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Sportdipiù - 10/2011

Date post: 08-Mar-2016
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Lo sport veronese a 360°!
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ANNO 3 - N. 10 - Marzo/Aprile 2011 - Mensile - Copia gratuita. - Testata giornalistica registrata al Tribunale di Verona n. 1807 / 2008 Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% NE/VR www.sportdipiu.com ed inoltre... RUGBY BOXE BASKET PODISMO MOTOCICLISMO ed inoltre... RUGBY BOXE BASKET PODISMO MOTOCICLISMO speciale benessere
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benessere

sommario

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L’editorialeMen sana in corpore sano

Sport e scuolaIntervista a Monica Magnone

Assessorato allo sportIntervista a Federico Sboarina

Spazio ai lettorisportdipiù risponde

Etica e sportVerona capitale del fair play

Tiro a segnoGaia Pellegrini

Scienze MotorieIntervista a Carlo Morandi

RugbyCus Verona

Arti marzialiVovinam

TriatholnIntervista a Martina Dogana

Calendario podisticheFIASP

AtleticaIntervista a Giovanni Galbieri

BasketBuster Basket

DanzaDiversamente in danza

Campioni di ieriVladi Panato

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Speciale benessere

Speciale benessereIl risveglio del corpo

Speciale benessereNon solo fatica

Speciale benessereObiettivo costume

PilatesTrue Pilates

ParapendioYeti

GolfIntervista a Matteo Manassero

Medicina dello sportStabilometria e postura

PallavoloIntervista a Stefano Bianchini

KickboxingUno sport per tutti

BmxAl via la nuova stagione

PattinaggioRoller downhill

MotociclismoPata Racing Team

Intervista a scuolaDavide Pellegrini dalla A alla Z

PsicomotricitàL’alfabeto del corpo

PanathlonChallenge 2011

cultura sport spettacoloa cura di Luigi Ballini

Anno 3 - Numero 10 - marzo/aprile 2011Mensile - Testata giornalistica registrata al Tribunale di Verona n. 1807 / 2008Spedizione in abbonamento postaleProprietario ed editore: Luigi Ballini, presidente e legale rappresentante della “Associazione La Scaligera”.

Sede:via Zenatello 4/a - [email protected]. 0039 045 917629Fax 0039 045 8303220

Direttore responsabileAlessandra Rutili

Direttore editorialeLuigi Ballini

CaporedattoreAlberto Cristani

RedazioneLuigi Ballini, Alberto Cristani, Alessandra Rutili, Mir-ko Ziviani, Luca Mazzara, Marco Hrabar, Francesca Castagna

Grafica e impaginazionea cura di LAM adv - Verona

StampaGrafiche Stella, Legnago (VR)

Per inviare notizie sportive invia una e-mail a:[email protected] consulta il sito www.sportdipiu.com

Inserzioni pubblicitarieTel. +39 045 917629Fax +39 045 8303220

Hanno collaborato a questo numeroAndrea Etrari, Bruno Mostaffi, Isabella Perlati, Elena Bazzoni, Francesca Castagna, Giorgio Pasetto, Marco Trettene, Marina Soave, Monica Magnone, Ruggero Alcanterin

FotoArchivio sportdipiù, Foto Liborio Verona, Matteo Pian-castelli, Ufficio stampa Bernstein Verona, Ufficio stampa Gardacqua, Ufficio stampa Pata Racing Team, Ufficio stampaCus Verona, Ufficio stampa Univ. Scienze Motorie VR.

Sport Comunicazione e Tempo LiberoADV

editoriale

www. lam-adv.com - [email protected]

D esidero approfittare di questo spazio per comunicare direttamente con Famiglie, Isti-

tuzioni e Scuola. Con la speranza di offrire un’in-formazione il più corretta e coerente possibile per i ragazzi che vengono indirizzati all’ attività sporti-va.Gioco e Sport , Avviamento alla pratica sportiva, Esercizio Agonistico.Il gioco innanzitutto è fondamentale per la forma-zione e la crescita dei nostri ragazzi. Sia prati-cato individualmente, sia inserito in un contesto di Squadra.Mi è giunta all’ orecchio questa frase in gergo roma-nesco… che sempre ad orecchio ripeto per rafforzare il mio sentimento … “fate giocà li rigazzini”.Lo Sport esercita una quantità di funzioni salutari e benefiche fin dalla giovanissima età. Prendiamo esempio da alcune Nazioni confinanti, che ne hanno fatto materia di insegnamento al pari delle altre materie scolastiche.Non credo sia una voce fuori dal coro! Ma sono tutti gli Organismi internazionali competenti in materia ad indicare lo Sport, già nelle fasce giovanili , stru-mento di educazione e crescita della nostra società. Nelle pagine a seguire si possono trovare abbon-

danti notizie e informazioni sulla pratica sportiva: indirizzi, riferimenti e servizi . Tutti dati utili alla ricerca di un contesto idoneo ed appropriato alle atti-tudini del “ soggetto” .Facciamo un passo indietro nel tempo. Le generazio-ni precedenti “giocavano” in spazi generosamente disponibili. La strada innanzitutto, il campetto dell’oratorio, la corte di casa . Tutto questo oggi non c’è più ! O quantomeno è stato molto ridimensionato da un’evoluzione che pare non tenga conto delle ne-cessità del gioco per i nostri ragazzi .Dovremmo invece invertire questa tendenza ed inve-stire costantemente su innovazione ed impiantistica, meno “monumenti” irraggiungibili, ma tante piccole e medie strutture periferiche favorendo l’utilizzo po-livalente ad un passo da casa rendendo sicura l’atti-vità dei giovani .Fortunatamente possiamo ancora contare su alcune amene “aree verdi”, su ristretti spazi per “campi gioco”, pochissime strutture sportive , molti “campi per il calcio” vincolati a norme non a tutti compren-sibili . Mi auguro che questo messaggio venga recepito e che possa trasformarsi in qualcosa di concreto.Sempre che i nostri lettori ci diano il loro consenso.

mens sanain corpore sano

Praticare lo Sport !

sport & scuola

Monica Magnone è molto più che il Coordinatore dell’Ufficio Scolastico Provinciale Per l’Educazio-ne Fisica e Sportiva: è un caterpillar di grinta e di

voglia di dare qualcosa di importante allo sport veronese, anche da dietro una scrivania.

Prima di diventare Coordinatore, Lei ha vissuto lo sport in prima persona. Ci racconta la sua passione?Mi sono avvicinata allo sport attraverso la mia famiglia. Dall’età di cinque ho iniziato a sperimentare: sci, bici, dan-za, karate. Ma la passione più grande è sempre stata per il nuoto. Anno dopo anno, mi ha spinto pri-ma a diventa-re istruttore e poi a seguire il settore del sincronizzato, come allena-tore federale.

L ’ a t t i v i t à d e l l ’ U f f i c i o Educaz ione Fisica e Spor-tiva consiste, fra l’altro, nel promuovere le iniziative e gli eventi sportivi su tutto il ter-ritorio. Come giudica la Ve-rona sportiva?Verona è in continua “fi-brillazione sportiva”. Si percepisce un grande desiderio di promozione dello sport: le persone sono coinvolte a vario titolo, con vari ruoli, non solo come praticanti. I grandi nu-meri di alcuni eventi sono un prestigioso dato di fatto.

Qual è la situazione attuale delle infrastrutture verone-si? Quali sono le punte di diamante, e quali le situazio-ni da migliorare?Verona vanta impianti all’avanguardia, ma ahimè non ba-

stano! Per esempio, ci sono ancora scuole che non han-no la palestra. Mi preme elogiare quei colleghi, docenti di educazione fisica che non esitano ad uscire coi ragazzi per fare attività all’esterno. Ma anche in questi casi non è sem-plice organizzarsi: servono autorizzazioni, sicurezza…

Atleti o poltroni: come mai i bambini e i ragazzi, oggi, si allontanano sempre di più dalla pratica dello sport ama-toriale, inteso come semplice divertimento? La colpa è davvero soltanto della televisione e di internet?Io credo che la ragione sia un’altra: se vogliamo praticanti

di sport “ama-toriale”, è im-portante che questo “amo-re” per lo sport sbocci presto. Più i ragazzi sono giovani, più è bene che siano affidati a professionisti preparati, in grado di pro-porre ciò che è prioritario in un soggetto in età evolutiva.Quando una passione vera nasce da bambini, non finisce mai.

Qual è il suo consiglio e il suo incorag-

giamento per i ragazzi che coltivano la passione per lo sport?Non mollare mai. Questo è il pensiero di un atleta quando si allena, quando gareggia, quando va a scuola, o al lavo-ro. Vincere o perdere è il meno: se vinci è straordinario, se cadi ti rialzi. Il vero valore è nel percorso che seguiamo. Se non ci fosse lo sport, bisognerebbe inventarlo.

