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New MAGAZINE - GIOMI · 2015. 6. 4. · GMagazine anno 1 - n.2 Settembre Ottobre 2011 inserto del...

Date post: 22-Oct-2020
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ANNO 1- N. 2 • Settembre-Ottobre 2011 MAGAZINE MAGAZINE Inaugurazione Hospice “Le Rose” Inaugurazione Hospice “Le Rose”
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  • ANNO 1- N. 2 • Settembre-Ottobre 2011

    MAGAZINEMAGAZINE

    Inaugurazione

    Hospice “Le Rose”

    Inaugurazione

    Hospice “Le Rose”

  • GIOMI R.S.A.

    VIALE CARSO, 4400195 ROMA

    tel. +39.06.3609651fax. [email protected]

    Dove siamo

    GMagazine anno 1 - n.2

    Settembre Ottobre 2011

    inserto delGrillo Parlante

    Direttore EditorialeProf. Fabio Miraglia

    DirettoreResponsabile

    Benedetta Ferrari

    Collaboratori

    Filippo LeonardiFortunato LicandroMarco Montanari

    Emilia RedaPaolo Dirienzo Paola Senesi

    Propretario:

    GIRE S.P.AVia Buonarroti, 81

    00053 Civitavecchia (RM)tel. +39.0766.25221 fax +39.0766.25222

    Stampa:Etruria

    Arti GraficheTel. 0766.23070

    0766.33712

    Nella foto di copertina:il dott. EmmanuelMiraglia inaugura

    l’Hospice “Le Rose”,alla sua destra

    il sindaco di LatinaGiovanni Di Giorgi

    CASA DI CURA MADONNA DEL ROSARIO S.R.L.

    RESIDENZA SANITARIAASSISTENZIALE60 POSTI LETTO

    VIA BUONARROTI, 81 00053 CIVITAVECCHIA (RM)

    tel.+39.0766.25221 fax.+39.0766.25222

    [email protected]

    R.S.A. FLAMINIA S.R.L.RESIDENZA SANITARIA

    ASSISTENZIALE58 POSTI LETTO

    STRADA CAMPAGNANESE SNC

    LOCALITÀ VALLE DELL’OLMO 00067 MORLUPO (RM)

    tel.+39.06.90192936fax.+39.06.90192936

    [email protected]

    RESIDENZA CIMINA S.R.L. RESIDENZA SANITARIA

    ASSISTENZIALE68 POSTI LETTO

    VIA DELL’OSPEDALE, 201037 RONCIGLIONE (VT)

    tel.+39.0761.650371 fax.+39 0761.650344

    [email protected]

    R.S.A. VITERBO S.R.LRESIDENZA SANITARIA

    ASSISTENZIALE60 POSTI LETTO

    STRADA PROVINCIALE TEVERINA,13/A 01100 VITERBO

    tel.+39.0761.353900 fax.+39.0761.273070

    [email protected]

    CASA DI RIPOSO RESIDENCE FLAMINIA

    60 POSTI LETTO

    STRADA CAMPAGNANESE, SNC

    LOCALITÀ VALLE DELL’OLMO00067 MORLUPO (RM)

    tel.+39.06.90192936fax.+39.06.90192936

    [email protected]

    GIRES.P.A.

    VIA BUONARROTI, 81 00053 CIVITAVECCHIA (RM)

    tel.+39.0766.25221 fax.+39.0766.25222

    CASA DI RIPOSORESIDENZA LA PACE

    24 POSTI LETTO

    PIAZZA PRINCIPE DI PIEMONTE 01037 RONCIGLIONE (VT)

    tel.+39.0761.650055fax.+39.0761.652619

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    RESIDENZA PONTINA S.R.L. RESIDENZA SANITARIA

    ASSISTENZIALE80 POSTI LETTO

    VIA FRANCO FAGGIANA N. 166804100 LATINA

    tel.+39.0773.651911 fax.+39.0773.260513

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    GIO SERVICE

    S.R.L

    STRADA CAMPAGNANESE, SNC 00067 MORLUPO tel.+39.06.9072667

    [email protected]

    2

  • 3

    M A G A Z I N EM A G A Z I N E

    Pag. 6

    Hospice

    “Le Rose”

    contro il dolore

    Pag. 4

    Editoriale

    Pag. 15

    Volontario

    in Europa

    Pag. 17

    Strategia europea per la

    disabilità 2010-2020

    Pag. 8

    Associazione

    Valentina

    Pag. 10

    Giomi Rsa

    e Aiop Giovani

    per la Nuova Zelanda

    Pag. 18

    Fuori

    dalla Finestra

    Pag. 20

    Lazio in Festa

    S O M M A R I OS O M M A R I O

    Pag . 22

    “Una Pantera”

    davvero speciale

    Pag. 12

    Una guida “Forte”

    in aiuto

    dei più deboli

  • 4

    Corriamo, ci affanniamo, spesso siamo nevrotici, fino

    a quando ci accorgiamo che la nostra corsa deve

    inevitabilmente piegarsi di fronte al mistero della

    vita. Succede quando sul percorso incontriamo il dolore o

    la malattia che, fatalmente, ci porgono un’ altra inter-

    pretazione dell’esistenza. E’ allora che ci accorgiamo che

    la nostra corsa, può anche rallentare e fare spazio a

    momenti ed emozioni spesso trascurate. Forse vi scrivo

    queste parole perché ho da pochi giorni perso una gio-

    vane collega, a causa di un male incurabile, che l’ha vista

    lucida fino alla fine. Una persona, gioiosa e serena che ha

    sempre fatto tanto per gli altri, non solo con i gesti ma

    semplicemente con il suo modo di essere: “speciale”, fino

    alla morte . In chiesa durante il funerale sono state lette le

    sue volontà: “ Alle mie amiche un mio oggetto o indumen-

    to che le faccia ricordare sempre di me, i gioielli e la mia

    casa di proprietà da vendere per devolvere il ricavato in

    favore di quei bambini che non hanno avuto niente dalla

    vita”. Quanto incassato dalla vendita dei suoi beni andrà

    a una casa famiglia e ad un’associazione attiva in

    Madagascar. Voglio ringraziarla per tutto, e per tutti, per

    questo grande gesto e per i sorrisi e la gioia che mi rega-

    lava ogni volta che la incontravo. Per chi come lei ha la

    sfortuna di imbattersi in una malattia oncologica per alle-

    viare il dolore fisico ma anche quello “dell’anima”, ci sono

    oggi le cure palliative, quelle cure che attenuano i sintomi

    di una malattia ma non la risolvono in maniera definitiva,

    eseguite da squadre di medici, psicologi e volontari spe-

    cializzati, che danno la possibilità al malato di poter tra-

    scorrere gli ultimi mesi della vita nella propria abitazione

    , circondato dall'affetto dei familiari, o in apposite struttu-

    re come l’Hospice Le Rose del gruppo Giomi s.p.a. inau-

    gurato di recente a Latina , dove è presente un’equipe

    d’eccellenza capitanata dal dott. Petricola. Un aiuto

    soprattutto per le famiglie che si trovano a dover gestire

    una situazione straordinaria, non sempre, infatti, è solo il

    malato ad aver bisogno di sostegno ma tutto il contesto

    familiare con ansie e dispiaceri da tenere sotto control-

    lo. La chiacchierata di questo mese l’abbiamo fatta con

    Aldo forte assessore regionale alle Politiche sociali e fami-

    glia. A circa un anno dal suo insediamento ci ha raccon-

    tato la sua esperienza, quanto è stato fatto e quanto

    ancora si potrebbe fare, soprattutto se venisse riformato

    l’intero sistema dei servizi sociali (cosa su cui stanno lavo-

    rando), prerogativa per continuare ad ottenere nuovi e

    positivi risultati.Un ringraziamento alla sezione giovani

    dell’ Associazione italiana ospitalità privata (Aiop) di cui il

    prof. Fabio Miraglia, amministratore della Giomi Rsa, è

    orgogliosamente vice coordinatore nazionale, per le

    tante iniziative di solidarietà tra cui l’ultima a favore della

    Nuova Zelanda . Tante e tante pagine sono naturalmente

    dedicate alle Rsa laziali del gruppo Giomi: attività, feste

    e iniziative pensate per allietare le giornate degli ospiti,

    anche queste sono palliative care!

