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anorama - European Commission · 2016. 2. 22. · Tra il 2014 e il 2020, i Fondi strutturali e di...

Date post: 21-Aug-2020
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▶Il sostegno della politica di coesione alla crisi migratoria ▶Il Fondo europeo per gli investimenti strategici ▶Promuovere l’Agenda urbana europea ▶Attuare la politica d’investimento dell’UE Impatto e benefici dei Fondi strutturali e di investimento europei anorama [ INVERNO 2015 No. 55 ] inforegio Politica regionale e urbana
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▶ Il sostegno della politica di coesione alla crisi migratoria

▶ Il Fondo europeo per gli investimenti strategici

▶ Promuovere l’Agenda urbana europea

▶ Attuare la politica d’investimento dell’UE Impatto e benefici dei Fondi strutturali e di investimento europei

anorama[INVERNO 2015 ▶ No. 55]

inforegio

Politicaregionalee urbana

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▶20

Questa rivista è stampata in inglese, francese, tedesco, bulgaro, greco, spagnolo,italiano, polacco e romeno su carta riciclata. La pubblicazione è inoltre disponibileonline in 22 versioni linguistiche al seguente indirizzo:http://ec.europa.eu/regional_policy/it/information/publications/panorama-magazine/

I contenuti di questo numero sono stati completati nel mese di dicembre 2015.

AVVISO LEGALE Né la Commissione europea né alcuna persona operante a nome della Commissione è responsabile dell’uso che possa essere fattodelle informazioni contenute nella presente pubblicazione o di eventuali errori che potrebbero essere presenti nonostante l'accurataredazione e verifica. La presente pubblicazione non rispecchia necessariamente le opinioni o la posizione della Commissione europea.

Lussemburgo: Ufficio delle pubblicazioni dell’Unione europea, 2015

ISSN 1725-8324

© Unione europea, 2015

Riproduzione autorizzata con citazione della fonte (*) I diritti per le immagini interessate sono stati concessi esclusivamente per l’utilizzo nella rivista Panorama (numero 55) e non per altri scopi; la riproduzione delle immagini è consentita esclusivamente nell’ambito dell’edizione n. 55 di Panorama e per le versioni nelle altre lingue, ma non per altri fini.

Per l’utilizzo o la riproduzione di materiale di terze parti espressamente nominate protetto da diritto d’autore è necessario ottenere l’autorizzazione dei titolari dei diritti d’autore

Printed in Belgium

▶EDITORIALE .............................................................................................3Corina Creţu, Commissario europeo alla Politica regionale

SPECIALE▶LA NUOVA COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE ILLUSTRA I VANTAGGI CHIAVE DEI PROGRAMMI DI INVESTIMENTO 2014-2020 ....... 4-11

▶IL PIANO DI INVESTIMENTI PER L’EUROPA E I FONDI SIE .....................................................12-13

INTERVISTA▶COLMARE IL DIVARIO DEGLI INVESTIMENTI STRATEGICI IN EUROPA .......................................................14-16Wilhelm Molterer, Amministratore delegato, FEIS

▶CONCORSO FOTOGRAFICO 2015 «L’EUROPA NELLA MIA REGIONE» .....................................17

▶AGENDA URBANA DELL’UE ............................................18-19

▶LA CRISI MIGRATORIA E LA RISPOSTA DELL’UE ..............................................................................................20-21

▶I PROGRAMMI DEI FONDI SIE E IL SEMESTRE EUROPEO .......................................................22-23

▶CERIMONIA DI PREMIAZIONE DEL CONCORSO REGIOSTARS 2015 .....................................24-25

INTERVISTE▶BULGARIA: LA CRESCITA COSTANTE FA DIMENTICARE LA CRISI ECONOMICA ......................26-27Tomislav Donchev, Vice Primo Ministro▶GALLES: STIMOLARE LA CRESCITA E L’OCCUPAZIONE GRAZIE ALLA POLITICA DI COESIONE .................................................................................28-29Jane Hutt, Ministro delle finanze e delle attività governative

▶ERRIN – PROMUOVERE GLI ATTORI REGIONALI NEL PANORAMA EUROPEO DELLA RICERCA E DELL’INNOVAZIONE ...........................................................30-31

▶INTERREG COMPIE 25 ANNI .........................................32-34

▶CON PAROLE PROPRIE .......................................................35-37

▶STUDIO SULLA «GEOGRAFIA DELLA SPESA» ............................................................................38-40

▶NOVITÀ IN SINTESI ...............................................................41-43

▶PROGETTI...................................................................................... 44-47

▶PROGRAMMA ...................................................................................... 48

[ INVERNO 2015 ▶ No. 55]

▶42

▶24

Fotografie (pagine):: Copertina, pagine 2, 7 (Polonia): © Gdanska Infrastuktura Wodociagowo-Kanalizacyjna Sp. z o.o. (*)Pagine 2, 3, 4, 5, 8, 9, 10, 11, 24-25, 34, 41, 42, 43: © Commissione europeaPagine 6-7: Germania © Thinkstock; Ungheria © Ministero dell’economia nazionale; Bulgaria © Unione europeaPagine 13-20: © Unione europeaPagine 14-16: Wilhelm Molterer © BEI; Progetto Galloper © RWE Innogy; Forum © CCI de Région Nord de FrancePagina 17: 1 © Małgorzata Podstawa; 2 © Tomaž Varlec; 3 © Paraskevas GrigorakisPagina 18: Riga © EU2015.LVPagine 20-21: Germania © Lotsendienst; Portogallo © Servizio dei Gesuiti portoghesi per i rifugiatiPagine 26-27: © Consiglio dei Ministri della BulgariaPagine 28-29: © Governo del GallesPagine 30-31: © Michael Seidler/ERRINPagina 34: © Michael Cooper; Pagine 35-37: Polonia © Marian Zubrzycki/Fotorzepa; Danimarca © Jørgen Ploug; Repubblica ceca © Zdeněk Vaiz/Plzeňský kraj; Finlandia © Martti KomulainenPagina 38: ShutterstockPagine 41-43: EuroPCom© europaomdehoek.nl ; ITI © Thinkstock; Mont Saint-Michel © Prochasson Frédéric – Shutterstock; Lambert Van Nistelrooij © CDA EuropaPagine 44-47: Finlandia © Martti Komulainen; Francia © CHU Clermont-Ferrand – DRCI; Germania © Stadt Bremen; Romania © ModaTim SA

▶4Grazie al sostegno dei fondi SIE, l’impianto di depurazione situato nella parte orientale della città di Danzica, in Polonia, produce biogas e contribuisce a sensibilizzare sull’impiego dell’energia rinnovabile

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Tra le maggiori sfide che l’Unione europea ha dovuto affron-tare nel corso dell’ultimo anno, vi è sicuramente la crisi senza precedenti dei rifugiati. Sono stati profusi notevoli sforzi per alleviare le sofferenze dei migranti in arrivo negli Stati mem-bri ed è chiaro che la politica di coesione riveste un ruolo cruciale nel sostenere lo sviluppo di politiche di integrazione efficaci in materia di istruzione, occupazione, alloggi e lotta alla discriminazione.

La Commissione europea sta lavorando con gli Stati membri interessati dalla crisi per modificare i programmi dei Fondi strutturali e di investimento europei (fondi SIE) al fine di rispondere alle diverse situazioni di emergenza. L’Italia e la Grecia, che costituiscono i due principali punti di ingresso dei migranti, hanno previsto lo stanziamento di fondi a soste-gno della migrazione nei programmi del periodo 2014-2020. La Grecia, ad esempio, ha previsto il sostegno del FESR in tutti e 13 i programmi regionali. Il denaro sarà destinato alla costruzione, alla ristrutturazione e all’apertura di centri di accoglienza per i migranti. Per saperne di più, vedere lo speciale a pagina 20.

Qualora la crisi dovesse peggiorare, sarebbe possibile stan-ziare con immediatezza risorse aggiuntive provenienti dai fondi SIE a sostegno dei migranti e dei rifugiati, per predi-sporre ospedali mobili, realizzare opere di bonifica, fornire assistenza sanitaria o corsi di formazione.

Vantaggi dei programmi dei fondi SIE

Questo numero, inoltre, mette in evidenza i benefici concreti della politica di coesione dell’UE. Nello specifico, si concen-tra sugli investimenti che mirano ad avere un impatto sull’e-conomia europea e sulla vita dei cittadini, mobilitando ulteriori investimenti.Per il nuovo periodo di programmazione 2014-2020, sono stati stanziati 454 miliardi di EUR dal bilancio UE attraverso i fondi SIE, destinati all’attuazione di oltre 500 programmi nazionali e regionali e di 79 programmi di cooperazione interregionale. I programmi sono concepiti per stimolare la crescita sostenibile

Corina CreţuCommissario europeo alla Politica regionale

dell’economia europea. La recente comunicazione della Commissione europea sul contributo apportato dai fondi SIE alla strategia di crescita dell’UE, il piano d’investimenti e le pri-orità della Commissione per il prossimo decennio, illustrano e analizzano l’impatto, i risultati attesi e i benefici previsti degli investimenti a livello europeo in generale e per ciascun paese.

I fondi SIE costituiscono uno strumento lungimirante della politica d’investimento e sono in grado di affrontare le sfide attuali e quelle che l’Europa dovrà fronteggiare negli anni a venire. Ciononostante, il loro successo dipenderà in larga misura dalla buona governance e dal livello di efficienza mos t rato da l le ammin is t ra z ion i ne l l a ges t ione e nell’attuazione dei programmi.

Promuovere sinergie tra i fondi di investimento europei

Il Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS) è stato introdotto nell’ambito del piano Juncker per mobilitare finan-ziamenti privati destinati agli investimenti strategici in infra-strutture, innovazione e imprese, al fine di ridurre l’attuale carenza di investimenti che caratterizza l’UE.

Il FEIS può svolgere un ruolo cruciale nell’ottimizzazione dell’impatto dei fondi SIE e viceversa. Questi ultimi, infatti, contribuiscono al Piano di investimenti per l’Europa e inte-grano il FEIS in diversi modi. Il loro utilizzo congiunto può generare maggiori interventi basati sulla domanda in progetti innovativi per le infrastrutture e per i finanziamenti alle PMI che, a loro volta, potrebbero portare a un incremento della crescita, dell’occupazione e dell’innovazione in Europa. Nel prossimo futuro, la complementarità tra questi due fondi por-terà risultati positivi per il conseguimento degli obiettivi preposti.

▶EDITORIALE

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▶ LA NUOVA COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE ILLU-STRA I VANTAGGI CHIAVE DEI PROGRAMMI DI INVESTIMENTO 2014-2020

Tra il 2014 e il 2020, i Fondi strutturali e di investimento europei (fondi SIE) immetteranno una massa critica di investimenti in una serie di settori chiave prioritari dell’UE. A seguito della conclusione dei negoziati con gli Stati membri e le regioni sugli Accordi di partenariato e i programmi, la Commissione ha pubblicato una rela-zione sui benefici e sui risultati attesi dal principale strumento della politica di investimento dell’Europa.

Con una dotazione finanziaria pari a 454 miliardi di EUR per il 2014-2020, i fondi SIE si concentreranno sulle necessità reali dell’economia europea, sostenendo la creazione di posti di lavori e una serie di programmi volti a rimettere in moto l’economia in modo sostenibile.

I cofinanziamenti nazionali dovrebbero ammontare ad almeno 183 miliardi di EUR aggiuntivi, portando così il totale degli investimenti a una straordinaria cifra di 637 miliardi di EUR.

Ciò rende i fondi SIE una componente essenziale degli investimenti pubblici in diversi Stati membri, soprattutto alla luce della contrazione dei finanziamenti provenienti dai bilanci nazionali, diminuiti di circa il 15 % (in termini reali) tra il 2008 e il 2014. Il nuovo e migliorato strumento di investimento si concentra sul rendimento e sui meccanismi atti a garantire ottimi risultati in tutte le regioni d’Europa. In questo modo, le regioni meno sviluppate potranno recuperare il ritardo accumulato nella crescita e sfruttare al massimo il proprio potenziale, basandosi sulle risorse esistenti per trattare le priorità locali e soddisfare le esigenzeregionali in un contesto più ampio.

PRODOTTO INTERNO LORDO PRO CAPITE IN STANDARD DI POTERE D’ACQUISTO

PER LIVELLO NUTS-2, 2013Indice: % della media UE a 28, UE a 28 = 100

Fonte: Eurostat

< 50

50 – 75

100 – 125

>=125

75 – 90

90 – 100

▶SPECIALE

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354 300 nuovi posti di lavoro nelle PMI.

L’FSE aiuterà 10,1 milioni di disoccupati a migliorare le proprie chance di trovare lavoro.

29 370 nuovi posti di lavoro per ricercatori.

10 200 nuovi posti di lavoro nel settore della pesca e

dell’acquacoltura.

2,3 milioni di persone impiegate grazie ai fondi SIE.

3,9 milioni tra agricoltori e PMI rurali hanno beneficiato di corsi di formazione.

237 700 persone coinvolte in iniziative relative alla mobilità occupazionale e alla formazione.

2,6 milioni di persone inattive hanno ricevuto un sostegno grazie ai fondi

SIE.

Tra 2 e 2,5 milioni di persone svantaggiate beneficeranno dei fondi SIE.

OCCUPAZIONE, CREAZIONE DI POSTI DI LAVORO E FORMAZIONE

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Investimenti lungimiranti

I fondi SIE rappresentano una struttura ombrello che comprende cinque fondi distinti: il Fondo europeo di sviluppo regionale, il Fondo di coesione, il Fondo sociale europeo, il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca. Grazie al recente processo di riforme, i fondi SIE costituiscono ora uno strumento lungimirante della politica d’investimento, in grado di affrontare le sfide attuali e quelle che l’Europa dovrà fronteggiare negli anni a venire.

Nel corso del prossimo periodo di programmazione, i fondi SIE erogheranno investimenti in tutti gli Stati membri, in linea con le priorità stabilite dalla nuova Commissione Juncker, fornendo un sostanziale contributo alle priorità politiche stabilite da quest’ultima: il mercato unico del digitale, l’Unione dell’ener-gia e le politiche in materia di cambiamenti climatici, il mercato unico e la governance economica.

L’IMPATTO DEI FONDI UE

▼GERMANIAL’FSE può aiutare a cogliere le opportunità economiche e occu-pazionali fornite da Internet: all’Università di Dresda, le risorse dell’FSE hanno sostenuto il lavoro di alcuni giovani ricercatori attivi nell’ambito della ricerca e dello sviluppo di tecnologie dell’in-formazione. Il progetto RESUBIC LAB ha coinvolto 19 giovani ricercatori che si occupavano di sistemi ciber-fisici, dello sviluppo di software per la pianificazione dei processi decisionali e della realizzazione di architetture per sistemi di archiviazione cloud.▶PER SAPERNE DI PIÙ http://ec.europa.eu/esf/main.jsp?catId=46&langId=it&projectId=375

▼UNGHERIA«I’M LEARNING AGAIN», («Imparo di nuovo»), un progetto cofi-nanziato dall’FSE, offre alle persone non qualificate o scarsa-mente qualificate, la possibilità di migliorare la propria occupabilità mediante opzioni di formazione adeguate alle esi-genze economiche del paese. Alla fine del mese di gennaio 2015, 129 000 persone, compresi 34 000 Rom, avevano già completato con successo i moduli di formazione.▶PER SAPERNE DI PIÙ http://europa.eu/!Cu66cm

Lo scopo ultimo di tutti i fondi SIE è quello di stimolare la creazione di posti di lavoro, la crescita e gli investimenti in tutta Europa. In questo modo sarà possibile colmare i divari di sviluppo presenti tra le regioni, rendere le economie più solide e inclusive e, in generale, conferire maggiore omoge-neità territoriale all’Unione europea, una tendenza che era stata invertita dalla crisi finanziaria globale del 2008.

Oltre 500 programmi innovativi, definiti negli Accordi di par-tenariato con gli Stati membri, contribuiranno al raggiungi-mento degli obiettivi della politica UE, mobilitando risorse finanziare e migliorando le condizioni d’investimento. Sarà fornito un sostegno a più di due milioni di imprese per miglio-rarne la competitività, favorire lo sviluppo di prodotti, tro-vare nuovi mercati e creare nuovi posti di lavoro. Gli investimenti nelle infrastrutture aiuteranno gli Stati membri, in particolare quelli meno sviluppati, a incrementare la com-petitività del loro contesto imprenditoriale e a migliorare i collegamenti a mercati più ampi.

Inoltre, è importante sottolineare che i fondi investiranno nelle capacità e nell’adattabilità della forza lavoro europea, fornendo a decine di milioni di persone, compresi i giovani, l’opportunità di ricevere una formazione o avviare un’atti-vità. Anche i rifugiati e gli immigrati in regola potranno beneficiare di queste opportunità.

▶SPECIALE

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▼BULGARIAIl completamento della terza ESTENSIONE HA RESO LA METROPOLITANA il principale sistema di trasporto della città di Sofia. Collegamenti migliori con le reti di trasporto europee, nazionali e locali sono ora una realtà. ▶PER SAPERNE DI PIÙ http://ec.europa.eu/regional_policy/en/projects/bulgaria/sofia-welcomes-third-metro-extension

POLONIAUna nuova CENTRALE ELETTRICA A BIOGAS sta contribuendo a migliorare l’efficienza energetica del trattamento delle acque reflue a Danzica, oltre a fornire ai giovani l’opportunità di apprendere di più sull’energia rinnovabile.▶PER SAPERNE DI PIÙ http://ec.europa.eu/regional_policy/index.cfm/en/projects/ poland/new-biogas-project-brings-green-energy-to-gdansk

Sarà così possibile contribuire direttamente al raggiungi-mento degli obiettivi in materia di occupazione e povertà, nonché soddisfare la crescente domanda per la ricerca, l’in-novazione e lo sviluppo di nuovi prodotti, settori in cui i progressi, fino ad ora, sono stati abbastanza limitati.

Finanziamenti adeguati gli obiettivi

Per i fondi SIE, la Commissione caldeggia l’utilizzo degli stru-menti finanziari in alternativa alle tradizionali sovvenzioni, in particolare per il sostegno alle PMI, la riduzione di CO₂, l’efficienza delle risorse e l’ambiente, le TIC, i trasporti sostenibili, la ricerca e l’innovazione.

Si prevede che i fondi destinati agli strumenti finanziari inno-vativi durante il periodo 2014-2020, avranno un effetto di leva diretto e saranno in grado di generare investimenti aggiuntivi per un totale compreso tra 40 e 70 miliardi di EUR. Ciò comporterà un effetto moltiplicatore più ampio sull’eco-nomia reale, richiamando investimenti privati. Di conseguenza,

IL CONTRIBUTO DEI FONDI STRUTTURALI E DI INVESTIMENTO EUROPEI AL RAGGIUNGIMENTO DELLE PRIORITÀ STABILITE DALLA COMMISSIONE

gli stanziamenti previsti dai fondi SIE a favore degli strumenti finanziari sono stati considerevolmente aumentati.

Saranno inoltre sfruttate al massimo le sinergie tra il Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS) e i fondi SIE, le cui risorse possono anche essere combinate a strumenti finanziari nell’ambito di Orizzonte 2020 e altri programmi UE (LIFE+, Fondo Asilo, migrazione e integrazione, COSME, Erasmus+ o il «Meccanismo per collegare l’Europa»).

