosse, cacciagio-ne e formaggi stagio-nati.Con questo Brunello La Poderina rende omaggio al suo territo-rio, alla sua vocazione enologica e alle sue eccellenze artistiche.Uve utilizzate: Sangiovese (Brunello) 100%.Affinamento: 15
mesi in tonneaux di rovere francese seguiti da 15 mesi in botte grande di rovere di Slavonia. Poi, dopo 6 mesi in acciaio inox, si affina in bot-tiglia per 24 mesi.Possibilità di invecchia-mento: 18/20 anni.
BRUNELLO di MONTALCINO
DOCGUn grande rosso da lungo invecchiamen-to, alta espressio-ne della tradizione di Montalcino. Ha colore rubino intenso con ri-flessi granata e profumi concentrati, avvolgenti,
eterei, con note di amarena, frut-ti di bosco e vaniglia. Il sapore è deciso, piuttosto tannico in gio-ventù, morbido e persistente. Va servito a 18°C, in ampi calici e trova il miglior abbinamento con arrosti di carni bianche e rosse, con pollame nobile, cacciagione e formaggi stagionati.Uve utilizzate: Sangiovese (Brunello) 100%.Affinamento: 60% della massa: in botte grande di rovere di Slavonia; 40% del-la massa; in barrique per i primi 12 mesi. Seguono 12 mesi con tutta la massa in botte grande di rovere di Slavonia, e, dopo un breve passaggio in acciaio, 18 mesi finali in bottiglia. Possibilità di in-vecchiamento : 15 anni.Disponibile an-che in bottiglie da l 1,5.
ROSSO di MONTALCINO
DOCIl Rosso di Montalcino si esprime con classe e vigore giovanile di tutto rispetto. Ha colo-
re rubino intenso e profumi pronunciati, con
evidenti note fruttate e sentori di amarena, lampone e sottofon-do leggermente va-nigliato. Il sapore è pieno, equilibrato, appena tannico, di buona persistenza. Va servito a 18°C in calici di media am-piezza ed è ottimo con primi piatti ai sughi di carne e di caccia, grigliate e
arrosti di carni bianche e rosse, pollame in genere.Uve utilizzate: Sangiovese (Brunello) 100%.Affinamento: 9 mesi in barrique di rovere francese, seguiti da 3 mesi in bottiglia.Possibilità di invecchiamen-to: 5 anni.
MOSCADELLO di MONTALCINO DOC
VENDEMMIA TARDIVAIl Moscadello è il bianco dolce tipico della zona. La Poderina lo propone in ver-sione Vendemmia Tardiva,
che possiede maggiore concentrazione; la resa è molto bassa: appe-na 8/10 hl di vino da ogni ettaro di vigna. Ha colore giallo dorato e profumi aromatici, con note di frutta esotica, ananas e mango in par-ticolare. Il sapore è dolce, roton-do, avvolgente, molto persisten-te. Va servito a 10°C in piccoli calici a tuli-pano e ne consigl ia-mo l’ab-
binamento con crostate di
frutta, dolci a pasta lievitata, semifreddi alla crema.Uve utilizzate: Moscadello 100%.Affinamento: alla fermentazione in bar-rique, seguono l’affi-namento per circa 9 mesi sulle fecce e 6 mesi in bottiglia. Possibilità di invec-chiamento: 10 anni.
I VINI DE LA PODERINA
Il Sommelier Marzo-Aprile 2012 • n. 252
ne di Montalcino” afferma Cesare Cecchi. “Abbiamo finalità molto ambiziose e l’impegno di Cecchi sarà quello di imple-mentare la presenza di questo prestigioso brand in ho.re.ca. Oggi l’azienda produce circa 200.000 bottiglie e sono certo che con la forte sinergia garantita dal direttore com-merciale di Castiglion del Bosco, Marco Paier, rafforzeremo la presenza nel canale” conclude Luca Stortolani direttore commerciale Cecchi.CASA VINICOLA LUIGI CECCHI E FIGLI www.cecchi.net
IL COMITE’ CHAMPAGNE APRE UNA SEDE IN BRASILECon una presenza ormai consolidata nei dieci principali mercati all’export, la politica del Comité interprofessionnel du vin de Champagne (CIVC) prevede un crescente investi-mento nei mercati emergenti. Dopo l’apertura di un Bureau Champagne in Cina nel 2006, in India nel 2009 e in Russia nel 2011, il 2012 è l’anno del Brasile, dove il mercato del-lo Champagne negli ultimi dieci anni ha mostrato un trend di crescita costan-te: da 402.000 bottiglie del 2002 a 979.611 nel 2010 per superare il milione di bottiglie nel 2011. Il Bureau Champagne ha sede a San Paolo e sarà diretto da Sophie Lechevalier. In con-tinuità con le altre sedi in-ternazionali dell’interprofes-sione champenois, l’ufficio brasiliano perseguirà due obiettivi principali: realizzare azioni di comunicazione per dif-fondere la conoscenza della specificità dello Champagne e vigilare affinché sia assicurata la tutela della denominazione di origine controllata. L’apertura del nuovo ufficio estende la rete di sedi internazionali, che comprende oggi 16 paesi nel mondo.CENTRO INFORMAZIONI CHAMPAGNE www.champagne.it www.civc.fr
IL MIO NOME È CUSTOZAIn questi giorni all’indirizzo email di produttori di vino del terri-torio collinare fra Verona e il Garda, sta arrivando una lettera a firma di Carlo Nerozzi, neopresidente del Consorzio di tu-tela del Custoza doc che chiede una piccola ma sostanziale modifica. Spiega che con un decreto del 20 ottobre 2005, e cioè poco più di sei anni fa, la denominazione di origine controllata Bianco di Custoza venne riconosciuta anche più semplicemente col solo nome di Custoza. “Fin qui, peraltro, ognuno è stato libero di usare il vecchio nome, ma – dice Nerozzi – “alla luce del nuovo percorso di valorizzazione e
le notizie di enogastronomia e turismo
ARENGO BRINDA A SAN VALENTINOIl 14 Febbraio, San Valentino, è uscito sul mercato la Doc Piemonte Barbera “Arengo” che la Cantina Sociale di Vinchio e Vaglio Serra ha prodotto per il secondo anno, dopo il confortante debutto dello scorso anno (40mila bottiglie vendute in undici mesi). Un vino fresco, frut-tato e fragrante a prezzi contenuti e senza alcun intervento di “sottrazione” alcolica da ciò che il vigneto ha naturalmente creato. La novità di quest’anno è anche un bag-in-box da tre litri, estremamente comodo e particolarmente convenien-te sotto il profilo del prezzo. “Le vendite dello scorso anno sono andate bene – ha spiegato il direttore Lajolo – ma noi vorremmo fare di più e crediamo che la possibilità di ave-re anche il bag-in-box possa essere un ulteriore incentivo all’acquisto da parte dei i consumatori, anche non italiani. La Cantina vende infatti ormai all’estero il 30% delle sue etichet-te (circa 500mila bottiglie e 70mila bag-in-box), compresa quella di Arengo”.CANTINA SOCIALE DI VINCHIO-VAGLIO SERRA E Z.L. SCA www.vinchio.com
Due storie toscane, due eccellenze vinicole si uniscono: a partire da feb-braio 2012 i prestigiosi vini Castiglion del Bosco verranno distribuiti in Italia da Cecchi. Un legame voluto da Castiglion del Bosco, uno dei mag-
giori produttori di Brunello di Montalcino, che ha visto in Cecchi il partner giusto per perseguire programmi di cre-scita comuni. Situato nella zona nord‐ovest di Montalcino, la proprietà si estende su 1785 ettari di boschi, prati, vigneti ed oliveti. Su queste colline assolate si coltivano 57 ettari di Sangiovese, raccolto a mano dai contadini sin dal XVIII se-colo. Al momento della vendemmia le uve vengono raccolte a mano e subito portate in cantina in piccole cassette da 20 kg. Un’attenta selezione manuale dei grappoli viene effettua-ta prima della pigiatura. “Siamo entusiasti di questa partner-ship. Da tempo volevamo intraprendere un nuovo progetto
in un’altra area enologica importante della Toscana. Quando Simone Pallesi (amministratore delegato) ci ha contattato, abbiamo capito che era l’occasione giusta per iniziare un per-corso con la denominazio-
a cura della redazione di
Il Sommelier Marzo-Aprile 2012 • n. 2 53
le notizie di enogastronomia e turismo
a cura della redazione di
promozione della nostra denominazione che il Consorzio ha iniziato, sarebbe fondamentale che l’intera filiera riuscisse a proporsi con un unico termine identificativo, al fine di ave-re una comunicazione univoca ed evitare fraintendimenti”. Insomma: il vino si chiama Custoza ed è bene che tutti lo chiamino così. “L’indagine di posizionamento che abbiamo commissionato – aggiunge il presidente Nerozzi - ha dimo-strato che, insieme con la piacevole leggerezza del vino, uno dei punti di forza della nostra denominazione è proprio il nome Custoza, estremamente conosciuto sul territorio na-zionale per la sua forte connessione con la storia italiana. Nel centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia, che ha posto l’accento sul periodo risorgimentale, questa percezio-ne si è ulteriormente rafforzata. Chiediamo dunque ai pro-duttori e al territorio uno sforzo per comunicare tutti insieme in una forma unica il nome del nostro vino. Noi ci chiamiamo Custoza perché vogliamo che in nostri vini parlino del nostro territorio collinare, che ruota attorno a Custoza”.CONS. TUTELA VINO CUSTOZA DOC www.vinocustoza.it
IN BRASILE CON I BALZINII BALZINI Black Label 2005 è stato se-lezionato dalla TAM, la compagnia di bandiera brasiliana, per accompagnare i viaggiatori “first class” in volo per San Paolo e Rio de Janeiro per la stagione 2012. I BALZINI Black Label si presenta con un nuovo blend a base di Cabernet Sauvignon e Merlot, senza l’impiego di Sangiovese, che prima era presente in piccola percentuale. L’azienda, no-nostante in questo periodo ci sia una grande attenzione ai vitigni autoctoni, ha fatto questa scelta, che non vuole essere controcorrente, bensì una valo-rizzazione del territorio, del terreno tu-faceo del vigneto, dove si coltivano un ottimo Cabernet Sauvignon e Merlot, in modo che i due vitigni possano espri-mere al meglio e con raffinatezza, le loro caratteristiche e la grande struttura.
I BALZINI Società Agricola sas www.ibalzini.it
NOVITÀ D’ARREDO PER LA RISTORAZIONEVerrà presentata al prossimo Salone del Mobile questa versa-tile sedia prodotta da OZZIO DESIGN. Si chiama HOLE e na-sce da una rigorosa ricerca tecnologica ed estetica. Divertente e fresca, è in policarbonato stampato a iniezione. Ironica, im-pilabile, disponibile in vari colori è adatta a essere collocata in una elegante casa, ma anche in un ristorante trendy o in un locale che ha fatto del design il suo punto di forza. E’ dispo-nibile in vari colori. Della produzione di OZZIO DESIGN non vanno però dimenti-cati i tavoli trasforma-bili, che permettono di moltiplicare i posti a tavola, per dare libero spazio alla convivia-lità. Tutti i prodotti di OZZIO DESIGN sono funzionali, flessibili e naturalmente raffinati e curati in ogni parti-colare.POZZOLI GROUP S.r.l. www.ozzio.com
NOVITÀ DI GRAN CLASSE PER “PODERE LA REGOLA”L’Azienda, che si trova a Riparbella, a nord di Bolgheri nella Costa Toscana, dimostra ancora una volta la sua attenzione alla valorizzazione del suo territorio di grandi vini con questo nuovo Cru, annata 2008, lo “STRIDO”. Merlot in purezza, di grandi profumi e ampio corpo, rotondo e complesso con
un finale lungo ed equilibrato e una nota balsamica e tannica inusuale per un Merlot, dovuta alla particolarità del terroir in cui nasce questo rosso me-diterraneo (65% sabbia, 10% limo, 25% argilla, con abbondanza di pie-tre). Questo vino è la migliore selezio-ne delle uve di Merlot che provengo-no dalle vigne da cui nasce il vino cru dell’Azienda “La Regola” (Cabernet Franc, Merlot e Petit Verdot). Seppur necessiti ancora di affinamento in bot-tiglia, esprime un carattere ed una po-tenza che lo inserisce, senza smentite, fra i migliori Merlot di un territorio che ha dato i natali ai più grandi e più fa-mosi come il “Redigaffi”, il “Messorio” e il mitico “Masseto”. Il vino sarà pre-sentato al Vinitaly di quest’anno pres-so lo stand aziendale (A2 - Padiglione 8 Toscana).
POD. LA REGOLA www.laregola.com
Mezzacorona è stata eletta “Cantina Europea dell’anno” dalla prestigiosa rivista americana Wine Enthusiast, il sigillo per Conci di una carriera di importanti realizzazioni e successi. Ed è un Gruppo competitivo e solido quello che Guido Conci affida a Luca Rigotti, 48 anni a febbraio, Consigliere della Mezzacorona sca dal 1989 e Vice Presidente dal 1998, attuale Presidente della Nosio spa e impegnato già da anni in numerosi organi-smi a livello provinciale e nazionale sia della cooperazione che del settore vino in particolare. Rigotti ha voluto dedicare la sua elezione alla Presidenza, avvenuta per acclamazione, proprio al Presidente Conci, con il quale ha condiviso negli anni molte decisioniMEZZACORONA S.c.a. www.gruppomezzacorona.it
FERMO O SPUMANTE? EXCELSA, IL SOAVE SECONDO RIONDONascono da uva Garganega coltivata nei vi-gneti con miglior esposizione nelle zone colli-nari di Soave, Colognola ai Colli e Monteforte d'Alpone, Soave Excelsa e Soave Excelsa Spumante Brut, le inedite proposte firma-te Cantine Riondo. “Siamo da sempre mol-to sensibili alle evoluzioni dei consumi - rac-conta Abele Casagrande, Direttore Generale dell’azienda - e proprio per questo abbiamo creato un blend unico e moderno in linea con i trends più attuali. Il nostro obiettivo è di far ri-scoprire l’unicità del Soave, comunicare al me-
glio le potenzialità e le peculiarità di questo vino che appartiene all’eccellenza della nostra tradizione vinicola”. Da un lato, nella versione ferma, Soave Excelsa è un vino elegante e piacevole, che alle note floreali al naso unisce una snella acidità e vibrante mineralità al palato, con freschi sapori di albicocca e pera. Un prodotto al contempo innovativo e tradizionale che associa alla storica bottiglia “renana” il moderno tappo a vite, più pratico oltre che ideale per preservare le caratteristiche organolettiche di questo tipo di vino. Dall’altro, vivace e scorrevole nel gusto, la versione spumante si svela con un colore giallo paglierino brillante da cui si sviluppa un fine e generoso perlage, seguito da fragranti profumi intensi e fiori d’acacia e miele.CANTINE RIONDO www.cantineriondo.com
VALTÈNESI CHIARETTO, A VINITALY LA NUOVA DOC GARDESANAVinitaly all’insegna delle novità per il Consorzio Valtènesi-Garda Classico, che approderà a Verona presentando la nuova denominazione, il nuovo logo e soprattutto un nuovo vino: il Valtènesi Chiaretto. “Dopo lo straordinario successo del lancio il giorno di San Valentino, Vinitaly rappresenta il primo importante
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MAGIS PER IL VINO QUANDO LA SOSTENIBILITÀUNISCE PRODUTTORI E RICERCATORIMettere insieme chi produce e chi fa ricerca è sempre più difficile, tanto più ora che l’effetto della crisi economica ha colpito anche a livello di assistenza tecnica. Per questa ragione, assume par-ticolare importanza la ricostruzione di una rete di competenze dove la ricerca possa trasferire l’innovazione ed i suoi benefici al mondo produttivo: solo in questo modo si può guardare al fu-turo. Magis, progetto nazionale di viticoltura sostenibile, si pone come anello di congiunzione tra ricerca e produzione, dove la conoscenza scientifica trova applicazione nella gestione pratica del vigneto verso un miglioramento continuo delle tecniche e del lavoro. Il valore scientifico di Magis viene dall’applicazione di un protocollo di sostenibilità redatto dal comitato scientifico composto dai maggiori esperti italiani della difesa e della ge-stione del vigneto; il protocollo definisce come operare al me-glio in ogni situazione senza sprechi o attività non necessarie e, una volta adottato dalle aziende aderenti, dimostra attraverso la piattaforma informatica che documenta tutto quanto viene fatto
sulla coltura, la continua vo-lontà del tecnico di operare secondo scelte dettate dalla sostenibilità. Con Magis, ri-cercatori e produttori pos-sono realizzare un percorso trasparente che richiama ad un senso di responsabili-tà comune in cui ognuno è responsabile per le proprie specifiche attività.