    P.s. E’ appena nato ma ha già compiuto 100 passi, nei suoi

    primi due giorni di vita l’applicazione di GMagazine è

    stata scaricata dall’app store 100 volte!

    Diamo voce alla solidarietà

    La tua associazione si occupa di progetti per il sociale, per

    aiutare chi ne ha più bisogno e chi ha avuto poco dalla

    vita? Sarà un piacere pubblicare sulle nostre pagine una

    presentazione dell’associazione e soprattutto tutto quello

    che state facendo per gli altri. Scrivete al direttore: bene-

    [email protected]

    E d i t o r i a l e

    Il direttore Benedetta Ferrari

    Fino al 30/09/2011 la Società R.S.A. Flaminia S.r.l.gestiva sia la casa di riposo Residence Flaminia, siala R.S.A. Flaminia.Dal 01/10/2011 la casa di riposo ResidenceFlaminia è gestita dalla Societa Residenza FlaminiaS.r.l.; mentre la R.S.A. Flaminia è gestita dallaSocietà R.S.A. Flaminia S.r.l.

  • 5

  • Hospice “Le Rose” contro il dolore

    6

    il dott Emmanuel Miragila con il sindaco di latinaGiovanni Di Giorgi

    Le cure palliative (palliative care), si occu-pano in maniera attiva e totale deipazienti colpiti da una malattia che non

    risponde più a trattamenti specifici e la cuidiretta conseguenza è la morte. Lo scopo delle cure palliative è il raggiungimen-to della miglior qualità di vita possibile per ipazienti e le loro famiglie nel momento più dif-ficile della loro esistenza.Obiettivo principale è dare senso e dignità alla vitadel malato fino alla fine, alleviando prima di tuttoil dolore. La legge n.38 del 15 marzo 2010 cambiacompletamente la concezione e la gestione deldolore in Italia, sostenendo il diritto “di non soffri-re” per ogni paziente e riconoscendo che il doloreda solo, può costituire una malattia. La legge inoltre disciplina l’esercizio di talediritto attraverso importanti novità assistenzialiche coinvolgono una intera equipe multidiscipli-nare di operatori sanitari. L'hospice è la strut-tura che accoglie in forma residenziale o informa di assistenza domiciliare il malato incura-bile e la sua famiglia dove possono trovare sol-lievo per un periodo circoscritto e conforto negliultimi giorni di vita. Nel Lazio sono presenticirca venti di questi centri a cui si è andato adaggiungere quest’anno l’hospice “Le Rose” diLatina, attivato a giugno e inaugurato il 30 set-tembre presso l’Istituto Chirurgico OrtopedicoTraumatologico (Icot). La disponibilità è di 9posti letto in regime di degenza e 36 in regimedi assistenza domiciliare. Sostenuto da un’equi-

    Inaugurato a Latina il centro per le cure palliative

    pe multidisciplinare formata da medici palliati-visti, infermieri professionali, psicologi, fisiote-rapisti, volontari, assistenti spirituali. Tuttefigure impegnate nella realizzazione di un pianopersonalizzato di assistenza centrato sulla per-sona e valutato secondo le necessità del pazien-te e della sua famiglia. Al taglio del nastro il dott. Emmanuel Miraglia-presidente del Gruppo GIOMI s.p.a. e fondatoretrent’anni fa dell’Icot- che ha dichiarato:“Questa iniziativa che ci vede uniti alla RegioneLazio, e alla asl di Latina si pone quale impor-tante realizzazione sanitaria al servizio del ter-ritorio per pazienti estremamente bisognosi”, afargli eco il sindaco di Latina, Giovanni Di Giorgi“Si tratta di una struttura importante per lacittà, in grado di fornire nuovi servizi ai cittadi-ni, come amministrazione comunale rinnoviamola nostra piena disponibilità per collaborare conl’Icot per dare alla città nuovi, importanti e utiliservizi”. Presenti anche il dott. Ulderico Rossi,direttore amministrativo Ausl Latina e Mons.Mario Sbarigia, Vicario generale della curiavescovile. A seguire la visita della struttura conla presentazione del dott. Petricola medicoresponsabile del centro, delle attività e della“squadra”, formata da personale altamente spe-cializzato. Attività che sono espressione di unlavoro multidisciplinare, poiché la gestione delmalato inguaribile o terminale è un carico dilavoro enorme che nessun operatore potrebbeassumere solo su se stesso.Il dover intrattenere rapporti con un "intero

  • Hospice “Le Rose” contro il dolore

    nucleo familiare” ed avere, dunque, in carico leemozioni di tutti i membri della famiglia e nonsolo del malato, è un carico psicologico ed emo-tivo non gestibile da un solo professionista, daqui la necessità di un’equipe, a sostenere unintero sistema familiare che entra inevitabil-mente in crisi di fronte a una malattia oncologi-ca senza speranze. “Le Rose”, si propone conuna struttura all’avanguardia e dotata di ognicomfort, spazi ampi e luminosi, stanze tecnolo-giche e luoghi destinati a momenti di incontro econdivisione. Una riconversione dei posti letto(quelli tagliati dalla Regione Lazio), che nonpoteva offrire servizio più utile e necessario,nel momento più delicato e sofferto della vita,quello verso la morte.

    Uno stralcio della legge 15 marzo 2010, n. 38Disposizioni per garantire l'accesso alle cure palliative

    e alla terapia del dolore(G.U. 19 marzo 2010, n. 65)

    Art. 1.(Finalità)

    1. La presente legge tutela il diritto del cittadino ad acce-dere alle cure palliative e alla terapia del dolore.2. È tutelato e garantito, in particolare, l'accesso alle curepalliative e alla terapia del dolore da parte del malato,come definito dall'articolo 2, comma 1, lettera c), nel-l'ambito dei livelli essenziali di assistenza di cui al decre-to del Presidente del Consiglio dei ministri 29 novembre2001, pubblicato nel supplemento ordinario alla GazzettaUfficiale n. 33 dell'8 febbraio 2002, al fine di assicurare ilrispetto della dignità e dell'autonomia della personaumana, il bisogno di salute, l'equità nell'accesso all'assi-stenza, la qualità delle cure e la loro appropriatezzariguardo alle specifiche esigenze, ai sensi dell'articolo 1,comma 2, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n.502, e successive modificazioni.3. Per i fini di cui ai commi 1 e 2, le strutture sanitarie cheerogano cure palliative e terapia del dolore assicurano unprogramma di cura individuale per il malato e per la suafamiglia, nel rispetto dei seguenti princìpi fondamentali:a) tutela della dignità e dell'autonomia del malato, senzaalcuna discriminazione;b) tutela e promozione della qualità della vita fino al suotermine;c) adeguato sostegno sanitario e socio-assistenziale dellapersona malata e della famiglia.

    Art. 2.(Definizioni)

    1. Ai fini della presente legge si intende per:a) «cure palliative»: l'insieme degli interventi terapeutici,diagnostici e assistenziali, rivolti sia alla persona malatasia al suo nucleo familiare, finalizzati alla cura attiva etotale dei pazienti la cui malattia di base, caratterizzata

