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Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

Date post: 07-Mar-2016
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La rivista bimestrale della F.I.S.A.R. Federazione Italiana Sommelier Albergatori Ristoratori
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Organo ufficiale della FISAR - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB Perugia 5, 30 13003 www.ilsommelier.com Rivista di enologia, gastronomia e turismo Anno XXXI - Numero 3 - Maggio-Giugno 2013 FISAR presente a VINEXPO 2013
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Page 1: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

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Rivista di enologia, gastronomia e turismo Anno XXXI - Numero 3 - Maggio-Giugno 2013

FEDERAZIONEI T A L I A N AS O M M E L I E R

FISAR presente a Vinexpo 2013

Page 2: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

Partecipare a Vinexpo, per tutti i professionisti

del vino e degli alcolici, è vivere un momento forte nel cuore di un evento mondiale

che riunisce quasi 50 paesi espositori. Vinexpo rappresenta

un posto privilegiato per osservare le nuove tendenze ed

afferrare i mutamenti di un settore in piena evoluzione.

Si tratta altresì di un’opportunità unica

per allacciare nuovi contatti con i responsabili

del mercato.

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Page 3: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

Lettera del Presidente: Mario Del Debbio Pag. 2La buona comunicazione al servizio del settore - Roberto Rabachino 6Fisar in Rosa 8News dall'Italia 70News dal Mondo 78In Famiglia 79Servizio Stampa Veronafiere 94La Segreteria comunica - Claudia Marinelli 96

ComuniCazione istituzionale

enoGastRonomia • tuRismo • CuRiosità

Grande qualità con tanti microclimi diversi: “La Doc Friuli Colli Orientali” Luca Iacopini e Massimo Bracci 66

sCienza • teCniCa • aPPRoFonDimenti

Carinzia da bere Enza Bettelli 12

Il fascino dell’abbinamento Lucio Chiaranda 14

I dintorni del vino Silvana Delfuoco 17

Il naso elettronico Roberto Giuffrida 21

Ecco a voi tutte le potenzialità di Doc Sicilia e Igt Terre Siciliane Antonio Iacona 24

El fuego, la tierra y el vento Michele Fabbrani 28

Cantina Iniesta Meritxell Falgueras 32

Il Nobile di Montepulciano: un vino, un terroir Alessandro Maurilli 34

L’essenza di un territorio: il Prosecco Superiore di Valdobbiadene - Roberto Donadini 38

Le Signore dello Champagne Giancarlo Roversi 44

Il Taurasi, orgoglio del sud dell’Italia Antonella Petitti 50

Terre di Toscana Luca Iacopini 53

Valtellina, la più estesa viticoltura verticale d’Italia Roberto Vitali 60

Intervista alla vincitrice di "Mastershef Italia” Seconda Edizione - Lara Loreti 64

Le notizie di enogastronomia e turismo a cura della redazione di Quality ADV 40

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Page 4: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

Certo, è bene ricordarlo, i dati delle vendite

nazionali nel comparto vino non sono an-

cora confortanti. I consumi del vino pro

capite sono tuttora in calo, un fattore questo, le-

gato anche al mutamento socio-demografico del

paese che vede un innalzamento dell’età media

della popolazione e poi ci sono cinque anni con-

secutivi di crisi del settore, iniziata con il 2008,

che si fanno indubbiamente sentire. Tuttavia co-

nosciamo bene come la fiducia e le varie compo-

nenti emozionali giochino un ruolo determinante

nell’andamento economico di un paese. Studi

di esperti economisti dimostrano come le nostre

scelte di consumo siano molto più influenzate dal-

la fiducia che non dalle effettive risorse economi-

che a disposizione. Per questo sono convinto che

l’aria respirata al Vinitaly sarà determinante nella

scelta delle strategie commerciali delle aziende

italiane, almeno quelle del comparto vitivinicolo.

C’è voglia di ripartire, voglia di rifar decollare que-

sto mercato che, soprattutto nell’ultimo anno, ha

indubbiamente segnato una forte battuta di arre-

sto. Sorrette dai buoni risultati conseguiti sul mer-

cato estero, le aziende non aspettano altro che i

segnali giusti per tornare ad investire con fiducia

nel mercato interno. Una spinta decisiva la può e

la deve dare il governo appena insediato. Al di là

degli schieramenti politici l’obiettivo comune non

può che essere la tutela del lavoro attraverso il

sostegno e la promozione delle migliaia di grandi

e piccole imprese, molte delle quali rappresenta-

no l’eccellenza italiana nel mondo.

Della necessità di individuare gli strumenti giusti e

le azioni da intraprendere per favorire una nuova

crescita si è discusso a lungo nei tanti convegni

che hanno fatto da corollario alla fiera veronese.

Non sarà sufficiente infatti, attendere leggi e mi-

sure economiche ad hoc. Le aziende dovranno

essere capaci di andare incontro alle mutate esi-

genze dei consumatori le cui scelte sono e sa-

ranno sempre più accurate e compiute dopo at-

tente valutazioni. Ci sarà, in definitiva, sempre più

consapevolezza in ciò che stiamo acquistando. Il

mercato, con l’avvento di internet e soprattutto

con la diffusione degli smartphones e dell’infor-

mazione continua sta cambiando velocemente e

Un raggio di sole sulle vigne.la lettera del Presidente - mario Del Debbio

per comunicare con il Presidente Nazionale:[email protected]

Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 32

Visitatori in crescita per il Vinitaly, l’estero che mantiene il suo trend positivo e la speranza di un periodo

politicamente stabile riportano finalmente un po’ di fiducia.“

Page 5: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

Rivista di Enologia, Gastronomia e Turismo

Organo Ufficiale della F.I.S.A.R.Federazione Italiana Sommelier

Albergatori RistoratoriRic. di Pers. Giuridica PI. n° 1070/01 Sett. I del 9.5.01

Editore: FISARe-mail: [email protected]

Direttore Responsabile: Roberto RabachinoC.so Galileo Ferraris, 138 - 10129 Torino

Tel. +39 011 5096123 Fax +39 011 5087004e-mail: [email protected]

Redazione Centrale: Gladys Torres Urdaye-mail: [email protected]

Ufficio Stampa: Ufficio Stampa FISARe-mail: [email protected]

Amministrazione: Sede Nazionale F.I.S.A.R.Via dei Condotti, 16 - 56017 Asciano (PI)

Tel. +39 050 857105 - Fax +39 050 856700e-mail: [email protected]

Grafica e Stampa: Tipografia RossiVia Casalpiano, 28 - 53048 Sinalunga (SI)

Tel. 0577 679158 - Fax 0577 [email protected] - www.tipografiarossi.com

Responsabile Comitato Scientifico:Il Comitato Tecnico Nazionale FISAR

Comitato di Redazione e Controllo:Nicola Masiello, Mario Del Debbio, Graziella Cescon,

Luigi Terzago, Claudia Marinelli

e-mail: [email protected]

Distribuzione della rivistaLa rivista viene inviata a tutti i soci Fisar, a tutti gli organi di informazione, atutti i giornalisti dei gruppi di specializzazione di settore, a tutte le Istituzioni,a tutte le Associazioni di settore e a tutti gli IPSSAR che ne facciano richiesta

tramite spedizione gratuita in abbonamento postale.

La rivista è associata al USPIUnione Stampa Periodica Italiana

Hanno collaborato a questo numero

Per la fotografia

PER LA VOSTRA PUBBLICITÀ

Oliviero Toscani, Saverio Scarpino, Jimmy Pessina, Alberto Doria, Roberto Rabachino, Enza Bettelli

e immagini di Redazione

Responsabile Piemonte e Valle d'AostaQUALITY PIEMONTE

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Responsabile TrivenetoMarilena ANDREATTA

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Responsabile ToscanaRochy Pischler

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Responsabile SardegnaGiovanni CHERCHI

Cell. +39 348 [email protected]

Responsabile SiciliaVincenzo CUCURULLOCell. +39 340 7279242

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Concessionario di Pubblicità per l’Italia

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tel. 011 19887655 r.a. (8 linee)[email protected]

Abbonamento alla RivistaSegreteria di Redazione Il Sommelier

Via dei Condotti, 16 - 56010 ASCIANO (PI)Tel. +39 050 857105 Fax +39 050 856700

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www.ilsommelier.com

Responsabile Puglia - Abruzzo - Molise - Basilicata - CalabriaQUALITY PUGLIA

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Responsabile LazioQUALITY LAZIO

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Responsabile CampaniaQUALITY CAMPANIA

Responsabile Emilia RomagnaQUALITY EMILIA ROMAGNA

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Responsabile Trentino e Alto AdigeMarkus PROMBERGER

Cell. 347 1122373 - Tel. 0472 831340

[email protected]

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Gladys Torres Urday, Luisa Rubin, Enza Bettelli,Lucio Chiaranda, Silvana Delfuoco, Roberto Giuffrida,Antonio Iacona, Michele Fabbrani, Meritxell Falgueras,

Alessandro Maurilli, Roberto Donadini, Giancarlo Roversi, Antonella Petitti, Roberto Vitali,

Luca Iacopini e Massimo Bracci

In copertina Elisa Potenza - attrice e sommelier.Foto per gentile concessione di Maurizio Brera.

Page 6: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

ne uscirà vincitore chi saprà cavalcare e favori-

re questi cambiamenti non certo chi si limiterà a

subirli. Un ruolo fondamentale lo giocherà la co-

municazione o meglio l’uso che le aziende faran-

no dei nuovi strumenti di comunicazione. Inutile,

infatti, ricordare la crisi che ha colpito il mondo

dell’editoria. L’uso della carta stampata si va

sempre più riducendo complice anche un crollo

della raccolta pubblicitaria, (i dati ufficiali parlando

di un -25% per i periodici nazionali) anche se il

web è in fase stand by.

Pur se tutti sono consapevoli delle grandi poten-

zialità della rete queste restano ancora lontane

dall’essere sfruttate in pieno. In un recente forum

del MPS sono stati divulgati dati interessanti sugli

investimenti effettuati da un campione rappre-

sentativo di aziende del settore vinicolo. Tra il

54% delle aziende che decide di investire in co-

municazione a prevalere è proprio il web (51,8%).

Seguono le fiere italiane (39,3%), le riviste specia-

lizzate (37,5%) e le fiere estere (32,1%). Inferiori i

dati relativi ai mass media: la stampa generalista

è scelta dal 23,2% delle aziende; la televisione e

la radio dal 12,5%. Ancora di nicchia il fenomeno

dei social network: solo il 3,6% delle aziende ne

fa uso. Tra quelle che hanno concentrato i loro

investimenti promozionali sul web occorre nota-

re, però, che molte utilizzano questo strumento

come semplice vetrina statica dimenticando la

prima regola della rete: dinamicità. Se è vero che

la quasi totalità dei sondaggi presso i consuma-

tori indica la rete al primo posto tra le fonti usate

per il reperimento delle notizie è altrettanto vero

che aggiornare e movimentare le proprie pagine

web siano requisiti essenziali per un’azienda che

vuole essere cercata e trovata dagli utenti attra-

verso i motori di ricerca.

Un impegno, quest’ultimo, che anche la FISAR

vuole prendersi. Il futuro prossimo deve vederci

protagonisti in un grande progetto sulla comuni-

cazione digitale che ovviamente non può e non

deve sostituire quella cartacea ma che sicura-

mente può assecondarla se non addirittura favo-

rirla. Per citare uno dei colossi del’informazione

italiana, il Sole-24 Ore, che il 21 gennaio scorso

titolava: “Risposta innovativa alla crisi del com-

parto: il Sole 24 Ore inaugura la nuova era dell’in-

formazione digitale, al via la nuova organizzazione

integrata carta e digitale.”

Non voglio anticiparvi niente ma sono sicuro che

i prossimi mesi ci riserveranno qualche gradita

sorpresa. Intanto godiamoci questo raggio di

sole.

Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 34

Page 7: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

i nuovi stand al vinitalyrinnovata la sensibilità della Fisar a favore del riciclatoStand FISAR Vinitaly 2013 realizzati da:FRANCO ROSSIResponsabile Stand Istituzionali [email protected]

GAIA [email protected]

Uno stand tutto al “naturale”,dove il cartone ha fatto da protagonista in una originale veste scenografica:

sagomato, dipinto, stampato.

Ma non solo questo.

È stato reso anche confortevoletrasformandolo in:

sedie, poltrone, tavoli.

Nelle immagini alcune delle varie fasi di montaggio

Si ringraziano per la collaborazione le Aziende: Scatolificio SCAT per avere fornito partedel cartone e MulTITRAnCIATI che in tempi brevissimi ha realizzato tutte le sagome presenti negli stand.

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Page 8: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 3

La buona comunicazione al

servizio del settore

La comunicazione è stata, sin dalle origini, uno dei temi cruciali della filosofia:

la stessa idea di dialogo è un concetto filosofico.“

Editoriale del Direttore - Roberto Rabachino

6

”Per altro verso, noi viviamo nell’era della

comunicazione globale, profondamente

segnata dalle innovazioni tecnologiche.

Quale tipo di etica è necessario, in questa fase,

per fronteggiare le sfide della comunicazione,

dell’informazione e delle relative tecnologie?

Secondo una tradizione molto antica - che co-

mincia con Aristotele - le scelte morali non sono

come un regolo che si applica alla realtà dal di

fuori, ma sono esse stesse plasmate dalla realtà.

Il modo in cui vediamo le cose presuppone non

solo un mondo e degli interlocutori, ma anche

delle regole di comunicazione. La possibilità di

ragionare e di dialogare implica che si dia ascolto

e che si rispetti la posizione altrui. Ma è la stessa

tradizione linguistica e culturale in cui siamo cre-

sciuti, che presuppone virtù e valori.

L’etica della comunicazione sostiene che possia-

mo esplicitare questo insieme di valori.

Già Kant pensava che, quando riflettiamo moral-

mente, non possiamo non seguire le orme di una

ragione trascendentale. Per i teorici del discorso

questa ragione ha un aspetto più umile e comu-

ne, che si annida tra le pieghe del linguaggio ordi-

nario, ma che costituisce comunque il presuppo-

sto del dialogo e della comprensione. Per il solo

fatto che siamo esseri ragionevoli e comunicativi,

non possiamo non riconoscere principi e vincoli

morali. Eppure, talvolta la soluzione di un proble-

ma morale comporta un radicale riorientamento

del pensiero perché introduce un nuovo modo di

vedere, allo stesso modo delle risposte degli in-

dovinelli, che a volte possono rivelarsi totalmente

impreviste.

Fonte: L’etica della comunicazione Enciclopedia Multimediale

Page 9: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

Perché dovremmo supporre di sapere sin dall’ini-

zio quali sono i confini della ragione morale, an-

ziché andare a scoprire di volta in volta come si

presentano i nuovi paesaggi morali? L’etica del

discorso non rischia di proporre ancora una volta

un mito delle capacità umane, una limitazione a

priori dei loro esercizi?

La società moderna è passata attraverso una

fase in cui la trasparenza dell’informazione veniva

vista come una conquista. Ciò è avvenuto per-

ché le società tradizionali erano prevalentemente

fondate sul segreto, basti pensare alle battaglie

contro i segreti di Stato e i poteri occulti portate

avanti dagli Illuministi del Settecento e dai suc-

cessivi movimenti democratici.

Al giorno d’oggi, invece, è presente il problema

opposto: viviamo in una società in cui l’effetto di

confusione o di manipolazione non è determinato

dalle cose che sappiamo, ma dalla mancanza di

discernimento tra le varie informazioni che rice-

viamo. La vera questione sta nella selezione, nel

grado di priorità da dare alle diverse informazioni

e, soprattutto, nella maggiore o minore legittimità

nel divulgare determinate notizie - una sfida etica

decisiva. La risposta che si può dare riguarda sia

la legislazione, sia la deontologia professionale: i

professionisti dell’informazione - giornalisti e ope-

ratori dei mass media - devono infatti munirsi di

una norma comportamentale molto più rigorosa

rispetto al passato. Non di rado, però, vediamo

accadere il contrario: con l’aumentare delle infor-

mazioni aumenta anche una certa “deresponsa-

bilizzazione” da parte di alcuni professionisti nella

divulgazione di certe notizie.

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Page 10: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 3

La manifestazione tutta al femminile, or-ganizzata da Luisella Rubin referente na-zionale della Fisar in Rosa, ha richiamato

numerosi giornalisti nazionali ed esteri, esperti di settore, enoappassionati e televisioni. Il consigliere Rubin, nella sua presentazione, ha spiegato che la Fisar in Rosa è un progetto nazionale, pensato per valorizzare la figura della donna sommelier Fisar e per dare visibilità alle donne che operano nel vasto mondo enoico, attuando, a tal fine, iniziative volte alla divulgazione della cultura del vino, in cui le don-ne stesse sono protagoniste.Graziella Cescon vicepresidente Fisar, nel suo sa-luto iniziale rivolto a tutti i presenti, ha ringraziato le produttrici intervenute, sottolineando come la presenza femminile nel settore vitivinicolo, oggi, sia una realtà affermata. Ha, inoltre, dichiarato che, an-che nella nostra associazione, in questi ultimi anni, si è registrata una crescita significativa della com-

ponente femminile che rappresenta attualmente il 35% dei soci e che il progetto Fisar in Rosa è sicu-ramente un valore aggiunto per la nostra associa-zione.In un’atmosfera serena e gioiosa, sei vignaiole ac-comunate da una grande passione e sensibilità femminile, di fronte a un pubblico attento e cu-rioso, hanno dato vita ad un’emozionante Tavola Rotonda tutta “rosa”, condotta dalla nota giornali-sta Gladys Torres Urday, referente territoriale della Fisar in Rosa dell’Italia Nord Ovest. La moderatrice ha presentato di volta in volta le produttrici, che con vivo entusiasmo hanno fatto conoscere a tutti i presenti, vini di assoluta qualità, ottenuti dall’appassimento delle uve migliori, rap-presentativi di specifici territori dell’Italia del Nord, del Sud e del Centro, la cui degustazione è stata guidata con professionalità dalla sommelier nazio-nale Fisar Karen Casagrande.

Emozioni in… Rosa

Il Wine Tasting/Tavola Rotonda ”Vini passiti italiani…dolce passione!” è un importante evento targato

FISAR in ROSA realizzato al Vinitaly 2013 a Verona.“

Gladys torres urday

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Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 3 9

Ha iniziato Elena Farina, rappresentante della terza generazione dell’azienda Farina, a raccontare il suo Recioto Classico della Valpolicella DOCG 2011, meraviglioso vino rosso dolce, giovane, dai deliziosi profumi floreali e fruttati. Un’eccellenza enologica veneta.Maria Ida Avallone ha proposto un Eleusi Passito Roccamonfina 2008 IGT, ottenuto da uve Falanghina 100%, della sua azienda campana Villa Matilde. Un’interpretazione sapiente di un grande vino, i cui profumi e sapori si identificano con la terra da cui proviene; una terra generosa, dove da una parte c’è il mare e dall’altra il vulcano spento di Roccamonfina.La produttrice Hilde Petrussa dell’azienda Vigna Petrussa, Colli Orientali del Friuli, ha stupito il pub-blico con il suo Picolit 2009, che ha rivelato subito al naso il suo inconfondibile carattere, derivante da un boquet complesso che lo rende davvero esclu-sivo.Apprezzatissimo il “Les Abeilles” 2004 da uve stra-mature di Muscat Petit Grain 100%, presentato da Eleonora Charrere, titolare dell’azienda di famiglia Les Cretes, Valle D’Aosta, prodotto da uve aroma-tiche bianche. Delizioso al naso e al palato.La degustazione del prestigioso Vin Santo del Chianti Classico “La Chimera”DOCG 1995, pro-posto da Laura Bianchi, produttrice della famosa tenuta agricola toscana Castello di Monsanto, ha entusiasmato i presenti per i suoi eccezionali profu-mi e sapori eleganti ed armoniosi.Ultima relatrice, di indiscussa fama, Josè Rallo, titolare dell’azienda siciliana Donna Fugata, con il

suo intervento appassionato ha trasmesso al pub-blico tutta l’energia ed il calore della terra del Sud. Energia e calore pienamente espressi dal “Ben Ryè”, Passito di Pantelleria DOC 2006, che la vi-gnaiola, alzando il calice, ha presentato, cantando un bellissimo brano, regalando a tutti i presenti un momento di grande emozione. Un’esperienza uni-ca in cui il vino e il canto si sono fusi magicamente, in un turbine di piacevoli sensazioni che hanno con-quistato il pubblico.Il Presidente Nazionale Fisar Mario del Debbio ha chiuso l’incontro, ringraziando tutti i partecipanti, le produttrici, Gladys Torres che con abilità e simpa-tia ha moderato i vari interventi, le sommelier per la loro professionalità ed eleganza dimostrata nel servizio dei vini, Luisella Rubin referente della Fisar in Rosa e Antonio De Vitiis, che ha curato la parte tecnica-logistica della manifestazione. Ha poi dona-to alle protagoniste dell’interessante ed avvincente evento al femminile un omaggio floreale ed un raffi-nato cavatappi con spilla Fisar. Il Presidente, infine, si è complimentato con Karen Casagrande per aver condotto, con competenza, un’affascinante degu-stazione di eccellenti vini, guidando tutti i presenti in un sorprendente percorso sensoriale.

Page 12: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

FISAR in rosa

Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 3

Dolci, incisivi, solitamente relegati a fine pa-

sto, e spesso considerati morbidi esca-

motages da pubblico femminile, come se

fossero destinati a chi non riesce ad apprezzare vini

“di carattere”.

È stata sufficiente poco più di un’ora per dimostrare

come dietro quest’apparente teatralità di dolcezza

si nascondano semplicità e complessità al tempo

stesso, sfumature che trasudano luoghi, tradizioni

e culture centenarie, in pochi sorsi di estrema be-

vibilità.

Basta poco ed ecco che si creano abbinamenti

fantasiosi, non solo con peculiarità culinarie, ma

soprattutto a momenti della vita e di ogni giorno.

Recioto Classico della Valpolicella

DOCG 2011:

SEMPLICITà e NATURALEZZA nella bella

Verona, dove la nostra scena sale: nel bicchiere un

rubino intenso, la vivacità di un colore che anticipa

la ricchezza dei frutti rossi al naso, amarena, lampo-

ne e prugna matura, ricordo immediato degli aromi

primari della Corvina. Una confettura speziata da

un accenno di cannella, che immaginiamo concen-

trarsi sotto il sole nella parte più nobile del grappolo,

la “recia”, pochi acini che assimilano voraci aromi

e polifenoli. In bocca infatti è di grande struttura,

gli zuccheri si ingentiliscono con pacata amabilità

per lasciare posto all’acidità, segno di gioventù, ed

un tannino ancora vitale che lascia il palato asciutto

e toglie qualsiasi dubbio, non c’è alcuna stucche-

volezza. Crostata di lamponi per questo splendido

Recioto della Valpolicella, che dosa con maestria

bevibilità e dolcezza, il carattere di un rosso giova-

ne e la morbidezza degli zuccheri. L’interpretazione

giovane di un vino secolare.

Eleusi Passito Roccamonfina 2008 IGT:

PIACEVOLEZZA e DESIDERIO sotto il sole della

Campania: dai suoli sabbiosi di origine vulcanica,

incastonati tra cielo e mare, nasce un vino che ci in-

curiosisce immediatamente con i suoi riflessi dora-

ti. Scopriamo intensi i sentori dell’uva passita, fichi

secchi e albicocche disidratate si sciolgono veloci in

un miele floreale, mentre un soffio di mineralità sul-

furea ci accompagna tra i vigneti di Roccamonfina.

Gustiamo con piacere un accattivante equilibrio di

alcolicità e dolcezza che si espande in bocca come

un manto di velluto. L’acidità si affaccia timida per

stemperare questo trionfo di morbidezza, un vino

pastoso che si lascia masticare ancora e ancora,

evocando gli aromi fruttati della Falanghina. Anche

un caprino robusto e piccante si lascerebbe con-

quistare dalla magia vellutata di questo vino regale,

cantato nei secoli come nettare degli Dei. Un as-

saggio del Falerno dei nostri tempi.

Aprite orecchi, naso e bocca…

Il Wine Tasting/Tavola Rotonda “Vini passiti italiani…dolce passione!” È un importante evento targato

FISAR in ROSA realizzato al Vinitaly 2013 a Verona.“

di Karen Casagrande - FisaR ambassador

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Page 13: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

FISAR in rosa

Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 3 11

Picolit 2009 Colli Orientali del Friuli DOCG:

ESPRESSIVITà e ISPIRAZIONE tra i Colli Orientali

del Friuli: un vino che si assapora con il naso, un

bouquet intrigante che si lascia scoprire a poco a

poco senza implodere immediato! Primavere di fiori

bianchi, miele e zagare, lasciano il posto a sentori

di melone bianco e litchis, mentre timide emergono

sullo sfondo le note speziate della paprika e dello

zafferano. Profumi delicati che non ci accontentano

al primo assaggio, mentre al palato spicca decisa

una nota di acidità che dona vigore e persistenza

al vino, e ne equilibra con maestria la dolcezza.

Arricchito dalla sua complessa mineralità, preziosa

eredità dei suoli d’origine, nel bicchiere rivela la sua

grandezza sebbene il nome possa trarci in inganno:

il Picolit, raro e unico già in vigna, dove solo pochi

piccoli fiori diventeranno acini succosi, potrebbe

accompagnare un momento intimo di scoperta e

meditazione del suo territorio, ma sicuramente ci

sorprenderà con la sua freschezza e aromaticità

anche con una gustosa fetta di Sachertorte, una

vena dorata immersa nel cioccolato più amaro.

“Les Abeilles”2004 :

ELEGANZA e PERSONALITà ci conducono in

un antro naturale della Val D’Aosta: le api succhia-

no con avidità il dolce liquido contenuto nei piccoli

grani di Uva Moscato, che maturano solitari all’inizio

dell’autunno. Una premessa idilliaca per il vino che

abbiamo nel bicchiere: riflessi di luce e profumo di

miele ci ricordano l’appassimento insieme alle note

di frutta matura, mentre ampliano con sorpresa

questo bouquet i profumi delle erbe spontanee,

salvia, timo e rosmarino. Ma è solo al palato che

questo passito rivela la sua forza. Mineralità e sa-

pidità stuzzicano immediatamente la lingua ed

espandono le sensazioni aromatiche, la dolcezza è

palpabile, in una nota che si allunga all’assaggio e

non ci stanca, mentre una retro olfatto balsamico,

di oli essenziali, chiude la degustazione e rimane in

bocca stemperandosi piacevolmente. Rotondità di

sapori e odori da gustare immersi nella natura con

un buon formaggio d’alpeggio.

Vin Santo del Chianti Classico “La Chimera”

DOCG 1995:

TRADIZIONE e MISTERO dalla Toscana più

amata: nel cuore del Chianti Classico fermenta si-

lenzioso nei caratelli, in un ininterrotto incedere e

arrestarsi, uno dei vini più cari della tradizione loca-

le. Ambrato impenetrabile che rivela la sua natura

ossidativa, nel bicchiere rotea un Vin Santo plasma-

to da diciotto lunghi anni, un rischio che valeva la

pena di correre per arrivare a questo punto. Non

solo un passito, che subito colpisce al naso con

la nota pungente di acidità volatile, ma anche un

antico medicamento che odora di profumi eterei e

penetranti, di tostato fermentato, tabacco, caffè,

cacao, immersi in una copiosa sensazione alcolica

che a poco a poco lascia emergere i fichi secchi,

quel ricordo lontano delle uve materne. Una com-

plessità di aromi terziari che in bocca predominano,

fra la spiccata nota acidica e un’attenuata dolcez-

za. Da abbinare ai pensieri della sera in compagnia

di un ottimo sigaro.

“Ben Ryè” Passito di Pantelleria DOC 2006:

FORZA ed ENERGIA emanate dai mari del Sud:

semplicemente Sicily! Concludiamo il nostro viag-

gio con un’istantanea di passione, carattere, fem-

minilità e dolcezza. Ecco il riassunto squisito di un

cammino sensoriale che attraversa la nostra peni-

sola. Pietra focaia, arbusti spontanei e note floreali:

la terra e l’uva di una realtà isolana unica. Arancia e

albicocca candite, datteri, fichi secchi, miele di aca-

cia: i grossi acini dello Zibibbo che appassiscono

sotto il sole. Tostato, fieno fermentato e macchia

mediterranea: evoluzione e maturazione. In bocca è

tangibile tutta la sua dolcezza e la sua espansione,

un gioco di equilibri di acidità e morbidezza in cui

le note aromatiche si susseguono e inebriano invi-

tandoci ancora all’assaggio. Il quadro evocativo di

uno scorcio naturale che ci avvolge come un canto,

musica per gli occhi, per il palato e ovviamente per

il cuore!

Page 14: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 312

Tutto il territorio di questo piccolo lembo

meridionale dell’Austria è caratterizzato

dall’abbondanza di acqua che, guida alla

mano, è suddivisa in 1270 specchi d’acqua, 200

laghi balneabili, 8000 chilometri tra fiumi e torrenti

e numerose fonti termali. Non a caso Klagenfurt,

la capitale regionale, edificata intorno al XVI se-

colo da architetti italiani e chiamata anche la

Rosa del Wörthersee, vanta la spiaggia lacustre

più lunga d’Europa. I Carinziani sono molto orgo-

gliosi della purezza delle acque che bagnano la

loro regione e che definiscono addirittura potabili,

in particolare quelle del lago Weissensee (Lago

Bianco) poiché vi sono ammessi solo natanti a

remi o a motore elettrico.

Ma, anche se l’acqua, del rubinetto e non solo,

è davvero buona, in Carinzia si beve ovviamente

anche qualcosa di decisamente più forte. Come

la birra, che ha una lunga tradizione in Austria

(circa 1300 birrifici su tutto il territorio) e che

di recente ha visto il consumo pro capite degli

Austriaci sorpassare quello dei Tedeschi che da

sempre detenevano saldamente il primato. A

Villach la storica Villacher Brauerai da oltre 150

anni produce una birra chiara, corposa e con un

particolare gusto di malto, molto apprezzata an-

che in Italia, così come la Birra Rossa pensata

proprio per il mercato italiano. Comunque quella

Carinzia da bere

Birra, ovviamente, poi buon vino e sidro e distillati ricavati dall’ottima frutta coltivata nella valle Lavanttal. E non dimentichiamo l’acqua eccezionalmente pura

degli innumerevoli laghi e fiumi che punteggiano tutta la Carinzia.

“”

di enza Bettelli

Page 15: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

Birra, ovviamente, poi buon vino e sidro e distillati ricavati dall’ottima frutta coltivata nella valle Lavanttal. E non dimentichiamo l’acqua eccezionalmente pura

degli innumerevoli laghi e fiumi che punteggiano tutta la Carinzia.

di Villach è una birreria che si può definire moderna

rispetto la Hirter, situata a Friesach e che da circa

750 anni produce birra tipo Pilsen, leggera e armo-

nica e con un delicato gusto di luppolo.

Ugualmente radicata è la vocazione austriaca per

i vini, soprattutto bianchi. Ma, malgrado la vitivini-

coltura della Carinzia abbia un migliaio di anni, la

tradizione si è andata perdendo con il tempo, fino

agli inizi degli anni Settanta, quando in tutta la re-

gione sono stati fatti i passi necessari per il ripristi-

no dei vecchi vigneti e l’impianto di nuovi con una

produzione oggi molto interessante, in particolare

per quanto riguarda i vini bianchi e quelli dolci. Tra

i bianchi, il più diffuso (oltre il 30% della produzione

della Carinzia) è il Grüner Veltliner che è affiancato

da Welschriesling, Rivaner, Weisser Burgunder e

Riesling. Per gustare il vino secondo il costume au-

striaco e carinziano, bisogna però fermarsi dai pro-

duttori e assaggiare nelle loro vinerie (Heurigen o

Buschenschanken) un bicchiere di quello buono,

accompagnato da piatti molto semplici che di soli-

to sono salumi e formaggi della regione, sempre di

grande qualità, e i Brezeln che aiutano a bere.

Per salire di gradazione basta spostarsi nel territo-

rio forse più fertile della pur fertile Carinzia, la valle

Lavanttal, caratterizzata da distese di frutteti dove

le mele (soprattutto Maschanska e Bohnapfel) fan-

no da base per sidro frizzante e distillati preparati

secondo le antiche ricette dei monaci di Sankt Paul.

Alla bevanda, servita ben fresca d’estate, è dedica-

to il sentiero del sidro (Mostwanderwegen), lungo il

quale sono situati molti locali e osterie caratteristi. I

18 chilometri del sentiero si possono percorrere a

piedi o con uno speciale trenino, il Mostlandexpress.

Con le mele si produce anche un insolito e delicato

spumante oltre all’aceto e al succo.

