+ All Categories
Home > Automotive > 3. mototurismo maggio-giugno 2016

3. mototurismo maggio-giugno 2016

Date post: 15-Apr-2017
Category:
Upload: blues50
View: 68 times
Download: 14 times
Share this document with a friend
132
FRANCIA VILLAGGI ARROCCATI DELLA PROVENZA USA IL SUD DEGLI STATI UNITI BLUES & HUMAN RIGHTS FRIULI UN TRANQUILLO NORD-EST DI PAURA LIGURIA ANTICHE STRADE IN VAL POLCEVERA LAZIO MISTERIOSA TREBA AUGUSTA LA VESPA COMPIE 70 ANNI In prova HONDA INTEGRA e NC 750 X DCT LE PROPOSTE PER L’ESTATE DEI VIAGGI DI MOTOTURISMO
Transcript
Page 1: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

FRANCIAVILLAGGI ARROCCATI DELLA PROVENZA

USAIL SUD DEGLI STATI UNITIBLUES & HUMAN RIGHTS

FRIULIUN TRANQUILLO NORD-EST DI PAURA

LIGURIAANTICHE STRADE IN VAL POLCEVERA

LAZIO MISTERIOSA TREBA AUGUSTA

LA VESPA COMPIE 70 ANNI

In prova HONDA INTEGRAe NC 750 X DCT

LE PROPOSTE PER L’ESTATE DEI VIAGGI DI MOTOTURISMO

Page 2: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

EXPLORE. ENJOY.

BORN ON THE ROAD

Cerca gli oltre 900 accessori su givimoto.comScopri giviexplorer.com il portale dei motoviaggiatori

TREKKER DOLOMITINuove valigie laterali TREKKER DOLOMITI: le tue compagne di viaggio sulle strade del mondo. Leggere, sicure e dal design innovativo. Pronte a fare tanta strada con te.

• Pannelli in alluminio naturale di spessore 1,5 mm

• Compatibili con i sistemi di aggancio GIVI

• Capacità 36 lt, peso 4,5 kg

Chiave Security Lockinclusa

Coperchio completamente removibile

Passacinghiaper fissaggio

Page 3: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

Ci sono fatti che riempiono le cronache italiane e i TG solo lo spazio di un paio di giorni, una settimana al

massimo, quando le calamità sono a carattere internazionale. Sembra che l’opinione pubblica si focalizzi, si animi, si interroghi, si commuova per la tragedia di turno, poi nel giro di una settimana tutto passa direttamente nel dimenticatoio. Si accavallano notizie dell’ultima ora, quasi sempre tragiche ahimè, e si passa oltre... Capita così che quando una calamità naturale colpisce una zona relativamente modesta, il tempo che intercorre tra l’attualità e il dimenticatoio risulti ancora più breve.L’estate scorsa (8 luglio 2015) quel lembo di terra che congiunge Padova con Venezia, noto come la Riviera del Brenta, è stato teatro di una delle più spaventose trombe d’aria della storia italiana. Visto che un po’ tutti navighiamo su internet, andatevi a rivedere su You Tube “8 luglio 2015 il dito di Dio”... così per rinfrescarci la memoria su quello che accadde veramente in quel territorio quel giorno d’estate. Distruzione, morte e una popolazione che nel giro di pochi minuti ha perso tutto ciò che aveva: casa, beni, lavoro e naturalmente i loro sogni.

La gente della Riviera è gente forte, com’è tradizione di tutti i veneti, non è abituata a piangersi addosso e si è subito rimboccata le maniche, nell’indifferenza generale del resto d’Italia.È difficile però, quando si perde tutto, ritrovare

|3

la voglia di sognare, di riprendere le attività preferite, di rimettersi a coltivare le passioni che ci rendevano felici.

Tra i sogni infranti sotto quelle macerie ci sono anche quelli di un nostro lettore. Ha perso tutto, la casa, l’attività. Ha salvato la vita (non è poco) e sotto le macerie ha recuperato la sua moto, la sua amata Varadero. La tiene coperta in un garage, anche se da quel giorno non ha avuto più il coraggio di andarla a vedere. Ha paura Alessandro. Ha paura di ritornare a

sognare e non poter più vivere i momenti felici a bordo della sua moto. Un briciolo di speranza l’ha trovata tornando

a leggere Mototurismo come faceva prima, prima di quel maledetto giorno d’estate.

Mi ha scritto Alessandro. Dice che ha bisogno della nostra carica che gli trasmettiamo da queste pagine intrise di storie e di viaggi. Vuole ritornare a sognare e noi gli siamo d’aiuto.È una grossa gratificazione per il nostro modesto lavoro. In fondo noi vendiamo sogni, ma forse qualche volta siamo anche capaci di aprire quella finestra che guarda su orizzonti sereni, che fanno capo alle nostre passioni e sanno infondere un briciolo di coraggio.

La storia di Alessandro e della sua Varadero ci spinge a fare di più e meglio. A non dare tutto per scontato quando le cose vanno bene. Ad assaporare ogni momento di libertà, di felicità che può arrivare anche da un semplice giro in moto.

Questo numero di Mototurismo, questi viaggi e questi sogni, li vogliamo dedicare ad Alessandro e Tania del Bar Miele e a tutta la gente della Riviera del Brenta. Con la speranza di incrociare quella Varadero ancora una volta sulle nostre strade.

Prudenza nella guida sempre.Un lampeggio.

La Varadero di Alessandro

EDITORIALETIZIANO CANTATORE u [email protected]

Page 4: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

SOMMARIOMOTOTURISMO | MAGGIO - GIUGNO 2016

40 64 84 110

06I viaggi di mototurismoscegli il tuo viaggio sulle tracce dei nostri itinerari più belli

12appuntamenti

24idee di viaggioRepubblica cecaPRAGAVENETOIL TERRITORIO DEL PROSECCOLombardiaLUINO E IL VARESOTTO 301946 - 2016la vespa compie 70 anni

SEGUI MOTOTURISMO

www.mototurismo.it|4

34LAzioUN viaggio nell’antica treba augusta

40USAil sud degli stati uniti d’americablues & Human Rights

64Friulipulp roadsun tranquillo nord-est di paura

84Le nostre stradeFranciavillaggi arroccati della provenza

100liguriaalla ricerca della tavola bronzea di polcevera

110in provaHonda integraNC 750 X dct

122accessori

128tecnologia

honda.it Info Contact Center: 848.846.632 Honda Moto

170x245_nc750x_mototurismo_new.indd 1 18/04/16 17:43

100

Page 5: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

honda.it Info Contact Center: 848.846.632 Honda Moto

170x245_nc750x_mototurismo_new.indd 1 18/04/16 17:43

Page 6: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

Scegli il tuo ViaggioSulle tracce dei nostri itinerari più belli!

l’unica rivista italiana interamente dedicata al turismo in motoPercorri le strade di Mototurismo

IL PIACERE DI ANDARE IN MOTOi Viaggi di

Page 7: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

Dall’esperienza maturata in trent’anni di turismo in moto e dagli itinerari più affascinanti pubblicati su Mototurismo,

nascono i pacchetti di viaggio de “I VIAGGI DI MOTOTURISMO”, pensati per dare a tutti la possibilità di percorrere le nostre stesse strade.

Proposte mirate, organizzate da persone esperte e qualificate, in grado di soddisfare la voglia di viaggiare e conoscere, nella massima libertà e sicurezza, in ogni momento dell’anno.

Scegli la tua meta e contattaci per definire il tuo viaggio insieme ai nostri consulenti turistici incaricati e autorizzati.

|7

TIPOLOGIE DI VIAGGIO

• VIAGGI DI GRUPPO CON PARTENZA PREDEFINITAViaggi effettuati con altri partecipanti e una guida al seguito, con date di partenza predefinite.

• VIAGGI INDIVIDUALI CON PARTENZA LIBERAViaggi da effettuare in completa autonomiacon data di partenza personalizzabile in basealle proprie esigenze.

CON QUALE MOTO VIAGGIO?

I nostri viaggi prevedono - ove indicato - la possibilità di raggiungere la destinazione con moto propria e/o con volo aereo e moto a noleggio.

PROPOSTE VERSATILI

I nostri viaggi includono un itinerario predefinito e il completo supporto logistico.È possibile però valutare insieme al nostro consulente turistico alcune possibilità per personalizzare il viaggio in base a particolari esigenze; non esitare a contattarci!

L’elenco completo delle proposte di viaggio sarà regolarmente presente

su queste stesse pagine, sul sito

www.mototurismo.it e sulla brochure scaricabile

tramite il QR-Code qui sotto.

Per avere informazioni sul programma di viaggio

dettagliato, scrivere una mail a

[email protected] oppure collegarsi al sito

www.mototurismo.it sezione VIAGGI,

scegliere il viaggio di interesse e utilizzare

il modulo di contatto presente nella pagina.

COME OTTENERE INFORMAZIONI

Le proposte promosse da “I Viaggi di Mototurismo” sono sviluppate e organizzate tecnicamente da Tour Operator e Agenzie Viaggio autorizzate. La prenotazione, le quotazioni definitive, i termini e la vendita dei pacchetti di viaggio sono affidati direttamente alle Agenzie Viaggio Autorizzate.

Page 8: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

VIAGGI DI GRUPPO CON PARTENZA PREDEFINITA

|8

ALBANIA-MACEDONIA-KOSOVO25 giugno - 7 luglioTOUR STRADALE E OFF ROADMOTO PROPRIAUn territorio tutto da scoprire in un contesto

naturale e poco conosciuto.

Quota indicativa € 1.530.

ALBANIA-MONTENEGROCROAZIA14 - 21 luglio TOUR STRADALEMOTO PROPRIA Panorami meravigliosi tra costa e montagna.

Quota indicativa € 1.040.

Gran Tour Dei BalcaniALBANIA-MACEDONIAKOSOVO-croazia7 - 21 luglio TOUR STRADALE MOTO PROPRIATutta la magia dei Balcani in un tour motociclistico

unico.

Quota indicativa € 1.820.

PRENOTATE LE VOSTRE VACANZE CON I VIAGGI DI MOTOTURISMO,

POTRETE RIVIVERE PERSONALMENTE LE ESPERIENZE RACCONTATE SULLA NOSTRA RIVISTA

Page 9: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|9

CUBA9 - 26 agosto 27 dicembre - 13 gennaio 2017TOUR STRADALEMOTO PROPRIA - MOTO A NOLEGGIOUn viaggio esclusivo e straordinario nella più

affascinante isola caraibica.

stati uniti COAST TO COAST2 - 25 agostoTOUR STRADALEMOTO PROPRIA - MOTO A NOLEGGIOIl viaggio mito per ogni motociclista.

Quota indicativa € 2.950 + Trasporto moto €

1.900 + Volo € 1.000.

Tour dell’ALBANIA

7 - 16 luglio TOUR STRADALEMOTO PROPRIA

Una vacanza motociclistica che dal mare cristallino

porta sulle strade delle montagne.

Un territorio e un’accoglienza sorprendente.

Quota indicativa € 1.180.

scozia

8 - 17 agostoTOUR STRADALEMOTO PROPRIA - MOTO A NOLEGGIOAlla scoperta della Scozia con volo aereo incluso

ed eventuale trasporto della propria moto fino a

Manchester. (Moto a noleggio su richiesta).

Quota indicativa € 1.390 + Trasporto moto € 600

+ Volo € 250.

Page 10: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|10

VIAGGI INDIVIDUALI CON PARTENZA LIBERA

IRLANDALe più belle strade d’Irlanda studiate per voi con tre tour a scelta, partenze libere e possibili personalizzazioni.

8 giorniWild Atlantic Way (Nord Ovest) Contea di Donegal e Sligo

8 giorniWild Atlantic Way (centro Ovest)

8 giorniWild Atlantic Way (sud Ovest)

Moto a noleggio disponibili BMW GS 800 e BMW GS 1200.Quote da € 1.280 a persona compreso il noleggio moto.

Stati Uniti in libertàL’America con partenze libere e possibilità di personalizzare il viaggio.

STATI UNITI - SAPORE D’AMERICA9 giorniMoto a noleggio: BMW, Harley Davidson, Triumph, Honda, Indian.

Da Los Angeles a Las Vegas attraverso California, Arizona, Nevada e Utah. Volo da Milano a Los Angeles. Quote indicative € 2.540 compreso volo e noleggio moto. Passeggero nella stessa camera €1.440.

STATI UNITI - FLORIDA8 giorniMoto a noleggio: BMW, Harley Davidson, Triumph, Honda, Indian, Vespa Piaggio.

Alla scoperta della Florida: Miami, Daytona Beach, Orlando,Tampa, Venice, Naples, Key Largo, Key West.Quote indicative compreso il noleggio moto da € 1.120.

STATI UNITI COWBOYS & INDIANS ADVENTURE14 giorniMoto a noleggio: BMW, Harley Davidson, Triumph, Honda, Indian.

Attraverso i territori teatro di alcune delle battaglie campali più famose del Wild West, da Little Big Horn alle Badlands, combinando la grande storia con la natura mozzafiato del Wyoming, del Montana, dello Utah fino al Colorado.Alla scoperta del South Dakota e delle sue leggendarie Black Hills, tra immensi parchi nazionali, mitiche icone del West, siti di grande fascino come Mt. Rushmore e Crazy Horse Memorial, branchi di bisonti e il misticismo di luoghi sacri per i Nativi Americani.Quote indicative € 2.300-2.500.

STATI UNITILEWIS & CLARK ADVENTURE15 giorni Moto a noleggio: BMW, Harley Davidson, Triumph, Honda, Indian.

Tra mito e avventura alla ricerca del Passaggio a Nord Ovest. Seguendo le orme della leggendaria spedizione dei grandi esploratori del West Lewis & Clark, un viaggio indimenticabile nella natura mozzafiato del Wyoming e Montana, dai parchi nazionali di Yellowstone e Grand Teton, fino ai confini del Canada delimitati dai paesaggi fantastici del Glacier National Park. Alla ricerca di bisonti, alci, lupi e orsi Grizzly, esplorando le antiche e sacre terre dei Nativi.Quote indicative € 2.600-3.000.

Page 11: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|11

STATI UNITI - NEW ENGLAND12 giorniMoto a noleggio: BMW, Harley Davidson, Triumph, Honda, Indian.

Un viaggio nei territori dei primi insediamenti europei sul territorio nord americano, nel new england si compirono i primi passi verso la creazione degli stati uniti d’america, la storia e le tradizioni il territorio, i villaggi e le città, fanno di questa terra un concentrato unico di bellezze e suggestioni.Quote indicative € 1.900-2.200 compreso noleggio moto.

STATI UNITIDESERTI E CANYON DEL WEST14 giorniMoto a noleggio: BMW, Harley Davidson, Triumph, Honda, Indian.

Dalla scintillante Las Vegas ai meravigliosi parchi nazionali, dai deserti carichi di fascino e mistero, fino alle riserve e pueblos nativo-americane. Il meglio del sud-ovest nella sua ammagliante e selvaggia bellezza. Un itinerario completo e variegato con moto a noleggio, per motociclisti indipendenti, amanti della natura e “attivi”, studiato per godere ed esplorare i parchi, con la possibilità di personalizzare l’itinerario.Quote indicative €2.300-2.500 compreso noleggio.

ITALIA: SardegnaQuattro possibilità per scoprire tutti i lati della Sardegna. Moto a noleggio a scelta tra BMW, Ducati, MV e KTM.

Prezzi dei tour a partire da € 690 e passeggero da € 110. Possibilità di tour personalizzati.

COAST TO COAST8 giorniTour da 1.300 Km per scoprire tutta la Sardegnae le migliori località lungo la costa.

MARI & MONTI3 giorni650 Km dalla costa ovest alla costa est, dal mare ai monti dell’interno per poi ritrovarsi di nuovosul mare.

NORTH SARDINIA DISCOVERY3 giorni450 Km per scoprire il nord dell’isola, conbase a Castelsardo.

SARDEGNA GRAND TOUR6 giorni1200 Km per percorrere il periplo della Sardegna.

Page 12: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

APPUNTAMENTIEVENTI, SAGRE, MERCATINI, MOSTRE E RADUNI

|12

20.000 PIEGHE 2016

La manifestazione, giunta all’ottava edizione, scatterà da Pescasseroli, nel cuore dell’Abruzzo, per giungere a Sansepolcro, punta nord-

orientale della Toscana, facendo tappa a Norcia e a Perugia. 1.100 i chilometri da percorrere, tutti su normali percorsi asfaltati aperti al traffico, lungo strade meravigliose per la loro guidabilità e per i bellissimi panorami. E ad ogni arrivo i partecipanti potranno fare passerella nelle più belle piazze storiche delle città sedi di tappa, immergendosi nei tesori architettonici dell’Italia e portando il messaggio di un motociclismo sano, che ama il proprio paese e che è importante fonte di reddito per il sistema turistico.Dunque una 20.000 PIEGHE “su misura” con due formule di iscrizione, la collaudata All Inclusive (€ 590) che comprende tutto sotto il profilo organizzativo e logistico e richiede al partecipante solo di presentarsi alla partenza con la propria moto, e la Smart (€ 295), offre ugualmente tutti i servizi organizzativi di alto livello, lasciando però all’iscritto la possibilità di prenotare gli alberghi e predisporre i pasti.È personalizzata anche la formula della Gran Fondo: a tutti i partecipanti saranno forniti i punti di passaggio obbligatori che, riportati da ciascuno sulla propria carta stradale, determineranno il percorso di tappa. È uno degli aspetti più affascinanti della 20.000 Pieghe che, lungo l’itinerario, disloca gli uomini del proprio staff incaricati di convalidare con i timbri gli effettivi passaggi. Ma mentre per gli interessati alla formule mototuristiche e motoesploratori queste verifiche saranno sufficienti, ai partecipanti alla formula regolaristica (una vera e propria gara, ma non di velocità) saranno indicati anche i controlli orari da rispettare.Dunque un’opportunità veramente ricca e preziosa riservata da chi ama profondamente il mototurismo ai praticanti di questa attività, troppo spesso sottovalutata rispetto all’agonismo puro.

Il contesto organizzativo di altissimo prestigio è confermato dalle partnership fin qui ufficializzate. Alla 20.000 Pieghe saranno presenti con una propria squadra ufficiale Honda Italia, Motorex, TomTom e ben tre testate giornalistiche. Una di queste sarà proprio Mototurismo, che vi racconterà attraverso

GRANIT DETECTO X PLUS 8077

MADE IN GERMANY

Disponibile anche concatena da 12 mm.

EVENTILUCCA ART FAIR6-9 maggio, Luccawww.luccaartfair.it

BORGO DIVINO7-8 maggio, Nemi (RM)www.castelliexperience.it

MOSTRA DELL’ARTIGIANATO8 maggio, Bosconero (TO)www.bosconerocanavese.it

MARE&MOSTO - LE VIGNE SOSPESE8-9 maggio, Sestri Levante (GE)www.aisliguria.it

FRANCIACORTA IN FIORE13-15 maggio, Cazzago San Martino (BS)www.franciacortainfiore.it

GREEN CITY MILANO13-15 maggio, Milanowww.greencitymilano.it

MANTOVA MOTOR FESTIVAL 201613-15 maggio, Mantovawww.mantovamotorfestival.it

PORCHETTIAMO13-15 maggio, San Terenziano di Gualdo Cattaneo (PG)www.porchettiamo.com

VERONA LEGEND CARS13-15 maggio, Veronawww.veronalegendcars.com

BIKE UP20-22 maggio, Leccowww.bikeup.eu

TERROIR MARCHE21-22 maggio, Ascoliwww.terroirmarche.com

DIALOGHI SULL’UOMO27-29 maggio, Pistoiawww.dialoghisulluomo.it

CAVALCATA OSWALD VON WOLKENSTEIN10-12 giugno, Alpe di Siusiwww.seiseralm.it

QUATTROZAMPE IN FIERA11-12 giugno, Novegro (MI)www.quattrozampeinfiera.it

JAZZASCONA23 giugno-2 luglio, Ascona (Svizzera)www.jazzascona.ch

Page 13: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

GRANIT DETECTO X PLUS 8077

MADE IN GERMANY

Disponibile anche concatena da 12 mm.

Page 14: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

APPUNTAMENTIEVENTI, SAGRE, MERCATINI, MOSTRE E RADUNI

|14

tutti i suoi canali tutte le emozioni di questo evento. Social & Media Partner del progetto sono anche il canale tematico AutoMotoTV (SKY ch. 148) e la rivista Ferro; anche la testata ClassicMoto si interessa e dedica spazio alla manifestazione. Infine Metzeler metterà a disposizione ben sei set di pneumatici che andranno ad arricchire la già sontuosa premiazione.

GOURMANDIA14-16 maggio, Santa Lucia di Piave (TV)gourmandia.gastronauta.it

Arriva a Treviso la prima edizione di GOURMANDIA,

la nuova tre giorni dedicata al ci-bo ideata da Davide Paolini (fondatore del Gastronauta e giornalista del Sole 24 Ore e di Radio 24) dedicata alla valorizzazioni dei giacimenti gastro-nomici scoperti dal Gastro-nauta. Luogo scelto per l’evento sono gli spazi dell’ex Filanda di Santa Lucia Piave, dove a ricordare l’attività manuale della filatura dei tessuti ci sarà la presenza di tanti artigiani del gusto: panettieri, pasticceri, salumai, casari, cioccolatieri, vignaioli provenienti da tutta Italia. Un racconto artigiano che sarà anche occasione di dialogo alla presenza dei Maestri della più alta gastronomia del paese tra cui Gualtiero Marchesi, Iginio Massari, Renato Bosco, Davide Oldani, a cui si aggiungeranno altri nomi prestigiosi. Cinque le aree tematiche: una dedicata ai produttori artigianali, dove troveranno spazio piccole e medie aziende da tutta Italia e anche con qualche presenza straniera; una zona riservata al vino con la selezione delle migliori cantine nazionali e la partecipazione di cooperative sociali; uno spazio esterno per le specialità regionali del cibo di strada; una zona per incontri, approfondimenti e laboratori; un’area show cooking con ospiti della più alta cucina nazionale.

SCOPRIRE BOLOGNA E IL SUO TERRITORIO IN VESPAwww.bolognawelcome.it

La primavera a Bologna segue il ritmo delle due ruote, scatenando così la voglia discoprire la città ed il territorio. Bologna Welcome

ha creato una serie di itinerari in Vespa per vivereil territorio in massima libertà e, contemporaneamente, scoprire così i lati inediti della destinazione.VIA EMILIA è la proposta che unisce un paesaggio

RADUNI2000 CURVE E ANCHE PIÙ14-15 maggio, Calcinelli di Saltara (PU) www.motoclubdragone.itWeek-end in moto sui più noti passi tosco-romagnoli percorrendo le migliaia di curve gustando i panorami ed effettuando soste fino ad ora mai fatte.

500 DAY22 maggio, Gaeta (LT)www.500day.itRaduno annuale delle Fiat 500 e Vespe Piaggio più importante e conosciuto del centro Italia. Esposizione delle Fiat 500, giro turistico, aperitivo, pranzo e concorso fotografico.

GARA MOTOCICLISTICA DI MONTE MARIO22 maggio, Castel Sant’Angelo (RM)www.guzziclubroma.itRievocazione storica e gara di regolarità nella splendida cornice di Castel Sant’Angelo.

13° MOTORADUNO LAGUNARE22 maggio, Cavallino Treporti (VE)Motogiro tra mare e laguna, alla scoperta delle bellezze del territorio e della tradizione gastronomica.

9° POTI MIRU27-29 maggiowww.potmiru.siIncontro tra motociclisti che si ritrovano in amicizia per ricordare e percorrere assieme, strade e luoghi che furono testimoni della Prima guerra mondiale, e per raccogliere fondi da destinare ai bambini dell’ospedale di Stara Gora (Slovenia).

CLASSIC & SCRAMBLING HEROES4-5 giugno, Gaiole in Chianti (SI)rallydelgusto.it/classicheroesIl primo evento on/off dedicato alle moto classiche, alle scrambler e alle special.

MOTO ROCK SARAGHINA18-19 giugno, Punta Marina Terme (RA)www.puntamarinaterme.itDue giorni di festa con stand gastronomici, live music ed espositori.

MOTOGIRO DEI LAGHI19 giugno, Meina (NO) www.motoclublesa.comOrganizzato dal MC Lesa e valido per il Campionato Regionale Piemonte FMI.

WORLD DUCATI WEEK 20161-3 luglio, Misano Adriatico (RN)wdw.ducati.comEvento mondiale dedicato al mondo Ducati.

Page 15: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

*Com

pañe

ro W

orld

wid

e, v

inci

tore

del

test

„M

otor

rad“

Pre

miu

m-Te

xtilk

ombi

s (1

8/20

12),

Mig

lior

Prod

otto

„2R

äder

“ H

ighe

nd-Te

xtilk

ombi

s (1

1/20

12),

Tour

enfa

hrer

-Em

pfeh

lung

(01/

2011

)

WWW.TOURATECH.IT

LA NUOVA TUTA ADVENTURE PER TUTTI I CLIMI

Ora ancora migliorato!

Il miglior completo da moto*

Giallo

Summer SummerAll Weather Add All Weather Add

Nero

con lo zaino!

Protezioni Level 2

Ventilazione ottimale con Cordura®Air

Zaino integrato (removibile)

Massima durata grazie a Cordura®2000

Aperture diagonali sulle tasche Cargo

Provatelo ora!

Mototourismo_170x245_comp_world_2_it.indd 1 15.04.2016 16:56:36

Page 16: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

APPUNTAMENTIEVENTI, SAGRE, MERCATINI, MOSTRE E RADUNI

|16

punteggiato da cultura, sapori, benessere e motori. Con partenza in Vespa 50 da Bologna, il programma racchiude nei suoi cento chilometri l’ingresso all’Autodromo di Imola, la visita del borgo di Dozza, un museo a cielo aperto con i suoi murales, fino Castel San Pietro, famoso per le sue rinomate acque termali. Acquistando l’offerta si ha diritto all’ingresso alle terme, con un pacchetto benessere e percorso dedicato. Non può mancare ovviamente la parte golosa del tour con pranzo in osteria tipica e una degustazione presso l’Enoteca Regionale di Dozza. Partenza tutti i giorni (escluso lunedì) alle 10. Costo per adulto € 240 (minimo due partecipanti). La seconda proposta è il TOUR COLLI BOLOGNESI, capace di immergere il visitatore in un’atmosfera onirica, dominata da una natura rigogliosa contraddistinta da sentieri, panorami, ville, parchi e monumenti. Scoprire, amare e gustare sono le uniche linee guida di questo percorso che conduce alla scoperta di tesori come il monastero di San Michele in Bosco e il Ponte sospeso di Vizzano. Il carattere conviviale si ritrova a tavola, svelato negli antichi sapori di un pranzo presso un’osteria tradizionale. Partenza tutti i giorni (escluso lunedì) alle 10. Costo per adulto € 240 (minimo due partecipanti).

LO SPIRITO DEL PIANETA27 maggio-12 giugno, Chiuduno (BG)www.lospiritodelpianeta.it

Sedicesima edizione dell’unico festival con gruppi indigeni e tribali da tutto il mondo, ideato con l’obiettivo di promuovere e

realizzare progetti culturali ed umani in difesa dei popoli tribali, della loro cultura e dell’ambiente in cui vivono. Un programma ricco di eventi e iniziative per diciassette giorni di musica, cultura, cibo e tradizioni e oltre venti gruppi indigeni provenienti da tutto il mondo. Ospiti musicali di rilievo saranno Davide Van De Sfroos, Micheal McGoldrick (componente della band di mark Knopfler e gli irlandesi Goitse. Completano il programma circa centocinquanta espositori di artigianato, laboratori e conferenze.

Tutti i dettagli sul programma sono presenti sul sito ufficiale della manifestazione.

A TUTTO VOLUME17-19 giugno, Ragusawww.atuttovolume.org

Nella capitale del barocco siciliano, patrimonio dell’Unesco, andrà in scena un weekend dedicato alla cultura con un programma che

spazierà dalla narrativa all’attualità, senza trascurare enogastronomia, musica e spettacolo. Ideata, organizzata e promossa dalla Fondazione degli Archi, patrocinata e sostenuta dal Comune di Ragusa, dalla Camera di Commercio di Ragusa e da importanti partner privati, la rassegna prosegue anche grazie a una forte spinta “popolare”. Per tre giorni le strade, le piazze, i palazzi storici e alcuni luoghi normalmente non destinati a iniziative culturali accoglieranno incontri, conversazioni e reading con più di trenta autori di spicco del panorama editoriale italiano e internazionale. Gli eventi si svolgeranno in diversi punti del centro storico di Ragusa Superiore - la città nuova ricostruita dopo il terremoto - intorno alla Cattedrale di San Giovanni Battista e di Ibla - il quartiere antico dall’anima barocca - tra Piazza Duomo, la chiesa di San Vincenzo Ferreri, Piazza Pola e i Giardini Iblei. L’apertura sarà affidata al giornalista e saggista Corrado Augias che inviterà il pubblico a un confronto sulla figura di Gesù. La

Page 17: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

99 Prodotti - 14 Colori ZAINI - BORSE - MARSUPI - ACCESSORISpeciale linea Moto

www.amphibious.it - [email protected]

UpBag

Fornitore UfficialeTankBagMarsupio Koala MicronBorsa Voyager (New Color 2016)

im-p

ossi

ble

com

mun

icat

ion

Mila

no

chiusura coinvolgerà lo scrittore e archeologo Valerio Massimo Manfredi con un viaggio tra le meraviglie del mondo antico. Spazio anche quest’anno alla letteratura per bambini e ragazzi che vedrà tra i protagonisti Alessandro Sanna, uno degli illustratori italiani più rinomati. Nel programma del festival è inserita anche la sezione Extra Volume che darà spazio, in modo spontaneo, al fermento culturale del territorio.

PER CORTI E CASCINE15 maggiowww.turismoverdelombardia.it

Con la tradizionale giornata di “porte aperte” in centotrenta aziende regionali, distribuite lungo dodici itinerari e mercati contadini

nel territorio lombardo, domenica 15 maggio sarà inaugurata la diciannovesima edizione di PER CORTI E CASCINE. La manifestazione, nata nel 1997 con l’obiettivo di avvicinare il pubblico all’agricoltura e far conoscere la qualità delle produzioni agricole, è da sempre organizzata e promossa dalla Confederazione Italiana Agricoltori (CIA) e da Turismo Verde Lombardia. Si articola all’interno di

tre grandi aree (Lombardia settentrionale, orientale e occidentale) che identificano le peculiarità dei differenti territori della regione e la specificità delle produzioni. Il programma della domenica d’apertura rispetterà fedelmente la tradizione: il pubblico avrà la possibilità di entrare nelle aziende agricole e visitare le cascine, gli allevamenti e le coltivazioni. Gli agricoltori accompagneranno adulti e bambini in un percorso multisensoriale che permetterà di conoscere il cammino che fanno i prodotti che arrivano sulle nostre tavole e li metterà in contatto diretto con i luoghi, i gesti, i processi di trasformazione e la cultura dell’agricoltura moderna.Molte aziende che aderiscono alla manifestazione svolgono anche attività agrituristica. Chi lo desidera potrà, quindi, fermarsi per il pranzo o per la cena o trascorrere la notte negli agriturismi attrezzati per l’ospitalità. Per questo è consigliabile prenotare. La giornata “porte aperte” sarà tuttavia solo la prima di una serie di iniziative culturali e gastronomiche che avranno luogo tra la primavera, l’estate e l’autunno nell’ambito di PER CORTI E CASCINE.Il programma completo della manifestazione è disponibile sul sito ufficiale o sulla pagina Facebook di Turismo Verde Lombardia.

