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Facts and Figures about diabetes in italy - ibdo.it · [email protected] Director of the...

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Facts and Figures about diabetes in italy Public Health & Health Policy “an informed health policy on chronic diseases” Morbidity and Mortality: 3,3 million Italian adults have diabetes, i.e. 5,5% of the total population Dr. Antonio Nicolucci Head of Department of Clinical Pharmacology and Epidemiology, Consorzio Mario Negri Sud, Chief of the Data Analysis board of the Italian Barometer Diabetes Observatory Prof. Renato Lauro Rector of the University of Rome “Tor Vergata”, Chief of the Italian Barometer Diabetes Observatory Dr. Salvatore Caputo President of Diabete Italia Authors è membro
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Facts and Figures

about diabetes

in italy

Public Health & Health Policy“an informed health policy on chronic diseases”

Morbidity and Mortality:3,3 million Italian adults have diabetes, i.e. 5,5% of the total population

Dr. Antonio NicolucciHead of Department of Clinical Pharmacology and Epidemiology, Consorzio Mario Negri Sud,Chief of the Data Analysis board of the Italian Barometer Diabetes Observatory

Prof. Renato Lauro Rector of the University of Rome “Tor Vergata”,Chief of the Italian Barometer Diabetes Observatory

Dr. Salvatore CaputoPresident of Diabete Italia

Authors

è membro

Fact and figure 2013 giugno:Layout 1 07/06/13 15:43 Pagina 1

MORBIDITY AND MORTALITY:3,3 million Italian adults have diabetes, i.e. 5,5% of the total

population

OBJECTIVES:• to inform on the public health relevance of chronic diseases• to provide space for commentary and debate on institutionaldecisions

• to collect available information on the clinical, organizational,human and economical costs of chronic diseases and provide soundand comprehensive data to guide decisions.

TARGET READERSHIP:The major challenge of this editorial initiative is to promote a cross-sector dialogue and debate, and provide a platform of informationshared by all the stakeholders involved in the care of chronic diseases:Politicians, Policy makers, Key Decision Makers, Payers, HealthManagers, Physicians, Industry, Health Trade Unions, ScientificSocieties, Health Economists, Pharmacists.To this purpose, the initiative will be conducted with the contributionof a scientific board including representatives of all the sectorsinvolved.

CONSORZIO MARIO NEGRI SUDThe CMNS was founded in 1987 as a consortium between the MarioNegri Institute in Milan and the Chieti Province authority,later joined by the Abruzzo Region authority. Scientific activitiesoperatively began on September 1st 1987.Since then CMNS has given a significant contribution to theadvancement of research aimed at the prevention and cure of humandiseases. Based on a core of senior staff of around 80 scientists, theCMNS is also dedicated to training of predoctoral and postdoctoralfellows, including an International PhD Programme.Research at the CMNS covers three main areas of interest:Basic morpho-functional and molecular studies of the organisation ofthe cell, as applied to the treatment of human disease.Clinical epidemiology, as applied to diabetes, cardiovascular disease,cancer, other chronic diseases, and cognitive and behaviouraldisturbances in the elderly. Health services research.Analytical methodologies for comprehensive environmentalmonitoring.CMNS provides a favourable and productive environment to its staff,students, and visiting scientists for the development of a criticalmass for scientific research. Scientists are supported by Core Facilitiesthat provide centralized expertise and state-of the-arttechnologies for several activities. The Institute also offers a PhDprogramme in Biomedical science and medicine in cooperation withthe British Open University.There are currently 14 PhD students at CMNS and many more havesuccessfully completed their post-graduate studies.The PhD programme has enhanced the International atmosphere andoutreach of the CMNS through the recruitment of talented andpromising students also from abroad and by promoting interactionsand collaboration with international research groups.

EditorALTISVia della Colonna Antonina, 52 00186 Roma Tel. +39 06 95585200 Fax +39 06 95585299 [email protected]

Editorial CoordinationMarcello Portesi

Scientific EditorConsorzio Mario Negri SudVia Nazionale, 8/A66030 Santa Maria Imbaro, (Chieti) - ItalyTel.: +39 0872 5701Fax: +39 0872 [email protected]. Giovanni Tognoni, Director of the Consorzio Mario Negri Sud - [email protected]. Antonio NicolucciHead of Department of Clinical Pharmacology and Epidemiology, Consorzio Mario Negri [email protected]

Aut. Trib. Milano 453/2012

Fact and figure 2013 giugno:Layout 1 07/06/13 15:43 Pagina 3

Public Health & Health PolicyAn informed health policy on chronic diseases

Facts and figures about diabetes in Italy

Prof. Renato Lauro - Rector of the University of Rome “Tor Vergata”,Chief of the Italian Barometer Diabetes Observatory

Dr. Antonio Nicolucci - Head of Department of Clinical Pharmacology and Epidemiology,Consorzio Mario Negri Sud,

Chief of the Data Analysis board of the Italian Barometer Diabetes Observatory

Dr. Salvatore Caputo, President of Diabete Italia

Prof. Renato LauroRettore Università di Roma “Tor Vergata”Presidente dell’Italian Barometer Diabetes Observatory

I dati presenti nel documento “Facts and figures about thediabetes in Italy”, rappresentano una chiara fotografia dellasituazione nel nostro Paese, di una vera emergenza sociale,politica, economica e sanitaria che oggi investe tutti i Paesi delmondo quale è il diabete. Un’azione globale di prevenzione delle malattie cronichepotrebbe salvare la vita a quasi 36 milioni di persone, cherischiano di morire entro il 2015. Secondo il rapporto “Prevenire le malattie croniche: uninvestimento vitale”, pubblicato nel 2005 dall’OrganizzazioneMondiale della Sanità, le malattie croniche sono al primoposto nel mondo fra le cause di morte: circa 17 milioni dimorti premature ogni anno a causa di questa vera e propriaepidemia globale di malattie cardiovascolari, patologierespiratorie, cancro e diabete. I trial clinici disciplinati per valutare l’impatto dellaprevenzione sullo sviluppo e sulle complicanze della malattiadiabetica ne hanno dimostrato l’efficacia. Ciò significa che èpossibile rallentare la crescita dell’incidenza e della prevalenzadel diabete di tipo 2 e ridurre l’impatto della malattia suisingoli, sui sistemi sanitari e sull’economia generale. Untrasferimento efficace alla pratica clinica delle acquisizioni intema di prevenzione e terapia del diabete, può realizzarsisolamente attraverso una complessa opera di educazione delpaziente, il convincimento e la condivisione delle azionifinalizzate al conseguimento degli obiettivi socio-sanitari el’aggiornamento continuo del medico. Il Changing Diabetes®Barometer cerca di raggiungere questi obiettivi promuovendola raccolta e la condivisione di importanti informazionisull’entità del fardello rappresentato dal diabete, esull’efficacia degli interventi per combatterlo. Al cuoredell’iniziativa vi è un messaggio che non è possibile nonaccettare, diretto a tutti coloro che sono coinvolti nelfronteggiare la sfida posta dal diabete: un forte invito a‘misurare, condividere e migliorare’. Oggi le risposte appropriate alla crescente prevalenza deldiabete sono note, tuttavia è necessario un impegno continuoe intelligente perché le acquisizioni teoriche trovinoapplicazione pratica. Misurazione e condivisione porterannoad una sana concorrenza tra gli operatori della sanità, tra isistemi sanitari e persino tra le persone con diabete, cherivestono un ruolo centrale nel far sì che la cura del diabetesia ottimizzata e quindi maggiormente efficace. L’iniziativa parte dal presupposto che la raccolta dei dati ènecessaria a dimostrare l’impatto di sforzi ed approcci diversi,finalizzati alla riduzione dell’incidenza del diabete, alladiagnosi precoce della malattia e al suo trattamento efficace,in modo da ridurre l’incidenza delle complicanze associate aldiabete e i decessi prematuri. Un’approfondita conoscenzadello stato di salute della popolazione e dei bisogni

assistenziali inevasi rappresenta la base per una pianificazionesanitaria razionale, efficiente ed attenta alle esigenze reali deicittadini. La crescita vertiginosa nella prevalenza del diabete, che siconfigura a livello internazionale come una vera e propriaepidemia, pone i governi e i sistemi sanitari dei singoli Paesinell’assoluta necessità di monitorare l’andamento del fenomenoper fronteggiarlo in modo adeguato. In caso contrario, l’enormeaggravio dei costi clinici, sociali ed economici della malattiarenderà nei prossimi anni non più sostenibile lo sforzo finanziarionecessario a garantire a tutte le persone affette da diabeteun’assistenza adeguata. A livello internazionale il ChangingDiabetes® Barometer raccoglie le storie di successo e monitora iprogressi fatti, promuovendo una sana forma di concorrenza cheporterà ad un miglioramento dei risultati degli interventi suipazienti; a livello nazionale, il Changing Diabetes® Barometervuole facilitare il dialogo tra le parti interessate, al fine di crearecondizioni che rendano possibile lo scambio di “pratiche migliori”sulla base di chiare evidenze. La gestione di una situazione complessa, come quella illustrata,necessita di una grande alleanza tra diverse Istituzioni, in cuil’Università rappresenta, con il suo ruolo istituzionale finalizzatoalla formazione e alla ricerca, il naturale partner nella ricerca distrategie globali. Per questo l’Università di Roma Tor Vergata vuole fornire il know-how scientifico, economico e formativo per lo sviluppo in Italia delChanging Diabetes® Barometer, attraverso le proprie Facoltà ed ipropri dipartimenti e ricercatori. In tale direzione va la decisione diconcedere Villa Mondragone come sede dell’Italian BarometerDiabetes Observatory, che vuole porsi come modello e come luogodove gli esperti provenienti da tutto il mondo possanoconfrontarsi. Questo può essere l’obiettivo su cui lavorare tutti peril futuro.

The document "Facts and figures about diabetes in Italy" aims todraw a clear picture of the situation of diabetes in our country, atrue social, political, economic and health emergency that nowaffects all countries in the world.Specific clinical trials have demonstrated the effectiveness ofprevention on development and complications of diabetes: thismeans that you can slow the growth of the incidence andprevalence of type 2 diabetes and reduce the impact of disease onindividuals, health systems and the general economy.However, an effective transfer to the clinical practice of advancesin the prevention and treatment of diabetes, is possible onlythrough a complex work of patient education, sharing actionsaimed at achieving the objectives of social health, and continuousupdating of the physician.For this to happen you need a collection of data demonstrating theimpact of efforts and different approaches in reducing theincidence of complications associated with diabetes andpremature death. "Facts and figures about diabetes in Italy"addresses exactly this need within the Changing Diabetes®Barometer programme, whose slogan is: 'measure, share, andimprove'.In fact, only an in-depth knowledge of the population health carestatus and unmet needs is the basis for a rational and efficienthealth planning. Otherwise, the huge increase in clinical, socialand economic costs of the disease will make it impossible to giveproper assistance to all people with diabetes.The management of such a complex situation requires a greatalliance between different institutions, in which the University isthe natural partner in searching for appropriate strategies. Forthis reason the University of Rome Tor Vergata was glad to giveVilla Mondragone as the seat of the Italian Diabetes BarometerObservatory and a place where experts from around the world canmeet to exchange both data like those in the present document,and ideas.

Prof. Renato LauroRector, Rome Tor Vergata University;Chair of Italian Barometer Diabetes Observatory

Dr. Antonio Nicolucci

Head, Clinical Pharmacology and Epidemiology LaboratoryConsorzio Mario Negri Sud

Due to their inexorable growth, chronic non-communicable diseases (CNCDs) represent one of themost difficult challenges facing healthcare systemsworldwide. At a global level, CNCDs accounted for59% of deaths in 2002, but in 2030 this percentage willincrease to 69%.Diabetes mellitus (MD) represents the paradigm of theCNCDs: the number of people with diabetes around theworld will grow from 171 million in 2000 to 366million in 2030. While the mortality rate related tocancer and cardiovascular disease is decreasing,deaths from MD are growing by 1.1% a year amongmen and 1.3% among women. By 2030, MD will risefrom being the 11th to the 7th most frequent cause ofdeath at a global level, while in industrialized countriesit will rank 4th, after only cardio- and cerebrovasculardisease and respiratory system cancer. In terms of lifeyears lost adjusted by quality of life, in the richestcountries MD will represent the 5th cause, with animpact equal to cerebrovascular disease and higherthan cancer.In Italy, 27,000 people aged 20-79 die every year dueto MD: one death every 20 minutes. This figure iswidely underestimated, both because it does not takeinto account older age brackets, and because manydeaths from cardio-cerebrovascular diseases andcancer should actually be attributed to MD.Without prevention, early diagnosis, and improvedtreatment, the clinical, social, and economic burdenrelated to MD will soon become unsustainable.

Dr. Antonio NicolucciCapo Dipartimento di Farmacologia Clinica e Epidemiologiadel Consorzio Mario Negri Sud

Le patologie croniche non comunicabili (PCNC)rappresentano una delle sfide più difficili per tutti i sistemisanitari, a causa delle loro inesorabile crescita. A livellomondiale, nel 2002 il 59% della mortalità era attribuibile allePCNC, ma nel 2030 la percentuale salirà al 69%.Il diabete mellito (DM) rappresenta il paradigma delle PCNC:il numero di persone affette nel mondo crescerà da 171milioni nel 2000 a 366 milioni nel 2030. Mentre la mortalitàper tumori e malattie cardiovascolari è in diminuzione, quellaper DM cresce dell’1.1% all’anno fra gli uomini e dell’1.3%fra le donne. Entro il 2030, il DM passerà dall’11a alla 7acausa di morte nel mondo, mentre nei Paesi industrializzatisarà al 4° posto, dietro soltanto alle malattie cardio- ecerebrovascolari e ai tumori delle vie respiratorie. In termini dianni di vita persi aggiustati per qualità della vita, il DMrappresenterà nei paesi più ricchi la 5a causa, con un impattouguale a quello delle malattie cerebrovascolari e superiore aquello dei tumori.In Italia, 27.000 persone di età fra i 20 e i 79 anni muoionoogni anno a causa del DM: un decesso ogni 20 minuti.Questo dato è ampiamente sottostimato, sia perché nontiene conto delle fasce di età più avanzate, sia perché moltidecessi per cause cardio-cerebrovascolari e per tumore sonoin realtà da attribuire al DM.In assenza di iniziative di prevenzione, diagnosi precoce emiglioramento dell’assistenza, il carico clinico, sociale edeconomico legato al DM diverrà presto insostenibile.

di diabete (di cui oltre il 90% da diabete di tipo 2), allequali va aggiunta una quota stimabile di circa un milionedi persone che, pur avendo la malattia, non ne sono aconoscenza. Nell’arco di soli 12 anni, dal 2000 al 2012,la prevalenza del diabete in Italia è cresciuta dal 3,7% al5,5 % (Figura 2); in altre parole, rispetto a 12 anni fa cisono oggi nel nostro Paese oltre un milione di persone inpiù con diabete noto. Il trend in continua crescita dellaprevalenza del diabete è confermato da dati recentementepubblicati riguardanti la Lombardia. In questa regione, laprevalenza del diabete è cresciuta del 40% in soli 7 anni,passando dal 3.0% nel 2000 al 4.2% nel 2007 (3). Inproiezione, è possibile stimare che in Lombardia la preva-lenza di diabete nelle persone dai 30 anni in su raggiun-

Le patologie croniche non comunicabili rappresentanouna delle sfide più difficili per tutti i sistemi sanitari, sianei Paesi industrializzati che in quelli in via di sviluppo, acausa delle loro continua e inesorabile crescita. L’esempiopiù paradigmatico è rappresentato senz’altro dal diabetemellito: si stima che il numero di persone affette nelmondo crescerà da 171 milioni nel 2000 a 366 milioninel 2030 (1). In Italia, in base ai dati ISTAT, la prevalenza del diabete, ri-ferita all’anno 2012 e stimata su tutta la popolazione, èpari al 5,5% (2). La prevalenza sale a circa il 15% nellafascia di età fra i 65 e i 74 anni, mentre oltre i 75 anniuna persona su 5 ne è affetta (prevalenza del 20.3%) (Fi-gura 1). In pratica 3.3 milioni di persone in Italia soffrono

Morbilità e mortalità

Figura 1. Prevalenza del diabete in Italia per fasce di etàe sesso. Dati ISTAT 2012.

Figura 2. Andamento della prevalenza del diabete inItalia: 2000-2012 (ISTAT).

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Figura 3. Prevalenza del diabete nelle regioni italiane:ISTAT 2012

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gerà l’11.1% nel 2030. Considerando la presenza di unchiaro gradiente geografico, con alcune regioni del Sudnelle quali la prevalenza del diabete ha già ampiamentesuperato il 6% (figura 3), il fenomeno di crescita potrà ri-sultare nei prossimi anni ancora più accentuato nel meri-dione. A questo fenomeno contribuisce in modo impor-

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Tuttavia, il fenomeno più allarmante e più strettamentecorrelabile all’epidemia di diabete in tutte le fasce di etàè sicuramente rappresentato dal diffondersi dell’obesità,dovuto alla progressiva riduzione dell’attività fisica e al

cambiamento delle abitudini alimentari. In presenza diobesità, il rischio di sviluppare il diabete cresce in modosostanziale. Ad esempio, i dati dello studio di Brunico evi-denziano come il rischio di diabete sia circa 10 volte mag-giore per una persona con indice di massa corporea (BMI)di 30 o più, rispetto ad una persona di uguale età e sessoma con BMI inferiore a 25 (7).

Un’indagine dell’ISTAT relativa al 2008, mostra come frale persone di età ≥18 anni, una su tre (35.5%) sia in so-vrappeso e una su 10 (9.9%) francamente obesa (8). Lapercentuale di persone in sovrappeso e obese cresce conl’età (fra i 55 e i 74 anni ne sono affetti quasi il 70%), e siriduce lievemente solo dopo i 75 anni (Figura 5). In termini

Figura 4. Stime di crescita della popolazione di età ≥65anni in Italia (ISTAT 2008)

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' ' ' ' ' ' ' ' ' ' '' 'Figura 5. Percentuale di soggetti in sovrappeso o obesi

in Italia, in base all’età (ISTAT 2008)

assoluti, in Italia ci sono oggi 17,6 milioni di adulti in so-vrappeso e 4,9 milioni di obesi. Dal 2001 al 2008 il numerodi persone obese è cresciuto di quasi un milione, con unincremento maggiore nella popolazione maschile, in par-ticolare nei giovani adulti di 25-44 anni e tra gli anziani.Così come il diabete, anche per l’obesità è presente unchiaro gradiente nord-sud (Figura 6). Il problema obesitànon è tuttavia confinato all’età adulta, ma è sempre piùevidente anche nei bambini. I dati del progetto OKkioalla SALUTE mostrano come, fra i bambini di 8-9 anni dietà, il 23,6% sia in sovrappeso e il 12,3% sia obeso (9).Anche in questo caso, il fenomeno è più diffuso al sud: inCampania un bambino su due è in sovrappeso o obeso(Figura 7). La presenza di obesità si associa alla comparsa,anche in età infantile e adolescenziale, del diabete di tipo

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tante anche lo stato socio-economico: in tutte le fasce dietà la percentuale di persone affette è marcatamente piùelevata in presenza di basso livello di scolarità, soprattuttofra le donne (4). Le stime dell’International Diabetes Federation (IDF), riferitealla più ristretta fascia di età fra i 20 e i 75 anni, prevede-vano che per il 2025 più di 3,2 milioni di persone in Italiasarebbero state colpite dal diabete (5). Di fatto, già oggiabbiamo quasi raggiunto questa stima, con oltre 15 annidi anticipo. Se la crescita della prevalenza della malattiacontinuerà ai ritmi attuali, entro 20 anni potrebbero essere5 milioni le persone affette da diabete, con enormi impli-cazioni assistenziali, sociali ed economiche.