Al fine di garantire maggiore flessibilità nell’erogazione dei fondi SIE in base alle esigenze dei territori interessati, sono stat i predispost i nuovi e migl ior i meccanismi di realizzazione.

Gli Investimenti territoriali integrati (ITI) consentono di met-tere insieme finanziamenti provenienti da diversi programmi dei fondi SIE, per sostenere l’attuazione di strategie di svi-luppo territoriale. Sono 20 gli Stati membri che usufruiranno degli ITI in settori più disparati, dai quartieri urbani

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e miglioramento dell’ambiente urbano. Le risorse finanzia-rie, inoltre, saranno impiegate per affrontare situazioni di disagio sociale e privazione fisica nelle aree urbane.

La problematica della disoccupazione giovanile rimane ende-mica nella maggior parte degli Stati membri. In risposta alla raccomandazione del Consiglio europeo del 2013 per la cre-azione di una Garanzia per i giovani, sono stati identificati 20 Stati membri che soddisfano tutti i requisiti per usufruire dell’Iniziativa a favore dell’occupazione giovanile (IOG), integrata

SOSTEGNO ALLE IMPRESE RICERCA E INNOVAZIONE

sfavoriti alle aree metropolitane, dai percorsi culturali alle sottoregioni interessate dalla ristrutturazione economica.

Il sostegno alle strategie di sviluppo urbano sostenibile, che prevedono un coinvolgimento attivo delle autorità locali nel processo di attuazione, sarà superiore a 16 miliardi di EUR. La mole di questi finanziamenti sosterrà le aree urbane nella gestione del passaggio a un’economia a basse emissioni di carbonio, mediante investimenti a favore di efficienza ener-getica, risorse rinnovabili, mobilità urbana sostenibile

77 500 imprese usufruiranno del sostegno del FESR per potenziare prodotti e servizi TIC.

I fondi SIE sosterranno circa 801 500 imprese.

396 500 micro e piccole e medie imprese investiranno nello sviluppo del capitale umano grazie alle risorse dell’FSE.

Il FESR aiuterà le imprese a introdurre 15 370 nuovi prodotti nel mercato. Sostegno a 129 460

imprese per migliorare le proprie capacità di ricerca e innovazione.

Il FEASR sosterrà oltre 3 000 progetti innovativi nel quadro del Partenariato europeo dell’innovazione.

2,6 miliardi di EUR provenienti dal FESR stanziati a favore della

ricerca, dell’innovazione e dell’ado-zione di tecnologie a basse emis-

sioni di carbonio.

71 960 ricercatori beneficeranno di infrastrutture di ricerca potenziate grazie al sostegno del FESR.

▶SPECIALE

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in 34 programmi FSE. Gli Stati membri utilizzeranno i fondi destinati all’IOG per investire in apprendistati, tirocini e posti di lavoro di qualità, allo scopo di inserire in maniera duratura i giovani nel mercato del lavoro, migliorandone l’occupabilità.

Uno sguardo al futuro

Le risorse dei fondi SIE spianano la strada a una crescita soste-nibile di lungo termine e a un miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini europei, impegnandosi ad attuare le raccoman-dazioni di cambiamenti strutturali formulate dal Semestre euro-peo (vedere articolo a pagina 22). Il miglioramento del contesto imprenditoriale e il potenziamento delle capacità amministrative contribuiranno inoltre ad affrontare le sfide future e a sviluppare progetti complementari e ulteriori opportunità di finanziamento.

Tutto ciò dovrà essere accompagnato dalla capacità di adattarsi rapidamente a circostanze mutevoli, quali la crisi dei rifugiati. Nel corso dell’attuale periodo di programmazione, è necessario profondere continui sforzi per garantire un’attenzione massima ai risultati e mantenere alto il livello di ambizione degli obiettivi, sfruttare al massimo gli strumenti finanziari e le sinergie tra i fondi SIE, il FEIS e altre fonti di finanziamento, quali Orizzonte 2020 a livello di progetto e strumenti finanziari, servendosi delle piattaforme d’investimento.

La piattaforma Open Data, introdotta dalla DG Politica regio-nale e urbana nello scorso mese di dicembre, consente di moni-torare i progressi compiuti nel raggiungimento degli obiettivi prefissi. La piattaforma in sé rappresenta un grande passo in avanti per garantire maggiore trasparenza sul modo in cui ven-gono spese le risorse finanziarie per soddisfare le necessità dell’economia europea.

TRASPORTI

CONOSCERE I DATI APERTI SUI FONDI SIELa nuova piattaforma di dati aperti della politica di coesione (Open Data) consente di ottenere informazioni dettagliate circa gli investimenti realizzati

e i risultati ottenuti attraverso i fondi SIE durante il periodo 2014-2020. Questa

banca dati fornisce informazioni aggiornate, nonché dati contestuali relativi alla

situazione socio-economica di ciascun paese UE. Le cifre attinenti ai risultati

dei programmi UE si basano sulle relazioni presentate dagli Stati membri

alla Commissione. Sono disponibili quattro criteri per la ricerca: livello UE,

tema, paese o fondo. I dati visualizzati forniscono una panoramica sugli

investimenti e sui risultati attesi. I set di dati possono essere visua-

lizzati, scaricati per essere analizzati, oppure incorporati in altri siti.

▶PER SAPERNE DI PIÙ https://cohesiondata.ec.europa.eu/

7 515 km di linee ferroviarie da realizzare o ammodernare.

3 100 km di nuove strade costruite e 10 270 km sottoposti a opere

di rifacimento.

748 km di linee di tram e metropolitane costruite o potenziate.

977 km di vie navigabili interne costruite o potenziate.

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INVESTIRE NELL’OCCUPAZIONE E NELLA CRESCITA

Il Commissario Corina Creţu illustra a Panorama come sfruttare appieno il contributo dei fondi strutturali e di investimento europei per conseguire gli obiettivi di crescita e occupazione

▶La comunicazione presenta i risultati principali dei nego-ziati tra le autorità degli Stati membri e la Commissione europea per il periodo 2014-2020. Come valuta il processo di negoziazione?

Gli sforzi che abbiamo profuso per il processo di negoziazione degli Accordi di partenariato e dei programmi sono stati ripagati: abbiamo adesso programmi solidi e incentrati sui risultati, che comporteranno un impatto tangibile e positivo sull’economia reale dell’UE nei prossimi decenni.

Il rendimento dei nostri investimenti e la maggiore attenzione rivolta ai settori chiave generatori di crescita hanno rappre-sentato il fulcro delle discussioni intrattenute con gli attori coinvolti nell’attuazione delle nostre politiche. Insieme, ci siamo impegnati a incanalare strategicamente gli investimenti nei settori in cui è possibile ottenere un impatto massimo, ovvero ricerca e sviluppo, sostegno alle piccole imprese, eco-nomia a basse emissioni di carbonio e agenda europea del digitale, per sfruttare appieno il potenziale dei fondi struttu-rali e di investimento europei a favore della crescita e della creazione di posti di lavoro.

L’adozione dei programmi ha richiesto tempo, in quanto era fuori discussione compromettere la qualità per accelerare i tempi. Abbiamo creato centinaia di pacchetti di investimenti di elevata qualità e i fondi sono pronti a confluire nelle nostre regioni e città, a vantaggio diretto dei nostri cittadini.

▶I risultati attesi dai programmi dei fondi SIE sono descritti dalla comunicazione in maniera piuttosto dettagliata. In che modo la Commissione può garantire il raggiungimento di questi risultati? Come saranno misurati?

La politica di coesione riformata per il periodo 2014-2020 è una politica d’investimento pienamente articolata e incentrata sui risultati. Il nuovo regolamento stabilisce obiettivi chiari, traspa-renti e quantificabili in materia di responsabilità e rendimento. I paesi e le regioni hanno dovuto indicare nei loro programmi gli

obiettivi che intendevano conseguire con le risorse disponibili e individuare con esattezza le modalità di misurazione dei progressi compiuti nel raggiungimento degli stessi.

Un meccanismo di monitoraggio annuale consentirà di agire in caso di scarsi progressi. È stato messo in atto un sistema di ricompense basato sulla riserva di efficacia e di efficienza per stimolare un impegno maggiore e migliorare i risultati.

Intendo tuttavia sottolineare che l’impatto che i programmi dei fondi SIE avranno sulle economie locali dipenderà, in larga parte, dall’impegno degli attori responsabili dell’attuazione dei programmi.

Come ho già ribadito, i fondi sono pronti per essere stanziati, ma ci tengo a sottolineare che una solida amministrazione è importante tanto quanto il denaro in sé. Gli abitanti delle regioni europee non potranno avvertire i benefici dei progetti sostenuti dalla nostra politica, se le amministrazioni locali e nazionali preposte alla gestione dei fondi non saranno ade-guatamente solide ed efficienti. Pertanto, aiutare gli Stati membri a potenziare le proprie capacità amministrative rientra tre le maggiori priorità del mio mandato.

▶In che modo i fondi SIE contribuiscono alle 10 priorità della Commissione per il 2014-2020, quali il piano Juncker di investimenti per l’Europa?

Tutti i fondi SIE sono mirati alla crescita e alla creazione di posti di lavoro, con un’attenzione particolare alle

regioni meno sviluppate in Europa, in linea con le priorità della Commissione Juncker.

’▶ CORINA CREŢU – COMMISSARIO EUROPEO ALLA POLITICA REGIONALE

▶SPECIALE

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Tutti i fondi SIE sono mirati alla crescita e alla creazione di posti di lavoro, con un’attenzione particolare alle regioni meno sviluppate in Europa, in linea con le priorità della Commissione Juncker. I fondi SIE contribuiscono a conseguire gli obiettivi del mercato unico del digitale, dell’Unione dell’energia e delle politiche sui cambiamenti climatici, del mercato unico e della governance economica, coerentemente con le raccomanda-zioni specifiche per paese formulate dal Semestre europeo.

Ad esempio, saranno investiti oltre 20 miliardi di EUR prove-nienti dai fondi SIE in progetti digitali, quali la diffusione della banda larga, i servizi pubblici online o il miglioramento dell’ac-cesso alle TIC per le piccole imprese. Al contempo, oltre 38 miliardi di EUR del Fondo europeo di sviluppo regionale soster-ranno l’economia a basse emissioni di carbonio, consentendo così alle regioni e alle città di investire in edifici ad alta effi-cienza energetica, energie rinnovabili, reti intelligenti e trasporti urbani sostenibili.

Nel periodo 2007-2013, la nostra politica ha contribuito a cre-are circa un milione di posti di lavoro e il nostro obiettivo per il prossimo decennio è ovviamente quello di superare questa cifra.

▶I fondi SIE comprendono cinque fondi distinti (FESR, Fondo di coesione, FSE, FEASR e FEAMP). Quale valore aggiunto è possibile ottenere combinando questi cinque fondi nel nuovo periodo di programmazione?

Tutti e cinque i fondi sono stati concepiti per sostenere lo sviluppo socio-economico dell’Europa, che è posta dinanzi a problemati-che complesse e interconnesse che devono essere affrontate in maniera coerente e integrata. Riunendo i cinque fondi in un qua-dro strategico comune, è stato possibile migliorare il coordina-mento e la complementarità, definire obiettivi più mirati e garantire un’attenzione maggiore ai risultati. Inoltre, sono state rafforzate le sinergie con gli altri strumenti UE, quali Orizzonte 2020, COSME o il «Meccanismo per collegare l’Europa». ■

AMBIENTE

7 670 MW in più di energia rinnovabile generata.

3,3 milioni di utenti in più collegati alle reti di energia intelligente.

4 milioni di ettari di terreno a uso agricolo e

silvicolo che beneficiano della cattura e dello stoccaggio del carbonio.

5,8 milioni di tonnellate all’anno in più di rifiuti solidi riciclati.

10 milioni di ettari di terreni coltivati grazie al sostegno all’agricoltura biologica.

Gli investimenti in misure di adattamento ai cambiamenti climatici proteggeranno 13,3 milioni di persone dalle alluvioni e 11,8 milioni dagli incendi boschivi.

▶PER SAPERNE DI PIÙ http://ec.europa.eu/contracts_grants/funds_it.htm

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panorama [INVERNO 2015 ▶ N. 55]

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Il Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS) mira a mobilitare finanziamenti privati destinati agli investimenti strategici in infrastrutture, innovazione e imprese. La DG Politica regionale e urbana valuta il modo in cui i Fondi strutturali e di investimento europei possono sostenere l’impatto del FEIS.

Quadro giuridico completato: semaforo verde per i primi investimenti

Il 25 giugno 2015, il Consiglio ha adottato un regolamento (1) che istituisce il nuovo Fondo europeo per gli investimenti, spianando così la strada all’avvio dei nuovi investimenti nella seconda metà del 2015. La Commissione europea e la Banca europea per gli investimenti (BEI) hanno siglato l’accordo sul FEIS il 22 luglio 2015, completandone la formale costitu-zione (2), insieme all’accordo sul Polo europeo di consulenza sugli investimenti (PECI) (3).

Il FEIS sarà costituito e gestito all’interno della BEI; avrà una dotazione finanziaria composta da una garanzia proveniente dal bilancio UE pari a 16 miliardi di EUR e una componente pari a 5 miliardi di EUR di risorse della BEI. Quest’ultima farà leva sui fondi e sulla garanzia FEIS per attrarre risorse aggiuntive pari a circa 315 miliardi di EUR, destinate a inve-stimenti in infrastrutture strategiche, innovazione e piccole e medie imprese. Le operazioni del FEIS si svolgeranno all’in-terno della BEI e sono previsti ampi criteri di ammissibilità per i prodotti e i settori, ma non è programmata una ripartizione degli stanziamenti per paese o settore.

In questo contesto, la BEI ha già iniziato a cofinanziare, o «immagazzinare», progetti sostenuti dalla garanzia UE. Ciò significa che sta approvando i progetti sulla base della copertura offerta dalla garanzia UE, accordata dalla Commissione in attesa della nomina dei membri del comitato per gli investimenti.

▶ IL PIANO DI INVESTIMENTI PER L’EUROPA E I FONDI SIE

AL VIA LA FASE DI ATTUAZIONE

La struttura della governance del FEIS

Il 22 luglio 2015 sono stati nominati i quattro membri del comi-tato direttivo del FEIS: Ambroise Fayolle, Vicepresidente, BEI; Maarten Verwey, Segretariato generale, Commissione euro-pea; Gerassimos Thomas, DG Energia, Commissione europea; Irmfried Schwimann, DG Concorrenza, Commissione europea. Il comitato direttivo ha il compito di definire gli orientamenti in materia di investimenti, nonché le procedure e le politiche ope-rative. Il 13 ottobre 2015, il Parlamento europeo ha votato a favore della proposta del comitato direttivo del FEIS per la nomina di Wilhelm Molterer (4) (vedere articolo a pagina 14) ad Amministratore delegato e di Iliyana Tsanova (5) a Vice Amministratore delegato. Essi coordineranno le attività del FEIS all’interno del Gruppo BEI e sosterranno le riunioni del comitato per gli investimenti, presiedute dall’Amministratore delegato.

Il comitato per gli investimenti dovrà rispondere al comitato direttivo del FEIS e dovrà essere composto da otto esperti indipendenti e dall’Amministratore delegato. Il comitato per gli investimenti avrà il compito di esaminare, in modo traspa-rente e indipendente, i potenziali progetti in linea con le poli-tiche d’investimento del FEIS e dovrà approvare il sostegno della garanzia UE per le operazioni della BEI. Inoltre, dovrà approvare le operazioni con le piattaforme d’investimento

(1) Regolamento (UE) n. 2015/1017 del Parlamento europeo e del Consiglio del 25 giugno 2015.

(2) Un altro elemento del piano d’investimenti per l’Europa è il Portale dei progetti di investimento europei (PPIE), un portale Web pubblico e sicuro in cui i pro-motori UE in cerca di fonti esterne di finanziamento avranno la possibilità di promuovere i progetti ai potenziali investitori.

(3) Il PECI sosterrà lo sviluppo e il finanziamento dei progetti di investimento nell’UE fornendo un punto di contatto unico per l’orientamento e la consulenza, nonché una piattaforma per lo scambio di competenze e il coordinamento dell’assistenza tecnica.

(4) Wilhelm Molterer ha ricoperto la carica di Vicepresidente della BEI (2011-2015) e di deputato al Parlamento austriaco. È stato inoltre Vicecancelliere e Ministro delle Finanze austriache, nonché presidente del Partito popolare austriaco.

(5) Iliyana Tsanova ha ricoperto la carica di Direttore della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS) e di Vice Primo Ministro in due diversi governi provvisori in Bulgaria (2013 e 2014).

▶FEIS

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e le banche di promozione nazionale, nonché consultare il comitato direttivo e l’Amministratore delegato a riguardo degli strumenti del FEI.

Il ruolo delle banche di promozione nazio-nale e delle piattaforme d’investimento

Le sinergie tra gli strumenti nazionali ed europei saranno fon-damentali per iniziare a colmare rapidamente il divario degli investimenti che caratterizza l’economia UE. Perché ciò accada, le banche di promozione nazionale (NPB), ovvero gli istituti che hanno ricevuto dagli Stati membri il mandato di svolgere atti-vità di promozione e sviluppo, dovranno svolgere un ruolo cru-ciale e integrare l’operato della BEI. Già nove Stati membri hanno presentato i propri contributi al piano d’investimenti tramite le banche di promozione. Nello stesso contesto, saranno costituite piattaforme d’investimento sotto forma di canali ad hoc attra-verso cui i finanziamenti confluiranno nei progetti. Potranno essere create con diverse strutture giuridiche (società a desti-nazione specifica, fondi gestiti e altre tipologie), avere diverse dimensioni (geografica, settoriale o relativa al prodotto) e potranno anche ricevere il sostegno della BEI o di altri attori (Stati membri, investitori privati).

Le complementarietà tra fondi SIE e FEIS

Il FEIS costituisce un piano ambizioso, che racchiude il potenziale di fornire un significativo sostegno finanziario e stimolare la

creazione di posti di lavoro attraverso la cooperazione con diversi attori e fonti di finanziamento. In questo contesto, vi sono ampie possibilità che i fondi SIE riescano a sfruttare al massimo le sinergie e le complementarietà con il FEIS. Nonostante i fondi SIE e il FEIS operino in maniera indipendente (in quanto mecca-nismi a sé stanti con quadri di attuazione distinti), consentono di integrare vicendevolmente le proprie risorse per il consegui-mento degli obiettivi reciproci. Le risorse dei fondi SIE possono svolgere un ruolo cruciale nell’ottimizzazione dell’impatto del FEIS (e viceversa), in quanto il loro utilizzo congiunto può gene-rare maggiori interventi basati sulla domanda in progetti inno-vativi per le infrastrutture e i finanziamenti alle PMI che, a loro volta, potrebbero portare a un incremento della crescita, dell’oc-cupazione e dell’innovazione in Europa. Nonostante le risorse dei fondi SIE non possano essere trasferite direttamente al FEIS, entrambi i quadri giuridici consentono lo stanziamento di con-tributi a sostegno dei rispettivi obiettivi. In pratica, ciò è possibile a livello di progetto, strumento finanziario e mediante le piat-taforme d’investimento. La Commissione sta ultimando la ste-sura di una brochure sulle complementarietà, la cui pubblicazione è attesa per l’inizio del 2016. Successivamente, saranno resi disponibili altri documenti riguardanti i dettagli dei meccanismi pratici per l’attuazione e i prodotti disponibili sul mercato.