www.magis.me
LUCA RIGOTTI NUOVO PRESIDENTE DEL GRUPPO MEZZACORONAL’assemblea generale degli oltre 1500 soci del Gruppo Mezzacorona, presso il PalaRotari di Mezzocorona, ha vissu-to in gennaio un momento “storico” visto che dopo 40 anni di Presidenza Guido Conci, eletto nel lontano 1972, ha passato il testimone a Luca Rigotti, attuale Vice Presidente del Gruppo, dopo avere portato Mezzacorona da piccola cantina di borgata a diventare una delle principali aziende italiane del settore. Una lunga cavalcata di quattro decenni, una storia nella quale si in-
trecciano l’impegno per lo sviluppo aziendale con la determinazione a fare cre-scere il Trentino vitivinico-lo, che oggi anche grazie a Mezzacorona rappresen-ta un punto di riferimento per tutta l’enologia nazio-nale tanto che nel 2009,
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banco di prova internazionale per la nuova Doc – afferma il presidente del Consorzio Valtènesi-Garda Classico Sante Bonomo - Il nostro obiettivo primario durante la quattro giorni veronese sarà quindi soprattutto quello di presentare e far conoscere
il Valtènesi Chiaretto, nuova e più rigorosa interpretazione di un grande patrimonio tradizionale del territorio gardesano. Un vino che nasce da una vocazione antica, codificata più di cent’anni fa dal senatore veneziano Pompeo Molmenti, e che dal 2012 si propone ai consumatori in una nuova veste, con una vena di territorialità e tipicità amplificata dalla presenza del Groppello, il vitigno autoctono del nostro territorio, in percentuale non inferiore al 50%, mentre nella tipologia Garda Classico tale limite è fissato al 30%”. Al debutto la nuova Doc si è presentata con una quindicina di aziende del comprensorio ed un primo quantitativo di circa 180 mila bottiglie destinato sicuramente a crescere già nei prossimi giorni: si stima infatti che tra Valtènesi Chiaretto e Valtènesi (la versione rosso), che arriverà sul mercato il 1 settembre, la produzione potenziale possa arrivare a 23 mila ettolitri pari ad oltre 3 milioni di bottiglie. Nuovo è anche il logo consortile, pensato per racchiudere graficamente sia il grande patrimonio di tradizioni del passato che la sfida di un territorio proiettato nel futuro e nella modernità enoica.Promozione Garda Classico promozione@gardaclassico.it
FIOCCO ROSA PER TENUTE LA MONTINA: è nata La PiccolinaFranciacorta Brut in formato demi-bouteille da 0.375 lt da te-nere sempre in casa per concedersi un calice di Franciacorta anche se si è soli o in due, oppure quando la classica bottiglia da 0.75 lt sarebbe troppo impegnativa. Un Franciacorta Brut dalla spuma generosa, dai gradevoli sentori di frutta fresca, con note floreali, ideale da stappare per un romantico brindisi o un aperitivo stuzzicante o, ancora, quando ci si vuole rega-lare un vino particolare per accompagnare un risotto leggero o un piatto a base di pesce. A crearlo sono state le Tenute La Montina di Monticelli Brusati (BS). Lo si troverà in tiratura limitata di 10.000 bottiglie nelle migliori enoteche italiane, anche in con-fezione regalo da 12 bottiglie. Un Brut che è piena espressione del territorio da cui proviene, raffinata Cuvée di uve selezionate di Chardonnay e Pinot Nero raccolte nel 2009 in vari vigneti situati in ben sette comuni della Franciacorta, in modo da trarre il meglio da terreni, clima, esposizione. “Abbiamo voluto crea-
re questa bottiglia perché riteniamo che sia un formato di cui si sente sempre più la necessità e che viene incontro ai nuovi trend del vino – spiega Michele Bozza, responsabile marketing dell’azienda – Un formato adatto ai giovani, agli appassionati di bollicine che possono gustare un calice senza aver l’impegno di stappare una bottiglia più grande che rimarrebbe in parte imbevuta. Ma anche un formato richiesto da importanti catene alberghiere, soprattutto straniere, con le quali abbiamo il piace-re di lavorare e in particolare dal mercato londinese, dove siamo particolarmente presenti”.LA MONTINA S.r.l. www.lamontina.it
MAZZETTI D’ALTAVILLA: DISTILLERIA INTERNAZIONALE!Le Grappe Mazzetti d’Altavilla conquistano professori e studenti universitari provenienti da decine di paesi del continente euro-peo. Ai primi di febbraio un gruppo di ben 90 docenti e studenti provenienti da diverse Università d’Europa (Spagna, Germania, Ungheria, Lettonia, Finlandia, Portogallo e tanti altri paesi) han-no selezionato la più storica Distilleria piemontese per effettuare una visita approfondita degli impianti di produzione conoscen-do il mondo del lambiccare e immergendosi nella restaurata e suggestiva Barricaia di Casa Mazzetti. Tanti i flash e le domande che hanno accompagnato le degustazioni guidate dei prodotti firmati Mazzetti d’Altavilla i quali hanno compiuto un importante passo verso la promozione esterna nei paesi del vecchio con-tinente. La Distilleria in queste settimane si è inoltre arricchita di altre presenze straniere diventando sempre più “Grapperia internazionale”. A visitarla è stato un pool di esperti europei che collaborano con il Consiglio per la Ricerca e la sperimentazione in Agricoltura i quali durante un meeting in Italia hanno indivi-duato in Mazzetti d’Altavilla la loro meta per conoscere il mondo della Grappa. Il 2012 riserva un sensibile aumento della richiesta di visite da parte di italiani e stranieri: sono già numerosi i gruppi che hanno prenotato per i prossimi mesi il loro affascinante tour presso la Distilleria dei tre secoli, sempre più proiettata verso la promozione della Grappa nel mondo intero. Molte anche le scuole accolte dall’azienda per diffondere la conoscenza e la cultura della Grappa nel mondo intero. Con Mazzetti d’Altavil-la… Grappa is International!MAZZETTI d’ALTAVILLA www.mazzetti.it
L’idea parte da lontano…nel giugno
2011 al Vinexpò di Bordeaux con-
versando con Luisa e Giorgio Soldati,
proprietari dell’Azienda La Scolca di Rovereto di
Gavi (AL), sulla longevità e l’eleganza di taluni vini
bianchi francesi comparati con i nostri italiani,
altoatesini su tutti, vengo da loro invitato a non
sottovalutare la capacità di invecchiamento di un
bianco autoctono piemontese, il Cortese, Doc
fin dal 1974 e utilizzato, in percentuali variabili,
anche in Lombardia e Veneto per la produzione
dei vini Garda Bianco, Oltrepo’ Pavese Bianco
e Custoza. Giorgio e Luisa sostengono con fer-
mezza le caratteristiche di longevità del loro vino,
che La Scolca ha portato ai vertici mondiali di
apprezzamento, tanto che Capi di Stato, tra cui
il Presidente degli Stati Uniti, i Reali d’Inghilter-
ra, grandissimi attori di Hollywood, come Tom
Cruise al suo matrimonio, Sting o Elton John e
personaggi del jet set internazionale lo hanno
eletto a loro vino bianco preferito. Anzi, si spingo-
no ancora oltre fino a propormi una degustazione
d’eccellenza con una selezione speciale dei loro
vini d’annata messi a riposare nelle loro fresche
cantine per verificarne appunto la tenuta. E nel
febbraio di quest’anno raccolgo curioso la loro
sfida, facendomi assistere da un panel molto qua-
lificato di degustatori della Delegazione F.I.S.A.R.
di Torino, recentemente classificatisi al secondo
posto del concorso nazionale “Divinando” e assi-
stiti da Roberto Rabachino, Presidente mondia-
le IWTO e Direttore della rivista Il Sommelier. Le
bottiglie che Giorgio ci ha inviato sono in buono
stato di conservazione, le annate interessanti e
tanta è la curiosità di verificarne l’integrità.
Iniziamo dal famosissimo Gavi dei Gavi Black
label, possiamo definirlo il vero e proprio “am-
basciatore” di La Scolca nel mondo. In questo
caso partiamo da una annata 2007. La grada-
zione è di 12%, il colore giallo paglierino chiaro
con lievi riflessi verdognoli, brillante, al naso la
corrispondenza dei varietali è rispettata con buo-
ni profumi di frutti bianchi. In bocca la presenza
acida è controllata, leggere note di pera, un ter-
ziario di tostato e un finale ammandorlato di me-
dia lunghezza. Buon vino. Per chi non lo ha mai
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a cura della redazione di Quality aDV
Il Sommelier Marzo-Aprile 2012 • n. 2
Il Sommelier Marzo-Aprile 2012 • n. 2 57
assaggiato potrebbe essere ottimo, ma la fami-
glia Soldati ci ha abituato bene e siamo diventati
esigenti. Vogliamo di più. Proseguiamo, con un
salto di quasi vent’anni, con un Gavi dei Gavi
Black label 1989, lotto G5, titolo alcolometrico
11% di un bel giallo paglierino dorato, al naso
sentori immediati di frutta, stupisce l’acidità, pu-
lita, e la sapidità accompagnata da una più che
discreta mineralità che chiude con un finale am-
mandorlato molto elegante. Splendido. Ventitrè
anni e non sentirli!
Il terzo è un Gavi dei Gavi Black label 1978,
formato lt. 0,720, gradi 11. Ancora bello il giallo
paglierino dorato, sorprendente per limpidezza,
in fin dei conti stiamo degustando un bianco di
ben 34 anni! Al naso un sentore di banana ma-
tura non invasivo data l’età, l’acidità è ancora
presente ma scarsa, finale con netti sentori di
mandorla e mediamente lungo. Di bella soddisfa-
zione, i commenti tra i presenti sono di assoluto
stupore! Un bianco piemontese così longevo e
ancora così interessante non lo avevamo mai de-
gustato prima.
La degustazione prosegue con La Scolca
D’Antan etichetta blu 1999, una selezione di
Cortese in purezza prodotto solo in grandi anna-
te. Vinificato a freddo e, in parte, sulle bucce, vie-
ne lasciato “sur lie” (a contatto con lieviti autocto-
ni) anche per molti anni, fino all’imbottigliamento.
La gradazione alcolica è di 11,5%, il colore è un
giallo paglierino dorato e subito al naso emergo-
no buoni profumi di crosta di pane, in bocca è
interessante, con una persistente acidità iniziale
che evolve in una leggera nocciola e mandorla
tostata in fin di boc-
ca. Molto intrigante.
Segue un La Scolca
D’Antan etichet-
ta blu 1993, gra-
di 11,5, dal colore
giallo paglierino do-
rato carico, ancora
limpido e brillan-
te, subito citrico
al naso, emerge lieve una nota minerale in
bocca, ancora fresco e avvolgente al tempo
stesso, nonostante i suoi 19 anni, sfuma nel
tipico ammandorlato che dona eleganza e rico-
noscibilità. Ma ora la nostra curiosità si fa impor-
tante, stiamo per degustare i “metodo classico”
millesimati, vini di grande affinamento sui lieviti,
minimo dieci anni.
Siamo pronti e iniziamo con il La Scolca D’Antan
millesimato 1999 sboccatura I quadrimestre
2010. 12 sono i gradi, il colore è giallo paglieri-
no chiaro, la spuma persistente e il perlage fine.
Subito un bel naso, frutti esotici, miele e un ricor-
do di spezie, in bocca è cremoso ed equilibrato,
ottima è l’acidità e l’eleganza dei frutti. La clas-
sica mandorla chiude in un finale piacevolmente
lungo.
Il successivo La Scolca D’Antan millesimato
riserva 1997, sboccatura I quadrimestre 2009,
si presenta con 12,5 gradi ed un giallo paglieri-
no chiaro. Parecchio simile al precedente, sia al
naso sia in bocca, con sentori di lieviti e un finale
lungo.
Molto interessante è il La Scolca D’Antan mille-
simato 1995, sboccatura III quadrimestre 2007,
12 gradi e ancora giallo paglierino chiaro, ma al
naso questa volta oltre ad un delicato sentore di
frutti esotici emergono prepotenti i lieviti ed un leg-
gero balsamico, l’acidità è spiccata, e piacevole
è una sorprendente salvia che rinfresca ed evolve
in un leggero speziato dal finale lungo. Osservo i
volti soddisfatti dei colleghi e i commenti positivi
mentre riportano per l’ennesima volta i bicchie-
ri al naso, per catturare le nuove sensazioni che
con il passare dei minuti si sprigionano dai calici.
L’evoluzione di questo Gavi stupisce, qualcuno
comincia a raccontare di passate degustazioni di
altri vini bianchi e confronta i ricordi. Mi sa che
Giorgio e Luisa, quel giorno a Bordeaux, avevano
proprio ragione…
Si continua con La Scolca D’Antan millesimato
1991, 12 sono i gradi e il giallo paglierino chiaro
vira in un bel dorato brillante, gli anni sono 21 ma
la spuma è ancora fitta, così come le catenelle, al
naso pera e lieviti si abbracciano in un crescendo
di profumi e affiora piacevolmente il miele, in boc-
ca una acidità non spiccata ma un sapore deciso,
fruttato, elegante, ancora crosta di pane ma più
lieve, morbido, un finale discretamente lungo di
leggera mandorla tostata.
Quando arriviamo a stap-
pare il La Scolca D’Antan
millesimato 1984, im-
provvisamente il gruppo at-
torno al tavolo si fa silente:
stiamo per degustare un
metodo classico di 28
anni! Bisogna tributa-
re rispetto per questo
brut dal color giallo
paglierino dorato, di
12 gradi, ricco al naso,
mela e pera su tutto,
dalla splendida effervescenza, con una spiccata
acidità che stupisce, specie se paragonata con il
precedente, meno evidente, la bocca porta anco-
ra frutti ma più maturi, e il finale presenta ancora
noce, mandorla e la persistenza aromatica è lun-
ga, di grande soddisfazione.
Che dire…emerge netta la sensazione che l’in-
vecchiamento, per il Cortese di La Scolca, pur
stupefacente, sia una naturale evoluzione del loro
perfetto modo di interpretare il vitigno, con rispet-
toso riguardo in ogni fase di lavorazione, dalla
cantina ai lieviti naturali, autoctoni, senza solfiti
aggiunti e sino alla riduzione del 50% della solfo-
rosa ma che, evidentemente, non è così neces-
saria visti i risultati.
Raccogliendo i commenti di tutti, la frase più co-
mune è stata “…una esperienza illuminante, for-
mativa e che ha demolito dei preconcetti”. Ecco…i
preconcetti…direi che hanno colto nel segno,
perché molte volte ci si accosta alle degustazio-
ni con idee già formate, assolute, sentenze già
scritte, mentre invece una “lezione” come questa
ci deve far riflettere sul sano stupore di chi ap-
proccia con la mente scevra da condizionamenti
e disposta a stupirsi, ad imparare e a smentire
se stessa, insomma, riprendendo Platone…“so di
non sapere”.
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Il Sommelier Marzo-Aprile 2012 • n. 260
“”
Montepulciano e Montalcino: le commissioni preposte alla valutazione organolettica della vendemmia 2012 formate da
produttori, enologi, giornalisti ed esperti hanno assegnato 4 stelle su una scala da 1 a 5 alle rispettiva denominazioni. Non si è raggiunto il massimo delle stelle in quanto l’annata 2011 è stata molto particolare
sotto l’aspetto climatico per entrambe le denominazioni.
a cura della Redazione
Assegnate le “stelle” all’annata 2012
Infatti nel primo semestre si sono avute tempe-rature miti e precipitazioni molto intense e per-sistenti che hanno portato la vite ad un grande stadio vegetativo con apparato fogliare molto ac-centuato. È poi seguito un periodo molto caldo specialmente dalla metà di Luglio con tempera-ture elevate che hanno portato uno stress idrico rilevante tanto da bloccare tutta la fase polifeno-lica e vegetativa della vite con conseguente ma-turazione precoce dell’uva rendendola in alcuni casi cotta. Queste temperature hanno fatto sì che la vendemmia venisse anticipata, di almeno 10-15 giorni rispetto ai tempi normali.La conseguenza di tutto ciò è che siamo di fronte a dei vini che si presentano con un colore rosso rubino carico tendente al violaceo; leggero flore-ale al naso con sentori di frutta rossa e poco per-sistente. Al gusto predomina l’alcol su dei tannini poco eleganti. Sicuramente il terreno e l’esposi-zione dei vigneti faranno la loro parte nell’evolu-zione del vino che nella sua tipologia si presente come un vino poco adatto all’invecchiamento e quindi da consumarsi giovane.
Anteprima del vino Nobile di Montepulciano.NOBILE 2009 RISERVA 2008Sono arrivate solo conferme dalla presentazione in anteprima del Vino Nobile DI Montepulciano D.O.C.G. annata 2009 e riserva 2008.Queste due annate avevano già avuto un ricono-scimento in prima seduta con l’attribuzione delle 4 stelle e quindi lasciavano intendere già allora le loro potenzialità. Le caratteristiche principali dell’annata 2009 sono da ricercare soprattutto nel vitigno Sangiovese (Prugnolo gentile di Montepulciano) che sfruttan-do l’andamento climatico dell’annata, è riuscito a
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Il Sommelier Marzo-Aprile 2012 • n. 2 61
tipicizzare il vino.L’aspetto visivo è caratterizzato da una tonalità di Rosso Rubino ancora intenso con dei riflessi vio-lacei e buona limpidezza. All’olfatto sono evidenti le note di frutta rosso matura e sottobosco con speziatura dolce.Bene anche l’ equilibrio tra tannini-alcol e sapidi-tà. Sicuramente ne è uscito fuori un vino versatile ed interessante anche sotto l’aspetto dell’abbina-mento con i piatti del territorio e con quelli tradi-zionalmente accompagnati dai grandi rossi, si ca-ratterizza per la presenza di buona acidità che gli conferisce una beva fresca.Per l’annata Riserva 2008, si sono riscontrate limpidezza e punto di colore deciso su un ros-so rubino con riflessi appena aranciati, all’olfatto piacevoli sensazioni di purezza e finezza del vino, caratterizzati da sentori di frutta rossa piccola e matura accompagnata da una discreta mineralità; al gusto risulta elegante nei tannini dolci in grande equilibrio con l’acidità. Buona sapidità e persisten-za. Il grado alcolico, anche se in alcuni casi un po’ elevato, non ha influenzato il risultato finale della degustazione che è rimasto su livelli ottimali.
Benvenuto BrunelloVENDEMMIA 2010 ROSSO DI MONTALCINO.Una vendemmia che esalta sicuramente questo vino sotto il profilo tradizionale. Il Sangiovese gros-so fa la sua parte dando tonalità di rosso rubino e riflessi ancora violacei, buona la limpidezza; al naso il floreale è presente e ben legato alle note
fruttate di frutta a bacca rossa, buona persistenza. Al gusto è un vino con acidità ben presente e ve-stita, la tannicità sposta l’equilibrio verso il basso lasciando la bocca con sapori leggermente ama-rognoli, che sono ben tollerati e lasciano capire la struttura e la longevità che il vino può avere.
BRUNELLO 2007 - RISERVA 2006L’annata 2007, già classificata 5 stelle, ha confer-mato un livello qualitativo alto, pur riscontrando in fase di degustazione diversi distinguo dati so-prattutto dalla posizione geografica delle Aziende. Sotto l’aspetto visivo si riscontrano colori netti di un rosso intenso con riflessi decisi sul granato. L’aspetto olfattivo evidenzia una gamma ampia di sentori riferiti sia al vitigno che all’affinamento e quindi un buon floreale e fruttato di frutti ros-si, accompagnato da speziature mai esuberanti e lineari. Per quanto riguarda l’aspetto gustativo, esso è influenzato in modo evidente dall’altitudi-ne in quanto l’acidità varia con il livello altimetrico e conferisce ai vini che nascono più in alto note acide che ne esaltano la beva rendendola ancora fresca.La Riserva 2006 presenta un colore ancora vivo, con dei bei riflessi aranciati, che non lo penalizza-no ma lo caratterizzano. L’aspetto del profumo è molto intenso e persistente, chiare le note fruttate di frutta rossa matura o addirittura di confettura a cui si aggiungono speziature dolci e piccanti con alcune note balsamiche e minerali. Buono l’equili-brio con l’alcol che solo in alcuni casi risulta esu-berante.
Il Sommelier Marzo-Aprile 2012 • n. 262
Rosso di Montalcino 2010:La Fornace Rosso rubino carico,al naso intenso e fruttato persistente, al gusto caldo, legg. tanni-co e fresco con poca persistenza.La Gerla Rosso rubino carico con riflessi viola-cei, al naso molto intenso e fruttato, al gusto cal-do, tannico fresco vivo poco equilibrato ma con un futuro di sicuro successo.Col d’Orcia (Banditella 2009) Rosso rubino carico, al naso piacevoli sentori di frutta matura con speziatura dolce appena accennata,al gusto caldo, equilibrato con tannini piacevoli e buona sapidità, persistente.Siro Pacenti Rosso rubino molto profondo con riflessi violacei,al naso intenso e persistente con floreale e fruttato in buon equilibrio, al gusto cal-do, con buona beva per leggera acidità buona persistenza.Donna Olga Rosso rubino carico, intenso, al naso piacevoli sensazioni di frutta appena matu-ra, intenso, al gusto, caldo, acidulo, buona tanni-cità e persistenza.
Brunello 2007:Donatella Cinelli Colombini - selezione - Ca-sato prime Donne - Rosso rubino con riflesso granato, limpido, al naso intenso, fruttato con piacevoli sensazioni di boisé e legno pulito, al gu-sto caldo, intenso e persistente con tannini ele-ganti, buono il finale di bocca rotondo.Salvioni Rosso rubino tendente al granato, lim-pido, al naso molto persistente con floreale e frutta rossa matura in evidenza, al gusto caldo, leggermente tannico e fresco per una dominanza acida buona sapidità.Banfi selezione Poggio alle Mura - Rosso rubi-no carico, intenso, al naso intenso e persistente con note di frutta matura e sottobosco, leggera speziatura, al gusto molto caldo con dominanza acida anche se ben coperta, tannicità elegante e pronunciata, persistente.Sassodisole Rosso rubino leggermente scarico, limpido e riflessi appena aranciati, al naso inten-so e piacevolmente fruttato, fine, al gusto caldo, rotondo, giustamente tannico con leggera domi-nanza acida, persistente.Scopone Rosso rubino, brillante, con riflessi aranciati al naso, intenso con frutti rossi maturi e legno pulito, al gusto, caldo di corpo con buona tannicità, fresco e sapido.
