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Donne di Palestina

Date post: 03-Apr-2016
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Un percorso di empowerment femminile attraverso la produzione di saponi per il commercio equo e solidale
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DONNE di PALESTINA WOMEN of PALESTINE un percorso di empowerment femminile attraverso la produzione di saponi per il commercio equo e solidale a journey of female empowerment through the production of hand-made soap for Fair Trade a tutte le persone che lottano per una società libera e nonviolenta. Un pensiero a Vik. Restiamo Umani. dedicated to all those who fight for a free and non-violent civil society. Our thoughts are with Vik. Let us remain Human.
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DONNE di

PALESTINA

WOMEN of

PALESTINE

un percorso di empowerment

femminile attraverso la produzione di saponi per il commercio equo e solidale

a journey of female empowerment

through the production of

hand-made soap for Fair Trade

a tutte le persone che lottano per una società libera e nonviolenta.Un pensiero a Vik. Restiamo Umani.

dedicated to all those who fight for a free and non-violent civil society. Our thoughts are with Vik. Let us remain Human.

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AOWA (Association of Women’s Action for Trainingand Rehabilitation) è un’ associazione di circa 1.400donne delle zone di Ramallah, Jenin, Hebron, Salfite Tulkarem, in Palestina. Ponte Solidale è una cooperativa che si occupa dicommercio equo ed economia solidale, in Umbria.

Questa mostra narra il progetto nato dalla relazionecon le donne e con la realtà palestinese durante unprimo viaggio nel 2004 che ha portato all’individua-zione di questi obiettivi specifici:- migliorare la qualità dei saponi prodotti artigia-nalmente dalle donne socie di AOWA nei 3 centri diRamallah, Hebron e Jenin;- migliorare le capacità di esportazione dei saponi.

Grazie a un progetto della Tavola Valdese (finanzia-menti 8xmille), Ponte Solidale ha svolto due mis-sioni a Jenin tra aprile e agosto 2010, avviando laproduzione e la vendita dei saponi nel circuito dellebotteghe di commercio equo in Italia, insieme aCtm Altromercato.

Attraverso il Gruppo di Solidarietà Internazionale“Donne di Palestina”, nell’aprile 2011 due rappre-sentanti di AOWA, Asma Atrata e Gadheer Gha-zawna, per la prima volta in Italia hanno potutopartecipare a incontri per presentare la loro asso-ciazione, relazionare sull’impatto del progetto deisaponi in Palestina e conoscere direttamente ilmondo del commercio equo in Italia.

Questa mostra vuole raccontare una delle realtà pa-lestinesi dove molte donne ogni giorno, lottano perla libertà e la dignità non solo per loro stesse, maanche per le generazioni future.

AOWA (Association of Women’s Action for Trainingand Rehabilitation) is an association of approxima-tely 1,400 women in the areas of Ramallah, Jenin,Hebron, Tulkarem, and Salfit, Palestine.Ponte Solidale is a cooperative that deals with fairtrade and solidarity economy in Umbria.

This exhibition centres around the project, origina-ting from the relationship we established withwomen living in the current political situation in Pa-lestine during a first trip we took in 2004; this tripled us to identify two specific objectives:- to help improve the quality of the soaps that arehand-made by the female members of the AOWA 3centers in Ramallah, Hebron and Jenin;- to help improve the export capacity of these soaps.

Thanks to a project run by the Waldensian Church(8xmille funding), Ponte Solidale has carried outtwo missions to Jenin between April and August2010, launching the production and sale of thesoaps in the circuit of Fair Trade shops in Italy, inpartnership with Ctm Altromercato.

Through the International Solidarity Group "Womenof Palestine", two representatives of AOWA, AsmaAtrata and Gadheer Ghazawna, were able to attendmeetings to talk about their association in April 2011,reporting on the impact of the soap project in Pale-stine; during these meetings, they had the opportu-nity to learn about the Fair Trade world in Italy.

This exhibition wishes to share the account of oneof the Palestinian realities in which many womenfight for freedom and dignity daily, not only forthemselves, but for future generations too.

il progetto the project

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Il muro di Berlino (1961-1989) era lungo 155 km ealto 3,5 metri.Il muro di separazione di Israele prevede una lun-ghezza finale di circa 800 km; attualmente se ne èrealizzato un pò più della metà.È costruito in cemento rafforzato e raggiunge dai 6ai 14 metri con veri e propri fossati profondi da 1,80a 2,50 metri, filo spinato, controlli elettronici epattuglie dislocate lungo il tracciato.