    da un'inarrestabile evoluzione e da una prognosi infausta,non risponde più a trattamenti specifici;b) «terapia del dolore»: l'insieme di interventi diagnosticie terapeutici volti a individuare e applicare alle formemorbose croniche idonee e appropriate terapie farmaco-logiche, chirurgiche, strumentali, psicologiche e riabilita-tive, tra loro variamente integrate, allo scopo di elabora-re idonei percorsi diagnostico-terapeutici per la soppres-sione e il controllo del dolore;c) «malato»: la persona affetta da una patologia ad anda-mento cronico ed evolutivo, per la quale non esistonoterapie o, se esse esistono, sono inadeguate o sono risul-tate inefficaci ai fini della stabilizzazione della malattia odi un prolungamento significativo della vita, nonché lapersona affetta da una patologia dolorosa cronica damoderata a severa;d) «reti»: la rete nazionale per le cure palliative e la retenazionale per la terapia del dolore, volte a garantire lacontinuità assistenziale del malato dalla struttura ospeda-liera al suo domicilio e costituite dall'insieme delle strut-ture sanitarie, ospedaliere e territoriali, e assistenziali,delle figure professionali e degli interventi diagnostici eterapeutici disponibili nelle regioni e nelle province auto-nome, dedicati all'erogazione delle cure palliative, al con-trollo del dolore in tutte le fasi della malattia, con parti-colare riferimento alle fasi avanzate e terminali dellastessa, e al supporto dei malati e dei loro familiari;e) «assistenza residenziale»: l'insieme degli interventisanitari, socio-sanitari e assistenziali nelle cure palliativeerogati ininterrottamente da équipe multidisciplinaripresso una struttura, denominata «hospice»;f) «assistenza domiciliare»: l'insieme degli interventi sani-tari, socio-sanitari e assistenziali che garantiscono l'eroga-zione di cure palliative e di terapia del dolore al domici-lio della persona malata, per ciò che riguarda sia gli inter-venti di base, coordinati dal medico di medicina genera-le, sia quelli delle équipe specialistiche di cure palliative,di cui il medico di medicina generale è in ogni caso parteintegrante, garantendo una continuità assistenziale inin-terrotta;g) «day hospice»: l'articolazione organizzativa degli hospiceche eroga prestazioni diagnostico-terapeutiche e assisten-ziali a ciclo diurno non eseguibili a domicilio;h) «assistenza specialistica di terapia del dolore»: l'insiemedegli interventi sanitari e assistenziali di terapia del doloreerogati in regime ambulatoriale, di day hospital e di ricove-ro ordinario e sul territorio da équipe specialistiche.

    7

  • 8

    Associazione Valentina

    Q uesta è una storiad’amore e solidarietà,che emerge dal buio edal dolore per la perdita di unabimba di dodici anni strappa-ta troppo presto alla vita; que-sta è la storia di Valentina ilcui nome oggi è sinonimo disolidarietà, perché proprio a

    lei è stata intitolata l’associazione, voluta dallamadre Nella Magnani Carboni(nella foto). Natanel Marzo del 2000, l’associazione oggi può con-tare su 1340 soci, di cui 20 volontari attivi i qualiogni giorno offrono la loro assistenza, il loroaiuto concreto, donando amore, solidarietà e unsorriso ai pazienti oncologici e ai loro familiari.Numerosi sono i risultati che l’associazione haconcretizzato e le mission prefisse: ha effettua-to donazioni, ha realizzato un alloggio con tuttii comfort per i pazienti costretti a viaggiare chedevono effettuare la radioterapia oppure chehanno altre esigenze che necessitano di lunghedegenze. “Un servizio che comporta moltespese (affitto, utenze , ecc) per chi deve soste-nerlo e che, speriamo di mantenere nel tempo– afferma Nella Magnani Carboni, fondatrice epresidentessa di “Valentina” - poiché a Latinaper coloro che sono in condizioni disagiate non

    consiste alcun punto d’appoggio per effettuarelunghe permanenze. Grazie alla sponsorizzazio-ne della fabbrica Plasmon abbiamo potuto apri-re il progetto “Punto Baby”, con il quale ven-gono aiutate le mamme con problemi economi-ci, donando loro tutto ciò che necessita al neo-nato (pannolini, omogeneizzati, vestitini, ecc).Inoltre – prosegue- abbiamo aperto un serviziodi accoglienza e sostegno per le donne stranie-re in gravidanza che non hanno nessuno che lepossa aiutare. Da noi vengono accolte con calo-re, e soprattutto con il dialogo, ascoltiamo iloro problemi e quando c’è bisogno le accompa-gniamo agli ambulatori per le dovute cure.L’associazione ha creato una rete di aiuto insie-me a Caritas, Croce rossa, servizi sociali e con iComuni di Latina, Sabaudia e Maenza. I nostrivolontari sono una grande risorsa per l’associa-zione sono persone speciali, che giornalmente simettono a disposizione offrendo il loro calore eil loro aiuto a chi è meno fortunato. Voglio rin-graziarli pubblicamente perché con il loro lavo-ro contribuiscono alla crescita della stessa non-ché ad aumentare l’efficienza dei servizi diaiuto che riusciamo ad offrire. L’associazionesvolge volontariato anche presso l’Hospice LeRose, i volontari, nel perseguire il loro obietti-vo fondamentale quale l’umanizzazione delluogo di degenza e conseguente miglioramentodella qualità di vita, svolgono attività di ascol-to attivo, nonché assistenza amicale a favoredel malato terminale, e dei suoi parenti”.L’associazione Valentina cerca volontari siauomini che donne. Il volontariato si svolge dimattina dalle ore 9 alle ore 12.30, si richiedonoalmeno due mattine settimanali. Associarsicosta 15,00 € l’anno, una piccola quota che peròè il segno tangibile di una reale volontà di aiuto.

    Sito: www.associazionevalentina.org email: [email protected] le donazioni: C/C bancario: 520197IBAN : IT89Q0510414701CC0220520197C/C postale : 20745048 C.F. 91065190596

  • Di Michele D’Urso

    Fin dalla sua nascita

    nel 2003 la sezione

    giovani dell’As so cia -

    zione Italiana Ospe dalità

    Privata (AIOP Gio va ni),

    associazione di ca te goria

    di cui fanno parte anche le

    strutture del gruppo Giomi,

    ha avuto una particolare sensibilità per il sociale,

    secondo la filosofia che l’impresa debba esercitare

    di per sé un’azione positiva sul territorio in cui opera

    e nei confronti delle persone con le quali quotidiana-

    mente interagisce.

    Negli anni AIOP Giovani si è sempre impegnata: ini-

    zialmente con progetti di aiuto in Eritrea cui ha con-

    tribuito con attrezzatura ospedaliera derivante dalla

    ristrutturazione delle Case di cura associate, poi nel

    tempo, grazie ai vari Study Tour, si sono moltiplicati i

    rapporti di amicizia e di collaborazione con molte

    parti del mondo, e di conseguenza anche l’impegno

    nel sociale.

    Dopo la campagna “Solidarietà per i nostri amici

    giapponesi” in favore delle popolazioni del

    Giappone colpite dallo tsunami, che prevedeva una

    raccolta di fondi destinati alla Croce Rossa giappo-

    nese, ecco l’intervento di AIOP Giovani in favore

    della Nuova Zelanda; infatti mentre si stava prepa-

    rando il prossimo Study Tour 2011, che si terrà pro-

    prio nella terra dei “kiwi” agli inizi del prossimo mese

    di novembre, si è appreso del terremoto del 21 feb-

    braio scorso a Christchurch, una delle città prescelte

    nel programma di visita di strutture sanitarie in

    Nuova Zelanda.

    Lo scorso 28 aprile in occasione dell’incontro con il

    nuovo Ambasciatore a Roma, S.E.Sign. Trevor

    Matheson, con il quale è stato confermato il viaggio

    che toccherà le città di Wellington e Aukland, la

    delegazione AIOP Giovani si è presa l’impegno di

    promuovere un’ iniziativa che l’Ambasciata ha favo-

    revolmente accolto.

    Per sostenere questo impegno si è pensato a qualco-

    sa di nuovo e sono state fatte preparare delle felpe,

    rigorosamente nere in onore dei mitici “All blacks“,

    con il motivo “Aiop Giovani for New Zealand”, dalla

    cui vendita il ricavato sarà destinato totalmente a

    favore di questo progetto di solidarietà che consiste

    nell’acquisto di una speciale autoambulanza 4x4 che

    verrà consegnata ufficialmente in occasione dello

    Study Tour.

    Il Gruppo Giomi RSA, nella persona del suo ammini-

    stratore Prof. Fabio Miraglia, che di AIOP Giovani è

    vice coordinatore nazionale, ha voluto aderire in

    maniera significativa e tangibile a questa nobile ini-

    ziativa e così ogni RSA del gruppo ha acquistato, e

    fatto personalizzare per l’occasione, una felpa per

    ogni dipendente facendola diventare parte integran-

    te della divisa di lavoro.

    L’iniziativa è stata accolta da ogni struttura con gran-

    de entusiasmo, non solo per il fine nobile che ci si è

    prefissati, ma soprattutto per la bellezza e la “mor-

    bidezza” delle felpe.

    Un ringraziamento di cuore a tutti coloro hanno ade-

    rito all’iniziativa ed un grosso in bocca al lupo ai

    nostri cari amici della Nuova Zelanda.

