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PIANO DI EMERGENZA ESTERNA
PER GLI STABILIMENTI
DI SOGLIA SUPERIORE
NELLA PROVINCIA DI RAVENNA
STABILIMENTI:
- NH146 - Cabot Italiana SpA Via Baiona, 190 Ravenna
- NH053 - CFS Europe Spa Via Baiona, 190 Ravenna
- NH001 - ENI Spa Div. Refinig&Marketing HUB SUD e GPL Via Baiona, 234 Ravenna
- NH169 - Orion Engineered Carbons Srl Via Baiona, 170 Ravenna
- NH022 - Polynt Spa Via Baiona, 192 Ravenna
- NH056 – Rivoira Operations Srl Via Baiona, 107/111 Ravenna
- NH052 - Vinavil SpA Via Baiona, 107/111 Ravenna
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PIANO DI EMERGENZA ESTERNA
Gruppo di Lavoro Tecnico:
U.T.G. Prefettura Ravenna D.ssa Rosaria Forza, ARPAE CTR RIR Bologna D.ssa Cosetta Mazzini, Agenzia Regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione Civile Dott. Marco Bacchini, ARPAE Distretto Territoriale Ravenna Ing. Giampiero Buganè, Comune di Ravenna – Servizio Protezione Civile Dott. Geol. Sergio Nannini, Dott. Fabrizio Servidio Questura di Ravenna, Dott. Ten. Col. Antonio Sergi Comando Provinciale dei Carabinieri Ravenna, Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco Ravenna Ing. Michelangelo Borino, Comando Polizia Stradale Ravenna Sost. Comm. Ivan Piraccini, AUSL Romagna – Dipartimento di Sanità Pubblica Dott. Fabrizio Magnarello, AUSL Romagna – Unità Operativa “118” Coordinatore Giorgio Randi. – RSI Ing. Michele Zaccaro
Redatto: D.ssa Rosaria Forza Verificato: D.ssa Maria Rosaria Mancini Approvato: Prefetto Dott. Francesco Russo
Decreto Prefettizio
n.2017-00001863/Dif.Civ./Prot.Civ.
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Parte Settore Sotto settore Allegati 1 Revisioni e aggiornamenti 1 Mappa aggiornamento piano 2 Elenco distribuzione 3 Glossario 4 Riferimenti Normativi
1 Schemi
5 Rubrica Telefonica
1 Introduzione 1 Infrastrutture 2 Inquadramento territoriale 2 Elementi Vulnerabili 2 Parte Generale
3 Condizioni meteorologiche e climatiche
1 Informazioni sullo Stabilimento e
sostanze pericolose utilizzate e stoccate
1 Cabot Italiana
2 Tipologia degli eventi incidentali Planimetria CTR
1 Informazioni sullo Stabilimento e sostanze pericolose utilizzate e stoccate
2 CFS Europe
2 Tipologia degli eventi incidentali Planimetria CTR
1 Informazioni sullo Stabilimento e sostanze pericolose utilizzate e stoccate
3 ENI Divisione Refining&Marketing HUB Sud e GPL 2 Tipologia degli eventi incidentali Planimetria CTR
1 Informazioni sullo Stabilimento e sostanze pericolose utilizzate e stoccate
4 Orion Engineered Carbons
2 Tipologia degli eventi incidentali Planimetria CTR
1 Informazioni sullo Stabilimento e sostanze pericolose utilizzate e stoccate
5 Polynt
2 Tipologia degli eventi incidentali Planimetria CTR
1 Informazioni sullo Stabilimento e sostanze pericolose utilizzate e stoccate
6 Rivoira Operations
2 Tipologia degli eventi incidentali Planimetria CTR
1 Informazioni sullo Stabilimento e sostanze pericolose utilizzate e stoccate
7 Vinavil
2 Tipologia degli eventi incidentali Planimetria CTR
3 Scenari Incidentali
8 Planimetria complessiva Palnimetria CTR
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1 Definizione dei Livelli di Allerta
2 Funzioni minime dei soggetti coinvolti in emergenza
3 Modalità di allarme e di richiesta di soccorsi
4 Le Comunicazioni
1 Attivazione delle procedure di emergenza e coordinamento delle misure da adottare al’esterno del sito
5 Numeri telefonici di emergenza
1 Centro Coordinamento Soccorsi
2 Sala Operativa 2 Misure di coordinamento
delle risorse necessarie per l’attuazione del Piano di emergenza esterna 3 Funzioni di Supporto
1 Punti Medici Avanzati 2 Viabilità e “Cancelli” stradali
4 Modello organizzativo d’intervento
3 Misure di intervento da adottare in caso di emergenza – Aree logistiche 3 Aree di emergenza
Planimetria Modello Intervento
1 Premessa
2 Consultazione alla Popolazione
1 Informazione preventiva
5 Consultazione e Informazione alla Popolazione 3 Informazione alla
Popolazione 2 Informazione in emergenza
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1. SCHEMI
Redatto: D.ssa Rosaria Forza Verificato: D.ssa Maria Rosaria Mancini Approvato: Prefetto Dott. Francesco Russo
Decreto Prefettizio
n.2017-00001863/Dif.Civ./Prot.Civ.
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1.1 Revisioni e Aggiornamenti Aggiornato al 08/09/17
1.1 REVISIONI E AGGIORNAMENTI Redazione e Decreto prefettizio del Piano di Emergenza Esterma Data Descrizione Rev. N. Data Revisione
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1.1 Revisioni e Aggiornamenti Aggiornato al 08/09/17
1.1.1 MAPPA PER L’AGGIORNAMENTO DEL PIANO L’aggiornamento del Piano di Emergenza Esterna è un’attività indispensabile per disporre di uno strumento sempre funzionale ed efficace nell’affrontare in modo tempestivo le situazioni di emergenza che possono interessare il territorio. Per agevolare l’attività di aggiornamento, si riporta di seguito una tabella contenente le modalità di aggiornamento. Se cambia …. (1) Cosa aggiornare …. (2) Dove …. (3) Normativa 1.4 Riferimenti Normativi Numeri utili 1.5 Rubrica Telefonica
Condizioni meteo Statistica del vento e stabilità atmosferica
3.1 Condizioni meteorologiche e climatiche
Tipologia di infrastrutture Territorio Censimento degli elementi
vulnerabili; popolazione residente 2.2. Inquadramento territoriale
3._._ Scenari incidentali Delimitazione delle nuove zone a rischio Posizione dei punti medici avanzati 4.4.1. Punti Medici Avanzati Posizione dei “cancelli” 4.4.2. Viabilità e “cancelli”
Scenario incidentale
Aree di emergenza 4.4.3. Aree di emergenza NOTE: (1) “Se cambia…”: contiene le principali cause di aggiornamento del Piano (2) “Cosa aggiornare…” contiene l’informazione sulle modifiche da apportare al Piano in funzione dell’avvenuta variazione indicata al corrispondente campo “Se cambia…”. (3) “Dove”: indica il paragrafo, all’interno del Piano, in cui si trova l’elemento da aggiornare.
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1.2 Elenco distribuzione Aggiornato al 08/09/17
1.2 ELENCO DISTRIBUZIONE
Dipartimento di Protezione Civile Roma [email protected]
Ministero dell’interno:
Gabinetto Roma [email protected]
Dipartimento dei Vigili del Fuoco del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile
Roma [email protected] [email protected]
Ministero della Salute Roma [email protected]
Ministero dell’Ambiente della tutela del Territorio e del Mare Roma [email protected]
Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale - I.S.P.R.A
Roma [email protected]
Direzione Regionale dei Vigili del Fuoco -CTR Bologna [email protected]
Regione Emilia Romagna – Assessorato alla difesa del suolo e della costa, protezione civile e politiche ambientali e della montagna
Bologna [email protected]
Agenzia Regionale per la Sicurezza Territoriale e la Protezione Civile
Bologna [email protected]
Servizio Area Romagna Ravenna [email protected]
ARPAE – Direzione Tecnica Centro tematico Regionale Impianti RIR
Bologna [email protected]
ARPAE – Sezione Provinciale Ravenna [email protected]
Provincia di Ravenna Ravenna [email protected]
Comune di Ravenna Ravenna [email protected]
Servizio Geologico e Protezione Civile Ravenna [email protected]
Sportello Unico per le Attività Produttive ed Economiche Ravenna [email protected]
Comando Provinciale Vigili del Fuoco Ravenna [email protected]
Prefettura Ufficio territoriale del Governo Bologna [email protected]
Prefettura Ufficio territoriale del Governo Ferrara [email protected]
Prefettura Ufficio territoriale del Governo Forlì-Cesena
Prefettura Ufficio territoriale del Governo Rimini [email protected]
Questura Ravenna [email protected]
Sezione Polizia Stradale Ravenna [email protected]
Comando Provinciale Carabinieri Ravenna [email protected]
Guardia di Finanza Ravenna [email protected]
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1.2 Elenco distribuzione Aggiornato al 08/09/17
Direttore Azienda Unità Sanitaria Locale Ravenna [email protected]
Dipartimento Sanità Pubblica – Servizio Igiene Pubblica e Veterinaria
Ravenna [email protected]
Unità Operativa “118” Ravenna [email protected]
Romagna Acque NIP Impianto di Potabilizzazione Ravenna [email protected]
CONFINDUSTRIA ROMAGNA Ravenna [email protected]
Ravenna Servizi Industriali (in breve RSI) Ravenna [email protected]
Aziende pianificate:
Cabot Spa Italiana Via Baiona, 190 Ravenna [email protected]
CFS Europe Via Baiona, 107/111 Ravenna [email protected]
ENI Spa Div. Ref. & Mark. HUB SUD e GPL Via Baiona, 234 Ravenna [email protected]
Orion Engineered Carbons Via Baiona, 170 Ravenna [email protected]
Polynt Via Baiona, 192 Ravenna [email protected]
Rivoira Operations Via Baiona, 107/111 Ravenna [email protected]
Vinavil Via Baiona, 107/111 Ravenna [email protected]
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1.3 Glossario Aggiornato al 08/09/17
1.3 GLOSSARIO Aree di attesa della popolazione Le Aree di Attesa sono luoghi di prima accoglienza per la popolazione individuate dai Sindaci nei piani comunali di emergenza; si possono utilizzare piazze, slarghi, parcheggi, spazi pubblici o privati ritenuti idonei e non soggetti a rischio, raggiungibili attraverso un percorso sicuro possibilmente pedonale e segnalato con apposita cartellonistica stradale. In tali aree la popolazione viene censita e riceve le prime informazioni sull'evento ed i primi generi di conforto, in attesa dell'allestimento delle aree e centri di accoglienza. Il numero e il dimensionamento di tali aree varia in relazione alla dislocazione demografica e devono seguire criteri di copertura omogenea della popolazione residente in un Comune. Aree e centri di assistenza alla popolazione Le Aree di assistenza della popolazione sono luoghi, individuati dai Sindaci nei piani comunali di emergenza, dove la popolazione risiederà per brevi, medi e lunghi periodi. E’ preferibile che le aree abbiano nelle immediate adiacenze spazi liberi ed idonei per un eventuale ampliamento e per garantire la sosta e lo stoccaggio di materiali a supporto delle attività. La tipologia delle aree per l’accoglienza della popolazione sarà classificata, per uniformità di linguaggio, nel seguente modo: Strutture esistenti: strutture pubbliche e/o private in grado di soddisfare esigenze di alloggiamento
della popolazione (alberghi, centri sportivi, strutture militari, scuole, campeggi, etc.). La permanenza in queste strutture è temporanea ed è finalizzata al rientro della popolazione nelle proprie abitazioni, alla sistemazione in affitto e/o assegnazione di altre abitazioni, alla realizzazione e allestimento di insediamenti abitativi di emergenza. Tali sistemazioni vengono definite centri di assistenza.
Aree campali: questa sistemazione pur non essendo la più confortevole delle soluzioni per l’assistenza della popolazione, consente in breve tempo di offrire i servizi di assistenza attraverso il montaggio e l’installazione di tende, cucine da campo, moduli bagno e docce con le necessarie forniture dei servizi essenziali.
Aree di ammassamento soccorritori e risorse Le aree di ammassamento soccorritori e risorse sono aree e/o magazzini dove potranno trovare sistemazione idonea i soccorritori e le risorse strumentali (ad esempio, tende, gruppi elettrogeni, macchine movimento terra, idrovore, etc.) attivate a supporto ed integrazione di quelle già presenti sul territorio interessato da un’emergenza ma non ritenute necessarie a garantire il soddisfacimento delle esigenze operative. Tali aree dovranno essere poste in prossimità di uno svincolo autostradale o comunque vicino ad una viabilità percorribile da mezzi di grandi dimensioni e, in ogni caso, dovranno essere facilmente raggiungibili. Area di danno Estensione del territorio espressa in metri determinata dalla gravità degli effetti dello scenario incidentale. Cancelli Punti nodali della rete viaria presidiati da forze dell’ordine, finalizzati ad interdire l’afflusso di traffico e agevolare la tempestività degli interventi.
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1.3 Glossario Aggiornato al 08/09/17
Cento Operativo Regionale (C.O.R.) Il Centro Operativo Regionale di Protezione Civile è costituito quale presidio permanente della Regione Emilia-Romagna, preposto alle attività e ai compiti della Sala Operativa. Centro Coordinamento Soccorsi (C.C.S.) Viene costituito presso la Prefettura accertata la sussistenza di una situazione di pubblica calamità; provvede alla direzione ed al coordinamento degli interventi di Protezione Civile in sede provinciale. Centro Operativo Misto (C.O.M.) In emergenza è il centro operativo che opera sul territorio di più comuni in supporto alle attività dei Sindaci. Centro Operativo Comunale (C.O.C.) In emergenza è l’organo di coordinamento delle strutture di protezione civile sul territorio comunale, presieduto dal Sindaco, provvede alla direzione dei soccorsi ed all’assistenza della popolazione. Emergenza Interna Quando si verifica una situazione incidentale i cui effetti rimangono confinati all’interno dello stabilimento. Emergenza esterna Quando si verifica una situazione incidentale grave i cui effetti fuoriescono all’esterno dello stabilimento. Evento Incidentale Tipologia di incidente che si può verificare in un impianto, descritta nelle sue cause e sviluppo. Funzioni di supporto Linee di azioni attivabili in emergenza e presidiate da un responsabile. Gestore Qualsiasi persona fisica o giuridica che detiene o gestisce uno stabilimento o un impianto, oppure a cui è stato delegato il potere economico o decisionale determinante per l’esercizio tecnico dello stabilimento o dell’impianto stesso. Impianto Unità tecnica all’interno di uno stabilimento e che si trovi fuori terra o a livello sotterraneo, nel quale sono prodotte, utilizzate, maneggiate o immagazzinate le sostanze pericolose; esso comprende tutte le apparecchiature, le strutture, le condotte, i macchinari, gli utensili, le diramazioni ferroviarie private, le banchine, i pontili che servono l’impianto, i moli, i magazzini e le strutture analoghe, galleggianti o meno, necessari per il funzionamento di tale impianto Incidente rilevante Un evento quale un’emissione, un incendio o un’esplosione di grande entità, dovuto a sviluppi incontrollati che si verifichino durante l’attività di uno stabilimento soggetto al presente decreto e che dia luogo a un pericolo grave, immediato o differito, per la salute umana o l’ambiente, all’interno o all’esterno dello stabilimento, e in cui intervengano una o più sostanze pericolose.
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1.3 Glossario Aggiornato al 08/09/17
Modello d’Intervento Assegnazione delle responsabilità nei vari livelli di comando e controllo per la gestione delle emergenze, nella realizzazione del costante scambio di informazioni e nell’uso razionale delle risorse. Pericolo Proprietà intrinseca di una sostanza pericolose o della situazione fisica, esistente in uno stabilimento, di provocare danni per la salute umana e/o per l’ambiente. Piano Emergenza Esterna Documento di cui all’articolo 21 del D. Lgs. n. 105/15 contenente le misure atte a mitigare gli effetti dannosi derivanti da un evento incidentale in uno stabilimento industriale di soglia superiore e di soglia inferiore (soglie definite all’articolo 3, comma 1, in base alla quantità di sostanze pericolose elencate nell’allegato 1 del provvedimento stesso) . Piano Emergenza Interna Documento di cui all’articolo 20 del D. Lgs. n. 105/15, finalizzato a contenere gli incidenti e limitare i danni per l’uomo, per l’ambiente e per le cose. Il P.E.I. deve essere predisposto dal gestore di uno stabilimento industriale di soglia superiore. Popolazione Le persone fisiche o giuridiche, singole e associate, nonché gli enti, le organizzazioni o i gruppi che siano portatori di un interesse concreto e qualificante alle azioni derivanti dal piano di emergenza esterna. Posto Medico Avanzato Sito attrezzato funzionalmente per la selezione e il trattamento sanitario, localizzato ai margini esterni dell’area di sicurezza. Rischio Probabilità che un determinato evento si verifichi in un dato periodo o in circostanze specifiche. Scenario incidentale Raffigura la possibile evoluzione fisica dell’evento incidentale i cui effetti rappresentano l’interazione dell’incidente rilevante con il territorio e le relative componenti territoriali. Sostanza pericolosa Si intende una sostanza o miscela di cui alla parte 1 o elencata nella parte 2 dell’allegato 1, del D.lgs 105/15, sotto forma di materia prima, prodotto, sottoprodotto, residuo o prodotto intermedio. Stabilimento Tutta l’area sottoposta al controllo di un gestore, nella quale sono presenti sostanze pericolose all’interno di uno o più impianti, comprese le infrastrutture o le attività comuni o connesse; gli stabilimenti sono stabilimenti di soglia inferiore o di soglia superiore. Triage Medico Processo di suddivisione dei pazienti in classe di gravità in base alle lesioni riportate ed alle priorità di trattamento e/o di evacuazione.
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1.4 Riferimenti Normativi Aggiornato al 08/09/17
1.4 RIFERIMENTI NORMATIVI
- Legge 24 febbraio 1992, n. 225 “Istituzione del Servizio Nazionale della protezione civile”;
- Legge 9 novembre 2001, n. 401 “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto legge 7
settembre 2001, n. 343, recante disposizioni urgenti per assicurare il coordinamento operativo delle strutture preposte all’attività di protezione civile”;
- D.Lgs 26 giugno 2015, n. 105 – Recepimento Direttiva 2012/18/UE relativa al controllo del pericolo di
incidenti rilevanti connessi con sostanze pericolose (cd. “Seveso III”);
- D.M. 29 settembre 2016, n. 200 – Regolamento recante la disciplina per la consultazione della popolazione sui piani di emergenza esterna, ai sensi dell’articolo 21, comma 10, del decreto legislativo 26 giugno 2015, n. 105.
- Decreto 9 maggio 2001 n. 151 – “Requisiti minimi di sicurezza in materia di pianificazione urbanistica e
territoriale per le zone interessate da stabilimento a rischio di incidente rilevante”;
- D.M. Ambiente 15 maggio 1996 - “Criteri di analisi e valutazione dei rapporti di sicurezza relativi ai depositi di gas e petrolio liquefatto (G.P.L.)”;
- D.P.R. 8 febbraio 2001, n. 194 “Regolamento recante nuova disciplina della partecipazione delle
organizzazioni di volontariato alle attività di protezione civile”
- D.P.C.M 25 febbraio 2005 - "Linee Guida per la predisposizione del piano d’emergenza esterna di cui all’articolo 20, comma 4, del decreto legislativo 17 agosto 1999, n.334”;
- D.P.C.M. 6 aprile 2006 - “Coordinamento iniziative e misure finalizzate a disciplinare gli interventi di
soccorso e di assistenza alla popolazione in occasione di incidenti stradali, ferroviari, aerei ed in mare, di esplosioni e crolli di strutture e di incidenti con presenza di sostante pericolose”;
- D.P.C.M. 16 febbraio 2007 - “Linee guida per l’informazione alla popolazione sul rischio
industriale”;
- D.P.C.M. 3 dicembre 2008, “Organizzazione e funzionamento di Sistema presso la Sala Situazione Italia del Dipartimento di Protezione Civile”;
- D.P.C.M. 31 marzo 2015, n.1099 Indicazioni operative inerenti “la determinazione dei criteri generali per
l’individuazione dei Centri operativi di Coordinamento e delle Aree di Emergenza”;
- L.R. 17 dicembre 2003, n. 26 – “Disposizioni in materia di pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose”;
- L.R. 7 febbraio 2005, n. 1 - "Norme in materia di protezione civile e volontariato. Istituzione dell'Agenzia
regionale di protezione civile";
- Circolare interministeriale 21 ottobre 2009, n. 1332 – “Indirizzi per l’applicazione del decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 334, in materia di controllo dei pericoli di incidenti rilevanti, agli stoccaggi sotterranei di gas naturale in giacimenti o unità geologiche profonde” Pubblicato sul Bollettino Ufficiale degli idrocarburi e della Geotermia (anno LIII n.11 del 30/11/2009).
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1.5 RUBRICA TELEFONICA
Enti e Strutture Operative
Telefono Reperibilità h24 Fax
Dipartimento Nazionale di Protezione Civile
Ministero dell’Interno – Dip. VVF
Ministero dell’Ambiente
Prefettura UTG Ravenna
Agenzia Regionale per la Sicurezza Territoriale e la Protezione Civile – Centro Operativo Regionale
Agenzia Regionale per la Sicurezza Territoriale e la Protezione Civile – Area ROMAGNA
Agenzia Regionale per la Sicurezza Territoriale e la Protezione Civile – AREA PO e VOLANO
Direzione Regionale Emilia Romagna Vigili del Fuoco Comitato Tecnico Regionale
Provincia di Ravenna
Comune di Ravenna (Polizia Municipale)
Questura di Ravenna
Comando Provinciale dei Carabinieri
Comando Provinciale Guardia di Finanza
Comando Provinciale Vigili del Fuoco
Comando Sezione Polizia Stradale
Capitaneria di Porto
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1.5 Rubrica Telefonica Aggiornato al 08/09/17
Enti e Strutture Operative
Telefono
Reperibilità h24
Fax
Autorità di Sistema Portuale
Corpo di Polizia Provinciale
ARPAE Sezione Provinciale di Ravenna
Azienda USL di Ravenna – Direzione Sanitaria
Servizio di Igiene Pubblica
Unità Operativa 118
66° Reggimento F.Aeromobile “Trieste” – Forlì
Consorzio di Bonifica Romagna
ANAS Compartimento di Bologna
Autostrade per l’Italia Spa Direzione 3° Tronco
Ferrovie dello Stato Rete Ferroviaria Italiana - Trenitalia
SERFER Servizio Ferroviario da e per Zona Industriale Ravenna
Telecom Italia Control Room Security
E.N.E.L. Distribuzione
HERA Ravenna (n° dedicati agli enti per pronto intervento)
Romagna Acque Impianto di potabilizzazione (NIP)
SNAM Rete Gas Distretto di Forlì
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1.5 Rubrica Telefonica Aggiornato al 08/09/17
Enti e Strutture Operative
Telefono
Reperibilità h24
Fax
A.R.I. – Sezione di Ravenna
Coordinamento Provinciale Associazioni di volontariato di Protezione Civile
Ravenna Servizi Industriali (RSI) Tecnico in Turno di Centrale Operativa
CFS Europe
Rivoira Operations
Vinavil
Cabot Spa Italiana
ENI Spa Divisione Refinig & Marketing HUB Sud e GPL
Orion Engineered Carbons
Polynt
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2. PARTE GENERALE
Redatto: D.ssa Rosaria Forza Verificato: D.ssa Maria Rosaria Mancini Approvato: Prefetto Dott. Francesco Russo
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2.1 INTRODUZIONE Aggiornato al 08/09/17
2.1 INTRODUZIONE
Con il D.lgs n. 105 del 26 giugno 2015, l’Italia ha recepito la Direttiva 2012/18/UE cd.
“Seveso III“, relativa al controllo del pericolo di incidenti rilevanti connessi con l’uso di
sostanze pericolose.
L’aggiornamento della normativa comunitaria in materia è dovuto, in primis, alla
necessità di adeguare la disciplina al cambiamento del sistema di classificazione delle
sostanze chimiche, introdotto con il Regolamento CE n.1272/2008; la Direttiva intende inoltre
garantire ai cittadini un migliore accesso all’informazione e la possibilità di partecipazione alle
decisioni relative agli insediamenti.
Il D.lgs n. 105/2015 aggiorna la normativa precedentemente vigente (D.lgs n.334/1999
di recepimento della Direttiva ”Seveso II” abrogata integralmente), confermandone l’impianto
sostanziale per quanto riguarda l’assetto delle competenze, con l’assegnazione al Ministero
dell’Interno delle funzioni istruttorie e di controllo sugli stabilimenti di soglia superiore, e alle
Regioni delle funzioni di controllo sugli stabilimenti di soglia inferiore (soglie definite
all’articolo 3, comma 1, in base alla quantità di sostanze pericolose elencate nell’allegato 1
del provvedimento stesso)
Nel presente lavoro, anche sulla scorta delle indicazioni contenute nelle linee guida
diramate dal Dipartimento della Protezione Civile – dicembre 20041, si procede alla
pianificazione di emergenza elaborando le informazioni desunte dal Rapporto di Sicurezza,
dalla Notifica di cui all’allegato 5 del D.Lgs 105/15 che il gestore ha presentato alle autorità
competenti, e dalle conclusioni di istruttoria riportate nelle Delibere del Comitato Tecnico
Regionale.
