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Diagnosi e gestione energetica e ambientale di Villa ... · energetico e di miglioramento della...

Date post: 05-Jul-2020
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Diagnosi e gestione energetica e ambientale di Villa Necchi Campiglio a Milano Environmental and Energy Audit and Management of Villa Necchi Campiglio in Milan ELENA LUCCHI 1 - FRANCESCA TURATI 2 - AURORA TOTARO 2 1 Eurac Research, BZ - Politecnico di Milano, MI 2 FAI - Fondo Ambiente Italiano, MI RIASSUNTO Il lavoro presenta le analisi energetiche e ambientali realizzate su Villa Necchi Campiglio a Milano, un edificio del Movimento Moderno progettato da Piero Portaluppi (1932-35). La collezione è composta da preziosi arredi, opere e oggetti d’arte che richie- dono rigide condizioni di conservazione. Il restauro, finito nel 2008, ha previsto anche l’integrazione di soluzioni per la conservazione, l’efficienza energetica e l’uso sostenibi- le, quali pompa di calore, raffrescamento, finestre con filtri anti-UV, gestione centraliz- zata dell’illuminazione, tende interne e monitoraggio ambientale. Per verificare le pre- stazioni dell’edificio è stata effettuata una diagnosi basata sull’integrazione tra analisi storica, funzionale, delle politiche conservative e gestionali, delle performance energeti- che e ambientali e dei problemi di tutela e valorizzazione. Sono state identificate alcune vulnerabilità tipiche dell’architettura moderna (alti consumi energetici, ampie aree vetra- te, assenza di isolamento termico e sorgenti luminose ad alta temperatura). Partendo da questi problemi, FAI ha sviluppato e applicato buone pratiche di gestione, formazione e monitoraggio per raccogliere informazioni e pianificare le attività di gestione ordinaria in modo consapevole. SUMMARY The paper presents the result of the energy and environmental commissioning of Villa Necchi Campiglio in Milan, a modern building designed by Piero Portaluppi (1932-35). Its collection is made by precious furniture, and artworks that requires severe conservation conditions. The restoration, completed in 2008, included also the integra- tion of solutions for a long-term preservation, energy efficiency and a sustainable use, as heat pump, cooling, windows with anti-UV filters, centralized lighting management sys- tem, internal curtains, and environmental monitoring. To verify the performance, a diag- nosis has been realized, based on the integrate analysis of history, functions and needs of users, care and management policies, energy and environmental performance and lacks for protecting and enhancing the heritage. Some vulnerabilities has been showed, related
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Diagnosi e gestione energetica e ambientale di Villa Necchi Campiglio a Milano Environmental and Energy Audit and Management of Villa Necchi Campiglio in Milan ELENA LUCCHI1 - FRANCESCA TURATI2 - AURORA TOTARO2 1 Eurac Research, BZ - Politecnico di Milano, MI 2 FAI - Fondo Ambiente Italiano, MI

RIASSUNTO

Il lavoro presenta le analisi energetiche e ambientali realizzate su Villa Necchi Campiglio a Milano, un edificio del Movimento Moderno progettato da Piero Portaluppi (1932-35). La collezione è composta da preziosi arredi, opere e oggetti d’arte che richie-dono rigide condizioni di conservazione. Il restauro, finito nel 2008, ha previsto anche l’integrazione di soluzioni per la conservazione, l’efficienza energetica e l’uso sostenibi-le, quali pompa di calore, raffrescamento, finestre con filtri anti-UV, gestione centraliz-zata dell’illuminazione, tende interne e monitoraggio ambientale. Per verificare le pre-stazioni dell’edificio è stata effettuata una diagnosi basata sull’integrazione tra analisi storica, funzionale, delle politiche conservative e gestionali, delle performance energeti-che e ambientali e dei problemi di tutela e valorizzazione. Sono state identificate alcune vulnerabilità tipiche dell’architettura moderna (alti consumi energetici, ampie aree vetra-te, assenza di isolamento termico e sorgenti luminose ad alta temperatura). Partendo da questi problemi, FAI ha sviluppato e applicato buone pratiche di gestione, formazione e monitoraggio per raccogliere informazioni e pianificare le attività di gestione ordinaria in modo consapevole.