Alla base di una crescita così marcata dei casi di diabetepossono essere identificati due motivi principali: l’invec-chiamento della popolazione ed il progressivo aumentodell’obesità. Come già sottolineato, la prevalenza del dia-bete aumenta sensibilmente dopo i 65 anni: due terzi deicasi si trovano infatti in questa fascia di età. Sulla basedei dati ISTAT, la popolazione degli ultrasessantacinquenniè cresciuta di quasi due milioni negli ultimi 10 anni (dapoco più di 10 a oltre 12 milioni) e potrebbe addiritturaraddoppiare entro il 2050, raggiungendo i 20 milioni (6)(Figura 4). Come conseguenza, assisteremo nei prossimianni ad una progressiva crescita di tutte le condizioni cro-niche tipiche della terza età, prima fra tutte il diabete.

uno sforzo congiunto di politiche sociali e sanitarie perarginare un fenomeno in continua espansione.

La continua crescita del fenomeno diabete ha enormi ri-cadute sullo stato di salute della popolazione. A livellomondiale, nel 2002 il 59% della mortalità era attribuibilealle malattie non comunicabili, mentre nel 2030 si stimache il 69% dei decessi sarà legato alle patologie croniche(10). Tuttavia, mentre la mortalità per tumori e malattiecardiovascolari è in diminuzione, quella per diabete crescedell’1.1% all’anno fra gli uomini e dell’1.3% fra le donne.Entro il 2030, il diabete passerà dall’undicesima alla set-tima causa di morte nel mondo, mentre nei Paesi indu-strializzati sarà al quarto posto, dietro soltanto alle malattiecardiovascolari, alle malattie cerebrovascolari e ai tumoridelle vie respiratorie, ma molto più avanti rispetto aglialtri tipi di tumore o ad altre patologie croniche (11). Intermini di “global burden of disease”, misurato comeanni di vita persi aggiustati per qualità della vita, il diabeterappresenterà nei paesi più ricchi la quinta causa, con unimpatto uguale a quello delle malattie cerebrovascolari esuperiore a quello dei tumori.

Dati più specifici riguardanti il global burden of disease inItalia sono stati recentemente pubblicati dell’OMS (12).Rispetto al 1990, il diabete è passato nel 2010 dall’ottavaalla quinta causa di morte prematura, per un totale di245.000 anni di vita persi (figura 8). Il diabete rappresentainoltre la settima causa di morte prematura aggiustataper disabilità. Nonostante ciò, è da registrare una riduzione

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Figura 6. Percentuale di soggetti adulti in sovrappeso(blu) o obesi (rosso) nelle regioni italiane (ISTAT 2008)

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Figura 7. Percentuale di obesità (in rosso) e sovrappeso(in blu) nei bambini di 8- ‐9 anni di età, per regione. Fonte:OKkio alla SALUTE.

2, classicamente considerato una prerogativa dell’etàadulta. Poiché in Europa occidentale, in base alle stimedell’IDF, oltre l’80% dei casi di diabete è attribuibile al-l’obesità, è facile comprendere come la lotta all’obesità eal diabete vadano di pari passo, e come sia necessario

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Figura 8. Anni di vita persi prematuramente: le prima 10cause nel 2010.

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del 9% nella mortalità prematura attribuibile al diabetedal 1990 al 2010; in proporzione, la mortalità si è tuttaviaridotta in modo molto più marcato per le prime due cause,vale a dire le malattie cardiovascolari (-26%) e gli ictus (-32%). Lo stesso rapporto dell’OMS sottolinea in mododrammatico l’impatto degli stili di vita sulla mortalità pre-matura. Al primo posto come rischio attribuibile troviamoinfatti i fattori di rischio alimentari, seguiti in ordine daipertensione, fumo, elevato indice di massa corporea,inattività fisica, elevati livelli di glicemia a digiuno ed elevatilivelli di colesterolo.

Si stima che oggi in Italia circa 27.000 persone nella fasciadi età fra i 20 e i 79 anni muoiano ogni anno a causa deldiabete (5), il che equivale a un decesso ogni 20 minuti.Questo dato è ampiamente sottostimato, sia perché nontiene conto delle fasce di età più avanzate, sia perchémolti decessi per cause cardiovascolari, cerebrovascolarie per tumore sono in realtà da attribuire al diabete. Datirecenti della Regione Lombardia sembrano tuttavia docu-mentare una lieve riduzione della mortalità per tutte lecause nelle persone con diabete, passata dal 43.2 per1000 nel 2001 al 40.3 per 1000 nel 2007. Questa ridu-zione, pari al 6.7%, risulta più alta di quella evidenziatanella popolazione generale (4.8%) (3).

Oltre a ridurre l’aspettativa di vita di 5-10 anni, il diabeteè responsabile di complicanze serie ed invalidanti (Figura9). Dal 60% all’80% delle persone affette da diabetemuoiono infatti a causa di malattie cardiovascolari. Questeultime sono da due a quattro volte più frequenti nellepersone con diabete, rispetto a quelle senza diabete di

pari età e sesso, e sono soprattutto le complicanze piùgravi, quali infarto, ictus, scompenso cardiaco e morteimprovvisa, a colpire più spesso chi ha il diabete (11).

La retinopatia diabetica costituisce la principale causa dicecità legale fra i soggetti in età lavorativa ed è inoltre re-sponsabile del 13% dei casi di handicap visivo. Circa unterzo dei soggetti con diabete è affetto da retinopatia eogni anno l’1% viene colpito dalle forme più severe diquesta patologia (11). Sulla base delle stime in continuoaumento nella prevalenza del diabete, e considerandoche il 3-5% dei soggetti con diabete è affetto da retino-patia ad alto rischio, 90.000-150.000 cittadini italiani sonoa rischio di cecità se non individuati e curati in tempo.

Il 30-40% dei pazienti con diabete di tipo 1 e il 5-10% diquelli con diabete di tipo 2 sviluppano una insufficienzarenale terminale dopo 25 anni di malattia. In Italia oltre il10% della popolazione dializzata è affetta da diabete ela percentuale sale a oltre il 30% nella fascia di età fra 46e 75 anni. L’aspettativa di vita di un paziente in dialisi èinferiore di un terzo rispetto a un soggetto di pari età,sesso e razza, ed è pari a 9 anni se la dialisi è iniziata at-torno ai 40 anni e a poco più di 4 anni se è iniziata a 59anni. Nei dializzati diabetici la mortalità a 1 anno dall’iniziodella dialisi è più alta del 22%. I soggetti diabetici nefro-patici hanno un rischio di complicanze vascolari di 20-40volte superiore e il 60-80% dei decessi in questa popola-zione è dovuto a cause vascolari (11).

Le complicanze agli arti inferiori, legate sia al danno va-scolare che a quello neurologico, aumentano con l’etàfino ad interessare più del 10% dei pazienti con oltre 70anni. Il 15% dei soggetti con diabete sviluppa nel corsodella vita un’ulcera agli arti inferiori, e un terzo di questipazienti va incontro ad amputazione. Fra i soggetti sotto-posti ad amputazione non traumatica, il 50% è affettoda diabete. Il tasso di mortalità nei soggetti con diabete èdoppio in presenza di tali complicanze e il 50% dei sog-getti sottoposto ad amputazione maggiore va incontro amorte entro 5 anni (11).

Le complicanze neuropatiche sono inoltre responsabili didisfunzione erettile, che colpisce fino al 50% degli uominicon diabete di lunga durata. Questa condizione ha unenorme impatto sulla qualità della vita dei pazienti, e rap-presenta a sua volta un importante fattore di rischio didepressione (13).

I recenti dati dello studio RIACE (14), relativi ad oltre15.000 soggetti con diabete di tipo 2 valutati in modomolto accurato per quanto riguarda la presenza di com-

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Figura 9. L’impatto del diabete e delle sue complicanze

14

gati al diabete aumentano inoltre all’aumentare dell’etàdegli assistiti, come evidenziato dai dati del Progetto Sissi(Simulazione della spesa sanitaria italiana) realizzato dallaSIMG e dal CEIS Tor Vergata (Figura 12) (19). Tale dato va

Figura 10. Prevalenza (%) delle complicanze del diabetein relazione all’età (RIACE; N=15.773)

plicanze, mostrano come la prevalenza di complicanzesia microvascolari che macrovascolari cresce con l’età. Lapresenza di complicanze croniche è particolarmente co-mune negli ultrasettantenni, fra i quali uno su tre presentaun danno renale, uno su quattro un interessamento reti-nico, ed uno su quattro una complicanza cardio-cerebro-vascolare o vascolare periferica maggiore (Figura 10).

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Figura 11. Rischio di ricovero in ospedale per specifichecause per soggetti con diabete rispetto a soggetti di parietà e sesso, ma senza diabete (Studio DADA).

15

L’impatto del diabete sull’assistenza sanitaria e i costi

L’enorme peso clinico e sociale della malattia diabetica sitraduce in un altrettanto drammatico impatto sul consumodi risorse. Da una recente analisi su un campione di circa9 milioni di cittadini appartenenti a 21 ASL del centro-sud Italia (15), così come dai dati dello studio ARNO, rela-tivo a 16 ASL principalmente del nord e centro (16), èemerso come una persona con diabete su quattro si rico-vera in ospedale almeno una volta nel corso di 12 mesi. Ilrischio di ricovero in ospedale per specifichecomplicanze/comorbidità, a parità di età e sesso, è dadue a otto volte maggiore in presenza di diabete (Figura11); questo si traduce in oltre 12.000 ricoveri in eccessoper 100.000 persone all’anno, con enormi ricadute eco-nomiche (15). Il costo medio per paziente con diabete èinfatti di circa 2.600-3.100 Euro l’anno (16,17), più deldoppio rispetto a persone di pari età e sesso ma senzadiabete (15,17), sebbene dati recenti relativi alla città diTorino riportino un costo 4 volte maggiore (18). I costi le-

Figura 12. Fattori che contribuiscono ai costi sanitaridiretti per il diabete (Osservatorio ARNO).

una complicanza, è 6 volte maggiore in presenza di duecomplicanze, circa 9 volte maggiore in presenza di trecomplicanze, e 20 volte maggiore in presenza di 4 com-plicanze (21). In termini assoluti, i costi diretti per le per-sone con diabete ammontano a circa 9 miliardi di Eurol’anno, circa il 9% della spesa sanitaria nazionale (22).Sulla base delle proiezioni in crescita, il raggiungimentodi 4 milioni di persone con diabete, anche mantenendoinalterati i costi dell’assistenza, porterebbe la spesa a rag-giungere i 12 miliardi di Euro l’anno.

Non va inoltre dimenticato che ai costi diretti dell’assi-stenza vanno aggiunti quelli derivanti da perdita di pro-duttività, pensionamento precoce, disabilità permanentee altri costi indiretti, che possono riguardare anche le per-dite di produttività di chi assiste il paziente. Non esistonodati recenti che consentano di stimare l’ammontare com-plessivo dei costi indiretti nel nostro Paese. In altre realtà,quali ad esempio quella degli Stati Uniti, i costi indirettirappresentano la metà di quelli diretti, mentre nei Paesiin via di sviluppo i costi indiretti sono superiori a quelli di-retti.

Oltre alle complicanze croniche, un’area meno indagatama di grande rilievo è rappresentata dalle ipoglicemie se-vere, spesso legate al trattamento, che rappresentanouna importante causa di costi diretti ed indiretti. Nel corsodi un anno, fino a un terzo dei soggetti con diabete ditipo 1 di lunga durata e un quinto di quelli con diabete ditipo 2 in terapia insulinica presentano almeno un episodiodi ipoglicemia severa, che spesso richiede l’ospedalizza-zione (23). Da un database amministrativo è stato stimatoche, nella sola Inghilterra, il trattamento delle ipoglicemieammonti in un anno a 13 milioni di sterline (24).

Dati recenti derivanti da una analisi dei database ammini-strativi della Regione Puglia hanno consentito di quantifi-care il numero di ricoveri in ospedale per ipoglicemia (25).Fra il 2003 e il 2010 sono state registrate 10,362 ospeda-lizzazioni per ipoglicemia severa. Il 92% delle persone ri-coverate era affetto da diabete di tipo 2, e di queste il49% era in trattamento con soli ipoglicemizzanti orali.Rapportando i dati riferiti alla regione Puglia all’intero ter-ritorio italiano, si può stimare che in un anno vi sianocirca 15,000 ricoveri per ipoglicemia severa con una spesacomplessiva di circa 48 milioni di Euro l’anno. Questi costisono largamente sottostimati, perché non tengono contodi tutti gli episodi che determinano un accesso al prontosoccorso senza sfociare in un ricovero ordinario.

considerato di particolare rilievo, considerando le previsionidi crescita, già discusse in precedenza, della popolazionedegli ultrasessantacinquenni.

E’ interessante notare come il costo medio per pazientesia moderatamente cresciuto negli ultimi anni. Infatti, idati Cineca Arno relativi al 2006 indicavano un costo me-dio di 2589 € (16), mentre i dati recentemente resi noti,relativi all’anno 2010, riportano un costo di 2756 € (20).Tale incremento risulta legato soprattutto ai costi delleospedalizzazioni, passati da 1274 a 1569 €, mentre sonorimasti immutati i costi della terapia antidiabetica (170 €nel 2006 e 171 € nel 2010), sono cresciuti i costi per glialtri trattamenti (da 527 € a 643 €), e si sono ridottiquelli relativi alle prestazioni ambulatoriali specialistiche(da 488 € a 373 €). Questi dati vanno letti con preoccu-pazione, poiché testimoniano la persistente difficoltà nelridurre i costi legati alle ospedalizzazioni, e quindi allecomplicanze, ed un progressivo spostamento, in contro-tendenza rispetto ai modelli di cura cronica, dalla cureambulatoriali a quelle ospedaliere.

I costi diretti continuano quindi ad essere attribuibili inmisura preponderante ai ricoveri ospedalieri, che rappre-sentano circa il 57% dei costi complessivi, mentre i costilegati alle terapie per il diabete rappresentano meno del7% della spesa pro-capite (20) (Figura 13). I costi cresconoinoltre esponenzialmente con il numero di complicanzecroniche. Fatto pari a uno il costo annuale di un pazientesenza complicanze, il costo quadruplica in presenza di

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'Figura 13. Fattori che contribuiscono ai costi sanitaridiretti per il diabete (Osservatorio ARNO).

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Ai costi diretti vanno poi aggiunti i costi indiretti, legatialla perdita di produttività ed assenza dal posto di lavoro.Da uno studio Canadese è emerso che il 10% dei soggetticon un episodio di ipoglicemia lieve/moderata e un quartodi quelli con ipoglicemia severa non si sono recati al lavoroil giorno successivo l’episodio (26). Le ipoglicemie sonoinoltre responsabili di importanti costi intangibili, legatiall’impatto negativo sulla qualità della vita, che a sua voltapuò indurre ad una riduzione della quantità di farmaciassunti e quindi ad un peggior controllo metabolico. Sem-pre dallo studio Canadese già citato è emerso che unterzo dei pazienti con ipoglicemia lieve /moderata e oltrel’80% di quelli con ipoglicemia severa hanno riferito mag-giori paure delle ipoglicemie dopo aver avuto l’evento(26). Questo ha indotto in oltre la metà dei casi alla mo-difica della dose di insulina assunta (Figura 14).

scenario, il modello assistenziale italiano, reso peculiaredalla presenza di una capillare rete di strutture specialisti-che, sembra produrre risultati economicamente più van-taggiosi. Infatti, il costo medio per paziente/anno risultasostanzialmente più basso rispetto agli altri Paesi, conl’unica eccezione della Spagna (Figura 15) (27).

Figura 15. Costi diretti del diabete in 5 Paesi Europei.London School of Economics 2011.

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Figura 14. Impatto delle ipoglicemie sui costi indiretti edintangibili nei soggetti con diabete di tipo 2 (Leiter LA etal. Canadian Journal of Diabetes 2005).

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Una recente analisi condotta dalla London School of Eco-nomics (LSE) ha permesso di evidenziare quali siano i costidiretti ed indiretti della malattia diabetica in Europa, con-sentendo inoltre un confronto fra i Paesi presi in esame,che includevano Italia, Germania, Gran Bretagna, Franciae Spagna. In base alle stime della LSE, i costi diretti annualiper questi paesi ammontano complessivamente a 90 mi-liardi di Euro. Stime indirette inducono inoltre a ritenereche i costi indiretti potrebbero addirittura eccedere quellidiretti, raggiungendo i 98 miliardi di Euro l’anno. In questo

Prevenzione, diagnosi precoce e cura del diabete

Per prevenire questo ulteriore, insostenibile aumento dellaspesa, è fondamentale e urgente agire su tre fronti: in-staurare campagne di prevenzione dell’obesità e del dia-bete, intensificare gli sforzi per la diagnosi precoce dellealterazioni del metabolismo glicidico e migliorare la qualitàdell’assistenza erogata alla persone con diabete. Perquanto riguarda i primi due punti, le evidenze scientifichedocumentano chiaramente l’efficacia degli interventi suglistili di vita (alimentazione e attività fisica) nel ridurre il ri-schio di sviluppare il diabete, così come il rapporto positivocosto/efficacia degli screening per la diagnosi precocedelle alterazioni del metabolismo glicidico (28-30). L’im-portanza di agire sul versante della prevenzione è sottoli-neata nel Piano Nazionale della Prevenzione 2010-2012,che pone il diabete fra le priorità del Sistema SanitarioNazionale (31).