Francesca Castagna

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Se non ci fosse lo sport? Bisognerebbe inventarlo!

Ufficio Scolastico di Verona

L’autorevole voce della prof.ssa Monica Magnone parla a tutto campo dello sport giovanile a Verona

Progetto Gioco 2010-2011

Si è tenuto lunedì 28 febbraio presso presso il Palazzetto della Facoltà di Scienze Motorie di Via Casorati al primo incontro “Alfabetizzazione motoria”, iniziativa che fa parte del “Proget-to Gioco” sviluppato dall’Ufficio Scolastico per l’Educazione Fisica e Sportiva di Verona in collaborazione con l’Ammini-strazione Comunale, assessorato Sport e Tempo libero e con la Facoltà di Scienze Motorie di Verona.“Con questo progetto – spiega la professoressa Monica Ma-gnone – si punta all’incremento della pratica di attività ludico-motoria nella scuola ed alla prevenzione delle patologie infantili determinate da ipocinesi e sedentarietà. Inoltre si vuole favo-rire una crescita del tempo scolastico “giocato”, attraverso il movimento, indirizzandolo verso una promozione della pratica ludico motoria e sportiva come mezzo di interazione sociale tramite giochi e materiali estremamente innovativi”. L’attività si è consolidata, in oltre quindici anni di continuità, sviluppando un nutrito calendario di manifestazioni, grazie an-che al contributo di docenti esperti UST XII Ufficio Educazio-ne fisica e Facoltà Scienze motorie, docenti e studenti Liceo sportivo “Seghetti “ e docenti referenti di ciascun istituto per l’educazione motoria.Gli spazi gioco sono stati messi a disposizione dall’Ammini-strazione Comunale.Hanno aderito al progetto 2010-2011 ben 17 istituti: Istituto Comprensivo 3 VR - S.Bernardino, Ist. Comp. 5 VR - S. Lucia, Ist. Comp. 7 VR - Stadio, Ist. Comp. 8 VR - Centro storico, Ist. Comp. 9 VR - Valdonega, Ist. Comp. 10 VR - Borgo Roma Est, Ist. Comp. 11 Verona - Borgo Roma Ovest, Ist. Comp. 14 VR - S. Massimo, Ist. Comp. 17 VR - Montorio, Ist. Comp. 19 VR - S. Croce, Ist. Comp. 20 VR - S. Michele Extra , Ist. Comp. 21 VR - Madonna di Campagna, Educandato agli An-geli Verona, Istituto Don Bosco Verona, Istituto San Giuseppe Verona, Istituto Provolo Verona e Scuole Aportiane Verona. Sono stati coinvolti tra giochi invernali, indoor e primaverili cir-ca 4000 alunni

Il 22 marzo, in occasione della giornata mondiale dell’acqua , presso Sea Life Aquarium verranno fatte le premiazioni dei vin-citori del concorso abbinato al “Progetto in acqua per cresce-re”, iniziativa finalizzata alla proposta di attività ludico motoria adatta ad alunni diversamente abili che coinvolge le Scuole Primarie e Secondarie di 1° grado del Comune di Verona.

Etica e Sport al Fermi

L’Istituto Fermi di Verona si è reso protagonista di un interes-sante progetto dal titolo “ Etica e Sport ”. L’iniziativa approvato dal Collegio Docenti, dal Consiglio d’Isti-tuto ed interamente finanziato dalla scuola e coordinato dai docenti Maura Zambon, Dorina Bertoni, Adriano Galiffa, Ema-nuela Girella e Fabio Tottola ha coinvolto 120 studenti delle classi quarte.Il progetto è nato per la consapevolezza che la cronaca e l’esperienza quotidiana propongono episodi sempre più in-quietanti che denunciano, come dato di fondo, un vuoto di conoscenza di fenomeni poco etici che minano i valori dello Sport e la salute della persona,E’ quindi compito delle istituzioni politiche, amministrative, sportive e scolastiche fornire agli studenti gli strumenti cogni-tivi per operare libere scelte , cioè competenze adeguate per saper leggere il presente, viverlo scientemente e responsabil-mente,Necessario quindi ribadire i valori ed i principi dello sport che hanno al centro la persona in tutte le sue manifestazioni e nelle sue istanze, coltivando e comunicando i valori in modo capillare, come solo la scuola può e deve fare, infondendo una diffusa cultura sportiva e di vita privata corretta perché gli studenti - uomini del futuro - sappiano difendersi dalle insidie che si nascondono nel quotidiano.Il progetto si è svolto in 12 ore di corso con i seguenti temi: Etica Sportiva, Articolo 32 della Costituzione (tutela della sa-lute), Il Doping e metodi proibiti, Iniziative Ue in materia di do-ping (WADA), Il doping per le leggi dello Stato Italiano e per gli Organismi Sportivi Nazionali, Europei ed Internazionali, Que-stionario con valutazione finale.Alla giornata conclusiva, svoltasi lo scorso 4 marzo, si è te-nuto un confronto tra studenti e soggetti legati strettamente al mondo dello sport tra cui Francesco De Vita medico socia-le dell’ A.C. Chievo Verona, Carlo Morandi Preside Scienze Motorie di Verona, Alberto Nuvolari Presidente Fondazione Bentegodi.Un importante momento di confronto che ha chiuso, nel mi-gliore dei modi, questa iniziativa che si spera possa essere ripresa in futuro, magari anche da altri istituti.

sport in pillole:

L’autorevole voce della prof.ssa Monica Magnone parla a tutto campo dello sport giovanile a Verona

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intervista

Federico Sboarina, cos’è per lei lo sport?Per me è una costante, un punto fisso nella mia vita. Sono tifosissimo dell’Hellas Verona, questo è noto a

tutti, ho giocato a calcio per anni con buoni risultati nell’Al-ba e gioco tutt’ora negli amatori del Catena Beach. In ge-nerale però ho sempre seguito con passione tutti gli sport veronesi: basket, rugby, volley… Quindi essere assesso-re allo sport della mia città è davvero molto gratificante.

Quali sono i compiti di un assessore allo sport?Innanzitutto, sembrerà banale, ascoltare le richieste delle numerosissime società sportive sparse sul ter-ritorio veronese e cercare di accontentarle. Purtrop-po non si riesce mai ad accontentare tutti, questo mi sembra ovvio. Non è facile ma devo dire che anche grazie al C.d.R. Sport coordinato dal dottor Sandro Vazzoler stiamo facendo grandi cose. Un al-tro impegno costante è quello di monitorare le strut-ture sportive, punto fondamentale per lo svolgimento dell’attività sportiva specialmente per i più giovani. Ri-strutturare o creare strutture ex novo non è cosa semplice perché si devono gestire al meglio le risorse economiche. Tanto è stato fatto negli scorsi anni e tanto vogliamo fare in futuro, già a partire dai prossimi mesi.

E poi ci sono gli eventi sportivi…Certamente, che oltre a soddisfare gli sportivi delle varie discipline sono senza dubbio una vetrina importante per il turismo e per le tipicità della nostra provincia. Nel 2010 per esempio abbiamo ospitato i Mondiali di pallavolo maschili seguiti da 156 paesi e da milioni di spettatori, il test match di rugby tra Italia-Argentina che ha portato al Bentegodi oltre 30mila spettatori, la tappa finale del Giro d’Italia con l’arrivo della carovana rosa nella nostra bellissima Arena. E vi assicuro che organizzare eventi di tale portata non è assolutamente facile. Però ne vale la pena…

Altri eventi previsti per il 2011?Voglio ricordare che il Comune appoggia da vicino il pro-getto “Handicap e Sport” organizzato dal CSI , sostenuto da iniziative benefiche come ad esempio la pista di patti-naggio presente in Piazza Bra. Tornando alle manifesta-

Federico Sboarina: un avvocato… sportivo!

Lo sport nell’anima

Intervista a Federico Sboarina, assessore allo sport, tempo libero, ecologia e ambiente del Comune di Verona, avvocato con la vocazione sportiva, amante della sua Verona e dello sport.

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zioni del 2011, ad oggi confermate, voglio ricordare per il podismo la Verona Marathon dello scorso 20 febbraio e la StraVerona del 14 e 15 maggio. Sempre a maggio tornerà a Verona la mitica 1000 Miglia e, a seguire, una nuova tap-pa del Giro d’Italia, questa volta però femminile.