In particolare è stato istituito un gruppo di lavoro, comprendente i rappresentanti degli
enti locali, delle strutture operative, delle forze dell’ordine e degli organismi tecnici locali, il
quale ha promosso le consultazioni con i dirigenti delle aziende interessate, allo scopo di
meglio individuare le misure atte a tutelare nel miglior modo possibile la pubblica incolumità. 1 DPCM 25 febbraio 2005 pubblicato sul supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n.62 del 16 marzo 2005 – Serie Generale.
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2 Parte Generale
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2.1 INTRODUZIONE Aggiornato al 08/09/17
La presente pianificazione si colloca quindi nel quadro delle competenze che la
normativa vigente attribuisce al Ministero dell’Interno ed ai suoi organi periferici, per le ipotesi
di eventi che possono comportare un incidente rilevante e un conseguente grave danno alla
incolumità delle persone e dell’ambiente.
La predisposizione del piano, ai sensi dell’art. 21 del D.lgs 105/15, deve avvenire sulla
base delle linee guida emanate dalla Presidenza del Consiglio – Dipartimento della
Protezione Civile (comma 7); nelle more dell’emanazione, si applicano le linee guida adottate
ai sensi della normativa previgente, di cui al D.P.C.M. 25 febbraio 2005 “Pianificazione
dell’emergenza esterna degli stabilimenti industriali a rischio di incidente rilevante – Linee
Guida” pubblicate sulla G.U. 62 del 16 marzo 2005.
Il Piano si pone l’obiettivo di pianificare preventivamente un’emergenza causata da un
eventuale incidente rilevante con ricadute verso l’area esterna ai confini aziendali. Pertanto al
fine di limitare gli effetti dannosi derivanti dai possibili scenari incidentali, si organizzano gli
interventi immediati per evitare e/o contenere danni alla salute pubblica, alla stessa
incolumità dei cittadini e all’ambiente.
Atteso che ai fini della presente pianificazione di emergenza ha rilevanza l’effetto che
gli eventi incidentali possono avere sulla popolazione e sul territorio circostante
all’insediamento, l’individuazione delle aree da pianificare è stata effettuata prendendo come
riferimento le distanze di danno che possono scaturire dal verificarsi degli scenari incidentali
più pericolosi.
L’attenzione è stata rivolta quindi agli scenari incidentali i cui effetti si estendono alle
aree esterne dei confini dello stabilimento.
Per ogni scenario vengono prese in considerazione tre aree di impatto, caratterizzate
per la prossimità alla zona dell’evento incidentale. Queste zone sono descritte come:
prima Zona di pianificazione o zona di “sicuro impatto” (entro la soglia di “elevata letalità” ai
sensi del D.M. LL.PP. 9 maggio 2001), la quale è caratterizzata da effetti sanitari comportanti
una elevata probabilità di letalità anche per le persone mediamente sane.
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In questa zona l’intervento di protezione da pianificare consiste, in generale, nel rifugio al
chiuso. Solo in casi particolari (incidente non in atto ma potenziale e a sviluppo prevedibile
oppure rilascio tossico di durata tale da rendere inefficace il rifugio al chiuso), ove ritenuto
opportuno e tecnicamente realizzabile, dovrà essere prevista l’evacuazione spontanea o
assistita della popolazione.
Tale eventuale estremo provvedimento, che sarebbe del resto facilitato dalla presumibile e
relativa limitatezza dell’area interessata (zona solitamente limitata all’interno degli
stabilimenti), andrà comunque preso in considerazione con estrema cautela e solo in
circostanze favorevoli. In effetti una evacuazione con un rilascio in atto porterebbe, salvo casi
eccezionali e per un numero esiguo di individui, a conseguenze che potrebbero rivelarsi ben
peggiori di quelle che si verrebbero a determinare a seguito di rifugio al chiuso.
seconda Zona di pianificazione o zona “di danno” (entro la soglia di “lesioni irreversibili” ai
sensi del D.M. LL.PP. 9 maggio 2001), esterna rispetto alla prima, è caratterizzata da possibili
danni, anche gravi ed irreversibili, per persone mediamente sane che non intraprendano le
corrette misure di autoprotezione.
In tale zona, l’intervento di protezione principale dovrebbe consistere, almeno nel caso di
rilascio di sostanze tossiche, nel rifugio al chiuso. Un provvedimento quale l’evacuazione
infatti, risulterebbe difficilmente realizzabile, anche in circostanze mediamente favorevoli, a
causa della maggiore estensione territoriale. Del resto in tale zona, caratterizzata dal
raggiungimento di valori d’impatto (concentrazione, irraggiamento termico) minori, il rifugio al
chiuso risulterebbe senz’altro di efficacia ancora maggiore che nella prima zona.
terza Zona di pianificazione o zona “di attenzione”, la quale è stata calcolata raddoppiando
l’estensione della seconda zona d’impatto secondo le indicazioni contenute nelle “Linee
guida per la pianificazione del rischio industriale” emanate dal Dipartimento della Protezione
Civile, qualora non sia stata ancora conclusa l’istruttoria tecnica innanzi al Comitato Tecnico
Regionale, nel qual caso sono stati presi in considerazione esclusivamente i valori definitivi
(quali ad es. LOC, TLV TWA, ecc.). Tale zona è caratterizzata dal possibile verificarsi di danni,
generalmente non gravi, a soggetti particolarmente vulnerabili, o comunque da reazioni
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fisiologiche che possono determinare situazioni di turbamento tali da richiedere
provvedimenti anche di ordine pubblico, nella valutazione delle autorità locali.
In particolare, nella determinazione delle zone di pianificazione, si considerano i parametri di
seguito elencati:
Fenomeno fisico I Zona
di sicuro impatto (elevata letalità)
II Zona di danno (lesioni
irreversibili)
III Zona di attenzione
Esplosioni (sovrapressione di picco)
0.3 bar (0,6 bar spazi aperti)
0,07 bar 0,03 bar
Bleve/Sfera di fuoco (radiazione termina variabile)
Raggio fireball 200 KJ/m2 125 KJ/m2
Incendi (radiazione termica stazionaria Jet Fire)
12,5 kW/ m2 5 kW/ m2 3 kW/ m2
Nubi vapori infiammabili (radiazione termica istantanea Flash Fire)
LFL 0,5 x LFL inesistente
Nubi vapori tossici LC50 (30 min,hmn) IDLH LOC 2
LEGENDA
LFL Limite inferiore di infiammabilità LC50 Concentrazione di sostanza tossica, letale per inalazione nel 50% dei soggetti esposti per 30 minuti
IDLH Concentrazione di sostanza tossica fino alla quale l’individuo sano, in seguito ad esposizione di 30 minuti,
non subisce per inalazione danni irreversibili alla salute e sintomi tali da impedire l’esecuzione delle
appropriate azioni protettive
_______________________________________________
2 Linee Guida per la predisposizione del piano di emergenza esterna del Dipartimento di Protezione Civile dicembre 2004 – Allegato 1 Metodo speditivo per l’individuazione delle aree a rischio. “In particolare, per un rilascio tossico, in assenza di informazioni, desunte dal RdS valutato dal CTR, la terza zona può essere convenzionalmente assunta pari al doppio della distanza della seconda zona dal centro di pericolo, laddove non possono essere utilizzate soglie di riferimento reperibili in letteratura quali ad es. ERPG3, TLV TWA, LOC ecc.”
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NOTE ALLA TABELLA 1) Esplosioni/UVCE I valori di soglia indicati tengono conto solo degli effetti diretti dell'onda di pressione sull'organismo umano. Nel caso in cui siano presenti nell'area d'impatto edifici e altri manufatti vulnerabili, occorre peraltro tenere conto anche di effetti indiretti quali crollo delle strutture o edifici (indicativamente fino a distanze corrispondenti a 0,3 bar) ovvero rottura significativa di vetri con proiezione di frammenti (indicativamente fino a distanze corrispondenti a 0,03 bar). Per quanto riguarda i danni materiali, da considerarsi ai fini di un possibile effetto domino diretto, si può prendere a riferimento il valore di soglia di 0,3 bar corrispondente al possibile danneggiamento a strutture pesanti, apparecchiatura di processo, serbatoi e tubazioni. 2) BLEVE/Sfera di fuoco I valori di soglia indicati rappresentano la dose termica assorbita (Dose = potenza incidente x durata) e corrispondono alla possibilità di subire il danno indicato da parte di persone non dotate di specifica protezione individuale. Ove il fabbricante fornisca il valore medio di irraggiamento espresso in kW/m2 è sufficiente moltiplicarlo per la durata del fireball per ottenere il valore atteso di dose termica da confrontare con il valore di soglia. Per quanto riguarda i danni materiali, da considerarsi ai fini di un possibile effetto domino diretto, si possono prendere a riferimento le tipiche distanze entro cui si verifica la proiezione della maggior parte dei frammenti di dimensioni significative, pari a 100 metri nel caso delle unità di imbombolamento e relativo immagazzinamento, 500 metri per serbatoi di stoccaggio sferici e 800 metri per serbatoi di stoccaggio cilindrici. 3) Incendi I valori di soglia per danni alle persone, in assenza di specifica protezione individuale, tengono conto della possibilità per l'individuo di sottrarsi in tempo utile al campo di irraggiamento, considerate le distanze ridotte che sono interessate, senza subire danni che impediscano la reazione di fuga. Per quanto riguarda i danni materiali, da considerarsi ai fini di un possibile effetto domino diretto, può essere preso a riferimento il valore di soglia pari a 12,5 kW/m2. Tale valore corrisponde al possibile danneggiamento dei serbatoi atmosferici ovvero al collasso termico per quelli pressurizzati per esposizioni prolungate. 4) Nubi vapori infiammabili/Flash fire Data l'estrema brevità del fenomeno, si assume che effetti letali possano presentarsi solo nell'area di sviluppo fisico della fiamma. I valori di soglia tengono conto anche della possibile disuniformità della nube infiammabile, che può peraltro originare sacche isolate e localizzate di fiamma anche a distanze maggiori di quelle corrispondenti al limite inferiore di infiammabilità. 5) Nubi di vapori tossici I valori di soglia indicati, sia per la prima zona che per la seconda zona, si riferiscono alla concentrazione a cui verrebbe sottoposto un individuo stazionante all'aperto per un tempo dell'ordine dei 30 minuti. Tale situazione dovrebbe essere considerata mediamente, ma non sempre, come conservativa. In realtà, qualora il tempo effettivo di esposizione dovesse variare significativamente, occorrerebbe assumere un valore di soglia congruentemente diverso. In particolare, i tempi di esposizione che si verificano mediamente nella pratica possono essere significativamente inferiori (sia per la durata tipicamente minore del rilascio o del passaggio della nube, sia per la possibilità del rifugio al chiuso per il quale sussiste una certa mitigazione, almeno per durate non eccessivamente prolungate). Viceversa la durata effettiva di esposizione potrebbe risultare superiore ad esempio nei casi in cui si possa avere la formazione di pozza evaporante per rilascio di liquido tossico relativamente volatile.
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SITUAZIONE LOCALE
Il criterio utilizzato per il raggruppamento degli stabilimenti interessati dal piano in
oggetto è stato dettato dall’omogeneità delle procedure da attivare, da parte delle
amministrazioni e unità operative coinvolte, in caso di emergenza esterna degli stabilimenti.
Le attività e gli impianti delle aziende ivi pianificate insistono sulla via Baiona. CFS
Europe, Rivoira e Vinavil si trovano all’interno del “Petrolchimico” ossia appartengono al
complesso di società formalmente indicato come “Sito Chimico Multisocietario Integrato”,
mentre Cabot Italiana, ENI Divisione Refining & Marketing, Orion Engineered Carbons e
Polynt sono aziende viciniori all’insediamento del “Petrolchimico”.
Secondo quanto dispone il D.Lgs 105/2015, ogni stabilimento è tenuto a predisporre
uno specifico Piano di Emergenza Interna (PEI) che si raccorda direttamente con il Piano di
Emergenza Esterna della Prefettura.
I PEI delle aziende coinsediate nell’area del “Petrolchimico” si raccordano, inoltre, alla
“Procedura di emergenza HSE di Sito” che definisce i ruoli, le responsabilità e le modalità
operative per la gestione delle emergenze all’interno del Sito.
Le tre aziende del sito Chimico Multisocietario Integrato comprese nella presente
pianificazione utilizzano i presidi e le strutture comuni del Petrolchimico gestite da Ravenna
Servizi Industriali (RSI).
In particolare gli obiettivi della procedura di cui sopra sono :
segnalare una situazione di Emergenza di sicurezza, salute e ambiente: Emergenza (HSE);
attivare e gestire il Piano di Emergenza Interno (PEI) di Sito al fine di affrontare
l‟Emergenza (HSE), ciascuno per la propria competenza, minimizzando le conseguenze
alle persone, all’ambiente e ai beni aziendali;
attivare il Piano di Emergenza Esterno (PEE) previsto per gli stabilimenti a rischio di
incidente rilevante;
gestire l’informazione ed i rapporti con le Società coinsediate e quelle esterne al Sito;
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allertare il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e il 118 Romagna per un loro eventuale
intervento nel Sito;
gestire l’informazione e i rapporti di pertinenza con le Pubbliche Autorità, Enti Esterni circa
l‟Emergenza (HSE);
segnalare e gestire un Evento anomalo.
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2.2 Inquadramento territoriale Aggiornato al 08/09/17
2.2 Inquadramento territoriale
L’inquadramento territoriale si riferisce alla descrizione dell’area di circa 2 km
circostante le sotto elencate aziende:
- Cabot Italiana
- CFS Europe
- ENI Div. Refining & Marketing (in breve Eni R&M)
-Orion Engineered Carbons
- Polynt
- Rivoira Operations
- Vinavil
Tale area è pianeggiante e attraversata dal Canale Candiano; canale navigabile che
collega l’abitato con il mare Adriatico (distante circa 8 km) e che costituisce parte del porto
commerciale ed industriale della città.
Le aree circostanti sono destinate ad uso industriale, soprattutto del settore
petrolchimico. Tutto il polo industriale di Ravenna, il maggiore per estensione e per
concentrazione di attività a rischio fra quelli identificati nell’ambito del territorio comunale, è
ubicato a nord-est della città di Ravenna. Tale area, facente parte della pianura alluvionale, è
delimitata a nord dalla Pineta San Vitale e dalla Piallassa del Pontazzo, ad est dalla Piallassa
del Piombone.
L’area industriale è’ inoltre attraversata a nord dal Canale Magni, dalla Via Baiona che la
taglia da ovest a nord-est, a sud dalla Via Trieste e dal Canale Candiano che la taglia da
sud-ovest a nord est, ad ovest dallo scolo Fagiolo.
I terreni di questa specifica zona sono caratteristici di un sistema deposizionale di costa,
con andamento sub-parallelo alla linea di riva. I terreni tipici di questo sistema
geomorfologico sono sabbie medie e fini (depositi di cordone litorale e dune eoliche)
unitamente a limi, sabbie e sabbie fini (depositi di palude salmastra). Trasversalmente a tale
geometria litologica, con direzione NE-SO, si inseriscono i depositi di canale ed argine
prossimale caratterizzati da sabbie medie e fini. Spostandosi verso la pianura interna, dove è
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2.2 Inquadramento territoriale Aggiornato al 08/09/17 prevalente la morfogenesi fluviale, si rinvengono terreni a granulometria più fine quali argille
limose, argille e limi argillosi laminati (area interfluviale e depositi di palude) unitamente a limi
sabbiosi, sabbie fini e finissime e argille limose (depositi di argine distale).
2.2.1 Infrastrutture
L’area è posta a circa 4.5 km dal centro della città di Ravenna. La rete infrastrutturale
(viaria e ferroviaria) consta di una fitta rete dovuta ai collegamenti che devono essere
garantiti a tutta l’area industriale, oltre alla viabilità principale che funge da collegamento con
i lidi nord e sud.
All’interno dell’area massima di danno ipotizzata per l’Azienda Polynt sono presenti:
La rete ferroviaria, di collegamento in sinistra porto;
La Via Baiona;
La rete del gas;
La rete dell’acqua;
Le linee elettriche, in alta (132 Kv)
Canale di scolo denominato “Canale Magni”
All’interno dall’area massima di danno ipotizzata per l’Azienda Orion, al confine della terza
area, sono presenti:
La rete del gas;
Le linee elettriche, in alta (132 Kv)
All’interno dall’area massima di danno ipotizzata, per le Aziende Vinavil, CFS e Rivoira,
sono presenti:
La rete ferroviaria, di collegamento in sinistra porto;
La Via Baiona;
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2.2 Inquadramento territoriale Aggiornato al 08/09/17
La rete dell’acqua;
Le linee elettriche, in alta (132 Kv)
Le infrastrutture interne di Sito ovvero del Petrolchimico
All’interno dall’area massima di danno ipotizzata per l’Azienda Eni R&M è presente la rete
ferroviaria di collegamento in sinistra porto.
All’interno dalle aree massime di danno ipotizzate per le Aziende Cabot, Rivoira e CFS non
sono presenti infrastrutture.
All’interno del raggio di circa 2000 m dalla zona industriale, sono presenti le seguenti
infrastrutture:
La rete ferroviaria, costituita dalle linee di collegamento in destra e sinistra porto;
La rete stradale data da arterie importanti per la città di Ravenna, quali Via Baiona e
Via Trieste;
Le altre infrastrutture a rete che caratterizzano tale area sono:
La rete del gas;
le linee elettriche, suddivise in alta (132 Kv) e media (15 Kv) tensione. Nell’area
prossima al sito industriale d’interesse passano sia linee a media tensione (aeree ed
interrate, quest’ultime solitamente in corrispondenza degli insediamenti urbani e
industriali-artigianali) sia linee ad alta tensione;
La rete dell’acqua.
In merito alla rete dell’acqua, si ritiene utile specificare, che collegati a questa vi sono gli
idranti pubblici, e se ne rileva un considerevole numero nel raggio di 2 km dalla zona
industriale.
All’interno dalle aree massime di danno ipotizzate per le aziende oggetto del presente piano
non risultano presenti idranti pubblici.
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2.2 Inquadramento territoriale Aggiornato al 08/09/17 CENTRI DI SOCCORSO
L’ospedale più vicino è quello di Ravenna a circa 9 km di distanza.
La caserma dei Vigili del Fuoco più prossima è quella del Distaccamento portuale Ravenna,
in via del Cimitero n.135 a circa 3 km, che consente un tempo di intervento dalla chiamata
inferiore a 4 minuti.
Sono state scelte come aree di attesa per la popolazione (luogo di prima accoglienza nel
remoto caso di un’evacuazione per poter dare le prime informazioni sull’evento) ed
ammassamento soccorritori e risorse, due tra le 16 aree individuate ed approvate dal
Comune di Ravenna con Delibera di Consiglio 177/14520 del 20/12/2012.
Tali aree sono ubicate una a destra e l’altra a sinistra del canale Candiano perché, in caso di
emergenza, sia facilitato il trasferimento delle persone coinvolte senza dover attraversare il
Candiano, tali aree sono:
- la n. 3 “CENTRO SPORTIVO PORTO CORSINI”;
- la n. 4 “PARCHEGGIO SCAMBIATORE PUNTA MARINA”;
2.2.2 Elementi Vulnerabili
All’interno della massima estensione delle aree di danno ipotizzate per le Aziende
oggetto del presente Piano, non sono presenti elementi vulnerabili.
All’interno di un raggio di circa 2000 m dalla zona industriale, ma comunque al di fuori dalle
aree massime di danno ipotizzate, sorgono le seguenti aree maggiormente vulnerabili:
- l’Area Produttiva le Bassette: destinata ad uso Industriale, Artigianale, Commerciale e
Direzionale, situata ad ovest del Petrolchimico. All’interno dell’area sono situate oltre
alle varie aziende private anche diversi locali di pubblico interesse (ristoranti, mense,
bar, banche, supermercati)
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2.2 Inquadramento territoriale Aggiornato al 08/09/17
- l’Istituto Scolastico “Pescarini”, ubicato in Via Manlio Monti 32 ;
- un centro di cultura islamica e la nuova Moschea in via Bondi 10/12;
- l’Impianto di trattamento e depurazione acque potabili e industriali NIP in via Bassette,
68
- il Cimitero Comunale di Ravenna situato immediatamente a sud del Petrolchimico, ma
comunque in destra canale Candiano;
- circa 46 abitanti presenti prevalentemente nella zona artigianale denominata “Bassette”;
- al confine del raggio dei 2000 m sono presenti due attività atte alla ricezione
alberghiera, site in via Baiona n. 59 .
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2.3 Condizioni meteorologiche e climatiche Aggiornato al 08/09/17
2.3 Condizioni meteorologiche e climatiche
VENTO
Le condizioni atmosferiche che possono incidere sull’evoluzione dello scenario con impatto
sul territorio, riguardano principalmente la classe di stabilità atmosferica, la velocità del vento
e la direzione del vento.
Pertanto per la caratterizzazione del sito si sono desunti i dati, dal modello di calcolo
CALMET (2001-2010) del Servizio METEO Regionale di ARPAE.
Dalle elaborazioni risulta che nella zona predominano nettamente i venti provenienti dai
quadranti WNW, NW e sono rilevanti quelli ESE SE. La velocità del vento prevalente è
compresa tra 2 e 7 m/s. Mentre le classi di stabilità atmosferiche più rappresentative secondo
Pasquill-Gifford riguardano la B/C/D – moderatamente instabile, leggermente instabile e
neutra per le ore diurne, ed E/F - leggermente stabile e stabile, per le ore notturne.
In Figura 1 è riportata la “rosa dei venti” formata da istogrammi polari cumulati che
rappresentano graficamente la direzione di provenienza e di intensità del vento espressa in
metri al secondo. Tali dati sono stati rilevati mediante l’anemometro della stazione di
Ravenna.
I dati disponibili sono quelli relativi al periodo 2001-2010. Nella figura è indicato il numero di
dati orari utilizzati, ed è così possibile valutare la significatività della statistica.
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2.3 Condizioni meteorologiche e climatiche Aggiornato al 08/09/17
STABILITA’ ATMOSFERICA
Le condizioni di stabilità dell'atmosfera sono state categorizzate da Pasquill in 6 classi, che
vanno dalla A (atmosfera molto instabile) alla F (atmosfera stabile)1.
Tali condizioni dipendono sia dalla velocità del vento che dal calore scambiato dalla
superficie terrestre per irraggiamento termico: pertanto l'analisi è stata condotta facendo
riferimento alle ore del giorno. Le frequenze relative all'intero periodo 2006-2010 sono
riportate in Tabella 1.
1 A condizioni estremamente instabili; B condizioni moderatamente instabili; C condizioni leggermente instabili; D condizioni neutre; E
condizioni leggermente stabili; F condizioni stabili
Figura 1 - Intensità e direzione del vento rilevata in corrispondenza della stazione di Ravenna
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2.3 Condizioni meteorologiche e climatiche Aggiornato al 08/09/17
Le statistiche si riferiscono al periodo 2006-2010. I dati di origine sono prodotti dal
processore CALMET elaborando misure delle stazioni meteorologiche locali.
Tabella 1 - Percentuale di occorrenza di condizioni stabili, neutre o instabili
Prefettura di Ravenna Ufficio Territoriale del Governo
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3. SCENARI INCIDENTALI
Redatto: D.ssa Rosaria Forza Verificato: D.ssa Maria Rosaria Mancini Approvato: Prefetto Dott. Francesco Russo
Decreto Prefettizio
n. 2017-00001863/Dif.Civ./Prot.Civ.
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3 Scenari Incidentali NH146
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3.1 Cabot Italiana Aggiornato al 08/09/17
3.1.1 Informazioni sullo Stabilimento e sostanze pericolose
utilizzate e stoccate Posizione ai sensi del D.Lgs 105/15
Lo Stabilimento Cabot Italiana S.p.a. è classificato, ai sensi del D.Lgs. 105/2015, come
stabilimento di soglia superiore in quanto detiene:
− Olio aromatico classificato E1 pericoloso per l’ambiente
Sono inoltre presenti altre sostanze pericolose al di sotto della soglie di assoggettabilità. Si
cita il Tail Gas in quanto può dare origine a scenari incidentali con aree di danno esterna ai
confini aziendali.