La diagnosi precoce rappresenta un altro cardine nellalotta al diabete. A causa di un andamento per lungotempo silente, la diagnosi di diabete viene spesso posta

dopo anni dall’insorgenza della malattia, spesso in coin-cidenza con la comparsa di una complicanza maggiore.Lo studio DIANEO, condotto in Italia su 2500 soggetticon diabete di nuova diagnosi, ha ad esempio documen-tato come al momento della diagnosi un soggetto su 5già presentava le complicanze oculari tipiche della malattia(32). Dati recenti relativi a pazienti di nuova diagnosi nellostudio di Verona evidenziano come alla diagnosi solo il20% dei pazienti sia scevro da complicanze micro o ma-crovascolari (Figura 16). Inoltre, l’inchiesta Diabetes Mo-nitor 2012 documenta come in un quasi un paziente su 5la diagnosi di diabete di tipo 2 sia stata effettuata in oc-casione di un ricovero in ospedale o un accesso al prontosoccorso (33) (Figura 17).

La necessità di cercare attivamente la presenza di diabetenelle persone a rischio è ulteriormente confermata daidati dello studio IGLOO (34), condotto con i medici dimedicina generale. Dalla valutazione di circa 1400 soggettidi età compresa fra i 55 e i 75 anni, con uno o più fattoridi rischio cardiovascolare ma senza diabete noto, è emersoche quasi uno su cinque era affetto da diabete senza sa-perlo, mentre uno su tre presentava alterazioni del meta-bolismo glucidico che in molti casi sfociano in diabetenell’arco di pochi anni (Figura 18). La ricerca attiva della

Figura 17. Circostanze in cui viene diagnosticato il diabete. Diabetes Monitor 2012

18

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Figura 16. Prevalenza delle complicanze alla diagnosi deldiabete tipo 2 a Verona (Verona Newly Diagnosed DiabetesStudy; Bonora E. et al; dati non pubblicati)

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Figura 18. Prevalenza di diabete non noto e di alterataglicemia a digiuno (IFG) e dopo carico orale di glucosio(IGT) in soggetti italiani di 55-75 anni, con uno o piùfattori di rischio cardiovascolare (Studio IGLOO, DiabetesCare 2005).

presenza di diabete nelle persone a rischio (persone obese,con fattori di rischio cardiovascolare quali ipertensione edislipidemia o con familiarità di primo grado per diabete,donne con precedente diabete gestazionale) è quindi fon-damentale, sia per intervenire prima della comparsa dicomplicanze, sia perché è stato dimostrato che i beneficidelle terapie sono tanto maggiori quanto prima si correg-gono le alterazioni metaboliche. Trattare precocemente ein modo intensivo sia il diabete che i fattori di rischio car-diovascolare associati rappresenta pertanto il mezzo piùefficace per ridurre l’impatto negativo del diabete nellepersone affette. Nonostante questa consapevolezza, an-cora oggi si documentano grosse difficoltà nel raggiungeregli obiettivi di cura in una larga parte delle persone condiabete. Il nostro Paese dispone di informazioni estrema-

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Figura 19. Percentuali di soggetti con diabete di tipo 1 edi tipo 2 in cura presso le strutture specialistiche che rag-giungono i target terapeutici raccomandati (Annali AMD2010).

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Figura 20. . Percentuali di soggetti con diabete che raggiungono i target terapeutici raccomandati (Società Italiana diMedicina Generale).

19

mente ampie e dettagliate riguardo i profili assistenzialidei pazienti seguiti presso i servizi di diabetologia o dalproprio medico curante. Gli Annali AMD forniscono ognianno uno spaccato dell’assistenza ricevuta da oltre400.000 persone con diabete seguite dalle strutture spe-cialistiche (35). I dati documentano la persistente difficoltà,sia per il diabete di tipo 1 che per il diabete di tipo 2, araggiungere i target terapeutici desiderati per quanto ri-guarda il controllo metabolico, la pressione arteriosa ed ilprofilo lipidico (Figura 19). Risultati analoghi sono emersi

dall’indagine svolta dall’Istituto di Ricerca della SocietàItaliana di Medicina Generale, che ha evidenziato come il40% degli assistiti con diabete non raggiunga valori diemoglobina glicosilata (HbA1c) inferiori a 7.0%, il 61%non raggiunga il target di pressione arteriosa ≤130/80

mmHg e il 63% presenti livelli di colesterolo LDL al disopra dei valori raccomandati (100 mg/dl), seppure conun trend di miglioramento nel tempo (36) (Figura 20).Sebbene non direttamente confrontabili (alle strutturespecialistiche tendono ad afferire pazienti con maggiorelivello di complessità), i dati derivanti da entrambe le fontievidenziano chiaramente la necessità di intensificare glisforzi per un più intensivo e tempestivo trattamento deiprincipali fattori di rischio cardio-metabolico, a loro voltaresponsabili dell’eccesso di morbilità e mortalità associatial diabete. Questi sforzi saranno tanto più efficaci quantopiù precocemente messi in atto, come evidenziato in di-versi studi; è pertanto necessario ridurre il fenomeno del-l’inerzia terapeutica, più volte documentato.

Le potenzialità di interventi mirati al miglioramento dellaqualità dell’assistenza sono chiaramente esemplificate daun’analisi condotta su dati di un’esperienza condotta dauna rete di Servizi di Diabetologia siciliani (37). L’attiva-zione di un processo di misurazione, valutazione e mi-glioramento della qualità della cura ha prodotto in 5 annitangibili cambiamenti favorevoli per diversi indicatori diprocesso e di risultato. L’applicazione a questi dati di unmodello matematico di predizione dei benefici a lungotermine ha permesso di stimare che, se applicato all’interapopolazione Italiana con diabete, questo intervento dimiglioramento della qualità della cura consentirebbe difar guadagnare quasi 1,5 milioni di anni di vita, di rispar-

Risultati 2009-2025

Anni di vita salvati 1.466.356

Aumento vita media 0,80

Riduzione mortalità per 10.000

102

Milioni ! risparmiati 3.323

Anni guadagnati senza insufficienza renale terminale

65.752

Anni guadagnati senza amputazione

4.190

Anni guadagnati senza infarto del miocardio

203.203

Anni guadagnati senza ictus

64.422

Anni guadagnati senza cecità

26.422

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miare oltre 3 miliardi di Euro, e di ridurre in misura so-stanziale le complicanze più gravi quali dialisi, cecità, am-putazioni e malattie cardio-cerebrovascolari (Figura 21).

L’importanza di un’adeguata qualità dell’assistenza, in li-nea con le raccomandazioni esistenti, e la rilevanza del“modello Italia” basato su una forte integrazione fra me-dicina specialistica e medicina generale emerge in modomolto chiaro da dati recentemente pubblicati, relativi aduno studio condotto nell’area di Torino (38). La ricerca è

durata quattro anni ed ha riguardato le persone con dia-bete residenti a Torino: 31.104 persone maggiori di 20anni (pari al 3,5% della popolazione del capoluogo pie-montese) sono state valutate per tutto il periodo dell’in-dagine. Lo studio ha dimostrato che i torinesi con diabeteche, oltre che in carico al proprio medico di famiglia,erano seguiti anche dal centro diabetologico, secondo lemodalità raccomandate dalle linee guida, mostravano unrischio relativo di mortalità per tutte le cause e di mortalitàcardiovascolare ridotti di oltre il 40% rispetto a chi veniva

Figura 21. Proiezione al 2025 dei benefici associati ad una riduzione dello 0.5% dell’HbA1c, di 3 mmHg della pressionesistolica e di 25 mg/dl del colesterolo LDL. (Club Diabete Sicili@). In giallo: proiezioni senza intervento, in verde: proiezionicon l’intervento.

20

Costi diretti in milioni !

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Numero di infarti del miocardio

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Numero di gravi perdite della vista

12.000 13.000 14.000 15.000 16.000 17.000 18.000 19.000 20.000

2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 2022 2023 2024 2025

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Numero di insufficienze renali terminali

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2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 2022 2023 2024 2025

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23 2024 2025

Figura 22. Figura medica di riferimento per la cura deldiabete. Diabetes Monitor 2012.

seguito solo dal medico di famiglia, e un rischio di morta-lità da tumore ridotto di circa il 26%. Lo stesso fenomenosi riscontrava con il rischio di infarto del miocardio e di ic-tus, maggiore del 30% nel gruppo seguito dal solo medicodi famiglia, sino al rischio di amputazione degli arti inferioriche raddoppiava in questi ultimi.

L’importanza delle strutture specialistiche come punto diriferimento per le persone con diabete emerge dall’in-chiesta Diabetes Monitor 2012: due terzi degli intervistatihanno dichiarato che la prima terapia per il diabete èstata loro prescritta da un diabetologo, mentre quasi il90% dei pazienti trattati con insulina e l’80% di quellitrattati con ipoglicemizzanti orali dichiarano di considerareil diabetologo come punto di riferimento per la gestionedella loro malattia (33) (figura 22).

Diversi studi condotti recentemente in Italia su un totaledi circa 10.000 soggetti (QuED, Quolity, Equality 1) hannoconsentito di fotografare la qualità della vita delle personecon diabete e di valutare quali fattori abbiano un pesomaggiore nel condizionarla (13,39-42). In particolare, que-sti studi hanno documentato come fattori socio-econo-mici, interagendo con quelli clinici, possano ulteriormenteaggravare l’impatto della malattia sulla percezione delproprio stato di salute e sulla soddisfazione per le cure ri-cevute. Le indicazioni più forti emerse da questi studi pos-sono essere riassunte nei seguenti punti.

1. Le complicanze del diabete e le patologie concomitantispesso presenti rappresentano il fattore più importantenel determinare un progressivo deterioramento del be-nessere fisico e psicologico (39) (Figura 23). Sia le compli-

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Figura 23. Punteggi riassuntivi di funzionalità fisica (PCS)e mentale (MCS) del questionario SF-36 in relazione alnumero di complicanze nei soggetti con diabete di tipo2. Per entrambi i punteggi i valori normali di riferimentosono pari a 50, con deviazione standard di 10 (studioQuolity).

21

L’impatto del diabete sulla qualità della vita

Le numerose, severe complicanze del diabete influisconoin modo drammatico sullo stato di benessere dell’indivi-duo, oltre a ridurne le aspettative di vita. Ma non è solola severità della malattia ad avere un effetto sulla qualitàdella vita; svariati aspetti legati alla gestione del diabete ealle terapie possono infatti condizionare, positivamente onegativamente, la percezione del proprio stato di benes-sere.

canze microvascolari (retinopatia, nefropatia, neuropatia)che quelle macrovascolari (patologie cardio-cerebrovasco-lari e vascolari periferiche) determinano una importanteriduzione delle capacità funzionali, del benessere psicolo-gico e della funzionalità sociale. Fra i maschi, una dellecomplicanze con impatto più negativo è la disfunzioneerettile, ancora largamente misconosciuta, di rado riferita

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Figura 24. Impatto delle ipoglicemie sulle diverse areedella qualità della vita esplorate dal questionario SF-36. Ipunteggi possono variare da 0 a 100 e a punteggi più el-evati corrisponde una migliore qualità della vita (Davis REet al. Curr Med Res Opin. 2005).

dai pazienti e poco indagata dai medici (13). Fra le pato-logie concomitanti più neglette e più comuni è la depres-sione, che assume un ruolo importantissimo sia come fat-tore di rischio indipendente per le malattie cardiovascolari,sia perché compromette seriamente la possibilità di coin-volgimento del paziente e la sua adesione alle raccoman-dazioni mediche. Si stima che fino a un quarto delle per-sone con diabete ne siano affette (43), sebbene in oltre lametà dei casi non venga diagnosticata.

2. Fra i fattori socio-economici, è da segnalare soprattuttola peggiore percezione della qualità della vita da partedelle donne, che si manifesta in tutte le aree indagate(39), con particolare rilievo per gli aspetti psicologici econ una prevalenza particolarmente elevata di depres-sione. I soggetti con basso livello di scolarità, che vivonoda soli, o con problemi di occupazione rappresentanoaltre categorie di pazienti a rischio più elevato di cattivaqualità della vita in relazione allo stato di salute. Di con-verso, all’aumentare dell’età si riduce la funzionalità fisica,ma non il benessere psicologico.

3. Il trattamento del diabete e il coinvolgimento del pa-ziente nella gestione terapeutica giocano un ruolo im-portante sul vissuto soggettivo dell’individuo e sull’accet-tazione del diabete. Negli adulti con diabete di tipo 1, lemodalità di somministrazione dell’insulina possono con-dizionare la flessibilità negli stili di vita e la percezione deidisagi legati alla gestione della malattia. Ad esempio, unostudio condotto di recente su oltre 2700 pazienti ha do-cumentato come i soggetti che usano il microinfusore,oltre ad ottenere un miglior controllo metabolico, tendanoa sentirsi meno limitati nella gestione della dieta e nelleattività quotidiane e presentino minori paure legate alleipoglicemie (40).

Nel diabete di tipo 2, l’inizio della terapia insulinica, resanecessaria dal fallimento delle terapie orali, rappresentadi solito un evento con profondo impatto sulla qualitàdella vita (39) (Figura 24). Lo studio DAWN-Italia ha adesempio documentato come, nel campione di soggetticon diabete intervistati, oltre il 70% si è detto preoccupatoall’idea di dover iniziare una terapia insulinica, mentreoltre il 50% considera l’inizio della terapia insulinica comeun segno di fallimento personale (44). Tuttavia, altri datidimostrano che il coinvolgimento del soggetto nell’auto-monitoraggio e nell’autogestione della terapia si associanoa migliore qualità di vita (42).

Uno dei fattori che più condizionano il benessere fisico epsicologico è rappresentato dalla percezione degli episodidi iperglicemia e di ipoglicemia da parte del paziente(39,45). Una forte preoccupazione per le ipoglicemie èstata inoltre riferita da oltre il 60% degli intervistati nellostudio DAWN-Italia. La paura delle ipoglicemie è anchespesso responsabile di una scarsa aderenza alle terapie, equindi ad un peggior controllo metabolico (36,47); mini-mizzare le escursioni glicemiche è quindi fondamentalesia dal punto di vista del rischio clinico, che dal punto divista dell’individuo.

In conclusione, il riconoscimento della qualità della vitacome importante mediatore fra decisioni cliniche e risultatiè un passo fondamentale per migliorare l’assistenza nellecondizioni croniche, delle quali il diabete rappresenta uncaso modello. Infatti, l’efficacia degli interventi volti a ri-durre le complicanze del diabete e a migliorare la qualitàdella vita a lungo termine è mediata dall’impatto dell’as-sistenza sulla qualità di vita a breve termine.

Quest’ultima può essere migliorata grazie ad una mag-giore attenzione agli aspetti rilevanti per il paziente, aduna maggiore cura nel minimizzare gli effetti collateralidei trattamenti, ad una migliore comunicazione e ad unpiù attivo coinvolgimento nella gestione della malattia.

Infine, nell’inquadramento clinico complessivo del paziente

22

è fondamentale aumentare il livello di attenzione nei con-fronti delle condizioni che più possono influire sul benes-sere soggettivo, cercando di identificare le categorie piùvulnerabili e le possibili condizioni aggravanti.

Le iniziative in corso

Una grande mole di evidenze scientifiche documentacome siano oggi disponibili numerosi interventi di provataefficacia, che possono ridurre in modo sostanziale il caricoassistenziale legato al diabete (48). Tuttavia, la semplicedisseminazione di linee guida “evidence based” non èspesso sufficiente ad influenzare la pratica clinica e, comerisultato, si assiste ad una estrema eterogeneità nell’ado-zione di strategie preventive e terapeutiche. Tale variabilitàsuggerisce che gli effetti ottenuti sullo stato di salutedelle persone con diabete potrebbero in realtà non coin-cidere con quelli auspicati sulla base delle conoscenzedisponibili.Tali motivi, associati alle pressioni sempre più forti al con-tenimento e alla razionalizzazione della spesa sanitaria,hanno indotto da anni all’attivazione di programmi di va-lutazione e miglioramento della qualità dell’assistenza. InItalia, l’Associazione Medici Diabetologi (AMD) ha intra-preso da anni iniziative rivolte al miglioramento continuodell’assistenza, ed ha sviluppato un suo set di indicatori,automaticamente calcolabili dalle cartelle informatizzatein dotazione dei servizi di diabetologia, grazie ad un soft-ware appositamente sviluppato (File Dati AMD) (49). Lapossibilità di ottenere da un grande numero di struttureinformazioni standardizzate e riproducibili riguardanti iprofili di cura ha consentito la creazione degli AnnaliAMD, una fotografia annuale della realtà assistenzialediabetologica italiana, che vede il coinvolgimenti di 250centri per un totale di oltre 400.000 pazienti valutati ognianno (35). Inoltre, a partire dal 2007, gli Annali AMD in-cludono analisi a livello delle singole Regioni, per consen-tire un uso sempre più efficiente a livello locale delle in-formazioni raccolte. Le analisi regionali hanno evidenziatouna quadro di notevole variabilità, sia per quanto riguardale misure di processo, sia per quanto concerne gli esiti in-termedi.La descrizione dei profili assistenziali, utilizzando gli indi-catori di qualità della cura, rappresenta un primo, fonda-mentale passo conoscitivo che consente agli operatori sa-nitari di verificare la distanza fra il proprio operato, quellodi strutture analoghe e le raccomandazioni delle lineeguida. Non è tuttavia scontato che la semplice conoscenza

della propria performance possa rappresentare uno stru-mento sufficiente ad indurre i cambiamenti. E’ verosimileche sia necessario un approccio più strutturato di ben-chmarking, che preveda una formale discussione, internaagli operatori sanitari, sulle possibili cause e soluzioni aiproblemi riscontrati, avendo come punto realistico di ri-ferimento quello dei “best performers”, vale a dire distrutture che, in condizioni analoghe, più si sono avvicinatealle raccomandazioni esistenti. Un’esperienza preliminarein tal senso, condotta da una rete di centri diabetologiciin Sicilia, ha prodotto importanti miglioramenti nella qua-lità dell’assistenza erogata (37).In questo contesto si inserisce a pieno titolo l’iniziativa in-ternazionale del Changing Diabetes Barometer, che pro-prio partendo dalla misurazione dell’assistenza diabeto-logica, dalla comunicazione dei risultati e dalla messa inatto di azioni migliorative intende fronteggiare la pande-mia di diabete e ridurne gli effetti negativi. Altro aspettocaratterizzante dell’iniziativa è la valutazione dell’impattodella malattia da tutte le sue angolazioni, clinica, indivi-duale per i pazienti, sociale, ed economica. Questo tipodi approccio è particolarmente importante, alla luce delcrescente riconoscimento della centralità del pazientecome punto fondamentale di un’assistenza sempre piùattenta alle preferenze, ai bisogni e ai valori individualidegli assistiti. Nonostante questa consapevolezza, gli in-dicatori di qualità e di performance utilizzati finora sonosempre riferiti a misure cliniche (38). La necessità di in-corporare aspetti psicosociali fra le misure di qualità del-l’assistenza diabetologica è stata chiaramente sottolineatadal programma internazionale Diabetes Attitudes, Wishes,and Needs (DAWN). Le iniziative del progetto DAWNhanno documentato in 13 Paesi l’importanza degli aspettipsicosociali per una efficace gestione del diabete ed hannoevidenziato una sostanziale carenza del processo assisten-ziale nell’affrontare problematiche percepite come impor-tanti dal paziente (51). In particolare, anche nel nostroPaese sono emerse barriere di comunicazione tra operatorisanitari e fra operatori e persone con il diabete, mancanzadi continuità assistenziale, scarsa adesione alle terapiefarmacologiche e non, con ricadute sullo stato psicologicoe sulla vita personale e familiare delle persone con diabete(48).Le stesse istanze delle “Call to Action” del progettoDAWN Italiano (Figura 25) emergono in modo chiaro dal-l’indagine Rapporto Linea D, promosso da Cittadinanzat-tiva con il coinvolgimento di 60 centri di diabetologia,292 pazienti e 292 medici di medicina generale (52).