E volendo salire ancora di gradazione, da non per-

dere il distillato di pere che molti agriturismi produ-

cono in proprio, e lo specialissimo distillato di pino

cembro.

UNA GASTRONOMIA ANCORA ARTIGIANA

Indiscussa specialità della regione sono i Kärntner

Kasnudeln di pasta fresca simile a quella italiana

e che anche nel ripieno ricordano alcuni dei nostri

ravioli di magro. I Kasnudeln vengono preparati

con una grande varietà di farciture a seconda della

stagione e del territorio. I più famosi sono quelli di

patate profumati con la menta, ma i ristoratori della

Carinzia propongono sempre nuovi accostamenti

e servono la loro gamma di Nudeln in invitanti as-

saggi (Nudl-Kudl-Mudl). Altre specialità, nella valle

del Gail, sono lo Speck ottenuto da carne di maiali

allevati con cruschello d’orzo, patate, fieno e latte,

e l’Almkäse (formaggio di malga) prodotto a 1500

metri ancora con metodo tradizionale presso mal-

ghe come il caseificio-museo Alpe Tresdorfer Alm

che è anche il punto di arrivo della “mulattiera delle

malghe”. E dalle acque purissime della regione pro-

vengono molte specie di pesci che anche i turisti

possono pescare e fare poi cucinare dallo chef del

proprio albergo. Interessante la gamma dei pesci

affumicati mentre da trote e salmerini nella valle del

Möll e a Tainach si ricavano le uova, vendute in va-

setto come il caviale. Tutte queste specialità sono

ben accompagnate dall’ottimo pane che nelle mal-

ghe e agriturismi viene ancora preparato nel forno

a legno della casa. I dolci sono quelli tipici austriaci,

ma la Kärntner Reindling, una focaccia con cannel-

la, zucchero e uva sultanina, è la più tipica della

regione.

Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 3 13

Page 16: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 3

Con l’intento di ampliare l’offerta post qua-

lifica di sommelier, si è tenuto sabato 9

marzo un interessante incontro con la

speranza che possa essere il numero zero di un

prossimo format nell’ambito di attività didattiche

a livello nazionale.

Da un’idea del Consigliere Nazionale Giorgio

Pennazzato, realizzata con il contributo di Lorenzo

De Rossi, Delegato di Venezia, la giornata si è

svolta presso il Ristorante da Odino – Quarto

d’Altino VE – grazie alla fattiva collaborazione dei

titolari, prima tra tutti Antonella Zago. Si è trat-

tato di una giornata dedicata all’abbinamento

cibo/vino secondo le tecniche FISAR, era stato

scelto il pesce, rivolta a tutti quelli che vogliono

approfondire l’argomento, con il fine ultimo di sti-

molare alcuni di loro ad intraprendere la via della

docenza nei corsi di terzo livello.

Invitati come relatori Silvio Dalla Torre, del Centro

Tecnico Nazionale FISAR, per la parte dedicata

al vino e l’enogastronomo Giampiero Rorato per

la presentazione dei piatti.

Ospite della manifestazione il professor Roberto

Stevanato, ordinario di chimica presso l’Università

degli Studi di Venezia Ca’ Foscari, nonché diret-

tore del ‘Master per la valorizzazione del cibo e

del vino’ attivo sempre presso UniVe.

I cibi ed i vini sono stati testati dagli organizzatori

nel corso di due incontri preparatori al fine di ot-

tenere il miglior abbinamento possibile.

In questo è stata coinvolta Valentina Pasini, chef

del locale nonché specializzata presso la Scuola

Internazionale di Alta Cucina Italiana - ALMA di

Colorno, che con professionalità ha dovuto per

un giorno ‘piegarsi’ alle puntigliose richieste fatte

dagli organizzatori non dando pienamente libero

sfogo alla sua creatività.

Trattandosi dell’abbinamento dedicato al pesce

si è potuto creare un menù praticamente com-

pleto:

Antipasti

Ensemble di scampi crudi e carpaccio di bran-

zino di mare, “Canoce” e scampo bolliti con

schiacciatina di patate abbinati a Lugana Az. Le

Morette, Calamaretti saltati su lettino di spinaci

freschi e caramello di soja abbinati a Prosecco

Tranquillo Val de Brun Az. Astoria.

Il fascino dell’abbinamento

Giornata dedicata all’abbinamento cibo/vino, tema il pesce, rivolta a tutti quelli

che vogliono approfondire l’argomento.“

di lucio Chiaranda

14

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Primi piatti

Risotto Carnaroli mantecato con vongole (o

cappe tonde) con olio al finocchietto e pinoli,

Paccheri con mazzancolle, seppia, e pomodoro

di Pachino abbinati a Soave Classico Suavia.

Secondi piatti

Filetto di branzino su branca di radicchio ab-

binato a Chardonnay Az. Le Monde;

Tonno dell’Alto Adriatico su dadolata di verdure

croccanti abbinato a Friulano Az. Mosole.

Dessert

piccola trilogia di cioccolato, piccola crema di

mascarpone e crostatina di mandorle abbinati a

Marsala Az. Buffa.

L’incontro si è aperto con i saluti di tutti gli orga-

nizzatori, Giorgio Pennazzato ha inoltre portato i

saluti del Presidente Nazionale Mario Del Debbio,

impossibilitato a presenziare per concomitanti ed

improcrastinabili impegni.

Si è quindi entrati nel vivo della giornata con

l’arrivo in sala del primo antipasto.

Ciascun piatto è stato accompagnato da

un’illustrazione sia delle caratteristiche della ma-

teria prima sia di quelle organolettiche ed anche

da note storico/aneddotiche che sono certa-

mente state utili ai partecipanti per meglio ricord-

are e focalizzare ciascun piatto.

Lo stesso dicasi per i vini, qui oltre che delle car-

atteristiche peculiari del vino stesso, si è parlato

anche della zona di produzione e delle peculiarità

del relativo territorio.

Questo ‘numero zero’ è servito agli organizzatori

per permettere la taratura e la messa a punto dei

vari aspetti della giornata e poter quindi proporre

questo format a livello nazionale, sotto l’egida del

CTN una volta recepito e deliberato, con l’intento

di dare a questi incontri una ulteriore valenza che

vada al di là di un semplice momento di convivia-

le incontro seppur di approfondimento.

Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 316

Page 19: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 3 17

Il fascino imprevedibile di una bottiglia

All’inizio ricercata soprattutto come status

symbol per la sua fragile e preziosa bel-

lezza, che solo pochi potevano permet-

tersi, il più geniale tra i contenitori per il vino, la

bottiglia di vetro, continua tuttora ad esercitare il

suo fascino, spesso persino più coinvolgente di

quello del suo contenuto.

Qualche volta metafora del mondo e della vita

stessa, con la sua luminosa trasparenza o la sua

studiata opacità – pensiamo a che cosa ne ha

saputo fare un artista come Giorgio Morandi, non

a caso chiamato “il pittore delle bottiglie”- la bot-

tiglia di vetro ha spesso assunto vari e molteplici

significati. Può essere speranza di salvezza per

un naufrago sperduto su di un’isola deserta: il

classico “messaggio nella bottiglia”, perno di tan-

te avventurose vicende romanzesche. Oppure

custode di mirabolanti velieri, frutto di un hob-

by senza dubbio tra i più tranquilli e rilassanti ma

sempre meno praticato nei nostri frenetici giorni.

Ma può anche diventare pericolosa quando al

suo interno anziché un maestoso barolo d’anna-

ta o un effervescente champagne millesimé c’è

nascosto nientemeno che il diavolo, come rac-

conta con ironia Robert Luis Stevenson in una

sua favoletta ancora molto avvincente, su cui non

sarebbe male soffermarsi a riflettere.

Al di là delle tendenze estetiche e delle preferenze

stilistiche che mutavano attraverso i secoli, pote-

va capitare che al troppo costoso vetro venissero

sostituiti materiali più rozzi ma sicuramente più

robusti. È il caso, per esempio, della ceramica

vetrificata in uso soprattutto nella Renania del

XVII, che ben si prestava anche a essere decora-

ta. Ecco allora comparire le bellarmine, panciute

bottiglie che prendevano il nome dalla baffuta ma-

schera grottesca posta sotto l’imboccatura, che

fanno bella mostra di sé in alcuni celebri dipinti

di Vermeer. Il modello ispiratore era un italiano,

nientemeno che il cardinal Roberto Bellarmino,

passato alla storia soprattutto per il suo ruolo di

primo piano nel processo contro Galileo e par-

ticolarmente detestato nel Nord Europa per la

I dintorni del vino

Il vino non è semplicemente una bevanda,ma il centro di un rito che, per essere celebrato

nella sua piena eleganza,ha bisogno di oggetti indispensabili, che soltanto il gesto sicuro

di un autentico professionista sa come valorizzare. A cominciare dalla bottiglia...

“”

di silvana Delfuoco

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sua rigorosa intransigenza nei confronti del pro-

testantesimo. Curioso modo per godere di un’al-

legra “bevuta”!

Ma qualunque fosse il tipo di bottiglia prescelto,

un problema annoso continuava a non trovare

soluzione: come impedire che il prezioso vino al

suo interno smettesse di essere così rapidamen-

te deperibile?

Ci vollero lo spazio di qualche secolo e un po’

di esperimenti condotti tra scienza e alchimia

perché infine si riscoprisse un fenomeno invece

già ben conosciuto dagli antichi padri: le reazioni

del vino in presenza o in assenza di ossigeno.

E quando, finalmente, si capì che il vino, come

la vita dell’uomo, riservava ancora soddisfazioni

inaspettate se poteva godere di un sereno invec-

chiamento, fu necessario trovare un modo per

chiudere ermeticamente la bottiglia, e al tempo

stesso escogitarne anche un altro altrettanto ga-

rantito per riuscire ad aprirla senza rischio.

Come spesso succede in questi casi, fu il biso-

gno ad aguzzare l’ingegno…

Qui ci vuole un cavatappi

Curiosamente, ma nemmeno poi troppo, se vo-

gliamo considerarla un’esasperazione del “furore

dionisiaco”, è stata l’arte della guerra a sugge-

rire l’idea vincente su come aprire una bottiglia.

No, non con la scenografica “sciabolata”, anco-

ra oggi qualche volta riservata agli champagne

delle grandi occasioni, consuetudine ereditata,

pare, dalle manie di grandeur degli ufficiali napo-

leonici, ma a qualcosa di molto meno teatrale.

Semplicemente, facendo ricorso agli strumenti a

vite utilizzati per recuperare pallottole e palle da

cannone rimaste incastrate nelle canne.

L’uovo di Colombo? Forse sì, ma bisognava

che qualcuno ci pensasse. Non conosciamo il

nome dello sconosciuto inventore, ma sappia-

mo che il primo brevetto del cavatappi risale al

18 Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 3

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Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 3

1795, epoca piuttosto tarda nella storia del vino,

e che appartiene all’inglese Samuel Henshall.

Ne è conservato un bell’esemplare al Museo dei

Cavatappi di Barolo, nelle Langhe cuneesi, nato

dalla passione di un collezionista torinese, Paolo

Annoni, che ne ha raccolto esemplari di tutti i tipi

e di tutte le epoche, compreso quello, decisa-

mente poco funzionale, in legno e acciaio a forma

di T” di 1 metro di larghezza per 1,5 di lunghez-

za che campeggia proprio sopra l’ingresso del

museo! Ma non è certa questa l’unica stranezza

della collezione, esiste anche un’ “aristocrazia del

cavatappi”.

«Quasi sempre del tipo tascabile, oppure del tipo

pieghevole, - così ci ha spiegato lo stesso Annoni,

che fa volentieri da guida ai visitatori venuti a cu-

riosare tra i suoi tesori -il cavatappi prezioso, che

poteva essere d’oro, argento, avorio, madreper-

la, tartaruga, accompagnava il proprietario sia tra

le mura domestiche sia durante viaggi, pic-nic o

campagne militari. –- Anche se viaggiava accom-

pagnato dalla servitù e non stappava personal-

mente le proprie bottiglie, il cavatappi era ade-

guato al suo rango e spesso riportava incise le

iniziali del suo nome o lo stemma del suo casato.

In tempi più recenti ricordiamo i modelli creati da

Tiffany e Cartier, nonché quelli disegnati da stilisti

di moda di fama internazionale come Hermes e

Gucci». Per fortuna esisteva anche un cavatappi

“amico del maggiordomo”, come era conosciuto

in Inghilterra quello a due lame con cui questi po-

teva aprire le bottiglie, controllarne il contenuto,

ritapparle e presentarle apparentemente intatte

agli ospiti, sicuro della buona qualità del vino in

esse contenuto…

Perchè, al di là degli strumenti, della vitalità del

vino si occupano gli uomini, soprattutto quelli che

dell’arte sublime dello “stappo” hanno fatto una

professione che li impegnano per la vita: i som-

melier, ultimi veri Cerimonieri dei nostri tempi. Ma

questa è un’altra storia…

Per info sul Museo dei Cavatappi:

www.museodeicavatappi.it

20

Page 23: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 3 21

Lo scorso primo aprile, la Home page di

Google annunciava un nuovo servizio in

versione Beta disponibile al download

per PC, Tablet e Smartphone: “Google Olezzo”.

Attraverso di esso, veniva scritto, avremmo po-

tuto sentire gli odori rintracciati e catturati in rete

e codificati via software, scegliendoli in un ampio

bouquet (cane bagnato, puzzola, vecchia camera

d’albergo, fiori...cabernet!). Il tutto semplicemen-

te avvicinando il naso allo schermo...un’enorme

pesce d’aprile del colosso del web di Mountain

View che in qualche modo però introduce ad un

argomento di grande interesse e attualità: la rea-

lizzazione di strumenti che possano coadiuvare e

sostituire funzioni vitali del nostro organismo e in

particolare del cervello.

Nel fake di Google, si immagina quindi un siste-

ma che ricerca, capisce, archivia e codifica odori,

e un sistema che li riproduce a distanza.

Questi sistemi di fatto rappresentano una nuova

frontiera tecnologica ancora tutta da esplorare,

dove i “pionieri” si muovono già da molto tem-

po sicuri dell’utilità e della convenienza dei loro

sforzi.

A partire dagli anni ottanta in varie parti del mon-

do sono iniziati gli studi per la realizzazione di un

naso artificiale che possa aiutare e sostituire l’uo-

mo per molte attività riguardanti l’olfatto, seguiti a

breve dai primi studi inerenti la realizzazione della

lingua artificiale.

Alla fine del secolo scorso una ditta della Silicon

Valley ha sviluppato un progetto estremamente

ambizioso: creare un sistema elettronico per ri-

produrre odori. In qualche modo ha catalogato

alcuni odori ritenuti essenziali e dalla combinazio-

ne di questi ha affermato che molti altri poteva-

no essere creati. Ha poi realizzato un oggetto da

collegare al computer contenente essenze base

che dosate e mescolate in modo automatico

creavano altri odori. L’oggetto è stato realizzato

e messo in commercio: fu un fiasco clamoroso,

classificato tra i primi 25 flop di sempre del mon-

do informatico. Eppure queste idee contengono

Il naso elettronico

«Sommelier» DuePuntoZero: il naso artificiale, una visione sul futuro prossimo, cos’è, come funziona, campi di applicazione. Implicazioni nel mondo del vino.

Stato dell’arte e studi in corso.

“”

di Roberto Giuffrida

Page 24: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 3

già i primordi di alcuni principi attualmente utiliz-

zati per quanto riguarda la clonazione sintetica

del sistema olfattivo

Prima di tutto bisogna partire dalla comprensione

del meccanismo base dell’olfatto: gas e molecole

volatili presenti nell’aria raggiungono attraverso le

nostre narici le cellule recettori che sono distribu-

ite su una superficie di qualche centimetro qua-

drato all’interno del nostro naso e si depositano

su di esse scatenando delle reazioni chimiche.

Gli stimoli ricevuti vengono trasportati attraverso

tessuti nervosi al nostro computer che si incarica

di discriminarle e catalogarle: il cervello.

Ma cos’è un naso artificiale-elettronico? È un

sistema complesso Hardware e Software che

dovrebbe consentire di discernere gli odori e ri-

conoscere anche la loro concentrazione.

Nel naso artificiale la parte Hardware, corrispon-

dente all’insieme di cellule recettori del naso, è

composta da particolari sensori che sono in gra-

do di catturare le particelle volatili degli odori e

da trasduttori che convertono le reazioni fisico-

chimiche in segnali elettrici. Questi vengono ela-

borati e rappresentati da programmi Software

mediante un computer, la cui azione corrisponde

a quella della nostra corteccia cerebrale.

Ad oggi questi programmi danno fondamental-

mente una rappresentazione grafica (immagine

olfattiva) della reazione di gruppi di sensori dif-

ferenti tra loro e consentono quindi un confronto

tra prodotti effettuando preventivamente un pe-

riodo di “training” del naso necessario a creare

dei campioni di riferimento.

Nei nasi da laboratorio, si introduce una quantità

ben definita di una sostanza da annusare in un

contenitore ermetico chimicamente inerte e con

un ago si aspira la parte volatile mentre con un

altro ago si compensa questo prelievo con aria

assolutamente pura. L’aria aspirata viene pom-

pata su una matrice di sensori che reagisce di

conseguenza e che è collegata ad un computer.

Sul computer, software che utilizzano algoritmi

che conducono alle teorie delle reti neuronali

realizzano la pattern recognition per separare le

classi di appartenenza dei vari odori.

I sensori a semiconduttori al metal-oxyd sono

quelli che attualmente hanno raggiunto una ma-

turità e stabilità maggiore e che vengono utilizzati

nei nasi artificiali in commercio (strumenti il cui

costo parte da 20-25 mila Euro). Funzionano se-

condo il principio che su un substrato di ossido

di stagno le particelle volatili che si depositano

causano una variazione di conducibilità elettrica

misurabile con i metodi classici dell’elettrotecni-

ca.

Sfruttando questi principi già da molti anni esisto-

no in commercio dei nasi che rivelano in modo

soddisfacente la presenza di un singolo gas in un

ambiente: rivelatori di fughe di gas (metano, mo-

nossido di carbonio), rivelatori di gas specifici che

si sviluppano dagli alimenti in varie fasi di matura-

zione o in decadimento (ammoniaca in industria

ittica o casearia). I miglioramenti attualmente in

analisi riguardano l’utilizzo di temperature eleva-

te e il drogaggio dei semiconduttori con elementi

come Palladio, Oro e Platino.

Ultimamente si sente parlare di nuovi sensori co-

struiti fissando film polimerici conduttivi su quar-

zi che variano la loro frequenza di oscillazione a

22

Page 25: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

seconda delle molecole che vengono catturate.

Queste variazioni vengono poi misurate dal com-

puter. La tecnologia è ancora in via sperimentale

e presenta molti inconvenienti ma potrebbe per-

mettere la realizzazione di nasi più leggeri, por-

tatili e sensibili. Alcune Università molto attive in

America, Germania e Italia hanno un approccio

“biologico” e per creare i recettori utilizzano cel-

lule di mammifero o estratti ricavati da germi di

grano oppure hanno un approccio “nanotecno-

logico” studiando come realizzare stringhe con-

duttive di dimensioni ridotte.

Lo scopo finale è costruire strumenti da campo

a costo contenuto, cercando di miniaturizzare la

dimensione e i consumi dei nodi-sensori realiz-

zati sullo stesso chip; il che amplierebbe il target

dei possibili acquirenti. È ipotizzabile anche un

utilizzo wireless, con questi chip integrati nei tele-

foni cellulari per valutare, nella vita di tutti i giorni,

la qualità degli alimenti, dell’aria e diagnosticare

malattie.

Applicazioni pratiche dei nasi sono attualmente

in fase di perfezionamento: per la ricerca di so-

stanze stupefacenti (i cani utilizzati allo scopo che

hanno un olfatto fino a 100.000 volte più poten-

te dell’uomo, dopo poco tempo si “stancano” e

non sono più affidabili), rilevazione esplosivi, ri-

levamento inquinamento, durata ed evoluzione

organica degli alimenti shelf life, controllo con-

tinuo della qualità e purezza di alimenti (distillati

alcolici e latte), diagnosi malattie come diabete

(analisi dell’espirato e rivelazione dell’acetone),

melanomi, tumori del polmone. Ma veniamo agli

interessi specifici di noi Sommelier: in questi anni

i nasi elettronici sono stati utilizzati per varie ricer-

che anche nel mondo del vino, specialmente in

ambito universitario o in centri ed organizzazioni

finanziati da enti pubblici. Il loro utilizzo è però

differente da come ce lo possiamo immaginare.

Infatti al momento non esiste un naso elettronico

che ci possa segnalare la presenza di determina-

te caratteristiche olfattive tipiche, come ad esem-

pio “molto floreale”, “lievemente fruttato maturo o

acerbo”, “sentore vegetale, speziato”...

Gli studi riguardano comparazioni tra vini prove-

nienti dalle stesse uve, come ad esempio, tutte

le Barbera del Piemonte, confronti tra tipologie

differenti o annate diverse dello stesso vino per

capire quanto le loro differenze aromatiche siano

dovute al terreno, alla pianta e quanto al lavoro

dell’uomo. Ma riguardano anche l’evoluzione nel

tempo del vino a contatto con l’aria e il controllo

nei processi produttivi dei tappi di sughero per

individuare la presenza di muffe, funghi, TCA

e TeCA responsabili del famigerato “odore di

tappo”. I Panel di degustazione utilizzati finora

nell’analisi sensoriale hanno sicuramente alcuni

difetti oggettivi: difformità di giudizio, costo, tempi

di esecuzione elevati, variabilità dovuta alle con-

dizioni fisiche del singolo degustatore nell’istante

del test, elevata soggettività. Migliorare tutti questi

aspetti è un obiettivo che deve essere persegui-

to. Con un po’ di fantasia, immaginiamo un futuro

nel quale vengano scoperti sensori (o perfezionati

quelli esistenti) particolarmente sensibili e dal fun-

zionamento il più possibile costante e codificato

a livello mondiale. Immaginiamo una banca degli

odori di riferimento che contenga tutti gli odori

esistenti sulla terra (nessuno può sapere quanti

siano) e che ogni odore sia dato dal mix di mo-

lecole conosciute e i meccanismi della loro com-

posizione facilmente riproducibile. Immaginiamo

che tutti i nasi elettronici possano comunicare tra

di loro mediante una rete di connessione mon-

diale. Otterremmo un naso dalle caratteristiche

molto vicine al nostro, mai raffreddato, stanco o

influenzato da fattori esterni, e una “memoria ol-

fattiva” globale. Per la sua realizzazione la strada

da percorrere è ancora lunghissima e qualcuno

dice che sia un obiettivo difficilmente raggiungi-

bile. Fino ad allora comunque potremo discutere

col nostro vicino di degustazione sul profumo di

marmellata di rosa canina, sull’odore di pelliccia,

biancospino o della puzza di sottosella di cavallo

sudato senza timore di essere smentiti perché al

momento non esiste nessuno strumento più sen-

sibile e preciso di noi. E questo non è un pesce

d’aprile.

Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 3 23

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Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 3

Ecco a voi tutte le potenzialità di Doc Sicilia

e Igt Terre Siciliane

I numeri? 300 milioni di bottiglie registrate con la vendemmia 2012, oltre 2 milioni di ettolitri di vino

e più di 30 mila ettari di vigneti. “”

di antonio iacona

24

La potremmo ribattezzare “l’Isola dei re-cord”, perché ai numeri che fanno storia ci ha abituato sin dall’antichità. Qualche

esempio? In Sicilia già nel VII secolo a. C. opere artistiche e figurative attestano l’esistenza di una solida viticoltura; ampeloliti (viti non classificate) sono state ritrovate attorno all’Etna, che fanno della provincia di Catania la più antica civiltà agri-cola siciliana; il Moscato di Siracusa risalirebbe al tempo delle prime colonie greche e sarebbe il vino più antico d’Italia; anche nella zona del messinese, poi, la viticoltura risale all’età Micenea e si traman-da che Giulio Cesare brindò al suo trionfo al Terzo Consolato con vino Mamertino, tipico dello Stretto di Messina. Dati storici certamente affascinanti, che ci aiutano a comprendere il contesto in cui ci troviamo e perché anche le vicende attuali, di questo terzo millennio alla riscoperta delle tradi-zioni, siano importanti e di portata storica. Oggi i numeri sono forse più freddi, quasi da consiglio d’amministrazione, ma stanno trainando il vino si-ciliano sui mercati internazionali più di quanto non

lo abbiano fatto in passato. La formula vincente avrebbe un nome: Doc Sicilia, appena costituita e già anch’essa Denominazione dei record. Con la vendemmia del 2012, infat-ti, saranno 70 milioni le bottiglie (la traduzione di 524.253 ettolitri di vino) che potranno fregiarsi del nuovo nato marchio a Denominazione di origine controllata. Un’annata, quella appena trascorsa, che scaturisce dal lavoro su 10.111 ettari, con 748.944 quintali di uva e 52.425.357 litri rivendicati come Doc Sicilia. Anche i dati più generali sono si-gnificativi, con la superficie iscritta alla Doc Sicilia di circa 26.000 ettari e con sempre nuove richieste di iscrizioni al marchio. Ciò significa che le potenziali-tà sono ancora più elevate rispetto a quelle appena sfruttate sui circa 10 mila ettari. A vigilare sulle certificazioni è stato incaricato l’Irvos (Istituto regionale vini e oli di Sicilia), oggi guida-to dal nutrizionista di fama nazionale Giorgio Calabrese

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e fino a qualche mese fa retto dal commissario Dario Cartabellotta, adesso chiamato a ricoprire il ruolo di Assessore alle Risorse agricole e alimentari della Regione Siciliana. Certamente tutte figure con bagagli di esperienza che servono all’agricoltura dell’Isola, come quella del presidente di Assovini Sicilia e presidente del nascente Consorzio di tutela della Doc Sicilia, Antonio Rallo, che proviene da una delle più antiche famiglie produttrici di vino siciliano. Senza sbilanciarsi troppo, Rallo parla di “partenza buona” per il nuovo marchio Doc, citando già i primi successi: “Oggi – afferma il presidente – in com-mercio sono arrivate le prime bottiglie dei bianchi della Doc Sicilia e sicuramente al Vinitaly ci sarà molto di più”. E in merito al Consorzio, aggiunge: “I soci saranno circa 10 mila. Stiamo prevedendo un

sistema innovativo con la CLS informatica, azienda specializzata nei software per il settore vinicolo, che ci consenta di gestire agevolmente il notevole nu-mero di dati ed anche le prossime elezioni di questo importante organo. Tra un paio di mesi saremo in grado di procedere alle elezioni del nuovo Consiglio di amministrazione e del nuovo presidente.” Anche i numeri relativi alla vendemmia 2012 sono stati ela-borati con un sistema informatico, dal Sian (Servizio informatico agricolo nazionale).

Dati recenti sottolineano come la vitivinicoltura sia, con il suo 15% di produzione lorda, una voce im-

portante per la produzione agricola dell’Isola e non è un mistero che il vino siciliano sia molto richiesto soprattutto dai Paesi esteri. Da qui l’importanza di raccogliere e tutelare sotto il nuovo marchio Doc Sicilia e con il suo disciplinare tutti quei produttori che vorranno essere attori protagonisti di questa grande sfida sui mercati. “Ci avviamo – conclude Antonio Rallo – verso una valorizzazione della produ-zione che porterà finalmente reddito agli agricoltori e tutelerà ulteriormente i consumatori.”“L’Isola dei record”, scrivevamo all’inizio. Certo, lo confermano altri dati e un altro marchio significati-vo, quello della Igt Terre Siciliane che, con l’arrivo della nuova Doc, ha sostituito la vecchia Indicazione geografica tipica Sicilia. I numeri? Affascinanti qua-si come quelli appena citati: 300 milioni di bottiglie registrate con la vendemmia 2012, oltre 2 milioni di ettolitri di vino e più di 30 mila ettari di vigneti. E dopo i numeri, i nomi quasi poetici di una terra, è proprio il caso di dire, nata per ospitare il vino e gli dèi. Saranno infatti della famiglia Doc Sicilia vitigni storici e più moderni, autoctoni e giunti nell’Isola sfogliando le tante pagine di storia: per i bianchi, vitigni come Insolia, Catarratto, Grillo, Grecanico; per i rossi, Nero d’Avola, Frappato, Nerello mascalese e Perricone; per i rosati, Nero d’Avola, Frappato, Nerello mascalese e Perricone; poi, per gli spumanti bianchi, Catarratto, Inzolia, Chardonnay, Grecanico, Grillo, Carricante, Pinot nero, Moscato bianco e Zibibbo; per gli spumanti rosati, Nerello Mascalese, Nero d’Avola, Pinot nero e Frappato; e infine, con la specificazione di uno dei se-guenti vitigni: Inzolia, Grillo, Chardonnay, Catarratto, Carricante, Grecanico, Fiano, Damaschino, Viogner, Muller thurgau, Sauvignon blanc, Pinot grigio, Nero d’Avola, Perricone, Nerello cappuccio, Frappato, Nerello mascalese, Cabernet franc, Merlot, Cabernet sauvignon, Syrah, Pinot nero Nocera, Mondeuse, Carignano e Alicante.Vitigni che hanno fatto e continuano a fare la sto-ria enoica dell’Isola e che hanno dato vita alla Docg Cerasuolo di Vittoria e alle 22 Doc (Alcamo, Contea di Sclafani, Etna, Mamertino, Marsala, Menfi, Sambuca di Sicilia…, solo per citarne alcune), a cui oggi si ag-giunge un’altra Denominazione e un’altra pagina di storia, con un titolo che apre nuovi capitoli e nuovi scenari: la Doc Sicilia!

Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 326

Antonio Rallo, foto di Anna Pakula.

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Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 3

Il punto di partenza per un corretto approccio

alla malvasia di Lanzarote ci porta indietro di

quasi trecento anni, che – in realtà – nell’ot-

tica geologica è poco più di ieri: allora – e pre-

cisamente nel 1730 – una gigantesca eruzione

vulcanica, che durò ben sei anni, con l’attività

di oltre trenta “bocche da fuoco”, cambiò com-

pletamente i connotati dell’isola più a nord delle

sette Canarie, lunga poco più di 50Km e larga

16, coprendo interamente di lava lo strato roc-

cioso sottostante e dandole l’attuale fisionomia.

Grandi coni vulcanici e una larga spianata di

lava, è questo l’aspetto che caratterizza l’isola

il cui nome deriva probabilmente da Lancelotto

Malocello, nobiluomo genovese vissuto nel XIV

secolo, il quale – elaborando una carta nautica

dell’isola – le diede il suo nome. Altra ipotesi, cer-

tamente più suggestiva e più epica, è che il nome

derivi dall’inglese “ lance broken”, parole gridate

dal barone normanno Juan de Bethancourt, al

servizio della corona spagnola, il quale – dopo

aver conquistato l’isola – spezzò la propria lancia!

Lava, sole africano (siamo a meno di 70 miglia

marine dalla costa del continente nero) e un for-

te vento da Nord, che la sferza costantemente,

sembrerebbero fare di quest’isola una terra del

tutto inadatta alla coltivazione della vite. Ciò, in-

vece, avviene – peraltro con ottimi risultati – nella

zona centrale dell’isola, in una stretta valle pa-

rallela alla costa, la Geria, tra Mendoza e Yaiza,

tra i 200 e i 400 metri di altezza. In tale zona i

contadini seppero rovesciare i termini imposti

dalla natura e trasformare una terra difficile in una

grande risorsa economica. Il sistema è curioso

e sicuramente originale: nelle cavità lasciate dal-

le colate laviche o in fossati circolari, scavati nel

terriccio vulcanico – a volte anche a due metri di

profondità – protetti da muretti circolari o semicir-

colari in pietra detti zocos, viene depositato uno

strato di terra vegetale di alcuni centimetri. Sopra

la terra viene poi stesa una cappa di lapilli e cene-

ri vulcaniche triturate, chiamata rofa o picon. La

funzione di tale strato lavico è essenziale: durante

la notte la rofa – molto porosa – permette il pas-

saggio dell’umidità allo strato di terra vegetale,

l’accumula, mentre durante il giorno impedisce

l’evaporazione. Le radici delle viti si espandono

orizzontalmente – non trovando spazio verso il

basso – raccogliendo, così, la maggior quantità

d’acqua possibile. Le viti, a piede franco, sono

El fuego, la tierray el vento

L’origine della malvasia di Lanzarote non è certo sicura.Si ritiene che il vitigno sia stato importato nel XV secolo da Creta, anche in considerazione delle caratteristiche

del vino, che lo avvicinano a quello prodotto nella nota isola greca.