Sostanza pericolosa DLgs 105/15 Allegato 1 Categoria di pericolo
Quantità massima di sostanza presente in
stabilimento (t)
Soglia di assoggettabilità Soglia Superiore (t)
Olio Aromatico
E1 pericoloso per l’ambiente acquatico cat. Tossicità acuta 1 o di tossicità cronica 1
30.000 200
H2 Tossicità acuta - Cat. 2 tutte le vie di esposizione - Cat. 3 esposizione per inalazione
200 Tail Gas
P2 Gas Infiammabili Cat. 1 o 2
2.5
50
Descrizione dell’attività
Lo stabilimento CABOT produce nero di carbonio mediante cracking termico di frazioni
altobollenti del petrolio. Le fasi del ciclo produttivo possono essere schematizzate nelle
seguenti attività principali:
1. Ricezione e stoccaggio materie prime;
2. Piroscissione olio e raffreddamento gas di reazione;
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3 Scenari Incidentali NH146
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3.1 Cabot Italiana Aggiornato al 08/09/17
3. Separazione prodotto/gas di reazione;
4. Granulazione;
5. Confezionamento, stoccaggio e spedizione prodotto finito.
La materia prima del processo produttivo (olio aromatico) arriva via mare mediante navi
cisterna e tramite oleodotto interrato dalla banchina del distretto petrolchimico viene
trasferito nei serbatoi dello stabilimento Cabot.
Fa parte dello stabilimento anche una centrale di produzione energia elettrica che viene
alimentata con il tail-gas, gas di scarto del processo di produzione del nero di carbonio.
Presso lo stabilimento CABOT è infine presente anche un impianto interno di trattamento
delle acque reflue di stabilimento.
Altri servizi e attività ausiliare al processo svolte in impianto sono:
produzione di aria di combustione mediante soffianti ed aria ad alta pressione mediante
compressori;
attività di manutenzione, riparazione svolte presso l’officina meccanica, elettrica e
strumentale
attività svolte negli impianti di condizionamento e (sale controllo e uffici);
test di laboratorio sul prodotto finito.
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3 Scenari Incidentali NH146
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3.1 Cabot Italiana Aggiornato al 08/09/17
3.1.2 Tipologia degli eventi incidentali
Scenario incidentale
In conformità al parere tecnico conclusivo, allegato alla Delibera del Comitato Tecnico
Regionale n. 14520 del 09/09/2014 si prende atto che le aree interessate dagli eventi
incidentali si estendono anche all’esterno dei confini aziendali.
I maggiori rischi che possono scaturire dagli eventi incidentali individuati nell’analisi di rischio
sono legati alle caratteristiche di pericolosità del Metano e Tail Gas entrambe classificate
come gas altamente infiammabile.
Si riportano di seguito in tabella gli scenari più significativi dal punto di vista delle dimensioni
delle aree di danno:
Tabella 1 desunta dal Parere Tecnico Conclusivo 2014
Distanza delle zone di pianificazione (m)
Zona I Zona II Zona III Evento incidentale
Scenario incidentale
LFL (m) ½ LFL
(m)
Non prevista
per flash-fire
2. Collasso termico del serpentino petrochem
27 47 /
R1.2 rottura meccanica (tranc.) linea trasferimento olio da pretrochem a Reattore
Sversamento olio
aromatico 27 47 /
R2.1 rottura meccanica (tranc.) linea gas CH4 a petrochem
14 23 /
R2.2 rottura meccanica (tranc.) linea gas CH4 Reattore
Rilascio di metano in atmosfera
Flash-fire
16 27 /
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3 Scenari Incidentali NH146
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3.1 Cabot Italiana Aggiornato al 08/09/17
Gli scenari di cui sopra fuoriescono in minima parte dai confini di stabilimento, solo sul lato
ovest dello stesso, in corrispondenza del quale si trova un canale idrico artificiale.
In riferimento alla Notifica del 31/05/2016, il gestore ha presentato l'aggiornamento
dell'analisi degli eventi incidentali potenzialmente connessi con anomalie di funzionamento
delle apparecchiature di processo e con lo stoccaggio e la movimentazione delle sostanze
pericolose impiegate.
I top-event derivanti dagli esiti delle analisi di sicurezza effettuati dal gestore che potrebbero
avere un impatto all’esterno dello stabilimento sono riportati nella seguente tabella.
Distanza delle zone di pianificazione (m)
Zona I Zona II Zona III Evento incidentale Scenario
incidentale
LC50 (m) IDLH (m) LOC (m)
R3.1 Rottura meccanica linea tail gas a Petrochem tail gas
Rilascio
monossido di carbonio
Dispersione tossica
7 16,5 89,5
Distanza delle zone di pianificazione (m)
Zona I Zona II Zona III Evento incidentale Scenario
incidentale
LFL (m) ½ LFL (m) Non prevista per flash-fire
R3.1 Rottura meccanica linea tail gas a Petrochem / tail gas
Rilascio di Tail Gas Flash-fire 39.5 63.5 /
La cartografia dell’area di danno inserita è riferita alla Notifica del 31/5/2016.
PIANO DI EMERGENZA ESTERNA Cabot Italiana - CFS Europe - ENI R&M - Orion Engineered C. -
Polynt - Rivoira Operations - Vinavil VIA BAIONA RAVENNA
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3 Scenari Incidentali NH146
Prefettura di Ravenna
3.1 Cabot Italiana Aggiornato al 08/09/17
Misure di sicurezza presenti
L’azienda, al fine di prevenire e ridurre la probabilità e gli effetti di incidenti, ha adottato
sistemi di prevenzione e protezione di cui si riportano di seguito i principali.
I controlli sono sia locali che riportati in sala controllo.
Il DCS presente in sala controllo è stato oggetto di una implementazione del software, oltre
ad una duplicazione dei comandi in un altro locale presso la palazzina uffici, dove è
possibile operare gli stessi interventi e blocchi della sala controllo.
In caso di emergenza per rilascio tossico la sala controllo ha un sistema di aerazione e di
riciclo dell’aria che permette la operatività degli addetti.
Il sistema antincendio è costituito dai seguenti impianti:
anello interrato impianto idrico antincendio;
rilevatori automatici d’incendio in sala controllo e in sala quadri avviamento motori;
rilevatori automatici d’incendio nel magazzino prodotto finito con azionamento automatico
di sistema antincendio a sprinkler;
sistema a schiuma a bassa pressione, sistema ad acqua nebulizzata nei serbatoi
stoccaggio olio (inclusi i serbatoi giornalieri);
tubazioni di metano dotate di impianto di raffreddamento automatico a diluvio con testine
termosensibili;
sala pompe antincendio protetta da impianto automatico a schiuma. Sono presenti una
motopompa principale ed una elettropompa di riserva;
il serbatoio di stoccaggio dell’acqua antincendio ha capienza pari a 600 m3 ed è collocato in
area esterna. L’approvvigionamento avviene grazie all’acquedotto industriale, ove è
installata una valvola automatica per il ripristino dell’acqua (il livello di riempimento è
riportato in sala controllo); si attiva al raggiungimento di un livello minimo di acqua e si
spegne una volta raggiunta la soglia massima.
Top Event R3.1
756800
756800
756850
756850
756900
756900
756950
756950
757000
757000
757050
757050
757100
757100
757150
757150
757200
757200
757250
757250
757300
757300
757350
757350
9279
50
9279
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9280
00
9280
00
9280
50
9280
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00
9281
00
9281
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9281
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00
9282
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9282
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9282
50
9283
00
9283
00
9283
50
9283
50
9284
00
9284
00
9284
50
9284
50
Eventi incidentali con conseguenze esterneallo stabilimento e relative zone di
pianificazione per l'emergenza esterna
Allegato B - da notifica 31/05/2016
Area Aziendale
Scenario incidentale:
Rottura meccanica linea tail gas a petrolchem tail gas
Ortofoto Multifunzione a colori Emilia-Romagna AGEA 2014.Prodotto realizzato da AGEA sull'intero territorio regionale incollaborazione con la Regione Emilia-Romagna.
CABOT ITALIANA s.p.a.Via Baiona 190Ravenna (RA) µ
Scala 1:2.000
Dispersione tossica (rilascio di monossido di carbonio)
Top Event R3.1:
63, 5
INVILUPPO DELLE AREE DI DANNO
Zone di Pianificazione di Emergenza Esterna
1/2 LFL
LFL
II° Zona di Pianificazione Raggio in metri
Scenario incidentale:
Rottura meccanica linea tail gas a petrolchem tail gas
Flash-fire (rilascio di tail gas)
Top Event R3.1:
39,5
I° Zona di Pianificazione Raggio in metri
16,5
INVILUPPO DELLE AREE DI DANNO
Zone di Pianificazione di Emergenza Esterna
IDLH
LC50
II° Zona di Pianificazione Raggio in metri
7
I° Zona di Pianificazione Raggio in metri
89,5LOC
III° Zona di Pianificazione Raggio in metri
Elaborazione tecnica a cura delCentro Tematico Regionale Impianti a Rischio di Incidente Rilevante
A termine di legge ci riserviamo la proprietà del presente disegno.E' vietato riprodurlo, comunicarlo a terzi e a ditte concorrentisenza la nostra preventiva autorizzazione scritta.
Aprile 2017
Elaborazione grafica a cura diUnità Cartografia e GISDirezione Tecnica
PIANO DI EMERGENZA ESTERNA Cabot Italiana - CFS Europe - ENI R&M - Orion Engineered C. -
Polynt - Rivoira Operations - Vinavil VIA BAIONA RAVENNA
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3 Scenari Incidentali NH053
Prefettura di Ravenna
3.2 CFS Europe Aggiornato al 08/09/17
3.2.1 Informazioni sullo stabilimento e sostanze pericolose utilizzate e stoccate
Posizione ai sensi del D.Lgs 105/15
L’attività risulta soggetta a notifica ai sensi degli artt. 13, 14 e 15 del D.Lgs. 105/15 sulla
base della tabella di seguito riportata che specifica i quantitativi delle categorie di sostanze
pericolose detenuti e le relative soglie di assoggettabilità ai sensi dell’allegato1, parte 1 e 2,
del suddetto decreto.
Categorie delle sostanze pericolose e sostanze specificate conformemente al regolamento (CE)
n. 1272/2008
Quantità massima di sostanza presente in stabilimento (t)
Soglia di assoggettabilità STB Soglia Superiore (t)
Sezione H Pericoli per la salute H2 tossicità acuta Categoria 2 Categoria 3
1061,4 200
Sezione P Pericoli Fisici P5c Liquidi Infiammabili cat.2-3 non compresi in P5a e P5b
539,3 5000
P8 Liquidi e solidi comburenti Liquidi comburenti categoria 1 o 2 o 3 oppure comburenti categoria 1,2 o 3
258 200
Sezione E Pericolosi per l’ambiente E1 Pericoloso per l’ambiente acquatico, categoria di tossicità acuta 1 o di tossicità cronica 1
650,5 200
E2 Pericoloso per l’ambiente acquatico categoria tossicità cronica 2
613,1 500
22. Metanolo 78 5000
35. Ammoniaca Anidra 0,2 200
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3 Scenari Incidentali NH053
Prefettura di Ravenna
3.2 CFS Europe Aggiornato al 08/09/17 Di seguito le sostanze/miscele pericolose (desunte dalle risultanze dell'analisi di rischio) che
possono dare origine a eventi incidentali e le principali indicazioni di pericolo :
- Fenolo
H301-311-H 331 Tossico contatto ingestione inalazione, H411 Tossico per organismi
acquatici con effetti a lunga durata
- Miscela di Reazione
H301-311-H 331 Tossico contatto ingestione inalazione, H410 Molto Tossico per organismi
acquatici con effetti a lunga durata
- Metanolo
H225 liquido e vapori facilmente infiammabile H301-311-H 331 Tossico contatto ingestione
inalazione, H410 Molto Tossico per organismi acquatici con effetti a lunga durata
- Acetone
H225 liquido e vapori facilmente infiammabile
- Mix MIBK
H225 facilmente infiammabile H 330 Letale se inalato, H410 Molto Tossico per organismi
acquatici con effetti a lunga durata
- Soluzione metabolica di Peci H225 facilmente infiammabile H301-311-H 331 Tossico
contatto ingestione inalazione, H410 Molto Tossico per organismi acquatici con effetti a
lunga durata
- Acqua ossigenata H272 può aggravare un incendio, comburente
- Ammoniaca anidra H221 gas infiammabile H331 tossico se inalato H400 Molto tossico per
organismi acquatici
Descrizione dell’attività
La società CFS Europe S.p.A. appartiene a CAMLIN Fine Sciences con sede in India ed è
proprietaria di parte dell’unità produttiva n. 13 (ISOLA 13) ubicata in posizione centrale del
vasto sito multisocietario integrato denominato Polo Petrolchimico di Ravenna che dista
circa 5 km dalla città di Ravenna.
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3 Scenari Incidentali NH053
Prefettura di Ravenna
3.2 CFS Europe Aggiornato al 08/09/17 L’attività CFS Europe, certificata UNI EN ISO 14001:2004 e UNI EN ISO 9001:2008, consta
dell’impianto per la produzione “difenoli” e di due sezioni distinte dedicate alla formulazione
del 4-TBC (4-TerButilCatecolo) e alla produzione del catalizzatore difenoli:
- Impianto produzione DIFENOLI mediante reazione di idrossilazione tra FENOLO e
ACQUA OSSIGENATA in presenza di catalizzatore si ottengono a seguito di filtrazione,
distillazione, cristallizzazione i due prodotti difenoli finiti IDROCHINONE e
PIROCATECHINA. La reazione è condotta in solvente costituito da una miscela
acqua/acetone. Oltre a questi due prodotti si ha la contemporanea formazione di
sottoprodotti altobollenti di natura fenolica (denominati peci) che vengono fluidificati con
solventi (es. metanolo) ed inviati a smaltimento esterno. Gli utilizzi più comuni
dell’Idrochinone sono nel campo dello sviluppo fotografico, come stabilizzante di alcune
materie plastiche e nella gomma, mentre la Pirocatechina è utilizzata come intermedio in
campo farmaceutico, in prodotti per l’agricoltura e per l’industria alimentare come base per la
produzione di VANILLINA usata come aroma-tizzante.
- Sezione di preparazione del CATALIZZATORE DIFENOLI (unità di servizio) per la
produzione di TITANIO SILICALITE, catalizzatore di reazione utilizzato nell’impianto Difenoli.
Il processo consiste in una elettrodialisi tra la soluzione di idrossido di ammonio (anodo) e la
soluzione di bromuro (catodo).
- Sezione di formulazione/confezionamento 4 Tert-butilcatecolo (usato come stoppante di
polimerizzazione). In questa area si confezionano e/o preparano i formulati 85% in acqua,
45%in toluene e 85% in metanolo.
Le materie prime in ingresso ed i prodotti in uscita liquidi sono movimentati tramite
autocisterna (pensiline carico/scarico dedicate), mentre i prodotti finiti solidi (idrochinone,
pirocatechina e 4TBC) sono trasportati anch’essi su strada mediante camion.
Le utilities (azoto, vapore, aria compressa, acqua antincendio ecc..) sono fornite da
Ravenna Servizi industriali e Hera Ambiente come la gestione tramite convenzione per i
reflui acquosi e gassosi.
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3 Scenari Incidentali NH053
Prefettura di Ravenna
3.2 CFS Europe Aggiornato al 08/09/17
3.2.2 Tipologia degli eventi e Scenari incidentali
In conformità al Parere Tecnico Conclusivo di istruttoria del 07/01/2010 prot. VVF 206,
redatto dal Comitato Tecnico Regionale dei Vigili del Fuoco ai sensi dell’art. 21 del D. Lgs
334/99 s.m.i., e alla Notifica del 01/02/2017, si prende atto che le aree interessate dagli
eventi incidentali si estendono anche all’esterno dei confini aziendali ma non all’esterno del
sito petrolchimico di Ravenna.
I maggiori rischi presenti in stabilimento sono connessi alle caratteristiche di tossicità
(Fenolo, peci metanoliche e ammoniaca ) e comburenti (acqua ossigenata).
Scenari incidentali
Gli scenari incidentali che possono verificarsi a seguito degli eventi incidentali sopra indicati
sono Flash fire, Pool fire e dispersione tossica e le loro conseguenze pericolose possono
coinvolgere aree esterne ai confini aziendali ma interne al sito petrolchimico.
Di seguito la tabella riassuntiva degli scenari incidentali desunta dal Parere Tecnico
Conclusivo del 2010
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3.2 CFS Europe Aggiornato al 08/09/17
Distanze di danno (m)
Top event Scenario Frequenza (ev/anno) 12,5 kW/m2
LFL LC50
7 kW/m2 ½ LFL
-
5 kW/m2 -
IDLH
3 kW/m2 -
LOC
Pool-fire 8,5 11 12,5 16 R1
Rilascio di miscela di reazione a
seguito di perdita dalla linea in uscita
dal reattore Flash-fire
5,2x10-8
8,5 12 - -
Pool-fire 14 18 21 26 R2 Rilascio di acetone
in impianto Flash-fire
1,3x10-7
1 2 - -
R3 Rilascio di olio diatermico in
impianto Pool-fire 5,2x10-7 7 9 11 13
R4 rilascio di
ammoniaca da linea di trasferimento
Dispersione tossica 3,2x10-8 - - 15 (*) 160 (*)
Pool-fire 12 17 20 29
Flash-fire
5x10-7
4 9 - - R5 rilascio di metanolo
nel bacino di contenimento
Dispersione tossica 9,5x10-6 - - 20 100
R5 bis rilascio di metanolo
da linea di trasferimento
Pool-fire 5x10-7 4 7 9 11
Pool-fire 17 28 33 43 R6
rilascio di acetone nel bacino di contenimento Flash-fire
5x10-7
11 17 - -
R6 bis rilascio di acetone
da linea di trasferimento
Pool-fire 5x10-7 12 16 18 25
R7 rilascio di fenolo nel
bacino di contenimento
Dispersione tossica 9,5x10-6 - - 7 55
R8 Rilascio di peci metanoliche
durante carico ATB Per analogia e conservativamente si assumono le stesse conseguenze del top R5
R9 Rilascio di acetone durante scarico ATB Per analogia e conservativamente si assumono le stesse conseguenze del top R6
R10 Rilascio di fenolo durante scarico ATB Per analogia e conservativamente si assumono le stesse conseguenze del top R7
R12 Rilascio di MIBK in area d’impianto Pool-fire 5x10-8 10 15 17 22
L’azienda ha presentato il Rapporto di Sicurezza 2016 in adempimento al D.lgs 105/2015 che
attualmente risulta in fase di istruttoria da parte dell’Autorità Competente.
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Prefettura di Ravenna
3.2 CFS Europe Aggiornato al 08/09/17 Misure di sicurezza presenti
L’azienda, al fine di prevenire e ridurre la probabilità e gli effetti di incidenti, ha adottato
sistemi di prevenzione e protezione di cui si riportano di seguito i principali.
E’ installata strumentazione di controllo dei parametri di processo (temperature, pressioni,
livelli, portate) collegata a DCS. Tali parametri sono inoltre collegati ad allarmi ottico acustici
e a blocchi di sicurezza attivati automaticamente o mediante appositi pulsanti azionati
dall’operatore.
I serbatoi di stoccaggio di sostanze tossiche, infiammabili e pericolose per l’ambiente sono
dotati di bacini di contenimento di capacità tale da contenere l’intero volume dei serbatoi
stessi; i bacini sono dotati di valvola di intercettazione per contenere il liquido eventualmente
fuoriuscito e permettere il successivo recupero.
I serbatoi di stoccaggio di sostanze infiammabili sono dotati di impianti a diluvio antincendio
azionabili da sala controllo ed in locale. Sono inoltre presenti un sistema di raffreddamento a
protezione dei serbatoi di acqua ossigenata ed un sistema di estinzione con immissione di
vapore nel forno F-801.
Nella sezione di sintesi del catalizzatore è installato un rilevatore di esplosività. Sono inoltre
installati rilevatori di fumo a protezione dei locale finitura/confezionamento, del magazzino,
del laboratorio e del box campioni. Nella zona di scarico autobotti è presente un rilevatore di
fiamma. L’intervento dei rilevatori attiva una segnalazione di allarme in sala controllo per il
conseguente intervento degli operatori secondo le procedure previste nel manuale operatii
di reparto.
. Lo stabilimento è protetto per tutta la sua estensione dalla rete idrica antincendio del sito
multisocietario, che alimenta idranti a colonna posti lungo le strade perimetrali dell’impianto
ed un adeguato numero di naspi posti all’interno.
Sono inoltre disponibili due sistemi carrellati di estinzione a schiuma.
E’ presente infine una pompa carrellata per il trasferimento di eventuali spanti in serbatoio di
emergenza ed è attivo 24 ore/24 un servizio esterno di autospurgo.
R5
R7
R9
757300
757300
757400
757400
757500
757500
9271
00
9271
00
9272
00
9272
00
9273
00
9273
00
Aree di danno conseguenti a scenari incidentali di Dispersione Tossica
INVILUPPO DELLE AREE DI DANNO
IDLH
rilascio di metanolo nel bacino di contenimento.
rilascio di fenolo nel bacino di contenimento.
R5:
R7:
Elaborazione tecnica a cura delCentro Tematico Regionale Impianti a Rischio di Incidente Rilevante
Elaborazione grafica a cura diUnità Cartografia e GISDirezione TecnicaGennaio 2010
A termine di legge ci riserviamo la proprietà del presente disegno.E' vietato riprodurlo, comunicarlo a terzi e a ditte concorrentisenza la nostra preventiva autorizzazione scritta.
Ortofoto Multifunzione a colori Emilia-Romagna AGEA 2008.Prodotto realizzato da AGEA sull'intero territorio regionale incollaborazione con la Regione Emilia-Romagna.
BORREGAARD Italia s.p.a.Via Baiona 107Ravenna (RA)
0 10 20 305Metri
µScala 1:1.000
Area Aziendale
R9: rilascio di acetone durante scarico ATB.
TOP EVENT
LOC
CFS Europe Spa
!
R1
R6
R5
R9
757300
757300
757400
757400
757500
757500
9271
00
9271
00
9272
00
9272
00
9273
00
9273
00
Aree di danno conseguenti a scenari incidentali di Flash Fire
R1:
INVILUPPO DELLE AREE DI DANNO
LFL
rilascio di miscela di reazione a seguito di perdita dalla linea in uscita dal reattore.
rilascio di metanolo nel bacino di contenimento.
rilascio di acetone nel bacino di contenimento.
R5:
R6:
Elaborazione tecnica a cura delCentro Tematico Regionale Impianti a Rischio di Incidente Rilevante
Elaborazione grafica a cura diUnità Cartografia e GISDirezione TecnicaGennaio 2010
A termine di legge ci riserviamo la proprietà del presente disegno.E' vietato riprodurlo, comunicarlo a terzi e a ditte concorrentisenza la nostra preventiva autorizzazione scritta.
Ortofoto Multifunzione a colori Emilia-Romagna AGEA 2008.Prodotto realizzato da AGEA sull'intero territorio regionale incollaborazione con la Regione Emilia-Romagna.
BORREGAARD Italia s.p.a.Via Baiona 107Ravenna (RA)
0 10 20 305Metri
µScala 1:1.000
Area Aziendale
R9: rilascio di acetone durante scarico ATB.
TOP EVENT
1/2 LFL
CFS Europe Spa
!
!
!
!
R3
R2
R1
R12
R6b
is -
Ace
ton
e
R5bis - Metanolo
R6
R5
R7
R9
757300
757300
757400
757400
757500
757500
9271
00
9271
00
9272
00
9272
00
9273
00
9273
00
Aree di danno conseguenti a scenari incidentali di Pool Fire
R1:
INVILUPPO DELLE AREE DI DANNO
12,5 kW/mq
rilascio di miscela di reazione a seguito di perdita dalla linea in uscita dal reattore.
rilascio di metanolo nel bacino di contenimento.
rilascio di metanolo da linea di trasferimento.
rilascio di acetone nel bacino di contenimento.
rilascio di acetone in area di impianto.R2:
R5:
R5 bis:
R6:
Elaborazione tecnica a cura delCentro Tematico Regionale Impianti a Rischio di Incidente Rilevante
Elaborazione grafica a cura diUnità Cartografia e GISDirezione TecnicaGennaio 2010
A termine di legge ci riserviamo la proprietà del presente disegno.E' vietato riprodurlo, comunicarlo a terzi e a ditte concorrentisenza la nostra preventiva autorizzazione scritta.
Ortofoto Multifunzione a colori Emilia-Romagna AGEA 2008.Prodotto realizzato da AGEA sull'intero territorio regionale incollaborazione con la Regione Emilia-Romagna.
BORREGAARD Italia s.p.a.Via Baiona 107Ravenna (RA)
0 10 20 305Metri
µScala 1:1.000
Area Aziendale
R6 bis: rilascio di acetone da linea di trasferimento.
R9: rilascio di acetone durante scarico ATB.
R12: rilascio di MIBK in area di impianto.
TOP EVENT
7 kW/mq
5 kW/mq
3 kW/mq
CFS Europe Spa
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Polynt - Rivoira Operations - Vinavil VIA BAIONA RAVENNA
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Prefettura di Ravenna
3.3 ENI Div.Refining&Marketing HUB Sud e GPL
Aggiornato al 08/09/17
3.3.1 Informazioni sullo Stabilimento e sostanze pericolose
utilizzate e stoccate
Posizione ai sensi del D.Lgs 105/15
L’attività risulta soggetta a notifica ai sensi degli artt. 13, 14 e 15 del D.Lgs. 105/15 sulla
base della tabella di seguito riportata che specifica i quantitativi di sostanze pericolose
detenuti e le relative soglie di assoggettabilità ai sensi dell’allegato1, parte 2, del suddetto
decreto.