23

sere implementate per migliorare non solo i parametri diperformance clinica, ma anche gli aspetti soggettivi dibenessere e soddisfazione degli utenti per l’assistenza ri-cevuta.Nell’ambito delle iniziative promosse in Italia dal ChangingDiabetes Barometer, è stato pertanto attivato lo studioBENCH-D, rivolto a testare un modello regionale di mi-glioramento continuo dell’assistenza, partendo dalle in-formazioni raccolte nell’ambito dell’iniziativa Annali AMD.Lo studio si propone di valutare se interventi educativimirati agli operatori sanitari, a partire dai dati raccolti inambito regionale per l’iniziativa Annali AMD, associatialla raccolta di dati ad hoc sulla qualità della vita e la sod-disfazione degli utenti, possano portare ad un migliora-mento della qualità dell’assistenza diabetologica. In par-ticolare, l’efficacia dell’intervento educativo proposto verràvalutata su indicatori di processo e di risultato, questiultimi comprendenti sia indicatori clinici che indicatori diqualità di vita e di soddisfazione (Figura 27).

Figura 27. Il Rapporto Linea D.

Figura 26. Il Progetto DAWN: le “Call to Action” italiane

24

' ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' '' ' ' '

Area indagata

Stato di salute e qualità di vita generale (SF-12)

Benessere psicologico (WHO-5)

Diabetes distress (PAID-5)

Esperienze stressanti

Soddisfazione per il rapporto medico-paziente (HCCQ-SF)

Empowerment (DES-SF) Soddisfazione per l’accesso percepito alla chronic care incentrata sul paziente (PACIC) Soddisfazione per il trattamento farmacologico (GSDT)

Soddisfazione per la cura

Impatto dei sintomi

Self-care (DSCA-SF)

Barriere all’assunzione dei farmaci

Supporto percepito

Figura 25. . Aspetti della qualità della vita e della soddis-fazione dei pazienti indagati nell’ambito del progettoBENCH-D.

Il rapporto evidenzia in modo chiaro quali siano le barrieree le difficoltà di comunicazione e di gestione condivisa,così come percepite dai pazienti e dagli operatori sanitari(Figura 26).E’ pertanto importante capire se e in che misura attivitàdi autovalutazione e miglioramento continuo possano es-

25

Lo studio, attivato alla fine del 2010, vede la partecipa-zione di 30 servizi di diabetologia in 4 regioni (Piemonte,Marche, Lazio, Sicilia). L’impatto dell’assistenza diabeto-logica sulla qualità della vita e la soddisfazione degli assistitiverrà valutato su oltre 2.000 soggetti. I primi risultati sonoattesi nel 2013.In stretta sintonia con lo studio BENCH-D, nel 2012 èstato attivato a livello internazionale lo studio DAWN-2,cui hanno preso parte 17 Paesi fra i quali l’Italia (53). Lostudio ha visto la partecipazione di oltre 8.000 personecon diabete, di oltre 4.500 operatori sanitari e di oltre2.000 familiari di persone con il diabete. Questa vasta in-chiesta consentirà di perseguire diversi obiettivi, riassuntiin Figura 28, permettendo di migliorare la comprensionee la consapevolezza dei bisogni inevasi delle persone condiabete e di chi si prende cura di loro, ai fini di identificarele opportunità per migliorare il self-management e l’ade-sione alle terapie.

Il riconoscimento dell’importanza delle ipoglicemie sia dalpunto di vista clinico che sociale, assieme alla sostanzialecarenza di informazioni riguardo la frequenza delle ipo-

glicemie nella vita reale ed il loro impatto sul vissuto delpaziente ha portato nel 2013 al lancio di due iniziativeparallele, una promossa da AMD (studio HYPOS) ed unapromossa dall’Italian Barometer Diabetes Observatory incollaborazione con FederAnziani (studio HYSBERG). Ilprimo studio valuterà su 2000 pazienti di tipo 1 e di tipo2 l’incidenza si ipoglicemie sintomatiche e ipoglicemie se-vere e il loro impatto sulla qualità di vita e sul consumo dirisorse. Il secondo studio valuterà in modo più specificol’impatto sociale delle ipoglicemie in un campione di oltre1.300 persone anziane, campionate in tutte le regioni ita-liane. A queste iniziative va inoltre collegata una surveycondotta dalla SID sul tema della percezione da parte deldiabetologo dell’importanza degli episodi di ipoglicemiasintomatica ed ipoglicemia maggiore nelle persone condiabete di tipo 1 e 2. L’insieme di questi studi consentiràin tempi brevi di avere un quadro molto più chiaro sul-l’entità del fenomeno ipoglicemie e sul loro impatto intermini clinici, sociali ed economici.

L’assistenza al diabete nelle Regioni Italiane

L’indagine conoscitiva sul diabete promossa nel 2012 dallaXII Commissione Sanità del Senato ha rappresentato unaimportante occasione per fotografare da punti di osser-vazione diversificati il problema diabete nel nostro Paese,soprattutto in relazione alle diversità strutturali e organiz-zative dei sistemi sanitari regionali. Gli indicatori più rile-vanti, divisi per regione, sono riportati nelle schede cheseguono.

Figura 28. Studio DAWN 2: obiettivi.

Obiettivo primario

• Valutare i fattori che promuovono una gestione attiva

ed efficace del diabete fra i pazienti, le loro famiglie e

gli operatori sanitari

Obiettivi secondari

• Valutare e monitorare lo stato di salute, la qualità della

vita e la gestione del diabete da parte dei pazienti

• Valutare il livello di accesso e di utilizzazione del sup-

porto da parte degli operatori sanitari, dei familiari e

amici, delle comunità e della società, e quantificarne i

benefici

• Esplorare e far emergere quali siano i più importanti

fattori che fungono da facilitatori o da barriere nell’in-

durre cambiamenti in linea con le nuove acquisizioni ri-

guardo la cura delle cronicità

• Identificare e valutare i successi, i desideri, le preferenze

e le priorità di cambiamento fra tutte le figure chiave

coinvolte nella cura del diabete.

26

ITALIA ~ 3.269.000 diabetici

Popolazione che dichiara di essere diabetica (tasso grezzo per 100 persone)

3,8

5,5

012345678

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Persone di 6-17 anni obese o in sovrappeso (per 100 persone)

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0

10

20

30

40

2010

Tassi standardizzati di mortalità per diabete (maschi e femmine per 100.000)

32,8 33,531,2 30,2

0102030405060

2000 2009

Tassi standardizzati di ricovero per diabete (maschi e femmine per 100.000)

272,5

181,3257,2

132,5

0100200300400500600

2000 2010

Tassi di ospedalizzazione (per 100.000 abitanti) anni 2009 2010 e 2011 per...

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13,2222,36

38

13,1719,79

35,44

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01020304050607080

diabete non controllato diabete con complicanze amputazione dell'arto inferiore inpazienti diabetici

% di ricovero in Day Hospital per DRG 294 e 295 (anno 2011)

51,4

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0

20

40

60

80

100

Consumo farmaci antidiabetici a livello territoriale (DDD / 1000 abitanti / die)

45,153,3

01020304050607080

2003 2011

Variazione % della spesa farmaceutica territoriale (totale e sue componenti) fra il 2010 e il 2011

-3,3 -1,8 -0,9 -0,7

-40-30-20-10

01020

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Tasso standardizzato di dimissioni ospedaliere (per 10.000), per diabete mellito (RO e DH)

65,1 63,09

15,11 14,18

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100125150

2009 2010

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35 44

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012345678

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20

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2010

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36,5 33,435,2

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0102030405060

2000 2009

Tassi standardizzati di ricovero per diabete (maschi e femmine per 100.000)

278,3

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0100200300400500600

2000 2010

Tassi di ospedalizzazione (per 100.000 abitanti) anni 2009 2010 e 2011 per...

21,42 23,8815,0818,66

22,8413,4815,84

23,7217,21

01020304050607080

diabete non controllato diabete con complicanze amputazione dell'arto inferiore inpazienti diabetici

% di ricovero in Day Hospital per DRG 294 e 295 (anno 2011)

13,58,2

0

20

40

60

80

100

Consumo farmaci antidiabetici a livello territoriale (DDD / 1000 abitanti / die)

46,1

61,2

01020304050607080

2003 2011

Variazione % della spesa farmaceutica territoriale (totale e sue componenti) fra il 2010 e il 2011

1,7

-0,5 -3,8

6,2

-40-30-20-10

01020

Totale DDD Prezzi Mix

Tasso standardizzato di dimissioni ospedaliere (per 10.000), per diabete mellito (RO e DH)

73,14 71,3

11,09 10,15

0255075

100125150

2009 2010

L’Abruzzo ha raggiunto nel 2012 la prevalenza più elevata di diabete in Italia. Il tasso standardizzato di mortalità per diabete che nel 2000 era superiore alla media nazionale è sceso nel 2009 sotto la media nazionale. Da sottolineare la notevole ri-duzione del tasso di ricovero standardizzato dei diabetici, indubbiamente la riduzione più eclatante osservata in Italia fra il 2000 e il 2010 che ha portato la regione da dati superiori alla media nazionale a dati nettamente inferiori. Resta superiore alla media nazionale il ricorso al ricovero ordinario. Sono peggiori rispetto alla media nazionale sia il tasso di ospedalizzazi-one per amputazione dell’arto inferiore che la % dei DRG 294 e 295 eseguiti in regime di Day Hospital. In Abruzzo nel 2011 si consuma a livello territoriale una quantità di farmaci antidiabetici superiore alla media nazionale con un costo per DDD su-periore alla media nazionale. Fra il 2010 e il 2011 la spesa farmaceutica territoriale per i farmaci antidiabetici è leggermente aumentata soprattutto per il ricorso a farmaci più costosi.

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28

BASILICATA ~ 40.000 diabetici

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4,5

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2000 2012

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0

10

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30

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2010

Tassi standardizzati di mortalità per diabete (maschi e femmine per 100.000)

39,735,6

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0102030405060

2000 2009

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465,1 459462,2

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diabete non controllato diabete con complicanze amputazione dell'arto inferiore inpazienti diabetici

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20

40

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100

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49,258

01020304050607080

2003 2011

Variazione % della spesa farmaceutica territoriale (totale e sue componenti) fra il 2010 e il 2011

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-40-30-20-10

01020

Totale DDD Prezzi Mix

Tasso standardizzato di dimissioni ospedaliere (per 10.000), per diabete mellito (RO e DH)

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0255075

100125150

2009 2010

La Basilicata è una regione con una prevalenza del diabete e dell’obesità infantile superiori alla media nazionale. Il tasso standardizzato di mortalità per diabete ha presentato una lieve riduzione fra il 2000 e il 2009. Mentre il tasso di ricovero stan-dardizzato dei diabetici si è ridotto per le femmine fra il 2000 e il 2010, è sostanzialmente stabile per i maschi e resta comu-nque uno dei più elevati in Italia. Il tasso di ospedalizzazione per diabete non controllato, per diabete con complicanze e per amputazione dell’arto inferiore in diabetici sono in riduzione fra il 2009 e il 2011, con gli ultimi due ormai al di sotto della media nazionale. In Basilicata nel 2011 si consuma a livello territoriale una quantità di farmaci antidiabetici superiore alla media nazionale con un costo per DDD inferiore alla media nazionale. Fra il 2010 e il 2011 la spesa farmaceutica territoriale per i farmaci antidiabetici è rimasta sostanzialmente stabile.

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27,1

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2010

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150

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2009

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459459

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1501251007550

78 54

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200

000

00

2010

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2009

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76,26

2010

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0

80706050

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0000

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48,27 46,75

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100

80

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85,8

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68,4

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60

40

20

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8070

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stabile.

29

CALABRIA ~ 141.000 diabetici

Popolazione che dichiara di essere diabetica (tasso grezzo per 100 persone)

5,1

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012345678

2000 2012

Persone di 6-17 anni obese o in sovrappeso (per 100 persone)

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30

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2010

Tassi standardizzati di mortalità per diabete (maschi e femmine per 100.000)

37,641,2

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0102030405060

2000 2009

Tassi standardizzati di ricovero per diabete (maschi e femmine per 100.000)

316,7

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0100200300400500600

2000 2010

Tassi di ospedalizzazione (per 100.000 abitanti) anni 2009 2010 e 2011 per...

27,52

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11,88

01020304050607080

diabete non controllato diabete con complicanze amputazione dell'arto inferiore inpazienti diabetici

% di ricovero in Day Hospital per DRG 294 e 295 (anno 2011)

32,2

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0

20

40

60

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100

Consumo farmaci antidiabetici a livello territoriale (DDD / 1000 abitanti / die)

48,6

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01020304050607080

2003 2011

Variazione % della spesa farmaceutica territoriale (totale e sue componenti) fra il 2010 e il 2011

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-40-30-20-10

01020

Totale DDD Prezzi Mix

Tasso standardizzato di dimissioni ospedaliere (per 10.000), per diabete mellito (RO e DH)

83,76 86,19

17,22 15,57

0255075

100125150

2009 2010

La Calabria è una regione con una prevalenza dell’obesità infantile e del diabete superiori alla media nazionale. Il tasso stan-dardizzato di mortalità per diabete mostra un andamento in aumento per i maschi ed in riduzione per le femmine, pur re-stando in entrambi i casi uno dei più elevati in Italia. La riduzione del tasso di ricovero standardizzato dei diabetici è stata sig-nificativa per entrambi i sessi fra il 2000 e il 2010 avvicinando il dato della regione alla media nazionale. Bisogna segnalare dei tassi di ospedalizzazione per diabete non controllato, per diabete con complicanze e per amputazione in diabetici ormai inferiori rispetto alla media nazionale. In Calabria nel 2011 si consuma a livello territoriale una quantità di farmaci antidiabetici superiore alla media nazionale con un costo per DDD inferiore alla media nazionale. Fra il 2010 e il 2011 la spesa farmaceu-tica territoriale per i farmaci antidiabetici si è notevolmente ridotta soprattutto per il ricorso a farmaci meno costosi.

141 CA

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876

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ellito (RO e DH) ssioni ospedaliere (per 10.000),

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2009

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316,7

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1501251007550

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ricovero in Day Hospital per DRG 294 e 295

83,76

2009

ital per DRG 294 e 295

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2010

95

80706050

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0000

...r1 pe12010 e 20 zzazione (per 100.000 abitanti) anni 2009

0 abitanti) anni 2009

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75,2

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75,2

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20

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2003

00

3

1120

-32

otaT

-30-40

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mente ridotta

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o per il ricorso a farmaci meno costosi.

o a farmaci m

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si.

30

CAMPANIA ~ 334.000 diabetici

Popolazione che dichiara di essere diabetica (tasso grezzo per 100 persone)

4,3

5,8

012345678

2000 2012

Persone di 6-17 anni obese o in sovrappeso (per 100 persone)

36,6

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30

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2010

Tassi standardizzati di mortalità per diabete (maschi e femmine per 100.000)

47,8 50,458

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0102030405060

2000 2009

Tassi standardizzati di ricovero per diabete (maschi e femmine per 100.000)

255,2192,4

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0100200300400500600

2000 2010

Tassi di ospedalizzazione (per 100.000 abitanti) anni 2009 2010 e 2011 per...

21,47

45,28

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44,51

13,3912

35,94

15,2

01020304050607080

diabete non controllato diabete con complicanze amputazione dell'arto inferiore inpazienti diabetici

% di ricovero in Day Hospital per DRG 294 e 295 (anno 2011)

48,4

81,8

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20

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60

80

100

Consumo farmaci antidiabetici a livello territoriale (DDD / 1000 abitanti / die)

52,760,1

01020304050607080

2003 2011

Variazione % della spesa farmaceutica territoriale (totale e sue componenti) fra il 2010 e il 2011

-2,1 -3,8 -1

2,7

-40-30-20-10

01020

Totale DDD Prezzi Mix

Tasso standardizzato di dimissioni ospedaliere (per 10.000), per diabete mellito (RO e DH)

90,7 87,16

27,36 23,15

0255075

100125150

2009 2010

La Campania detiene l’allarmante primato della prevalenza dell’obesità infantile in Italia. La prevalenza del diabete pur es-sendo superiore alla media nazionale, non è così elevata come in altre regioni del Sud. Il tasso standardizzato di mortalità è stabile fra il 2000 e il 2009 per i maschi ed in riduzione per le femmine, ma resta per queste ultime il peggior dato in Italia. La riduzione dei ricoveri fra il 2000 e il 2010 è stata più marcata nelle femmine che nei maschi con il risultato che questi ultimi sono passati da un dato inferiore alla media nazionale ad un dato superiore. Sono peggiori rispetto ai dati nazionali il tasso di ospedalizzazione per diabete con complicanze, per amputazioni nei diabetici e la % di ricovero in Day Hospital per il DRG 294. In Campania nel 2011 si consuma a livello territoriale una quantità di farmaci antidiabetici superiore alla media nazion-ale con un costo per DDD superiore alla media nazionale. Fra il 2010 e il 2011 la spesa farmaceutica territoriale per i farmaci antidiabetici si è leggermente ridotta.