Brunello 2006 riserva:Tenimenti Angelini Vigna Spuntali - Ros-so rubino con riflesso aranciato, limpido, al naso molto intenso, ric-co di frutta rossa matura, speziatura elegante, per-sistente, al gusto molto cal-do, carnoso, persistente leg-germente tannico fresco di beva, buona sapidità.Casato prime donne Rosso rubino con rifles-so granato, brillante, al naso molto intenso con piacevoli note di frutta rossa e balsamiche, mol-to persistente - al gusto molto caldo, rotondo, schietto ed equilibrato in linea con lo “stile” della casa, grande persistenza.Poggio Salvi Rosso rubino con riflessi granati, limpido, al naso intenso e persistente con ele-ganti note speziate, al gusto molto caldo, legger-mente tannico e fresco ancora poco equilibrato, buona sapidità.Sesti Phenomena - Rosso rubino carico, lim-pido, al naso note fruttate e speziate in esube-ranza, molto persistente, al gusto caldo, rotondo con buon equilibrio fra alcool e tannini, buona sapidità, persistente.Camigliano Rosso rubino carico con riflessi aranciati, poco limpido, al naso intenso e persi-stente con note fragranti, buona speziatura dol-ce, al gusto caldo, rotondo e schietto con lunga persistenza.
Moscadello di Montalcino:Colore Giallo dorato, limpido, al naso molto in-tenso e persistente con richiami al vitigno e note di confettura bianca, al gusto molto caldo, dolce, persistente, elegante con buona acidità vestita.Tenute Silvio Nardi Colore giallo dorato carico con riflessi dorati, al naso molto intenso e per-sistente, piacevoli note di miele e confettura di albicocca, al gusto caldo, dolce, carnoso molto persistente, piacevole la spalla acida che ne esal-ta la beva.Caprili Colore giallo paglierino carico, brillante, luminoso, al naso intenso con sentori di miele di acacia e frutta a polpa bianca matura, elegante, al gusto caldo, dolce carnoso con buon equili-brio, manca un po’ di persistenza.
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Il Sommelier Marzo-Aprile 2012 • n. 2 63
Vino nobile di Montepulciano 2009:Ruffino Lodola Nuova - Rosso rubino carico, limpido, al naso intenso, schietto e fruttato, al gusto caldo, leggermente tannico ed acidulo con poco equilibrio, certo il suo miglioramento con il tempo.Il Macchione Campione da botte - Colore ros-so rubino con riflesso violaceo, poco limpido, al naso intenso con sentori di frutta rossa e legno grande, al gusto caldo, poco morbido, leggera tannicità e buona persistenza.Poggio alla Sala Campione da botte - Colore rosso rubino carico con riflesso violaceo, poco limpido, al naso fruttato e fragrante con leggera speziatura, al gusto caldo, di corpo, leggera tan-nicità, fresco, persistente.Canneto Rosso rubino, luminoso e brillante, al naso intenso, fruttato di frutta rossa e sottobo-sco, piacevole floreale di viola, persistente, al gusto caldo, rotondo equilibrato con buona sa-pidità, persistente.Poliziano Rosso rubino carico, limpido, al naso presenta note di frutta rossa matura e legno pu-lito, buona persistenza, al gusto caldo, di corpo con leggera dominanza tannica e buona acidità, sapido. Le Berne Rosso rubino con riflessi violacei, lim-pido, al naso intenso e persistente con frutta ros-sa in evidenza buona speziatura, al gusto, caldo, rotondo giustamente tannico equilibrato, buona sapidità.Vecchia Cantina Selezione Cantina del Redi - Rosso rubino con riflessi violacei, limpido, al naso intenso, persistente, fruttato con frutta ros-sa, leggera speziatura dolce, al gusto caldo, di corpo, persistente, fresco per dominanza acida, deve migliorare con il tempo.
Vino nobile di Montepulciano 2008:Fattoria di Palazzo Vecchio ”Maestro” - Rosso rubino, limpido con riflessi granati, al naso frutta-to e fragrante, persistente, al gusto molto caldo, intenso e persistente, manca ancora l’equilibrio, sapido.Tenimenti Angelini ”La Villa” - colore rosso ru-bino con leggeri riflessi aranciati, limpido, al naso elegante e persistente con boisé molto pronun-ciato, al gusto caldo, rotondo, giustamente tan-nico, buona mineralità.
Vino nobile di Montepulciano 2008 riserva:Godiolo Rosso rubino con riflessi aranciati, lim-pido, al naso intenso e persistente, fruttato ele-gante e fine leggero minerale, al gusto caldo e rotondo, giustamente tannico ed equilibrato.Icario “Vitoraccia” - Rosso rubino carico, limpi-do al naso intenso e persistente con frutta rossa matura in evidenza, piacevoli le note di boisé, al gusto caldo, carnoso giustamente tannico, equi-librato.Nottola ”Vigna del Fattore” - Campione da botte - Colore rosso rubino con rifles-si aranciati, limpido, al naso intenso, persi-stente, fine e gra-devole con sentori netti di frutta cotta, speziato, al gusto caldo, di corpo equilibrato con tan-nini puliti e piacevoli, persistente e sapido.Dei “Bossona” - co-lore rosso rubino, riflessi aranciati, brillante, al naso intenso, persistente e fine con ri-chiami netti alla frutta rossa matura e note mine-rali, al gusto molto caldo, di corpo, giustamente tannico, buona sapidità.La Braccesca Marchesi Antinori ”S.Pia” - colo-re rosso rubino con riflessi aranciati. Limpido, al naso fruttato elegante di frutta rossa e sottobo-sco poco persistente per una leggera riduzione, al gusto molto caldo, rotondo con buoni tannini puliti, equilibrato.
Vino nobile di Montepulciano riserva 2007:Boscarelli Colore rosso rubino tendente all’aran-ciato, limpido e brillante, al naso sentori eleganti di spezie e frutta rossa matura con note di mine-rale, molto persistente, al gusto caldo, rotondo, equilibrato con acidità vestita, molto persistente.Salcheto ”Salco Evoluzione” colore rosso rubi-no tendente all’aranciato, brillante, al naso, molto intenso, fruttato con sentori di sottobosco, pia-cevole speziatura con richiami al cacao. Al gusto molto caldo, carnoso, giustamente tannico, sapi-do e molto persistente.
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di marzio Berrugi
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Chianti Classico Collection 2012
Stagione eccellente, vicina alla perfezione con il settembre assai caldo che ha fatto risultare alto il contenuto zuccherino
Quello sopra riportato è il commento di Marco Pallanti, deus ex machina della Chianti Collec-tion 2012. Temperature fresche poi che hanno favorito più lente e complete fermentazioni, spe-cialmente oltre i 3/400 metri di altezza. Tutto fa pensare, lo diranno comunque gli anni a venire, che potrà essere un’annata di grande qualità. Im-ponenti poi le cifre di questa 19a uscita: oltre 400 etichette ripartite in due giornate di assaggio, 152 aziende presenti e più di 200 giornalisti del vino da ogni parte del mondo. Alto il numero degli im-bottigliatori, circa tre quarti dei produttori. Ed il mercato, soprattutto estero, tira; anche quest’anno un +4% dopo il grande exploit del 2010 che aveva visto aumentare di oltre un quar-to le esportazioni. Oggi circa 78 bottiglie su cento finiscono in tavola all’estero, specialmente negli USA che sono ancora i maggiori importatori in assoluto. L’Oriente, Russia inclusa, rimane anco-ra misterioso con una fetta inferiore al 10%, né riscalda troppo la considerazione che anche altri grandi vini italiani siano nelle stesse condizioni. L’impressione formatasi dopo esaurienti assag-gi è che quest’anno sia mancata la stessa ab-bondanza di grandi bottiglie alla quale in passato eravamo abituati; tono generale decoroso, ma grande discontinuità come nel 2009 dove, ac-canto a qualche bella bottiglia che citeremo più avanti, stavano proposte che, seppur di struttura, risultavano carenti in armonia con tannini spesso decisamente importuni. Meglio le Riserve con al-cune bottiglie, non certo di nicchia, da ricordare
non per particolari guizzi, ma per una placida, tranquilla ed armonica struttura: produrne qual-che centinaio di migliaia è fatto degno di lode. Per il 2010, con buona percentuale di campioni di botte, prevale l’impressione di struttura relativa con grande lavoro di cantina per mettere in piedi bottiglie meritevoli del gallo nero. Grande atten-zione all’eleganza del colore, alla gusto olfattiva talvolta raffinata, al corpo, quando c’è, cercando armonie fra i componenti. Non sempre vi si rie-sce. Un tuffo anche nelle Riserve 2008 che ben im-pressionarono nella scorsa Collection e si son assaggiati alcuni begli esemplari, ma con robuste disarmonie sempre in agguato. Situazione simile per il 2007 Riserva dove son bastate le dita di una mano per rappresentare l’annata. Osservato an-che l’ulteriore dileguarsi dei vitigni bordolesi: mol-to valida l’idea di proporli in assaggio per conto loro, in purezza e no, per quella che potrà diven-tare una rassegna organica di supertuscans. Prima di passare a raccontare qualche assaggio c’è da osservare che un anno di vita in più ha provocato nelle Riserve più che un affinamento ulteriore ricco di intrecci terziari, scollamenti ben percettibili della struttura evidenziando talvolta decisi vuoti in bocca imprevedibili per Riserve del Gallo Nero. Infine non ho assaggiato l’annata 2011 perché non amo questa specie di amnio-centesi predittiva: mi ricorda quei genitori che al primo bel voto alle elementari vedono il figlio già ingegnere di successo.
Il Sommelier Marzo-Aprile 2012 • n. 264
Il Sommelier Marzo-Aprile 2012 • n. 2 65
....le nostre degustazioniPer il 2010
S. Giusto a Rentennano. camp. di botte. Co-lore elegante, buona frutta con evidenza di legno ancora da integrare. In bocca ancora un poco scomposto con centro bocca profumato ed ar-monico legno che asciuga struttura snella. Rocca di Castagnoli camp. di botte. Splendi-do rosso il colore, ancora legno un po’ crudo al naso. In bocca pieno e robusto anche se il tanni-no stringe deciso. Fin di bocca piacevole e profu-mato, ormai vicino all’imbottigliamento. Felsina Berardenga Naso sommesso, ma puli-to con percezione giusta di legno. Caldo in bocca con acidità e tannini vivi e giusti. Poco avvertite le sensazioni morbide. Assaggiati anche Lamole ed Isole e Oliena: nel primo buona bocca, un po’ calda e fruttata con corpo e naso un palmo sotto le attese. Nel se-condo ormai pronto per la bottiglia e di corpo suf-ficiente il legno disturba ancora. Buoni profumi.
Per il 2009Casanuova di Nittardi Colore pieno che si av-vicina al granato. Splendida struttura con perce-zioni di frutta scura e leggera buccia. Caldo con buon rapporto acidità/tannino. Riempie il palato ed ha ancora tanta strada davanti. Paneretta Naso chiantigiano, buon corpo e pia-cevole seppure un po’ troppo caldo. Scorrevole ed armonico il finale. Poggiopiano Naso con note mentolate, ele-gante ed intenso che entra nel terziario. Tannino ancora deciso, medio il corpo e buon finale di bocca, ma non all’altezza dell’olfatto. Villa Cafaggio Sufficientemente ampio e pulito il naso. Fresco e corposo in bocca, vivo ed ampio al centro. Buon alcol con sensazioni durevoli e calde. Tra i più strutturati dell’annata. La Porta di Vertine Chiantigiano il naso senza aggressioni legnose e con una piacevole sensa-zione di fumo amarognolo. Corpo ed equilibrio ci sono, bel finale tradizionale. Per Villa Calcinaia e Borgo Casa al Vento qualche perplessità sul corpo e sull’equilibrio.
Il Morellino di Scansano Val delle Rose è un perfetto interprete del Sangiovese di Maremma, qui assemblato ad altre uve complementari. I vigneti godono delle migliori condizioni climatiche, una ventilazione costante bilancia l’esposizione pressoché continua ai raggi del sole. L’eccellente grado di maturazione dell’uva e la moderata resa per ettaro garantiscono vini eleganti e strutturati. La vinificazione inizia con una macerazione prefermentativa a freddo, quindi la fermentazione in acciaio a temperatura controllata, a cui segue un passaggio di alcuni mesi in fusti di rovere francese e l’affinamento in bottiglia. Il Morellino di Scansano Val Delle Rose ha un colore rosso brillante con riflessi violacei. Il profumo è fruttato, con intense note di marasca che conferiscono ricchezza e gradevole finezza. In bocca è sapido e vellutato, di struttura ampia con tannini integrati. Ottimo con i Tortelli maremmani e i formaggi, è un vino che, seppur impegnativo, ben accompagna tutto il pasto. Casa Vinicola Luigi Cecchi e FigliLoc. Casina dei Ponti, 5653011 Castellina in Chianti – Siena Tel.: +39 0577 54311Fax: +39 0577 543150 www.cecchi.net - cecchi@cecchi.net
Casa VinicolaLuigi cecchi e Figli
a cura della redazione di Quality aDV
Quando la qualità ha più di un volto. Questa è ormai diventata l’irrinuncia-bile costante della Viticoltori Associati di Vinchio e Vaglio Serra che, con l’uscita di “Arengo” nel giorno di San Valentino, affianca per il secondo anno una Doc Piemonte Barbera fresca, fragrante, fruttata, di gradazione naturale, di pronta beva e costo contenuto (da quest’anno anche in bag-in-box da 3 litri) alla sua prestigiosa produzione di vini rossi. Tra questi ancora una volta la punta di diamante si confer-ma, sul consolidato percorso dell’orien-tamento alla qualità della Cantina, la Barbera d’Asti DOCG superiore “I Tre Vescovi”, un vino di assoluta eccellen-za che si identifica perfettamente nello straordinario territorio del sud Piemonte, sicuro riferimento della più alta qualità per il consumatore e con, tra l’altro, un ottimo rapporto qualità/prezzo. CANTINA SOCIALE DI VINCHIO-VAGLIO SERRA E Z.L. SCARegione San Pancrazio, 1 - 14040 VINCHIO (AT)Tel. 0141 95.09.03 - 95.06.08 Fax. 0141 95.09.04www.vinchio.com - info@vinchio.com
Cantina Socialedi Vinchio-Vaglio Serra
Riserva 2009S. Giusto a Rentennano camp. di botte Colore elegante, un poco scarico. Gran naso di frutta rossa e legno. Di corpo con bell’equilibrio e mor-bidezza: da smaltire qualche tannino. La Porta di Vertine Venature di terziario nel co-lore, tipico e pulito il naso con evidente liquirizia. In bocca morbido e potente, equilibrato e caldo. Finale lungo ed amaricante. Beva d’antan, dei tempi delle botti. Villa Mangiacane Naso con insolite tracce di mentolato e china. In bocca buon equilibrio du-rezza/morbidezza, centro bocca all’altezza e fi-nale piacevole. Felsina Rancia Naso fedele al territorio, ampio e potente in bocca. Il corpo non ampio come di solito compensato da finale piacevole ampio e morbido. Valido anche La Miccina dal colore un po’ sca-rico ed il naso gia etereo, di medio corpo, bocca profumata e fin di bocca sufficiente e Branca-ia dal naso fruttato con tracce di liquirizia giusto corpo, equilibrio e finale morbido e Villa Calcinaia assai ben equilibrato.
Riserva 2008Nittardi Colore ancora integro e deciso senza cedimenti al terziario. Abbisogna di tempo per aprirsi ed è ricco anche se nell’esemplare testato venivan fuori leggeri ricordi di smalto. Deciso il tannino che porta ad un finale di tabacco scuro e piacevolmente amarognolo. Corpo potente, un po’ duro. Castello di Ama Elegante e tipico il naso con terziario ricco e sottile di spezie, mentolato e legni. Anche in bocca rotondo ed elegante con leggero cedimento al centro: bel corpo, ma non il gigante di altre annate. Leggera buccia, ma di ottima beva. Castell’in Villa Naso terziario ed articolato, bel granato, con tannino vivo, una dose di eleganza. In bocca morbido con affioramenti di cotto, pia-cevole beva.
Rocca dei Castagnoli Colore ancora vivo, rubi-no. Percezione di legno, non grande massa olfat-tiva. Buona la bocca piena ed armonica, corpo vivo non smorto. Centro bocca morbido con al-col piuttosto avvertito. San Felice Il Grigio Naso caratteristico della zona senese a sud terziario e ricco di liquirizia spezie e legno. Forse ci si aspetta qualcosa di più in bocca: il tannino importante disperde un po’ la tipica grande e placida struttura del GrigioVilla Cafaggio Bel naso maturo e ricco. In boc-ca acidità ben presente, tipica della zona, corpo-so con alcol un passo dietro ad acidità e tannino. Note di vegetale secco e chiusura amarognola e piacevole. Val la pena di ricordare Il Donatino suadente al naso e ricco in bocca, ma con tannino invaden-te, Fontodi con belle speziature, buon corpo e chiusura secca e Le Fonti con il tannino un poco cedevole all’alcol riscattato da un bel naso ricco ed un finale morbido e piacevole.
Riserva 2007Cacchiano Ben valido, bella espressione dell’an-nata, colore terziario naso etereo ed elegante un po’ avvolto nel legno. Buon corpo e piacevole onda di tabacco scuro che caratterizza il finale. Ruffino Riserva Ducale Naso etereo, corret-to seppur un po’ scarso. Regale in bocca con tannino di pronta percezione e frutta cotta. Ben maturo un punto di legnosità nel finale. Assaggiati anche Paneretta Torre a Destra, Monsanto e San Vincenti: in tutti e tre il tannino molto evidente sbiadiva e squilibrava strutture ed olfattoNon mi sono negato il Cacchiano Riserva 2006. Colore che cede lentamente all’aranciato, naso maturo ancora ben percepito con paglia, le-gni profumati e leggera speziatura. Bocca ancora piacevole, evidente il corpo, ben articolato, con in testa il tannino. Finale amaricante congruo con l’età. Esempio lampante del chianti che fu: anche lento a farsi, ma con longevità ed evoluzione che oggi sembrano dimenticate.
