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La Ratio Studiorum Dei Gesuiti (1)

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    Storia dItalia Einaudi

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    Edizione di riferimento:Ratio atque institutio studiorum Societatis Jesu, a cura diMario Salomone, Feltrinelli, Milano 1979

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    Sommario

    Regole del preposito provinciale 1

    Regole del rettore 16

    Regole del prefetto degli studi 21

    Regole generali per tutti i professori dei corsisuperiori 27

    Regole del professore di sacra scrittura 32

    Regole del professore di lingua ebraica 36

    Regole del professore di teologia scolastica 36

    Regole del professore di casi di coscienza 41

    Regole del professore di filosofia 44

    Regole del professore di filosofia morale 50

    Regole del professore di matematica 50

    Regole del prefetto degli studi inferiori 51

    Norme per lesame scritto 64Norme per i premi 66

    Regole generali per i professori dei corsi inferiori 69

    Regole del professore di retorica 81

    Regole del professore di umanit 89

    Regole del professore della classe superiore digrammatica

    95

    Regole del professore della classe media digrammatica

    99

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    Regole del professore della classe inferiore digrammatica

    102

    Regole degli studenti appartenenti alla nostracompagnia

    106

    Disposizioni per coloro che con studiopersonale ripetono per un biennio la teologia

    108

    Regole del collaboratore dellinsegnante obidello

    111

    Regole degli studenti esterni alla compagnia 112

    Regole dellaccademia 114

    Regole del prefetto dellaccademia 117

    Regole dellaccademia dei teologi e dei filosofi 118

    Regole del prefetto dellaccademia dei teologi 120

    Regole dellaccademia per studenti di retorica edi umanit

    121

    Regole dellaccademia degli studenti digrammatica

    123

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    REGOLE DEL PREPOSITO PROVINCIALE

    1) Il preposito provinciale deve avere la massima curache il frutto corrisponda abbondantemente alla tantocomplessa fatica delle nostre scuole, come la grazia dellanostra vocazione esige. Infatti uno dei principali compitidella nostra compagnia di trasmettere agli altri tuttele discipline consone al nostro ordine, in modo tale daeccitarli alla conoscenza e allamore del nostro creatore eredentore.

    2) Per questo, oltre a raccomandare bene al rettore ta-le compito, nel Signore, egli deve affiancargli un prefet-to degli studi o cancelliere, uomo molto preparato nellelettere, che efficacemente provveda, con zelo e discerni-mento, agli obblighi che gli saranno affidati. Suo com-pito di essere lo strumento generale del rettore per ilbuon funzionamento degli studi. I professori e tutti glistudenti, sia che vivano nel collegio, sia che eventualmen-

    te si trovino nei seminari dei convittori e degli alunni,nonch gli stessi prefetti degli studi nei seminari, devonoobbedirgli per tutto quanto riguarda lattivit scolastica,con la dovuta umilt.

    3) Qualora, per la grandezza e la complessit del ginna-sio, un solo prefetto degli studi non sembri sufficiente aprovvedere alle esigenze di tutte le scuole, il provincialedeve nominarne un altro, che su delega del prefetto ge-

    nerale diriga gli studi inferiori. Anzi, qualora la situazio-ne lo richieda, se ne aggiunga un terzo per latrio dellescuole.

    4) Deve procurarsi tempestivamente i professori per cia-scun corso, scegliendo i pi adatti alle varie materie, col-ti, diligenti, assidui e che si preoccupino del profitto de-gli studenti sia nelle lezioni sia nelle altre esercitazioniscolastiche.

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    5) Deve dimostrare molta diligenza nel promuovere lostudio dei testi sacri: vi otterr buoni risultati se sceglie-r per tale incarico persone che, oltre a essere espertenelle lingue (requisito estremamente necessario), sianoanche molto versate nella teologia e nelle altre materie,nella storia e nella varia erudizione, nonch, per quantopossibile, nelleloquenza.

    6) Gli studenti di teologia devono seguire questo inse-gnamento della sacra scrittura per la durata di un bien-nio, nel secondo e terzo anno di teologia, con tre quar-ti dora circa al giorno, dove i professori di teologia sonodue. Dove invece i professori sono tre, per meno tempotutti i giorni o, se si preferisce, pi a lungo un giorno s euno no.

    7) Il professore di sacra scrittura, se non vi sono difficol-t, deve insegnare anche lebraico, o perlomeno deve far-lo un teologo. Inoltre sarebbe auspicabile che oltre allalingua greca, per via del nuovo testamento e della versio-ne dei settanta, il prescelto conoscesse anche la caldea ela siriaca, in quanto nei libri canonici vi , qua e l, moltodi derivato da tali lingue.

    8) Gli studenti di teologia devono seguire linsegnamentodi lingua ebraica per un anno, nel secondo o nel terzoanno di corso, a meno che non vi siano giudicati deltutto inadatti. Inoltre, come indicato nelleCostituzioni,il preposito provinciale deve decidere quali siano coloro

    da avviare a questo studio. I prescelti devono dedicarsimaggiormente allebraico durante il biennio prescrittoa chi ripete teologia, anzi, gi durante il corso devonointegrarlo, se possibile, con unaccademia privata, perlo meno durante le vacanze.

    9) 1. Deve aver cura che il corso di teologia si compiain quattro anni, come stabiliscono leCostituzioni, e chelinsegnamento venga impartito da due o, se non si pu

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    fare altrimenti, da tre professori ordinari, secondo lu-so delle province. In caso di tre professori, il terzo inse-gnamento sar di teologia morale e vi si illustreranno,ex

    professoe con solida dottrina, gli argomenti morali chei professori ordinari solitamente trascurano del tutto otrattano soltanto per sommi capi. I nostri devono seguir-ne linsegnamento per un biennio almeno e per altri dueanni quello di sacra scrittura.

    2. Deve ricordarsi soprattutto di nominare sulle catte-dre di teologia soltanto seguaci di S. Tommaso. Coloroche invece gli sono contrari o anche solo hanno poca cu-ra della sua dottrina devono essere esclusi dallinsegna-mento.

    10) Allinizio del quarto anno il provinciale deve sceglie-re, in accordo con il rettore, il prefetto, i professori e isuoi consiglieri, alcuni allievi distintisi per provata virte potenza dingegno, perch, a giudizio dei superiori, sipreparino individualmente e tranquillamente a ripetere,come prescritto dalleCostituzioni, per due anni il corsadi teologia e affrontare i saggi. A tale proposito seguepi oltre una norma particolare: alcuni di essi potran-no, previa autorizzazione del generale e secondo la tra-dizione locale, essere promossi al grado di dottore o dimaestro.

    11) Dove consuetudine che la promozione ai gradi ac-cademici avvenga pubblicamente, si deve osservare rigo-

    rosamente laCostituzione. Di conseguenza non bisognapromuovere nessuno se nel sostenere le tesi di scolasti-ca non inserisce un certo numero di tesi tratte dai passipi importanti della scrittura. Il criterio di promozionee le altre formalit devono seguire usanze e regolamentilocali (purch non in contrasto con leCostituzioni).

    12) In quel collegio in cui esista per i nostri un seminariodi casi di coscienza, se ne incarichi due professori, che

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    spieghino per un biennio tutto il programma, dopo es-serselo diviso, o un professore soltanto, che svolga ognigiorno due lezioni.

    13) Sia che vi sia, sia che non vi sia una lezione pubblicadi casistica, due volte alla settimana nelle case professe,una o due nei collegi, secondo come abbia giudicata me-glio nel Signore, i nostri sacerdoti devono riunirsi per unconfronto di opinioni sui casi, dopo aver scelto un mo-deratore che possa reggere tale compito con prudenza esicurezza. Egli deve spiegare e far osservare le regole delprofessore di casistica, in cui si prescrivono le modalitdi svolgimento della riunione.

    14) Un simile esame dei casi, ma una volta sola alla set-timana, deve essere attuato anche nei collegi principali,sia che vi siano uno o due professori, sia che non ve nesiano, indirizzato specialmente agli studenti di teologia.

    15) Inoltre, nessun allievo di casistica e nessun sacerdo-te, che, di regola o saltuariamente, sia addetto alle con-

    fessioni, deve essere esonerato da tutte queste citate riu-nioni, tranne i professori di teologia e di filosofia e que-gli altri che il superiore abbia ritenuto di esentare. Anzi,il superiore stesso deve essere presente, salvo casi limitatie per gravi motivi.

    16) I professori di filosofia, tranne casi eccezionali, nonsolo devono aver seguito tutto il corso di teologia, ma de-vono averla ripetuta per un biennio, affinch la loro dot-

    trina possa essere pi solida e servire meglio alla teologia.Se poi dovessero risultare troppo aperti alle novit o dispirito troppo libero, occorre rimuoverli senza esitazionidallinsegnamento.

    17) Nei collegi in cui studiano allievi della compagnia ilcorso di filosofia deve durare come minimo tre anni. Seinvece vi si trovano soltanto studenti esterni, la decisionesulla durata deve essere demandata al provinciale. Indi-

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    cativamente, per, ogni anno si deve cominciare un cor-so e finirne un altro.

    18) Sebbene la durata dello studio di umanit e di reto-rica non possa essere precisata, e spetti al superiore valu-tare quanto ciascuno vi si debba dedicare, tuttavia il pre-posito provinciale non deve ammettere al corso di filo-sofia i nostri prima che abbiano compiuto un biennio diretorica, sempre che non vi sia nulla in contrario, nel Si-gnore, a motivo dellet, della capacit o di qualche altracausa. Qualora alcuni allievi siano forniti di doti intellet-tuali tali da consentire loro grandi progressi proprio inquesti studi, tanto da gettarvi basi pi solide, si dovr va-lutare se meriti concedere loro un terzo anno di frequen-za.

    19) 1. Intrapreso il corso di filosofia, verso la fine del-lanno tutti gli studenti dovranno essere sottoposti a unrigoroso esame da parte degli esaminatori designati, allapresenza del rettore e, se possibile, dello stesso provin-ciale. Nessuno pu essere promosso dal primo al secon-do anno o dal secondo al terzo se non raggiunge almenoun rendimento medio, cio la comprensione delle nozio-ni apprese e la capacit di riesporle. Nessuno, poi, deveessere ammesso alla teologia scolastica se non raggiun-ge il livello medio in tutta la filosofia, tanto da poternedifendere le asserzioni e sostenerle riscuotendo approva-zione. A meno che uno, mediocre, non brilli per per lesue doti di comando o di predicazione: in tal caso il pro-

    vinciale pu disporre diversamente, fermo restando chenon ha la possibilit di dispensare in altri casi.