334 CA

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2000

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2000

2009

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0000

maschi e femmine per tandardizzati di ricove

100.000) ero per diabete

asso s TTasso standardizzato di dimissioni ospedaliere (per 10.000),

150125

per diabete mellito (RO e DH) standardizzato di dimissioni ospedaliere (per 10.000),

ellito (RO e DH) ssioni ospedaliere (per 10.000),

er 10.000),

40302010

255 2255,2

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2000

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2010

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2009

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403020100

15 3221,47

15,32 12

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31

L’Emilia Romagna è una regione con una prevalenza dell’obesità infantile e del diabete inferiori alla media nazionale. Il tasso standardizzato di mortalità per diabete è leggermente aumentato nei maschi fra il 2000 e il 2009, ma resta abbondantemente al di sotto della media nazionale per entrambi i sessi. Il tasso di ricovero standardizzato dei diabetici si è ridotto in entrambi i sessi, ma era già nettamente sotto la media nazionale nel 2000. Tuttavia bisogna segnalare un tasso di ospedalizzazione per diabete non controllato e per diabete con complicanze peggiore rispetto alla media nazionale. In Emilia Romagna nel 2011 si consuma a livello territoriale una quantità di farmaci antidiabetici inferiore alla media nazionale con un costo per DDD inferiore alla media nazionale, il più basso in Italia. Fra il 2010 e il 2011 la spesa farmaceutica territoriale per i farmaci antidi-abetici si è ridotta, in particolare per il ricorso a farmaci meno costosi.

EMILIA ROMAGNA ~ 217.000 diabetici

Popolazione che dichiara di essere diabetica (tasso grezzo per 100 persone)

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2010

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2000 2009

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01020304050607080

diabete non controllato diabete con complicanze amputazione dell'arto inferiore inpazienti diabetici

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2003 2011

Variazione % della spesa farmaceutica territoriale (totale e sue componenti) fra il 2010 e il 2011

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Il Friuli Venezia Giulia è una regione con una prevalenza dell’obesità infantile e del diabete inferiori alla media nazionale. Il tasso standardizzato di mortalità per diabete è basso e sostanzialmente stabile in entrambi i sessi fra il 2000 e il 2009, anche se il dato dei maschi, rispetto a quello delle femmine si avvicina di più alla media nazionale. Il tasso di ospedalizzazione stan-dardizzato che era il più basso in Italia per entrambi i sessi nel 2000 si è ridotto, ma non è più il miglior riscontro nazionale. Il tasso di ospedalizzazione per amputazione e la % di DRG 294 e 295 erogati in regime di Day Hospital sono peggiori ris-petto alla media nazionale. In Friuli Venezia Giulia nel 2011 si consuma a livello territoriale una quantità di farmaci antidi-abetici inferiore alla media nazionale con un costo per DDD superiore alla media nazionale. Fra il 2010 e il 2011 la spesa far-maceutica territoriale per i farmaci antidiabetici è leggermente aumentata.

FRIULI VENEZIA GIULIA ~ 50.000 diabetici

Popolazione che dichiara di essere diabetica (tasso grezzo per 100 persone)

3,14,1

012345678

2000 2012

Persone di 6-17 anni obese o in sovrappeso (per 100 persone)

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2010

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2000 2009

Tassi standardizzati di ricovero per diabete (maschi e femmine per 100.000)

113 81,796,543

0100200300400500600

2000 2010

Tassi di ospedalizzazione (per 100.000 abitanti) anni 2009 2010 e 2011 per...

17,64

28,09

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31,1

14,9

01020304050607080

diabete non controllato diabete con complicanze amputazione dell'arto inferiore inpazienti diabetici

% di ricovero in Day Hospital per DRG 294 e 295 (anno 2011)

2,7

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0

20

40

60

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100

Consumo farmaci antidiabetici a livello territoriale (DDD / 1000 abitanti / die)

34,6

51

01020304050607080

2003 2011

Variazione % della spesa farmaceutica territoriale (totale e sue componenti) fra il 2010 e il 2011

2 1,7

-2,8

3,2

-40-30-20-10

01020

Totale DDD Prezzi Mix

Tasso standardizzato di dimissioni ospedaliere (per 10.000), per diabete mellito (RO e DH)

53,94 53,24

5,71 5,33

0255075

100125150

2009 2010

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per diabete mellito (RO e DH) dardizzato di dimissioni ospedaliere (per 10.000),

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32

33

Il Lazio nel 2012 è sceso al di sotto della media nazionale per la prevalenza di diabete, mentre la prevalenza dell’obesità in-fantile è superiore alla media nazionale, sia pure di poco. Il tasso standardizzato di mortalità per diabete che nel 2000 era su-periore alla media nazionale per entrambi i sessi è sceso nel 2009 sotto la media nazionale per le femmine, mentre per i maschi è molto vicino. Il tasso di ricovero standardizzato dei diabetici si è ridotto fra il 2000 e il 2010 per entrambi i sessi, ma resta comunque superiore alla media nazionale con un ricorso inferiore alla media nazionale del ricovero in Day Hospital. Tutti i parametri di valutazione dei ricoveri danno risultati stabilmente migliori rispetto alla media nazionale. Nel Lazio nel 2011 si consuma a livello territoriale una quantità di farmaci antidiabetici superiore alla media nazionale con un costo per DDD inferiore alla media nazionale. Fra il 2010 e il 2011 la spesa farmaceutica territoriale per i farmaci antidiabetici si è ridotta, particolarmente per il ricorso a farmaci meno costosi.

LAZIO ~ 286.000 diabetici

Popolazione che dichiara di essere diabetica (tasso grezzo per 100 persone)

4,6 5,2

012345678

2000 2012

Persone di 6-17 anni obese o in sovrappeso(per 100 persone)

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2010

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0102030405060

2000 2009

Tassi standardizzati di ricovero per diabete (maschi e femmine per 100.000)

292,2248,1

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0100200300400500600

2000 2010

Tassi di ospedalizzazione (per 100.000 abitanti) anno 2009 2010 e 2011 per...

21,54

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9,9118,25

30,27

9,43

28,53

9,3118,15

01020304050607080

diabete non controllato diabete con complicanze amputazione dell'arto inferiore inpazienti diabetici

% di ricovero in Day Hospital per DRG 294 e 295 (anno 2011)

61,4

91,6

0

20

40

60

80

100

Consumo farmaci antidiabetici a livello territoriale (DDD / 1000 abitanti / die)

52,1 56,3

01020304050607080

2003 2011

Variazione % della spesa farmaceutica territoriale (totale e sue componenti) fra il 2010 e il 2011

-10,9

-2,8 -2,4-6,2

-40-30-20-10

01020

Totale DDD Prezzi Mix

Tasso standardizzato di dimissioni ospedaliere (per 10.000), per diabete mellito (RO e DH)

73,14 68,1

11,09 17,87

0255075

100125150

2009 2010

286

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~ 286

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8765

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40

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2012

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2009

2000

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600

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er 100.000) vero per diabete

2010

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150

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200

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00

0.000),

2009

292

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2,2 290,1

248 1248,1195,3

150125100755025

73,14

1,091

68,1

17,87

1000

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2000

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2010

1 1 100.000 abitanti)

% di ricovero in Day Hospital per DRG 294 e 295

250

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2009

1) 1 al per DRG 294 e 295

,

2010

5

a 8070605040

33 56

1anno 2009 2010 e 20

33,56 30 27 2

... r1 pe1

28 53

100

80

60

40

1(anno 20

61,4

91,691,6

1) 191,6

21,5418,25

diabete non controllato

3020100

5

30,27 2

18,15

diabete con comp ontrollato

9,91 9,43

28,53

9,31

pazienti diabeticiamputazione dell'arto inferiore in plicanze

31

i eriore in

40

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52,1

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56,3

(totale e sue componenti) fra il 2010 e il 20ariazio VVariazione % della spesa farmaceutica territoriale

20100

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1 1 fra il 2010 e il 20 rmaceutica territoriale

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0-10-20-30-40

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22

2003

1120

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antidia rmaci

è si abetici

34

La Liguria è la regione con la prevalenza più bassa in Italia di obesità infantile e una prevalenza di diabete stabile fra il 2000 e il 2012 che ha portato la regione al di sotto della media nazionale. Al contrario la sostanziale stabilità del tasso standardiz-zato di mortalità per diabete ha determinato lo spostamento del dato per i maschi al disopra della media nazionale. I tassi di ricovero standardizzato dei diabetici si sono ridotti per entrambi i sessi e sono comunque rimasti intorno alla media nazionale nel 2010, come erano nel 2000, anche se il dato dei maschi è peggiore di quello delle femmine. Vi è un eccesso di ricoveri in Day Hospital. Sono peggiori rispetto alla media nazionale i ricoveri per amputazioni e la % di ricovero in Day Hospital del DRG 294. In Liguria nel 2011 si consuma a livello territoriale una quantità di farmaci antidiabetici inferiore alla media nazion-ale con un costo per DDD inferiore alla media nazionale. Fra il 2010 e il 2011 la spesa farmaceutica territoriale per i farmaci antidiabetici si è ridotta particolarmente per la riduzione del consumo.

LIGURIA ~ 66.000 diabetici

Popolazione che dichiara di essere diabetica (tasso grezzo per 100 persone)

4,2 4,2

012345678

2000 2012

Persone di 6-17 anni obese o in sovrappeso (per 100 persone)

16,5

0

10

20

30

40

2010

Tassi standardizzati di mortalità per diabete (maschi e femmine per 100.000)

31,3 34,326,7 24,4

0102030405060

2000 2009

Tassi standardizzati di ricovero per diabete (maschi e femmine per 100.000)

287,3

174,2226,4

116,1

0100200300400500600

2000 2010

Tassi di ospedalizzazione (per 100.000 abitanti) anni 2009 2010 e 2011 per...

16,29

31,57

18,0216,08

27,81

13,7614,7923,49

14,4

01020304050607080

diabete non controllato diabete con complicanze amputazione dell'arto inferiore inpazienti diabetici

% di ricovero in Day Hospital per DRG 294 e 295 (anno 2011)

11,2

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0

20

40

60

80

100

Consumo farmaci antidiabetici a livello territoriale (DDD / 1000 abitanti / die)

41 43,2

01020304050607080

2003 2011

Variazione % della spesa farmaceutica territoriale (totale e sue componenti) fra il 2010 e il 2011

-4,6 -3,5 -1,1

0

-40-30-20-10

01020

Totale DDD Prezzi Mix

Tasso standardizzato di dimissioni ospedaliere (per 10.000), per diabete mellito (RO e DH)

50,69 50,01

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2009 2010

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4 2

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27,81

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23 4913 76

18,0213,76 14

23,4914,4

pazienti diabeticiamputazione dell'arto inferiore in plicanze

4,4

eriore in

40

20

0

1 21,211

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807060

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20100

e e sue componenti) fra il 2010 e il 20one % della spesa farmaceutica territoriale

1 1 fra il 2010 e il 20 maceutica territoriale

0

50403020100

41

2003

43 243,2

1120

4,6-4,6

otalT

0-10-20-30-40

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DDDle

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x

2003

1120

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35

La Lombardia ha presentato nella rilevazione ISTAT del 2012 un notevole balzo in avanti della prevalenza del diabete che l’ha portata ad eguagliare la prevalenza nazionale. Il tasso standardizzato di mortalità per diabete è sostanzialmente stabile per entrambi i sessi fra il 2000 e il 2009 e comunque saldamente al di sotto della media nazionale. Il tasso di ricovero stan-dardizzato dei diabetici si è ridotto per entrambi i sessi e resta di poco al di sotto della media nazionale. Ciononostante tutti gli indicatori di ospedalizzazione specifici sono stabilmente peggiori rispetto alla media nazionale. In Lombardia nel 2011 si consuma a livello territoriale una quantità di farmaci antidiabetici inferiore alla media nazionale con un costo per DDD superi-ore alla media nazionale. Fra il 2010 e il 2011 la spesa farmaceutica territoriale per i farmaci antidiabetici è aumentata parti-colarmente per il ricorso a farmaci più costosi.

LOMBARDIA ~ 534.000 diabetici

Popolazione che dichiara di essere diabetica (tasso grezzo per 100 persone)

3,3

5,5

012345678

2000 2012

Persone di 6-17 anni obese o in sovrappeso (per 100 persone)

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10

20

30

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2010

Tassi standardizzati di mortalità per diabete (maschi e femmine per 100.000)

26,5 24,421,717,4

0102030405060

2000 2009

Tassi standardizzati di ricovero per diabete (maschi e femmine per 100.000)

269,7

174,4226

112

0100200300400500600

2000 2010

Tassi di ospedalizzazione (per 100.000 abitanti) anni 2009 2010 e 2011 per...

31,37

51,35

15,62

30,34

52,06

15,23

28,34

48,57

14,4

01020304050607080

diabete non controllato diabete con complicanze amputazione dell'arto inferiore inpazienti diabetici

% di ricovero in Day Hospital per DRG 294 e 295 (anno 2011)

39

51,6

0

20

40

60

80

100

Consumo farmaci antidiabetici a livello territoriale (DDD / 1000 abitanti / die)

39,450,1

01020304050607080

2003 2011

Variazione % della spesa farmaceutica territoriale (totale e sue componenti) fra il 2010 e il 2011

7,91,2

-2

8,9

-40-30-20-10

01020

Totale DDD Prezzi Mix

Tasso standardizzato di dimissioni ospedaliere (per 10.000), per diabete mellito (RO e DH)

49,29 46,16

7,03 6,16

0255075

100125150

2009 2010

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4.000 d

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0.000) per diabete

543210

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2012

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2010

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3020100

21,7

00

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24,417,4

2009

2000

2012

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600

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r 100.000) ero per diabete

2010

asso standardizzato di dimissioni ospedaliere (per 10.000), Ta

150

per diabete mellito (RO e DH) ardizzato di dimissioni ospedaliere (per 10.000),

200

(RO e DH) ospedaliere (per 10.000),

00

000),

2009

269269

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9,79,7226

,174,4121

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2000

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% di ricovero in Day Hospital per DRG 294 e 295

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...r1 pe1 20

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39

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3020100

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diabete con complicanze ntrollato

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pazienti diabeticiamputazione dell'arto inferiore in icanze

44

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807060

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2003

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1120

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2003

1120

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ostosi.

36

Le Marche hanno presentato nel 2012 un notevole aumento della prevalenza di diabete pur restando al di sotto della media nazionale. Il tasso standardizzato di mortalità è stabile fra il 2000 e il 2009, ma comunque già molto basso in partenza. Il tasso di ricovero standardizzato dei diabetici, che nel 2000 era molto vicino alla media nazionale per entrambi i sessi, si è ridotto in modo tale da situarsi nel 2011 nettamente al di sotto rispetto del dato nazionale Solo il ricovero per amputazione dell’arto inferiore ha un riscontro peggiore rispetto alla media nazionale. Nelle Marche nel 2011 si consuma a livello territori-ale una quantità di farmaci antidiabetici inferiore alla media nazionale con un costo per DDD inferiore alla media nazionale. Fra il 2010 e il 2011 la spesa farmaceutica territoriale per i farmaci antidiabetici è rimasta sostanzialmente stabile.

MARCHE ~ 82.000 diabetici

Popolazione che dichiara di essere diabetica (tasso grezzo e per 100 persone)

3,9

5,3

012345678

2000 2012

Persone di 6-17 anni obese o in sovrappeso (per 100 persone)

24,2

0

10

20

30

40

2010

Tassi standardizzati di mortalità per diabete (maschi e femmine per 100.000)

21,5 21,220,9 18,1

0102030405060

2000 2009

Tassi standardizzati di ricovero per diabete (maschi e femmine per 100.000)

272,3

126,2

232,7

102,1

0100200300400500600

2000 2010

Tassi di ospedalizzazione (per 100.000 abitanti) anni 2009 2010 e 2011 per...

19,02 14,98 13,5116,26 13,53 17,1613,38 15,99 15,55

01020304050607080

diabete non controllato diabete con complicanze amputazione dell'arto inferiore inpazienti diabetici

% di ricovero in Day Hospital per DRG 294 e 295 (anno 2011)

58,8

81

0

20

40

60

80

100

Consumo farmaci antidiabetici a livello territoriale (DDD / 1000 abitanti / die)

36,442,4

01020304050607080

2003 2011

Variazione % della spesa farmaceutica territoriale (totale e sue componenti) fra il 2010 e il 2011

1 0,7

-0,5

0,8

-40-30-20-10

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Totale DDD Prezzi Mix

Tasso standardizzato di dimissioni ospedaliere (per 10.000), per diabete mellito (RO e DH)

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2009 2010

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2009

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-territorilo

37

Il Molise ha una prevalenza del diabete inferiore rispetto alla media nazionale. Il tasso standardizzato di mortalità per diabete che nel 2000 era di poco superiore alla media nazionale per entrambi i sessi è sceso nel 2009 sotto la media nazionale per entrambi i sessi, sia pure di poco. Pur di fronte ad una riduzione del tasso di ricovero standardizzato dei diabetici fra il 2000 e il 2010, più marcato nelle femmine, il dato era e resta uno dei peggiori in Italia. I dati dei ricoveri per diabete non controllato, per diabete con complicanze, per amputazione e la % dei ricoveri in Day Hospital per i DRG 294 e 295 sono nel 2011 migliori rispetto alla media nazionale grazie ad un trend in miglioramento. In Molise nel 2011 si consuma a livello territoriale una quantità di farmaci antidiabetici inferiore alla media nazionale con un costo per DDD inferiore alla media nazionale. Fra il 2010 e il 2011 la spesa farmaceutica territoriale per i farmaci antidiabetici si è ridotta sia per contrazione dei consumi che dei prezzi.

MOLISE ~ 15.000 diabetici

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30

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2003 2011

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-40-30-20-10

01020

Totale DDD Prezzi Mix

Tasso standardizzato di dimissioni ospedaliere (per 10.000) per diabete mellito (RO e DH),

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0255075

100125150

2009 2010

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38

Il Piemonte è una regione con una prevalenza dell’obesità infantile e del diabete inferiori rispetto alla media nazionale. Il tasso standardizzato di mortalità per diabete è stabile fra il 2000 e il 2009 per entrambi i sessi e resta saldamente al di sotto della media nazionale. Il tasso di ricovero standardizzato dei diabetici si è ridotto fra il 2000 e il 2010 in entrambi i sessi, rimanendo ben al di sotto della media nazionale. Nel 2011 i ricoveri per diabete non controllato, diabete con complicanze ed amputazione in diabetici sono migliori rispetto alla media nazionale, mentre resta insufficiente il ricorso al Day Hospital per i DRG 294 e 295. In Piemonte nel 2011 si consuma a livello territoriale una quantità di farmaci antidiabetici inferiore alla media nazionale con un costo per DDD inferiore alla media nazionale. Fra il 2010 e il 2011 la spesa farmaceutica territoriale per i farmaci antidiabetici si è ridotta particolarmente per il ricorso a farmaci meno costosi.

PIEMONTE ~ 218.000 diabetici

Popolazione che dichiara di essere diabetica (tasso grezzo per 100 persone)

3,2

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012345678

2000 2012

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0102030405060

2000 2009

Tassi standardizzati di ricovero per diabete (maschi e femmine per 100.000)

213,9

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0100200300400500600

2000 2010

Tassi di ospedalizzazione (per 100.000 abitanti) anno 2009 2010 e 2011 per...