“”

di michele Fabbrani

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Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 3 29

rampicanti e – prive di qualsiasi sostegno – cor-

rono sul terreno, protette, una per una, dalle pa-

reti della buca (chiamata geria). Grazie a questa

tecnica si sono ottenute ragguardevoli estensioni

di vitigni, dalle cui uve bianche, normalmente ven-

demmiate dalla seconda metà di luglio alla fine di

agosto, si ricava una preziosa malvasia, poi vini-

ficata in moderne cantine (bodegas) e prodotta

nelle versioni seca, semidulce e dulce. La prima,

di gradazione alcolica dai 12 ai 13 gradi è di co-

lore giallo paglierino, con leggeri riflessi dorati, a

volte tendenti al verdognolo, limpido e brillante. Il

profumo è fruttato, con sentore di agrumi e mar-

cata impronta minerale; risulta al palato di gusto

pieno e fresco, leggermente sapido e di buona

acidità. Si accompagna perfettamente ai i frutti

di mare, il pesce ed i formaggi freschi. Ottimo,

invece, il semidulce - leggermente amabile, ma

molto equilibrato e con caratteristiche olfattive

che non differiscono molto da quelle della versio-

ne “ seco” – con i formaggi di media stagionatu-

ra. Infine la malvasia dulce, a volte ottenuta con

l’aggiunta di uve muscatel in percentuale fino al

10%, che le conferiscono un aroma di frutta ma-

tura, di fiori bianchi con sentori erbacei. Anche in

questo caso la terra ricca di minerali non manca

di farsi sentire, come non manca di farsi senti-

re la vicinanza del mare. La spiccata mineralità

compensa il dolce rendendolo un vino adatto ol-

tre che l’abbinamento ai “postres” (desser) anche

– come si dice – alla meditazione. Quasi a com-

pensare i problemi e le difficoltà di coltivazione

dovute ad un territorio certamente non facile, le

viti non devono combattere contro la filossera e

non è raro vedere piante, che pur avendo quasi

cento anni di età, mantengono la loro produttivi-

tà. Le rare annate particolarmente umide favo-

riscono, invece, lo sviluppo dell’oidio. L’origine

della malvasia di Lanzarote – il cui ceppo è quello

di Candia – non è certo sicura; si ritiene che il vi-

tigno sia stato importato nel XV secolo da Creta,

anche in considerazione delle caratteristiche del

vino, che lo avvicinano a quello prodotto nella

nota isola greca. Varie sono le bodegas (cantine)

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Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 3

di produzione della Malvasia; tra le più note ricor-

diamo – senza alcuna presunzione di completez-

za - El Grifo, La Geria, Vega de Yugo, Rubicon

e Los Bermecos. A mio parere personale, un

posto a parte merita, però, per la elevata qualità

del prodotto e per la cura ed il costante impegno

ad applicare metodologie attuali alla lavorazione

di un prodotto tradizionale, la bodega Stratvs, la

cui cantina è stata da pochi anni completamente

rinnovata e colpisce per la bellezza degli elementi

architettonici. Una visita, accompagnati dal bra-

vissimo enologo - sempre presente in azienda -

ed una degustazione dei vini, affinati in eleganti

bottiglie, la cui etichetta riproduce la geria (cioè

la fossa dove cresce la vite), ci farà scoprire un

malvasia seco, che all’esame visivo si presenta di

colore giallo paglierino, limpido e privo di sospen-

sioni, mentre quello olfattivo evidenzia profumi di

qualità ,puliti e freschi, bouquet di fiori bianchi

e anice, pompelmo e mandarino e una elegan-

te nota minerale e salina…quasi come respirare

l’aria del mare dagli scogli. Al palato ritornano –e

si confermano – tutte le note di finezza percepiti

nella fase olfattiva, con aroma di mela fuji matu-

ra, d’albicocca, mandarino e pompelmo, avvolti

in un’intensa nota minerale. Notevole il malvasia

seco selecion Stratvs dal colore giallo tendente

al dorato, limpido e senza sospensioni. Erbe aro-

matiche, timo e cannella, pesca matura e ana-

nas, mandarino e pompelmo, miele e mostarda

con una fine e persistente nota di grafite. Al gu-

sto si percepisce un buon equilibrio tra acidità

e zuccheri e una corretta corrispondenza con la

fase olfattiva, pesca gialla, bucce di mandarino,

marmellata di pompelmo, miele e timo e un finale

sapido e minerale. Troviamo infine un malvasia

naturalmente dulce, che merita una menzione

particolare. Questi vini, abbinati ai prodotti locali

ed ai buonissimi formaggi – primi fra tutti quelli

di capra – rivelano un ulteriore interessantissimo

aspetto di quest’isola, gettata nell’Atlantico as-

sieme alle sue sei sorelle, molto più conosciuta

per il clima mite e le belle spiagge.

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Amorim. We cork better. Bevi sempre in maniera responsabile.

Quella volta che hai cominciato a stappare e hai finito per stupire, Amorim c’era.

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Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 3

Cantina Iniesta

A me il calcio non piaceva. Rubavo le “patatas bravas” alle mie amiche mentre loro guardavano la partita in TV. “ ”

di meritxell Falgueras

32

Odiavo le volte in cui capitava una partita

nei giorni dei miei corsi di degustazione,

perché alla fine dovevo cancellarli. Non

avrei mai pensato, insomma, che un giorno mi

sarei interessata a questo sport. Per il mio primo

libro “Presume de Vinos en 7 días” il prologo lo

scrisse Joan Manel Serrat, poeta di sensazioni,

cantante raffinato e grande amante del mondo

del vino. Per questo mio secondo volume, un li-

bro pensato perché la gente impari di vino inna-

morandosene, nessuno mi sembrava adatto a un

buon mariage. “Ma se ce l’hai già nelle tue stesse

pagine”, mi ha detto un giorno un’amica. Ed è

proprio vero che a volte, pur avendo la risposta

proprio davanti al nostro naso, non riusciamo a

vederla. È sempre stato facile e gradevole avere

a che fare con Andrés Iniesta. Senza mai esita-

re, mostrandosi sempre disponibile, simpatico e

incredibilmente generoso, e senza nemmeno co-

noscermi, ha accettato di scrivere il mio prologo.

Ad una sola condizione: che andassi a vedere il

progetto a Fuentealbilla. La sua proposta mi la-

sciò “fuori gioco”. E così, detto e fatto. La gente

che lavora nella sua cantina sì che è la miglior

squadra del mondo: giovani e ampiamente pre-

parati, gente che lo ha visto crescere, gente del

suo paese natio. Persone affidabili e grandi pro-

fessionisti. Con radici così buone non posso che

augurare, a lui e ai suoi vini, che continuino ad

avere successo in tutto il mondo.

L’umiltà di Andrés gioca nel giudizio a favore sul

vino di Fuentealbilla, Ha un’anima, è sincero e

senza pretese. E gioca una partita importante:

quella di diffondere la cultura del vino con un lin-

guaggio comprensibile, in modo divertente, faci-

le, diretto, formativo e senza complessi di alcun

tipo. “La pasión va por dentro” (“la passione è

qualcosa di intimo”), recitano le bottiglie sotto la

marca “Corazón loco”, il bianco che raccoman-

do, nella versione catalana del mio secondo libro

“Los vinos de tu vida” (quella in castigliano vi sarà

servita in autunno), per accompagnare una parti-

ta di calcio in TV. Un vino di verdejo e sauvignon

bianco disinvolto, di facile mariage con amici, ta-

pas e goal. Per il finale di partita (o per il foie) il

Dulce Corazón con un lecca-lecca nell’etichetta

dello stesso odore di questo vino, da bere non

Page 35: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

soltanto con il dolce. Finca el

Carril, la sua linea più alta, è la

scelta più curata e con la qua-

le può sfidare senza proble-

mi tutti i grandi vini della D.O.

Manchuela. Il più personale, il

Valeria, è un macabeo cullato

in botte e coccolato con lievi-

ti, dalla struttura delicata ma

con carattere. I rossi, dopo un

paio d’anni di allenamento nelle

botti, presentano un coupage

vincente, in cui le varietà autoc-

tone (tempranillo, bobal) e i loro

sfidanti internazionali (syrah,

cabernet sauvignon) giocano

la loro amichevole più prolifica.

Personalmente ritengo che il

tocco del Petit Verdot dia una

personalità e una rotondità tali

al vino preferito del giocatore,

l’Hechicero, da renderlo pia-

cevole in bocca. La novità: un

vino che si chiama come il mi-

nuto più famoso della squadra,

“116”, a dimostrazione che il

successo non si improvvisa,

ma è il frutto delle vigne di suo

nonno, annaffiate dal lavoro di

suo padre e celebrate dalle tan-

te coppe sollevate con orgoglio

da Andrés, con cui brindare ad

ogni vittoria.

Page 36: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 3

Il disciplinare di produzione (il primo risale al

1966, mentre l’ultima modifica è del 2010),

racchiude tutte le peculiarità e le caratteristi-

che distintive di questo prodotto. A partire dal forte

legame con una zona di produzione molto circo-

scritta che comprende il solo territorio comunale

di Montepulciano escludendo la zona di pianura

della Valdichiana (un territorio che si estende in

16.500 ettari di cui solo 2.100 circa ricoperti da vi-

gneti). Sono infatti solo le vigne situate ad una al-

titudine compresa tra i 250 e i 600 metri sul livello

del mare che possono concorrere alla produzione

della Docg. Non è un caso che per questo si parli di

un vino di territorio, terroir lo chiamerebbero i fran-

cesi, che a Montepulciano si ritrova in alcune aree

particolarmente vocate e appositamente mappate.

Sono le stesse che in gergo vengono definite “micro

zone”, ovvero dei piccoli fazzoletti di terreno dove

oggi si concentra la maggior parte del “Vigneto

Nobile”, l’altra vera particolarità di questo vino. I vi-

tigni previsti dal disciplinare sono per lo più quelli

storici, autoctoni per chiamarli col giusto termine,

ed è per questo che prevale il Sangiovese (che a

Montepulciano prende il nome di Prugnolo Gentile)

che deve essere presente per almeno il 70 per cen-

to. Possono poi concorrere all’uvaggio del Nobile,

fino ad un massimo del 30 per cento, altri vitigni

a bacca rossa, cosiddetti complementari, idonei

alla coltivazione nella Regione Toscana. Tra questi

sono frequenti il Colorino, il Mammolo, il Canaiolo,

ma anche alcuni vitigni internazionali come il Merlot

o il Cabernet Sauvignon. Una volta terminato il lav-

oro nel vigneto il disciplinare regola quello di can-

tina, quindi non solo la lavorazione, ma soprattutto

l’affinamento, momento nel quale il Nobile acqui-

sisce da un lato le sue caratteristiche organolettiche

principali, le stesse che poi fanno sì che la qual-

ità di questo vino sia universalmente riconoscibile,

dall’altro la personalizzazione dei singoli produttori.

Le operazioni di vinificazione e di invecchiamento

devono essere effettuate in cantine situate nel ter-

ritorio di Montepulciano e l’invecchiamento deve

durare almeno due anni, conteggiati a partire dal

primo gennaio successivo alla vendemmia. Entro

questo periodo il produttore può decidere se far

maturare il Nobile per 24 mesi in legno, oppure 18

mesi in legno e i restanti in altri recipienti, oppure

almeno 12 in legno, sei in altri recipienti e sei in

Il Nobile di Montepulciano: un vino, un terroir

Sono numerose le particolarità che fannodel Vino Nobile un prodotto identitario, di carattere

e soprattutto fortemente legato al suo territorio di origine.“

di alessandro maurilli

34

Page 37: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

bottiglia. Del Vino Nobile esiste da disciplinare an-

che la tipologia “Riserva”, che come dice il nome

stesso presenta un invecchiamento più lungo ris-

petto alla sua base. In questo caso sono almeno tre

gli anni di affinamento in legno e almeno sei mesi in

bottiglia.

Una fascetta, una storia

Il Vino Nobile di Montepulciano è stato il primo in

Italia a ricevere il più alto riconoscimento qualitati-

vo, ovvero la Docg (Denominazione di origine con-

trollata e garantita). A testimonianza di questo la

prima serie di fascette rilasciate dall’allora Ministero

dell’Agricoltura e oggi conservate scrupolosamente

nelle sedi del Consorzio del Vino Nobile. La storia

della fascetta AA 000001 è molto lunga. Sono in-

fatti occorsi circa undici anni di riunioni, incontri,

richieste da quando, nel lontano 1969, il Consorzio

fece richiesta della Docg (Legge 930/63), a quando

questa è stata riconosciuta nel 1980. Il Consorzio

del Vino Nobile, primo in Italia, diviene all’epoca

una vera e propria rompighiaccio nel mare della

burocrazia fino al 1978, data della pubblicazione in

Gazzetta della richiesta di modifica al disciplinare

del Nobile. Il 1 luglio 1980 fu l’allora Presidente della

Repubblica, Sandro Pertini, a firmare il decreto che

sanciva l’ottenimento della Docg per il Vino Nobile

di Montepulciano.

I numeri del Vino Nobile di Montepulciano

Su 16 mila ettari di superficie comunale, a

Montepulciano 2.600 ettari sono vitati. Questo vuol

dire che il 16% circa del paesaggio comunale è car-

atterizzato dalla vite. A coltivare questi vigneti oltre

250 viticoltori (sono circa 90 gli imbottigliatori in tut-

to) che ogni anno producono circa 55 mila ettolitri di

Vino Nobile e circa 18 mila destinati a divenire Rosso

di Montepulciano. Nel 2012 sono state immesse nel

mercato circa 7,6 milioni di bottiglie di Vino Nobile

e circa 2,6 milioni di Rosso di Montepulciano Doc.

Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 3 35

Page 38: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 336

Per quanto riguarda il mercato del Vino Nobile si

conferma la tendenza all’esportazione con il 68%

(7 punti percentuali in più rispetto al 2012) di pro-

dotto mentre il restante 32% viene commercializ-

zato in Italia. Per quanto riguarda il mercato nazion-

ale le destinazioni di Vino Nobile vedono in testa la

Toscana con il 44,1%, seguita dal resto del centro

Italia (il 23,5%), mentre cresce sempre di più la ven-

dita diretta in azienda che dal 16% del 2011, passa

a quasi il 19 per cento con il 2012. Se il primo paese

di riferimento per l’export resta la Germania (44 per

cento), significativo il costante incremento del mer-

cato statunitense che nel 2012 ha assorbito il 17%

delle vendite. Il Benelux si attesta al 12 per cento

delle esportazioni, mentre in crescita anche il mer-

cato verso l’oriente che in tutto fa registrare circa

il 6% con una esponenziale crescita da parte del

Giappone (+30 per cento dal 2009 al 2012), mer-

cato verso il quale il Consorzio ha rivolto numerose

azioni di promozione.

Il “Salvasughero“: Montepulciano

diventa centro di raccolta del sughero

Raccogliere i tappi di sughero e riciclarli nel cam-

po della bioedilizia. È lo scopo del progetto “Qui si

ricicla il sughero” promosso dall’Associazione “A

Braccia Aperte”, di cui il Consorzio del Vino Nobile di

Montepulciano è entrato a far parte insieme a Wwf

Italia, Amorim Cork Italia, la cooperativa E.S.T.I.A e

il Centro Ricerche Sardegna.

Un progetto presentato pro-

prio durante l’Anteprima che

vede il Consorzio del Vino

Nobile farsi promotore nei

confronti dei consumatori

di vino di una campagna di

sensibilizzazione dei tappi

di sughero, materia sempre

più preziosa che può essere

reinvestita in altri settori una

volta recuperata. È a questo scopo che nasce il

“Salvasughero”, un box realizzato in carta riciclata

dall’azienda senese Ecobox Srl, leader nella pro-

duzione di scatole per il vino, che contiene circa 40

tappi di sughero. Una volta riempita, la scatola po-

trà essere riconsegnata all’Enoteca del Consorzio

e in cambio il consumatore riceverà una bottiglia di

Vino Nobile.

Il “Sistema Montepulciano”

“A Montepulciano, in coincidenza con i grandi even-

ti culturali, di spettacolo e popolari, si registrano

picchi di presenze di turisti e visitatori”. Lo afferma,

dati alla mano, Andrea Rossi, dal 2009 Sindaco

di Montepulciano e ideatore, nonché convinto as-

sertore, del cosiddetto “Sistema Montepulciano”.

A questa sigla, sintesi verbale di un ambizioso

progetto che, soli in quattro anni, ha già prodotto

importanti risultati, aderisce anche il Consorzio dei

produttori di Vino Nobile. Il “sistema” ha individuato

i punti di forza del territorio (essenzialmente patri-

monio culturale, ambiente, paesaggio e prodotti

originali e di qualità), ha riunito i soggetti pubblici e

privati che ne sono titolari o che, per la propria attiv-

ità, interagiscono con essi, ha concordato un piano

di salvaguardia e sviluppo e ha dettato le linee di

un’azione comune che consenta il raggiungimento

di quegli obiettivi. Dunque una sorta di “santa al-

leanza” tra Pubblica Amministrazione, istituzioni,

tessuto imprenditoriale e

cittadini stessi, rappresen-

tati nelle libere associazioni,

che opera in sintonia per lo

sviluppo e la crescita del ter-

ritorio. E per una terra che

da meno di venticinque anni

conosce il fenomeno del

turismo e che è riuscito a

trasformalo in un autentico

boom, facendo registrare un

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Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 3 37

costante aumento di presenze e la nascita di una

vera e propria categoria di nuovi imprenditori, poter

contare su una rete di collaborazioni che produce

anche eventi è un fatto molto importante. Oggi af-

fermare che in una bottiglia di Vino Nobile c’è tutta

la cultura di Montepulciano non è dunque una sem-

plice quanto suggestiva enunciazione: il pregiato ed

elegante rosso DOCG è realmente uno degli am-

basciatori di questo straordinario scrigno di ricchez-

ze che è il territorio. La disponibilità dei produttori

a lavorare per il territorio precede in realtà di molti

anni la creazione del Sistema Montepulciano che

ha avuto però il merito di formalizzare un rapporto

e rendere coerenti interventi altrimenti occasionali.

In quest’ambito si inquadrano soprattutto i restau-

ri di opere architettoniche, a cominciare dal rina-

scimentale Pozzo dei Grifi e dei Leoni, gioiello di

Piazza Grande, per finire con la Fortezza, grande

edificio di origine addirittura medievale che proprio

grazie all’impegno economico dei produttori di Vino

Nobile, congiunto con quelli del Comune, della

Regione Toscana e di altri partner, anche interna-

zionali, ha intrapreso un percorso di autentica rina-

scita che ne farà la sede di un autentico polo vinico-

lo ed economico del territorio. “Giorgio de Chirico.

Il ritratto - Figura e forma” è il titolo della mostra

che, dall’8 giugno al 30 settembre 2013, vedrà es-

poste proprio nella Fortezza di Montepulciano 68

opere del Maestro, provenienti dalla collezione della

Fondazione Giorgio e Isa de Chirico di Roma. La

mostra dedicata allo straordinario inventore della

pittura metafisica, arricchisce il ciclo delle esposiz-

ioni estive inaugurato nel 2011 con la collezione dei

Macchiaioli e proseguito lo scorso anno con “Il dra-

go e la farfalla. Immagini di Cina a Montepulciano”.

Un “passaporto” per l’enoturista

Tra le altre novità della stagione 2013 che vedono

impegnato il Consorzio del Vino Nobile c’è il cosid-

detto “Passaporto gastronomico”. Il turista non è

un semplice cliente ma è un ospite. La ristorazione

è un elemento fondamentale del turismo. Sono

questi i due principi a cui si ispira il Codice Etico

della Ristorazione, varato nel 2012 dal Comune di

Montepulciano. L’adesione ai principi del codice è

libera e volontaria. Alla base si pone la trasparenza

del rapporto tra esercente e avventore che con-

sente a quest’ultimo di individuare facilmente, at-

traverso il colore di un marchio di qualità apposita-

mente creato, il tipo di esercizio che ha di fronte. Il

Passaporto Gastronomico è lo strumento che viene

offerto ai visitatori per usufruire dei vantaggi offerti

da un sistema della ristorazione così concepito.

Distribuito gratuitamente presso i punti di informazi-

one turistica e nei locali aderenti, il Passaporto pre-

senta anzitutto gli esercizi che vantano il marchio di

qualità, fornendo le informazioni-base per la scelta

e il contatto. Contiene poi uno spazio in cui è pos-

sibile “certificare”, mediante un timbro, l’avvenuta

consumazione presso uno dei locali indicati. La

raccolta dei timbri consente di ricevere buoni e

facilitazioni per gli ingressi ai musei, alle mostre,

agli spettacoli, agli eventi, alle terme, agli impianti

sportivi ed alle mete più frequentate dai turisti, e,

dulcis in fundo, per degustazioni presso l’Enoteca

del Consorzio del Vino Nobile. La stessa struttura

sarà uno dei punti-vendita del Biglietto unico che,

fino al 23 settembre, consente di visitare alcune

tra le più attraenti risorse culturali e ambientali del

territorio: il Museo Civico – Pinacoteca Crociani,

di de Chirico , il Conservatorio di San Girolamo, la

torre del Palazzo Comunale e la mostra “La Chiana

dal Mare alle bonifiche. Storia di un fiume invisi-

bile” presso il Centro visite della Riserva Naturale

del Lago di Montepulciano. Il biglietto unico da

anche diritto ad una degustazione gratuita presso

l’Enoteca del Vino Nobile di Montepulciano e con-

sente di ottenere sconti presso gli esercizi aderenti

al Centro Commerciale Naturale.

Page 40: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 3

Senza alcun dubbio il Conegliano

Valdobbiadene Prosecco Superiore è il

miglior vino con le bollicine nella provincia

di Treviso.

Originario esclusivamente dalla zona collinare ai

piedi delle Prealpi e a circa 50 km da Venezia,

si distingue per il profumo di fiori, il delicato sen-

tore del miele, della mela verde e selvatica che

si mescolano con i mille aromi vegetali e floreali,

il richiamo ideale ad una natura ricca e felice di

questo lembo del Veneto.

Il Conegliano Valdobbiadene nasce solo qui, in

L’essenza di un territorio: il Prosecco Superiore

di Valdobbiadene

Le colline di Conegliano Valdobbiadene un richiamo alla dolcezza,dai profumi al colore e dal perlage agli aromi.“ ”

di Roberto Donadini

38

Page 41: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 3 39

quest’area unica per microclima e composizio-

ne dei terreni, l’eleganza, la freschezza, la vitalità

delle sue bollicine, sono il frutto finale di questo

territorio originale e unico nel suo insieme.

Le colline che da Valdobbiadene scendono dol-

cemente verso Conegliano sono unite da un sen-

so di pace e di serenità, il vino è frutto di un duro

lavoro considerato soprattutto che gran parte

delle vigne sono curate a mano e coltivate con

fatica fino ad altezze di 500 metri con pendenze

molto alte.

Nei tratti organolettici più evidenti, i colori tenui,

dalle tinte morbide e mai troppo intense, le sen-

sazioni olfattive delicate, e la loro sottile eleganza,

è davvero possibile leggere il territorio.

Oggi il Conegliano Valdobbiadene ha una vera

“carta d’identità” che lo segue in tutto il suo per-

corso dal vigneto alla bottiglia.

Le uve provengono da vigneti dell’area delimi-

tata per legge, ammesse solo le varietà di uva

Glera per un minimo dell’85% e delle varietà lo-

cali Verdiso, Perera, Bianchetta o Glera Lunga

e, per lo spumante, delle internazionali Pinot e

Chardonnay per un massimo del 15%; successi-

vamente la vinificazione eseguita secondo le nor-

me previste dal Disciplinare avvenire solo all’inter-

no dei comuni della zona DOCG e così vale pure

per l’imbottigliamento e la spumantizzazione.

Ad ogni fase della produzione, dal vigneto alla

bottiglia adeguate verifiche garantiscono tutto

il percorso del vino, al termine viene apposto il

contrassegno di Stato con un numero progressi-

vo rendendo così unico il prodotto finale.

Un calice di Prosecco Conegliano Valdobbiadene,

dal bel colore giallo paglierino leggero, imprezio-

sito dai riflessi verdolini, con le sue sottili bollicine,

può essere considerato davvero un esempio di

piacere perfetto.

I vini quindi si caratterizzano per profumi inten-

si, sentori di glicine

e fiori bianchi, frutta

con note tropicali,

pesca, albicocca, e

un leggero tono di

agrumi come sotto-

fondo.

Vivace è l’acidità,

beverino ma per nul-

la banale, piacevole

al palato, dalla strut-

tura ben equilibra-

ta che corrisponde

perfettamente alle

sensazioni visive e

nasali offrendoci ar-

monia nella degluti-

zione.

Dall’invitante mor-

bidezza alla leggera

salinità e con la mo-

derata alcolicità ci invita a degustarne un altro

calice.

Grazie alla sua freschezza ed eleganza ed alla

contenuta alcolicità si abbina con grande faci-

lità, risulta infatti il Prosecco ed in particolare il

Conegliano Valdobbiadene essere il simbolo

dell’aperitivo all’Italiana.

Grappolo di Glera

Page 42: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

domenica 2 giugno. Per il long weekend tutta la Franciacorta

si metterà in festa per accogliere gli ospiti con una ricchissi-

ma serie di eventi, in un mix piacevole e sorprendente per

la regia dell’agenzia Chrysalis. Tutte le strutture associate

alla Strada (fra le prime nate in Italia, oggi presieduta da

Francesca Moretti) saranno aperte e organizzeranno visite

guidate, degustazioni e microeventi nelle cantine e nei labo-

ratori di prodotti tipici, stuzzicanti menu a tema in ristoranti

e agriturismo, passeggiate guidate a piedi, in bicicletta e a

cavallo. Per l’occasione, saranno realizzati speciali pacchetti

weekend in hotel, agriturismo, campeggio, dimore storiche

e bed & breakfast e sarà attivata la Franciacorta Card, che

permetterà di ottenere sconti e facilitazioni.

ASSOCIAZIONE STRADA DEL FRANCIACORTA

www.franciacortando.it

IL NUOVO PINOT DI KETTMEIRPresentato al Vinitaly il nuovo Pinot Nero Maso

Reiner Alto Adige D. O. C. Vinificato in rosso con

macerazione delle bucce, con aumento pro-

gressivo della temperatura di fermentazione

per arrivare a 25-27°C. Le temperature basse

all’inizio del processo permettono l’estrazione

delle sostanze coloranti tipiche del Pinot Nero

e la stabilizzazione delle stesse con i tanni-

ni propri dell’uva. A fine fermentazione il vino

giovane viene travasato in fusti di legno da 30

hl dove avviene l’affinamento per 12-15 mesi.

Di colore rosso rubino, con profumo fine, ca-

ratteristico del vitigno, con sentori di frutti di

sottobosco, di ciliegia e sfumature di vaniglia e tabacco. Il sa-

pore è asciutto, morbido, con retrogusto persistente e finale

lievemente speziato. Con un grado alcolico di 13,50% vol. è

ottimo con selvaggina di piuma, brasati e arrosti di carne rossa,

zuppe di legumi saporite, formaggi di medio stagionamento e

salumi altoatesini affumicati.

KETTMEIR S.P.A. - www.kettmeir.com

FIOCCO AZZURRO A PODERE LA REGOLAUn nuovo vino si affaccia nel mondo di Podere La Regola: il

Brut metodo Classico, interamente prodotto nell’azienda di

Riparbella (PI) in Val di Cecina. Base 80% Gros Manseng e

20% Chardonnay, ha un affinamento di 24 mesi sui lieviti, con

le notizie di enogastronomia e turismo

COLTERENZIO: QUALITà, TRADIZIONE E RISPETTO PER L’AMBIENTE Dall’unione di 28 piccoli vignaioli nasce nel 1960 la Cantina

Colterenzio. L’azienda altoatesina, che ora conta 300 appas-

sionati artigiani della vigna, rappresenta l’anello di congiun-

zione tra passato e presente, tra l’esperienza delle tradizioni

di una volta e la dedi-

zione dei viticoltori di

oggi. Da alcuni anni

Colterenzio porta

avanti un progetto di

sostenibilità dell’am-

biente non solo in campagna ma anche in cantina. La com-

pleta ristrutturazione della sede è stata ispirata a criteri di

compatibilità ambientale: negli edifici che la compongono

sono installati pannelli fotovoltaici e solari e si è lavorato per in-

tegrare nei processi produttivi, l’utilizzo di energie pulite; gran

parte dell’energia elettrica necessaria e 70% dell’energia ter-

mica utilizzata provengono da fonti rinnovabili. Una di queste

fonti è la tecnica del recupero del calore, dove il calore che

normalmente va a disperdersi nell’aria viene recuperato ed

usato per il riscaldamento dell’acqua. Attraverso dettagli ben

visibili anche dall’esterno, come l’utilizzo di legno e acciaio, si

riesce a trasmettere il legame molto forte con la tradizione e

la tecnologia.

Produttori Colterenzio Soc. Agr. Coop. - www.colterenzio.it

FRANCIACORTANDO 2013L’esibizione live di Francky Criquet “pittore visionario e sel-

vaggio”, le esperienze di social dining in location esclusive

di MA’ Hidden Kitchen, le sessioni di acquerello en plein

air. E ancora, la proiezione dei cortometraggi del Concorso

FranciaCORTI, la Mostra di fotografie di Pierpaolo Metelli in

omaggio alle origini del processo di

vinificazione e, per i bambini, spetta-

coli teatrali, laboratori creativi, nurse-

ry 0/3. Seguendo il tema della stra-

da, saranno l’arte, il cinema, il gusto

a fare da trait d’union all’edizione

2013 di Franciacortando, affermato

appuntamento primaverile organiz-

zato dalla Strada del Franciacorta, in

programma da venerdì 31 maggio a

a cura della redazione di

Page 43: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

le notizie di enogastronomia e turismo

a cura della redazione di

da parte di tutte le principali riviste di vino del mondo.

Un’ennesima, autorevole conferma della sua unicità, che

consente di degustare ancora oggi un fantastico Porto di

oltre 150 anni, ottenuto da vecchie vigne portoghesi che oggi

non esistono più. Fondata nel 1692, la Taylor’s è da sempre

sinonimo di vini di Porto di eccellenza. Azienda ancora oggi

a conduzione familiare, proprietaria delle Quintas (tenute) più

pregiate della regione portoghese dell’Alto Douro, produce

le sue uve e i suoi vini di Porto con quella accuratezza e

quella competenza che la rendono assolutamente unica al

mondo. Fratelli Rinaldi Importatori - www.rinaldi.biz

IL VINO ON-LINE: PRESENTE O FUTURO?Leonardo Nicastro, Presidente e Ceo del gruppo pubblici-

tario Liquid, con lunga militanza in Armando Testa, afferma

con sicurezza: “Come in tutti i grandi cambiamenti nei mer-

cati, l'inarrestabile

crescita della rete

crea rischi e op-

portunità. Rischi

per chi compren-

de il cambiamen-

to dopo gli altri,

opportunità per

chi lo comprende

prima. È il tempo

il fattore chiave: la

corretta domanda da porsi non è tanto se il mercato del vino

sposterà la sua preminenza dal canale fisico al canale virtua-

le, ma quando questo accadrà. Sono fondamentalmente tre

le colonne portanti con le quali il mondo del vino è presente

in rete. 1) I portali, siti e social di informazione e divulgazione

enogastronomica e di turismo legato all'enogastronomia (un

buon esempio è turismodelgusto.com). 2) I wine blog. Qui

entriamo in canali se vogliamo più selettivi, ma sicuramente

più influenti. Senza necessariamente arrivare al miglior wine

blog del mondo (Jamie Goode's wine blog, secondo la Wine

Bloggers Conference), in Italia esistono moltissimi wine blog,

mediamente di qualità elevata. 3) L' e-commerce. Futuro?

Presente? Se dobbiamo guardare solo ai numeri, è futuro e

non presente. L'Italia è sicuramente ancora in ritardo rispetto

al resto del mondo e di conseguenza anche nel mercato del

vino ma, se io dovessi investire il mio denaro per sviluppare

un canale distributivo, non avrei alcun dubbio, punterei tutto

sull'e-commerce”.

un remuage effettuato rigo-

rosamente a mano e un do-

saggio “quasi zero” – come

spiegano Luca e Flavio Nuti,

i titolari – “per mantenere

intatte le caratteristiche del

territorio, influenzato dalla vi-

cinanza del mare e scelto fin

dai tempi degli etruschi come

terreno ideale per coltivare la

vite”. Di color paglierino chia-

ro con riflessi dorati, il perla-

ge è molto fine ed intenso, al

naso presenta piacevoli sentori di crosta di pane e note flo-

reali e fruttate, con prevalenza di fiori bianchi e mela renetta.

Al palato una spiccata acidità, ben bilanciata da una notevole

persistenza e sapidità, con evidenti note minerali. Ottimo come

aperitivo, è vino da tutto pasto ma si apprezza soprattutto ab-

binato a piatti di mare delicati.