Assessore, lo sport è anche un momento di crescita…Non c’è dubbio: lo sport non è solo risultato e agonismo ma è, soprattutto, crescita e sviluppo sotto il punto di vista caratteriale, umano e sociale. Chi pratica sport ha la pos-sibilità di stare bene fisicamente e di coltivare sani princi-pi. Valori fondamentali per crescere una generazione che sarà, e questo non è una frase di circostanza, il futuro della nostra società. In questo contesto si inserisce Sport Expo, uno degli appuntamenti più attesi dai ragazzi e dai giova-ni sportivi che si svolgerà il 28 e 29 maggio 2011 e che nell’edizione del 2010 ha portato 35000 visitatori presso i padiglioni della Fiera.

Chi è Federico Sboarina quando smette i panni di as-sessore?In primis avvocato, la mia professione, quella per la quale ho studiato e che amo tantissimo. Quando non lavoro sono un ragazzo semplice, innamorato follemente della sua città. Amo passeggiare per Verona, mi da un senso di benessere incredibile. Per il resto che dire? Amo essere casual sia come modo di vestire (jeans, polo, maglione e piumino d’inverno, All Stars ai piedi sono i suoi “marchi di fabbrica”) sia nel modo di interpretare la vita. Ogni weekend seguo l’Hellas, in casa e in trasferta, e sono spesso in compagnia dei miei amici.

Cosa farà “da grande” Federico Sboarina?Bella domanda alla quale posso rispondere solamente con un’altra domanda: chi lo sa?

Si è svolto presso il Pub Terzo Grado martedì 8 febbraio un torneo di Subbuteo organizzato dall’ Old Subbuteo Club “UfoRobot” di Verona. Hanno partecipato all’evento 16 giocatori provenienti da Verona, Vicenza, Mantova e Brescia. Si è trattato di un torneo a carattere amichevole a squadre miste, il cui tema ha rievocato le antiche famiglie Scaligere della nostra città. Un’atmosfera gioviale ha caratterizzato tutta la serata tra colpi in punta di dito e boccali di birra Malol, dopo una cena in pieno stile medievale.Questo è solo il primo di una serie di appuntamenti analoghi che a scadenza casuale si svolgeranno al Terzo Grado ma, più in generale, la città di Verona.Infatti gli organizzatori non nascondono il desiderio di potere creare un grande evento legato al modo del Subbuteo, gioco nato in Gran Bretagna oltre 60 anni fa (per la precisione nel 1947) da un’idea dell’ornitologo Peter Adolph, prendendo spunto da un gioco già esistente dagli anni trenta, il New Footy, creato da W.L. Keelings.Il Subbuteo – è giu- sto ricordarlo per i più giovani - è un gioco da tavolo nel quale viene riprodotto, in miniatu- ra, il gioco del calcio. Esistono inoltre edizio- ni “storiche” del gioco (prodotte in Gran Breta- gna negli anni cinquanta del XX secolo) anche per il rugby, il cricket, il baseball e il calcetto. Il Subbuteo ha raggiunto l’apice della popolarità negli anni 70-80, per poi conoscere un lento ma inesorabile declino con l’avvento dei vide-ogiochi. Per tenere viva la tradizione del “gioco del panno verde” nasce così, nel febbraio 2008, l’Associazione Amatori Old Subbuteo.Gli obiettivi dell’Associazione sono molteplici come il diffondere in Italia la pratica del gioco Subbuteo così come era praticato negli anni ‘70/’80 anche attraverso i media locali e nazio-nali pubblicizzando gli eventi organizzati dagli Old Subbuteo Club sparsi su tutto il territorio nazionale.Inoltre l’Associazione Amatori Old Subbuteo supporta l’organizzazione di meeting ludici e di partite dimostrative di Subbuteo in tutto il territorio nazionale, consentendo agli appassionati di tutta Italia la creazione di Old Subbuteo Club ed aiutandoli nell’individuazione di risorse pubbliche e/o private che ne sostengano l’attività. L’attività dell’Associazione Amatori Old Subbuteo non si ferma qui; infatti altri obiettivi impor-tanti sono quello di ampliare la conoscenza del gioco del Subbuteo attraverso mostre, fiere, mostre scambio/mercato di materiale ed eventi culturali. “Dopo l’evento dello scorso febbraio – spiega Michele Lanzarotto presidente delll’ Old Sub-buteo Club “UfoRobot” – ci stiamo attivando per portare a Verona una tappa importante del circuito Old Subbuteo. Per farlo non abbiamo particolari esigenze se non una location ampia e d’impatto. Per il resto siamo in grado di organizzarci al meglio potendo contare sull’ aiuto attivo di tutti coloro che parteciperanno. Il sogno? Beh, da veronese doc il massimo sarebbe poter giocare al Bentegodi e vincere il torneo con la squadra dell’Hellas Verona!”.

Per conoscere meglio il mondo del Subbuteo: http://www.oldsubbuteo.it/ oppure visitare il forum oldsubbuteo.forumfree.net

sport in pillole:

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Caro Sportdipiù sono un appassionato di pa-racadutismo e desideravo sapere se a Verona c’è una scuola dove io possa coltivare questa grande passione.Matteo da Nogara

Caro Matteo, certo che a Verona c’è una scuola di pa-racadutismo. La scuola veronese si chiama “SKYDIVE VERONA”. E’ una scuola che vanta profonde tradizio-ni e da quasi mezzo secolo impegna le metodologie didattiche più avanzate ed organizza appuntamenti sportivi di carattere nazionale ed internazionale. Per i lanci viene utilizzato il moderno turboelica PILATUS PORTER PC-6 B2H4. L’ appuntamento con SKYDIVE VERONA è all’aeroporto di BOSCOMANTICO (VE-RONA), situato a cinque minuti dal centro della città ed a pochi chilometri dal Lago di Garda.

Lo avevamo anticipato sul sito www.sportdipiu.com: da questo numero il nostro giornale potrà contare su una nuova rubrica dedicata a tutti i lettori. Chi ha voglia di scriverci, inviarci i propri disegni e le proprie foto può farlo scrivendo a: Redazione sportdipiù via Zenatello, 4A 37124 Verona o [email protected]

Ciao Sportdipiù, si continua a parlare di un nuovo stadio. Io sono legata al Bentegodi e vorrei sapere qualcosa sulla storia di questo stadio che è nel cuore dei veronesi.GrazieGiorgia da Domegliara

Cara Giorgia, al Bentegodi sono legati i ricordi sportivi più

belli di tutti i veronesi. Il Bentegodi è stata inaugurato nel

dicembre del 1963. Prima si giocava in Piazza Cittadella

nel vecchio stadio Bentegodi inaugurato nel 1910. Il nuovo

Marcantonio Bentegodi è stato teatro della conquista dello

scudetto dell’Hellas nella stagione ’84 –’85 e dei Mondiali

di Calcio nel 1990. Nel 1996 ospitò la finale del campionato

di rugby 1996-97 tra Benetton Treviso e Milan. Lo stadio

di Verona detiene anche un primato. Nel 2009 è stato do-

tato di un tetto fotovoltaico diventando così il primo stadio

solare d’Italia Sono bel 13.328 i pannelli solari che hanno

determinato il record del più grande impianto fotovoltaico

d’Italia.

Caro Sportdipiù, ti scrivo questa mail

perché qualche giorno fa ho visto sul tuo

sito una notizia riguardante il Krav Maga.

Di che cosa si tratta?

E’ una nuova disciplina di arti marziali?