8,3

32,2

13,78,26

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12,617,76

25,21

11,66

01020304050607080

diabete non controllato diabete con complicanze amputazione dell'arto inferiore inpazienti diabetici

% di ricovero in Day Hospital per DRG 294 e 295 (anno 2011)

21,3

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20

40

60

80

100

Consumo farmaci antidiabetici a livello territoriale (DDD / 1000 abitanti / die)

41,448,3

01020304050607080

2003 2011

Variazione % della spesa farmaceutica territoriale (totale e sue componenti) fra il 2010 e il 2011

-12,6

-3,3 -1,6-8,1

-40-30-20-10

01020

Totale DDD Prezzi Mix

Tasso standardizzato di dimissioni ospedaliere (per 10.000), per diabete mellito (RO e DH)

53,44 51,08

9,21 7,79

0255075

100125150

2009 2010

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2009

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2010

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80706050

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39

La Puglia è una regione con una prevalenza dell’obesità infantile e del diabete superiori alla media nazionale e un tasso di crescita della patologia superiore all’andamento nazionale. Il tasso standardizzato di mortalità per diabete si è ridotto solo nelle femmine fra il 2000 e il 2009, ma resta in entrambi i sessi uno dei riscontri più elevati in Italia. La regione aveva il tasso di ricovero standardizzato dei diabetici più elevato in Italia per entrambi i sessi nel 2000 e mantiene questo poco invidiabile primato nel 2010. Tutti i tassi di ospedalizzazione per diabete mostrano dati peggiori rispetto alla media nazionale tranne la % di ricorso al ricovero in Day Hospital del DRG 294. In Puglia nel 2011 si consuma a livello territoriale una quantità di far-maci antidiabetici superiore alla media nazionale con un costo per DDD inferiore alla media nazionale. Fra il 2010 e il 2011 la spesa farmaceutica territoriale per i farmaci antidiabetici si è notevolmente ridotta particolarmente per il ricorso a farmaci meno costosi.

PUGLIA ~ 272.000 diabetici

Popolazione che dichiara di essere diabetica (tasso grezzo per 100 persone)

4,5

6,7

012345678

2000 2012

Persone di 6-17 anni obese o in sovrappeso (per 100 persone)

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2010

Tassi standardizzati di mortalità per diabete (maschi e femmine per 100.000)

40,8 41,747

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0102030405060

2000 2009

Tassi standardizzati di ricovero per diabete (maschi e femmine per 100.000)

552,9 545,2556,9

414,6

0100200300400500600

2000 2010

Tassi di ospedalizzazione (per 100.000 abitanti) anno 2009 2010 e 2011 per...

43,36

74,15

13,8

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14,25

31,42

59,52

14,77

01020304050607080

diabete non controllato diabete con complicanze amputazione dell'arto inferiore inpazienti diabetici

% di ricovero in Day Hospital per DRG 294 e 295 (anno 2011)

81,372,5

0

20

40

60

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2003 2011

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102,56

31,05

99,39

1000

2000

2010

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2009

2010

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72,5

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2003

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40

La Sardegna è una regione con una prevalenza dell’obesità infantile e del diabete inferiori alla media nazionale. Il tasso stan-dardizzato di mortalità per diabete che nel 2000 era inferiore alla media nazionale solo per le femmine si è ridotto per en-trambi i sessi e nel 2009 si colloca sotto la media nazionale anche per i maschi. La regione ha realizzato una notevole riduzi-one del tasso di ricovero standardizzato dei diabetici fra il 2000 e il 2010, seconda soltanto alla performance dell’Abruzzo, che ha portato il dato per entrambi i sessi sotto la media nazionale. Tuttavia il tasso di ospedalizzazione per diabete non controllato e la % di ricoveri in Day Hospital per i DRG 294 e 295 mostra un riscontro peggiore alla media nazionale. In Sar-degna nel 2011 si consuma a livello territoriale una quantità di farmaci antidiabetici superiore alla media nazionale con un costo per DDD superiore alla media nazionale. Fra il 2010 e il 2011 la spesa farmaceutica territoriale per i farmaci antidi-abetici è aumentata particolarmente per il ricorso a farmaci più costosi.

SARDEGNA ~ 77.000 diabetici

Popolazione che dichiara di essere diabetica (tasso grezzo per 100 persone)

3,5

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0100200300400500600

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01020304050607080

diabete non controllato diabete con complicanze amputazione dell'arto inferiore inpazienti diabetici

% di ricovero in Day Hospital per DRG 294 e 295 (anno 2011)

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Consumo farmaci antidiabetici a livello territoriale (DDD / 1000 abitanti / die)

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01020304050607080

2003 2011

Variazione % della spesa farmaceutica territoriale (totale e sue componenti) fra il 2010 e il 2011

5,31,5

-0,9

4,7

-40-30-20-10

01020

Totale DDD Prezzi Mix

Tasso standardizzato di dimissioni ospedaliere (per 10.000), per diabete mellito (RO e DH)

66,8 67,45

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0255075

100125150

2009 2010

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~ 77.

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2000

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2009

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diabete non controllato

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diabete con complicanze ontrollato

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pazienti diabeticiamputazione dell'arto inferiore in licanze

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2003

1120

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41

La Sicilia è una regione con una prevalenza dell’obesità infantile e del diabete superiori rispetto alla media nazionale. Nel 2000 era l’unica regione del Sud con una prevalenza grezza al di sotto della media nazionale il che indica una velocità di crescita della patologia nel successivo decennio particolarmente marcata. Il tasso standardizzato di mortalità per diabete è aumentato fra il 2000 e il 2009 per i maschi, confermandosi come il peggior dato in Italia. Il tasso di ricovero standardizzato per i diabetici, molto elevato in partenza si è ridotto fra il 2000 e il 2010 in entrambi i sessi, particolarmente nelle femmine fino a sfiorare la media nazionale. I tassi di ospedalizzazione per diabete non controllato e diabete con complicanze si sono notevolmente ridotti fra il 2009 e il 2011, portando il dato al di sotto della media nazionale. In Sicilia nel 2011 si consuma a liv-ello territoriale una quantità di farmaci antidiabetici superiore alla media nazionale, il dato più elevato in Italia, con un costo per DDD superiore alla media nazionale. Fra il 2010 e il 2011 la spesa farmaceutica territoriale per i farmaci antidiabetici è aumentata particolarmente per il ricorso a farmaci più costosi.

SICILIA ~ 290.000 diabetici

Popolazione che dichiara di essere diabetica (tasso grezzo e standardizzato per 100 persone)

3,7

5,8

012345678

2000 2012

Persone di 6-17 anni obese o in sovrappeso (per 100 persone)

31,7

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2010

Tassi standardizzati di mortalità per diabete (maschi e femmine per 100.000)

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2000 2009

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0100200300400500600

2000 2010

Tassi di ospedalizzazione (per 100.000 abitanti) anni 2009 2010 e 2011 per...

46,8954,75

18,1224,35

44,86

17,7518,14

32,37

16,69

01020304050607080

diabete non controllato diabete con complicanze amputazione dell'arto inferiore inpazienti diabetici

% di ricovero in Day Hospital per DRG 294 e 295 (anno 2011)

62,469,8

0

20

40

60

80

100

Consumo farmaci antidiabetici a livello territoriale (DDD / 1000 abitanti / die)

62,1

77,3

01020304050607080

2003 2011

Variazione % della spesa farmaceutica territoriale (totale e sue componenti) fra il 2010 e il 2011

7,70,8

-1,1

8

-40-30-20-10

01020

Totale DDD Prezzi Mix

Tasso standardizzato di dimissioni ospedaliere (per 10.000), per diabete mellito (RO e DH)

88,11 82,57

34,8526,01

0255075

100125150

2009 2010

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SICIL

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ALI

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~ 290

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diabetici

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5,8

sone) ica

Pers

40

30

(per 100 persone) sone di 6-17 anni obese o in sovrappeso

31,7

rsone) ese o in sovrappeso

(mas assi standardizzati di mortalità per diabete TTassi standardizzati di mortalità per diabete

51,4605040

schi e femmine per 100.000) ndardizzati di mortalità per diabete

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57,8

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2009

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pazienti diabeticiamputazione dell'arto inferiore in plicanze

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è diabetici

42

La Toscana è una regione con una prevalenza dell’obesità infantile inferiore alla media nazionale, mentre la prevalenza del diabete è superiore alla media nazionale a causa di un tasso di crescita della patologia superiore all’andamento nazionale. Il tasso standardizzato di mortalità per diabete è stabile fra il 2000 e il 2009 e resta al di sotto della media nazionale per en-trambi i sessi. Il tasso di ricovero standardizzato dei diabetici fra il 2000 e il 2010 si è ridotto e si colloca ben al di sotto della media nazionale per entrambi i sessi. Solo la % di ricoveri in Day Hospital per il DRG 294 mostra un risultato peggiore ris-petto al dato nazionale. In Toscana nel 2011 si consuma a livello territoriale una quantità di farmaci antidiabetici inferiore alla media nazionale con un costo per DDD inferiore alla media nazionale. Fra il 2010 e il 2011 la spesa farmaceutica territoriale per i farmaci antidiabetici è leggermente diminuita.

TOSCANA ~ 220.000 diabetici

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2003 2011

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43

La P.A. di Bolzano presenta una prevalenza dell’obesità infantile e del diabete inferiori alla media nazionale. In particolare la prevalenza del diabete è stabilmente la più bassa riscontrata in Italia. Il tasso standardizzato di mortalità per diabete è il dato più basso in Italia per entrambi i sessi sia nel 2000 che nel 2009. Il tasso di ricovero standardizzato per diabete che nel 2000 era fra i più bassi in Italia si è ridotto solo nelle femmine fra il 2000 e il 2010, avvicinando comunque il dato per entrambi i sessi rispetto alla media nazionale nel 2010. Il tasso di ospedalizzazione per diabete non controllato, amputazioni nei dia-betici e il ricorso al Day Hospital per i DRG 294 e 295 mostrano dati peggiori rispetto alla media nazionale. Nella P.A. di Bol-zano nel 2011 si consuma a livello territoriale una quantità di farmaci antidiabetici inferiore alla media nazionale con un costo per DDD superiore alla media nazionale, il più elevato in Italia. Fra il 2010 e il 2011 la spesa farmaceutica territoriale per i far-maci antidiabetici è aumentata particolarmente per il ricorso a farmaci più costosi.

TRENTINO ALTO ADIGE P.A. BOLZANO ~ 13.000 diabetici

Popolazione che dichiara di essere diabetica (tasso grezzo per 100 persone)

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01020304050607080

diabete non controllato diabete con complicanze amputazione dell'arto inferiore inpazienti diabetici

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Consumo farmaci antidiabetici a livello territoriale (DDD / 1000 abitanti / die)

27,1

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01020304050607080

2003 2011

Variazione % della spesa farmaceutica territoriale (totale e sue componenti) fra il 2010 e il 2011

13,3

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-3,7

12,4

-40-30-20-10

01020

Totale DDD Prezzi Mix

Tasso standardizzato di dimissioni ospedaliere (per 10.000), per diabete mellito (RO e DH)

49,24 44,83

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0255075

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2009 2010

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44

La P.A. di Trento presenta una prevalenza dell’obesità infantile e del diabete inferiori alla media nazionale. Il tasso standardiz-zato di mortalità per diabete pur restando nettamente al di sotto della media nazionale fra il 2000 e il 2009 è aumentato nel sesso maschile. Il tasso di ricovero standardizzato si è ridotto per entrambi i sessi e resta al di sotto della media nazionale. I tassi di ricovero per diabete non controllato, diabete con complicanze e amputazioni dell’arto inferiore mostrano dei riscontri altalenanti rispetto alla media nazionale fra il 2009 e il 2011. Nella P.A. di Trento nel 2011 si consuma a livello territoriale una quantità di farmaci antidiabetici inferiore alla media nazionale, il valore più basso in Italia, con un costo per DDD inferiore alla media nazionale. Fra il 2010 e il 2011 la spesa farmaceutica territoriale per i farmaci antidiabetici si è leggermente ridotta per il ricorso a farmaci meno costosi.

TRENTINO ALTO ADIGE P.A. TRENTO ~ 24.000 diabetici

Popolazione che dichiara di essere diabetica (tasso grezzo per 100 persone)

2,93,9

012345678

2000 2012

Persone di 6-17 anni obese o in sovrappeso (per 100 persone)

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2000 2009

Tassi standardizzati di ricovero per diabete (maschi e femmine per 100.000)

234,3

119,5

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104,7

0100200300400500600

2000 2010

Tassi di ospedalizzazione (per 100.000 abitanti) anni 2009 2010 e 2011 per...

29,44

41,36

14,7721,93

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11,03

22,2

37,26

12,94

01020304050607080

diabete non controllato diabete con complicanze amputazione dell'arto inferiore inpazienti diabetici

% di ricovero in Day Hospital per DRG 294 e 295 (anno 2011)

4,8

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100

Consumo farmaci antidiabetici a livello territoriale (DDD / 1000 abitanti / die)

32,138,6

01020304050607080

2003 2011

Variazione % della spesa farmaceutica territoriale (totale e sue componenti) fra il 2010 e il 2011

-2,2

0,6

-0,9 -1,9

-40-30-20-10

01020

Totale DDD Prezzi Mix

Tasso standardizzato di dimissioni ospedaliere (per 10.000), per diabete mellito (RO e DH)

56,42 51,92

9,38 9,26

0255075

100125150

2009 2010

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2009

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45

L’Umbria è la regione più settentrionale con una prevalenza dell’obesità infantile superiore alla media nazionale. La preva-lenza del diabete è superiore alla media nazionale. Il tasso standardizzato di mortalità per diabete si è ridotto nelle femmine fra il 2000 e il 2009, ma resta comunque al di sotto della media nazionale anche per i maschi. Il tasso di ricovero standardiz-zato dei diabetici si è notevolmente ridotto in entrambi i sessi fra il 2000 e il 2010 collocandosi ben al di sotto della media nazi-onale. Il tasso di ricovero per amputazione e il ricorso al Day Hospital per i DRG 294 e 295 sono peggiori rispetto alla media nazionale, con un peggioramento fra il 2009 e il 2011 del tasso di ricovero per diabete con complicanze e diabete non control-lato con quest’ultimo che ha superato la media nazionale. In Umbria nel 2011 si consuma a livello territoriale una quantità di farmaci antidiabetici inferiore alla media nazionale con un costo per DDD inferiore alla media nazionale. Fra il 2010 e il 2011 la spesa farmaceutica territoriale per i farmaci antidiabetici è aumentata particolarmente per il ricorso a farmaci più costosi.

UMBRIA ~ 54.000 diabetici

Popolazione che dichiara di essere diabetica (tasso grezzo per 100 persone)

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0102030405060

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01020304050607080

2003 2011

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46

La Valle d’Aosta è una regione con una prevalenza dell’obesità infantile e del diabete inferiori alla media nazionale. Tuttavia il tasso di crescita della patologia è nettamente superiore all’andamento nazionale. Il tasso standardizzato di mortalità per diabete è stabile fra il 2000 e il 2009 per i maschi, con un leggero aumento per le femmine, ma comunque al di sotto della media nazionale. Il tasso di ricovero standardizzato dei diabetici si è ridotto fra il 2000 e il 2010 ed attualmente è il più basso in Italia per entrambi i sessi. Il ricorso al Day Hospital per i DRG 2954 e 295 mostra un dato peggiore rispetto alla media nazi-onale. In Valle d’Aosta nel 2011 si consuma a livello territoriale una quantità di farmaci antidiabetici inferiore alla media nazi-onale con un costo per DDD inferiore alla media nazionale. Fra il 2010 e il 2011 la spesa farmaceutica territoriale per i far-maci antidiabetici si è ridotta particolarmente per il ricorso a farmaci meno costosi.

VALLE D’AOSTA ~ 5.000 diabetici

Popolazione che dichiara di essere diabetica (tasso grezzo per 100 persone)

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012345678

2000 2012

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2000 2009

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2000 2010

Tassi di ospedalizzazione (per 100.000 abitanti) anni 2009 2010 e 2011 per...

0

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01020304050607080

diabete non controllato diabete con complicanze amputazione dell'arto inferiore inpazienti diabetici

% di ricovero in Day Hospital per DRG 294 e 295 (anno 2011)

20,8

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100

Consumo farmaci antidiabetici a livello territoriale (DDD / 1000 abitanti / die)

37

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01020304050607080

2003 2011

Variazione % della spesa farmaceutica territoriale (totale e sue componenti) fra il 2010 e il 2011

-3,8 -0,9 -0,8 -2,2

-40-30-20-10

01020

Totale DDD Prezzi Mix

Tasso standardizzato di dimissioni ospedaliere (per 10.000), per diabete mellito (RO e DH)

58,89 54,96

12,1 11,28

0255075

100125150

2009 2010

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2010

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2003

1120

otalT-40

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47

Il Veneto è una regione con una prevalenza dell’obesità infantile e del diabete inferiori alla media nazionale con un tasso di crescita della patologia nettamente inferiore all’andamento nazionale. Il tasso standardizzato di mortalità per diabete è in au-mento per i maschi fra il 2000 e il 2009, ma resta comunque per entrambi i sessi al di sotto della media nazionale. Il tasso di ricovero standardizzato per diabete si è ridotto confermandosi come uno dei più bassi in Italia nel 2010 come nel 2000. Tutti i parametri di ospedalizzazione mostrano dati peggiori rispetto alla media nazionale. Con un trend in peggioramento per dia-bete con complicanze e ed amputazioni dell’arto inferiore. In Veneto nel 2011 si consuma a livello territoriale una quantità di farmaci antidiabetici inferiore alla media nazionale con un costo per DDD inferiore alla media nazionale. Fra il 2010 e il 2011 la spesa farmaceutica territoriale per i farmaci antidiabetici si è ridotta per la contrazione dei consumi.

VENETO ~ 214.000 diabetici

Popolazione che dichiara di essere diabetica (tasso grezzo per 100 persone)

3

4,4

012345678

2000 2012

Persone di 6-17 anni obese o in sovrappeso (per 100 persone)

24,3

0

10

20

30

40

2010

Tassi standardizzati di mortalità per diabete (maschi e femmine per 100.000)

23,628,5

21,4 18,8

0102030405060

2000 2009

Tassi standardizzati di ricovero per diabete (maschi e femmine per 100.000)

168,1

78,3143,5

47,9

0100200300400500600

2000 2010

Tassi di ospedalizzazione (per 100.000 abitanti) anni 2009 2010 e 2011 per...

