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Paris Review Intervista Ray Bradbury - La Repubblica 03.06.2013

Date post: 03-Apr-2018
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  • 7/28/2019 Paris Review Intervista Ray Bradbury - La Repubblica 03.06.2013

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    WILLIAM PLUMMER

    IL LIBRO

    InCentoraccontiAutoantologia1943-1980(Mondadoripagg. 1342euro 29) clintervistaintegrale

    ti che scrivi un romanzo comeFahrenheit 451. Parla di roghi di li-bri, no? Un argomento molto se-rio. Devi stare attento a non cade-

    re nel paternalismo. E allora collo-chi la tua storia in un futuro nontroppo lontano, inventi un pom-piere che brucia i libri invece chespegnere incendi (che gi unabellissima idea) e gli fai scoprire inmaniera avventurosa che forse i li-bri non vanno bruciati. Legge il suoprimo libro. Si innamora. A questopunto lo metti su una strada che glicambier la vita. una storia pienadi suspense che racchiude la veritche vuoi esporre, senza bisogno difare prediche. Quando parlo difantascienza uso spesso la metafo-

    Mi racconti perch scrive fantascienza.

    La fantascienza narrativa di idee. Le idee mi eccitano, eappena mi eccito comincia a scorrere ladrenalina e di l apoco mi ritrovo a trarre energia dalle idee stesse. La fanta-scienza qualunque idea ti venga in mente che non esiste

    ancora, ma presto esister e cambier ogni cosa per tutti e niente sar picome prima. Appena ti viene unidea che cambia una qualche piccolaparte del mondo, stai scrivendo fantascienza. sempre larte del possi-bile, mai dellimpossibile.

    Crede che la fantascienza offra agli scrittori una via pi facile per mi-surarsi con le idee?

    difficile scrivere di idee se si scrivono racconti convenzionali. Met-

    ra di Perseo e della testa di Medu-sa. Invece di guardare in faccia Me-dusa, cio la verit, ti giri e guardi

    alle tue spalle il riflesso nel lucidobronzo dello scudo, poi allunghi laspada dietro di te e tagli la testa diMedusa. La fantascienza finge diguardare dentro il futuro ma inrealt guarda il riflesso della veritche davanti a noi. Si ha quindiuna visione di rimbalzo, una veritdi rimbalzo, che si pu mandaregi e con cui ci si pu divertire, in-vece di sentirsi intelligenti e supe-rintellettuali.

    Ha sempre voluto fare lo scrit-tore?

    Credo di s. Ho cominciato con

    Poe. Mi sono innamorato dei suoigioielli. Poe un incastonatore digemme, non trova? Ho iniziato a

    imitarlo quando avevo sui dodicianni e ho continuato fino ai diciot-to. E imitavo anche Edgar RiceBurroughs, e naturalmente il suoJohn Carter. Scrivevo raccontihorror tradizionali, come credotutti i principianti in questo cam-po... Adoravo anche illustrare imiei racconti e disegnavo fumetti.Ho sempre desiderato avere unastriscia tutta mia, per cui non soloscrivevo di Tarzan, ma disegnavoanche le mie tavole domenicali.

    Lei ha citato Burroughs, Cartere Poe. Chi altro ci sarebbe su quel

    treno?Molti poeti: Hopkins, Frost,

    Shakespeare. E poi romanzieri co-

    me Huxley, Steinbeck, ThomasWolfe....Sul suo treno mancano alcuni

    grossi nomi. Proust, Joyce, Flau-bert, Nabokov, scrittori che ten-dono a vedere la letteratura comeuna serie di problemi formali. Le mai interessata questa linea dipensiero?

    No. Se c gente che mi fa dor-mire, mi fa dormire e basta. Dio,quante volte ho cercato di leggereProust: gli riconosco lo stile e labellezza dellespressione. Ma mi favenire sonno. Lo stesso con Joyce.

    Joyce non ha molte idee. Vede, ame premono soprattutto le idee eapprezzo di pi un certo tipo dinarrativa francese e inglese. Nonriesco a immaginarmi in un mon-do dove non posso avvertire il fa-scino che le idee hanno su di noi.

    Lei un autodidatta, vero?S, la mia cultura me la sono fat-

    ta tutta in biblioteca. non ho maifrequentato luniversit. Alle ele-mentari e al liceo, durante le va-canze estive, trascorrevo lunghegiornate in biblioteca. Mi portavoa casa le riviste di nascosto, le leg-

    gevo e poi, sempre di nascosto, lerimettevo al loro posto. Rubavocon gli occhi, insomma, e rimane-vo onesto. Non volevo rubare pertenere, e prima di aprirle mi lavavosempre accuratamente le mani.

    Per lei molto importante, ve-ro, seguire i propri gusti?

    Dio mio, s, tutto. Ventanni fami avevano offerto di scrivere lasceneggiatura di Guerra e paceperun film. La versione americana,quella diretta da King Vidor. Rifiu-tai. E tutti a dirmi: Ma perch? ri-dicolo, un grande libro!. Rispon-devo: Be, non per me. Non riescoa leggerlo. Ci ho provato, ma nonce la faccio. Con questo non vo-glio dire che sia brutto, solo che ionon sono pronto. Descrive unacultura molto particolare. I nomimi confondono. Mia moglie loadora. da ventanni che ogni treanni lo rilegge. Mi avevano offertola cifra usuale per una sceneggia-tura del genere: centomila dollari.