▶PER SAPERNE DI PIÙ http://ec.europa.eu/priorities/jobs-growth-investment/plan/efsi/index_it.htm

▶ DA SINISTRA A DESTRA: Werner Hoyer, Presidente della BEI, Jean-Claude Juncker, Presidente della Commissione europea, Jyrki Katainen, Vicepresidente della Commissione europea, alla cerimonia ufficiale per la firma del FEIS.

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▶ COLMARE IL DIVARIO DEGLI INVESTIMENTI STRATEGICI IN EUROPA

▶INTERVISTA

Nel luglio 2015, i legislatori dell’UE hanno raggiunto un accordo politico sul regolamento relativo al fondo europeo per gli investimenti strate-gici (FEIS). Panorama incontra Wilhelm Molterer, Amministratore delegato del FEIS.

▶A che punto siamo e quando sarà operativo il FEIS?

Le operazioni sono già state avviate e ritengo siano stati già compiuti notevoli progressi. Si stanno inoltre definendo nuove dinamiche, al passo con lo sviluppo della governance del Fondo europeo per gli investimenti strategici. All’inizio del mese scorso (novembre), ho assunto l’incarico di Amministratore delegato del FEIS. Il mio vice, Ilyana Tsanova, si insedierà il 1° gennaio, insieme ai membri del comitato per gli investimenti, freschi di nomina. Tuttavia, la Banca Europea per gli Investimenti (BEI) aveva già iniziato, nel mese di aprile, a prefinanziare alcuni pro-getti a proprio rischio, attendendo l’avvio del FEIS. Fino a ora, il Consiglio di amministrazione della BEI ha approvato i finanziamenti per 34 progetti nell’ambito del FEIS, per un volume complessivo pari a 5 miliardi di EUR, sulla base della garanzia di bilancio UE (13 sono stati già approvati dalla Commissione europea nel quadro della garanzia). Queste operazioni dovrebbero mobilitare investimenti aggiuntivi pari a 23 miliardi di EUR. Tra queste operazioni approvate dalla BEI, al momento sono stati sottoscritti 9 progetti.

▶Quali tipi di progetti saranno sostenuti dal FEIS? Chi può richiederne i finanziamenti e in che modo?

Se guardiamo ai progetti già approvati, circa la metà sostiene l’energia rinnovabile, l’efficienza energetica e altri investimenti che contribuiscono allo sviluppo di un’economia

a basso tenore di carbonio. I rimanenti riguardano ricerca e sviluppo, innovazione industriale, infrastrutture per il digi-tale e il sociale, trasporti, nonché l’accesso ai finanziamenti per le imprese più piccole. L’elemento che accomuna questi progetti, che dovrà contraddistinguere anche quelli futuri, è il contributo apportato alla crescita economica, allacrea-zione di posti di lavoro e alla competitività in tutta Europa.

Il FEIS si rivolge, in particolare, a progetti e settori in cui esi-ste una netta domanda o vi sono specifiche carenze di mer-cato. Il livello degli investimenti in Europa è ancora ben lontano dal volume necessario per recuperare il ritardo accu-mulato in termini di competitività. Pertanto, il FEIS si rivolge a settori chiave che possano stimolare la competitività, com-presi la ricerca, lo sviluppo e l’innovazione, le infrastrutture strategiche e le imprese di più piccole dimensioni.

Possono richiedere i finanziamenti del FEIS gli organismi di qualsiasi dimensione, comprese le società a destinazione specifica o società di progetto. Allo stesso modo, le piccole e medie imprese (con massimo 250 dipendenti) e le società a media capitalizzazione (con un massimo di 3 000 dipen-denti) possono presentare richiesta attraverso le istituzioni partner locali in tutta l’UE. Le banche di promozione nazio-nale e altri istituti bancari contribuiranno a fornire finanzia-menti «intermediati»; la stessa possibilità sarà garantita ai fondi e a qualsiasi altro organismo di investimento collettivo. L’esperienza e le competenze della BEI nel trattare con un’ampia gamma di attori e di prodotti finanziari possono davvero fare la differenza e contribuire a radunare tutto il sostegno necessario per i progetti generatori di crescita strategica in Europa.

▶In molti ritengono che il FEIS sia solo per progetti di ampia portata, ma vi è anche una «finestra» per le PMI. In che modo saranno sostenute dal fondo?

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Sì, assolutamente. Sappiamo che il sostegno alle PMI in Europa è vitale per garantire il dinamismo futuro delle nostre economie, nonché come fonte primaria per la creazione di posti di lavoro. Pertanto, circa un quarto della dotazione finan-ziaria di partenza del FEIS (5 miliardi su 21 miliardi di EUR) è destinato a sostenere l’accesso ai finanziamenti per le piccole e medie imprese.

Il FEI (Fondo europeo di investimenti, parte del Gruppo BEI), insieme alla BEI, forniranno sostegno alle PMI nel quadro del FEIS attraverso le istituzioni partner.

Il FEI sta già ottenendo risultati davvero impressionanti. Avvalendosi della rete esistente delle nostre banche e istitu-zioni partner, il FEI è stato in grado di sottoscrivere oltre 50 operazioni nel quadro del FEIS, con un finanziamento com-plessivo superiore a 2 miliardi di EUR, che dovrebbe a sua volta generare 17 miliardi di EUR in investimenti. Ne beneficeranno circa 65 000 PMI e società a media capitalizzazione in Belgio, Bulgaria, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito e Repubblica ceca.

▶Il FEIS dovrebbe integrarsi ed essere supplementare ai pro-grammi già in corso di svolgimento a livello regionale, nazio-nale e UE, nonché alle attività e operazioni della BEI già in

atto. Come funzionerà in pratica? Non vi è forse una sovrap-posizione tra il FEIS e i Fondi strutturali e di investimento europei (fondi SIE)?

Entrambi i fondi sostengono gli obiettivi della politica UE, ma costituiscono due strumenti distinti, ognuno con la propria strut-tura, i propri regolamenti e una tempistica diversa. Ciononostante, le possibilità di complementarietà sono molteplici.

I programmi dei fondi SIE possono contribuire agli obiettivi del piano di investimenti e integrare il sostegno del FEIS. Potrebbero, pertanto, andare a complementare i progetti sostenuti dal FEIS, garantendo in questo modo un valore aggiunto più elevato. Eviteremo i duplicati e le sovrapposizioni facendo in modo che la combinazione di questi diversi tipi di finanziamenti in un solo progetto avvenga esclusivamente quando è possibile dimostrare chiaramente il valore aggiunto derivante e quando è possibile ottimizzare la partecipazione dell’UE.

Talvolta, la combinazione di entrambi ci consente di attirare altri tipi di finanziamenti per un determinato progetto. In Francia, ad esempio, nella regione Nord-Pas de Calais, il nostro conferimento di capitale proprio (che abbiamo pro-posto alla Commissione di finanziare nel quadro del FEIS), dovrebbe sostenere uno schema rivolto alle PMI e alle

▶ Il progetto Galloper prevede l’aggiunta di 56 turbine al parco eolico Greater Gabbard Offshore (Regno Unito).

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panorama [INVERNO 2015 ▶ N. 55]

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FORUM MONDIALE PER UN’ECONOMIA RESPONSABILE – LILLE, 2015Il Forum mondiale per un’economia responsabile si è svolto a Lille, nella regione Nord-Pas de Calais, dal 20 al 22 ottobre scorsi. Nel corso dell’evento sono intervenuti i futuri capi progetto per presentare i programmi che dovrebbero essere sostenuti dal fondo d’investimento esclusivamente dedicato alla terza rivoluzione industriale (REV3).

PER SAPERNE DI PIÙ: www.responsible-economy.org/fr/

società a media capitalizzazione che investono nella dimi-nuzione delle emissioni di carbonio. In questo caso, i fondi SIE integrano le risorse della BEI e i finanziamenti privati aggiuntivi. Inoltre, il supporto tecnico per il programma è finanziato mediante i fondi SIE. Si tratta del primo caso in cui FEIS, fondi SIE e investitori privati uniscono le proprie forze per sostenere uno strumento finanziario conunastrut-tura che dovrebbe essere replicata in altre parti d’Europa.

Guardando agli aspetti di natura più tecnica, il quadro giu-ridico (regolamento FEIS) e la governance specifica sono stati predisposti per far sì che solo i progetti con una com-provata addizionalità ricevano finanziamenti. Ad esempio, in base ai criteri definiti dai regolamenti FEIS, spetta al comi-tato per gli investimenti stabilire quali progetti soddisfano tutti i requisiti per ricevere il sostegno della garanzia del bilancio UE. Una scheda indicante i rating qualitativi di

ciascun progetto aiuta gli esperti membri del comitato per gli investimenti a prendere le decisioni del caso.

Il FEIS, inoltre, consentirà al Gruppo BEI di effettuare un numero maggiore di transazioni a rischio più elevato rispetto al passato. Condurre attività d’affari più innovative e rischiose consentirà di modificare notevolmente l’impatto economico del Gruppo, soprattutto in termini di mobilitazione di nuovi investimenti. ▶Numerosi osservatori temono che solo i paesi con i rating migliori potranno beneficiare del sostegno del FEIS. In che modo sarà garantito un equilibrio tra le regioni e i settori?

Il FEIS riguarda gli investimenti in tutta l’UE, quindi non vi sarà una propensione per i paesi con i rating più elevati.

Al contempo, è importante sottolineare che non sono previste quote a seconda dei settori o delle aree geografiche. Il FEIS si basa sulla domanda e sosterrà progetti svolti in qualsiasi parte dell’UE, inclusi quelli transfrontalieri, tutti valutati in base ai meriti.

Tuttavia, la solidità dell’approccio adottato e la garanzia ci con-sentiranno di aumentare la capacità di assorbimento dei rischi e attrarre risorse per gli investimenti a un livello differente.

Il successo del piano d’investimento non dipende esclusiva-mente dal FEIS. È necessario attuare riforme strutturali e abbattere le barriere amministrative e normative esistenti per gli investimenti a livello nazionale ed europeo. Tutti sono chiamati a svolgere la propria parte.

▶In che modo sarà misurato l’impatto?

La BEI monitorerà e misurerà i risultati e l’impatto del FEIS durante e dopo la fase di attuazione, concentrandosi in parti-colare sull’impatto che i progetti avranno sulla crescita e l’occupazione.

Abbiamo agito con rapidità per ottenere i primi risultati, soste-nendo progetti di particolare rilevanza e mobilitando gli inve-stimenti che fanno la differenza in termini di crescita, creazione di posti di lavoro e competitività in Europa. I risul-tati concreti ottenuti e i progetti cruciali che siamo stati in grado di avviare mostrano ciò che è in grado di raggiungere l’UE quando si uniscono le forze e si lavora verso un obiettivo comune: mobilitare investimenti per stimolare la crescita, la creazione di posti di lavoro e la competitività in tutta Europa.

▶PER SAPERNE DI PIÙ http://ec.europa.eu/priorities/jobs-growth-investment/plan/efsi/index_it.htmhttp://www.eib.org/efsi/index.htm

▶INTERVISTA

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▶ L’EUROPA NELLA MIA REGIONE CONCORSO FOTOGRAFICO 2015

Per il quarto anno consecutivo, ai cittadini europei - e per la prima volta quest’anno ai cittadini dei paesi in fase di preadesione - è stato chiesto di mettere a fuoco i progetti finanziati dall’UE che hanno apportato note-voli miglioramenti nella propria area geografica. Il con-corso fotografico «L’Europa nella mia regione», lanciato dalla DG Politica regionale, rappresenta un modo per evidenziare l’eccellente lavoro e l’impatto conseguito a livello locale dai progetti sostenuti dall’UE.

Ai partecipanti è stato richiesto di fotografare un progetto finanziato dall’UE: l’unico requisito da rispettare per la foto-grafia era la presenza di una prova del finanziamento dell’UE (ad esempio una targa o un tabellone) e della bandiera dell’U-nione. Alla scadenza del termine per la presentazione delle candidature, è stato aperto il voto pubblico che ha permesso di creare un elenco dei favoriti, prima che una giuria di esperti decretasse i vincitori dell’edizione.

Sono state ammesse al concorso 550 fotografie, inviate princi-palmente dalla Grecia (110), seguita da Bulgaria (96) e Romania (77). Gli autori delle tre foto selezionate hanno vinto un viaggio, per sé e un accompagnatore, a Bruxelles per partecipare agli Open Days di ottobre. Hanno preso parte alla cerimonia di premiazione del concorso RegioStars e sono stati invitati sul palco, dove hanno ricevuto direttamente dal Commissario europeo alla Politica regionale Corina Creţu. una cornice con la propria foto e un trofe.

1. MAŁGORZATA PODSTAWA – Cracovia, Polonia, progetto: Miglioramento della qualità delle infrastrutture per il turismo nella zona dei Pieniny – FESR

2. TOMAŽ VARLEC – Dobrova, Slovenia, progetto: LIFE Stop CyanoBloom – Tecnologie innovative per il controllo della proliferazione dei cianobatteri – finanziato mediante il programma LIFE

3. PARASKEVAS GRIGORAKIS – Salonicco, Grecia, progetto: Manutenzione e ristrutturazione di edifici storici (scuola) – FESR

▶PER SAPERNE DI PIÙ http://on.fb.me/1Oi2Nuk

▶552foto approvate provenienti da

▶ 3 vincitori

▶ 33paesi

▶ 4 541voti espressi ▶45 820

visite uniche alla pagina Web

RISULTATI IN BREVE

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▶CONCORSO FOTOGRAFICO

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▶ PARTENARIATI PER ACCELERARE L’AGENDA URBANA DELL’UE

Cresce lo slancio per l’attuazione dell’Agenda urbana dell’UE: sono stati già predisposti i primi partenariati pilota, che costituiscono il meccanismo cruciale per integrare le città nel processo decisionale europeo.

Circa il 70 % della popolazione europea vive attualmente in aree urbane. Le città europee rappresentano i motori dell’economia europea, in quanto forniscono posti di lavoro e servizi. Tuttavia, presentano una serie di notevoli sfide di carattere economico, sociale, ambientale e demografico, spesso interconnesse. Inoltre, queste zone assorbono il 55 % degli investimenti pubblici.

In Europa vi è un crescente riconoscimento della necessità di un’Agenda urbana che consenta di prendere più adeguata-mente in considerazione le città nella definizione delle politi-che europee, per far sì che queste ultime si adattino meglio alle realtà urbane.

Alla luce dell’accresciuto sostegno all’Agenda urbana dell’UE a livello politico, compresa la sua approvazione nella Dichiarazione di Riga del giugno 2015, la Commissione ha intensificato il proprio operato con la creazione del «gruppo di progetto» sulle questioni urbane, guidato dai Vicepresidenti Maroš Šefčovič e Jyrki Katainen.

Inoltre, quest’anno sono stati pubblicati i messaggi principali emersi dalla consultazione pubblica avviata nel 2014, inerenti alle caratteristiche chiave di un’Agenda urbana europea, contribuendo così a delineare le possibili fasi successive.

Prospettive future

L’Agenda urbana europea non riguarda la definizione di poli-tiche nazionali, ma il consolidamento della dimensione urbana nelle politiche nazionali ed europee, nonché il coin-volg imento del le c i t t à nel la loro proget taz ione e attuazione.

TIl passo successivo riguarderà la creazione di partenariati composti da esperti della Commissione, degli Stati membri, delle città e altri attori, ad esempio reti, ONG e imprese, volti a garantire una tempestiva ed efficace elaborazione di piani d’azione e la loro successiva attuazione. Un approccio di questo tipo può consentire di accrescere notevolmente

l’efficacia dei programmi e garantirne un’attuazione a costi contenuti. I partenariati hanno individuato dodici temi prioritari per l’implementazione (vedere riquadro).

Partenariati pilota

I primi quattro partenariati pilota saranno avviati alla fine del 2015 e riguarderanno i temi illustrati di seguito.

POVERTÀ URBANA Gli obiettivi sono di ridurre la povertà e migliorare l’inclusione degli indigenti o dei cittadini a rischio di povertà residenti in quartieri disagiati. La povertà urbana si riferisce a questioni legate a una concentrazione struttu-rale della povertà nei quartieri disagiati e alle soluzioni che devono essere concepite e applicate mediante un approccio integrato. Sarà posto particolarmente l’accento sulla con-centrazione geografica della povertà nei quartieri sfavoriti (e sul recupero di queste zone), sulla povertà infantile e sull’esclusione abitativa.

LA DICHIARAZIONE DI RIGA

La Dichiarazione di Riga «Verso un’Agenda urbana europea», firmata il 10 giugno scorso durante l’incontro informale dei ministri responsabili della politica di coesione, della coesione territoriale e delle questioni urbane, identifica gli elementi e i principi chiave da considerare nei lavori futuri per la definizione di un’Agenda urbana dell’UE nei prossimi semestri di presidenza.

PER SAPERNE DI PIÙ: https://eu2015.lv/news/media-releases/ 2122-eu-ministers-reach-agreement-on-the- riga-declaration-towards-the-eu-urban-agenda

▶AGENDA URBANA

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ALLOGGI L’obiettivo è di creare alloggi di buona qualità a prezzi abbordabili. L’attenzione sarà rivolta in particolare agli alloggi pubblici a costi contenuti, alla regolamentazione in materia di aiuti di Stato e alla definizione di una politica generale in tale ambito.

INCLUSIONE DI MIGRANTI E RIFUGIATI L’obiettivo è di gestire l’integrazione dei migranti e dei rifugiati provenienti da paesi non appartenenti all’UE e di fornire un quadro per la loro inclusione. Questo tema riguarderà gli alloggi, l’integra-zione, l’erogazione di servizi pubblici, l’inclusione sociale, l’istruzione e le misure in materia di mercato del lavoro.

QUALITÀ DELL’ARIA L’obiettivo è di creare sistemi e defi-nire politiche volte a garantire una buona qualità dell’aria per la salute umana. Questo tema riguarderà gli aspetti legi-slativi e tecnici relativi a un’ampia gamma di fonti di inqui-namento quali autovetture, industrie, attività agricole, ecc.

Organizzazione dei partenariati

I partenariati dovranno elaborare e attuare un piano d’azione contenente misure concrete a livello locale, nazionale ed euro-peo. Questi piani costituiranno i meccanismi chiave di realizza-zione dell’Agenda urbana europea e svilupperanno un approccio multilivello (verticale) e pluridimensionale (orizzontale).

Ciascun partenariato è composto da Commissione (che sem-plifica il processo), Stati membri, città (tramite associazioni quali Eurocities e il Consiglio dei comuni e delle regioni d’Europa) e dai soggetti interessati (ONG, imprese, esperti, ecc.). La durata di ciascun partenariato è di circa 3 anni.

Inoltre, viene incoraggiata la cooperazione tra i vari partena-riati in quanto i temi sono interconnessi. Tuttavia, l’organiz-zazione e i regimi di lavoro possono variare sensibilmente tra un partenariato e l’altro.