PODERE LA REGOLA Soc. Agr. Semplice - www.laregola.com

TAYLOR’S SCIONNel 2008, presso le cantine di una famiglia di viticoltori della

Valle del Douro che stava terminando la propria attività,

la Taylor’s scoprì due botti molto vecchie, dal contenuto

assolutamente straordinario: un Porto risalente alla metà

del XIX secolo, cioè all’epoca precedente la fillossera, in

condizioni organolettiche ancora perfette. Nel 2009 acquistò

le due botti e decise di imbottigliarne il contenuto, e di venderlo

ai collezionisti di tutto il mondo con il nome di SCION. Dal

2013 un numero limitatissimo di bottiglie di Taylor’s SCION

è finalmente disponibile anche per l’Italia. La presentazione è

degna dell’unicità assoluta di questo Porto: il decanter da 75

cl. è in cristallo lavorato

a mano; l’astuccio

singolo che lo contiene

è in pregiato legno di

teak, riprende il design e

le finiture delle cassette

per vino in uso nel

XIX secolo e contiene

anche un libro illustrato

in edizione limitata

che racconta in tutti i

particolari il ritrovamento sensazionale delle due botti; ogni

astuccio è racchiuso in un’elegantissima confezione esterna

in cartone nero e sta ricevendo i giudizi più entusiastici

Page 44: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

F.lli Rinaldi Importatori di Bologna si è affermata

nel tempo come una delle più dinamiche a ap-

prezzate Società di distribuzione di prodotti alco-

lici sul mercato italiano. Il suo portafoglio attuale

comprende vini, spumanti, champagne, distillati

e liquori, provenienti dall’Italia e dai principali

Paesi del mondo. In occasione del loro re-

cente accordo distributivo, è stato deciso

un innovativo restyling del marchio, delle

bottiglie e delle etichette, con l’obiettivo di

conferire un’identità allineata al concetto

più attuale e contemporaneo del Prosecco

e del suo consumo. Grande la soddisfazio-

ne di Giancarlo Moretti Polegato, Presidente

di Casa Gheller, “per la lunga esperienza e

tradizione di F.lli Rinaldi Importatori nel mondo delle bollici-

ne”. Aggiunge Giuseppe Tamburi, Presidente di F.lli Rinaldi

Importatori: “La splendida nuova veste della marca è l’auspi-

cio migliore per l’imminente, forte rilancio distributivo e d’im-

magine di Casa Gheller, uno dei nomi più autentici e gloriosi

nella produzione del Prosecco di altissima qualità”.

F.LLI RINALDI IMPORTATORI - [email protected]

RONER SUMMER MIXINGSulla scia del grande rinnovamento aziendale avviato lo

scorso anno, Roner continua a sorprendere con grandi no-

vità. Il claim aziendale “Artisti del gusto” trova la sua perfetta

declinazione nella nuova collezione di cocktail estivi. Una

raccolta di proposte fresche e fruttate per un estate a tutto

gusto e per tutti i gusti. I prodotti Roner entrano in smoo-

thies e long drink con idee intriganti e facili da realizzare,

elaborate in collaborazione con Stefano Renzetti, esperto

barman AIBES e con alcune tra le più importanti food blog-

ger. In occasione di Vinitaly, sono state presentate ufficial-

mente da un barman attraver-

so dimostrazioni e degustazioni

ma gli appuntamenti per poter

degustare i nuovi cocktail sono

tanti a partire da Fish&Chef in

programma a Malcesine dal 25

Aprile al 1 Maggio, Slow Fish a

Genova dal 9 al 12 Maggio fino

a Taste of Milano che si svolge-

rà dal 30 Maggio al 2 Giugno.

RONER DISTILLERIE S.P.A.

www.facebook.com/roner.distillerie www.roner.com

le notizie di enogastronomia e turismo

NEW ENTRY IN CASA MASCIARELLIUna grappa giovane, prodotta in numero limitato di botti-

glie numerate, ottenuta dalle migliori vinacce fresche di uve

Montepulciano d’Abruzzo distillate con metodo artigianale,

quindi con taglio manuale di testa, cuore e coda, entro 24

ore dalla svinatura. La prima Grappa Masciarelli è stata pen-

sata e voluta da Ma-

rina Cvetic Masciarelli

e distillata da Nannoni

Grappe. Colore bian-

co, trasparente, gusto fine e fragrante di grande armonia;

profumo fruttato con note erbacee molto fresche. Bella per-

sistenza. Di grande complessità aromatica, esprime le ca-

ratteristiche del vitigno d’origine portando con sé i profumi

dell’Abruzzo. “Un prodotto che va a coprire un segmento del

tutto nuovo per l’Azienda - sottolinea Marina Cvetic Mascia-

relli - e che da tempo desideravo produrre, anche perché la

grappa è sempre stata radicata nella mia cultura d’origine,

quella dei Balcani. Una grappa, questa di Montepulciano,

che è espressione di forte italianità e naturalezza, un prodot-

to di alta selezione e grandissima qualità che apre l’Abruzzo

all’universo delle grappe”. E in contemporanea alla prima

uscita della Grappa giovane già si annuncia per l’anno pros-

simo l’uscita della Grappa Riserva Marina Cvetic che sta

maturando in barrique e sarà pronta per Vinitaly 2014.

AZ. AGRICOLA MASCIARELLI S.a.S. - www.masciarelli.it

F.LLI RINALDI IMPORTATORI DISTRIBUISCE CASA GHELLERCompetenza antica e gestione moderna, attenta all’evoluzio-

ne del mercato, unite nel recente accordo per la distribuzione

in esclusiva del Prosecco siglato tra F.lli Rinaldi Importatori

e Casa Gheller, che prende il nome da una storica famiglia

di viticoltori in Valdobbiadene che producevano vini di parti-

colare qualità. Negli anni Ottanta la famiglia Moretti Polegato

– il più importante gruppo vinicolo dell’area del Prosecco –

rileva il marchio continuandone la tradizione: Valdobbiadene

Prosecco D.O.C.G. e Prosecco D.O.C., spumante e frizzan-

te, che Casa Gheller propone nella tradizionale legatura a

spago, omaggio alla consuetudine di legare i tappi del vino

leggermente frizzante destinato all’uso quotidiano con uno

spago per fissarli e per garantirne la tenuta. Nata nel 1957, la

a cura della redazione di

Page 45: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

le notizie di enogastronomia e turismo

a cura della redazione di

SALOTTI DEL GUSTO A GIUGNO IL PRIMO APPUNTAMENTOSi alza il sipario su SALOTTI DEL GUSTO con la prestigiosa anteprima al Carlton Baglioni Hotel*****L di via della Spiga a Milano. La conferenza stampa nella lussuosa e gremita Sala Senato ha svelato i protagonisti del primo appuntamento in programma dal 22 al 24 giugno presso le raffinate strutture del Fanes Group a San Cassiano: 60 produttori vinicoli e agroalimentari a rappresentare il meglio di ogni distretto in Italia, oltre 400 etichette in degustazione, 40 Top Chef straordinari interpreti di originali ricette e abbinamenti, operatori nazionali e internazionali del mercato professional insieme per condividere, divulgare ed esportare la cultura del gusto italiano. Un nuovo format nel quale l’evento diventa “percorso”, ed il web ne è importante ed efficace motore. Tra le news, la partnership istituzionale della Regione Sicilia, che unisce idealmente l’Italia nella tutela dei prodotti di eccellenza, la diretta streaming dell’evento dalle telecamere di Gusto Channel, il libro CINEWINE a cura di F. Festuccia, Rai Tg2, e Raffaella Corsi Bernini, fondatrice del Circuito, che accosta emozionalmente i capolavori del cinema alle etichette dei 40 produttori. Bellezza e benessere in Spa, aperitivi al Maso, serate di gala al Rifugio ed un fil rouge che legherà altre prestigiose location; per il prossimo appuntamento i rumors dicono Capri...

www.salottidelgusto.com

LA MAREMMA SI RACCONTA NELLE ANTICHE PIAZZE DI GROSSETOLa Maremma si mostrerà al pubblico in tutto il suo fascino

in una lunga tre giorni 17-18-19 maggio con un grande salotto open air lungo le vie e le piazze più suggestive del centro storico di Grosseto che ne

rappresenta un po’ il cuore e la “capitale”. È MAREMMA WINE FOOD SHIRE, la prestigiosa vetrina dei vini, delle eccellenze agroalimentari e della cultura maremmana, ideato da Giovanni Lamioni, maremmano doc e presidente dalla Camera di Commercio di Grosseto che organizza la manifestazione in collaborazione con la Provincia e il Comune di Grosseto. MAREMMA WINE FOOD SHIRE, anticipata da una “preview” ad Albinia il 10 maggio, per la prima volta porta la Maremma toscana coi suoi prodotti e i suoi produttori (130 in totale), ma soprattutto uno stile di vita maremmano, dentro la cerchia delle possenti mura esagonali che racchiudono il suggestivo borgo medievale di Grosseto. Sarà una vera festa urbana ma anche rurale fatta anche di “wine tasting” e “classi del gusto” coordinate da Paolo Massobrio insieme a nomi come l’enologo di fama Graziana Grassini, Marco Lombardi con la sua “cinegustologia”, e molti altri. MAREMMA WINE FOOD SHIRE è anche un’occasione per diffondere e promuovere il brand Maremma a livello internazionale attraverso la presenza di oltre 50 operatori e buyers impegnati in un fitto programma di incontri b-2-b e visite guidate sul territorio.

ORARI venerdì 16.30 - 22.00; sabato e domenica 10.30-22.00

GUSTO IN SCENA NUMERI DA RECORDImportante successo per la quinta edizione di Gusto in Scena lo scorso marzo nella Scuola Grande San Giovanni Evangelista in Venezia, evento ideato e curato dal giornalista Marcello Coronini, sia per l'alto numero di visitatori, ben 3.400 di cui 70% operatori del setto-re, sia per la qualità degli espositori, 71 Aziende Vitivinicole e 30 Produttori di Gastronomia, sia per i contenuti della manifestazione, 21 Relatori di cui 19 Chef e 2 Nutrizioniste, e per gli eventi ad essa collegati, tra i quali il congresso di alta cucina con tema “cucinare con… cucinare senza… zucchero” e un workshop della Fondazione Italia-Cina. Di rilievo sono stati l’incontro con 50 chef dell'Ordine Internazionale dei Discepoli di Auguste Escoffier e la presenza attenta e partecipativa di oltre 200 studenti dell'ultimo anno delle Scuole Alberghiere, oltre a 15 Chef della Nazionale Italiana Cuochi. Ben 17 i buyers tede-schi e oltre 200 tra giornalisti, opinion leaders e bloggers. Di successo anche le visite al sito www.gustoinscena.it: 11.126 accessi di cui 6.298 visitatori diversi con 54.816 pagine visitate e 352.595 accessi alle diverse sezioni e pagine. A corollario, 23 tra grandi alberghi e ristoranti di Venezia hanno aderito a Fuori di Gusto, allestendo ben 69 cene in 4 giorni con 23 diversi menù, tutti “Gusto in Scena-style”. www.gustoinscena.it

Page 46: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 3

Se non si è fatta l’esperienza dal vivo si ri-

schia di non descrivere in tutte le sue sfu-

mature il fascino sottile di una delle regioni

più amate della Francia, quella dove nasce e da

cui prende il nome il più famoso vino del mondo.

Nel 2011 gli ettari coltivati a Champagne erano

33.564 di cui 22310 nella regione della Marne,

7.917 nell’Aube e 3.337 nell’Aisne e Seine et

Marne per una produzione complessiva di 386

milioni di bottiglie, una cifra da capogiro equiva-

lente a quasi 4 miliardi di flûtes di champagne

degustati nel mondo per un giro d’affari di 4, 4

miliardi di euro di cui la metà derivanti dall’espor-

tazione.

La regione Champagne non si compendia solo

nel suo spumeggiante simbolo, è molto di più. È

una terra ridente, verdissima, ritmata da un’inter-

minabile processione di vigneti che la fanno quasi

sembrare un immenso e ondulato giardino all’ita-

liana. Una terra ravvivata da città d’arte, sugge-

stivi borghi antichi, superbi castelli e belle ville e

case di campagna.

Ma, a parte le sue attrattive storiche e ambientali

e i tesori d’arte, la Champagne davanti al mondo

ha il grande merito di avere saputo carpire all’uva

quel miracolo di vino cui ha dato il nome. Un mi-

racolo propiziato dalla tenacia e dall’estro della

sua gente e che ha origine nel suolo stesso in cui

la vite affonda le sue radici. Perché questa ter-

ra non è lambita dalle brezze del Mediterraneo,

ma semmai dai venti del nord e sta più in alto di

Parigi verso est.

In Champagne i terreni sono grami, il clima ingra-

to con punte di freddo che scendono non di rado

sotto lo zero. Dedicarsi alla viticoltura in queste

condizioni richiede una forte dose di caparbietà,

quasi di eroismo, e un morale sempre saldo che

non si scoraggia davanti agli scherzi della mete-

orologia e alla severità dell’ambiente. Del resto,

Le Signore dello Champagne

Le protagoniste della storia e delle fortune del prezioso vino“ ”

di Giancarlo Roversi

44

Page 47: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 3 45

come amano ripetere i nativi, a rendere inimita-

bile il loro vino è proprio il grado di “tribolazione”

della vite. La quale ha un “alleato occulto” che

si cela a pochi centimetri dalla superficie: uno

strato gessoso che permette il facile drenaggio

dell’acqua, intiepidisce il suolo e cede i suoi sali

minerali all’uva e infine al vino. Il ciclo è completo,

il miracolo è compiuto: un miracolo che si chia-

ma Champagne, simbolo di raffinatezza, di art de

vivre e di gioia.

Un mito, alla cui consacrazione hanno contribuito

e contribuiscono da protagoniste molte donne,

alcune legate da un singolare destino, quello di

avere portato avanti con genialità e intraprenden-

za l’opera iniziata dai loro mariti prematuramente

scomparsi. Sono le “vedove dello Champagne”,

donne di notevole charme, ma anche di intenso

carisma e di forte personalità. I nomi di queste

grandi veuves suonano familiari a chiunque ab-

bia dimestichezza con le più prestigiose marche

champenoises: Cliquot-Ponsardin, Pommery,

Laurent-Perrier, Bollinger, Duval-Leroy, Monnier,

Lanaud, Devaux...

La vedova più celebre dello Champagne, la pio-

niera e il simbolo più vivo dell’intraprendenza

matriarcale di questa terra, è certamente Nicole-

Barbe Ponsardin, andata sposa a François-Marie

Cliquot. Dopo la morte del marito nel 1805 pren-

de in mano, a soli 28 anni, le redini dell’azienda,

che migliora con l’acquisto di vigneti “grand cru”,

portandola al trionfo sui mercati esteri, in partico-

lare nella Russia zarista. Si deve a lei l’invenzione

del remuage, una tappa cruciale nella storia dello

Champagne. Si spense a 89 anni rimpianta da

tutti, specie dai suoi operai anziani per i quali ave-

va creato una delle prime case di riposo.

Oggi il suo mito rivive nelle bottiglie di “Veuve

Cliquot Ponsardin” e nel celebre ritratto di Léon

Cogniet, che la raffigura nobilmente assisa su un

maestoso scranno intenta a guardare con aria

rassicurante i bevitori del suo vino squisito.

Un’altra dama gloriosa dello Champagne è

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Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 3

Jeanne Alexandrine Melin. Suo marito, Alexandre

Louis Pommery, scompare nel 1858 dopo 18

anni di matrimonio e dopo avere visto la nascita

di due figli, Louis e Louise.

Madame, anzi la veuve Pommery, di nobili origi-

ni, educata nei college di Parigi e dell’Inghilterra,

non si perde d’animo e nel volgere di qualche

decennio apre un negozio a Parigi, sul Boulevard

des Italiens, e crea uno dei Domaine più straordi-

nari della Champagne. Non solo per estensione

e qualità, ma anche per l’imponenza e la sugge-

stione delle cantine da lei create a 30 metri sot-

to il livello del suolo, recuperando, ampliando e

collegando l’antico complesso di cave (ben 120

!) scavate in età romana. Per accedervi fa costru-

ire un maestoso scalone di 116 gradini. E, da

donna colta e sensibile all’arte quale è, nel 1882

arricchisce le sale sotterranee con monumentali

bassorilievi dello scultore Navlet che danno un

senso di magnificenza all’insieme: un percorso di

18 km nel sottosuolo, fra migliaia di bottiglie (tra

cui alcune rarissime dell’800, prestigiose cuvée e

annate millesimate) e luci soffuse che producono

nei visitatori un’indimenticabile suggestione.

Nel 1878 a Reims apre i cancelli il nuovo gran-

dioso Domaine con gli edifici in stile elisabettiano,

visitabili dal pubblico, a testimonianza della voca-

zione universale della Maison.

“Ho voluto tutto questo - scrive madame Pommery

- come un libro aperto. Aperto sul mondo, aper-

to sul tempo. Lasciate il vostro segno come io

ho lasciato per sempre la mia impronta. Si abbia

il rispetto dovuto, come ho voluto che attestino

ogni giorno questi muri, al vino di champagne,

divenuto la nostra anima comune, la misura, oggi

e per sempre, della nostra arte”.

A farla entrare nella leggenda, assieme al suo me-

cenatismo e alla sua azione filantropica a favore

dei bambini disagiati, è la creazione nel 1874 del

primo “Brut” della storia dello Champagne, in pre-

cedenza piuttosto dolciastro e di alta gradazione:

il “Pommery Nature” che, con la sua gioiosa leg-

gerezza, segna lo stile e il successo della casa. E

che si riallaccia idealmente alla prestigiosa cuvée

del Pommery Louise, dedicato nel 1979 alla di-

namica figlia la figlia della grande vedova e con-

sistente in un assemblage di chardonnay (60%) e

pinot nero (40%).

Quello di Pommery è oggi uno dei più gran-

di e, certamente, il più bello dei vigneti della

Champagne: 300 ettari suddivisi tra sette villaggi

sui versanti della montagna di Reims, tutti classi-

ficati al 100%. Si tratta di una realtà eccezionale,

specie se si considera che sono solo 17 i villaggi

della regione ad avere ottenuto questa prestigio-

sa classificazione nella scala qualitativa.

Un’altra gloriosa vedova, un’altra palpitante sto-

ria: quella di Mathilde Émilie Perrier, che nel 1871

impalma Eugène Laurent, tragicamente scom-

parso sedici anni più tardi. Nelle sue mani la

Maison, nonostante le iniziali difficoltà finanziarie,

prende nuovo impulso, facendo un nuovo salto

di qualità dopo la prima guerra mondiale ed en-

trando a far parte del Gotha dello Champagne

a livello internazionale. A lei si deve la felice in-

tuizione di mettere sul mercato il primo vino di

Champagne senza zucchero, un antesignano del

“Brut Nature”. La presenza femminile alla guida

della celebre Maison prosegue oggi con le sorel-

le Stéphanie de Nonancourt e Alexandra Pereyre

de Nonancourt.

Il drappello di intrepide vedove che hanno inci-

so la storia dello Champagne comprende anche

Elisabeth Law de Lauriston-Boubersest, andata

46

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a cura della redazione di

a cura della redazione di

Consorzio per la Tutela dei Vini Valpolicella“iconema Valpolicella”

Microclima, vitigni autoctoni, tradizione produttiva, bellezze naturalistiche, sto-

ria, arte, cultura: c’è tutto questo dietro ai cinque vini della doc Valpolicella.

Dalla consapevolezza del valore di questo patrimonio nasce il progetto del

Consorzio Tutela Vini Valpolicella denominato “iconema Valpolicella”, che intende il pa-

esaggio non solo come terreno produttivo, ma come luogo emozionale che amplia il significato della

zonazione fino ad arrivare alla definizione dei paesaggi viticoli della Valpolicella. Si tratta di una visione

olistica che dà nuovo rilievo all’attività di promozione del territorio e all’impegno per l’etica della pro-

duzione adottati negli ultimi anni. Valpolicella, Valpolicella Superiore, Valpolicella Ripasso, Amarone,

Recioto: vini fratelli perché figli degli stessi vitigni, ma con caratteri diversi capaci di accompagnare il

consumo quotidiano ma anche quello più raffinato e da meditazione; vini che esprimono con il loro

iconema un’originalità unica nel panorama enologico internazionale; vini legati al territorio ma sem-

pre più d’esportazione. Il successo della doc Valpolicella all’estero è trainato dall’Amarone; il grande

rosso amato nel mondo per la sua potente eleganza rappresenta nei principali Paesi di consumo

(Germania, Svizzera, Nord Europea, Nord America) circa la metà dell’export. Seguono Valpolicella

Ripasso e Valpolicella Superiore, a ulteriore dimostrazione dell’alto posizionamento di mercato dei

vini della denominazione.

CONSORZIO PER LA TUTELA DEI VINI VALPOLICELLAVia Valpolicella, 57 37029 San Pietro in Cariano (VR)

Tel. 045.7703194 - Fax 045.7703167 - E-mail: [email protected]

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Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 348

sposa nel 1923 a Jacques Bollinger. Dopo la sua

morte, nel 1941, si dedica anima e corpo alla

produzione di Champagne, difendendone i siste-

mi tradizionali, garantiti dalla vinificazione in fusti

di rovere.

Fra le pioniere figurano i nomi di altre protago-

niste: madame veuve Monnier, madame veu-

ve Devaux a Epernay, madame veuve Lanaud

a Lavize, Victorine Mongardien a Ambonnay,

Camille Olry della casa Roederer...

A ripercorrere idealmente la loro strada, in una

moderna prospettiva produttiva e imprenditoria-

le, ma facendo tesoro dell’esperienza di chi le ha

precedute, sono oggi altre energiche donne dello

Champagne. Per fortuna senza più lo stigma del-

la vedovanza se si eccettua Carol Duval-Leroy,

la cui azienda opera fino dal 1859 nel cuore della

Côte des Blancs. Nel 1991 con la morte del ma-

rito assume il timone della casa vinicola, che è

oggi fra le 10 grandi marche champenoises, una

delle non molte a capitale interamente familiare. È

stata anche la prima a ricevere la certificazione di

qualità ISO9002. Fra le altre moderne eroine van-

no ricordate: Eveline Roques-Boizel, dal 1973 a

capo della Maison di famiglia, risalente al 1834 e

custode di bottiglie millesimate di grande pregio;

Elisabeth Volleraux, Béatrice Cointreau, esponen-

te di una famiglia di lunga tradizione vitivinicola e

ora presidente della Maison Gosset; Marie-Nöelle

Ledru con sede operativa a Ambonnay; Chantal

Lassalle di Chigny-les-Roses, Isabele Mathieu

a Avirey Lingey, Virginie Taittinger, impeccabile

ambasciatrice dello Champagne, che inizia a oc-

cuparsi della casa che porta il nome della famiglia

fin dal 1986; Caroline Krug, attiva in azienda fino

dal 1993 e col DNA del celebre Chanpagne nel

sangue; Séverine e Caroline Launois, dell’omo-

nima casa a conduzioine familiare di Mesnil-

sur-Oger; Micheline Tarlant di Oeuilly; Elisabeth

Chartogne di Merfy.

Questa in sintesi la storia, letta al femminile, del

re dei vini: una storia di sacrifici, coraggio e ca-

parbietà, ma anche di amore, di passione e di

glamour.

Non solo Champagne

La Champagne è una regione impreziosita da an-

tiche città d’arte, anzitutto Reims con l’imponente

Page 51: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

cattedrale gotica, per sei secoli sede dell’incorona-

zione dei Re di Francia (splendide vetrate dipinte

e magnifiche sculture fra cui l’Angelo sorridente),

il Palazzo arcivescovile del Tau e il suo prezio-

so museo, la Basilica di Saint-Remi del 1049, il

Museo di Belle Arti nell’ex abbazia di Saint-Denis

e una piccola “chicca”, la cappella dipinta nel

1959 dal pittore giapponese Lèonard Foujita. Poi

Troyes, col suo suggestivo centro storico costel-

lato di antiche case à colombages, ossia coi gra-

ticci di legno in bella vista, il Museo d’arte moder-

na e le sue grandi chiese arricchite da magnifiche

vetrate: Sainte Madeleine, S. Urban, capolavoro

dell’architettura gotica, e la cattedrale dei santi

Pietro e Paolo.

Senza dimenticare Epernay, con le sue belle case

di art deco e le sue celebri cave.

Infine, sconfinando nella vicina regione delle

Ardenne, verdissima, con campagne bucoliche,

tappe d’obbligo sono: il grandioso Forte di Sedan,

il più grande d’Europa, con una superficie di 35

mila mq su sette livelli, la cittadina di Charleville,

fondata dai Gonzaga di Mantova, suoi feudatari,

con una magnifica piazza seicentesca a portici

simile a quella dei Vosges di Parigi, e alcuni no-

tevoli musei.

Da non perdere la visita alla vicina Mézières e al

suo duomo gotico illeggiadrito da splendide ve-

trate policrome moderne di René Dürrbach.

Insomma la Champagne non è solo..

Champagne!

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Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 3

Prima del 1970 (anno della DOC Taurasi)

la viticoltura irpina era legata ai pochi bla-

sonati nomi dei grandi vini italiani, perché

accennare a del Sangiovese o del Montepulciano

– seppure non ve ne fosse - bastava a vende-

re. E Taurasi era solo un paesino, non più me-

more dei fasti che l’hanno visto protagonista

di importanti parentesi storiche, come quella

dell’antica Taurasia distrutta dai Romani. Tranne

pochi illuminati, come le famiglie di produttori

Mastroberardino e Struzziero, fino agli anni dello

scandalo del metanolo gli autoctoni restarono un

patrimonio quasi sconosciuto.

In una lunga metamorfosi che ha coinvolto pro-

duttori e consumatori la viticoltura irpina ha con-

quistato lo spazio che meritava, dimostrando di

essere all�avanguardia. Conquistata la DOCG

nel 1993, Taurasi è stata l�unica denominazione

di origine controllata e garantita di tutto il centro

sud fino al 2003.

Alla base di tutto l�Aglianico, richiesto dal discipli-

nare con un minimo dell�85%. Celebrato, ama-

to quanto odiato e dibattuto, le sue potenzialità

sono ormai delle certezze. Si tratta di una delle

massime espressioni della viticoltura italiana, an-

che se ha un nome impronunciabile all�estero.

Ma lo si riconosce per caratteristiche audaci, per

Il Taurasi, orgoglio del sud dell’Italia

Un vitigno che non guarda al breve periodo,ma che gioca benissimo sul lungo.

Si tratta di un vero fuoriclasse, affermazione su cui convergono ampiamente tecnici e giornalisti di settore.

“”

di antonella Petitti

50

Page 53: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

un�acidità da tenere a bada ed una struttura invi-

diabile. Un vitigno che non guarda al breve perio-

do, ma che gioca benissimo sul lungo. Si tratta di

un vero fuoriclasse, affermazione su cui conver-

gono ampiamente tecnici e giornalisti di settore.

Il nome

Il piccolo comune di Taurasi ha dato il nome alla

DOCG non perché fosse la zona più fortemente

vocata, ma per la presenza della sua storica ferro-

via, denominata addirittura la �ferrovia del vino�.

E� da lì che partivano grandi quantità di vino che

andavano a rinforzare le file dei vini francesi (in

particolare giungevano a Bordeaux), toscani e

piemontesi. Accadde soprattutto negli anni che

andarono dal concludersi dell’Ottocento ai primi

anni Venti, a quei tempi la fillossera aveva distrut-

to buona parte dell’Europa vitivinicola, mentre in

Irpinia arrivò soltanto negli anni Cinquanta.

Il territorio

Sono 17 i comuni della DOCG, che rappresenta-

no in pieno la Valle del Calore. Si tratta di Taurasi,

Bonito, Castelfranci, Castelvetere sul Calore,

Fontanarosa, Lapio, Luogosano, Mirabella Eclano,

Montefalcione, Montemarano, Montemiletto,

Paternopoli, Pietradefusi, Sant’Angelo all’Esca,

San Mango sul Calore, Torre le Nocelle e

Venticano. Senza far torto a nessuno, possiamo

affermare che è Montemarano la zona più inte-

ressante, con altitudini che vanno dai 400 ai 700

metri s. l. m.

Ancora oggi in questo areale si ritrovano suoli

di origine vulcanica e molto sabbiosi in cui la fil-

lossera non si propagò mai, ciò permise a molte

piante di Aglianico di continuare a vivere, por-

tando sino a noi meravigliosi esempi centenari.

Sono stati ritrovati ceppi che addirittura supera-

no i duecento anni. In Campania sono diversi gli

esempi di piccole aree salve da questo parassita,

che continuano a testimoniare una tradizione an-

tica, vegliando sul territorio.

Sistema di allevamento

Oggi i vigneti sono allevati sostanzialmente a

spalliera, con potature a cordone speronato e a

Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 3 51

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Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 3

guyot, ma in passato nella zona (è possibile riu-

scire a vederne ancora qualche testimonianza) vi

erano le “alberate taurasine”, risalenti alla scuo-

la etrusca. Viti che utilizzano alberi come tutori,

in questo caso si tratta quasi esclusivamente di

olmi. Modalità che permettevano colture con-

temporanee, oltre alle viti si coltivavano ortaggi

e a volte anche grano, sullo stesso fazzoletto di

terra. Tra i comuni in cui è possibile trovarne in

maggior numero vi è senz�altro Fontanarosa. Ma

è doveroso citare la modalità antica più diffusa

di allevamento della vite: lo �starsete�(o metodo

avellinese). Plinio il Vecchio definì queste vigne �a

compluvium�. Si tratta di vigne sorrette se non

da alberi, da pali bassi, come a formare una sor-

ta di stanza aperta verso il cielo. Un modo per

ottenere grande produttività, ma anche per assi-

curarsi coltivazioni promiscue.

Curiosità

Un periodo di invecchiamento obbligatorio di tre

anni (di cui almeno uno in botti di legno) per il

Taurasi “classico”. Un ulteriore anno di invecchia-

mento (di cui almeno 18 mesi in botti di legno) per

la tipologia “riserva”. Grazie ad un appassionato

gruppo di lavoro che si è stretto attorno ad una

serie di appuntamenti rivolti agli addetti ai lavori,

sotto il nome di �Taurasi Vendemmia�, una lunga

sessione tecnica ha acceso di recente i riflettori

sulle ultime 10 annate. Con un punteggio in ven-

tesimi, le annate che superano i 15/20 a partire

dal 1999 sono: il 1999, il 2001, il 2004, il 2005,

il 2007 ed il 2008. Il punteggio superiore va alla

2004 ed alla 2008, la prima risulta austera e da

lungo invecchiamento, la seconda armonica e di-

namica, con un grande potenziale evolutivo.

La vendemmia 2009 – invece - quantitativamente

ha registrato un segno positivo, seppure diminu-

iscono le produzioni destinate al Taurasi. Come

d’abitudine sono le ultime uve ad essere raccolte

in Campania, ed in media il risultato sembra po-

ter fare grandi promesse.

A segnare lo sviluppo vitivinicolo ed enologico

della zona è stato un uomo di grande cultura che,

nel 1879, ebbe la lungimiranza di dar vita all’Isti-

tuto Agrario di Avellino ad indirizzo Enologico.

Una scelta, quella di Francesco De Sanctis, che

ha permesso all’imponente patrimonio ampelo-

grafico di restare pressocchè intatto.

Ancora oggi l’Istituto forma agronomi ed enolo-

gi, i quali continuano a contribuire alla crescita

di uno dei territori più importanti per la viticoltu-

ra campana e italiana. In origine venne denomi-

nata �Regia Scuola di Viticoltura & Enologia di

Avellino”, l’artefice della diffusione di numerose

osservazioni scientifiche sul vino Taurasi.

52

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Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 3 53

Nei bellissimi ambienti dell’UNA Hotel

Versilia di Lido di Camaiore, in provincia

di Lucca si è svolta la manifestazione

Terre di Toscana, la vetrina più importante per

i vini Toscani. È stato presentato il meglio della

Toscana, le grandi e storiche aziende, le nuove

emergenti, le piccole famigliari, vini imperdibili,

vini da ritrovare, vini da scoprire. Tutti testimoni

di una vitivinicoltura ai vertici, quanto di meglio

sia oggi in grado di esprimere questa regione,

in rappresentanza di tutti i distretti che contano,

quelli storici e quelli inediti. È stata un’occasione

imperdibile per gli appassionati e per gli opera-

tori che ormai da anni scelgono questo appun-

tamento per avere un primo quadro sulle nuove

annate in commercio, in anteprima su Vinitaly. La

Fisar oltre a partecipare a questa manifestazio-

ne come servizio sommelier ha voluto organiz-

zare il 1° concorso fotografico: “Il mondo vinoin

bianco e nero”. Abbiamo incontrato Fernando

Pardini, giornalista enogastronomico e direttore

responsabile de L’AcquaBuona, la testata online

organizzatrice di Terre di Toscana, e gli abbiamo

rivolto alcune domande:

Come è nata l’idea di questa manifestazione

in Versilia?