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Il Sommelier Marzo-Aprile 2012 • n. 266
Stappa dallaCittà
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Il Sommelier Marzo-Aprile 2012 • n. 268
Buenos Aires, originalmente “Nuestra Señora Santa Maria de los Buenos Aires”, terzo mag-
gior agglomerato urbano dell’Ame-rica Latina e Capitale Federale della Repubblica Argentina sta incastonata al riparo dai venti, sulla sponda interna Sud-Ovest del grande fiume a guar-dare di traverso una città molto più piccola, sulla foce, affacciata sul ver-sante a Nord-est, quasi a prendere di petto le fresche brezze dell’Atlantico Sud, la città di “San Felipe y Santiago de Montevideu”, come fa all’anagrafe la capitale dell’Uruguay, la più picco-la nazione del Cono Sud dell’Ameri-ca Latina, quella parte del continente che, per motivi enologici, ci interessa e della quale vogliamo parlarvi da que-ste pagine.L’Uruguay è situato tra il 30º e il 35º parallelo di latitudine Sud, una fascia climatica di buon potenziale vitivinico-lo, conta una popolazione di 3,5 mi-lioni di abitanti che consumano 29 litri all’anno di vino a testa.La popolazione è di cultura ed influen-za europea dominante, di origini italia-na, spagnola e francese, quest’ultimo caso raro in America del Sud, ma cer-
tamente importante dal punto di vista dello sviluppo enologico.Vitivinicultura in Uruguay è sinonimo di un vitigno non molto conosciuto nel mondo ma che in questo paese, dal clima profondamente influenzato dalle fresche e umide brezze che soffiano dall’Oceano Atlantico, ha trovato il suo habitat naturale; stiamo parlando del “Tannat”, che in Uruguay dà vita a importanti vini rossi.
Il Tannat è originario del Sud-ovest francese, più precisamente dalla zona del “Madiran”, negli Alti Pirenei, dove produce un vino non molto attraente, tannico, duro, che raramente è vinifi-cato in purezza, giustamente per l’ele-vata tannicità che lo trasforma in vino per pochi appassionati.A portarlo fino in Uruguay ci pensa, nel 1870, l’immigrante basco-francese Don Pascual Harriague, che dà inizio
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Scrivere dell’Uruguay vuol dire parlare di un paese interessante,di gente discreta, molto più sobria e formale dei simpatici e chiassosi
cugini brasiliani, ma anche più ponderata degli argentini, con i quali dividono le acque del “Rio de La Plata”, sulla cui foce si adagiano le capitali dei due paesi.
di marco Ferrari
URUGUAY, dove il Tannat diventa protagonista
Il Sommelier Marzo-Aprile 2012 • n. 2 69
ad un capitolo nuovo nella vitivinicultu-ra di questo paese, che già produceva uva e vino da circa un secolo.Per capire la produzione uruguaIana dobbiamo innanzitutto considerare che è relativamente esigua quando confrontata con quella della vicina Argentina, la più grande del Cono Sud dell’America, seguita dal Cile e, al terzo posto, dal Brasile; si tratta però di una produzione molto direzionata, più del 90 % si concentra sul vino di qualità, denominato “Vino de Calidad Preferente” – VCP (Vino di Qualità Preferenziale), che ha origine da vitigni selezionati e sottoposti alla vigilanza dell’ente autorizzato “INAVI” (Istituto Nacional de Vitivinicultura).Anche in Uruguay una buona par-te delle Bodegas sono di famiglie di origine italiana come ci raccontano i
nomi, tra cui: Bodega Cesar Pisano e Hijos, Pizzorno Family Estate e Antigua Bodega Stagnari ma, a differenza del Brasile, esiste una forte influenza ba-sco – francese che si riflette forse nel carattere un po’ più riservato dei vi-gnaioli di queste terre. Ma torniamo al Tannat, innanzi tutto è il vitigno che l’Uruguay ha adottato come emblema della sua produzione, copre oltre un terzo dell’area vitata e dà un vino di colore molto intenso, dal carattere assolutamente gastronomi-co, austero e forte, compagnia formi-dabile per il piatto nazionale uruguaia-no, la carne alla “Parrilla”, una griglia típica che ha origine nelle abitudini alimentari dei “Gauchos”, gli abilissi-mi cavalieri mandriani erranti, antichi e folclorici abitanti delle pianure che comprendono le terre del Rio de La
Plata, ossia la Pampa Argentina e, ap-punto, l’Uruguay.Il Tannat dà origine ad un vino parti-colarmente ricco in materia antiossi-dante, antociani e tannini vanno per la maggiore, esaltandone le proprietà salutari nella prevenzione a problemi arteriali e nella lotta al colesterolo.L’ambiente nel quale il Tannat si svi-luppa in Uruguay è dominato da alcuni fattori determinanti: la conformazione geografica, per lo più pianeggiante, con lievi ondulazioni che non facilitano lo sviluppo di particolari microclimi; il suolo, in generale di carattere argillo-so, e il clima, spesso piovoso e umi-do. L’escursione termica, fattore critico per la qualità dell’uva in processo di maturazione, che in altre regioni del Sud America, Cile e Argentina soprat-
tutto, si avvale della prossimità della Cordigliera delle Ande, in Uruguay è garantita dai venti freddi che soffiano dall’Atlantico Sud, provenienti diretta-mente dall’Antartide.La combinazione di queste varianti cli-matiche permette ai vini uruguaiani di raggiungere un interessante equilibrio tra la frutta e l’acidità, con un tenore alcoolico non eccessivo (soprattutto se comparato a molti vini argentini e cileni che superano agevolmente i 14,5º, e anche oltre), caratteristiche che, con un pò di buona volontà e una dose di generoso ottimismo, possono farci pensare ad alcuni esemplari della Nuova Zelanda. La principale zona vitivinicola e anche la più estesa, è Canelones, situata come una cintura attorno alla città di Montevideo, sulla costa; vanta un in-dice pluviometrico abbastanza eleva-to, al di sopra dei 1000 ml/anno, fatto che però non sembra preoccupare il Tannat, il quale non soffre particolar-mente l’abbondanza di piogge, a pat-to ovviamente che non imperversino durante la vendemmia, nei mesi di febbraio – marzo. È regola diffusa in Uruguay, tra i buo-ni produttori, far maturare i rossi in barrique, indispensabile nel caso dei Tannat, per poter arrotondare i tannini possenti. Vediamo perciò che, oltre alle caratteristiche peculiari pedocli-matiche che fanno dell’Uruguay la ter-ra promessa del Tannat, le Bodegas trattano con molta attenzione e rispet-to questo vitigno, con vinificazioni mo-derne e affinamenti in legni di qualità, ottenendo allora un vino di corpo, ma anche elegante, complesso e dotato di identità propria, spesso migliore
dell’originale Madiran. Attualmente l’Urugay sta scoprendo la vocazione per l’export; la riconversio-ne dei vigneti all’agricoltura di preci-sione e l’elevato investimento in nuove tecnologie, che hanno caratterizzato lo sforzo dei principali produttori negli ultimi vent’anni, stanno riposizionando l’Uruguay come produttore di vini di nicchia, con una tipicità tutta da sco-prire, figlia di un terroir caratteristico, esotico e di indubbio interesse per gli amanti delle novità, con prezzi acces-sibili.Oltre al Tannat si piantano, seppure in scala minore, anche altri vitigni in-ternazionali, quali i Cabernet, Franc e soprattutto Sauvignon, il Merlot, molto usato per “arrotondare” gli esemplari
più scorbutici e, per quel che riguar-da la seppur piccola produzione di bianchi, gli onnipresenti Chardonnay e Sauvignon Blanc.Per tutto ciò che abbiamo visto fino-ra possiamo dire che siamo perfetta-mente in sintonia con quanto afferma-no Hug Johnson e Jancis Robinson, autori della Bibbia degli enofili, The World Atlas of Wine, quando dicono che non è esattamente l’Uruguay che ha scelto il Tannat come vitigno sim-bolo del suo paese, ma che sia piut-tosto il Tannat che abbia eletto queste pianure battute dalle brezze antartiche e riscaldate dal sole del sud come la terra ideale per crescere e offrire dei vini di indubbio interesse e ottima qualità.
Il Sommelier Marzo-Aprile 2012 • n. 270
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Una opinione illustrePer avere dei lumi sulla produzione del vino in Uruguay, abbiamo fatto alcu-ne domande all’amico Sergio Echeverrigaray, uruguaiano di Montevideo, di origine basca, Dottore in Genetica e Biotecnologia, specializzato in lieviti per l’enologia, coordinatore dei Master in Biotecnologia e Gestione Vitivinicola dell’Università di Caxias do Sul (UCS), in Brasile.
Sergio, possiamo dire che l’Uruguay oggi concentra la sua produzio-ne sui vini di qualità, alla ricerca dell’eccellenza a livello internaziona-le, i cosiddetti VCP?Negli anni 90 l’Uruguay iniziò una vera e propria rivoluzione nell’ambito dei vigneti, con la riconversione delle principali aree vitate, oltre a importanti in-vestimenti in tecnologia, questo sforzo ha portato tangibili risultati che si ri-specchiano nell’aumento delle esportazioni saltate dai 3 milioni di ettolitri/anno del 2000 agli oltre 13 milioni del 2010, innalzando l’Uruguay al livello di affidabile produttore di qualità, spingendo le Bodegas a scelte obbligate nella direzione del costante miglioramento per soddisfare le esigenze dei mercati internazionali. In Uruguay esiste una zona che potremmo definire come la migliore? Ci sono altre regioni di qualità e quali sono le loro caratteristiche? Definire una zona specifica come la migliore è sempre difficile, in Uruguay sono nove le principali regioni, con Canelones e Montevideo che, da sole, concentrano il 77% della produzione nazionale, forse per questo sono consi-derate le più importanti, di recente anche le regioni lungo il Rio Uruguay e, più a Nord-Est, al confine con il Brasile, con suoli sabbiosi/argillosi e clima arido e caldo, stanno rappresentando una piacevole sorpresa, degna di attenzione per quel che riguarda la sempre difficile definizione dei terroir.
Il Tannat è oggi considerato Il vitigno di maggior espressione in Uruguay, secondo te, esiste la con-creta possibilità che si trasformi in qualcosa di importante a livello internazionale, dal piunto di vista commerciale e qualitativo, come il Malbec Argentino e il Carmenere Cileno, che brillano negli Stati Uniti e nel mondo?Posso affermare categoricamente che il Tannat uruguaiano è già a tutti gli effetti un vitigno che riscuote il consenso internazionale. L’elevata concentrazione di tannini morbidi ed eleganti, il bouquet caratteristico e il colore molto intenso dei suoi vini, fanno del Tannat uruguaiano un vitigno versatile tanto per esprimerlo in purezza come in as-semblage, queste caratteristiche da qualche tempo suscitano interesse sui principali mercati, come lo provano i premi e i riconoscimenti ottenuti a livello mondiale; oggi il Tannat uruguaiano è considerato un vino rosso di livello mondiale, ad esempio appunto dei più conosciuti Malbec e Carmenere.
Se dovessimo identificare uma sfida da superare per i prossimi anni da parte dei produttori dell’Uru-guay diremmo che...?...che dopo la riconversione dell’area vitata e la crescita nell’export che ha proiettato l’Uruguay nel mondo glo-balizzato del vino, ciò che deve essere fatto ora è affrontare i problemi che ne seguono, come la competitività crescente, la grande offerta e la riduzione dei prezzi, sfide che non sempre possono essere vinte aumentando la produttività, senza che la qualità ne soffra. Queste situazioni sono particolarmente sofferte nelle piccole proprietà, che dispongono di pochi mezzi per competere su scala globale. La certificazione della qualità, l’incentivo alla ri-cerca e alla produzione in regioni alternative, la definizione del terroir uruguaiano e il riconoscimento internazionale delle Denominazioni di Origine, sarebbero alcune tra le soluzioni per garantire la competitività del vino dell’Uruguay nell’immediato futuro.
Il Sommelier Marzo-Aprile 2012 • n. 2
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fin amigliaLa Fisar di Caserta firma il successo
della terza edizione di “I Rossi di Natale”
La manifestazione “I Rossi di Natale”, patrocinata da Agrisviluppo – Azienda Speciale della Camera di Commercio di Caserta, appuntamento ormai fisso
e attrattiva principale degli eventi che colorano le festività natalizie del territorio casertano, quest’anno è giunto alla terza edizione. Per la terza volta alla Fisar Delegazione di Caserta è stato affidato l’incarico di occuparsi dell’aspetto tecnico dell’evento, fornendo una squadra altamente spe-cializzata di sommelier (circa trentacinque) per far degusta-re al pubblico i vini rossi del territorio casertano certificati DOC e IGT ed illustrarne le caratteristiche enologiche, visi-ve e degustative, occupandosi dell’allestimento dei corner di degustazione all’interno degli esercizi commerciali indi-viduati, e curando il coordinamento dell’intera manifesta-zione dislocata in 28 punti vendita ordinari (raggiungendo il numero di 70 considerando la rotazione di molti esercizi commerciali) situati nei centri storici delle città di Caserta, Aversa e Santa Maria Capua Vetere.Punto cardine della manifestazione è stato quello di arric-chire il momento ludico della “shopping experience” nel periodo natalizio con degustazioni dei vini rossi casertani certificati DOC e IGT, prodotti dalle migliori aziende vitivi-nicole di Terra di Lavoro (erano presenti più di venti azien-de produttrici con circa cinquanta etichette). Ovviamente non sono mancati i vitigni autoctoni del territorio casertano come il Casavecchia e il Pallagrello e prodotti eccellen-ti come il Falerno DOC del Massico e l’Aglianico IGT di Roccamonfina.L’iniziativa, ancora una volta, ha riscosso un eccellente ri-scontro presso il pubblico che ormai conosce la qualità della manifestazione e ne riconosce l’originalità ed infatti non sono tardati i complimenti alla Fisar Delegazione di Caserta da parte dei rappresentanti istituzionali come il dott. avv. Generoso Marrandino, presidente di Agrisviluppo, il
presidente dell’Asips Maurizio Pollini e il consigliere del-la Camera di Commercio di Caserta nonché presidente dell’Ascom di Aversa Franco Candia.I corner di degustazione, allestiti all’interno degli esercizi commerciali, hanno registrato un elevato trend di frequen-tazione di pubblico, fino ad arrivare ad un totale di circa 9.000 degustazioni.La manifestazione è la constatazione di come sia impor-tante e significativa la sinergia e la collaborazione tra le varie Delegazioni, per cui ringraziamo i delegati ed i re-sponsabili dei sommelier della collaborazione ricevuta. Infatti la qualità del servizio è stata garantita dalla pre-senza e dalla professionalità dei sommelier appartenen-ti alle Delegazioni Fisar di Salerno, Avellino e Comuni Vesuviani, che insieme ai sommelier della Delegazione di Caserta hanno formato una squadra formidabile, all’altez-za dell’evento, quanto è un viatico determinante che pone le basi per una crescita sinergica della Fisar nella Regione Campania.
Notizia inviata da Mariano Penza della Delegazione di Caserta
La Fisar di Caserta alla Consegna dei premi Coni
Nella giornata di 21 dicembre la Fisar delegazione di Caserta ha offerto il proprio patrocinio
partecipando alla manifestazione del-la “Consegna dei Premi Coni e delle Stelle al Merito Sportivo” rivolta a diri-
genti, tecnici, atleti e società meritevoli di Terra di Lavoro. L’iniziativa si è svol-ta al Teatro Comunale di Caserta alla presenza del Sindaco di Caserta Pio Del Gaudio, il presidente del Comitato Provinciale Coni Michele De Simone ed altre Autorità come il consigliere nazionale del Coni Guglielmo Talento, il presidente del Tribunale di S. Maria Capua Vetere Andrea Della Selva, il questore Guido Longo. Anche in questa occasione, nel foyer del Teatro Comunale, i sommelier del-la Fisar hanno offerto degustazioni dei vini tipici di Terra di Lavoro (tra i quali
vitigni autoctoni come il Casavecchia e il Pallagrello) illustrandone le carat-teristiche enologiche, visive e degu-stative. L’iniziativa è stata molto ap-prezzata dai presenti e ha segnato un punto fondamentale per l’obiettivo della Fisar delegazione di Caserta di diffondere la cultura del vino e del pa-trimonio vitivinicolo casertano in tutti i settori, culturale e sportivo, in modo da far comprendere come il bere sano e cosciente può solo apportare effetti positivi alla mente e al cuore!
Notizia inviata da Mariano Penza della Delegazione di Caserta
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Il 12, 15 e 21 dicembre 2011 presso la Reggia di Caserta, all’interno delle sale storiche, si sono realiz-zati tre appuntamenti destinati ad offrire un “assaggio”
dell’evento “I Rossi di Natale” patrocinato dall’Azienda Speciale Agrisviluppo. In questa occasione la Fisar dele-gazione di Caserta ha avuto l’onore di prestare servizio di sommelierie e, ricambiando la fiducia accordatale dalle istituzioni locali, ha guidato le degustazioni di vini rossi cer-tificati DOC e IGT di Terra di Lavoro. Nell’affascinante e suggestiva cornice degli appartamenti storici della Reggia, simbolo dello splendore del patrimonio storico artistico della città di Caserta, la Fisar ha contribu-ito a rendere ancora più speciale gli appuntamenti previsti per la manifestazione, coordinando i sommelier presso i corner degustativi allestiti. Si è cominciato il 12 dicembre con la conferenza stam-pa di presentazione della manifestazione “Natale alla Reggia 2011”, per poi proseguire giovedì 15 dicembre con “Conversazioni su Terrae Motus” primo di una serie di ap-puntamenti dedicati alla collezione voluta da Lucio Amelio. Il 21 dicembre infine si è tenuta la cerimonia di inaugurazio-ne delle mostre d’arte.L’iniziativa ha riscosso un notevole successo mediatico
ed è stata molto apprezzata dal Soprintendente architetto Paola Raffaella David che si è complimentata con i som-melier e con il delegato Carlo Iacone a fine di ogni gior-nata di evento ed ha espresso la propria soddisfazione sottolineando il proficuo rapporto di collaborazione con le Istituzioni, gli Enti territoriali e realtà come la Fisar.
Notizia inviata da Mariano Penza della Delegazione di Caserta
fin amiglia
La FISAR nella Reggia di Caserta
Consuntivo delle iniziative della Fisar di Caserta
In occasione della presentazione del calendario Fai 2012, tenutasi il 28 dicembre 2011 nei saloni della Quadreria della Reggia di Caserta, la Fisar delegazione
di Caserta ha offerto una degustazione di vini casertani.Il calendario, il cui ricavato contribuirà alla raccolta fondi per il recupero degli affreschi di una chiesa, contiene dodici scatti fotografici per dodici siti d’arte, proprio per sottoline-are la necessità di “raccontare” un territorio ricco di testi-monianze d’arte da valorizzare e recuperare, ed è proprio in quest’ottica che la Fisar delegazione di Caserta ha dato il proprio contributo, ponendo l’attenzione sul bisogno di riconquistare il senso di appartenenza ad un territorio come quello di Terra di Lavoro con le sue eccellenze eno-gastronomiche e bellezze storico artistiche, vero patrimo-nio da preservare. L’importanza dell’iniziativa è stata sot-tolineata dalla presidente Fai di Caserta dott.ssa Donatella Cagnazzo, il vescovo di Caserta monsignor Pietro Farina, il soprintendente ai beni culturali di Caserta e Benevento ar-chitetto Paola Raffaella David, Salvatore Barletta consiglie-re dell’Asips, azienda speciale della Camera di Commercio, il responsabile dell’ufficio stampa della Reggia di Caserta Enzo Zuccaro.Il delegato Carlo Iacone, dopo aver evidenziato come que-sti eventi siano di grande importanza e di utilità per pro-
muovere i nostri tesori, ha assicurato il patrocinio della de-legazione di Caserta per la presentazione del calendario Fai per l’anno 2013 e per tutte quelle iniziative tese alla promozione del patrimonio artistico, culturale ed enoga-stronomico di Terra di Lavoro.