Sostanza pericolosa Tabella parte 2 Allegato 1 D.Lgs 105 - Sostanze pericolose specificate
Quantità massima di sostanza presente in
stabilimento (t)
Soglia di assoggettabilità Soglia Superiore (t)
Propano (denaturato) P2 Gas liquefatti Infiammabili Cat. 1 o 2 416 200
Descrizione dell’attività
Il deposito Eni S.p.A. – Business Unit GPL di Ravenna svolge l’attività di ricezione e
stoccaggio di GPL, propano o butano, e successivo imbottigliamento di bombole o
caricamento di autobotti.
Lo stoccaggio di GPL viene effettuato in un parco serbatoi fuori terra costituito da 6 serbatoi
da 110 m3 ognuno. Uno dei sei serbatoi viene tenuto sempre vuoto per eventuali necessità
e/o emergenze.
L’approvvigionamento del GPL avviene tramite navi e ferrocisterne verso il parco serbatoi
tumulati dalla Società Versalis e successivamente tramite collegamento dedicato costituito
da tubazione fuori terra fino al deposito, oppure mediante ATB.
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Polynt - Rivoira Operations - Vinavil VIA BAIONA RAVENNA
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3 Scenari Incidentali NH001
Prefettura di Ravenna
3.3 ENI Div.Refining&Marketing HUB Sud e GPL
Aggiornato al 08/09/17
Il riempimento delle ATB avviene direttamente prelevando il GPL dal parco serbatoi tumulato
di Versalis e solo occasionalmente si procede al riempimento approvvigionandosi dai
serbatoi interni. Sono presenti n. 4 rampe di carico tra loro separate da muri in cemento
armato e protette da tettoia. Ogni punto di carico ha due bracci: uno per la fase liquida ed
uno per quella gassosa; è presente un sistema di consenso al carico collegato alla messa a
terra elettrica. I bracci di carico hanno un sistema di sicurezza definito” a strappo”.
Nel deposito è presente un locale di imbottigliamento costituito da due aree per il
riempimento di bombole a diversa capacità: la prima è formata da due giostre automatiche
per il riempimento di bombole da 10 – 15 – 20 – 25 kg, la seconda area è dedicata al
caricamento manuale di bombole da 62 kg. Le bombole piene sono stoccate all’interno di
gabbie pallettizzate collocate in un’area esterna dedicata.
Unità additivazione in linea
Per ragioni fiscali il GPL viene differenziato in base all’utilizzo finale (per riscaldamento o per
autotrazione). Per operare questa distinzione è presente una linea di denaturazione del GPL
in cui vengono addizionati specifici additivi in piccole dosi. Ogni rampa di carico ATB e le
due giostre di imbottigliamento dispongono di una linea denaturante dedicata.
Movimentazione prodotto
Il deposito dispone di un’area esterna per la movimentazione del prodotto in cui sono ubicati
due pompe centrifughe e due compressori accoppiati a motori elettrici. In caso di emergenza
l’arresto dei motori è possibile sia in locale che presso la sala controllo.
Sono presenti sensori per rilevare la presenza di gas.
Sala Controllo
È collocata vicino all’ingresso del deposito, è sempre presidiata durante l’apertura ed è
dotata di DCS, che dispone di un gruppo di continuità in caso di mancanza della corrente
elettrica.
Attività secondarie
Gli altri servizi ed attività presenti sono costituiti da:
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Prefettura di Ravenna
3.3 ENI Div.Refining&Marketing HUB Sud e GPL
Aggiornato al 08/09/17
3.3.2 Tipologia degli eventi incidentali
Scenario incidentale
In conformità al Parere Tecnico Conclusivo di istruttoria del 24/02/2014 prot. VVF 3268,
redatto dal Comitato Tecnico Regionale dei Vigili del Fuoco ai sensi dell’art. 21 del D. Lgs
334/99 s.m.i. e alla Notifica del 01.06.2016, si prende atto che le aree interessate dagli
eventi incidentali si estendono anche all’esterno dei confini aziendali ma interni al sito
petrolchimico.
L’analisi incidentale ha permesso di definire le massime distanze a cui si verificano le soglie
di danno, che si assumono pari alle aree determinate dal Top-event “Rottura/perdita non
intercettabile da linea di fondo serbatoio”, con conseguente UVCE, come riportato nella
tabella di seguito. Oltre allo scenario più gravoso dell’UVCE risultano credibili anche gli
scenari incidentali di Flash fire e Jet fire le cui aree di danno risultano ricomprese nelle aree
più estese dell’ UVCE.
Tabella 1 desunta dal Parere Tecnico Conclusivo 2014
Distanza delle zone di pianificazione (m)
Zona I Zona II Zona III Evento incidentale
Scenario incidentale
0.6 bar 0,07 bar 0,03 bar Rottura/perdita non intercettabile da linea di fondo serbatoio
UVCE1 113 178 253
L’azienda ha presentato il Rapporto di Sicurezza 2016 in adempimento al D.lgs 105/2015 che
attualmente risulta in fase di istruttoria da parte dell’Autorità Competente.
1 Unconfined Vapor Cloud Explosion - Esplosione non confinata di miscela gas/vapori infiammabili
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3 Scenari Incidentali NH001
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3.3 ENI Div.Refining&Marketing HUB Sud e GPL
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Misure di sicurezza presenti
L’azienda, al fine di prevenire e ridurre la probabilità e gli effetti di incidenti, ha adottato
sistemi di prevenzione e protezione di cui si riportano di seguito i principali:
Serbatoi di stoccaggio
bacino di contenimento pavimentato con pendenza che convoglia verso canaletta di
raccolta l’eventuale sversamento;
selle ed involucro dei serbatoi coibentati, resistenti al fuoco e rivestiti per essere
resistenti agli agenti atmosferici;
sistemi di misura per pressione, livello e temperatura. In particolare è presente un
sistema di controllo del livello di riempimento in locale, nell’area in cui sono presenti
normalmente addetti alle operazioni, e in sala controllo. Al raggiungimento del
massimo livello si attiva un segnale acustico e visivo;
sistema di inserimento di acqua tampone da attivare in caso di perdita in un tratto
non intercettabile. L’azionamento avviene tramite una valvola remotizzata comandata
da un quadro locale;
barriere d’acqua intorno ai serbatoi di stoccaggio alimentate dalla rete antincendio.
Sistema di rilevazione gas infiammabili
Nell’impianto sono presenti rilevatori di gas infiammabili che attivano un segnale nel
sinottico della squadra quadri. In seguito all’allarme si ha l’azionamento delle valvole di
blocco che interrompono il trasferimento di GPL.
I sensori hanno due soglie di intervento a 25% e 50% del LEL. Nel caso di raggiungimento
della soglia del 50% viene attivata la procedura di shutdown dell’area interessata dalla
perdita di gas e si ha la segnalazione ottica e sonora in campo e in sala controllo.
Sistema antincendio
È così costituito:
riserva idrica da 300 m3;
sala pompe antincendio con n. 2 motopompe da 150 m3/h;
n. 12 idranti UNI70 più monitori carrellati ;
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3.3 ENI Div.Refining&Marketing HUB Sud e GPL
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n. 3 monitori fissi;
impianto fisso di raffreddamento serbatoi con acqua nebulizzata;
impianto fisso di muri d’acqua in area serbatoi;
impianto fisso di raffreddamento giostre di imbottigliamento con acqua nebulizzata.
Area di carico ATB
Le aree di carico e scarico ATB sono 4 disposte a lisca di pesce e separate da muri di
cemento armato. I bracci di carico hanno valvole di intercettazione comandabili dalla sala
controllo e sono provvisti di sistema di sgancio a rottura programmata in caso di movimento
erroneo dell’ATB, con blocco del flusso di GPL da entrambe le parti.
Inoltre i pozzetti delle aree esterne pavimentate sono sifonati.
Top Event 1B
757400
757400
757500
757500
757600
757600
757700
757700
757800
757800
757900
757900
9279
00
9279
00
9280
00
9280
00
9281
00
9281
00
9282
00
9282
00
9283
00
9283
00
Elaborazione tecnica a cura delCentro Tematico Regionale Impianti a Rischio di Incidente Rilevante
Elaborazione grafica a cura diUnità Cartografia e GISDirezione TecnicaFebbraio 2014
A termine di legge ci riserviamo la proprietà del presente disegno.E' vietato riprodurlo, comunicarlo a terzi e a ditte concorrentisenza la nostra preventiva autorizzazione scritta.
Ortofoto Multifunzione a colori Emilia-Romagna AGEA 2011.Prodotto realizzato da AGEA sull'intero territorio regionale incollaborazione con la Regione Emilia-Romagna.
ENI s.p.a.Divisione Refining & Marketing
Via Baiona 234Zona IndustrialeRavenna (RA)
µScala 1:2.000
Evento incidentale con conseguenze esterneallo stabilimento e relative zone di
pianificazione per l'emergenza esterna
Area Aziendale
Allegato B
INVILUPPO DELLE AREE DI DANNOsecondo i criteri del DPCM 25/02/2005
Zona di sicuro impatto0,6 bar
Zone di Pianificazione di Emergenza Esterna
I° Zona di Pianificazione
Zona di attenzione0,03 bar
Raggio in metri
Zona di Danno0,07 bar
II° Zona di Pianificazione
178 metri
III° Zona di Pianificazione
Raggio in metri
253 metri
Raggio in metri
113 metri
Top Event 1B:
Rottura o perdita non intercettabilesulla linea di fondo di un serbatoio
UVCE
Frequenza di accadimento:
1,0 x 10 eventi/anno
Scenario Incidentale:
-8
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3.4 Orion Engineered Carbons Aggiornato al 08/09/17
3.4.1 Informazioni sullo Stabilimento e sostanze pericolose
utilizzate e stoccate
Posizione ai sensi del D.Lgs 105/15
Lo Stabilimento ORION ENGINEERED CARBONS S.r.l. è classificato, ai sensi del D.Lgs.
105/2015, come stabilimento di soglia superiore in quanto detiene:
− Olio di alimento assimilabile a “Prodotti petroliferi combustibili alternativi” in quantità
superiori a quelle indicate nell’allegato I, parte 2, colonna 3, riga 34 del citato Decreto.
Sono inoltre presenti altre sostanze pericolose:
− Tail gas prodotto classificato H2 Tossicità acuta cat.3 e P2 Gas Infiammabili in quantità
tuttavia inferiori a quelle indicate nell’allegato I, parte 1, colonna 2, del citato Decreto.
E' altresì presente il Gas Naturale come prodotto, tra quelli elencati nell'allegato 1 del
summenzionato decreto (parte 2, punto 18), ma è al di sotto delle soglie previste
dall’Allegato.
Per quanto riguarda l’olio di alimento la quantità massima effettiva prevista corrisponde alla
massima capacità di stoccaggio legata alla capacità geometrica dei serbatoi, oltre che
quanto presente nelle tubazioni, ed apparecchiature. Per le altre sostanze principali, tail-gas
e gas naturale, non è previsto uno stoccaggio, in particolare il tail-gas è prodotto a seguito
delle reazioni di produzione e viene consumato totalmente come combustibile negli
essiccatori e/o in caldaia per la produzione di calore ed energia elettrica.
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3.4 Orion Engineered Carbons Aggiornato al 08/09/17
Sostanza pericolosa
Categorie delle sostanze pericolose e sostanze
specificate conformemente al regolamento (CE) n.
1272/2008
Quantità massima di sostanza presente in
stabilimento (t)
Soglia di assoggettabilità Soglia Superiore (t)
Olii di alimento Olio di Cracking Versalis (E2 ) Olio di Alimento Orion 1 (E1)
Sezione di Pericolo E (E1-E2) Pericoli per l’ambiente 34) prodotti petroliferi e combustibili alternativi
34650.0 25000
Gas naturale 18) Gas liquefatti infiammabili cat 1 o 2 e gas naturale
0.1 200
Sezione H Pericoli per la salute H2 Tossicità acuta - Cat. 2 tutte le vie di esposizione - Cat. 3 esposizione per inalazione
20
Tail Gas
Sezione P Pericoli Fisici P2 Gas infiammabili Cat. 1 o 2
2.8
200
Gli olii di alimento a seguito della nuova classificazione ai sensi del regolamento (CE)
n.1272/2008 appartengono alle sostanze pericolose specifiche, citate nella Parte 2
dell’Allegato 1 del D. Lgs. 105/151, quali “Prodotti petroliferi e combustibili alternativi” 34 d)
oli combustibili densi.
Tail-gas: gas di sintesi prodotto dalle reazioni per la produzione di nero di carbonio;
appartenente alle
Sezione H2 “Tossicità acuta” categorie 3 e P2 “Gas infiammabili” in Parte 1 dell’Allegato 1
del D.Lgs.
105/15; Classe di pericolosità H280 Contiene gas sotto pressione, può esplodere se
riscaldato, H220 – Gas altamente infiammabile, H331 – Tossico se inalato
Gas naturale: gas proveniente da rete nazionale per supporto alla reazione e alimentazioni
utenze;
citato nella Parte 2 dell’Allegato 1 del D. Lgs. 105/151, quale “gas liquefatti infiammabili e
gas naturale” n 18.
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3.4 Orion Engineered Carbons Aggiornato al 08/09/17
Classe di pericolosità: H280 – Contiene gas sotto pressione, può esplodere se riscaldato,
H220 Gas altamente infiammabile
Olio di alimento
Olio di Alimento Orion 1 : H410 Molto tossico per gli organismi acquatici con effetti di lunga
durata Olio di Cracking Versalis : H 411 Tossico per gli organismi acquatici con effetti di
lunga durata
Descrizione dell’attività
L’attività consiste nella produzione di nero di carbonio mediante reazione di pirolisi dell’olio
di alimento che avviene ad elevate temperature e in difetto di aria rispetto ai quantitativi
necessari alla combustione. Le materie prime utilizzate nella reazione sono l’olio di alimento
e il gas naturale. A seconda del tipo di nero carbonio che si vuole ottenere viene immessa
aria nel reattore ad una temperatura compresa tra 550-900°C. Il calore che si sviluppa nella
prima fase di reazione (olio+gas+aria) rende possibile la reazione di pirolisi dell’olio di
alimento con la formazione di nero carbonio solido e di una corrente gassosa, detta Tail gas,
composta da CO, CO2, H2, H2Ovap, N2 e tracce di idrocarburi.
Descrizione del Processo - Ricevimento e stoccaggio dell’olio aromatico
L’olio, materia prima del processo, è conferito in impianto tramite nave da banchina Versalis
attraverso oleodotto fuori terra dedicato. La tubazione, saldata fino al misuratore di portata
all’interno dei limiti di batteria Orion Engineered Carbons è coibentata e riscaldata a vapore.
La ricezione di olio può avvenire anche attraverso autocisterna e ferrocisterna. Lo
stoccaggio dell’olio è effettuato in 7 serbatoi:
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Serbatoio a tetto fisso
Capacità m3
Caratteristiche Bacino di contenimento
con fondo e pareti in cemento armato
S1 4000
S2 4000
S15 1500
unico bacino di contenimento
S4 4000
Dotati di agitatore ad elica – utilizzato per
alimentare il processo. Adibiti allo
stoccaggio di olio e miscele di olio
dedicato
S6 4000 Dedicato
S14 Adibito allo stoccaggio di un solo olio (FOC) Dedicato
S5 6000 Adibito allo stoccaggio di un solo olio (FOC) Dedicato si
Tutti i serbatoi sono dotati:
- di un sistema di riscaldamento a vapore per permettere una temperatura di circa
50°C e garantire una sufficiente fluidità degli oli stoccati Sistemi di sicurezza.
- di sistema di raffreddamento ad acqua (per la protezione da irraggiamenti dovuti ad
eventuali incendi) ad eccezione del S15 che è coibentato con lana minerale protetta
esternamente da lamierino.
- di due misuratori di livello indipendenti, alto e l’altissimo livello collegati ad allarme
ottico-acustico in sala controllo.
Preriscaldo e reazione
L’olio in ingresso al processo è inizialmente inviato al preriscaldatore per innalzare la
temperatura fino a 250 °C ed essere successivamente iniettato nel reattore. L’iniezione
dell’olio avviene con spruzzatori progettati per ottenere una perfetta atomizzazione e
permettere una vaporizzazione istantanea. Al reattore è aggiunto Metano (gas naturale) e
aria come materia secondaria. Il calore sviluppato rende possibile la reazione di pirolisi
dell’olio con conseguente formazione di particelle di nero carbonio e di una corrente
gassosa di TAIL-GAS (CO,CO2,H2,H2O,N2 e tracce di idrocarburi).
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Raffreddamento e filtrazione primaria
I fumi di reazione che escono dal reattore vengono ulteriormente raffreddati passando
attraverso i preriscaldatori ad aria. Dopo iniezione di acqua i fumi sono convogliati alla
filtrazione primaria effettuata tramite filtri a maniche dove il nero carbonio è separato dal Tail
Gas. Il Tail Gas uscente dagli scarichi dei filtri viene raccolto e inviato ad un collettore per
essere poi utilizzato come combustibile per l’essiccamento nero di carbonio granulato a
umido e essere bruciato in combustore con successiva produzione di energia termica ed
elettrica.
Trasporto pneumatico, filtrazione e densificazione
Il nero carbonio separato dal Tail Gas cade nella tramoggia da dove viene inviato ai cicloni e
filtri trasportatori
Pellittizzazione ad umido
Nei granulatori si esegue la granulazione ad umido del nero carbonio per trasformare la
polvere del nero carbonio in granuli mediante mescolamento della polvere con ’acqua fino a
formare una pasta che sotto l’azione meccanica dei pioli dell’albero rotante da origine a
granuli di forma sferica.
Essiccamento e filtrazione secondaria
Negli essiccatori a tamburo rotante viene ridotta l’umidità del prodotto al di sotto dell’1%
Trasporto e immagazzinamento
Il nero di carbonio essiccato viene inviato tramite trasporto meccanico ai serbatoi di
stoccaggio dove viene prelevato per le spedizioni di sfuso e per l’insacco in unità
pallettizzate.
Combustione del Tail – Gas (impianto do cogenerazione)
Il Tail Gas viene in parte utilizzato per l’essiccamento ed in parte inviato ad un combustore,
tale impianto fornisce la produzione combinata di vapore ed energia elettrica per gli usi
interni di stabilimento e per la rete elettrica nazionale.
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3.4.2 Tipologia degli eventi incidentali
Scenario incidentale
In conformità al Parere Tecnico Conclusivo di istruttoria del 05/05/2011 prot. VVF 5776,
redatto dal Comitato Tecnico Regionale dei Vigili del Fuoco ai sensi dell’art. 21 del D. Lgs
334/99 s.m.i., si prende atto che le aree interessate dagli eventi incidentali si estendono
anche all’esterno dei confini aziendali.
I maggiori rischi presenti all’interno dello stabilimento sono legati alle caratteristiche di
infiammabilità e tossicità delle sostanze presenti. Lo scenario più gravoso con conseguenze
esterne ai confini aziendali è la dispersione tossica .
Dall’analisi dei rischi risulta che per la stima delle conseguenze le sostanze di riferimento il
per la dispersione tossica sono il Monossido di carbonio e il Toluene,
il Monossido di Carbonio in quanto componente della molecola del Tail gas in percentuale
volumetrica del 7-11% , con caratteristiche significative di tossicità e di infiammabilità .
il Toluene in quanto componente dell’olio di alimento e con caratteristiche di pericolosità
più rilevanti dal punto di vista dell’infiammabilità, toluene p.to di infiammabilità 4°C , olio di
alimento p.to di infiammabilità 100°C.
Tabella 1desunta dal Parere Tecnico Conclusivo 2011
Distanza delle zone di pianificazione (m)
Zona I Zona II Zona III Evento incidentale
Scenario incidentale
LC50 IDLH LOC
6.7 Rottura tubazione Tail Gas
Dispersione tossica di
monossido di carbonio
/ 28
distanza interna ai confini di stabilimento
117
L’azienda ha presentato il Rapporto di Sicurezza 2016 in adempimento al D.lgs 105/2015 che
attualmente risulta in fase di istruttoria da parte dell’Autorità Competente.
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Misure di sicurezza presenti
L’azienda, al fine di prevenire e ridurre la probabilità e gli effetti di incidenti, ha adottato
sistemi di gestione e sistemi di prevenzione e protezione di cui si riportano di seguito i
principali.
La sala controllo è presidiata 24 ore su 24 da personale specializzato ed in essa è presente
il sistema DCS da cui effettuare la supervisione ed il controllo delle apparecchiature di
impianto.
Il DCS è un sistema ridondato ed alimentato da UPS; oltre alle stazioni presenti in sala
controllo ve ne è una con le stesse funzionalità in un diverso locale, da utilizzare in caso di
inagibilità della sala controllo.
Il sistema di condizionamento della sala controllo e la disponibilità di autorespiratori
consente al personale di operare anche in caso di emergenza per nube tossica.
Nel DCS sono implementati allarmi ed interventi automatici a protezione che intervengono in
automatico fino alla fermata e messa in sicurezza degli impianti. La fermata delle
apparecchiature è possibile sia localmente sia dalla sala controllo.
Il sistema antincendio è costituito dai seguenti impianti:
- sistemi di rilevazione automatico e sistemi di spegnimento ad azionamento automatico
presenti in impianto di cogenerazione, magazzino imballaggi, sale strumentazioni,
archivio disegni/stazione CAD, CED/archivio amministrazione, Sala Controllo e Cabina
elettrica 6 KV;
- sistema a schiumogeno presenti in cogenerazione;
- rete acqua antincendio ad anello connessa alla rete del Sito Chimico Multisocietario
Integrato e mantenuta alla pressione di 5,5 bar, per alimentazione di idranti soprasuolo,
cassette idranti a piantana, idranti a muro, anelli di raffreddamento serbatoi di stoccaggio
olio. La connessione con la rete RSI avviene tramite doppio ramo; da ogni ramo è
possibile alimentare tutte le utenze per assicurare la disponibilità in caso di
manutenzione;
- un congruo numero di estintori (CO2 e polveri) sono disponibili in tutta l’area di
stabilimento.
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3.4 Orion Engineered Carbons Aggiornato al 08/09/17
Per la gestione delle emergenze sono costituite squadre di emergenza con personale in
turno addestrato e formato per la lotta antincendio e primo intervento ed una Unità di Crisi
con compiti di coordinamento e gestione (Manager on Duty).
Il sistema di allertamento di stabilimento è costituito da:
- un collegamento tramite interfono con Tecnico di Turno di centrale operativa RSI;
- un collegamento telefonico con il Tecnico di Turno di centrale operativa RSI;
- un sistema interno di sirene di emergenza udibili in tutta l’area dello stabilimento;
- una linea telefonica dedicata con accesso diretto non passante dal centralino di
stabilimento.
Top Event
756400
756400
756600
756600
756800
756800
757000
757000
757200
757200
9270
00
9270
00
9272
00
9272
00
9274
00
9274
00
9276
00
9276
00
Elaborazione tecnica a cura delCentro Tematico Regionale Impianti a Rischio di Incidente Rilevante
Elaborazione grafica a cura diUnità Cartografia e GISDirezione TecnicaFebbraio 2011
A termine di legge ci riserviamo la proprietà del presente disegno.E' vietato riprodurlo, comunicarlo a terzi e a ditte concorrentisenza la nostra preventiva autorizzazione scritta.
Ortofoto Multifunzione a colori Emilia-Romagna AGEA 2008.Prodotto realizzato da AGEA sull'intero territorio regionale incollaborazione con la Regione Emilia-Romagna.
EVONIK DEGUSSA s.p.a.Via Baiona 170Ravenna (RA)
0 10050Metri
µScala 1:3.000
Evento incidentale con conseguenze esterneallo stabilimento e relative zone di
pianificazione per l'emergenza esterna
Area Aziendale
Top Event:
Rottura tubazione tail-gas
Dispersione tossica di monossido di carbonio
Scenario Incidentale:
INVILUPPO DELLE AREE DI DANNOsecondo i criteri del DPCM 25/02/2005
Zona di sicuro impattoSoglia di elevata letalità
Zone di Pianificazione di Emergenza Esterna
I° Zona di Pianificazione
Zona di attenzione
Raggio in metri
Non presente
Zona di DannoSoglia delle lesioni irreversibili
II° Zona di Pianificazione
28 metri
III° Zona di Pianificazione
Raggio in metri
117 metri
Raggio in metri
ORION Engineered Carbons Srl
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3.5 Polynt
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3.5.1 Informazioni sullo Stabilimento e sostanze pericolose utilizzate e stoccate
Posizione ai sensi del D.Lgs 105/15 L’attività risulta soggetta a notifica ai sensi degli artt. 13, 14 e 15 del D.Lgs. 105/15 sulla
base della tabella di seguito riportata che specifica i quantitativi di sostanze pericolose
detenuti e le relative soglie di assoggettabilità ai sensi dell’allegato1, parte 2, del suddetto
decreto
Sostanza pericolosa Categorie di pericolo di cui all’allegato 1
Quantità massima di sostanza presente in
stabilimento (t)
Soglia di assoggettabilità STB Soglia Superiore (t)
n-Butano 18.Gas liquefatti estremamente infiammabili categoria 1 o 2 incluso GPL e gas naturale
P2 3492 200
1.3 Butadine 18.Gas liquefatti estremamente infiammabili categoria 1 o 2 incluso GPL e gas naturale
P2 1143 200
n-Butano / 1.3 Butadiene 18.Gas liquefatti estremamente infiammabili categoria 1 o 2 incluso GPL e gas naturale
P2 7151 200
TOTALE 5350 200
1 Tale quantitativo è riferito al convoglio di n° 13 ferrocisterne contenenti butano o butadiene.
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3.5 Polynt
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Descrizione dell’attività
Lo Stabilimento Polynt è localizzato a Ravenna, in via Baiona 192.