Terre di Toscana nasce nel 2007 inserendosi

nell’ambito di un ciclo di eventi che abbiamo chia-

mato Orizzonti e Vertici, ideato a partire dal 2003.

Terre di Toscana

La vetrina più importante per i vini Toscanisi è svolta in Versilia: TERRE DI TOSCANA.

La Fisar in collaborazione per presentare le migliori eccellenze e organizza il concorso fotografico: “Il mondo vino in bianco e nero”.

“”

di luca iacopini

Direttore Fernando Pardini

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Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 354

Quel ciclo è nato con due o tre punti fermi a ri-

ferimento: proporre un tema enologico differente

ogni volta, contare sulla presenza diretta dei pro-

duttori, avere come teatro di rappresentazione

la Versilia, storica terra d’accoglienza, rivolgersi

sempre e comunque a un pubblico di appassio-

nati ed operatori. Terre di Toscana nacque con

l’intento di offrire uno spaccato variegato di ciò

che bolle in pentola nella vitivinicoltura d’autore di

quella regione. La prepotente affermazione della

prima edizione, con le insistenze “minacciose”

dei produttori stessi, ci hanno forzato a rompere

con la tradizione di Orizzonti e Vertici e a ripro-

porre nuovamente Terre di Toscana, prima con

cadenza biennale e poi con cadenza annuale.

Siamo arrivati alla 6° edizione di questa ma-

nifestazione: quali sono gli elementi di que-

sto successo?

Noi sosteniamo che TdT ha un solo segreto: la

straordinaria qualità del parterre. Riteniamo sia

davvero cosa rara poter incontrare nel medesi-

mo luogo e nella medesima circostanza un nu-

mero così nutrito e qualificato di vignaioli toscani.

Molti di essi non frequentano neanche più fiere

di settore più radicate e blasonate della nostra

per essere solo lì. Insieme al parterre una location

adeguata, bella, affascinante, logisticamente fa-

cile da fruire. Il traguardo dei quasi 3000 visitatori

dell’ultima edizione, di cui quasi la metà operatori

professionali, ci dicono che la strada è segnata,

che l’evento è stato capace di diventare adulto e

di fidelizzare un numero sempre crescente di visi-

tatori, visitatori che provengono oramai da molte

regioni italiane e anche dall’estero.

Come sta il vino Toscano oggi?

Mai stata più felice la combinazione fra qualità

tecnica e caratterizzazione organolettica nei vini.

Davvero un bel vedere, con un rintuzzamento

significativo dei cliché stilistici che avevano im-

perato e omologato la produzione toscana degli

anni ‘90, un provvidenziale ritorno al concetto di

naturalezza espressiva e bevibilità, di snellezza

ed equilibrio. Questo in via tendenziale, con le

ovvie e immancabili eccezioni. Dal punto di vista

commerciale ci sono molte differenze da zona a

zona. Anche se la tendenza delle denominazio-

ni più blasonate è quella di orientarsi soprattutto

all’estero e ,di recente , verso i mercati nuovi che

si stanno aprendo sia ad est che ad ovest. Inutile

negare che anche nel mercato dell’agroalimenta-

re la contingenza poco felice che sta attraversan-

do il nostro paese si fa sentire.

Per Lei è meglio berlo o descriverlo un vino?

Da scribacchino trovo insopprimibile l’esigenza

di raccontare una esperienza. Che nel mio caso

in fondo significa parlar di sé stessi, di come ti

senti in quel momento, intimo per definizione, in

cui ti immedesimi con il bicchiere che hai davanti.

Il fine ultimo di ogni buona bottiglia di vino è la

tavola, il connubio con i cibi. Per la nostra cultura

questo è. Vino e condivisione, vino e convivialità,

vino e piacere ludico e pagano sono insostituibili

binomi di gioia condivisa. Vino è inno alla vita, e

andrebbe sempre celebrato, indipendentemente

dal tasso di complessità o ambizione di quel bic-

chiere o di quell’altro. Bere vini che ti piacciono

regala un senso di appagamento difficilmente ri-

scontrabile in altri campi.

Quale il vino ideale per un

giornalista-degustatore esperto?

Non ho un vino ideale. Mi nutro di curiosità. La

nostalgia dei bei vini assaggiati, condivisi e che

non ho più, mi inquieta e mi fa struggere.

Ma muove la penna come nessun’altra cosa al

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Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 3 55

mondo. Così come mi fa muovere la penna il vino

inatteso, magari senza griffe, quello che scarta di

lato, fiero delle sue debolezze, sincero nella sua

espressività, via dalla pazza folla. Il vino che non

urla, ma che ti racconta in silenzio una storia che

ti segna. Struggente e vera come un diario par-

tigiano.

Nelle due giornate abbiamo degustato tanti bei

vini, molte belle scoperte, abbiamo voluto ripor-

tate alcune nostre sensazioni, in particolare:

Chianti Classico Riserva 2008

Castell’in Villa - Castelnuovo Berardenga (SI)

100% Sangiovese. Colore, rosso rubino con un

unghia aranciata. Al naso complesso, elegante,

frutto rosso, sottobosco, note speziate, elegante,

franco. Al palato molto fine, elegante, un corpo

strutturato con sentori di frutta evoluta ma con-

trastata da una ottima acidità e mineralità. Siamo

all’apice del sangiovese, grande bevibilità grazie

alla sua freschezza, con tannini terrosi, eleganti

che esplodono in bocca, lungo, eccellente.

Caberlot 2009

Podere Il Carnaciale - Montevarchi (AR)

Caberlot 100%. Il vitigno Caberlot è stato sco-

perto negli anni ’60 da una selezione massale

fatta sui colli Eugani. È un incrocio spontaneo

che combina le caratteristiche del cabernet e del

merlot. Coltivato esclusivamente qui e prodotto

solo in magnum. Colore rosso molto carico, im-

penetrabile. Al naso una ciliegia matura ma pre-

domina la speziatura con un evidente sentore di

pepe bianco e tabacco. Al palato asciutto, pieno,

di corpo, gradevolmente alcolico. Ritornano ama-

rene, spezie con note vanigliate. Finale lungo.

A Sirio 2008

San Gervasio, Palaia (PI)

Sangiovese 95% e Cabernet Sauvignon 5%. Il

nome dedicato al nonno fondatore dell’azienda.

Rosso rubino carico. Al naso predomina frutti

come la mora e la prugna con leggere note spe-

ziate di pepe verde. In bocca si conferma una

prugna matura e sentori minerali con tannini dol-

ci. Buona bevibilità con una nota più fresca dei

“cugini” del chianti classico grazie al microclima

più fresco delle colline pisane. In questa parte di

toscana il terreno è più sabbioso e calcareo, e

riesce a dare una bevibilità meno impegnativa;

strutturato ma non troppo con una equilibrata

mineralità.

Bolgheri Sassicaia 2009

Tenuta San Guido, Bolgheri (LI)

Cabernet Sauvignon 85% e Cabernet Franc 15%.

È sicuramente il brand dei vini italiani all’estero.

Colore rubino intenso e vivo, di buona concen-

trazione. Al naso approccio olfattivo interessante

con sentori di frutta come ribes rosso, tabacco,

cacao, liquirizia e note balsamiche, con note di

graffite in sottofondo. Al palato si conferma una

confettura di prugna e frutti di bosco, con note

speziate e balsamiche con punte predominanti di

pepe nero. Un corpo avvolgente che lo conduce

ad un finale anche sottile ma estremamente lun-

go. Il tannino è dolce e morbido grande massa

estrattiva, pieno e solido.

Nobile Montepulciano Riserva 2007

Contucci - Montepulciano (SI)

Prugnolo gentile 65%, Canaiolo nero e Colorino

35%. Rosso rubino tendente al granato. Al naso

evidenti sentori di mammola e prugna con fina-

le moderatamente speziato e leggere note di

tabacco. Al palato di corpo si percepiscono in

modo evidente sentori alcolici, è come masticare

delle more mature con una buona densità tanni-

ca, setosi e importante, persistente.

Brunello di Montalcino 2007

Poggio di Sotto - Montalcino (SI)

100% Sangovese Grosso. Colore rosso rubino,

tendente all’aranciato, il vero colore di un san-

giovese in fase di evoluzione. Amplio spettro di

profumi, pieno. I primi sono frutti rossi, visto la

giovinezza del vino, subito dopo sentiamo more,

sottobosco, spezie, cuoio. Scivola in bocca

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Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 356

elegante con tannini fini, setosi e lunghi. Dopo

alcuni attimi esplode con tutta la sua potenza, un

sangiovese fine, una buona acidità, note floreali

minerali, tabacco, cuoio, persistente, veramente

armonico in tutta la sua complessità. È prodotto

dal 1991 e oggi si dimostra di essere un leder.

Piropo 2009

Castello Potentino - Seggiano (GR)

Pinot Nero 100%. Il termine “Piropo” è un tipo

raro di granato, con tonalità porpora che veni-

va usato dagli scrittori rinascimentali come una

metafora per il vino toscano. Ha un colore tenue

leggermente scarico ma brillante. Un bouquet in-

trigante, viene fuori dopo alcuni attimi, è un vino

che si fa attendere, ma dopo ci riappaga. Intenso

molto schietto e di classe. È molto complesso

con odori frutta di bosco nera ma predominano

spezie, mineralità, freschezza. Al palato si confer-

mano tutti questi aromi oltre a elegante sottobo-

sco bagnato, un grande vino, soprattutto grande

finezza e elegante. Non pensavamo mai di trova-

re un pinot così elegante in toscana.

Vermentino Nero 2011

Terenzuola - Fosdinovo (MS)

Vermentino Nero per l’85% e altri vitigni racco-

mandati e autorizzati per la restante parte. Colore

rosso carico, vivo e brillante. Al naso sentori di

freschi di ribes. more nere e mirtillo. In bocca

si confermano frutti rossi intensi come ciliegie

e prugne con una buona mineralità finale, con

un corpo medio di buona bevibilità e fresco. È

un vitigno autoctono che trova casa solo tra la

Toscana e la ligura, rende i vino freschi, con una

bevibilità molto interessante.

Chianti Classico Bandini 2011

Villa Pomona, Castellina in Chianti (SI)

Sangiovese 95% e Colorino 5%. Rosso porpo-

ra chiaro. Prevalgono sentori floreali mammola,

successivamente si sviluppano piccoli frutti rossi

maturi insieme a sentori di mineralità, pietra fo-

caia. Al palato si confermano frutti la mora con

sentori floreali di violetta fragrante e dinamico.

Buon equilibrio tra i tannini, acidità e alcolicità

(non meno di 14,5°), buona bevibilità.

La Ricolma 2010

San Giusto a Rentennano - Gaiole in Chianti (SI)

Merlot 100%. Colore rubino carico, sembra una

spremuta di mora impenetrabile. Al naso intenso,

un’esplosione di frutta e fiori con note di mora,

amarena, prugna, viola e speziato. La Vaniglia

della barrique di affinamento dolce e delicata,

assolutamente non invasiva. In bocca grande

esplosione di confettura di more, prugne, mirtilli

neri. Al palato morbido si distribuisce in bocca in

modo elastico, equilibrato con un buona acidità

sapidità controllata con una persistenza intermi-

nabile. Equilibrato ed armonico il complesso.

Bolgheri rosso superiore Arnione 2008

Campo alla Sughera - Bolgheri (LI)

Cabernet Franc 50%, Cabernet Sauvignon 20%,

Merlot 20% e Petit verdot 10%. Il nome Arnione

deriva da un termine tecnico che indica le sfere di

alabastro che si trovano naturalmente nel terre-

no. Rosso rubino intenso, con riflessi tendenti al

granato. Al naso amplio, predominano frutti neri

maturi come mora, prugna e amarena, nel finale

sentori di spezie dolci, ampio, di buona comples-

sità. Al palato pieno ed armonico, di grande mor-

bidezza, si conferma la confettura di more con

sentori mentolati, tannini molto morbidi, dal finale

persistente.

Chianti Classico Riserva Cinquantenario 2008

Castello Monsanto - Barberino Val d’Elsa (FI)

Sangiovese 90%, Colorino e Canaiolo 10%. È

stato il primo chianti cru prodotto dal 1962 que-

sto è il vino celebrativo del 50°. Rosso rubino

tenue, al naso lampone, sentori di macchia, mu-

schio, corbezzoli, ginestra, minerale.

Al palato balsamico grande freschezza, con un

corpo strutturato, molto elegante e fine.

Page 59: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 3 57

Dopo alcuni secondi esplode in bocca in modo

pregevole con un bellissimo tannino setoso. Vino

fine e lungo che lascia un bellissimo retrogusto

elegante, armonico. Il finale è un insieme di sen-

tori di piante verdi mediterranee.

Pergole Torte 2010

Montevertine, Radda in Chianti (SI)

Sangiovese 100%. Rosso rubino violaceo brillan-

te. Al naso rosa, violetta e mammola, ciliegia, con

note fresche, poi escono note salmastre, tabac-

co e terra, elegante. Al palato frutti rossi giovani

come ciliegia e cassis e mora, con ritorni sapiti e

balsamici come mentolo, buona bevilità con una

lunga persistenza carnoso e denso con tannini

setosi e una bell’acidità, un vino giovane ma già

complesso con un finale lungo. Vero vino tradi-

zionale.

Vigna D’Alceo 2009

Castello dei Rampolla - Greve in Chianti (SI)

Cabernet Sauvignon 85% e Petit Vedot 15%.

Colore rosso porpora carico vivo. Al naso frut-

to rosso giovane, dal colore ci aspettavamo più

intenso, però schietto e sottile. Al palato frutti

maturi di amarena, note di cuoio e di cioccolato.

Vino caldo, rotondo di corpo, elegante, equilibra-

to dalla mineralità (data dal terreno calcareo di

natura galestrosa) franco, fresco e persistente.

Armonico e raffinato.

Flaccianello della Pieve 2009

Fontodi, Panzano in Chianti (SI)

Sangiovese 100%. Il nome prende origine dalla

millenaria pieve San Leolinino a Flacciano. Rosso

rubino intenso di grande concentrazione. Naso

aromatico amplio boquet, avvolgente che ricorda

ciliegia matura, la prugna, la mora di bosco, spe-

ziato, nel contempo fresco, floreale iris e mam-

mola. Successivamente si sviluppano profumi

terziari come note tostate, minerali e di ciocco-

lato. In bocca un enorme ricchezza di sapori di

frutta matura con tannini morbidi, contrapposta

ad un elegante sapidità. Un equilibrio quasi per-

fetto, tra corpo e mineralità. È Lunga la persisten-

za gusto olfattiva, percorsa da sensazioni calde.

Il Templare 2008

Montenidoli - San Gimignano (SI)

70% Vernaccia, 20% Trebbiano e 10% Malvasia

bianca. Il vino dei guerrieri monaci del medioe-

vo che veniva bevuto secondo necessità per

cacciare il freddo. Colore giallo carico brillante,

tendente al dorato, trasparente. Al naso inten-

so, sentori di frutta matura, mandorle, tostatura,

canditi e note di vaniglia. Al palato vino di corpo,

grasso si confermano sentori di mandorla, frutta

secca, agrumi, resina, grande corpo con eccel-

lente sapidità e mineralità, equilibrato, armonico.

È un vino persistente con un bel retrogusto ama-

rognolo tipico per questo vitigno.

Fortuni 2008

Podere Fortuna - San Piero a Sieve (FI)

Pinot 100%. Colore porpora. Al naso inizialmen-

te un po’ nascosto ma dopo alcuni secondi si

aprono con ricchi di profumi anche terziari profu-

mi di sottobosco, pelle “bagnata” e frutto rosso,

un bouquet di straordinaria finezza, eleganza più

che possenza. Al palato note minerali con una

buona acidità. Al palato fresco scivola per aprirsi

dopo alcuni attimi confermando da frutto di sot-

tobosco con buona mineralità. Un tannino pro-

nunciato che ci fa pensare che fra qualche anno

sarà un grande vino.

Chianti Classico Riserva Baron’Ugo 2009

Monterapponi - Radda in Chianti (SI)

90% sangiovese, 8% canaiolo e 2% colorino.

Colore rosso mattone carico tendente al granato.

Al naso una netta e piacevole speziatura ha ac-

compagnato un fruttato di ciliegie e mirtillo nero,

di frutta di bosco e confettura, con una nota

minerale di fondo. Al palato frutto maturo come

la marasca, ampio e caldo, ha riempito subito il

palato con tannini morbidi ed una bell’acidità a

Page 60: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 358

stimolare la salivazione. È balsamico, ricco, dol-

cemente mentoso speziato di lunga persistenza.

Carmignano Terre a Mano 2009

Terre a Mano

Fattoria Bacchereto, Carmignano (PO)

Sangiovese 80%, Cabernet 10% e Canaiolo

10%. Colore rosso pieno. Naso frutta surmatura

come ciliegia, e frutti rossi di bosco quasi sotto-

spirito si apre con grande scadenza a molteplici

note speziate e tabacco dolce, complesso.

Al palato frutta matura con note di pepe, chio-

do di garofano: buona acidità a contrapporre un

vino di corpo. Sul finale vengono fuori note di

cuoio, con un gradevole retrogusto di rabarba-

ro dai tocchi leggermente balsamici, un tannino

vigoroso e al contempo docile e vellutato. Finale

lungo e piacevole

Palistorti di Valgiano rosso 2010

Tenuta Valgiano - Valgiano (LU)

Sangiovese 70% Marlot, Syrah e altri 30%. Colore

rosso rubino carico.

Al naso un sentore di frutti come more e prugne,

intenso, vivo. Al palato si confermano i frutti ma

si aggiungano anche mirtilli neri di bosco freschi

che ci indicano la giovinezza di questo vino; sa-

pido buona bevibilità ben bilanciato con tannini

fini, equilibrato.

Paleo Rosso 2009

Le Macchiole - Bolgheri (LI)

Cabernet Franc 100%. Colore pieno rosso rubi-

no. Ampio bouquet, note fruttate di ciliegia matu-

ra, lampone, mandorla, china con sentori alcolici.

Al palato toni vegetali con tannini fitti e morbidi

con note balsamiche, foglie di pomodoro, con

una buona sapidità e una intensa alcolicità, per-

sistente, interminabile. Vino di corpo che predo-

mina le sostanze morbide ma con una grande

beva ora e sicuramente anche fra alcuni anni,

equilibrato.

Cepparello 2009

Isole e Olena - Barberino Vald’Elsa (FI)

Colore rosso rubino brillante carico. Al naso rosa

canina, note di marmellata di ciliegia rossa, ra-

barbaro con finale floreale. Al palato confettura di

frutti come la mora e la prugna, pieno, equilibra-

to da una buona mineralità e freschezza, tannini

dolci e eleganti. È un vino armonico crediamo

che sia una fra le maggiore espressione del san-

giovese perché i tannini duri di questo vitigno qui

sono aggraziati in un modo unico.

Bolgheri Rosso Superiore,

Campo al Fico 2009

I Luoghi - Bolgheri (LI)

Cabernet Franc 80% e Cabernet Sauvignon 20%.

Colore rosso rubino carico brillante poco traspa-

rente. Al naso schietto, fine con sentori di piccoli

frutti rossi maturi, con sentori di liquirizia, tosta-

tura e mineralità. Al palato frutto maturo ottima

freschezza, sapido, note mentolate, balsamiche

e speziate, come pepe nero e liquirizia. Armonico

con un bellissimo ed elegante retrogusto.

Castello del Terriccio 2009

Castello del Terriccio - Castellina Marittima (PI)

Vitigni: Syrah 50%, Petit-Verdot 25% e 25% al-

tre uve rosse. Colore rosso rubino carico brillante

impenetrabile.

Al naso sentori fruttate mature di ribes, evidenti

note balsamiche, in modo particolare di eucalip-

tus, e speziate. Al palato si confermato le note

mentolate, rotondo, morbido, pieno, maturo, non

molto franco di grande estratto. Predominano le

parti morbide, ma buona bevilità.

Nocio dei Boscarelli 2008

Boscarelli - Montepulciano (SI)

Sangiovese 100%. Il cru dell’azienda prende il

nome dal vigneto storico. Colore rosso rubino

intenso con riflessi granati.

Al naso mirtillo e prugna di media maturazione,

Page 61: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 3 59

sentori terziari come liquirizia, chiodo di garofa-

no, mallo di noce.

Al palato elegante note di frutta matura che ci

accompagnano per molti secondi, ampio, fresco

e minerale con una finezza finale molto precisa

e seducente particolare per questo territorio che

normalmente concede ai sangiovesi più corpo e

meno eleganza.

Veramente armonico e persistente.

Sangioveto 2009

Badia a Coltibuono - Gaiole in Chianti (SI)

Sangiovese 100%. Colore rosso rubino brillante

con unghia violacea. Al naso mammola e violetta

con frutti rossi molto giovani. Bocca carico ma un

evidente nota di freschezza, ricorda mora rossa

di bosco e ribes, un buon corpo, tannini giovani

morbidi, buona bevibilità derivata dalla sua acidi-

tà, persistente.

Page 62: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 3

Vini di montagna, vini eroici quelli della

Valtellina, la regione vinicola più a nord

della Lombardia. Da secoli è terra di viti

e di vino. Sulla sponda destra del fiume Adda,

quella più esposta al sole, per una quarantina di

chilometri si susseguono, incuneati tra le rocce, i

vigneti terrazzati dove matura l’uva che ha rappre-

sentato e rappresenta ancora oggi una delle risor-

se più significative dell’economia agricola locale.

La passione e la fatica di intere generazioni di

uomini hanno permesso la coltivazione su que-

ste pendici scoscese di un vitigno nobile come

il Nebbiolo, chiamato localmente Chiavennasca

(varietà secondarie: Pignola, Rossola, Brugnola).

In passato grandi poeti come Carducci e persino

il sommo Leonardo Da Vinci sono rimasti affasci-

nati da questi luoghi aspri ma capaci di dare vita

a vini potenti.

La Denominazione Valtellina è l’unica ad aver

ottenuto due Docg coincidenti sia per viti-

gno che per territorio: Sforzato di Valtellina

Docg e Valtellina Superiore Docg (con le sot-

tozone Maroggia, Sassella, Grumello, Inferno e

Valgella). A questi vini si aggiungono il Rosso di

Valtellina Doc e l’Igt Terrazze Retiche di Sondrio.

Il tratto da Ardenno a Tirano, con Sondrio al

centro, gode di un irraggiamento particolare. I

filari, perfettamente allineati in balzi scoscesi e in

fazzoletti di terra riportata, sostenuti da muret-

ti a secco, esaltano l’ambiente. I terrazzamenti

sono uno spettacolo e al tempo stesso costitui-

scono una tutela per il territorio. La vite prospe-

ra grazie alle particolari condizioni ambientali e

alla fatica e passione di generazioni di vignaioli

Valtellina, la più estesa viticoltura verticale d’Italia

La Denominazione Valtellina è l’unica ad aver ottenuto due Docg coincidenti sia per vitigno che per territorio.“ ”

di Roberto Vitali

60

Vigneti in Valtellina

Page 63: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 3 61

che, modificando il paesaggio agrario, hanno

creato la più estesa viticoltura verticale d’Italia.

VALTELLINA SUPERIORE DOCG

(Superficie iscritta all’albo vigneti 613 ettari)

Fa riferimento ad un’area estesa da Berbenno a

Tirano con una produzione massima di 8 tonnel-

late/ettaro. L’affinamento minimo è di 24 mesi, di

cui almeno 12 in botti di rovere. Il grado alcolico

minimo al consumo è del 12%. Da disciplinare,

percentuale degli uvaggi: 90% Nebbiolo, 10% altri

vitigni raccomandati ed autorizzati, non aromati-

ci. Resa da uva fresca a vino finito70%. Può ave-

re anche le denominazioni di cinque Sottozone:

SASSELLA

Ottenuto per vinificazione di almeno il 90% di uve

Nebbiolo e, massimo, il 10% di altri vitigni quali:

Brugnola, Rossola, Pignola. E’ prodotto con uve

della zona (estensione vitata di 130 ettari) fra il

Comune di Castione e il territorio ovest di Sondrio;

un’area impervia e soleggiata, che compren-

de la rupe del santuario mariano della Sassella.

Il vino è color rosso rubino tendente al grana-

ta con profumo intenso che si esalta con l’in-

vecchiamento. Armonico e secco al gusto,

leggermente tannico, viene affinato per alme-

no 24 mesi e con gradazione alcolica minima

del 12%. Raggiunge un’ottima maturità dopo

un invecchiamento di quattro, cinque anni e,

se mantenuto in buone condizioni di cantina,

si può conservare in bottiglia per lungo tem-

po. Si abbina particolarmente con piatti a base

di carni rosse, selvaggina, formaggi e salumi.

GRUMELLO

Viene prodotto nel versante a nord-est di

Sondrio (con un’estensione vitata di 78 etta-

ri) e prende il nome dal castello che domina la

vallata (fortezza del XIII secolo). Colore rosso

rubino tendente al granata. Caratteristiche ol-

fattive: profumo sottile ed intenso (la Brugnola

conferisce una sfumatura che ricorda la man-

dorla); caratteristiche organolettiche: asciutto

e vellutato. Il Grumello, ricco di fragranze, è più

sapido se ottenuto dalle uve della ben delimi-

tata area detta dei “Dossi Salati”. Classico ros-

so per piatti saporiti, in particolare risotti, po-

lenta taragna, sciatt, brasati e formaggi locali.

INFERNO

La sottozona, con nome tanto singolare

quanto affascinante, fa riferimento a picco-

li terrazzamenti vitati situati fra Poggiridenti e

Tresivio, in anfratti rocciosi e non facili da rag-

giungere, porzioni di versante dove in estate

le temperature sono particolarmente elevate.

L’Inferno è la più piccola delle sottodenomi-

nazioni, si colloca ad est del Grumello ed ha

un’estensione vitata di 55 ettari. Le uve del-

la zona dell’Inferno danno un vino di carattere,

adatto al lungo invecchiamento, di color rosso

rubino tendente al granata. Con l’affinamento

acquisisce particolari fragranze e si ammorbi-

disce. Il suo sapore è asciutto, armonico, leg-

germente tannico. E’ ritenuto il più austero fra

i Valtellina Superiore. Si abbina a carni rosse

arrostite, a selvaggina e formaggi stagionati.

VALGELLA

È la più vasta fra le sottozone del “Superiore” (con

un’estensione vitata di 137 ettari in zona Teglio).

In passato questo rosso veniva in gran parte de-

stinato all’esportazione nella vicina Svizzera. Il suo

Valtellina

Page 64: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

nome deriva dal latino Vallicula, ossia vallicella.

Inizialmente si differenzia dalle altre sottodenomi-

nazioni, pur mostrando un carattere ben deciso,

per una certa morbidezza che comunque ne as-

sicura un’identica tenuta per l’invecchiamento.

Delicato all’olfatto, ha sapore secco, armonico e

rotondo. Fresche sensazioni floreali lo rendono

apprezzabile anche giovane. Ben si abbina ai piatti

di carni rosse, formaggi stagionati e viene soprat-

tutto proposto con le specialità gastronomiche

della valle: pizzoccheri, breasola, violino di capra.

MAROGGIA

La località Maroggia rientra nel territorio del

Comune di Berbenno in Valtellina e precede la

zona del Sassella. Il vino prodotto con le uve del

pendio soleggiato è di colore rosso rubino con ri-

flessi granati. Il sapore è armonico, asciutto e vel-

lutato. Prodotto in quantità limitata (25 gli ettari a

vigneto), il Maroggia è legato alla figura di Benigno

De’ Medici che nella metà del Quattrocento si

fermò appunto a Maroggia dove trovò ospitalità

e ristoro apprezzando in particolare il vino locale

definendolo “firmum et dulce”, ossia corposo ed

amabile. Come tutti i Valtellina Superiore, ben si

sposa coi piatti più saporiti della cucina locale, in

particolare con carni e formaggi.

LO SFORZATO DOCG

Lo Sforzato o Sfursat di Valtellina è il pri-

mo passito rosso secco italiano che van-

ta la “garantita”, ossia la Docg, ottenuta nel

2003 dopo un laborioso iter che ha visto

impegnati, col Consorzio, tutti i produttori.

Lo Sforzato è il frutto della selezione delle mi-

gliori uve Nebbiolo (grappoli spargoli e sani) che,

subito dopo la vendemmia, vengono stese su

graticci in locali asciutti e ben areati detti “frut-

tai”, inimitabile “genius loci” per la qualità dello

Sforzato . L’appassimento dura mediamente 110

giorni e quando, a fine gennaio, l’aria di Valtellina

ha completato il suo... lavoro, l’uva ha perduto il

40% del proprio peso, ha concentrato i succhi,

ha sviluppato particolari fragranze aromatiche

ed è pronta per la pigiatura. Seguono 24 mesi di

maturazione ed affinamento in legno e bottiglia e

solo a quel punto questo rosso caldo, figlio del

freddo, con grado alcolico minimo 14% è pron-

to per la degustazione. Il colore è granato scuro,

intensi i profumi.

Il Consorzio per la Tutela dei Vini di Valtellina, fondato

nel 1976, rappresenta dal 1997 la quasi totalità delle case

e aziende vinicole della provincia di Sondrio ed è, ad oggi,

l’unico consorzio italiano che possa fregiarsi di ben due

Docg coincidenti per territorio e vitigno: Valtellina Superiore

e Sforzato di Valtellina. Le sue finalità comprendono anche

aspetti strettamente legati al territorio, come dimostra la re-

cente istituzione della fondazione Provinea per la salvaguar-

dia dei terrazzamenti valtellinesi.

Riassumiamo in cifre la viticoltura

a Denominazione di Origine in Valtellina

1 DOCG Valtellina Superiore

1 DOCG Sforzato di Valtellina

1 DOC Rosso di Valtellina

1 IGT Terrazze Retiche di Sondrio

800 ettari vitati iscritti all’Albo dei Vigneti

2.042 viticoltori conduttori e/o proprietari

0,4 ettari la superficie media in conduzione

4.400 tonnellate, la produzione media di uva

30.000 ettolitri, la produzione media di vino

di cui:

20.000 ettolitri Valtellina Superiore e/o sottozone e Sforzato

7.000 ettolitri Valtellina DOC

3.000 ettolitri Sforzato DOCG

Soci: 939

Di cui 37 aziende vinicole

Dati aggiornati a Gennaio 2013

Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 362

Page 65: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

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Page 66: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

Adora il vino rosso, se di Bolgheri è anche meglio, i piatti di carne, anche

se preferisce gli antipasti di pe-sce “tanti, vari e sfiziosi”. E ama il turismo enogastronomico. Professione avvocata, chef per passione. “Ma tra i fornelli o con un calice in mano mi sento più a mio agio che nelle aule di tribu-nale: più gente divertente e meno tensioni”. Tiziana Stefanelli, 42 anni romana, vincitrice del pro-gramma televisivo Masterchef, è stata guest star dell’edizione 2013 di Vinitaly a Verona, nello stand dell’azienda bolgherese

Campo alla Sughera. Un ap-puntamento che la Fisar non si è fatta scappare. Al termine di un emozionante cooking show, a cui hanno preso parte decine di visitatori della mostra vinicola, il presidente nazionale della Fisar, Mario Del Debbio, ha incontra-to la Stefanelli e le ha regalato un apribottiglia super chic. “Un piccolo omaggio - ha detto Del Debbio - in segno di amicizia da parte della nostra Federazione”. Un dono che l’avvocata chef ha molto gradito e che le sarà sicu-ramente utile, visto che proprio in queste settimane sta seguendo

un corso di formazione da som-melier. Lo racconta lei stessa.

“Il mio rapporto col vino? Il no-stro è un matrimonio felice che dura da 25 anni. Amo molto la cultura enologica e tutto ciò che ci gira intorno. È un mondo ricco e affascinante. Personalmente ho bevuto molto e visitato tante cantine. Ogni volta che con la mia famiglia andiamo a fare qual-che giro, soprattutto in Toscana, prediligiamo sempre posti dove poter visitare vigne o cantine. E sto educando anche mia fi-glia all’amore per il vino. Credo che sia fondamentale avvicinare i bambini e i ragazzi a questo mondo con un approccio cultu-rale positivo, anche per combat-tere i problemi dei giovani legati all’alcolismo”.

A Vinitaly, davanti a un pubblico di fan ma anche di addetti ai la-vori, la cuoca televisiva si è dedi-cata alla preparazione di un suo piatto forte: petti di piccione con salsa alla mostarda di Cremona e purea di patate affumicate. In una parola: Nike.