Uno sguardo al futuro

L’Agenda urbana europea rientra tra le priorità della presidenza olandese nel 2016. Nel primo semestre è prevista la sottoscri-zione di un accordo tra gli Stati membri sui principali elementi dell’Agenda urbana, portando così alla finalizzazione del Patto di Amsterdam sull’Agenda urbana dell’UE nel maggio 2016.

Inoltre, il primo bando per le nuove Azioni innovative urbane dovrebbe essere pubblicato prima della fine del 2015. L’iniziativa è stata ideata per testare i nuovi approcci da adot-tare per le sfide fronteggiate dalle amministrazioni locali. La dotazione finanziaria prevista supera 371 milioni di EUR per il periodo 2015-2020.

I progetti saranno sostenuti mediante un contributo pari a un massimo di 5 milioni di EUR provenienti dal FESR e, per il 2015 si concentreranno sui temi seguenti: transizione energetica, povertà urbana, investimenti per l’integrazione dei migranti e dei rifugiati, occupazione e sviluppo di competenze nell’eco-nomia locale.

▶PER SAPERNE DI PIÙ http://ec.europa.eu/regional_policy/en/newsroom/news/2015/05/eu-urban-agenda-key-features-results- of-the-public-consultationhttp://ec.europa.eu/regional_policy/en/newsroom/news/2015/11/11-04-2015-urban-innovative-actions-initiative-call

12 TEMI PRIORITARI PER L’AGENDA URBANA EUROPEA▶1 OCCUPAZIONE E COMPETENZE NELL’ECONOMIA LOCALE

▶2 POVERTÀ URBANA▶3 ALLOGGI A COSTI CONTENUTI▶4 INCLUSIONE DEI MIGRANTI E DEI RIFUGIATI▶5 USO SOSTENIBILE DELLA TERRA E

SOLUZIONI NATURALI

▶6 ECONOMIA CIRCOLARE▶7 ADATTAMENTO AI CAMBIAMENTI CLIMATICI▶8 TRANSIZIONE ENERGETICA▶9 MOBILITÀ URBANA▶10 QUALITÀ DELL’ARIA▶11 TRANSIZIONE AL DIGITALE▶12 APPALTI PUBBLICI RESPONSABILI E

INNOVATIVI

La Dichiarazione di Riga riconosce il ruolo cruciale svolto dalle città nel con-seguimento degli obiettivi fissati dalla Strategia Europa 2020 e dalla Commissione Juncker in materia di cre-scita e occupazione. La dichiarazione e le conclusioni che abbiamo tratto dalla consultazione pubblica sull’Agenda urbana europea ci forniscono una direzione chiara da seguire.

’▶ CORINA CREŢU – COMMISSARIO EUROPEO ALLA POLITICA REGIONALE

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▶ LA CRISI MIGRATORIA E LA RISPOSTA DELL’UE IL RUOLO DEI FONDI STRUTTURALI E DI INVESTIMENTO EUROPEI

esistente, in linea con l’obiettivo generale dell’UE della cre-scita inclusiva e delle pari opportunità per tutti, compresi i migranti.

Mentre le misure relative all’integrazione sociale rientrano principalmente nel Fondo sociale europeo (FSE), quelle piani-ficate nell’ambito del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) comprendono: investimenti consistenti in infrastrutture sociali, sanitarie, scolastiche, abitative e per l’assistenza all’in-fanzia; il recupero di aree urbane svantaggiate; la riduzione dell’isolamento geografico e scolastico dei migranti; la crea-zione di nuove imprese.

In aggiunta all’assistenza di medio e lungo termine, la Commissione è pronta a esaminare e modificare i programmi finanziati tramite i fondi SIE per rispondere rapidamente alle emergenze affrontate dagli Stati membri e dai paesi non appartenenti all’UE, colpiti dalla crisi dei rifugiati. Nonostante il Fondo asilo, migrazione e integrazione, con una dotazione pari a oltre 3 miliardi di EUR, sia già destinato a soddisfare tali esigenze di breve termine, sarà possibile stanziare risorse

Ogni giorno, migliaia di rifugiati fuggono dalle violenze perpetrate nel Medio Oriente e in altre parti del mondo e valicano i confini europei in cerca di protezione, nella speranza di garantire un futuro di pace alle proprie famiglie. Le condizioni meteorologiche avverse e i cre-scenti rischi presenti sulle rotte di transito non scorag-giano i rifugiati diretti verso l’Europa. I numeri, infatti, sono destinati a crescere nei prossimi mesi. Alla luce di questo flusso in costante aumento, l’UE e gli Stati membri sono chiamati ad affrontare la questione con estrema urgenza e a predisporre le condizioni adeguate per garantire protezione e integrare i rifugiati che rimarranno nell’Unione. I Fondi strutturali e di investi-mento (fondi SIE) rappresentano uno strumento adatto a tal fine.

Il Presidente Juncker è stato molto risoluto nell’affermare che: «se mai è stato necessario dar prova della solidarietà europea, è sulla crisi dei rifugiati». Le sue parole riflettono la decisione della Commissione di integrare una politica di migrazione globale nelle priorità esistenti dell’UE. Ciò pone la questione della migrazione, della rapida ridistribuzione e della protezione internazionale dei migranti al vertice delle priorità politiche della Commissione.

La problematica della migrazione è trasversale e coinvolge diversi settori politici e attori, all’interno e all’esterno dell’UE. Pertanto, richiede un approccio coordinato e sfaccettato, sostenuto da una serie di strumenti di bilancio. I fondi SIE sono parte della risposta.

A seguito dei tragici eventi avvenuti nelle acque del Mediterraneo e alla luce del crescente afflusso di rifugiati, la Commissione ha pubblicato due comunicazioni a maggio e a settembre 2015 per rispondere alle sfide immediate. I fondi SIE sono esplicitamente menzionati come importante fonte di finanziamenti a sostegno di politiche di integrazioni efficaci per l’istruzione, l’occupazione, gli alloggi e le politiche contro la discriminazione. La protezione e l’integrazione dei rifugiati sono state pertanto inserite nel quadro giuridico

▶MIGRAZIONE

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aggiuntive provenienti dai fondi SIE a favore dei migranti e dei rifugiati, in circostanze straordinarie. Gli eventuali inve-stimenti potrebbero essere effettuati per: ospedali mobili; punti di crisi; misure sanitarie e approvvigionamento idrico; sviluppo di infrastrutture per la formazione professionale; ampliamento dei servizi sociali e sanitari di base; costruzione o ampliamento dei centri di accoglienza; centri di assistenza o miglioramento delle capacità dei servizi di ricezione, ecc.

Alla luce di tutto ciò, la Commissione ha invitato i 28 Stati mem-bri a riesaminare le priorità del periodo 2014-2020 al fine di identificare quali misure, tra quelle volte all’integrazione dei rifugianti e dei migranti, richiedono una definizione più netta e più forte. L’Italia e la Grecia, i principali porti di arrivo peri migranti che attraversano il Mediterraneo, hanno già revisio-nato alcuni dei programmi stabiliti per il 2014-2020.

Il progetto italiano «Legalità» si concentra sulla promozione dello stato di diritto nelle regioni meno sviluppate e, in risposta ai recenti sviluppi nelle zone costiere, ha anche introdotto azioni specifiche a favore dei immigrati regolari e dei richiedenti asilo.

Il programma nazionale 2014-2020 stanzierà circa 41 milioni di EUR a favore della ristrutturazione e del recupero dei beni confiscati alla mafia, con l’obiettivo di utilizzarli principalmente come centri di accoglienza per gli immigrati regolari, i richie-denti asilo e i destinatari di assistenza internazionale e uma-nitaria. In questi centri, gli immigrati regolari saranno aiutati mediante iniziative a favore dell’inclusione sociale e misure di sostegno per il mercato del lavoro finanziate dall’FSE.

In Grecia, tutti e 13 i programmi regionali per il periodo 2014-2020 prevedono il sostegno del FESR per la costruzione, la ristrutturazione e l’apertura di centri di accoglienza per

i migranti. Nell’ambito dell’obiettivo (tematico) n. 9 dei fondi SIE (inclusione sociale e povertà), sono previsti interventi aggiuntivi, riguardanti le start-up inclusive, le imprese sociali, le infrastrutture per l’assistenza ai bambini, il recupero di aree urbane disagiate, ecc. Questi interventi potranno essere mirati a tutti i gruppi vulnerabili, compresi i migranti.

In sintesi, la Commissione sta utilizzando tutti i mezzi e i canali a disposizione per garantire una risposta globale, basata sulle realtà locali, alla rapida evoluzione della crisi migratoria. Recentemente si sono svolte numerose visite bilaterali in Croazia, Grecia e Slovenia e ne sono previste altre nell’imme-diato futuro. Gli incontri di alto livello con le autorità turche, nonché il vertice di ottobre dei capi di Stato o di governo dei paesi dei Balcani occidentali e di tutti gli Stati membri sulle rotte migratorie verso la Germania, dimostrano il forte soste-gno della Commissione alla gestione congiunta dei flussi migratori e il suo impegno ad affrontare le conseguenze di lungo termine della crisi migratoria.

▶PER SAPERNE DI PIÙ http://ec.europa.eu/priorities/migration/index_en.htm

▶ In Germania, il servizio pilota per i migranti (Lotsendienst) finanziato mediante l’FSE ha assistito circa 1 400 migranti interessati ad avviare un’attività in proprio. 735 sono riusciti nell’intento soltanto grazie a corsi di formazione individuali. Le start-up hanno inoltre ricevuto il sostegno degli schemi pilota preposti a tal fine nel corso del primo anno di attività.

▶ Grazie al contributo dell’UE, un centro locale di assistenza per l’integrazione ha aiutato 1 215 immigrati in Portogallo, fornendo loro assistenza sociale e legale, nonché contatti e informazioni per facilitare l’accesso all’impiego.

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▶ I PROGRAMMI DEI FONDI SIE E IL SEMESTRE EUROPEO

ALLINEARE GLI INVESTIMENTI REGIONALI ALLE POLITICHE ECONOMICHE GLOBALI

Durante le discussioni e la preparazione dei pro-grammi dei Fondi strutturali e di investimento europei 2014-2020, è stata attribuita una maggiore atten-zione rispetto al passato ai legami tra gli investimenti previsti e le politiche economiche. Ciò è stato possibile grazie anche alle raccomandazioni specifiche per paese (CSR) (1) elaborate nell’ambito del processo del Semestre europeo. In che modo il Semestre europeo influisce sull’approccio dei programmi nazionali e regionali agli investimenti pianificati per il 2014-2020?

Il Semestre europeo è stato introdotto nel 2010 come una nuova struttura di governance economica dell’UE, contem-poraneamente alla strategia Europa 2020. Una compo-nente essenziale del semestre sono le CSR annuali, adottate dal 2011 dal Consiglio europeo. Le CSR si basano, in larga parte, sul documento di analisi elaborato dalla Commissione europea (attualmente chiamato «rapporto paese») e iden-tificano un breve elenco delle principali priorità politiche per ciascuno Stato membro in tutti gli ambiti della politica economica.

Nonostante le CSR non siano state il riferimento principale per la definizione delle priorità di investimento per il periodo 2014-2020, dal 2010 i collegamenti tra di esse e i pro-grammi dei fondi SIE si sono sviluppati rapidamente e le CSR hanno influenzato la nuova generazione di programmi. Le normative sui fondi SIE riconoscono due legami princi-pali: quello tra le CSR già esistenti e la preparazione dei programmi 2014-2020 e l’eventuale contributo futuro delle CSR alla riprogrammazione (Elemento 1 della clausola di condizionalità macroeconomica).

Cosa si intende per CSR «pertinenti alla coesione»?

Al 2014, la gamma delle problematiche affrontate dalle CSR era divenuta più ampia e maggiormente rilevante per i fondi SIE. Nell’esercizio 2014, su un totale di 157 CSR, oltre un terzo era correlato alla politica di coesione (politiche finan-ziate attraverso il Fondo europeo di sviluppo regionale, FESR, il Fondo sociale europeo, FSE, e il Fondo di coesione, FC). Questa cifra comprendeva 74 CSR pertinenti all’FSE e 56 al FESR/Fondo di coesione (con 20 raccomandazioni rilevanti sia per l’FSE che per il FESR/FC).

Queste raccomandazioni «pertinenti alla coesione» coprivano un’ampia gamma di temi e di diverse misure politiche e riforme strutturali. In generale, riguardavano: 1) le condi-zioni quadro o le strategie politiche per i programmi dei fondi SIE; 2) l’identificazione dei fabbisogni di investimento; o 3) le tematiche relative alle capacità amministrative. I temi più fre-quentemente affrontati nelle CSR pertinenti al FESR e al Fondo di coesione riguardavano l’energia, le risorse naturali, l’accesso delle PMI ai finanziamenti, ricerca e sviluppo, l’inno-vazione e la capacità amministrativa. Nel caso specifico dell’FSE, i settori maggiormente presi in considerazioni sono stati le politiche del mercato del lavoro, le riforme dell’istruzione e l’inclusione sociale.

È interessante notare che tra le 110 CSR del 2014, la mag-gior parte riguardava gli Stati membri «meno sviluppati», ma solo 4 (per Croazia, Italia, Repubblica ceca e Romania) contenevano raccomandazioni specificamente correlate alla gestione dei fondi UE. Tralasciando queste eccezioni, non è sempre facile identificare quali CSR siano pertinenti o meno alla politica di coesione. Talvolta, è possibile trovare un’analisi della pertinenza dei programmi UE alle sfide poli-tiche nei rapporti paese semestrali, presentati prima che la

(1) Nell’articolo sarà utilizzato l’acronimo inglese CSR, country-specific recommendation, per indicare le raccomandazioni specifiche per paese.

▶SEMESTRE UE

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2014

157CSRs ⅔

74CSRsCSR

FSE

FESR/ FC 56

CSRs

Commissione elabori le CSR. Inoltre, alcuni Stati membri hanno formulato riferimenti espliciti alle CSR nei loro accordi di partenariato e programmi. Infine, le CSR pertinenti sono state discusse nel corso dell’elaborazione dei programmi e hanno avuto un impatto sui risultati, nonostante non vi siano stati riferimenti specifici.

Nel 2015 si è assistito a una riduzione del numero di CSR da oltre 150 a circa 100. Le raccomandazioni specifiche per paese, inoltre, sono state in generale più concise e contene-vano meno sottotematiche. Le 102 CSR elaborate per il 2015 includono 161 raccomandazioni politiche. Sorprende che solo 61 di esse siano state considerate rilevanti per i fondi SIE, una cifra nettamente inferiore rispetto al 2014. Tuttavia, la Commissione ha sottolineato che le più ampie raccoman-dazioni specifiche degli anni precedenti non hanno perso importanza e ha caldeggiato il completamento delle riforme previste.

Potenziale riprogrammazione nel quadro della condizionalità macroeconomica

Le normative per il periodo 2014-2020 prevedono inoltre la possibilità per la Commissione di richiedere la modifica di un accordo di partenariato o di un programma operativo, ove necessario, per sostenere una nuova CSR. È opportuno sottolineare che, dato che le riforme strutturali si occupano di problematiche di lungo termine, i cambiamenti di questo genere non saranno frequenti. La Commissione ha ricono-sciuto che una riprogrammazione frequente potrebbe essere deleteria per le strategie pluriennali di investimento. Una sfida politica cruciale che sta generando discussioni pre-mature sulla riprogrammazione riguarda la risposta dell’UE al drammatico incremento dei f lussi migrator i . I l Commissario Creţu ha invitato a riconsiderare le priorità

di investimento dei programmi e ad avviare un processo di riprogrammazione.

Fasi successive

La necessità di collegare il ciclo di programmazione plurien-nale della politica di coesione alle CSR annuali di breve ter-mine ha generato timori per i soggetti interessati della politica di coesione. Se, da un lato, è vero che le CSR sono aggiornate ogni anno e possono essere collegate alle priorità di breve termine, dall’altro, in pratica, quelle che sono state correlate alla politica di coesione hanno una natura di medio e lungo termine, anche se la Commissione, nel proporle, ha invitato gli Stati membri ad attribuire priorità al processo di riforma.

In termini di collegamenti futuri tra i fondi SIE e il Semestre europeo, tra le sfide chiave da affrontare nei prossimi anni figurano: la necessità di dimostrare il contributo dei fondi SIE alle priorità economiche a livello europeo, nazionale e regionale, compreso il contributo alle CSR pertinenti; la ricerca del giusto equilibrio tra gli obiettivi di medio e lungo termine degli investimenti dei fondi SIE e le agende politiche stabilite dalle CSR annuali; l’utilizzo dei margini di manovra forniti dai programmi dei fondi SIE per apportare, con la dovuta flessibilità, i cambiamenti necessari e svolgere un processo di riprogrammazione; la decisione riguardante l’u-tilizzo delle disposizioni della condizionalità macroeconomica (Elemento 1) per la riprogrammazione strategica.

▶PER SAPERNE DI PIÙ http://ec.europa.eu/europe2020/making-it-happen/country-specific-recommendations/

RACCOMANDAZIONI SPECIFICHE PER PAESE (CSR) RELATIVE ALLA POLITICA DI COESIONE NEL 2014

POLITICA DI COESIONE

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▶ PREMIAZIONE DEI PROGETTI INNOVATIVI DELLA POLITICA DI COESIONE PRESENTATI AL CONCORSO REGIOSTARS 2015I QUATTRO PROGETTI VINCITORI

Nel corso della cerimonia di premiazione di RegioStars, il Commissario europeo alla Politica regionale Corina Creţu e il presidente della giuria, l’europarlamentare Lambert van Nistelrooij hanno annunciato i vincitori del prestigioso concorso che premia i progetti più pro-mettenti e innovativi sostenuti dai fondi della politica di coesione.

Tra le 143 candidature presentate, la giuria ha identificato una rosa di finalisti composta da 17 progetti innovativi in materia di sviluppo urbano e regionale. I progetti modello competevano per le categorie di Crescita intelligente, Crescita sostenibile, Crescita inclusiva e CityStar.

I finalisti provenivano da diverse regioni e città di 15 Stati membri: Austria, Bulgaria, Danimarca, Francia, Grecia, Irlanda, Italia, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica ceca, Romania, Spagna, Svezia e Ungheria. Gli ambiti coinvolti nel loro lavoro riguardavano il sostegno alle piccole imprese tra-mite l’innovazione nel settore delle TIC e l’edilizia efficiente dal punto di energetico, l’inclusione sociale e le iniziative nel campo della pianificazione urbana.

I finalisti e i vincitori di RegioStars rappresentano esempi eccel-lenti della creatività e dell’impegno dei cittadini europei, nonché dei risultati che è possibile raggiungere con l’aiuto dei fondi UE.

▶PER SAPERNE DI PIÙ http://ec.europa.eu/regional_policy/en/regio-stars-awards

▶ Lambert van Nistelrooij, presidente della giuria

▶ RIGHT PAGE: Corina Creţu e Lambert van Nistelrooij con i rappresentanti dei quattro progetti vincitori.

▶REGIOSTARS 2015

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▶ CRESCITA INTELLIGENTELiberare il potenziale di crescita delle PMI nell’ambito dell’economia digitale.