Notizia inviata da Mariano Penzadella Fisar di Caserta
Il Sommelier Marzo-Aprile 2012 • n. 2
Il Sommelier Marzo-Aprile 2012 • n. 27676
fin amiglia
La Delegazione di Orvieto si è arricchita di ben 27 nuovi Sommelier. Tanti sono infatti
coloro che hanno superato positi-vamente gli esami di terzo livello da-vanti alla Commissione presieduta dal Consigliere Nazionale Franco Rossi, coadiuvato dall’immancabile Tonino Puri.E’ stata una soddisfazione per la Delegazione tutta, veramente grata agli Istruttori che si sono succeduti nel-le lezioni dei tre livelli. Una soddisfazio-ne particolare, poi, per il Direttore dei Corsi Amilcare Frellicca che, assieme al Delegato Cadamuro, ha seguito i corsisti, tra i quali molti sono poco più che ventenni. La cerimonia di consegna degli ambiti attestati e degli ancora più agognati “taste-vin” si è svolta venerdì 16 di-cembre 2011 durante la tradiziona-le cena degli Auguri di Buone Feste che, anche quest’anno, ha visto la partecipazione di ben più di cento tra Fisariani e familiari.Il Ristorante è quello che abitual-
mente accoglie i Corsi dei vari livelli, il San Francesco vicino al Duomo di Orvieto.I vini che hanno accompagnato i piatti a carattere regionale sono stati offerti dalla Tenuta “La Pazzaglia” di Castiglione in Teverina, ad eccezione dell’ottimo spumante metodo classico servito in apertura di serata che è sta-to invece offerto (ben 12 bottiglie!) da colui che è sicuramente la bandiera della FISAR di Orvieto: Enzo Stopponi che proprio il 16 dicembre festeggia il suo compleanno! Da segnalare che anche due sue nipoti sono tra i nuovi sommelier.La cena ha rappresentato il momen-to di chiusura di un’annata alquanto intensa che ha avuto il suo momento più significativo nel servizio dei vini alla cena di gala del Congresso Nazionale dell’Assoenologi nel mese di luglio. Più di 500 gli invitati alla cena che si è svol-ta all’aperto nell’emozionante scena-rio della Fortezza Albornoz. Al servizio hanno collaborato anche sommelier delle Delegazioni della Valdichiana e di
Viterbo. Da segnalare che il Presidente dell’Assoenelogi, dott. Martelli, ha in-viato una lettera di ringraziamento e di felicitazione per l’impeccabile servizio offerto dalla FISAR.L’anno 2011 ha visto concretizzarsi anche una iniziativa in tandem con la locale “Condotta Slow Food”: “Il terri-torio, il vino, la vigna”. Sette sono sta-te le Aziende dell’orvietano visitate: “Il Palazzone”, “Le Velette”, Il Decugnano dei Barbi” e “Tenuta Vitalonga” nella primavera del 2011, “Madonna del Latte”, “Le Crete” e “Freddano” nel recente autunno.Scopo dell’iniziativa è stato quello di conoscere in primis il territorio adibi-to a vigneto, con visita tra i filari e, in seconda battuta, il prodotto (vino) che da esso deriva. Il geologo Federico Varazi, nel suo doppio ruolo di som-melier Fisar e dirigente della Condotta Slow Food, ha preparato interessanti schede descrittive del suolo e delle vigne delle cantine visitate, così da permettere ai partecipanti (numero chiuso di massimo 50 persone, con prenotazioni…. a ruba) una migliore comprensione dell’area orvietana. Tornando ai neo-sommelier, questi i loro nominativi:Francesco Bellucci, Daniele Benigni, Alessio Bianco, Ramona Bonaccini Cantarelli, Giancarlo Cipriani, Marco Cirulli, Valentina Dal Monte, Massimo Danti, Simona Fabrizio, Mosè Fiorin, Alessandra Mallozzi, Leonardo Mallozzi, Francesco Mattiolo, Michela Menghini, Fairouz Mohammedi, Ilaria Moscatelli, Giampiero Muccifuori, Chiara Pelucchi, Giulia Petrangeli, Massimiliano Pitardi, Paolo Romano, Cecilia Stopponi, Chiara Stopponi, Serena Stopponi, Stefania Venturi, Camilla Vittori, Viola Zoccolini.
Notizia inviata da Lucia Russo della Delegazione di Orvieto
A Orvieto si consegnano gli attestati da sommelier
fin amiglia
Martedi 21 Febbraio, presso lo Store di Vie del Gusto, in via Castel Morrone a Milano, sono stati consegnati gli attestati di partecipazione ai corsisti di primo livello, della delegazione Milano Duomo.Oltre ad un rinfresco organizzato e offerto da Vie del Gusto, non è mancata l‐occasione di scambiare opinioni con Domenico Marasco, direttore di VdG Magazine, sul mondo del vino e sulla sua distribuzione. Sono intervenuti inoltre Ruggero Marasco, padrone di casa e responsabile degli Store Vie del Gusto di Milano e Pietro Milo, sommelier Fisar professionista, che ha tenuto per l‐occasione una breve degustazione guidata.Complimenti dunque ai corsisti che hanno terminato il primo livello: Augugliaro Jessica, Bressi Andrea, Bressi Stefano, Carrara Alberto, Cristiano Cecilia, De Giorgis Carlo, De Giorgis Valentina, Di Staso Maria, Ferrari Maurizio, Gionso Luca, Creco Fabio, Kemper Barbara, Maciotta Valentina, Mercadante Tommaso, Montemurno Angela, Murgia Ottavia, Pedrotti Silvia Claudia, Pigoli Sergio, Ragusa
Andrea, Pace Armando, Garavaglia Alessandro, Milella Gaetano e Apalani Daniela.
Notizia inviata da Valerio Sisti per la Delegazione di Milano Duomo
A Milano Duomo si consegnano i primi attestati
La Delegazione di Livorno incontra i grandi nebbioli del Nord PiemonteGiovedì 19 gennaio 2012 si è svolta nella sede della Delegazione FISAR di Livorno una serata di conoscenza e degustazione di grandi vini di Gattinara d.o.c.g. e Boca d.o.c., con due azien-de che sono punti di riferimento delle relative denominazioni: Antoniolo e Le Piane.L’incontro è stato introdotto da Luca Canapicchi, Sommelier dell’Anno FISAR, che ha esposto le caratteristi-che del nebbiolo, gli elementi che ca-ratterizzano clima e terreno delle deno-minazioni del Nord Piemonte, i vini che vi si producono e i loro disciplinari.Poi Christoph Künzli, titolare dell’azien-da Le Piane a Boca, ha raccontato la propria storia personale per mostrare come uno Svizzero abbia saputo far ri-nascere un territorio ed una denomina-zione quasi estinti vent’anni fa. Faceva vino per hobby in Chianti fin dal 1979 in un cascinale dei genitori, ma poi, nel 1995, durante un viaggio assaggia i vini di Boca di Antonio Cerri e, folgorato, se ne innamora fino ad acquistarne l’azien-da. Impianta nuovi vigneti tra il 1998 e il 2000 e fa da traino ad altri produtto-ri nella direzione del rilancio del Boca. Francesco Bartoletti, consulente eno-
logo di Antoniolo, ha descritto la storia dell’azienda che da sempre è “faro” del territorio di Gattinara ed ha spiegato le caratteristiche dei terreni per cui può senz’altro parlare di una delle aree più vocate del mondo per la produzione di vini d’eccellenza.Si sono degustati tre Boca Le Piane 2007, 2006, 2004, in una piccola ver-ticale che ha consentito di rintracciare i fili conduttori di mineralità, freschezza, finezza dei profumi. Poi si sono assag-giati i tre cru di Gattinara di Antoniolo di cui Bartoletti ha illustrato le caratteri-stiche dei diversi sottosuoli: Osso San Grato (annata 2004) è un unico blocco di porfido rosso scuro di origine vulca-nica; San Francesco (annata 2007) ha porfido giallo chiaro, non omogeneo e misto a sabbia, sempre di origine vul-canica; Vigneto Castelle (annata 1999) è una collina interamente costituita da detriti di origine morenica-glaciale. Infine una vera “chicca” a dimostrazio-ne delle potenzialità del territorio del Nord del Piemonte: si è assaggiato il Campo alle Piane Boca del millesimo 1985, prodotto da Cerri e rinvenuto nel 1995 da Künzli in azienda ancora in botte: le note evolutive all’olfatto non
hanno impedito di apprezzare, in boc-ca, un vino ancora vivo, fresco, bevibile e godibile.La serata è stata emozionante per la qualità dei vini, la competenza e la simpatia dei relatori; ma anche mol-to didattica per conoscere una terroir d’eccellenza, con la conferma della ca-pacità del nebbiolo di “leggerlo” e farlo emergere nel bicchiere. Tutti i numerosi partecipanti hanno ringraziato Künzli e Bartoletti, nonché il Consigliere Fabio Baroncini, Coordinatore Portavoce delle Delegazioni FISAR del Centro-Italia, ed il Sommelier dell’Anno Luca Canapicchi per la perfetta organizza-zione dell’evento.
Notizia inviata da Davide Amadei della Delegazione di Livorno
Il Sommelier Marzo-Aprile 2012 • n. 27878
fin amiglia
La Delegazione di Pistoia insieme ad altre associazioni
La tradizionale cena di Natale è stata l’occasione per la consegna degli attestati ma in modo parti-colare di sottolineare l’intensa attività della delega-
zione nell’anno appena terminato. Alla presenza di tutto il consiglio di delegazione, al consigliere nazionale Salvetti ed ad altri ospiti, è stato illustrato da parte del Delegato Angelo Laino due attività principali che hanno impegnato la delegazione. Nell’anno appena terminato.Per la prima volta la Fisar nella provincia di Pistoia collabo-ra attivamente con altre associazioni per creare le future figure dell’alta ristorazione, figure professionali di alta ca-pacità come: sommellier, meitres, barman, etc. da inserire in questo territorio ricco di attività commerciali.La Fisar insieme all’AIPC (Associazione Professionale dei Cuochi Italiani), all’AMIRA (Associazione Maitres Italiani Ristoratori ed Alberghi) e l’AIBES (Associazione Italiana Barman e Sostenitori) ha voluto fare un pool di professioni-sti per collaborare con la scuola alberghiera di Montecatini Terme non solo redigendo lezioni pratiche durante l’anno scolastico, ma per la prima volta indicendo un concorso per valorizzare le professionalità di ogni ruolo nella risto-razione.È stato indetto un concorso per le classi del 3°, 4° e 5° anno, dove ogni associazione richiedeva ai partecipan-ti delle specifiche prove come: Fare una carta dei vini, il servizio, taglio della frutta, presentazione del piatto, etc; Il tutto perché oggi la ristorazione ha sempre più bisogno di figure professionali e capaci. Il Concorso ha avuto un grande successo e i vincitori sono già stati segnalati alle strutture ricettive. La Fisar ha voluto, grazie al Delegato e al consiglio in carica, partecipare fortemente al gruppo di lavoro per evidenziare sempre di più l’importanza di un sommelier in sala nella ristorazione.Altra attività importante è stata quella di organizzare un nuovo corso inter-delegazione insieme alla delegazione di Montecarlo. Questo ha evidenziare sempre di più la ne-cessità e la volontà di unire e collaborare con le altre dele-gazioni vicine e no. L’importanza di questa collaborazione non finirà qui ma è quella di valorizzarla anche in un secon-do momento per organizzare cene, degustazioni, visite,
perché ogni delegazione, ogni territorio, ha le sue tradizio-ni, ma queste possono essere condivise, interscambiate con l’amico della porta accanto. Su questo punto la nostra delegazione ci vuol lavorare perché crede che sia il futuro della nostra associazione. La serata si è svolta in un noto ristorante della provincia di Pistoia dove l’associazione dei cuochi ha coordinato con il personale della cucina l’intera cena.
Per l’occasione è stato invitato un produttore di vino di qualità ma dal “cuore” Fisar: l’Azienda Podere la Regola. I due fratelli Flavio e Luca Nuti per l’occasione hanno voluto portare le loro migliori bottiglie per omaggiare la serata.A fine serata prima del brindisi finale accompagnati da un tortino al fondente di cioccolato sono stati consegnati gli attestati di sommelier ai signori: Aiazzi Enrica, Bardelli Daniele, Bartolini Massimiliano, Borri Francesco, Cecchi Andrea, Ercolini Lina, Gaggioli Caterina, Laino Sasha, Magazzini Ricardo, Meozzi Monica, Montini Massimiliano, Paolini Damiano, Tula Maria e Vespignani Jacopo.La delegazione di Pistoia motivata sempre di più per le sue attività sul territorio ha salutato tutti i partecipanti con un arrivederci alle prossime manifestazioni.
Luca Iacopini della Delegazione di Pistoia
Il Sommelier Marzo-Aprile 2012 • n. 2 7979
In due tempi, quest’anno la Festa
degli Auguri per la Federazione
FISAR pratese.
Un aperitivo augurale, presso il nuovo
locale Millevoglie di Prato, di Roberto
Bruni, un grande estimatore della no-
stra Associazione, è stato l’occasione
per riunire oltre ai soci, amici, simpa-
tizzanti, quanti avevano espresso il
desiderio di avvicinarsi alla cultura del
vino in preparazione di un corso per
Sommelier FISAR.
Sono stati degustati, durante la sera-
ta, prodotti dell’Azienda Colli Vicentini.
Oltre al classico spumante Torre
dei Vescovi Lessini Durello Brut, è
stato apprezzato un buon Recioto
Gambellara Dolce Torre dei Vescovi.
La serata aperitivo è stata naturalmen-
te il preludio alla cena che è seguita
pochi giorni dopo, il 13 Dicembre,
presso la Villa Rinascimentale Le
Farnete, una location di grande presti-
gio situata sulle verdi colline della pro-
vincia pratese, nei pressi di Comeana,
la piccola cittadina rinomata per gli
scavi archeologici che hanno permes-
so di mettere alla luce una serie di
nuove tombe etrusche.
La villa è stata sede dell’omonima
fattoria agricola passata di mano in
mano, e abitata da nobili famiglie fio-
rentine, a cominciare dalla Famiglia
Mazzinghi, che ha esercitato una im-
portante egemonia nella pianura cam-
pigiana fino al XIV secolo.
Al confine fra le due grandi proprie-
tà medicee, la villa Ferdinanda di
Artimino e la Villa di Poggio a Caiano
e le Cascine di Tavola, l’area testimo-
nia la presenza delle grandi proprietà,
spesso di origine fiorentina, capaci
di coniugare estensione immobiliare
e reddito produttivo legato all’antico
ricorso del sistema di gestione mez-
zadrile, della quale la villa Le Farnete
rappresentava il fulcro organizzativo.
Una siffatta struttura è stata mirabil-
mente trasformata ai nostri giorni, ad
opera dei due soci, Riccardo Pecchioli
e Stefano Grassi, in un ambiente fine
e accogliente, dedito alla ristorazione,
dove tradizione ed innovazione vanno
all’unisono. Con una maestranza mol-
to qualificata, è stato raggiunto un alto
livello di specializzazione e di profes-
sionalità.
In un simile ambiente accogliente,
sotto le volte a botte, dove un tempo
esistevano cantine e magazzini, si è
svolta la cena degli Auguri per i soci e
simpatizzanti FISAR di Prato, con un
menù studiato da chef di fama regio-
nale e realizzato con materie prime di
assoluta qualità.
Una tartara di manzo Teriachi con ci-
polline in agrodolce, mandorle ed in-
salatina di campo è stata l’occasione
per gustare un eccellente “Semidano”
di Sardegna “Mogoro” un doc 2009
dell’Azienda Nuraghe; un risotto con
cipolla fondente e riduzione di Porto
e un tortello di patate al capriolo han-
no permesso di gustare un pregiato
Pinot nero, Trentino doc 2010, Pojer-
Sandri. Non poteva mancare un ec-
cellente Carmignano docg 2008, della
tenuta Le Farnete, posto accanto ad
un lombo di maialino in crosta di cere-
ali, mele e aceto balsamico.
Un Pedro Ximenez ha addolcito l’ulti-
ma fase della serata, accompagnan-
do un tortino al cioccolato con salsa
di pere montata all’olio d’oliva.
Una serata all’insegna della cordiali-
tà e dell’allegria. Un brindisi augurale
al successo dei Sommelier, ma spe-
cie della Delegazione FISAR pratese,
guidata daVanda Ingarozza. La qua-
le delegazione ha in ponte per l’anno
nuovo tanti programmi, nella speranza
di rinnovare, anche in tempi molto dif-
ficili, gli eventi ed i successi che ci ha
lasciato l’anno che sta per andar via.
Inviata da Vanda Ingarozzadella Delegazione di Prato
fin amiglia
Cena degli auguri per la Delegazione Fisar di Prato
amigliaf
Il Sommelier Marzo-Aprile 2012 • n. 28080
La Delegazione di Valdera Pontedera a PISAUNICATERRA DI VINO 2011
La Delegazione di Venezia con 19 nuovi sommelier
fin amiglia
In data 3 e 4 dicembre 2011 si è tenuta a Pontedera per il
seconda anno consecutivo,
la manifestazione PISAUNICATERRA DI VINO 2011, pres-
so il Centrum Sete Sois Sete Luas.
Ha visto la partecipazione di 57 produttori della Provincia
di Pisa, che con il lavoro intenso e importante, ogni anno
ottengono buoni risultati difendendo tipicità, genuinità e
qualità dei prodotti
vinicoli del territorio Pisano, prodotti che attirano sempre
un maggior pubblico. La manifestazione è il frutto dell’im-
pegno e delle notevoli sinergie che gli Enti locali, quali
Provincia di Pisa, Comune di Pontedera e la CCIAA ogni
anno investono nell’evento.
A supporto della manifestazione erano presenti 24 som-
melier Fisar delegazione Valdera Pontedera e della delega-
zione di Pisa. Ai quali vanno i miei più sinceri ringraziamenti
per il buon lavoro di squadra che riusciamo a fare, un rin-
graziamento al responsabile dei servizi Massimiliano Chelli,
al delegato Fariello Francesco, al responsabile dei servizi di
Pisa Liana Benini, al delegato Pisa Maria Cristina Messina
che insieme a Daniela Mattiacci ha coordinato l’evento.
Di nuovo al gruppo di lavoro il cui motto è “tutti per uno uno
per tutti”, grazie a:
Delegazione Valdera Pontedera: Cristina Braccini, Flavio
Carraro, Yuri Dandone, Stefano Cappelli, per Delegazione
di Pisa: Roberto Menichetti, Baschirotto Sergio, Rossi
Paolo, Di Sacco Stefania, Marchi Massimo, Montanaro
Francesca, Caporali Giovanna, Lena Gerardo, Agostini
Cinzia, Fregoli Lucia, Nucci Alessandra, Parlangeli Cosimo,
Merla Giuseppe, Izzi Giovanni, Ruffini Monica, Cuocci
Marco, Davini Nicola, Ghelardi Stefania, Bagnato Chiara,
Botti Flavia.Notizia inviata da Daniela Mattiacci
della Delegazione Valdera Pontedera
Non sono tutti della terraferma veneziana i 19 nuovi som-
melier che, la notte del 17 dicembre scorso, hanno ricevu-
to dalla F.I.S.A.R. l’ambito attestato.
Qualcuno arriva dalla laguna, qualcun’altro pure dalla città
patavina.