Grazie Alessandro di Bussolengo

Ciao Alessandro, ci fa molto piacere sapere

che segui anche il nostro sito! Il Krav Maga in

realtà è un metodo di combattimento. Letteral-

mente significa “combattimento con contatto”

ed ha origine ebraica. Questa disciplina è nata

in Europa centro orientale come tecnica di di-

fesa personale anche se prevede di attaccare

l’avversario prima di essere attaccati. Fu proprio

il governo Israeliano a ricercare una tecnica di

combattimento efficace e facilmente apprendi-

bile. Il ginnasta Lichtenfeld, pugile e campione di

lotta libera unì alla base teorica l’esperienza di

lotta di strada. Nacque così il Krav Maga un mix

di pugni, leve articolari, calci e proiezioni che

punta a zone vitali del corpo.

spazio ai lettori

... risponde

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Verona capitale del fair play nel nome di Giovanni Paolo II

Progetto nazionale

Un successo. Così si può definire, in sintesi, il convegno dal titolo “Sport ed Etica nel XXI Secolo” tenutosi a Verona lo scorso febbraio. Previsti prossimi appuntamenti

Un doppio appuntamento, nel nome e nel ricordo di Papa Gio-vanni Paolo II – il Papa sportivo – che ha richiamato lo scorso 11 febbraio nella città scaligera figure di assoluto rilievo nell’abito

dello sport, dello spettacolo, della politica e del fair play. E proprio il fair play è stato senza dubbio il filo conduttore della giornata iniziata presso la Biblioteca Capitolare di Verona. Dopo il saluto dell’Assessore allo Sport del Comune di Verona Federico Sboarina, si sono susseguiti gli interventi degli autorevoli relatori, sa-pientemente coordinati da Ruggero Alcanterinipresidente del Comitato Nazionale italiano Fair Play Coni. Sono intervenuti Ioannis Psilopoulos - Segretario Generale European Fair Play Movement, Maurizio Monego - Membro dell’Esecutivo dell’ International Fair Play Committee, Massimo Rosa - Governatore Pa-nathlon International, Franco Cassano - Vice Presidente Vicario Comi-

?????etica & sport

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etica & sport

Verona capitale del fair play nel nome di Giovanni Paolo II

Progetto nazionale

Un successo. Così si può definire, in sintesi, il convegno dal titolo “Sport ed Etica nel XXI Secolo” tenutosi a Verona lo scorso febbraio. Previsti prossimi appuntamenti

tato Nazionale Italiano Fair Play, Domenico Campione - Generale Co-mandante del Centro Sportivo Guardia di Finanza, Anna Maria Marasi - Rappresentante Atleti CONI, Don Giuseppe Moscati, Presidente III Millennio e ideatore del Progetto “Vivere da Campione”, Roberto Corsi - Giornalista-Scrittore e Roberto Gainelli - Direttore Generale di Verona Volley Femminile. Tutti gli intervenuti hanno ricordato come Karol Wojtyla sia stato senza alcun dubbio uno degli uomini più grandi di tutti i tempi, oltre che ad uno sportivo nel senso più vero del termine che ha sempre nel nome del fair play.Nel pomeriggio, presso la Sala Arazzi, ulteriore grande successo gra-zie anche alla partecipazione di atleti di caratura internazionale, stu-denti, docenti e semplici sportivi, non per forza praticanti.Dopo il saluto del Vescovo di Verona S.E. Giuseppe Zenti, che ha ricor-dato la valenza dello sport soprattutto per i più giovani e l’importanza del rispetto delle regole, si è potuto apprezzare un interessante scam-

bio di opinioni tra autorità, mondo della scuola e campioni del presente e del passato.Oltre alle cariche già presenti in Biblioteca Capitolare durante la mattina, hanno partecipato alla tavola rotonda pomeridiana (durata quasi quat-tro ore) Enrico Prandi - Presidente Panathlon International, Paolo Edera - Colonnello Comandante Provinciale dei Carabinieri, D. Enrico Pino - Comandante Generale del Comando Militare Esercito Veneto, Luciano Carrera - Presidente ESICERT, Roberto e Stefano Calvigioni - Radio Vaticana (che hanno presentato il libro “Lo sport in vaticano),Franco Ascani - Presidente Internazionale di “Sport, Movies & TV”, Alberto Nu-volari- Presidente Fondazione Bentegodi e USSI Veneto. Molto emozionante il filmato FICTS “Un Papa Sportivo”, che ripercorso le tappe del pontificato di Giovanni Paolo II attraverso la serenità e l’allegria dei momenti di sport vissuti e praticati.L’ultima parte del Convegno - alla presenza del sindaco di Verona Fla-vio Tosi - ha trattato l’argomento la rivoluzione etica della bellezza, nel

nome dello sport, della salute e del fair play.Madrina d’eccezione “ la più bella d’Italia”,

Francesca Testasecca, Miss Italia 2010, accompagnata da Patrizia

Mirigliani Patron del concorso.

Francesca ha portato, oltre alla sua bellezza mediter-ranea, anche la sua testi-monianza di sportiva visto che, quando il tempo glielo permette, pratica nuoto e basket. Come dire: bellezza e sport: connubio vincente!

Sono inoltre intervenuti al momento “spettacolare” del-

la giornata, portando le lore in-teressanti testimonianze, campioni

nazionali ed internazionali del calibro di Eros Poli, Olimpionico di Ciclismo, Roberto Di

Donna, Olimpionico del Tiro a Segno, Roberto Serra, Me-dagliato Olimpico di Short Track a Torino e Vancouver, Antonella Ca-priorri, pluriprimastista e campionessa di lungo e triplo, Medaglista ai Giochi delMediterraneo, Mara Zini, Medagliata Olimpica Short Track, Emiliano Brembilla, Campione Azzurro di Nuoto, Laura Crepaldi e Mi-lena Stacchiotti, Giocatrici Verona Volley, Matteo Olivieri, Giocatore Cus Verona Rugby.Nella cerimonia conclusiva della serata è intervenuta anche Chantal Borgonovo, portavoce della Fondazione che sta ottenendo risultati im-portantissimi a sostegno della ricerca sulla SLA e altre malattie rare. Con questo riuscitissimo avvenimento sono di fatto state gettate le basi per lo sviluppo di un progetto che troverà risconti sicuramente in altre città italiane - Roma su tutte si è già dimostrata interessata – anche con uno sguardo oltre i confini nazionali. Prossimo appuntamento del progetto “Vivere da Campione” sarà al 28 e 29 maggio a Sport Expo, presso la Fiera di Verona, un momento dedi-cato allo sport dei giovani, momento nel quale il fair play, tanto predica-to e vissuto da Giovanni Paolo II, troverà la sua massima espressione.

Ruggero Alcanterini

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tiro a segno

Gaia Pellegrini: una pallottola che mira all’infinito

Giovane promessa

La campionessa veronese di tiro a segno racconta la sua particolare passione e i suoi successi a Sportdipiù

Non si incontrano tutti i giorni ragazze così innamorate dello sport che praticano. Specie se questo sport è il tiro a segno, una spe-cialità non propriamente popolarissima.

Gaia Pellegrini è un esempio raro, una campionessa che vive appieno la sua giovane età, l’università e la passione per l’arte, con la consapevo-lezza che il tiro a segno, ormai, è parte di lei.

Cominciamo dall’inizio: quando e come nasce la tua passione per questo sport così singolare? La mia avventura comincia nel settembre del 2008. Mio padre, che aveva praticato questa disciplina da giovane, mi propose di visitare il poligono di Verona. Entrando in quell’edificio che odorava di storia e polvere da sparo, scoprii un mondo a parte nella mia città. Mi condussero “ai 10 me-tri”, le linee di tiro per pistole e carabine a calibro 4.5, mi diedero le prime indicazioni per tirare in sicurezza, mi misero in mano una pistola caricata a CO2. Sparai, e con quel gas esplose anche la mia passione.

Il tiro a segno è uno sport unico, fatto di concentrazione e di tecnica; fonde la “mente” e il “braccio” più di molte altre discipline. Sei d’ac-cordo? Tu come vivi il momento subito prima dello sparo? Nel tiro a segno c’è un perfetto bilanciamento tra prestazione fisica e men-tale. Mente e corpo lavorano in sinergia per svolgere al meglio un’unica azione. Il momento prima dello sparo è un momento di concentrazione

assoluta: il ber-saglio sembra allargarsi, i mo-vimenti sono lenti e precisi, frutto di ore di a l lenamento. Sparo il colpo soltanto quan-do l’istinto me lo suggerisce, non è mai una decisione com-pletamente co-sciente.

Raccontaci una giornata di allenamento tipica. Mi preparo fa-cendo un po’ di stretching a

braccia e gambe. Una volta sulla linea di tiro, faccio dei sollevamenti con la pistola in mano per scaldare il braccio; in seguito controllo di aver assunto la posizione corretta e con lenti movimenti continuo a sollevare la pistola cercando il bersaglio con mirino e tacca di mira, allineandomi con il centro. Quando mi sento pronta per il tiro, carico l’arma ed inizio una serie di colpi, facendo pause all’incirca ogni dieci tiri. Le pause sono utili per vedere come procede la serie e farsi consigliare dagli allenatori. Ogni allenamento dura circa un’ora e mezza, due ore, di cui l’ultima parte è in genere dedicata alla corsa, allo stretching o ad un potenziamento muscolare.

Parliamo dei tuoi tanti esal-tanti risultati, sia in campo regionale che nazionale: quali sono le medaglie che ti hanno emozionata di più? A livello individuale, la gara che mi ha dato più soddisfazione è stata una delle mie prime regionali a Padova, nella quale ho sta-bilito il mio record personale di P10 che mi ha permesso l’anno successivo di entrare nella categoria A. Ma la prova che davvero mi è rimasta nel cuore è stata la gara nazionale di Napoli a squadre nell’estate del 2009. Quel giorno, con le mie compagne, abbia-mo conquistato il bronzo nazionale, che l’anno successivo si è trasformato in argento.