Intervista alla vincitrice di “Masterchef Italia”

Seconda Edizione

Tiziana Stefanelli: «Il mio rapporto col vino? Il nostro è un matrimonio felice che dura da 25 anni».“ ”

di lara loreti

Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 364

Page 67: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 3 65

Una prelibatezza, già sperimen-tata in tv, che è stata abbinata al vino bolgherese Adèo di Campo alla Sughera, annata 2010: un elegante mix di Cabernet Sauvignon e Merlot. Un succes-so non scontato. “Questo è un piatto particolare perché è fatto con un tipo di carne che non piace a tutti . Ha un retrogusto ferroso particolare – spiega l’av-vocata in grembiule – È come un vino d’annata: va saputo apprez-zare. Di certo questo vino l’ha valorizzato. L’abbinamento era perfetto”. Un complimento che va a lusingare il patron di Campo alla Sughera, Felice Tirabasso: “Il vino insieme al piatto è piaciu-to a tutti e questo ci riempie di soddisfazione. Ma del resto non avevamo dubbi: Tiziana è una garanzia. Questo è un connubio di cui siamo orgogliosi: la sua cu-cina esalta i nostri vini”. Il giorno dopo, la chef è stata protagoni-sta di un altro show con tanto di mistery box con ingredienti delle campagne livornesi, a sorpresa: “È la cosa più difficile che ci sia fare un piatto con ingredienti alla cieca, ma è anche la più stimo-lante”, ha commentato Tiziana.

Non solo cibo e non solo vino. A Verona la Stefanelli ha anche raccontato al suo pubblico qual-che retroscena di Masterchef. “Io e i miei concorrenti abbiamo im-parato molto durante il percorso e lo abbiamo fatto con la pratica: niente era preparato, tutti i piat-ti sono stati improvvisati, quin-di purtroppo nessuno di noi ha dato il meglio di sé”. L’avvocata ha avuto filo da torcere con i suoi rivali. “Cosa penso di Spyros? Non ho mai mangiato i suoi piatti – dice - Sono una fan di Danny D’Annibale (concorrente

dell’edizione 2012 di Masterchef ndr) e ho avuto il piacere di co-noscerlo quando avevo già vinto il programma, che però non era ancora andato in onda e quindi nessuno mi conosceva. E così, quando mi sono presentata a D’Annibale, l’ho fatto in anoni-mato, come sua fan. Poi, nel momento in cui lui ha scoper-to che ero la nuova vincitrice di Masterchef è rimasto felicemen-te sorpreso, e mi ha chiamato per farmi i complimenti. È una persona che apprezzo molto”.

Tiziana è un vero personaggio: amata e “odiata”, senza vie di mezzo. Molti l’hanno critica-ta accusandola di aver giocato scorrettamente nel corso del programma. Di certo il fatto di essere avvocata ha agevolato la sua notorietà. Cosa ne pen-sa l’interessata? “Non sono solo un personaggio e il mio mestie-re non c’entra niente. Sono una persona come tante e ora che sono conosciuta non è facile gestire la notorietà in famiglia. Non avevo pensato ai risvolti dell’essere famosa, ma non mi pento di niente – dice determina-ta - Quando Masterchef è anda-to in onda su Sky c’erano tanti detrattori, gente che mi criticava e che fomentava le polemiche, ma poi nella replica su Cielo il discorso è cambiato. La verità è che l’ostilità nei miei confronti è nata su facebook. E poi qualche media di basso profilo è andato dietro a questa onda. Ma chi mi ha conosciuto di persona mi ha apprezzato: nella vita reale sono circondata da gente che mi vuo-le bene e che mi ha manifestato solidarietà”.

Toga o grembiule, cosa sceglie

Tiziana? “Io sono un avvocato, in cucina sono una dilettante e tale resto. Non mi sento una chef: quelli veri fanno tanta gavetta nelle cucine: gestire una locanda è difficile e duro. Io ho fatto un percorso professionale diverso”.

La cucina però resta la sua gran-de passione, non solo da cuoca ma anche da “consumatrice”: “Amo molto Roy Caceres del ri-storante romano Metamorfosi e il Pagliaccio e poi il grande Heinz Beck. Tuttavia, credo che il pro-blema dei ristoranti stellati italiani sia che non hanno abbastanza caratterizzazione: dovrebbero avere una firma, come accade alle opere d’arte. Perché ogni vero piatto lo è”.Dopo l’uscita del suo libro, edi-to da Rcs, “Avvocato in cucina”, che è una raccolta di ricette, nel futuro della Stefanelli potrebbe esserci ancora la tv: “Sto trat-tando con alcune emittenti per un programma in cui mettere a frutto le mie attitudini non solo di cuoca, ma professionali di lega-le. Vedremo”. E le sorprese per i suoi fan non tarderanno ad ar-rivare.

Page 68: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

A pochi chilometri da Udine e da loca-

lità balneari ben note ai turisti italia-

ni e stranieri, come Lignano e Grado;

dalle pendici del monte Bernadia, a nord,

fino allo Judrio che segna il confine tra le pro-

vince di Udine e di Gorizia, c’è solo l’imbaraz-

zo della scelta con microclimi diversi e unici.

Gli oltre 2000 ettari vitati di questo territorio sono

stati ribattezzati “Parco della vite e del vino”, feli-

ce sintesi di un progetto che vuole garantire alla

vitivinicoltura il massimo dello sviluppo nell’am-

bito di una gestione integrata delle risorse eco-

nomiche ed ambientali; una integrazione nella

quale il turismo enogastronomico ha una parte

importante. Probabilmente già i Celti, che occu-

pavano queste terre molti secoli fa, avevano ini-

ziato ad apprezzare e a coltivare la vite, giunta da

est, forse dalla Turchia. Certo è che i vini friulani

Arte, cultura, storia e, naturalmente, vino: a zona di produzione dei vini DOC “Friuli Colli Orientali”, che ha in Cividale del Friuli il suo capoluogo enologico ed il centro più conosciuto fuori dai confini regionali,

è ancora da scoprire dal punto di vista paesaggistico.

di luca iacopini e massimo Bracci

Grande qualità con tanti microclimi

diversi: “La Doc Friuli Colli Orientali”

Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 366

Page 69: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

con Il Sommelier

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Organo Ufficiale della FISARFederazione Italiana Sommelier

Albergatori Ristoratori

Page 70: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

possono vantare oltre duemila anni di storia do-

cumentata: dal 180 avanti Cristo, ai Romani, al

Medioevo dove il vino friulano (non più in anfore,

ma in botti di legno) veniva trasportato nei paesi

del nord Europa.

Una tradizione vitivinicola secolare, fatta di espan-

sioni e ristagnazioni, che ha permesso infine ai

produttori del XX secolo, di avviare un nuovo e

fecondo periodo di espansione. L’ambito territo-

riale dei Colli Orientali del Friuli, è stato definito nel

1970 con l’approvazione del disciplinare di pro-

duzione della D.O.C.. Comprende l’intera forma-

zione collinare della porzione orientale della pro-

vincia di Udine che, partendo da nord, interessa i

territori dei comuni di Tarcento, Nimis, Povoletto,

Attimis, Faedis, Torreano, la parte est di Cividale,

San Pietro al Natisone, Prepotto. Quindi prose-

gue (direzione sud-ovest) verso Premariacco,

Buttrio, Manzano, S. Giovanni al Natisone e

Corno di Rosazzo.

La Doc può avere 20 indicazioni in base al vitigno

utilizzato, come Chardonnay, Sauvignon ma da

sottolineare i vitigni locali come Picolit, Verduzzo

Friulano, Pignolo, Refosco da peduncolo rosso,

Schioppettino, Tazzelenghe, etc. Esistono 5 sot-

tozone definite cru: Schioppettino di Prepotto,

Cialla, Pignolo di Rosazzo, Ribolla di Rosazzo,

Refosco di Faedis.

La caratteristica peculiare di queste sottozone è

che ammettono solo vitigni autoctoni e tipici della

zona. Si tratta di rilievi di altitudine compresa tra i

100 e i 350 metri s.l.m., omogenei tanto per con-

dizioni climatiche quanto per l’origine geologica.

In tempi lontani (35-55 milioni di anni or sono) la

pianura friulana era invasa dal mare e le coste

si trovavano quasi a ridosso delle attuali Prealpi

Giulie. Sul fondo di questa arcaica laguna, nel

corso dei millenni, si realizzò un lento processo

di sedimentazione che diede origine a imponen-

ti formazioni come le marne (argille calcaree) e

le arenarie (sabbie calcificate) dall’aspetto molto

tipico.

Terreni straordinariamente vocati alla viticoltura

per la loro giacitura e composizione. Una posi-

zione geografica ottimale per la viticoltura: le Alpi

Giulie alle spalle e il mare Adriatico di fronte.

Qui la vite trova riparo dalle fredde correnti del

nord e gode di una costante, benefica ventilazio-

ne. All’interno del comprensorio vi sono tuttavia

infiniti microclimi: più freschi e umidi a nord a ri-

dosso delle montagne; più miti e asciutti a sud.

Abbiamo degustato il Sacrirosso Rosso della

Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 368

Page 71: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

azienda delle Due Terre di Prepotto un assem-

blaggio di Schioppettino e Refosco.

Il comune di Prepotto, e situato sulle colline a

sud-est di Cividale, a ridosso del confine con

la Slovenia. Nel comune di Prepotto il vitigno

autoctono friulano principe è lo Schioppettino.

Riconosciuta anche dal disciplinare dal giugno

2008, è la sottozona “Schioppettino di Prepotto”,

riservata al vino prodotto esclusivamente nel ter-

ritorio comunale secondo quanto stabilito da un

rigido disciplinare di produzione.

Non è chiara quale sia l’origine del termine

Schioppettino, tanto che in alcuni testi le uve

vengono ancora descritte come Ribolla nera o

Pocalza, probabilmente il nome deriva dal fatto

che lo Schioppettino, caratterizzato da elevata

acidità fissa, dopo essere stato imbottigliato da

giovane e aver quindi completato la fermentazio-

ne malolattica in bottiglia, diventava leggermente

frizzante, dando l’impressione, sia all’udito che

in bocca, di scoppiettare a causa dell’anidride

carbonica sviluppata, ed anche dal medesimo

effetto prodotto dall’uva matura alla masticazio-

ne, “schioppettante” per la buccia tesa e spessa.

La sua caratteristica e quella di avere un sapore

molto pepato; tale tipicità è data dalla presenza

di alte concentrazioni nella bacca di Rotundone,

una molecola selezionata da una pianta sponta-

nea, l’erba “Pepa”.

L’assemblaggio è fatto con il Refosco dal pedun-

colo rosso. Un vitigno autoctono, considerato la

migliore varietà friulana a uva nera, la cui zona di

origine si ritiene essere compresa fra il Carso e

l’Istria. Già conosciuto nel 1700, negli ultimi de-

cenni si è molto diffuso in tutto il territorio regio-

nale. Nel bicchiere si presenta rosso rubino, cari-

co, vivo, impenetrabile. Al naso profondo, molto

schietto e di classe, complesso; sentori di frutto

rosso maturo, sottobosco, con note speziate di

pepe, molto elegante. In bocca si conferma la

ciliegia, la mora di bosco matura, leggere note

speziate e sentori vanigliati, caldo, pieno, franco.

Un vino morbido ed elegante grande bevibilità

grazie alla sua freschezza e mineralità con un fi-

nale tendente all’amaro. Un vino armonico in tut-

ta la sua perfezione. Un vino che si abbina molto

bene con molti piatti della tradizione di questa

zona anche speziati, a base di carne, magari ani-

mali da cortile, affettati e formaggi, stagionati e

speziati, ….e perché no! Un vino così si può bere

anche da solo. In questa zona molti vini arrivano

all’eccellenza per la loro qualità. Qui si trova un

perfetto equilibrio tra struttura e finezza, tra cor-

po e freschezza; fortunatamente questa parte di

Friuli è parte del territorio italiano.

Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 3 69

Page 72: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

Suo nonno Ferruccio inventò il famoso vino dopo aver selezionato un particolare Sangiovese. Da allora la dinastia della più nobile delle vigne non ha più interrotto il lavoro di ricerca sul prodotto famoso nel mondo.

All'età di 91 anni è morto Franco Biondi Santi, definito il custode del Brunello di Montalcino e gentiluomo d'altri tempi. Fino ad oggi Franco Biondi Santi, figlio di Tancredi, era rimasto "il fedele e prezioso guardia-no intransigente della tradizione del Brunello, nell'azienda in cui il grande vino è nato".È infatti nella tenuta Greppo della famiglia Biondi Santi, a Montalcino, che il nonno di Franco Biondi Santi, il garibaldino Ferruccio, nell'Ottocen-to ha inventato il Brunello, intorno al 1870, dopo aver selezionato un par-ticolare Sangiovese e averlo vinificato in purezza, e dove Tancredi, figlio di Ferruccio, ha avuto il merito di siste-matizzare il protocollo di produzione, tanto che fu uno degli ispiratori e pro-motori del disciplinare. Tancredi, si ricorda ancora, "impresse un nuovo slancio alla produzione del Brunello, diventando, di fatto, l'am-basciatore di Montalcino e dei suoi vini. Introdusse la pratica della 'ricol-maturà delle vecchie Riserve (storica quella realizzata con lo scrittore Mario

Soldati e il maestro della critica eno-gastronomica italiana Luigi Veronelli), con vino della stessa annata (la prima volta nel 1927 per le Riserve 1888 e 1891) e fu l'artefice del Brunello di Montalcino Riserva 1955, l'unico ita-liano inserito dalla rivista Usa 'Wine Spectator' tra i 12 migliori vini del Novecento".Un "gentleman' del Brunello" rima-sto filo all'ultimo tra i suoi vigneti, che aveva esteso da 4 ettari agli attuali 25, curando anche la vendemmia 2012 della sua azienda. Un custode anche del suo territorio. Si era ado-perato per il recupero della bellissi-ma abbazia di Sant'Antimo, creando un'associazione ad hoc, e si era bat-tuto negli anni Novanta per impedire la costruzione di una discarica presso Montalcino. Nel 2004 era tornato a far parte del Consorzio, promuoven-do sempre la difesa del disciplinare."È scomparso uno dei simboli della qualità e dell'eccellenza del vino ita-liano nel mondo, sicuramente uno dei più importanti artefici del succes-so del Brunello di Montalcino a livello

internazionale. Grazie a lui il Brunello è uno dei marchi più noti e apprez-zati del made in Italy". Con queste parole il presidente del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino Fabrizio Bindocci ricorda Franco Biondi Santi."Il Consorzio e tutto il territorio - ag-giunge Bindocci -, oltre a perdere un grande produttore, perdono un gran-dissimo uomo, dalla profonda sensi-bilità e umanità. A lui dobbiamo molto e siamo sicuri che il suo esempio e la sua bravura saranno portati avanti da coloro che gli succederanno alla guida dell'azienda"."Profondamente addolorato" si dice anche il sindaco di Montalcino Silvio Franceschelli per il quale Biondi Santi "ha dato tanto a questo territorio e grazie al quale Montalcino gode di un'immagine di altissimo profilo a li-vello internazionale. Un uomo che ha arricchito Montalcino, cosa di cui gli saremo sempre grati".

Fonte La Repubblica e Winenews

Muore Franco Biondi Santi, amico da sempre della FISAR

Franco Biondi Santi - Fotografia percorsidivino.blogspot.com

Newsdall'ITALIA

Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 370

a cura di Roberto Rabachino

Page 73: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

Queste le parole che nel loro

incontro all’Inferno Dante

(guelfo) e Farinata degli Uberti

(ghibellino) si scambiano, rivendicando

ognuno l’appartenenza alle due realtà

politiche che in Toscana a quei tempi

si contendevano la supremazia.

Parlano della battaglia di Montaperti

nei pressi di Siena in cui si era rinno-

vata l’eterna sfida tra i sostenitori del

Papa e quelli dell’Imperatore, con il

rispetto però nei confronti dell’avver-

sario dignitoso e orgoglioso dei propri

natali.

GUELFI-GHIBELLINI avversari eterni

con sfide continue ed allora perché

non rinnovare una sfida che, rispettan-

do la legge del contrappasso di Dante

non avesse invece un fine di solidarie-

tà e di aiuto nei confronti di chi ripone

la propria speranza di vita nella ricerca

scientifica?

È nata così tra le Delegazioni FISAR di

Antica Terra di Siena - Valdelsa (che si è

riappropriata del suo credo Ghibellino)

e Valdichiana (che si è vestita dei pan-

ni dei Guelfi) una sfida enogastrono-

mica svoltasi nelle suggestive sale

dell’Enoteca Italiana di Siena con il pa-

trocinio dell’Enoteca Italiana stessa e

dell’Associazione Cuochi Senesi.

In campo i due schieramenti hanno

dato il meglio di sè proponendo ai

commensali un menù ispirato a quel

momento storico, cercando e ripropo-

nendo antiche ricette a base di ingre-

dienti semplici e genuini.

(menu nelle pagine seguenti)

Il responso è stato affidato ad una

giuria tecnica d’eccellenza: i cuochi

Mario Neri, Pierluigi Stiaccini ed il gior-

nalista Enogastronomico Claudio Zeni

ed alla giuria popolare dei commensali

che hanno votato con monete coniate

degli stemmi delle due fazioni.

Newsdall'ITALIA

Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 3 71

…Poi disse: fieramente furo avversi A me ed a’miei primi, ed a mia parte,

Sì che per due fiate li dispersi.S’ei fur cacciati ,ei tornar d’ogni parte,

Risposi lui,l’una e l’altra fiata;Ma i vostri non appreser ben quell’arte…

Montaperti a Tavola:la FISAR che dona…

L'intervento di Paola Celli Corsini - Vice Presidente di Sienail.

Page 74: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

Newsdall'ITALIA

Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 372

Il verdetto finale non ha decretato

perdenti dal momento che si sono

espresse: per i Guelfi la giuria tecni-

ca e per i Ghibellini la giuria popolare.

Quindi la parità degli sfidanti ha dato

un solo grande verdetto: solidarietà.

Infatti il ricavato della serata è stato de-

voluto tutto in beneficienza a Sienail

(Associazione Italiana contro le luce-

mie, linfomi e mielomi), Associazione

che, nata nel 1996 a Siena, è stata

dedicata fin dal primo momento al

supporto del centro di Ematologia del

policlinico Universitario.

Quale miglior risultato?

Alla serata in atto la Delegazione

Valdichiana ha voluto inserire la pro-

pria manifestazione PRIMAVERA IN

VALDICHIANA 2013 assegnando la

Storica targa del premio giunto alla

sua 31a Edizione all’Enologo Dott.

Esposito Amedeo “per il contributo

dato alla valorizzazione dei vini del ter-

ritorio della Valdichiana”.

Il Dott. Esposito, Cavaliere della Fisar,

ha ricoperto per moltissimi anni la

Carica di Delegato Fisar Valdichiana

ed ha voluto sottolineare il suo attac-

camento alla Federazione nel discor-

so di ringraziamento ai tanti Fisariani

presenti.

La serata si è conclusa con il dono di

una rosa bianca alle dame e con il rin-

graziamento a tutti coloro che hanno

contribuito a fare dell’evento un’occa-

sione di amore e di solidarietà nei con-

fronti di chi guarda il domani con gli

occhi della speranza e con il desiderio

di una vita normale.

Un grazie sentito ai ristoratori e agli

chef che hanno curato il servizio di cu-

cina, alle aziende vitivinicole, ai som-

melier delle Delegazioni Antica Terra di

Siena - Valdelsa e Valdichiana per l’ot-

timo servizio vini, ai soci fisariani ed a

tutti i partecipanti, a Sienail, ai partner

che hanno sostenuto l’iniziativa.

Come diceva Macchiavelli “Il fine giu-

stifica i mezzi…” ed un fine così nobi-

le non poteva che non affidarsi ad un

mezzo che non ha sicuramente avver-

sari nel diffondere una comunicazione

positiva e proficua tra chi siede ad un

tavolo dove armonia esiste anche tra

piatto e bevanda.

Page 75: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

Newsdall'ITALIA

Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 3 73

Per l’onore guelfo

RISTORANTE “LA NAVE”: Il grano etrusco tra il mare e i monti.

RISTORANTE “CHIAROSCURO”: Passatina di ceci e porcini

con stringhe di cotica in bianco

RISTORANTE PIZZERIA “NAPOLI”: Pollo in galera con olive nere e cipollotto di Certaldo

su crostone di pane di segale

Per l’onore ghibellino

RISTORANTE “OSTERIA DEL CASTELLO”:Medaglione di coniglio con misticanza e cipolla in salsa etrusca

RISTORANTE “CASALTA”: Tortello di ricotta con pesto leggero

di dragoncello e pecorino delle Crete.

RISTORANTE “MILLEVINI”: Bocconcini di cinta brasati

con tortino di erbe di campo

Dolci della tradizione senese

Pasticceria Senese e Pasticceria Le Campane di Siena

Vini in abbinamento. Aperitivo: Prosecco DOC - Italo Cescon - Roncadelle di Ormelle (Tv)

Antipasti: Vernaccia di San Gimignano DOCG “ISI 2011”

Az. Ag. Tofanari - San Gimignano (Si)

Primi Piatti: Chianti Colli Aretini - DOCG “Logge Vasari 2011”

Cantina dei vini Tipici dell’Aretino (Ar)

Secondi piatti: Vino Nobile di Montepulciano DOCG

“Duca di Saragnano 2010” - Barbanera - Cetona (Si)

Dessert: Elisir Vinpepato - Farmacia G. De Munari - Asciano (Si)

La sfida a colpi di forchetta...

Page 76: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

Newsdall'ITALIA

Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 374

Cibo Nostrum:la grande festa della cucina stellata siciliana a cura di Antonio Iacona

Ad essere servite a tavola as sieme al gusto sono state canche la cultura e le antiche tradizioni di questa terra, come rivelato dagli appuntamenti e dai menù proposti.

Immaginate uno scenario affa-scinante, circondato dal vulca-no più alto d’Europa, dal Mare

Jonio e che rappresenti al meglio tutto lo splendore del Mediterraneo. Immaginate per tre lunghe e piace-volissime giornate tavole imbandite con le migliori prelibatezze e con le produzioni di eccellenza dell’isola più grande del Mare Nostrum: la Sicilia. Immaginate, poi, che a riempire di raf-finatezza, eleganza e genuinità queste tavole siano stati alcuni degli chef più acclamati e premiati della cucina italia-na, già noti al grande pubblico per le loro bontà che si traducono in menù unici e originali nei rispettivi ristoranti di cui sono patron e titolari. Bene, se la vostra fantasia ha seguito attenta-mente questo percorso, allora siete giunti a Cibo Nostrum, la manifesta-zione ideata e realizzata dall’Associa-zione provinciale cuochi etnei, con il suo presidente chef Seby Sorbello,

in collaborazione con la Federazione italiana cuochi e con il sostegno de “Le Soste di Ulisse”. La tre giorni, dal titolo: “Fatti stellare dalla cucina sicilia-na” ha visto, infatti, dal 14 al 16 aprile, nella splendida location dell’Esperia Palace Hotel di Zafferana, nel cuo-re pulsante dell’Etna, riunirsi oltre un migliaio di partecipanti tra iscritti alla Federazione italiana cuochi e opera-tori del settore, chef, docenti e allievi di istituti alberghieri, produttori agro-alimentari e vitivinicoli e, soprattutto, giornalisti enogastronomici di fama nazionale e internazionale, esperti di cucina e rappresentanti di consor-zi a tutela dei prodotti di eccellenza. “Abbiamo raddoppiato i numeri della passata edizione e soprattutto abbia-mo registrato tanti nuovi consensi per le nostre produzioni eccellenti sicilia-ne” ha detto con soddisfazione l’orga-nizzatore, Seby Sorbello. Ad essere servite a tavola assieme al

gusto sono state così anche la cultura e le antiche tradizioni di questa terra, come rivelato dagli appuntamenti e dai menù proposti. Ad aprire le danze nella prima giornata è stato un “Pasta Party”, con timballo di anelli con le sar-de, sedanini alla norma, pennette fun-ghi e pistacchi, orecchiette con ragù del Mediterraneo e vellutata, festoni alle erbette provenzali, calamarata con cozze con datterino e mollica sapori-ta. E le insalate: porcini con rucola e pomodori secchi, zucchine con datte-rino e ricotta salata, fettuccine d’orto e bollito, julienne di verdure con mor-tadella e scaglie. Il tutto “bagnato” da un elegante Nero d’Avola e Frappato. E poi, la ricchezza della pasticceria si-ciliana: cannoli, tartufini, castagnole, tiramisù, arance. La Trinacria servita a tavola, insomma, come il pesce del Mare Nostrum, che è stato invece il protagonista indiscusso della cena, dal tema: “Sicilia crocevia di culture”, con

Page 77: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

Newsdall'ITALIA

Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 3 75

tocchetti di baccalà scottato alle erbe fini, con capperi e olive, cous-cous di pesce, totani agli agrumi, purè di me-lanzane. Ad accompagnare la cena è stato un raffinato Chardonnay, mentre spettacoli di danza del ventre e canta-storie siciliani intrattenevano gli ospiti tra una portata e l’altra. A intervallare gli appuntamenti gastronomici sono state piacevoli passeggiate sull’Etna e nella vicina Taormina. Ma numerosi sono stati anche i lavori tecnici all’in-terno dell’evento: ampia l’adesione ai laboratori della seconda giornata, cu-rati dalle Soat della Regione Siciliana e dedicati a tre prodotti siciliani: arancia rossa, frutta secca e formaggi d’eccel-lenza, mentre nel pomeriggio il conve-gno sul tema: “La cucina a km illimitati come veicolo del Made in Sicily nel mondo” ha visto interventi di assoluto prestigio per il settore, presentati dal volto Rai e noto giornalista studioso di storia delle tradizioni culinarie, Alex

Revelli Sorini. All’incontro sono inter-venuti il presidente nazionale della Associazione stampa agroalimentare italiana, la redattrice capo di “Turismo del Gusto” e Promotrice culturale del Pisco per il Consiglio Regolatore della Denominazione Pisco di Lima (Perù), Gladys Torres Urday, il direttore di “Cronache di Gusto”, Fabrizio Carrera, il presidente regionale dell’Associa-zione italiana celiachia, Leone Fabio, Enrico Briguglio e Giuseppe La Rosa, rispettivamente presidente e segreta-rio generale di “Soste di Ulisse”, ed i rappresentanti dei Consorzi per la tu-tela della mandorla di Avola, Corrado Bellia, e della vastedda del Belice e pecorino siciliano, Massimo Todaro. Attesi anche gli interventi degli chef stellati che poco dopo hanno prepa-rato la di gala.Già, perché uno degli appuntamenti di Cibo Nostrum 2013 è stata pro-prio la cena di gala che ha visto pre-senti tre chef stellati: Ciccio Sultano, chef-patron ristorante “ Il duomo” di Ragusa Ibla, 2 stelle Michelin; Massimo Mantarro, chef ristorante “Cerami San Domenico” di Taormina, 2 stelle Michelin; Pietro D’Agostino,

chef-patron ristorante “La Capinera” di Taormina, 1 stella Michelin; tre chef della Federazione Italiana Cuochi: Carmelo Trentacosti, chef-executive Grand Hotel “Villa Igea” di Palermo, componente NIC fino al 2012; Giuseppe Costa, chef-patron ristorante “Il Bavaglino” di Terrasini; Seby Sorbello, chef-patron ristoran-te “Parco dei Principi” di Zafferana Etnea, Presidente FIC PROMOTION; e un pasticcere, Giovanni Cappello, pastry-chef pasticceria “Cappello” di Palermo, componente NIC per 8 anni. Uno show cooking assolutamente af-fascinante, vera gemma per questa manifestazione, che si è infine con-clusa rivolgendo grande attenzione, anche nell’ultima giornata, al settore giovanile, premiando l’impegno delle giovani leve ai fornelli con il concorso di cucina calda per il Sud Italia “La cu-cina per celiaci”, mentre in contempo-ranea, dimostrazioni di preparazione di cucina, sculture di zucchero, di frut-ta e di vegetali, un pranzo a buffet con “Pani e cumpanaggiu” e un corso di cucina “Aperitivo Time” davano a tutti gli ospiti l’arrivederci all’edizione 2014 di Cibo Nostrum.

Chef Seby SorbelloPresidente Associazione ProvincialeCuochi Etnei

Page 78: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

Newsdall'ITALIA

Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 376

CARMELO TRENTACOSTILa semplicità, il rigore, il rispetto della materia prima, la cura dell’aspetto estetico nelle sue

forme e colori e le nuove tecniche di cottura determinano lo sviluppo di una cucina innova-

tiva che deve costantemente far riferimento alle tradizioni del territorio.

PASSATA DI TOPINAMBUR LEGGERMENTE AFFUMICATA, VELETTE DI CALAMA-

RO MARINATO ALL’ANICE STELLATO, CICORIETTA E FIORI DI ZUCCA SCOTTA-

TI, DATTERINO APPASSITO E CROCCANTE DI CARCIOFI CERDESI.

CICCIO SuLTANOLa Sicilia è la concentrazione di una cultura millenaria, di una diversità sia geologica che eno-

gastronomica, cresciuta nello splendore, nella contraddizione e nella sofferenza, trasmette

la sua storia nei piatti tanto che quello che per molte culture è strano per noi è quotidiano

GNOCCHI DI PATATE AL RAGUSANO DOP CON POLPETTINE DI SEPPIA E MAIALE,

GUAZZETTO DI PESCE E SALSA ALLA CARBONARA (DALL’ANTICA GELA AI

SAPORI DI ROMA.

PIETRO D’AGOSTINOPassione emozionale per il sapore e per la più genuina esaltazione delle materie prime,

protagoniste indiscusse di una terra florida e mistica: la Sicilia

INSALATA DI PESCE AZZURRO CON CIPOLLOTTO NOVELLO IN AGRODOLCE,

FINOCCHIO, ARANCE E MANDORLE.

MASSIMO MANTARROCultura, stagionalità, semplicità.

TOCCHETTO DI MERLUZZO DI LENZA IN COURT BOUILLON, MORBIDO

DI FINOCCHIO DOLCE, SAUTÉ DI FAVETTE E PISELLI DI PRIMAVERA CON

GUANCIALETTO DI MAIALINO AFFUMICATO, RIDUZIONE DI FONDO DI VITELLO

AL ROSMARINO.

Cibo Nostrum:

Page 79: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

GIuSEPPE COSTALa mia cucina è basata sulle tradizioni della mia terra e le esperienze maturate in giro per

l’Italia

CANNELLONE RIPIENO DI RICOTTA CON GAMBERI ROSSI E LA LORO SALSA,

GERMOGLI DI SPINACI E BOTTARGA DI TUORLO D’UOVO MARINATO.

SEBY SORBELLOL’essenza dell’arte culinaria di un territorio dimora nell’utilizzo sapiente e consapevole dei

prodotti di eccellenza che questo propone.

TORTELLO DI PASTA CANNOLO CON MELENZANE ED ASPARAGI SELVATICI

SU QUADROTTO DI RICOTTA ALLA MAGGIORANA, CON ZESTE D’AGRUMI E

VELLUTATA DI POMODORINI DATTERINO ALLO ZAFFERANO. ARANCINO DI

RISO CON LACRIMA AL LATTE DI MANDORLA. LA PICCOLA BRIOCHE SICILIANA

CON GRANITA ALLA CANNELLA.

GIOVANNI CAPPELLOLa cultura del dolce, oltre ad essere arte unica, è la storia ed il patrimonio inestimabile di

questa nobile terra e dei suoi maestri pasticceri.

DELIZIA AL PISTACCHIO CON CROCCANTE ALLE MANDORLE E CIOCCOLATO.

MORBIDONE ALLA VANIGLIA CON GELATINA ALL’ARANCIA. GELATO ALLE

NESPOLE.

Newsdall'ITALIA

Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 3 77

la grande festa della cucina stellata siciliana

Page 80: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

Newsdal MONDO

Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 378

Il Salone internazionale Vinexpo aprirà le sue porte a espositori e visitatori il prossimo 16 giugno e per cinque giorni offrirà

un vero e proprio giro del mondo enologico.

Questa edizione 2013 dovreb-

be ospitare più di 48.000

visitatori. Vinexpo è da anni

un validissimo punto di riferimento per

tutti i professionisti del settore dei vini

e degli alcolici, poiché è il posto per

eccellenza in cui sviluppare opportuni-

tà e scoprire nuovi prodotti; vi conver-

gono più di 150 nazionalità diverse.

Il 40% degli espositori, infatti, proven-

gono dall’estero - Germania, Stati Uni-

ti, Cile, Italia, Spagna... e per la prima

volta sarà presente anche un padiglio-

ne messicano. I produttori francesi, da

parte loro, hanno aderito numerosi; le

società di dimensione internazionale,

come Castel Frères o les Champagnes

Lanson affiancheranno altre società

dinamiche quali Domain edu Tariquet,

Gérard Betrand, Bernard Magrez. In

effetti, in un mondo in piena muta-

zione, gli attori del mercato hanno un

sempre maggior bisogno di punti di

riferimento per capire ed analizzare al

meglio i cambiamenti ma anche per

anticiparne i bisogni.