Fa parte del gruppo Polynt con sede legale ed amministrativa a Scanzorosciate (BG)
Le unità/impianti costituenti nel loro complesso lo Stabilimento sono di seguito sintetizzate:
1 Impianto di Produzione di Anidride Maleica (AM):
la produzione di AM avviene tramite ossidazione di n-butano con aria in fase gas, in un
reattore a letto fluido con impiego di specifico catalizzatore con azione rompifiamma. Il
recupero dell'AM dai gas di reazione avviene mediante assorbimento in liquido e successivo
stripping. In seguito viene purificata mediante distillazione sotto vuoto e stoccata in stato
liquido all’interno di serbatoi in acciaio inossidabile ad una temperatura di 70-80°C.
I gas di reazione finali vengono inviati a termodistruzione al post combustore ME501 ed i
reflui di processo a trattamento esterno.
2 Impianto di Produzione di Anidride Tetraidroftalica (THPA):
la produzione avviene dalla reazione tra anidride maleica e butadiene senza l’uso di
catalizzatore, in due reattori agitati di prima e seconda conversione. In seguito è effettuata la
purificazione per distillazione a pressione ridotta in discontinuo. Parte di THPA prodotta
viene solidificata, tagliata a scaglie a mezzo di scagliettatrice e confezionata in sacconi (500-
1000 kg) ed in sacchi (25 kg) in due sezioni distinte. La THPA è successivamente stoccata
in n. 2 serbatoi in acciaio inossidabile a tetto fisso (T3601/3602) della capacità di 300 m3.
I gas di reazione finali vengono inviati a termodistruzione al post combustore ME501 ed i
reflui di processo a trattamento esterno.
Una miscela costituita da parte dei reflui di processo dell’impianto produzione AM e peci
della purificazione della THPA è inviata a termodistruzione al termovalorizzatore ME3802.
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3.5 Polynt
Aggiornato al 08/09/17
3 Stoccaggio butano e butadiene:
L’area di stoccaggio allo stato liquido è costituito da n. 2 unità identiche e comprendenti,
ciascuna, n. 2 serbatoi in pressione tumulati ricoperti di terra, con una capacità geometrica
di 2000 m3 cadauno. Il butadiene è fornito esclusivamente a mezzo ferrocisterne, mentre il
n-butano arriva sia a mezzo ferrocisterne, sia (per la maggior parte) a mezzo tubazione
proveniente da Ecofuel.
4 Servizi Ausiliari suddivisi in Servizi di Stabilimento:
I Servizi Ausiliari suddivisi in Servizi di Stabilimento comprendono:
aria strumenti, Stoccaggio e distribuzione Soda Caustica Circuiti d’acqua – impianto
(TW/TWR-HW/HWR), Circuito vapore e condense Azoto (N2) e stoccaggio (fornito da
Rivoira), industriale e demineralizzata (forniti di RSI) Raccolta reflui, Torcia per la
combustione degli scarichi di sicurezza, Cabine elettriche, cabina di ricevimento e
decompressione metano, Laboratorio di Controllo Qualità/Analisi, Magazzini, Centrali
termiche, Caldaia ausiliaria per produzione vapore, 2 gruppi elettrogeni per alimentazione
d’emergenza con serbatoio interrato di gasolio (5m3), Scaldacqua a metano per servizi
igienici e mensa, Deposito bombole gas tecnici.
5 Recupero energetico:
Il recupero del contenuto energetico del vapore prodotto dall’impianto AM viene
successivamente surriscaldato nel post-combustore. Il vapore surriscaldato viene
convogliato ad un gruppo turbo-generatore della potenza di 22,5 MW.
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3 Scenari Incidentali NH022
Prefettura di Ravenna
3.5 Polynt
Aggiornato al 08/09/17
3.5.2 Tipologia degli eventi incidentali
Scenario incidentale
In conformità al parere tecnico conclusivo, allegato alla Delibera del Comitato Tecnico
Regionale n. 17599 del 28/12/2011, e alla Notifica del 10.02.2016, si prende atto che le aree
interessate dagli eventi incidentali si estendono anche all’esterno dei confini aziendali e
all’esterno dei confini del sito petrolchimico.
I maggiori rischi che possono scaturire dagli eventi incidentali individuati nell’analisi di rischio
sono legati alle caratteristiche di pericolosità del n-butano e 1,3 butadiene entrambe
classificate come gas altamente infiammabile.
Si riportano di seguito in tabella gli scenari più significativi dal punto di vista delle dimensioni
delle aree di danno:
Tabella 1 desunta dal Parere Tecnico Conclusivo 2011
Distanza delle zone di pianificazione
(m)
Zona I Zona II Zona III Evento incidentale Scenario
incidentale)
LFL (m) ½ LFL (m) Non prevista per
flash-fire Top 1 – Rilascio di butadiene per rottura braccio di scarico liquido (rif. Top 700 B.2)
Area travaso ferrocisterne butadiene
158 283 /
Top 2 – Rilascio di n-butano per rottura braccio di scarico liquido (rif. Top 700 A.4)
Area travaso ferro cisterne n-butano
147 273 /
Top 3 – Perdita n-butano da fondo serbatoio di stoccaggio (rif. top 700 A.9)
Serbatoio stoccaggio n-butano
Flash-fire
93 187 /
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3 Scenari Incidentali NH022
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3.5 Polynt
Aggiornato al 08/09/17
In riferimento alla Notifica del 10.02.2016, il gestore ha svolto un’analisi degli eventi
incidentali potenzialmente connessi con anomalie di funzionamento delle apparecchiature di
processo e con lo stoccaggio e la movimentazione delle sostanze pericolose impiegate.
I top-event derivanti dagli esiti delle analisi di sicurezza effettuati dal gestore che potrebbero
avere un impatto all’esterno dello stabilimento sono riportati nella seguente tabella.
Distanza delle zone di pianificazione
(m)
Zona I Zona II Zona III Evento incidentale Scenario incidentale
LFL (m) ½ LFL (m) Non prevista per
flash-fire Top 1 – Rilascio di butadiene per rottura braccio di scarico liquido (rif. Top 700 B.2)
Area travaso ferrocisterne butadiene
219 3152 /
Top 2 – Rilascio di n-butano per rottura braccio di scarico liquido (rif. top 700 A.4)
Area travaso ferro cisterne n-butano
Flash-fire
111 230 /
2 Manca la rappresentazione cartografica dello scenario che verrà inserita all’emanazione del Parere Tecnico Conclusivo del CTR al termine dell’ istruttoria attualmente in corso.
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3.5 Polynt
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Misure di sicurezza presenti
L’Azienda, al fine di prevenire e ridurre la probabilità e gli effetti di incidenti, ha adottato
sistemi di prevenzione e protezione di cui si riportano di seguito i principali:
- Gli impianti sono stati progettati e costruiti secondo standard di sicurezza collaudati,
impiegando materiali adatti alle sostanze contenute e alle condizioni di esercizio;
- Nello Stabilimento è implementato il Sistema procedurale di Gestione della Sicurezza
(SGS);
- Ogni unità di produzione è presidiata 24 ore su 24 da Operatori addestrati per la
supervisione e la corretta esecuzione delle varie fasi del processo, oltre a comporre la
Squadra di Emergenza, facendo riferimento alla Sala Controllo;
- La conduzione dei processi eserciti negli impianti avviene tramite DCS dedicati e sistemi
strumentali asserviti a logiche automatiche di allarme ed, eventuale, azionamento di
blocchi-impianto di sicurezza;
- Per la Sala Controllo, in caso di anomalia impiantistica, il sistema di aerazione si mette in
posizione di sicurezza isolando l’ambiente interno da quello esterno;
- E’ presente un sistema integrativo di “protezione passiva” costituito da dispositivi di
protezione da sovrappressione per le corrispondenti apparecchiature che li prevedono;
- Sono presenti specifici sistemi di allarme per segnalare la presenza di incendi o fughe di
sostanze infiammabili , con attivazione di allarmi o di sezionamenti o di presidii
antincendio dedicati, presso la zona di stoccaggio butano/butadiene, presso gli impianti
produttivi, presso aree di immagazzinamento; l’attivazione di tali sistemi è rilanciata i
istantaneamente presso la Sala Controllo;
- Il sistema antincendio si articola come di seguito specificato:
Zone diffuse di Stabilimento: rete idrica a maglie, alimentata direttamente dalla rete
antincendio di Ravenna Servizi Industriali (RSI).
Zona di sosta ferrocisterne: impianto idrico antincendio e schermi a lame d’acqua;
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Zona di scarico e stoccaggio butano e butadiene: impianto a schiuma, schermi a
lame d’acqua, impianto a diluvio di raffreddamento;
Zone diffuse di Stabilimento: rete di idranti, naspi, monitori autobrandeggianti fissi
autocarellati, di cui uno per schiumogeno.
!
!
!
Top Event 3
Top Event 2
Top Event 1
756850
756850
757000
757000
757150
757150
757300
757300
757450
757450
757600
757600
757750
757750
757900
757900
9279
50
9279
50
9281
00
9281
00
9282
50
9282
50
9284
00
9284
00
9285
50
9285
50
9287
00
9287
00
9288
50
9288
50
INVILUPPO DELLE AREE DI DANNOsecondo i criteri del DPCM 25/02/2005
Top Event 1:Rilascio di butadiene per rottura bracciodi scarico liquido (700.B.2)
Perdita di n-butano da fondo serbatoiodi stoccaggio (700.A.9)
Zone di Pianificazione di Emergenza Esterna
Zona di dannoSoglia delle lesioni irreversibili
Elaborazione tecnica a cura delCentro Tematico Regionale Impianti a Rischio di Incidente Rilevante
Elaborazione grafica a cura diUnità Cartografia e GISDirezione TecnicaDicembre 2011
A termine di legge ci riserviamo la proprietà del presente disegno.E' vietato riprodurlo, comunicarlo a terzi e a ditte concorrentisenza la nostra preventiva autorizzazione scritta.
Ortofoto Multifunzione a colori Emilia-Romagna AGEA 2008.Prodotto realizzato da AGEA sull'intero territorio regionale incollaborazione con la Regione Emilia-Romagna.
POLYNT s.p.a.Via Baiona 192Ravenna (RA)
0 50 10025Metri
µScala 1:3.500
Eventi incidentali con conseguenze esterneallo stabilimento e relative zone di
pianificazione per l'emergenza esterna
Area Aziendale
Zona di sicuro impattoSoglia di elevata letalità
I° Zona di Pianificazione Raggio in metri
283 - Evento 1273 - Evento 2
186,5 - Evento 3
II° Zona di Pianificazione
158 - Evento 1146,5 - Evento 2
93 - Evento 3
Scenario:Flash Fire
Flash Fire
Rilascio di n-butano per rottura bracciodi scarico liquido (700.A.4)
Top Event 2:
Top Event 3:
Scenario:Flash Fire
Scenario:
Allegato B
Raggio in metri
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3.6 Rivoira Operations
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3.6.1 Informazioni sullo Stabilimento e sostanze pericolose
utilizzate e stoccate Posizione ai sensi del D.Lgs 105/15
L’attività risulta soggetta a notifica ai sensi degli artt. 13, 14 e 15 del D.Lgs. 105/15 sulla
base della tabella di seguito riportata che specifica i quantitativi di sostanze pericolose
detenuti e le relative soglie di assoggettabilità ai sensi dell’allegato1, parte 2, del suddetto
decreto.
Sostanza pericolosa DLgs 105/15 Allegato 1 Categoria di pericolo
Quantità massima di sostanza presente in
stabilimento (t)
Soglia di assoggettabilità Soglia Superiore (t)
Ossigeno liquido P4 Gas comburenti cat. 1 1965 2000
Idrogeno P2 Gas infiammabili cat. 1 o 2 2,5 50
La somma pesata (ai sensi della nota 4 della parte 2 dell’allegato I) risulta superiore all’unità: (1965/2000) + (2,55/50) = 1.0335 > 1.
Descrizione dell’attività
Lo stabilimento Rivoira è insediato nell’isola n.14 e nell’isola 7 del sito petrolchimico di
Ravenna e l’attività svolta consiste nella produzione di:
OSSIGENO, AZOTO, ARGON mediante distillazione frazionata dell’aria con setacci
molecolari;
IDROGENO mediante purificazione di gas di sintesi ricco di idrogeno ricavato da
reazione del metano con vapore.
Entro l’isola n.7 è invece installato un impianto per la produzione di gas di sintesi ricco di
idrogeno che risulta non utilizzato.
L'impianto criogenico preleva aria dall'atmosfera e mediante compressione a 6 bar,
purificazione tramite adsorbimento, liquefazione attraverso scambio termico e distillazioni a
temperature criogeniche rende disponibili i seguenti prodotti: O2 puro allo stato gassoso e
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3.6 Rivoira Operations
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liquido, N2 puro allo stato gassoso e liquido e Argon puro allo stato liquido. I prodotti ottenuti
sono in fase gassosa e in fase liquida (criogenica) di O2 Arg N2.
Impianto STEAM REFORMER
Il nuovo impianto Reformer utilizza gas naturale metano dalla rete alla P di circa 28 bar per
produrre idrogeno H2.
La reazione costituita da due STEP permette la produzione CO . Il bruciatore del Reformer
utilizza una piccola parte del predetto gas metano e l'ossigeno viene prelevato direttamente
da linee interne. La reazione è endotermica e il calore richiesto viene fornito dalla
combustione del metano nel bruciatore.
L'impianto di purificazione idrogeno:
l'impianto è costituito da una serie di separatori e setacci molecolari che attraverso un
adsorbimento selettivo dei componenti di gas in ingresso rende l'idrogeno puro. Da questo
questo impianto oltre all'idroneno puro 99,99% si ottiene anche un off-gas di coda
denominato TAIL-GAS o WAST-GAS (CO, H2, CH4 CO2 e inerti) utilizzato come
combustibile.
L’impianto TEXACO per la produzione di gas di sintesi invece da combustione parziale di
gas metano, ubicato entro l’isola 7, utilizza gas naturale prelevato dalla rete di stabilimento
ed ossigeno compresso autoprodotto. Il processo utilizza la reazione di ossidazione parziale
tra metano ed ossigeno in un reattore con processo autotermico (senza apporto di calore
dall'esterno). Dalla reazione si produce il gas di sintesi (miscela costituita essenzialmente da
CO + H2) alla pressione di 13 bar . Tale impianto a seguito della realizzazione dell'impianto
STEAM REFORMER è utilizzato come impianto di riserva.
I gas liquefatti prodotti vengono immagazzinati in serbatoi criogenici a pressione
atmosferica, mentre quelli gassosi vengono distribuiti alle utenze del Sito, a vari livelli di
pressione. Il deposito dei gas liquefatti ed è rappresentato da:
1 serbatoio criogenico contenente ossigeno da 1910 t
1 serbatoio criogenico contenente Azoto da 1785t
1 serbatoio criogenico contenente argon da 150 t
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3.6 Rivoira Operations
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L’idrogeno invece viene caricato in 4 carri bombolai all’interno di appositi box e poi ceduto al
mercato e distribuito alle utenze del Sito.
3.6.2 Tipologia degli eventi incidentali
Scenario incidentale
In conformità al Parere Tecnico Conclusivo di istruttoria del 28/9/2006 prot. VVF 12547,
redatto dal Comitato Tecnico Regionale dei Vigili del Fuoco ai sensi dell’art. 21 del D. Lgs
334/99 s.m.i., al Rapporto di Sicurezza edizione 2011 valutato dall’Autorità Competente e al
RdS di maggio 2016 e alla Notifica del 25/5/2016, si prende atto che le aree interessate
dagli eventi incidentali si estendono anche all’esterno dei confini aziendali ma non
all’esterno del sito petrolchimico di Ravenna.
I maggiori rischi che possono scaturire dagli eventi incidentali individuati nell’analisi di rischio
sono legati alle caratteristiche di pericolosità dell’Idrogeno e l’ossigeno. L’idrogeno quale
sostanza classificata come gas infiammabili (categoria 1 – pericolo H220) e l’ossigeno quale
sostanza classificata gas comburenti (categoria 1 – pericolo H270).
La tabella sotto indicata riassume i possibili eventi e scenari incidentali più gravosi con le
relative le distanze di danno:
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Distanza delle zone di pianificazione (m)
Zona I 1 Zona II 2 Zona III Evento incidentale
Scenario
incidentale
Massima distanza
elevata letalità(m)
Massima distanza
lesioni irreversibili(m) Non
prevista
Top Event 2 Area serbatoio TK 101
Rilascio ossigeno liquido per rottura attacco 4” a serbatoio
Dispersione di Ossigeno
// 127 /
Impianto purificazione idrogeno isola 14 e area di processo isola 7
Distanza delle zone di pianificazione (m)
Zona I Zona II Zona III Evento incidentale
Scenario
incidentale LFL (m) ½ LFL (m)
Non prevista
per flash-fire Top Event 3 Bunker compressori C103-C106
Rilascio idrogeno
48 75 /
Top Event 4 Compressore C105
Rilascio di gas di sintesi
19,5 30 /
Top Event 5 Unità PSA1
Rilascio di idrogeno
19.5 30 /
Top Event 6 Unità PSA2
Rilascio di idrogeno
12 19.5 /
Top Event 7 Compressore C104
Rilascio Tail-Gas
13.5 21 /
Top Event 8 Box caricamento carri bombolai
Rilascio Idrogeno
Flash-fire
49.5 76.5 /
Top Event 9 Area di processo isola 7
Rilascio gas di sintesi 31,5 49,5 /
1 corrisponde ad una concentrazione del 75% di O2 in aria che è la concentrazione oltre la quale, per esposizione prolungata possono insorgere nei soggetti nausea, vertigini, difficoltà respiratorie e convulsione; tale valore di concentrazione non viene raggiunto se non ha pochi metri di distanza dal punto di rilascio 2 corrisponde ad una concentrazione del 30% di O2 in aria che è la concentrazione oltre la quale la velocità di combustione od infiammabili, eventualmente investiti dalla nube, diventa circa doppia;
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Misure di sicurezza presenti
L’azienda, al fine di prevenire e ridurre la probabilità e gli effetti di incidenti, ha adottato
sistemi di prevenzione e protezione di cui si riportano di seguito i principali:
Impianto Produzione Idrogeno (Reformer)
Sistemi di blocco/isolamento
Sistemi di rilevazione esplosività ed incendio
Telecamere sensibili allo spettro di fiamma
Monitori auto-oscillanti ad azionamento remoto
Idranti a colonna
Sistema di bonifica tramite azoto
Impianto purificazione Idrogeno
Sistemi di blocco/isolamento
Sistemi di rilevazione esplosività ed incendio
Telecamere
Monitori auto-oscillanti ad azionamento remoto
Idranti a colonna
Sistema di bonifica tramite azoto
Deposito H2 in Carri Bombolai
Sistemi di blocco/isolamento
Sistemi di rilevazione esplosività ed incendio
Telecamere
Sistema di raffreddamento a diluvio
Monitori auto-oscillanti ad azionamento remoto
Idranti a colonna
!
!
!
!
!
Top Event 5
Top Event 8
Top Event 2
Top Event 4
Top Event 3
Top Event 9
757050
757050
757100
757100
757150
757150
757200
757200
757250
757250
757300
757300
757350
757350
757400
757400
757450
757450
757500
757500
757550
757550
757600
757600
4926
400
4926
400
4926
450
4926
450
4926
500
4926
500
4926
550
4926
550
4926
600
4926
600
4926
650
4926
650
4926
700
4926
700
4926
750
4926
750
4926
800
4926
800
4926
850
4926
850
4926
900
4926
900
Ortofoto Multifunzione a colori Emilia-Romagna AGEA 2014.Prodotto realizzato da AGEA sull'intero territorio regionale incollaborazione con la Regione Emilia-Romagna.
RIVOIRA Operations Srl Via Baiona 107 Ravenna (RA)
0 5025Metri
µScala 1:2000
Eventi incidentali con conseguenze esterneai confini dello stabilimento ma ricadenti
all'interno dell'area del petrolchimico
Top Event 2: rilascio ossigeno da attacco 4'' per eventosismico su serbatoio TK101
dispersione di ossigenoScenario incidentale:
Area Aziendale
Allegato
Top Event 3: rilascio idrogeno da compressore C103-C106
flash-fireScenario incidentale:
Top Event 4: rilascio gas di sintesi da compressore C105
Top Event 5: rilascio idrogeno da unità PSA-1
Top Event 8: rilascio idrogeno da carri bombolai
Top Event 9: rilascio gas di sintesi da area processo, isola 7
Probabilità di accadimento: 1,4 x 10-3
3,4 x 10-5
INVILUPPO DELLE AREE DI DANNOsecondo i criteri del DPCM 25/02/2005
Zona di sicuro impattoSoglia di elevataletalità
Zone di Pianificazione di Emergenza Esterna
I° Zona di Pianificazione Raggio in metri
Zona di dannoSoglia delle lesioni irreversibili
II° Zona di Pianificazione
127 m - Top 275 m - Top 3
30 m - Top 4-576,5 m - Top 849,5 m - Top 9
Raggio in metri
Elaborazione tecnica a cura delCentro Tematico Regionale Impianti a Rischio di Incidente Rilevante
A termine di legge ci riserviamo la proprietà del presente disegno.E' vietato riprodurlo, comunicarlo a terzi e a ditte concorrentisenza la nostra preventiva autorizzazione scritta.
Dicembre 2016
Elaborazione grafica a cura diUnità Cartografia e GISDirezione Tecnica
48 m - Top 319,5 m - Top 4-5
49,5 m - Top 831,5 m - Top 9
(1)
(2)
(1) Relativa ai Top con probabilità pari a 3,4 10(2) Relativa ai Top con probabilità pari a 1,4 10
-5
-3
Probabilità di accadimento:
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3.7 Vinavil
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3.7.1 Informazioni sullo Stabilimento e sostanze pericolose utilizzate e stoccate
Posizione ai sensi del D.Lgs 105/15 L’attività risulta soggetta a notifica ai sensi degli artt. 13, 14 e 15 del D.Lgs. 105/15 sulla
base della tabella di seguito riportata che specifica i quantitativi delle categorie di sostanze
pericolose detenuti e le relative soglie di assoggettabilità ai sensi dell’allegato1, parte 2, del
suddetto decreto
Categorie delle sostanze pericolose e sostanze specificate conformemente al regolamento (CE)
n. 1272/2008
Quantità massima di sostanza presente in
stabilimento (t)
Soglia di assoggettabilità STB Soglia Superiore (t)
Sezione H Pericoli per la salute
H1 tossicità acuta Categoria 1 tutte le vie di esposizione
56 20
H2 tossicità acuta Categoria 2 Categoria 3 esposizione per inalazione cfr nota 7
84 200
H3 tossicità acuta Categoria 2 Categoria 3 Esposizione singola se Categoria 1
144 200
Sezione P Pericoli Fisici P5c Liquidi Infiammabili cat.2-3 non compresi in P5a e P5b
1754 5000
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3.7 Vinavil
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P6b sostanze e miscele autoreattive e perossidi organici Soluzione e miscele autoreattive tipo C,D,E, o F oppure Perossidi organici tipo C,D,E o F
5 200
Sezione E Pericolosi per l’ambiente E1 Pericoloso per l’ambiente acquatico, categoria di tossicità acuta 1 o di tossicità cronica 1
216 200
E2 Pericoloso per l’ambiente acquatico categoria tossicità cronica 2
47 500
22. Metanolo 85 5000
Di seguito le sostanze pericolose desunte dalle risultanze dell'analisi dei rischi che possono
dare origine a eventi incidentali e le principali indicazioni di pericolo:
Sostanza pericolosa DLgs 105/15 Allegato 1 Categoria di pericolo Quantità massima
di sostanza presente in stabilimento (t)
Metanolo
H2 Tossicità acuta - Cat. 2 tutte le vie di esposizione - Cat. 3 esposizione per inalazione H3 Tossicità specifica per organi bersaglio (stot) esposizione singola Stot SE Cat.1 P5c Liquidi infiammabili Cat. 2 o 3 Liquido infiammabile, può incendiarsi o dare luogo ad esplosioni di vapori, se ingerito, inalato o se entra a contatto con la pelle può essere letale in quanto tossico in funzione della concentrazione
85
Acido Fluoridrico
H1 Tossicità acuta Cat.1 Tossicità acuta tutte le vie di esposizione. Se ingerita , inalata o se entra in contatto con la pelle può essere letale
56
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Prefettura di Ravenna
3.7 Vinavil
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Descrizione dell’attività Lo stabilimento VINAVIL sorge nelle isole 12, 21 e 23 del Sito Chimico Multisocietario
Integrato di Ravenna ed occupa una superficie di circa 59.000 m2.