    2. In tutta questa materia, poich da considerarsidi grande importanza di fronte al Signore e da condursicon grande ponderazione, per la maggior gloria di Dio,il provinciale deve osservare innanzi tutto le regole 49 e56 del provinciale, riguardo al suo ufficio, e tener contosoprattutto della virt.

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    3. Con criterio simile occorre esaminare alla fine diogni anno scolastico coloro che frequentano teologia.Nessuno pu essere promosso allanno successivo se, agiudizio degli esaminatori, non avr superato il livellomedio nel programma svolto in quellanno. Fatta ec-cezione per coloro che, nel resto mediocri, il provincia-le giudicher possano continuare in considerazione delleloro chiare doti.

    4. Coloro che nel corso degli studi fossero trovati ina-datti alla filosofia o alla teologia devono essere destina-ti, a giudizio del provinciale, allo studio della casistica oallinsegnamento.

    5. Devono essere sottoposti al medesimo esame anchecoloro che prima del loro ingresso nella compagnia ab-biano frequentato il corso di filosofia o una sua parte, ouna parte del corso di teologia, in modo da appurare allostesso modo il loro livello.

    6. Gli studenti di metafisica e coloro che vengono pro-

    mossi dal terzo al quarto anno di teologia devono esse-re sottoposti a esame per la durata di unora. Negli altrianni di filosofia e di teologia lesame si protragga almenomezzora. Linizio degli esami degli studenti di metafi-sica deve avvenire subito dopo le feste pasquali, a menoche lalto numero degli esaminandi non costringa ad an-ticiparlo. Gli altri comincino verso la fine dellanno. De-ve costituire materia desame tutto il programma svolto

    dagli insegnanti nel corso dellanno scolastico, eccettua-te le parti che si trovano a ridosso delle date desame, daprecisare a discrezione del prefetto degli studi.

    7. Gli esami, che servono a stabilire se gli studenti difilosofia o di teologia possono essere promossi agli annisuccessivi, devono svolgersi a scrutinio segreto. Lesitodeve essere verbalizzato in un apposito libro assieme al

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    giudizio degli esaminatori. Tutti i partecipanti allesamedevono mantenere il segreto.

    8. Inoltre, qualora qualche studente di metafisica odi teologia, a giudizio degli esaminatori, cui occorre at-tenersi, abbia raggiunto la mediocrit e abbia inoltre, agiudizio dei consiglieri della provincia e altri autorevo-li esperti chiamati a consulto, eccellenti doti di governoo di predicazione, resta in potere del provinciale pren-dere, dopo attenta riflessione, la decisione che egli abbiaritenuto, nel Signore, utile alla maggior gloria di Dio eal bene generale della compagnia. Nel caso che ritengadi non fargli proseguire gli studi, deve, come gi detto,registrare la decisione sullapposito libro.

    9. Il provinciale, assieme ai suoi consiglieri e alle altrepersone autorevoli che li osservarono, deve soppesareattentamente la bont delle capacit di predicazione edi governo, che coloro che si agevola devono possedereper poter essere ammessi al corso di teologia scolastica,nonostante il profitto appena mediocre in filosofia, o acontinuare nella teologia scolastica nonostante il profittomediocre nella materia.

    10. Deve per assicurarsi che godano del privilegiodi una facilitazione negli studi soltanto giovani umili everamente ricolmi di piet e di mortificazione, che se nedimostrino meritevoli.

    11. Verso la fine del quarto anno di teologia deve esse-

    re fissato lultimo esame, di almeno due ore per ciascunstudente, per il passaggio a professi. Largomento del-lesame costituito da unampia esposizione dei princi-pi fondamentali della filosofia e della teologia. Sarannogiudicati idonei alla professione dei voti soltanto coloroche abbiano raggiunto in filosofia e in teologia il livellodi conoscenza necessario a insegnare entrambe le mate-rie con approvazione. Se poi qualche studente con una

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    preparazione disuguale dimostrer qualit di governo edi predicazione tanto vive che paia opportuno tenerneconto, si demander la decisione al preposito generale.A questultimo spetta anche di decidere sul caso di colo-ro che la sesta Congregazione, decreto 29, decide di faci-litare in considerazione della loro eccellente conoscenzadelle lingue classiche o indiane.

    12. Questultimo esame, che serve a valutare se i can-didati hanno una formazione sufficiente per essere am-messi alla professione dei quattro voti, deve avvenire convotazione segreta (i voti incerti devono essere considera-ti nulli). Inoltre gli esaminatori saranno anche vincolaticon giuramento a non rivelare il proprio parere e a giu-dicare serenamente la dottrina e lidoneit dei candidati.

    13. Ciascun membro della commissione deve conse-gnare il proprio giudizio scritto sia al provinciale sia algenerale, convalidandolo con la propria firma. Quellodestinato al provinciale dovr portare lavvertenza so-li, in quanto egli deve trascrivere sullapposito libro sol-tanto lesito del giudizio, omettendo i nomi degli esami-natori, con tanta prudenza nel mantenere il segreto chenessuno, neppure il suo stesso segretario, possa arrivarea scoprire come hanno votato. In considerazione di ci,deve anche bruciare immediatamente il foglio con il lorogiudizio.

    14. In tutti i seminari di filosofia e di teologia devono

    esserci come minimo quattro esaminatori, designati dalgenerale, addetti a tutti i suddetti esami. Nei limiti delpossibile, essi non devono essere gli stessi insegnantidei candidati. Se poi si verifica che qualcuno muoia onon possa essere presente allesame perch allontanatoda altri impegni, il provinciale deve sostituire i mancanticon altri membri che saranno vincolati con la medesimaformula di giuramento.

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    15. Nel caso di dottori in legge e diritto canonico cheentrano a far parte della compagnia, il provinciale deveosservare le norme contenute nella parte V, capitolo 2,paragrafo 2, B delleCostituzioni. Dovranno essere egual-mente sottoposti a esame anche i dottori in teologia, seve ne sono, qualora vi siano dubbi sulla loro preparazio-ne. Qualora non superino il livello medio, non devonoessere assolutamente ammessi alla professione dei quat-tro voti.

    20) Tutti gli studenti di filosofia anche nel secondo annodevono frequentare ogni giorno in scuola, per circa trequarti dora, una lezione di matematica. Qualora alcunisi rivelino idonei e predisposti a tali studi, potranno,dopo il corso, esercitarsi con lezioni private.

    21) 1. Le classi del corso di studi inferiore (tralascian-do, per i motivi addotti nella parte quarta delleCostitu-zioni c. 12, C , le scuole elementari) non devono esse-re pi di cinque: retorica, umanit e le tre di grammati-ca.

    2. Questi cinque livelli sono infatti cos strettamentelegati fra di loro, che in nessun modo devono essere ri-mescolati o aumentati, sia per non dover aumentare inu-tilmente anche il numero di docenti ordinari, sia perchuneccessiva quantit di classi e di livelli non allunghi pidel dovuto il tempo occorrente al completamento di que-sti studi inferiori.

    3. Qualora le classi siano meno di cinque, neppurein tal caso i cinque livelli devono essere modificati: sipotr piuttosto raggruppare due livelli in una sola classe,affinch ciascuno corrisponda a uno dei cinque livelli,secondo le modalit prescritte nella regola ottava delprefetto degli studi inferiori.

    4. Inoltre, nel caso che le classi siano troppo poche, ilprovinciale deve fare in modo di salvaguardare sempre,

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    per quanto possibile, le superiori, anche a detrimentodelle inferiori.

    5. Dicendo che le classi inferiori di grammatica nondevono essere pi di tre e nel complesso non pi di cin-que, ci riferiamo non tanto al numero di classi e di do-centi, quanto alla quantit di livelli, ora descritti. Infat-ti, in caso di un numero di allievi tale che un solo pro-fessore non possa bastare, la classe potr essere sdoppia-ta, con autorizzazione del generale, purch comunque inentrambe sia identico il livello, il tenore delle lezioni, ilcriterio di insegnamento e lorario.

    6. Tuttavia, lo sdoppiamento non opportuno se nondove si trovano studi generali della compagnia o dovelo esigono le clausole per la fondazione del collegio, inmodo da non appesantire la compagnia di pi oneri deldovuto.

    22) Allo scopo di conservare la conoscenza della cultu-ra classica cos come di assicurare la formazione degli

    insegnanti, il provinciale deve garantirsi nella provinciaalmeno due, o anche tre persone che si distinguano inquesto campo e nelleloquenza. Otterr questo risultatosforzandosi di riservarvi sistematicamente alcuni fra co-loro che sono adatti e predisposti verso tali studi e suf-ficientemente preparati anche nelle altre materie. Gra-zie al loro zelante impegno potr cos crescere e molti-plicarsi una stirpe, o se si preferisce una messe di buoni

    insegnanti.23) Far in modo che gli insegnanti adottino laGramma-ticadi padre Emmanuele. Se poi in qualche situazione ilsuo metodo si rivelasse troppo difficile per le capacit dicomprensione degli allievi, gli insegnanti adottino laRo-manaoppure, dopo aver consultato il preposito genera-le, ne facciano stendere unaltra analoga, purch comun-

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    que abbia la stessa forza e precisione di tutte le regoledellAlvarez.

    24) Deve preoccuparsi di avere il maggior numero possi-bile di insegnanti stabili di retorica e di grammatica. Ciavverr indirizzandovi e incoraggiandovi risolutamenteun certo numero di giovani che, terminati gli studi di ca-sistica e anche di teologia, egli, nel Signore, abbia giudi-cato poter giovare alla compagnia meglio in questo chein qualsiasi altro compito, cos che si dedichino animae corpo a una tanto utile impresa a maggior servizio diDio.

    25) Giover anche che, nel momento in cui fanno il lo-ro ingresso nella compagnia, si accettino alcuni giovaniadatti allinsegnamento, ma non in grado, per et o perintelligenza, di proseguire negli studi superiori: lammis-sione avverr con la condizione che si prestino a dedi-care la loro vita, obbedienti a Dio, a questinsegnamen-to nelle scuole. Anche di ci si deve prender nota nel li-bro del provinciale. Costoro, per, dopo un numero dianni di insegnamento pi o meno grande, secondo come,nel Signore, sar parso opportuno, potranno frequentareun breve corso di casi di coscienza e diventare sacerdo-ti, ma devono poi tornare al loro compito di insegnare.Non devono essere rimossi dallincarico se non per gravimotivi e dopo attenta riflessione, a meno che il preposi-to provinciale non decida eventualmente una sospensio-ne di uno o due anni in considerazione delle loro condi-

    zioni di salute.26) Il provinciale non deve esonerare i nostri allievi dal-linsegnamento della grammatica o dellumanit, a menoche considerazioni di et o di altra natura non suggeri-scano, nel Signore, di stabilire altrimenti. Bisogna tutta-via aver cura che coloro che mostrano doti di predicazio-ne, specialmente se rare, non siano impiegati pi a lun-go del necessario nel compito di insegnare e non arrivino

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    cos nel caso contrario alla predicazione tardi, dopoessersi logorati in quegli studi.