SUMMARY

The paper presents the result of the energy and environmental commissioning of Villa Necchi Campiglio in Milan, a modern building designed by Piero Portaluppi (1932-35). Its collection is made by precious furniture, and artworks that requires severe conservation conditions. The restoration, completed in 2008, included also the integra-tion of solutions for a long-term preservation, energy efficiency and a sustainable use, as heat pump, cooling, windows with anti-UV filters, centralized lighting management sys-tem, internal curtains, and environmental monitoring. To verify the performance, a diag-nosis has been realized, based on the integrate analysis of history, functions and needs of users, care and management policies, energy and environmental performance and lacks for protecting and enhancing the heritage. Some vulnerabilities has been showed, related

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Diagnosi e gestione energetica e ambientale di Villa Necchi Campiglio a Milano

to the modern architecture (high-energy consumptions, large glass areas, absence of in-sulating materials and light sources with high temperature). Departing from these prob-lems, FAI focuses its efforts on the improvement of best practices for the daily mainte-nance, training for the users and technicians and continues commissioning for collecting and managing conservative, environmental, technical and economic data in real time for plan the conservation activities.

Parole chiave: diagnosi energetica, diagnosi ambientale; gestione dell’energia; progetta-zione energeticamente consapevole.

Key words: energy audit; environmental audit; energy management; energy design

1. INTRODUZIONE

Nell’ultimo trentennio, per favorire la riqualificazione del patrimonio esistente, si sono susseguite una serie di direttive europee e di legislazioni nazionali che hanno posto l’accento sulla necessità di migliorare la qualità energetica e ambientale dell’esistente, ponendo un’elevata attenzione agli aspetti architettonici, impiantistici e gestionali. Più recentemente, la decisione della Commissione Europea di traguardare un drastico taglio delle emissioni di gas a effetto serra (2010/31/EU), di aumentare la quota delle fonti rin-novabili sul consumo totale di energia (2009/28/CE) e il tasso di ristrutturazioni (2012/27/EU) entro il 2020 ha aperto un ampio dibattito sulla necessità di bilanciare le esigenze di tutela del patrimonio storico con le crescenti richieste di efficientamento energetico e di miglioramento della qualità ambientale. Per questo, si presentano i risul-tati di un lavoro integrato di valutazione energetica e ambientale di un intervento di re-stauro conservativo effettuato presso Villa Necchi Campiglio a Milano, con le procedure di manutenzione e di gestione definite dal FAI - Fondo Ambiente Italiano. Negli ultimi anni anche il FAI ha posto sempre maggiore attenzione alla sostenibilità ambientale e dell’efficientamento energetico dei Beni di cui è proprietario o che gestisce di diretta-mente. L’impegno della fondazione di restaurare ed aprire al pubblico luoghi storici in tutta Italia impone un impegno continuo e una serie di analisi e di azioni che coinvolgo-no direttamente e indirettamente i Beni, la loro corretta conservazione programmata, la loro gestione e la loro sostenibilità economica, attività che ad oggi non possono più pre-scindere da un’attenta analisi dei fabbisogni energetici degli edifici e dai relativi sforzi per soddisfarli in maniera sostenibile. La difficile sfida che si pone davanti è quella di realizzare e mantenere un equilibrio, molto delicato e differente per ogni Bene, tra con-divise modalità gestionali e di fruizione da parte del pubblico, continue attività di con-servazione e interventi di efficientamento energetico il meno invasivi possibili. Per que-sto fine, dal 2014 ha attivato un progetto di “Sostenibilità Ambientale”, condotto dagli Uffici “Ambiente” e “Restauro e Conservazione”, che si è posto i seguenti obiettivi: - obiettivo “numerico” di ridurre, entro il 2023, i consumi di energia di almeno il 15%

in tutti i Beni aperti al pubblico. È stato scelto in maniera cautelativa perché i Beni sono vincolati e risulta difficile intervenire sull’involucro edilizio;