Età media: 40 anni. C’è chi insegna, chi lavora nella risto-
razione, chi vende viaggi, ci sono pure una chimica ed una
costumista della Fenice. Tutti accomunati da una passio-
ne: l’amore per la tavola ed il buon vino. In una gelida se-
rata di metà dicembre la Delegazione F.I.S.A.R. di Venezia
ha dato loro appuntamento al Pe.sco, locale di tendenza
della terraferma veneziana, per la cerimonia di consegna di
quegli attestati che conferiranno loro la sospirata qualifica
di sommelier. Nella serra addobbata a festa i tavoli porta-
no nomi di vitigni: ci sono il Bourboulenc, il Roussanne, il
Marsanne...
L’aperitivo è in piedi: frivolezze varie accompagnate da
bollicine: spiccano il prosecco extra-dry “Mas de Fer” di
Andreola ed il raffinato spumante rose’ “Mattia” dell’Azien-
da Agricola ‘Le Magnolie’ di Francesco Lorenzon, collega
di Treviso.
Si chiacchiera di tutto, ma soprattutto di vino.
81Il Sommelier Marzo-Aprile 2012 • n. 2 81
fin amiglia
Gli ex allievi commentano assieme ai
docenti i vini offerti in degustazione e
chiacchierano piacevolmente del cor-
so appena finito.
Sono presenti, in rappresentanza dei
vertici istituzionali il Vicepresidente
Nazionale Graziella Cescon ed il
Responsabile tecnico del C.T.N. pro-
fessor Silvio Dalla Torre.
Si ha la netta sensazione che si sia
creato un GRUPPO: merito un po’ di
tutti, organizzatori e corsisti.
Viene servita la cena: “Scampi in saor”
accompagnati da un metodo classico
della Carpenè Malvolti e “Paccheri di
Gragnano con gamberoni e spina-
cine”, in abbinamento con l’eccel-
lente Manzoni Bianco “Svejo” 2010
dell’azienda Italo Cescon. Segue
“Filetto di rana pescatrice con guaz-
zetto di cozze e vongole” impreziosito
da Vintage Tunina 2009 di Jerman.
Il dessert e’ una gioia per i golosi:
“Morbido di cioccolato bianco su
crema di lamponi” in splendida armo-
nia con il Muffato della Sala 2005 di
Antinori.
Finalmente arriva il momento tanto
atteso. Il Delegato di Venezia Lorenzo
De Rossi ed il professor Silvio dalla
Torre, salgono sul palco e, microfono
alla mano, chiamano uno ad uno i no-
velli sommelier che, orgogliosi, sfog-
giano il loro nuovo taste-vin al flash del
fotografo, nella foto di gruppo i nuovi
sommelier:
Luigi Amente, Marco Berlose, Gaetano
Campidoglio, Giovanni Di Pumpo,
Mariella Favaro, Stefano Feroli,
Elisabetta Franceschini, Andrea Giada,
Marina Liberalato, Marcello Longhino,
Stefania Moro, Elisa Pantano, Paolo
Pasini, Giovanni Pezzini, Damiano
Rosin, Martina Semenzano, Claudio
Serena, Maria Tindara Spanò Greco,
Cinzia Vanzan.
Subito dopo vengono richiamati sul
palco Cinzia Vanzan e Stefano Feroli
che sono risultati essere i due migliori
corsisti, a Cinzia viene consegnato un
cofanetto ed a Stefano una magnum
entrambi messi a disposizione, grazie
alla collaborazione della socia onoraria
Alessandra Zorzi, da Carpenè Malvolti
azienda oramai storico sponsor di
F.I.S.A.R.
La serata scorre piacevolmente con la
classica lotteria (due pregiate bottiglie
di Barbaresco cercano un nuovo pro-
prietario), tra tanto parlar di vino, foto
e progetti... si organizza già una cena
sui colli per stare tutti assieme... per
stappare qualche etichetta importan-
te, in attesa di fare i primi servizi...
Naturalmente c’e’ da pensare ai pros-
simi appuntamenti in Delegazione, il
26 febbraio all’Hotel Monaco & Grand
Canal di Venezia va in scena “Gradito
L’Abito Rosso 2012” l’eccellenza
dei grandi vini rossi del Friuli Venezia
Giulia e non solo.
A seguire l’ 11 marzo a Villa dei Leoni
di Mira altro appuntamento importan-
te per neofiti, appassionati e tecnici
del settore.
Ma l’appuntamento con la “A” maiu-
scola sarà ad Ottobre 2012 quando,
nell’ anno del 40° anniversario dalla
nascita di F.I.S.A.R., la Delegazione
di Venezia ospiterà il Congresso
Nazionale che, ricordiamo, sarà elet-
tivo.
Il lavoro non mancherà.... tutti reclutati
quindi!!!!
Notizia inviata da Cinzia Vanzan
Foto di Sandro Zanforlin
Il Sommelier Marzo-Aprile 2012 • n. 28282
fin amiglia
La Delegazione di Verona in tour nel Pfalz (Palatinato)
La consegna dei Calici d’Oro a Treviso
Fin dal primo momento la pro-posta, “scovata” dal nostro delegato Ugo Bonalberti, è ap-
parsa a tutti noi molto interessante sia dal punto di vista enologico che cultu-rale. È bastato qualche ritocco e tutto è corso sui binari della perfezione. La risposta dei nostri soci e di altre de-legazioni, immediatamente positiva, tanto che abbiamo dovuto chiudere anticipatamente le iscrizioni. Entrando nel merito, con un tempo meraviglioso che ci ha donato cinque giorni di splen-dido sole, abbiamo potuto apprezzare al meglio gli incantevoli paesaggi del
Pfalz che lasciano senza respiro: bel-li, verdi, lindi, ordinati; un mare calmo con lunghe onde di vigneti e i villaggi come isole di un arcipelago. In viaggio tra fortezze, castelli e borghi fortificati; tra città che hanno contribuito a fare la storia, non solo della Germania, ma anche dell’Europa (Magonza, Heidelberg, Speyer) e infine nella di-scesa del Reno ci siamo estasiati nel connubio tra acque, vigneti e castelli “una vera e propria strada dei sogni”.Ovunque ci siamo fermati, fossero stati illustri ristoranti o piccole cantine, siamo sempre stati accolti con gran-
de calore e simpatia (alla faccia del-la teutonica leggendaria freddezza!). Certamente merito anche dei nostri gentilissimi accompagnatori: la signo-ra Paola Tonello (ex) connazionale e il giornalista Martin Franck. Tutto ci ha raccontato la civiltà del Riesling, il vitigno che ama il freddo e che viene curato ora con metodolo-gie “tradizionali” ora con metodologie “biodinamiche”.Il Riesling è in gran parte frutto delle latitudini e dei suoli
Si è svolta il 17 dicembre scorso la cerimonia di consegna dei Calici d’Oro ai Sommelier operativi che si sono contraddistinti per numero di servizi
effettuati.Nella sobria convivialità dell’ annuale Cena degli Auguri organizzata dalla Delegazione di Treviso presso il Ristorante Primavera di Godega Sant’Urbano i colleghi Matteo Brugnera, Massimo Buriola, Massimo Da Rodda, Francesco Dal Bello, Roberto Donadini e Fabio Uma Franceschi hanno ricevuto l’ ambito riconoscimento dalle mani del Delegato Flavio Casagrande e dell’ ex Delegato Angelo Tomasella.La serata abilmente condotta dall’ Anchorman ufficiale Davide Zanette, ha voluto anche celebrare i “primi” 15 anni di presenza sul territorio della Delegazione di Treviso omaggiando ed applaudendo i precedenti Delegati invitati e presenti in sala, prima tra tutti la moglie di Giancarlo Moretto fondatore storico della Delegazione e scomparso recentemente; a seguire Angelo Tomasella ancor oggi esempio di integrità e serietà di servizio, Primo Minello, Luciano Cescon e Flavio Casagrande attuale Delegato in carica.Ospiti sempre graditi della serata dedicata ai festeggiamenti per le vicine festività Antonio De Vitiis Coordinatore
Delegazioni Nord Est e Luisella Rubin Consigliere Nazionale, a sorpresa raggiunti a metà serata dal Vice Presidente Nazionale Fisar Graziella Cescon, gradite presenze quelle di Paola Padovan delle Cantine Maschio e Dario Toffoli dell’ Azienda Toffoli.Il menù della serata è stato accompagnato dalle eccellenze vinicole del territorio: Manzoni 6.0.13 Spumante Brut e Manzoni Moscato 13.0.25 Cantine Maschio; Manzoni 6.0.13 Spumante Walter Nardin; Opere Trevigiane Metodo Classico, Marinali Bianco e Marinali Rosso di Villa Sandi; Chardonnay Doc 2009 Anna Spinato; Sauvignon C.O.F. Doc 2010 Vigna Treverso; Merlot Colli Asolani Doc 2009 Ida Agnoletti.Il servizio dei vini della serata è stato svolto abilmente dai colleghi Massimo Buriola, Mauro Pedron e Bruno Silvestrin
Notizia inviata da Michela Taffarelper la Delegazione di Treviso
83Il Sommelier Marzo-Aprile 2012 • n. 2 83
fin amiglia
Pranzo augurale del coordinamento Nord-Est
della Germania sud-occidentale: mar-ne, calcari fossilliferi, argilla, ardesie e sabbia. Da qui si sviluppa un incredi-bile ventaglio di sensazioni organolet-tiche e sensoriali. Durante le degustazioni di riesling di varia provenienza abbiamo potuto apprezzarne il luminoso colore citrino con piacevolissime sfumature verdoli-ne tendente al dorato con il trascorrere del tempo, un complesso e sfaccetta-to bouquet di presenze fruttate (mela
verde, frutta esotica, agrumi) e fiori di campo, un impatto gustativo segna-to da una discretissima presenza di alcool e percezioni zuccherine. Tutto un altro discorso va fatto per l’acidità totale riscontrata: le annate propo-ste (dal 2007 al 2010,ma soprattutto quella del 2010), ne presentavano una concentrazione mediamente fra gli 8 gr/l e i 10 gr/l, decisamente troppo per chi come noi è abituato a livelli pari a circa la metà. Ci è stato spiegato
che accostarsi ad un riesling ci vuole pazienza, ciò che darà all’inizio è solo una premessa di quel che sarà. Come pochi altri vini ha bisogno di tempo per armonizzare le sue qualità inimi-tabili, bisogna quindi avere la fortuna di assaggiare una bottiglia dopo dieci/vent’anni(!!). Noi ci crediamo. Perché no?
Notizia inviata da Gianni Vincenzi della Delegazione di Verona
La tradizione del Coordinamento del Nord Est di ritro-varsi per gli auguri di Natale prosegue.Un anno fa circa scrivevo che il tempo atmosferico
di solito ci è avverso, quest’anno freddo e neve hanno la-sciato il posto alla nebbia che, ai piedi delle Prealpi, non è proprio cosa di tutti i giorni.La giornata, impeccabilmente organizzata da Ennio Petovello, Delegato di Pordenone, non ha visto solo la riu-nione del Coordinamento, ma ci ha regalato dapprima una interessantissima visita presso l’Azienda Vistorta, nella fatti-specie presso la Barchessa di Cordignano; siamo in Veneto in provincia di Treviso al limitare della Pianura Padana pro-prio dove questa lascia il passo alle montagne.L’azienda, nata come tenuta agricola, è di proprietà dei Conti Brandolini dal 1780; la barchessa ospita gli impianti di vinificazione che Alec Ongaro, enologo dell’azienda, ci ha fatto visitare e ci ha ampiamente illustrato, con passio-ne, assieme ai vini che qui vengono prodotti.Vitigno principe è il merlot che l’attuale conte Brandino Brandolini d’Adda ha fortemente voluto introdurre dopo gli studi fatti negli Stati Uniti e le esperienze in Francia nell›altra azienda di famiglia di Chateau Greysac nel Bordeaux.A seguire ci è stata data l’opportunità di mettere a con-fronto le differenze dello stato evolutivo di vini prodotti da monovitigni provenienti da parcelle dell’azienda le quali an-dranno poi a formare la cuveé che darà vita al vino finale.Avremmo dovuto proseguire la visita nella parte friulana dell’azienda presso la tenuta di Vistorta, a Sacile, ma la menzionata nebbia non l’ha reso possibile.Da Cordignano ci siamo quindi trasferiti direttamente al ri-storante ‘Tentazioni’ di Sacile.Qui si è svolto il pranzo, aperto a tutti i Soci ed ai fami-gliari, cui hanno partecipato, oltre agli organi Direttivi del-
le Delegazioni del NordEst, al Coordinatore per il NordEst Antonio De Vitiis, ed al sottoscritto neo Responsabile di Zona C.T.N. per il Triveneto, anche il Consigliere Nazionale Luisella Rubin. Nel corso del pranzo abbiamo avuto modo di assaggiare: come stuzzichini, dei crostini con il muset (cotechino), zuc-chini in tempura, polpette con polipo e pecorino, accompa-gnati da Brut Girolamo Dorigo; per gli antipasti, carne sala-da con chiodini marinati e sformatino di zucca con fonduta al Montasio, con i quali sono iniziate le proposte di casa Vistorta, nello specifico il Sauvignon 2010; i primi vedevano crespelle con radicchio di Treviso, salsiccia, scamorza e garganelli con ragù di vitello, porcini e timo, accompagnati dal ‘Tre Anni’ dei Conti Brandolini, una cuveé di refosco, cabernet franc e merlot; a seguire il secondo: petto di fara-ona arrosto avvolto con guanciale di colonnata, su crema di cavolfiori, e rustì di patate cui è stato abbinato ‘Merlot Vistorta 2006’, sempre dei Conti BrandoliniPrima del gelato, su cialda con crema mascarpone e sal-sa ai frutti di bosco, l’enologo Alec Ongaro dell’Azienda Vistorta, a sorpresa, ci ha presentato in degustazione un superbo ‘Merlot Vistorta’, in versione magnum.Come da tradizione sono seguiti i ringraziamenti, gli auguri per le imminenti Festività, le foto di rito e l’appuntamento per dicembre 2012.
Notizia inviata da Lucio Chiaranda
Il Sommelier Marzo-Aprile 2012 • n. 28484
fin amiglia
A Catania un brindisi con cento vini rossi siciliani
Festa con la delegazione di Pisa
Ci eravamo ritrovati già a fine settembre, con la fe-sta per i “100 vini bianchi”. Ci siamo ritrovati ancora una volta, con una nuova festa, ancora un trionfo
di sapori, di profumi, di colori, con i “100 vini rossi”, tutti rigorosamente ed esclusivamente siciliani. Nel mezzo, tra un appuntamento e l’altro, le tante degustazioni, i corsi, gli incontri e le cene organizzati dalla Delegazione Fisar di Catania, che anche in questo 2012 si è presentata ai propri soci e simpatizzanti nel suo stile di sempre: elegante.È, insomma, un diario di bordo ricco di avvenimenti, quello etneo, segnato da un’altra gustosa pagina con un “Club del Venerdì” esclusivo svoltosi al Grand Hotel Villa Itria di Viagrande, alle falde dell’Etna, dove alle centinaia di ospiti presenti sono state proposte 125 etichette tra le migliori produzioni di vino rosso dell’Isola. Ad aprire le danze sono stati degli interessanti rosati. Poi, dalle “perle” del vulcano, con i suoi Etna doc dai sapori forti e decisi, si è passati ai vitigni del ragusano dove profumi e colori rivelano tut-to il carattere del territorio; e dalle produzioni vivaci di Igt del messinese si è arrivati alle etichette austere della Sicilia occidentale, a quelle storiche dell’agrigentino, fino alle ec-cellenti produzioni di Marsala, il tutto accompagnato dagli stuzzichini dello chef di Villa Itria. Ogni vino servito è stato presentato nel migliore dei modi dai sommeliers Fisar Carlo Guzzardi (segretario provinciale), Samuele Luca e Franco Chisari, coordinati da Gaetano Prosperini (delegato pro-vinciale), anch’egli al servizio in tenuta di gala, mentre ad accogliere gli ospiti nell’elegante location sono stati il già due volte presidente nazionale Fisar Vittorio Cardaci Ama e il tesoriere Antonella Carbone.
Un evento, i “100 vini rossi”, che arriva come ogni anno a sottolineare l’importante ed eccellente livello qualitativo raggiunto dal settore vitivinicolo in Sicilia, in un momento in cui alle porte si presenta una manifestazione prestigiosa come il Vinitaly e in cui la regione si confronta con i dati sul-le recenti vendemmie, sui nuovi investimenti fatti nell’Isola per rivitalizzare il comparto e con una marcia in più di estre-mo interesse: la nascita della Doc Sicilia, a partire dalla prossima stagione vendemmiale.Per questo, il “Prosit!” della Delegazione di Catania vuole essere ancora una volta, ed oggi più che mai, di buon au-spicio per i propri soci e iscritti, certamente, ma anche per l’intero comparto vitivinicolo siciliano, per le sue sfide na-zionali e internazionali e per il raggiungimento di traguardi certamente meritati.
Notizia inviata da Antonio Iaconadella Delegazione di Catania
Serata di gala veramente riusci-ta quella che la FISAR di Pisa e Litorale ha organizzato al
Tower Plaza di Pisa in occasione della Festa degli Auguri. I convenuti sono stati accolti dal direttore Vincenzo Capretti con un calice di benvenu-to di Prosecco Frattina Doc 2010 ed un variegato ed abbondante buffet di antipasti con tapas miste, torte li-guri, arcobaleno di crostini, spiedini alla caprese, canapées, croissants salati ripieni e bicchierini di creme ai vari sapori. Successivamente, con il
servizio ai tavoli è proseguito il con-vivio con un caldo risottino ai sapori del Tirreno dove la fragranza dei frutti di mare ben legava con il gamberetto scottato al punto giusto fondendosi nel palato con buona soddisfazione ad accogliere il precedente Prosecco. Ma il clou della serata è stato senz’al-tro il Paffutello alla Frank, un raviolo dagli ingredienti segreti che la cucina by Zeffirino custodisce gelosamente ed il cui depositario unico è l’ultimo dei discendenti della famiglia Belloni, che ricordiamo originaria di Carpi, ma
trasferitasi a Genova nella prima metà del secolo scorso. Servito in crosta di parmigiano con una crema al basilico e pinoli si racconta fosse talmente pia-ciuto a Frank Sinatra che volle assolu-tamente aprire una cucina sotto l’egi-da di Zeffirino nel proprio casinò di Las Vegas, il Venice, per poterne godere i gusti, con gli amici, in qualsiasi oc-casione. Da qui il nome Paffutello alla Frank. Vincente l’abbinamento con il Muller Thurgau Doc 2010 Borgo dei Passeri, il cui sapore pieno e caratte-ristico ben si armonizzava sia col pe-
85Il Sommelier Marzo-Aprile 2012 • n. 2 85
fin amiglia
sto che col parmigiano. Successivamente è stato servito il Trancio di Salmone all’aneto con ratatouille di verdure in foglia di radicchio rosso. Originale il dessert: Parfait al mie-le del parco con mandorle sabbiate, abbinato al Moscato d’Asti Docg. 2010 di Cascina Fonda.Al termine della cena il delegato Maria Cristina Messina ha ringraziato, tra gli applausi degli astanti, Liana Benini per il percorso enogastronomico scelto, il maitre di sala Marco Ivan Cucchi con tutto il rango di servizio per l’eccellenza dimostrata, la brigata di cucina per la bontà dei cibi ed i sommelier Andrea Somigli e Paolo Rossi per l’ottimo servi-zio vini prestato. A tutte le signore è stato offero un tralcio d’orchidea in un’elegante confezione ed inoltre un apprez-zato cadeau natalizio creato dalla socia Barbara Poli.
