(a cura di V. Ruggieri, L. Pieralli, G. Rigotti) Riflessi metropolitani liturgici, agiografici,...

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ORIENTALIA CHRISTIANA ANALE СТА 296

RIFLESSI METROPOLITANI LITURGICI, AGIOGRAFICI, PALEOGRAFICI, ARTISTICI

NELL'ITALIA MERIDIONALE

Atti della giornata di studi presso il Pontificio Istituto Orientale, 18 maggio 2010

a cura di Vincenzo Ruggieri — Luca Pieralli — Gianpaolo Rigotti

PONTIFICIO ISTITUTO ORIENTALE PIAZZA S. MARIA MAGGIORE, 7

1-00185 ROMA 2014

SOMMARIO

Introduzione 7 MICHEL BERGER, L'influence de la liturgie et des commentaires mystago-

giques sur les programmes iconographiques byzantins de Terre dOtrante (XIIe-XVe siècles) 11

GIOVANNA RITA BELLINI, IL castrum Suji 47

ALESSANDRA ACCONCI, Frammenti di intonaci dipinti da Suio (Castelforte, Latina) 63

MARCO D'AGOSTINO, SU alcuni codici 'ad omega paraphé' tra scrittura di Ros-sano e scrittura di Reggio 103

PAOLA DEGNI, Riflessi di Costantinopoli nei documenti dell'Italia meridiona-le (secc. X-XII) 135

ANNA GASPARI, Innografia liturgica greca di Terra d'Otranto: non solo riflessi costantinopolitani 149

ENRICO MORINI, Riflessi metropolitani nel monachesimo greco dell'Italia bi-zantina e normanna 173

Introduzione

Nelle scienze umane v'è sempre uno scarto inaspettato fra quanto una possibile influenza culturale possa esercitare e quanto, di risposta, un ri-flesso possa apportare. In vero si pensò a ciò tempo addietro quando il Pontificio Istituto Orientale ritenne opportuno valutare il rapporto fra la basilissa polis e lo sperone italiano. E questo intento non agognava ad appe-santire quanto fra Costantinopoli e l'Italia Meridionale era stato già detto e scritto — v'è un mare di ottima letteratura a riguardo; si direbbe, piuttosto, a valutare quanto di poco, se non en passant, è stato detto a proposito di innografia, di monachesimo, di paleografía e d'arte pittorica d'ispirazione liturgica о di reminiscenze bizantine. Questi esili sentieri d'investigazione son stati scelti fra і tanti — e molti lettori s'interrogheranno perché questi e non altri — e si spera che pur nella paucità, essi possano offrire qualcosa di singolare ed ancora non pienamente detto.

I saggi offerti da G. Bellini e A. Acconci riguardano il Castrum Suji, un castello posto all'estrema periferia laziale dove il fiume Garigliano indiriz-za verso il territorio campano. La presenza del Castrum e dei suoi affreschi di matrice cassinese può apparire agli occhi di qualcuno come un soggetto estraneo all'orizzonte previsto dal symposium; non lo è perché con quanto il lavoro archeologico ha messo in luce appare "un'altra voce della manie-ra bizantina di radice cassinese circoscritta al patrimonio figurativo della terra di San Benedetto". Quando si ritenne opportuno di intervenire nel recupero e consolidamento del Castello, lo scavo archeologico ha eviden-ziato non solo le diverse fasi architettoniche dell'impianto fortificato atto al controllo territoriale, ma ha scoperto un enorme numero di frammen-ti affrescati, di ottima qualità, di svariata figuratività, che accertano uno squisito gusto coloristico, tecnico ed esecutivo messo in opera per decorare probabilmente uno spazio dedicato al culto. La sensibilità pittorica e mi-niaturistica riscontrabile nelle diverse tematiche iconografiche dei fram-menti inducono a vedere "la traccia delle modalità tecniche e di linguaggio pittorico sbocciato clamorosamente nei prodotti dell'officina artistica cas-sinese nei trent'anni dell'abbaziato di Desiderio (1058-1086) e all'epoca del suo illustre successore Oderisio (1087-1105)".

Un'attitudine mentale ed una costanza di appartenenza spirituale ri-scontrabili nelle comunità grecofone della Terra d'Otranto, di certo causate dal nuovo contesto storico-religioso venutosi a creare nel corso del XII-XV secolo, è quanto il ben documentato saggio di M. Berger presenta. Nel-

8 V. RUGGIERI - L. PIERALLI - G. RIGOTTI

le molteplici chiese presenti ancora nella Terra dOtranto si riscontra una sinfonica lettura di quella che è la decorazione pittorica e lo svolgimento della sinassi eucaristica. La liturgia bizantina, conservata e celebrata dalle popolazioni, trovava la sua esegesi teologica istoriata sui muri. L'analisi di Berger verte soprattutto sul mistero eucaristico che occupava tutta l'area orientale della costruzione; sui muri, sugli archi, nelle nicchie — come an-che sui laterali — era illustrato con una miriade di scene e visioni lo svol-gimento cristologico dell'eucaristia. Fondamentale nella comprensione di questo fenomeno era la Historia Ecclesiastica di Germano (con interessanti interpolazioni) che ha giocato un ruolo di mediazione fra l'immagine che esplica e il mistero celebrato.