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- obiettivo “gestionale” che prevede l’adozione di un protocollo di sostenibilità am-bientale per gli interventi di restauro sulle nuove acquisizioni, in cui sono definiti an-che i principi per gli interventi di manutenzione/restauro dei “Beni in esercizio”. La gestione e la fruizione seguono linee guida di sostenibilità ambientale, stabilite in ba-se alle specificità locali; la riduzione dei consumi avviene non solo tramite restauri orientati verso tecnologie green e operazioni di rinnovamento degli impianti tecnolo-gici, ma anche per mezzo di buone pratiche di gestione da perseguire localmente;

- obiettivo “di comunicazione” che mira a promuovere i contenuti e i risultati del pro-getto tramite un piano di comunicazione rivolto a diversi target (soci, volontari, visi-tatori, personale) e progetti di formazione (per scuole, soci, visitatori).

2. CASO STUDIO

Villa Necchi Campiglio a Milano, un edificio di proprietà del FAI, rappresenta lo stile del Movimento Moderno. È situato in un’area di sviluppo Ottocentesco, che si ca-ratterizza per la centralità, l’elevata densità abitativa e la presenza di parchi e zone verdi a carattere pubblico e privato (Turati e Suzzani, 2013). L’immobile è stato costruito tra il 1932-35, su progetto di Piero Portaluppi, con l’intento di realizzare una Villa urbana si-gnorile, confortevole e moderna nello stile, negli impianti e nelle attrezzature (testimo-niato dalla presenza di ascensore, montavivande, citofoni, telefoni e piscina riscaldata). L’edificio è arretrato rispetto alla strada per garantire la tranquillità e la riservatezza, ed è collegato alla portineria attraverso un passaggio sotterraneo. Il progetto originario preve-deva quattro livelli distinti, destinati a: locali di ricevimento e rappresentanza (piano rialzato), camere da letto (piano primo), alloggi per il personale (sottotetto) e locali di servizio (seminterrato). L’impianto architettonico è essenziale, mentre l’apparato decora-tivo interno si caratterizza per il persistere di elementi tipici dell’Art Déco (Figura 1).

Figura 1 - Villa Necchi Castiglio a Milano A partire dal 1938, per circa un ventennio, il progetto di sistemazione del giardino

e di rifacimento dell’arredo di alcuni locali è curato da Tomaso Buzzi che ha uno stile più elaborato, ispirato all’arte settecentesca. Durante la seconda guerra mondiale la Villa ha avuto funzioni di tipo residenziale e rappresentativo, per poi tornare è alla famiglia Necchi che lo ha donato al FAI nel 2001. Dal 2005, l’edificio è stato sottoposto a un re-stauro conservativo sotto la direzione di Piero Castellini, nipote di Portaluppi, con

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Diagnosi e gestione energetica e ambientale di Villa Necchi Campiglio a Milano

l’intento di trasformarlo in una “casa-museo”. L’intervento mira al mantenimento dell’immagine originaria e, contemporaneamente, all’adeguamento degli spazi rispetto alle rinnovate esigenze espositive. Le modifiche richieste hanno riguardato l’aggiunta di spazi per l’accoglienza del pubblico, l’aggiornamento degli impianti elettrici e termici, l’implementazione della sicurezza, l’eliminazione delle barriere architettoniche e l’aumento dell’efficienza energetica. Il piano rialzato e il piano primo sono rimasti so-stanzialmente invariati nell’impianto architettonico e nell’arredo. La cucina originaria del piano seminterrato è stata sostituita con una cucina elettrica e sono stati inseriti ampi spazi per conferenze ed eventi. I locali del sottotetto sono stati riqualificati completa-mente, con la realizzazione di un nuovo solaio in acciaio e il rifacimento della copertura per ospitare gli uffici del FAI e un’area adibita a esposizioni e conferenze. I lavori mag-giori hanno riguardato lo spazio esterno e la sostituzione degli impianti meccanici ed elettrici, che sono stati aggiornati rispetto alle vigenti normative (Figura 2).