Nella maggior parte delle zone, il muro si estendeben oltre la Linea Verde che dal 1967 divide la Pa-lestina da Israele, entrando fino a 14 km all’internodella Cisgiordania, circondando interi paesi.

Il muro separa la popolazione palestinese dalle lorofamiglie, dalle loro terre, dalle loro acque e dal lorolavoro. Tanti villaggi sono stati evacuati, innumere-voli famiglie separate, 45.000m di rete d’irriga-zione sequestrati, 11.000 ettari di terra agricolaconfiscati, e oltre 100.000 antichi ulivi distrutti. E i dati sono in continuo incremento.

The Berlin Wall (1961-1989) was 155 km long and3.5 meters high. The Israeli wall of separation is expected to reacha final length of 800 km; currently, a little morethan half of it has been built. It is made of reinforced concrete and reaches from6 to 14 meters with ditches from 1.80 to 2.50 me-ters deep, barbed wire, electronic controls and pa-trols stationed along the track.

In most areas, the wall extends well beyond theGreen Line that, since 1967, has divided Palestinefrom Israel, entering up to 14 km inside the WestBank, encircling entire villages.

The wall separates Palestinians from their families,their land, their water and their work. Many villageshave been evacuated, countless families separated,45,000m network of irrigation seized, 11,000 acresof farmland confiscated and more than 100,000 an-cient olive trees have been destroyed. And the figures are steadily increasing.

la vita quotidianae il muro

everyday lifeand the wall

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Il muro impedisce la libertà di movimento, la vitaquotidiana, l’uso dell’acqua.Come se l’occupazione non bastasse, per renderedura la vita ai palestinesi, tutta la popolazioneadesso abita nei ghetti dove la libertà di circola-zione è ristretta a quelli che possiedono un per-messo (difficile da ottenere) dagli occupanti.

Diversi quartieri sono stati completamente tagliatifuori e i contadini hanno bisogno di permessi perandare a lavorare i loro campi. Le intimidazioni dei soldati e dei coloni israelianisono realtà quotidiana per tutti, e una semplicecorsa a scuola o all’ospedale diventa un’avventurarischiosa.

La Corte Internazionale di Giustizia dell'Aia haemesso il suo parere sulla questione che gli erastata sottoposta dall'Assemblea generale dell'ONU.Essa ha affermato nella sua risposta che: «L'edificazione del Muro che Israele, potenza occu-pante, è in procinto di costruire nel territorio pa-lestinese occupato, ivi compreso l'interno e intornoa Gerusalemme Est, e il regime che gli è associato,sono contrari al diritto internazionale».

Varie sentenze, comprese alcune dell’Alta Corte diGiustizia Israeliana, affermano che lo stato diIsraele è inoltre tenuto a risarcire i palestinesi peri danni subiti a causa della costruzione del muro.

Ma la costruzione del muro e degli insediamenti deicoloni israeliani continua.

The wall prevents freedom of movement, the con-duct of daily life, and the use of water. As if the oc-cupation was not enough to make life hard for thePalestinians, the entire population now lives inghettos where freedom of movement is restrictedto those holding a permit (that is hard to get) fromthe occupants.

Several neighbourhoods have been completely cutoff and farmers need permission to go to work theirfields. The intimidation of Israeli soldiers and set-tlers are a daily reality for all, and an easy ride toschool or hospital becomes a risky adventure.

The Hague International Court of Justice has deli-vered its view on the issue which had been submit-ted by the General Assembly. It stated in itsresponse that: «The building of the Wall thatIsrael, the occupying power, is about to build in theoccupied Palestinian territory, including the inte-rior and around East Jerusalem, and its associatedregime, are against international law».

Various statements, including some of The IsraeliHigh Court of Justice, support the obligation by thestate of Israel to compensate Palestinians for da-mages suffered due to the construction of the wall.