▶SVILUPPATORI DI GIOCHI SCANDINAVI Midtjylland (Danimarca) and Västsverige (Svezia)Il progetto offre consulenza e formazione ai giovani imprenditori appartenenti al comparto scandinavo dei gio-chi digitali, aiutandoli a creare imprese capaci di operare in un ambiente imprenditoriale altamente competitivo. L’incubatore di imprese di Grenå (Danimarca) utilizza un modello aziendale sviluppato dall’Università partner sve-dese di Skövde e ha favorito la creazione di 22 nuove pic-cole realtà industriali che danno attualmente lavoro a 67 persone.▶ www.videndjurs.dk

▶CRESCITA INCLUSIVAIntegrare nella società coloro che sono a rischio di esclusione sociale.

▶DIRITTI A SCUOLA Puglia (Italia)Questo progetto, basato su un approccio combinato di servizi sociali e per l’istruzione, ha contribuito a ridurre notevolmente il tasso di abbandono scolastico precoce nella regione. Il progetto ha offerto consulenza, orienta-mento in tema di istruzione e formazione professionale e mediazione interculturale agli studenti e alle rispettive famiglie. La percentuale di studenti quindicenni con abi-lità di lettura limitate è calata fino al 16,7 % nel 2012, ossia al di sotto dell’obiettivo nazionale del 20 %. Al con-tempo, il tasso di abbandono scolastico precoce è dimi-nuito dal 30,3 % del 2003 al 19,9 % del 2013. In totale, più di 50 000 studenti e di 10 000 famiglie hanno bene-ficiato del programma, che ha offerto loro nuove possibilità per un futuro migliore. ▶ www.pugliausr.it/default.aspx?Page=

Office_Section&code=132&tipo=1

▶ CRESCITA SOSTENIBILEMobilitare investimenti nel campo dell’effi-cienza energetica, a vantaggio dei cittadini e della società.

▶PICSA Andalucía (Spagna)Il programma di edilizia sostenibile realizzato in Andalusia ha investito nel rinnovo energetico degli edifici e nel recupero delle zone urbane, stimolando la competitività del settore dell’edilizia e la creazione di impieghi qualificati. Il progetto non solo ha reso più verde il settore a livello regionale, ma ha anche creato posti di lavoro. Tra i suoi obiettivi principali vi è quello di educare i cittadini all’importanza dell’edilizia soste-nibile ed efficiente sotto il profilo energetico. Il progetto ha consentito di ottenere un risparmio energetico pari a 26 000 tonnellate all’anno, evitando l’immissione di 62 000 tonnellate di CO2 nell’atmosfera. Inoltre, negli anni a venire dovrebbe creare migliaia di posti di lavoro.

▶ www.agenciaandaluzadelaenergia.es/ciudadania/ programa-de-impulso-la-construccion-sostenible- de-andalucia/

▶CITYSTARTrasformare le città per affrontare le sfide future.

▶EUROCITY DI CHAVES- VERÍN Galizia (Spagna) e Portogallo del Nord (Portogallo)Le città di Chaves e Verín hanno unito le proprie forze per creare una «Eurocity» e proporre un’offerta congiunta di servizi e infrastrutture comunali, che include l’organizza-zione di eventi culturali, le attività di scambio commerciale, sportive, ricreative e turistiche e le iniziative di promozione dell’imprenditoria. Il progetto dimostra che l’integrazione istituzionale, economica, sociale e culturale di due città tran-sfrontaliere è possibile e porta vantaggi concreti in termini di risparmio, aumento dell’efficienza e diversificazione dei servizi pubblici offerti ai cittadini.▶ http://en.eurocidadechavesverin.eu/

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▶ BULGARIA: LA CRESCITA COSTANTE FA DIMENTICARE LA CRISI ECONOMICA

Panorama incontra il Vice Primo Ministro Tomislav Donchev, che spiega in che modo la politica di coesione contribuisce a stimolare la crescita in Bulgaria e illustra i programmi per i finanziamenti futuri.

▶La Commissione europea ha adottato l’Accordo di par-tenariato con la Bulgaria nell’agosto 2014. Quali sono i principali progressi compiuti da quel momento?

Le priorità dei fondi SIE in Bulgaria si articolano in dieci pro-grammi, nove dei quali sono già stati approvati. Le strutture di gestione sono in larga parte le stesse del periodo 2007-2013, ma per la creazione dei sistemi di gestione e controllo ci siamo basati sulla nostra esperienza, con l’obiettivo di semplificare i processi senza ridurre l’efficacia del controllo. Recentemente abbiamo designato le prime autorità, tra cui una per il programma principale dell’FSE, che sostiene le operazioni sul mercato del lavoro, l’inclusione sociale e l’oc-cupazione giovanile ed è di estrema importanza per confe-rire un ulteriore slancio all’economia bulgara, che ha appena iniziato a uscire dalla crisi. Stiamo lavorando per migliorare ulteriormente il quadro giuridico con una nuova legge sulla gestione dei fondi SIE, che il Parlamento dovrebbe approvare a breve.

▶Quale importanza hanno rivestito i fondi di coesione dal momento dell’adesione della Bulgaria all’UE?

Gli investimenti realizzati mediante i fondi UE hanno avuto un impatto sullo sviluppo sociale ed economico del paese, attenuando alcune delle principali sfide che dobbiamo fron-teggiare. L’effetto sul valore reale del PNL è stimato in cre-scita del 7,2 % rispetto allo scenario «a incremento zero». Il tasso di occupazione è del 4,5 % superiore rispetto al valore calcolato in assenza del contributo dei fondi e anche gli investimenti privati sono aumentati del 26,9 %.

In termini pratici, i fondi hanno portato benefici praticamente per quasi tutti i cittadini bulgari, con oltre 1 000 edifici pub-blici ristrutturati (destinati a ospitare scuole oppure attività sociali e culturali), 1 116 km di strade, 424 km di ferrovie, 262 km di autostrade e 21 km di linee di metropolitana costruiti o ristrutturati. I progetti urbani hanno direttamente migliorato la vita di 3,5 milioni di persone e gli investimenti ambientali in infrastrutture per l’approvvigionamento idrico, i sistemi fognari e il trattamento dei rifiuti hanno apportato benefici a circa la metà della popolazione dell’intero paeseI fondi SIE continueranno a essere un’importante fonte di investimenti pubblici. Tuttavia, per il periodo 2014-2020 ci

▶INTERVISTA

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concentreremo in particolare sull’istruzione e sulla ricerca e sviluppo. Tra le nuove priorità d’investimento figurano la riduzione dei gas serra, la gestione dei rischi ambientali e la qualità dell’aria. Queste consentiranno di conseguire con maggiore efficacia gli obiettivi di crescita intelligente, soste-nibile e inclusiva. In quanto agli approcci per la gestione, il nostro lavoro si concentra su una maggiore semplificazione e sul miglioramento dell’accesso ai fondi, della trasparenza e della responsabilità. In altre parole, puntiamo ai risultati, all’adozione di un approccio integrato e al rendimento del denaro pubblico investito.

gestione dei fondi SIE. Infatti, queste ultime si assumeranno maggiori responsabilità e fungeranno da organismi intermedi nel quadro dello sviluppo urbano sostenibile.

▶TIn che misura la Bulgaria si avvarrà degli strumenti finanziari?

Nel periodo 2007-2013, il mio paese ha avuto un’esperienza estremamente positiva con gli strumenti finanziari. Alla fine del 2014, l’iniziativa JEREMIE aveva erogato oltre 600 milioni di EUR a più di 6 300 PMI e 320 start-up. L’iniziativa JESSICA, invece, ha sostenuto le opere di risanamento urbano e le misure di sviluppo nelle città, mediante contributi erogati e sottoscritti pari a un totale di oltre 40 milioni di EUR.

Nel periodo 2014-2020, ci baseremo sull’esperienza acquisita per ampliare la portata degli strumenti finanziari. Estenderemo la loro copertura tematica includendo l’ambiente e attueremo un processo di diversificazione degli strumenti. Sarà posto par-ticolarmente l’accento sul sostegno all’imprenditoria innovativa, alle start-up che si occupano di prodotti che possono aiutare il mercato, nonché alle idee efficaci sotto il profilo economico. Il totale complessivo dei finanziamenti destinati agli strumenti finanziari è pari a circa 650 milioni di EUR, provenienti da sei programmi operativi. Le risorse saranno incanalate attraverso un «fondo di fondi» statale, che garantirà un’economia di scala nella gestione dei costi, contribuirà a standardizzare le proce-dure, aumentare l’effetto di leva e stabilire sinergie migliori con le sovvenzioni. Inoltre, la Bulgaria ha stanziato 102 milioni di EUR a favore dell’iniziativa PMI.

▶Quali risultati si aspetta al termine di questo periodo di sette anni?

Secondo la nostra modellizzazione economica, entro la fine del 2020 possiamo aspettarci una crescita reale del PNL del 9,3 % in più rispetto allo scenario di base. Ciò sarà dovuto agli effetti di lungo termine degli investimenti 2007-2013 e a quelli del periodo di programmazione 2014-2020.

In termini di orientamento ai risultati, entro il 2023 si otterrà un’aumento del 30 % delle attività di ricerca e sviluppo/innova-zione delle imprese; l’attività imprenditoriale aumenterà del 10 %; il tasso di abbandono scolastico per giovani di età compresa tra i 18 e i 24 sarà ridotto dell’11 %; aumenterà la percentuale delle persone di età compresa tra 30 e 34 con un livello di istruzione terziaria, giungendo almeno al 36 %; una quota pari al 3 % delle persone di età compresa tra 25 e 64 anni parteciperà ad attività di formazione permanente; saranno dimezzati i tempi previsti per i servizi amministrativi rispetto al 2013, e così via.

▶PER SAPERNE DI PIÙ www.eufunds.bg/en/

▶ Questo impianto di trattamento meccanico-biologico, situato nei pressi di Sofia, è in grado di trattare 410 000 tonnellate di rifiuti all’anno e produrre combustibile derivato da rifiuti (CDR) destinato alla cogenerazione.

▶In che misura gli enti locali e regionali sono coinvolti nella gestione dei vari PO in Bulgaria?

I comuni bulgari si occupano dell’attuazione di circa metà delle operazioni, ovvero dei progetti infrastrutturali e delle misure «immateriali». Dispongono delle competenze pratiche ade-guate e del giusto peso istituzionale per partecipare attivamente a tutte le fasi del ciclo di programmazione.

L’importanza delle città nel conseguimento della strategia Europa 2020 e la dimensione urbana della politica di coesione accrescono ulteriormente il ruolo delle autorità locali nella

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A un anno di distanza dall’avvio dei programmi dei Fondi strutturali e di investimento europei per il periodo 2014-2020, il Ministro delle Finanze e delle attività governative Jane Hutt illustra a Panorama il ruolo cruciale svolto dai fondi UE nella costruzione di un’economia sostenibile e florida in Galles.

▶Quali progressi sono stati compiuti dall’avvio dei programmi 2014-2020 in Galles?

Il Galles è stata la prima nazione del Regno Unito, e tra le prime dell’UE, a ricevere l’approvazione della Commissione europea per i programmi dei Fondi strutturali 2014-2020. È stato pos-sibile ottenere questo risultato grazie alla solida cooperazione tra il governo gallese e i partner sociali in Galles, Regno Unito e Unione europea.

Mi sono impegnata ad avviare con grinta i programmi di finan-ziamento europei, per far sì che gli investimenti continuassero a confluire nell’economia gallese. Abbiamo compiuto ottimi progressi, erogando circa 400 milioni di GBP (un quinto degli stanziamenti complessivi degli aiuti comunitari) alle organiz-zazioni pubbliche, private e volontarie in tutto il Galles, stimolando investimenti per un totale di 880 milioni di GBP.

Rendere il Galles una nazione innovativa e competitiva a livello globale è al cuore dell’agenda del governo volta a stimolare la crescita. Sono stata molto lieta di poter annunciare il primo finanziamento pari a 20 milioni di GBP, provenienti dal Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), destinato alla

▶ GALLES: STIMOLARE LA CRESCITA E L’OCCUPAZIONE GRAZIE ALLA POLITICA DI COESIONE

costruzione del nuovo Centro per l’innovazione e le imprese dell’Università di Aberystwyth nel Galles centrale. Questa struttura all’avanguardia, dal valore di 35 milioni di GBP, con-sentirà ai ricercatori e alle industrie di collaborare, trasfor-mando i progetti volti a potenziare la bioeconomia in prodotti commerciali di successo a livello globale.

Un altro importante investimento dei fondi comunitari riguarda un programma per l’energia marina realizzato nel Galles del Nord. Grazie a un contributo di 10 milioni di GBP erogato dal FESR, Minesto progetterà, produrrà e testerà un dispositivo a bassa velocità, il «Deep Green», in grado di gene-rare energia elettrica dalle correnti oceaniche e di marea, per soddisfare il fabbisogno energetico di centinaia di case. Con la seconda escursione di marea più elevata al mondo, il Galles ha tutte le carte in regola per diventare un leader globale nel settore innovativo dell’energia marina, garantendo un futuro a basse emissioni di carbonio. Questo investimento dell’UE ha inoltre posto le basi per attrarre investimenti esteri e una società svedese aprirà a breve la sua sede principale per il Regno Unito proprio in Galles.

Questi sono solo alcuni esempi che illustrano il ruolo cruciale svolto dai fondi UE, che stanno contribuendo a trasformare

▶ Il Ministro delle finanze e delle attività governative Jane Hutt con il Professor Richard B Davies, Vicecancelliere dell’Università di Swansea, durante la costruzione dello Swansea Bay Innovation Campus.

▶INTERVISTA

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la nostra economia e ad aumentare il benessere di tutti i cittadini gallesi attraverso investimenti in competitività aziendale, ricerca e innovazione, competenze, occupazione, energia r innovabile, connettività digitale e urbana e giovani.

▶Quale ruolo hanno avuto i partenariati nello stimolare la crescita in Galles?

I partenariati sono ovviamente essenziali per il successo dell’attuazione dei fondi UE in Galles e stiamo lavorando con i nostri partner per massimizzare l’impatto degli investimenti, allineandoli con le opportunità di crescita esistenti ed emer-genti in settori e aree geografiche chiave, tra cui città, regioni e aree imprenditoriali.

Questo approccio ha agito da catalizzatore per uno dei più importanti progetti dell’economia della conoscenza in Europa, il Bay Campus dell’innovazione e della scienza dell'Università di Swansea. Grazie al sostegno del FESR, della Banca Europea per gli Investimenti, del governo gallese e di altri risorse pubbliche e private, il campus ha aperto i bat-tenti a migliaia di studenti, ricercatori e imprese nel mese di settembre del 2015.

Soltanto durante la fase di costruzione, il progetto ha gene-rato 1 000 posti di lavoro, fornendo opportunità per le com-petenze e la catena logistica presenti in loco. La struttura continuerà a conseguire risultati eccellenti grazie al suo dina-mico ambiente di ricerca e rappresenta un esempio

straordinario dell’impatto che i fondi UE possono avere su un’intera regione: un concetto più volte ribadito al Parlamento europeo in occasione della presentazione del progetto.

▶Quali benefici ha tratto il Galles dalla collaborazione con le altre regioni europee?

Se, da un lato, i Fondi strutturali dell’UE rivestono un ruolo fondamentale nella nostra regione, dall’altro, l’accresciuta par-tecipazione degli organismi gallesi ad altri programmi finan-ziati dall’UE, quali Orizzonte 2020 e i programmi della Cooperazione territoriale europea, è allo stesso modo cruciale per l’attuale politica del governo gallese volta a instaurare partenariati con altre regioni europee e a promuovere il Galles a livello internazionale. I partenariati ci forniscono un’impor-tante piattaforma per guardare al di là dei confini geografici per affrontare le problematiche economiche, sociali e ambien-tali, condividere e crescere sulla base delle competenze.

Nel corso della conferenza sulla Cooperazione territoriale del Galles, svoltasi a Bruxelles nel mese di ottobre e a cui hanno partecipato soggetti interessati provenienti da Polonia, Francia, Spagna, Germania, Italia, Belgio Finlandia e Regno Unito, ho illustrato il modo in cui intendiamo estendere il nostro impegno in questi programmi e accrescere lacollaborazione con i nostri partner europei.

I risultati conseguiti fino ad ora dal Galles nell’ambito del pro-gramma altamente competitivo per l’innovazione e la ricerca Orizzonte 2020, sono decisamente incoraggianti: gli enti gal-lesi stanno già beneficiando dei contribuiti dei fondi UE pari a circa 25 milioni di GBP, che concorrono a sviluppare la nostra economia della conoscenza. Microsemi Corporation, una mul-tinazionale che fornisce soluzioni a semiconduttore con sede nel Galles del Sud, è riuscita ad attrarre circa 320 000 GBP a sostegno del progetto MEDILIGHT, del valore di 2,5 milioni di GBP, volto a sviluppare un dispositivo medico per migliorare la gestione delle lesioni cutanee.

Nel mese di novembre si è svolta in Galles anche la confe-renza IQNet, a Cardiff. I rappresentanti di diverse autorità di gestione UE si sono riuniti per discutere di «Semplificazione», un principio chiave della progettazione promosso dalla Commissione, che potrebbe generare benefici concreti per gli organismi che accedono ai progetti UE e li mettono in atto.

I fondi UE ci offrono un valido sostegno per conseguire i nostri obiettivi. Sono fermamente convinta che contribuiranno a creare un patrimonio duraturo per i cittadini, le imprese e le comunità di tutto il Galles, nonché una società più fiorente e inclusiva per tutti.

▶FIND OUT MORE www.gov.wales/eu-fundingOPPURE SEGUICI SU @wefowales

Lo Swansea Bay Innovation Campus si estende su una superficie di 26 ettari, che in precedenza ospitava un sito di transito della BP, nel distretto di Neath Port Talbot. È una delle poche università al mondo con un accesso diretto alla spiaggia e con il proprio lungomare. Attraverso i finanziamenti provenienti dal FESR e da altre fonti, l’università mira a diventare uno dei principali centri per l’innovazione e la ricerca.▲

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La Rete delle regioni per la ricerca e l’innovazione (ERRIN) contribuisce a rafforzare la cooperazione regionale nell’ambito della ricerca e consente di approfondire gli aspetti pratici della specializzazione intelligente attraverso il metodo del «viaggio di apprendimento», a cui partecipano 10 regioni. In questo modo, ERRIN promuove il trasferimento rapido e aperto di conoscenze e di migliori prassi, contribuendo ad aumentare l’impatto dei progetti regionali.

ERRIN è una piattaforma con sede a Bruxelles ed è composta da attori regionali, il cui obiettivo è di promuovere le capacità in termini di ricerca e innovazione delle regioni UE mediante 14 gruppi di lavoro.

Istituita nel 2001, ERRIN conta attualmente oltre 120 membri in 23 paesi. Lo scambio di conoscenze tra i membri è il metodo chiave utilizzato per migliorare la competitività regionale, ponendo particolarmente l’accento sulle azioni congiunte e sui partenariati di progetto, per consolidare la ricerca a livello regionale e sostenere lo sviluppo di progetti.

Con queste azioni, ERRIN fornisce il suo contributo all’attuazione della politica europea in materia di ricerca e innovazione e mette in risalto il ruolo che le strategie di specializzazione intelligente possono svolgere per creare sinergie tra i Fondi strutturali e di investimento europei e i finanziamenti comunitari per la ricerca, destinati al potenziamento della competitività regionale.