Page 18: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

APPUNTAMENTIEVENTI, SAGRE, MERCATINI, MOSTRE E RADUNI

|18

FESTE MEDIEVALI2-5 giugno, Brisighella (RA)www.festemedioevali.org

La Rocca fortilizia che domina il borgo di Brisighella rivive le sue antiche origini medievali, attraverso quattro intense giornate

nelle quali il visitatore potrà fare un salto indietro nel tempo grazie a un ricco programma di animazioni, intrattenimenti, spettacoli a tema. Si potranno ammirare antichi mestieri artigiani e un accampamento militare tardo medievale ai piedi delle mura; un’esposizione di armi medievali e un allestimento tematico dei locali all’interno della rocca; animazioni e intrattenimenti con giullari, cantastorie e musici; duelli e scontri d’armi fra le migliori compagnie di rievocazione storica. Inoltre sarà possibile assistere al torneo d’arme Castrum Gypsi o vivere in prima persona l’assalta alla Rocca nella giornata conclusiva. Armigeri e spettatori si ritroveranno a pranzo e a cena a banchettare assieme all’Osteria Medioevale appositamente costruita ai piedi della Rocca, con pietanze e sapori cucinati secondo gli antichi ricettari.

CANTINE APERTE28-29 maggiowww.mtvtoscana.com

Appassionati di turismo all’aria aperta e wine lovers affolleranno

anche quest’anno le oltre 80 cantine del Movimento Turismo del Vino Toscana che hanno aderito all’iniziativa. L’ultimo fine settimana di maggio sarà dunque all’insegna dell’enoturismo, con tanti programmi di diversa natura organizzati dalle aziende vitivinicole, ma tutti con un comune denominatore: far conoscere da vicino il vino e far vivere esperienze uniche in cantina. Dalla musica all’arte, dagli spettacoli a cacce al tesoro nei vigneti, passando per show cooking e giochi di una volta. Inoltre è stata attivata la collaborazione con l’associazione Club Amici del Toscano con degustazioni di sigaro in abbinamento ai vini. Novità di quest’anno è stato il coinvolgimento dei Vespa Clubs toscani che potranno portare nei territori di riferimento i propri soci, per far scoprire loro non solo le cantine, ma anche le bellissime strade che si percorrono per arrivarci.

SAGRA DELLA CANOCCHIA E DELLA SEPPIA20-22, 28-29 maggio, Porto Garibaldi (FE)www.sagradellacanocchia.it

Doppio week end di festa, in tavola ma non solo, per due fra i più gustosi frutti del nostro mare. Luoghi, colori, sapori e profumi della

tradizione marinara faranno da palcoscenico e suggestione alle cinque giornate di sagra. Dallo stand gastronomico lungo il PortoCanale con piatti e specialità tipiche della cucina locale al “Gran

Tour delle Sfiziosità” fra ristoranti e friggitorie che – a prezzi speciali e coordinati – proporranno degustazioni di appetitosi maccheroncini con le

canocchie e gustosissime fritture di pescato da passeggio. E ancora, attività laboratoriali dedicate ai mestieri del mare, passeggiate e visite guidate fra i tanti “siti della pesca” che punteggiano il paese e direttamente a bordo delle diverse tipologie di imbarcazioni ormeggiate sulle banchine. Inoltre sarà possibile fare escursioni in bici ed in motonave alla scoperta del Delta del Po e un ricco e coloratissimo percorso espositivo con bancarelle di prodotti alimentari, artigianali, dell’arte e

dell’ingegno che – insieme a spettacoli, giochi ed attività per i più piccoli – animerà viali e piazze del paese.

BUONGIORNO CERAMICA3-5 giugnowww.buongiornoceramica.it

BUONGIORNO CERAMICA è un lungo week-end di eventi gratuiti dedicati alla ceramica, con l’obiettivo di portare

Page 19: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

safe smart & softjeans for bikers

art:

Don

ald

&C

omp

any

Jeans da moto, comodi, belli, ad alto livello di qualità e sicurezza sulla strada, grazie ad inserti in Kevlar® sulle zone più esposte e protezioni omologate sulle ginocchia.Testati secondo la normativa EN 13595-1:2002

distributore per l’Italia: Eolo srl

Elenco rivenditori e catalogo:

www.eolomoto.it facebook.com/EoloMoto

safe smart & softjeans for bikers

pagMototurismo170x245_2015 (originale).indd 1 17/02/16 11:00

Page 20: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

APPUNTAMENTIEVENTI, SAGRE, MERCATINI, MOSTRE E RADUNI

|20

all’attenzione e valorizzare una delle più belle eccellenze artigianali ed artistiche del made in Italy. Un’originale festa che accenderà d’estro e fantasia i centri storici di trentasette città di “antica tradizione ceramica” sparse tra quindici regioni in Italia. Un’occasione per conoscere da vicino artisti e artigiani del settore, tra tradizione e innovazione e i luoghi dove questa arte è fiorita e tuttora è viva. Perché ceramica è antica tradizione ma è anche nuova sensibilità artistica, e i testimonial di questa lunga “marcia” creativa sono i maestri artigiani ma anche studenti, makers innovativi e giovani designers e artisti. Aperture straordinarie di forni e fornaci, atelier e botteghe. Mostre, performances, laboratori, lezioni di tornio e decorazione, esibizioni, incontri con i maestri e dibattiti, degustazioni, aperitivi con l’artista, concerti, eventi culturali, visite guidate, shopping nelle botteghe e nelle mostre-mercato all’aperto, musei aperti la notte.

FESTIVALFLORIO17-26 giugno, Isola di Favignana (TP)www.festivalflorio.it

Quinta edizione del FESTIVALFLORIO di Favignana, consolidatosi in questi anni come uno dei festival d’arte di maggior

rilievo dell’estate siciliana. Come da tradizione che vede scegliere un tema e declinarlo nei linguaggi delle varie arti anche quest’anno la direzione artistica del festival, guidata dal Maestro Giuseppe Scorzelli, ha optato per un argomento particolare. La materia eletta per il Triennio 2015-2017 sarà “ProgettOdissea”, ovverosia un’integrale dei reading di tutti i Libri dell’Odissea: un progetto unico ed una esclusiva assoluta in Prima nazionale. Protagonisti degli spettacoli che si alterneranno nei giorni della manifestazione saranno dunque l’esodo, la patria, la ricerca della terra promessa e il viaggio, inteso in tutte le sue sfaccettature, in cui il mare e in particolare la Sicilia rappresentano il punto

d’approdo di questa continua ricerca. Largo spazio anche alla tradizione, fonte primaria dell’identità siciliana con i suoi sapori e i suoi odori, nello spazio dedicato agli “Incontri d’Autore”. Piatti tipici dal gusto unico, arricchiti dal profumo inebriante degli ottimi vini locali.

FESTA ARTUSIANA25 giugno-3 luglio, Forlimpopoli (FC)www.festartusiana.it

Forlimpopoli, città natale di Pellegrino Artusi, festeggia il suo illustre concittadino con centocinquanta appuntamenti, una ventina

di incontri sul cibo, sessanta ristoranti, spettacoli, cucine del mondo e tanto altro. Filo conduttore della festa è la cucina sostenibile e la lotta allo spreco. Nove giorni di degustazioni, spettacoli, concerti, incontri, mostre, dove le strade vengono rinominate e i vicoli e le piazze si caratterizzano come veri e propri percorsi gastronomici. L’evento da sempre affianca il cibo inteso come piacere del palato, alla riflessione culturale, sociale ed economica della tavola, in compagnia di studiosi, appassionati, docenti universitari e anche semplici curiosi. Se ciò che mangiamo è un atto culturale, la scelta pone degli interrogativi sull’uso consapevole del cibo.

FESTIVAL FRANCIACORTA D’ESTATE25-26 giugnowww.festivalfranciacorta.it

Una grande festa organizzata dalla Strada del Franciacorta che avrà come protagonisti vini e prodotti, vignaioli e chef che, insieme,

contribuiscono a rendere unico questo straordinario territorio, amatissimo dagli enoturisti italiani e stranieri. La giornata di sabato 25 sarà dedicata alla scoperta del territorio, dei suoi vini, dei suoi prodotti e dei suoi cibi. Le cantine organizzeranno micro eventi a tema, visite guidate e degustazioni. Aperte al pubblico saranno anche le aziende di prodotti tipici e le distillerie, che sveleranno ai visitatori i segreti delle loro lavorazioni. Domenica 26 giugno, appuntamento nello storico Palazzo Monti della

Page 21: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016
Page 22: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

APPUNTAMENTIEVENTI, SAGRE, MERCATINI, MOSTRE E RADUNI

|22

Corte di Nigoline, fra le più suggestive dimore nobiliari franciacortine: i prati del suo parco secolare e l’antico brolo accoglieranno una grande festa en plein air all’insegna dello Street Food a base di prodotti franciacortini.

FAKE FESTIVAL21-22 maggio, Biellawww.falseum.it

All’interno del Falseum - Museo del Falso, si terrà la seconda edizione di FAKE: festival del falso e dell’inganno, una due giorni in

cui si alterneranno dialoghi con storici, scienziati e artisti a spettacoli, laboratori e proiezioni. Dopo il successo della prima edizione, quest’anno il festival sarà dedicato ad un nuovo tema di indagine: l’identità. Nell’epoca dei selfie il racconto di sé diventa sempre più una manifestazione quotidiana e a portata di mano. Ma quanto tutto questo rappresentare è realmente vero? Quanto l’essere umano ha sentito anche in passato l’esigenza di selezionare i propri racconti per rappresentarsi? Identici, originali, copie e falsi sé a confronto, dalla storia alla scienza, dall’economia alla politica, dall’arte alla religione, di tutto questo parlerà Fake. Il Museo del Falso e dell’inganno non espone oggetti contraffatti ma propone un riflessione sul tema del falso attraverso un allestimento spettacolare e coinvolgente. La capacità di ingannare i propri simili è una delle caratteristiche più tipiche dell’uomo. Sull’inganno si sono costruite nazioni, si è trovato la giustificazione a guerre ed eccidi, si è stati capaci di orientare l’opinione pubblica e di fomentare le masse. Ma sull’inganno si sono anche costruite storie e leggende che hanno nutrito la fantasia, l’arte e la filosofia dei popoli.

ARTISTI IN PIAZZA1-5 giugno, Pennabilli (RN)www.artistiinpiazza.com

Il Festival Internazionale dell’Arte in Strada di Pennabilli raggiunge l’importante traguardo della ventesima edizione. Sessanta compagnie

internazionali, quattrocento repliche di spettacoli, concerti, performance da tutto il mondo. Le vie, le piazze, i giardini, i parchi ospiteranno performance di arti varie, luoghi al chiuso per gli spettacoli con allestimenti scenici particolari, il Teatro Vittoria, le tensostrutture e circhi dell’area Palacirco per show di compagnie teatro e di nuovo circo. Un festival con spettacoli e occasioni di divertimento per tutte le età. La notte nell’area Palacirco concerti e dj set

internazionali. Per le vie mercatino dell’artigianato artistico e cucine della tradizione locale ed etnica. Il festival nasce dall’idea di valorizzare tutte le espressioni dell’arte, presentandole all’aperto, nella cornice del borgo medievale in luoghi pubblici.

ALLA SCOPERTA DELL’ALTO LARIOwww.lagodicomosostenibile.it

Il progetto “Non Solo Lago” invita a scoprire il Parco Locale di Interesse Sovracomunale (PLIS) della Valle Albano e il suo territorio, l’Alto Lago di

Como, con proposte di turismo culturale, ambientale e gastronomico adatte a tutti.Il programma è fitto e variegato ed è composto da cinque proposte di itinerari, che combinano l’esplorazione di aspetti storici e artistici con la conoscenza delle aziende agricole locali e dei loro prodotti, e da cinque escursioni guidate alla scoperta degli angoli più remoti e affascinanti della Valle Albano. Per le date degli appuntamenti fare riferimento al sito ufficiale.

GRAPPA E NATURA29 maggio, Mombaruzzo (AT)www.distillerieberta.it

In occasione di Cantine Aperte, l’azienda piemontese Distillerie Berta presenterà le punte di diamante della sua produzione, in una giornata

che propone il pic-nic all’aperto, da colazione a merenda. Il programma della giornata offre un vero e proprio viaggio sensoriale, in una cornice unica. Dalle 9 alle 12, la terrazza panoramica sarà il palcoscenico di una colazione speciale, che porterà in tavola i prodotti di pasticceria firmati Berta, tra cui gli amaretti di Mombaruzzo. Dalle 12 alle 19, i colori e i profumi della natura faranno da sfondo al pic-nic nel parco naturalistico con degustazione di salumi, formaggi e piatti tipici a cura di Villa Castelletto e Villa Prato, il tutto accompagnato dai grandi vini del territorio. Non mancheranno, infine, i dolci della pasticceria Berta, gli amaretti e il gelato artigianale, in abbinamento ai distillati dell’azienda.

Page 23: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

TOP MOUNTAIN MOTORCYCLE MUSEUM: IL PIÙ ALTO MUSEO D’EUROPAHochgurgl, Tirolo

Inaugurato ad aprile, apre i battenti il museo più alto d’Europa (a 2.175 mt. di altitudine) dedicato alle motociclette d’epoca: si tratta del TOP

MOUNTAIN MOTORCYCLE MUSEUM di Hochgurgl, all’estremità meridionale della Valle dell’Ötztal, a pochi passi dal confine italiano. Il luogo è paradisiaco, soprattutto per i motociclisti: il Passo Rombo è leggendario, un luogo emblematico e carico di significati che costituisce una delle strade alpine più famose proprio tra i motociclisti per i panorami mozzafiato di quella che è la più alta strada transfrontaliera d’Austria. Oltre centosettanta i pezzi storici raccolti dai fratelli gemelli Alban e Attila Scheiber che oggi possono essere mostrati al pubblico degli appassionati in questa location affascinante. Veicoli di tutte le epoche e di tanti marchi prestigiosi tra cui Motoguzzi, MV Agusta, Ducati, BMW, NSU, DKW, Zündapp, Triumph, Norton, Matchless, AJS, Brough Superior, Vincent, Honda, Henderson, Indian e Harley Davidson.

IRELAND BIKE FEST3-6 giugno, Killarneywww.irelandbikefest.com

Decima edizione per uno dei principali raduni motociclistici

di tutta l’Irlanda. Nel meravigliosa cornice della cittadina di Killarney, situata lungo uno dei tratti più spettacolari della Wild Atlantic Way, bikers di tutta Europa si danno appuntamento per un weekend a base di moto, divertimento, spettacoli e itinerari strepitosi lungo una delle più belle strade costiere del mondo. Centro nevralgico dell’evento è il bike village, presso il Gleneagle Hotel, dove si svolgeranno tutti gli eventi e dove numerosi stand specializzati potranno esporre e vendere i propri prodotti w accessori. Non mancherà la musica con esibizioni live e dj sets. Un grande incontro in un contesto spettacolare.

Page 24: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

IDEE DI VIAGGIOPROPOSTE PER BREVI VIAGGI E WEEK-END

|24

Nel 2016 decorreranno i 700 anni dalla nascita di Carlo IV (1316–1378), re boemo e imperatore del Sacro Romano Impero,

una delle personalità più importanti della storia europea. Quali luoghi di Praga vi avrebbe mostrato Sua Altezza nei panni di vostra guida?

F LA CASA ALLA CAMPANA DI PIETRA: IL LUOGO DI NASCITA DI CARLO

Potete iniziare il vostro giro direttamente nel cuore del centro storico di Praga, in piazza della Città Vecchia. Nella sua parte orientale si erge la Casa alla Campana di pietra, uno splendido edificio gotico con l’insegna della casa sull’angolo. Risale al XIII secolo e i genitori di Carlo IV, Giovanni di Lussemburgo ed Elisabetta di Boemia, vissero qui perché all’epoca il Castello di Praga era inagibile a seguito di un incendio. Fu proprio qui, probabilmente, che il 14 maggio 1316 nacque il futuro sovrano. Potete visitare anche gli interni storici dove la Galleria di Praga Capitale organizza le esposizioni.

F IL PONTE CARLO: IL PIÙ VECCHIO PONTE DI PRAGA

Il Ponte Carlo, originariamente chiamato di Praga o di pietra, deve oggi il nome al suo fondatore, l’imperatore Carlo IV. Il ponte misura cinquecentodiciotto metri, è largo poco meno di dieci metri e poggia su sedici piloni. Fu costruito con blocchi di arenaria, la leggenda narra che nella malta si aggiungesse latte e vino. Oggi il Ponte Carlo è decorato da trenta statue e gruppi scultorei ed ha funzione esclusivamente pedonale. Scoprirete tutto sulla sua storia nel Museo del Ponte Carlo che ha sede in piazza Křižovnické náměstí, nelle immediate vicinanze della Torre del Ponte nella Città Vecchia.

F LA TORRE DEL PONTE DELLA CITTÀ VECCHIA: LA GALLERIA

DELLA CASATA DEL LUSSEMBURGOLa porta per accedere al Ponte Carlo dalla Città Vecchia, la più bella porta dell’Europa gotica, fu completata prima del 1380. La ricca decorazione scultorea è una celebrazione simbolica del governo della casata del Lussemburgo.

PASSEGGIANDO PER PRAGA INSIEME A CARLO IVRe di Boemia e imperatore del Sacro Romano Impero

REPU

BBLI

CA

CEC

A

Page 25: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|25

F 1348: L’ANNO DELL’UNIVERSITÀ E DELLA CITTÀ NUOVA

Il 1348 fu un anno straordinariamente fortunato e fruttuoso per Carlo come riportato in tutti i testi di storia cechi. In marzo Carlo IV iniziò la costruzione della Città Nuova di Praga il cui centro divenne l’odierna Piazza di Carlo (Karlovo náměstí), successivamente fondò anche la fortezza di Karlštejn e il convento benedettino chiamato Na Slovanech oppure Emauzy. Nell’aprile del 1348 fu fondata l’Alta Scuola di Praga, la prima università dell’Europa centrale che oggi porta il nome del suo fondatore: Università Carolina. Il cuore dell’esteso complesso situato nella Città Vecchia è il Carolinum, la casa dello studente più antica che si sia conservata. Nell’aula magna si tengono gli esami di laurea e le cerimonie, inoltre a volte gli edifici del Carolinum vengono aperti per ospitare esposizioni e concerti. Un altro ricordo dell’epoca di Carlo IV è anche lo splendido bovindo gotico che sporge dall’edificio all’incrocio tra il Mercato ortofrutticolo (Ovocný trh) e via Železná.

F IL CASTELLO DI PRAGA E LA CATTEDRALE DI SAN VITO

Anche il rinnovamento del vecchio palazzo reale del Castello di Praga fu merito di Carlo IV cui dobbiamo, insieme ai costruttori Matyáš da Arras e Petr Parléř,

la costruzione della cattedrale di San Vito che simboleggia il periodo più alto del gotico nella storia edile di Praga. La porta nell’angolo sudoccidentale della cappella conduce alla camera della corona dove sono custoditi i gioielli della Corona boema.

F SUA ALTEZZA NEL MANEGGIO DEI WALLENSTEIN

La mostra bavarese-ceca, preparata in collaborazione con la Galleria Nazionale in occasione del 700° anniversario della nascita, presenterà Carlo IV come una personalità straordinaria della storia politica e culturale europea in grado di sfruttare al massimo l’arte figurativa e l’architettura per promuovere la maestà imperiale. La mostra sarà visitabile da metà maggio fino alla fine di settembre 2016 nel Maneggio dei Wallenstein nel quartiere di Malá Strana. Anche Karlovy Vary, la celebre città termale fondata da Carlo IV, preparerà i festeggiamenti. Tutta la Repubblica Ceca ospiterà inoltre una mostra itinerante con le repliche dei gioielli della Corona boema.

Page 26: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|26

È un Veneto un po’ diverso, più nascosto ma certo non meno intrigante e meraviglioso quello che proponiamo di scoprire in questa sorta di

miniguida. Un viaggio nuovo attraverso un territorio di grande valore ed unicità all’interno del quale si trova la denominazione Conegliano Valdobbiadene DOCG, distretto eletto a “Città europea del vino 2016”.

Il percorso si snoda toccando città e piccoli centri di pianura ricchi di storia e tradizione, attraversando le fasce collinari della denominazione DOCG che ospitano le distese dei celebri vigneti del prosecco, piccole tenute ma anche cantine di maggiore estensione, procedendo verso ovest lambendo la Pedemontana tra Vittorio Veneto, il Pian del Montello e il comprensorio dei Colli Asolani. Per iniziare bene la giornata l’ideale è fare una colazione ricca e naturale, meglio se con prodotti provenienti direttamente dal territorio veneto. Da Prosecco Privée (www.proseccoprivee.it) si trovano gustose marmellate, cremosissimi yogurt confezionati da tenute agricole locali e centrifughe di verdura e frutta fresca. Lasciando Conegliano e proseguendo verso nord, si raggiunge Vittorio Veneto, luogo famoso per l’omonima battaglia durante la Prima guerra mondiale. La città nasce dall’unione, nel 1866, dei due antichi comuni di Serravalle e Ceneda. L’antico borgo di Serravalle ospita il Castrum, fulcro per tutto il Medioevo attorno al quale sorgeva la città di Serravalle. Oggi, l’ampio giardino ospita un festival culturale nel periodo estivo e una delle torri è adibita a B&B.

A Serravalle si trova anche Palazzo Minucci, che ha successivamente cambiato il suo nome in Palazzo

De Carlo in onore della prima spia d’Italia. L’edificio, casa dello 007 nostrano, oggi è aperto al pubblico e accoglie numerosi oggetti di gusto esotico raccolti nei suoi viaggi. Dall’interno è possibile anche accedere alla Cappella palatina in stile barocco dedicata alla Santa Croce.

Ceneda custodisce invece il Museo della Battaglia, una mostra allestita in tre piani, ognuno con un tema specifico che permette di riscoprire e far rivivere la realtà della trincea. Dirigendosi verso la strada delle Perdonanze troviamo Tenuta San Mor che nasce nella zona di Cozzuolo e prende il nome da San Mauro, santo cui un tempo era dedicata una chiesetta. L’intera area è pervasa da un alone di spiritualità e le viti vengono coltivate nella maniera più naturale possibile. Tradizione del luogo prevede un gelso all’inizio di ogni filare, solerte guardiano della salute delle viti. Lasciando Cozzuolo e

ITINERARIO NEL CUORE DEL TERRITORIO DEL PROSECCO

VEN

ETO

Page 27: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|27

proseguendo verso Follina si può sostare a Revine, dove si trovano due pittoreschi e caratteristici laghi glaciali, nati dal ritiro del grande ghiacciaio del Piave. I due grandi specchi d’acqua sono circondati da canneti e in estate ospitano meravigliose ninfee. Originariamente i due laghi erano uniti e formavano un unico, grande bacino, oggi diviso da una zona paludosa e messi in comunicazione dal canale delle barche. Poco distante dai laghi un altro interessante comune, inserito tra “i borghi più belli d’Italia”, è Cison di Valmarino. Il paesino, caratterizzato da un paesaggio di rara bellezza, è davvero vitale; ospita infatti molte manifestazioni culturali tra l’accoglienza della gente e la genuinità ed esclusività dei prodotti tipici locali nel nome della profonda tradizione.Da Cison parte la Via dei Mulini, nota in passato appunto per la presenza di una serie di mulini alimentati da un sistema idraulico che deviava le acque del torrente Rujo. Oggi, è centro di

manifestazioni di artigianato e porta fino al Bosco delle Penne Mozze, luogo suggestivo ed emozionante nel cuore delle Prealpi Trevigiane. Si tratta di una sorta di “memoriale sparso” dove sono state collocate in mezzo agli alberi, le lapidi che ricordano tutti gli Alpini della provincia di Treviso caduti durante le guerre del ’900.

Scendendo un po’ si può arrivare a Rolle, frazione di Cison di Valmarino, importante in quanto Primo Borgo italiano tutelato dal FAI. È un luogo incantevole con vigneti terrazzati e per questo è stato ricordato nelle poesie di Andrea Zanzotto con l’appellativo di ”cartolina inviata dagli dei”. Proseguendo verso ovest si giunge a Valdobbiadene, il cuore del prosecco DOCG. In questa zona troviamo un vigneto particolare di centosette ettari divisi tra le zone di San Pietro di Barbozza, Santo Stefano e Saccol, dove nasce il celebre Cartizze, ovvero il

cru del Prosecco. Sulla collina del Cartizze si trova la cantina Col Vetoraz, unica per posizione (a quasi 400 metri) e qualità. Qui, la famiglia Miotto si insediò nel 1838 sviluppando la coltivazione di Prosecco e Cartizze. Nel 1993 il discendente Francesco Miotto, insieme all’agronomo Paolo De Bortoli e all’enologo Loris Dall’Acqua, ha dato vita all’azienda Col Vetoraz. In soli 20 anni i tre soci hanno registrato una crescita significativa grazie alla produzione del Valdobbiadene DOCG di altissimo livello, considerato punto di riferimento qualitativo per il territorio e garanzia di eccellenza dalla prima all’ultima bottiglia. In mezzo a questi straordinari paesaggi l’ideale è fermarsi a pranzo alla Trattoria “Alla Cima” (www.trattoriacima.it) immersa nel cuore di produzione del prosecco DOCG. Seguendo la strada verso Pianezze, troverete delle chiesette molto caratteristiche. Consigliamo di visitare la piccola chiesa di Sant’Alberto che domina e protegge i vigneti di Valdobbiadene meta ogni anno per le genti della vallata, in occasione della festa del Santo, per scongiurare la siccità con la benedizione dell’acqua. Oppure la chiesetta di San Gregorio dedicata al grande riformatore della Chiesa e patrono di Valdobbiadene, unica struttura seicentesca rimasta sul territorio, utilizzata spesso per grandi celebrazioni e conferenze grazie alla sua particolare acustica. Lasciando Valdobbiadene e dirigendosi verso Cornuda, lungo la strada si può godere della meravigliosa vista del Montello. A Cornuda si trova Villa di Maser, uno dei capolavori di Andrea Palladio che conserva all’interno alcuni affreschi di Paolo Veronese. Patrimonio dell’UNESCO, si trova al centro di un’azienda agricola molto fiorente che produce vini di grande pregio. Nonostante sia visitabile conserva il fascino della villa abitata dai proprietari conservando una bellezza straordinaria e donando una magica atmosfera in ogni stagione.La città culla del Canova vale una visita sia alle splendide architetture del Tempio Canoviano e della Gipsoteca - Museo Canoviano sia per ammirare le opere del celebre scultore veneto nell’ambito delle mostre temporanee “Venere nelle terre di Antonio Canova” e “Antonio Canova, l’arte violata nella Grande Guerra”. Per chiudere in bellezza questo percorso tra paesaggi e scoperte uniche, l’ideale è cenare da Locanda Baggio (www.locandabaggio.it). Situato tra le colline di Monfumo a un passo da Asolo, centro storico tra i più suggestivi d’Italia, il ristorante offre piatti connubio di colori e sapori unici, realizzati con i migliori ingredienti selezionati appositamente dallo chef tra le proposte del territorio con una particolare attenzione verso quelle meno conosciute ma altrettanto invitanti.

Page 28: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|28

Il percorso fra Milano e Luino, sul Lago Maggiore, si snoda tra i laghetti incantati del Varesotto, caratterizzati da meravigliosi panorami.

Luino rappresenta la meta ideale per tutti i mototuristi che amano le vallate lombarde, tra il verde smeraldo dei pini che si specchiano in magici laghetti per poi raggiungere le acque zaffiro del Lago Maggiore. La tratta è percorribile in un giorno, con l’opportunità di trascorrere un week-end nelle valli guidando su splendide strade tutte curve. La partenza da Milano consente di proseguire nella periferia del capoluogo meneghino, attraversare il Varesotto e raggiungere la città di Luino.

Partendo dal capoluogo lombardo, proseguite in direzione di Varese, la città definita da Stendhal la “Versailles di Milano”: da qui, seguite le indicazioni per Ganna e Ghirla. Alla vostra sinistra troverete lo stabilimento di una celebre marca di birra ed entrerete in una breve galleria: all’uscita il paesaggio muta e vi accoglierà un territorio verdeggiante in cui impera una roccia con una cascata. E qui inizia il divertimento! Passando per strade caratterizzate da curve emozionanti e dai colori intensi di una fitta vegetazione boschiva di ontani, salici, frassini, betulle, si attraversa, con dolci saliscendi, la Valganna, nota per il Lago di Ganna, il Monte Poncione, le grotte e le sue cascate. Procedete per l’area del piccolo Lago di Ghirla, di origine glaciale,

che offre un panorama fiabesco, nel bel mezzo delle curve e in un clima di pace assoluta. La strada continua con qualche piccolo paese e qualche rettilineo verso Cunardo, Grantola, Mesenzana. Da qui si procede tra le valli sino ad arrivare a Luino, in prossimità del confine con la Svizzera Italiana. L’ingresso in città vi permetterà di costeggiare le rive del lago godendo di uno scenario stupendo, che offre l’abbraccio tra le valli lombarde, piemontesi ed elvetiche. Dall’imbarcadero di Piazza Libertà potrete vedere specchiarsi nel lago il panorama alpino che lo circonda.

Tanti gli eventi interessanti in programma tra la primavera e l’estate: si incomincia il 10 maggio con il concerto a teatro ad ingresso libero dei Trenincorsa per poi arrivare a luglio con tre date imperdibili: 1 e 2 luglio, musica anni ’80 e la manifestazione di fuochi d’artificio FIORI DI FUOCO; 9 luglio, un concerto al parco a lago di Sergio Caputo proposto dal FESTIVAL DEL TEATRO E DELLA COMICITÀ e dal FESTIVAL JAZZ IN MAGGIORE. Luino ospita inoltre ogni mercoledì il mercato in strada più grande d’Europa, dove affluiscono turisti da ogni parte del lago e dalla vicina Svizzera. Si possono acquistare le prelibatezze dei prodotti locali come miele, formaggi, salamini di capra e tanti prodotti a chilometri zero.

TURISMO: PARTIRE DA MILANO E GUIDARE FRA LE CURVE DEI LAGHI DEL VARESOTTO PER RAGGIUNGERE LUINO

LOM

BARD

IA

Page 29: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

motovacanze.itby

Promozione e programmazione di viaggi in moto di gruppo riservati a motociclisti speciali. Itinerari “collaudati” ed “esplorativi” di breve, media e lunga durata, concepiti per i partecipanti come rilassanti percorsi o emozionanti avventure, vissuti come occasioni in cui mettere in pratica l’amicizia tra chi ha la stessa comune passione dei viaggi in moto.

Scopri alcune delle nostre proposte per l’estate 2016!

Armenia 25/06- 03/07

Ladakh 09-22/07

Ten Nations 09 -17/07

Cina 02-31/07 e 05-28/08

Portogallo 31/07-20/08

Romania 06-21/08

Sumatra 06-21/08

Danubio 07-20/08

Grecia 08-21/08

Motovacanze.it è un marchio in uso al tour operator Top Travel Team di Pla Net Viaggi srlLungadige Porta Vittoria, 21 • 37129 VeronaTel. +39 045 8005167 • Fax +39 045 4743137www.motovacanze.it

METTITI

IN MOTO

Page 30: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

compie annila

1946-20

16

70

Page 31: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

• A CURA DI LORENZO FRANCHINI

|31

#Vespa70 è l’hashtag scelto per contrassegnare le comunicazioni social dell’evento che in questo 2016 vede la Piaggio celebrare i 70 anni dalla nascita della Vespa. Nel 1946 - per la precisione il 23 aprile - venne infatti depositato a Firenze il brevetto per una “motocicletta a complesso razionale di organi ed elementi con telaio combinato con parafanghi e cofano ricoprenti tutta la parte meccanica”. Dietro questa definizione - in vero criptica - si cela l’essenza di una nuova idea di motociclo destinata a conquistare il mondo. A testimoniarlo oggi, a settanta anni di distanza, ci sono i diciotto milioni di esemplari prodotti nel corso di questi decenni.