    27) Deve, ancora, scegliere in ogni corso uno, due, treo pi studenti, in rapporto al numero dei frequentanti,con profitto superiore agli altri, da indirizzare verso lateologia. In caso di necessit o se gli parr opportuno,potr comunque avvalersi di loro, una volta terminati glistudi e il terzo anno di approvazione, per linsegnamentodella grammatica o di umanit.

    28) Deve fare in modo che non siano assolutamente

    impiegati nelle scuole coloro che, iscritti al corso difilosofia, non lo hanno ancora frequentato, sempre chenon manchi gente che labbia gi studiata.

    29) Deve anche far s che i nostri inizino linsegnamentodalla classe per la quale hanno una maggiore preparazio-ne, cos da poter passare ogni anno al livello successivocon buona parte dei loro allievi.

    30) E perch i nostri siano sufficientemente preparatiquando giungono allinsegnamento, estremamente ne-cessario che vi si preparino con laccademia privata. Losi raccomandi assai al rettore, perch vi provveda dili-gentemente, come prescritto dalla sua regola 9.

    31) Deve provvedere a che nei collegi, soprattutto i prin-cipali, nei quali maggiore il numero di allievi esterni, cisiano pi confessori, in modo che gli studenti non deb-

    bano andare tutti da uno solo. In considerazione di ci,occorre che talvolta ve ne siano a disposizione di straor-dinari, cos da accontentare un maggior numero di peni-tenti.

    32) Nei collegi, specie nei pi piccoli, si impegner per-ch lorganico dei coadiutori sia sufficiente e non costrin-ga il rettore a servirsi delle prestazioni di docenti e allieviper i lavori domestici.

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    33) Affinch ai nostri non manchino i libri nella quantitnecessaria, deve riservare allincremento della bibliotecaun fondo proveniente dai beni del collegio stesso o daaltri introiti, che assolutamente proibito destinare adaltri usi.

    34) Faccia la massima attenzione, come elemento digrandissima importanza, che si evitino assolutamentenelle nostre scuole le opere di poesia e di qualsiasi al-tro argomento, che possano nuocere allonest e ai buo-ni costumi, a meno che prima non siano stati censuratifatti e termini sconci. Qualora non possano proprio es-sere emendate, come nel caso di Terenzio, piuttosto nonsi leggano del tutto, in modo che un certo tipo di conte-nuti non offenda la purezza degli animi.

    35) Stabilisca lorario di inizio e di fine delle lezioniper tutto lanno, nelle localit in cui varino secondo lastagione. Stabilitolo, occorre attenervisi con continuit.Allo stesso modo, non bisogna consentire con leggerezzadi ritardare o anticipare il giorno di vacanza settimanale.Infine, bisogna stare attenti che si osservi strettamente ladistribuzione dei giorni di scuola e di vacanza.

    36) Qualche momento di riposo necessario tanto quan-to la continuit del lavoro scolastico. Tuttavia bisognaevitare di aggiungere nuove occasioni di far festa e ga-rantire losservanza regolare di quelle che vengono indi-cate, e in merito alle quali bisogna specialmente notare

    quanto segue.37) 1. Le vacanze annuali dei corsi superiori nondevono essere pi brevi di un mese, ne pi lunghe didue. La retorica, a meno che le abitudini delluniversitnon richiedano diversamente, deve avere una vacanzadi un mese. Lumanit di tre settimane, la grammaticasuperiore due, una soltanto le altre.

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    2. Faccia redigere un elenco dei giorni festivi secondoluso della sua regione, in modo che siano certi e fissi,piuttosto diminuendoli che aumentandoli.

    3. Le vacanze per le superiori vanno dalla vigilia di Na-tale fino alla Circoncisione, per le inferiori da mezzogior-no della vigilia fino agli Innocenti.

    4. Dove si usa, vacanza dalla domenica di quinquage-sima fino al mercoled delle ceneri, ma al pomeriggio diquel giorno tutti facciano lezione.

    5. Vacanza dalla Domenica delle Palme fino alla Do-menica in Albis per le superiori, per le inferiori da mez-zogiorno di mercoled prima di Pasqua fino al marteddopo Pasqua.

    6. Dalla vigilia di Pentecoste per le superiori, da mez-zogiorno della stessa vigilia le inferiori, fino al martedsuccessivo, oltre al gioved.

    7. La vigilia del Corpus Domini, vacanza solo a partire

    da mezzogiorno sia per le inferiori sia per le superiori.Solo al mattino, invece, per la commemorazione deidefunti.

    8. Inoltre, nei giorni di lezione delle sole classi inferiori,lorario fissato non deve essere assolutamente ridotto.

    9. Qualora a causa delle processioni pubbliche non siapossibile svolgere le lezioni al mattino, si tengano almeno

    al pomeriggio. Tuttavia si faccia sezione anche al mattinodurante le rogazioni, dove c quella consuetudine.

    10. Almeno un giorno della settimana deve essereriservato al riposo. Nel caso di due giorni festivi nellastessa settimana, non si faccia pi il giorno di vacanza,a meno che le festivit non siano disposte in modo cheil primo giorno cada di luned e il secondo di sabato:potr allora essere concesso un altro giorno di vacanza.

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    Nel caso, invece, di giornata festiva durante la settimana,al mercoled o al gioved, si far vacanza in quel giorno,e in nessun altro. Se poi capita di luned o di sabato,si far vacanza egualmente al mercoled. Infine, se lafesta dovesse capitare di marted o di venerd, se non cpredica ed possibile concedere una buona ricreazione,non si far nessun altro giorno di vacanza. Se invece non possibile, si conceder anche il mercoled o il gioved.

    11. Per le classi superiori la vacanza sar di uninteragiornata, nelle inferiori invece bisogna far lezione perunora e mezzo in retorica, per due ore nelle altre classi.Al pomeriggio, vacanza per tutti. Dallinizio di giugno,vacanza per tutta la giornata per tutte le classi.

    38) Infine, affinch tutta questa fatica della compagniaproduca buoni frutti per la maggior gloria di Dio, il pro-vinciale deve aver cura che tutti, superiori e sottoposti,osservino rigorosamente le rispettive disposizioni circalorganizzazione degli studi.

    39) E poich si possono verificare nella distribuzione enella quantit delle ore riservate allo studio, nelle ripeti-zioni, nelle dispute e negli altri esercizi, come anche nel-le vacanze, delle variazioni dovute alla diversit di regio-ni, tempi, persone, il provinciale, se valuter che qualco-sa possa meglio garantire il buon profitto degli studi, de-ve farne relazione al preposito generale perch possanoessere presi tutti quei provvedimenti che rispondano alle

    necessit, a patto che si attengano il pi possibile allor-dinamento generale dei nostri studi.

    40) Infine, il provinciale deve tenere molto a cuore leistruzioni delle regole dei docenti delle classi inferiori cir-ca la piet, la disciplina dei costumi e linsegnamento del-la dottrina cristiana e quelle delle regole generali per tuttii docenti circa i costumi e la piet, in quanto direttamen-

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    te attinenti la salvezza delle anime e ribadite tante voltenelleCostituzioni.

    REGOLE DEL RETTORE

    1) Egli, con laiuto di Dio, deve dedicarsi totalmente adassicurare il raggiungimento del fine che la compagnia,con listituzione dei ginnasi, si proposto: infatti la com-pagnia prevede nel suo ordinamento collegi e universi-

    t, affinch i nostri religiosi possano apprendervi effica-cemente la dottrina e le altre nozioni utili alla cura delleanime e insegnare agli altri quanto essi stessi hanno ap-preso.

    2) Per dirigere gli studi, avr come aiuto un prefettodegli studi, al quale attribuir tutti quei poteri che riterrnecessari al buon svolgimento del suo ufficio.

    3) Dovr organizzare e regolare le altre attivit in modo

    tale da poter favorire e incrementare tutti i lavori scola-stici. Ispezioni periodicamente le scuole, inferiori com-prese. Prenda parte frequentemente alle dispute pubbli-che e private degli studenti di teologia e di filosofia. Os-servi se e per quali cause manca il frutto di questo eser-cizio.

    4) Non deve assolutamente tollerare che qualcuno deglistudenti stia assente dalle dispute e dalle ripetizioni, cos

    che tutti capiscano limportanza da attribuire a quellim-pegno. Proibisca dunque agli allievi tutte quelle attivitche possano essere di intralcio agli studi.

    5) Nelle prediche in chiesa o nei conventi femminilideve impiegare il meno possibile, e sempre dopo averconsultato il provinciale, coloro i quali ripetono teologiaper un biennio.

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    6) opportuno che i biennisti suppliscano gli insegnantidi filosofia o di teologia che dovessero mancare. Essipotranno, se necessario, sostituire gli insegnanti nelleripetizioni e nelle dispute domestiche, nonch, su pareredel provinciale, tenere temporaneamente le lezioni inclasse di filosofia e di teologia.

    7) Deve far svolgere fra i nostri accademie di linguaebraica e greca. I partecipanti allaccademia due o trevolte alla settimana, ad esempio nei giorni di vacanza, sidevono esercitare in modo che possano formarvisi degliesperti che poi, in pubblico e in privato, siano i custodidella conoscenza e della grandezza di queste lingue.

    8) Deve vigilare sulla diligente osservanza delluso inter-no della lingua latina fra gli studenti. Dallobbligo di par-lare latino gli studenti non devono mai essere esonerati,tranne che nei giorni di vacanza e durante le ore di ri-creazione, a meno che in alcune regioni al provincialenon sembri che questuso di parlare latino possa esserefacilmente rispettato anche in tali momenti. Occorre an-che fare in modo che quando i membri della compagniache non hanno ancora completato gli studi scrivono adaltri dei nostri, si esprimano in latino. Inoltre, due o trevolte allanno, in occasione di qualche cerimonia, comelinizio dellanno scolastico o la riconferma dei voti, glistudenti di filosofia e di teologia devono comporre ed af-figgere qualche poesia.