A Bordeaux, Vinexpo occuperà una

superficie di 90.000 mq, tra zone

espositive, giardini, il Club du Lac,

i ristoranti, le sale conferenza e de-

gustazione. Cominciate nel 2011 ed

accolte con grande entusiasmo, le

degustazioni, raggruppate sotto la

denominazione “Tastings by Vinex-

po” avevano richiamato più di 13.250

professionisti, venuti a condividere la

loro esperienza. In programma an-

che quest’anno, su più di 4.500 mq,

degustazioni, presentazione di nuovi

prodotti, conferenze e scambi tra pro-

fessionisti, con l’aggiunta quest’anno

di nuove sale.

Evento fortemente mediatico, la pre-

cedente edizione Vinexpo aveva ri-

chiamato 1245 giornalisti e prodotto

più di 2000 articoli in 54 paesi. Inoltre,

per l’undicesimo anno consecutivo,

Vinexpo ha affidato alla società The

International Wine and Spirit Research

la realizzazione dello studio dettagliato

sul consumo mondiale, la produzione

e gli scambi internazionali di vini e al-

colici e le previsioni a cinque anni.

Lo studio copre 28 paesi produttori e

114 mercati di consumo e se ne evin-

ce in particolar modo che il consumo

mondiale di vini è aumentato del 2,8%

tra il 2007 e il 2011, che il consumo

dei vini effervescenti è in continuo au-

mento, che il vino rosso è sempre al

primo posto nel consumo mondiale

e che nel 2011 più del 60% del con-

sumo mondiale di alcolici è avvenuto

nella zona Asia-Pacifico.La dimensio-

ne internazionale nella produzione e

nel consumo di vino e alcolici è sem-

pre più forte e la filiale Vinexpo OPver-

seas, leader in Asia con Vinexpo Asia-

Pacific ha contribuito a svilupparla.

Vinexpo 2013 di Bordeaux

Informazioni Vinexpo 2013Dove: Parc des Expositions de Bordeaux-LacQuando: da domenica 16 a giovedì 20 giugno 2013 Orari: da domenica 16 giugno a mercoledì 19 giungo, 8.30 – 18.30Giovedì 20 giugno: 8.30 – 16.30

Informazioni Fiere e Saloni in FranciaItalie-France Group66, Avenue des Champs Elysées 75008 ParisHotline France: +33 6 78 21 97 54Hotline Italia: +39 393 121 45 38

Page 81: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

79Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 3 79

fin amiglia

Ad Alessandria si consegnano gli attestatie i riconoscimenti

Il 22 febbraio scorso, presso il ristorante “Osteria del po-

eta pescatore” in Paderna, si è svolta la cena organiz-

zata dalla Fisar Delegazione Autonoma di Alessandria

per celebrare la consegna degli attestati di partecipazione

ai 20 allievi che hanno frequentato l corso I livello somme-

lier svoltosi nell’autunno 2012.

All’interno della suggestiva location, un vecchio teatro tras-

formato in sala ristorante, i convitati hanno potuto appr-

ezzare piatti di ottima fattura ad esclusiva base di pesce

fresco, elaborati con sapiente maestria dal proprietario e

cuoco Federico. Indimenticabili la cima di mare e le tro-

fiette condite al sugo di pescatrice, radicchio e noci. Alle

portate sono stati abbinati vini bianchi dei colli tortonesi,

nel cui territorio si trova il locale. L’atmosfera di convivial-

ità ha contribuito a far sentire già appartenenti alla grande

famiglia Fisar i corsisti aspiranti sommelier, di cui ricordia-

mo i nomi: Ali Timis, Enrico Bonazzi, Roberto Loiacono,

Maurizio Denicolò, Silvio Davico, Sem Sicco, Adriano

Salandin, Francesca Gelso, Anna M. Pessina, Luisa

Lombardi, Clara Cicciarella, Matilde Benedetti, Giovanni

Camanzo, Ilaria Merlano, Valerio Bronzini, Serena Maria

Pasetti, Flavia Pillone, Michele Alessandro Arecco, Erika

Cuccu, Gilberto De Candia.

La Delegata Maria Pia Gori ha espresso le proprie con-

gratulazioni ai corsisti augurando loro il buon esito per i

successivi esami di II e III livello.

Nell’ambito della stessa manifestazione la Delegata

Maria Pia Gori ha altresì provveduto a consegnare i calici

d’argento a quattro sommelier della delegazione che ave-

vano raggiunto la quota dei quindici servizi prestati. Gli insig-

niti del riconoscimento sono Carmen Bagnasco, Ermanno

Matarazzo, Claudio Odino e Diego Trivellato. Non poteva

mancare il taglio della torta preparata per l’occasione con

tanto di riproduzione dello stemma della Fisar sulla glassa.

Notizia inviata dalla Delegazione FISAR Alessandria

Page 82: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 38080

fin amigliaMira 16 e 17 Marzo 2013

2a Edizione de “I Fiumi del vino”

Nell’allestimento classico di

Villa dei Leoni a Mira è an-

data in scena la 2° edizione

della manifestazione organizzata dalla

delegazione FISAR di Venezia.

L’appuntamento fisso per tutti gli eno-

appassionati è stato portato quest’an-

no a due giorni, forti del consenso

ottenuto lo scorso anno e dell’alta

affluenza di pubblico che da tutto il

Veneto - e non solo - si è riversato nel-

la cittadina della riviera per conoscere

meglio vitigni, metodi classici e char-

mat e tecniche di vinificazione in uso

nelle zone vinicole italiane più vocate.

Fermo l’appuntamento con i vini nati

in prossimità dei fiumi italiani, ma non

solo, quest’anno il nostro viaggio

si è spinto sino al fiume Marne nella

Champagne e poi giù giù fino alle mal-

vasie di Lanzarote.

Sono queste ultime la prima novità di

quest’edizione e per studiarle meglio

sono stati proposti 2 laboratori didatti-

ci guidati da un enologo della cantina

“Stratus” e dal miglior sommelier di

Lanzarote, Gustavo Palomo, atterrato

in Laguna per l’occasione assieme ad

un’intera delegazione dell’isola spa-

gnola .... “El fuego, la tierra y el viento

convertidos en vino...” questo l’affa-

scinante slogan che ha accompagna-

to i vini durante il loro viaggio.

Il tutto è stato reso possibile grazie

all’appassionato e meticoloso lavoro

di ricerca nelle cantine di Lanzarote

di Michele Fabbrani, socio sommelier

della delegazione di Venezia.

Grande interesse per i 4 laboratori di-

dattici tenuti a bordo di un barcone

attraccato alle rive del fiume Brenta,

attrezzato per l’evento, a bordo del

quale si sono svolte anche le due de-

gustazioni “Champagne...qui si gu-

stan le stelle!” e “Cesarini Sforza, la

maison trentina da cui l’aquila spicca

il volo...”.

Nonostante lo scenario atmosferico

non proprio primaverile - nella tarda

mattinata di sabato ha iniziato addirit-

tura a nevicare...!!! - i saloni della vil-

la sembravano riscaldati dal cocente

sole di Lanzarote e dall’immagine dei

suoi ... fiumi di lava...!

Se allungare l’evento alla durata di un

week end poteva apparire, di que-

sti tempi, una difficile scommessa, a

buona ragione possiamo dire che gli

organizzatori hanno... centrato l’obiet-

tivo!!!

In particolare abbiamo registrato un

alto afflusso di giovani, complice an-

che il gemellaggio con Jam 2013, ras-

segna di mostre, incontri e concerti le-

gati al jazz, svoltasi in concomitanza.

Bella la sinergia venutasi a creare tra

i vari eventi organizzati da F.I.S.A.R.,

Comune e Pro-Loco di Mira.

Giusto compenso per la nutrita briga-

ta di sommelier e collaboratori (oltre

30, tra di essi anche Stefania Moro, 2°

migliore sommelier FISAR 2012) che

per 2 giorni, con diverse mansioni, ha

curato l’organizzazione, l’allestimento,

la mescita dei vini ed il servizio durante

le degustazioni guidate.

Un grazie sentito a tutti ed un arrive-

derci alla prossima edizione.

Notizia inviata da Cinzia Vanzan

per la Delegazione FISAR Venezia

Page 83: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

81Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 3 81

fin amiglia

Grande affluenza allo stand del Coordinamento

Italia Centro, al TIRRENO CT, dietro l’abile regia

della Delegazione Versilia, si sono alternate varie

Delegazioni per cinque giorni, portando a Marina di Carrara

la cultura dell’enogastronomia in veste FISAR.

I sommelier FISAR hanno partecipato alla cerimonia di

inaugurazione, assieme alla Camera di Commercio di

Massa Carrara, e a tutte le massime cariche istituzionali

locali e regionali.

Hanno aperto la giornata di Domenica 3 Marzo interessan-

ti degustazioni guidate di rappresentanti delle Delegazioni

Valdelsa e Valdichiana, come Giuseppe Troilo e Roberto

Paoloni, con prelibatezze della Val di Merse e del Consorzio

Strada dei vini Senese-Aretini. Il pubblico è accorso nume-

roso, cogliendo un'ottima opportunità per apprezzare la

nostra terra e quello che sa offrirci

Lunedì 4 marzo la Delegazione di Pisa ha presentato al-

cuni birrifici artigianali del Centro Italia, coinvolgendo in

prima persona i rispettivi mastri birrai, autori di piccole

grandi bontà. La birra, come si sa, è orami fra le attrici

protagoniste sulle tavole degli italiani; ed è inevitabile de-

dicare un’intera giornata a questo prodotto, che dà grandi

soddisfazioni con tutte le sfaccettature di gusto, di colori

e di profumi. Tre i ‘marchi’ presentati in fiera: Birrificio del

Forte (Pietrasanta), Piccolo Birrificio Clandestino (Livorno),

Opificio Birrario (Crespina, Pisa).

Martedì 5 Marzo la Delegazione Versilia, non poteva non

dedicare una giornata di assaggi e di degustazioni alla ter-

ra che ci ha ospitati, In collaborazione con la Strada del

vino dei Colli di Candia e Lunigiana, sono stati proposti i

vini ed i produttori di questo splendido territorio che si con-

traddistingue dai monti e dal mare come limiti geografici, e

che si propongono con interessanti proposte inimitabili.

Mercoledì 6 Marzo Le Delegazioni di Livorno, Le Due Valli e

Costa Etrusca, hanno ospitato la Strada del Vino Costa de-

gli Etruschi con vini provenienti da Bolgheri, Val di Cornia,

Isola d’ Elba, e Terratico di Bibbona, in abbinamento a sa-

lumi e formaggi tipici di questo tratto di costa Toscana. Le

degustazioni guidate hanno proposto sia i Vermentini, che

i Rossi che con i loro profumi hanno interessato un fol-

to pubblico. I produttori presenti hanno potuto incontrarsi

sia con gli chef che si sono presentati allo stand, che con

amatori del gusto e del vino, scambiando opinioni e curio-

sità. Ospite d’eccezione il lo storico Liquorificio Borsi, di

Castagneto Carducci che produce elisir dal 1885

Giovedì 7 Marzo, la delegazione Versilia ha chiuso la

kermesse con una giornata dedicata alla Pizza e allo

Champagne, in collaborazione con il Ristorante Pizzeria

l’Apogeo.

Notizia inviata dal

Coordinamento FISAR Italia Centro

La FISAR al TIRRENO CT

Page 84: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 38282

fin amiglia

Si è concluso con la consegna degli attestati di partecipa-zione al corso di Primo Livello

per Sommelier organizzato a Velletri dalla FISAR Federazione Nazionale Sommelier Albergatori e Ristoratori. La cerimonia si è svolta mercoledì 27 presso la prestigiosa sede dell’Au-la Magna dell’Unità di ricerca per le produzioni enologiche dell’Italia cen-trale, ove si sono svolte tutte le lezioni del corso, alla presenza del Delegato Fisar Roma Filippo Terenzi, di alcuni docenti del corso, Antonio Mazzitelli e Paolo Pietromarchi e da quanti han-no partecipato all’iniziativa formativa. “Siamo particolarmente soddisfatti – spiega Terenzi, Delegato responsabi-le della delegazione Fisar di Roma e Castelli Romani, – perché con l’avvio di questo corso la nostra delegazione ha voluto iniziare un percorso forma-tivo nella provincia di Roma ed eleg-

gere Velletri come sede dei Castelli Romani per formare nuovi sommelier. Inoltre, proprio in un territorio vocato al turismo e con una forte tradizione enogastronomica è necessario avere sommelier in grado di valorizzare le eccellenze del territorio.La serata si è svolta in clima di pia-cevole soddisfazione sia da parte dei docenti ma soprattutto da parte dei venti corsisti che hanno visto finalizzati gli sforzi e raggiunto il primo traguar-do per il conseguimento del diploma di sommelier. Diverse sono le motiva-zioni che hanno spinto i partecipanti ad iscriversi al corso ma tutte mos-se in primis da una forte passione e voglia di conoscenza del mondo del vino e dell’enogastronomia Negli ulti-mi anni, - come sottolineato da Paolo Pietromarchi, enologo e docente, - in Italia si è dimezzato il consumo di vino, attestandosi al di sotto dei 40

litri procapite annui. Sebbene il dato da un punto di vista commerciale non sia favorevole si è però assistito ad un innalzamento qualitativo delle produ-zioni. Proprio per questo in un terri-torio come quello dei Castelli Romani c’è sempre più bisogno di figure qua-lificate che sappiano comunicare ed apprezzare il vino. In effetti, oltre co-loro, e sono in tanti, che frequentano i corsi per arricchire il proprio bagaglio culturale, sempre più persone lo fan-no per cercare di trovare o per meglio qualificarsi, nel mondo lavorativo della ristorazione e dell’enogastronomia. I corsisti che hanno conseguito l’at-testato con ottimo profitto sono: Bologna Carlos, Calcagni Gianni, Cappello Maria Luisa, Ciavardini Gianni, Di Tullio Manuele, Fiacchi Sabrina, Just Ilse, Lucchini Ferruccio, Marinelli Francesca, Mele Matteo, Melluso Anna, Nemesi Francesco, Nemesi Giampaolo, Ofantino Marco, Palumbo Antonella, Pashuku Eduart, Pennacchini Rina, Proietti Ombretta, Rori Giuseppe, Serra Maria Cecilia. A tutti loro oltre che l’attestato profes-sionale anche un attestato di stima da parte dei dirigenti Fisar.Alla fine della cerimonia il tanto atte-so brindisi che ha suggellato un corso nel quale tutti i partecipanti sono stati coinvolti in un appassionato percorso sensoriale e l’appuntamento per tutti è stato fissato per il secondo livello nel mese di settembre, insieme all’inizio degli altri corsi.

Notizia inviata da Filippo Terenzi

della Delegazione FISAR Roma

Consegnati a Romagli attestati di primo livello

Page 85: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

fin amiglia

Domenica 24 febbraio 2013,

nei rinnovati locali del Caffè

Ristorante Garibaldi, nel-

la splendida cornice di Piazza dei

Signori a Vicenza, si è svolta la ce-

rimonia ufficiale per la consegna

degli attestati e del tastevin ai quat-

tordici neo diplomati Sommelier

della Delegazione FISAR Vicenza.

È stata una Domenica di festa che

la Delegazione ha voluto dedicare ai

neo Sommelier ai quali è stato conse-

gnato dalle mani della Vicepresidente

Nazionale Graziella Cescon l’attestato

e il tastevin quale meritato simbolo alla

conclusione di un corso di terzo livel-

lo, sapientemente diretto dal Direttore

Andrea Fabio, nel quale si sono di-

stinti per un grado di preparazione

generale più che buono e in qualche

caso eccezionale: ciò è di buon au-

spicio per il futuro della Delegazione.

Le particolari attenzioni della Titolare

del locale Signora Pietrobuono

Manuela hanno reso particolarmen-

te accogliente il Ristorante - Caffè

Garibaldi , dove lo chef Giovanni ha

proposto un particolare menù con por-

tate di Sfogliatine al Tastasal con cre-

ma di Sedano Rapa, Maccheroncini

al torchio con fonduta d’Asiago e

Noci, Polenta e Baccalà alla Vicentina,

Tiramisù espresso “Principe”.

L’abbinamento dei vini, serviti al ta-

volo dagli stessi neo-Sommelier,

ha consentito a tutti di apprezzare

una particolare degustazione dello

Spumante Brut Riondo, del Tai Rosso

Colli Berici Cavazza e del Recioto

Spumante di Gambellara Cavazza.

La Delegazione è stata onorata del-

la presenza della Sign.a Graziella

Cescon, Vicepresidente Nazionale ac-

colta con la consueta simpatia da tut-

to il Consiglio di Delegazione. Dopo le

congratulazioni rivolte ai nei-Sommelier

la Sign. Graziella Cescon li ha invitati

a cogliere questo traguardo come un

punto di partenza al fine di approfon-

dire e divulgare la passione e compe-

tenza dell’affascinante mondo del vino.

La Vicepresidente Nazionale ha ri-

volto un particolare ringraziamento a

tutta la, ancor giovane, Delegazione

FISAR Vicenza, al Delegato Pierluigi

Rossato e tutto il Direttivo con l’in-

vito di proseguire e di impegnarsi

nel cammino così ben iniziato che

onora tutta l’Associazione FISAR.

Concludendo la manifestazione, il

Delegato FISAR Pierluigi Rossato,

ha salutato tutti i presenti e nel con-

gratularsi ancora una volta con i neo

Sommelier, ha rivolto loro l’invito di per-

severare nella formazione, partecipan-

do alle varie attività associative, al fine

di conseguire la giusta professionali-

tà che contraddistingue il Sommelier

FISAR. La Delegazione FISAR Vicenza

è pronta ad accogliere i Sommelier

che vorranno partecipare fattivamen-

te ai programmi definiti dal Direttivo.

Notizia inviata dalla

Delegazione FISAR Vicenza

Nuovi sommelier alla Delegazione di Vicenza

83Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 3 83

Page 86: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 38484

fin amiglia

L’Università incontra la FISAR al Vinitaly

Da alcuni anni l’Università di

Ca’ Foscari – Venezia tiene un

Master dedicato alla “Cultura

del Cibo e del Vino”, sotto la direzione

dell’eminente prof. Roberto Stevanato

(docente di Biologia Molecolare) assi-

stito dalla prof.ssa Christine Mauracher

(docente di Economia e Marketing

Agroalimentare).

Quest’anno, grazie ai buoni rappor-

ti con il nostro Consigliere Nazionale

Giorgio Pennazzato,

il prof. Stevanato ha chiesto alla

Delegazione F.I.S.A.R. Venezia di gui-

dare e commentare ai “masterini” la

visita agli stand del Vinitaly.

Pertanto col supporto della Delegazione

di Venezia (che ha messo a disposi-

zione il proprio Responsabile Squadra

Sommelier, Franco Jurassich, ed il

valente Direttore di Corso, Marco De

Marchi) è stato organizzato il “Vinitaly

Tour”, nella visita di diverse aziende di

interesse nazionale.

Ad accogliere il gruppo in fiera ed a

fare gli “onori di casa” si sono pre-

stati il nostro Presidente Nazionale

Mario Del Debbio ed il dott. Roberto

Rabachino, in una allegra atmosfera di

reciproca intesa tra scienza, gusto ed

emozioni.

Il tour è iniziato con la visita alla po-

stazione dell’Azienda Bisol: il calice di

apripista al Vinitaly 2013 è stato l’esal-

tante brindisi con il Valdobbiadene

Superiore di Cartizze DOCG “Private

Cartizze” Non Dosato 2011, rifermen-

tato in bottiglia in versione Brut con

gradazione zuccherina di 4 grammi

per litro e 11 mesi di affinamento in

bottiglia.

Il gruppo è passato poi dal Veneto

all’Oltrepò Pavese: qui il Delegato di

F.I.S.A.R. Pavia Roberto Pace ha sug-

gerito la degustazione di un robusto

“blanc de noir” (Metodo Classico di

Pinot Nero), cui è seguito il passaggio

in Emilia Romagna per la degustazio-

ne di interessanti e moderne interpre-

tazioni di Lambruschi, Ancellotta e

Fogarina (chi non ricorda la canzone

dedicata a quest’uva che mette “el

fogo” nelle vene?).

Dall’Emilia Romagna, con “pochi

passi”, il gruppo è traghettato in

Sicilia, dove grazie alla cooperazione

di Vittorio Cardaci Ama e Gaetano

Prosperini, è stato possibile conosce-

re i vini dell’Etna e di Ragusa… e con

“qualche passo ancora” la visita è pro-

seguita verso i nobili bianchi dell’ Alto

Adige, contornati da alcune incursioni

nel Collio.

Infine, grazie alla preziosa ospitalità e

collaborazione di Massimiliano Masini

e Massimiliano Consorte, grandi amici

di F.I.S.A.R. Venezia, il gruppo è sta-

to accolto dal Direttore del Consorzio

del Vino Brunello di Montalcino dott.

Stefano Campanelli, per le degustazio-

ni di ben otto “Brunello di Montalcino”

nelle versioni tradizionali, biologiche e

moderne, presso il Consorzio omoni-

mo.

A ricordo di questo incontro il no-

stro Presidente ha donato al prof.

Stevanato un caratteristico cavatappi

Swarovsky.

Questa positiva esperienza ha per-

messo di consolidare i rapporti di

collaborazione tra F.I.S.A.R. e Master

Universitario di Cultura del Cibo e del

Vino, con interessanti sviluppi… ed il

prof. Stevanato, con nostro grande

piacere, ha annunciato il suo deside-

rio di iscriversi al prossimo corso per

Sommelier!

Notizia inviata da Franco Jurassich

della Delegazione FISAR Venezia

Vinitaly - Verona, 10 Aprile 2013 - foto Jimmy Pessina

Page 87: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

85Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 3 85

fin amiglia

La Delegazione di Prato consegna gli attestatiIl ristorante Villa Le Farnete sorge a

Comeana nelle colline toscane; creato

all’interno dell’omonima villa rinasci-

mentale, domina dall’alto la pianura

che si estende tra Prato e Pistoia re-

galando una vista unica sul paesaggio

circostante.

È in questa location prestigiosa che il

13 Marzo 2013 la Fisar Delegazione

Prato ha consegnato gli attestati ai

26 corsisti che hanno superato con

successo la prova finale del corso di

primo livello per Sommelier.

Gli intervenuti sono stati accolti da un

ricco buffet di antipasti accompagna-

to da un Brut Metodo Classico dotato

di un perlage sottile e persistente e di

un bouquet fruttato arricchito da note

di lieviti.

Il delegato Alessio Vitale dopo i saluti

iniziali ha dato la parola al Sig. Josef

Reiterer titolare dell’azienda vinicola

ARUNDA che ha illustrato con com-

petenza e passione gli spumanti pro-

dotti.

L’azienda Arunda Cantina Talento è

una piccola realtà a conduzione fami-

liare che produce circa 80 mila bot-

tiglie l’anno; situata in località Meltina

(provincia di Bolzano) a 1200 metri di

altitudine è la cantina metodo classico

più alta d’Europa.

Si può quindi parlare a ragione di “bol-

licine di alta quota”.

La produzione è realizzata con la stes-

sa tecnica messa a punto 3 secoli fa

nella regione della Champagne: una

seconda fermentazione in bottiglia e

un lungo affinamento sui propri lieviti.

Le uve impiegate provengono da vi-

gneti selezionati sparsi in zone diverse

dell’Alto Adige.

Dopo gli antipasti la cena è proseguita

con un primo di Maccheroncetti saltati

in salsa di gamberi biondi marinati al

limone e capesante in abbinamento

con Cuvée Marianna Extra Brut, uno

spumante dal perlage vivace e dota-

to di un bouquet ricco di note floreali,

fruttate con sentori di miele e spezie

che ha dato il giusto risalto al piatto.

Il secondo: un cartoccio al branzino

su crema di ceci, olive taggiasche e

puntarelle all’acciuga ha richiesto uno

spumante di grande carattere, quale è

il Riserva Extra Brut Millesimato 2006.

In questa serata la Delegazione prate-

se ha avuto il piacere di ospitare la Sig.

ra Benedetta Leoni della Delegazione

ANT di Firenze.

La Fondazione Ant da oltre 30 anni

garantisce assistenza domiciliare gra-

tuita ai malati di tumore con migliaia di

interventi e offre progetti di prevenzio-

ne oncologica sempre gratuita.

Gli intervenuti alla cena hanno avuto

modo di dare il loro contributo parte-

cipando con entusiasmo alla lotteria

bandita per l’occasione, il cui incasso

è stato interamente devoluto alla fon-

dazione.

Al termine della serata gli attestati

sono stati consegnati dal Consigliere

Simona Orlandi e dal Sig. Josef

Reiterer fra gli applausi dei presenti.

Il servizio, impeccabile, è stato assicu-

rato dai Sommelier: Gionni Bonistalli e

Alessio Vitale.

Notizia inviata da Paola Cappellini

della Delegazione FISAR Prato

Page 88: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 38686

fin amiglia

Presso la Fiera di Pordenone,

nel nuovo salone dell’Enoga-

stronomia, si è svolta dal 22

al 25 Marzo 2013 la prima edizione

di” Cucinare. Per piacere, per mestie-

re”, manifestazione dedicata all’agro-

alimentare, all’enologia e alle tecno-

logie per la cucina, organizzata da

Pordenone Fiere.

Numerosi sono stati gli eventi di que-

sta nuova kermesse, che ha visto

Slow Food e la Fisar di Pordenone im-

pegnati in una proficua collaborazione

volta a valorizzare i prodotti enoga-

stronomici di qualità e i migliori pro-

fessionisti della cucina italiana.

Sono stati oltre 120 gli appuntamen-

ti tra corsi di cucina, degustazioni di

cibo e vino, show cooking con i più

famosi chef stellati italiani, che han-

no presentato ricette rappresentative

della storia della gastronomia locale e

della tradizione friulana.

La squadra sommelier della Fisar di

Pordenone, guidata dal responsabile

Giordano Bazzo, ha prestato servizio,

con la consueta professionalità ed

eleganza, nei vari presidi Slow Food,

gremiti di appassionati, curiosi di co-

noscere i migliori abbinamenti cibo-

vino che di volta in volta venivano pro-

posti.

Grande successo hanno riscosso i no-

stri sommelier Bazzo, Berti, De Anna

e Moras, applauditi da un folto pub-

blico, nel servizio prestato durante lo

show cooking del famoso chef Carlo

Cracco, che ha presentato il suo noto

risotto con la farina di lenticchie, abbi-

nato ad un eccellente refosco dal pe-

duncolo rosso ed altri rinomati piatti.

Interessante l’intervento del giornalista

- enogastronomo fisariano Giampiero

Rorato al convegno dedicato alla

“Pezzata Rossa”e alla straordinaria

qualità della sua carne, utilizzata dai

migliori cuochi del Nordest nella ela-

borazione di deliziosi piatti tipici del

territorio, le cui ricette sono state spie-

gate ai numerosi visitatori presenti.

Il fisariano Mario Da Ros ha guidato

le degustazioni dei vini friulani, propo-

sti da produttori locali, illustrando con

dovizia di particolari le principali regole

di abbinamento cibo-vino.

Il consigliere nazionale Luisella Rubin,

ha incontrato allo Stand della Fisar,

allestito nel padiglione dell’enoga-

stronomia, il delegato Gino Rosset,

i consiglieri di delegazione Giordano

Bazzo e Graziella De Anna, con i qua-

li si è congratulata per l’ottimo lavo-

ro di squadra che la Delegazione di

Pordenone ha saputo svolgere con

grande impegno ed entusiasmo in

una manifestazione importante come

questa, che ha visto la presenza di

ben15.000 visitatori.

Notizia inviata da Graziella De Anna

della Delegazione FISAR Pordenone

La Fisar di Pordenone partecipa a “Cucinare. Per piacere, per mestiere”

Carlo Cracco e sommelier Fisar pordenone

Page 89: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

87Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 3 87

fin amiglia

Le Delegazioni di Milano-

Duomo e Monza hanno

messo a disposizione la loro

consueta professionalità per la pre-

miazione del concorso “Talento cerca

Talento” promosso da Bisol in col-

laborazione con Affordable Art Fair,

presso la Design Library in Via Savona

a Milano.

Il concorso aveva lo scopo di avvicinare

Bisol ad un pubblico più giovane, alla

promozione dell’arte contemporanea

in Italia e alla creazione di una forma

d’arte enologica, nonché alla valoriz-

zazione del legame tra arte contem-

poranea ed impresa, come si spiega

nel bando del concorso. Così infatti,i

giovani artisti con età compresa tra i

18 e i 40 anni che hanno partecipato,

avevano il compito di creare un trittico

inedito che si accosti ai motivi dell’eti-

chetta di uno dei vini che rappresen-

ta l’eccellenza di Bisol, il “Millesimato

Talento Metodo Classico”, prodotto

da uve Pinot Bianco, Chardonnay e

Pinot Nero con un affinamento di 3

anni sui lieviti.

I giudici insindacabili dell’evento sono

stati: Gianluca Bisol - direttore genera-

le dell’azienda Bisol Viticultori, Marco

Trevisan – Direttore della Affordable

Art Fair Milano e Federica Lasi insieme

a Alex Natali – Designer per la comu-

nicazione visiva di Bisol.

Abbiamo avuto quindi il piacere di

poter allietare l’evento, per mano

dell’esperto Sommelier Matteo

Scianni, riservato esclusivamente ai

giornalisti e critici servendo “Vigneti

del Fol - Valdobbiadene Prosecco

Superiore D.O.C.G.” naturalmente di

produzione Bisol.

Durante l’evento alla presenza pro-

prio del direttore dell’Affordable Art

Fair Marco Trevisan, che ha tenuto

un discorso, si è svelato il vincitore

tra i finalisti: Enrica Contran, Daniele

Fabiani, Melania Tombari, ed è stata

proprio l’opera proposta dal secon-

do a vincere il premio messo in palio

cioè una somma di denaro di 1.000

€, 12 bottiglie di Riserva Brut, e un

week-end per due persone a Venissa.

Nella foto possiamo quindi vede-

re insieme al nostro Sommelier, la

Responsabile per le relazioni esterne

di Bisol Michela De Bona, il vincitore

del concorso “Talento cerca Talento”

Daniele Fabiani e di sfondo l’etichetta

vincitrice.