Nell’immediato dopoguerra Enrico Piaggio pensò di riconvertire l’azienda aeronautica di famiglia nella produzione di un veicolo che andasse incontro al bisogno di mobilità di un paese che cercava di risollevarsi. Fu così che dal genio di Corradino D’Ascanio e dalla penna del designer Mario D’Este prese forma la Mp6, antesignana della Vespa, una “motoleggera con le prestazioni di una moto, la popolarità di una bicicletta e la comodità e l’eleganza di un’automobile”. La trasmissione a catena venne eliminata a favore della presa diretta sul motore, più affidabile e pulita, con una scocca portante in acciaio al posto del telaio. Il comando del cambio venne posto sul manubrio per maggior facilità di utilizzo, le ruote montate a sbalzo per consentirne l’intercambiabilità. Enrico Piaggio quando vide il prototipo, dai fianchi larghi e dalla vita stretta, esclamò: “Sembra una vespa!”, battezzando così quello che sarebbe ben presto diventato lo scooter per antonomasia.

La Piaggio in questi settanta anni non ha mai smesso di produrla. Il primo modello ad uscire sul mercato fu la Vespa 98cc, duemila esemplari il primo anno che diventarono oltre ottomila l’anno seguente. Dieci anni e qualche modello dopo, gli esemplari prodotti arrivarono ad essere un milione. A partire dal 1950 la Vespa comincia ad essere costruita anche fuori dall’Italia, prima in Germania, poi in Francia e negli anni a seguire anche oltre i confini europei, con linee di produzione in India e Brasile, tanto che nel 1953 nel mondo si contavano più di diecimila officine di servizio Vespa Piaggio. Negli stessi anni dilaga il fenomeno dei Vespa Club, che già allora arrivò a contare più di cinquantamila soci iscritti, un

movimento di appassionati ancora molto attivo che può vantare oggi oltre sessantamila associati.“Vespizzatevi!” fu il primo slogan lanciato dal marketing della Piaggio, che con le sue campagne pubblicitarie ha contribuito alla storia del costume del nostro paese: chi non ricorda il più famoso e surreale di tutti, quel “chi Vespa mangia le mele” ideato nel 1969 da Gilberto Filippetti?

La Vespa nel corso di questi settant’anni è stata anche protagonista nella storia del cinema con l’indimenticabile sequenza del film “Vacanze romane” dove lo scooter made in Pontedera fu protagonista al pari delle due star di Hollywood, Haudery Hepburn e Gregory Peck, che ci stavano sedute sopra.

In sette decenni di vita la Vespa è stata declinata in oltre centocinquanta modelli, diversi per caratteristiche tecniche e cilindrata. Dalla spartana Vespa U (U, come Utilitaria), prodotta in soli settemila esemplari e oggi alquanto ricercata dai collezionisti, fino al glorioso PX, il “vespone” per eccellenza, che con oltre tre milioni di esemplari vanta il primato di singolo modello più venduto di sempre. Un primato destinato a consolidarsi dato che il PX dopo una breve interruzione è tornato in produzione a furor di popolo, sempre con la classica motorizzazione a due tempi e il caratteristico cambio al manubrio tanto cari ai nostalgici della Vespa nella sua essenza di un tempo.

La fine del secolo scorso vede la Vespa e di conseguenza la Piaggio attraversare una fase di declino, tanto che per qualche anno l’azienda diventa tedesca nelle mani del fondo Greenfell. Una breve parentesi che si chiude nel 2003 quando, grazie a Roberto Colaninno, la Piaggio torna ad

Page 32: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|32

essere a pieno titolo un’azienda italiana e la Vespa torna a viaggiare da par suo. I primi dieci anni dell’era Colaninno hanno visto triplicare le vendite, con oltre un milione e mezzo di esemplari. Vengono aperti nuovi stabilimenti di produzione in Vietnam e in India. Lo scooter ha una sua evoluzione che si concretizza nei nuovi modelli automatici motorizzati con propulsori a quattro tempi di ultima generazione che vanno a ripescare i nomi dei modelli storici come Sprint e Primavera. L’ammiraglia è però il modello GTS, la Vespa dalle dimensioni più grandi che sia mai stata prodotta. La GTS e con lei tutti i modelli di Vespa di nuova generazione sono oggi disponibili con l’ausilio dei più moderni dispositivi di sicurezza quali ABS e ASR (controllo in trazione). Ultima nata è la Vespa 946, un concept di scooter rivoluzionario rivisitato in tempi recenti dallo stilista Giorgio Armani. Per la metà del corrente anno è in programma l’uscita di una versione celebrativa del settantesimo compleanno caratterizzata da cromie dedicate.

A fare della Vespa un veicolo entrato a far parte dell’immaginario collettivo sono state anche le imprese dei tanti che, in sella ad una Vespa, hanno viaggiato per il mondo: da Roberto Patrignani che negli anni ‘60 andò da Milano a Tokyo, al leggendario Giorgio Bettinelli che in sella a delle Vespa PX che oggi sono esposte al Museo Piaggio macinò 254.000 chilometri compiendo più volte e per strade diverse il giro del mondo, viaggi poi narrati in diversi libri di successo pubblicati da Feltrinelli. Proprio i viaggiatori in Vespa saranno i protagonisti di una mostra che sarà allestita al Museo Piaggio di Pontedera dal titolo “In viaggio con Vespa, un’avventura lunga 70 anni”. Oltre ai più famosi quali appunto Patrignani e Bettinelli verrà dato spazio a tanti altri vespisti meno noti che in sella ad una Vespa hanno compiuto imprese altrettanto significative, con un particolare occhio di riguardo per quanti hanno poi condiviso le loro esperienze attraverso le pagine di un libro. La mostra è stata inaugurata il 22 aprile e sarà visitabile fino al 4 giugno. L’evento sarà una sorta di prologo al raduno mondiale “Vespa World Days 2016” che si terrà in Francia a Saint Tropez, Costa Azzurra, nella prima settimana di giugno.

la vespa compie 70 anni

Page 33: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

Dal 15 al 19 giugno 2016

Info +39 340 2849619 www.20000pieghe.it 20000Pieghe

Vivi il brivido dell’avventuraVivi il brivido dell’avventura

8ª Edizione

Pescasseroli

Norcia

Perugia

San Sepolcro

Official Navigator Partner

Official Technical Partner

Official Media Partner

Social&Media Partner

Social&Media Partner

Page 34: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

LAZI

O

Trevi nel Lazio è circondata da un’aura magica, con le sue costruzioni ancora oggi avvolte nel mistero, segno del passaggio di antichi popoli, immerse in una natura rigogliosa e

verdeggiante, che solo un territorio così ricco di acqua può vantare.Il posto giusto per chi ama la quiete, per chi vuole sentire il richiamo della natura ed entrare in stretto contatto con essa. La meta perfetta per gli estimatori della vera bellezza, per gli appassionati di arte e di storia, che non si accontentano di conoscere i grandi personaggi, e i monumenti celebri ma avvertono la necessità di scoprire fino in fondo le origini del nostro Paese. La città si presenta come un piccolo gioiello adagiato sul Colle San Clemente nell’Alta Valle dell’Aniene, incastonato nel Parco Regionale dei Monti Simbruini, la più vasta area naturalistica del Lazio, circondato a nord dai monti Simbruini, a sud dagli Ernici, a est dalle maestose cime dei Monti Cantari.

Trevi nel Lazio, il cui nome deriva dal termine treba (trivio) per la sua posizione su tre importanti vie di comunicazione, fu fondata dall’antico popolo degli Equi. Sottomessa da Roma nel 304 a.C., al termine della Seconda guerra sannitica, ne divenne prima colonia e poi municipio. Terra prediletta dagli imperatori, riscosse particolare

|34

• A CURA DI COMUNICANDO LEADERfavore sotto Traiano, che la onorò con il titolo di Augusta, e sotto Commodo che conferì ai decurioni il titolo di Decuriones Commodiani. Nel V secolo, a conferma del grande prestigio di cui godeva all’epoca, fu designata sede vescovile.Una passeggiata nel borgo è la scelta migliore per chi si approccia per la prima volta al territorio. È come un viaggio nel tempo, tra storia e tradizioni, tra cultura e bellezza, tra archeologia e architettura.L’abitato, di epoca Medievale, è dominato dall’imponente castello Caetani, realizzato intorno all’anno Mille come fortificazione militare per difendere le famiglie feudatarie del territorio dalle minacce dei Saraceni e ampliato nel corso del XII secolo. Divenne proprietà della potentissima famiglia Caetani intorno alla fine del XIII secolo fino al XV secolo, ovvero, fin quando, dopo circa 200 anni di dominio sulla città, i Caetani, nel 1471, vennero cacciati dalla popolazione per malgoverno e Trevi passò sotto la giurisdizione dell’Abbazia di Subiaco fino al 1753. Il castello ospita oggi il Museo Civico di Trevi nel Lazio ed è aperto al pubblico. È consigliabile salire sulla torre per godere dello splendido panorama, un punto di vista inusuale ed emozionante sulla valle.

All’interno del centro urbano, in Piazza degli Angeli, è visibile un tratto dell’antica cinta muraria, composta da mura megalitiche in opera quadrata, su cui furono effettuati interventi nel corso di risistemazioni urbanistiche e della stessa acropoli, datati al III-II sec. a.C.. Sconosciute a

Page 35: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

Un viaggio nell’antica

Treba Augusta

Vista di Trevi nel Lazio.

Page 36: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|36

molti, ma di grandissimo fascino e importanza, le mura poligonali o megalitiche di Trevi nel Lazio, testimoniano la ricchezza di un territorio che racchiude secoli di storia e con il suo fascino appassiona e incuriosisce. Le mura megalitiche, denominate anche ciclopiche o pelasgiche, che collocano Trevi tra le cosiddette città Saturnie, venivano realizzate con grandi blocchi di pietra, diversamente squadrati e messi in opera tra loro senza legame cementizio.

Trevi nel Lazio rappresenta l’unico esempio di città dove convivono esempi di mura megalitiche in opera quadrata ed altri realizzati in opera poligonale. Non esistono molti circuiti murari dove le due tecniche sono usate insieme e questo la rende ancora più particolare ed interessante. Un sistema costruttivo che nel tempo, tra luci ed ombre, ha lasciato diverse tracce negli antichi insediamenti dei popoli italici e, tra questi, sul territorio della nostra Treba, terra degli Equi. Ad oggi sono ancora visibili tratti di mura, in opera poligonale, lungo il lato sud-est del colle su cui poggia l’odierno abitato, intervallati da un

terrazzamento, lacerti di un basamento templare.Muovendosi all’interno del centro storico è possibile visitare la chiesa Collegiata di Santa Maria che custodisce un organo seicentesco, uno dei più antichi e meglio conservati dell’epoca, opera di Ennio Bonifazi di Cerricola Umbra. Nella Cripta invece, sono conservati i resti di San Pietro Eremita, Patrono della Città.Nei pressi della chiesa Collegiata vi è anche l’oratorio di San Pietro Eremita, che ospita al suo interno un Gruppo Marmoreo di Scuola Berniniana, raffigurante un Angelo e San Pietro morente.

Proseguendo fuori dal borgo si trova la cappella della Madonna del Riposo, che venne costruita nel 1483 dalla popolazione per la duplice grazia ricevuta: la liberazione dal morbo della peste del 1476 e quella dal Duca di Calabria Alfonso III d’Aragona. La cappella custodisce una preesistente icona della Vergine col Bambino, pregiata opera di scuola umbro-senese.Al confine tra il territorio di Trevi e di Guarcino è situato l’arco di Trevi, un’affascinante opera

Page 37: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|37

megalitica risalente al III secolo a.C. Sulla sua vera funzione sono state formulate varie ipotesi e la sua storia è avvolta nel mistero. Una costruzione massiccia ed imponente, che si staglia all’improvviso nel bel mezzo del bosco, che suscita timore e riverenza nei confronti dei passanti.Allontanandosi ancora di più dalla città ci si

imbatte nella cascata di Trevi, posta poco prima del punto di confluenza del Simbrivio con l’Aniene, presso l’Area Archeologica di Comunacque (ad comune aqua) da cui prende il nome. Da molti è considerata come il sito dove furono realizzate le prime opere per la captazione delle acque dell’Aniene, meglio conosciuto come l’acquedotto

Piazza Santa Maria Maggiore.

Gruppo Marmoreo di Scuola Berniniana. Organo seicentesco nella chiesa Collegiata di Santa Maria.

Page 38: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

dell’Anio Novus, tra i più importanti dell’antica Roma per la quantità e qualità delle acque.Questo spettacolo naturale può essere definito una delle meraviglie dei Simbruini, un angolo di paradiso naturale che si apre agli occhi del visitatore. Dopo aver udito, nel silenzio, il fragoroso rumore dell’acqua che scorre e che sembra avvicinarsi sempre di più, quasi d’improvviso, ci si imbatte nell’inedito scorcio.Qui si trovano, ancora visibili, gli antichi ruderi di una villa e le imponenti opere idrauliche, realizzate con blocchi megalitici di tipo quadrato, risalenti, con ogni probabilità all’epoca dell’imperatore Claudio (304 a.C). L’area di Comunacque ha ospitato, inoltre, uno dei sette castelli di Trevi nel Lazio, nonché il primo monastero fondato da San Benedetto da Norcia. Trevi è infatti una delle tappe del Cammino di San Benedetto.

Le tracce del passaggio dei Romani sono visibili in diversi punti della città e sono testimoniate da alcuni reperti archeologici. Sono stati rinvenuti sette capitelli con palmette a quattro facce, verosimilmente parte della decorazione di un gigantesco tempio e un ricco deposito votivo risalente al III secolo a.C.

Per approfondimenti è possibile visitare la pagina dedicata a Trevi nel Lazio sul portale Italia Virtual Tour trevinellazio.italiavirtualtour.itNon vi resta altro che partire alla scoperta di Trevi! E mi raccomando non dimenticate di fare una sosta per gustare i piatti tipici ciociari come le Sagne con i fagioli.

L’arco di Trevi, un’affascinante opera megalitica risalente al III secolo a.C.

La cascata di Trevi presso l’Area Archeologica di Comunacque.

Page 39: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|39

Trevi nel Lazio rappresenta un ottimo punto di partenza per escursioni nel Parco Regionale dei Monti Simbruini e nella zona degli Altipiani di Arcinaz-zo; facilmente raggiungibili sono le stazioni sciistiche Campo Staffi, Campo Catino e Monte Livata.

Da Trevi nel Lazio a Filettino

Un secondo itinerario parte da Trevi per raggiungere Filettino e copre una distanza di poco più di dieci chilometri. Filettino presenta un borgo caratteristico di origine medievale e deve la sua fondazione alle guerre ed alle violenze che interessarono questo territorio dopo la caduta dell’Impero Romano. Il centro abitato infatti sorge in altura, proprio perché da qui era più facile la difesa. Il suo nome deriverebbe dalla particolare forma del borgo sviluppatosi in lunghezza, ma limitato in larghezza: ovvero “in fila”. Filettino è la meta ideale per il turismo invernale. La vicinanza dei modernissimi impianti sciistici di Campo Staffi, sul Monte Cotento, fanno di Filettino una delle mete frequentate dagli amanti dello sci. Ma questi luoghi mostrano il loro fascino anche nei periodi più caldi dell’anno.

Da Trevi nel Lazio agli Altipiani di Arcinazzo

Allontanandosi da Trevi per circa sette chilometri è possibile raggiungere gli altipiani di Arcinazzo. Un’oasi verde, una vasta area di prato adibito per lo più a pascolo che nel fine settimana si trasforma nella cornice ideale per un pranzo all’aria aperta. Nei pressi degli altipiani sono situati i resti della villa di Traiano, in perfetto stile imperiale, di cui si può intuire l’antica struttura costituita da un impianto termale, da un impianto sportivo e una grande piscina di forma ovale, dal diametro maggiore di cento metri. Tra i boschi e i prati, si respira l’aria autentica e il fascino un po’ selvaggio di un luogo lontano dai più noti itinerari turistici che, fin dall’epoca romana, ha entusiasmato grandi e piccoli, plebei e imperatori.

ITINERARI CONSIGLIATI

1

2

Page 40: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

IL SUD DEGLI STATI UNITI D’AMERICA H

UM A N

BLUES &

Veduta diurna della famosissima Beale Street di Memphis, dove si concentrano i più famosi locali musicali.

Page 41: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

Un viaggio nel Sud degli Stati Uniti, attraverso Louisiana, Mississippi,

Tennessee, Alabama, Kentucky, North Carolina e Georgia, alla scoperta delle radici

della musica afroamericana e dei movimenti per i diritti civili, che negli anni Sessanta hanno cambiato

la storia. Un percorso attraverso città meravigliose dal profumo esotico ed esoterico, guidando inaspettatamente

su strade incantate, gustando prodotti locali che nulla hanno a che vedere con la standardizzazione americana del gusto. Un viaggio che ha il sapore della scoperta, dove ogni giorno la strada riserva una sorpresa curva dopo curva.

Un itinerario che, oltre alle infinite strade

rettilinee, riserva tortuosi percorsi su “fumose” montagne che sono

un vero paradiso per i motociclisti.

RIGHTS

IL SUD DEGLI STATI UNITI D’AMERICA

H

UM A N

|41

BLUES &

Page 42: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

USA

• A CURA DI DAVIDE CORDELLA

|42

Negozio per turisti specializzato in... pratiche voodoo! Anche se il tutto è messo in chiave scherzosa, i riti magici di origine creola sono ancora radicati nella cultura della gente del sud.

New Orleans

Arrivati a New Orleans la prima cosa che facciamo è, ovviamente, ritirare le moto. Per questa avventura on the road ci siamo affidati alle buone mani di EagleRider. Sbrigate le

velocissime pratiche di noleggio, inforchiamo le moto: prestanti Harley Davidson Street Glide, altri bicilindrici di Milwaukee e una fiammante Indian Roadmaster ci accompagneranno alla scoperta di New Orleans.

Chi fa visita per la prima volta alla principale città dello Stato della Louisiana non può esimersi da una passeggiata per il French Quarter, il più antico nucleo della città, fondato nel 1718 da Jean-Baptiste Le Moyne de Bienville. Anche se viene chiamato “quartiere francese”, la maggior parte delle costruzioni attuali fu realizzata dagli spagnoli in stile coloniale. Il fulcro dell’intero distretto, classificato come National Historic Landmark, è senza ombra di dubbio Bourbon Street, con i suoi bar e pub che la sera si animano al ritmo della musica blues, jazz e rock creando un’atmosfera unica nel suo genere. In posizione dominante in Jackson Square si trova la St. Louis Cathedral. Fondata tra il 1789 e il 1794, è la più antica cattedrale cattolica in uso di tutti gli Stati Uniti d’America. I suoi tre campanili torreggiano sulla verde piazza, con al centro la statua equestre in bronzo del generale Andrew Jackson, che pare indicare le gallerie in ferro battuto del famoso Pontalba Buildings, realizzate in puro stile parigino. Tanti artisti espongono le proprie opere tutt’intorno a Jackson Square, appendendo quadri lungo la bella cancellata che circonda i giardini. Per un momento abbiamo un déjà-vu e ci sembra di passeggiare per la piazzetta degli artisti di Montmartre a Parigi.

Il caldo umido ci riporta immediatamente in Louisiana e veniamo attratti dal rumore di un battello a vapore: è lo Steamboat Natchez, caratteristica imbarcazione mossa da affascinanti pale. Offre saloni eleganti dove pranzare durante una crociera attraverso il fiume Mississippi, ascoltando buona musica jazz suonata da orchestrine locali. Peccato che il fiume sia ormai

divenuto un grosso snodo commerciale; tra chiatte e zone industriali, ha ben poco di romantico. Ma, con un po’ di immaginazione, chiudendo gli occhi, si può sentire il fiume “sussurrare” come decritto da Mark Twain ne Le avventure di Huckleberry Finn.Proseguendo per le viuzze del French Quarter, tra negozi di antiquariato, caffè con sontuosi giardini interni e negozi di magia nera, si trovano non solo souvenir per turisti, ma anche oggetti e “ingredienti” per praticare le arti esoteriche del vudù. Approfittiamo di una bella giornata per fare due passi fino a Congo Square, che in passato si chiamava Places des Nègres. Qui gli schiavi si ritrovavano per lasciarsi andare in magici rituali, danze sfrenate e canti, celebrando il vudù e contemporaneamente contribuendo alle origini alla musica jazz.Questi sono luoghi pregni di fascino e mistero, il fascino di rituali antichi che si intrecciano a un percorso storico complesso e che, assieme alla straordinaria musicalità degli afroamericani, hanno reso New Orleans una città davvero magica.

Page 43: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|43

Negli USA il lavoro di billboard man è ancora molto diffuso: i classici uomini con un cartello in mano o addosso che pubblicizzano le più svariate cose. Nel French Quarter un uomo di colore indica la direzione per un cigar shop.

Magia nera a New Orleans

L’anima black di New Orleans è intrisa di riti vudù, dove magia e vecchie tradizioni si fondono con la religione e con danze propiziatorie, riconducendo quest’affascinante e unica città del Sud degli Stati Uniti alle proprie origini africane. Per comprendere il cuore esoterico di New Orleans bisogna tornare indietro di qualche secolo, al tempo delle deportazioni degli schiavi neri dall’Africa verso la Louisiana. Gli schiavi, in seguito ai disordini avvenuti nelle isole caraibiche in cui erano stati condotti in precedenza, furono portati a New Orleans, e qui col tempo la cultura profondamente cattolica fu permeata dai riti e dalle tradizioni africane, dando così origine al vudù. La regina del vudù è, senza dubbio, Marie Laveau, una semplice parrucchiera mulatta venerata ancora oggi al pari di una santa. La sua vasta conoscenza dei più antichi riti vudù l’ha fatta entrare nella storia e anche nella leggenda: la donna preparava filtri e pozioni, amuleti e perfino le tanto temute bamboline, utilizzate per fare del male alla persona per cui venivano create. La sua morte, avvenuta nel 1881, si ammanta di mistero e c’è chi giura, ancora oggi, di vederla camminare e praticare riti magici nel quartiere francese. La sua tomba è nel suggestivo, inquietante, macabro e affascinante St. Louis Cemetery n. 1, proprio accanto al French Quarter, ed è ancora oggi meta di pellegrinaggi e oggetto di preghiere e offerte votive.

Il posto più adatto per conoscere appieno l’esoterismo e la magia nera di New Orleans è il Museo storico dedicato al vudù, ovviamente anch’esso nel French Quarter, al numero 724 di Dumaine Street. Amuleti, croci e le immancabili bamboline con gli spilloni conficcati sono i protagonisti assoluti, ma non mancano anche altri elementi quali altarini, barattoli contenenti insetti, candele con la cera che cola e i gris-gris, amuleti con la polvere per incantesimi, declinata in tante diverse varietà. Anche qui si nota la presenza della regina del vudù Marie Laveau, con la collezione di oggetti e paramenti per rituali esoterici che le appartenevano. In un breve documentario sulla storia dei rituali vudù, scopriamo che la St. Louis Cathedral non è rimasta immune all’influenza della cultura creola. La cattedrale, edificata sulle fondamenta di due chiese andate distrutte durante un pauroso incendio, e già questo basterebbe per

renderla un luogo suggestivo, ha ospitato non solo riti prettamente cristiani, ma anche rituali di origine creola, che possono essere considerati la vera origine dei riti vudù. La stessa Marie Laveau partecipava con i suoi seguaci a queste funzioni all’interno della cattedrale. Il vudù è entrato a far parte della vita quotidiana degli abitanti di New Orleans, e lo dimostrano alcuni negozianti di Bourbon Street, ben disposti a mostrare alcuni semplici rituali magici.Uomini di colore con in mano cartelli con la scritta “Cigar” ci riportano alla storia di questi luoghi: storia di campi di tabacco e cotone, di schiavi e dei loro sogni di libertà. Visitiamo alcuni Cigar shop, dove il profumo acre del tabacco fresco si fonde al fumo dei sigari fumati con regale maestria da turisti di ogni dove e da clienti locali, accomunati dalla passione per le foglie arrotolate di tabacco pregiato. Ma la cosa che più colpisce di tutto il French Quarter è la musica. Musica suonata nei bar, agli angoli delle strade, nei ristoranti, nei jazz club.

Page 44: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

USA

|44

Impossibile citare tutti i luoghi dove la musica la fa da padrona, perché qui a New Orleans la musica è ovunque. In questo crogiolo di razze e culture, la musica afroamericana ha trovato il terreno ideale per espandersi, trasformarsi e fondersi continuamente con numerosi generi musicali, creandone costantemente di nuovi. Corpulenti jazzisti di colore soffiano, con guance tese, dentro trombe e tromboni, mani volano su tastiere di vecchi pianoforti, larghe spalle sostengono enormi contrabbassi, ditali infilati in tutte le dita “grattano” su washboard nate per fare il bucato e chitarre indiavolate regalano emozioni a non finire.

Il profondo Sud e la musica afroamericana

Gli schiavi, appartenenti a centinaia di gruppi etnici provenienti dall’Africa sub-sahariana e occidentale, portarono con sé tipiche canzoni polifoniche. Il grande risveglio degli anni Trenta dell’Ottocento condusse alla nascita di un fondamentalismo afroamericano nelle piantagioni di cotone. I ritmi derivati dalla cultura africana furono ripresi in canti spiritual e in vari aspetti della musica cristiana. In realtà, molte di queste canzoni non erano altro che messaggi in codice per sovvertire il potere patronale sugli schiavi. Già nel XIX secolo l’influenza degli afroamericani nel panorama musicale americano si fece sentire con l’avvento degli spettacoli detti Blackface Minstrel, dove attori bianchi con volti dipinti di nero interpretavano gli afroamericani. Sebbene questi spettacoli da un lato fossero razzisti, dall’altro furono capaci di svelare agli americani gli aspetti tipici della cultura popolare dei neri d’America.

Negli anni a venire, dopo la guerra civile americana, il banjo divenne uno strumento popolare e la diffusione della black music continuò grazie anche ad artisti come i Fisk Jubilee Singers, che già nel 1871 iniziarono il loro primo tour. Altri artisti contribuirono a rivoluzionare tale musica, tant’è che alla fine del XIX secolo la musica afroamericana era già parte integrante della cultura popolare americana, con performer latino-americani e bianchi di jazz e blues. Sempre di pari passo con i movimenti per i diritti civili, la musica nera fu spesso rivisitata pesantemente per il pubblico bianco, il quale non accettava

Page 45: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

principale della zuppa. La varietà della cucina tipica di questi luoghi è incredibile ed è per questo che nella grande food county che sono gli Stati Uniti d’America, questa parte di Sud si è ritagliata un posto speciale. Dopo l’ottima cena ci concediamo una bella serata all’insegna della buona musica, suonata da veri artisti, nei locali che hanno segnato la storia del French Quarter e di questa magica città.

The National WWII Museum

È mattina quando ripartiamo con le nostre cavalcature e, dopo pochi isolati, ci imbattiamo in una grande scheggia d’acciaio proveniente da quelle che furono le Twin Towers di New York. Questo cimelio dal grande significato umano è posto proprio fuori il toccante The National WWII Museum. Pur non avendo combattuto la guerra direttamente sul proprio territorio, gli statunitensi

sono riusciti a realizzare un eccezionale museo della Seconda guerra mondiale. Difficilmente in Europa se ne può trovare uno al pari di questo. Si può discutere all’infinito sulla visione americana dei conflitti, ma già solo l’ingresso a questo museo è di forte impatto, con aerei appesi che sembrano volteggiare sopra la testa e mezzi da sbarco che paiono pronti all’attacco. Lungo il percorso, appoggiando sui pannelli la tessera che viene consegnata all’ingresso, si ascoltano le storie e le testimonianze delle persone che quella

|45

Statua in cartapesta all’interno del Mardi Gras World, il museo del carnevale di New Orleans, situato sulle sponde del Mississippi River.A sinistra: l’impressionante ingresso del The National World War II Museum a New Orleans.

musicisti di colore. Nacquero così generi musicali nuovi, quali lo swing e altre derivazioni basate sul jazz pop. Musical interamente neri cominciarono a sbarcare, non facilmente, a Broadway e intorno al 1940 le cover delle canzoni afroamericane iniziarono ad avere una grande diffusione, scalando le classifiche. Pian piano si stava sviluppando un nuovo genere, chiamato rock ‘n’ roll, con esponenti del calibro di Little Richard e Jackie Brenston. A seguire nacque il rockabilly con Bill Haley, e artisti come Chuck Berry e Bo Diddley ebbero un enorme successo. Lo spartiacque nella musica americana che segnò l’accettazione di gusti musicali al di là di barriere etniche fu senza dubbio Elvis Presley. Da lì in poi generi come il blues, il gospel, la soul music e il surf rock cominciarono a invadere il mondo grazie anche ad artisti come Sam Cooke, Diana Ross e Aretha Franklin. Il British blues, rivisitato oltreoceano, tornò indietro con la British invasion grazie ai Beatles, che con la loro musica mescolavano il rhythm and blues, il blues e il pop. Tra i neri si sviluppò il funk, inventato si dice da un certo James Brown, mescolando musica psichedelica e heavy metal. La musica tra i neri divenne sempre più intelligente e dal forte contenuto sociale. Negli anni Settanta Gloria Gaynor e Kool & the Gang si contrapposero a generi come il country, il punk rock e l’heavy metal, divenuti preferiti da ascoltatori “bianchi”. A seguire fece capolino il genere hip hop con influenze giamaicane, come pure il reggae, fino ad arrivare agli anni Ottanta con i suoi artisti black pop, come Michael Jackson, Lionel Richie, Whitney Houston, Prince. Negli anni Novanta si ebbe l’esplosione dell’hip hop e del rap, che mutarono nell’R&B e in un’infinità di declinazioni musicali fino ai giorni nostri. Il tutto nacque da una minoranza etnica che nelle piantagioni di cotone cantava canzoni di protesta. Un esempio di come l’arte riesca ad abbattere barriere inossidabili come il razzismo. Ma New Orleans è anche buon cibo e cucina creola, nata da un mix di cucina francese, spagnola, portoghese e italiana, unita alla cucina dei nativi americani e alle immancabili influenze africane. In un bel ristorante in stile coloniale assaggiamo il famoso Gumbo, la tipica zuppa fatta con riso e condimenti vari tra i quali granchi e gamberi del golfo del Messico. Il suo nome si deve a una pianta originaria dell’Africa tropicale e coltivata nei Paesi caldi, la pianta Okra, che qui viene appunto chiamata Gumbo, e che è l’ingrediente

Page 46: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|46

guerra l’hanno combattuta. Lo sbarco in Sicilia è ambientato con incredibile realismo, così come veritiera è la ricostruzione delle case italiane dell’epoca o dei boschi innevati in Germania, il tutto con suoni e luci che riproducono l’ambiente e la guerra. Vi sono cimeli di ogni tipo e di ogni esercito, ma la cosa che più colpisce è lo straordinario filmato presentato da Tom Hanks dal titolo Beyond all boundaries, un viaggio in 4D attraverso la guerra che ha cambiato la storia, che considera ogni soldato caduto come un essere umano morto. Se c’è una cosa in cui gli americani sono davvero bravi è proprio rendere i musei pieni di passione.