    9) Il rettore del collegio, dal quale solitamente vengonotratti i docenti di lettere classiche e di grammatica, de-ve scegliere una persona espertissima nellinsegnamento,in modo che i professori delle classi inferiori non appro-dino al loro incarico troppo impreparati. I futuri inse-gnanti, prima di finire gli studi, devono recarsi da costuiper prepararsi a quel compito, nuovo per loro, con treore settimanali di lezioni reciproche, dettature, esercizi

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    scritti, correzioni e tutti gli altri adempimenti propri diun buon professore.

    10) Nel caso che i nostri che studiano retorica e umanitnon frequentino le lezioni pubbliche, oppure vi parteci-pino, ma linsegnante che si occupa della classe e istrui-sce gli allievi esterni non sia in grado di far fronte allone-re eccessivo di fornire una buona preparazione agli ester-ni e ai nostri, il rettore deve assegnare i nostri a un altroinsegnante adatto, che, come prescritto nelle regole delprofessore di retorica, dia loro separatamente, in privato,unaccurata preparazione.

    11) Di quando in quando, durante i pasti e in classe, de-ve anche far recitare ai nostri che studiano retorica delleorazioni e dei poemi latini e greci. Gli argomenti devonoessere utili alledificazione dei membri della comunit edegli esterni, perch ne traggano, nel Signore, incitamen-to verso una maggior perfezione. Non devono mancareneppure le altre esercitazioni raccomandate nelleCosti-tuzioni.

    12) Deve fare in modo che i nostri seminaristi o convitto-ri, per quanto possibile, prima di affrontare la filosofiaseguano per un anno linsegnamento di retorica. Ai lorogenitori occorre spiegare quanto ci sia proficuo. Biso-gna convincere anche gli altri allievi esterni a fare altret-tanto, ma se nondimeno vogliono comportarsi altrimentinon li si forzer. Tuttavia, qualora alcuni volessero iscri-

    versi a filosofia ancora proprio ragazzi, provocando co-s del turbamento, bisogna attenersi nei loro confrontial comportamento prescritto dalleCostituzioniverso chinon vuole dare la promessa e registrare il proprio nome.

    13) Largomento delle tragedie e delle commedie, sem-pre in latino e da rappresentare molto raramente, deveessere sacro e pio. Non vi deve essere inserito niente che

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    non sia in latino e rispettoso della decenza. Non vi devo-no essere personaggi o travestimenti femminili.

    14) La distribuzione dei premi potr avvenire una voltaallanno, purch a spese di persone importanti e propor-zionalmente al numero delle classi e al tipo di collegio.Durante la cerimonia della premiazione, bisogna rende-re onore a coloro che pagano le spese. Occorre per sta-re bene attenti a che gli studenti nel periodo in cui vi sipreparano non ne abbiano danno per i costumi o il ren-dimento scolastico.

    15) Deve provvedere a far pronunciare il discorso diinaugurazione dellanno scolastico da un professore chegoda di grande stima, salvo che le circostanze imponganodi fare altrimenti.

    16) Deve assicurare il rispetto delle regole del prefettodella biblioteca circa la raccolta di quanto viene rappre-sentata pubblicamente e dei dialoghi, delle orazioni, del-le composizioni in versi e altri scritti analoghi redatti dai

    nostri nel collegio o anche fuori, affidando il compito diselezionarli al prefetto o ad altri esperti in quel campo.

    17) Deve proibire al bibliotecario di derogare alle dispo-sizioni del prefetto degli studi nella distribuzione dei li-bri.

    18) Ogni mese o almeno ogni due deve riunire a consi-glio tutti i professori delle classi inferiori a quella di logi-

    ca, alla presenza di entrambi i prefetti. Di tanto in tantotenga consiglio anche con gli altri, alla presenza del pre-fetto generale. In tali riunioni bisogna innanzi tutto leg-gere qualcuna delle regole dei professori, sia quelle co-muni a tutti, specie se riguardanti la piet e la disciplinadei costumi, sia, successivamente, quelle relative ai sin-goli insegnanti. Egli per deve avvertire che a ciascuno consentito sollevare questioni circa la difficolt delle re-gole o la loro eventuale inosservanza.

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    19) Le classi inferiori non devono essere private del gior-no settimanale di vacanza, una giornata intera o almenoun pomeriggio, secondo fuso locale.

    20) Deve anche cercare di accrescere lardore degli in-segnanti nella carit cristiana ed evitare che siano trop-po onerati dalle incombenze domestiche. Del resto neiloro riguardi deve attenersi con particolare attenzione aquanto prescritto nella regola 25 del suo ufficio.

    21) Il rettore deve valutare se, oltre alle esortazioni set-timanali da parte degli insegnanti, farne tenere anche

    unaltra ogni uno o due mesi da qualche padre di grandevalore e in un luogo sufficientemente capiente, ove riu-nire le classi inferiori. Infine, se sia utile che il prefettoin persona o qualcun altro pronunzi di tanto in tanto ingiro per le classi degli ammonimenti salutari e adatti aigiovani.

    22) Qualora il provinciale affianchi al prefetto degli studiinferiori un collaboratore, che pu essere denominato

    prefetto dellatrio, questi dovr attenersi alla regola 2del prefetto inferiore e alle regole circa la moralit, dallanumero 37 alla fine, nonch, se il caso, alle regole circagli esami cui sottoporre coloro che desiderano iscriversi,dalla numero 9 alla 13.

    23) Deve provvedere a estendere dal collegio romano aisuo la congregazione di S. Maria Vergine. Chi non visi iscrivesse non deve essere accettato nellaccademia, in

    cui abitualmente si ripassano gli esercizi letterari, a menoche eventualmente lo stesso rettore non decida altrimen-ti, nel Signore. Per altro, le attivit della congregazioneo dellaccademia non devono coincidere con prediche oletture sacre in chiesa.

    24) Per finire, il rettore deve consultare il provinciale,eseguendo diligentemente le sue disposizioni, per quan-to riguarda le vacanze, i titoli di studio, quali dei nostri

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    lasciar ripetere teologia per un biennio e ogni altra que-stione.

    REGOLE DEL PREFETTO DEGLI STUDI

    1) Compito del prefetto di essere lo strumento generaledel rettore nel corretto ordinamento degli studi e nelladirezione e nella regolazione delle nostre scuole, in baseai poteri assegnatigli, affinch coloro che le frequentano

    ne traggano il maggior giovamento possibile, per la gloriadi Dio, quanto a probit, arti liberali, dottrina.

    2) Nei casi in cui il cancelliere diverso dal prefetto,tocca al provinciale stabilire quali delle regole seguenti,in base agli usi e agli statuti dellaccademia, devonoessere comuni a entrambi e quali invece specifiche diciascuno.

    3) Non deve modificare o derogare da nessuna delle di-

    sposizioni riguardanti lordinamento degli studi. Qualo-ra se ne presenti la necessit, deve rimettere ogni decisio-ne al superiore.

    4) Deve conoscere bene il testo dellaRatioe vigilare at-tentamente perch tutti, allievi e professori, ne osservinole regole. In particolare, occorre aspettare le disposizioniper gli studenti di teologia circa il pensiero di S. Tomma-so e quelle per gli studenti di filosofia riguardo alla scel-

    ta delle interpretazioni. Dovr prestare la massima atten-zione a quali tesi accogliere e, a maggior ragione, a quelleda dare alle stampe.

    5) Deve ricordare a tutti i professori di teologia, di filo-sofia e di casistica, specie quando qualcuno gli sia risul-tato un po lento, di svolgere interamente il programmaassegnato loro per ogni anno scolastico.

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    6) bene che il prefetto diriga tutte le dispute cui par-tecipano i professori di teologia e di filosofia. Egli develimitare il tempo concesso ai disputanti, ripartendolo inmodo tale che ognuno abbia la possibilit di prenderviparte. Deve impedire che si discutano le difficolt pre-sentatesi nel corso della disputa lasciandole non menoirrisolte di prima. Deve invece fare in modo che largo-mento del quale si discusso venga accuratamente spie-gato da colui che presiede. Non deve infatti essere il pre-fetto a risolvere le questioni: egli deve piuttosto indiriz-zare coloro che argomentano e coloro che rispondono.

    Lo far in modo pi degno se porter al chiarimento del-la difficolt con le sue domande, senza dover ricorrere al-le dimostrazioni (sebbene in alcuni casi ci possa essereinvece opportuno).

    7) A tempo debito deve ricordare al superiore di decide-re, sentiti gli insegnanti, quali studenti devono discute-re le tesi sullintero programma di teologia o su una suaparte. Coloro ai quali non si lascia ripetere il biennio di

    teologia devono affrontare tali saggi nel quarto anno delcorso di studi teologico oppure (nel caso che gli allievidel quarto anno siano troppo pochi) nel terzo. La di-sputa deve avvenire anche dove i nostri studiano teolo-gia come interni: in tal caso bisogna invitare degli ester-ni e dare al saggio una certa solennit. Non necessario,inoltre, che si ammettano ai saggi generali tutti quantiparteciparono ai saggi parziali: potranno esservi prescel-

    ti quelli che eccellono in ingegno ed eloquenza. Quel-li che invece devono frequentare il biennio aggiuntivo,terranno i loro saggi nel corso del biennio stesso, comespecificato in seguito.

    8) Il prefetto, daccordo con gli insegnanti, dive distri-buire gli argomenti tratti dalle quattro parti della teolo-gia e destinati agli atti parziali che ciascuno dovr affron-tare. Non deve, per, farli cadere troppo di frequente: i

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    saggi devono svolgersi con un certo intervallo, durare al-meno due ore e mezzo e avvenire solo di mattina o do-po pranzo. I partecipanti non devono essere meno di tre,uno dei quali, per quanto possibile, dottore.

    9) Le dispute generali devono abbracciare tutta la teolo-gia e impegnare possibilmente la mattina e il pomeriggio.In ogni caso si devono prolungare per almeno quattro ocinque ore, ove si usa disputare soltanto al mattino o alpomeriggio.

    10) Se lo si ritiene opportuno, si possono mettere insieme

    le trattazioni dei saggi generali di tutti i nostri che devonodiscutere le tesi nel medesimo anno e, se lo consente lusodel luogo, darle pubblicamente alle stampe.

    11) Se niente lo impedisce, uno degli studenti destinati aquesti saggi pu essere riservato per lultima settimana discuola e un secondo per la settimana in cui ricomincianole lezioni.