Figura 2 - Piante dell’edificio dopo l’intervento di restauro conservativo

3. METODO DIAGNOSTICO

La diagnosi mira a definire le prestazioni dell’edificio dopo il restauro conservati-vo, che ha aumentato la frequentazione pubblica e introdotto funzioni complesse. Il me-todo diagnostico si basa su un duplice livello di analisi, rivolto alla valutazione integrata delle prestazioni energetiche e ambientali, proprio per bilanciare le esigenze di conserva-zione delle opere, riduzione dei consumi energetici, comfort e sicurezza degli occupanti. È strutturato nelle seguenti fasi operative: - analisi storica e documentaria dell’area, dell’edificio e della collezione artistica; - analisi delle funzioni interne e delle modalità di gestione; - analisi materica e dello stato di conservazione delle superfici; - valutazione della qualità energetica del sistema edificio-impianto; - valutazione della qualità ambientale in rapporto al benessere dell’utente e alla tutela

della collezione; - definizione di opportune procedure di manutenzione e gestione.

3.1. Analisi storica e documentaria Lo studio dell’evoluzione storica è uno strumento essenziale per comprendere lo

stato attuale e le potenzialità di riqualificazione dell’edificio. È stata realizzata attraverso

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la consultazione di fonti documentarie, mappe cartografiche, documenti e disegni origi-nali, elaborazioni artistiche ed elaborati esecutivi del progetto di restauro conservativo. Partendo da questa documentazione sono state effettuate delle analisi visive e termogra-fiche per individuare l’eventuale presenza di tracce storiche e modifiche rispetto al pro-getto originario. Di particolare importanza, è stato lo studio delle planimetrie originarie realizzate dallo stesso architetto e messe a disposizione dall’Archivio Portaluppi.

3.2. Analisi prestazionale La Villa è stata trasformata in “casa-museo” (1), ovvero un’abitazione di interesse

storico-culturale con funzioni espositive per mantenere viva la testimonianza e la memo-ria dell’edificio, dello stile architettonico, artistico e di arredo, della società e della vita famigliare di un certo periodo storico. Questa trasformazione influenza, inevitabilmente, anche le prestazioni energetiche e ambientali dell’edificio. Le problematiche gestionali sono maggiori rispetto a quelle di un museo tradizionale, in quanto è necessario mante-nere il più possibile inalterata la struttura e le caratteristiche originarie. Le attività che ora si svolgono al suo interno richiedono apparati tecnologici e organizzativi capaci di soddisfare nuovi requisiti di carattere espositivo, didattico, ricettivo, amministrativo e ristorativo. Molti elementi impiantistici e costruttivi non rispondono più alle richieste normative in fatto di sicurezza, accessibilità ed efficienza energetica. Nella maggior par-te dei casi, però, la loro sostituzione, integrazione e aggiornamento comporta una modi-fica sostanziale e inaccettabile dell’aspetto storico dell’abitazione. La collezione non può essere ordinata in categorie merceologiche in base all’attitudine al degrado dei manufatti e l’esposizione deve essere libera dagli apparati museali tradizionali, come vetrine e ba-samenti che la preservano mediante un serrato controllo microclimatico. I percorsi inter-ni, inoltre, mantengono la spazialità originaria, bilanciando le esigenze espositive con il carattere domestico e tradizionale. Per questa ragione, la gestione del controllo ambien-tale deve costituire una procedura di primario interesse che consente di monitorare e di individuare i fattori di inadeguatezza e di proporre soluzioni calibrate per risolvere le singole problematiche.

3.3. Diagnosi energetica La diagnosi energetica individua gli sprechi e le inefficienze energetiche del siste-

ma edificio-impianto (2012/27/UE). Consiste in attività sistematiche di rilievo, raccolta e analisi di informazioni relative ad aspetti edilizi, impiantistici e gestionali (CEN, 2014; Thumann e Jounger, 2008; Dall’O’, 2011). Il reperimento delle informazioni è stato sup-portato da tecniche diagnostiche non distruttive (analisi visiva, termografia a raggi infra-rossi e termoflussimetria). L’analisi termografica ha fornito un’analisi qualitativa di ba-se, identificando il tipo di struttura portante, i ponti termici di forma e di materia, la stra-tigrafia di pareti e solette, l’assenza di materiale isolante, le infiltrazioni di aria da porte e finestre, il tamponamento di alcune aperture, l’assenza di infiltrazioni d’acqua e di con-densa nelle murature, il buono stato di conservazione dell’involucro e delle finiture, l’omogeneità e il corretto funzionamento degli impianti meccanici e gli elevati consumi

1. Il concetto di “casa-museo” amplia la concezione della cinquecentesca Wunderkammer, la “stanza delle me-raviglie”, che individua il luogo in cui il collezionista racchiudeva e custodiva oggetti curiosi, ornamentali e artistici che suscitavano sorpresa, ammirazione e stupore nei visitatori.