Usciti dal museo, il sole è ancora alto e approfittiamo per un giro in moto nei dintorni della città. Un passaggio dal cimitero monumentale è d’obbligo, come pure tra i quartieri cosiddetti “poveri”, dove vive la popolazione locale che è tornata ad abitare la città dopo la tragedia dell’uragano Katrina. Percorrendo il lungofiume Mississippi siamo attirati da una vecchia fabbrica con alte ciminiere,

completamente abbandonata: il cancello è aperto e ci infiliamo dentro, facendo vibrare con il borbottio del motore quei pochi frammenti di vetro rimasti attaccati alle finestre. Le cicatrici che l’uragano ha lasciato sono ancora molto evidenti, nonostante siano passati dieci anni. Guidare la moto per questi posti abbandonati nella periferia di New Orleans è come vivere dentro un film dove si è parte integrante della sceneggiatura. Interi quartieri sono stati ricostruiti e la vivacità del French Quarter contrasta con le case sgangherate e rattoppate alla meglio qui nella periferia. Poco distante sorge il museo dedicato al Mardi Gras (“martedì grasso”, in francese), pressappoco l’equivalente del nostro carnevale, solo che qui è considerato un evento eccezionale, ricco di celebrazioni condite con lo stile, la musica e la cultura esoterica di questa città unica. Visitiamo il museo, che Katrina aveva completamente distrutto, e ammiriamo le sue incredibili strutture in cartapesta e i costumi originali. Essendo situato proprio lungo il fiume, ne approfittiamo per una passeggiata sotto i grandi ponti in ferro, sospesi su

Page 47: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|47

Sopra: la moto del nostro viaggio, una bellissima Street Glide nero opaco 2015.Sotto: molti sono i musicisti che arrivano a New Orleans in cerca di successo o semplicemente un ingaggio in qualche locale, ma non tutti ci riescono...

enormi pilastri in cemento che sprofondano nelle torbide e turbolenti acque. Tornati pian piano tra i sobborghi che, seppur in cattivo stato, rendono l’atmosfera davvero particolare, sostiamo per almeno dieci minuti davanti a un passaggio a livello aperto, mentre passano centinaia di vagoni di un interminabile treno.

Tutto qui attorno ci parla di America, non quella classica da pop-corn e patatine; l’altra faccia dell’America, quella con il lato umano e meno luccicante, quello del Sud, quello vero.Per la sera decidiamo di lasciare riposare le nostre moto e prendiamo il simpatico tram, che in pochi minuti ci porta nel French Quarter. Stare a stretto contatto con la popolazione locale ci permette di vivere la città non come turisti ma come ospiti. Dopo una squisita cena creola, approfittiamo della bella serata per ascoltare ancora tanta buona musica, incantati da musicisti virtuosi. New Orleans ti strega con la sua vivacità e la sua povertà. Mentre torniamo in albergo a piedi notiamo un homeless di colore che dorme seduto su di una panchina, appoggiato alla sua chitarra: un’immagine che tanto dice su New Orleans, dove allegria e divertimenti si fondono con povertà, barriere sociali e sogni perduti.

In viaggio: da New Orleans a Clarksdale

La mattina seguente ha inizio il viaggio vero e proprio. Superato l’aeroporto, la strada è sospesa su piloni e attraversa la laguna circostante per miglia e miglia. Tutt’attorno si stagliano solo acqua e paesaggi lacustri. Le uniche forme di vita che riusciamo a scorgere sono gli uccelli che di tanto in tanto volano sopra le nostre moto, anticipando il nostro percorso come fossero dei navigatori. Puntiamo le forcelle sulla Highway 61, la “Blues Highway”, che segue il corso del fiume Mississippi e che per questo è anche chiamata “Great River Road”. Facciamo sosta a Baton Rouge, la capitale amministrativa dello Stato della Louisiana, che deve il suo nome a un cipresso sul quale le popolazioni locali appendevano pesci e selvaggina appena pescati e cacciati, che coloravano i rami di rosso con il proprio sangue (in francese significa, per l’appunto, “bastone rosso”). Baton Rouge vide un incredibile aumento della popolazione nei giorni che seguirono l’uragano Katrina, mettendo

Page 48: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

USA

in crisi il sistema scolastico e le strutture della città. Si conta che in pochi giorni la sua popolazione crebbe di ben duecentosessantamila persone. Baton Rouge è sede della più grande università afroamericana degli Stati Uniti. Il lungofiume è ordinatamente disseminato di vecchie ville precedenti alla Guerra di secessione. Una passeggiata mattutina nel Downtown è l’ideale per sgranchirsi le gambe dopo le prime miglia in moto. Con caffè alla mano, in perfetto stile americano, costeggiamo la cancellata dei bellissimi giardini presso l’Old State Capitol, l’antico campidoglio, costruito in stile revival gotico. Arrivati sul

lungofiume notiamo che vi è attraccata una vecchia nave da guerra. È la USS Kidd, un cacciatorpediniere che è stato trasformato in museo. La struttura adiacente sulla terraferma, anch’essa parte del museo, ospita una grande lastra di granito nero su cui sono scolpiti i nomi dei soldati caduti. La nave deve il proprio nome all’ammiraglio Kidd, primo ufficiale americano ucciso nella Seconda guerra mondiale, sul ponte della nave Arizona, a seguito dell’attacco giapponese di Pearl Harbor nel 1941. Rinvigoriti dal lunghissimo caffè, riprendiamo la Highway 61, che scorre veloce tra acquitrini e campi di cotone. Dalla radio della Street Glide

Page 49: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

L’ingresso dello Shack Up Inn a Clarksdale albergo unico nel suo genere: le camere sono ricavate dalle baracche dei lavoratori di una vecchia piantagione di cotone. ristrutturate, con aria condizionata, bagno interno, macchina del caffè, frigorifero e microonde, per offrire comfort ed autenticità.

ascoltiamo vecchi blues che le emittenti locali trasmettono in continuazione. In poco tempo oltrepassiamo il confine di Stato: siamo in Mississippi, e la bella Natchez ci accoglie con i vecchi palazzi dei ricchi proprietari di piantagioni. Natchez, che deve il suo nome alla tribù dei nativi americani di queste terre, ha una ricca storia: è stata per lungo tempo la capitale dello Stato del Mississippi, ed era il capolinea meridionale del Natchez Trace Parkway, il percorso attraverso i boschi segnato dai nativi americani, utilizzato poi dai coloni per portare le merci da e per Nashville, in Tennessee. Oggigiorno il Natchez Trace Parkway ripercorre parti originali del vecchio tracciato.

La città ha avuto un lento e inesorabile declino con l’avvento della ferrovia, che ha sostituito il trasporto su battelli a vapore, ma ha conservato il fascino di vecchia città coloniale e, non a caso, si trova lungo la Blues Highway. Lasciamo scorrere la moto lungo la discesa che porta sul lungofiume e, tra moderni locali e un vecchio battello a vapore che funge da casinò, preferiamo fermarci in un vecchio e malandato locale. Sembra un museo della musica ed è completamente attrezzato per la serata musicale. Pranziamo sotto al portico che si affaccia sul grande fiume, godendo della pace e dell’armonia che questi posti sanno regalare; ci piacerebbe rimanere in questo luogo, dove sembra

Page 50: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|50

Il crossroads tra la Highway 61 (la strada del blues) e la Highway 49 a Clarksdale.

che il tempo si sia fermato a cento anni fa, ma c’è ancora tanta strada da percorrere.Le miglia scorrono lente, alternando piatti paesaggi di pianura a vecchie cittadine che paiono più che altro città fantasma. Eppure, dietro le vecchie finestre sgangherate consumate dal sole del Sud, si cela una vita inaspettata, fatta della passione per la musica e di vita sociale. Il Mississippi scorre inesorabile al di là degli argini, mentre a ogni sosta ci sentiamo viaggiatori nel tempo con le nostre rombanti motociclette. Attraversiamo ancora campi di cotone e granoturco e lievi pendii alternati a pianure sconfinate. Superiamo Vicksburg, teatro della celebre battaglia della guerra civile americana e, al sopraggiungere del tramonto, i cartelli ci avvertono che siamo arrivati a Clarksdale, meta di questa nostra giornata di viaggio. Non ci dirigiamo subito in città ma verso la periferia dove, oltre una vecchia ferrovia abbandonata, si scorge l’insegna arrugginita dello Shack Up Inn, l’albergo più incredibile che si possa trovare. Tutte le camere sono costruite con materiali di recupero, come travertini e legno provenienti da vecchie ferrovie, lamiere ondulate, fanali di auto, portiere di camion, cerchioni, bottiglie di vetro e vecchie pompe di benzina; le pareti sono realizzate con vecchi cartelloni pubblicitari in ferro. Tutto è vecchio e arrugginito, ma il risultato finale dà un’incredibile sensazione di comodità e bellezza. Le casette sono disseminate intorno a una grande piazza erbosa, adorna di alberi assemblati con

metallo e vecchie bottiglie di vetro verde; vecchi pick-up abbandonati regalano il fascino della Beat generation poetizzata da Jack Kerouac. In posizione dominante c’è un vecchio granaio, molto alto, che ospita il grande palco per i concerti, la reception e il ristorante. Prendiamo possesso delle camere e ci accorgiamo che ogni abitazione è dotata di ogni comfort. Ci sono la cucina e l’aria condizionata, il salotto e la veranda. Tutto in stile molto, diciamo, vintage. Alcune casette sono fornite di pianoforte

Page 51: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

riciclato, proveniente da vecchie casse e non c’è un listello che abbia lo stesso colore di un altro. Ci riposiamo nella veranda sul retro, separata da una zanzariera fatta con una vecchia rete da letto, dondolandoci sulla sedia a dondolo e guardando le stelle e la luna che illuminano questo giardino unico. Ci riuniamo tutti per cena nel granaio: un’esplosione barocca del modernariato a stelle e strisce! Vecchie targhe e luci al neon adornano ogni angolo del locale. Antichi distributori di sigarette si fondono su calandre di Ford Mustang, con meccaniche di pianoforti appese alle pareti. Un vero e proprio juke joint, i locali-baracca dove all’inizio dell’emancipazione gli afroamericani si ritrovavano per ballare e suonare.Le bevande sono servite nei vecchi vasetti di vetro che i contrabbandieri usavano per trasportare il loro moonshine, il liquore a base di poltiglia di mais, il più delle volte distillato in modo illegale.Sul grande palco si alternano vari artisti: abbiamo

la sensazione che chiunque voglia esibirsi lo possa fare nel più semplice dei modi, come se si trovasse con gli amici di sempre. Un posto davvero unico, questo Shack Up Inn. Ci troviamo nel delta del Mississippi, un luogo che secondo la Mississippi Blues Commission rientra tra i più importanti del Mississippi Blues Trail. Siamo nella città che ha dato i natali ad artisti del calibro di Sam Cooke e John Lee Hooker e non possiamo esimerci da una visita serale alla patria del blues.

|51

In moto sotto al Crossroads di Clarksdale, detto anche “Devil’s Crossroads”. La Leggenda, infatti, narra che il musicista Robert Johnson abbia venduto qui l’anima al diavolo in cambio della capacità di suonare il blues.

L’ingresso del Delta Blues Museum a Clarksdale, il primo museo al mondo sulla musica blues.

Insegna luminosa fuori dal Ground Zero Blues Club.

e altri strumenti musicali, come banjo e chitarre. Tutto è d’epoca, e i vecchi frigoriferi americani e le caratteristiche ghiacciaie qui fungono da armadi. Parcheggiamo le moto proprio davanti all’ingresso delle abitazioni, sotto un vecchio lampione che emana una luce giallognola in grado di rendere l’ambiente ancora più suggestivo. La doccia è rivestita di lamiera ondulata, come anche il soffitto, i cui buchi sono tappati con vecchie targhe automobilistiche. Le pareti sono in legno

Page 52: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|52

In qualche minuto si arriva al leggendario Crossroad, crocevia tra la Highway 61 e la Highway 49, dove la storia vuole che il chitarrista, leggenda del blues, Robert Johnson abbia venduto l’anima al diavolo affinché gli concedesse di suonare in quel modo. Il crocevia è commemorato da un alto palo sul quale svettano tre immense chitarre blues di colore azzurro, sormontate dalle insegne delle due leggendarie Highway 61 e 49. Scattiamo le foto di rito direttamente dalla moto e ci dirigiamo verso il Downtown di Clarksdale.

La città, così come il resto dei paesi attraversati quest’oggi, nel buio della notte dà l’impressione di essere una ghost town: non c’è nessuno in giro e le costruzioni sembrano abbandonate. Ogni tanto passano una vecchia Buick o un vecchio pick-up sgangherato a passo d’uomo, che con un lieve rumore rompono il silenzio assoluto. L’aspetto spettrale della città rende ancora più sorprendente lo spettacolo che si apre ai nostri occhi non appena

varchiamo la soglia di quello che era un vecchio magazzino di cotone dei primi del Novecento. Siamo al Ground Zero Blues Club, juke joint di proprietà dell’attore Morgan Freeman. Un locale incredibile, sia per la location sia per l’arredamento che contiene ogni sorta di memorabilia. Purtroppo hanno appena finito di suonare.

Ci spostiamo nella strada parallela, dove si scorge qualche auto parcheggiata tra la desolazione assoluta: raggiungiamo il Club 2000, altro blues club che, a dispetto della desolazione esterna, è pieno di vita. Un’orchestra sta suonando i suoi ultimi pezzi e approfittiamo per scambiare quattro chiacchiere con la gente del posto. È incredibile: sono tutti musicisti e trasmettono un’energia e una passione inimmaginabile. Torniamo alla nostre capanne illuminate dalla luna, avvolti dal silenzio assoluto che nasconde la grande forza e l’anima di questi posti e della gente del Sud. La mattina seguente facciamo quattro passi nei dintorni per

Page 53: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|53

Una Indian Roadmaster e tre Harley Davidson parcheggiate di fronte al Ground Zero Blues Club, il juke joint di proprietà di Morgan Freeman e Bill Luckett a Clarksdale, Mississippi.

ammirare questo particolare albergo dal vicino campo di cotone, tagliato in due da vecchie rotaie arrugginite. La pace è rotta solo talvolta da piccole folate di vento che fanno muovere le dodici pale arrugginite di un vecchio mulino a vento, producendo un rumore di sferragliamento che si fonde con il cinguettio degli uccelli e il frinire dei grilli. Irrompiamo in questa pace campestre accendendo il V-Twin delle Harley Davidson e ci dirigiamo verso il Downtown per visitare il Delta Blues Museum. Il museo è stato costruito per raccogliere, conservare e rendere accessibile la memoria storica del blues. Al suo interno vi sono tanti cimeli e reperti legati al blues e ai suoi interpreti, e contiene anche la baracca dove ha vissuto la leggenda del blues Muddy Waters durante la propria gioventù. Sono tanti gli artisti internazionali legati a questo museo, e in particolare il frontman degli ZZ Top Billy Gibbons, che ha contribuito alla sua realizzazione. Durante la visita ripercorriamo la storia del

blues attraverso i suoi personaggi più famosi e riusciamo a comprendere le ragioni sociali e storiche che ne hanno condizionato l’evoluzione. Inizialmente il museo era ospitato in piccole sale. Oggi, invece, ha sede permanente nella biblioteca comunale di Clarksdale, un vecchio magazzino in mattoni rossi del Novecento, proprio di fronte al Ground Zero Blues Club. Ne approfittiamo per bere un caffè comodamente seduti al sole, prima che le temperature diventino roventi, su un vecchio sedile d’auto che funge da poltrona fuori dell’ingresso del locale.Prima di lasciare questa patria del blues ci concediamo una sosta per visitare il Red’s Lounge, ultimo juke joint del nostro viaggio; un locale dall’anima blues autentica, dove non si parla e non si usa il cellulare, si ascolta solamente. Il Red’s Lounge ci lascia sognare a occhi aperti mentre puntiamo le forcelle in direzione Tennessee.

Page 54: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

USA

|54

Sopra: la tomba di Elvis Presley nel giardino della maestosa dimora-museo a Graceland.Sotto: l’insegna originale del tristemente noto Lorraine Motel: evocativa la scritta “I have a dream” con la firma “MLK”.

Verso il Tennessee: Memphis e Graceland

Percorriamo la Highway 61 in direzione nord, oltrepassiamo Tunica e proseguiamo fino a incontrare una strada che è tutto un programma: la Elvis Presley Boulevard. Se si viene a Memphis non si può rinunciare a una visita a Graceland, la sontuosa casa-museo di Elvis Presley.Spegniamo i motori davanti al civico 3734 ed entriamo in quella che è la residenza più visitata negli Stati Uniti dopo la Casa Bianca a Washington DC. Si passa così, in poche ore e poche miglia, dai vecchi e originali juke joint all’immagine iconografica dello star system americano. Ma nonostante Graceland trasudi business da ogni dove, una visita con audioguida alla residenza di The King è un’esperienza affascinante. Mentre camminiamo per le sale dove Elvis ha vissuto con la sua famiglia, si ascoltano le canzoni che hanno sempre fatto da colonna sonora alla nostra vita. Solo che qui hanno un aspetto più famigliare, e fanno capire che dietro la star c’era un uomo (più o meno) come tutti gli altri. Passiamo nella sala della musica fino alla famosa “Jungle Room”, dove il re del rock fece installare addirittura una cascata vera. Questa sala, che riproduce una giungla, fu trasformata in studio di registrazione per gli ultimi due album del re del rock. Vi è poi la sala della TV, dove Elvis guardava anche tre televisori contemporaneamente, sintonizzati su canali differenti, e poi un lunghissimo corridoio che pare d’oro dove sono conservati tutti i dischi d’oro vinti dal cantante di Memphis. Soffermandosi sui particolari ci si rende conto di quanto Elvis abbia contribuito alla storia della musica e di quanto tutt’oggi se ne possa rilevare l’influenza. È incredibile come alcuni pezzi vengano passati dalle radio moderne apparendo così attuali. La stanza dei trofei è immensa e vi sono anche i suoi famosi vestiti di scena. Il piano superiore, con la suite personale e il bagno dove fu ritrovato morto il 16 agosto 1977, non è visitabile, alimentando così le leggende sulla sua dipartita. A sfatare ogni dubbio si può semplicemente dire che Elvis al momento della sua morte pesava centocinquantotto chili e che la sua obesità è stata una concausa della morte, avvenuta per infarto. Nel “giardino della meditazione” sul retro, dietro la bella piscina e una fontana circondata da una bella ringhiera in ferro, vi è la tomba del re Elvis

Page 55: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

Aaron Presley, dei suoi genitori e della nonna, oltre a una targa commemorativa del fratello gemello di Elvis, morto alla nascita. La tomba è luogo di pellegrinaggio di milioni di fan e, mentre la contempliamo, assistiamo all’esibizione di un visitatore, sosia di Elvis, che canta una sua canzone sulla sua tomba.Dall’altro lato della strada, al di là della bella cancellata con le note musicali, vi è il museo dei mezzi di locomozione di Elvis, che contiene le macchine e sopratutto le moto di cui era molto appassionato. Vi sono anche i suoi due aeroplani personali, oltre a un fast food e all’immancabile negozio di souvenir. Il tutto appare un po’ troppo commerciale secondo i nostri gusti, ma questa è l’America, con tutte le sue contraddizioni.Lasciamo Graceland con la stupenda voce di Elvis che esce dalle casse della Street Glide e ci dirigiamo nel Downtown di Memphis. Questa stupenda cittadina del Tennessee è un’altra incredibile culla di vari generi musicali. Ma è anche ricca di storia e di avvenimenti legati ai movimenti culturali per i diritti civili americani e, purtroppo, anche luogo di tragici eventi che hanno segnato profondamente l’emancipazione sociale dei neri sui bianchi. Ci dirigiamo verso Mulberry Street, al Lorraine Motel, dove il 4 aprile 1968 il reverendo Martin Luther King fu colpito a morte alla testa da un colpo di fucile mentre si trovava davanti la camera 306. Il motel è stato ristrutturato e convertito, insieme alle strutture circostanti, in National Civil Rights Museum. Una corona di fiori bianchi e rossi è appesa fuori dalla camera e, sotto al balcone dove è stato ucciso, vi sono ancora parcheggiate le sue due auto. Nel museo, che ripercorre secoli di storia per l’integrazione e la conquista dei diritti civili da parte della popolazione di colore degli Stati Uniti, si respira un’atmosfera da groppo in gola. La stanza numero 306 è stata mantenuta intatta negli arredi e nell’allestimento

Lorraine Motel a Memphis: davanti alla stanza 306, il 4 aprile 1968, fu assassinato il reverendo Martin Luther King. Il motel oggi è divenuto sede - insieme all’edificio adiacente - del National Civil Rights Museum e il luogo è stato lasciato come il giorno dell’assassinio (le due auto sotto al balcone erano le auto di Martin Luther King).

Cartello all’ingresso di un negozio di musica sulla Beale Street a Memphis. Parafrasando i tempi della segregazione razziale: “No neri, no bianchi, solo il blues”.

La fabbrica di chitarre Gibson a Memphis. Qui è possibile fare una visita all’interno delle zone di produzione per vedere da vicino come nascono le chitarre famose in tutto il mondo.

Display fuori dal National Civil Rights Museum con l’immagi-ne della protesta non violenta per i diritti civili voluta dal reveren-do Martin Luther king.

|55

Page 56: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|56

originali, come la sera in cui il premio Nobel per la Pace fu assassinato. Sul marciapiedi alcuni display raffigurano degli uomini di colore con un cartello appeso al collo che recita: “I am a man”; si possono vedere brevi filmati che raccontano gli ultimi giorni di vita di Martin Luther King e il contesto storico di quegli anni. È tutto molto toccante ed emozionante.Passeggiando per questa zona periferica di Memphis si arriva verso il centro. Passiamo davanti al Memphis Rock ‘n’ Soul Museum e, poco dopo, davanti alla fabbrica delle famose chitarre Gibson. È possibile visitare la factory durante gli orari di lavoro, così da vedere da vicino quanta maestria, passione e tecnica ci vogliono per costruire una vera chitarra. Dopo la visita viene voglia di comperarne una. Ancora qualche passo e siamo in Beale Street, nel cuore del Downtown di Memphis. Questo blocco di tre isolati è stato dichiarato monumento storico nazionale e definito, nel 1977, con un atto del Congresso, “la casa del blues”.Non a caso, sono tantissimi gli artisti che sono cresciuti o che hanno iniziato la propria carriera a Memphis: oltre a Elvis, B.B. King, Johnny Cash, Otis Redding, Justin Timberlake, Jerry Lee Lewis, Tina Turner, Roy Orbison e tanti atri.Passeggiando tra le insegne al neon della Beale Street sentiamo la musica fuoriuscire dai locali, come il Rum Boogie Café, il B.B. King’s, il Silky O’Sullivan’s o il più commerciale Hard Rock Café. Certo, siamo lontani dalla sensazione di naturalezza dei juke joint, ma anche qui le jam-session sono suonate da artisti veri e regalano grandi emozioni. Vi sono anche negozi di dischi e antiquariato musicale dove si possono trovare incredibili oggetti. Da alcune locandine leggiamo che durante l’anno vi sono innumerevoli festival musicali, il cui apice è il Memphis in May: un mese intero di festeggiamenti che coinvolgono anche il Tom Lee Park, situato alla fine della Beale Street, sul fiume Mississippi.

Il Tennessee e Lynchburg

L’indomani mattina siamo in moto di buon’ora, dirigendoci verso est e abbandonando così definitivamente la Blues Highway. Seguiamo la Highway 72 e ci fermiamo per colazione al caratteristico Abe’s Grill di Corinth, dove una sosta è d’obbligo. Si tratta di un piccolo ristorante a conduzione familiare, caratterizzato dall’incredibile quantità di targhe automobilistiche

Page 57: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|57

Se vi trovate a Corinth in Mississippi e avete molta fame, all’803 dell’Highway 72 West trovate Abe’s Grill: un ristorantino a conduzione familiare che vi delizierà con i piatti della “southern tradition”, preparati al momento e serviti direttamente al bancone.

Page 58: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|58

Visita alla distilleria Jack Daniel’s.

dentro e fuori, oltre alle immancabili vecchie pompe di benzina e vecchie insegne pubblicitarie luminose. Il locale è talmente piccolo che non vi sono tavoli: si mangia direttamente al bancone su alti sgabelli incernierati al pavimento, mentre le spalle toccano i commensali vicini. Ma se si vuole assaggiare una vera colazione americana, come impone la southern tradition, e se si vuole trovare la giusta carica per affrontare l’intera giornata on the road, questo è il posto giusto: uova, bacon, salcicce e la loro “mortadella” home made, insieme a un soffice “biscotto” salato ripieno di pancetta e un caffè preparato al momento. Dopo il gustoso breakfast, proseguiamo con la moto sulla Highway 72 attraversando il confine con l’Alabama. A mano a mano che seguiamo la strada, la pianura lascia spazio a dolci colline e le curve sulla strada si susseguono sempre più ravvicinate, regalandoci un gusto incredibile alla guida, e permettendoci di sfruttare la poderosa coppia inferiore delle Harley Davidson.Si continua tra boschi incantati; ogni volta che attraversiamo un paesino si aprono di colpo radure, come se qualcuno avesse spiantato gli alberi per costruirci qualche casa, e forse è andata proprio così. Ci fermiamo per una sosta in un negozio di antiquariato, nel bel mezzo di un bosco attraversato da questa incredibile lingua di asfalto: è notevole la quantità di oggetti fantastici (per noi europei) che si possono trovare in questi rigattieri

d’oltreoceano. Incantati dalla stupenda strada, passiamo ancora un confine di Stato, ritrovandoci ancora una volta nel Tennessee, dove ai boschi si alternano grandi piantagioni di cereali. In men che non si dica arriviamo nella contea di Moore, e più precisamente a Lynchburg. È incredibile che una piccola cittadina di qualche migliaio di abitanti dispersa tra le colline del Tennessee e con un solo semaforo sia conosciuta in tutto il mondo: ogni goccia di Jack Daniel’s bevuta nel mondo proviene da qui. La distilleria è il cuore pulsante della cittadina ed è possibile visitarla in ogni sua parte durante un interessantissimo tour.

La distilleria Jack Daniel’s

Dopo la visita alla distilleria approfittiamo per far quattro passi nel centro di Lynchburg, che ha la tipica pianta delle vecchie cittadine americane: una grande piazza che al centro ospita l’equivalente del nostro municipio e attorno tutte le attività commerciali.Vi è un grande negozio dove si può trovare veramente di tutto legato al Jack Daniel’s: dalle sedie a dondolo realizzate con i barili per l’invecchiamento riciclati fino al carbone per il barbecue, anch’esso riciclato dal carbone utilizzato per la depurazione del distillato. Vi sono mille salse aromatizzate al whisky insieme a mobili, juke-box, lampade e altre migliaia di oggetti

Page 59: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|59

Una stupenda Corvette C2 del 1967 al National Corvette Museum di Bowling Green in Kentucky.

Murales pubblicitario su un vecchio edificio di Nashville, la città della musica in Tennessee. Sono tante le case discografiche qui che attirano artisti da tutti gli States e da tutto il mondo.

griffati Jack Daniel’s. Ma, anche a Lynchburg, la passione che il Sud degli Stati Uniti nutre per la musica non è tradita e vi è un grazioso localino dove si suona di continuo musica dal vivo, mentre un simpatico trenino a vapore corre in alto, lungo tutto il perimetro del bar. Lynchburg è davvero una cittadina carina, ma è incredibile che qui, dove vi è una delle più famose distillerie di whisky al mondo, viga il divieto di consumazione di bevande alcoliche. La contea di Moore è infatti una dry county.Riprendiamo la moto dirigendoci verso nord, tra le colline incantate della contea, quando scorgiamo una grande recinzione con una bella casa bianca: è la fattoria di Jimmy Bedford, il vecchio mastro distillatore della Jack Daniel’s, divenuto famoso nel mondo perché nella pubblicità del famoso Tennessee whisky lanciava i tappi delle botti per passare il tempo, nell’attesa che il distillato invecchiasse. Cullati dal borbottio dei due cilindri della moto e dalle perfette strade del Tennessee, in serata arriviamo nella capitale dello Stato: Nashville.Anche Nashville ha una profonda radice musicale, con una declinazione più country rispetto ai luoghi visitati finora. È soprannominata “città della musica”, sede della Country Music Hall of Fame, di molte case discografiche, oltre che del Grand Ole Opry, famoso programma radiofonico di musica country. Il Downtown di Nashville è il cuore pulsante della contea di Davidson e in serata vediamo riversarsi tra la Broadway e la 2nd Avenue tantissimi ragazzi che invadono i tanti ristoranti, locali e music club della città. Entriamo e usciamo da un locale all’altro per tutta la sera, ascoltando tanta buona musica, per lo più rock e country, suonata da bravissimi musicisti in locali incredibili, che al loro interno hanno fino a quattro palchi separati in cui si esibiscono contemporaneamente più band. Una città che non può mancare nei programmi di viaggio di un appassionato di musica.Il giorno successivo lo dedichiamo alla scoperta di questi luoghi incredibili. Facciamo anche una deviazione a nord, verso un luogo che ha poco a che vedere con il filo conduttore del nostro viaggio. Ma, visto che non è molto distante, espatriamo in Kentucky per raggiungere Bowling Green, dove ha sede il museo della vera auto sportiva americana: la Corvette. Il National Corvette Museum è a solo un quarto di miglio dalla fabbrica Corvette e celebra la vettura che, dal 1953, è

divenuta la sportcar americana per eccellenza. Il museo è molto ben fatto e inizia con una sezione dedicata alle Corvette, protagoniste di svariati film, per poi proseguire con la storia di ogni modello (anche se alla Chevrolet preferiscono parlare di “generazione”), spiegato in ogni sua parte e in ogni dettaglio costruttivo. Ma al museo della Corvette oggi si associa una sola cosa: il sinkhole.

Il sinkhole al National Corvette Museum

Il 12 febbraio 2014 il pavimento dello Skydome, il padiglione centrale del museo che ospitava proprio le auto più pregiate, è collassato sprofondando in una voragine larga dodici metri e profonda nove, inghiottendo otto preziose supercar. Pare che il museo fosse costruito su una zona caratterizzata da cavità nel sottosuolo. La notizia ha fatto il giro del mondo, anche perché i dirigenti Chevrolet

Page 60: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|60

hanno messo subito in rete le immagini del crollo registrate dalle telecamere a circuito chiuso. Delle otto preziose Corvette recuperate, solo tre sono state restaurate, mentre per le altre cinque è stato deciso di esporle così come sono state recuperate, distrutte e ancora sporche di terriccio. Questo la dice lunga su quanto gli americani siano capaci di trarre profitto da un evento negativo.

Knoxville

Dopo la “rombante visita con il buco” portiamo le nostre Harley in direzione sud-est, verso la Daniel Boone National Forest. Le strade che l’attraversano sono davvero incredibili, spaziose e piene di fascino, circondate da alberi multicolori e corsi d’acqua cristallini. Guidare una moto su queste strade è davvero un piacere. Passiamo ancora una volta il confine di Stato ritrovandoci in Tennessee e puntiamo verso Knoxville per una visita al famoso Tennessee Theatre. Il teatro è stato costruito in stile ispanico-moresco con elementi di design provenienti da tutte le parti del mondo: cristalli cecoslovacchi nei lampadari in stile francese, pavimenti italiani e varie influenze orientali nei tendaggi e nei tappeti. L’edificio è stato ristrutturato nel 2005 insieme al maestoso organo Wurlitzer, che nel 1928 costò ben cinquantamila dollari. Il teatro è davvero magnifico e vale la pena visitarlo, anche semplicemente vuoto talmente è curato nei minimi particolari. Il suo ingresso è su Gay Street, la principale strada di Knoxville. Ne approfittiamo per una tranquilla passeggiata e una buona cena, dopo le serate musicali dei giorni scorsi a mille watt.