    12) Ogni anno devono essere invitati ad assistere ai sag-gi generali alcuni esterni che abbiano compiuto con nonpoca lode nel nostro ginnasio lintero ciclo di studi teo-logici. bene poi che questo genere di saggi siano pisolenni degli altri e resi pi importanti dalla presenza pinumerosa possibile di nostri, di esterni, di dotti e di au-torit.

    13) I professori, separatamente o entrambi insieme, de-

    vono presiedere tutti i saggi, in modo che ognuno pos-sa rispondere alle domande che gli competono. Possonoaltres ricoprire le funzioni di presidenza anche altri deinostri, purch ne abbiano i titoli.

    14) Nei saggi generali le trattazioni delle tesi non devonoessere troppo lunghe e, di norma, non pi di cinquanta.O meno, qualora sia diverso luso delluniversit. Neisaggi parziali, poi, non devono essere pi di venti. Nelle

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    dispute mensili non pi di dodici o quindici. Nellesettimanali, non pi di otto o nove.

    15) Colui che difende le tesi deve dimostrarne una o duebrevemente, prima che si passi alla disputa, con una certaeleganza, ma sempre secondo il dettato teologico.

    16) Deve fare estrema attenzione a che nelle disputemensili e settimanali vengano rispettate le norme stabilitenelle regole dei professori di teologia e di filosofia.

    17) Periodicamente, come minimo una volta al mese,deve assistere alle lezioni degli insegnanti. Ogni tantodeve controllare gli appunti presi dagli allievi. Qualoradovesse constatare di persona o gli venisse riferito da altriqualche comportamento passibile di richiamo, avutaneconferma, ammonisca linsegnante il pi benignamente eil pi cortesemente possibile. Se necessario, sottopongail problema al rettore.

    18) Analoga procedura occorre seguire in caso di diver-

    genza di vedute fra prefetto e insegnante nella correzio-ne delle trattazioni delle tesi. Il prefetto infatti non devecancellare o modificare nessuna trattazione a sua insapu-ta. Leventuale correzione, infatti, pu essere appartataallinsaputa di tutti gli altri, ma non del rettore.

    19) Verso la fine del triennio e del corso di filosofia devo-no tenersi dispute aventi per tema lintero programma difilosofia. Vi devono essere prescelti pochi studenti molto

    ben preparati, con profitto superiore al medio, in gradodi affrontare il loro compito con decoro.

    20) Gli studenti devono essere designati da tre o piesaminatori. Provvederanno sempre allesame il prefettoe il rispettivo insegnante di ogni candidato. A loro sene aggiunger un terzo, scelto dal rettore fra gli altridocenti o un altro giudicato adatto a quel compito. Aquesti tre si aggiungeranno almeno altri tre professori

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    egualmente scelti dal rettore, che potranno anche esserea rotazione. Oppure, se non possibile, altre personecomunque molto adatte, che diano il loro voto scrittoassieme ai tre esaminatori fissi, cos da portare ad almenocinque il numero dei voti segreti. bene, infine, che sullavotazione tutti osservino il massimo segreto.

    21) sufficiente che gli alunni o convittori siano esami-nati dal loro prefetto e da due ripetitori di filosofia o, senon ve ne sano, da due studenti di teologia scelti dal pre-fetto generale fra i pi preparati dei nostri. Tuttavia colo-ro che questa commissione avr ammesso al saggio nonvi si debbono preparare prima di essersi sottoposti allaverifica del proprio insegnante e del prefetto generale.

    22) Questo esame, al cui severo vaglio pi o meno nes-suno dei nostri, nonch nessuno degli alunni e dei con-vittori deve sottrarsi, deve sempre essere pubblico, a me-no che non vi siano ragioni contrarie. Pi precisamente,i nostri devono sostenere lesame di fronte ai nostri udi-tori di filosofia, alunni o convittori di fronte a tutti i lorocompagni di scuola che frequentano filosofia, gli esterni(che tuttavia non devono essere costretti a sottoporsi aquesto esame) soltanto al cospetto dei loro compagni diclasse di filosofia.

    23) Gli esami devono iniziare subito dopo le vacanze pa-squali, o addirittura prima, qualora lo imponga la quan-tit dei candidati. Il calendario sar quello ritenuto mi-

    gliore dal rettore, dopo aver sentito il parere dellesper-to e dellinsegnante. Lesame di ogni candidato deve du-rare almeno unora, comprendendo tutte le materie fon-damentali, che il prefetto indicher tempestivamente esegretamente agli esaminatori.

    24) I saggi di filosofia devono occupare come minimotutto lorario di lezione, o al mattino o al pomeriggio.Devono condurre la disputa in tre, uno dei quali possi-

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    bilmente o uno dei nostri docenti, di teologia o di filo-sofia, oppure un dottore appartenente a un ordine reli-gioso o estraneo. Il numero e la natura delle trattazio-ni non devono discostarsi da quanto indicato a proposi-to dei saggi generali di teologia nelle regole 9, 10, 11, e12.

    25) Il prefetto deve disporre per la presenza non solo didegli studenti di teologia, ma anche dei loro professoriai saggi di filosofia oltre che a quelli di teologia, e vice-versa. I professori devono rendere la disputa pi vivacee solenne con le loro argomentazioni. Dovranno ancheessere tutti presenti quando si tratter di insignire qual-cuno del magistero o del dottorato. Se in tale occasioneil prefetto deve prendere qualche decisione, occorre chesia il rettore a fornirgli disposizioni.

    26) Quando i nostri vengono invitati da altri a parteci-pare a dispute, in accademie pubbliche o in conventi dialtri ordini religiosi, si dovranno mandare di preferenzacoloro che stanno frequentando il biennio di perfeziona-mento in teologia.

    27) Il prefetto degli studi, tramite i docenti, non develimitarsi a prescrivere ai nostri, agli alunni e agli esterniil modo di studiare, ripetere le lezioni e disputare: deveanche organizzare il loro tempo in modo che mettano abuon frutto le ore di studio personale.

    28) A coloro che vengono promossi ai gradi accademici o

    che affrontano i saggi particolari o che studiano retoricanon deve essere consentito di recitare pubblicamente,nella casa o in citt, qualsiasi cosa che, a tempo e luogo,non sia stata preventivamente esaminata e approvata dalprefetto in persona.

    29) Il prefetto degli studi deve fare in modo che glistudenti non manchino di libri utili e non abbiano troppilibri inutili. Egli deve avvisare il rettore per tempo, cos

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    che non si senta la mancanza dei libri di cui ci serviamoogno giorno o di quelli che i nostri e gli studenti esterniuseranno nel successivo anno scolastico.

    30) Per gli studenti di teologia e di filosofia il prefettonon deve adottare libri qualsiasi, ma solo testi ben preci-si, dopo averne informato il rettore e in base allopinio-ne dei docenti: oltre allaSummadi san Tommaso per iteologi e ad Aristotele per gli studenti di filosofia, qual-che commento scelto che gli studenti possono utilizzaredurante lo studio personale. Tutti gli studenti di teolo-gia devono avere e leggere abitualmente gli atti del con-cilio tridentino e una copia della Bibbia. Il prefetto valu-ti assieme al rettore se gli studenti debbano avere anchequalche opera dei padri della chiesa. Inoltre dia a tuttiloro qualche libro attinente agli studi umanistici e racco-mandi loro di ricordarsi di leggerli, quando possono, neimomenti stabiliti.

    REGOLE GENERALI PER TUTTI I PROFESSORIDEI CORSI SUPERIORI

    1) Lo scopo principale dellinsegnante, sia durante le le-zioni, quando gli si offra loccasione, sia fuori, deve es-sere di condurre i suoi allievi allobbedienza e allamoredi Dio e delle virt che occorrono per piacergli, casi cheindirizzino verso questo fine tutti i loro studi.

    2) Perch tale principio ispiratore sia sempre presente al-la loro memoria, uno degli studenti deve recitare primadellinizio delle lezioni una breve preghiera a ci desti-nata. Professore e allievi lascolteranno attentamente acago scoperto. Altrimenti, sia invece linsegnante, a ca-po scoperto, a farsi almeno il segno della croce prima didare inizio alla lezione.

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    3) Linsegnante deve inoltre aiutare i suoi allievi con fre-quenti preghiere a Dio e con lesemplare religiosit del-la sua vita. Egli non deve egualmente trascurare le esor-tazioni alla vigilia delle solennit e di periodi di vacanzadi una certa durata. Esorti soprattutto alla preghiera, al-lesame di coscienza ogni sera, ad accostarsi di frequen-te al sacramento della penitenza e delleucarestia, a sentirmessa ogni giorno, allascolto della predica in tutti i gior-ni festivi, a evitare le cattive compagnie, a odiare i vizi ea coltivare invece le virt degne di un cristiano.

    4) Egli deve obbedire al prefetto degli studi per quantoriguarda gli studi e la disciplina scolastica. Gli dia invisione, prima che siano rese di pubblico dominio, tuttele trattazioni delle tesi. Non si metta a spiegare nessunlibro o autore al di fuori dei programmi e non sperimentinessun nuovo metodo didattico o nuove impostazionidelle dispute.

    5) In quelle questioni controverse in cui possibile at-tenersi allinterpretazione preferita, bisogna sostenere lapropria tesi con prudenza e larghezza di vedute, in modoche possa uscirne con onore anche la tesi opposta e an-cor pi il professore che in precedenza labbia insegna-ta. Se poi le opinioni dei diversi autori possono esseremesse daccordo, preferibile che lo si faccia. Infine, sicomparti con misura nel nominare o confutare gli autori.

    6) Nessuno deve introdurre nuove problematiche o opi-

    nioni che non siano di un autore di valore, senza averconsultato i superiori, nei campi di una certa importan-za, fossero anche argomenti nei quali non alligna nessunpericolo per la fede e per la piet. Non deve nemme-no insegnare nulla che possa contraddire le affermazionidei dottori della chiesa o lopinione comunemente segui-ta nelle scuole. Tutti quanti devono piuttosto attenersiai dottori pi stimati e alle dottrine che, per lunga espe-

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    rienza, siano state accolte nelluso nelle accademie catto-liche.

    7) Non deve insegnare opinioni inutili, superate, assurde,manifestamente false: non perda troppo tempo a spie-garle e a confutarle. Nella dimostrazione delle proprietesi, badi non tanto al numero, quanto alla validit degliargomenti addotti. Non si addentri in campi che non glicompetono: oltretutto, diffondendosi maggiormente sualtre materie che sulle sue, dovrebbe affrontarle in con-dizioni di svantaggio. Non lasci accumulare le questio-ni controverse, ma replichi brevemente alle principali, ameno che la loro confutazione non risulti gi facilmente,grazie ai principi esposti in precedenza.