«Il nostro obiettivo è di sostenere la creazione di ecosistemi efficaci per la ricerca e l’innovazione nelle regioni europee e di promuovere la collaborazione a livello regionale», afferma Richard Tuffs, Direttore di ERRIN.

«L’innovazione è attualmente vista come il motore dello svi-luppo economico. Le regioni sono quindi chiamate a essere più connesse al proprio interno e ad avere una migliore coo-perazione al di fuori del territorio. È importante colmare i divari esistenti in termini di capacità innovative all’interno delle regioni e tra le regioni. L’Europa necessita di tutta l’innovazione possibile», continua Tuffs.

▶ ERRIN – PROMUOVERE GLI ATTORI REGIONALI NEL PANORAMA EUROPEO DELLA RICERCA E DELL’INNOVAZIONE

▶SPECIALIZZAZIONE INTELLIGENTE

Specializzazione intelligente

Il gruppo di lavoro di ERRIN sulla specializzazione intelligente ha esaminato i fondamenti logici alla base del concetto di specializzazione intelligente e ha condiviso le migliori pratiche per la sua attuazione.

Le Strategie d’innovazione regionali di specializzazione intelligente (RIS3) sono divenute un prerequisito per l’ela-borazione dei Programmi operativi dei Fondi strutturali e di investimento europei. La specializzazione intelligente è un elemento chiave della politica di coesione dell’UE 2014-2020, in quanto influenza la spesa e gli approcci adottati per stimolare la ricerca e le attività innovative.

Il viaggio di apprendimento

Al fine di sostenere la cooperazione nel campo della ricerca e dell’innovazione, ERRIN partecipa al progetto europeo di ricerca «SmarSpec», che prevede un «viaggio di apprendi-mento» per comprendere meg l io i l concet to d i specializzazione intelligente e legare la teoria alla pratica.

Il progetto coinvolge 10 regioni facenti parte di ERRIN, che organizzano workshop per condividere le proprie strategie

Le regioni cono-scono il proprio con-testo di ricerca e innovazione e rap-presentano i soggetti migliori per svilup-

pare strategie di innovazione e di specializzazione intelligente in grado di identificare e promuovere i propri vantaggi competitivi.

’▶ RICHARD TUFFS – DIRETTORE DI ERRIN

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di specializzazione intelligente e discutere su aspetti speci-fici, quali la governance e lo sviluppo di cluster.

«Il viaggio di apprendimento è uno strumento davvero utile e produttivo per conoscere e condividere i timori, le difficoltà e le buone pratiche», spiega Tuffs. «Questo processo aiuta ad accrescere la comprensione e promuove lo scambio di espe-rienze e di pratiche tra regioni, in particolare tra i rappresen-tanti impegnati nello sviluppo di strategie di specializzazione intelligente», aggiunge.

Inoltre, gli incontri che si svolgono in 10 regioni fungono da piattaforma per i partner, che possono lavorare insieme ed elaborare nuovi schemi di cooperazione nel quadro della RIS3, identificando le sinergie, gli ostacoli al processo di attuazione e le nuove sfide per i futuri progetti congiunti.

Cluster creativi e specializzazione intelligente

Una tappa di questo viaggio di apprendimento ha visto prota-gonista la città di Matera, patrimonio mondiale dell’umanità, in Basilicata. L’incontro di due giorni ha approfondito il ruolo dei cluster creativi nelle strategie di specializzazione intelligente.

Ai rappresentanti delle 10 regioni partecipanti si sono uniti due esponenti del mondo accademico (il Professor Kevin Morgan dell’Università di Cardiff nel Regno Unito e la Professoressa Fiorenza Belussi dell’Università di Padova) durante la giornata di apertura, dedicata al dibattito e alla condivisione di idee. Nel corso della seconda giornata, i rappresentanti della città di Matera, compresi gli esponenti del mondo politico, gli impren-ditori e gli attivisti sociali, si sono incontrati per discutere sul modo in cui la città sfrutta il suo patrimonio unico per generare opportunità di sviluppo economico.

«Un altro obiettivo del viaggio di apprendimento è di analiz-zare la base teorica del principio della specializzazione intel-ligente in diversi contesti regionali e approfondire la comprensione dei punti di forza e di debolezza dell’approccio adottato», spiega Tuffs.

«Il feedback fornito dalle regioni contribuirà a consolidare i fondamenti logici del concetto di specializzazione intelligente, nonché a fornire orientamenti metodologici per la pratica e informazioni strategiche per i decisori politici», aggiunge.

Un ruolo chiave nell’ambito della ricerca e dell’innovazione

Le regioni possono, e devono, svolgere un ruolo chiave nello sviluppo e nell’attuazione dei programmi di Orizzonte 2020, sottolinea Tuffs.

«Le regioni conoscono il proprio contesto di ricerca e innova-zione e rappresentano i soggetti migliori per sviluppare strate-gie di innovazione e di specializzazione intelligente in grado di identificare e promuovere i propri vantaggi competitivi». Continuando, aggiunge che «dopo aver elaborato strategie di specializzazione intelligente adatte al loro territorio, le regioni devono promuovere un networking attivo con le altre regioni a livello europeo e globale per trasferire conoscenze, istituire par tenariat i e incoraggiare oppor tunità di scambi commerciali».

È solo grazie a strategie di specializzazione intelligente «dal basso verso l’alto» che le regioni possono identificare i propri vantaggi competitivi. Gli investimenti europei possono essere destinati a queste priorità per garantire un impatto massimo.

▶PER SAPERNE DI PIÙ www.errin.eu

▶ Alcuni rappresentanti di Bruxelles delle regioni partner del progetto PLACES: (DA SINISTRA A DESTRA) Zoltan Balogh, Claire Robertson, Henriette Hansen, Martina Hilger, Richard Tuffs e Anett Ruszanov.

▶ Il personale del segretariato di ERRIN: (DA SINISTRA A DESTRA) Richard Tuffs, Anett Ruszanov, Ryan Titey e Andrea Lagundzija.

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68 %

12 %

19 %

Dopo 25 anni di cooperazione transfrontaliera, il note-vole potenziale economico delle zone di frontiera non è ancora sfruttato appieno a causa della mancanza di fiducia o di un atteggiamento talvolta negativo nei con-fronti dei paesi confinanti. Al fine di garantire la mas-sima efficacia degli investimenti futuri, la Direzione generale per la Politica regionale e urbana ha condotto la prima indagine Eurobarometro per conoscere il punto di vista dei residenti delle zone di frontiera.

Un terzo dei cittadini europei vive in zone di confine e, spesso, la cooperazione tra regioni o paesi confinanti ha un impatto diretto o indiretto sulle loro vite. La Cooperazione territoriale europea (i programmi Interreg) mira ad aiutare a superare eventuali ostacoli che essi si trovano a dover affrontare.

La Commissione europea auspica di usare i risultati di questa indagine Eurobarometro, che misura le opinioni e gli atteggia-menti delle persone che vivono nelle regioni di confine dell’UE, per porre rimedio agli ostacoli segnalati. L’identificazione e la mappatura di questi atteggiamenti può aiutare a focalizzare meglio gli investimenti e i progetti dell’UE. I risultati sono stati generalmente positivi, ma sono emerse anche tendenze mag-giormente negative, che le autorità di gestione sono chiamate a invertire attraverso programmi e azioni mirati.

I due terzi dei residenti delle zone di frontiera non conoscono Interreg

A grandi linee, il 34 % degli intervistati è generalmente a conoscenza degli investimenti UE e il 75 % ha espresso un’opinione positiva sull’impatto che i fondi comunitari possono avere sulla vita dei contribuenti.

Tuttavia, un dato su cui bisogna riflettere è che la maggio-ranza (il 68 %) dei residenti nelle zone di frontiera non è a conoscenza delle attività di cooperazione transfrontaliera finanziate dall’UE e svolte nella propria regione. Il 12 % ha idea di cosa si tratti e circa il 19 % ne ha sentito parlare, ma no sa esattamente cosa siano.

▶ INTERREG COMPIE 25 ANNIFESTEGGIAMENTI E UN’INDAGINE EUROBAROMETRO PER SEGNARE QUESTO IMPORTANTE TRAGUARDO

Costruire sulla fiducia esistente

Tuttavia, vi è una solida base da cui partire per migliorare la cooperazione transfrontaliera in quanto la maggior parte dei cittadini ha fiducia negli altri. Il 61 % degli intervistati afferma di avere fiducia nella maggioranza delle persone; i residenti dei paesi scandinavi mostrano una propensione più elevata a fidarsi dei propri omologhi al di là della frontiera.

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CONOSCENZA DELLE ATTIVITÀ TRANSFRONTALIEREDOMANDA Ha mai sentito parlare delle attività di cooperazione transfrontaliera finanziate dall’UE e svolte nella Sua regione?

▶INTERREG 25

Sì, e so cosa sono

Sì, ma non so esattamente di cosa si tratti

No

Non so

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20 % 7 % 41 %

46 %

34 %

64 %

65 %

32 %

31 %

27 %

23 %

14 %

14 %

5 %

7 % 5 %

4 %

21 %

8 %

2 %

Si riscontrano differenze trascurabili tra i gradi di predisposi-zione ad avere un cittadino di un paese partner come vicino di casa (il 59 % si sente completamente a suo agio), collega di lavoro o membro della famiglia (entrambi al 58 %). Tuttavia, gli intervistati si sono dichiarati meno predisposti ad avere un cit-tadino di un altro Stato membro come proprio dirigente (49 %).

Il 55 % circa degli intervistati ha dichiarato che vivere in una zona di frontiera non ha alcun impatto sulla propria via, men-tre il 37 % lo considera un’opportunità e il 4 % un ostacolo.

Risolvere i problemi, rimuovere gli ostacoli

Cosa rende difficile la cooperazione transfrontaliera? I cit-tadini intervistati hanno fornito indicazioni chiare a riguardo. In primo luogo, sono ben coscienti del fatto che la coopera-zione transfrontaliera sia difficoltosa: l’81 % è in grado di identificare un problema in almeno una questione correlata alla cooperazione transfrontaliera.

Gli intervistati tendono a considerare le differenze linguisti-che un problema per la cooperazione del proprio paese con un paese partner (57 %). I soggetti coinvolti in programmi tra Germania e Polonia, ad esempio, oppure Germania e Repubblica ceca, tendono ad affermare che la barriera lin-guistica rappresenta un problema (circa l’80 %). Più di quat-tro intervistat i su dieci considerano le differenze socioeconomiche, giuridiche o amministrative come un osta-colo, mentre almeno tre su dieci ritengono che le differenze culturali o l’accessibilità siano fonte di difficoltà. Le differenze culturali sono indicate più spesso come problema nella zona

che corre lungo il confine tra la Germania e la Polonia. Il pro-blema dell’accessibilità, invece, ha maggiore rilevanza nei paesi dell’Europa occidentale rispetto a quelli dell’Europa orientale.

Rinnovare gli sforzi di comunicazione

I dati raccolti sono molto dettagliati e utili per i lavori futuri. Possono essere scomposti a livello di Stati membri e pro-grammi ed è possibile consultare i risultati in base al genere, all’età, al grado di istruzione o al tipo di impiego.

Le autorità responsabili dei programmi dovrebbero prendere in debita considerazione questi dati per l’elaborazione delle strategie di comunicazione dei programmi di cooperazione 2014-2020. La DG Politica regionale e urbana sta già lavo-rando a stretto contatto con le autorità di programmazione per garantire che il loro lavoro si basi sulle informazioni raccolte mediante questo esercizio.

La Commissione intende svolgere questa indagine con rego-larità, al fine di analizzare le tendenze che ne emergono e adattare di conseguenza le sue politiche.

Eventi per le celebrazioni dell’anniversario di Interreg

Interreg ha festeggiato il suo 25° anniversario il 15 e il 16 settembre a Belval, in Lussemburgo, con una conferenza organizzata dalla presidenza lussemburghese dell’UE e Interact. L’evento ha fornito una straordinaria opportunità per tirare le somme degli anni di attività del programma

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DIFFERENZE LINGUISTICHE

DIFFERENZE SOCIALI ED ECONOMICHE

DIFFERENZE GIURIDICHE O AMMINISTRATIVE

DIFFERENZE CULTURALI

ACCESSIBILITÀ (AD ESEMPIO BARRIERE GEOGRAFICHE O INFRASTRUTTURE DI TRASPORTO)

OSTACOLI PERCEPIT DOMANDA Pensando alla cooperazione tra [IL NOSTRO PAESE] e [IL PAESE DEL PROGRAMMA], in che misura i seguenti punti rappresentano un problema?

Un grande problema Un problema minore Non è un problema Non so

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LE ATTIVITÀ DI COMUNICAZIONE ORGANIZZATE PER I FESTEGGIAMENTI DEL 25° ANNIVERSARIO SONO STATE MOLTEPLICI:

▶ dal contributo ‘Drawnalism’ che ha «raccontato» l’evento…

▶ … alla «Slam Competition» tra i progetti Interreg.

Panorama

accoglie con

favore i contributi

dei lettor!

e riflettere sul futuro di Interreg. Per l’occasione sono state condotte diverse attività di comunicazione e sono stati pre-sentati i risultati dell’indagine Eurobarometro sulla cooperazione transfrontaliera nell’UE.

Sono state organizzate diverse attività di comunicazione per i festeggiamenti del 25° anniversario del programma: dal contributo «Drawnalism» che ha «raccontato» l’evento, alla ««Slam Competition» tra i progetti Interreg; dal film d’ani-mazione «Borders, not barriers», al documentario televisivo «Le Dessous des Cartes».

Si è anche svolto, al contempo, il roadshow dell’alta diri-genza, che prevedeva una serie di visite presso le regioni di frontiera per promuovere la consultazione pubblica «Superare gli ostacoli nelle regioni di confine», aperta dal 21 settembre al 21 dicembre 2015.

Direttore generale Walter Deffaa ha sottolineato lo spirito alla base dei diversi eventi: «Interreg è come un ragazzo di 25 anni che sta per affacciarsi alla sua vita da adulto con rinnovato entusiasmo!»

▶PER SAPERNE DI PIÙ http://ec.europa.eu/regional_policy/en/conferences/interreg25/

▶ Il Direttore generale aggiunto della DG Politica regionale e urbana della Commissione europea Nicholas Martyn celebra i 25 anni di finanziamenti Interreg con Mervyn Watley (a destra), del Parco scientifico dell’Irlanda del Nord nel mese di ottobre.

▶INTERREG 25

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▶ CON PAROLE PROPRIE I PORTATORI D’INTERESSE ESPRIMONO

LE PROPRIE OPINIONI SULLA POLITICA DI COESIONE 2014-2020

Con parole proprie i è la rubrica di Panorama in cui i portatori di interesse a livello locale, regionale, nazionale ed europeo esprimono il proprio punto di vista sulla politica di coesione rifor-

mata e delineano i propri piani per il periodo 2014-2020.

Panorama

accoglie con

favore i contributi

dei lettor!

▶CON PAROLE PROPRIE

Panorama invita i lettori a inviare i loro contributi nella propria lingua madre, che potranno essere pubblicati nelle prossime edizioni. Per ulteriori informazioni sul termine entro cui inviare il proprio contributo e sui criteri da rispettare, scrivere all’indirizzo.

[email protected]

▶ SVILUPPARE UN’AREA METROPOLITANA INTEGRATA E SOSTENIBILE

▶POLONIA

L’attuazione degli Investimenti territoriali integrati (ITI) attra-verso la creazione dell’area metropolitana di Łódź (ŁMA) è uno dei più importanti ele-menti del Programma opera-tivo regionale 2014-2020 per il Voivodato di Łódź, coordinato dalla città di Łódź. Il piano d’a-zione cofinanziato dal FESR

«Strategia di sviluppo per l’area metropolitana di Łódź 2020+» fornirà il sostegno necessario per con-seguire gli obiettivi della Strategia Europa 2020 in modo più sostenibile ed efficace.

Con una superficie complessiva pari a 2 499 km2, la ŁMA ospita più di 1,1 milioni di abitanti e genera circa il 50 % del PIL della regione. L’associazione per l’area metropolitana di Łódź, responsabile del coordinamento e dell’attuazione della strategia, agisce come organismo per gli ITI, comprende 31 unità di autogoverno disseminate in cinque distretti e si pro-pone di stimolare la cooperazione e l’integrazione tra i governi locali della città.

Le azioni intraprese nel quadro degli ITI saranno cofinan-ziate dall’UE mediante il Programma operativo regionale 2014-2020 per il Voivodato di Łódź, con un contributo com-plessivo pari a 226 milioni di EUR. Gli obiettivi principali della ŁMA sono stati adottati nel luglio 2014 e fungono da stra-tegia generale per l’area metropolitana, nonché da strategia operativa per gli Investimenti territoriali integrati.

Tra gli obiettivi figurano: il recupero di zone degradate per costruire un ambiente più sicuro e vivibile; la promozione dell’inclusione sociale attraverso incentivi alle attività eco-nomiche; la creazione di un sistema di trasporto metropoli-tano integrato e sostenibile; lo sviluppo di un’economia a basso tenore di carbonio ed efficiente sotto il profilo delle risorse per garantire una maggiore protezione dell’ambiente; il potenziamento delle risorse umane e del capitale sociale; il consolidamento della società dell’informazione e delle fun-zioni dell’area metropolitana, assicurandone in questo modo la coesione.

L’associazione offre il proprio sostegno alle attività volte a garantire la gestione efficace dell’area metropolitana di Łódź e si è impegnata a favorire lo scambio di idee ed espe-rienze tra i diversi comuni e distretti. Infine, sostiene la r icerca accademica sul funzionamento del l ’area metropolitana di Łódź e sul suo sviluppo futuro.

MAREK CIEŚLAK – Vicepresidente dell'associazione, per l'area metropolitana di Łódź

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Devo riconoscere che abbiamo acquisito un’esperienza di grande valore mediante tutti gli aspetti della politica di coesione dell’UE, vista anche la situazione econo-mica e la posizione geografica della nostra regione. La regione di Pilsen, collocata nella parte occidentale della Repubblica ceca, confina con la Baviera tedesca e, pertanto, ci

siamo concentrati sull’attuazione di programmi mirati al potenziamento della cooperazione transfrontaliera.

L’autostrada D5, che attraversa la regione di Pilsen fino alla Germania, il corridoio ferroviario che collega Praga a Norimberga e il nuovo tracciato da Pilsen a Monaco, sono tutti parte della rete RTE-T, sostenuta dai programmi del fondo di coesione dell’UE. La città di Pilsen, capoluogo regionale, è la quarta città più grande della Repubblica ceca e conta circa 200 000 abi-tanti, mentre il resto del territorio è prevalentemente rurale. Pertanto, ci siamo concentrati sui progetti di sviluppo urbano e di promozione della competitività nella città di Pilsen, e non solo. Abbiamo elaborato progetti per sostenere la realizzazione

Per me è un privilegio operare, da professionista, nell’ambito di parte-nariati e attività di costruzione del consenso in un settore così vitale come quello della politica di coesione. In generale, posso considerarmi un suo autentico sostenitore.