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Diagnosi e gestione energetica e ambientale di Villa Necchi Campiglio a Milano

energetici dalle sorgenti luminose. La stratigrafia muraria è stata individuata anche con l’ausilio di rilievi geometrici, analisi termoflussimetriche, documentazione tecnica, in-terviste agli operatori coinvolti nel progetto di restauro e esame visivo di piccoli scassi murari (Lucchi, 2012). Al seguito di questa analisi, è stata avanzata l’ipotesi di una strut-tura portante composta da un telaio in travi e pilastri in calcestruzzo armato, con tampo-namento in laterizio. Lo spessore delle pareti varia tra 50-70 centimetri, in relazione all’altezza del piano e all’orientamento della facciata. Le pareti esposte a nord, est e ovest sono realizzate in mattoni pieni, mentre la parete sud è in mattoni forati, pur man-tenendo lo stesso spessore delle altre. A sud, la presenza di un anomalia termica denun-cia l’esistenza di un’apertura chiusa, confermata anche nei disegni e dettagli costruttivi del progetto originario (Figura 3).

Figura 3 - Termografia a raggi infrarossi che mostra le caratteristiche della struttura portante e delle murature nelle diverse facce dell’edificio

Non sono stati rilevati particolari problemi di degrado, ad eccezione di una risalita

capillare di umidità dal terreno nel lato nord, a diretto contatto con il giardino. Le tra-smittanze termiche delle pareti rilevate con l’analisi termoflussimetrica sono ridotte (1,3-1,8 W/m2K), mentre gli sfasamenti (14-18 ore) e i fattori di attenuazione (0,03-0,07) so-no medi. Le solette sono realizzate in latero-cemento, ad eccezione della soletta della ve-randa che ha una struttura portante in acciaio e una luce ridotta. In tutti i casi sono poste a contatto con ambienti riscaldati e, pertanto, nonostante non siano isolate non presenta-no particolari problemi energetici.

La tipologia più diffusa di serramenti è costituita da una doppia finestra ad anta scorrevole, con un sistema di oscuramento a scomparsa entro l’intercapedine della pare-te. Il telaio è ligneo o metallico e hanno una differente vetrazione: al piano rialzato con vetro singolo float (s = 6 mm, U = 3 W/m2K) e al primo piano con doppio vetro (s = 6/8/6 mm, U = 2,8 W/m2K). Completamente diverse sono la zona di ingresso e la veran-da, che funzionano come piccole serre esposte a ovest. L’apertura totale dei serramenti permette il ricambio d’aria e il raffrescamento naturale nella stagione estiva mentre, la presenza di un doppio serramento costituisce uno filtro termico aggiuntivo per limitare la dispersione del calore in inverno. La scelta di una pavimentazione in marmo riduce la prestazione energetica, rispetto a finiture in colore scuro e con materiali ad alta capacità termica. L’involucro trasparente ha discrete prestazioni energetiche, che risultano molto elevate se confrontate con gli standard del periodo storico di costruzione, grazie alla pre-

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senza di doppie finestre (ad eccezione dei locali di servizio e degli ambienti non riscalda-ti). La presenza di piante, sistemi di schermatura solare aggettanti, scuri e tendaggi limi-ta, anche se non elimina, il problema dell’eccessivo surriscaldamento primaverile ed estivo. Su tutti i vetri, inoltre, sono state inserite pellicole anti-UV che schermano quasi completamente la radiazione ultravioletta particolarmente nociva per dipinti, manufatti lignei e tessili. Le condizioni sono compatibili con la conservazione delle opere che, nel corso degli anni di permanenza in loco, anni hanno raggiunto un equilibrio termoigrome-trico con l’ambiente.