    8) Non deve eccedere nelladdurre lauctoritas dei dottoridella chiesa. Se per ricorri alle testimonianze di autorifamosi per suffragare le sue affermazioni, deve in ognicaso essere, per quanto possibile, parco e letterale nellecitazioni, soprattutto se si tratta delle sacre scritture,dei deliberati dei concili, dei santi padri. Infine, pidignitoso per linsegnante non spiegare nessun autoreche egli stesso non abbia gi letto.

    9) Se riesce a insegnare senza dettare, ma facendo inmodo che gli allievi possano facilmente prendere appuntisu tutto quanto va annotato, meglio che non detti. Gliinsegnanti devono far scrivere senza scandire parola perparola, ma parlando tutto dun fiato. Se poi il caso,

    ripetano di nuovo per bene. Non devono dettare linteroargomento e poi fermarsi a spiegarlo, ma alternare dicontinuo dettatura e spiegazione.

    10) Quando bisogna presentare passi contenuti in auto-ri a portata di mano, linsegnante deve ricorrere pi al-la spiegazione che alla dettatura. Meglio ancora, deve ri-mandare gli studenti a quelle fonti che hanno approfon-dito can ampiezza e precisione largomento.

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    11) Dopo la lezione, il professore deve restare in aula onei suoi pressi almeno per un quarto dora, in modo chegli allievi possano rivolgersi a lui per chiarimenti e perleventuale verifica di quanto appreso. Provveda inoltrea far ripassare le lezioni.

    12) Deve essere fissata unora quotidiana per il ripassoa casa, esclusi il sabato e i giorni festivi o di vacanza:tale pratica deve consentire un maggiore allenamentomentale e una migliore comprensione delle difficolt chepossono presentarsi. Si deve pertanto indicare un allievoo due cui far ripetere a memoria la lezione per non pidi un quarto dora. Successivamente, sempre uno o duestudenti devono porre obiezioni e altrettanti assumersi ilcompito di difensori. Se poi rimane un po di tempo, lo sipu dedicare allesposizione dei dubbi. Proprio perchpossa restarne un po, linsegnante deve far rispettarerigorosamente le regole della disputa e, qualora non visi dica nulla di nuovo, troncare la discussione.

    13) Prima della fine dellanno scolastico bisogner orga-nizzare le ripetizioni delle lezioni precedenti in modo ta-le che, se non vi nulla in contrario, si possa lasciareun intero mese libero da impegni di ripasso, oltre che discuola.

    14) Al sabato, o in un altro giorno, se lo esige luso in vi-gore nellaccademia, si devono tenere a scuola delle di-spute di due ore o pi, qualora sia numerosa la presen-

    za di esterni. Se per nel corso di una settimana capi-tano due giorni festivi o la vacanza settimanale pi unafesta, si rinunzi alla disputa del sabato e si faccia lezio-ne. Nel caso che ci dovesse ripetersi per tre settimaneconsecutive, occorre tuttavia inserirvi una disputa.

    15) Quando non vi si appongano le normali consuetu-dini dellaccademia, ogni mese o (se gli allievi sono po-chi) ogni due, tranne che negli ultimi tre mesi estivi, de-

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    vono tenersi, al mattino e al pomeriggio del giorno sta-bilito, delle dispute generali. Gli allievi, in numero pariagli insegnanti, devono rispondere alle tesi proposte dairispettivi professori.

    16) Alle dispute, per quanto possibile, devono parteci-pare anche gli altri dottori e i nostri professori, compresiquelli di facolt diverse, che, per rendere la disputa pivivace, insistano sullefficacia degli argomenti usati. Nondevono per mettersi loro a parlare di un problema sefino a quel momento stato sviscerato con vantaggio eabilit dal disputante. Bisogna offrire la possibilit di in-tervenire anche a dottori esterni, che pertanto legittima-mente possono essere invitati a parteciparvi, eccettuati iluoghi in cui tale consuetudine sia mal vista.

    17) Devono disputare in pubblico soltanto gli studentipi bravi. Gli altri si esercitino in privato, finch laloro preparazione non sia sufficiente ad affrontare quellaprova.

    18) Il professore deve essere convinto che il giorno de-dicato alla disputa non meno impegnativo e produtti-vo di quello dedicato alla spiegazione. Tutta lutilit e lafoga della disputa, poi, dipendono da lui. Deve diriger-la in modo da incarnarsi quasi in entrambi i contendenti:quando il ragionamento brillante, non risparmi le lodie ordini a tutti di fare attenzione. Quando si presentanodifficolt pi gravi, dia subito qualche chiarimento per

    aiutare il difensore o guidare lattaccante. Non deve ta-cere troppo, ma nemmeno parlare sempre, lasciando aglistudenti di far vedere quel che sanno. Deve poi essere luia correggere o a integrare il risultato della disputa. Ordi-ni allattaccante di insistere, quando una difficolt non sifa domare. Anzi, sia lui stesso ad accrescerla. Non chiu-da gli occhi se colui che adduce i contro passa a un al-tro tipo di difficolt. Non lasci sviscerare troppo a lungoun argomento gi quasi risolto o insistere troppo in una

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    replica disorganica. Dopo una breve discussione, deci-da invece lintera questione e la chiarisca. Infine, se visono in qualche luogo altri accorgimenti con i quali abi-tualmente si rendono pi frequentate e appassionate ledispute, bisogna conservarli accuratamente.

    19) II professare deve intrattenersi di tanto in tanto condaiutante o bidello stabilito dal rettore, informandosida lui circa landamento dellintera classe e il profitto ela diligenza anche degli allievi esterni. Provveda a cheadempia al suo dovere con precisione e accuratezza.

    20) Per finire, il professore deve essere, con lispirazionedella grazia divina, diligente e operoso in tutto, sempreattento al profitto degli studenti nelle lezioni e in tuttele altre attivit scolastiche. Non si dimostri pi amicodelluno che dellaltro, non tratti male nessuno, seguaallo stesso modo ricchi e poveri, ricerchi soprattutto ilprofitto di ciascuno dei suoi allievi.

    REGOLE DEL PROFESSORE DI SACRASCRITTURA

    1) Sappia che il suo maggior compito spiegare, con spi-rito religioso, impegno e dottrina, le sacre scritture, se-condo linterpretazione autentica e letterale, che rinsaldila retta fede in Dio e i principi della morale.

    2) Fra le altre cose cui deve fare attenzione, la pi impor-tante sostenere la versione approvata dalla chiesa.

    3) Per comprenderne bene il senso, egli deve considerarele locuzioni e le espressioni caratteristiche delle sacrescritture. Deve confrontare accortamente fra di loronon solo i passi precedenti e successivi a quello che sta

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    esaminando, ma anche tutti gli altri passi nei quali lamedesima frase assuma un significato uguale o diverso.

    4) A tale scopo deve produrre citazioni tratte dalle edi-zioni greche e ebraiche, ma con parsimonia e soltantoquando una loro difformit con laVulgatalatina pongail problema di conciliare le due versioni, oppure quan-do gli idiotismi delle altre lingue contribuiscono a unamaggiore chiarezza e comprensibilit del testo.

    5) Deve prendere in esame per confutarli soltanto gli er-rori pi importanti o allapparenza pi probabili, conte-

    nuti nelle altre versioni latine pi recenti, nella caldea,nella siriaca, di Teodozione, di Aquila, di Simmaco. Alcontrario, non deve trascurare tutti quei passi che vannonel senso indicato dalla Vulgata o dai misteri della nostrafede, specialmente se contenuti nella versione dei Settan-ta, dei quali bisogna sempre parlare con rispetto.

    6) Se i canoni dei papi o dei concili, soprattutto quelligenerali, prescrivono una particolare interpretazione di

    un passo, il professore di sacra scrittura deve sostenereche quella letterale e non portarne altre ancora comevere, a meno che non si basi su congetture molto valide.Se portano a uninterpretazione che serve a consolidare,secondo la regola, qualche dogma di fede, insegni chequellinterpretazione, letterale o allegorica, comunquesicura.

    7) Deve ricalcare con deferenza le orme dei santi padri.

    Quando concordano nellinterpretazione di un passo,letterale o allegorica, specie se parlano con chiarezza ediscutono di proposito delle scritture o dei dogmi, eglinon se i ne deve discostare. Se invece sono in contrastofra di loro, egli deve scegliere linterpretazione preferitadalla chiesa gi da molti anni e con grande consenso.

    8) Anzi, se c qualche dogma di fede che la maggior,parte dei padri e dei teologi si sforzano di dimostrare

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    sulla base delle scritture, anchegli non deve smentire talepossibilit.

    9) Se dai rabbini ebrei si pu trarre vantaggiosamentequalcosa a favore della Vulgata o dei dogmi cattolici,lo faccia, ma senza per questo dare loro veste ufficiale,in modo da non farvi propendere nessuno, soprattuttoquando si tratta di scrittori che abbiano operato in epo-che successive alla nascita di Cristo.

    10) Non deve sprecare energie a cercare altro nei rabbi-ni o anche a criticarne gli errori, a meno che non siano

    molto diffusi. Si attenga al medesimo criterio per la spie-gazione di quegli interpreti cristiani che abbiano passatola misura nel seguire i rabbini.

    11) Non deve pertanto basarsi sulla punteggiatura, che uninvenzione dei rabbini, ma espungerla accuratamen-te, secondo il nostro testo, fissato dai Settanta o da altriantichi interpreti, quando non era ancora stata definitala punteggiatura.

    12) Non deve soffermarsi troppo su ogni passo dellascrittura, eccetto che non sia importante e valga la pe-na applicarcisi a lungo, per non progredire lentamentenella lettura: lo si otterr tanto meglio se si toccherannobrevemente o addirittura si salteranno le parti pi facili.

    13) Non deve affrontare con il metodo scolastico le que-stioni proprie della sacra scrittura.

    14) Non deve dedicare molto tempo allo studio delle di-verse cronologie, allindagine sulla geografia della terrasanta o ad altre cose egualmente poco utili, sempre chenon sia il passo in esame a imporlo assolutamente. Ba-ster indicare gli autori che hanno approfondito quegliaspetti.

    15) Non deve trascurare le allegorie e le interpretazionimorali, eccetto quelle gi note e in qualche modo com-

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    prese nel senso letterale, che rivelino apertamente il lorosignificato pi profondo. Quanto a quelle daltro genere,si limiti a indicare da quali padri le si possa ricavare.