Dopo 16-17 anni a capo dell’autorità di gestione del FESR e, dal 2004, anche dell’FSE in Danimarca, il mio lavoro è stato soggetto a una serie di prerequisiti: la politica di coesione deve concentrarsi sulla crescita e sullo sviluppo. Pertanto, deve operare scelte strategiche chiare e, al contempo, intraprendere iniziative orientate ai risultati. Inoltre, deve essere radicata alla realtà locale e attuare, in maniera prioritaria, progetti concreti.

Ritengo abbia molto senso che la politica di coesione debba con-centrarsi sulle reali sfide socioeconomiche di un determinato territorio e sull’effettivo potenziale di sviluppo di quest’ultimo. Ciò significa, ad esempio, che non dovrebbe semplicemente cer-care di porre rimedio a caratteristiche geografiche specifiche, ma basarsi sul potenziale delle zone interessate. La politica non dovrebbe nemmeno limitarsi a porre rimedio a una governance scarsa o inadeguata e non deve alimentare una cultura dei sussidi a livello nazionale, regionale o locale.

I sostenitori della politica di coesione operano scelte e pren-dono decisioni difficili, le mettono in atto e sono sulla linea di tiro per quanto riguarda il conseguimento dei risultati, l’as-sunzione delle responsabilità, la definizione dell’ammissibilità al cofinanziamento e dei rischi intrinseci agli investimenti.

Pertanto, mi permetto di spezzare una lancia a favore di tutti i professionisti coinvolti nell’attuazione della politica. Nel corso degli anni ho avuto modo di notare che la retorica relativa alla politica di coesione, in particolare ai Fondi strutturali e al loro quadro normativo, è spesso generica. I discorsi fumosi e imprecisi, spesso con un tono autocelebrativo, relativi a risul-tati, flessibilità, riduzione degli oneri amministrativi, sempli-ficazione, controllo, partenariati o specializzazione sono molto facili da preparare e sono una semplice petitio principii.

Ha davvero senso richiedere, ad esempio, maggiore flessibilità senza assumersi la responsabilità di ciò che questo comporta,

▶ INVESTIMENTI NELLE INFRASTRUTTURE CHIAVE IN TUTTA LA REGIONE

▶ UNA POLITICA DI COE-SIONE BASATA SULLE REALTÀ LOCALI PER AFFRONTARE LE SFIDE SOCIO-ECONOMICHE

▶REPUBBLICA CECA

▶DANIMARCA

senza capire se, in realtà, può significare una gestione più debole o «denaro facile»? Ha senso promuovere misure riguar-danti il controllo e stabilire requisiti di semplificazione senza comprendere che ciò potrebbe anche nuocere alla sana gestione finanziaria dei fondi pubblici, quali quelli strutturali? Spero con-veniate con me che tutto ciò non ha senso. Mi auguro che i lavori sulle idee, sulla stesura dei progetti e sulla definizione delle normative necessarie per la politica di coesione e i Fondi strut-turali si basino, fin dall’inizio, sulle competenze e sull’esperienza di coloro che sanno bene come metterli in atto. In tutta mode-stia, ritengo che l’esperienza della Danimarca e della sua ini-ziativa nazionale per alleggerire gli oneri amministrativi nei vari settori politici possa fungere da fonte di ispirazione.

Ringrazio Panorama per avermi richiesto di fornire un contri-buto alla discussione. Va da sé che il contenuto del mio inter-vento non pregiudica il merito degli approcci e delle posizioni assunte dalla Danimarca in seno ai vari forum europei.

PREBEN GREGERSEN – Responsabile dell’autorità di gestione dei Fondi strutturali, Responsabile della politica regionale, Autorità danese per gli affari economici

▶CON PAROLE PROPRIE

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▶ SVILUPPARE UN’ECONO-MIA A BASSE EMISSIONI DI CARBONIO E INCENTI-VARE L’OCCUPAZIONE

▶FINLANDIA

Le politiche regionali e strutturali dell’Unione europea mirano ad accrescere la coesione economica e sociale degli Stati membri, nonché a ridurre le disparità esi-stenti tra le regioni in termini in sviluppo. In Finlandia, i contributi del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) sono stati impiegati per migliorare la competiti-vità delle PMI, promuovere la produzione e l’uso delle nuove tecnologie dell’informazione e della conoscenza

di infrastrutture di base quali strade, impianti di approvvigio-namento idrico e di trattamento delle acque reflue, tenendo sempre in considerazione il principio di solidarietà nei confronti delle regioni meno sviluppate.

Dal 2007, è stato investito un totale di 1,15 miliardi di EUR provenienti dai fondi strutturali e di coesione. Senza questo contributo finanziario, la nostra regione si troverebbe ancora in una situazione di arretratezza, il progresso avrebbe un ritmo più lento e non saremmo certamente stati in grado di rag-giungere la soglia del 75 % della media del PIL nell’immediato futuro. Al fine di mantenere una crescita positiva, ci siamo impegnati a continuare il lavoro che abbiamo avviato nel 2007. Rispetto al precedente periodo di programmazione, si assiste a un netto passaggio a progetti più sofisticati che si concentrano su una serie di settori, tra cui ricerca e sviluppo, istruzione, energia rinnovabile e competitività.

Mi compiaccio del fatto che la politica di coesione riformata segua gli stessi dettami del periodo di programmazione prece-dente, pur presentando nuovi strumenti quali gli Investimenti territoriali integrati o lo Sviluppo locale di tipo partecipativo, che forniscono alle operazioni strutturali la direzione giusta da seguire. D’altro canto, è necessario un profondo cambiamento nelle strategie per identificare i rispettivi portatori d’interesse: un compito particolarmente complesso per Stati membri come la Repubblica ceca, in cui si è soliti adottare approcci stretta-mente settoriali per l’elaborazione e l’attuazione dei progetti. Sono stato lieto di apprendere che i nuovi programmi della poli-tica di coesione siano stati notevolmente semplificati e che que-sto punto sia al vertice dell’agenda del Commissario Crețu sosteniamo fortemente i suoi sforzi volti alla semplificazione delle procedure burocratiche per i progetti.

IVO GRÜNER – Vicepresidente allo sviluppo regionale della regione di Pilsen

e per sviluppare un’economia a basse emissioni di carbonio. Il sostegno fornito dal Fondo sociale europeo (FSE) è stato utilizzato per promuovere l’occupazione e la funzionalità dell’ambiente di lavoro, migliorare le conoscenze e le competenze e garant ire

l’inclusione sociale dei gruppi più svantaggiati.

Il Programma operativo della Finlandia si chiama «Crescita sostenibile e occupazione 2014-2020». Si articola in 5 assi pri-oritari e 13 obiettivi specifici e ciascun progetto dovrebbe con-seguire almeno uno di questi obiettivi. Gli stanziamenti dei programmi dei fondi strutturali in Finlandia per il periodo 2014-2020 sono pari a quasi 1,3 miliardi di EUR. In aggiunta al cofi-nanziamento nazionale (50 %), sono disponibili circa 2,6 miliardi di EUR in finanziamenti pubblici.

I programmi dei fondi strutturali finlandesi coprono cinque set-tori politici che riguardano, nello specifico, la promozione della competitività delle PMI e l’occupazione. Il tema dominante è la promozione dell’economia a basse emissioni di carbonio. Il pro-gramma dei Fondi Strutturali fornisce gli strumenti adatti per raggiungere gli obiettivi di Europa 2020. Tra i principali obiettivi del programma figurano: la creazione di nuove imprese; il soste-gno alla crescita e all’internazionalizzazione delle PMI; la pro-mozione dell’innovazione e il potenziamento delle conoscenze; l’estensione dell’uso delle energie rinnovabili e l’aumento dell’ef-ficienza energetica e delle materie prime. Inoltre, il programma si occupa della disoccupazione giovanile e si propone di fornire sostegno a coloro che ricoprono posizioni deboli nel mercato del lavoro. ll potenziamento degli sforzi profusi per migliorare la produttività lavorativa e il benessere sul lavoro, nonché i servizi scolastici e la prevenzione della discriminazione rientrano tra gli obiettivi principali del programma, che sarà attuato in tutto il paese, ad eccezione della regione di Åland.

Gli obiettivi tematici chiave del FESR riguardano il potenziamento della competitività delle PMI, la diffusione e l’utilizzo delle nuove tecnologie dell’informazione e della conoscenza e la promozione di un’economia a basse emissioni di carbonio. Inoltre, gli obiet-tivi tematici chiave dell’FSE si concentrano su occupazione e mobilità del lavoro, istruzione, competenze e apprendimento permanente e inclusione sociale.

SAMULI RANTA – Responsabile di progetto, Università di Turku, Facoltà di Scienze applicate

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▶CON PAROLE PROPRIE

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▶ STUDIO SULLA «GEOGRAFIA DELLA SPESA»VALUTAZIONE EX POST DEI FONDI UE

Lo studio sulla geografia della spesa fa parte della valutazione ex post dei programmi della politica di coe-sione realizzati nel periodo 2007-2013. Prende in esame, nello specifico, il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e il Fondo di coesione (FC).

Lo studio si proponeva di raccogliere i dati relativi alle dota-zioni cumulative di determinati progetti e alle spese dei pro-grammi del FESR e dell’FC a livello di NUTS-3 di tutte le regioni europee per tutti e 28 gli Stati membri. L’analisi ha riguardato la convergenza, la Competitività regionale e l’occupazione (CRO) e gli obiettivi della Cooperazione territoriale europea (CTE) per il periodo 2007-2013.

I dati sono stati raccolti avvalendosi del sostegno di una rete di esperti nazionali, dalle autorità di gestione a livello NUTS-3 (ove disponibili), e scomposti in base a 86 temi prioritari. Laddove non è stato possibile reperire i dati, sono state effettuate delle stime.

Le cifre raccolte e le stime sono state archiviate in due ban-che dati, di facile utilizzo, per i periodi 2007-2014

e 2000-2014, rendendo così i dati disponibili per un uso futuro da parte della Commissione, dei ricercatori e del pubblico in generale.

Lo studio, inoltre, integra i dati del periodo di programma-zione 2000-2006, elaborati da un’analisi precedente.

I dati saranno utilizzati per svolgere due valutazioni macro-economiche sull’impatto della politica di coesione e, ad esempio, sul PIL e sull ’occupazione. Sono, inoltre, a disposizione dell’intera comunità della ricerca.

I risultati sono stati pubblicati sotto forma di mappe per for-nire un primo spaccato della distribuzione degli stanziamenti del FESR e del Fondo di coesione a livello regionale, nonché delle spese e delle tendenze rilevate.

▶PER SAPERNE DI PIÙ http://ec.europa.eu/regional_policy/en/policy/evaluations/ec/2007-2013/#1VEDERE PACCHETTO DI LAVORO N. 13 - GEOGRAFIA DELLA SPESA

▶VALUTAZIONE DELLA POLITICA DI COESIONE

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▶ SPESA PER SETTORE

SPESA CUMULATIVA DEL FESR E DEL FONDO DI COESIONE, 2014Mln di EUR, regioni NUTS-2

Fonte: Commissione europea, DG Regio / Mappe: WIIW, Ismeri Europa

750

1 500

3 000

CATEGORIA

Investimenti produttivi

Capitale umano

Infrastrutture

Canarias

Madeira

Açores

GuadeloupeMartinique

RéunionGuyane

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▶ SOSTEGNO ALLE IMPRESESPESA CUMULATIVA DEL FESR E DEL FONDO DI COESIONE, 2014Mln di EUR, regioni NUTS-3

▶ RICERCASPESA CUMULATIVA DEL FESR E DEL FONDO DI COESIONE, 2014Mln di EUR, regioni NUTS-3

▶TRASPORTISPESA CUMULATIVA DEL FESR E DEL FONDO DI COESIONE, 2014Mln di EUR, regioni NUTS-3

▶AMBIENTESPESA CUMULATIVA DEL FESR E DEL FONDO DI COESIONE, 2014Mln di EUR, regioni NUTS-3

Fonte: Commissione europea, DG Regio / Mappe: WIIW, Ismeri Europa

Fonte: Commissione europea, DG Regio / Mappe: WIIW, Ismeri Europa

Fonte: Commissione europea, DG Regio / Mappe: WIIW, Ismeri Europa

Fonte: Commissione europea, DG Regio / Mappe: WIIW, Ismeri Europa

< 10

10 – 25

55 – 70

70 – 85

25 – 40

40 – 55

> 85

< 5

5 – 10

20 – 25

25 – 30

10 – 15

15 – 20

> 30 < 5

5 – 10

50 – 75

75 – 100

10 – 25

25 – 50

> 100

< 20

20 – 40

100 – 200

200 – 400

40 – 60

60 – 100

> 400

Canarias

Madeira

Açores

GuadeloupeMartinique

RéunionGuyane

Canarias

Madeira

Açores

GuadeloupeMartinique

RéunionGuyane

Canarias

Madeira

Açores

GuadeloupeMartinique

RéunionGuyane

Canarias

Madeira

Açores

GuadeloupeMartinique

RéunionGuyane

▶VALUTAZIONE DELLA POLITICA DI COESIONE

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▶ NOVITÀ [IN SINTESI]

▶NOVITÀ

PREMIARE LA COMUNICA-ZIONE PUBBLICAIl 22 ottobre scorso, sono state premiate tre campagne di sen-sibilizzazione dell’opinione pubblica nel corso della conferenza EuroPCom, organizzata dal Comitato delle regioni in collabora-zione con le istituzioni UE, che riunisce gli specialisti della comu-nicazione delle autorità locali, regionali, nazionali ed europee al fine di conferire una dimensione professionale alle attività di comunicazione governative e dell’UE. Il concorso per la Comunicazione pubblica europea è stato vinto dalla campagna di sensibilizzazione olandese dal titolo «Kijkdagen – Europa om de hoek», che mostra il modo in cui i finanziamenti europei vengono utilizzati nei quartieri, nelle città e nelle regioni dei Paesi Bassi. La campagna di quest’anno era composta da video dedicati a 12 progetti, uno per ciascuna provincia olandese. Il secondo posto è stato conquistato da «Notre pays bouge, l’Europe s’engage», », una campagna televisiva nazionale fran-cese che sottolinea l’impatto degli aiuti comunitari sulla vita dei cittadini e sulle imprese. Il Commissariato francese per l’ugua-glianza territoriale ha prodotto, in collaborazione con i partner regionali, una serie di 66 spot da 30 secondi ciascuno, trasmessi sui canali nazionali per sei mesi. Il terzo posto è stato assegnato alla campagna «Let’s Create Together Bulgaria 2020», svolta dal ministero bulgaro per i fondi UE. Nel paese sono stati orga-nizzati oltre 600 eventi, a cui hanno preso parte più di 50 000 persone, con l’obiettivo di raccogliere idee su come utilizzare i contributi dell’UE a livello locale nei prossimi cinque anni. Le informazioni relative ai progetti vincitori e il bando per l’edizione 2016 del concorso per la Comunicazione pubblica europea possono essere reperiti sul sito Web di EuroPCom.

▶FIND OUT MORE http://cor.europa.eu/it/news/Pages/dutch-french-and-bulgarian-campaigns-receive-awards.aspx

LA POLITICA DI COESIONE CONTRIBUISCE ALL’ «ECO-NOMIA CIRCOLARE»All’inizio di dicembre 2015, la Commissione ha presentato una nuova

e ambiziosa strategia per l’«economia circolare», che si propone di

trasformare l’Europa in un’economia più competitiva ed efficiente

sotto il profilo delle risorse e copre una serie di settori economici. Negli scorsi due decenni, gli investimenti della politica di coe-sione a favore dell’economia circolare sono stati consistenti: oltre 6 miliardi di EUR per il solo periodo 2007-2013 e non per ultimi gli stanziamenti nel settore della gestione dei rifiuti nel sostegno agli Stati membri per la chiusura delle discariche, le sovvenzioni per la costruzione di inceneritori in casi opportunamente giustifi-cati e, soprattutto, a favore del riciclaggio e del riutilizzo. Al con-tempo, sempre più regioni hanno iniziato a investire in programmi avanzati e innovativi di simbiosi industriale, in approcci «dalla culla alla culla» o in progetti per l’efficienza delle risorse delle PMI. Per il periodo 2014-2020, con la politica di coesione riformata e la concentrazione maggiore (dovuta alle obbligatorie misure di con-tenimento) sull’innovazione, l’economia a basse emissioni di car-bonio e l’efficienza energetica, molti programmi operativi hanno previsto cospicui investimenti direttamente correlati all’economia circolare, riguardanti la progettazione ecocompatibile e l’ideazione di prodotti, la bioeconomia, la simbiosi industriale, i nuovi modelli aziendali oppure l’efficienza energetica.

▶FIND OUT MORE http://ec.europa.eu/environment/circular-economy/index_en.htm

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RIFLETTORI PUNTATI SULLE CITTÀ D’EUROPANel corso degli Open Days, l’eurodeputato Lambert Van Nistel-rooij ha presentato il suo nuovo libro intitolato «Cities in the spot-light» (Riflettori puntati sulle città), che parla dell’importanza delle politiche integrate per i centri cittadini. Attualmente, circa tre euro-pei su quattro vivono nelle città, che sono sempre più considerate il motore della crescita economica e della creazione di posti di lavoro. Tuttavia, le città nell’«Europa delle regioni» svolgevano prima un ruolo di sostegno: la politica dell’UE in questo settore è ancora abbastanza frammentata ed è necessario stabilire un legame coeso con le politiche esistenti. I Paesi Bassi intendono

svolgere un ruolo importante in questo contesto e l’Agenda urbana sarà uno degli elementi cardine della presidenza olandese dell’UE, che prevede la firma del «Patto di Amsterdam» per la definizione di un approccio dal basso verso l’alto, in cui le città detengono un ruolo cruciale e dispongono del giusto potere per agire. Il libro di Van Nistelrooij mette in risalto le sfide che le città devono affrontare e illustra alcune delle soluzioni proposte.

▶PER SAPERNE DI PIÙ http://issuu.com/eppgroup/docs/schijnwerpers_op_de_stad_

LINEE GUIDA PER GLI APPALTI PUBBLICI

I nuovi orientamenti pubblicati dalla Commissione aiuteranno i funzionari pubblici di tutta l’UE a identificare ed evitare gli errori più frequenti nelle procedure di appalto pubblico o nei progetti cofinanziati dai Fondi strutturali e di investimento europei. In linea con l’iniziativa a favore di un «bilancio UE orientato ai risul-tati», la Commissione si sta adoperando per garantire che il denaro dei contribuenti sia speso in maniera efficiente e trasparente. Circa la metà degli stanziamenti dei fondi SIE viene immessa nell’economia reale attraverso gli appalti pubblici. Il Commissario europeo alla Politica regionale Corina Creţu ha dichiarato: «tra le mie priorità vi è il sostegno agli Stati mem-bri per il miglioramento della gestione e degli investimenti dei fondi UE. Questi orientamenti rappresentano uno strumento pre-zioso per raggiungere tale scopo. Ritengo che la riduzione degli errori commessi nelle procedure degli appalti pubblici possa far sì che gli investimenti europei raggiungano più rapidamente gli obiettivi di crescita e occupazione, tutelando il bilancio dell’UE» Gli errori più diffusi nelle procedure di appalto scaturiscono da carenze nella capacità amministrativa. Pertanto, le misure adottate dalla Commissione a favore del potenziamento delle capacità amministrative e del miglioramento dei sistemi di gestione e di controllo sono cruciali per affrontare il problema in modo esauriente.