All’interno dello stabilimento vengono svolte le seguenti attività produttive:
Produzione di polimeri, sia in massa sia in emulsione rispettivamente attraverso i
processi “Raviflex/Vinavil” e “Ravemul” (cat. IPPC 4.1);
Produzione di co-polimeri acrilici in soluzione (cat. IPPC 4.1);
Produzione di alcoli polivinilici a diverso grado di idrolisi, attraverso i processi “PVA/KW”
e “PVA/SA-4”, due processi alternativi che vengono condotti sullo stesso impianto, e
“Rettifica Metanolo”, ossia recupero di correnti derivanti dai processi precedenti (cat.
IPPC 4.1);
Produzione di additivi organici per calcestruzzi, attraverso processi di produzione
specifici (cat. IPPC 4.1; cat. IPPC 4.2).
Oltre alle attività di produzione, nello stabilimento sono presenti anche aree infrastrutturali
ove vengono svolte le attività di supporto, quali:
Movimentazione autobotti e camion e relative operazioni di carico e scarico merci;
Stoccaggio materie prime (MP) e prodotti finiti (PF) in apposite aree:
Manutenzione, servizi tecnici e servizi generali (confezionamento, acquisti, spedizioni,
logistica).
All’interno dello stabilimento sono presenti due sale controllo, in comunicazione tra loro a
mezzo telefono e interfono:
Sala controllo in area polimeri: sala controllo principale presidiata 24 h su 24 e 365 gg
all’anno; da essa è possibile mantenere sotto controllo tutte le attività produttive dello
stabilimento;
Sala controllo additivi inorganici (per calcestruzzi): è ubicata a fianco del rispettivo
impianto ed è presidiata durante le attività di produzione;
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e un’area uffici dove sono allocate la direzione, i servizi tecnici e un’area per le attività
manutentive.
Le tecnologie adottate negli impianti sono state sviluppate all’interno della Vinavil e/o del
gruppo MAPEI e sono relative ai seguenti processi:
a. Polimerizzazione in emulsione acquosa dell’acetato di vinile (Ravemul/Vinavil);
b. Polimerizzazione in soluzione alcolica dell'acetato di vinile (Raviflex);
c. Produzione di alcol polivinilico per metanolisi alcalina in soluzione metanolica del
polivinilacetato in massa (PVA/KW);
d. Produzione di alcol polivinilico per metanolisi acida in soluzione metanolica del
polivinilacetato in massa (SA-4);
e. Produzione di additivi per calcestruzzi di tipo organico (Dynamon), tramite esterificazione
di glicoli con monomeri acrilici e successiva polimerizzazione degli esteri ottenuti
(polimerizzazione in sospensione acquosa);
f. Produzione di additivo per calcestruzzi di tipo inorganico (Mapequick);
g. Produzione di co-polimeri acrilici in soluzione.
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3.7.2 Tipologia degli eventi incidentali
Scenario incidentale
In conformità al Parere Tecnico Conclusivo di istruttoria del 27.07.2015 prot. VVF 14242,
redatto dal Comitato Tecnico Regionale dei Vigili del Fuoco ai sensi dell’art. 21 del D. Lgs
334/99 s.m.i., e alla Notifica del 31.05.2016, si prende atto che le aree interessate dagli
eventi incidentali si estendono anche all’esterno dei confini aziendali ma entro i confini del
sito petrolchimico.
Gli scenari incidentali che possono avere conseguenze esterne ai confini aziendali sono la
dispersione tossica di acido fluoridrico e di metanolo. Tuttavia dalle risultanze dell’analisi di
rischio risulta che la dispersione tossica di HF al 40% può determinare aree di danno con
estensione maggiore.
Si riporta di seguito in tabella lo scenario incidentale più gravoso:
Tabella 1 desunta dal Parere Tecnico Conclusivo 2015
Distanza delle zone di pianificazione (m)
Zona I Zona II Zona III Evento incidentale
Scenario incidentale
LC50 IDLH LOC
Rilascio Acido fluoridrico in soluzione acquosa al 40% per perdita connessione flangiata (D.1.1.)
Dispersione tossica
/ 109 520
Oltre allo scenario incidentale della dispersione tossica, in funzione delle sostanze/miscele
con caratteristiche di infiammabilità/esplosività (acetaldeide, copolimero, AVM ecc.) possono
verificarsi scenari di pool fire fire ball le cui conseguenze rimangono entro i confini aziendali.
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Misure di sicurezza presenti
L’azienda, al fine di prevenire e ridurre la probabilità e gli effetti di incidenti, ha adottato
sistemi di prevenzione e protezione di cui si riportano di seguito i principali:
- strumentazione di controllo dei parametri di processo (T, P, L, portata) collegata a
DCS con sistemi di allarme/blocco per il controllo delle reazioni;
- asportazione del calore di reazione attraverso acqua di raffreddamento nella camicia dei
reattori e nei condensatori dei vapori di processo e sistema di scarico in caso di
sovrapressione (PSV o PSD);
- serbatoi di stoccaggio dotati di allarme di alto livello e blocco delle pompe di carico per
altissimo livello;
- serbatoio di stoccaggio HF al 40% protetto da pareti di schermatura e dotato di sonda di
livello a 4 soglie (alto H, altissimo HH, basso L, bassissimo LL) con visualizzazione a DCS
e di sistema di rilevazione vapori di acido fluoridrico in area stoccaggio con allarme in sala
controllo; disponibilità del serbatoio S6002 per lo spiazzamento di HF in caso di
emergenza;
- serbatoio di stoccaggio acido acrilico 80% S8415 dotato di sonde per livello, temperatura e
pressione a 4 soglie (H, HH, L, LL) con disponibilità di inibitore di emergenza;
- bacini di contenimento dei serbatoi di stoccaggio di sostanze tossiche, infiammabili e
ecotossiche in grado di contenere la totalità del volume del serbatoio e con sistema di
drenaggio provvisto di valvola di intercettazione;
- impianto automatico a schiuma a bassa espansione in zona carico/scarico liquidi
infiammabili e pensilina di travaso acido acrilico;
- barriera ad acqua per il raffreddamento in zona carico/scarico liquidi infiammabili a
protezione delle strutture del pipe-rack e del parco serbatoi adiacente;
- monitori oscillanti a brandeggio regolato a protezione dell’area serbatoi di stoccaggio;
- anello di raffreddamento antincendio sul serbatoio S705 (stoccaggio HEA);
- rilevatori di esplosività in area reazione impianto polimeri e sala controllo;
- impianto sprinkler e rilevazione fumi a protezione del magazzino di isola 23;
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- area stoccaggio fusti e cisternette infiammabili sotto tettoia dotata di pendenze verso
canaletta collegata alla rete fognaria di raccolta acque organiche di processo con valvola
di intercettazione normalmente chiusa;
- rete idranti perimetrale di stabilimento.
!
Top Event
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Ortofoto Multifunzione a colori Emilia-Romagna AGEA 2011.Prodotto realizzato da AGEA sull'intero territorio regionale incollaborazione con la Regione Emilia-Romagna.
VINAVIL s.p.a.Via Baiona 107Ravenna (RA)
0 10050Metri
µScala 1:5.000
Evento incidentale con conseguenze esterneallo stabilimento e relative zone di
pianificazione per l'emergenza esterna
Area Aziendale
Top Event:Rilascio di acido fluoridrico in soluzione al 40%
per perdita da connessione flangiata
Dispersione tossica di acido fluoridrico
Scenario Incidentale:
INVILUPPO DELLE AREE DI DANNOsecondo i criteri del DPCM 25/02/2005
Zona di sicuro impattoLC50
Zone di Pianificazione di Emergenza Esterna
I° Zona di Pianificazione
Zona di attenzioneLOC
Raggio in metri
Non presente
Zona di DannoIDLH
II° Zona di Pianificazione
109 metri
III° Zona di Pianificazione
Raggio in metri
520 metri
Raggio in metri
Interna al Polo
Elaborazione tecnica a cura delCentro Tematico Regionale Impianti a Rischio di Incidente Rilevante
A termine di legge ci riserviamo la proprietà del presente disegno.E' vietato riprodurlo, comunicarlo a terzi e a ditte concorrentisenza la nostra preventiva autorizzazione scritta.
Giugno 2015
Elaborazione grafica a cura diUnità Cartografia e GISDirezione Tecnica
Allegato A
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3 Scenari Incidentali
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3.8 Planimetria complessiva
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3.8 Planimetria complessiva
Di seguito si allega la planimetria raffigurante in una sola mappa le zone di
pianificazione d’emergenza e da cui si rende evidente le aree di danno che fuoriescono dai
confini del sito industriale e rappresentano le zone di pianificazione dell’emergenza esterna.
CABOT ITALIANA s.p.a.
ENI s.p.a.
ORION s.r.l.
POLYNT s.p.a.
CFS EUROPE s.p.a.
RIVOIRA Operations
RIVOIRA Operations
VINAVIL s.p.a.
Zone di pianificazioneper l'emergenza esterna
Area Aziendale
Ortofoto Multifunzione a colori Emilia-Romagna AGEA 2014.Prodotto realizzato da AGEA sull'intero territorio regionale incollaborazione con la Regione Emilia-Romagna.
µ
Scala 1:8.000
II° Zona di Pianificazione
III° Zona di Pianificazione
Elaborazione tecnica a cura delCentro Tematico Regionale Impianti a Rischio di Incidente Rilevante
A termine di legge ci riserviamo la proprietà del presente disegno.E' vietato riprodurlo, comunicarlo a terzi e a ditte concorrentisenza la nostra preventiva autorizzazione scritta.
Aprile 2017
Elaborazione grafica a cura diUnità Cartografia e GISDirezione Tecnica
0 500250m
Le aree di danno si riferiscono alle seguenti aziende:
CABOT I TALIANA s.p.a.Via Baiona, 190
CFS EUROPE s.p.a.Via Baiona, 190
ENI s.p.a. - Divisione Refining & Marketing Via Baiona, 234
ORION Engineered Carbons s.r.l.Via Baiona, 170
POLYNT s.p.a. Via Baiona, 192
RIVOIRA Operations SrlVia Baiona, 107
VIN AVIL s.p.a.Via Baiona, 107
INVILUPPO DELLE AREE DI DANNO secondo i criteri del D.P.C.M. del 25/02/2005
Zone di Pianificazione di Emergenza Esterna
I° Zona di Pianificazione
Prefettura di Ravenna Ufficio Territoriale del Governo
PIANO DI EMERGENZA ESTERNA
4. MODELLO ORGANIZZATIVO
D’INTERVENTO
Redatto: D.ssa Rosaria Forza Verificato: D.ssa Maria Rosaria Mancini Approvato: Prefetto Dott. Francesco Russo
Decreto Prefettizio
n. 2017-00001863/Dif.Civ./Prot.Civ.
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4 Modello organizzativo d’intervento
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4.1 Attivazione delle procedure di emergenza e coordinamento delle misure da adottare all’esterno del sito
Aggiornato al 08/09/17
Nel caso di un evento non prevedibile come sono gli incidenti industriali (incendi, esplosioni,
rilasci), la risposta del sistema di protezione civile è articolata in tre fasi operative successive,
come di seguito indicate, corrispondenti al raggiungimento di tre livelli di allerta differenziati
(ATTENZIONE, PREALLARME, ALLARME), e prevede distinte attivazioni finalizzate alla
salvaguardia della popolazione.
E’ da sottolineare che l’emergenza che deriva dalla tipologia di rischio in argomento, nella
maggior parte dei casi, si caratterizza per l’estrema rapidità dell’evento e per il passaggio
repentino tra le tre fasi, portando spesso all’attivazione della sola fase di allarme.
ATTENZIONE Stato conseguente ad un evento che, seppur privo di qualsiasi ripercussione all’esterno
dell'attività produttiva per il suo livello di gravità, può o potrebbe essere avvertito dalla
popolazione creando, così, in essa una forma incipiente di allarmismo e preoccupazione per
cui si rende necessario attivare una procedura informativa da parte dell’Amministrazione
comunale.
In questa fase, il Gestore informa il Prefetto, il Comune, ARPAE, Ausl e il Comando
provinciale dei Vigili del Fuoco in merito agli eventi in corso, al fine di consentirne
l'opportuna gestione.
4.1 Attivazione delle procedure di emergenza e coordinamento delle misure da adottare all’esterno del sito
4.1.1 Definizione dei livelli di allerta ai sensi del DPCM del 25 febbraio 2005
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4 Modello organizzativo d’intervento
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4.1 Attivazione delle procedure di emergenza e coordinamento delle misure da adottare all’esterno del sito
Aggiornato al 08/09/17
In particolare il Gestore, per il tramite del "Tecnico in Turno di Centrale Operativa di RSI"
(TiT, nel caso di CFS, Rivoira, Vinavil) oppure tramite il proprio Coordinatore delle
Emergenze di Stabilimento, nel caso di Cabot, Orion, Polynt, e Eni R&M, informa, secondo
le modalità previste dalle proprie procedure del caso, la Prefettura, il Comune, ARPAE,
AUSL e Comando Vigili del Fuoco, in merito agli eventi in corso, fornendo i chiarimenti del
caso.
PREALLARME
Si instaura uno stato di «preallarme» quando l’evento, pur sotto controllo, per la sua natura o
per particolari condizioni ambientali, spaziali, temporali e meteorologici, possa far temere un
aggravamento o possa essere avvertito dalla maggior parte della popolazione esposta,
comportando la necessità di attivazione delle procedure di sicurezza e di informazione.
Tali circostanze sono relative a tutti quegli eventi che, per la vistosità o fragorosità dei loro
effetti (incendio, esplosione, fumi, rilasci o sversamenti di sostanze pericolose), vengono
percepiti chiaramente dalla popolazione esposta, sebbene i parametri fisici che li
caratterizzano non raggiungano livelli di soglia che dalla letteratura sono assunti come
pericolosi per la popolazione e/o l’ambiente.
In questa fase, il gestore richiede l’intervento di squadre esterne dei VVF, informa il Prefetto
e gli altri soggetti individuati nel successivo paragrafo 4.1.2.
Il Prefetto assume il coordinamento della gestione dell’emergenza esterna al fine di
consentire un’attivazione preventiva delle strutture, affinché si tengano pronte a intervenire in
caso di evoluzione dell’evento incidentale.
ALLARME - EMERGENZA ESTERNA ALLO STABILIMENTO Si instaura uno stato di «allarme» quando l’evento incidentale richiede, per il suo controllo nel
tempo, l’ausilio dei VVF e, fin dal suo insorgere o a seguito del suo sviluppo incontrollato,
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4.1 Attivazione delle procedure di emergenza e coordinamento delle misure da adottare all’esterno del sito
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può coinvolgere, con i suoi effetti infortunistici, sanitari ed inquinanti, le aree esterne allo
stabilimento.
Tali circostanze sono relative a tutti quegli eventi che possono dare origine esternamente allo
stabilimento a valori di irraggiamento, sovrapressione e tossicità superiori a quelli solitamente
presi a riferimento per la stima delle conseguenze (D.M. 9 maggio 2001).
In questa fase, si ha l’intervento di tutti i soggetti individuati nel paragrafo 4.1.2.
Il Gestore informa in ogni caso il Prefetto e gli altri soggetti individuati al già citato paragrafo.
CESSATO ALLARME La procedura di attivazione del cessato allarme è assunta dal Prefetto, sentite le strutture
operative e gli amministratori locali, quando è assicurata la messa in sicurezza del territorio e
dell’ambiente.
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4 Modello organizzativo d’intervento
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4.1 Attivazione delle procedure di emergenza e coordinamento delle misure da adottare all’esterno del sito
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Di seguito sono riportate le procedure minime dei principali soggetti che intervengono nella
gestione delle emergenze di natura industriale.
Ciò non esclude che il Prefetto possa individuare altre strutture idonee a fronteggiare
l'emergenza e a collaborare con i soccorsi locali.
IL GESTORE
In caso di evento incidentale:
adotta le misure previste dal piano di emergenza interna. Qualora si confermi lo scenario
incidentale previsto dal Piano di Emergenza Esterna, il Gestore, anche per il tramite del
“Tecnico in turno di Centrale Operativa” (TiT) nel caso di CFS, Rivoira e Vinavil, oppure
tramite il proprio Coordinatore delle Emergenze di Stabilimento, nel caso di Cabot, Orion,
Polynt e ENI R&M:
richiede l’intervento dei VVF e dell’Unità Operativa “118”;
attiva la sirena di emergenza esterna;
all’arrivo dei VVF fornisce tutte le informazioni utili al superamento dell’emergenza e,
se richiesto mette a disposizione il proprio personale e le proprie attrezzature;
avvisa la Prefettura, la Questura, il Comitato Tecnico Regionale, l’Agenzia Regionale
per la sicurezza territoriale e la Protezione Civile, il Sindaco, l’ARPAE, comunicando,
non appena ne venga a conoscenza:
1) le circostanze dell’incidente;
2) le sostanze pericolose presenti;
3) i dati disponibili per valutare le conseguenze dell’incidente per la salute umana,
l’ambiente e i beni;
4) le misure di emergenza adottate;
4.1.2 Funzioni minime dei soggetti coinvolti in emergenza
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4.1 Attivazione delle procedure di emergenza e coordinamento delle misure da adottare all’esterno del sito
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5) le informazioni sulle misure previste per limitare gli effetti dell’incidente a medio e
lungo termine ed evitare che esso si ripeta;
c) aggiornare le informazioni fornite, qualora da indagini più approfondite emergano
nuovi elementi che modificano le precedenti informazioni o le conclusioni tratte.
PREFETTO
In caso di evento incidentale:
dispone l’attuazione del piano di emergenza esterna e assicura che siano adottate le
misure di emergenza e le misure a medio e a lungo termine che possono rivelarsi
necessarie;
acquisisce dal gestore e da altri soggetti (VVF, ARPAE, AUSL), ogni utile
informazione in merito all'evento in corso;
informa, tramite il Sindaco, le persone potenzialmente soggette alle conseguenze
dell’incidente rilevante avvenuto, anche con riguardo alle eventuali misure intraprese
per attenuarne le conseguenze;
informa immediatamente i Ministeri dell’ambiente e della tutela del territorio e del
mare, dell’interno e il Dipartimento della protezione civile, il CTR, la Regione per il
tramite dell’Agenzia Regionale per la sicurezza territoriale e la Protezione Civile,
nonché i Prefetti competenti per gli ambiti territoriali limitrofi ed i Sindaci che
potrebbero essere interessati dagli effetti dell’evento
dispone che gli organi preposti effettuino la perimetrazione delle aree che hanno
subito l'impatto dell'evento incidentale;
acquisisce i dati concernenti le condizioni meteo attraverso il Centro Funzionale di
Arpae Sim (Servizio Idro-Meteorologico) che assicura il monitoraggio continuo dei
parametri meteorologici di possibile influenza sull’evento e ne valuta l’evoluzione nel
tempo;
valuta e decide con il Sindaco le misure di protezione da far adottare alla popolazione
in base ai dati tecnico-scientifici forniti dagli organi competenti o dalle funzioni di
supporto;
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4.1 Attivazione delle procedure di emergenza e coordinamento delle misure da adottare all’esterno del sito
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sentiti il Sindaco interessato e gli organi competenti, dirama comunicati
stampa/radio/web/sms;
accerta che siano state realizzate le misure di protezione collettiva;
valuta la necessità di adottare provvedimenti straordinari in materia di viabilità e
trasporti;
valuta costantemente con il Sindaco, sentiti gli organi competenti, l'opportunità di
revocare lo stato di emergenza esterna e dichiara il cessato allarme;
richiede che siano avviati i provvedimenti di ripristino e disinquinamento dell'ambiente.
IL COMITATO TECNICO REGIONALE (CTR)
A seguito di un evento incidentale:
raccoglie, mediante ispezioni, indagini o altri mezzi appropriati, le informazioni
necessarie per effettuare un’analisi completa degli aspetti tecnici, organizzativi e
gestionali dell’incidente;
adotta misure atte a garantire che il gestore attui le misure correttive del caso;
formula raccomandazioni sulle misure preventive per il futuro.
PROVINCIA
In caso di evento incidentale:
riceve comunicazione da parte della Prefettura di attivazione della fase di
preallarme/allarme a causa di evento in corso;
dispone l’invio di un rappresentante presso il Centro Coordinamento Soccorsi (C.C.S.)
VIGILI DEL FUOCO
In caso di evento incidentale:
ricevono dal gestore l'informazione sul preallertamento e la richiesta di allertamento
secondo quanto previsto nel Piano di Emergenza Interno;
svolgono le operazioni di soccorso e si raccordano con il Prefetto;
coordinano tutte le attività connesse al soccorso tecnico urgente;
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4.1 Attivazione delle procedure di emergenza e coordinamento delle misure da adottare all’esterno del sito
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assumono la direzione e la responsabilità delle operazioni sul luogo dell’evento
coordinandosi con le altre strutture di pronto intervento, le forze di polizia e il gestore;
in caso di necessità chiedono alla Direzione Regionale VVF il supporto di squadre
provenienti da altri comandi provinciali.
dispone l’invio di un rappresentante presso il Centro Coordinamento Soccorsi (C.C.S.)
IL SINDACO
In caso di evento incidentale:
attiva le strutture comunali operative di protezione civile (Polizia Municipale, Ufficio
Tecnico, Volontariato, ecc.) secondo le procedure stabilite nel P.E.E. e nei piani
predisposti dalle funzioni di supporto;
informa la popolazione sull'evento incidentale e comunica le misure di protezione da
far adottare per ridurre le conseguenze;
dispone l'utilizzo delle aree di attesa per la popolazione eventualmente evacuata;
predispone il trasporto della popolazione evacuata;
segue l'evoluzione della situazione e informa la popolazione della revoca dello stato di
'emergenza esterna';
dispone l’invio di un rappresentante presso il Centro Coordinamento Soccorsi (C.C.S.)
in caso di cessata emergenza esterna si adopera per il ripristino delle condizioni di
normalità e in particolare per l'ordinato rientro della popolazione presso le abitazioni.
POLIZIA MUNICIPALE
In caso di evento incidentale:
predispone e presidia i cancelli individuati nel P.E.E. d’intesa con le Forze dell’Ordine;
coadiuva la Polizia stradale nel controllo dei blocchi stradali;
presidia i percorsi alternativi individuati nel P.E.E., garantendo un regolare flusso dei
mezzi di soccorso.
LE FORZE DI POLIZIA
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4.1 Attivazione delle procedure di emergenza e coordinamento delle misure da adottare all’esterno del sito
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Sono individuate ai sensi dell'art. 16 della legge n. 121/1981. A queste possono unirsi, in
caso di necessità, le Forze Armate nella gestione dell'emergenza.
In caso di evento incidentale:
svolgono compiti operativi connessi alla gestione e controllo dei flussi nelle aree
interessate dall'emergenza, anche ai fini del mantenimento dell'ordine pubblico;
I comandi provinciali dispongono l’invio di un rappresentante presso il Centro
Coordinamento Soccorsi (C.C.S.).
AZIENDA SANITARIA LOCALE
Contribuisce all'individuazione dei sistemi di protezione sanitaria per la popolazione residente
nelle zone a rischio.
In caso di evento incidentale:
invia il personale tecnico che si raccorda con il Prefetto secondo quanto previsto dal
P.E.E. per una valutazione della situazione;
informa le unità ospedaliere locali e quelle delle zone limitrofe sugli aspetti sanitari
dell'evento incidentale;
provvede, in collaborazione con l'Agenzia regionale per la prevenzione, l’ambiente e
l’energia (ARPAE) a valutare le possibili analisi, rilievi e misurazioni finalizzate
all'identificazione delle sostanze coinvolte ed alla quantificazione del rischio sulle
matrici ambientali (aria, acqua, suolo) per la salute pubblica;
interviene per una valutazione della situazione e provvede, in collaborazione con
Arpae, a valutare il rischio di esposizione della popolazione. Propone al Sindaco le
misure di carattere igienico-sanitario da adottare a salvaguardia della salute pubblica;
fornisce, sentite le altre autorità sanitarie, i dati relativi all'entità e l'estensione del
rischio per la salute pubblica;
dispone l’invio di un rappresentante presso il Centro Coordinamento Soccorsi
(C.C.S.).
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L’UNITA’ OPERATIVA “118”
In caso di evento incidentale:
L’Unità Operativa “118” provvede ad inviare sul posto tutti i mezzi di soccorso sanitario resi
necessari dalla natura e dalle dimensioni dell’emergenza e ad allertare le idonee strutture
ospedaliere.
Se la situazione lo richiede, istituisce, nell’area di Triage individuata, un Posto Medico
Avanzato (P.M.A.), verificando con i VV.F. l’idoneità del luogo.
Il coordinatore delle operazioni di soccorso sanitario sul posto gestisce l’emergenza sanitaria
d’intesa con il responsabile delle operazioni dei VV.F.