    16) Se si imbatte in qualche passo sul quale noi ci scon-triamo con gli eretici o che nelle dispute teologiche vie-ne solitamente interpretato in modi opposti, deve limita-re la spiegazione, pur sempre con seriet e con zelo (so-prattutto se si contrappone agli eretici), a quanto serva adefinire il punto controverso. Deve invece tralasciare ilresto, non dimenticando che il suo compito insegnarele sacre scritture e nientaltro.

    17) Deve insegnare per un anno lantico testamento enellanno successivo il nuovo, salvo che non si giudichimeglio fare diversamente.

    18) Non deve protrarre nellanno successivo lesame diun libro iniziato lanno precedente, se non per gravimotivi. Anzi, non deve tornare a spiegare lo stesso libroprima di aver concluso lillustrazione della maggior parte

    dei principali libri della Bibbia.19) Oltre alle ripetizioni settimanali nella casa, devonotenersi di tanto in tanto anche delle lezioni nel refettorio,in base alle disposizioni del rettore.

    20) In luogo della lezione ordinaria, di tanto in tanto bi-sogna designare uno studente che spieghi con ricchezzae ricercatezza di termini un passo dei pi noti delle sacre

    scritture. Contro di lui, una volta finito, luno o laltrodei suoi compagni deve addurre controdeduzioni, traen-dole, per, soltanto da vari passi della sacra scrittura, dal-le espressioni idiomatiche delle diverse lingue o, ancora,dalle interpretazioni dei padri.

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    REGOLE DEL PROFESSORE DI LINGUAEBRAICA

    1) Deve stargli a cuore pi di qualsiasi altra cosa il tra-durre i termini originali della sacra scrittura can fedelt,la pi rigorosa possibile.

    2) Fra gli altri risultati, cui deve mirare, figura la difesadella versione approvata dalla chiesa.

    3) Allinizio dellanno scolastico deve spiegare i primi

    rudimenti della grammatica. Successivamente, mentrecontinua la spiegazione delle altre regole, deve spiegarequalche libro della sacra scrittura scelto fra i pi facili.

    4) Spiegando i libri sacri, non deve impegnarsi nellesa-me di fatti e sentenze, quanto piuttosto fissare lattenzio-ne sul significato e sullefficacia delle parole, sugli idioti-smi propri di questa lingua, sulle regole grammaticali cuiattenersi in base alla tradizione genuina degli autori.

    5) Nellinsegnamento, infine, egli si deve comportare inmodo da alleviare con il suo impegno quella estraneite quella durezza, che fanno sembrare faticoso a molti lostudio di questa lingua.

    REGOLE DEL PROFESSORE DI TEOLOGIASCOLASTICA

    1) Sappia che suo dovere unire una solida sottigliez-za nel disputare con una fede ossequiente alla vera dot-trina e con lo spirito religioso, in modo che la prima siaprincipalmente al loro servizio.

    2) I nostri devono attenersi completamente, per quantoriguarda la teologia scolastica, al pensiero di S. Tomma-

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    so, considerarlo come loro maestro e applicarvisi intera-mente, affinch gli studenti dispongano il meglio possi-bile il loro animo verso di lui. Tuttavia non devono cre-dersi cos vincolati a S. Tommaso da non potersene af-fatto allontanare in nessun campo. Quando anche colo-ro che si dichiarano tomisti di stretta osservanza se ne di-scostano, conveniente che i nostri non restino legati aS. Tommaso pi dei tomisti stessi.

    3) Circa il concepimento della beata Vergine e la solen-nit dei voti devono quindi uniformarsi al parere oggipi diffuso e pi accolto dai teologi. Nei problemi pret-tamente filosofici o anche in quegli argomenti attinentile scritture e i canoni, sar possibile seguire anche quegliautori che abbiano gi trattato quelle materieex professo.

    4) Quando eventualmente la posizione di S. Tommaso di controversa interpretazione o si tratta di questioni nontrattate da S. Tommaso, su cui i pareri dei dottori dellachiesa divergano, sar possibile seguire linterpretazionepreferita, come detto nelle regole comuni, regola 5.

    5) Nellinsegnamento deve curare innanzi tutto il raffor-zamento della fede e laccrescimento dello spirito reli-gioso. Di conseguenza, in quegli argomenti che S. Tom-maso non trattaex professo, non si deve insegnare nullache non sia in accordo con lopinione della chiesa e conle tradizioni generalmente riconosciute o che in qualchemodo possa rendere pi instabile uno spirito religioso gi

    fermo. Per tal motivo, bene che non si respingano ar-gomentazioni gi da tutti accolte, per quanto congruen-ti, can le quali solitamente vengono dimostrate le mate-rie di fede, e che non se ne elaborino di nuove con trap-pa facilit, a meno che non si basino su principi robustie incrollabili.

    6) Se in qualche provincia o accademia vi sono delle opi-nioni, non importa di quale autore, note per offender

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    gravemente i cattolici, egli non le deve insegnare o difen-dere. Dove infatti non sono in gioco linsegnamento del-la fede o lintegrit dei costumi, la prudenza della ca-rit a esigere che i nostri si adattino a compromessi concoloro con i quali hanno a che fare.

    7) Lintero corso di teologia deve concludersi in quattroanni. Pertanto, nel caso che i professori di teologia sianodue:

    1. Il primo deve spiegare nel primo anno 43 questio-ni della prima parte; nel secondo anno quanto riguarda

    gli angeli e 21 questioni tratte dalla prima sezione del-la seconda parte; nel terzo anno deve spiegare dalla que-stione 55 o dalla 71 fino alla fine della prima sezione del-la seconda parte; nel quarto anno deve spiegare quantoriguarda la fede, la speranza e la carit, contenuto nellaseconda sezione della seconda parte.

    2. Il secondo professore nel primo anno deve spiega-re le questioni della seconda sezione della seconda parte

    che riguardano la giustizia e il diritto, nonch i principa-li temi della religione; nel secondo le questioni della ter-za parte che riguardano lincarnazione e, se possibile, al-meno i punti gi importanti circa i sacramenti in genere;nel terzo anno deve spiegare le questioni riguardanti ilbattesimo, leucarestia e, se possibile, lordine, la con-fermazione, la estrema unzione; nel quarto anno quelleriguardanti la penitenza e il matrimonio.

    3. Dove invece i professori di teologia sono tre, il pri-mo nel primo anno deve illustrare 26 questioni della pri-ma parte dellaSumma; nel secondo anno tutte quelle chepotr delle restanti questioni della medesima parte; nelterzo anno deve spiegare quanto potr della prima sezio-ne della seconda parte, fino alla questione 81; nel quar-to anno, quanto resta della prima sezione della secondaparte.

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    4. Il secondo, nel primo anno, deve trattare le con-troversie della seconda sezione della seconda parte circale tradizioni, la scrittura, la chiesa, il concilio, il romanopontefice; nel secondo anno, le questioni riguardanti lafede, la speranza e la carit; nel terzo, quelle concernentila giustizia e il diritto, la restituzione, lusura e, nella mi-sura possibile, i contratti; nel quarto anno, deve trattarequanto resta dei contratti, nonch della religione e deglistati.

    5. Il terzo professore deve trattare, nel primo anno,lincarnazione; nel secondo anno, i sacramenti in genere,il battesimo e leucarestia; nel terzo anno, la penitenza eil matrimonio; nel quarto anno, le censure ecclesiastichee i restanti sacramenti.

    8) Il professore di teologia deve affrontare estesamentele singole questioni, che egli deve spiegare, nel corsodellanno in cui sono previste dal programma. Se nonriesce a trattarne qualcuna, la lasci da parte del tutto,senza rimandarla allanno successivo, ma suggerendo aglistudenti un buon testo.

    9) Per procedere pi facilmente nella teologia scolastica, utile che i professori evitino alcuni gruppi di argomenti,per quanto possibile. In particolare, i quattro gruppiseguenti:

    1. Il primo gruppo comprende le questioni o commenticoncernenti le divine scritture. Devono infatti delegarle

    al commentatore delle scritture. 2. Il secondo gruppo rientra nelle controversie controgli eretici. Nelle loro trattazioni ogni qualvolta questecapitino nelle varie parti della Summa di S. Tommaso, iprofessori devono attenersi al metodo scolastico piutto-sto che a quello storico e accontentarsi di fondare ogniconclusione su due o tre robusti capisaldi. Con altret-tanti argomenti essi devono anche ribattere tutte le fal-

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    sit degli eretici, indicando tuttavia per ciascuna di es-se un autore, dal quale chi lo volesse possa trarre altreconfutazioni.

    3. Nel terzo gruppo rientrano le materie filosoficheche, per regolamento, essi non devono trattare affatton approfondite, nella misura in cui possano ricavarne laspiegazione da altre o da se stessi.

    4. Al quarto gruppo si ricollegano i casi di coscienza.A questo riguardo, essi devono evitare una spiegazionetroppo accurata e minuziosa dei casi, accontentandosi di

    alcuni principi generali di comportamento morale, chesolitamente vengono trattati dal punto di vista teologico.

    10) Qualora S. Tommaso prolunghi lesame della mede-sima difficolt per pi articoli, specie di diverse questio-ni, non si devono ripetere in due passi le medesime con-siderazioni. I professori potranno raccogliere quegli ar-ticoli in ununica dissertazione o anche, se largomentostesso non esige una spiegazione di maggior mole, rias-

    sumerli brevemente, come precisato nel catalogo dellequestioni, allegato alle presenti regole. Attenzione pe-r a non trascurare niente di ci che degno di nota inciascuno degli articoli.

    11) I professori di teologia devono esporre sommaria-mente gli articoli facili. Pertanto, spiegato il titolo, devo-no subito segnalare la conclusione di S. Tommaso o di-re: S. Tommaso si pronuncia in senso negativo o positi-

    vo. In quegli articoli che presentano invece qualche dif-ficolt, essi devono procedere allincirca con il criterio elordine seguenti: 1) spiegazione del titolo dellarticolo,qualora presenti aspetti poco comprensibili; 2) distinzio-ne delle eventuali parti dellargomentazione, in base allequali si sviluppano le conclusioni; 3) conclusione princi-pale di S. Tommaso e successivamente le altre. Alle sin-gole conclusioni, se non sono comprensibili, occorre ag-

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    giungere qualche altra argomentazione di S. Tommaso,anchessa da spiegare in modo che gli studenti capiscanoche nelle distinzioni e nelle argomentazioni di S. Tom-maso c maggior forza di quanto sembra a volte a primavista.