Yet, the construction of the wall and Israeli settle-ments continues.

la vita quotidianae il muro

everyday lifeand the wall

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Aowa è nata nel 1994 da un gruppo di donne pale-stinesi attiviste della Federazione Palestinese delleDonne, con l’idea di supportare gli accordi di Osloe una società civile e nonviolenta. Aowa è un’associazione democratica composta daun'assemblea generale, un consiglio direttivo e unconsiglio esecutivo.Le attività principali di AOWA ruotano su alcuni nodiprincipali, ovvero:- valorizzare il ruolo della donna nella società pa-lestinese e stabilire il principio delle pari opportu-nità tra uomo e donna (sia nelle città che nellearee rurali);- promuovere la partecipazione nazionale delledonne al fine di raggiungere costantemente i dirittidel popolo palestinese in tempo di crisi e al tempostesso di educare alla pace;- sviluppare le opportunità delle giovani donne nelcontesto palestinese;- contribuire a un aumento della consapevolezzadella donna palestinese dal punto di vista legale,della salute, dell’educazione e della cultura;- promuovere un lavoro di rete a livello locale, re-gionale e internazionale;- svolgere attività per mitigare l’impatto psicolo-gico nei bambini e sviluppare le capacità maternenel seguire i traumi dei bambini causati dall’occu-pazione;- svolgere attività di credito e risparmio per le at-tività promosse dalle donne;- promuovere la battaglia per la sospensione dellemisure attenuanti in materia di omicidio nel codicepenale in vigore per i crimini del cosiddetto “delittod’onore”. Si richiede l'adozione rapida di una leggepalestinese che rispetti la libertà delle donne e ga-rantisca la parità di diritti con gli uomini, legge giàstabilita in dichiarazioni dello stato palestinese.

AOWA was founded in 1994 by a group of Palestinianwomen activists of the Palestinian Federation ofWomen, with the aim of supporting the Oslo agree-ments and a civil non-violent society. AOWA is a democratic association composed of a ge-neral assembly, a board of directors and an execu-tive council.The main activities of AOWA revolve around somemain objectives, namely:- to enhance the role of women in Palestinian so-ciety and to establish the principle of equal oppor-tunities between men and women (in both urbanand rural areas); - to promote national participation of women inorder to achieve consistently the rights of the Pa-lestinian people in times of crisis and at the sametime to nurture peace; - to develop opportunities for young women in Pa-lestine;- to contribute to an increased awareness amongPalestinian women of the law, health, educationand culture; - to promote networking locally, regionally and in-ternationally; - to carry out activities that mitigate the psycholo-gical impact on children and to develop maternalskills that enable women to cope with traumaamong children caused by the occupation; - to carry out activities of credit services for activi-ties promoted by women;- to promote the battle for the suspension of themitigation measures in the field of murder in thepenal code that are enforced for the crimes of theso-called "honor killing". A rapid adoption of a billthat respects the freedom of Palestinian womenand ensure equal rights between the sexes is requi-red, although this has already been established inthe declaration of a Palestinian state.

aowa aowa

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L’attività commerciale di AOWA si basa su prodottilocali, artigianali, prevalentemente in piccolequantità e per il mercato locale: sapone naturale,timo, erbe, infusi e frutta secca, maftoul (cou-scous), prodotti sotto aceto/olio, marmellate,miele, tessuti e ricami.

Lo scopo di queste produzioni è quello di supportarele donne nella loro sopravvivenza quotidiana e sivanno ad integrare agli scopi sociali primari dell’as-sociazione stessa.

Partendo da una conoscenza e valutazione dellostato dell’arte relativo alla produzione di sapone abase di olio d’oliva, si sono individuati punti criticie punti di forza al fine di migliorare la qualità delprodotto e strutturarne la produzione e l’esporta-zione nel circuito del commercio equo e solidale.

L’idea progettuale si è sviluppata insieme alledonne di AOWA. Grazie al loro entusiasmo e capa-cità si è lavorato insieme di pari passo, raggiun-gendo ottimi risultati nei tempi preventivati.

AOWA's business is based on the making of localhandcrafted products, mainly in small quantitiesand for the local market: natural soap, thyme,herbs, teas and dried fruits, maftoul (couscous),pickled products in vinegar /olive oil, jams, honey,fabrics and embroidery.

The purpose of this production is to support womenin their daily survival and to integrate the basic so-cial goals of the association.

Starting with a knowledge and an evaluation of thestate of the art on the production of soap based onolive oil, critical points and strengths were identi-fied in order to improve product quality and tostructure the production and export in the FairTrade circuit.