Speriamo che le tue parole avvicinino i nostri lettori a questo sport. Sul territorio veronese, a chi ci si deve rivolgere per cominciare a praticare il tiro a segno? Andate a fare un giro al Tiro a Segno Nazionale di Verona, che si trova in via Magellano 15A. Dopo aver dato un’oc-chiata in giro andate in segreteria chiedendo le infor-mazioni che desiderate. Troverete persone cordiali che vi indirizzeranno sulle linee di tiro per spiegarvi come funziona l’ambiente e, se v orrete, farvi impugnare la vostra prima calibro 4.5!

Francesca Castagna

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?????università

Scienze Motorie:Verona è la regina d’Italia

Intervista al Preside Morandi

L’Università degli Studi di Verona è un’università fondata nel 1982 ed è organizzata in otto facoltà e quindici dipartimenti.

L’Università di Verona è organizzata in due poli principali all’in-terno della città omonima: quello di Veronetta - che ospita le facoltà umanistiche, economiche e l’amministrazione centrale

con il rettorato - e quello di Borgo Roma, dove si trovano le facoltà di Medicina e di Scienze. Inoltre vi sono nel quartiere della Cittadella la facoltà di Giurisprudenza e a Borgo Venezia la Facoltà di Scienze Motorie. Proprio per conoscere meglio la “Facoltà dello sport” (ex I.SE.F. Istituto Statale Educazione Fisica n.d.r.) abbiamo intervistato il preside, professor Carlo Morandi. Professor Morandi, innanzitutto ci presenti la “sua” Facoltà… La Facoltà di Scienze Motorie di Verona viene considerata dalle facoltà sorelle, dai media Nazionali oltre che dal Ministero, la migliore d’Italia, seconda solo all’ateneo romano del Foro Italico. Ogni anno, nonostan-te le iscrizioni siano a numero chiuso le richieste aumentano in maniera esponenziale. Questo ci gratifica enormemente e ci fa capire che stiamo lavorando molto bene. Inoltre la nostra facoltà è stata indicata congiunta-mente dal Ministero e dal CONI, capofila a livello nazionale, per quanto riguarda l’attività di formazione per i docenti delle scuole primarie, ambito nel quale l’attività motoria ha una valenza fondamentale per la crescita dei bambini. Il “numero chiuso” prevede un test d’ingresso… Esatto. Tutte le domande vengono raccolte, visionate e gli aspiranti stu-denti vengono sottoposti ad una serie di quiz di cultura che vertono su materie quali: matematica, fisica, chimica e lingua inglese. I migliori 230 hanno diritto ad accedere al corso di studi triennale (Corso di Laurea in Scienze Motorie).

Quali sono i corsi di Laurea presenti in Facoltà?A Scienze Motorie oltre alla Laurea triennale in “Scienze delle Attività Mo-torie e Sportive” della durata di tre anni secondo il protocollo europeo di Bologna, sono attive due lauree Magistrali (e dunque di secondo livello) della durata di due anni ciascuna. Una Magistrale in “Scienze delle Atti-vità Motorie Preventive ed Adattate” ed una in “Scienze e Tecniche dello Sport”. Infine per chi volesse diventare docente di Scuola Media, partirà quanto prima secondo dettato ministeriale la Laurea Magistrale sempre di due anni con terzo anno di tirocinio obbligatorio per l’abilitazione all’In-segnamento nella scuola Secondaria. Quali materie vengono trattate? E’ previsto un numero abbastanza ampio di discipline, si studiano le scienze biologiche, fisiche, sociali e comportamentali dirette allo studio dell’attività fisica e sportiva ed al loro effetto sulla salute, sulla forma fisica e sulla qualità della vita in diverse fasce d’età e di abilità.Abbiamo laboratori specifici dedicati a studi particolari come il labora-torio didattico di anatomia umana per lo studio della morfologia e delle tecniche di misurazione antropometrica, il laboratorio di biomeccanica per analizzare ed ottimizzare la locomozione a diverse velocità; impor-tantissimi inoltre sono i laboratori di fisiologia dell’esercizio e dello sport e quello dell’azione percezione dove si studia il controllo e l’apprendimento motorio. Molta tecnologia ed innovazioni non solo al servizio del “classico” soggetto sportivo… Certamente, prova ne è che alcuni studi sono mirati a soggetti che prati-cano sport in modo saltuario o terapeutico. Il progetto “metti in movimento la tua salute”, per esempio, ha come obiettivo quello di promuovere l’at-

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università

L’Università degli Studi di Verona è un’università fondata nel 1982 ed è organizzata in otto facoltà e quindici dipartimenti.

tività fisica nella terza età non solo come esercizio muscolare ma anche come stimolo per le relazioni interpersonali e per accrescere l’autostima nel soggetto. Poi abbiamo attivato dei corsi specifici, presso la nostra struttura, di attività motoria per diabetici, di tecnica di “nordic walking”, “silver fitness”, attività fisica per cardiopatici e un progetto sperimentale per persone affette da patologie croniche alle vie respiratorie. In sinergia con il Comune di Verona e con l’ULSS 20 abbiamo realizzato nelle varie circoscrizioni cittadine corsi di educazione motoria rivolti ed articolati “ad hoc” per soggetti over 55. Promuoviamo infine attività motorie e sportive adattate in collaborazione con il Comitato Paralimpico Italiano e Veneto sia per atleti sia per educatori e tecnici federali. Una facoltà di sport a 360°…

Certo. Lo stereotipo di Scienze Motorie come fucina di insegnanti di edu-cazione fisica è ormai obsoleto. La nostra è una laurea che crea figure professionalmente preparate in molteplici rami dell’universo sportivo. Dobbiamo ancora migliorarci per allinearci con il resto d’Europa e del mondo ma sono convinto che in questo processo di evoluzione Vero-na può essere presa ad esempio dagli altri atenei. Dal canto nostro noi cercheremo di crescere ulteriormente, senza adagiarci sugli allori e con obiettivi sempre più ambiziosi per tenere alta la cultura dello sport e della attività fisica. Sport ed attività fisica che sono, è sempre bene ricordare, importanti volani per la crescita psicofisica dei giovani e per il manteni-mento della performance e della salute negli adulti e postadulti.

Alberto Cristani

rugby

Rugby: tra sport e cultura

Cus Verona

I ruoli nello sport della “palla ovale” ed i suoi segreti

L’ anno 2007 arriva per il Cus Verona Rugby portando con se una sfida che la nuova equipe del settore “Propaganda e Sviluppo”, capeggiata dal neo Responsabile del Settore

Giovanile Loris Renica decide con entusiasmo e determinazione di accettare.La sfida è quella di portare il gioco del rugby all’ interno degli Istituti scolastici di Verona e provincia, non come momento sporadico di propaganda ma come momento di continua formazione annuale, riuscire quindi a dare continuità nella pratica del gioco con e nella struttura scolastica diffondendone così gli ideali e facendo in modo che questi vengano capiti ed interiorizzati dalla scuola stessa.Per anni la Società si era impegnata nella diffusione del gioco del rugby all’ interno degli Istituti scolastici, ottenendo riscontri positivi di gradimento tra alunni e insegnanti, ma adesso l’ obiettivo si amplia e con esso le prospettive.Le armi di cui la società dispone sono: un gruppo, formato da lau-reandi, ora laureati, della facoltà di Scienze Motorie e da educatori della Federazione Italiana Rugby, un responsabile, Renica, e una coordinatrice, con un esperienza alle spalle di qualche anno di la-voro nelle scuole. La forza di questo staff sta nella grandissima pas-sione per il rugby, nella professionalità che con gli anni è andata sempre più affinandosi e in una idea vincente: un progetto chiamato “La Scuola scende in campo”.Il progetto prevede la collaborazione con le scuole di Verona e provincia, un felice incontro che in questi anni ha dato a bambini, genitori, insegnanti ed educatori grandi soddisfazioni. Il gioco del rugby si presta come strumento ideale per la riuscita di un progetto che prevede uno stretto connubio tra scuole e società sportiva. Le sue caratteristiche, in cui la personalità del singolo è importante so-