▶PER SAPERNE DI PIÙ http://ec.europa.eu/regional_policy/en/policy/how/improving-investment/public-procurement

ITI HELPS LOCALISE INVESTMENTS Una nuova guida pubblicata dalla Commissione si propone di chiarire l’utilizzo degli Investimenti territoriali integrati nell’at-tuazione della strategia Europa 2020. Gli Investimenti territoriali integrati (ITI) costituiscono un nuovo strumento da utilizzare nel periodo di programmazione dei fondi SIE e hanno lo scopo di facilitare l’attuazione di stra-tegie territoriali che necessitano di finanziamenti provenienti da diverse fonti. Gli ITI, inoltre, promuovono una dimensione mag-giormente basata sulla realtà locale del processo decisionale. Questo approccio fa scaturire diverse domande: come dovrebbe essere impostata una strategia territoriale? In che modo è possibile abbinare fondi diversi? Come dovrebbe essere composta una delegazione? Come fare per misurare i risultati? Al fine di illustrare l’intero processo, la guida fornisce quat-tro scenari, ciascuno dei quali descrive in che modo è possibile usare in pratica gli ITI. Questi esempi chiariscono la relazione tra gli ITI e le disposizioni presenti nei regolamenti in materia e, al contempo, ne sottolineano la pertinenza nel più ampio quadro dell’approccio territoriale integrato.

▶PER SAPERNE DI PIÙ http://ec.europa.eu/regional_policy/en/information/publications/reports/2015/scenarios-for-integrated- territorial-investments

▶NOVITÀ

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«FUTURIUM» PER FAVORIRE LA SEMPLIFICAZIONE

La Commissione ha avviato la piattaforma online Futurium, volta a sostenere il proprio sforzo di semplificazione a vantaggio dei beneficiari dei Fondi strutturali e di investimento europei. Futurium consente agli utenti di condividere esperienze, pre-sentare idee e interagire con gli altri portatori d’interesse. Strut-turata per argomento, la piattaforma consente di cercare i contributi degli utenti, leggere i post dei blog attinenti alla tema-tica e persino di organizzare o rispondere a sondaggi d’opinione. Futurium sostiene i lavori del nuovo gruppo ad alto livello composto da esperti indipendenti, istituito dalla Commissione, che fornirà consulenza sulla semplificazione e sulla riduzione degli oneri amministrativi per i beneficiari dei fondi SIE. Il gruppo ha inoltre l’obiettivo di valutare le misure di semplificazione adot-tate negli Stati membri, identificare le buone prassi e formulare raccomandazioni specifiche.

▶PER SAPERNE DI PIÙ https://ec.europa.eu/futurium/en/simplify-esif

IL BILANCIO UE PER I RISULTATILa conferenza dal titolo «Il bilancio UE orientato ai risultati», svoltasi a Bruxelles il 22 settembre scorso, ha offerto un tavolo di discussione di alto livello su questioni chiave relative alla poli-tica di bilancio dell’UE. Il Presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, i Vicepresidenti Kristalina Georgieva e Maroš Šefčovič e il ministro tedesco delle finanze, Wolfgang Schäuble hanno scambiato i propri punti di vista sulle misure necessarie per migliorare l’efficienza della spesa e conseguire maggiori risultati facendo leva sulle risorse a disposizione. In concomitanza, è stata presentata una nuova applicazione Web che riunisce 597 esempi di progetti finanziati dal bilancio dell’UE, provenienti da tutto il mondo. I risultati dei progetti si concentrano sul miglioramento della vita dei cittadini e riguar-dano l’occupazione, lo sviluppo regionale, la ricerca e la sensibi-lizzazione all’ambiente, gli aiuti umanitari, l’energia e molti altri ambiti.

▶PER SAPERNE DI PIÙ http://ec.europa.eu/budget/euprojects/

MONT SAINT-MICHEL RITORNA A ESSERE UN’ISOLA

Il Presidente francese François Hollande ha recentemente inau-gurato la riapertura del sito di Mont Saint Michel, a seguito degli interventi di recupero ambientale e delle opere di miglioramento svolte. I lavori, durati oltre 15 anni, hanno riguardato il poten-ziamento delle infrastrutture idrauliche a monte della diga, per aumentare la capacità idrica, la demolizione del parcheggio ai piedi del monte e la costruzione di una nuova passerella integrata nel paesaggio. Grazie all’azione combinata delle correnti del mare e del fiume Couesnon, i sedimenti saranno allontanati dalla zona

del monte e le aree limitrofe non potranno essere invase da acquitrini per un lungo periodo di tempo. La Commissione ha approvato un investimento pari a 21,1 milioni di EUR per proteggere la biodiversità della zona e ridurre l’inquinamento causato dal traffico. L’econo-mia locale beneficerà dell’aumento nel numero di presenze turistiche, previsto di circa 3 milioni in più all’anno.

▶PER SAPERNE DI PIÙ http://europa.eu/!MF37FK

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▶ SOLARLEAP – PIÙ ENERGIA SOLARE NELLA FINLANDIA SUD-OCCIDENTALE

▶FINLANDIA

Il progetto SOLARLEAP mira a rimuovere gli ostacoli che impediscono un impiego più ampio dell’energia solare nella parte sud-occidentale della Finlandia. Il pro-gramma fornisce opportunità di formazione, svolge pro-getti pilota, rilascia permessi ed elabora orientamenti.

Il potenziale dell’energia solare non è sfruttato appieno nella parte sud-occidentale della Finlandia, nonostante la zona pre-senti un quantitativo annuo di radiazioni solari pari a quello della Germania del Nord dove, invece, il fotovoltaico è molto diffuso. Negli ultimi anni gli impianti a energia solare sono diventati più abbordabili per i proprietari di abitazioni. Tuttavia, l’incremento dell’utilizzo dell’energia solare è ostacolato dall’inadeguata base di conoscenze dei fornitori di impianti e dalla difficoltà di combinare diversi sistemi energetici.

La soluzione di questi problemi è il punto di partenza di SOLARLEAP, un programma di ricerca e sviluppo, della durata di due anni, finanziato dal Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e dalle città della costa sud-occidentale (la rete LOURA).

Il progetto è stato avviato dalla Facoltà di Scienze Applicate dell’Università di Turku, mentre l’Istituto professionale di Turku agisce in qualità di partner di progetto. Inoltre, il pro-getto per la Finlandia sud-occidentale lavora in stretta col-laborazione con il progetto sull’energia solare svolto dalla Facoltà di Scienze Applicate dell’Università di Satakunta.

Formazione e progetti pilota

Il progetto prevede programmi di formazione continui rivolti alle imprese, l’elaborazione di istruzioni e documenti per l’in-stallazione degli impianti e la realizzazione di siti pilota. Il

primo impianto a energia solare è stato installato nel 2015 e altri seguiranno nel 2016.

All’inizio del progetto viene svolta un’indagine per identificare i potenziali siti preposti a ospitare gli impianti a energia solare (vengono considerati fattori quali l’energia solare potenziale, l’ombreggiamento e la sicurezza dell’impianto). Sulla base dell’indagine, vengono selezionati circa dieci siti pilota per l’elaborazione del progetto e l’installazione di prodotti a ener-gia solare. I siti pilota forniscono inoltre informazioni sull’ener-gia generata dagli impianti e, al contempo, consentono ai partner di progetto di testare l’efficienza e l’utilità dei metodi di installazione, delle istruzioni e dei documenti. Il progetto ha permesso di elaborare un manuale per l’installazione, detta-gliato e revisionato, che contiene le specifiche tecniche per ese-guire un’installazione corretta degli impianti a energia solare.

Lo scopo principale è di migliorare le competenze delle imprese e degli altri soggetti coinvolti nella gestione e nella consegna di impianti a energia globale, nonché di consoli-dare il sistema e valutarne la redditività. Con il rafforza-mento delle operazioni, sarà più semplice garantire ai committenti di impianti a energia solare le consegne nell’am-bito degli appalti e la qualità dell’installazione. Sul lungo termine, i piccoli impianti fotovoltaici connessi alla rete elet-trica potrebbero costituire un’importante integrazione alla produzione di energia pulita e a zero emissioni di carbonio. È giunto il momento di compiere il passo decisivo verso un’economia basata sull’energia solare in Finlandia!

▶ PER SAPERNE DI PIÙwww.tuas.fi/en/research-and-development/projects/solarleap-more-solar-energy-southwest-finland/

Costo totale: 420 000 EUR

Contributo dell’UE: 293 000 EUR

▶PROGETTI

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▶ LA RICERCA FRANCESE NEL TRATTAMENTO DEL DOLORE E NELLA MEDICINA NUCLEARE

▶FRANCIA

Due centri medici francesi di Clermont-Ferrand hanno usufruito dei contributi del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) per sostenere una serie di progetti di ricerca all’avanguardia nel campo della medicina.

Dal 2009, sono stati svolti circa 14 progetti di ricerca medica in svariati ambiti, che spaziano dalla cura del cancro a quella dell’artrite, presso due importanti centri medici della Francia centrale: il CHU (Centre Hospitalier Universitaire de Clermont-Ferrand) e il Centre Jean Perrin. I progetti hanno spianato la strada alla ricerca e allo sviluppo di nuovi farmaci, necessari per sostituire quelli esistenti e proporre nuove forme di terapia.

Progetto CIRMEN

A Clermont-Ferrand si trova il Centro Jean Perrin, per la ricerca contro il cancro, al cui interno è stato creato un centro spe-cializzato per la ricerca e l’innovazione nella medicina nucle-are, il CIRMEN. Il progetto CIRMEN si propone di accelerare lo sviluppo e la creazione di radiofarmaci, ovvero medicinali con-tenenti materiali radioattivi, chiamati radionucleidi. I nuovi finanziamenti aiuteranno il Centro a passare dalla ricerca di base alle prove cliniche. CIRMEN dispone di una struttura radiofarmacologica sperimentale, che consentirà di svolgere test e screening su forme tumorali come il melanoma e su determinate patologie delle ossa, quali l’artrite e il condrosar-coma. I finanziamenti ricevuti hanno inoltre consentito di acquistare un’altra PET Scan, un macchinario estremamente sofisticato che ha rivoluzionato la terapia oncologica. La PET Scan sarà utilizzata per la cura tradizionale e la ricerca sul cancro.

METAPAIN

Il progetto METAPAIN, svolto sempre presso il Centro Jean Perrin, sta sviluppando con urgenza un nuovo analgesico per sostituire l’antidolorifico Di-antalvic, recentemente ritirato dal mercato. Il Partenariato Analgesia riunisce le competenze industriali e del mondo accademico per sviluppare una nuova cura, mettendo insieme due antidolorifici. Grazie all’accre-sciuta capacità analitica, il consorzio sarà in grado di passare dalla dimostrazione del concetto alle prove di dosaggio e ai test clinici, per giungere infine alla commercializzazione del

prodotto. L’Istituto analgesico dell’ospedale universitario sarà a capo dell’organismo europeo dedicato alla ricerca sul trat-tamento del dolore, aumentando così le capacità analitiche per la sperimentazione di farmaci quali antidepressivi, para-cetamolo e antiemicranici e sviluppando nuovi prodotti richiesti dai membri del cluster.

Piattaforma per la genetica molecolare

È stato effettuato un altro investimento per lo sviluppo di una piattaforma per la genetica molecolare presso il centro ospe-daliero universitario di Clermont-Ferrand. La piattaforma è dedicata alla ricerca genetica e consentirà di sviluppare medicinali personalizzati per la terapia oncologica, servendosi del la tecnologia di sequenziamento di prossima generazione.

Ad oggi, il costo del sequenziamento è notevolmente diminu-ito, fino a 1 000 EUR per 10 genomi. Ora è possibile migliorare la previsione e la prevenzione e ridurre i rischi di cancri ere-ditari. Il progetto consente di eseguire un sequenziamento profondo dei tumori, di sviluppare cure personalizzate e non invasive e di svolgere controlli prenatali.

▶ PER SAPERNE DI PIÙwww.chu-clermontferrand.fr/internet/default.aspx www.cjp.fr/fr/

Costo totale: 10 750 000 EURContributo dell’UE: 3 270 000 EUR

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panorama [INVERNO 2015 ▶ N. 55]

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▶ UN PARCHEGGIO DISMESSO DIVENTA UN CENTRO DI QUARTIERE PER L’APPRENDIMENTO

▶GERMANIA

Il Centro Robinsbalje è il primo «quartiere per l’appren-dimento» della Germania e offre servizi di formazione, assistenza sanitaria e impiego ai migranti e alle fami-glie disagiate, in una sola struttura. Il centro com-prende una scuola dell’infanzia e un liceo, offre servizi sanitari facilmente accessibili, assistenza sociale e un circolo sportivo, consentendo alle famiglie disagiate di conoscere e usufruire di altri servizi quando lasciano i propri figli a scuola.

Numerose istituzioni pubbliche e non governative hanno unito le forze per trasformare un parcheggio per automo-bili, ormai dismesso e collocato in un quartiere disagiato, in una struttura in grado di offrire ai residenti opportunità migliori per il proprio futuro. Dal 2010, il centro Robinsbalje collega l’istruzione all’inclusione sociale e al recupero urbano.

Grazie a un contributo pari a 1,3 milioni di EUR erogato dal Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), l’intensa coope-razione tra i diversi partner ha consentito di donare al quar-tiere di Robinsbalje e ai suoi residenti un luogo in cui apprendere, giocare e ricevere assistenza. Il progetto rappre-senta un esempio eccellente degli sforzi profusi per raggiun-gere l’obiettivo della crescita inclusiva dal punto di vista sociale, fissato da Europa 2020.

Il centro sostiene coloro che hanno abbandonato agli studi a reinserirsi nel mondo dell’istruzione e si propone di ridurre le barriere mentali esistenti nei sistemi di istruzione tradizio-nali. Inoltre, ha l’obiettivo di aiutare i residenti, soprattutto i giovani e le donne, a trovare un impiego offrendo consulenze in materia di lavoro, formazione e servizi per l’infanzia estesi, a vantaggio dei genitori che lavorano.

Gli Stati membri si trovano attualmente ad affrontare la proble-matica dell’integrazione delle famiglie dei migranti nelle loro società e, a tal proposito, il centro Robinsbalje può fungere da modello per due motivi principali. In primo luogo, coinvolge dina-micamente nel progetto persone provenienti da diversi contesti. In secondo luogo, riunisce in un solo luogo accessibile l’offerta di un’ampia gamma di servizi, che spaziano dall’assistenza sanitaria e sociale alla consulenza per il lavoro e al sostegno per le famiglie dei migranti. Inoltre, gli edifici scolastici che non vengono utilizzati durante le ore serali o i fine settimana, forniscono spazi aggiun-tivi per lo svolgimento di altre attività di interesse per la comunità. Rivoluzionando il ruolo tradizionale della scuola e ampliando il concetto di istruzione, il centro Robinsbalje è divenuto un «centro di quartiere per l’apprendimento» aperto e unico nel suo genere.

Sulla base di questa rinomata esperienza, la città di Brema ha sviluppato un secondo centro di formazione, con più funzioni, sem-pre con il sostegno del FESR. Il centro Morgenland, di recente aper-tura, non solo offre servizi di assistenza per i residenti del quartiere disagiato, ma anche per tutti i distretti scolastici e gli istituti di formazione della zona, aiutandoli a potenziare la loro rete.

Situato in uno dei quartieri svantaggiati di Brema, il centro Robinsbalje è stato un catalizzatore, tanto desiderato, per il riassetto urbano della zona. La cooperazione tra gli enti pub-blici della città è stata di cruciale importanza per il progetto, in quanto ha consentito di stabilire sinergie e creare nuovi impulsi per altri progetti. Investendo nell’istruzione e nell’in-clusione sociale, creando così una rete sostenibile tra istituzioni partner, il quartiere sta riuscendo nell’intento di integrare i gruppi svantaggiati nel futuro della Germania.

▶ FIND OUT MOREwww.105.schule.bremen.de/

Costo totale: 2 765 000 EUR

Contributo dell’UE: 1 319 000 EUR

▶PROGETTI

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▶ UN BUSINESS CENTRE DI ALTO LIVELLO A TIMIȘOARA

▶ROMANIA

Il centro di Timișoara, la città più a Ovest della Romania, ospita adesso un grande business centre, vincitore di svariati premi, che è stato realizzato grazie al contributo degli aiuti comunitari.

Timișoara si propone di attrarre grandi aziende grazie al City Business Centre (CBC), un complesso di cinque stabili adibiti a uffici, ecocompatibili e di classe A, situati nel centro della città.

Inaugurato nel 2007, il complesso del CBC comprende oltre 43 000 metri quadri di spazi per uffici e ospita le sedi regio-nali di molte aziende di punta. Due dei cinque edifici che compongono il CBC sono stati realizzati grazie al sostegno f inanziario del Fondo europeo di sviluppo regionale (Programma operativo regionale 2007-2013).

Il CBC è stato progettato per offrire alle aziende internazionali un centro multifunzionale. Infatti, oltre agli spazi per gli uffici, il com-plesso è dotato di un parcheggio sotterraneo per 650 automobili, un ristorante, zone verdi, banche, servizi pubblici di assistenza sanitaria e un servizio di vigilanza attivo 24 ore su 24.

Gli edifici all’avanguardia del CBC offrono alle grandi multina-zionali uno spazio per uffici di prim’ordine, collocato nel cuore di Timișoara e dotato di tutti i servizi per soddisfare le esigenze pratiche degli affittuari. Il complesso, anche grazie alla sua natura ecocompatibile, è stato in grado di attirare più di 50 grandi aziende, tra cui IBM, Accenture, Alcatel-Lucent, Unicredit e Deloitte, che hanno aperto proprio qui una sede.

Design pluripremiato

Il successo del progetto è dovuto alla crescente necessità di spazi di elevata qualità a Timișoara e al concetto di proget-tazione innovativo. Gli edifici sono stati progettati da due grandi esponenti dell’architettura contemporanea in Romania, Andreescu & Gaivoronski, vincitori di numerosi premi nazionali e internazionali. I progettisti hanno optato per l’originalità e la modernità, pur cercando di garantire un ambiente di lavoro piacevole e creativo.

Il CBC è stato uno dei cinque progetti scelti per rappresentare la Romania all’edizione 2009 del Premio europeo per l’archi-tettura ed è stato inoltre insignito del titolo di «Edificio a uso

uffici dell’anno» al Concorso per le proprietà immobiliari dell’Eu-ropa sudorientale. Infine, il complesso è stato insignito del titolo di «Edificio verde dell’anno», rilasciato dal Green Building Council Romania. I giudici hanno particolarmente apprezzato le speciali tecnologie impiegate per realizzare gli edifici che lo compongono.

Oltre ai numerosi premi ricevuti, il CBC è anche efficiente dal punto di vista energetico ed è dotato di un sistema computeriz-zato in grado di regolare e ridurre al minimo i consumi negli edi-fici. Le persiane della facciata e l’impianto dell’aria condizionata sono controllati da sensori che garantiscono un elevato rendi-mento: è la prima tecnologia di questo tipo impiegata in Romania.

▶ PER SAPERNE DI PIÙwww.business-centre.ro/?lang=en

Costo totale: 32 450 000 EUR Contributo dell’UE: 11 670 000 EUR

panorama [INVERNO 2015 ▶ N. 55]

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▶PROGRAMMA 2016

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