    Giomi Rsa e Aiop Giovani per la Nuova Zelanda

    10

  • 12

    Abbiamo incontrato Aldo Forte, giovaneassessore a capo delle Politiche sociali eFamiglia della Regione Lazio. E’ trascor-

    so poco più di un anno dal suo insediamento, unanno come lui stesso lo ha definito “a contattocon le persone, con i problemi che affliggono chiha bisogno, con le incertezze e le paure di chicerca sostegno, con la forza d’animo incrociatadi chi si impegna a reagire e di chi offre il pro-prio aiuto”.Primo anno che vede molti traguardi tagliati,come lui stesso ci racconta.

    “Politiche sociali”, due parole che possonocomprendere il mondo intero: anziani, diver-samente abili, famiglie, persone svantaggiatesia economicamente che fisicamente, minori,genitori, drogati, alcolizzati ecc..una lista chenon finisce più. Come si fa a pensare a tutti? Esoprattutto ad accontentarli?

    La difficoltà non sta solo nel pensare alle perso-ne bisognose, la difficoltà sta nel trovare ilmodo di aiutarle. A causa dell’indebitamentopubblico, le risorse economiche a disposizionesono sempre di meno, mentre la domanda assi-stenziale è in continua crescita. Basti pensareche il Governo nazionale con le ultime manovrefinanziarie ha di fatto cancellato i fondi per lepolitiche sociali. La Regione Lazio quest’annoha saputo rispondere in maniera responsabile,aumentando del 25 per cento la propria compar-tecipazione alla spesa, colmando il vuoto lascia-to dai cento milioni in meno di trasferimentidello Stato in ambito sociale. Ma questo sforzopotrebbe non essere sufficiente per gli anni avenire. Oggi la situazione è tale da mettere inpericolo l’intera rete socio-assistenziale,soprattutto per quelle Regioni, come il Lazio,che stanno attuando l’integrazione dei servizisociali con quelli sanitari, al fine di rafforzare iservizi sociali territoriali, per una maggioreappropriatezza degli interventi.

    Una guida “Forte” in aiuto dei più deboli

  • 13

    Se dovesse tracciare il bilancio del suo primoanno di attività:quali i progetti e le iniziativein cui ha creduto e investito a sostegno dellefasce più deboli?

    Un anno alla guida dell’Assessorato allePolitiche sociali e Famiglia ha significato, primadi tutto, un anno a contatto con le persone. Unanno caratterizzato da interventi importanti,come il primo Piano Famiglia del Lazio (un Pianoda 60 milioni di euro), e la nuova proposta dilegge di riforma dei servizi sociali. Abbiamomesso in campo una rete di interventi miratiper assistere al meglio le famiglie, i disabili, glianziani, le categorie più svantaggiate. Ma anchel’avvio del percorso di valorizzazione del terzosettore e del volontariato, vero motore di que-sta società, così come le politiche in favore del-l’integrazione degli immigrati, suggellate dal-l’accoglienza nelle case famiglia del Lazio dioltre 100 minori non accompagnati provenientidal Nord Africa. Senza dimenticare il contrastoalle vecchie e alle nuove dipendenze e le risor-se investite nell’ambito dell’assistenza ai disa-bili e agli anziani. Abbiamo creato l’Os -servatorio permanente sulle famiglie, di cui laprofessoressa Maria Rita Parsi è presidente,abbiamo instaurato con la Comunità diSant’Egidio un protocollo d’intesa per coopera-re, svolgere attività di assistenza e offrire aiutoa chi ne ha davvero bisogno. Perché il nostro èun lavoro di squadra, il solo possibile per met-tere in campo politiche efficaci che rispondanoai crescenti bisogni sociali dei cittadini delLazio.

    Tanto c’è ancora da fare per le famiglie italia-ne - che molte volte - si sentono abbandonatedalle istituzioni, soprattutto nel sostegno allagenitorialità. Il suo assessorato ha realizzatoprogetti a supporto dei nuclei familiari, dovesono presenti minori e giovani?

    Prima d’ora non era mai stato elaborato – alivello regionale – un piano unico degli interven-ti a sostegno della famiglia. E questo segna unasvolta nel panorama socio-assistenziale delLazio. La prova, che la Regione ha messo il temaal centro delle proprie politiche, non più consingole azioni, ma con un progetto attento al

    presente e che guarda al futuro. Le due princi-pali linee guida del Piano sono il sostegno all’in-fanzia e alla genitorialità, con un’attenzioneparticolare a tutti quei servizi che permettonouna migliore conciliazione dei tempi di vita e dilavoro. Per quanto riguarda le politiche per l’in-fanzia, il provvedimento prevede lo stanzia-mento di 12 milioni di euro per il bonus bebè: ilbonus è del valore di 450 euro ed è destinato atutti i figli nati nelle famiglie con reddito Iseeuguale o inferiore a 20mila euro, per un nume-ro che è stimabile in circa 25 mila bambini. Altri18,6 milioni di euro sono previsti per la costru-zione di nuovi asili nido, e ulteriori 15 milioniper l’abbattimento delle tariffe dei nidi comu-nali o convenzionati. Il Piano Famiglia prevedeinoltre le risorse per il Registro per gli assisten-ti familiari. Verranno pubblicati bandi per larealizzazione di corsi di formazione della dura-ta di 300 ore, al termine dei quali le badanti oaspiranti tali ottengono il titolo di assistentefamiliare e la conseguente iscrizione alRegistro. Sul versante del sostegno alla genito-rialità sono diverse le misure che il PianoFamiglia mette in campo: il servizioTagesmutter, ad esempio, finanziato con 6milioni di euro, un servizio alternativo agli asilinido effettuato dalle cosiddette “mamme digiorno”. Si tratta di un servizio complementareal nido d’infanzia, che può fornire risposte fles-sibili e differenziate alle esigenze dei genitori.Il Piano prevede poi aiuti alle neo-mamme, perle quali sono stati stanziati 1,5 milioni di europer interventi domiciliari attraverso il supportoall’allattamento, all’eventuale alimentazioneartificiale e alla cura del neonato. Una quotadel finanziamento servirà per offrire consulen-za tanto di natura ostetrica o pediatrica, quan-to psicologica e legale, alle madri in difficoltà.Sempre in tema di genitorialità è stato inoltreistituito un fondo di 600mila euro per aiutare igenitori separati che si trovano in difficoltàeconomica e senza più una casa, attraverso ilprogetto di un ostello di accoglienza. Il PianoFamiglia prevede poi la creazione di un serviziopubblico regionale per le adozioni internaziona-li che offre un servizio di front office di assi-stenza al percorso adottivo rivolto alle coppie.

    Una guida “Forte” in aiuto dei più deboli

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    Una guida “Forte” in aiuto dei più deboli Infine, per ciò che concerne l’assistenza, sonostati stanziati 500mila euro da destinare a pro-getti di sostegno ai minori vittime di maltratta-mento. Tra le tante novità, anche il Progetto“Bimbi in Stazione”, per cui e' stato stanziato 1milione di euro: un servizio grazie al quale igenitori pendolari o chi deve spostarsi in trenoverso un'altra città per visite mediche o altrigeneri di commissioni possono lasciare i lorofigli al nido della stazione.

    Una popolazione che sta invecchiando e chefatica a ringiovanire, quali le iniziative per itantissimi anziani - che spesso si sentonomessi ai margini - pensate per farli sentiremeno soli o comunque ancora parte attivadella società?

    Gli over 65 rappresentano ormai il venti percento della popolazione regionale e non posso-no essere emarginati, bisogna quindi riqualifi-care e ridisegnare il ruolo dei centri anzianiche, oltre a essere luoghi di svago e di socializ-zazione, dovranno sempre più essere luoghidove offrire la prima assistenza. La Regioneintende, per questo, sfruttare la rete dei 600centri anziani presenti sul territorio per offrireservizi di segretariato sociale, di informazione,nonché di prevenzione sanitaria. In più, voglia-mo incentivare le possibilità dei centri anzianidi svolgere una serie di funzioni all`internodelle comunità. Penso, ad esempio, alla vigilan-za dei giardini pubblici o alla custodia di unmuseo. Una volta approvata la legge di riformadell`intero sistema dei servizi sociali dellanostra regione, che stiamo per portare in giun-ta, provvederemo poi a definire la normativarelativa ai singoli settori, dai centri anzianiall’infanzia che, ad esempio, attende di essereriformata dagli anni ottanta.