The project idea was developed with the women ofAOWA. Thanks to their enthusiasm and skills, wehave worked together hand in hand, achieving ex-cellent results in the time allocated.

aowa

attività commerciale

aowa’s

business

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Durante la prima missione (aprile 2010), all’internodi un locale di circa 30 mq messo a disposizione nellasede di AOWA a Jenin, un gruppo di 12 donne si è at-tivato per mostrare a un nostro tecnico le loro mo-dalità di produzione artigianale del sapone a base diolio di oliva: metodo a freddo e metodo a caldo.

Insieme si sono valutate le fasi di produzione, pro-ducendo una serie di campioni.

Abbiamo raccolto considerazioni preliminari relativea formati, packaging, tecnologia produttiva e costi;abbiamo effettuato insieme prove di colorazione conspezie locali e di profumazione con oli essenziali,fornendo prime nozioni di controllo qualità sui lottidi sapone prodotto e una prima ricetta base.Tra una missione e l’altra abbiamo avuto feedbackcontinui.

During the first mission (April 2010), in a room of30 square-meters made available at the headquar-ters of AOWA in Jenin, a group of 12 women showedone of our technicians how they handcrafted soapbased on olive oil through the cold and hot method.

Together, we evaluated the stages of production,making a series of samples.

We collected preliminary considerations related toformats, packaging, production technology andcosts; we performed tests of coloring with local spi-ces and scented with essential oils, drawing upsome preliminary plans on quality-controlled bat-ches of soaps and a first basic recipe. From one mission to the next we have received con-tinuous feedback.

aowaproduzione del sapone

aowaproduction of the soap

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Durante la seconda missione (agosto 2010), si è par-titi dall’esame dei campioni di sapone prodotti de-finendo la ricetta da utilizzare in produzione.

Si è ragionato insieme in modo approfondito in me-rito ad alcuni passaggi organizzativi e produttivifondamentali: - tempistica; - acquisto olio d’oliva; - suddivisione delle donne in gruppi e individua-zione delle “leader”; - equipaggiamento;- sicurezza sul lavoro; - costruzione del prezzo;– packaging.

Si sono svolti dei workshop con i due gruppi, di 15donne in totale, organizzati dalla referente AOWAdi Jenin, con l’idea di formare un piccolo gruppoche, una volta avviato, si è occupato a sua volta difare formazione ad altre donne.

Attualmente (2012), il piccolo gruppo di donne at-tivo a Jenin è cresciuto da 12 a 40.

During the second mission (August 2010), we beganexamining samples of soap products and definingthe best recipe to use for the production.

We carefully thought about the fundamental stepsin the organization and production: - timing; - buying olive oil; – division of labour and identifying team leaders; - equipment;- safety on workplace; – price construction;- packaging.

Workshops were held with two groups of 15 womenin total, organized by the referent of AOWA Jenin,with the objective of forming a small group that,once set up, was in charge of training other women.

Currently (2012), the group of women active inJenin has grown from 12 to 40.

aowaproduzione del sapone

aowaproduction of the soap

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donne di palestinai volti

women of palestinethe faces

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mostra realizzata con il contributo della RegioneUmbria, L.R. n. 26/99 Progetto G.S.I. “Donne di Palestina” costituito da:Ponte Solidale - AOWA - Comune di Perugia - Contro-Sguardi - Infarmazone

da un’idea di Stefania Guerrucci - Ponte Solidaletesti: Stefania Guerrucci, Silvia Bosi, Fabrizio Cuniberti traduzioni: Isabelle Johansson, Corinna Riva (supervisore)progetto grafico: Silvia Bosi - Ponte Solidalefoto: Simone Bissoli, Stefania Guerrucciplanimetria west bank wall (2006): www.passia.orgstampa: Grafidea - Ponte San Giovanni-Perugia

exhibition organized with the support of RegioneUmbria, L.R. No. 26/99 Project G.S.I. "Women of Palestine" made by: Ponte Solidale - AOWA - City of Perugia – Contro-Sguardi - Infarmazone

an idea by Stefania Guerrucci – Ponte Solidaletexts: Stefania Guerrucci and Silvia Bosi, Fabrizio Cunibertitranslations: Isabelle Johansson, Corinna Riva (supervisor)graphic project: Silvia Bosi - Ponte Solidale photo: Simone Bissoli, Stefania Guerrucci planimetry west bank wall (2006): www.passia.orgprinting: Grafidea - Ponte San Giovanni- Perugia

©2012 Ponte Solidale s.c.s.

www.pontesolidale.org - [email protected]


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