Le informazioni impiantistiche hanno riguardato i sistemi di produzione, emissione e distribuzione e sono state desunte dai libretti di centrale e dalle targhe degli impianti (Dall’O’, 2011; Lucchi, 2012). La caldaia originale a gasolio è stata sostituita con una caldaia a condensazione e una pompa di calore geotermica di tipo orizzontale. La centra-le termica è posizionata all’esterno, nei pressi del campo da tennis. Il calore è distribuito ai vari locali con fan-coil che funzionano a media temperatura (55 °C) e sono posti al di sotto delle finestre. La collocazione, se da un lato favorisce le dispersioni termiche attra-verso l’involucro trasparente, dall’altro aumenta la temperatura radiante dei vetri e mi-gliora la percezione di uniformità termica. Per garantire il benessere termico, però, è ne-cessario aumentare la produzione di calore e i consumi energetici.

Le sorgenti luminose utilizzate nei lampadari d’epoca sono costituite prevalente-mente da lampade a incandescenza di tipo tradizionale con un’elevata emissione infra-rossa. Pertanto, sono poco adatte per illuminare manufatti caratterizzati da una tempera-tura di fusione contenuta, come dipinti a olio, sculture in cera, pellicole fotografiche e cinematografiche. Per limitare il degrado termoigrometrico e fotochimico, le opere sono collocate ad adeguata distanza da queste fonti e non presentano fasci di luce diretta sulla superficie. Inoltre, a causa della scarsa efficienza luminosa, per garantire il livello di il-luminamento medio prescritto dalla normativa (300 lux) è necessario prevedere molti punti luce, con conseguenti rilasci di calore e consumi energetici elevati. Di positivo, in-vece, hanno una resa al colore alta (prossima a 100) che restituisce fedelmente i colori reali delle opere. Questo tipo di lampade è difficilmente sostituibile con sistemi più effi-cienti, in quanto hanno una temperatura di colore calda (2.700-3.200 K) che emette luce di tonalità giallo-arancio, ricordando l’illuminazione originaria di un’accogliente casa borghese della metà del XX secolo (Figura 4).

Figura 4 - Termografia a raggi infrarossi che l’impianto di emissione del calore e di illuminazione

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Diagnosi e gestione energetica e ambientale di Villa Necchi Campiglio a Milano

Per effettuare un’analisi dettagliata dei consumi energetici, nell’aprile 2015 sono stati installati dei kit di monitoraggio dei consumi elettrici, i cui dati serviranno in futuro per conoscere nel dettaglio i consumi e i carichi maggiori, monitorarli ed elaborare even-tuali soluzioni di miglioramento. L’utilità della diagnosi energetica ha permesso di loca-lizzare i più importanti problemi legati al sistema edificio-impianto o alle procedure di gestione, per poi operare opportuni piani di manutenzione e di gestione.

3.4. Diagnosi ambientale L’andamento dei parametri termoigrometrici e luminosi fornisce informazioni og-

gettive sulle reali modalità di utilizzo dell’edificio da parte degli utenti, specie per quan-to riguarda le temperature operanti, il funzionamento degli impianti di climatizzazione invernale ed estiva e le condizioni di illuminazione interne.

Nello specifico è stato rilevato l’andamento dei parametri luminosi (livello di illu-minamento interno ed esterno), termici (temperatura esterna, temperatura interna, gra-diente termico giornaliero e stagionale) e igrometrici (umidità relativa esterna, umidità relativa, gradiente igrometrico giornaliero e stagionale). Il monitoraggio luminoso è stato rilevato a circa un metro da terra, al centro delle stanze, in una giornata nuvolosa e in una soleggiata.

I valori rilevati (riassunti nelle planimetrie allegate) oscillano tra i 25/30 lux in am-bienti piccoli con finestre con tende o con folti alberi all’esterno, fino a circa 300 lux in ambienti vetrati come la veranda, crescendo naturalmente più ci si avvicina alle finestre.