    Un anno: cosa è stato fatto È nato l’Osservatorio permanente sulle famigliecomposto da esperti sul tema, con il compito difornire osservazioni, valutazioni e consigli nellaprogrammazione di settore. Elaborato un nuovo Protocollo per le adozioninazionali e internazionali che velocizza i tempidell’intero iter per le famiglie, salvaguardando i

    diritti dei minoriÈ stato avviato il progetto di un Polo Sociale conla finalità di promuovere i servizi e i prodotti delterzo settoreNei rioni di Roma Testaccio, Trastevere edEsquilino è stato realizzato il progetto dei Polisperimentali per il benessere delle personeanziane che ha permesso di ridurre considere-volmente le ospedalizzazioni improprie.A breve partirà un progetto di assistenza domici-liare e di potenziamento dei centri diurniAlzheimer

    Tante altre le iniziative, i finanziamenti e i pro-getti portati a termine, per saperne di più con-sultate il sito www.regione.lazio.it argomentopolitiche sociali e famiglia

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    Attivo da qualche mese un nuovo e utilis-simo portale telematico per le associa-zioni di volontariato sparse in tutta

    Europa, un’occasione unica per presentare lapropria attività, condividere progetti ed entra-re a far parte di una vera e proprie rete dedica-ta al Terzo settore, condividendo le proprieesperienze a livello europeo. Stiamo parlandodel sito web www.volontarioineuropa.eu, realiz-zato dal Parlamento Europeo, dalla Commissioneeuropea, dal Dipartimento per le politiche euro-pee della Presidenza del Consiglio dei Ministri, incollaborazione con il Ministero degli AffariEsteri, nell’ambito dell’attività di comunicazio-ne effettuata in partenariato sulle tematichedell’UE.Tale progetto, concordato con l’Osservatorionazionale del volontariato con il quale è statostipulato un apposito accordo di programmaquadro, è realizzato anche con l’ausilio delConsiglio Italiano del Movimento Europeo(CIME), e si inserisce tra le iniziative del “2011- Anno europeo delle attività di volontariatoche promuovono una cittadinanza attiva”. E’destinato a far emergere le associazioni divolontariato, soprattutto le più piccole, che nonsempre godono di visibilità a livello nazionale eistituzionale e le organizzazioni di terzo settoreal fine di rafforzare il sentimento di cittadinan-

    za europea e di amicizia con gli altri cittadinidell'Ue. Una piattaforma studiata appositamen-te per consentire di registrarsi e far parte di unpotente motore di ricerca grazie la quale potercomunicare le attività svolte. Lo scopo in parti-colare sarà quello di presentare progetti di ser-vizi, anche transazionali che hanno contribuito opossono contribuire a rafforzare il sentimento diappartenenza all’Unione europea e di cittadi-nanza attiva. Ogni associazione di volontariato potrà regi-strarsi e caricare sul nuovo sito, alla sezione“registra” una sintetica presentazione delle pro-prie attività e dei propri progetti, le immaginied i contatti, al fine di creare una rete di scam-bio di esperienze. Nel portale saranno partico-larmente evidenziati progetti che: promuovonoil senso di appartenenza dei cittadini all’UnioneEuropea, promuovono i valori europei, sianoreplicabili e sostenibili, coinvolgono i cittadini dialtri Stati membri. Con la proclamazione del 2011 quale Anno euro-peo delle attività di volontariato, sotto la spin-ta della società civile, le istituzioni europeehanno voluto dare visibilità e sostegno ad unmovimento divenuto spesso indispensabile per ilfunzionamento della nostra società. L'UnioneEuropea promuove il volontariato già da moltianni e nel 1996 ha istituito il Servizio

    O n l i n e l e b u o n e p r a t i c h e d i v o l o n t a r i a t o

  • volontario europeo per incoraggiare i giovani alavorare come volontari in comunità all'estero. IlServizio Volontario Europeo permette ai giovanidai 18 ai 30 anni di stare in un paese stranierofino ad un anno, per partecipare ad un progettodi volontariato, che può essere dei più vari: dalavorare in un parco naturale in Grecia a pro-muovere il teatro tra i disoccupati in Svezia.Tutte le spese sono coperte dalla CommissioneEuropea, oltre ad un piccolo rimborso per leattività svolte.Una grande opportunità di apprendimento earricchimento culturale, sociale e linguisticopensata per i giovani, per la loro crescita e peril loro futuro.

    “Il volontariato è responsabile partecipazione e

    pratica di cittadinanza solidale in quanto si

    impegna per rimuovere le cause delle disugua-

    glianze economiche, culturali, sociali religiose e

    politiche e concorre all’allargamento, tutela e

    fruizione dei beni comuni”.

    CARTA DEI VALORI DEL VOLONTARIATO (2001)

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    “Ogni giorno, ogni ora, ogni minuto, qualcunodà una mano. Lo vediamo nei nostri circoli gio-vanili e nei nostri ospedali, nella scuola e neglispazi gioco. Dai comuni ai campi sportivi, daireparti di maternità alle case di riposo, le per-sone si aiutano a vicenda – volontari-. I volonta-ri sono intorno a noi (…). Il 2011 è l’Anno euro-peo del volontariato, noi tutti abbiamo la capa-cità di essere volontari e con piccole azioni pos-siamo fare grandi cose per molti intorno a noi.E’ ora di fare la differenza!”. Viviane Reding, Commissario europeo per la giu-stizia, i diritti fondamentali e la cittadinanza.

    “Sono convinto che dobbiamo incoraggiare ilvolontariato perché è un segnale di solidarie-tà. Qualcosa che risulta molto importante nel-l’attuale clima economico. Come volontario siesprime solidarietà verso coloro che ne hannopiù bisogno e allo stesso tempo si contribuisceal modellamento di una società europea.Attraverso l’operato nella comunità in cui sivive, si dimostra che l’Europa non è solamenteil mercato unico, ma un’ Unione basata special-mente e prioritariamente su una comunità divalori condivisi”.Jerzy Buzek, presidente delParlamento europeo.

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    Strategia europea per la disabilità 2010-2020

    Le persone con disabilità hanno gli stessi diritti dichiunque altro: dignità, indipendenza e pienaintegrazione sociale. Temi che sono al centro

    delle azioni dell’Unione europea e della convenzioneOnu sui diritti delle persone con disabilità sottoscrittaanche dall’Ue Lo scopo della convenzione, entrata invigore insieme al relativo protocollo il 3 maggio 2008,consiste nel promuovere e tutelare accesso paritario,diritti umani e libertà fondamentali per tutte le per-sone con disabilità. Si tratta di un importante progres-so in termini di contenuto, in quanto stabilisce che ladisabilità non è solo un problema di politiche sociali,ma anche una questione legale e di diritti umani. Laconvenzione è in linea con i concetti fondamentalidella “Strategia Ue sulla disabilità 2010-2020”, nellaquale vengono affrontati la lotta alla discriminazione,le pari opportunità e l’inclusione attiva. I diritti rico-nosciuti nella convenzione abbracciano quasi tutte learee di intervento; la Strategia mira ad assicurarne lapiena messa in atto. Uguaglianza, lavoro, istruzione,protezione ed inclusione sociale, alcuni dei punti fon-damentali che ora vedremo nel dettaglio.Uguaglianza L’Europa è attenta a normative e strate-gie antidiscriminazione, alla promozione delle pariopportunità anche in altre politiche, all’impatto delladiscriminazione basata su età, sesso e orientamentosessuale, in ogni settore.Accessibilità E’ fondamentale per la partecipazionesociale, eliminare le barriere nell'ambiente fisico, neitrasporti, nell’informazione, nella comunicazione enei servizi di cui usufruiscono le persone con disabili-tà. Per fare questo l’Ue si serve di tecnologie e ricer-che per studiare servizi e prodotti che siano sempreall'avanguardia. Partecipazione Le persone con disabilità dovrebberoessere in grado di partecipare paritariamente a tuttigli aspetti della vita economica e sociale. Devonoessere messi in grado di esercitare i propri diritti dicittadini, ivi compresi il diritto al libero movimento,alla scelta della propria abitazione e stile di vita non-ché al pieno accesso alle attività culturali, ricreativee sportive.L’Ue promuove il trattamento paritariodelle persone con disabilità attraverso un dupliceapproccio costituito, da un lato, da normative e stra-tegie antidiscriminazione e, dall’altro, dalla promo-zione delle pari opportunità in altre politiche..LavoroLa Commissione cerca di migliorare le condizioni lavo-rative delle persone con disabilità, con particolareattenzione alle difficoltà dei più giovani, aiutandoli adintegrarsi nel mondo del lavoro facendo ricorso al