Nel contributo di M. D'Agostino viene di nuovo considerato un gruppo di manoscritti, il cui allestimento è da ricondurre con sicurezza al monaste-ro del Patir di Rossano nel primo quarto del XII secolo. Si tratta dei codici cosiddetti 'ad omega paraphé' ('a svolazzo'), un importante gruppo di ma-noscritti che non è stato ancora adeguatamente studiato e che meriterebbe senz'altro una monografía. Nell'articolo vengono presi in esame gli esem-plari conservati nella Biblioteca Apostolica Vaticana e nelle biblioteche ita-liane (in totale dodici codici), dei quali viene fornita un'analitica descrizio-ne codicologica. Dall'analisi grafica risulta confermato che la scrittura 'ad omega paraphé' altro non è che una variante dello stile rossanese con qual-che suggestione reggina. Sul fondamento della stessa analisi paleografica, si è potuto constatare anche che alcuni manoscritti sono da attribuire ad una medesima mano. Dall'esame codicologico risulta inoltre confermata la compattezza del gruppo. Infine viene considerato un manoscritto non vergato 'ad omega paraphé', il Parmense Pai. 14, il quale tuttavia mostra di appartenere comunque alla cultura grafica rossanese-reggina.

Il contributo di P. Degni ha per oggetto lo studio paleografico dei do-cumenti pubblici e privati bizantini fino al secolo XI, al fine di verifica-re se nella produzione italogreca si possano individuare elementi grafici autonomi о comuni al resto delle scritture corsive bizantine. Per quanto possibile, si è tentato di analizzare il materiale per tipologie documentarie, pur con difficoltà derivate dalla scarsa quantità ed eterogeneità delle testi-monianze. Il quadro che ne emerge è piuttosto composito e non consente di offrire al quesito una risposta univoca. Elementi di indubbio interesse sono emersi dall'analisi delle scritture degli atti amministrativi, che ha con-sentito di verificare, contrariamente a quanto stabilito in studi precedenti, la sostanziale condivisione nei documenti occidentali e orientali dei sistemi e tipi di abbreviativi.

Nell'Italia meridionale greca, seguace della Chiesa di Costantinopoli, sono generalmente venerati і medesimi santi dell'ecumene bizantina, seb-

INTRODUZIONE 9

bene siano presenti — com'è owio — commemorazioni liturgiche comuni a Latini e Greci о più propriamente occidentali. Tuttavia in alcuni mano-scritti liturgici di Terra d'Otranto colpisce la peculiarità di alcune innogra-fie, in particolare per la Madonna della Neve (5 agosto) e per S. Francesco d'Assisi (4 ottobre), memorie di matrice occidentale che non solo non tro-vano posto nel santorale costantinopolitano, ma che sono per lo più sco-nosciute anche al resto dell'Italia greca. A. Gasparri indaga pertanto sulle motivazioni di una tale "intrusione" dei suddetti santi in alcuni manoscritti salentini. In appendice una breve riflessione su un'insolita iconografia di S. Vito nel ms. Galat. 3.

Lo studio ampiamente documentato di E. Morini approfondisce і rile-vanti e durevoli apporti, non scevri da esiti inattesi, con cui il monachesimo studita influisce sul profilo istituzionale e sulla condotta ascetica delle co-munità monastiche greche in Italia meridionale. Le fonti agiografiche di-mostrano che durante il periodo "bizantino" і riflessi provenienti da Studio si manifestano soprattutto sull'esercizio delle virtù monastiche. In seguito alla conquista normanna e al processo di centralizzazione delle istituzio-ni monastiche greche di Calabria e Sicilia l'influsso di matrice studita si esercita invece soprattutto sotto l'aspetto normativo-istituzionale. Morini enuclea і mezzi che anche і grandi monaci italo-greci maggiormente af-fezionati alla vita anacoretica considerano necessari per la santificazio-ne di chi vive nel cenobio: l'obbedienza, stimata come imprescindibile e sottoposta a prove estreme, lo zelo e la dedizione nel lavoro, autorevoli "indicatori esterni dell'interiore fervore spirituale" nella misura in cui sono vissuti come esercizio ascetico, e infine la povertà, ulteriore prerogativa della condizione monastica oltreché, pure questo, marcato sintomo di de-rivazione studita.

Vincenzo Ruggieri, Luca Pieralli, Gianpaolo Rigotti

36 MICHEL BERGER

Fig. 1 - Otrante, église San Pietro. Abside: Vierge à l'Enfant, orante et siégeant sur le trône entre deux anges adorateurs.

Fig. 2 - Celsorizzo (Acquarica del Capo), chapelle San Nicola. Arc absidal: vision théopha-nique de ГАпсіеп des jours et animaux symboliques.

ICONOGRAPHIE ET LITURGIE BYZANTINES EN TERRE DOTRANTE 37

Fig. 3 - Celsorizzo (Acquarica del Capo), chapelle San Nicola. Arc absidal: vision théopha-nique (détail).

Fig. 4 - San Vito dei Normanni, église rupestre de San Biagio. Plafond: vision théophanique de l'Ancien des jours par les prophètes Daniel et Ézéchiel.

42 MICHEL BERGER

Fig. 9 - Bagnolo del Salento, église Mater Domini. Niche de prothèse: le Christ Emmanuel.

102 ALESSANDRA ACCONCI

Fig. 11 - Suio (Castelforte, LT), volto maschile barbato.

102 ALESSANDRA ACCONCI

Fig. 40 - Montecassino, Museo dell'abbazia, lacerto di affresco da S. Maria dell'Acqua.

128 MARCO D'AGOSTINO

Tav. 2 - Ambr. H 35 sup., f. İr.