prattutto se in relazione ad un collettivo, lo rendono assolutamente idoneo ad un ambiente scolastico in cui integrazione, collaborazione e superamento dei problemi sono alcuni tra gli aspetti più importanti che gli insegnanti si trovano ad affrontare.Il progetto viene presentato anche alla Regione Veneto, che vede in esso un grande strumento educativo da proporre alle scuole, e decide di finanziarlo.La proposta è quella di fare un ciclo di interventi di rugby-educativo negli Istituti primari e secondari, mirati per fasce d’età, durante le ore curricolari per permettere ai bambini di avvicinarsi a questo gioco ai più sconosciuto, poi, in seconda battuta, di creare una squadra rap-presentativa dell’ Istituto Comprensivo stesso che porti il suo nome e i colori che lo caratterizzano. Il Cus Verona Rugby si pone come So-cietà tutor mettendo a disposizione il proprio staff di educatori che lavora a scuola con i bambini e successivamente li allena su spazi messi a disposizione dalla scuola, dal comune (come nel caso di Grezzana), o dalla società stessa. Tutta l’ attività viene proposta gratuitamente sia per la scuola che per i genitori di quei bambini che decidono di partecipare alla squa-dra.Ecco che poco alla volta il movimento rugbystico cresce e con esso la possibilità per tanti bambini di poter praticare uno sport dal gran-de valore educativo, e di poterlo praticare attraverso la scuola che si fa veicolo importantissimo mostrandosi sotto un nuovo aspetto.Il successo è immediato, grazie all’ aiuto di insegnanti e presidi che, superate le prime perplessità per l’ ingresso nella scuola di un gio-co di contatto (cosa che naturalmente non avviene durante le ore di rugby-educativo curricolare), si entusiasmano per questo gioco che capiscono essere uno stile di vita altamente formativo per chi

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lo pratica e appoggiano la Società. Il primo anno si formano quattro squadre di rugby scolastiche: “S. Massimo Rugby School”, “Pascoli Grezzana Rugby School”, “Agli Angeli Rugby Club” e “Aleardo Ale-ardi Rugby Club”. Queste partecipano ad un torneo organizzato dal-la Società e riconosciuto come ufficiale dal Comitato Interregionale Delle Venezie, l’ organo territoriale della Federazione Italiana Rugby, appositamente per le scuole. Per otto sabati le squadre calcano il campo “Gavagnin” sede storica del Cus Verona Rugby per dispu-tarsi il trofeo che verrà consegnato alla festa della “Rugby School Verona” (così viene denominata l’ equipe scolastica) di fine anno.La Federazione Italiana Rugby ci invita a partecipare al Torneo Na-zionale riservato alle scuole, che si tiene a Roma il primo anno e a San Donà del Piave per i 2 anni successivi. Naturalmente la Rugby School è presente e parte alla volta di Roma con le due squadre di Grezzana e Aleardo Aleardi. Il viaggio è un avventura unica per i bambini che, elettrizzati, si bat-tono come dei leoncini per tutta la durata del torneo.L’ attività della Rugby School che prevede gli incontri nelle scuole, gli allenamenti pomeridiani, il torneo “Città di Verona”, la partecipazione ai concentramenti della Società e ovviamente le feste di Natale e fine anno, viene riproposta per tutta la durata del progetto.In tre anni di lavoro alcune cose sono cambiate, altre squadre sono nate, come la “Santa Croce Rugby School”, diventata pilastro impor-tantissimo per il movimento rugbystico scolastico; alcuni bambini si sono inseriti nell’ attività del Club altri sono passati ad altre società di rugby del territorio,è nata una collaborazione con una scuola di

Longare Vicenza con cui si sono disputate delle partite, insomma si è cresciuti insieme, come si confà ad una vera Società di rugby!Le scuole che hanno aderito sono state tantissime, oltre a quelle già nominate ci sono state l’ Istituto Comprensivo 9 Valdonega , l’ Isituto Comprensivo 12 Golosine , l’ Istituto Comprensivo 17 Montorio , l’Isti-tuto Comprensivo 18 Veronetta e Porto per citarne alcune, i bambini che hanno partecipato alle squadre di rugby scolastiche sono stati circa una cinquantina ogni anno, quelli che hanno potuto conoscere questo gioco sono stati più di duemila. L’ equipe di Renica ha in questi anni affinato le proprie capacità di relazionarsi con i bambini, ha aumentato la propria professionalità con corsi di aggiornamento e corsi organizzati dalla Società stessa, ha creato una “Guida per l’ educatore” che si avvicina alla realtà scolastica per la propaganda del rugby con un percorso finalizzato alla conoscenza del gioco.Dal nostro punto di vista abbiamo messo il massimo dell’impegno affinché questo progetto avesse successo e incontrasse l’interesse e la partecipazione dei bambini e delle loro famiglie.Abbiamo la sensazione che ciò sia avvenuto, dandoci la spinta a proseguire con impegno su questa strada.

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triathlon

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Intervista esclusiva a Martina Dogana, triatleta “da una vita”: segreti, trucchi e difficoltà di uno sport – il triathlon - per molti ma non per tutti.

Martina Dogana: quando il tria thlon diventa uno stile di vita

Innanzitutto Martina presentati ai lettori di sportdipiù…Sono Martina Dogana, abito a Valdagno in provincia di Vicenza, ho quasi 32 anni e da quando ne avevo 15 faccio triathlon, prima

gare sprint e olimpici, ora lunghi e Ironman.

Raccontaci un po’ la tua carriera…

Da allieva ho vinto un campionato italiano, da junior ne ho vinti 4 e ho partecipato ai campionati europei e mondiali di categoria. Una volta elite mi sono data alle lunghe distanze, a me più congeniali, e ho vinto i campionati italiani di lungo nel 2005,2006,2008,2009, oltre all’argento europeo nel 2006. Nel 2008 ho vinto l’Ironman di Nizza e tanto nel 2006 che nel 2009 sempre a Nizza sono arrivata terza. Ho partecipato due volte alla finale mondiale di Ironman alle Ha-waii stabilendo nel 2008 la miglior prestazione cronometrica italiana della gara. Inoltre con la nazionale italiana ho vinto nel 2010 l’oro a squadre nel campionato europeo di lungo e l’argento a squadre nel mondiale 2006. Con il mio team, il Triathlon Cremona Stradivari ho vinto tre volte il titolo italiano di duathlon a squadre e nel 2009 anche quello di triathlon a squadre.

Dove e come ti alleni?

Mi alleno tutti i giorni in media tre ore sulle strade di casa o, se sono in ritiro, in giro per… il mondo! Normalmente nuoto 3-4 volte alla set-timana, pedalo altrettante e corro 3 volte. Quindi svolgo quasi ogni giorno doppio allenamento…

Qual è la molla che ti fa fare tutta questa fatica? E soprattutto come alleni...la mente?

Non riesco a spiegare tutto ciò a parole! Credo che in tutti gli sportivi di endurance ci sia una fiammella che arde continua-mente e che ad ogni allenamento si ravviva mentre il giorno del-la competizione diventa un…incendio! Quando nuoto, pedalo, corro sento che sto facendo quello che mi piace. A volte è dura uscire ad allenarsi, ma dopo i primi metri la mente dimen-tica la pigrizia e le gambe vanno. Non ho mai fatto allenamenti mentali, finora ho sempre trovato gli stimoli dentro di me o nelle persone che mi circondano. Infatti mi ritengo molto for-tunata perchè il mio compagno, la mia famiglia e i miei amici mi capiscono e mi sostengono. Questa è la mia motivazione maggiore!

Che cosa fai nella vita quando non ti alleni?Lavoro in una palestra come insegnante di spinnin

Una vita di sport

triathlon

Intervista esclusiva a Martina Dogana, triatleta “da una vita”: segreti, trucchi e difficoltà di uno sport – il triathlon - per molti ma non per tutti.

Martina Dogana: quando il tria thlon diventa uno stile di vitag e nella piscina del mio paese come istruttrice di nuoto. Nel poco tempo libero di solito mi riposo leggendo qualche bel libro o guar-dando sport o film alla tv.

Come riesce a gestirsi un triatleta?

L’esperienza è fondamentale. Io ormai sono una veterana del triath-lon italiano ma non smetto mai di imparare dalle ragazze più forti di me come gestire ogni singolo allenamento e soprattutto il recupero tra una sessione e l’altra.

Quali altri sport segui, ti piacciono o avresti voluto praticare?

Mi piacciono tutti gli sport, specialmente lo sci di fondo, il mio primo sport che ho iniziato a praticare da quando avevo 3 anni. Da bimba ho fatto di tutto quindi non ho rimpianti anzi posso solo ringraziare i miei genitori per tutte le esperienze che mi hanno permesso di fare!

Questo sport quanto ti ha “dato” e quanto ti ha “tolto”?

Il triathlon mi ha dato tanti amici, mi ha permesso di girare l’Italia cosiddetta “minore”, l’Europa e il mondo, mi ha fatto vivere emo-zioni uniche. Sinceramente non ho mai pensato al rovescio della medaglia.