    Fondo sociale europeo (FSE), ed elaborando politicheattive del mercato del lavoroIstruzione La strategia UE sulla disabilità 2010-2020pone un’enfasi sul pari accesso a un’istruzione di qua-lità e alla formazione continua, entrambi fattori deci-sivi per garantire alle persone disabili la piena parte-cipazione sociale e il miglioramento della loro qualitàdi vita. Purtroppo quest’obiettivo non è ancora statoraggiunto e permangono ancora forti difficoltà nelsistema scolastico europeoProtezione e inclusione socialeLe persone con disabilità devono essere messe ingrado di usufruire di servizi quali la protezione socia-le, i programmi di riduzione della povertà, l’assisten-za e l’assegnazione di alloggi pubblici. Le relativecompetenze sono soprattutto a carico degli Statimembri, ma esistono obiettivi e indicatori comuni fis-sati attraverso il quadro del metodo aperto di coordi-namentoSalute Le persone con disabilità devono usufruire diservizi sanitari personalizzati e di alta qualità, ivi com-prese le cure preventive, la riabilitazione e altri servi-zi specifici.Azioni esterneInsieme agli Stati membri, l’UE promuove i dirittidelle persone con disabilità nelle proprie politicheesterne, anche mediante le politiche di allargamentoe sviluppo internazionale.

    Circa 80 milioni di cittadini dell’Unione europea, un sestodella popolazione, hanno una disabilità. A queste personeviene spesso negata la piena integrazione sociale ed econo-mica a causa di barriere attitudinali e ambientali. Il tassodi povertà tra le persone con disabilità è del 70 % superio-re alla media. Il 30 % delle persone di età superiore ai 75anni è affetta da un qualche tipo di limitazione; il 20 % èaffetta da limitazioni gravi. Il numero delle persone affet-te da disabilità è destinato a crescere con l’invecchiamen-to della popolazione europea.

    La Commissione Europea promuove l’approccio «Designfor all» (progettazione per tutti n.d.r), applicato ai pro-dotti, ai servizi e all'ambiente. Perché il numero dellepersone raggiunte sia il maggiore possibile. Inoltre, laCommissione sta studiando un atto europeo sull’accessibi-lità nel quale si stabiliranno delle linee guida generalirelative a beni e servizi.

    Ogni 3 dicembre la Commissione Europea, insieme al Forumeuropeo per le disabilità, organizza una conferenza percelebrare la giornata europea delle persone con disabilità.

  • Fuori dalla finestra

    Chi usufruisce del progetto di orticoltura nellaresidenza sanitaria che lo ospita deve poter spe-rimentare, attraverso il fare, quelle che sono lesue risorse, spesso inaspettate anche per lui,nonché il piacere di interagire in modo gratifi-cante, con gli altri. Questo piccolo grande pro-getto può implicare una crescita interiore paral-lela a quella di una pianta accudita con compe-tenza e partecipazione.Ma non possiamo prescindere da alcune conside-razioni.In primo luogo l’anziano si trova “istituzionaliz-zato” spesso per motivi di forza maggiore. Lanuova dimora, a livello più o meno esplicito,viene vissuta come l’ultima e l’allontanamento dagli spazi familiari può accentuare vissuti didisistima, inutilità, passività, facilitando involu-zioni psicologiche di tipo regressivo.Spesso la quotidianità viene subita con rasse-gnata amarezza o con tristi sorrisi di mascherestanche, l’orticoltura invece progetta di portarefuori l’individuo all’aria, al sole, stimolandocorpi vivi al di là dei vissuti di dipendenza e dibisogno, fuori dalla nicchia di inerzia e di spe-gnimento! Ci si muove per toccare la terra, per far nasce-re e crescere qualcosa, osteggiando la tentazio-ne alla chiusura, in uno spazio dedicato alla cre-scita di una pianta dal suo seme. Ritrovare un approccio all’unicità della persona

    Ipotesi di lavoro nell’approccio ai rap-porti di trattamento di anziani resi-denti in Rsa, attraverso un progettosperimentale di terapia occupazionaledi orticoltura

    Testo e immagini di Paola SenesiSpecialista in Psichiatria

    Ogni richiesta che avvenga all’interno diuna relazione terapeutica sia pure ditipo ludico contempla dal punto di vista

    psicologico una serie di aspetti emotivo-affetti-vi oltre che cognitivi. Infatti, entrano in giocoelementi come la motivazione, le aspettative,l’autostima ed i vissuti legati al particolaremomento esistenziale. La comunicazione è ilfulcro di questa esperienza con tutti i suoiaspetti impliciti ed espliciti che passano attra-verso i canali percettivi per giungere alla stimo-lazione di emozioni e di ricordi. Un’atmosfera di empatia può centrare l’obietti-vo, avviando quel meccanismo virtuoso che,attraverso l’agire, porti all’inserimento parteci-pe dell’individuo nel suo ambiente e a una pro-grammazione del tempo della sua quotidianità,L’altro elemento centrale riguarda l’attenzioneai valori e ai vissuti dell’individuo inteso nellaglobalità di individuo protagonista di una irripe-tibile e peculiare biografia. La storicizzazione e l’adattamento del soggettoal progetto occupazionale sono alla base delbuon esito dello stesso, rispetto agli ospiti dareclutare.

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  • e ad una qualità di vita dignitosa e soddisfacen-te, significa comprendere che, per tanti ospiti,la stanza è diventata il fulcro della giornata espesso anche dell’identità: il rifugio che acco-glie oggetti superstiti della vita passata, isolalontana dal richiamo dei ritmi sempre più ravvi-cinati della natura, cui sente di apparteneresolo come anello finale.Fuori dalla finestra ci sono le stagioni: c’è lapioggia, c’è il vento con le foglie colorate eimpazzite e poi a volte la neve con le sue fugaciapparizioni, la pioggia, il sole tiepido e poi semprepiù caldo tra foglie verdi, fiori e profumi. Sotto la finestra c’è la terra scura che accogliela regìa della natura e vive di ogni seme e di ognitempesta; il sole l’accarezza dai rami di ognialbero e attraverso i fiori di cui l’ha coperta.Ma i passi che separano la stanza dall’orto o dalgiardino sono pesanti e difficili anche con gambesane, se non si trova la motivazione giusta pertornare a muoversi nella natura, per avvicinarsi,toccare i tronchi degli alberi, la terra scura,l’acqua, i semi da piantare ed accudire, accet-tando di giocare la sfida con l’imprevisto, anco-ra una volta, per sperare nei frutti di un gestoche ha bisogno di fiducia e di speranza. Essere nell’istituzione ma restare in contiguità

    con la natura significa, non solo vivere il proget-to dell’orticoltura, ma anche creare all’internodegli spazi condivisi. Per chi non può partecipa-re al progetto, si può creare un percorso diimmagini che riproponga la ciclicità delle stagio-ni, le trasformazioni di questo regno che siesprime attraverso i colori e le forme delle suecreature che mutano adattandosi e accompa-gnano il nostro tempo interiore sincrone con letrasformazioni della nostra anima. Sono questi aspetti che l’occhio fotograficocoglie e cerca di comunicare tramite immaginiche possibilmente rispettino le suggestioni feno-menologiche più adatte a stimolare associazionie ricordi di un passato rapporto di vicinanza conla natura, meta di momenti di pausa e di risto-ro, in cui ognuno riceveva conforto e un vitalesenso di appartenenza. Immagini da collocare proprio laddove gli spazi

    si chiudono, per tenere sempre in funzione lamacchina combinatoria di sogni ed emozioni dif-ferenti per ogni storia, ma condivisi nel comuni-care quel desiderio di benessere mai veramentedel tutto sopito.

    Fuori dalla finestra

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  • 20

    S U A M A E S T À L AC A S TA G N A !