Notizia inviata da Tiziano Taccola delegazione di Pisa e Litorale
In scena CHEtipiCHEF con la FISAR di Salerno
Mai dire mai. Lo sanno bene 15 giornaliste salernita-ne che hanno abbandonato per qualche ora scri-vanie, set televisivi e sale di registrazione per di-
ventare (seppur temporaneamente) delle splendide pin-up. La ragione? Realizzare un calendario per solidarietà deno-minato “CHEtipiCHEF”, in nome dei bambini del Reparto di Radioterapia Pediatrica dell’Ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno, unico nel suo genere in tutta la Campania.Ma in un territorio in cui il gusto e la biodiversità regnano, non si potevano dimenticare la buona cucina ed i prodotti tipici. Difatti il calendario, in cui per ogni mese la protagoni-sta “indossa” un prodotto tipico sotto forma di accessorio,
raccoglie anche una serie di ricette locali.Alle giornaliste Barbara Albero, Alessia Bielli, Francesca Blasi, Simona Cataldo, Anna Cuffaro, Antonella D’Annibale, Concita De Luca, Francesca De Simone, Monica Di Mauro, Carmen Incisivo, Fiorella Loffredo, Antonella Petitti, Carla Polverino, Francesca Salemme e Diletta Turco sono stati abbinati la colatura di Alici di Cetara, il Fagiolo di Controne, il Carciofo di Paestum IGP, la Mozzarella di Bufala Campana DOP, il Limone Costa di Amalfi IGP, il Cipollotto Nocerino DOP, il Pomodoro San Marzano DOP, le Alici di Menaica, la Nocciola Tonda di Giffoni IGP, la Melannurca Campana IGP, il Marrone di Roccadaspide IGP ed il Cece di Cicerale.Insomma è il caso di dirlo: ottimi ingredienti e di qualità per una causa davvero nobile. Così per il calendario, re-alizzato grazie al fotografo Massimo Pica ed al lavoro di coordinamento dell’Agenzia Incoerenze di Elena Salzano, sono nate una serie di serate di presentazione al fine di raccogliere fondi.Alla cena organizzata presso il ristorante il MODO, grande protagonista anche la FISAR Salerno assieme al delegato Alberto Giannattasio. Difatti per l’occasione la FISAR ha donato il vino inserito nel menù, facendosi promotrice del-le aziende che hanno voluto aderire al progetto: l’Azienda Vitivinicola Coralluzzo, Casa di Baal e Vigne di Raito.
Notizia inviata da Antonella Petittidella delegazione di Salerno
Il Sommelier Marzo-Aprile 2012 • n. 28686
fin amiglia
A Catania festa tra i modelli di Maranello e i prestigiosi vitigni italiani
Le mani sporche di grasso di meccanici e operai; e quelle sporche di terra, di contadini e agricoltori. Il genio tecnologico di ingegneri e di designers; e la passione nelle coltivazioni dei viticoltori. Sono gli ingredienti principali, uniti all’impegno, al sacrificio, all’abnegazione, che ci vogliono per creare un oro tutto rosso, un oro tutto italiano, che rappresenta la punta d’eccellenza dell’artigianato Made in Italy applicato a due campi così diversi, eppure così simili: i gioielli unici al mondo della Scuderia Ferrari, rosso fuoco, come la velocità, come il cielo acceso di passione, come un vulcano in eruzione; e i gioielli della viticoltura, dall’Umbria alla Lombardia, dal Piemonte alla Toscana, dalla Sicilia al Lazio alla Campania. Se a tutto questo, con un pizzico di magia, si aggiunge l’eleganza e la professionalità della Fisar, beh!, allora ne esce fuori un evento altrettanto unico nel suo genere e che, anche se a distanza di qualche mese dalla chiusura dei festeggiamenti per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, si può comunque annoverare di diritto tra le manifestazioni più belle dedicate al Tricolore. È successo alle falde dell’Etna, nell’ultimo fine settimana di febbraio, protagonisti la Delegazione Fisar di Catania (che ne sa una più del diavolo, rosso pure lui!) e la Scuderia Ferrari Club anch’essa del capoluogo etneo, che hanno dato vita all’elegante ed originale degustazione “Un Rosso per la Rossa 2012”, alla quale in centinaia hanno aderito a testimonianza dell’alto gradimento che ancora riscontrano le grandi produzioni italiane, quelle vere e autentiche e, sia chiaro, davvero inimitabili! Scenario dell’appuntamento in due tempi, ovvero una degustazione serale per un eccezionale “Club del Venerdì” e un pranzo gustosissimo per la domenica seguente, è stato il Grand Hotel Villa Itria di Viagrande, che ha ospitato questi gioielli unici: dieci modelli Ferrari che hanno attraversato la storia e gli anni migliori della produzione di Maranello e dodici grandi vini rossi provenienti da diverse regioni d’Italia, perché gli ospiti presenti potessero abbracciare, in lunghi interminabili istanti, il sapore della terra dalle Alpi all’Etna, dagli Appennini al Vesuvio, quasi come un lungo e magico circuito, ma costruito virtualmente tra i vigneti del Paese. Così mentre nel piazzale antistante il Grand Hotel i rombi delle
348, delle 208 turbo, delle 308 spider ricordavano le emozioni che pubblico, piloti, tecnici provano nelle gare, all’interno degli eleganti locali di Villa Itria i brindisi si chiamavano “Inferno” e “Sfursat” di Nino Negri, “Le Poiane-Ripasso” e “Le Origini-Amarone” di Bolla, “Kron” Fontana Candida e “Aglianico del Vulture” Re Manfredi Terre degli Svevi; e quando al ruggito dei motori hanno risposto gli altri modelli, le 328, la penultima nata in Scuderia 458, la 360 Modena, la Mondial 4 posti e l’immancabile T.R. (Testa Rossa), dagli altri calici sono partiti i “Prosit” con “Artas” Castello Monaci, “Solinero” e “Hugonis” di Rapitalà, “Selvanella-Chianti Classico Riserva” e “Granaio-Chianti Classico” di Melini e “Sartiano” di Bigi. Ai box… pardon!, ai tavoli, in tenuta di gala, eccellenti come sempre, i sommeliers Fisar capitanati dal delegato provinciale Gaetano Prosperini, con i colleghi Samuele Luca, Franco Chisari, Eugenia Suriani e Gaio Spata, e il supporto tecnico del segretario provinciale Carlo Guzzardi, del tesoriere Antonella Carbone e della responsabile di segreteria Susy La Rosa. A fare gli onori di casa, un po’ l’Ecclestone della Formula 1 dei vini, il già per due volte presidente nazionale Fisar Vittorio Cardaci Ama, assieme al presidente della Scuderia Ferrari Club di Catania Giuseppe Vinci, che hanno reso omaggio all’avvocato Eugenio Caccetta, segretario della Scuderia Ferrari Club e anch’egli ideatore dell’evento e a tutti i soci Fisar e Ferraristi intervenuti, compresa una delegazione del Lions Club Catania Mediterraneo, affascinata dalla perfezione della serata. Il termine giusto che si può usare, dunque, è “festa”: un vero divertimento che ha abbracciato due giorni in cui la primavera è sembrata essersi impossessata nuovamente dei paesaggi siciliani, dopo il freddo polare dei mesi appena trascorsi. Il divertimento è consistito anche in una votazione con tanto di scheda tecnica nella quale gli ospiti hanno potuto esprimere il proprio giudizio e dichiarare quale vino fosse stato alla fine il preferito e, secondo loro, il “Rosso per la Rossa” per questo 2012. Come per le grandi gare internazionali di Formula 1, così, la bandiera a scacchi è infine sventolata decretando un podio di tutto rispetto, che ha visto al primo posto, “Rosso per la Rossa 2012”, il prestigioso “Sfursat” di Nino Negri, Tradizionale Valtellina Docg vendemmia 2007, seguito al secondo posto dall’Amarone della Valpolicella “Le Origini” Classico Doc 2007 di Bolla e, al terzo posto, il “Solinero”, elegante Syrah Sicilia Igt della Tenuta Rapitalà, vendemmia 2008. Oltre ai prestigiosi vini, i menù, tra venerdì e domenica, hanno consentito ai partecipanti di assaggiare alcune delizie di Villa Itria, grazie al coordinamento del Food & Beverage Manager, Rosario Leo, che ha guidato la squadra di camerieri nell’impeccabile servizio dei famosi finger food dello Chef Pietro Arezzi, arricchendo di bontà la manifestazione. Beh, questo per chiudere in bellezza e per dire che anche la cucina rientra certamente tra le eccellenze della nostra bella e inimitabile Italia, che tanti traguardi può e deve ancora tagliare!
Notizia inviata da Antonio Iaconaper la Delegazione di Catania
fin amiglia
La FISAR Siena Valdelsa consegna gli attestati ai nuovi sommelier
Undici nuovi sommelier freschi di di-ploma per la delegazione FISAR Siena Valdelsa,pronti a stappare, servire e soprattutto degustare.Undici persone che, unite da un inte-resse all’inizio del per-corso, hanno scoperto, durante la frequenza dei tre livelli che li avrebbe-ro portati al diploma, la passione per il vino e il suo mondo, grazie an-che al clima di convivia-lità che si è creato nel tempo e all’entusiasmo che hanno saputo loro trasmettere i docen-ti e i Sommelier della Delegazione durante le lezioni e le numerose degustazioni.Nell’ elegante cornice dell’Hotel Piccolo Castello di Monteriggioni, resa ancora più suggestiva da una leggera nevicata che ha regalato una luce unica alla notte senese, il 10 feb-braio, Marco Ancilli, Filippo Fiorini, Luigi Fineschi, Julinda Jahaj, Sabrina Lombardi, Andrea Mincuzzi, Marilena Napolitano, Andrea Pescatori, Vittorio
Piscitello, Francesca Tarantino, Francesco Vittori hanno ricevuto dal Consigliere Nazionale Franco Rossi, dal Segretario della Delegazione di Brescia Giampaolo Zuliani (anche
membro della commissione esami-natrice), dal Delegato della Valdelsa Franco Aiazzi e dal direttore del cor-so Giuseppe Troilo, i diplomi di novelli Ganimede.La serata si è aperta con un aperitivo servito nella deliziosa e curatissima hall dell’albergo, dove sono stati serviti vari stuzzichini accompagnati da tantissi-
me bollicine ed è poi proseguita nel-le sale del ristorante “La Ducareccia” dove docenti, consiglieri e i neo Sommelier hanno potuto apprezzare i piatti del menù appositamente ideato
per la serata: sformatino di zucchine su coulis di pomodoro, millefoglie di pane con porcini e lar-do, vol au vent ai carcio-fi per iniziare; lasagnet-ta con verza e salsicce e paccheri al ragù per deliziare; controfiletto al rosmarino con tortino di patate e fagiolini verdi per continuare; cilindro di cialda ai frutti di bo-sco e tiramisù,per con-cludere.Un ringraziamento parti-
colare all’azienda Mazzei di Fonterutoli che ha fornito i vini in abbinamento al menù: Toscana Rosso IGT Badiola 2009 e Chianti Classico DOCG Fonterutoli 2009, serviti impeccabil-mente dai Sommelier FISAR della Delegazione ”Antica terra”.
Marilena Napolitanoper la Delegazione Siena Valdelsa
TESSERAMENTO 2012AssociArsi vuol direusufruire di tutti i vantaggi riservati ai soci:
• Ricevere la rivista di enogastronomia e turismo “IL SOMMELIER”
• Partecipare a condizioni vantaggiose agli eventi organizzati dalle delegazioni di zona
• Usufruire di sconti e omaggi nelle maggiori manifestazioni enogastronomiche nazionali
• Usufruire di sconti in locali convenzionati in tutta italia
iNFo: sede NAZioNAle FisAr - Tel. 050 857105 - segreteria.nazionale@fisar.com
AssociArsi è seMPlice:
È sufficiente rivolgersi:
• alla delegazione di appartenenza
• alla segreteria nazionale
Per festeggiare i 40 anni della F.I.S.A.R. i lavori
dell’Assemblea Nazionale si apriranno
in Accademia
I cancelli dell’Accademia Navale si apriranno per ospitare i de-legati presenti a Livorno per i
“nostri” 40 anni di vita. Vista l’im-portanza della manifestazione ed il forte legame che ci lega a questa prestigiosa istituzione della Marina Militare ed al suo comandante, Ammiraglio di Divisione Giuseppe Cavo Dragone, ci è stato conces-so di poter visitare l’Istituto e di poter aprire, nella Sala Parlatorio, i nostri lavori con il saluto alle auto-rità ed agli invitati.L’Accademia Navale, Istituto di formazione degli Ufficiali della Marina Militare, sorse a Livorno il 6 novembre 1881 dalla fusione delle
Scuole della Marina di Genova e di Napoli, ereditate con l’Unità d’Italia. L’unificazione delle scuole avvenne per volontà dell’allora Ministro del-la Marina, Ammiraglio Benedetto Brin, il quale accogliendo l’auspi-cio del Conte Camillo Benso di Cavour, propugnò la creazione di un’unica scuola per l’istruzione e l’educazione dei giovani destinati a divenire Ufficiali della Regia Marina, a Livorno, sede ideale per la sua posizione geografica. Dopo arti-colate ed appassionate proposte, fu deciso di utilizzare i Lazzaretti di San Jacopo prima e, quindi, di San Leopoldo, fino ad allora inte-ramente impiegati per quarantena.
Significativo fu altresì il contributo del Comune di Livorno che, inter-pretando i sentimenti della cittadi-nanza, molto si adoperò affinché il nuovo Istituto avesse sede nella propria città.Forti cambiamenti post-bellici ca-ratterizzarono l’Accademia Navale, primo fra tutti la Bandiera, che dall’emblema monarchico passò a quello repubblicano il 4 dicembre 1948, con consegna formale da parte del primo Presidente della Repubblica Italiana Luigi Einaudi. Un importante adeguamento co-struttivo si ebbe nel 1966 con la costruzione del Palazzo Studi, un imponente edificio che raccoglie moderni laboratori scientifici ed aule specialistiche. L’Accademia Navale si estende su una superficie di 215.000 mq, con fronte a mare di circa 2 km. Ospita annualmente 1.250 tra Allievi Ufficiali ed Ufficiali frequentatori dei corsi integrativi e professionali. Oltre al personale civile e militare.Di questa opera educativa sono te-stimoni i 1.400 Ufficiali caduti glo-riosamente nell’adempimento del proprio dovere che hanno consa-crato, con il sacrificio della propria vita, gli ideali a cui in Accademia Navale sono stati educati.
a cura del segretario nazionale mario Del Debbio
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“Benvenuti a Livorno”
Per festeggiare i 40 anni della Federazione Italiana Sommelier Albergatori Ristoratori, Livorno accoglie i delegati
provenienti da tutta Italia con la simpatia e la gioia di chi si sente gratificato di tanto onore. Ne siamo veramente orgogliosi.
La nostra città ha accolto fin dall’inizio questa bella iniziativa con spirito di servizio, un servizio reso non solo al vino
(che non sarebbe poco) ma alla buona tavola ed alla valorizzazione dei nostri prodotti migliori.Nel salutare gli amici fisariani vorremmo far loro conoscere la nostra storia, anche se si tratta di una storia… giovane rispetto a quella di altre città italiane. Ma possiamo assicurare che è degna di essere conosciuta e vissuta, anche se per poche ore. È la città, tra gli altri, di Pietro Mascagni con le sue melodie note in tutto il mondo e di Carlo Azeglio Ciampi, Presidente Emerito della Repubblica Italiana. Il programma che è stato messo a punto dalla delegazione prevede per il giorno di arrivo dei delegati (venerdì) la visita all’Accademia Navale dove si preparano i futuri ufficiali della Marina Militare. Grazie alla disponibilità del Comandante, Ammiraglio di Divisione Giuseppe Cavo Dragone, ci è stata offerta la possibilità di una visita alla storica struttura e la possibilità di aprire i nostri lavori in Sala Parlatorio con il saluto di benvenuto ai presenti. La serata si concluderà nella sala del Circolo Sottufficiali per la cena.Il sabato mattina, trasferimento a Volterra per la celebrazione ufficiale. Dopo un buffet di nuovo a Livorno per la cena di gala. Domenica mattina, dopo l’inizio dei lavori, gli accompagnatori potranno visitare, sia pure per qualche ora, la città. Si inizia con il giro in battello dei Canali Medicei e quindi visita della Fortezza Vecchia. Livorno nasce come città il 19 marzo
1606, ha due fortezze: quella vecchia (che sarà visitata con una guida) nella quale si può ammirare anche il Mastio della Contessa Matilde (1392). Nel 1518 il cardinale Giulio de’ Medici (poi Papa Clemente VII) ordina all’architetto Antonio da Sangallo di trasformare la Fortezza di Livorno, facendone una cittadella. Nel 1576 si mette la prima pietra nelle fondazioni delle mura che cingeranno Livorno. Quelle in mattoni sono le Mura Medicee, mentre quelle in pietra sono Lorenesi, la cui dinastia inizia nel 1737. Da vedere, possibilmente, anche il Santuario della Madonna di Montenero, Patrona della Toscana.Durante il percorso per arrivare al battello si può ammirare tutto il nostro lungomare che da Antignano (Hotel Rex) giunge fino al porto dove avverrà l’imbarco. Sarebbe consigliabile una fermata alla Terrazza Mascagni, con i tradizionali Bagni Pancaldi e lo storico Albergo Palazzo riportato in questi ultimi anni agli antichi splendori. Al rientro in albergo ed al termine di lavori, saluteremo gli amici con un buffet di prodotti tipici
”“
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“È un onore per noi ospitare - com-
menta il sindaco Buselli - assieme
a Livorno, i festeggiamenti dei 40
anni della FISAR, che è nata proprio nella nostra
Città. Dal 1972 ad oggi sono cambiate molte
cose a Volterra, ma lo spirito è lo stesso che ha
fatto nascere un'esperienza simile e l'ha resa im-
portante. È interessante anche il connubio tra le
realtà di Volterra e Livorno, che sono legate da
molteplici episodi della storia toscana, non ultimo
la realizzazione dei propri collegamenti ferroviari.
La linea in direzione Volterra fu inaugurata, infat-
ti, insieme alla Livorno - Collesalvetti - Cecina -
Follonica, nel lontano 20 ottobre 1863. Per non
parlare della figura di Mario Canessa, nominato
Giusto tra le Nazioni dal popolo ebraico per aver
salvato molte persone durante la Seconda Guer-
ra Mondiale, o dell'Architetto Giovanni Salghetti-
Drioli, il cui itinerario livornese è stato da poco
messo in luce e proposto all'attenzione del gran-
de pubblico da parte delle due Amministrazioni
Comunali. Mi auguro che questa celebrazione
rappresenti anche un'occasione importante per
far conoscere e poter godere delle bellezze della
Città di Volterra e del suo territorio, rinsaldando
e valorizzando il rapporto unico tra la FISAR e la
Città che le ha dato i natali".