Great Smoky Mountains

Decidiamo di trascorrere la giornata successiva interamente on the road. Costeggiamo il Tennessee River a Knoxville, con le sue belle dimore immerse nel verde, e prendiamo la 441, superiamo Pigeon Forge e altri piccoli paesini. La strada è bellissima, ma sappiamo che più avanti migliorerà ulteriormente. Deviamo per stradine secondarie, strettissime ma dall’asfalto perfetto. Siamo circondati dalla natura e nei saliscendi continui si scorgono piccole fattorie tra la fitta vegetazione, con vecchie macchine sportive parcheggiate nel verde come fossero delle fioriere. Più volte abbiamo l’impressione di essere nella contea di Hazzard, inseguiti dallo sceriffo Rosco, mentre le basse pedane della Street Gilde strisciano sull’asfalto lanciando scintille agli inseguitori. Saliamo sempre di più, fino ad arrivare al parco nazionale delle Great Smoky Mountains. Un posto fantastico. All’interno del parco vi sono ben sedici montagne che superano i milleottocento metri di altitudine, e le strade che si snodano nel parco sono un continuo saliscendi pieno di curve. Il paradiso per i motociclisti, in un’America che, almeno nell’immaginario collettivo di noi europei, è formata solo da monotone strade rettilinee. All’interno del parco si snoda per centodieci chilometri l’Appalachian Trail che arriva fino al Maine: con i suoi oltre tremilacinquecento chilometri sui monti Appalachi, è uno dei sentieri escursionisti più lunghi al mondo. Nel parco nazionale delle “montagne fumose”, inoltre, vi sono milletrecentosessantotto chilometri di sentieri sterrati. Non potendo abbandonare l’asfalto

Page 61: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|61

In moto nella campagne di Clarksdale: sullo sfondo l’inimitabile Shack Up Inn.

con le pesanti Harley Davidson, ci gustiamo appieno ogni metro di asfalto circondato dalla natura. Incrociamo la Blue Ridge Parkway, altra strada epica che si snoda a nord verso la Virginia. Sconfiniamo in North Carolina e ci fermiamo per rifocillarci a Cherokee, seduti a ridosso del fiume. Siamo nella Cherokee Nation, riserva indiana, anche se oramai i nativi Cherokee di queste parti hanno abbandonato le loro mansioni tradizionali per dedicarsi al turismo e alle attività che si possono svolgere all’aperto sui monti Appalachi. La giornata stupenda invita a rimettersi in sella. Imbocchiamo la US 19 costeggiando il Tuckasegee River, passando per Bryson City, per poi immetterci nella US 28 che costeggia il Fontana Lake. Siamo estasiati dalla bellezza dei posti, dai profumi e dal piacere che ci regalano queste strade. Ovunque si posino gli occhi lungo il percorso, appare un quadro idilliaco: sembra tutto perfetto, appositamente studiato per regalare continue emozioni. Superata la Fontana Dam, la diga artificiale sull’omonimo lago, si sale verso una meta di pellegrinaggio per i motociclisti americani: la Tail of The Dragon. Arrivati all’incrocio con la mitica US 129, nel Deal Gap, questo tratto di strada montana conta ben trecentodiciotto curve in appena undici miglia, corrispondenti a diciassette chilometri e settecento metri. I parcheggi presso la stazione di benzina, il caffè, il piccolo resort e l’immancabile negozio di souvenir sono pieni di moto di ogni tipo e provenienza. Vi sono anche delle sculture in ferro che raffigurano draghi, ed è persino possibile noleggiare una videocamera da casco per filmare la propria performance lungo il percorso. Allacciamo

il casco, chiudiamo le giacche in pelle, infiliamo i guanti, e schiacciamo il bottone dell’accensione: che il divertimento inizi! La strada è perfetta, ogni curva è parabolica e l’asfalto è pressoché esente da imperfezioni. Lungo il percorso sono disseminati fotografi e spettatori che osservano sfrecciare le moto mentre affrontano pieghe che paiono impossibili! Impegnati a dominare i quattrocento chili della Street Glide, che si comporta egregiamente a dispetto dell’aspetto da pachiderma, sfrecciamo veloci da una curva all’altra, anche se a volte abbiamo l’impressione di avere tra le mani il timone di una nave piuttosto che un manubrio. Ci concediamo una sosta per godere del panorama alla fine della “coda del diavolo”, che conduce in Tennessee. Ci lanciamo poi lungo un’altra stupenda strada che costeggia lo stretto e lungo Chilhowee Lake e poi giù per altre bellissime strade fino a Chattanooga. La sera ci addormentiamo con un quesito: ma se la Tail of The Dragon ha trecentodiciotto curve in poco meno di diciotto chilometri, quante curve avrà affrontato la nostra moto se abbiamo percorso più di seicento chilometri su e giù per i monti Appalachi?

Montgomery

Al risveglio, non essendo sazi di curve, decidiamo di fare una capatina, attraverso stradine secondarie, nel vicino Stato della Georgia. Il cartello all’ingresso della Georgia recita: “We’re Glad Georgia’s on Your Mind”, parafrasando la canzone di Ray Charles, il quale dapprima fu espulso dallo Stato e poi, il 7 marzo 1979, come simbolo di riconciliazione dopo

Page 62: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|62

Sopra: “Capitol State dell’Alabama” (il Campidoglio dello stato dell’Alabama) a Montgomery. Sulle strisce pedonali sono dipinte in negativo le impronte di scarpe che rappresentano le 25.000 persone che il 25 marzo 1965 arrivarono da Selma, marciando per i diritti civili americani. Il reverendo Martin Luther King, che partecipò alla marcia, salì le scale del Campidoglio e tenne un discorso alla folla. Una grande vittoria nella storia degli human rights. Sotto: dipinto di bambini di una scuola di Montgomery per commemorare i 50 anni della marcia per il diritto di voto degli afroamericani.

i conflitti per l’ottenimento dei diritti civili, fu invitato a cantare Georgia on my Mind davanti all’Assemblea generale della Georgia. Dopo l’esibizione di Charles, l’Assemblea adottò il brano come canzone ufficiale dello Stato, il 24 aprile dello stesso anno. Anche questo la dice lunga sulla lunga lotta per i diritti civili americani.Continuiamo il viaggio di ritorno verso sud, attraversando il confine con l’Alabama. Anche qui il cartello ricorda una canzone, annunciando l’arrivo in “The Beautiful State” con la scritta “Sweet Home Alabama”, famosissima canzone riconoscibile immediatamente dal riff di chitarra. Fu scritta dai Lynyrd Skynyrd come risposta critica a Alabama e Southern Man di Neil Young, nelle quali l’artista criticava l’Alabama e tutto il Sud degli Stati Uniti d’America per la questione razziale. Guidiamo spingendoci sempre più a sud, passando Selma e infine Montgomery. Queste due città hanno avuto un ruolo fondamentale nel lungo processo di emancipazione degli afroamericani, sopratutto nel

1965, quando si tennero le marce da Selma verso Montgomery per il diritto al voto, rese note anche dalla toccante pellicola intitolata Selma.La prima marcia verso Montgomery fu denominata “Bloody Sunday” in quanto seicento attivisti, tra cui Amelia

Boynton Robinson a cui ingiustamente veniva sempre rifiutato il diritto al voto, furono picchiati a sangue da poliziotti bianchi sull’Edmund Pettus Bridge. Durante la seconda marcia gli attivisti tornarono indietro, finché finalmente una sentenza del giudice federale, a seguito della morte di un attivista, espresse il diritto a marciare dei partecipanti. Da Selma partirono ottomila partecipanti e, dopo cinque giorni, all’arrivo all’Alabama State Capitol di Montgomery erano in ben venticinquemila. La marcia segnò quindi la storia del movimento per i diritti civili degli afroamericani. Martin Luther King tenne un discorso davanti al tribunale, ottenendo

Page 63: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

Il palco all’interno del granaio che funge da ristorante e reception dell’inconfondibile Shack Up Inn di Clarksdale.

finalmente il diritto di voto per la popolazione di colore. Il percorso da Selma a Montgomery è oggi un Percorso Storico Nazionale, segnalato da cartelli bianchi e blu.Visitiamo una Montgomery deserta. Il lungo viale che dal Downtown porta fino all’Alabama State Capitol, leggermente in salita, è incredibilmente vuoto, senza auto né passanti. Camminiamo al centro del grande viale ripercorrendo con la mente tutti i posti visitati in questo viaggio legati agli human rights. Sulle strisce pedonali sono disegnate delle impronte di scarpe che si muovono in direzione del campidoglio. Leggiamo tutte le targhe, incise sul marmo bianco, che ripercorrono le tappe della marcia. Sarà la suggestione del posto così deserto, sarà quanto visto e vissuto in questo viaggio nel Sud degli Stati Uniti, ma arrivati sulla cima della scalinata dell’Alabama State Capitol sembra di udire i passi di quei venticinquemila afroamericani che, pacifici, marciano verso di noi. La sensazione è talmente viva dentro il nostro animo che ci voltiamo per vedere se è davvero così. Montgomery ha anche un bellissimo lungofiume e un Downtown con ristoranti alla moda, ma sono aspetti che passano in secondo piano in confronto a così tanta emozione.

Ritorno a New Orleans

Il giorno seguente riprendiamo il percorso verso sud, passando da Mobile e seguendo la strada che si affaccia sul Golfo del Messico, attraverso Pascagoula, Biloxi, Gulfport e altri piccoli paesini con case costruite su palafitte che dominano bianche spiagge. Rientriamo a New Orleans, che ha segnato l’inizio e la fine di questo meraviglioso e interessantissimo nostro viaggio.Riportiamo le moto alla concessionaria EagleRider di New Orleans: si sono comportate benissimo, senza un guasto o un piccolo problema. Le veloci pratiche di rilascio ci consentono di trascorrere un’altra bella serata nel French Quarter, ripercorrendo con la mente tutti i posti e tutte le persone incontrate in questa avventura. Ci vorrà davvero tanto per metabolizzare un viaggio così ricco di storia e passione.

Si ringrazia per il supporto: Olga Mazzoni e tutto lo staff di EagleRider Italy, EagleRider New Orleans ed Erik Seversen per la sua amicizia e gentilezza.Per l’organizzazione: Martina Zaffani, Cristian Nuzzolese e tutto lo staff di Altrimenti On The Road.

|63

Page 64: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|64

• A CURA DI ANDREA PERESSONI

Castello di Arcano.

Altro che “saldi, onesti e lavoratori”! I friulani dell’epoca medievale, del Rinascimento e anche dell’Età romantica erano spietati, litigiosi e sanguinari. Soprattutto i tanti

nobili, sempre occupati in dispute e contese per titoli o eredità. Per non dire delle divisioni tra i filo-veneziani e i favorevoli all’imperatore, lesti a impugnare la spada in nome dell’uno o dell’altro, mentre il popolino soffriva la fame e le carestie; anch’esso, però, non meno spesso si ribellava, impugnando falci e forconi, contro lo Stato e i nobili sfruttatori, lasciandosi dietro

tragiche scie di sangue. Era un Friuli tutt’altro che idilliaco quello che va dall’epilogo del Patriarcato di Aquileia all’arrivo degli italiani, ma anche in seguito non mancarono episodi scellerati, soprusi e angherie: atti criminali entrati, a volte, nell’immaginario collettivo. Infinite sono le cronache friulane di violenze, congiure e assassini e coprono ugualmente le strade di città e dei paesi, fino ai più minuscoli villaggi di questo “piccolo compendio dell’universo”, per dirla alla Nievo. Strade che grondano anche sangue innocente, di delitti spesso impuniti, dove si poteva morire anche solo per banali questioni di etichetta.Quello che ci apprestiamo a compiere non è un viaggio per il Friuli del vino e del prosciutto,

Page 65: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|65

PULP ROADSun tranquillo Nord-est di paura

FRIULI

Un racconto noir ambientato in Friuli.Compagna di viaggio, una piccola moto vintage: una Cagiva SST 125, sempre pronta a partire, anche per questo viaggio in un passato truculento.

come oggi è dai più conosciuto e apprezzato, ma è un vagabondaggio, tra il macabro e il tragico, per luoghi testimoni di crimini e misfatti vicini e lontani nel tempo, curiosi e bizzarri, pettegoli e crudeli.Abbiamo acquistato la Cagiva SST 125 tanti anni fa controvoglia; ce l’aveva venduta un certo Fausto che non la usava più da anni, assieme a un Benelli T50, che invece desideravamo da tempo. Fausto, stanco delle nostre insistenze per il Benelli e stufo di averci tra i piedi, un bel dì ci sorprese dicendoci: “Se volete il Benellino dovete prendere anche il Cagiva, così libero il garage e non se ne parla più”. Che fare? La Cagiva non è che ci piacesse granché. Tra l’altro, chiedeva mica poco, il Fausto! Ma il

Benellino lo volevamo a tutti i costi: “D’accordo, se ci assicuri che non ha problemi meccanici, prendiamo anche la Cagiva. Basta che non ti arrabbi se poi troviamo subito da rivenderla”.Invece ce la siamo tenuta e, paradossalmente, tra le tante vecchie moto che abbiamo in garage, è l’unica che va sempre senza problemi, che non recalcitra e non fa mai la smorfiosa. Può starsene ferma anche per mesi, dimenticata e con la batteria scarica, ma quando si pesta il pedale dell’avviamento, bastano un paio di colpi per accendere un motore tanto miserello quanto onesto e affidabile. E poi ci si permetta un po’ di sano sciovinismo: non solo è italiana DOC, è pure targata Udine!

Page 66: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|66

Cividale, autunno dal Ponte del Diavolo.

Cividale del Friuli

Questo viaggio in motocicletta per il Friuli più truce e violento non può che cominciare da Cividale del Friuli, Civitas Austriae come la chiamarono i Carolingi, subentrati ai Longobardi attorno all’VIII secolo d.C.: il suo nome significa “lontana città d’Oriente”, e in effetti la città è da sempre ponte tra Occidente e mondo slavo. E proprio dal suo famoso Ponte del Diavolo prendiamo il via per questa truculenta sgommata sulle strade della “piccola patria”. Cividale del Friuli è patrimonio Unesco dal 2013 e comprende monumenti, tesori e capolavori d’arte che testimoniano una storia lunga millenni, iniziata al tempo del Celti e proseguita con Romani, Bizantini, Longobardi e Franchi, e avanti fino ai nostri giorni. La sua fondazione si rimanda a Giulio Cesare che, in omaggio alla gens Julia, la chiamò Forum Julii, nome di cui, in seguito, si appropriò l’intera regione. Prima non era che un castrum, un accampamento militare, poi Cesare la dotò di un proprio mercato, un forum e divenne il prezioso scrigno che conosciamo, nonostante invasioni, terremoti e distruzioni. In due millenni di storia la città ha vissuto ogni sorta di devastazioni, soprusi e violente occupazioni, soprattutto dalle barbare genti provenienti dal Nord e dall’Est. Ma non è

di queste pur dolorose vicende che si vuole dar testimonianza, bensì di quei fatti sconosciuti, o quasi, che pure caratterizzarono le vicende di queste terre, seppur in tempo di pace, se tempo di pace si può chiamare quell’epoca senza legge in cui ogni più banale disputa poteva evolversi in sanguinose faide ed efferate vendette.Verso la fine dell’inverno del 1596, appena fuori del borgo Ponte, una ventina di nobili appartenenti a fazioni contrapposte si azzuffarono, passando presto alle armi; dopo i coltelli fu la volta delle pistolettate, e parecchi ci lasciarono la pelle: chi sulla strada per Castelmonte, chi fra le braccia di qualche passante impietosito, chi nella propria casa dopo lunga agonia. Si era intorno a mezzanotte e la rissa prese il via a causa di un alterco tra i due cugini Leonardo e Scipione di Manzano, diverbio probabilmente dovuto a questioni ereditarie, poi degenerato in politica. Colpito da una pistolettata che lo ferì seriamente, dopo qualche giorno morì anche un notabile di passaggio: lo storico Marcantonio Nicoletti, notaio e studioso, autore di opere notevoli rimaste in parte incompiute. Dopo qualche ora anche Scipione, uno dei principali contendenti, morì a causa delle gravi ferite riportate. Non risulta che si siano fatte inchieste: tutto fu messo a tacere, visto che di mezzo c’erano tanti potenti aristocratici.

Page 67: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|67

Udine, la statua di Ercole (Floreàn) sullo scenografico sfondo di Piazza Libertà.

Ma Cividale non ebbe a che fare solo con gli invasori provenienti da Nord e da Est, spesso si trovò in guerra anche con la vicina Udine. Tra le due città, per secoli, si disputò il predominio sulla “piccola patria”, anche con la violenza. I cividalesi si ritenevano, forse a ragione, di ben altro lignaggio rispetto ai parvenu di Udine, il cui nome compare per la prima volta solo nel 983, quando Cividale contava già mille anni di grande storia. Ma in fatto di soprusi e delitti Udine non ci mise molto a eguagliare, e superare, l’altezzosa rivale.

Udine

Solo una quindicina di chilometri separano Cividale da Udine, collegate oggi da una piatta strada statale; si tratta di un percorso dritto e noioso, pieno di incroci, rotonde e centri commerciali. Non è certo una strada da moto! Dopo una colazione a base di caffè Longobardo e gubana delle valli del Natisone, con la nostra modesta motoretta preferiamo avviarci sulla Pedemontana verso Campeglio, dove non può mancare una sosta da Lucia, l’amica del cuore di tutti i motociclisti e vagabondi. Dopo Campeglio si taglia per Ronchis e quindi verso Povoletto. Qui sarebbe d’obbligo una Guinness con un hamburger al saloon dell’indimenticabile Bruno

“Old West”, ma la mattina il locale è chiuso e allora proseguiamo di corsa fino a Udine, passando da Godia, nel comune di Premariacco, per arrivare in mezz’ora al centro storico della “capitale” del Friuli: in tutto, per raggiungere Udine abbiamo percorso ventidue chilometri in grande scioltezza. Nel febbraio 1511, epoca in cui il Friuli era sottomesso a Venezia, i festeggiamenti carnevaleschi proseguivano senza sosta, nonostante il perenne stato di guerra tra gli eserciti imperiale e veneziano sul territorio friulano. In città, proprio al culmine della festa, durante il giovedì grasso cominciarono a verificarsi zuffe e scaramucce, forse provocate ad arte per sobillare il malcontento nei confronti dei filo-imperiali. Nella confusione carnevalesca ne approfittarono certe milizie contadine, al soldo dei Savorgnan, la famiglia dominante filo-veneziana, per svuotare negozi e assaltare le residenze nobiliari appartenenti alle fazioni avverse. Al grido di “Al sacco, al sacco, a fuoco e a fiamma”, i contadini e i popolani assalitori depredarono e bruciarono case e palazzi in un crescendo di furore e follia. La situazione probabilmente scappò di mano. Anni di soprusi e umiliazioni, sopportati con astio e rancore, fornirono alla violenza popolare la benzina per alimentare azioni raccapriccianti. A farne le spese furono per lo più i tanti nobili avversi a Venezia e ai Savorgnan, ma nella gran confusione non si guardò in faccia a nessuno e anche chi non c’entrava ebbe a rimetterci. Molti furono trucidati, trascinati agonizzanti per le vie della città, fatti a pezzi e i cadaveri furono lasciati ai cani. Giovan Battista Bartolini, tra i tanti, venne “cruciato et tormentato pezo che da corsari, strasinandolo vituperosamente per gli testicoli et sue vergogne”. Dalla città la ribellione si estese in un batter d’occhio ai paesi e alle campagne, e migliaia di popolani imbestialiti assaltarono ville e castelli mettendoli a ferro e fuoco. Gli echi della rivolta si diffusero come foglie al vento, alimentando rancori e risentimenti mai sopiti, sfogati nei modi più truci e bestiali. Nei giorni seguenti, da Udine e dintorni la furia dei villici si estese di là del Tagliamento, fintanto che i veneziani non ritennero di farla finita. Giudicando che i filo-imperiali ne avessero avute abbastanza, inviarono i corpi speciali dalle varie fortezze di Venezia, Treviso e Gradisca, i quali non ebbero difficoltà a sedare una popolazione ormai appagata e a pancia piena grazie alle ruberie: sazia e ubriaca di vino e violenza.

Page 68: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|68

Il cippo del patriarca Bertrando.

Page 69: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|69

Bonavilla

Infiniti sono i locali di Udine dove sorseggiare un buon bicchiere di bianco, un tai, come si dice da queste parti, prima di riprendere la strada. Noi lo facciamo al Fagiano di via Zanon, dal zazzeruto Giordano “Air Jordan” Floreancig, un simpatico pittore bohémien prestato opportunamente all’arte dell’osteria. Uscendo da Udine in direzione ovest, in pochi minuti si arriva a Passons, località nel comune di Pasian di Prato il cui nome rivela un passato bucolico di animali condotti a pascolare da giovani contadini per conto del fattore dei signori di città. Passons si stende proprio sulle rive del Cormor, un torrente da sempre circondato da prati e pascoli. Imboccando una stradina secondaria, tra le antiche case in sasso del borgo storico, in un chilometro si giunge alla località di Bonavilla il cui antico nome era Cjasemate (Casamatta), remota denominazione di incerta origine, forse storpiatura di casa-amata, come ci racconta il signor Decimo, uno dei pochi abitanti dell’ameno borgo, intento a sistemare la legna nel cortile tra galline, tacchini e oche starnazzanti.

È incredibile come ci voglia così poco per passare dal clamore cittadino alla serenità di una campagna incontaminata, dove i prati stabili la fanno da padrone. Prima di entrare nel paese, sotto a una suggestiva galleria formata dalle fronde dei gelsi, si incontra un cippo indicante l’origine di una stradina campestre che si dilunga pigramente verso ovest: è la Trevisane, un’antica strada sopravvissuta solo a spezzoni che, nel passato, conduceva da Udine a Treviso.

Bastano poche centinaia di metri per incontrare, sulla destra, la rugginosa croce di ferro indicante il punto esatto in cui spirò il patriarca Bertrando di San Genesio, il 6 giugno 1350, ammazzato con il suo stesso spadone. La leggenda narra che il vegliardo e amato patriarca aquileiese, che tanto si dedicò per la giustizia e il progresso di queste terre, morì in questo posto solitario dopo una lunga agonia iniziata presso la Richinvelda, dove fu aggredito il giorno precedente da principi nemici, fedeli a Cividale e al conte di Gorizia. La Richinvelda è una località posta sulla riva sinistra del Tagliamento, presso la quale ancora oggi esiste un tratto guadabile, lo stesso dove si accamparono il patriarca e il suo seguito, di ritorno da un incontro sinodale a Padova. Gli armigeri dei nobili

Page 70: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

Friuli

|70

Scorcio di Piazza 5 Martiri a Colloredo di Prato.

avversari, insofferenti all’autorità e al potere esercitato dal patriarca, li stavano aspettando e nell’agguato trucidarono tutti senza distinzione e senza pietà. Il patriarca, creduto morto, l’indomani venne caricato su un carro per essere portato a Udine, ma, come abbiamo visto, non ci arrivò vivo, purtroppo per lui e per tanti friulani.

Colloredo di Prato

Con la Cagiva, che non perde un colpo e consuma pochissimo, seguiamo la strada di campagna fino alle prime case di Colloredo di Prato, un paesino situato poco a ovest di Udine. È questa una località che si direbbe avvolta nella bambagia di una tranquilla quotidianità senza sussulti. Un paesello semi addormentato “dove crescon bimbi e fior”, come recita una popolare filastrocca del posto. Invece, anche a Colloredo avvenne un atroce e indimenticabile fatto di sangue durante la Seconda guerra mondiale. Il 29 settembre 1944, durante un rastrellamento congiunto di fascisti e tedeschi alla ricerca del partigiano Gino Zampieri, vennero trucidati altri quattro innocenti: madre, sorella, fratello e fidanzata, anche lei partigiana, col nome di battaglia di Vera. Tutti ammazzati a sangue freddo dai nazifascisti mentre si apprestavano a una frugale cena, in una fumosa e triste serata d’inizio autunno. La ferocia degli assalitori non si limitò, dunque, alla caccia dello sconsiderato e imprudente partigiano scappato a nascondersi nel cortile dei vicini tra pollai e porcili, dove venne scovato e ammazzato come un animale tra gli animali. Come s’è visto, la storia insegna che, quando è la violenza cieca ad armare la mano assassina, sono anche gli innocenti ad andarci di mezzo. E quella famiglia di Colloredo pagò un prezzo davvero alto. Si dice che le urla dell’agonizzante sorella si udirono per ore, ma nessuno ebbe il coraggio di avvicinarsi, quella notte. Le tre donne vennero trovate l’indomani in un lago di sangue, ormai rappreso, una sopra l’altra quasi nell’atto di proteggersi, mentre il fratello Arrigo giaceva con le braccia sollevate come nel gesto di arrendersi, invano.

La piazza principale del paese ora ricorda l’atroce eccidio, ma per quel delitto nessuno mai rese conto e all’epoca ogni bocca tacque stendendo un

Page 71: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|71

velo d’oblio per timore di ritorsioni e vendette. Anche il prete, che pure ebbe a correre seri rischi in seguito al fattaccio, nel suo registro delle cronache parrocchiali preferì glissare: “Avrei molto da dire sulla tragedia di questi giovani innocenti uccisi, ma sento che non potrei farlo come vorrei e tralascio ogni commento”.Nonostante i pochi chilometri percorsi, meno di novanta, le ore sono passate veloci alla tranquilla andatura suggerita dalla Cagiva, dalle meditazioni e dall’amenità del paesaggio.

Sul cruscotto della moto non ci sono le spie della riserva; se la benzina è poca lo si capisce dagli starnuti del motore, e allora basta girare al volo il rubinetto della riserva verso l’alto. Della riserva dello stomaco, invece, ci accorgiamo da certi altri borbottii rivelatori; d’altronde ormai è quasi mezzogiorno e come non approfittare del ristorante “Al Cjerceben”, posto proprio sulla via principale del paese? Cristina, la storica titolare e compagna di antiche avventure motociclistiche, dopo uno spritz di benvenuto al banco del bar, ci accompagna verso la graziosa saletta da pranzo, punto di approdo per affamati e buongustai, dove ci lascia al fratello Davide, il maître. Qui si può scegliere tra il pranzo a prezzo fisso o il menu alla carta, a seconda dei gusti e delle tasche; il vino è comunque di ottima qualità: meglio non esagerare però, la strada è ancora lunga. Al momento di lasciare Colloredo, seguendo verso nord le indicazioni per Martignacco, il contachilometri della Cagiva ne segna trentaquattro dalla partenza da Cividale.

Villalta a Fagagna

Da Colloredo ci vogliono dieci chilometri per arrivare a Villalta, nel comune di Fagagna, ove incombe l’arcigna mole dell’antico castello, perfettamente restaurato a seguito del terremoto del 1976. È qui che, nel 1695, nacque, e spesso si rifugiò per scampare alla legge, lo scellerato conte Lucio delle Torre.

Fin da giovanissimo si dimostrò energico e interessato più alle armi che allo studio.

Con l’intento di correggere certe sue insane inclinazioni, la famiglia lo mandò allora a Venezia in collegio dai gesuiti, ma lui approfittò invece per tuffarsi nella gaia atmosfera veneziana, generosa di vizi e piaceri. Da quel momento, spesso aiutato da un numeroso seguito di bravacci, la sua esistenza divenne un susseguirsi turbinoso di gradassate, scorrerie, violenze, ruberie e soprattutto seduzioni. Certo, il nostro Lucio doveva possedere solide doti di tombeur de femmes se si annotano così tante conquiste femminili, sia nobildonne che popolane.

Colloredo, una sosta al ristorante “Al Cjerceben” per placare i “morsi” della fame.

Page 72: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|72

Verso Villalta.

Già al culmine della sua vita dissoluta, e più volte bandito da Venezia anche con la pena capitale, nel 1721 si rifugiò fuori dai confini della Repubblica, presso uno zio a Farra d’Isonzo: il conte Riccardo di Strassoldo. E qui non trovò di meglio da fare che sedurre prima la moglie di Riccardo e poi la figlia, che rimase pure incinta! Per vivere si arrangiava con estorsioni, ruberie e taglieggiamenti, spesso corredati di uccisioni tanto che il Consiglio dei Dieci (quasi tutto il Friuli era sotto Venezia) prima gli tolse il titolo di conte mettendo una forte taglia sulla sua testa, poi gli confiscò tutti i beni e rase al suolo la residenza di famiglia udinese e, dove sorgeva il bel palazzo Torriani, venne innalzata una colonna infame a perenne memoria; solo il pozzo rimase, e rimane tuttora, in piazza XX Settembre a ricordo dell’antico edificio. Le due statue di Ercole e Caco (nella tradizione friulana, Floreàn e Venturìn), rimosse prima della distruzione, fanno ora bella mostra di sé sul terrapieno del salotto di Udine: piazza Libertà. Il 3 luglio 1723 l’imperatore d’Austria (Farra era

fuori dai confini veneziani) così sentenziò la fine della breve vita del ventisettenne sanguinario ex-conte Lucio: “Senti, Lucio Della Torre, la Sacra Cesarea Cattolica Reverenda Maestà di Carlo IV Imperatore commette che per le tue iniquità da mano di carnefice condotto sopra eminente palco a vista di popolo ti sia recisa la testa dal busto e che il tuo corpo sia esposto sopra una ruota per infamia”.

Moruzzo

Se fino a Villalta le strade sono state perlopiù di pianura, ora, affrontando le prime pendici delle colline moreniche, avremo modo di testare le qualità della nostra gentile motoretta su percorsi più aspri e variegati. Da Villalta al castello di Moruzzo non vi sono che due chilometri di piacevole ambiente collinare, ma negli ultimi metri si calcola ben oltre il quindici per cento di pendenza: in seconda marcia la Cagiva li supera

Page 73: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|73

Sullo sfondo il castello di Moruzzo.

alla perfezione e solo una lunga striscia di fumo azzurrognolo, gentilmente disperso dal venticello dei colli, testimonia la genuina performance. Eccoci così in piazza del Tiglio, davanti all’ingresso del castello, uno splendido balcone sul Friuli da dove, nelle giornate limpide, lo sguardo spazia dal Cansiglio all’Istria passando per Lignano, Grado, Duino e Trieste.

Dopo la morte del patriarca di Aquileia Marquardo (successore di Bertrando), nel 1381 la nobiltà friulana si divise sulla scelta del nuovo patriarca nominato dal papa. Ne derivò un periodo turbolento con continue guerre e scaramucce tra le opposte fazioni. Marco di Moruzzo, che già aveva i suoi bei grattacapi sulle solite questioni ereditarie e beghe di ogni tipo con parenti e nobili confinanti, si era per di più apertamente e concretamente dichiarato a favore dei filo-patriarcali di Udine e contro i filo-veneti di Cividale. Come dire, andarsele a cercare! La famiglia, stremata da conflitti e avversità, stava andando letteralmente

in rovina, dissanguata, oltre che dalle lunghe liti, pure a causa delle doti da assicurare a figlie e sorelle e da questo continuo guerreggiare, talvolta all’assalto, talvolta in difesa. Il giovane di Moruzzo, fiero e orgoglioso, non cedeva né sulle questioni ereditarie né sul versante politico, ma Venezia ormai bussava sempre più insistentemente alla porta del Friuli e nel 1420, come si sa, Udine e le terre dell’antico patriarcato capitolarono. Marco, fieramente anti-repubblicano, si ritirò nel suo castello di Moruzzo, rifiutando di sottomettersi, ma alla fine dovette soccombere; venne incarcerato e condannato alla pena capitale. Solo in seguito si seppe che lo sfortunato ma dignitoso nobile friulano morì in carcere per i maltrattamenti subiti e fu il suo cadavere a essere decapitato. Dell’unico figlio maschio, Pileo, ormai privo di ogni bene di famiglia, confiscati dalla Serenissima, non si seppe più nulla e così, in quel fatidico 1420, tanto amaro per la storia del Friuli, morì il casato di Moruzzo e con lui una buona parte della “piccola patria”.