Nella maggior parte dei casi si tratta di valori che rispettano gli standard museali richiesti. L’esposizione energetica annua è piuttosto elevata, a causa dell’orario di aper-tura molto ampio (valore massimo = 850 Mlux annui). I valori medi di temperatura emersi dal monitoraggio puntuale sono più elevati rispetto ai quelli massimi ammissibili per la normativa relativa alla conservazione delle opere d’arte che prevede una tempera-tura di 20-24 °C con un escursione termica giornaliera massima di 2 °C (UNI, 1999). I valori rilevati in primavera oscillano tra 23,6-26,5 °C e in estate tra 26,4-28,7 °C. Duran-te le medesime stagioni, i valori di umidità relativa rilevati nelle sale sono compresi tra 56-61 % e, pertanto, si discostano solo leggermente dagli standard normativi che preve-dono un livello del 50 % con un’oscillazione igrometrica massima del 5 % (UN, 1999).

Durante il monitoraggio effettuato in continuità per un periodo di 15 giorni si con-fermano i valori rilevati in modo puntuale, con livelli che oscillano tra 22-28 °C e tra 50-60 %. L’umidità relativa non supera mai il valore critico per il degrado aerobiologico del 65 %, oltre il quale si favorisce la formazione di muffe, funghi e batteri. Nel caso di una casa-museo tuttavia non è possibile il rigoroso rispetto degli standard museali, ma divie-ne “necessario” rispettare la storia climatica delle opere ovvero le condizioni termoigro-metriche che ha vissuto la collezione nel tempo.

Nel corso degli anni, soprattutto durante la permanenza della famiglia Necchi, i manufatti erano conservati in condizioni termiche piuttosto elevate ed erano privi di un controllo igrometrico. Pertanto, per garantire la migliore conservazione ed evitare modi-fiche microclimatiche dannose per opere abituate a questi valori è importante trovare un compromesso e creare un equilibrio termoigrometrico, nel rispetto delle prescrizioni normative.

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3. CORRETTA GESTIONE E CONTINUOUS COMMISSIONING

Potendo intervenire in maniera limitata sull’involucro edilizio e non potendo inse-rire sistemi di produzione di energia rinnovabile, come ad esempio i pannelli fotovoltaici generalmente “vietati” nei centri storici italiani, il principale accorgimento legato al ri-sparmio energetico in Villa, oltre alla già citata pompa di calore, è l’utilizzo dell’acqua di pozzo, prelevata a 60 metri di profondità ma restituita molto più in alto per assicurare la non contaminazione delle falde di acqua potabili, che viene utilizzata per il riempi-mento delle piscina del giardino che costituisce la riserva idrica antincendio di tutta la Villa, per lo scarico dei wc e per l’irrigazione del giardino. In questa condizioni di limi-tato campo di azione, un ruolo importante per il contenimento dei consumi e l’attuazione della conservazione è l’esecuzione di corrette modalità di gestione e la realizzazione di continui controlli ambientali.

Per quanto riguarda il riscaldamento, si sta incentivando sempre di più, complici gli inverni più miti degli ultimi anni, l’utilizzo della pompa di calore geotermica a scapi-to dell’utilizzo della caldaia gas metano, a seguito anche di un potenziamento della pom-pa avvenuto nei primi mesi del 2015. E’ da sottolineare che per garantire una buona resa e un funzionamento continuo è imprescindibile una manutenzione mensile degli impianti affidata a una ditta qualificata. L’impianto di illuminazione è regolato da un software centralizzato, comandato del bookshop che accende e spegne ogni singola sorgente lu-minosa in base alla presenza di pubblico o del livello di illuminamento prodotto dall’illuminazione naturale esterna.

Per diminuire i consumi energetici derivanti dall’illuminazione si è proceduto ad installare lampadine a sorgente led in tutti i locali non museali (uffici, magazzini, abita-zione del custode, locali di servizio) ed è allo studio una sostituzione delle lampadine a incandescenza con lampadine a led per gli apparecchi illuminanti che non costituiscono la fonte primaria di luce di una stanza (ad esempio abat-jour o torciere). Per il 2016 è an-che in programma la totale sostituzione dei fari a ioduri del giardino storico installati su-gli alberi con corpi illuminanti con sorgente a led. All’interno di tutti i bagni per il pub-blico sono stati inseriti sensori di presenza per l’illuminazione e riduttori di flusso nei rubinetti dei lavandini.