26,4120,88

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01020304050607080

diabete non controllato diabete con complicanze amputazione dell'arto inferiore inpazienti diabetici

% di ricovero in Day Hospital per DRG 294 e 295 (anno 2011)

6,7 9,9

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60

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100

Consumo farmaci antidiabetici a livello territoriale (DDD / 1000 abitanti / die)

40,345,6

01020304050607080

2003 2011

Variazione % della spesa farmaceutica territoriale (totale e sue componenti) fra il 2010 e il 2011

-2,6 -2,3 -1,4

1,1

-40-30-20-10

01020

Totale DDD Prezzi Mix

Tasso standardizzato di dimissioni ospedaliere (per 10.000), per diabete mellito (RO e DH)

43,15 40,74

2,36 2,3

0255075

100125150

2009 2010

214 V

4 000 d VENE

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i ~ 214 4.000 d diabetic ci

8765

(tasso grezzo p Popolazione che dich

per 100 persone) hiara di essere diabeti

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403020100

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18,8

20092000 2012

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600(maschi e femmine p

si standardizzati di ricovero per diabete per 100.000)

overo per diabete

2010

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2009

DRG 294 295

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assi di TTassi di ospedalizzazione (per 100.000 abitanti)

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Il diabete nel Piano Sanitario Nazionale

Il Piano Sanitario Nazionale 2011-2013 (31) identifica ildiabete come una delle patologie croniche che necessitanodi maggiore attenzione. In particolare, si enfatizza il ruolodi un’adeguata organizzazione dell’assistenza sanitariache, in base ai principi della “clinical governance”, tengain considerazione la condivisione delle informazioni, ilruolo di ogni attore coinvolto, la capacità di gestione daparte dell’organizzazione complessiva, e imponga la ricercadi percorsi organizzativi che diminuiscano il più possibilel’incidenza di eventi acuti o complicanze invalidanti. IlPiano enfatizza la necessità di un approccio multidiscipli-nare e di un percorso di cura basato sulla centralità dellapersona con diabete e sul suo coinvolgimento attivo e re-sponsabile nella gestione della malattia (empowerment).Più in particolare, il Piano pone per il triennio gli obiettiviriportati in Figura 29.

Nel piano viene inoltre posta particolare enfasi alla pre-venzione delle principali patologie croniche non trasmis-sibili, attraverso l’intervento preventivo sui comportamentiindividuali non salutari (fumo, abuso di alcol, scorrettaalimentazione, soprappeso e/o obesità, inattività fisica),fortemente condizionati dal contesto economico, socialeed ambientale in cui si vive e si lavora. Nel suo complesso, il Piano Sanitario Nazionale fornisceun quadro di riferimento alle Regioni per un approcciocoordinato ed efficace alla prevenzione, diagnosi precocee terapia del diabete, al fine di garantire livelli di curaomogenei ed in linea con le evidenze scientifiche disponi-bili, e di massimizzare il rapporto costo-efficacia delle pro-cedure messe in atto.

Il Piano nazionale sul diabete

A distanza di 26 anni dalla legge 115/87, il Ministerodella Salute vara il Piano Nazionale sulla Malattia Diabetica,pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 7 Febbraio 2013dopo l’approvazione in Conferenza Stato Regioni il 6 Di-cembre 2012. Uno strumento che Associazioni e SocietàScientifiche possono usare per svolgere il loro ruolo di sti-molo e controllo nei confronti dell’amministrazione sani-taria e il loro mandato di promozione della qualità nel-l’assistenza. In materia sanitaria le Regioni hanno un potere quasi as-soluto. Quasi, perché il Ministero e il Parlamento possonodefinire dei Piani Nazionali, da concordare con le Regioni,e dei Livelli essenziali di Assistenza (Lea) che devono essereofferti da tutte le Regioni e Province Autonome.Tra questi documenti spicca il Piano Sanitario Nazionaleche è uno strumento di programmazione degli obiettiviper la tutela della salute pubblica sul territorio nazionale.Il Piano Sanitario Nazionale 2011-2013 già poneva il dia-bete, insieme ad altre malattie croniche non trasmissibili,fra le priorità per il Sistema Sanitario Nazionale.Alcune condizioni sono oggetto di Piani nazionali ‘di set-tore’. Uno di questi è il Piano Nazionale sulla malattiaDiabetica. L’ultima versione è stata redatta da un gruppocomposto da funzionari della Direzione generale Program-mazione del Ministero della Salute, insieme alla Com-missione Nazionale Diabete e quindi presentato a DiabeteItalia, alle Società Scientifiche, alle Associazioni di Volon-tariato, ai referenti regionali, raccogliendo richieste dichiarimenti, suggerimenti, critiche. Si è così giunti allastesura definitiva. Firmata dal Ministro Balduzzi il 14 no-

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Figura 29. Obiettivi sul diabete posti dal Piano SanitarioNazionale 2011-2013.

Omogeneizzare ed implementare le attività di rilevazione epide-miologica finalizzate alla programmazione dell’assistenza;

Migliorare la conoscenza circa la prevenzione, la cura e il tratta-mento del diabete attraverso l’informazione, la formazione, l’edu-cazione, lo sviluppo della ricerca sia di base che clinica;

Prevenire o ritardare l’insorgenza della malattia diabetica ed iden-tificare precocemente le persone a rischio o con diabete;

Ridurre le complicanze e la morte prematura nelle persone condiabete di tipo1 e di tipo 2;

Rendere omogenea l’assistenza, prestando particolare attenzionea quelle in condizioni di fragilità e vulnerabilità socio sanitaria;

Assicurare la diagnosi e l’assistenza per le donne con diabete ge-stazionale e raggiungere outcome materni e del bambino nel dia-bete pregravidico equivalenti a quelli delle gravide non diabetiche;

Migliorare la qualità di vita e della cura per le persone con diabetein età evolutiva;

Migliorare la capacità del Sistema Sanitario nell’erogare e moni-torare i servizi, attraverso l’individuazione di strategie che perse-guano la razionalizzazione dell’offerta e che utilizzinometodologie di lavoro basate soprattutto sull’appropriatezza delleprestazioni erogate;

Sviluppare l’empowerment dei pazienti e delle comunità;

Sostenere e promuovere idonee politiche di intersettorialità

vembre è stata consegnata ufficialmente alle Regioni il 6dicembre le quali nell’ambito della Conferenza Stato Re-gioni hanno iniziata a esaminarla ufficialmente. Le primereazioni sono state favorevoli e ora inizia la fase di analisi,l‘approvazione e infine di recepimento dei contenuti nelPiano nell’ambito delle normative di ciascuna Regione.Al momento il Piano Nazionale sulla Malattia Diabetica èstato recepito con delibera di Giunta dalla Regione Basili-cata, dalla regione Lazio e dalla regione Veneto.Che vantaggi porta tutto questo alle persone con diabete,alle Associazioni che ne tutelano gli interessi e ai teamdiabetologici che le seguono? Per capirlo occorre capire acose serve il Piano Nazionale sulla malattia Diabetica .Questo definisce:• le aree prioritarie di intervento, anche ai fini di una pro-gressiva riduzione delle diseguaglianze sociali e territo-riali nei confronti della salute;

• i livelli essenziali di assistenza sanitaria da assicurareper il triennio di validità del Piano;

• la quota capitaria di finanziamento assicurata alle re-gioni per ciascun anno di validità del Piano e la sua di-saggregazione per livelli di assistenza;

• gli indirizzi finalizzati a orientare il Servizio sanitario na-zionale verso il miglioramento continuo della qualitàdell’assistenza, anche attraverso la realizzazione di pro-getti di interesse sovra regionale;

• i progetti-obiettivo, da realizzare anche mediante l’in-tegrazione funzionale e operativa dei servizi sanitari edei servizi socio-assistenziali degli enti locali;

• le finalità generali e i settori principali della ricerca bio-medica e sanitaria, prevedendo altresì il relativo pro-gramma di ricerca;

• le esigenze relative alla formazione di base e gli indirizzirelativi alla formazione continua del personale, nonchéal fabbisogno e alla valorizzazione delle risorse umane;

• le linee guida e i relativi percorsi diagnostico-terapeuticiallo scopo di favorire, all’interno di ciascuna strutturasanitaria, lo sviluppo di modalità sistematiche di revi-sione e valutazione della pratica clinica e assistenziale edi assicurare l’applicazione dei livelli essenziali di assi-stenza;

• i criteri e gli indicatori per la verifica dei livelli di assi-stenza assicurati in rapporto a quelli previsti.

I contenuti del PianoLa strategia italiana contro il diabete ha radici lontane: sifonda sulla legge 115/87 e si concretizza ora con il PianoSanitario Nazionale sul Diabete. Esso si basa su:• la centralità della persona con diabete che viene vista

come risorsa del sistema;• il ruolo delle Associazioni di Volontariato delle personecon diabete o Associazioni di famigliari di persone condiabete nel rappresentare i bisogni sanitari e sociali;

• l’integrazione e la rete tra i diversi livelli assistenziali(Specialista-Specialista o Specialista-Medico di MedicinaGenerale) attraverso Percorsi Diagnostico TerapeuticiAssistenziali (PDTA);

• l’uso appropriato delle risorse.Nella malattia diabetica l’impatto sociale, economico esanitario impone la ricerca di percorsi organizzativi ingrado di minimizzare il più possibile l’incidenza degli eventiacuti o delle complicanze invalidanti che comportano costielevatissimi, diretti ed indiretti.Per prima cosa il Piano afferma che è oggi universalmentericonosciuto che un approccio multidisciplinare e multi-professionale, con l’attivo coinvolgimento delle personecon diabete, può essere in grado di ottenere i risultati mi-gliori.

Il Piano Nazionale sulla malattia Diabetica illustra le prin-cipali vie per affrontare le problematiche relative alla ma-lattia, individuando obiettivi centrati sulla prevenzione,sulla diagnosi precoce, sulla gestione della malattia e dellecomplicanze, sul miglioramento dell’assistenza e degliesiti.Pur dovendosi concentrare prevalentemente sugli aspettirelativi alla diagnosi e alla cura non si può non sottolineareil valore imprescindibile della prevenzione primaria ai finidella salvaguardia della salute e della sostenibilità del si-stema, sulla quale si richiama l’attenzione delle Regioni everso cui si stanno indirizzando i Piani nazionali di pre-venzione ed il programma ‘Guadagnare Salute’.All’interno del Piano sono definiti obiettivi, generali e spe-cifici, strategie e raccomandazioni, vengono disegnate al-cune modalità di assistenza alle persone con diabete, nellaconvinzione che tali indirizzi possano ridurre il peso dellamalattia con un miglioramento della assistenza e dellaqualità di vita delle persone con diabete e con una ridu-zione dei costi per il Sistema Sanitario.Vengono infine indicate alcune aree ritenute prioritarieper il miglioramento e l’implementazione della assistenzadiabetologica, finalizzate ad eventuali progetti obiettivo,nella considerazione che il Piano costituisca la piattaformasu cui costruire programmi di intervento specifici scelti econdivisi con Regioni e Province Autonome.L’efficacia della strategia nazionale così delineata dovràessere misurata sull’impatto che avrà sulle condizioni di

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salute delle persone con o a rischio di diabete; inoltre,per rendere realmente efficace tale strategia, queste ultimedovranno essere maggiormente coinvolte nello sviluppodelle politiche e del management della malattia.Ciò include la promozione del self-management e i pro-grammi di prevenzione primaria quali, ad esempio, quelliriguardanti la nutrizione e l’attività fisica.Specifica attenzione deve poi essere poi rivolta ai gruppidi popolazione identificati ad alto rischio.Per prevenire il diabete e ridurne l’impatto sociale è tutta-via necessario che Governi, Associazioni di Pazienti, Co-munità medica e scientifica, persone con diabete e tutticoloro che li assistono si adoperino per assicurare un effi-cace coordinamento dei Servizi.Per il successo del Piano sono quindi elementi essenzialil’organizzazione e la corretta allocazione delle risorseumane e strutturali. In particolare i Professionisti Specia-lizzati nell’assistenza diabetologica, i Medici di medicinagenerale, i Pediatri di libera scelta e tutti gli altri interlo-cutori sanitari devono migliorare le loro conoscenze perfornire appropriate indicazioni ed assumere, ove necessa-rio, comportamenti in grado di garantire anche un sup-porto psicosociale. I contributi di tutta la comunità scien-tifica sono inoltre indispensabili per incrementare leconoscenze.Di grande importanza è il ruolo del Volontariato, che devedivenire un interlocutore stabile nelle attività di program-mazione e verifica e che, attraverso specifici processi diqualificazione, può divenire partner per lo sviluppo di pro-grammi ed attività di informazione/educazione dei pazientie dei care givers.

Le sfide chiave e le strategie sul diabete

In linea con gli indirizzi forniti dal Piano Sanitario Nazionale2011-2013 e dal Piano Nazionale Diabete, i sistemi sanitariregionali sono chiamati ad una profonda riorganizzazionedell’assistenza per le patologie croniche, secondo i principidei “chronic care model”, che prevedono una forte cen-tralità del paziente e una completa integrazione fra me-dicina del territorio e specialistica, resa possibile dalla de-finizione di specifici percorsi assistenziali. A questo riguardo, assume particolare valore il recenteDocumento di Indirizzo Politico e Strategico per la BuonaAssistenza alle Persone con Diabete, nato dalla collabora-zione fra Società Italiana di Medicina Generale, Associa-zione Medici Diabetologi e Società Italiana di Diabetologia(54). In particolare, il documento identifica nove strumenti

per il miglioramento della qualità dell’assistenza alle per-sone con diabete (Figura 30).

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Figura 30. Gli strumenti per il miglioramento della qualitàdell’assistenza alle persone con diabete (DocumentoSIMG-AMD-SIMD di Indirizzo Politico e Strategico per laBuona Assistenza alle Persone con Diabete).

Promuovere l’autonomia della persona con diabete nella cura enella gestione del percorso assistenziale;

Implementare Percorsi Assistenziali condivisi;

Garantire una rete assistenziale con forte integrazione professio-nale e una buona comunicazione con le Associazioni di Volonta-riato;

Garantire che i Servizi di Diabetologia siano dotati di team multiprofessionale dedicato che prenda in carico, sempre in integra-zione con la Medicina Generale, i pazienti secondo livelli diversidi intensità di cura e funga da consulente per i Medici di Famiglia

Organizzare l’ambulatorio del Medico di Medicina Generale conorientamento alla gestione delle malattie croniche;

Adottare sistemi di misura e di monitoraggio della qualità dellecure erogate volti al miglioramento professionale e organizzativocontinuo;

Porre in essere sistemi efficaci di comunicazione e di integrazionemultidisciplinare

Coinvolgere il Distretto e le Direzioni Sanitarie ospedaliere per unapresa in carico della persona con diabete attraverso la valutazionedell’intensità di cura (triage);

Rimuovere degli ostacoli amministrativi che rendono difficile e\odiseguale l’accesso alle cure delle persone con diabete.

La resa concreta di un chronic care model, che racchiudemolti degli elementi evidenziati nel documento SIMG-AMD-SID, è stata recentemente documentata dall’espe-rienza del Servizio di Diabetologia di Cusano Milanino (SI-NERGIA) (55). Un approccio educativo rivolto alla forteautonomizzazione della persona con diabete nella ge-stione della malattia, la valorizzazione del team multidi-sciplinare e la definizione di percorsi differenziati in basealla complessità dei pazienti ha consentito di miglioraresignificativamente gli indicatori clinici di efficacia, ridu-cendo nel contempo il numero di incontri con la strutturaspecialistica e permettendo quindi l’ottimizzazione dell’uso

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delle risorse. Esempi tangibili, quali il progetto SINERGIA,sono particolarmente utili perché forniscono gli strumentiper tradurre in pratica i concetti del chronic care model,ed aprono la strada a possibili soluzioni organizzative perfronteggiare la sfida posta dall’enorme crescita del pro-blema diabete.La necessità di una concreta riorganizzazione dell’assi-stenza per riflettere i principi dei chronic care modelsemerge chiaramente anche dal documento conclusivodella prima Conferenza Nazionale sul Diabete, riunita ilgiorno 8 Dicembre 2011 presso il Senato della Repubblica.Il documento intende sensibilizzare le Istituzioni Nazionalie Regionali riguardo la necessità di una cura basata sullacentralità della persona con diabete e che valorizzi tuttele componenti dell’assistenza (56) (Figura 31).

In conclusione, il rapido cambiamento dello scenario ri-guardante le patologie croniche in generale, e la patologiadiabetica in modo particolare, richiede una profonda ri-valutazione delle modalità di erogazione dell’assistenza.In assenza di adeguate iniziative di prevenzione e diagnosiprecoce e con il persistere di profonde eterogeneità nellacura del diabete, l’enorme carico clinico, sociale ed eco-nomico legato alle complicanze del diabete potrebbe di-venire presto insostenibile, e per la prima volta nella storia,le aspettative di vita delle generazioni future potrebberoessere inferiori a quelle attuali (57). Per scongiurare questaminaccia, sarà necessario mettere in atto politiche sanitarieche, rispettose delle variegate realtà regionali, siano tut-tavia coerenti su tutto il territorio nazionale ed in lineacon le indicazioni e gli indirizzi programmatici proposti.

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Figura 31. . Azioni proposte da Diabete Italia

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53

54

Malati e mortalità:

Si stima che un ulteriore milione di persone abbia il dia-bete senza saperlo e che 2,65 milioni di cittadini (6%della popolazione) soffrono di alterata intolleranza alglucosio (pre-diabete).2

La situazione peggiorerà in futuro, si stima infatti chenel 2030 quasi 5 milioni di cittadini adulti soffri-ranno di diabete.2

Oltre 27.000 cittadini italiani fra i 20 e i 79 annimuoiono di diabete ogni anno, questo vuol dire 3cittadini all’ora.2

Il diabete di tipo 2, relativo al 90% di tutti i casi di dia-bete in Italia, riduce l’aspettativa di vita di 5-10anni. 3

Secondo L’Organizzazione Mondiale della Sanità, ildiabete sarà entro il 2030 la quarta causa princi-pale di morte di Europa. 4

Il diabete è una delle cause principali di malattiecardiovascolari, renali, cecità e amputazione diarti.2 Circa il 70-80% di tutti i cittadini dell’Unione Eu-ropea con il diabete di tipo 2 muore di malattie cardio-vascolari.3 Molti cittadini soffrono di altre complicanzelegate al diabete. Le cifre che seguono si riferisconospecificamente all’Italia:

- Il 10% di tutte le persone con diabete soffre di car-diopatia ischemica,5

- Il 32% di tutte le persone con diabete soffre di neu-ropatia,6

- Fino al 34% di tutte le persone con diabete soffre diretinopatia, che può portare alla cecità,7,8

- Il 30-40% delle persone con diabete di tipo 1 e il 5-10% di quelle con diabete di tipo 2 sviluppano nelcorso della vita insufficienza renale con necessità didialisi.8

Due terzi delle persone con diabete di tipo 1 eoltre la metà di quelle con diabete di tipo 2 nonpresentano un adeguato controllo metabolico.9

Il 26-50% delle persone con diabete di tipo 2 nonè a conoscenza delle proprie condizioni e restanosenza cure. Questo significa che una persona su dueviene diagnosticata troppo tardi, generando un incre-mento delle complicazioni e dei costi. 10,11

Nonostante il diabete di tipo 2 abbia molti fattori di ri-schio (età, etnicità, fattori genetici, ipertensione, disli-pidemia e obesità) l’obesità è stata identificatacome il fattore con la più forte associazione al dia-bete di tipo 2.3

Un italiano adulto su tre è in sovrappeso (36%) euno su dieci è obeso (9,9%). In Italia ci sono oggi17,6 milioni di persone in sovrappeso e 4,9 milionidi obesi12

Anche le giovani generazioni hanno mostrato unascarsa capacità di gestire il peso: un bambino di 8-9anni su tre è in sovrappeso o obeso, ma in molte areedel sud la proporzione sale a uno su due. 13

Tutela della salute, costi del diabete:

I costi del diabete per il budget della sanità italiana am-montano al 9% delle risorse.3 Questo vuol dire più di9,22 miliardi di EUR* all’anno o 1,05 milioni di EURogni ora.