Page 74: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|74

Paesaggi rurali sulla strada per Fagagna.

Rive d’Arcano

Dalla piazza di Moruzzo si diparte una ripida discesa, che induce lo svagato pilota a rotolare a valle col motore spento; tanto questa moto non ha elettronica e freni servoassistiti, basta tirare la leva o pigiare il pedale per fermarsi senza problemi. In fondo alla china, prima che la strada riprenda a salire e quando la velocità è ormai limitata, giriamo la chiavetta, accendiamo il quadro, ingraniamo la seconda e lasciamo al volo la frizione: in moto senza fatica e senza scalciare. Poi proseguiamo, ancora in salita sui colli dell’Assunta e poi giù

verso la piazza fagagnese della corsa degli asini, la nostra piccola Siena, e poi su di nuovo sulla strada panoramica verso San Daniele del Friuli. Poco prima della cittadina del prosciutto, tra prati, siepi e boschetti, ecco apparire sulla sinistra un lungo viale di campagna segnalato da due puntute colonne lapidee: siamo nella tenuta del castello di Arcano, nel comune di Rive d’Arcano.

Francesco d’Arcano, che a causa delle turbolente vicende familiari si trovò coinvolto fin da piccolo in congiure e delitti, crebbe alla scuola della violenza, a cui dovette adeguarsi volente o nolente. A causa

Page 75: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|75

dei suoi comportamenti rissosi e prepotenti, venne bandito dalla Repubblica, perdendo i suoi beni a favore degli odiati parenti. Nel 1603 pensò bene di vendicarsi, arrivando ad ammazzare sia lo zio che la sua stessa madre. Senza più ostacoli poté quindi riprendere il castello, tentando di ricostruirsi una nuova vita. Allo scopo prese anche moglie: nel 1635 sposò Todeschina di Prampero, una nobildonna già in età e duramente provata dalla vita, tanto da non lasciarsi intimidire dal violento marito. Ma non aveva fatto bene i conti e finì ben presto pugnalata da Francesco in uno dei suoi peculiari scatti d’ira. Seppur moribonda,

Todeschina riuscì a scrivere col suo stesso sangue le iniziali del proprio nome sul muro del castello, “TP”, scritta che rimase visibile, ne siamo testimoni diretti, fino al tempo del terremoto del 1976. Francesco non volle far sapere del delitto, dando a intendere che Todeschina fosse viva e, per non lasciare tracce, ne fece murare il cadavere. La leggenda dice che in certe notti si udissero le urla strazianti della sventurata uscire dalle massicce mura castellane, leggenda che morì solo quando, nel corso di certi lavori di sistemazione e rinnovo, ne vennero finalmente trovati i poveri resti.

Page 76: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|76

La chiesetta di san Giacomo sulle sponde del Tagliamento.

Villanova a San Daniele

Da Rive d’Arcano la strada scende e si snoda tra vigne e uliveti verso il fondovalle e il torrente Corno. A fianco del ponticello che lo supera, troviamo di che ristorarci presso la trattoria “Da Bic”, dove offrono i tipici prodotti locali. Costeggiando il Corno, per una stradina nascosta tra le fronde di salici e robinie si raggiunge Giavons e, lasciata sulla destra San Daniele del Friuli, in pochi chilometri si arriva alla frazione di Villanova, la patria della Biker Fest. È qui che nacque il celeberrimo raduno verso la metà degli anni Ottanta e vi si svolse, per quasi quindici anni, prima di trasferirsi a Osoppo, proprio sotto la rocca del forte risorgimentale. A Villanova, invece, il sito della festa trovò felice collocazione, appena fuori l’abitato, sulla piana golenale del Tagliamento, sotto alle rive sorvegliate dall’antica chiesetta di san Giacomo; uno dei tanti siti religiosi posti fin dal Medioevo sul cammino per Gerusalemme, in quella che dai pellegrini veniva chiamata la Via di Alemagna.Nel giro di pochi anni la Biker Fest divenne un evento internazionale di grande richiamo, tanto che anche le località vicine vennero a trovarsi invase da stormi di biker in pelle nera e borchie su rombanti choppers super-cromati e super-pompati. Musica, divertimento, esibizioni e amicizia, questi erano i temi della festa, ma in un tale contesto non era difficile che ci scappasse qualche zuffa. Si trattava per lo più di scaramucce dovute forse a

qualche birra di troppo e che, il più delle volte, non lasciava sangue sulla strada, al massimo qualche occhio nero e un po’ di lavoro per il dentista. Tanto abbaiare ma poco mordere! Purtroppo l’evento richiamava non solo motociclisti, ma anche personaggi attirati dal clima trasgressivo della festa, che ne approfittavano per lasciarsi andare senza limiti. Gli etilometri non erano ancora stati inventati, a quel tempo. I pomeriggi, le serate e le notti villanovesi diventavano allora una specie di Far West dove l’unica legge era costituita dal rispetto tra motociclisti, i motârs, come si dice in friulano.

Nel 1994 i centauri accorsi a Villanova erano talmente tanti da non trovare più spazio al raduno sul Tagliamento, così in molti si accalcarono nella piazza del paese, attorno alla strada statale di Alemagna e al Biker Bar, bighellonando tra fumosi e puzzolenti burn-out, birra a fiumi e musica a palla. Accadde quell’anno che un tizio, abitante di un paese vicino, forse innervosito dall’insolita e rumorosa presenza, e forse anche alticcio, se la prese con i motociclisti, scatenando una rissa in cui ci andarono di mezzo proprio le moto sbattute a terra dall’auto del dissennato aggressore. Si seppe poi che il personaggio non aveva tutte le rotelle a posto, ma intanto la miccia era stata accesa. I biker non ci videro più, coltelli e tirapugni uscirono da tasche e sacche di cuoio, mentre l’altro se ne partì sgommando a gran velocità, causando un mezzo disastro tra le motociclette parcheggiate

Page 77: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|77

San Daniele del Friuli, trattoria “Al Teatro”.

tutt’attorno. Con la strada sbarrata nelle altre direzioni, non gli restò che puntare a nord, verso San Daniele, ma lo scriteriato era tutt’altro che lucido, sbandò da ogni parte finché non abbatté un motociclista proveniente da nord e che non c’entrava per nulla. Lo scontro fu terribile e il malcapitato in moto ci lasciò la pelle. Morì sulla strada tra le braccia dei fratelli biker, con il sangue che lentamente si mischiava ai pezzi cromati della moto sparsi sull’asfalto rovente. Poco mancò che si arrivasse al linciaggio e, abbandonata l’auto nel fosso, solo una fuga vigliacca nei campi salvò la pelle allo sciagurato investitore. Antonino Pappalardo si chiamava lo sfortunato motociclista ammazzato a Villanova; veniva da Catania: un lungo viaggio alla ricerca di amicizia e divertimento, forse anche una temporanea fuga dall’ordinario all’inseguimento di una vita migliore e che invece lo portò amaramente incontro alla nera signora.

San Daniele del Friuli

A San Daniele noi invece ci arriviamo e, parcheggiata la motocicletta sull’erta salita nei pressi del centro, ci concediamo un piatto di prosciutto accompagnato da un “bianco”, quello che una volta si chiamava Tocai. L’assolato pomeriggio scalda i colli indorati dell’autunno friulano e, dopo una passeggiata per il ring del centro storico tra chiese trecentesche e biblioteche

medievali, non ci resta che trovare un locale dove stendere le gambe sotto a un allegro tavolo imbandito per una veloce merenda. Non sarà il più rinomato, ma a noi la trattoria “Al Teatro” piace e poi ci sentiamo di casa: l’importante è che disponga di un buon prosciutto e di sana allegria. A servire un piatto del profumato e morbido San Daniele, accompagnato da un onesto Merlot della casa, ci pensa Bruna, la simpatica titolare di questa che è pur sempre una delle trattorie storiche della cittadina. Chiacchiere, pettegolezzi e ricordi sono il miglior digestivo e ci vuole davvero poco a tirar tardi, ma è meglio avviarsi fin tanto che il sole è alto. Infilati il casco e i guanti, apriamo il rubinetto della benzina, tiriamo una scalciata, ma la moto non parte. Ci riproviamo, ma niente ancora. Lo scrittore Pirsig insegna: mai insistere in questi casi, si rischia di ingolfare, meglio ragionare per inquadrare il problema. La splendida giornata in motocicletta lungo i nostri posti del cuore, l’ottimo cibo e l’eccellente vino hanno affilato i sensi e ci hanno reso zen: perciò niente panico; la candela l’abbiamo cambiata da poco, che cos’altro può essere? Bruna, Gianpaolo e Olivo della trattoria e un paio di sfaccendati, attirati dal trambusto, si mettono in cerchio osservando la scena tra il perplesso e il divertito. C’è quasi un’espressione compiacente tra quanti ci guardano pestare invano sul pedale dell’avviamento. Non mancano di esibire smorfie e atteggiamenti tra il sadico e il compatimento, ma ci siamo abituati. Ben maggiore sarà la nostra soddisfazione quando invece ce la faremo ad avviare la moto; come il prestigiatore nel momento in cui sbaglia apposta il numero accentuando la difficoltà, per creare la giusta suspense e renderlo poi più apprezzato dagli spettatori, una volta riuscito. Niente ansie: in effetti è passata quasi un’ora da quando ci siamo fermati e la moto era in ombra, chiaro che il motore si è raffreddato. Alziamo la levetta dello starter, quasi una bacchetta magica, giriamo la chiavetta del quadro su “avvio”, scalciamo decisi e... trionfo!

Imboccata la strada per Ragogna, impossibile non girare la testa verso il romantico colle di San Daniele; da qui lo sguardo può abbracciare il suo volto migliore, con la massiccia torre campanaria del duomo a svettare su un presepio di tetti di ogni colore. A sinistra lasciamo il colle del Picaròn (da cui prende il nome l’albergo) e via ancora on the road.

Page 78: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|78

Friuli

Le Prealpi dal ponte di Pinzano.

La strada di Bottecchia

Superata San Giacomo nel comune di Ragogna, la strada scende verso la stretta di Pinzano con ampie curve fino all’imbocco dell’ardito ponte a una campata, presso il quale è impossibile non fermarsi qualche minuto a pascere gli occhi del maestoso panorama: le Prealpi Carniche verso nord, la calda e generosa pianura verso sud e il grande fiume che le unisce e le feconda.

Da Pinzano al Tagliamento la strada si addentra tra boschi e prati e dopo qualche chilometro, passato il laghetto smeraldino di Cornino e i bastioni del monte Prat, dove vivono i grifoni, si accosta alle sassose rive del Tagliamento. Il tracciato, segnato dalle rocce scolpite dai soldati del Genio, a occidente, e da bassi e tozzi muretti dalla parte del fiume, è stretto e tortuoso. Si snoda come una lunga biscia che se ne sta al sole tra sassi, pietroni e frondosi arbusti, che in primavera e in estate nascondono le stentate ma limpide acque del fiume. La strada venne costruita all’inizio del secolo scorso per scopi militari ma, nonostante le ridotte dimensioni, serve benissimo soprattutto ciclisti e motociclisti, che possono disporre di un tracciato a dir poco stuzzicante. Si chiama “strada di Bottecchia”.

Anche il grande campione Ottavio Bottecchia negli anni Venti la usava per i suoi allenamenti in vista del Tour de France. Ai primi di giugno del 1927, in preparazione della corsa a tappe francese, se ne partì di buon mattino dalla sua casa di Pordenone verso Clauzetto, ma la giornata era troppo calda e, forse, lui non era al massimo della forma quel giorno. Infatti, a Flagogna, il nostro Ottavio non si avviò sulla strada in salita, ma piegò a destra verso Forgaria nel Friuli dove si fermò per una birra, così si dice. Si dice anche che nell’osteria del paese venne coinvolto in una rissa tra fascisti e anti-fascisti, ma che se ne scostò ben presto e proseguì il suo allenamento verso Peonis, nel comune di Trasaghis, e il lago di Cavazzo. A Peonis però non ci arrivò. Lo trovarono riverso e con la testa sanguinante poco lontano dal paese, mentre la bicicletta era rimasta abbandonata sulla strada assolata e insanguinata. Che cos’era accaduto? Nessuno ha mai capito se fu colpito da qualche bastonata o sassata o se semplicemente fu colto da un malore. Sta di fatto che, dopo essere stato trasportato senza conoscenza in un’osteria

Page 79: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|79

Page 80: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|80

Friuli

Ottavio Bottecchia: monumento al mito.

del paese, grazie alla disponibilità di uno sportivo che lo riconobbe, si noleggiò un carretto che lo portasse fino all’ospedale di Gemona del Friuli, dove spirò dopo un paio di settimane di straziante agonia. Morì il campione e nacque il mito. Ottavio Bottecchia, originario di San Martino, nel comune di Colle Umberto in provincia di Treviso, divenne un fuoriclasse in età avanzata per un atleta; si affermò infatti alla soglia dei trent’anni, dopo un clamoroso quanto inaspettato secondo posto al Tour de France del 1923. Cominciò a correre tardi anche a causa della Grande Guerra, che lo vide protagonista su più fronti come bersagliere ciclista. Fu anche premiato con la medaglia al valore per la tenacia con cui continuò a fuggire dagli austroungarici dopo essere stato più volte catturato e imprigionato: lo fece per ben tre volte e poi sempre riprese indomito il suo posto al fronte. Dopo quell’inaspettato e prestigioso piazzamento, colto in sordina e senza mezzi di sorta, l’anno dopo vinse il Tour, primo italiano nella storia della grande corsa francese, conquistando la maglia gialla alla prima tappa e portandola fino alla fine. Nel 1925 ripeté l’exploit, salendo a inarrivabili vette di gloria sportiva.

Sulle cause della morte non fu mai fatta luce, si disse che fu colpito da un contadino inferocito a causa delle ciliege o dell’uva che si sarebbe fermato a rubare strada facendo, ma l’uva ai primi di giugno non è certo matura e nei pressi del luogo incriminato, ove oggi sorge il cippo in sua memoria, non si trovarono ciliegi. Stante ciò, tutto si ricondusse a un malore dovuto forse al gran caldo o a un colpo ricevuto nella zuffa di Forgaria. Si disse anche che fu aggredito da una banda di fascisti. Quest’ultima ipotesi pare ancor più inverosimile, perché avrebbero dovuto farlo? In fondo, oltre che un grande campione, era un eroe di guerra e pure iscritto al fascio. L’ipotesi prese piede dopo che al funerale nessun gerarca si fece vivo, cosa ben strana in quelle circostanze e dato che si trattava, forse, del campione sportivo più in voga del tempo. L’insolita ed equivoca circostanza ovviamente alimentò il gossip, ma nemmeno la più piccola prova venne fuori, e il mistero resta tutt’oggi.

Sul lago di Cavazzo

Peonis è stata completamente ricostruita dopo il terremoto del 1976, diventando irriconoscibile per quanti la videro com’era, purtroppo. È un esempio di architettura banale, meschina, seppur vagamente pretenziosa: un monito a come non si dovrebbe costruire. D’altronde, dopo il 1976, erano ben altre le emergenze e non si guardò troppo per il sottile, ma lo scempio resta e non è il solo.Prima del Lago dei Tre comuni, detto anche Lago di Cavazzo, la strada attraversa altre località crudelmente colpite dall’immane sisma e, prima di Avasinis, testimone a sua volta di un brutale eccidio del tempo di guerra, ci dirigiamo verso Trasaghis fino all’unico distributore di benzina della zona. Sul percorso montano che ci attende fra poco, non ci sono distributori; d’accordo che la moto consuma poco, ma il serbatoio tiene solo sette litri: meglio non rischiare. Abbiamo così la possibilità di verificare quanta benzina abbiamo consumato.

Page 81: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|81

Così si presenta lo smeraldino lago di Cornino tra le ramaglie sulla “strada di Bottecchia”.

Il contachilometri segna che abbiamo percorso novantadue chilometri dalla partenza di Cividale, significa quasi trenta chilometri con un litro di miscela: mica male! La Cagiva è un due tempi: la lubrificazione del motore non avviene tramite il circuito separato dell’olio, bensì direttamente nel cilindro tramite l’olio miscelato alla benzina. Ai suoi tempi, la moto si rivolgeva a una utenza tranquilla, per usare un eufemismo, perciò a Varese pensarono bene di dotarla di un sistema di miscelazione automatico che sollevasse il pilota dalla necessità di prepararsi la miscela prima di partire. Un bel vantaggio allora. Purtroppo l’asta di controllo del livello dell’olio lubrificante si è rotta e non siamo riusciti a trovarne una per sostituirla, così non sappiamo mai quanto ce ne resta. Per non correre il rischio di grippare, preferiamo tenerla sempre al massimo livello così, prima di ripartire, rabbocchiamo fino all’orlo e non se ne parli più, almeno per oggi. In parecchi ci consigliano di non fidarci: sarebbe meglio eliminare il sistema di lubrificazione automatico e ricorrere alla vecchia cara miscela autoprodotta. I miscelatori, ancor più se vecchi, possono sempre guastarsi e quindi il grippaggio è bello che assicurato. Noi continuiamo comunque a fidarci della nostra motoretta e del buon lavoro svolto a Varese.

Da Trasaghis ripartiamo aggirando il lago sulla sponda orientale. Superato il piccolo ma frequentatissimo centro balneare lacustre, ecco che tra i canneti appare l’acqua smeraldina, mentre la strada sale verso Interneppo, nel comune di Bordano. Dalla panoramica piazzetta del paese, con i murales delle farfalle a ravvivare i tristi intonaci delle case post-sisma, ci si butta quindi in discesa e, dopo un paio di umide gallerie e i giganteschi piloni del viadotto autostradale, la strada giunge al comune di Cavazzo Carnico in località Somplago, che in friulano significa “in cima al lago”, ovviamente. Si riprende poi a salire verso la sella di Mena, su una delle più battute vie degli “smanettoni”.

La strada prosegue morbida e sinuosa verso nord e, una volta superato l’abitato di Cavazzo Carnico, si giunge ben presto al bivio del ponte sul Tagliamento. Superandolo si potrebbe raggiungere Tolmezzo, il maggior centro della Carnia, ma i nostri prossimi obiettivi sono sulle montagne: Verzegnis e la sua frazione Pozzis.

Page 82: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|82

Friuli

Verzegnis

Dal bivio, salendo per due chilometri fatti di curve e tornati, si giunge nel comune di Verzegnis all’abitato di Chiaulis e, dopo altri due, al borgo di Chiaicis, il paese delle indemoniate.Verzegnis è una località formata da un’insieme di borgate montane poste sul versante nord-est dell’omonimo monte, il versante più chiuso e freddo, dove d’inverno il sole si vede ben poco tra i tetti di pietra e il bosco. Sono comunità che nel passato, durante i duri inverni carnici, vivevano quasi completamente isolate. È qui che nel 1878 avvennero i fattacci di cui raccontiamo.Era quasi primavera e la natura stava lentamente risvegliandosi da un lunga e rigida stagione di solitudine e abbandono, quando avvenne il primo caso: una ragazza quindicenne cominciò a dare segni di isteria, come fosse posseduta dal demonio. A questa se ne aggiunsero presto altre e il fenomeno dilagò a macchia d’olio. Le donne urlavano, schiumavano, si dimenavano emettendo suoni raccapriccianti in preda alla possessione. La Chiesa, che in quei tempi e in quei posti forse contava più dello Stato, tentò di risolvere l’insana questione. Vennero gli esorcisti, ci provarono con croci e invocazioni, con le loro formule arcaiche e l’olio santo, ma senza esito. Vennero poi i medici, che si esprimevano dogmatici con termini in latinorum, peggio dei preti, ma anche loro non seppero far di più che sentenziare pomposamente e astrattamente. I mesi passavano e l’epidemia si estese alle borgate vicine, coinvolgendo anche madri e sorelle. La situazione divenne intollerabile per il giovane Stato italiano, arrivato in questi territori sperduti da pochi anni, ma ben deciso a far valere il potere nei confronti di questi miserabili valligiani che parlavano una lingua sconosciuta e ricordavano ancora con rimpianto gli austeri ma efficienti funzionari austriaci. Vennero allora i gendarmi con i pennacchi e con le armi e, senza pietà e senza capire, strapparono le sventurate alle loro misere case e ai loro cari. Ci furono episodi di resistenza e di violenza; venne versato sangue da ambo le parti, ma le donne finirono in massa al manicomio di Udine. Qui sì che impazzirono davvero!

Dopo la conca di Verzegnis, la strada sale verso la frazione di Sella Chianzutan, posta poco sotto quota mille. È una delle più belle strade di montagna dell’intero Friuli. Da tempo

immemorabile vi si svolge anche una celebre corsa in salita e costituisce il clou del percorso per i motociclisti provenienti da Cavazzo i quali, dopo il passo, possono proseguire sulla splendida Val D’Arzino, verso sud.

Pozzis in Val D’Arzino

Se il versante nord del passo è caratterizzato dalla preponderante presenza di conifere, il lato a meridione presenta uno spettacolare e grandioso bosco di faggi. Un sito che riempie il cuore, nobile e piacevole in ogni periodo dell’anno: in estate per l’ombra e il refrigerio, in autunno per gli splendidi colori giallo-rugginosi, in inverno e a inizio primavera per il senso di purezza e libertà che infonde al vagabondo in bici o in moto.Prima che la discesa finisca, e subito dopo aver incrociato la strada proveniente dalla Valle di Preone, sulla destra spunta uno schivo cartello indicante il borgo di Pozzis, anzi, la Repubblica di Pozzis. È così che la battezzò l’amico Cocco quando, all’inizio degli anni Ottanta, ci venne ad abitare, solo lui e le sue capre. Tutti avevano abbandonato il paese e lui ebbe il coraggio e la sfrontatezza di riconquistarlo, da solo! Al secolo Alfeo Cargnelutti di Pers di Maiano, era conosciuto da tutti nel mondo dei biker, di cui fu uno dei più arditi pionieri già negli anni Sessanta. Un uomo che visse una vita troppo fiera per accettare l’imborghesimento, che avvolse e catturò, uno alla volta, gli amici di un tempo, ma non lui. “E allora vadano tutti in malora, io mi ritiro a Pozzis dove non c’è né acqua corrente né luce elettrica, ma c’è la pace, il bosco e la pura acqua dell’Arzino”. E fu quanto gli bastò per avviare una nuova vita, affrancata dallo spregevole perbenismo, dall’ipocrisia, dalla vile morale borghese, in mezzo alla natura e alle sue antiche motociclette. Certo che la solitudine è dura da sopportare e non bastano due raduni motociclistici all’anno per vincere la disperazione dell’isolamento e dell’abbandono. Raduni che prima, ma anche dopo il turpe fattaccio di sangue di cui diremo (si tengono regolarmente ancor oggi), non mancano di convogliare a Pozzis centinaia di fedelissimi amici motociclisti per una festa tanto esuberante quanto eccentrica. Così un bel giorno, sistematosi nel frattempo ingegnosamente e laboriosamente in una delle vecchie case recuperate alla vita con tanto di acqua corrente e luce elettrica, pensò bene

Page 83: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|83

Il borgo di Pozzis.

di abbandonare la solitudine e, dato che il Cocco non fa mai le cose come tutti si aspetterebbero, non una ma due ragazze albanesi si portò in casa: l’amante e l’amica dell’amante. Le sottrasse, in sprezzo al pericolo, ai loro protettori albanesi e la cosa non venne dimenticata nel vendicativo e malavitoso ambiente. Il gioco a tre, però, non funzionò a lungo e, forse aggravato da infauste e pericolose intromissioni, sfociò nel sangue. Venne il giorno della pistola fumante: era la primavera del 1996 e l’amica dell’amante trovò a Pozzis la fine della sua cattiva strada, ammazzata con due colpi e seppellita alla buona nel cortile di casa, vicino al letamaio. Un paio d’anni dopo, Cocco trovò la via del carcere di Tolmezzo e ci restò per un bel pezzo, fino all’estate del 2007, quando, scontato il suo debito con la giustizia, tornò a Pozzis e riprese la sua vita solitaria tra capre e cavalli. Che cosa accadde tra i ruderi del villaggio per arrivare al delitto in quel giorno del 1996? Le cronache del tempo si sbizzarrirono e il Cocco, pur reo confesso, non riuscì a convincere sulla dinamica dei fatti. Noi, ad esempio, che lo conosciamo un pochino, conserviamo il dubbio che abbia voluto assumersi la veste di capro espiatorio per evitare guai peggiori.

Qui finisce, per ora, il nostro truculento itinerario friulano. Quelle che abbiamo percorso sono le strade del Friuli di Mezzo: dalla piana udinese ai primi colli morenici, fino alle Prealpi Carniche; di qua e di là del Tagliamento, spina dorsale della “piccola patria”. Ma chissà quante altre sanguinose vicende si nascondono tra la pianura e il mare, tra minute valli dimenticate e l’incantesimo dei monti!È stata un’intensa giornata per la nostra SST 125, dal cuore piccolo ma generoso: in tutto centoventicinque vivaci chilometri ricchi di avvenimenti, cronache, peripezie, salite, discese, castelli, osterie e… sangue. Una pura giornata da moto affrontata senza fretta, senza stress, con pochi cavalli sotto al sedere ma con tanta voglia di andare, osservare, ricordare.Questa avventura finisce simbolicamente a Pozzis, dove convivono la motocicletta e la cronaca nera, e dove vive ancora l’unico protagonista del macabro racconto di strada e di sangue che avete appena letto. Quella della Val D’Arzino è la strada da percorrere, per chi volesse conoscerlo... ma ricordate: solo le moto sono ammesse alla Repubblica di Pozzis.

Page 84: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|84

Lungo la strada ci soffermiamo ad ammirare il villaggio arroccato di Gordes.

Page 85: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

LE NOSTRE STRADE

Il video-racconto di questo viaggio lo potete trovare sull’edizione digitale di Mototurismo e su MototurismoTV, visibile su YouTube e disponibile come applicazione gratuita per tutte le SmartTV Samsung.

|85

CON “LE NOSTRE STRADE”, LAURA E LELE CI ACCOMPAGNANO ALLA SCOPERTA DI NUOVI ITINERARI

IN COLLABORAZIONE CON

VILLAGGI ARROCCATI DELLA PROVENZA

Con le Nostre Strade andiamo alla ricerca di antichi villaggi edificati a ridosso di impervi speroni in Provenza, territorio francese carico di suggestività per i suoi colori, i profumi e le romantiche atmosfere.

FRANCIAu u

Page 86: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|86

• A CURA DI LAURA PAGANI, EMANUELE FABIANO

Una delle caratteristiche viuzze che contraddistingue Gordes.

La Provenza è spesso considerata un territorio tattico sia perché si estende a ridosso del confine italiano sia perché spesso il clima è temperato, grazie al favorevole influsso della vicina Costa

Azzurra, che la rende una meta ideale nella maggior parte dell’anno. Con questo itinerario mettiamo in risalto solo alcune delle bellezze che la Provenza offre, muovendoci tra antiche vestigia medievali, in un territorio dove pare che il tempo si sia fermato.

Punto di partenza delle Nostre Strade provenzali è la ridente cittadina di Cavaillon, dal trascorso storico importante, come si evince dall’arco di trionfo romano, simbolo di questo centro urbano. Tra i suoi monumenti non ci lasciamo sfuggire la cattedrale di Saint-Véran, in stile romanico e impreziosita da un rilassante e ombreggiato chiostro, e la sinagoga, a testimonianza della presenza ebrea, un tempo costretta a vivere nelle cave, una sorta di ghetto sorto per volontà papale. Dall’alto della collina di Saint-Jacques ammiriamo l’intero paese e avvistiamo le innumerevoli coltivazioni di meloni, dolcissimi e profumati, importati tempo addietro dall’India e che qui hanno trovato un habitat perfetto dove svilupparsi proficuamente. Anche le famose mielleries rimangono uno dei più dolci punti di sosta a cui non rinunciare: in queste case del miele si possono degustare diverse varietà di nettare delle api, impreziosito da sfumature di erbe aromatiche locali, come il tiglio, la lavanda e l’erica per citarne alcune.

Con le nostre Moto Guzzi raggiungiamo Oppède-le-Vieux, senza dubbio uno dei villaggi arroccati più suggestivi. Abbandonato nel XVII secolo, dopo che i suoi abitanti decisero di scendere a valle per dedicarsi all’agricoltura e all’allevamento di bestiame, oggi il borgo è fortemente intriso di contrasti tra antichi edifici in rovina e abitazioni interamente restaurate da artisti che hanno scelto questo singolare luogo come sede della propria attività. Seguiamo l’itinerario pedonale, che ci permette di scoprire ogni meandro del villaggio: scorgiamo un’antica collegiata del XII secolo, le rovine di un vecchio castello e antiche botteghe artigiane che ci immergono in un’atmosfera d’altri tempi. L’itinerario prosegue sempre più all’interno del Luberon, quella porzione di Provenza

Page 87: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|87

Un tuffo in un passato che profuma di romantico nel borgo di Saint-Étienne-les-Orgues.

Page 88: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|88

Meravigliosi e colorati campi che tratteggiano la Provenza. Incantevole panorama dell’alto di Ménerbes.

Page 89: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|89

Page 90: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|90

Il monte Vaucluse che ospita l’antico villaggio di Saint-Saturnin-lès-Apt.

L’arco quadrifronte d’epoca romana è uno dei principali monumenti di Cavaillon.

caratterizzata da saliscendi collinari, profumati campi di lavanda ed erbe aromatiche. Dopo alcuni tornanti conquistiamo il borgo medievale di Gordes, con un bel castello cinquecentesco che occupa la posizione più elevata del paese. Lo raggiungiamo percorrendo viuzze che si aprono tra edifici con mura di rocce bianche, che spesso cambiano colore a seconda della luce del sole. Poco fuori Gordes si trova il Village des Bories, un agglomerato di capanne in pietra che fungevano da abitazioni provvisorie per i contadini impegnati a badare temporaneamente al raccolto o alle greggi. Da questo contenuto borgo ci spostiamo a Ménerbes, una sorta di villaggio fortificato costruito su un promontorio roccioso. Diverse testimonianze dimostrano come questa cittadina fosse già abitata nella preistoria e alcuni scavi hanno portato alla luce un cimitero romano e alcune ville dell’epoca. Nel corso del Medioevo, invece, l’accesso alla città avveniva attraverso due porte, quella di Saint-Sauveur e quella di Notre-Dame. Antiche case in pietra si scontrano con abitazioni recentemente ristrutturate, conferendo un tocco suggestivo all’insieme, molto apprezzato dai tanti artisti che qui hanno deciso di comprare casa: perfino Picasso è stato stregato da quest’angolo di Provenza!

Page 91: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|91

Ardua via scolpita nella montagna che conduce al culmine di Saint-Saturnin-lès-Apt.