Il momento più bello e quello più brutto che hai vissuto durante le tue gare?

Di momenti belli ne ho vissuti tantissimi, ogni vittoria e ogni medaglia ha il suo posticino particolare nei miei ricor-

di. Sicuramente quando mi sono rotta il braccio nel 2002, a pochi giorni da quello che doveva esse-

re il mio primo Campionato Mondiale di Lun-go, quando mi sono dovuta ritirare a causa

di una foratura nell’Ironman Uk del 2007 o nella gara della Thailandia lo scorso no-

vembre sono proprio dei brutti ricordi.

Martina Dogana da grande cosa vuole fare?

Bella domanda! Me lo sono chie-sto tante volte, ma per ora non ho ancora trovato una risposta. Senz’altro ho in tasca una laurea a pieni voti in Lingue e Letteratu-re Straniere conseguita presso l’Università di Verona nel 2003 che potrebbe tornarmi utile tra qualche anno...non si sa mai!

Alberto Cristani

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È tornato a volare. Per correre sempre più forte senza fermarsi mai. Fino a dove non lo sa neanche lui, che di sogni ne ha tanti e che in molti indicano come il talento del futuro per l’atletica italiana.

Giovanni Galbieri, diciottenne velocista dell’Atletica Insieme di Busso-lengo, ha fatto segnare poche settimane fa un grande 6”85 sui 60 piani che lo rilancia ai vertici del movimento italiano. La splendida medaglia di bronzo che si messo al collo nei Mondiali juniores del 2009 non gli basta più, adesso il giovane veronese vuole stupire tutti ancora e avvi-cinarsi ai grandi dell’atletica. Italiana, e magari non solo.

Giovanni, il nuovo anno è iniziato alla grande…Ora sto meglio, mi sono ripreso in modo quasi ottimale dopo il periodo

un po’ travagliato che mi ha fermato fino all’inizio dell’ estate scorsa.

Sei uno dei talenti più promettenti su cui la realtà veronese sta investendo molto Su di me la mia società sta investendo molto, grazie anche a Claudio Arduini che ha aiutato a costruire il progetto Run To Win, ideato per me dopo i mondiali del 2009. Per il futuro la mia priorità è stare bene, e starci per più tempo possibile.

Cosa ami di più dell’atletica?Mi affascina il fatto che è uno sport che ti forma, oltre che come atleta soprattutto come persona. Mi piace il fatto di dipendere in tutto e per tutto da se stessi, ogni atleta deve dare una grande prova di determinazione ti assicuro che non è semplice.

Perché proprio la velocità? Beh, i 100 metri sono il top, la regina delle discipline, l’unica in cui non hai nemme-no il tempo di pensare, devi solo correre.

In Italia c’è molta carenza di atleti di livello…In Italia c’è poco interesse per questo sport e di conseguenza pochi investimenti.

Basta pensare che un atleta di alto livello non ha altra scelta se non quella di entrare in un gruppo sportivo militare, guadagnando niente rispetto allo stipendio di un cal-

ciatore. Per non parlare poi delle poche strutture che non sono mai abbastanza per fare atletica.

Hai un atleta di riferimento?Resta sempre Asafa Powell per la sua umiltà e per la sua eleganza nella corsa, anche se

tante volte mio padre mi paragona a Valentino Rossi perchè dice che io e lui abbiamo in comune la voglia di vincere sempre, e non ha tutti i torti.

Ti resterà poco tempo libero con tutti gli allenamenti che faiNel tempo libero scrivo e compongo canzoni, o meglio ci provo, suono la chitarra e canto ma non ho un gruppo.

E il sogno di Giovanni Galbieri qual è? E’ sempre quello di partecipare alle Olimpiadi, magari e di battere il record nei 100 metri di Mennea. Certo un impresa molto dura, ma non impossibile.

Luca Mazzara

Sempre più veloceatletica

L’intervista al giovane talento della velocità veronese

Giovanni Galbieri si racconta

tra obiettivi, sogni e speranza

per il futuro

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Nell’estate del 2008 la famiglia Buster ha operato un pro-fondo rinnovamento, grazie ad un’unione di forze, con l’obiettivo di condividere un progetto sui giovani e sul ter-

ritorio basato sui valori dello sport. In questa direzione va ricorda-ta l’adesione al Consorzio Etico ed il progetto Fair Play avvenuti nel 2007.Questo ha fatto si che la società scaligera sia diventata una delle realtà giovanili con maggior numero di tesserati nel Veneto (640 atleti) e la prossima unione con la Scaligera Basket per quanto riguarda il settore giovanileLa struttura del Buster è molto articolata e, pur sotto un’ unica re-gia, va a cogliere i vari aspetti della specializzazione per ciascun settore, senza dimenticare tutte le possibilità di valorizzazione si-nergica. La “stanza dei bottoni” vede Sandro Bordato come Presi-dente e Giorgio Pedrollo come Vice, per proseguire con Gabriele Zuccher come Direttore Generale e Fabio Barba come Direttore

Tecnico, il tutto a confermare la stabilità societaria e la volontà di prosecuzione dei programmi che, per il prossimo triennio, prevedono un ulteriore consolidamento della Società.La prima squadra del Buster partecipa in que-sta stagione al campionato di serie C regionale, dove ha conquistato il passaggio alla secon-da fase, che porterà ai play off. Per quanto ri-guarda il settore giovanile, si conferma la linea che tante soddisfazioni ha dato in questi ultimi anni (innumerevoli i titoli provinciali conquistati dal 2002 in avanti). Ben 19 sono le squadre in campo (oltre alla C2), a cominciare dalla Promozione (com-posta dall’Under 19 e dagli under 21 aggregati alla prima squadra), per proseguire con le altre giovanili e precisamente: 3 under 17, 3 under 15, 1 under 14, 4 under 13 e 5 under 12

Buster Basket, grandi grazie ai…piccoli!

Piccoli “giganti” crescono

Riflettori puntati sul Buster Basket, società che ha fatto parlare di sé negli ultimi tempi non solo a Verona, ma in tutta la regione. Ecco il perchè.

basket

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di cui 1 femminile, oltre alla squadra Amatori Csi. Grandi attenzioni anche per i 6 centri minibasket (S. Lucia, B.go Milano, B.go Venezia, B.go Roma, C. Azzano e Poveglia-no), coordinati dalla Prof.ssa Emanuela Bazzoni, che da

alcune stagioni è il centro minibasket più grande del Veneto (340 iscritti). Dulcis in fundo “Buster Disabili”, la branchia che

raccoglie il mondo delle disabilità dove, oltre alla squadra di Basket in Carrozzina, è stato creato anche un gruppo di Disabili Mentali in collaborazione con la Coop. Sociale Azalea Blù. Que-sto inoltre è il primo anno di “Pink Buster”, il buster al femminile, nato grazie all’aiuto di APID Verona (Ass. Piccola Industria Don-ne) ed in accordo con il Famila Schio. Da non dimenticare infine il BusterCamp, che ogni fine estate porta circa 150 ragazzi della società a fare assieme una settimana di basket e divertimento.E veniamo all’altro più aspetto, decisamente più interessante, e cioè la collaborazione con la Scaligera Basket Tezenis: la novità riguarda la nascita, a partire dalla prossima stagione, di Scalige-raBuster VR - Settore Giovanile, che andrà ad unificare in un’unica struttura le due realtà con un progetto triennale molto ambizioso. «Stiamo lavorando per creare una una sinergia con la Scalige-

ra - ha annunciato il presidente Bordato - si tratta di un ulteriore opportunità per il settore giovanile del Buster, cioè l’opportunità di giocare campionati d’Eccellenza e quindi crescere dal punto di vista tecnico creando, perché no, anche giocatori per la serie A». Come detto, questo “matrimonio” avverrà con l’inizio della prossima stagione, ma le basi sono state poste con anticipo ed è stata la logica conseguenza dell’ingresso nella Scaligera Basket di Pedrollo e Bordato come soci di minoranza (Giuseppe Vicenzi detiene sempre la maggioranza). Il lavoro da fare è parecchio, ma l’entusiasmo e la voglia di fare non mancano, come ha sottoli-neato Andrea Fadini, direttore generale e amministratore delega-to della Scaligera Basket: «Questo progetto ha un duplice scopo: mettere assieme i benefici di un grande lavoro che il Buster ha fatto in questi anni a livello territoriale e sociale, cercando di unirlo a una realtà di eccellenza giovanile e quindi di uno sbocco ver-so una realtà professionistica. L’idea è molto bella, l’unione fa la forza: si può creare un bellissimo movimento e noi, con l’opera di Gabriele Zuccher e tutti i suoi collaboratori, speriamo veramente di fare un buon lavoro».