L'AGENZIA REGIONALE PER LA PREVENZIONE, L’AMBIENTE E L’ENERGIA (ARPAE)
In caso di evento incidentale:
Arpae invia personale tecnico per ogni accertamento ritenuto necessario sullo stato
dell’ambiente interessato dall’evento incidentale e fornisce supporto circa le azioni da
intraprendere a tutela della popolazione dell’ambiente e dei luoghi ove si è verificato l’evento.
Provvede ad effettuare analisi, rilievi e misurazioni finalizzate all'identificazione delle
sostanze coinvolte ed alla quantificazione del rischio sulle matrici ambientali (aria, acqua,
suolo); collabora con il Dipartimento di Sanità Pubblica nella valutazione circa il rischio di
esposizione della popolazione.
REGIONE EMILIA ROMAGNA – AGENZIA PER LA SICUREZZA TERRITORIALE E LA
PROTEZIONE CIVILE
In caso di evento incidentale:
raccoglie immediatamente e aggiorna le informazioni sulle caratteristiche
dell’incidente;
attiva il Centro Operativo Regionale (COR) nelle sue componenti Sala Operativa e
Centro Multirischio per il concorso alla gestione dell’emergenza e, se necessario, per il
supporto alla valutazione del possibile impatto sul territorio;
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4 Modello organizzativo d’intervento
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4.1 Attivazione delle procedure di emergenza e coordinamento delle misure da adottare all’esterno del sito
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convoca, se necessario, la Commissione Regionale per la Previsione e la
Prevenzione dei Grandi Rischi – Sezione Rischio Chimico – Industriale e attiva il
Comitato Operativo Regionale per l’Emergenza (COREM) per assicurare il
coordinamento tecnico-operativo regionale delle attività necessarie al superamento
dell’emergenza;
fornisce il supporto tecnico-logistico tramite il personale dei propri Servizi Territoriali,
anche mediante la partecipazione al C.C.S.;
attiva i Centri regionali di Pronto Intervento mettendo a disposizione eventuali mezzi e
materiali in dotazione per affrontare l’emergenza.
CAPITANERIA DI PORTO
In caso di evento incidentale:
ricevono dal gestore (delle aziende che si affacciano sul canale candiano)
l'informazione sul preallertamento e la richiesta di allertamento secondo quanto
previsto nel Piano di Emergenza Interno;
concorre al soccorso tecnico urgente mettendo a disposizione squadre di intervento,
mezzi e attrezzature;
assume il coordinamento degli interventi in caso di emergenza in mare sulla base di
quanto previsto dal Piano operativo di pronto intervento locale contro gli inquinamenti
marini da idrocarburi e altre sostane nocive;
valuta l’eventuale interdizione della navigazione nel Canale Candiano in funzione
dell’evolversi dell’evento.
VOLONTARIATO
In caso di evento incidentale, le funzioni delle organizzazioni di Volontariato potrebbero
essere:
supporto alle Forze dell'Ordine per il controllo del traffico esterno alla zona dell'evento
incidentale;
assistenza alla popolazione in caso di evacuazione o di momentaneo allontanamento
dalle proprie abitazioni verso i centri di raccolta.
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4.1 Attivazione delle procedure di emergenza e coordinamento delle misure da adottare all’esterno del sito
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Nel caso di un evento non prevedibile come sono gli incidenti industriali (incendi, esplosioni,
rilasci), la risposta del sistema di protezione civile è articolata in sole due fasi operative
successive (preallarme e allarme), corrispondenti al raggiungimento di due livelli di allerta
differenziati e prevede distinte attivazioni finalizzate alla salvaguardia della popolazione. E’
da sottolineare che l’emergenza che deriva dalla tipologia di rischio in argomento, si
caratterizza per l’estrema rapidità dell’evento e per il passaggio repentino tra le due fasi,
portando spesso all’attivazione della sola fase di allarme.
Fase di prellarme:
La fase di PREALLARME si attiva al verificarsi di un evento incidentale che, pur sotto
controllo, per la sua natura o per particolari condizioni ambientali, spaziali, temporali e
meteorologici, possa far temere un aggravamento o possa essere avvertito dalla maggior
parte della popolazione esposta, comportando la necessità di attivazione delle procedure di
sicurezza e di informazione.
In questa fase il Gestore, per il tramite del “Tecnico in turno di Centrale Operativa di RSI”
(TiT) nel caso di CFS, Rivoira e Vinavil, oppure tramite il proprio Coordinatore delle
Emergenze di stabilimento, nel caso di Cabot, Orion, Polynt e ENI R&M, avvisa, secondo
le modalità e i mezzi di seguito specificati, il Prefetto e il Sindaco in merito agli eventi
fornendo chiarimenti.
Il Tecnico in Turno di Centrale Operativa di RSI (TiT) ovvero il Coordinatore delle
Emergenze di Stabilimento deve diramare il messaggio di allertamento, chiamando
4.1.3 MODALITA’ DI ALLARME E DI RICHIESTA DI SOCCORSI
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telefonicamente le strutture operative di seguito indicate informando nell’immediato la
tipologia di sostanza coinvolta :
- Comando provinciale Vigili del Fuoco tel. 115
(la cui Sala Operativa rilancia la chiamata al “118”
“113”, Prefettura e Arpae)
- il “118” Romagna Soccorso tel. 118
(la cui Sala Operativa rilancia la chiamata all’Igiene Pubblica)
- Comune di Ravenna (Sala Operativa Polizia Municipale Ravenna) tel. 0544/219.219
Nonché attivare il dispositivo di diffusione acustica udibile all’esterno
dello Stabilimento con un suono bitonale ciclico.
e via fax ai seguenti enti:
- Prefettura fax 0544/294.666
- Comune di Ravenna (Sala Operativa Polizia Municipale Ravenna) fax 0544/482.900 - Sala Operativa Regionale di Protezione Civ. fax 051/527.4829 - Questura fax 0544/294.777
fornendo le informazioni sul:
- TIPO DI INCIDENTE; - DIREZIONE e VELOCITA’ del VENTO;
- LUOGO INCIDENTE; - MISURE DI CONTENIMENTO quando già messe in atto
- SOSTANZE COINVOLTE; e/o in fase di predisposizione.
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Il Prefetto nella fase di preallarme:
verifica e valuta ulteriori informazioni sull’evento con l’ausilio degli enti e delle strutture
operative interessate, in particolare contatta immediatamente:
il Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco;
il Responsabile dell’emergenza dello stabilimento presso cui si è verificato l’incidente;
i Responsabili delle Forze dell’Ordine;
il Responsabile dell’ARPAE Sezione Provinciale di Ravenna;
il Responsabile dell’AUSL Dipartimento di Sanità Pubblica;
il Responsabile dell’Unità Operativa “118”;
l’Agenzia Regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile;
il Sindaco di Ravenna;
convoca il C.C.S. in composizione ristretta riservandosi di convocare i rappresentanti di
altri Enti a seconda della natura e della gravità dell’evento;
unitamente al Sindaco, valuta le modalità di informazione sui comportamenti da
adottare da parte della popolazione, anche attraverso altoparlanti posti sui veicoli delle
Forze dell’Ordine, TV, radio, web, sms e sirene poste vicino i centri abitati limitrofi,
nonché verifica l’eventualità di dover approntare idonee strutture in caso di evacuazione
della popolazione;
valuta l’opportunità di attivare il C.O.M., e in caso di necessità viene convocato in
composizione ristretta;
informa l’Agenzia Regionale per la sicurezza territoriale e la Protezione Civile circa
l’insorgenza di eventuali difficoltà o problemi che richiedano interventi da parte delle
strutture regionali.
Questa fase ha termine:
a) al peggioramento della situazione che conduce al passaggio della fase di allarme;
b) al ricostituirsi di una fase di normalità degli indicatori di evento con il ritorno al periodo
ordinario.
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Fase di allarme:
Nell'eventualità di Allarme il Gestore per il tramite del Tecnico in Turno di Centrale Operativa
di RSI” (TiT) nel caso di CFS, Rivoira e Vinavil, oppure tramite il proprio Coordinatore delle
Emergenze di Stabilimento, nel caso di Cabot, Orion, Polynt e Eni R&M, avvisa, secondo le
modalità e i mezzi di cui alla fase precedente, il Prefetto e il Sindaco in merito agli eventi,
fornendo chiarimenti e dettagli.
In ogni caso quando il Prefetto, sulla scorta dell’esame dei parametri valutati dai tecnici,
constata l’irreversibilità di una situazione, anche a seguito di un preallarme, dichiara
l’attivazione della fase di allarme e convoca il Centro Coordinamento Soccorsi.
Lo stato di allarme può essere, o meno, preceduto da quello di preallarme.
Nel dettaglio il Prefetto:
dichiara lo stato di allarme, convoca il Centro Coordinamento Soccorsi in composizione
completa e attiva la Sala Operativa facendovi confluire i rappresentati delle strutture
operative ritenute necessarie per la gestione dell’emergenza;
assume la direzione unitaria dei servizi di emergenza da attivare a livello provinciale,
coordinandoli con gli interventi del Sindaco;
unitamente al Sindaco e su indicazioni della struttura tecnica, dispone l’attivazione della
misura del riparo al chiuso o, in alternativa, dispone l’evacuazione della popolazione dalla
zona a rischio verso le aree di attesa;
adotta ogni misura ulteriore, eventualmente necessaria, atta a garantire l’efficacia degli
interventi di soccorso e di assistenza alla popolazione e dispone se del caso idonee
misure integrative;
informa i Ministeri dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, dell’Interno e il
Dipartimento della protezione civile, il CTR, la Regione per il tramite dell’Agenzia
Regionale per la sicurezza territoriale e la Protezione Civile, nonché le Prefetture limitrofe
dell’evolversi dell’evento;
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informa l’Agenzia Regionale per la sicurezza territoriale e la Protezione Civile circa
l’insorgenza di eventuali difficoltà o problemi che richiedano interventi da parte delle
strutture regionali.
La fase di allarme ha termine:
- al ritorno ad una condizione di normalità degli indicatori di evento senza che l’evento
atteso si sia verificato;
- quando, a seguito del verificarsi dell’evento atteso, oltre al ritorno ad una condizione di
normalità degli indicatori di evento, le funzioni tecniche abbiano riscontrato il ripristino
della situazione ordinaria a seguito di opportune verifiche circa le condizioni di sicurezza
generali del territorio.
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Le comunicazioni tra i soggetti interessati avvengono con tutti i mezzi tecnologici più avanzati
a disposizione prevedendo, altresì, situazioni di difficoltà per mancanza dei servizi essenziali.
In merito agli stabilimenti e alle comunicazioni si precisa che il Coordinatore delle emergenze
di Stabilimento, ossia colui che ai sensi del PEE deve diramare il messaggio di allertamento
alle Autorità Pubbliche preposte, per le tre aziende coinsediate ossia CFS, Rivoira e Vinavil,
è il Tecnico in Turno di Centrale Operativa (TiT) di RSI.
Per le aziende viciniori al Petrolchimico, ossia Cabot, Orion, Polynt e ENI R&M, la Funzione
del coordinatore delle emergenze di Stabilimento è specificata per ogni azienda ed è
individuata autonomamente all’interno della propria struttura organizzativa, così come
riportato nel proprio PEI.
4.1.4 Le Comunicazioni
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4.1 Attivazione delle procedure di emergenza e coordinamento delle misure da adottare all’esterno del sito
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Schema flussi comunicativi previsti contestualmente all’attivazione del PEE:
Fax
POPOLAZIONE
EVENTO
TiT ovvero Coordinatore
dell’emergenza
PREFETTO
SIRENA PEI
Sala Operativa VV.F. “115”
SINDACO
Informazioni evento
S.O. Polizia Municipale
S.O. “118”
Servizio Igiene AUSL
ARPAE
Fax
QUESTURA S.O. “113”
S.O. Polizia Stradale
S.O. Carabinieri
COR - Agenzia Regionale per la sic. Terr. E la P.C.
D.P.C. C.T.R. Ministero Interno Ministero Ambiente Prefetture Limitrofe
Fax
Fax
Fax
Informazioni evento
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4.1 Attivazione delle procedure di emergenza e coordinamento delle misure da adottare all’esterno del sito
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I numeri di telefono utili e di pronta reperibilità h24 degli Enti individuati nelle procedure
operative di gestione dell’emergenza o comunque potenzialmente interessati dall’evento
nonché i numeri telefonici dei Gestori di Stabilimento sono riportati nel paragrafo 1.5
“Rubrica Telefonica”.
Strumento fondamentale per una efficace comunicazione in emergenza tra gli Enti e le
Strutture Operative, è necessario l’aggiornamento continuo, pertanto la Prefettura
provvederà a chiedere annualmente agli Enti ed alle Strutture coinvolte una verifica puntuale
dei numeri di reperibilità individuati in rubrica; contestualmente gli stessi soggetti sono
chiamati a comunicare eventuali modifiche che dovessero presentarsi nel corso
dell’anno.
4.1.5 Numeri telefonici di emergenza
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4.2 Misure di coordinamento delle risorse necessarie per l’attuazione del Piano di emergenza esterna
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Il modello organizzativo d’intervento prevede il coordinamento degli interventi da parte del
Prefetto coadiuvato dal Centro Coordinamento Soccorsi e supportato da una Sala Operativa
Provinciale.
Il Prefetto, ai sensi degli artt.21 e 25 del D.Lgs 105/2015, dispone l’attuazione del piano di
emergenza assumendo la direzione unitaria dei servizi di emergenza da attivare ed adotta
tutti i provvedimenti necessari ad assicurare i primi soccorsi durante la fase di emergenza,
coordinando tutti gli organismi coinvolti, mantenendo i necessari contatti con il Presidente
della Giunta Regionale per il tramite dell’Agenzia per la sicurezza territoriale e la Protezione
Civile, il Comitato Tecnico Regionale, il Ministero dell’Ambiente e dell’Interno, nonché il
Dipartimento Nazionale della Protezione Civile.
La struttura di supporto al Prefetto per la gestione dell’emergenza è il Centro Coordinamento
Soccorsi (CCS), che si riunisce presso la Prefettura - Ufficio Territoriale del Governo di
Ravenna ubicato in Piazza del Popolo, 21.
Se all’emergenza gli uffici della Prefettura, per qualsivoglia motivo, risulteranno inagibili, il
Centro Coordinamento Soccorsi prenderà sede presso il Comando Provinciale dei Vigili del
Fuoco di Ravenna ubicato in Viale Randi, 25.
Il C.C.S. è composto dai responsabili di tutte le componenti istituzionali e strutture operative
presenti nel territorio provinciale e può essere di volta in volta attivato convocando anche
parte dei componenti a seconda delle necessità scaturite e dall’entità dell’evento calamitoso.
4.2 Misure di coordinamento delle risorse necessarie per l’attuazione del Piano di emergenza esterna
4.2.1 Centro Coordinamento Soccorsi (C.C.S.)
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4.2 Misure di coordinamento delle risorse necessarie per l’attuazione del Piano di emergenza esterna
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Tali autorità, pur continuando a svolgere le rispettive funzioni ordinarie, nell’ambito delle
rispettive organizzazioni, agiscono nell’emergenza con il coordinamento del Prefetto.
Il Prefetto, a seconda delle circostanze, valuta se riunirsi:
a. in sede permanente;
b. giornalmente;
c. in adunanza limitata ai componenti indispensabili per l’esame di specifici
problemi e per le conseguenti decisioni da adottare.
In caso di emergenza i componenti devono, appena venuti a conoscenza, prendere
diretti contatti con il Prefetto, anche se non convocati.
Con l’attivazione in emergenza del C.C.S devono essere immediatamente predisposte le
seguenti operazioni:
reperire i componenti del C.C.S;
delimitare le aree a rischio o coinvolte dall’evento;
attivare le aree di ammassamento soccorsi/mezzi, le aree di attesa nonché quelle di
accoglienza se ritenuto necessario.
Componenti del C.C.S.
Il Centro Coordinamento Soccorsi può essere composto in linea generale da:
- Prefetto;
- Presidente della Provincia;
- Sindaco del Comune interessato;
- Questore;
- Comandante provinciale dei Vigili del Fuoco;
- Comandante provinciale dei Carabinieri;
- Comandante provinciale della Guardia di Finanza;
- Comandante della Sezione Polizia Stradale;
- Comandante della Capitaneria di Porto;
- Direttore Generale AUSL;
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- Direttore della Sezione Provinciale ARPAE di Ravenna;
- Dirigente Servizio Area Romagna dell’Agenzia Regionale per la sicurezza territoriale e la
protezione civile;
- Coordinatore provinciale del Volontariato di Protezione Civile;
e altri responsabili di Enti a seconda della natura e della gravità dell’evento.
I singoli componenti possono essere rappresentati dai loro delegati. Tutti i componenti,
comunque, devono essere muniti di poteri decisionali.
Il compito del Centro Coordinamento Soccorsi è di individuare le strategie di intervento per il
superamento dell’emergenza razionalizzando le risorse disponibili nella provincia; i compiti
del C.C.S. sono inoltre i seguenti:
raccogliere e valutare le informazioni;
preavvertire e porre in stato di allarme le Amministrazioni e gli Enti aventi compiti di
intervento;
provvedere, nell’ambito della provincia, ai servizi di soccorso e di assistenza alla
popolazione colpita coordinando le attività svolte da tutte le Amministrazioni pubbliche,
dagli Enti e dai privati;
valutare l’entità dei mezzi e del personale necessario a fronteggiare gli eventi con
efficacia e tempestività;
smistare agli Enti di competenza, previo giudizio sulla priorità, le richieste di intervento
pervenute;
ricevere tutte le comunicazioni delle unità di soccorso per valutare momento per momento
l’evolversi della situazione;
annotare tutte le varie offerte di cittadini, di mezzi materiali utili predisponendone il
successivo impiego;
promuovere il rapido ripristino dei servizi essenziali.
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La sala operativa è l’area esecutiva del Centro Coordinamento Soccorsi e deve garantire i
collegamenti tesi a realizzare un continuo scambio di informazioni tra il luogo dell’evento ed i
centri e le strutture che a diverso titolo concorrono per gli interventi di protezione civile.
In caso di evento incidentale viene attivata e opera 24 ore su 24, con la presenza di
personale delle strutture operative della provincia di Ravenna di seguito elencate, ciascuna
dotata di una propria postazione radio:
Comando provinciale dei Vigili del Fuoco;
Polizia di Stato
Arma dei Carabinieri
Guardia di Finanza
Capitaneria di Porto – Guardia Costiera
Polizia Municipale
U.O. “118”
ARI Sezione di Ravenna
La Prefettura provvederà a chiedere annualmente agli enti di cui sopra una verifica
puntuale degli apparati radio presso la Sala Radio di Protezione Civile.
4.2.2 Sala Operativa
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Il Centro Coordinamento Soccorsi opera attraverso le seguenti funzioni di supporto, che
gestiscono le risposte operative distinte per settori di attività e di intervento:
FUNZIONE 1 - Tecnico scientifico, pianificazione e materiali pericolosi:
tale funzione coordina l’utilizzo delle informazioni tecniche attinenti le industrie coinvolte
nell’incidente. Il referente dovrà mantenere e coordinare tutti i rapporti tra le varie componenti
(Vigili del Fuoco, tecnici delle industrie coinvolte, Provincia e Comune, ecc.), per
l’interpretazione del fenomeno e del suo evolversi, e per l’interpretazione dei dati relativi alle
reti di monitoraggio.
Referente: Responsabile dell’ARPAE - Sezione Provinciale di Ravenna
FUNZIONE 2 - Sanità, assistenza sociale e veterinaria:
saranno presenti i responsabili del Servizio Sanitario locale, che costituiscono il referente, la
Croce Rossa Italiana, ARPAE e le organizzazioni di volontariato che operano nel settore
sanitario.
Referente: Responsabile dell’Unità Operativa “118”
FUNZIONE 3 - Mass-media ed informazione:
l’addetto stampa sarà individuato dal Prefetto, che ne darà notizia al Dipartimento della
Protezione Civile, al Ministero dell’Interno ed al Presidente della Regione. La Sala Stampa
sarà realizzata in un locale diverso dalla Sala Operativa evitando ogni interferenza. L’addetto
stampa, coordinandosi con il Sindaco, procede alla divulgazione delle notizie e delle
informazioni alla popolazione per mezzo dei mass-media.
4.2.3 Funzioni di Supporto Secondo il Metodo “Augustus”
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Scopi principali sono: informare e sensibilizzare la popolazione; far conoscere le attività;
realizzare spot, creare annunci, fare comunicati; organizzare tavole rotonde e conferenze
stampa.
Referente: Addetto Stampa del Comune di Ravenna o della Prefettura.
FUNZIONE 4 - Volontariato:
verranno coordinate le associazioni di volontariato che potranno essere utilizzate, per la
gestione del traffico, delle comunicazioni e per l’assistenza alla popolazione con il supporto
del Servizio Area Romagna dell’Agenzia Regionale per la sicurezza territoriale e la
protezione civile.
Referente: Presidente del Coordinamento provinciale delle Associazioni di Volontariato.
FUNZIONE 5 - Materiali e mezzi:
questa funzione permette di gestire i materiali ed i mezzi utilizzabili in dotazione alle
amministrazioni locali nonché alle associazioni di volontariato precedentemente censiti. Per
ogni risorsa si deve prevedere il tipo di trasporto ed il tempo di arrivo nell’area dell’intervento.
Nel caso in cui la richiesta di materiali e/o mezzi non possa essere fronteggiata a livello
locale, la richiesta verrà rivolta a livello centrale. La funzione di supporto che si occupa dei
materiali e mezzi è costituita oltre che dall’Amministrazione comunale anche del Servizio
Area Romagna dell’Agenzia Regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile.
Referente: Servizio di Protezione Civile del Comune di Ravenna
FUNZIONE 6 - Trasporto, circolazione e viabilità:
la funzione riguardante il trasporto è strettamente collegata alla movimentazione dei materiali
e al trasferimento dei mezzi, e deve ottimizzare i flussi lungo le vie di fuga nonché garantire il
funzionamento dei cancelli di accesso per regolare il flusso dei soccorritori.
Per quanto concerne la parte relativa all’attività di circolazione e viabilità il coordinatore è
normalmente il rappresentante della Polizia Stradale o suo sostituto; concorrono per questa
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attività, oltre la Polizia Stradale, i Carabinieri, Guardia di Finanza, Vigili Urbani e Polizia
Provinciale.
Nel caso in cui l’evento interessi le linee ferroviarie le Ferrovie dello Stato dovranno
assicurare il blocco immediato della circolazione ferroviaria, interessando la Società
Trenitalia competente del trasporto passeggeri e merci, la Società Rete Ferroviaria Italiana
competente dell’infrastruttura ferroviaria, nonché la Serfer (Servizi Ferroviari Srl), competente
nella movimentazione e trasporto ferroviario di merci all’interno del Petrolchimico.
Concorrono in tale funzione anche gli enti proprietari delle strade (Comune, Provincia, Anas)
nonché le Ferrovie dello Stato.
Questa funzione di supporto deve necessariamente operare a stretto contatto con il
responsabile della funzione 10, “Strutture Operative”.
Referente: Comandante della Sezione Polizia Stradale di Ravenna
FUNZIONE 7 - Telecomunicazioni:
all’interno di questa funzione dovrà essere organizzata se necessario una rete di
comunicazione alternativa affidabile, a cura del responsabile territoriale delle aziende di
telecomunicazioni, del responsabile provinciale Poste Italiane, del rappresentante
dell’Associazione Radioamatori Italiani Sezione di Ravenna.
Referente: Responsabile di Zona Telecom.
FUNZIONE 8 - Servizi essenziali ed Enti locali:
vi prendono parte i rappresentanti di tutti i servizi essenziali erogati sul territorio: Enel, Hera,
Snam Rete Gas. Il responsabile della funzione deve mantenere costantemente aggiornata la
situazione circa l’efficienza e gli interventi sulla rete. Il coordinamento del personale addetto
al ripristino delle linee e/o delle utenze è svolto all’interno della funzione.
In relazione agli enti locali il responsabile della funzione dovrà essere in possesso della
documentazione riguardante tutti i referenti di ciascun Ente ed Amministrazioni della zona
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interessata all’evento, anche in relazione al ripristino immediato dei servizi essenziali
(riattivazione delle discariche, acquedotto, scuole, servizi vari, etc.).
Referente: Addetto del Comune di Ravenna
FUNZIONE 9 - Censimento danni a persone e cose:
tale funzione riveste particolare importanza al fine di fotografare la situazione determinatasi a
seguito dell’evento calamitoso per individuare, sulla base dei risultati riassunti in schede
riepilogative, gli interventi di emergenza da attuare.
Il responsabile della suddetta funzione, al verificarsi dell’evento calamitoso, dovrà effettuare
un censimento dei danni riferito a: persone, edifici pubblici, edifici privati, impianti industriali,
servizi essenziali, attività produttive, opere di interesse culturale, infrastrutture pubbliche,
agricoltura e zootecnica.