Attualmente il monitoraggio microclimatico viene eseguito con data logger, pre-senti nelle stanze che presentano i rivestimenti o le opere d’arte più delicate. Per ovviare alla mancanza di raffrescamento nei due piani museali della Villa, scelta progettuale condivisa per mantenere rivestimenti e opere nelle loro condizioni climatiche ormai con-solidate da anni, in estate viene data particolare attenzione alla movimentazione di fine-stre e persiane che, a seconda dell’orientamento e dei momenti delle giornata, vengono chiuse o aperte per garantire un’aerazione naturale e proteggere gli ambienti interni dai forti raggi solari. Tutte queste importanti informazioni vengono raccolte in manuali d’uso e conduzione o redatti dall’Ufficio Conservazione e Restauro e condivisi con i re-sponsabili e i custodi delle proprietà FAI; negli ultimi anni sono stati anche studiati e te-stati possibili strumenti informatici in grado di agevolare lo scambio di conoscenza sullo stato di conservazione dei Beni tra quest’ultimi e la sede centrale del FAI (Turati e Suz-zani, 2013).

E’ infine da non sottovalutare l’importanza che il FAI riserva alla formazione del personale. Sono infatti organizzati corsi di formazione e aggiornamento per il personale

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Diagnosi e gestione energetica e ambientale di Villa Necchi Campiglio a Milano

dei Beni sulla corretta conservazione e gestione dei loro edifici, svolti negli scorsi anni anche in collaborazione con il Politecnico di Milano, e sono in programma entro l’anno incontri sulla conduzione oculata degli impianti per limitare al massimo i consumi e gli sprechi.

CONCLUSIONI

Villa Necchi Campiglio mostra le criticità energetiche tipiche di un’opera del Mo-vimento Moderno, che comprendono le elevate dispersioni termiche per trasmissione at-traverso l’involucro edilizio, i guadagni termici estivi dovuti alla presenza di vetrate pri-ve di controllo solare, gli elevati consumi energetici.

Dal punto di vista ambientale, invece, presenta prevalentemente problematiche ti-piche di una casa-museo, che non permettono un serrato controllo microclimatico. Lo studio ha mostrato che la gestione quotidiana dell’edificio ha un ruolo centrale nell’ottenere una riduzione dei consumi energetiche e un miglioramento delle condizioni ambientali.

È fondamentale, inoltre, avere una gestione interna, demandata alla responsabilità del proprietario o del gestore dell’immobile, in quanto permette di prevenire i rischi che si potrebbero creare, mediando in modo corretto tra gli aspetti di tutela del bene, rispar-mio energetico e valorizzazione dell’esposizione e dell’edificio. In questo caso è stato un sistema informativo di gestione a distanza o un manuale di utilizzo e gestione del Bene e degli impianti risulta imprescindibile perché il personale delle proprietà possa agire in autonomia ma all’interno di un quadro di riferimenti condivisi e approvati dalla Sede Centrale.

In quest’ottica l’Ufficio Conservazione e Restauro assume un ruolo di consulenza e supervisione della attività conservative e delle modalità gestionali attuate nei Beni e di promotore di linee guida nazionali da declinare sulla specificità dei Beni e dei territori su cui insistono. Un altro punto fondamentale è legato alla necessità di formare i tecnici del settore e il personale museale, in moda che siano in grado di risolvere i piccoli problemi gestionali quotidiani e di segnalare la sussistenza di problemi più seri o ripetuti nel corso del tempo.

BIBLIOGRAFIA

Dall’O’, G. 2011. Green energy audit, Manuale operativo per la diagnosi energetica ed ambientale degli edifici. Milano: Edizioni Ambiente.

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RICONOSCIMENTI

Si ringraziano il personale del FAI per la disponibilità e le informazioni fornite e gli studenti del Corso di “Riqualificazione e Controllo Ambientale” della Facoltà di Ar-chitettura del Politecnico di Milano che hanno contribuito a realizzare la valutazione energetica e ambientale di Villa Necchi Campiglio.


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