Ci imbattiamo poi nella verdeggiante collina che ospita Lacoste, rifugio sul finire del Settecento del noto scrittore Marchese De Sade, da cui prese origine il termine “sadismo” per via dell’atteggiamento che contraddistingue numerosi suoi scritti. Anche questo borgo è sovrastato da un grandioso castello dell’XI secolo ed è caratterizzato da un dedalo di vie acciottolate, dal fascino antico e mai tramontato. Dalla posizione più elevata si scorge il villaggio di Bonnieux, che raggiungiamo a cavallo delle nostre moto. La cittadella è di una bellezza disarmante e offre in ogni suo angolo viste pittoresche; è strutturata su più livelli, collegati tra loro da antiche vie, e protetta da possenti mura che l’hanno conservata nel corso dei secoli. Tra le attrattive principali non bisogna perdere il museo della panetteria, che spiega tutta la storia e le tradizioni legate alla produzione del pane in Provenza. A pochi chilometri di distanza si estende una delle più belle foreste di cedri di tutta Europa, con sentieri che portano alla scoperta di questo singolare polmone verde francese. Lasciato alle nostre spalle questo magnifico cedreto, puntiamo verso Apt che anticamente costituiva un’estesa colonia romana sulla via Domizia, strada che unisce le Alpi con la valle del Rodano. La cittadina è fortemente legata a una tradizione agricola

Page 92: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|92

Gallo artistico in ferro nel centro di Saint-Étienne-les-Orgues.

Pittoresco collage delle inconfondibili finestre in stile provenzale tra i villaggi arroccati.

Page 93: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|93

L’angolo del cinema nella raccolta Bonnieux.

Page 94: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|94

Page 95: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|95

Oppedette, piccolo villaggio arroccato dalle tonalità rurali.

Page 96: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|96

I campi di lavanda, un elemento immancabile durante un viaggio nel cuore della Provenza.

Page 97: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|97

Le impressionanti gole del Calavon.

Page 98: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|98

Bonnieux, la cittadella fortificata costruita su più livelli.

Dal basso scrutiamo le antiche mura cittadine che custodiscono il maniero di Caseneuve.

e contadina ed è rinomata sopratutto per le sue confiseries, piccole botteghe che vendono frutta candita e dolci prelibatezze. Nel centro spiccano vecchi quartieri, vetusti bastioni e palazzi antichi, oltre alla cattedrale di Sainte-Anne, che gode di una cripta parecchio suggestiva.

Muovendoci tra le Prealpi di Vaucluse e il massiccio del Luberon raggiungiamo Caseneuve, che sorge su una collina circondata da una fertile campagna, immersa in un’atmosfera pacata e tranquilla. Il principale punto di interesse è senza dubbio il suo maniero, rafforzato da possenti mura in pietra bianca, baluardi e slanciate torri. Non distante, ecco Saint-Saturnin-lès-Apt, grazioso borgo arroccato che ci accoglie fra le proprie mura. Il paese pare quasi appoggiato alla montagna che lo ospita, e vale la pena abbandonarsi alla passeggiata lungo il percorso che si inerpica sino al borgo antico: qui, con nostra grande meraviglia, scorgiamo un grazioso laghetto artificiale, realizzato nel XVII secolo per servire il villaggio di acqua. Il castrum risale al X secolo: la sua prigione e una cappella sono state recentemente restaurate. Degno di nota è il vecchio mulino simbolo della

Page 99: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|99

Risalendo il colle che ospita l’antica cittadina di Oppède-le-Vieux rimaniamo incantati dal panorama offerto dal sagrato di una collegiata d’altri tempi.

Una veduta panoramica sul Luberon dal borgo di Saint-Saturnin-lès-Apt; in primo piano il campanile della chiesa di Saint Etienne nella parte nuova del paese.

Provenza, come testimoniano gli scritti del famoso scrittore Daudet, realizzato sull’altura del paese per sfruttare appieno il Mistral, vento che si muove, violento, a queste latitudini.

Le Nostre Strade proseguono immerse in questi gradevoli paesaggi agresti, dove la lavorazione della terra e i suoi frutti sono la principale fonte di guadagno per i suoi abitanti che, lungi dalla modernizzazione, tramandano di generazione in generazione i segreti della vita contadina. Varchiamo le soglie di Lagarde-d’Apt, che detiene il primato di villaggio con il minor numero di abitanti. Il centro urbano è piccolissimo, costituito da una chiesa, un ristorante e due distillerie di lavanda, che cresce florida nelle campagne tutt’intorno. L’itinerario prosegue lungo un percorso dove la natura, coi suoi campi fioriti, prende il sopravvento; attraversiamo la cittadella di Saint-Christol, nota principalmente per le sue grotte e i pozzi formatesi in seguito all’erosione carsica, tipica di questa zona. A poca distanza appare il raccolto borgo medievale di Viens, dove spicca l’alta torre dell’orologio. Qui strette viuzze acciottolate a nido d’aquila sono racchiuse da antiche abitazioni, completamente rinnovate secondo lo stile dell’epoca in cui vennero edificate.Raggiungiamo lo sperone di roccia che ospita il borgo di Oppedette, ben conservato e interamente restaurato mantenendo fede alla propria tradizione rurale. Dal punto più alto del suo promontorio ammiriamo le disarmanti gole scolpite dal torrente Calavon che scorre, inesorabile, ai piedi del promontorio roccioso. Saint-Étienne-les-Orgues è l’ultima tappa delle Nostre Strade in Francia meridionale. Posizionato lungo la via della lavanda, il borgo è noto per l’elevata concentrazione di erboristerie e drogherie disseminate nelle sue raccolte vie, caratterizzate dalla presenza di straordinari edifici in sassi e pietre, carichi di straordinari dettagli.

Completamente rapiti e affascinati da questo stile provenzale, avvolti da un inconfondibile profumo che solo in queste campagne si può avvertire, tra villaggi arroccati dove il tempo pare si sia fermato, riprendiamo la strada del ritorno, immaginando quale potrebbe essere la nostra prossima destinazione.

Page 100: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

ALLA RICERCA della

POLCEVERABRONZEA

TAVOLA

di

liguria

Page 101: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

Poco lontano da Genova, tra i confini dell’impero e le antiche vie romane sfruttate in ogni epoca storica, oggi si snodano gradevoli percorsi, ideali per un viaggio in moto.

Verso Pedemonte di Serra Riccò.

Page 102: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|102

• A CURA DI ROBERTO POLLERI, FOTO DI MARCO GAETANO

Vista su Serra Riccò.

Immaginiamo di essere nel 1506. Un contadino della Val Polcevera nell’entroterra genovese, tal Agostino Pedemonte, come ogni giorno si reca nei propri terreni a coltivare. Dopo qualche colpo ben assestato,

la punta della zappa urta un oggetto sepolto. Il suono appare anomalo, non è la solita pietra che fa scintillare il ferro, sembra piuttosto qualcosa di metallo. E infatti, dalla terra emerge una lastra di bronzo, grande poco meno di mezzo metro, con una serie di scritte a lui incomprensibili. La grafia è latina, ma il buon ligure non è attratto dall’incisione, a interessarlo è il metallo, che potrebbe rivendere per raggranellare un piccolo gruzzolo. Pedemonte la cede a un calderaio, che a sua volta la proporrà a monsignor Giustiniani, vescovo genovese di Nebbio in Corsica, che a propria volta la cederà alle autorità della repubblica marinara, consegnandola di fatto alla storia:

questa è la Tavola bronzea di Polcevera, datata 117 a.C., che riporta una sentenza del Senato romano in termini di confini tra le popolazioni che occupavano appunto la Val Polcevera. Oggi, più di duemila anni dopo, in sella alla nostra moto cerchiamo le stesse strade di allora, gli stessi luoghi che abbiamo trovato sulla tavola, quei confini e quelle terre oggi profondamente cambiati ma sempre identici per morfologia, panorami e territorio. Accendiamo allora la nostra Daytona 350 e partiamo alla ricerca delle antiche vie che hanno segnato i confini di questa porzione di Liguria.

Iniziamo il nostro percorso dalla parte più bassa della valle segnata dal fiume Polcevera, ed esattamente in località Comago, dove visitiamo Villa Serra, grande area verde dal potente impatto visivo. La villa è una creazione settecentesca opera del marchese Serra, che ha realizzato un vasto parco di nove ettari con piante ad alto fusto, anche di specie rare ed esotiche. Troviamo

Page 103: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|103

I confini dividono lo spazio; ma non sono pure e semplici barriere. Sono anche interfacce tra i luoghi che separano.

Zygmunt Bauman

inoltre laghetti e ruscelli popolati di anatre e cigni, nonché una splendida palazzina neogotica in stile Tudor. Oggi il parco è aperto al pubblico e ospita svariate manifestazioni, dal tiro con l’arco a sfilate di moda, passando per i raduni di veicoli d’epoca. Passeggiare sui prati e i vialetti, volgendo lo sguardo di tanto in tanto verso il giallo della palazzina che spicca tra il verde e i colori tenui della vegetazione, è realmente suggestivo: un vero angolo di natura e bellezza a pochi passi dalla città. Al termine della nostra visita andiamo ancora oltre, verso nord: le curve delle strade liguri aspettano i nostri pneumatici. Riprendiamo la provinciale numero due in direzione Casella ed ecco, dopo pochi chilometri, apparire l’abitato di Sant’Olcese. Qui fermiamo la nostra moto nella piazza davanti alla chiesa, dedicata all’omonimo santo, vescovo normanno che si era rifugiato in Liguria dopo la fuga dalla Gallia invasa dai barbari. La chiesa risale al VII secolo, ma i primi scritti che ne riportano la denominazione sono datati 1143. I vari rimaneggiamenti della

struttura, anche a seguito di un incendio che ne distrusse la gran parte, vedono oggi interni secenteschi, in uno stile barocco sovraccarico di decorazioni. Poco distante dalla chiesa troviamo il campanile, staccato da essa, caratteristica molto atipica per la regione ligure: il campanile fu infatti costruito nel secolo scorso dato che l’originale, parte integrante della chiesa, fu abbattuto perché pericolante. Dopo la visita approfittiamo per fare uno spuntino secondo lo stile locale: pane e salame di Sant’Olcese. Ci rifocilliamo con questo salume tipico e siamo subito pronti a risalire in sella, in direzione di Crocetta di Orero. Qui troviamo il valico più basso dell’appennino ligure, a soli quattrocentosessantotto metri sul livello del mare. Lungo questa direttrice di traffico i Romani svilupparono i loro commerci, basati sulla compravendita del sale che, dal mare Ligure, veniva trasportato verso nord quale preziosa merce di scambio. La bassa altitudine del valico permetteva di limitare gli sforzi, visti gli scarsi mezzi dell’epoca. Oggi, invece, in sella a una moto

Page 104: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|104

Le oche e le anatre sono le padrone di casa a Villa Serra.

saliamo rapidamente i tornanti del passo e la guida è una vera e propria danza, gradevole sotto ogni punto di vista: marcia dopo marcia, il leggero ruotarsi del polso destro ci delizia mentre l’occhio spazia tra un panorama sempre differente, fatto di natura multicolore. Dal valico si scende verso l’abitato di Casella, nota lo-calità di villeggiatura che ha la caratteristica di essere collegata al centro di Genova mediante una ferrovia a scartamento ridotto estremamente suggestiva e panoramica. Il trenino si inerpica lungo le pendici dell’appennino Ligure con la sua livrea bianco-rossa che contrasta con il verde e il bruno dei monti, mentre il mare scintilla in lontananza. Molto bello davvero. Il percorso procede in direzione del santuario della Vittoria. Una stradina stretta e per nulla

trafficata si srotola tra il verde chiaro e scuro di prati e boschi; non incrociamo nemmeno un’auto mentre viag-giamo tranquilli con, in sottofondo, il rombo leggero del bicilindrico che gira regolare. Il santuario ci appare sulla sommità di una collina, a seicentocinquanta metri sul livello del mare, in posizione dominante su

tutta la vallata. Edificato a metà Seicento, prende il nome dalla vittoria delle truppe genovesi sul forte esercito franco-savoiardo avvenuta il 10 maggio 1625. Ci concediamo una piccola sosta sul sagrato per godere della vista circostante e visitare l’interno della chiesa. Poi il motore si può riavviare per scendere in direzione del passo dei Giovi, notissima strada fatta di sole curve, che da sempre è meta di motociclisti in cerca sia di un giretto rilassante sia di qualche scintilla dal cavalletto.

Page 105: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|105

Villa Serra, la costruzione in stile Tudor. L’ingresso a Villa Serra.

Noi, che apparteniamo alla prima categoria, ci godiamo le curve a bordo della KustomBike che scende tranquilla e senza fretta. Ci stiamo avviando verso la prossima meta del nostro giro: San Cipriano, piccola frazione del comune di Serra Riccò. Il borgo, abitato sin dall’antichità, ospita la chiesa parrocchiale dei santi Cornelio e Cipriano, della quale si trovano tracce nei documenti del V secolo. L’edificio accoglie opere dei pittori Luca e Giovanni Cambiaso, padre e figlio, notissimi in tutta la Liguria a cavallo del Cinquecento per aver lavorato in tutta la zona su commissione dei nobili locali.

Procediamo in direzione sud e, dopo pochi chilometri, troviamo il castello, posto sulla sommità di una collinetta, in posizione perfettamente dominante sulle vallate del torrente Secca e del fiume Polcevera. La struttura, dei primi anni del Novecento, è costruita in stile neogotico. Il castello, realizzato in mattoni rossi a imitazione dei manieri di epoca antica, consta di un corpo centrale sormontato da una torre e di un’altra torre in pietra poco distante. Oggi la struttura ospita

matrimoni e manifestazioni, in una location di grande impatto visivo e scenografico. La Daytona scende la strada del castello e si rimette in marcia verso il prossimo luogo di interesse: la cappella di san Michele di Castrofino. La piccola costruzione ha un’importanza centrale nella storia ligure, in quanto appare citata in una iscrizione del 506, posta su una lapide che indica la sepoltura di un nobile locale presso la cappella. La struttura religiosa, che si raggiunge dopo un breve tratto a piedi lungo una gradevole strada sterrata, è stata di recente restaurata e svetta con il suo colore giallo nel verde circostante. Siamo come isolati nella natura e nei suoi mille colori, è un piacere non sentire alcun rumore e lasciarsi abbracciare dal vento che soffia attorno a noi. Pace e contemplazione sono le due uniche parole che ci vengono in mente in questo preciso momento. Dopo qualche attimo, siamo di nuovo pronti a salire in sella e a dare vita al piccolo bicilindrico, che è subito pronto a portarci verso nuove emozioni. Si ingrana la prima marcia e la Daytona si muove verso le ultime due frazioni del comune di Serra Riccò: Valleregia e Pedemonte. Attraversiamo il primo nucleo abitato per una foto

Page 106: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|106

ITINERARIO

Da Comago percorriamo la SP2 in direzione Sant’Olcese e poi Casella. Da qui seguiamo la SS226 verso Savignone, poco prima dell’abitato svoltiamo a sinistra sulla SP47 verso il santuario della Vittoria e poi prendiamo per il passo dei Giovi. Qui scendiamo verso sud, lungo la SP35 fino a San Cipriano, si prosegue lungo la SP3 verso Valleregia e Pedemonte. La valle del rio Pernecco inizia proprio davanti all’oratorio di San Rocco. La percorrenza è di circa cinquanta chilometri.

Dal santuario della Vittoria ci si può collegare al percorso citato nell’articolo “I santuari di Genova” (Mototurismo 203 - Settembre 2012), oppure in zona San Cipriano percorrere la SP5 in direzione Campomorone per allacciarsi all’itinerario “Sorprendente entroterra” (Mototurismo 234 Novembre/Dicembre 2015).

sul belvedere davanti alla chiesa della Natività, che ci permette di spaziare ancora con l’occhio lungo tutta la vallata. Il sole, che sta ormai tramontando, ci aiuta inondando tutto con una luce delicata e soffusa. Scendiamo ancora. Siamo ormai quasi al termine del nostro piccolo itinerario di oggi. Ci dirigiamo verso la valle del torrente Pernecco, ma prima di inoltrarci nella gola omonima, sostiamo davanti al santuario di San Rocco a Pedemonte, posto alla confluenza del rio Pernecco con il rio Secca, costruzione edificata nel XIV secolo come ringraziamento per la scampata peste, che si era abbattuta su tutta l’Europa. Poco distante da qui, in un punto non precisato della zona, immaginiamo il luogo del ritrovamento della Tavola bronzea. Percorriamo tutta la vallata sino alla fine, la strada termina in cortili privati e noi torniamo indietro, osservando il torrentello che scorre placido accanto a noi. In questo momento pensiamo al buon Agostino Pedemonte e al suo stupore quando la zappa, quel giorno, fece una scintilla anomala. Non avrebbe mai creduto di passare alla storia. E noi, grazie a lui, abbiamo potuta riviverla, peraltro nel modo più gradevole: a bordo di una moto.

Siamo saliti e ridiscesi su vari crinali, ieri oggetto di controversie e oggi territorio meraviglioso, che riesce a stupire per la particolarità e la storia che porta con sé. In sella alla nostra due ruote,

abbiamo scoperto il passato di questi posti, carichi di storia e di bellezze da scoprire, così vicini alla grande città eppure, per certi versi, sconosciuti a molti. La KustomBike ci riporta a casa, lei carica del nostro peso, noi carichi di immagini e di nozioni che vogliamo già approfondire…

Page 107: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|107

Verso Casella. Ci dirigiamo verso la chiesa di san Michele di Castrofino.

San Cipriano: la chiesa dedicata ai santi Cornelio e Cipriano.San Cipriano: il castello.

Page 108: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

Sulla strada per il santuario della Vittoria.

LA MOTO DELL’ITINERARIO

La Kustombike Daytona 350 è importata dalla ditta vicentina “Media Auto srl”; è una piccola custom dalle forme allungate e con abbondanza di cromature che richiamano i vecchi modelli low rider. Il motore è un bicilindrico parallelo di 320 cc raffreddato ad acqua, che eroga una potenza di trentadue cavalli a ottomila giri. La Daytona si caratterizza per la grande gomma posteriore su cerchio da sedici pollici, mentre all’anteriore troviamo un cerchio da ventuno pollici. L’impianto frenante consta di tre dischi, di cui

una coppia da trecento millimetri anteriormente mentre al posteriore il disco singolo è da duecento millimetri. Il telaio è in stile Softail, quindi con coppia di ammortizzatori che lavorano sotto il motore e non a vista. La moto, nonostante disponga di una cilindrata limitata e non sia dotata di grande allungo, è brillante e scattante; i consumi sono contenuti e la posizione di guida non affatica troppo il pilota. Anche il passeggero ha a disposizione una discreta porzione di sella; forse si sente la mancanza di un appiglio o di un piccolo schienale, soprattutto nei viaggi più lunghi e impegnativi.

Page 109: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|109

LA TAVOLA BRONZEA DI POLCEVERA

La Tavola bronzea, detta anche Sententia Minuciorum dal nome dei fratelli Minuci Rufi, i due magistrati romani che emisero la sentenza, è una lamina di bronzo dello spessore di due millimetri, alta trentotto centimetri e larga quarantotto centimetri, sulla quale è incisa la sentenza emessa nel 117 a.C. L’iscrizione, in latino e disposta su quarantasei righe, contiene il testo integrale che i giudici pronunciarono a proposito di una questione di confini che divideva i Genuates, gli abitanti di Genova, e i Viturii Langenses, che abitavano nell’alta Val Polcevera. Il reperto fu rinvenuto nel 1506 nel greto del torrente Pernecco, a Pedemonte di Serra Riccò, da un contadino del luogo, Agostino Pedemonte, mentre era intento a dissodare un pezzo di terreno. Il reperto, di primaria importanza non solo per la storia locale ma anche per la storia del diritto, l’epigrafia e la linguistica, è ora conservato presso il Museo civico di archeologia ligure di Pegli (Genova).

SALAME DI SANT’OLCESE

È un salame tipico ligure, insignito della denominazione P.A.T. ovvero “prodotto agroalimentare tipico”, realizzato da due salumifici di Sant’Olcese, i salumifici “Cabella” e “Parodi”. Questo salame è noto per la grana grossa e la limitata stagionatura. Viene prodotto con parti uguali di carne bovine e suina e prevede che la carne venga tagliata manualmente; successivamente le parti magre vengono passate al tritacarne, mentre quelle grasse vengono lasciate a cubetti. Si aggiungono poi pepe nero in grani, aglio in polvere, vino bianco della Val Polcevera e sale. Il composto è insaccato e legato a mano, pratica che presuppone una notevole abilità e specializzazione del personale.Al termine della lavorazione i salami sono sottoposti alla stagionatura, prima per pochi giorni in un apposito locale al calore di un braciere alimentato con legna di rovere, poi per due o tre mesi sono esposti all’aria in un locale asciutto con temperatura e umidità controllate.Salumificio Parodi - www.parodisantolcese.comSalumificio Cabella - www.cabellasalumi.com

LUOGHI DA VISITARE

- VILLA SERRAVia Carlo Levi 2 16010 Sant’Olcese (GE) Tel. 010715577www.villaserra.it

- TRENINO GENOVA - CASELLAwww.ferroviagenovacasella.it

- MUSEO DI ARCHEOLOGIA DI PEGLIVilla Durazzo-PallaviciniVia Ignazio Pallavicini 1316155 GenovaTel. [email protected]

RingraziamentiUn sincero ringraziamento a Media Auto srl nella persona di Omar Marin, per aver messo a disposizione la Kustombike Daytona 350 (www.kustombike.it) utilizzata per questo itinerario.

Page 110: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

In prova | Honda Integra

|110

• A CURA DI MARCO NAVA FOTO DI ZEP GORI, ULA SERRA, FRANCESC MONTERO

E FÉLIX ROMERO

NC 750 X DCT

Due dei più importanti modelli della Casa alata si rinnovano per questo 2016, dopo aver conquistato le vette delle classifiche di vendita in Europa. Insieme alla sorella

naked “S”, non presente in questa prova, le New Concept giapponesi hanno infatti venduto nel vecchio continente ben settantamila unità, centotrentamila in tutto il mondo. I modelli della famiglia NC, lanciati nel 2012 con la cilindrata

di 700 cc (680 per la precisione), hanno subìto l’incremento di cubatura nel 2014 (750 cc) e oggi, oltre a una piacevole rinfrescata nell’estetica, usufruiscono del cambio DCT a doppia frizione di terza generazione.

La NC 750 X, la crossover dall’aspetto avventuriero, è stata la motocicletta Honda più venduta nel 2015, sempre presente nella top ten in Europa sin dal lancio nel 2012. Non era facile, quindi, migliorare questo prodotto, e forse per questo non si è dato un taglio netto con il passato, anzi. Honda ha sapientemente ritoccato alcuni particolari estetici e meccanici, affidandosi anche ai feedback

Page 111: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|111

AUTOMATISMI PERFETTI

della stampa specializzata a proposito dei modelli precedenti. La “X” ha una linea più ricercata, dove spicca il fanale posteriore, ora integrato nel codone; entrambi i fari sono a LED. Nuove sono la pinza freno anteriore e la forcella SDBV (Showa Dual Bending Valve), più progressiva e sostenuta. Il parabrezza è più alto di 7 centimetri e promette una migliore protezione aerodinamica. La capacità del vano portacasco, presente dove solitamente nelle altre moto c’è il serbatoio, è aumentata fino a 22 litri e si ha la possibilità di riporre un casco modulare, solitamente più largo di un integrale.L’Integra unisce da sempre la dinamicità di una moto con la praticità del maxi scooter del quale,

sostanzialmente, ricorda solo le forme. Per il resto, ciclistica e dimensione delle ruote in primis (17 pollici), conferiscono al rivoluzionario mezzo di Tokyo la dinamicità di una classica due ruote. Infatti, troviamo di serie il bauletto da 45 litri che risolve il problema del vano sottosella, nel quale non si può stivare granché. Anche qui, gli interventi estetici sono minimi e ben curati: vedi il faro posteriore a LED integrato nel codone che, insieme agli inserti in acciaio nelle pedane e alle nuove colorazioni, rende il design globale più premium che in passato.

Per entrambi i modelli l’impianto di scarico gode

RINNOVAMENTO ESTETICO E CAMBIO DCT DI TERZA

GENERAZIONE PER LE VERSIONI 2016 DEI BEST

SELLERS DI HONDA

RINNOVAMENTO ESTETICO E CAMBIO DCT DI TERZA

GENERAZIONE PER LE VERSIONI 2016 DEI BEST

SELLERS DI HONDA

Page 112: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

In prova | H

Page 113: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|113

adesso di un silenziatore più compatto e leggero, che agevola sia la “X” sia l’Integra a rientrare nella normativa antinquinamento Euro 4, lasciando invariati i valori di potenza e coppia massima: 55 CV a 6250 giri al minuto e 68 Nm a 4500 giri al minuto. Punto forte è il consumo, dichiarato per il ciclo medio in 28,6 chilometri al litro, con autonomia di circa 400 chilometri (il serbatoio ha capacità di 14,1 litri).Queste gemelle diverse adottano entrambe l’impianto frenante con ABS di serie a due canali e sono svariate le caratteristiche per il 2016 che le accomunano: strumentazione a retroilluminazione negativa (con possibilità di cambiarne i colori), cerchi con valvola a L per facilitare il controllo della pressione e nuova chiave di contatto compatta, meno incline a rotture, seppur improbabili.

Il cuore di queste due motociclette è il motore bicilindrico parallelo frontemarcia da 745 cc a corsa lunga, con doppio contralbero di bilanciamento che annulla le vibrazione. Gli scoppi sono irregolari, grazie alla fasatura a 270 gradi, che rende l’erogazione e la tonalità di scarico simili a un motore con architettura a V, dal sound migliorato grazie al nuovo silenziatore. I motori a corsa lunga prediligono l’erogazione della coppia in luogo della potenza assoluta, scelta appropriata per i veicoli che stiamo analizzando.La caratteristica principale di Integra e NC 750 X è il cambio automatico a doppia frizione DCT (Dual Clutch Transmission), con software di terza generazione. Ricordiamo che la “X” (e la naked “S”) sono disponibili anche con cambio tradizionale ma, per questa prova, Honda ci ha messo a disposizione solamente mezzi con l’innovativa trasmissione. Vuoi perché lo scorso anno ben il 45% delle NC 750 X è stato acquistato nella variante DCT, vuoi perché Honda crede moltissimo nel proprio cambio doppia frizione, tanto da far trapelare che usciranno nuovi modelli che lo adotteranno.

Del cambio DCT avevamo parlato, e bene, già in passato, durante altri test. Oggi si perfeziona ulteriormente grazie al software di terza

generazione che introduce altre due modalità o, meglio, altre due sotto modalità. Rimangono, oltre alla configurazione manuale MT (il cambio avviene tramite le palette sul manubrio “+” e “-”), le modalità automatiche Drive e Sport; quest’ultima, però, ha ora tre livelli differenti che assecondano meglio le esigenze di guida del pilota, soprattutto grazie a un regime di cambiata più alto, che aumenta anche il freno motore, e alla presenza del sensore di pendenza, che aiuta il DCT a inserire la marcia più corretta in situazione di salita o discesa. Lo stacco delle due frizioni è anche più dolce e rende i cambi di rapporto più morbidi e silenziosi, strappando meno negli apri-chiudi. La modalità Sport selezionata (S1, S2 o S3) rimane in memoria per l’utilizzo successivo, ad esempio dopo essere passati in Drive o in

Page 114: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016
Page 115: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|115

manuale, oppure riaccendendo la moto dopo una sosta.La Honda NC 750 X è

disponibile nelle colorazioni rosso, blu, argento, bianco e nero,

tutte con i cerchi grigio chiaro che enfatizzano maggiormente le

linee della moto. Costa € 7.390 franco concessionario nella versione con cambio

manuale e € 8.390 per la DCT. Per entrambe esiste la versione Travel Edition, raggruppante

accessori quali il tris di valigie, paramani, tubolari antiurto, fendinebbia a LED e cavalletto centrale, che costa € 9.390 franco concessionario in versione manuale e € 10.390 in versione DCT.

L’Integra è disponibile, in versione base, bianca, argento e nera a € 9.390 franco concessionario, con bauletto da 45 litri incluso. Il modello “S”, che si differenzia

per la colorazione metallescente argento opaco (con adesivi e profili cerchi blu o

rossi), costa cento euro in più, sempre con bauletto di serie.

|115

Page 116: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|116

Osservando da vicino questi modelli 2016 di Honda, si notano subito un design più convincente, soprattutto nella parte

posteriore, e le colorazioni meno anonime che in passato. Le finiture sono sempre nello stile della Casa giapponese, quindi esenti da critiche.Iniziamo il test su strada a cavallo della NC 750 X, ritrovando in sella la posizione che ricordavamo, essendo stata questa moto la nostra compagna in un recente viaggio europeo. La triangolazione con pedane e manubrio è perfetta; notiamo al volo le maggiori dimensioni del cupolino rispetto al passato. La strumentazione si legge meglio e le varianti di colore selezionabili la rendono un pizzico scenografica. I blocchetti elettrici sono in ordine, nonostante la presenza dei pulsanti per il DCT.

Una volta acceso il motore, il cambio DCT è subito pronto per l’innesto della prima marcia; in passato non era così, era necessario attendere alcuni decimi di secondo in più per mandare in pressione l’olio del circuito, prima di poter azionare il cambio. Ora, questo tempo si è dimezzato, ed è l’ennesima novità della terza generazione di DCT. Siamo convinti estimatori di tale trasmissione, che ritenevamo già ottima nel suo secondo step di sviluppo e siamo dunque curiosi di capirne le migliorie ricevute. Come al solito partiamo in Drive, la modalità automatica più tranquilla, e già sentiamo dei cambiamenti positivi: i cambi marcia, che in D avvengono a regimi molto bassi, sono adesso quasi impercettibili e, soprattutto, più silenziosi che in passato. Lo stacco delle due frizioni coassiali è più

Su s

tra

da

co

n il

no

stro

tes

ter

Page 117: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|117

dolce e rende piacevolissimo condurre la “X” nel traffico di Malaga, luogo del test. Partiamo da un semaforo con un filo di gas e, dopo duecento metri in D, il cambio è già in sesta. Drive tende a cambiare rapporto il prima possibile, in modo da ottenere consumi di carburante molto bassi, che rasentano il dato dichiarato dalla Casa.

Leggermente più cupo è il tono di scarico proveniente dal nuovo silenziatore, molto più bello da vedere rispetto al modello precedente. Il bicilindrico giapponese risponde bene a ogni apertura del gas, senza sussulti; certo, non è un mostro di potenza, eppure la coppia non manca mai, grazie anche al DCT, che prepara il rapporto più corretto per tenere sempre pronta la moto.

Un breve tratto autostradale è utile a capire i benefici del nuovo parabrezza: ora, solo le spalle del pilota restano scoperte. In termini di comfort va segnalata l’assenza di vibrazioni e la comodità della sella, che non causa indolenzimenti nemmeno dopo ore di guida. La nuova forcella è più dolce in generale, progressiva nello smorzare le imperfezioni della strada; la differenza con la vecchia “X” si sente e il mono svolge bene il proprio dovere, anche se sulle sconnessioni più marcate, a volte, la sua risposta è più secca.

Quando iniziano le curve vere, la bontà ciclistica della Honda non tradisce. La crossover di media cilindrata, se guidata in modo rotondo e non aggressivo, segue bene le traiettorie volute dal pilota, dando la

Page 118: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

sensazione di una globale leggerezza nell’insieme. Forse non è la moto che fa battere il cuore tra una curva e l’altra, ma porta ovunque con dignità, anche lungo percorsi sterrati poco impegnativi. La frenata, quando si aumenta il ritmo, non è il suo forte, vista la potenza solo discreta del singolo disco anteriore. Inoltre, l’ABS di serie interviene spesso, quasi con costanza posteriormente, ma in questo caso è colpa delle strade andaluse, piuttosto scivolose. Nessun problema, invece, quando si guida in maniera tranquilla e turistica, come dovrebbe essere per chi orienta i propri desideri su una motocicletta del genere. La praticità, prima di tutto, i bassi consumi e la capacità di carico (valigie e bauletto sono optional) rendono questa Honda un’ottima compagna di viaggio. Fa tutto quello che le viene chiesto, forse senza troppe pretese, ma arriva ovunque chiedendo in cambio uno sforzo psicofisico (ed economico) irrisorio.