    12) Qualunque sia larticolo spiegato, se necessario, de-vono trasformarlo in questione, ma senza trattazionitroppo lunghe, tranne che in quelle materie che non so-no affrontate nelle opere di S. Tommaso o che, pur es-sendovi trattate, pi utile spiegare in compendio.

    13) Non sufficiente riportare i pareri dei dottori, ta-cendo la propria opinione: bisogna difendere lopinionedi S. Tommaso, come gi detto, o tralasciare del tutto laquestione.

    14) Nelle dispute mensili, nelle quali devono assumersiil compito di difendere le tesi un numero di studentipari a quello degli insegnanti, tre studenti al mattinoe altrettanti al pomeriggio devono porre le obiezioni,

    ognuno contro tutti i difensori. Lo studente che alimattino ha difeso le tesi per primo, al pomeriggio deve,se non vi sono impedimenti, difendere per secondo.

    REGOLE DEL PROFESSORE DI CASI DICOSCIENZA

    1) Deve sforzarsi di indirizzare tutto il suo impegno etutta la sua fatica alla preparazione di bravi parroci oministri dei sacramenti.

    2) Il primo professore deve spiegare in due anni tutti isacramenti, le censure e inoltre i doveri che derivano daidiversi stati degli uomini. Il secondo, sempre nel bien-nio, deve spiegare il decalogo e, trattando il settimo co-

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    mandamento, occuparsi dei contratti, toccando sempresolo di sfuggita i problemi meno importanti o non moltopertinenti, come la deposizione, la degradazione, la ma-gia e via dicendo.

    3) Sebbene occorra evitare del tutto gli argomenti propridella teologia che non hanno nessuna connessione ne-cessaria con la casistica, tuttavia giusto accennare tal-volta, con una brevissima definizione, a quegli argomen-ti teologici dai quali dipende linsegnamento della casi-stica, come la natura del carattere, la distinzione tra pec-cato mortale e veniale, cosa s intende per consenso e viadicendo.

    4) Ogni difficolt deve essere sviluppata, senza formascolastica, attraverso dubbi e conclusioni, a cui con-ferma devono essere scelte al massimo due o tre pro-ve. Non bisogna neppure accumulare troppi riferimen-ti allauctoritas. A ciascun precetto generale o regola de-vono corrispondere, a titolo di esempio, pi o meno trecasi particolari.

    5) Il professore deve provare le sue affermazioni indican-do come possibili anche quelle altre che vi fossero, cre-dibili e confermate da buoni autori.

    6) A ogni sabato, tralasciando la lezione, per due ore oun po meno, a discrezione del provinciale e in relazioneal numero degli studenti si deve tenere in scuola, alla pre-senza di un insegnante, una disputa circa le tesi propo-

    ste. La disputa deve procedere preferibilmente per do-mande, o esigendo la spiegazione di qualche difficolt, oproponendo un nuovo caso, prodotto dalla mutazione diqualche circostanza, o opponendo a qualche conclusio-ne un canone o il parere di qualche autorevole dottore, oqualche breve ragionamento, che dia maggior dignit al-la discussione, da condursi tuttavia con prudenza e con

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    rigore molto al di sotto del livello abitualmente richiestoin filosofia.

    7) Qualora, seguendo le istruzioni del provinciale, il ret-tore incarichi proprio lui del confronto dei casi che si tie-ne nel collegio, egli deve attenersi al seguente ordine. In-nanzi tutto deve proporre largomento su cui discutere eeventualmente anche qualche problema pratico, come ilmodo di interrogare il penitente, di assegnare i rimedi ele penitenze e via dicendo. Quindi deve personalmenteintrodurre con poche parole i capisaldi e gli aspetti fon-damentali della sua materia, in modo da offrire uninfor-mazione generale e elementi di chiarimento per tutte leparti di quella trattazione. Infine, deve scegliere tre oquattro casi concernenti largomento proposto, da fareaffiggere nel luogo in cui si tengono le discussioni, conlindicazione del giorno in cui devono essere affrontati.

    8) Alcuni studenti devono consultare individualmente ivari autori assegnati a ciascuno da chi presiede la disputaper documentarsi intorno ai casi proposti.

    9) Una volta riunitisi, per prima cosa sarebbe bene cheogni studente riferisse il pi sinteticamente possibile laposizione dellautore consultato. Quindi il moderato-re deve chiedere a tre studenti (che meglio preavvisa-re tempestivamente e scegliere a rotazione) cosa pensinodel primo caso. Dopo di che deve ricavare da quanto es-si hanno detto la teoria pi sicura e degna di approvazio-

    ne. Successivamente, con la medesima procedura, il pro-fessore deve affrontare il secondo caso e infine, semprecon lo stesso criterio, tutti i restanti. Spiegati cos queicasi, il moderatore deve presentare, il pi sinteticamen-te possibile e con il metodo delle dispute dei casi, alcu-ni dubbi relativi a quegli stessi argomenti. Uno degli stu-denti preavvisati deve rispondere, dopo di che il profes-sore deve concludere di persona insegnando la correttainterpretazione.

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    10) Se poi qualcuno si imbatte in un problema che esuladagli argomenti ordinari di queste discussioni, lo si rife-risca, se non vi sono impedimenti, a chi presiede, perchse ne dibatta nel successivo incontro.

    REGOLE DEL PROFESSORE DI FILOSOFIA

    1) Il professore deve trattare tutte quelle arti o scienzenaturali che dispongano le menti alla teologia e servono

    alla perfetta conoscenza e uso di essa e che di per s ser-vono al medesima fine. Deve insegnarle con la dovutadiligenza, cercando schiettamente in tutte le cose lono-re della gloria di Dio, in modo da preparare i suoi stu-denti, e in particolare i nostri, alla teologia e da incitarlisoprattutto alla conoscenza del loro creatore.

    2) Negli argomenti di una certa rilevanza il professore difilosofia non deve allontanarsi da Aristotele, eccetto che

    non capiti qualche affermazione in contrasto con la teo-ria seguita generalmente nelle accademie. A maggior ra-gione qualora laffermazione ripugni alla retta fede: eglideve sforzarsi il pi strenuamente possibile di controbat-tere tali errori usando, se vi sono, argomenti tratti da Ari-stotele o da altri filosofi, secondo quanto prescrive il con-cilio lateranense.

    3) Deve leggere o citare in scuola con grande prudenza

    gli interpreti di Aristotele che si sono posti in contrastocon la religione cristiana e stare attento che gli studentinon vi siano attratti.

    4) Per tale motiva non deve raccogliere in trattazioni spe-cifiche i commenti di Averro, comportandosi analoga-mente a proposito di altri filosofi del genere. Se da lui sipu cavare qualcosa di buono, lo citi senza lodarlo e, sepossibile, dimostri che lo ha desunto da altri.

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    5) Non deve legare s o i suoi allievi a nessuna scuola filo-sofica, come gli Averroisti, gli Alessandristi e simili. Nondeve nascondere gli errori di Averro, di Alessandro odi altri, ma servirsene per sminuire pi efficacemente laloro autorit.

    6) Di S. Tommaso, invece, il professore di filosofia devesempre parlare con rispetto: bisogna seguirlo con gli ani-mi ben disposti, tutte le volte in cui necessario, bisognadiscostarsene con reverenza e a malincuore, qualora nonconvinca del tutto.

    7) Deve spiegare lintero programma di filosofia in nonmeno di tre anni, per due ore al giorno, una al mattino,laltra al pomeriggio, salvo che in qualche universit nonvenga stabilito diversamente.

    8) Il corso non deve nemmeno essere concluso primadellarrivo o dellapprossimarsi delle vacanze concessesolitamente a fine anno scolastico.

    9) 1. Nel primo anno deve spiegare la logica, i cuifondamenti devono essere forniti, allincirca, nel primobimestre, non tanto con dettatura di appunti, quantopiuttosto illustrando ci che sembrer opportuno sullabase del Toleto o del Fonseca.

    2. Nei prolegomeni della logica il professore deve di-battere unicamente se sia una scienza, quale sia il suo og-getto e alcune, poche cose circa le seconde intenzioni.

    Una trattazione completa degli universali la rimandi allametafisica, accontentandosi di fornirne qui uninforma-zione sommaria.

    3. Deve presentare anche gli aspetti pi facili dellecategorie, che normalmente si ricavano da Aristotele,rinviando il resto allultimo anno. Tuttavia, nella logicadeve trattare a sufficienza lanalogia e la relazione, poichcapitano di frequente nelle dispute.

    Storia dItalia Einaudi 45

  • 5/28/2018 La Ratio Studiorum Dei Gesuiti (1)

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    La ratio studiorum dei Gesuiti

    4. Deve spiegare rapidamente il secondo libroDe inter-pretationee entrambi i libri degliAnalytica priora, tran-ne i primi otto o nove capitoli del primo libro. Deve tut-tavia esporre le questioni che li caratterizzano, trattandoper solo molto brevemente quella circa i contingenti eevitando ogni accenno al libero arbitrio.

    5. Inoltre, per poter riservare tutto il secondo annoalla fisica, organizzi verso la fine del primo anno unadissertazione di una certa ampiezza sulla scienza, in cuiconcentrare, in massima parte, i prolegomeni della fisica,come la suddivisione delle scienze, le astrazioni, la partespeculativa, quella pratica, la subalternazione, il diversomodo di procedere in fisica e in matematica, di cui trattaAristotele nel libro 2 dellaPhysica. Infine, deve spiegarequanto il libro 2 delDe animadice circa la definizione.

    6. I luoghi deiTopicae deiSophistici elenchi, e le falla-cie, messe in ordine pi facile, troveranno una spiegazio-ne migliore allinizio del compendio di logica.

    10) I. Nel corso del secondo anno deve spiegare gli ot-to libri dellaPhysica, i libri delDe coeloe il primo librodelDe generatione. Per quanto riguarda gli otto libri del-la Physica, il testo dei libro 6 e del 7 deve essere rias-sunto, come, dei resto, la parte del primo libro che trattadelle opinioni degli antichi. Svolgendo il libro 8, non sideve dir nulla sul numero delle intelligenze, sulla liber-t e sullinfinit del primo motore: questi punti, infat-

    ti, devono essere discussi nella metafisica e attenendosiunicamente alla dottrina di Aristotele.

    2. I testi del 2, 3, 4 Libro del De coelo devonoessere condensati sommariamente, anzi per la maggiorparte tralasciati. In questi l


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