In generale il costo della sanità per un cittadino ita-liano con diabete è in media di 2.600 EUR* al-l’anno14, più del doppio rispetto a cittadini di pari etàe sesso, ma senza diabete.15,16

Nonostante le forti convinzioni, non è il trattamentodel diabete che costa di più ma il trattamento della suecomplicanze. In altre parole più sono lunghe le atteseper i trattamenti più questi costeranno.

Infatti, solo il 7% della spesa riguarda i farmaci antidiabete, il 25% è legato alle terapie per le compli-canze e le patologie concomitanti, mentre il 68% è re-lativo al ricovero ospedaliero e alle cure ambulatoriali.14

Diabete Fatti e Cifre in ItaliaChanging Diabetes Barometer Report

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3,3 milioni di italiani hanno il diabete, pari al 5,5% della popolazione totale.1

55

Da un punto di vista sociale, i costi economici inclu-dono anche perdita di produttività e conseguente-mente perdita di opportunità per lo sviluppoeconomico.17,18

Prevenzione, diagnosi precoce e cura:

La maggior parte dei casi di diabete di tipi 2 può essereprevenuta da un cambiamento degli stili di vita, in-cludendo una dieta sana con una limitata quantità digrassi e 30 minuti di moderato esercizio fisico quoti-diano.19

Lo Screening per il diabete e per il pre-diabete è con-veniente in tutti i cittadini sopra i 40 anni.20-22

L’intervento precoce produce significativi risparminei costi sanitari a lungo termine.20-22

L’efficace trattamento del diabete riduce signifi-cativamente le complicanze del diabete, come in-farto, ictus e grave deterioramento della vista. Iltrattamento efficace comporta un attento monitorag-gio e controllo del livello di glucosio nel sangue, pres-sione arteriosa e dei lipidi.23

Principali sfide e azione politica sul diabete:

Grandi sfide:

- rapida crescita del numero dei cittadini con dia-bete, pre-diabete e obesità. 1-3,12

- aumento della morbilità e mortalità legate al dia-bete e ai suoi fattori di rischio. 4

- crescente onere dei costi diretti e indiretti deldiabete e delle sue complicazioni per il sistemasanitario e la società italiana. 3,14-16

- lo scarso livello di educazione al diabete e disensibilizzazione alla salute stanno portando abassi livelli di conformità medica e al fallimento nelperseguire uno stile di vita sano.

Priorità chiave:

- prevenzione / strategie stili di vita

- investimenti nella diagnosi precoce / programmi discreening per le persone con diabete e pre-dia-bete

- sviluppo di un piano nazionale del diabete 10

- elevare il livello di consapevolezza e educazione circail diabete 10

- maggiore cooperazione tra professionisti di assi-stenza sanitaria e pazienti al fine di prevenire gravicomplicanze.10

- accrescere le conoscenze riguardo l’impatto del dia-bete e delle sue complicanze acute e croniche suicosti diretti, indiretti e intangibili.

Azioni politiche: 10

- Dal 2004, l’Italia ha un piano nazionale di preven-zione, che include una sezione sulla prevenzione dellecomplicanze del diabete. Questo piano stabilisce unquadro nazionale per l’implementazione daparte delle autorità regionali. Vincoli di bilanciospesso minano però l’implementazione regionale delpiano nazionale.

-

- Il Piano Sanitario Nazionale 2011-2013 pone ildiabete fra le priorità per il Sistema SanitarioNazionale.

- Dal 2007, gli ‘standard italiani per il trattamento deldiabete’ forniscono le linee guida per gli operatori sa-nitari.

- Attualmente l’Italia ha oltre 600 ‘Centri specialisticiper il diabete’.

- I sistemi sanitari regionali sono chiamati alla imple-mentazione di “chronic care model”, basati su unaforte centralità del paziente e una completa integra-zione fra medicina specialistica e territoriale, resa pos-sibile dalla definizione di percorsi assistenzialicondivisi.

Nel 2012 è stato varato dal Ministero della Salute il Piano Nazionale sulla Malattia Diabetica, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 7 Febbraio 2013 dopo l’approvazione in Conferenza Stato Regioni il 6 Dicembre 2012.

56

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Summary

F

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Chronic non-communicable diseases (NCDs) are one of themost difficult challenges for all health systems, both inindustrialized countries and in developing ones, because oftheir constant and relentless growth. The mostparadigmatic example is undoubtedly diabetes mellitus: itis estimated that the number of people with diabetes in theworld will grow from 171 million in 2000 to 366 million in2030.

in addition, it is estimated that at least onemillion people have undiagnosed diabetes. If the prevalenceof the disease will continue to grow at current rates, within20 years 5 million Italians will suffer from diabetes, withhuge health care, social and economic costs.Two main reasons are responsible for the diabetesepidemics: the aging of the population and the progressiveincrease in obesity. People over 65 years of age areexpected to double in the next 40 years. As for obesity, anISTAT 2008 survey shows that among people aged 18years, one in three is overweight and one in 10 is franklyobese. In absolute terms, in Italy there are now 17.6 millionoverweight and 4.9 million obese adults, compared to 3.9million in 2001. The obesity problem is also increasinglyevident in children: data from the “OKkio alla salute”study show that, among children 8-9 years old, 23.6% areoverweight and 12.3% are obese. This phenomenon isassociated with the appearance of Type 2 diabetes even inchildhood and adolescence.It's easy to understand that the fight against obesity anddiabetes go hand in hand and that it is necessary tocombine social and health policies to stem a growingphenomenon with enormous repercussions on the health ofthe population. The mortality rate for diabetes increases by1 .1% per year among men and 1 .3% among women andby 2030 diabetes will become the seventh leading cause ofdeath worldwide, and the fourth in industrialized countries.In Italy, about 27,000 people in the age group 20-79 yearsdie every year because of diabetes, i.e. one death every 20minutes. This figure is largely underestimated, because itdoes not take into account those of more advanced age, andbecause many deaths from other causes are actuallyattributable to diabetes. In addition to reducing the lifeexpectancy by 5-10 years, diabetes is responsible forserious and disabling complications (cardio-cerebrovascular disease, diabetic retinopathy, kidneyfailure, neurological and vascular lower limbcomplications) with a dramatic impact on health care

resource utilization and the related costs. Data from boththe DADA Group and the ARNO studies indicate that oneperson with diabetes in four is admitted in hospital at leastonce per year and that the risk of hospitalization forspecific complications/comorbidities is two to eight timesgreater than for a person of same age and sex, but withoutdiabetes. This translates into more than 12,000 excesshospitalizations per 100,000 person-years, with enormouseconomic impact, given that the average cost per patientwith diabetes is approximately 2600-3100 Euros per year,more than double compared with individuals of the sameage and sex, but without diabetes.Hospital admissions account for approximately 50% oftotal direct costs, and costs grow exponentially with thenumber of chronic complications. In absolute terms, thedirect costs for people with diabetes amount to about 9billion Euros per year, nearly 9% of Italian national healthexpenditure. But besides these, there are indirect costs (lostproductivity, early retirement, permanent disability, etc..)which are difficult to estimate and, for our country, notrecent. Data from other countries, such as the UnitedStates, indicate that indirect costs amount to 50% of thedirect ones.In addition to chronic complications, severehypoglycaemias represent an area less investigated, but ofgreat relevance: often related to treatment, they are animportant cause of direct and indirect costs since they oftenrequire hospitalization and lead to productivity loss andabsence from work. Hypoglycaemias are also responsiblefor important intangible costs, related to negative impacton quality of life, which in turn can lead to a reduction inthe amount of drugs taken and therefore to a worsemetabolic control.To prevent a further unsustainable increase in spending, itis therefore essential and urgent: to campaign for theprevention of obesity and diabetes, to increase efforts forearly detection of abnormalities of glucose metabolism, andto improve the quality of care provided to people withdiabetes. As for the first two points, scientific evidenceclearly documents the effectiveness of interventions onlifestyle (diet and physical activity) in reducing the risk ofdeveloping diabetes, as well as the positive cost-effectiveness of screening for early alterations of glucosemetabolism.The active search for the presence of diabetes in people atrisk is crucial, both to intervene before the onset ofcomplications and because early and intensive treatment ofdiabetes and associated cardiovascular risk factors is themost effective way to reduce long-term consequences.Nevertheless, it is still very difficult to achieve the desiredgoals in many people with diabetes, as shown by “AMD

F

In Italy, according to the Italian Institute of Statistics (ISTAT) data, the prevalence of diabetes has grown in the last 12 years from 3.7% to 5.5%, a figure that rises to almost 15% in the 65-74 years age group, and to 20.3% for

million Italian citizens have diabetes (over 90% have Type 2 diabetes);

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Annals”, which provide an yearly insight into the quality ofcare provided by diabetologists to over 400,000 people withdiabetes. Similar results have emerged from a surveyconducted by the Research Institute of the Italian Society ofGeneral Practice (SIMG). Although not directlycomparable (specialists tend to see patients with higherlevels of complexity), data from both sources show a clearneed to increase efforts for a more intensive and timelytreatment of major cardio-metabolic risk factors.Continuous quality improvement initiatives are thereforeurgently needed. To this respect, an experience conductedby a network of Diabetes Clinics in Sicily shows that aprocess of measuring, evaluating and improving the qualityof care produces tangible and favourable changes inseveral process and outcome indicators. The application tothese data of a mathematical model for predicting long-term benefits indicates that this type of initiative, ifextended to the whole Italian population with diabetes,could save almost 1.5 million years of life in 15 years, cutthe costs by more than 3 billion Euros, and substantiallyreduce the more serious complications.A further step to improving quality of care is to recognizethat quality of life of patients is essential as a mediatorbetween clinical decisions and outcomes. Despite thegeneral agreement about the central role played by theperson with diabetes in any chronic care model, qualityindicators usually include only clinical parameters. A newItalian project recently launched (BENCH-D) willconjugate the approach already used in the aforementionedexperience in Sicily with the system of data collectionutilized in the AMD Annals initiative and the adoption ofnew humanistic indicators, including patient quality of lifeand satisfaction for the care received. The project willinvolve diabetes centers in four Italian regions (Piemonte,Marche, Lazio, Sicily) and will represent an importantoccasion to test whether it is possible to implementbenchmarking activities to improve not only clinicalperformance, but also patient-centred measures. This studywas promoted in the context of the Changing Diabetes®Barometer, an international program that aims to tackle thepandemic of diabetes and reduce its negative effectsthrough the measurement of diabetes care status, thecommunication of results, the implementation ofimprovement actions, and the promotion of cross-sectorpartnership.This philosophy is also reflected in the new Italian NationalHealth Plan 2011-2013, which identifies diabetes as achronic condition that requires particular attention,emphasizes the need for a multidisciplinary approach andunderlines the centrality of the person with diabetes and hisactive involvement and responsibility in managing the

disease. The Plan also pays particular attention to theprevention of major chronic NCDs, through intervention onunhealthy individual behaviours. In this regard, ofparticular value is the recent “Policy and StrategyDocument”, a result of collaboration between ScientificSocieties involved in the management of diabetes, whichidentifies nine “tools” to improve the quality of care forpeople with diabetes.In conclusion, the fast-changing scenario regarding chronicconditions in general and diabetes in particular, requires adeep change in the ways care is provided. The lack ofprevention and early diagnosis initiatives, and thepersistence of profound heterogeneity in diabetes care, willsoon make the enormous clinical, social and economicburden of complications unsustainable, and, for the firsttime in history, life expectancy of future generations couldbe less than the current ones. To avert this threat, we willneed to implement health policies that, taking the diverseregional situations into consideration, are consistentthroughout the nation and in line with the overall strategiesand orientations proposed.

Dr. Antonio NicolucciHead, Clinical Pharmacology and Epidemiology LaboratoryConsorzio Mario Negri Sud

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Morbidity and Mortality:

An additional 2,65 million citizens (6% of the popula-tion) suffer from impaired glucose tolerance (pre-dia-betes).2

This situation will deteriorate in the future, with an es-timated 5 million adult citizens with diabetes in2030.2

Over 27.000 Italian citizens in the age range 20-79 years die from diabetes every year.2 This is 3 cit-izens every hour.

Type 2 diabetes, accounting for 90% of all diabetes inItaly, decreases life expectancy by 5-10 years.3

According to the WHO, diabetes will represent by2030 the 4th leading cause of death in Europe. 4

Diabetes is a leading cause of cardiovascular dis-ease, renal disease, blindness and limb amputa-tion.2 About 70-80% of all EU citizens with type 2diabetes die of cardiovascular disease.3 Many citizenssuffer from other diabetes-related complications. Thefollowing figures were found for Italy specifically:

- 10% of all people with diabetes suffer from coronaryheart disease,5

- 32% of all people with diabetes suffer from neu-ropathy, 6

- up to 34% of all people with diabetes suffer fromretinopathy, which may lead to blindness, 7,8

- 39% of people with type 2 diabetes suffer from mi-croalbuminuria, which may lead to renal failure. 8

Two-thirds of people with type 1 diabetes and overhalf of those with type 2 diabetes are not in goodcontrol.9

26-50% of all people with type 2 diabetes are un-aware of their condition and remain untreated. Thismeans that up to one out of two people are diagnosedtoo late, resulting in increased complications and costs.10,11

While type 2 diabetes has many risk factors (includingage, ethnicity, genetic factors, hypertension, dyslipi-

demia and obesity), obesity has been identified ashaving the strongest association with type 2 dia-betes.3

One in three Italian adults are overweight (42%) andalmost one in ten is obese (9,3%). One in four Ital-ian women are overweight (36%) and one in ten isobese (9,9%). 12

Younger generations have also displayed poor weightmanagement: one in three of 8-9 year olds are over-weight or obese, but the proportion raises to one intwo in Southern Italy. 13

Healthcare Costs of Diabetes:

Diabetes costs the Italian healthcare budget 9% of itsresources.3 This is over 9,22 billion EUR* a year o1,05 million EUR every hour.

The general healthcare cost for an Italian citizen withdiabetes is on average 2.600 EUR* a year, i.e. morethan double the average cost for a citizen without dia-betes.15,16

Despite strong beliefs, it is not the treatment of dia-betes that costs the most; it is the treatment of its com-plications. In other words, the longer one waits fortreatment, the more it will cost.

Indeed, only 7% of the costs is attributable to anti-diabetic drugs, while 25% of these expenditures arespent on the treatment of diabetes complications andcomorbidities, and 68% is related to hospitalisationand ambulatory care.14

Economic costs to the wider society also include loss ofproductivity and associated lost opportunities foreconomic development.17,18

Diabetes Facts and Figures in ItalyChanging Diabetes Barometer Report

* Derived from the World Health Statistics 2008(http://www.who.int/whosis/whostat/2008/en/index.html) and basedon the USD/EUR exchange rate of 22/10/2005. 1 Billion = 109, in ac-cordance to the short scale English usage.

3,3 million Italian adults have diabetes, i.e. 5,5% of the total population.1

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Prevention, Early Detection and Care:

Most cases of type 2 diabetes can be prevented bylifestyle changes, including a healthy diet with a lim-ited amount of fat intake and 30 min. of moderate ex-ercise every day.19

Screening for diabetes and pre-diabetes is cost-ef-fective in all citizens aged over 40.20-22

Early intervention produces significant savings inhealthcare costs in the long term.20-22

Effective treatment of diabetes significantly re-duces diabetes complications, such as heart attack,stroke and serious deterioration of vision. Effectivetreatment involves close monitoring and control ofblood glucose levels, blood pressure and lipids.23

Key Challenges and Policy Actions on Diabetes:

Major Challenges:

- rapidly increasing number of citizens with dia-betes, pre-diabetes and obesity 1-3,12

- increasing morbidity & mortality related to dia-betes and its risk factors 4

- growing direct and indirect cost burden of dia-betes and its complications for the Italian healthcaresystem and society 3,14-16

- poor level of diabetes education and healthawareness leading to low levels of medical compli-ance and failure to pursue a healthy lifestyle.

Key Priorities:

- prevention / life-style strategies

- investment in early detection / screening pro-grammes for people with diabetes and pre-diabetes

- development of a national diabetes plan10

- raising the level of awareness and educationabout diabetes10

- increased cooperation between health care pro-

fessionals and patients to prevent severe com-plications 10

- increased knowledge about the impact of diabetesand its acute and chronic complications on direct,indirect, and intangible costs.

Policy Actions10:

- Since 2004, Italy has a national prevention plan,including a section on diabetes complications pre-vention. This plan sets out a national frameworkfor implementation by the regional authorities.Budget constraints often undermine however theregional implementation of the national plan.

-

- Since 2007, the ‘Italian standard for the treatment ofdiabetes’ provides guidelines for health profession-als.

- The National Health Care Plan 2011-2013 identifydiabetes as one of the top priorities for the Na-tional Health Care System.

- Currently, Italy has over 600 ‘Specialist Centers forDiabetes’.

- Regional health care systems are urged to implementchronic care models, centered on patients andbased on a strong integration between primary andsecondary care, made possible by the identificationof the sequence of health interventions enabling thebest match between the most modern standards ofcare and the current economic crisis / organizationaldifficulties.

A national plan for diabetes has been approved by the Ministry of Health on December 2012

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ISTAT. Annuario statistico italiano 2012.

This monograph was printed thanks to the unconditional support of


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