Bene o male, l’Integra rispecchia nella guida la sorella crossover. La posizione di guida è chiaramente in linea con un maxi scooter, anche se il manubrio piuttosto ravvicinato impone uno stile più da moto vera, con benefici nel condurla. La protezione aerodinamica è migliore, il parabrezza è più grande che sulla NC 750 X, e l’aria non dà mai fastidio. Le prestazioni sono identiche, così come la frenata e il buon lavoro eseguito dalla nuova forcella. Sull’Integra abbiamo avuto l’impressione che il mono ammortizzatore lavorasse meglio rispetto alla “X”, nonostante l’escursione delle sospensioni sia più ridotta. È la prima volta che proviamo insieme queste due moto e affermiamo con serenità di esserci maggiormente divertiti durante la sessione di guida con l’Integra. È anche vero, dobbiamo ammetterlo, che la moto-scooter giapponese monta pneumatici più sportivi e performanti rispetto alla crossover, che monta invece gomme di tipo enduro stradale, più polivalenti e dalla maggior durata. Sullo scivoloso asfalto percorso, però, l’eccesso di grip dell’Integra è stato un toccasana. Le caratteristiche di guida, comunque, sono quasi sempre equivalenti per le due novità Honda.

Al termine della prova siamo in grado di fornire una valutazione circa il nuovo cambio automatico a doppia frizione DCT, soprattutto per quanto riguarda la modalità automatica Sport. La Sport ha ora tre livelli e le differenze si sentono. Spiegandolo in poche parole, il livello uno (S1) offre poco più brio rispetto al Drive, ed è utilizzabile in città quando non si desidera una moto troppo sorniona e che non proceda in sesta ai cinquanta chilometri orari. I livelli S2 e S3 si apprezzano nei percorsi guidati, nelle

In prova | Honda IntegraNC 750 X DCT

Page 119: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016
Page 120: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

strade di montagna e, generalmente, lungo un bel misto di curve. Tuttavia, riteniamo la S3 eccessiva per la famiglia NC 750, al di là del fatto che funzioni a meraviglia: questo livello di DCT porta i cambi di marcia a un regime molto alto, tipico della vera guida sportiva, e crediamo sia un poco fuori luogo su questi mezzi, concepiti soprattutto nell’ottica dell’economia di utilizzo. Ci è capitato di percorrere lunghi tratti di curve con il cambio sempre in seconda, mentre il precedente DCT, in Sport, avrebbe anche inserito terza e quarta. Ripetiamo, il concetto di funzionamento è ineccepibile, d’altronde asseconda alla perfezione la voglia di spingere forte, anche a livello di freno motore che accompagna meglio le moto in ingresso curva, durante la fase di rilascio del gas. Il DCT di terza generazione è arrivato a pensare in modo quasi identico alla mente umana, cambia quando cambierebbe il pilota su una moto normale, salvo qualche rarissima eccezione: capita ancora, guidando in automatico e indipendentemente dalla mappa inserita, di scalare una marcia prima d’inserirsi in curva ma, forse, è più un fatto psicologico; il DCT la scalerebbe comunque, magari qualche metro dopo il pilota. Ricordiamo che, dopo aver inserito una marcia in manuale (con i tasti “+” o “-”), il cambio ritorna nella modalità automatica, caratteristica già introdotta nella seconda versione del DCT. Un lieve appunto ci sentiamo di farlo solo nella situazione in cui si spalanca il gas, ad esempio per un sorpasso. Viaggiando in quinta o sesta marcia a bassa velocità, quando si ruota completamente il gas la centralina scala automaticamente le marce necessarie per dare alla moto lo spunto desiderato (quello che in ambito automobilistico è chiamato Kick Down). Ecco, forse solo qui il DCT potrebbe essere qualche frazione di secondo più svelto, ma torniamo sempre al discorso di poco fa: Integra e “X” non sono certo moto che fanno delle prestazioni brucianti le proprie priorità. Alla fine del test, dove a tratti abbiamo tirato il collo ai bicilindrici giapponesi, il computer di bordo segnalava un consumo medio di circa 25 chilometri al litro, un dato davvero eccezionale.

Le New Concept di Honda si confermano due mezzi altamente intelligenti e, soprattutto, efficienti. Siamo sicuri che manterranno i numeri di vendita riscontrati lo scorso anno (2292 per “X” e 2235 per Integra) e, visti gli incoraggianti numeri del primo trimestre 2016, probabilmente li supereranno.

Page 121: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

MOTORE Bicilindrico parallelo, 8 valvole SOHC, raffreddato a liquidoCILINDRATA 745 ccPOTENZA MAX 40,3 Kw (55 CV) a 6.250 giri/min. COPPIA MAX 68 Nm a 4.750 giri/min.FRIZIONE Multidisco, doppia, in bagno d’olioCAMBIO DCT a 6 marce, con modalità automatica AT e modalità manuale MTSOSPENSIONE ANT. Forcella telescopica da 41 mm con Dual Bend Valve, escursione 120 mmSOSPENSIONE POST. Monoammortizzatore con Pro-Link, escursione 120 mm, regolabile nel precarico mollaFRENI ANT. Disco wave da 320 mm, pinza a 2 pistonciniFRENI POST. Disco wave da 240 mm, pinza a pistoncino singoloPNEUMATICI Ant. 120/70ZR17M/C (58W) Post. 160/60ZR17M/C (69W)ALTEZZA SELLA 790 mmPESO 238 Kg (con pieno di benzina)SERBATOIO 14,1 litriPREZZO Da € 9.390

HONDA INTEGRA

MOTORE Bicilindrico parallelo, 8 valvole SOHC, raffreddato a liquidoCILINDRATA 745 ccPOTENZA MAX 40,3 Kw (55 CV) a 6.250 giri/min. COPPIA MAX 68 Nm a 4.750 giri/min.FRIZIONE Multidisco, doppia, in bagno d’olioCAMBIO A 6 rapporti (anche versione DCT)SOSPENSIONE ANT. Forcella telescopica da 41 mm con Dual Bend Valve, escursione 120 mmSOSPENSIONE POST. Monoammortizzatore con Pro-Link, escursione 120 mm, regolabile nel precarico mollaFRENI ANT. Forcella telescopica da 41 mm, escursione 153,5 mmFRENI POST. Monoammortizzatore con Pro-Link, escursione 150 mmPNEUMATICI Ant. 120/70ZR17M/C (58W) Post. 160/60ZR17M/C (69W)ALTEZZA SELLA 790 mmPESO 230 Kg (con pieno di benzina)SERBATOIO 14,1 litriPREZZO Da € 8.390

HONDA NC 750 X DCT

Page 122: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

ACCESSORIABBIGLIAMENTO E STILE PER MOTOVIAGGIATORI

|122

JEANS TECNICO ITALIA CARGO

Il pantalone ideale per abbinare la sicurezza di un capo tecnico alla praticità di un jeans con un look modaiolo, costruito da Motto con classico

tessuto Denim, elasticizzato, rivestito internamente con Kevlar originale DuPont® su glutei, fianchi, esterno gamba e ginocchia, le zone che richiedono la massima protezione. Per assicurare il massimo comfort, il Kevlar è rivestito a sua volta di cotone. Le protezioni SAS TEC® omologate sono di serie sulle ginocchia mentre possono essere aggiunte - su richiesta - protezioni Knox® CE per i fianchi. Il taglio della gamba particolarmente stretto e l’assenza di cuciture sulle ginocchia rende il pantalone simile ad un capo casual. Prezzo al pubblico: € 210

www.eolomoto.it

NUOVA BORSA UNIVERSALE MULTYBAG DA AMPHIBIOUS

Amphibious presenta la nuova borsa universale MULTYBAG, dimostrandosi ancora una volta un’azienda particolarmente attenta alle reali

esigenze del motociclista in viaggio.Multybag può essere fissata a serbatoio, sella, parafango, telaio, portapacchi e paramotore, grazie alle numerose cinghie regolabili e removibili a sgancio rapido. 100% waterproof, si trasforma in pratico borsello a tracolla una volta arrivati a destinazione. Funzionale ma con stile, è la peculiarità dei prodotti Amphibious che, oltre a soddisfare le necessità dei motociclisti più esigenti, sanno trasformarsi in accessorio utile per portare con sé attrezzi, un completo antipioggia, i guanti, alcuni ricambi o altri oggetti utili in viaggio. Multybag è realizzata in robustissimo materiale PVC HD ed è caratterizzata da un fondo rinforzato con PVC HD.

Multybag ha una capacità di 5,3 litri ed è 100% waterproof. Multybag presenta, inoltre, due bande rifrangenti per garantire la massima visibilità anche in situazioni di scarsa illuminazione, pioggia o neve. Disponibile nelle due colorazioni nero e giallo fluo ad alta visibilità, Multybag è dotata del sistema di chiusura modulare Quick Proof (alta o laterale), per garantire la massima tenuta all’acqua e agli altri agenti atmosferici più aggressivi, oltre che una volumetria variabile in funzione delle esigenze.

MISURE 31x10x13-17-20 cm (HxPxL)PESO 400 gr.COLORI Nero - Giallo FluoPREZZO € 69 (Nero) - € 75 (Giallo Fluo)

www.amphibious.it

Page 123: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|123

Supporti GIVI per Garmin e Tom Tom

Al momento GIVI è l’unico a proporre supporti aftermarket dedicati al montaggio in “area cruscotto“ dei navigatori ZUMO 390LM e

590LM di Garmin e dei modelli Rider 40 e 400 di Tom Tom. GIVI ha studiato un sistema di montaggio sicuro e versatile che si completa utilizzando due accessori. Il primo, comune a ZUMO e RIDER, si chiama S901A Smart Mount e si acquista insieme al kit viteria che lo fissa alla piastra manubrio superiore della vostra moto (la compatibilità del kit va verificata controllando la tabella pubblicata sul sito di GIVI, che al momento comprende una novantina di modelli). Chi ha scelto Garmin dovrà completare il montaggio con l’accessorio SGZ39SM, realizzato in alluminio anodizzato e capace di alloggiare lo ZUMO 390LM o il 590LM.Chi invece ha optato per il Rider 40 o 400 di Tom Tom dovrà utilizzare l’accessorio STTR40SM, anch’esso in alluminio anodizzato, realizzato per agganciarsi in modo sicuro al corpo del GPS.Il manubrio non è il solo elemento “utile”: GVI ha realizzato un accessorio che permette di utilizzare come supporto GPS anche lo stelo dello specchietto retrovisore (soluzione pensata soprattutto per i possessori di scooteroni). Si chiama STTR40 e - da

solo - permette il fissaggio al veicolo dei navigatori Tom Tom RIDER. Al momento non esiste a catalogo un accessorio analogo per i Garmin ZUMO, ma con l’aiuto di un rivenditore GIVI sarà possibile “crearlo” ad hoc.GIVI ha infine presentato anche un inedito supporto per GPS, montato per l’occasione sulla nuova Honda Africa Twin. Esso sfrutta il telaietto in metallo che supporta il parabrezza. Questa soluzione (applicabile ad altre maxienduro) permette di avvicinare ulteriormente lo schermo di ZUMO e RIDER all’angolo di visione dei vostri occhi.

Prezzi al pubblico:S901A Smart Mount € 86,50SGZ39SM € 19,30STTR40SM € 20,50STTR40 € 35

www.givimoto.com

Page 124: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|124

SILENZIATORE BOS DESERT FOX PER AFRICA TWIN 2016

Bos, produttore olandese di silenziatori e marmitte per moto, presenta il nuovo silenziatore DESERT FOX in tre versioni per

la nuova endurona Honda CRF 1000L Africa Twin 2016.Il terminale Desert Fox permette di dare all’Africa Twin un look ancor più “avventuriero”, con finiture di elevata qualità e un sound speciale grazie al nuovo sistema Bos Sound Control Key. Molto buono l’incremento di prestazioni fino a 4,2CV rispetto al silenziatore originale e con un incremento della coppia di 8,1 Nm. Il terminale Desert Fox è disponibile nella versioni in acciaio satinato (€ 805,60), acciaio colore nero (€ 886,27) e carbonio (€ 805,60). È omologato e viene fornito di targhetta sul silenziatore con relativo numero d’omologazione insieme al foglio del Ministero d’omologazione esclusivo, per ogni tipo di moto, da allegare al libretto.

www.styl-moto.com

ACCESSORIABBIGLIAMENTO E STILE PER MOTOVIAGGIATORI

Page 125: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|125

MITAS LANCIA IL PNEUMATICO TERRA FORCE-R

La Mitas a.s. è uno dei produttori principali di pneumatici agricoli in Europa. Mitas produce e commercializza pneumatici con tre differenti

marchi: Mitas e Cultor di proprietà della società, e Continental di cui è licenziataria. Inoltre la Mitas a.s. produce e distribuisce una vasta gamma di pneumatici industriali e moto a marchio Mitas. Il nuovo pneumatico radiale TERRA FORCE-R è stato progettato per motociclette Maxi Enduro e Trail, ed è destinato a essere utilizzato sia su strada (90%) che fuoristrada (10%). Ideale per quei motociclisti che utilizzano la loro moto quotidianamente ma anche per chi si spinge in lunghi viaggi, con passeggero e con bagagli. L’obiettivo del produttore era offrire ad entrambe le tipologie di motociclisti un pneumatico sicuro, dinamico e facile da usare. Presenta una trazione eccellente sull’asfalto sia bagnato che asciutto, ma si comporta benissimo anche sullo sterrato leggero. Un’importante caratteristica del TERRA FORCE-R è anche quella di avere prestazioni costanti per l’intero ciclo di vita, e con carichi elevati. I test sui pneumatici sono stati eseguiti con motociclette diverse, in varie condizioni climatiche e su varie tipologie di superfici.Il Mitas TERRA FORCE-R è caratterizzato da tecnologie d’avanguardia che sono il frutto della ricerca e sviluppo dell’azienda: la tecnologia OGT 3D è caratterizzata dalla direzione e profondità ottimizzata delle scanalature del battistrada e da un minore surriscaldamento delle mescole; la tecnologia SCT mantiene la rigidità della carcassa a valori alti anche quando il pneumatico è usurato, prolungando così le prestazioni ottimali di guida per tutta la vita utile del pneumatico. L’utilizzo dell’analisi di elementi finiti (FEA) e di una speciale simulazione assistita dal computer ha reso possibile progettare una costruzione ottimale del pneumatico per conferire la migliore aderenza possibile, e al contempo mantenere una rigidità tale da garantire un’ottima stabilità di guida. Il pneumatico Mitas TERRA FORCE-R in vendita da aprile 2016 nelle seguenti dimensioni: 110/80R19 59V TL [ A ] - 140/80R17 69V TL [ P ] - 150/70R17 69V TL [ P ]

www.mitas-tyres.com/it/

SCARPONCINO SHIVER LOW DA STYLMARTIN

La gamma di calzature SHIVER di Stylmartin, progettata principalmente per l’utilizzo touring, si allarga con l’introduzione del modello LOW

a scarponcino. La minor altezza rispetto allo stivale lo avvicina maggiormente al comfort offerto da una normale scarpa “da passeggio” e la sua linea classica la rende adatto anche a situazioni formali.È costruito intorno a una tomaia in microfibra idrorepellente e al suo interno nasconde una fodera waterproof: questi due accorgimenti garantiscono l’impermeabilità al 100%. In corrispondenza dei malleoli sono presenti protezioni interne in PU su entrambi i lati; ulteriori rinforzi termo-sagomati sono a difesa di punta e tallone e non manca naturalmente la protezione per la leva del cambio, tono su tono e sempre in ecopelle. Comoda anche la zip di chiusura,

protetta al bordo da patella con velcro. Lo Shiver Low risulta confortevole al piede anche dopo un utilizzo continuo e prolungato. La cura per i particolari segue l’altissimo standard della produzione Stylmartin.

TAGLIE 38 - 47COLORI NeroPREZZO € 149

www.stylmartin.it

Page 126: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

ACCESSORIABBIGLIAMENTO E STILE PER MOTOVIAGGIATORI

|126

Sempre più appassionati si avvicinano alle motociclette che ripropongono tratti old-style. Per questo “movimento”, che abbraccia

differenti filosofie costruttive, gli accessori da montare devono essere rigorosamente in tema e possibilmente versatili in funzione di personali adattamenti. Caratteristiche che associano i due nuovi cupolini 100AL/ALB e A800N che GIVI ha recentemente messo in commercio. I due nuovi cupolini di GIVI sono lontani tra loro per quanto riguarda dimensioni, materiali e forme, ma allo stesso tempo vicini per filosofia progettuale. Questo perché si “legano” entrambi esclusivamente ai fari anteriori di forma tonda e perché permettono agli specialisti delle personalizzazioni di montarli su special o cafè racer creando sistemi di attacco ad-hoc utilizzando i punti di fissaggio a disposizione.

Il modello 100AL/ALB è prodotto per imbutitura. In pratica la sua forma a unghia è ottenuta inserendo una lastra di alluminio da 2 mm in uno stampo che

CUPOLINI “TAYLOR MADE”

ne deforma la superficie in modo plastico. Rispetto al classico lavoro di piegatura, questa tecnologia permette di ottenere piani differenti (effetto 3D) con una precisione assoluta, evitando ad esempio l’applicazione del classico - e poco amato - bordino in gomma. Questo cupolino viene proposto in due finiture: 100AL (€ 109,50) è finemente satinato e anodizzato, a ulteriore protezione dagli agenti atmosferici, e presenta una placca dorata con il logo GIVI in rilievo fissata con rivetti in acciaio

inox. 100ALB (€ 119,50) è anodizzato nero con placca GIVI silver. Il fissaggio alla moto

prevede l’utilizzo di un kit specifico. Al momento GIVI ha realizzato

attacchi per BMW NineT, Triumph Bonneville 865, Yamaha XSR700 ma altri ne arriveranno nel corso dell’anno. Il preparatore interessato a montare questo cupolino su una delle sue moto non avrà grossi problemi a realizzare un kit

artigianale che si ancori alle due piastrine in acciaio inox,

fissate posteriormente tramite ribattini. A dispetto delle dimensioni

(20,5x26,5 cm HxL), l’A100AL/ALB permette di ottenere una sensibile protezione

aerodinamica deviando il flusso d’aria sopra la testa del pilota, altezza e posizione in sella permettendo.

Il modello A800N (€ 399) è tipicamente un prodotto GIVI (riprende forme “proprietarie” del passato, sapientemente rinnovate). Mosso da modanature ben studiate, ha una struttura in fibra di vetro (con una “veritiera” simulazione di verniciatura in nero lucido) che circonda il faro alla quale è fissato uno screen fumé angolato basso e superiormente tagliato in senso orizzontale. Perfettamente integrabile a moto classiche o classic/modern, le sue dimensioni lo rendono un accessorio capace di modificare l’aspetto stilistico della moto. Al momento GIVI ne permette il montaggio sulla BMW Nine T attraverso l’attacco specifico A5115A ma, come per l’altro cupolino, lo sviluppo di altri kit non è una possibilità remota.Anche in questo caso la sua anima “taylor made” viene in aiuto, a patto di rispettare il diametro indicato per il faro tondo anteriore (il foro ha un diametro di 195 mm), i preparatori potranno adattarlo facilmente all’avantreno delle loro moto utilizzando i punti di fissaggio previsti all’interno della carenatura.

www.givi.it

Page 127: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

bikerfest.com info-stand: [email protected]

Hotel - Camping: [email protected] +39. 0432.948777 FAX +39. 0432.948606 [email protected]

Biker Fest International@Biker_Fest

m a r k e t i n g c o m u n i c a z i o n e e v e n t i

CITTÀ DILIGNANO SABBIADORO

BIKERFEST.IT - FREE ENTRYITALIAN BIKE WEEK

Page 128: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

A cura di MATTEO CANTATORE

TECNOLOGIAHI-TECH PER MOTOVIAGGIATORI

|128

PORTA USB DA MOTO DA OXFORD

Bergamaschi distribuisce un interessante accessorio realizzato dal noto marchio inglese Oxford. Si tratta di una comoda presa USB per

moto a tenuta stagna, posizionabile liberamente, che permette di ricaricare dispositivi con assorbimento massimo di 2,1A.Dotato di un corpo robusto, gommato, dotato di coperchietto impermeabile, preleva la corrente dalla classica presa 12 volt (tramite l’adattatore a corredo, dotato di connettore SAE) oppure direttamente dalla batteria del veicolo tramite accessori optional come ad esempio il cavo Oxford con pinze compatte. La presa USB può essere fissata al veicolo grazie agli anelli di cui è dotato il suo case. Prezzo al pubblico: € 32. L’accessorio fa parte della linea Electrical Accessories che include anche prese DIN da incasso, prese accendisigari 12V, doppie prese USB impermeabili da fissare al manubrio, prolunghe con connettore SAE, case porta smartphone.

www.bergamaschi.com

OLYMPUS PEN-F

Tecnologia e qualità unite al design, il tutto in salsa vintage. Queste in sintesi le carte vincenti della nuova mirrorless PEN-F di Olympus.

Il corpo è chiaramente ispirato al design elegante delle gloriose macchine fotografiche degli anni ‘60-’70, ed è realizzato con cura e finiture pregiate. Spicca il design della ghiera metallica che dà accesso a quattro modalità creative, accessibili così senza dover distogliere lo sguardo dall’inquadratura. Ben integrati i restanti controlli, posizionati comodamente nel corpo macchina, senza disturbare le linee della fotocamera. Il sensore in formato micro quattro terzi da 20,3MP è supportato dal processore d’immagine TruePic VII. Elevate sono le possibilità di scatto, sia usufruendo delle numerose automazioni sia grazie alle funzionalità di controllo manuale dello scatto. Non manca la possibilità di realizzare video con diverse combinazioni tra risoluzione frame-rate fino a 1080p60La PEN-F è compatibile con un’ampia gamma di accessori dedicati Olympus e con non meno di quaranta obiettivi M.ZUIKO, compresi quelli della gamma professionale M.ZUIKO PRO. È disponibile nelle versioni black o silver a partire da questo mese con i seguenti prezzi al pubblico: € 1.199 (solo corpo) - € 1.399 (con obiettivo M.ZUIKO DIGITAL ED 14-42mm 1-3.5-5.6 EZ Pancake) - € 1.499 con obiettivo M.ZUIKO DIGITAL 17mm 1:2.8 Pancake.

www.olympus.it

Page 129: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

|129

TOMTOM RIDER 410 GREAT RIDES EDITION

La gamma Rider di TomTom si evolve con l’introduzione del modello 410 GREAT RIDES EDITION. TomTom sceglie di festeggiare il

decimo anniversario dalla presentazione del suo primo navigatore per moto, introducendo un prodotto che, partendo dalle ottime basi del Rider 400 presentato lo scorso anno, compie un ulteriore passo in avanti sotto il profilo delle funzionalità e dell’ottimizzazione. Un prodotto che risulta sempre più vicino alle numerose e specifiche esigenze dei mototuristi.Alle numerose novità introdotte col modello precedente, sia sotto il profilo costruttivo, sia sotto il profilo tecnico, spiccano tre interessantissime new entries. Il nuovo Rider 410 per la prima volta include le Mappe di tutto il Mondo, aggiornabili gratuitamente per tutta la vita del dispositivo. Un plus straordinario che permette di non dover acquistare coperture cartografiche ulteriori nel caso di un viaggio al di fuori dei confini europei. Inoltre, grazie al nuovo software MyDrive, sarà finalmente possibile la pianificazione dettagliata e anticipata dei propri itinerari, comodamente dal proprio computer. A questo si aggiunge una selezione di itinerari precaricati sul dispositivo, scelti dalla nota rivista

KINGSTON microSD UHS-I U3

Kingston, il principale produttore indipendente di memorie del mondo, presenta la scheda microSD UHS-I U3, realizzata specificatamente per l’utilizzo con action camera e droni.

Con le sue prestazioni assolutamente straordinarie (90MB/s in lettura e 45MB/s in scrittura), garantisce massime affidabilità sia nella realizzazione di video a risoluzione 4K che negli scatti ad alta velocità. La nuova scheda di memoria è disponibile in capacità da 16GB e 32GB (e presto anche da 64GB) e sopporta condizioni estreme di utilizzo, con numerose certificazioni che garantiscono impermeabilità, resistenza agli urti e ai raggi X, oltre che a temperature estreme (da -25°C a 85°C). Un adattatore SD opzionale consente agli utenti di rivedere i propri video su lettore di PC, notebook o media reader. La microSD è coperta da garanzia a vita.

www.kingston.com

tedesca Touren-fahrer. Non mancano i servizi Traffico e Autovelox (anch’essi gratis a vita) così come tutte le caratteristiche innovative che hanno permesso il successo del modello precedente. Stiamo parlando delle funzioni Strade Tortuose e Strade Collinari, algoritmi evoluti di calcolo dell’itinerario; il nuovo chassis e lo schermo touch di nuova concezione, la possibilità di orientare verticalmente il dispositivo, l’interfaccia completamente rinnovata ecc. TomTom Rider Great Rides Edition è disponibile in due versioni: TomTom Rider 410 (399,90 €) e TomTom Rider 410 Premium Pack (499,90 €), che include un kit di montaggio per l’auto, la soluzione antifurto e la custodia.

www.tomtom.com

Page 130: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

Mototurismo è una pubblicazione edita da L’ISOLAReg. Tribunale di Como N°28/86 del 20.11.1986ISSN 1128-3947

DIREZIONE, REDAZIONE, AMMINISTRAZIONEMOTOTURISMOPiazza Roma 122070 Lurago Marinone (CO)Tel. 031.93.77.36 | [email protected]ÀL’ISOLAPiazza Roma 122070 Lurago Marinone (CO)Vittorio Uboldi • [email protected], Binasco (MI)DISTRIBUZIONE PER L’ITALIAPieroni Distribuzione S.r.l.Via C. Cazzaniga, 1920132 MilanoTel. 02.25.82.31.76 | Fax 02.25.82.33.24

RESPONSABILE EDITORIALEMaria Carmen Fornaroli • [email protected] RESPONSABILETiziano Cantatore • [email protected] | Matteo Cantatore • [email protected] | Valentina Uboldi • [email protected] | Vanessa PujiaCOLLABORATORIDavide Cantatore • Paolo Ciapessoni • Paola Colombi • Massimo Davì • Emanuele Fabiano • Lorenzo Franchini • Giulio Fanton • Marco Ghezzi • Andrea Leggieri • Luciano Milanese • Marco NavaMiriam Orlandi • Laura Pagani • Cristina Palchetti • Roberto Polleri • Walter Ramperti • Claudio VismaraHANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERODavide Cordella • Emanuele Fabiano • Lorenzo Franchini Marco Gaetano • Marco Nava • Laura Pagani • Andrea Peressoni Roberto Polleri

ABBONAMENTIEDIZIONE CARTACEAAcquistabile con carta di credito sul sito store.mototurismo.it oppure con bollettino/bonifico utilizzando il modulo presente in questa pagina.• 6 numeri (1 anno) € 25 | 12 numeri (2 anni) € 45Per informazioni: Tel. 031.93.77.36 (da lun. a ven. dalle 14 alle 18)[email protected] DIGITALEAcquistabile esclusivamente all’interno dell’App Mototurismo, scaricabile gratuitamente su dispositivi iOS e Android.• 6 numeri (1 anno) € 13,99Per informazioni: Tel. 031.93.77.36 (da lun. a ven. dalle 14 alle 18)[email protected]

ARRETRATIEDIZIONE CARTACEAAcquistabili con carta di credito sul sito store.mototurismo.it oppure con bollettino/bonifico.• € 2,60 (cad.) + spese postali (a seconda del numero di copie)Per informazioni: Tel. 031.93.77.36 (da lun. a ven. dalle 14 alle 18)[email protected] DIGITALEAcquistabili esclusivamente all’interno dell’App Mototurismo, scari-cabile gratuitamente su dispositivi iOS e Android.Per informazioni: Tel. 031.93.77.36 (da lun. a ven. dalle 14 alle 18)[email protected]

®

Il piacere di andare in moto

PUBBLICARE UN RACCONTO DI VIAGGIO SU MOTOTURISMOPer proporre un racconto di viaggio da pubblicare su Mototurismo è possibile inviare testo e foto tramite www.wetransfer.com a [email protected] o inviare un CD/DVD all’indirizzo postale della redazione. Testo massimo 20.000 battute e foto digitali ad alta risoluzione. Il materiale deve obbligatoriamente essere inedito (sia su internet sia su altri mezzi stampa). Il materiale verrà visionato e valutato; se d’interesse l’autore verrà avvisato di una possibile pubblicazione e delle condizioni. Il materiale inviato non verrà restituito.

PUBBLICARE UNA FOTO NELLA RUBRICA “SOUVENIR”Per pubblicare una foto con dedica nella rubrica “Souvenir” inviare una mail a [email protected]

MODULO DI ABBONAMENTO

La riproduzione di foto e testi, anche parziale, senza l’autorizzazione dell’Editore e la citazione della fonte è vietata.

Compila il modulo e invialo in busta a:MOTOTURISMOPiazza Roma 122070 Lurago Marinone (CO) oppure invialo via e-mail all’indirizzo:[email protected]

Non dimenticare di allegare la ricevuta di pagamento.

SCEGLI LA TIPOLOGIAr ABBONAMENTO 1 ANNO (6 numeri)Inclusa la MEMBERSHIP MOTOTURISMO CLUB e la spedizione veloce PREMIUM PRESS€ 25r ABBONAMENTO 2 ANNI (12 numeri)Inclusa la MEMBERSHIP MOTOTURISMO CLUB e la spedizione veloce PREMIUM PRESS€ 45

COMPILA CON I TUOI DATICognome NomeViaCapLocalitàProv.Tel.E-mail

È importante inserire il tuo indirizzo e-mail per poterti inviare tutte le comunicazioni relative all’abbonamento e la newsletter relativa alla Membership Mototurismo Club. Tutti i codici sconto e le relative modalità di utilizzo ad essa collegata sono comunicati UNICAMENTE attraverso la newsletter.

SCEGLI IL MODO DI PAGAMENTOr Bonifico effettuato su Banca Intesa San Paolo BENEFICIARIO L’Isola - IBAN IT11X0306950870615264231 679r Versamento su C/C postale 14459226INTESTATARIO Mototurismo - Piazza Roma 1 22070 Lurago Marinone (CO)

I dati forniti verranno utilizzati ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs 196/03 (normativa sulla privacy), anche tramite soggetti esterni, al fine di permettere l’espletamento degli adempimenti informativi, amministrativi, commerciali e

contabili connessi al rapporto contrattuale. Copia integrale dell’informativa potrà essere visionata su www.mototurismo.it

Page 131: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

Per festeggiare il nostro 10° anniversario, il nuovo TomTom Rider 410 include

le mappe del mondo e cento dei percorsi più entusiasmanti preinstallati. Tutti

i percorsi sono stati testati da Tourenfahrer, uno dei più importanti provider

di percorsi in Europa. Se desideri pieghe strettissime, salite ripide o panorami

mozzafiato, TomTom Rider ti aiuterà a trovarli. A te la scelta. Vuoi osare?

RIDER410

GREAT RIDESEDITION

VUOI OSARE?

16Q2 RIDER 410 Page ATL AD IT.indd 1 19/04/16 13:18

Page 132: 3. mototurismo   maggio-giugno 2016

Recommended