    BRADBURYRay

    PROUST MI FA DORMIRE

    MOLTO MEGLIO TARZAN

    Esce un libro che raccogliei racconti scelti dallo stessoautore morto un anno faMa anche unintervistainedita per la Paris Review

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    Come fai rifiutare una somma si-mile? mi chiesero. Perch nonsono capace di mentire. Tuttoqua.

    C qualche suo romanzo che leha posto dei problemi particolari?

    Con Fahrenheit 451 arrivatoMontag e mi ha detto: sto impaz-zendo. Che ti succede, Montag? hochiesto io. Brucio i libri, dice lui. Eio: be, non vuoi pi farlo? E lui: no,io li amo. E allora fa qualcosa, gli

    ho detto. E lui in nove giorni mi hascritto il romanzo. La grande ve-rit, e tutte le piccole verit le sonoaffiorate sotto. un modo di vive-re, un modo di vivere appassiona-to che funziona alla grande. Sei co-s concentrato a coprire le pareti diaffreschi che non ti accorgi che cgente nella stanza.

    Ha un programma di lavoropreciso quando scrive?

    No, le mie passioni mi spingo-no alla macchina da scrivere ognigiorno della mia vita, fin da quan-do avevo dodici anni, per cui nondevo preoccuparmi di avere pro-grammi di lavoro. Sono sempregasato da un nuovo argomento, dauna nuova idea. A volte una poe-sia, a volte un lavoro teatrale, a vol-te una sceneggiatura, a volte unsaggio. Ma c sempre qualcosa dinuovo che mi esplode dentro; e

    che mi organizza: non sono io a or-ganizzarlo. Mi dice: per amor diDio, va subito alla macchina dascrivere e finisci questa roba.

    In che momento del giornoscrive?

    Di solito comincio tra le nove ele dieci di mattina, e a volte, se houna buona idea, continuo fino altardo pomeriggio o alla sera.

    Dove lavora?

    Posso lavorare ovunque. Daragazzo, quando vivevo con i mieigenitori e mio fratello a Los Ange-les, la casa era piccola e scrivevo incamera da letto o nel soggiorno.Battevo a macchina in soggiorno,con la radio accesa e con mia ma-dre, mio padre e mio fratello cheparlavano. In seguito, quando hoavuto bisogno di un ufficio e vole-vo scrivere Fahrenheit 451, venti-cinque anni fa, sono andato alla

    UCLA e ho trovato un posto nel se-

    minterrato dove mettevi dieci centnella macchina da scrivere e pote-vi usarla per mezzora.

    Usa un taccuino per gli appun-ti?

    No, perch appena ho unideascrivo un racconto o comincio unromanzo o compongo una poesia.Non ho bisogno di taccuini. Tutto fatto nel momento stesso in cuimi viene lidea. Ho il buon senso dicorrere alla macchina da scrivere e

    buttare gi tutto fino in fondo. E senon ho a portata di mano una mac-china da scrivere mi porto sempredietro un blocco e scrivo il raccon-to per strada, se necessario. Houno schedario di idee e di storienon finite, questo s, roba scrittauno, cinque, dieci anni fa. Se unracconto rimasto fermo a metper qualche motivo, lo infilo nelloschedario. Ci torno su in seguito,sfoglio i titoli e li studio tutti comese mi sottoponessi a un gigantescotest di Rorschach. Aprire quelloschedario come essere un padreuccello che arriva con un verme:guardi in gi e vedi tutti quei pic-coli becchi affamati, tutte quellestorie che attendono di essere fini-te, e dici loro: chi di voi devesserenutrita? Chi di voi ha bisogno di es-sere finita oggi? E la storia che gri-da pi forte, lidea che allunga di

    pi il collo e spalanca la bocca, quella che riceve il cibo. La tiro fuo-ri e la finisco nel giro di qualcheora.

    Immagino sia inutile chiederlese scrivere per lei un piacere.

    Ovviamente s. la gioia e lapazzia pi squisita della mia vita enon capisco gli scrittori per i qualiscrivere fatica. Se dovessi fatica-re ci rinuncerei, perch lavorare

    non mi piace. Mi piace giocare.The Lost Paris Review

    Interview Excerpt from Listento the Echoes by Sam Weller,Copyright 2010 Reprinted

    by permission of the publisher,Melville House Publishing, USA

    2013 Arnoldo MondadoriEditore S. p. A., MilanoI edizione giugno 2013

    (Traduzione di Anna Ravano)

    RIPRODUZIONE RISERVATA

    La fantascienzaLa fantascienza fingedi guardare dentroil futuro, ma in realtguarda il riflessodella verit davanti a noi

    Guerra e paceHo rifiutato di realizzarela sceneggiaturadi Guerra e paceper un film. Non riescoproprio a leggerlo

    Gli inizi

    Cominciai con Poe,poi imitavo Edgar RiceBurroughs, inventavohorror e disegnavotavole di fumetti

    Lidea

    Non ho bisognodi usare taccuiniNel momento stessoin cui mi viene lidea,corro a scrivere

    ILLUSTRAZIONE:CORBIS


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