    In passato le castagne erano anche chiamate“pane dei poveri” per il loro elevato poterenutrizionale. Questo piccolo frutto, che per

    secoli ha rappresentato il nutrimento dellepopolazioni più povere che non potevano conta-re su altre risorse alimentari, viene ogni annocelebrato in tutto il Lazio e soprattutto nel ter-ritorio della Tuscia, dove le “Feste dellaCastagna” rappresentano un itinerario insolitoche collega città, arte e tradizioni. Ai castagnidel Lazio si deve una parte non trascurabile delpatrimonio agroalimentare di qualità dellaregione. Da segnalare nel viterbese la castagnadi Vallerano, unica ad aver ottenuto daBruxelles la Denominazione di origine protetta(Dop), alla quale si aggiungono otto prodottiiscritti all’elenco dei Tradizionali : marroneAntrodocano, marrone dei Monti Cimini, marro-ne di Arcinazzo Romano, marrone di Cave, mar-rone di Latera, marrone Segnino, castagna diTerelle, castagna rossa del Cicolano. Per festeg-giare castagne e marroni, fino alla prima setti-mana di novembre, ogni anno sono in program-ma oltre 150 appuntamenti tra stand enogastro-nomici, eventi folkloristici, musica e spettacoli,

    visite guidate ai palazzi storici, cene nelletaverne e caldarroste in piazza; una vera oppor-tunità per trascorrere i fine settimana autunna-li negli angoli incantevoli della Tuscia viterbese,degustando i prodotti tipici, fare escursioni neicastagneti e riscoprire antiche tradizioni. Adospitare queste manifestazioni sono, nella pro-vincia di Viterbo, i comuni e le Pro loco diCanepina, Caprarola, Carbognano, Latera, SanMartino al Cimino, Soriano nel Cimino eVallerano: sette splendidi borghi medievali iquali presentano un cartellone ricco di degusta-zioni guidate, stand, musica, teatro, convegni emostre. Grazie alle “Feste della Castagna”, laTuscia Viterbese apre lo scrigno dei suoi tesoriattraverso le tante cantine che permettono digustare varie ricette tipiche, mantenendo vivala tradizione di questo incredibile frutto dellaterra di Cimini. Le ricette che si possono gusta-re durante la festa variano da paese a paese: cisono le scaloppine alla castagna DOP diVallerano,il fieno e i ceciliani canepinesi e lafamosa Zuppa ai ceci e castagne di Soriano Lecastagne diventano così le protagoniste di unmomento di convivialità, riscoperta delle tradi-zioni, escursioni nei borghi, ma anche passioneper un prodotto di qualità che, nella provinciadi Viterbo, è frutto di un grande amore per lapropria terra. Un gustoso viaggio alla scopertadei colori e dei sapori dell’autunno della Tuscia.Tutto comincia dalla raccolta della castagna cheinizia dalla metà di settembre e si conclude ametà novembre, seguita dalle varie operazioni

    di Fortunato Licandro

    L a z i o i n f e s t a

  • di selezione, trattamento e preservazione.Ancora oggi, per poterle conservare al meglio, lecastagne non destinate alla vendita immediatavengono immerse nell’acqua per almeno unasettimana e custodite in grotte tufacee. Moltoricche di amido e fibre, le castagne contengonopoche proteine, ma di buona qualità, mentrenon contengono affatto lipidi; inoltre, contengo-no discrete quantità di vitamine del gruppo B edi niacina, buone quantità di potassio e unaridotta quota di sodio. Oggi le castagne sonosfruttate in tutti i campi culinari, dalle più sem-plici ricette casarecce fino alla cucina più raffi-nata, per il confezionamento di dolci, confettu-re o come ingrediente principale per zuppe esecondi piatti.Le feste nel ViterbeseCanepina (dall’11 fino al 26 ottobre),Caprarola (dal 10 fino al 31 ottobre),Carbognano (dal 18 al 26 ottobre), Latera (dal18 al 26 ottobre), San Martino al Cimino (dal23 al 30 ottobre) Soriano nel Cimino (dal 2 al19 ottobre), Vallerano (dall’11 ottobre al 9novembre).

    La castanicoltura nel Lazio occupa la quintaposizione a livello nazionale per superficieinvestita a castagno da frutto. Questa risultaessere pari a 5.567 ettari ripartiti in 6.116aziende. La produzione media regionale è di82,4 mila quintali.

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    L a z i o i n f e s t a

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    Una “Pantera” veramente speciale

    di Marco Montanari

    Promozione in serie A senza mai perdereuna gara, titolo di capocannoniere emiglior portiere. La storia, o forse sarebbe

    meglio dire favola, che vogliamo raccontarvi èquella della ViterSport. Polisportiva formata daatleti diversamente abili”che vede tra gli spon-sor principali la Giomi Rsa”, che nella Tuscia èriuscita a portare coppe e sorrisi. Una stagionericca di soddisfazioni nonostante le tante diffi-coltà incontrate, come ci spiega la presidentes-sa Paola Grispigni. “è stata una stagione entu-siasmante, anche se non sono mancate le diffi-coltà. Le affermazioni, comunque, restanomolto importanti perché incoraggiano e cisostengono nell'attività”. Che tipo di difficoltà?“La più rilevante è senza dubbio quella econo-mica. La nostra attività è a carattere nazionale,quindi il nostro campionato ci porta spesso fuoridalla Regione. Solitamente negli altri sport lesquadre cominciano facendo tornei rionali o coni paesi vicini, per noi invece non è così”.Non essendoci l'attenzione dei mass media odel grande pubblico, come portate avanti lapolisportiva?“Abbiamo avuto un discreto sostegno dallaRegione Lazio. Quest'anno però temo che possavenire meno”.Perché?“Il 14 settembre doveva uscire un bando conl'esito della graduatoria. Se va sul sito puòvedere che è stato rimandato. Comunque anchealtre realtà hanno contribuito allo sviluppodelle nostre iniziative come per esempio la fon-dazione “Carivit” e “Giomi R.S.A.” ai quali va ilnostro ringraziamento. Infine c'è l'autofinanzia-mento”.Cioè?“I ragazzi si pagano le trasferte. Ogni tanto perraccogliere fondi facciamo qualche manifesta-

    zione, come quella di “San Pellegrino in fiore”.

    L'aspetto economico quindi è altamente pro-blematico...“Assolutamente si, anche perché le nostre car-rozzine arrivano a costare fino a 9.000 euro.Non è un caso che ne abbiamo solo una di altolivello che, tra le altre cose, è privata. Questoparticolare non è di poco conto visto che spessoci confrontiamo con realtà in cui tutti hannoqueste speciali carrozzine, in molti casi pagatedalla Asl. Invece da noi non è proprio previstodal tariffario”.Parliamo della polisportiva. Come nasce laViterSport?“La società nasce circa 40 anni fa. Abbiamoavuto diverse discipline sempre in base allerichieste degli utenti, attualmente, però,abbiamo tre attività: nuoto, hand bike e l'hoc-key in carrozzina”.Ci può parlare di queste attività?“Il nuoto è l'attività sportiva più “antica”, vistoche la pratichiamo da circa quindici anni.L'hand-bike è la seconda per anzianità ed èadatta ad atleti con notevoli potenzialità fisi-che agli arti superiori. Invece l'hockey è unadisciplina che si rivolge anche a persone conmalattie, od esiti di malattie, gravemente inva-lidanti. In quest'ultima attività, nel giro di seianni siamo riusciti ad arrivare in serie A1”.Stagione ricca di successi...“Abbiamo vinto il campionato senza mai perde-re una sola partita. In questi anni abbiamoavuto modo di confrontarci sempre con squadredi altissima qualità. I primi anni abbiamo sof-ferto molto e le sconfitte maturate ci hannopermesso di crescere notevolmente”.Come si pratica l'hockey in carrozzina?“Si gioca con lo “stick” o con la mazza”.Cos'è lo stick?“E' un attrezzo che viene fissato sulla pedanadella carrozzina e viene usato dagli atleti chenon hanno la forza di tenere la mazza. Questoavviene soprattutto per garantire la partecipa-zione allo sport di tutti. Per regolamento, infat-ti, ogni squadra deve avere almeno due compo-nenti che usino lo stick. Diciamo che è unagaranzia per tutelare gli atleti più fragili che,altrimenti, verrebbero esclusi”.