È per l'occasione che la nostra amministrazione
nel dare il pieno patrocino all'iniziativa intende
proporre per la FISAR un riconoscimento impor-
tante, che è riservato a tutti quei personaggi, enti
e/o associazioni, che abbiano avuto i natali a Vol-
terra e che abbiano per il loro successo e impe-
gno civile e/o sociale dato lustro alla città nei suoi
ben 3.000 anni di storia.
Dal sindaco di Volterra Marco Buselli
un riconoscimento che premia la FISAR
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la segreteria comunica
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Ai Sigg. Soci
Loro Indirizzi
Prot. nr. 56 Asciano, 20 febbraio 2012 Oggetto: Convocazione in Assemblea del 15 aprile 2012 I Signori Soci sono invitati a partecipare alla Assemblea Nazionale Ordinaria (elettiva) che avrà luogo alle ore 05:00 del giorno 14 aprile 2012 presso l’Hotel Rex – Via del Littorale, 164 – 57128 Antignano (LI) – Tel. 0586/580400 ed occorrendo in seconda convocazione alle ore 09:00 del 15 aprile 2012 nel medesimo luogo per discutere e deliberare il seguente:
ORDINE DEL GIORNO
1. Saluto e relazione del Presidente della Federazione Italiana Sommelier Albergatori Ristoratori.
2. Nomina del Presidente e del Segretario dell’Assemblea. 3. Nomina del Presidente, del Segretario e degli Scrutatori della Commissione Elettorale per
l’elezione degli Organi Statutari relativamente al Collegio dei Revisori e al Collegio del Probiviri.
4. Operazioni di voto (dalle ore 10,00 alle ore 16,00). 5. Lettura della relazione del Collegio dei Revisori. 6. Lettura del Bilancio Sociale e della relazione al 31 dicembre 2011. 7. Approvazione della relazione e del Bilancio Sociale al 31 dicembre 2011. 8. Scrutinio dei voti e proclamazione degli eletti al Collegio dei Revisori e al Collegio dei
Probiviri. Cordiali saluti. Il Presidente Nicola Masiello
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la segreteria comunica
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venerDi 13 aprileDalle ore 15,00 Arrivo dei partecipanti a Livorno HOTEL REX**** Via del Littorale 164, 57128 Antignano e sistemazione nelle camere loro riservate
ore 18,30Visita dell’ACCADEMIA NAVALE DI LIVORNO con brindisi di benvenuto.
ore 20,30Welcome Dinner nel Salone delle Feste dell’ ACCADEMIA NAVALE alla presenza delle autorità locali.Rientro in Hotel
sabato 14 aprileore 9,00Trasferimento in pullman GT a Volterra
ore 11,00TEATRO PERSIO FLACCO di VOLTERRA:“Celebrazione dei 40 anni FISAR”
ore 12,30 Buffet Lunch nel Foyer del Teatro In libertà nelle storiche via di Volterra
ore 16,00Trasferimento in pullman GT per visita con degustazione alle CantinePODERE LA REGOLA
ore 18,00Rientro dei partecipanti a Livorno - Trasferimento in pullman GT
ore 20,00Aperitivo in Terrazza sul mare - Hotel Rex
ore 20,30GALA DINNERRistorante di Ponente Hotel Rex
Domenica 15 aprile ore 9,30Centro Congressi Hotel RexAssemblea Nazionale FISAR (apertura Seggi Elettorali elezioni Collegio dei Revisori e Probiviri)A seguireRiunione Dei DeleGati (con eventuale ripresa lavori dopo il lunch)
ore 10,00PER GLI ACCOMPAGNATORI: Gita in Battello lungo il Fosso Reale e visita alla Fortezza Vecchia con le guide storiche di Livorno
ore 13,30Working Lunch con degustazione prodotti tipici della Costa degli Etruschi - Hotel Rex
In serata rientro verso le proprie destinazioni
Assemblea Celebrativa 40 anni F.I.S.A.R.
LIVORNO VOLTERRA 13-14-15 APRILE 2012
programma
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la segreteria comunica
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PARTECIPANTE ACCOMPAGNATORE (eventuale)
Nome e Cognome
Nato il
Luogo di nascita
Indirizzo
Recapito tel.
Delegazione di appartenenza
PACCHETTI DISPONIBILI CON PERNOTTAMENTO
Descrizione Costo per persona
NUMERO PERSONE TOTALE
Pacchetto “A” In doppia 2 notti (in 13 out 15) € 295,00
Pacchetto “B” In singola 2 notti (in 13 out 15) € 320,00
Pacchetto “C” In doppia 1 notte (in 14 out 15) € 190,00
Pacchetto “D” In singola 1 notte (in 14 out 15) € 210,00
PACCHETTI DISPONIBILI SENZA PERNOTTAMENTO
Cena di apertura Accademia Navale 13 Aprile € 35,00
Gala Dinner 14 Aprile € 60,00
Colazione al buffet Volterra 14 Aprile € 35,00
Colazione di lavoro 15 Aprile € 29,00
VISITE ED ESCURSIONI
Gita in battello (con pacchetto A,B,C,D,) € 0,00
Gita in battello fuori pacchetto € 10,00
TOTALE COMPLESSIVO
Assemblea Nazionale 40 anni dalla Nascita della Federazione
SCHEDA DI ISCRIZIONE
Banca del monte di lucca s.p.a. - succursale di Pisa
Codice iBan: it82 i069 1514 0000 0000 0012 480
Banco Posta
Codice iBan: it46 W076 0114 0000 0001 0677 565
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GeneralitàI dati inseriti saranno utilizzati ai soli fini dell’Assemblea, nel rispetto della normativa sulla privacy, ed eventualmente co-municati all’Hotel per la registrazione.È necessario l’inserimento del numero di fax o della e-mail per ricevere la conferma della prenotazione.
Pagamento ed invio della schedaIl pagamento dovrà essere effettuato a mezzo bonifico ban-cario, utilizzando il Codice Iban indicato nella scheda di pre-notazione, inserendo nella causale dello stesso la dicitura “Partecipazione Quarantennale Fisar” seguita dal nome e co-gnome del socio (ad es. Partecipazione Quarantennale Fisar Mario Rossi).La scheda e la copia del bonifico dovranno essere inviate, almeno 15 giorni prima dell’evento, preferibilmente a mezzo posta elettronica, al seguente indirizzo: CongressoFisarLivorno@gmail.com. In alternativa per telefax al numero 0586/210657.La conferma della prenotazione verrà inviata all’indirizzo di posta elettronica o al fax che il partecipante avrà cura di an-notare nella parte relativa alle generalità. In caso di mancata conferma, entro giorni 2 dall’invio della pre-notazione, Vi preghiamo di contattare numero 335/1418249 – Socio Arianna Setzu.
SCELTA DEI PACCHETTIPacchetto A e B comprendono:Cena di benvenuto in Accademia Navale, Colazione a buffet in Volterra, Gala Dinner presso l’Hotel Rex, Colazione di lavo-ro presso l’Hotel Rex, Gita in battello.Pacchetti C e D comprendono:Colazione a buffet in Volterra, Gala Dinner presso l’Hotel Rex,
Colazione di lavoro presso l’Hotel Rex, Gita in battello.Il socio potrà decidere se partecipare, senza pernottamento, a tutti o ad uno soltanto degli eventi indicati, il cui costo è specificato nel dettaglio. Sono necessari, comunque, la pre-notazione a mezzo della scheda ed il bonifico bancario.
Visite ed escursioniInvitiamo tutti i partecipanti a prenotare, a mezzo della sche-da, la gita in battello, che deve intendersi gratuita per i soli soci che scelgano uno dei pacchetti con pernottamento (A, B, C o D). Invitiamo altresì tutti i partecipanti a prenotare la Visita in Accademia. Per motivi di sicurezza, trattandosi di struttura militare, sarà richiesta all’Organizzazione la lista dei nominativi.Per il trasferimento dall’Hotel all’Accademia, è consigliabile l’utilizzo del pullman che sarà messo a disposizione, il cui costo è ricompreso nel pacchetto.
Consegna dei voucher per la partecipazione agli eventiAll’arrivo in Hotel, ovvero in altra occasione che verrà comu-nicata a coloro che non vi pernotteranno, sarà consegnato tutto il materiale illustrativo, i voucher per la partecipazione ai vari eventi o incontri. Nel materiale informativo saranno indicati il programma degli appuntamenti, gli orari, i punti di ritrovo, tutto quanto occorrer possa per rendere piacevole il Vostro soggiorno.
TrasferimentiPullman messi a disposizione dalla Federazione provvede-ranno a trasferire i partecipanti dagli Hotel agli eventi, ivi com-presa la giornata del sabato in Volterra.
Modalità per la compilazione ed informazioni utili
Mario Albano - (Delegato Fisar di Livorno)albasulmar@alice.it • segreteria.nazionale@fisar.comCell. 349 3998960
Arianna SetzuCell. 335 1418249
Per eventuali informazioni:
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Arianna SetzuCell. 335 1418249
La prima domanda che ciascuno di noi si pone, o si è posto, in prossimità dell’esa-me di terzo livello è stata certamente que-
sta: una volta conseguito con impegno e sacrifi-cio l’attestato di SOMMELIER, cosa mi aspetta? Come potrò ampliare le mie conoscenze enoi-che? Quali esperienze dovrò affrontare per ac-quisire sicurezza ed eleganza nel servizio? Quale sarà il mio futuro di sommelier?Per dare adeguata risposta ai suddetti interro-gativi, i componenti del CTN hanno lavorato, in questi ultimi mesi, su un progetto unitario, ag-gredito da più parti. La bozza scaturita da tale lavoro d’equipe è stata presentata al Segretario Nazionale per il lavoro finale di riallineamento ed inviata poi ai vari consiglieri, che l’hanno consi-derata, valutata, rielaborata secondo i criteri che ispirano le attività fisariane.E finalmente, a Firenze, sabato mattina 28 gen-
naio 2012, è avvenuta la “consacrazione” del progetto, in via definitiva: i vari punti, illustrati in una trentina di slides, sono stati posti sotto os-servazione del Consiglio Nazionale e approvati dallo stesso. Questo in mattinata. Nel pomeriggio la riunione si è allargata, sotto la guida attenta e simpatica del Presidente, e ha incluso i componenti del CTN, fatto più unico che raro nella storia della FISAR, a testimoniare l’importanza che gli organi istituzio-nali attribuiscono al CTN, motore per lo sviluppo e l’affermazione di FISAR stessa.
In sintesi è stato ufficializzato un nuovo “per-corso” didattico-formativo per il socio FISAR che, una volta ottenuto l’attestato di sommelier, avrà la possibilità di:
Sostenere l’esame per a) Relatori per essere iscritto nell’AlboFrequentare il Corso per b) Degustatori Ufficiali FISARPartecipare al c) Master in tecnica e gestione del servizioFrequentare il Corso per d) Direttori di Corso
Presupposto essenziale per adire a tali pos-sibilità sarà quello di aver seguito un corso di Comunicazione e Degustazione (C&D), che verrà erogato con cadenze periodiche in varie zone d’Italia: prima edizione a Noventa di Piave, il 25 e 26 febbraio 2012 presso l’Omnia Hotel e prossimi corsi già in fase di organizzazione le cui date saranno comunicate sul sito www.fisar.comÈ condivisa da tutti noi la convinzione che per ben
”“Al via il nuovo percorso didattico-formativo della FISAR
Sommelier!... e poi? il Ctn comunica: di Giorgio Pennazzato
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trasmettere concetti, teorie, opinioni è essenziale una buona comunicazione, che renda attraente e interessante la materia esposta. Tale principio vale non solo per il Docente/Relatore (che per suo compito dovrebbe “insegnare”bene), ma anche per il Direttore di corso o il Delegato, che devono “comunicare” coi soci di Delegazione o addirittura col pubblico: pertanto il corso di C&D è rivolto a tutti i soci sommelier che de-siderano migliorarsi.Inoltre è essenziale, per l’immagine unitaria di FISAR, che tutti i soci adottino un linguaggio comune, espresso tramite la Scheda descrittiva dei vini in degustazione. Perciò occorre riveder-la bene, sotto la guida di un valido esperto, per assimilarla, per usarla senza dubbi o incertezze. Su tale aspetto ha fatto un bell’ intervento il prof. Silvio Dalla Torre, che ha messo in evidenza al-cune varianti, di natura essenzialmente lessicale, apportate alla predetta Scheda, in modo da ren-derla più chiara ed espressiva.Per quanto poi riguarda l’iniziativa riserva-ta ai Docenti che ambiscono entrare nell’albo RELATORI, si è preso atto che al 31 gennaio si chiudeva la prima fase di raccolta delle predette richieste (ne sono arrivate più di duecento), fase riservata ai Docenti che figurano nell’Albo attua-le. Di seguito, la Segreteria e il CTN faranno una verifica per appurare se detti Docenti abbiano tenuto almeno una lezione nel decorso biennio. In caso affermativo questi nominativi passeran-no all’esame della Commissione “Titoli e meriti” che li convaliderà se in possesso di determinar-ti requisiti. Altrimenti andranno all’esame della Commissione Tecnica, di cui si tratta più sotto. Nel frattempo si apre la seconda fase riservata a chi, pur avendo insegnato nei corsi Fisar, non figura nell’Albo Docenti, oppure a chi sinora non ha mai insegnato. Questi richiedenti passeranno al vaglio della Commissione Tecnica, che li valuterà per:a) le conoscenze tecniche b) la capacità di comunicare
efficacemente c) la corretta esecuzione di
una degustazione d) la capacità di sostene-
re un colloquio con la Commissione sui suddetti temi.
Alla fine dell’esame, superato con esito positivo, il Docente verrà iscritto all’Albo Relatori, unico abilitante all’insegnamento in Fisar a partire dall’1 settembre 2012.Per quanto attiene infine agli altri Corsi/Master post-attestato di sommelier, si tornerà ad illustrali nei prossimi numeri della rivista.Possiamo concludere affermando che adesso, finalmente, un sommelier ha dei sentieri ben se-gnati davanti a sé e può decidere, con serenità e consapevolezza, sull’iter da percorrere.
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Lunedì 26 Marzo - ore 10,30ROTARI: “IL TALENTO PER LE BOLLICINE”
Lunedì 26 Marzo - ore 13,30BUON COMPLEANNO FISARIL PRESIDENTE ATTENDE I SOCIPER BRINDARE AI NOSTRI 40 ANNI
Lunedì 26 Marzo - ore 14,00AMORIM: “LA TUTELA DELLA QUALITÀ DEL VINOE IL RISPETTO DELLA NATURA”
Lunedì 26 Marzo - ore 17,00TOMMASI - “LA FORZA DELLA FAMIGLIA”
Martedì 27 Marzo - ore 11,00ISOLABELLA DELLA CROCE“TERRA PROTETTA DI LOAZZOLO”
Martedì 27 Marzo - ore 15,00CONSORZIO DELL’ASTI“LA FILOSOFIA DELLA QUALITÀ”
Mercoledì 28 MarzoLA FISAR PER IL PROGETTO ETICO DI AMORIMNel giorno di chiusura del Vinitaly, lo stand del Salotto del Vino è a disposizione per la raccolta dei tappi da parte di tutte le aziende presenti alla fi era con il box “ETICO” ideato da Amorim per il riciclo del sughero.
il Salotto del Vino
F.I.S.A.R. WINE TASTING - VINITALY 2012DOMENICA 25 MARZO 2012 - ORE 15.30 Primo piano pad. 8/9 sala C
DEGUSTAZIONE
FRANCIACORTA: MAGICHE ESPRESSIONIIDENTITÀ DI UN TERRITORIOIl successo del Franciacorta, considerato l’emblema delle bollicine d’eccellenza made in Italy, nel nostro Paese e nel mondo, è sotto gli occhi di tutti, con oltre 11 milioni di bottiglie vendute nel 2011.Un successo dovuto soprattutto all’assoluta qualità di un vino che è espressione unica e inimitabile di uno splendido territorio, tra Brescia e il lago d’Iseo, vocato alla viticoltura, ricco di storia, di cultura, di tradizione e di arte.La denominazione “Franciacorta” identifi ca, con un’unica parola, il vino, il metodo di produzione e l’area viticola.Si tratta di un territorio magico e pieno di fascino che conserva straordinarie storie di appassionati vignaioli che con tenacia e caparbietà continuano a credere fermamente nella ricchezza del patrimonio delle loro terre, creando vini di qualità eccelsa conosciuti ed apprezzati in tutto il mondo.:interverranno:NICOLA MASIELLO PRESIDENTE NAZIONALE F.I.S.A.RGIUSEPPE SALVIONI AMMINISTRATORE DELEGATO
CONSORZIO per la TUTELA del FRANCIACORTAPIERO BERARDI RESPONSABILE COMMERCIALE
TENUTA MONTEDELMA - Passirano (BS) MonteDelma Franciacorta SatènGIOVANNI BERTI BRAND MANAGER CASTELLO BONOMI - Coccaglio (BS) Castello Bonomi Franciacorta “CruPerdu” BrutARTURO ZILIANI VICE-PRESIDENTE GUIDO BERLUCCHI & C. S.p.A.
Corte Franca (BS) Berlucchi Franciacorta “Cellarius” Brut 2007GIOVANNI ARCARI DIRETTORE AZIENDA VITIVINICOLA CAMOSSI
Erbusco (BS) Camossi Franciacorta Extra Brut 2006ANDREA PAGNONI RESPONSABILE COMMERCIALE BARONE PIZZINI SOC.
AGR. p.A. – Provaglio d’Iseo (BS) Barone Pizzini Franciacorta Brut NatureMICHELE BOZZA RESPONSABILE COMMERCIALE & MARKETING
LA MONTINA S.r.l. - Monticelli Brusati (BS) La Montina Franciacorta “Rosatum” Rosé Extra BrutKAREN CASAGRANDE SOMMELIER NAZIONALE FISAR
CONDUTTRICE DELLA DEGUSTAZIONEANTONIO DE VITIIS COORDINAMENTO F.I.S.A.R. ITALIA NORDEST
MODERATORE DELL’INCONTROLUISELLA RUBIN CONSIGLIERE NAZIONALE F.I.S.A.R.
REFERENTE DELL’EVENTO
Riferimenti per info e prenotazioni: Rubin Luisella - mobile: 347 8202834
e-mail: consigliere.rubin@fi sar.com Antonio De Vitiis - mobile: 347 8913819
portavoce-italianordest@fi sar.com
Domenica 25 Marzo - Buon compleanno FISAR
Stand FISAR Centro Servizi Arena galleria 6/7Il vino secondo i protagonisti intervistati da Roberto Rabachino, Direttore rivista “Il Sommelier”e presidente Associazione Stampa Agroalimentare
7 appuntamenti da non perdere
Ti aspettiamo al Vinitaly dal 25 al 28 marzo 2012 STAND istituzionale FISAR Area Centro Servizi Arena - Stand 10/11
Stand Istituzionale rivista “Il Sommelier” Centro Servizi delle Erbe - Stand n. 17
FEDERAZIONE I T A L I A N A S O M M E L I E RA L B E R G A T O R I
R I S T O R A T O R I
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Domenica 25 Marzo alle ore 14presso lo stand Carpené Malvolti (Pad. 5 B5), la famiglia Carpené attende
i soci e gli amici della FISAR per il brindisi di auguri ai nostri 40 anni.
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F.I.S.A.R.FEDERAZIONE ITALIANA SOMMELIER
ALBERGATORI RISTORATORI
PARTNER
Saremo presenti al Vinitalysezione Enolitech