Notizia inviata da Piero Milo della

Delegazione FISAR Milano-Duomo

Le delegazione di Milano-Duomo e Monza a “Talento cerca Talento”

Page 90: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

8888

fin amiglia

FISAR di Pisa e Litorale alla scoperta del Brunello di Montalcino

La FISAR di Pisa e Litorale, nel-la persona di Davide Mustaro, ha organizzato in collaborazio-

ne con il Consorzio del vino Brunello di Montalcino, all’interno del viaggio sulle tipicità italiane dei vini, un laboratorio di approfondimento sul Brunello con una degustazione di sei vini, guidata dal direttore del Consorzio Stefano Campatelli.Il Consorzio del Vino Brunello di Montalcino è nato nel 1967, all’indo-mani del riconoscimento della D.O.C., come libera associazione fra i produt-tori intenzionati a tutelare il loro vino ed a valorizzarne le caratteristiche. Esso ha quindi favorito la nascita di un tessuto produttivo fatto di aziende vecchie e nuove, piccole e grandi, uni-te da intenti comuni di rispetto della natura e aspirazione all’alta qualità del vino. Non si conosce bene l’origine del nome Montalcino, alcuni ritengo-no che derivi da Mons Lucinus, mon-te dedicato alla dea romana Lucina

(Giunone). Altri invece, ed è opinione maggiormente accettata, collegano il Mons Ilcinus (monte dei lecci) alla forte presenza di lecci nella zona, tra l’altro, nello stemma del comune di Montalcino, è visibile un leccio sopra tre monti. La vocazione del territorio di Montalcino a produrre vini di grande qualità è conosciuta da oltre duemila anni come attestano ritrovamenti ar-cheologici risalenti all’epoca etrusca. Nel Medioevo gli statuti comunali rego-lavano l’inizio della vendemmia e sulla bontà del vino prodotto esistono nu-merose testimonianze tra le quali quel-le di Blaise de Montluc (1553), del bo-lognese Leandro Alberti, dell’auditore granducale Bartolomeo Gherardini e non ultimo Charles Thompson (1744). La nascita del Brunello risale all’Otto-cento quando si iniziò a sperimentare la produzione di un vino rosso con le uve di una vite chiamata “Brunello” o “Brunellino” che verso la metà del se-colo viene identificata come una varie-

tà del Sangiovese: uva molto pregia-ta perchè capace di produrre vini da lungo invecchiamento, cioè vini rossi di altissimo pregio. Il padre precurso-re del Brunello di Montalcino è stato certamente Clemente Santi che si prodigò in maniera instancabile a mi-gliorare il prodotto tanto da ottenere nel 1869 in premio, per un suo vino scelto del 1865, la medaglia d’argento dal Comizio Agrario di Montepulciano. Fu l’inizio di molti altri riconoscimenti internazionali da Parigi a Bordeaux. Per molti anni il Brunello resta una ra-rità destinata a pochi raffinati, finchè nel 1966 esso non diventa un prodot-to DOC e l’anno seguente si istituisce l’omonimo consorzio. Nel 1980 arriva la prima DOCG e da quel momento tutte le sue bottiglie vengono chiuse dal contrassegno di Stato. La zona di produzione dei vini di Montalcino è solamente all’interno del Comune, un comprensorio di 24.000 ettari dei quali solo il 15% coltivato a vigneti: i confi-ni ricordano vagamente un quadra-to e sono limitati dai fiumi Ombrone, Asso e Orcia. La collina ha differenti ambienti pedologici, essendosi forma-ta in ere geologiche diverse. I terreni bassi sono formati dal trasporto di de-triti, mentre salendo si arricchiscono di scheletro, riducendosi lo strato at-tivo poiché i suoli si sono formati dalla decomposizione di rocce originarie, in particolare galestro e alberese. Il disci-plinare impone una produzione massi-ma per ettaro di 80 quintali di uve per ottenere 52 hl/ha di vino e regola l’im-missione in commercio, che avviene

Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 3

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89Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 3 89

fin amiglia

il 1° gennaio del quinto anno dopo la vendemmia. In questo intervallo il vino deve trascorrere almeno 2 anni in bot-te di legno e almeno quattro mesi di affinamento in bottiglia che diventano sei mesi per il “riserva” che però en-tra in commercio l’anno successivo. Attualmente i produttori imbottigliatori sono 208. La degustazione guidata ha preso in esame solo DOCG. Sei le aziende scelte: Scopone, Fattoi Ofelio e figli, Castiglion del Bosco, Le Chiuse, Poggio Salvi e Corte dei Venti. I conve-nuti hanno disquisito sulle caratteristi-che organolettiche dei vini, analizzan-do e valutando attentamente le qualità olfattive e degustative, osservando le differenziazioni visive ed il retrogusto, gli aromi ed i sapori che variano, oltre che in relazione alle modalità di lavora-zione, anche in rapporto alla posizio-

ne dei vigneti sui diversi terreni ed alla quota altimetrica. Un laboratorio che ha approfondito gli aspetti meno noti di questo Brunello, contribuendo ad una conoscenza più larga e puntuale di un prodotto di vera eccellenza del territo-rio toscano. Al termine un liberatorio applauso è stato tributato al direttore del Consorzio in rappresentanza dei produttori che hanno permesso, con la loro sapienza e la loro passione al lavoro, di provocare emozioni e sen-sazioni veramente uniche, attraverso i vini, a tutti i partecipanti. Interessante la presenza di una produttrice, la sig.ra Tessie Baijens Genazzani, olandese, che avendo conosciuto Montalcino, decise di trasferirsi nel Bel Paese ac-quistando nel 1992 una casa di cam-pagna e l’anno seguente di iniziare l’avventura enoica fondando l’azienda

vinicola Scopone. Una testimonianza, la sua, sulla validità del laboratorio di degustazione che ha definito serio ed approfondito, complimentandosi sia con gli organizzatori che con la pla-tea per il livello degli interventi. Al ter-mine il Delegato Mariacristina Messina e Davide Mustaro, responsabile dei “Laboratori” hanno consegnato il tradizionale gagliardetto a Stefano Campatelli, direttore del Consorzio del Brunello di Montalcino a ricono-scimento del lavoro profuso in Italia e all’estero per la promozione non solo dei terroir, ma soprattutto di una cul-tura enoica, storica e essenzialmente di un modello sociale espressione di usi e costumi consolidatisi nel corso di secoli.

Notizia inviata da Tiziano Taccola

della Delegazione FISAR Pisa e Litorale

La FISAR “Le due Valli” con la FIC a Marina di Cecina

Le Associazioni FISAR (Federazione Italiana Sommelier Albergatori e

Ristoratori) Delegazione “Le due Valli” di Cecina e la FIC (Federazione Italiana Cuochi) della Provincia di Livorno, hanno effettuato una cena promozionale per il rinnovo della partecipazione associativa, rivolta ai propri Soci. La serata è stata organizzata presso il “Locale Associato FISAR” Ristorante”L’Acqua Pazza “ di Marina di Cecina. I Cuochi della FIC, Mario Carta, Andrea Banchieri e un numeroso staff di cucina, hanno preparato e presentato piatti invitanti ed i Sommelier FISAR “Le due Valli” C.S. Martina Caroti, Roberto Burgalassi e

Raffaele Nesti, hanno scelto i vini in abbinamento ed effettuato il servizio di sala.Il Delegato Fisar “Le due Valli”, Sabino Caroti, ha consegnato ai Soci Alessandro Dughera, titolare dell’Hotel “I Ginepri” di Marina di Donoratico e Matteo Gani, titolare del Ristorante Pinzagrilli di Guardistallo la targa di

“Locale Associato Fisar”.Il Segretario provinciale della FIC, Carlo Rampone, ha portato i saluti del Presidente. La serata, grazie anche alla partecipazione di numerosissimi Soci FIC e FISAR, ai quali va il ns ringraziamento, è stata piacevolissima. Un ringraziamento particolare a Gino Buonocore, Patron del Ristorante “L’Acqua Pazza”, che per la buona riuscita della manifestazione ha messo a disposizione la struttura e le attrezzature.

Notizia inviata dalla

Delegazione FISAR “Le due Valli”

Page 92: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

9090 Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 3

fin amiglia

Il Comune di Pisa ha voluto ono-

rare la FISAR con una maestosa

cerimonia tenutasi nel magnifico

Salone dell’Udienza, all’interno del

Palazzo Istituzione Cavalieri di Santo

Stefano, che si affaccia sull’omonima

piazza pisana, una volta centro pul-

sante di tutto il potere politico e milita-

re della Repubblica Marinara Pisana.

La manifestazione è stata fortemente

voluta dal vice-sindaco Paolo Ghezzi.

L’idea è nata a novembre 2012, alla

premiazione dei Pisani più Schietti, in-

torno alla tavola imbandita dove si de-

gustavano i vini premiati. Come sem-

pre accade nelle occasioni in cui la

“tavola” è il centro dell’attenzione e la

mente si libera delle preoccupazioni e

dei fardelli, Ghezzi ha voluto conosce-

re la storia della FISAR e grande inte-

resse ha suscitato in lui l’aver appreso

che proprio sul territorio pisano è stata

costituita formalmente con atto del 27

marzo 1972. Da qui la promessa di un

riconoscimento ufficiale del Comune

per i meriti acquisiti nei 40 anni di at-

tività, promessa, oltre che mantenuta,

ampliata ad un convegno centrato

sulle tematiche inerenti il mondo enoi-

co dal titolo: “La ricerca della qualità

del prodotto enologico per combat-

terne l’abuso” al quale sono interve-

nuti Graziella Baracchini Muratorio,

neuropsichiatra infantile, Claudio

D’Onofrio, responsabile del laborato-

rio di ricerche viticole ed enologiche

della Facoltà di Agraria dell’Università

di Pisa e Giancarlo Binelli Consigliere

del Collegio dei Probiviri in rappresen-

tanza del Presidente Nazionale Fisar

Mario Del Debbio, assente per la clas-

sica infuenza di stagione, e la delegata

provinciale Maria Cristina Messina. A

fare gli onori di casa, naturalmente, il

Vice-sindaco Ghezzi che ha aperto la

manifestazione illustrando le decora-

zioni artistiche della sala, con le pa-

reti completamente dipinte da Pietro

Paolo Lippi e Antonio Giusti con temi

marinareschi e la bellezza del soffit-

to intagliato, dorato e dipinto con le

Virtù cardinali di Ventura Salimbeni.

Oggi al centro del soffitto della sala

si trova il Trionfo di Santo Stefano di

Giovanni Camillo Gabrielli, che sosti-

tuì il Trionfo di Pisa, sempre opera del

Salimbeni, dopo che l’edificio diven-

ne di proprietà dell’Ordine. La paro-

la è passata quindi agli ospiti per gli

approfondimenti relativi al convegno.

Sono stati toccati i problemi legati

agli abusi dell’alcol, specialmente tra

i più giovani, e valorizzate le funzioni

dell’insegnamento al bere corretto nel

panorama delle oltre 5000 varietà di

vitigni stimati presenti nel mondo, di

cui circa la metà sono solo in Italia.

La facoltà di Agraria di Pisa, che può

vantare di essere stata la prima e più

datata del mondo intero, ha cataloga-

to circa 1000 aromi diversi dei frutti

derivati dalla viticultura, che è nata

circa 6-7 mila anni fa. Molta emozio-

ne tra il numeroso pubblico di fisariani

hanno suscitato le parole di Giancarlo

Binelli, che ha ricordato la nascita a

Pisa della Federazione che elesse pri-

mo presidente il commendatore Tullio

Venturini, titolare dello storico albergo

“Villa Kinzica”, dove fu stabilita la sede

sociale. Allora la denominazione era

Federazione Italiana Sommelieri tra

Albergatori e Ristoratori, proprio a si-

gnificare il taglio italiano del ruolo che

dovevano avere i Sommelieri. Oggi il

sostantivo ha ripreso la forma interna-

zionale e quel ”tra” è stato soppresso.

Gradito l’intervento di Umberto Ascani,

cofondatore, che ha ricordato un al-

tro grande presidente: Luigi Sestini

titolare del ristorante “Rustichello”, al

quale succedette Pianegiani, che al-

lora conduceva l’hotel “Arno”. Altro

nome non meno importante quello di

Luciano Chiti, ideatore della strada del

vino delle Colline pisane e del Chianti

delle Colline pisane, che proprio po-

che settimane fa è stato onorato con

l’inaugurazione della Galleria a lui de-

dicata nel Palazzo Blu. La delegata

Maria Cristina Messina ha contribui-

to a tenere alto il livello dell’emotività

percorrendo in modo sintetico, ma

molto toccante la storia dell’associa-

zione e degli uomini che hanno dato

spassionatamente il loro contributo.

Come non ricordare Lido Tridenti, pi-

sano doc, prima segretario e succes-

sivamente Presidente, che ha forte-

mente innovato la Fisar costruendola

regione per regione per consacrarla in

una dimensione nazionale di prestigio

e formando la figura del Sommelier

professionalmente all’avanguardia.

A Pisa si ricordano i 40 anni della FISAR

Page 93: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

91Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 3 91

fin amigliaUn ringraziamento anche per l’Asso-

ciazione Cuochi Pisani, rappresentata

da Piero Pampana e per l’Accade-

mia della Cucina, rappresentata da

Umberto Moschini, oltre che per la

loro presenza, anche per la proficua

collaborazione che da sempre, in una

sinergia costante, permette la realizza-

zione di eventi enogastronomici nella

nostra città. Quindi ha preso la parola

l’anfitrione, il vice-sindaco Ghezzi che

ha avuto parole di elogio per tutti quelli

che hanno contribuito, e che tutt’ora

contribuiscono, al perdurare della vita

della Fisar, perchè questa associa-

zione assolve ad importanti funzioni

nella società, come quella dell’edu-

care al gusto ed ai sensi per l’inse-

gnamento del bere bene e misurato,

alla cultura degli abbinamenti enoga-

stronomici, alla conoscenza dei vini

e punto di riferimento dei produttori,

a creare eventi che contribuiscono al

miglioramento dei prodotti enoici per

l’eterna gara di assalto e penetrazione

nei mercati nazionali ed internaziona-

li, sottolineandone quindi l’importan-

za economica e promotrice di nuove

occasioni di occupazione. Anche per

queste motivazioni si è ritenuto giusto

consegnare un riconoscimento uffi-

ciale sia alla FISAR nazionale che alla

Delegazione Pisana e premiare con

una targa tutti i partecipanti all’inte-

ressante convegno. Quindi ha invitato

tutti al buffet per il brindisi con spu-

mante rigorosamente pisano ricavato

da uve di Trebbiano di San Miniato.

Notizia inviata da Tiziano Taccola

della Delegazione FISAR Pisa e Litorale

Nella foto da sx: Claudio D’Onofrio, Graziella Baracchini Muratorio, Giancarlo Birindelli, Paolo Ghezzi, Maria Cristina Messina, Umberto Ascani e Piero Ristori

Page 94: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 39292

fin amiglia

La Delegazione di Lucca e Garfagnana consegna gli attestati

Venerdì 22 marzo, nell’elegante e accogliente risto-

rante “La Cantina delle Pianacce” a Ghivizzano-

Coreglia Antelminelli, locale associato F.I.S.A.R,

si è svolta la cena di fine corso. Il Delegato Piero Giampaoli,

assistito dal Segretario Roberto Toschi e dai Consiglieri

Luca Lugli e Pierluigi Michelini, ha consegnato gli attesta-

ti di partecipazione al corso di 1° livello ai seguenti cor-

sisti: Mazzola Maria Grazia, Bartolomei Andrea, Di Simo

Andrea, Carminati Alessio, Da Prato Zeno, Mei Lucia,

Angeli Martina, Coli Angela, Bertoli Elisabetta, Bertoli

Alessio, Lombardi Domenico, Lovi Anna, Pioli Maurizio,

Battaglini Amedeo, Pioli Paolo, Santi Daniele, Mezzasalma

Lorena, Roventini Mario, Bandini Manuela, Bellandi Elso,

Turriani Giulio, Mordini Antonio, Martinelli Eva. La Cantina

delle Pianacce, considerato un tempio del Gusto, è stato

inaugurato nel dicembre 2011 ed è gestito egregiamente

con stile ed eleganza da Tiziana Vincenzi e dallo chef plu-

ripremiato Mariano Rapaioli che abilmente prepara sempre

piatti nuovi della cucina tradizionale lucchese e garfagnina.

Nella loro cucina entrano solo prodotti genuini; la pasta è

fatta a mano ogni giorno ed il pane artigianale è lievitato

con pazienza ed è ottenuto dal lievito madre. Il menù del-

la serata, iniziato con uno sfizioso aperitivo, è proseguito

con Soufflè al formaggio di fossa con cruditè, ravioloni di

zucca gialla su pomodorini pachino e pinoli, pappardelle in

salsa ceci su ragù di cervo e trilogia di carni nelle diverse

cotture con verdure in tempura, patate tostate e sformato

di finocchietti, dolce e caffè. Il tutto accompagnato dagli

ottimi vini della Cantina Tolaini di Castelnuovo Berardenga-

Siena: Tolaini “Al Passo” IGT Toscana 2009, Tolaini Chianti

Classico Riserva DOCG 2009, Tolaini Valdisanti IGT

Toscana 2008 serviti dagli esperti sommelier Fisar, co-

ordinati dal capo servizio Claudia Ferroni. Rolando Bellandi

dell’Antica Norcineria di Ghivizzano-Coreglia Antelminelli è

stato un gradito ospite della serata. La cena è stata sug-

gestiva e ricca di emozioni, ed i corsisti, accompagnati da

parenti ed amici, si sono salutati con l’intenzione di riveder-

si al corso di 2° livello.

Notizia inviata da Toschi Roberto

della Delegazione FISAR Lucca-Garfagnana

Page 95: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

93Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 3 93

fin amiglia

A Pisa la consegna degli Attestati di 2° Livello

Ai corsisti del secondo livello è stato consegnato l'attestato durante la tradizionale cena

di festeggiamento per la cerimonia, organizzata dal direttore del corso Barbara Poli. Una serata all'insegna dell'allegria tipica di queste situazioni che il succulento menu proposto dallo chef, nonché proprietario, Carmine Io-vine, ha reso interessante e piacevole al contempo e dove la saletta del risto-rante La Buca ha permesso una certa intima libertà, risultata propiziatrice di un clima amichevole che ha sciolto il formale rapporto insegnante- allievo. Dopo la nutrita fantasia di antipasti, Gamberone gratinato (eccezionale), Cozza ripiena, Tortino di pesce spada, Carpaccio di salmone fresco e cac-ciucchino su crostino, si è passati ai due primi piatti: Risotto alla pescatora e Paccheri alle triglie. Ottimo il risotto con i profumi del Tirreno e mantecato al punto giusto, mentre si è disquisito sulla delicatezza del sugo di triglia che si perdeva in bocca nella pienezza del pacchero al dente: per molti, forse, un tagliolino avrebbe esaltato maggior-mente la triglia. Mentre sulla fantasia è stato servito un Prosecco Valdob-biadene Superiore, il Valdo Cuvée 1926 11°, l'abbinamento con i primi sono stati abbinati nell'ordine con il Contrada di San Felice (Trebbiano e Chardonnay) e lo Steccaia dell'Az. La Regola (vermentino 85% resto Sauvi-gnon). Una ricca Grigliata mista di pe-sce, Scampo, Gamberone, Totano e

Filetto d'Orata ha deliziato i palati dei convenuti le cui papille gustative sono state ripulite dal Tonfo De'Massi, DOC Montescudaio della fattoria Santa Maria, ottenuto da uve di Trebbiano, Malvasia e Vermentino la cui vinifica-zione in bianco con separazione delle bucce e controllo della temperatura tra i 18 e 20 gradi centigradi produce una gradazione di 14,5° donando al vino corpo e sapidità, un sapore as-sai asciutto, dalla giusta acidità e con sentori netti e delicati di frutta bianca. Come dessert, al tradizionale gelato di Cantuccini della Casa, è stato aggiun-to un gustoso krafen alla crema guar-nito da cioccolato caldo. Il servizio vini è stato ottimamente espletato dal sommelier FISAR Andrea Somigli che ha terminato con il classico Vin Santo. Il momento didattico è stato gestito da Fabrizio Macchia che ha illustrato, col suo modo garbato ed allegro, le

caratteristiche dei tre vini di portata. Al

termine il delegato Mariacristina Mes-

sina, Barbara Poli e Fabrizio Macchia,

dopo aver elogiato gli apprendisti

Sommeliers ed illustrato le aspettative

cui sono chiamati per la specializzazio-

ne col terzo corso, hanno proceduto

alla consegna delle pergamene. Il de-

cano Angelo Bacci, oltre agli auguri di

rito, ha voluto ricordare come la figura

del Sommelier vada intesa come un

vate che ci dona sapientemente il suo

nettare, rendendo quasi mistico l'atti-

mo della degustazione e la graditudi-

ne di cui va gratificato per l'atmosfera

che riesce a creare. Questi i promossi:

Vincenzo Armenante, Giovanni Luigi

Cossi, Vittorio Faluomi, Carlo Franchi,

Renzo Gori, Antonio Malvoldi, Moreno

Ruberti, Valter Salvioli, Chiara Carmen

Scordari, Salvatore Sempito, Claudia

Togea e Salvatore Tortorella.

Notizia inviata dalla Delegazione FISAR di Pisa e Litorale

Page 96: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 3

A VINITALY BUYER INTERNAZIONALI IN AUMENTO SODDISFATTI GLI ESPOSITORI

Un’edizione che per gli espositori è andata oltre le più rosee aspettative vista anche l’aria di crisi

che si respira sul mercato interno. Giudizi positivi anche dagli operatori esteri,

con Europa e Cina in grande evidenza.I commenti di alcuni buyer russi e cinesi presenti alla rassegna.

“”

Servizio Stampa Veronafiere

94

Bilancio in attivo per Vinitaly 2013 con il suo

150.000 visitatori (+6% rispetto al 2012)

dei quali 50.000 esteri (+10%), ma so-

prattutto per gli oltre 4.200 espositori che

hanno avuto contatti business oltre le più rosee

aspettative.

“Un Vinitaly positivo, con tanti operatori italiani.

Parecchi i contatti nuovi con operatori cinesi,

russi e brasiliani, che sono i Paesi che ci interes-

sano a breve-medio termine. Ma questa edizione

del salone è stato anche ricco di iniziative, sia di

convegni che di incontri tecnici e finanziari”.

Page 97: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 3 95

A dirlo Rolando Chiossi, vicepresidente di Giv e di

Cantine Riunite Civ, cui fa eco Francesco Zonin,

vicepresidente Cantina Vinicola Zonin, per il qua-

le quello di quest’anno è stato un ottimo Vinitaly,

che ha dato positività al settore. “Molti gli opera-

tori dalla Cina – ha continuato Zonin – , speriamo

che sia un’opportunità per esportare in que-

sto grande mercato dove l’Italia è ancora poco

presente”.

Non si aspettava tanto entusiasmo Anna Abbona,

proprietaria di Marchesi di Barolo: “Un grande

Vinitaly, dove anche l’Italia ha dimostrato di re-

agire al momento. Noi abbiamo consolidato i

rapporti con i nostri buyer, ma siamo anche riu-

sciti a completare i contatti in alcuni mercati che ci

interessavano, come Francia, Giappone, Cina,

Singapore, Thailandia, Kazakistan, Russia,

Ucraina.

Bene la Cina, perché ci sta dando l’entusiasmo di

cui abbiamo bisogno in questo momento, con il

loro interesse per il vino italiano. L’appeal dell’Ita-

lia è proprio nei nostri prodotti unici e tipici, che

sono un punto di attrazione da valorizzare. Eventi

come quello di Vinitaly ci danno un bell’aiuto.

Molti appuntamenti anche per Planeta: “L’estero

continua a tirare – ha dichiarato Alessio

Planeta, proprietario e amministratore dell’omo-

nima azienda vitivinicola. Molti i buyer europei

specialmente da Gran Bretagna, Germania,

Svizzera, Centro ed Est Europa”.

Un Vinitaly oltre le aspettative per Luca Rigotti,

presidente del Gruppo Mezzacorona, “e

nonostante la crisi la risposta degli operatori è

stata importante, con molti esteri e molti addetti ai

lavori. Questo – ha proseguito Rigotti – ci ha

permesso di implementare ulteriormente i nostri

contatti anche nei Paesi dove siamo già presenti.

Mi pare ci sia stata più gente dello scorso anno,

quindi Vinitaly si conferma evento molto impor-

tante”.

Contenta di questa edizione di Vinitaly Albiera

Antinori, vicepresidente di Marchesi Antinori, “che

ha rinfrancato lo spirito anche riguardo al mer-

cato italiano. Abbiamo visto operatori provenienti

un po’ da tutto il mondo, meno dall’Asia, ma noi

siamo molto soddisfatti”.

A Vinitaly contatti, ma anche attività commer-

ciali, con Pietro Mastroberardino, dell’omonima

azienda vinicola – che ha affermato: “Alcuni

importatori hanno raddoppiato le previsioni di

fatturato per quanto riguarda le nostre referen-

ze anche in alcuni mercati europei come la Gran

Bretagna”.

Molti i contatti e le occasioni di business anche

sul fronte dei buyer esteri a Vinitaly: oltre a quelle

provenienti dall’Europa, si sono distinte le presen-

ze da Russia e Far East, con Cina in testa, seguita

dal Giappone.

Tra gli importatori cinesi, Edward Liu, titolare di

SinoDrink, specializzato in vino italiano con 50

aziende in portafoglio, ha dichiarato: “Il vino ita-

liano piace e l’apertura di molti ristoranti italiani in

Cina può dare una mano alla sua diffusione. Servono

però iniziative di promozione mirate, tasting

e traduzioni di libri sul vino per allargare il mer-

cato”.

L’importatore russo Andrey Golovchenko,

di PPPUDP-Product Supply Enterprise of

Administrative Department of the President

of the Russian Federation, che rifornisce

l’amministrazione russa ma anche distributori pri-

vati, ha spiegato: “A Vinitaly ho incontrato una

cinquantina di cantine, grandi e piccole realtà.

Era la mia prima visita alla manifestazione con

l’obiettivo di raccogliere un portafoglio di 500-

600 vini italiani di tutte le fasce di prezzo”.

È rimasta decisamente “impressionata” da

Vinitaly Janet Wang responsabile sviluppo

internazionale di Tmall, primo sito web b2c del

retail in Cina: “Tutti i grandi protagonisti del vino

italiano erano presenti ed è stata una grande oc-

casione per conoscerli personalmente ed iniziare a

stabilire contatti per favorire nuovi business tra

Italia e Cina”.

Prima volta a Vinitaly, invece, per Jared Liu, am-

ministratore delegato e fondatore di YesMyWine,

il più grande sito di e-commerce in Cina: “L’ho

trovata una Fiera di prim’ordine nel panorama

mondiale – ha commentato –. A partire da

oggi il vino italiano sarà protagonista in Cina.

Lanceremo da subito uno speciale dedicato ad

alcuni dei produttori presenti ad OperaWine”.

Page 98: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

Il Sommelier Maggio-Giugno 2013 • n. 396

Abbiamo appena concluso il Vinitaly, salone internazionale del vino svoltosi a Verona, che ci ha visto impegnati in quei giorni con tut-

ta una serie di attività, di cui siamo stati protagonisti assoluti. Abbiamo iniziato i festeggiamenti dei 30 anni della nostra rivista Il Sommelier, ospiti nello stand del-la Carpenè Malvolti, per poi allietarci il palato con la degustazione organizzata dalla Fisar in Rosa, coor-dinata dal Consigliere Nazionale Luisella Rubin, “Vini Passiti Italiani ...che Passione!”. Successivamente ci siamo trovati di fronte ai produttori dei Balcani, riuni-ti per la prima volta, tutti insieme nella degustazione “il Vino come strumento di aggregazione fra i popo-li”, organizzata dal nostro Fisar Ambassador Roberto Rabachino e LVIA (ong Italiana che opera in Albania). Il nostro Salotto del Vino, attivo con più appuntamen-ti quotidiani, dove si sono alternati diversi Consorzi di Tutela del Vino, in questo spazio a loro dedicato, si sono affrontate tematiche riguardo l’impegno che i Consorzi mettono nella propaganda del vino stesso in Italia e all’Estero, alternato con piacevoli degustazioni a rappresentanza dei consorzi stessi. Momenti intensi e sentiti da tutti i nostri associati, i quali sono stati vera-mente tanti manifestando il loro entusiasmo con la loro presenza attiva a tutti gli eventi organizzati. Dopo pochi giorni ci siamo ritrovati a Firenze per l’ap-provazione del Bilancio 2012 e per la Riunione Annuale dei Delegati, forte presenza anche qui, segnale impor-tante che ci gratifica per gli sforzi che stiamo facendo per dare alla Fisar quell’immagine dinamica e attiva, di cui siamo fortemente sostenitori.

I temi trattati durante la riunione dei Delegati sono fon-damentali per questi cambiamenti in atto, la relazione del nostro CTN ci permetterà di portare avanti i pro-getti che abbiamo definito, dando così grosse oppor-tunità di crescita a tutti i nostri soci, dove il corso per aspiranti sommelier diventerà solo il primo gradino di formazione necessaria, per poi proseguire con percor-si sempre più professionalizzanti ed incisivi per la cre-scita eno-culturale di ognuno di noi. I temi che ho prospettato nella mia relazione durante la Riunione dei Delegati ritengo che trattino questioni di rilievo per la nostra associazione, e sono certa che daremo il giusto valore, nei prossimi mesi, al proget-to di sviluppo territoriale che dovrà tenere presente e consolidare le realtà che già ci sono, dare un forte im-pulso per lo sviluppo delle grandi aree metropolitane e riappropriarsi di zone che in passato erano molto forti, per riportarle alla stessa importanza di un tempo.Vorrei inoltre sottolineare l’impegno che ai nostri Sommelier è costantemente richiesto, ed a cui non si sottraggono mai, coordinati dal Consigliere Nazionale Luigi Mastrocicco, vorrei dedicare un enor-me GRAZIE per gli eventi appena conclusi come il Vinitaly e l’Assemblea Nazionale, e anche per le pros-sime manifestazioni, che ci vedranno impegnati con Slow Fish a Genova, Wine Town a Firenze, la Golf Cup Italia che si svolgerà su tutto il territorio nazionale, e al Festival della Melodia, manifestazione a carattere in-ternazionale che ci vede presenti per la prima volta a partire da questa edizione.

Abbiamo appena concluso il Vinitaly, salone internazionaledel vino svoltosi a Verona, che ci ha visto molto impegnati

in quei giorni con tutta una serie di attività, di cui siamo stati protagonisti assoluti.

“”

L’impegno e la costanzala segreteria Comunica - di Claudia marinelli

per scrivere al Segretario Nazionale:[email protected]

http://slowfish.slowfood.it/ / http://www.winetown.it/ / http://golfitaliano.it/ / http://www.melodiadelvino.it/

Page 99: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

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dei più importanti eventi enogastronomici nazionali. In qualità di socio avrai diritto all’abbonamento gratuito a “Il Sommelier”, la rivista ufficiale della FISAR fondata nel 1983. La Segreteria Nazionale ed il tuo delegato sono a tua disposizione per ogni informazione.

F.I.S.A.R. Federazione Italiana Sommelier Albergatori Ristoratori

Via dei Condotti, 16 - 51017 Asciano Pisano S. Giuliano Terme (PI)

Tel. 050 857105 - Fax 050 856670e-mail: [email protected] - www.fisar.org

FEDERAZIONEI T A L I A N AS O M M E L I E R

Programma corsi fisar corsi Post qualifica

Corso di 1° livello

Corso di 3° livello

Corso di 2° livello

Mini Corso di avvicinamento al vino Cinque incontri per amarlo in tutti i sensi

Le funzioni del sommelierFisiologia dei sensiAnalisi SensorialeViticolturaEnologia (vinificazione bianchi)Enologia (vinificazione rossi e rosati)Enologia (spumanti)Enologia (vini speciali)Enologia (alterazioni, difetti e malattie)Legislazione vitivinicolaI distillatiLa Birra e le altre bevandeTEST FINALE

AlimentazioneMetodologia dell’abbinamento-successione dei vini e dei cibiGli antipastiI primi piatti, le salse, i condimentiIl pesceLe carniLe verdure, i funghi, i tartufi I formaggiI dolciLezione riepilogativaCucina del territorioESAME FINALE

piemonte, Valle d’Aosta, LiguriaLombardia, Trentino-Alto Adige, Emilia-RomagnaVeneto, Friuli-VeneziaGiulia Toscana, Umbria Marche, Lazio, Abruzzo, Molise Campania, puglia, Basilicata Calabria, Sicilia, SardegnaFrancia (Champagne, Borgogna, Alsazia)Francia (Bordeaux, Loira, Sud ovest) Francia (Rodano, provenza, Linguadoca, Rossiglione, Corsica) e portogallo Spagna, Germania e resto dell’EuropaLe Americhe oceania e AfricaTEST FINALE

TATTO prima che sia vino: Le uve - I Vigneti - Le vinificazioniVISTA Bianchi Rossi Rosati:Tre colori mille sfumatureOLFATTO Un fiore nel bicchiere:Un calice colmo di profumiGUSTO I Sapori del vino: Terroir e TradizioneUDITO Quando il vino é conversazione: Saperlo scegliere saperlo abbinare

fis@r newsla chiocciolina che informa

Corso comunicazione e degustazione (C&D)

Albo dei Direttori di Corso Sommelier Fisar (DCSF)

Relatore Fisar

Degustatore ufficiale Fisar

Albo Sommelier attivi

In questo corso, riservato ai soli soci sommelier, ven-gono approfondite le tematiche legate alla degusta-zione ed illustrate le tecniche per una corretta comu-nicazione. Al termine di questo corso i partecipanti ricevono un attestato di partecipazione che da’ diritto di accedere ai corsi per le qualifiche superiori.

I Sommelier in possesso dell’Attestato di partecipa-zione ai Corsi C&d possono accedere a questo Albo seguendo il Corso predisposto in collaborazione con il CTN. L’iscrizione è subordinata al superamento dell’esame finale.

I Soci Sommelier in possesso dell’Attestato di par-tecipazione ai Corsi C&d possono richiedere l’iscri-zione all’Albo Relatori. L’iscrizione è subordinata al possesso di titoli specifici o al superamento di una prova di esame da sostenersi di fronte ad apposita Commissione. Le Sessioni di Esame sono calendariz-zate periodicamente dalla Sede Nazionale.

possono accedere a questi corsi i Soci Sommelier in possesso dell’Attestato di partecipazione ai Corsi C&d. A superamento della prova di esame finale vie-ne rilasciata la qualifica di degustatore Ufficiale.

Sei un Sommelier FISAR? Richiedi l’iscrizione nell’Albo dei Sommelier attivi ad accedi alla possibili-tà di partecipare ai servizi di Sommelier sia di caratte-re nazionale che locale. Negli ultimi anni i Sommelier della FISAR hanno curato il servizio dei vini in impor-tanti manifestazioni come la presentazione Guida Vini Espresso, l’Enoteca del Salone del Gusto, la presen-tazione Guida Slow wine e tanti tanti altri. Non perde-re l’occasione di essere tu stesso un protagonista del mondo del vino.

Page 100: Il Sommelier n. 3 maggio giugno 2013

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