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    Una “Pantera” veramente speciale

    Ci parli della squadra.“Abbiamo una formazione composta da 13 atle-ti che vengono da tutta la Provincia. Le richie-ste di iscrizione sono in costante aumento vistoche, una volta terminato il periodo della scuo-la, le attività per un ragazzo disabile si riduco-no sensibilmente. Questo è lo stimolo che cispinge ad andare avanti, perché l'attivitàrisponde ad una vera e propria necessità”.La vostra polisportiva ha quindi soprattuttouna funzione sociale?“Si, direi notevole. Credo di poter affermareche per qualcuno lo sport è una vera e propriaragione di vita. Questo perché, per un ragazzodisabile, il ventaglio di opportunità offerte peril tempo libero si riducono notevolmente”.Lo sport, quindi, gioca un ruolo cruciale nellavita di questi ragazzi.“Io sono convinta che lo sport per un giovane èimportante per una serie di fattori. Per alcunidei nostri ragazzi diventa fondamentale e vipartecipano molto volentieri, visto che l'allena-mento e la partita sono spesso gli unici appun-tamenti che hanno in programma. Poi c'è il viag-gio delle trasferte, il confronto sul campo,aspetti importanti che per gli atleti più giovanisono esperienze che fanno crescere. Esperienzeche, una volta passato il periodo della scuola,difficilmente potranno vivere”.Come risponde il pubblico a certe tematiche?“Diciamo che c'è attenzione e sensibilità, anchese a volte si continuano a commettere gli stessierrori...”Di che tipo?“Si continua ad essere impreparati nei confron-ti della diversa abilità. Lo dico anche con dolo-re e non vorrei sembrare ingrata nei confrontidi chi ci dà una mano, di chi ci accoglie e ospi-ta”.Ci può fare un esempio?“Spesso ci sentiamo dire:“Benvenuti in pale-stra, però attenzione che le carrozzine rigano”.Da un lato c'è accoglienza e disponibilità, ma avolte mi chiedo se questa c'è solo perché,sarebbe brutto (o impossibile) non darla. Faccioun altro esempio: non di rado gli atleti sonocostretti ad entrare negli impianti dalla portasecondaria perché quella principale non è acces-sibile”. Immagino la reazione degli atleti.

    “Per molti, soprattutto per i più attenti, èdiventato un aneddoto. Spesso li senti dire“anche oggi si entra dalla porta di dietro” equesta non è una cosa da poco conto”.Riscontrate una maggiore attenzione nei con-fronti di certe tematiche?“C'è ed è cresciuta tantissimo. Noi troviamodisponibilità, sorriso e accoglienza da tutti e atutti i livelli. Però...”Però?“Quando c'è da progettare una cosa per la col-lettività, ancora manca l'attenzione a certe pro-blematiche. Senza dimenticare che certe accor-tezze renderebbero la vita semplice non soloalle persone disabili, ma anche ad altre fasce diutenti: anziani, bambini, mamme con le carroz-zine o in dolce attesa...Mi riferisco sia alle bar-riere fisiche che a quelle mentali e sociali”.Tornando allo sport giocato, mi può racconta-re la gioia della promozione?“Io ero a Vieste per i campionati italiani dinuoto. Quel fine settimana è stato magico per-ché a Legnano avevamo la finale della squadradi hockey e a Paternò la gara individuale cronosu strada. Continuamente arrivavano le chia-mate che mi aggiornavano sul punteggio. E'stata una grande soddisfazione perché è statoun impegno enorme sia in termini di lavoro chedi spesa. La gioia è stata il premio per cinqueanni di attività, un premio per i nostri volonta-ri e, ovviamente, per gli atleti”.Se lo sport per molti rappresenta uno stimoloper andare avanti... anche le vittorie possonoaiutare in tal senso!“La vittoria è sostegno. Noi abbiamo la fortunadi essere una squadra numerosa e il momento diincontro avviene anche negli allenamenti setti-

  • manali, però il confronto con gli altri è fonda-mentale... Inoltre mi auguro che il successopossa giocare anche un altro effetto...”Quale?Quello di invogliare chi non fa sport ad avvici-narsi a questa attività. Una sorta di cassa dirisonanza di cui c'è tanto bisogno. Quando fac-ciamo attività dimostrative, tra il pubblico,capita di incontrare persone in carrozzina.Spesso, sui loro volti, si legge che c'è voglia evolontà di entrare in squadra”.Ho letto sul vostro sito che il vostro sopranno-me è Pantere. Come mai?“Ce lo portiamo dietro dai tempi del basket. Lapantera è un animale con unghie e denti chedenota voglia, fermezza e aggressività che, chiha disabilità motorie, ha voglia di prenderecome simbolo”.C'è altro che vuole aggiungere?“Ringrazio “G Magazine” per la visibilità che cista dando. Per noi è importantissima perché ciaiuta su tre fronti: quello di vedere riconosciu-to il nostro impegno; la possibilità di promuove-re l'attività affinché qualcuno si possa avvicina-re a noi; la possibilità di trovare persone chepossano darci una mano... sia economicamente,che dal punto di vista del volontariato”.

    Abusi sui minori, la Provincia

    di Viterbo si mobilita.

    La Provincia di Viterbo, assessorato alle Politichesociali, alla luce delle tragiche notizie chepurtrop-po ogni giorno hanno ampio spazio sugli organi di

    informazione, ricorda che è attivo il numero verde gra-tuito 800-047328 per la segnalazione di casi gravi diabusi, maltrattamenti e bullismo sui minori.Questo numero verde, a cui tutti possono rivolgersi con-tando sulla totale tutela dell’anonimato e della privacy,è frutto di un protocollo d’intesa firmato da Provincia,Prefettura, Comune, Asl, Questura e Ufficio Scolastico diViterbo per la prevenzione e l’assistenza nei casi diabuso e maltrattamenti sui minori. Assistenti sociali, psi-cologi, esperti e agenti delle forze dell’ordine sono,quindi, sempre a disposizione di coloro che intendonochiedere aiuto e segnalare casi di violenza.“Il Gruppo Centrale di lavoro costituitosi alla firma delprotocollo – afferma l’assessore alle Politiche sociali,Paolo Bianchini – è composto da due assistenti socialidella Provincia, da un rappresentante dell’Ufficio scola-stico provinciale di Viterbo, da due rappresentanti della‘Sezione reati contro i minori e abusi sessuali’ dellaQuestura, da un rappresentante del settore ServiziSociali del Comune di Viterbo e due operatori della Asl.Ha il compito di rilevare e controllare il fenomeno del-l’abuso, programmando momenti di prevenzione e ricer-che, e indirizzando, attraverso un supporto tecnico eoperativo, gli operatori della rete territoriale. Il Grupposi riunisce ad ogni segnalazione per un sospetto caso diabuso, maltrattamenti e bullismo, valuta caso per caso emette in moto tutti i procedimenti necessari alla risolu-zione del problema”.“Dal prossimo settembre l’assessorato alle Politichesociali darà il via a un progetto di sensibilizzazione suquesto tema – continua Bianchini -, un progetto che coin-volgerà le scuole, che prevederà anche una campagna dicomunicazione mediatica molto incisiva, e che culmine-rà con un convegno organizzato in occasione dellaGiornata mondiale per la prevenzione degli abusi suiminori”.“Sul tema della violenza e dei maltrattamenti spesso c’èmolta disinformazione – concludel’assessore -, moltaomertà, soprattutto quando questi episodi si verificanotra le mura domestiche. Il numero verde e i servizi chela Provincia di Viterbo mette a disposizione dei cittadinivogliono essere uno strumento in più, un aiuto rivolto achi nel silenzio subisce senza sapere come reagire e a chiassiste a queste brutalità ma non riesce a trovare ilcoraggio di denunciarle”.

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    Una “Pantera” veramente speciale

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    UN CONCENTRATGioService nasce dalla profonda conoscenzadelle problematiche alberghiere che affliggonole strutture sanitarie italiane, a partire dallecase di riposo fino ai grandi ospedali pubblici eprivati. La Nostra Azienda, prende vita diretta-mente dalla cinquantennale esperienza dellaGiomi spa società Leader nel settore sanitariocon più di 30 strutture sanitarie in gestione eproprietà.La società dispone delle certificazioni di siste-ma e di progettazione e si avvale solo di per-sonale altamente qualificato e specializzatonella gestione e realizzazione dei servizi speci-fici per le strutture sanitarie (ospedali accredi-tati, centri polispecialistici, case di cura, casedi riposo, centri di riabilitazione, R.S.A.).

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