Per il censimento di quanto descritto il referente di questa funzione si avvarrà dell’ausilio di
funzionari dell’Ufficio Tecnico del Comune o del Servizio Area Romagna dell’Agenzia
Regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile e di esperti nel settore sanitario,
industriale e commerciale.
E’ ipotizzabile l’impiego di squadre miste di tecnici per le verifiche speditive di stabilità che
dovranno essere effettuate in tempi ristretti nonché verifiche anche sui danni ambientali intesi
come inquinamento o degrado delle differenti matrici ambientali. In tale funzione di supporto
dovrà concorrere personale addetto del Comune e del Servizio Area Romagna dell’Agenzia
Regionale per la sicurezza territoriale, nonché da un rappresentante del Ministero dei beni
culturali ed ambientali nel caso in cui vi sia il coinvolgimento di opere di interessa culturale,
storico ed artistico.
Referente: Addetto del Comune di Ravenna
FUNZIONE 10 - Strutture Operative S.a.R. (search and rescue):
a) il responsabile del Soccorso Tecnico dovrà coordinare le varie strutture operative presenti,
e cioè: Vigili del Fuoco, Organi Tecnici, strutture del Servizio Sanitario Nazionale, Croce
Rossa Italiana. Si deve precisare che, in ragione dei materiali pericolosi coinvolti
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nell’emergenza, soltanto i Vigili del Fuoco ed i tecnici dell’industria coinvolta potranno
accedere nelle aree di danno, in quanto dotati di idonei dispositivi di protezione individuale.
Referente: Comandante provinciale dei Vigili del Fuoco
b) il responsabile per la Sicurezza e l’Ordine Pubblico dovrà mantenere e tutelare l’ordine e
la sicurezza pubblica coordinando gli interventi tra tutte le forze dell’ordine operanti nella
provincia.
Referente: Questore di Ravenna
FUNZIONE 11 - Assistenza alla popolazione:
in prima battuta, dovranno essere organizzate idonee aree di attesa della popolazione nel
caso in cui questa venga evacuata, dove dovranno essere forniti i servizi necessari. La
funzione dovrà essere coordinata da un funzionario comunale in possesso di conoscenze
attinenti la ricettività delle strutture turistiche e l’utilizzo di aree pubbliche e private da
utilizzare come aree di accoglienza. Dovrà inoltre essere garantito un costante flusso di
derrate alimentari, il loro stoccaggio e la distribuzione alla popolazione assistita.
Referente: Funzionario del Comune di Ravenna
FUNZIONE 12 - Coordinamento Centri Operativi:
viene gestita dal coordinatore della Sala Operativa che gestisce tutte le funzioni di supporto e
garantisce anche il raccordo con l’eventuale Centro Operativo Misto attivato sul territorio.
Referente: Funzionario della Prefettura di Ravenna
FUNZIONE 13 - Prevenzione dell’ambiente:
Tale nuova funzione di supporto è stata inserita al fine di distinguere le competenze e le
attività di ARPAE in campo ambientale, da quelle della funzione “Sanità, Assistenza Sociale
e Veterinaria”.
Le attività e i compiti di questa funzione sono quelli descritti nel riepilogo delle competenze
ed in particolare:
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4.2 Misure di coordinamento delle risorse necessarie per l’attuazione del Piano di emergenza esterna
Aggiornato al 08/09/17
- fornire supporto tecnico, nella fase di emergenza, sulla base della conoscenza dei rischi
associati agli stabilimenti derivanti dal Rapporto di Sicurezza, dalla Delibera del Comitato
Tecnico Regionale indicati nel presente documento;
- svolgere le attività finalizzate agli accertamenti ritenuti necessari sullo stato dell’ambiente
nella zona interessata dall’evento, nonché analisi chimiche e/o fisiche per valutare
l’evoluzione della situazione di emergenza nelle zone più critiche per la popolazione;
- acquisire le necessarie informazioni sulle sostanze coinvolte;
- trasmettere direttamente al Prefetto le risultanze delle analisi e delle rilevazioni ambientali
da divulgare al Sindaco, ai VVF e al 118;
- fornire supporto nell’individuazione delle azioni da intraprendere a tutela della popolazione
e dei luoghi dove si è verificato l’evento.
Tale funzione è correlata alla funzione 1 vista la crescente attenzione che si deve dedicare
all’ambiente.
Referente: Funzionario dell’ARPAE – Sezione Provinciale di Ravenna.
Ogni singolo Referente di Funzione di Supporto, in tempo di “pace”, deve
censire e mantenere aggiornati i dati relativi alla propria funzione, predisporre un
piano di funzione e le relative procedure.
Inoltre in caso di emergenza sul territorio provinciale, affianca il Prefetto
nell’organizzazione e coordinamento degli interventi e provvede a contattare gli enti
interessati affinché vengano segnalati uno o più rappresentati a rispondere ad eventuali
richieste che verranno formulate dalla struttura operativa del C.C.S..
Tale compito dovrà essere svolto da persone che siano bene a conoscenza di ogni
parte del piano e quindi siano in grado di intervenire sia nella sua fase di attuazione che in
quella di aggiornamento periodico.
In emergenza è questo rappresentante che riveste il ruolo di esperto della
funzione di riferimento.
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4.3 Misure di intervento da adottare in caso di emergenza Aree Logistiche Aggiornato al 08/09/17
Un qualsiasi incidente che si verifichi in connessione alle lavorazioni industriali che stiamo
prendendo in considerazione provoca una serie di conseguenze sulla salute della
popolazione, con caratteristiche peculiari legate all’emergenza.
La pianificazione, in questo caso, deve tenere in considerazione la metodologia e le tecniche
proprie della “medicina dei disastri” poiché, in virtù dell’improvviso scatenarsi dell’incidente,
non ci si può basare, in linea di principio, su un rapporto ottimale tra numero delle persone
coinvolte e numero dei mezzi di soccorso da impiegare.
Le persone coinvolte in un incidente rilevante avvenuto in connessione con le attività
industriali che stiamo esaminando possono essere le seguenti:
- lavoratori dello stabilimento;
- persone che transitano lungo le strade limitrofe;
- abitanti degli edifici civili compresi nella zona di rischio;
- lavoratori ed utenti di impianti commerciali ed artigianali ubicati nella zona circostante.
Per quanto riguarda il soccorso sanitario, particolare rilievo riveste la tipologia delle sostanze
tossiche presenti nello specifico evento incidentale, poiché diverse saranno le misure da
adottare.
Per quanto attiene l’accesso all’ospedale, si terrà conto del piano di emergenza stilato
dall’Azienda Sanitaria Locale di Ravenna per l’Ospedale Santa Maria delle Croci.
4.3 Misure di intervento da adottare in caso di emergenza Aree Logistiche
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4.3 Misure di intervento da adottare in caso di emergenza Aree Logistiche Aggiornato al 08/09/17
In linea di principio, è opportuno allestire un centro di triage in prossimità delle aree a rischio,
che serve da smistamento dalla zona dell’incidente verso il presidio ospedaliero “Santa Maria
delle Croci” ubicato in Viale Randi nella zona sud-ovest di Ravenna.
La localizzazione dell’area di triage dipende dalle condizioni meteorologiche ed in particolare
dal vento. Nella presente pianificazione sono stati considerati come venti prevalenti quelli che
provengono da:
- Ovest nord ovest;
- Est sud est.
Le zone individuate per i Punti Medici Avanzati:
coordinate geografiche WGS84 ID
Punti Medici Avanzati presidiati dal "118"
latitudine longitudine
PMA 03 Via delle Industrie area START (ex ATM) 44° 25' 52.49" 12° 13' 17.02"
PMA 06 Via Baiona Area Trattaroli 44° 28' 16.73" 12° 14' 56.18"
Nelle operazioni di soccorso il personale sanitario, non potrà comunque accedere a nessuna
delle tre zone di danno. Il primo triage verrà effettuato dai Vigili del Fuoco che provvederanno
al trasporto dei feriti al di fuori della terza zona.
Sarà cura del Referente della “Funzione 2 – Sanità assistenza sociale e veterinaria”,
che in tempo di “pace”, dovrà mantenere aggiornati i dati relativi i punti medici
avanzati, nonché predisporre un piano di funzione sulla logistica dei medesimi e le
relative procedure di attuazione e condividerle con gli altri enti ed organizzazioni che
operano nel settore sanitario.
4.3.1 Punto Medico Avanzato (P.M.A.)
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4.3 Misure di intervento da adottare in caso di emergenza Aree Logistiche Aggiornato al 08/09/17
Durante il periodo dell’emergenza, è prevista la regolamentazione dei flussi di traffico lungo
le vie di fuga e dell’accesso dei mezzi di soccorso nelle zone a rischio attraverso la
predisposizione di “cancelli”, che impediscano l’accesso a persone non autorizzate.
Per quanto riguarda la zona limitrofe agli scenari incidentali attesi nelle aziende in argomento
i predetti “cancelli” saranno collocati nei seguenti luoghi:
coordinate geografiche WGS84 ID Posizionamento dei “cancelli”
latitudine longitudine
10 PS Via Baiona rotatoria intersezione Via Canale Magni 44°28'49.69"N 12°15'37.03”E
23 PM Via Baiona altezza rotatoria dei Doganieri, 44°26'45.10"N 12°13'35.85"E
24 CC Via Baiona rotatoria altezza stabilimento Marcegaglia 44°28'0.54"N 12°14'29.23"E
25 PS via Canale Magni altezza rotatoria degli Scaricatori 44°27'26.45"N 12°13'12.02"E
Il Cancello “10 PS” verrà presidiato dalla Polizia Stradale;
Il Cancello “23 PM” verrà presidiato dalla Polizia Municipale o in alternativa, in caso di
evento notturno, dalla Questura;
Il Cancello “24 CC” verrà presidiato dai Carabinieri;
Il Cancello “25 PS” verrà e presidiato dalla Polizia Stradale.
Tutti i cancelli dovranno essere utilizzati come vie di esodo della popolazione all’interno
dell’area dell’emergenza ed, in particolare, quella di via Baiona all’altezza dello svincolo con
via Bassette costituirà l’accesso privilegiato per i mezzi di soccorso.
4.3.2 Viabilità e “cancelli” stradali
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4.3 Misure di intervento da adottare in caso di emergenza Aree Logistiche Aggiornato al 08/09/17
I Cancelli posti al di fuori della terza zona saranno presidiati da personale delle Forze
dell’Ordine, il quale dovrà comunque essere dotato di idonei dispositivi di protezione
individuale.
Sarà cura del Referente della “Funzione 6 – Trasporto, circolazione e viabilità”, che in
tempo di “pace”, dovrà mantenere aggiornati i dati relativi i “cancelli” stradali, nonché
predisporre una specifica pianificazione ove si dovranno individuare:
- i punti nodali in cui deviare o impedire il traffico, attraverso l’utilizzo dei posti di
blocco, al fine di interdire l’afflusso di traffico nelle zone a rischio e agevolare la
tempestività degli interventi anche in relazione all’evoluzione dell’evento;
- i percorsi alternativi per la confluenza sul posto dei mezzi di soccorso;
- i percorsi preferenziali attraverso i quali far defluire la popolazione eventualmente
evacuata (c.d. vie di fuga)
In particolare i risultati dell’analisi sulla viabilità locale, e quindi l’individuazione dei
posti di blocco, dei cancelli, dei percorsi alternativi e delle vie di fuga (di cui anche la
popolazione deve essere a conoscenza), deve essere riportata su idonea cartografia e
condivisa con tutti gli enti competenti che operano sulle strade, dagli organi di polizia,
al soccorso sanitario, enti proprietari delle strade ecc.
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4.3 Misure di intervento da adottare in caso di emergenza Aree Logistiche Aggiornato al 08/09/17
Le aree di emergenza (Aree di ammassamento soccorritori e risorse; Aree di attesa della
popolazione; Aree e centri di assistenza della popolazione), meglio indicate nel glossario
[1.3], sono aree preventivamente individuate nelle pianificazioni d’emergenze di protezione
civile in generale.
In particolare, per gli scenari incidentali che si possono verificare negli stabilimenti di questa
pianificazione, il Comune di Ravenna ha indicato come area di emergenza le due aree di
ammassamento in tabella. Tali aree sono ubicate una a destra e l’altra a sinistra del canale
Candiano perché, in caso di emergenza, sia facilitato il trasferimento delle persone coinvolte
senza dover attraversare il Candiano
coordinate geografiche
WGS84 ID Area di ammassamento latitudine Longitudine
3
Via Baiona, 314 (Centro Sportivo Porto Corsini)
44°29'58,73"N
12°16'09,78"E
4
Via Trieste (Parcheggio Scambiatore Marina di Ravenna)
44°27'09,51"N
12°16'55,77"E
Le aree di cui sopra sono aree individuate sia per i soccorritori, materiali e mezzi, a garanzia
di un razionale impiego degli stessi e delle risorse che eventualmente confluiscono nella
zona di intervento, sia per la popolazione nel caso in cui si renda necessario individuare
un’area di attesa per la popolazione evacuata dalle zone limitrofi dal punto di un eventuale
rilascio di sostanze tossiche.
La decisione sull’opportunità di effettuare o meno un’evacuazione è basata su fattori specifici
legati sia al sito che alle condizioni in cui si sviluppa lo scenario incidentale e pertanto non
può essere rigidamente predeterminata in fase di pianificazione, bensì affidata secondo
opportuni criteri al giudizio contingente del gestore dell’emergenza.
4.3.3 Aree di emergenza
Polynt
Orion
Cabot
CFS
ENI
Vinavil
Rivoira
10 PS
25 PS
24 CC
23 PM
¯Legenda)) ) )
3, Area Accoglienza ( Centro Sportivo Porto Corsini)
)) ) )
4, Area Accoglienza ( PK. Scambiatore M. di Ravenna)
Cancelli10 PS23 PM24 CC25 PS
Punti Medici AvanzatiPunti Medici Avanzati
Perimetro delle Aziende interessateScenari di Pianificazione
Zona di pianificazione
Prefettura di Ravenna Ufficio Territoriale del Governo
PIANO DI EMERGENZA ESTERNA
5. CONSULTAZIONE E INFORMAZIONE
ALLA POPOLAZIONE
Redatto: D.ssa Rosaria Forza Verificato: D.ssa Maria Rosaria Mancini Approvato: Prefetto Dott. Francesco Russo
Decreto Prefettizio
n. 2017-00001863/Dif.Civ./Prot.Civ.
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5 Consultazione e Informazione alla Popolazione
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5.1 Premessa Aggiornato al 08/09/17
5.1 Premessa
Gli obiettivi prioritari del Piano di Emergenza Esterna sono:
- quelli di una gestione dell’emergenza coordinata tra i soggetti pubblici e privati coinvolti;
- la necessità di rendere consapevoli i cittadini dell’esistenza del rischio industriale e
della possibilità di mitigare le conseguenze di un incidente rilevante attraverso i
comportamenti di auto protezione,
- l'adesione tempestiva alle misure di sicurezza previste dal Piano di emergenza esterna e
dalla Scheda di informazione di cui all’allegato 5 del D.Lgs 105/2015.
Nei paragrafi seguenti verranno descritte tutte le attività rivolte alla
comunicazione/informazione che i differenti soggetti pubblici e privati (le aziende interessate)
dovranno operare nei confronti dei cittadini per la gestione della sicurezza, nonché le norme di
comportamento che gli stessi cittadini devono adottare al verificarsi dell’emergenza.
L'essenza del messaggio da comunicare è data da due concetti fondamentali: il rischio
può essere gestito e gli effetti possono essere mitigati con una serie di procedure e di azioni
attivate a vari livelli di responsabilità.
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5 Consultazione e Informazione alla Popolazione
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5.2 Consultazione alla Popolazione Aggiornato al 08/09/17
5.2 Consultazione alla Popolazione
Per ciò che concerne la consultazione alla popolazione l’art.21 c.10 del D.Lgs n. 105/2015,
attraverso il successivo D.M. 29 settembre 2016 n. 200, disciplina le forme di consultazione
relativamente alla predisposizione, alla revisione e all’aggiornamento dei piani di emergenza
esterna.
Tale attività viene espletata dal Prefetto d’intesa con il Comune interessato, rendendo
disponibili alla popolazione, anche con l’utilizzo di mezzi informatici (es. pubblicando sulla
pagina web della Prefettura nonché nell’albo pretorio del Comune interessato), le informazioni
in merito alla pianificazione in atto, in modo tale da assicurarne la massima accessibilità agli
interessati e consentendo quindi, la possibilità di presentare osservazioni, proposte o richieste
relativamente a quanto forma oggetto della consultazione.
Le informazioni sono messe a disposizione della popolazione per un periodo di tempo non
inferiore a trenta giorni e non superore a 60 giorni prima dell’inizio della consultazione.
Al termine di tale fase il piano di emergenza esterna verrà definitivamente approvato dalle
Autorità competenti.
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5 Consultazione e Informazione alla Popolazione
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5.3 Informazione alla Popolazione Aggiornato al 08/09/17
5.3 Informazione alla Popolazione
E’ fondamentale che il cittadino delle zone direttamente o indirettamente interessate
all’evento conosca preventivamente:
o caratteristiche scientifiche essenziali di base del rischio che insiste sul proprio territorio;
o le predisposizioni del piano di emergenza dell’area in cui risiede;
o come comportarsi, prima, durante e dopo l’evento;
o con quale mezzo ed in quale modo verranno diffuse informazioni e allarmi.
A seguito dell’approvazione del Piano di Emergenza Esterna, assume particolare
importanza l’azione informativa alla cittadinanza, che può essere distinta in:
informazione preventiva finalizzata a mettere ogni individuo nella condizione di
conoscere il rischio a cui è esposto, di verificare
correttamente i segnali di allertamento e di assumere
comportamenti adeguati durante l’emergenza;
informazione in emergenza finalizzata ad allertare la popolazione interessata da una
emergenza e ad informarla costantemente.
Informazione post–emergenza finalizzata a ripristinare lo stato di normalità attraverso
l’utilizzo di segnali di cessato allarme
Il Sindaco, ai sensi della legislazione vigente, ha l’obbligo di comunicare, alla popolazione
che risiede o lavora all’interno delle zone di pianificazione, tutte quelle informazioni relative
allo stabilimento, nonché le misure di prevenzione da mettere in atto al verificarsi
dell’emergenza.
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5.3 Informazione alla Popolazione Aggiornato al 08/09/17
Con il termine “zone di pianificazione dell’emergenza esterna” si intendono quelle
corrispondenti alle aree di massimo danno ipotizzato per le aziende oggetto del presente
piano. Queste aree sono individuate e trasmesse dal Gestore dello Stabilimento, sia al
Comune che a tutti gli altri enti competenti, attraverso apposita notifica di cui all’allegato 5 del
D.lgs 105/2015.
5.3.1 Informazione preventiva
La campagna di informazione preventiva consiste nella divulgazione delle seguenti
informazioni, reperite anche dai dati contenuti nelle notifiche di cui sopra, quali:
- notizie riguardanti lo stabilimento;
- il processo produttivo,
- le sostanze pericolose trattate e/o stoccate, le loro caratteristiche;
- gli eventi incidentali possibili;
- gli effetti sull’uomo e sull’ambiente;
- le metodologie di comunicazione dell’allarme;
- i sistemi di prevenzione e le misure di protezione da adottare.
La campagna informativa ha lo scopo di rendere la popolazione consapevole dei
comportamenti e delle misure di autoprotezione da adottare in caso di evento incidentale,
creando in essa la cultura dell’autoprotezione mediante procedure ed azioni da mettere in
atto.
Gli strumenti attraverso i quali verrà promossa la campagna informativa consisteranno
sostanzialmente in comunicazioni (es. pieghevoli, lettere, ecc.), nonché eventuali assemblee
pubbliche da realizzarsi con la partecipazione di tecnici delle strutture operative che hanno
partecipato alla predisposizione del presente piano.
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5.3 Informazione alla Popolazione Aggiornato al 08/09/17
L’assemblea pubblica, consente lo scambio di opinioni, la visibilità delle istituzioni e dei
responsabili dello stabilimento, promuovendo un coinvolgimento più diretto dei cittadini.
ll Gestore fornirà all’Amministrazione Comunale l’assistenza necessaria per una corretta e
chiara azione informativa. Tutte le attività descritte concorrono a creare nel cittadino la
coscienza che il rischio può essere gestito.
Relativamente ai rischi prodotti dalle aziende trattate nel presente piano, l’azione da
intraprendere è il riparo al chiuso.
La popolazione e/o i lavoratori che possono trovarsi all’interno delle aree di pianificazione,
devono rispettare alcune precauzioni per far si che la scelta di autoprotezione attraverso il
rifugio al chiuso sia efficace, tali precauzioni sono:
1. chiudere tutte le finestre e le porte esterne;
2. sigillare con nastro adesivo o tamponare con panni bagnati le fessure degli stipiti di
finestre e porte e la luce tra porte e pavimento;
3. sigillare con nastro adesivo le prese d’aria direttamente collegate con l’esterno;
4. fermare i sistemi di ventilazione o condizionamento siano essi centralizzati o locali;
5. spegnere i sistemi di riscaldamento e le fiamme libere;
6. chiudere le porte interne dell’abitazione e dell’edificio;
7. rifugiarsi nel locale più idoneo possibile che dovrà avere le seguenti caratteristiche:
- presenza di poche aperture;
- ubicazione dal lato dell’edificio opposto alla fonte del rilascio;
- disponibilità di acqua;
- presenza di un mezzo di ricezione delle informazioni;
8. evitare l’uso di ascensori per il conseguente spostamento d’aria che ne deriverebbe;
9. in caso di necessità tenere un panno bagnato sugli occhi e davanti al naso e bocca;
10. nel caso in cui il rischio preveda il pericolo di esplosione, chiudere gli infissi e tenersi a
distanza dai vetri delle finestre;
11. mantenersi sintonizzati mediante radio o TV sulle stazioni emittenti indicate dal Comune
di Ravenna (ovvero prestare attenzione ai messaggi inviati mediante rete telefonica, se
previsti dall’Autorità Comunale), verificare se possibile sul sito internet del Comune di
Ravenna eventuali comunicati stampa;
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5.3 Informazione alla Popolazione Aggiornato al 08/09/17
12. al cessato allarme spalancare porte e finestre, avviare sistemi di ventilazione o
condizionamento ed uscire dall’edificio fino al totale ricambio dell’aria all’interno dello
stesso ed assistere in questa azione le persone necessitanti aiuto;
13. porre particolare attenzione nell’accedere ai locali interrati o seminterrati dove vi possa
essere ristagno di vapori.
5.3.2 Informazione in emergenza
L’informazione necessaria al cittadino per affrontare un’emergenza di natura industriale è
costituita da:
- segnalazione d’allarme dell’accadimento incidentale;
- informazioni sui comportamenti di autoprotezione da adottare in relazione alla tipologia
dell’evento incidentale;
Le informazioni utili durante un’emergenza devono ricordare in modo sintetico ed
immediato i comportamenti raccomandati: in caso di nube tossica la popolazione sarà invitata
al rifugio al chiuso mentre in caso di incendio le Autorità competenti possono decidere per
l’evacuazione spontanea o assistita.
Per ciò che concerne l’informazione in emergenza, relativamente ai rischi prodotti dalle
aziende trattate nel presente piano, l’azione da intraprendere è il riparo al chiuso e
l’accadimento di un incidente rilevante verrà reso noto attraverso il suono della sirena dello
stabilimento interessato dall’evento.
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5.3 Informazione alla Popolazione Aggiornato al 08/09/17
ALLARME
Al suono della sirena (suono bitonale ciclico composto da un tono crescente di durata
pari a 1,5 secondi seguito da un tono decrescente di durata pari a 1,5 secondi, ripetuto per 60
volte per una durata totale di 180 secondi), la popolazione e/o i lavoratori che possono
trovarsi all’interno delle aree di pianificazione, devono rispettare le precauzioni di cui al
precedente paragrafo per far si che la scelta di autoprotezione attraverso il rifugio al chiuso sia
efficace.
CESSATO ALLARME
La segnalazione di cessato allarme serve a comunicare alla popolazione la fine
dell'emergenza. Solitamente la segnalazione avviene sempre a mezzo sirena (suono
monotonale composto da un tono fisso breve, di durata pari a 1 secondo, emesso a
intervalli regolari di 3 secondi, per una durata totale di 180 secondi) o altri strumenti acustici e
deve essere ben distinguibile dal segnale di allarme. La conclusione dell'emergenza indica la
fine del rischio specifico direttamente connesso allo scenario incidentale che si è verificato,
ma non esclude eventuali pericoli residui che richiedono comunque l'adozione di precauzioni
da parte della popolazione, che possono essere comunicate qualora se ne verifichi la
necessità.
Le emittenti televisive, la radio e la stampa, sia nazionali che locali hanno il compito di
fornire informazioni puntuali e dettagliate sulla situazione di pericolo in atto, sulle misure
precauzionali da adottare, sull’evolversi della situazione stessa.
Essi saranno anche il veicolo di messaggi, sia nella fase dell’emergenza che in quella di
post-emergenza, che saranno comunicati dal Sindaco, secondo le direttive, le modalità, le
istruzioni concordate con il Prefetto.