Andrea Etrari

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Diversamente in Danza, quando l’arte supera le barriere

Uno sport per tutti

Perché sul palcoscenico non ci sono distinzioni? A differenza, purtroppo, di quello che accade nella vita di tutti i giorni…

Forse non tutti sanno che a Verona esiste un gruppo di artisti dav-vero speciale. Unico nel suo genere perché grazie all’intrapren-denza di Giorgia Panetto la danza ha saputo sensibilizzare gli

ambienti artistici al tema della disabilità.L’Associazione Diversamente in Danza (con sede a Lugagnano di Sona in via Roma, 11) è riuscita ad avvicinare alla danza le persone diversa-mente abili. Abbiamo incontrato Giorgia Panetto la prima a credere in un sogno: far salire sul palcoscenico artisti “speciali”.

La nostra associazione – spiega Panetto - propone sei laboratori Core-ografici integrati in alcune Scuole di Danza della Provincia di Verona, ai quali partecipano una settantina di persona, metà delle quali disabili, con un’età compresa tra i 7 e i 45 anni. Abbiamo deciso di chiamarci Diversamente in Danza perche tutti siamo diversi e la nostra diversità di-venta la ricchezza dei nostri incontri. Diversamente perché nella diversità troviamo lo stimolo per superare quei limiti che tutti abbiamo, siano essi fisici, intellettivi o emotivi, perché ogni nostro incontro è diverso. In danza perché la danza è un linguaggio accessibile a tutti, perché con la danza diamo voce anche a chi non ce l’ha. Il Laboratorio Integrato, quindi, non è un corso di danza per persone disabili dove i soggetti abili li aiutano nell’apprendimento; è piuttosto uno spazio dove la presenza di persone che sperimentano ogni giorno i propri limiti, permette di acquisire più facilmente la consapevolezza dell’ostacolo e di lavorare insieme alla ri-cerca di un passaggio coreografico per superarlo.

Com’è nata l’idea di formare questo gruppo?Quando ho iniziato questa avventura ave-vo solo 20 anni. Venivo dal mondo della Danza Classica e mi trovavo di fronte ad un bivio: smet-tere o insegnare. L’amore per la danza era troppo forte per poter smettere, ma l’idea dell’inse-gnamento mi infastidiva, non mi piaceva la prospettiva di dover un giorno essere io a porre le mie allieve di fronte a que-sto bivio: il fisico consente o il fisico non consente. È stato allora che ho cominciato a chiedermi cosa signi-ficasse interpretare sulla scena, in che modo il corpo di un danzato-re potesse diventare il corpo dello spettatore che lo osservava. Ed ancora chi decide cosa sia perfetto nell’arte? In che rapporto sono normalità, perfezione, diversità?

In quel periodo mi imbattei per caso in uno spettacolo di Danceability, frequentai anche dei loro corsi a Padova, e successivamente il gruppo “MeLaDanzo” di Pierluigi Zonzin, sperimentando anche io cosa significasse danzare con persone diversamente abili.

Cosa vi contraddistingue?Questo progetto propone una par-tecipazione attiva degli utenti alle attività performative vere e proprie, intendendo il palcoscenico come formidabile luogo di integrazione, a favore di tutti i disabili che lottano non per diventare normali, ma per essere se stessi. Per noi, andare in scena è fondamentale. Non solo perché co-stituisce un’ulteriore sfida su-perata, n o n solo

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danza

Perché sul palcoscenico non ci sono distinzioni? A differenza, purtroppo, di quello che accade nella vita di tutti i giorni…

perché significa andar oltre ai limiti che la società spesso ci impone (a partire dall’inaccessibilità dei palcoscenici), ma anche e soprattutto per-ché significa comunicare. Attraverso le nostre performance vogliamo portare a tutti un messaggio di integrazione vera e possibile: ognuna di noi in scena dà il meglio di sé e porta il suo contributo – unico e perso-nale. Tutti i nostri spettacoli parlano delle nostre difficoltà, ma anche di come le superiamo. Parlano della nostra amicizia e della profonda stima e rispetto che abbiamo uno verso l’altro. Parlano della vita quotidiana e dei sentimenti che viviamo. Parlano di gioia e di dolore.

Che spettacoli proponete?Dal 2003 ad oggi sono stati realizzati 5 spettacoli e svariate performance. Lo spettacolo del 2008 “Danz’Abile” rappresenta l’idea stessa sottesa al progetto stesso di questo corso/percorso di Danza: il concetto del limite. Attualmente in repertorio abbiamo “Elementi”, ispirato alla diversità della Natura che ha creato l’Universo secondo l’Antica Filosofia e “Parole di Silenzio” che parla del peso che hanno le parole quando ci approcciamo a un Altro da noi. Nel maggio 2011 sarà pronto il prossimo spettaco-lo...Quando andiamo in scena portiamo i nostri limiti, ma con la forza di chi dice: l’unico modo di scoprirli è quello di oltrepassarli, spingendosi nell’impossibile.

Come reagisce il pubbli-co?Spesso il pubblico si com-muove quando viene a ve-derci. Noi speriamo che in-sieme alle lacrime cadano anche un po’ di pregiudizi.

Sono tanti gli attestati di stima che si possono leggere anche sul vostro sito e non sono mancati riconoscimenti presti-giosi.Per noi il riconoscimento più grande è essere ap-prezzati dal pubblico, in particolare dai giovani, quando ci esibiamo per le scuole. Un altro grande successo è stato essere ammessi a importanti ras-segne di danza nel vero-

nese come “Momenti di Danza” nel maggio 2009 e “Il colori della Danza” a teatro Romano nel giugno 2010.Nel maggio 2010 abbiamo vinto il primo premio al Festival Internazionale delle Abilità Differenti di Mo-dena

Il vostro sogno di andare in scena si è realizzato. E adesso?Il nostro sogno è continuare sempre meglio. Cre-scere come gruppo con altre persone abili e diver-samente abili che abbiano voglia di provare il bri-vido di calcare la scena. E crescere sempre di più qualitativamente per vincere altri premi in concorsi non necessariamente riservati solo ai gruppi integrati, ma con altre scuole di danza. Prossimi progetti?Stiamo preparando la nuova coreografia per partecipare alla rassegna Momenti di Danza il 30 aprile al teatro Astra di San Giovanni Lupatoto. Il 14 maggio ci esibiremo in uno spettacolo benefico per la Croce Verde di Isola della Scala e poi speriamo di essere nuovamente invitati a “I colori della danza.

Noi di sportdipiù ci auguriamo che con il vostro lavoro e la vostra passio-ne possiate abbattere tutti i pregiudizi e che a passi di danza possiate conquistare i palcoscenici più prestigiosi.

Per info: www.diversamenteindanza.it - info@diversamenteindanza

Alessandra Rutili

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10Campionati del mondo, 11 Coppe del Mondo e 5 Ti-toli europei. Pochi numeri per dare l’idea del talento di Vladi Panati che dal 1993 al 2009 è stato il prota-

gonista assoluto del mondo della canoa. La sua passione per la discesa nasce quando Panato è solo un ragazzino e grazie al professor Alviano Mesaroli inizia a fare pratica sull’Adige. Con il tempo si specializza nella canadese monoposto, un’imbarcazio-ne nella quale si sta in ginocchio e si utilizza una pagaia con una sola pala. Con il Canoa Club Pescantina il pagaiatore dei “gor-ghi dell’Adige” conquista tutti i podi nazionali ed internazionali. Nel 2009 lascai da vincente l’attività sportiva professionistica e decide di allenare i ragazzini. Lo abbiamo incontrato nella sua casa di Pescantina, a pochi passi dall’Adige, quel fiume al quali Panato ha dato tanto e che ancora oggi gli permette di vivere la propria passione per la ca-noa.

Vladi Panato e canoa sembrano essere un binomio indisso-lubile, quando hai iniziato a praticare questo sport?

Avevo solo 13 anni e come tutti i ragazzini di quell’età avevo pro-vato altri sport, come per esempio il calcio, poi un giorno Alviano Mesaroli mi ha proposto di provare con il kajak e da qual giorno mi sono innamorato della canoa fluviale.

Ricordi la tua prima vittoria?

Certo… era il 1989, gareggiavo come juniores e vinsi i precam-pionato del mondo. Una gioia grandissima, anche se ogni gara vinta è stata importante perché tutte avevano tipologie e diffi-coltà diverse ed ogni volta era una sfida prima di tutto contro se stessi”.

Hai lasciato da poco il mondo agonistico e non sembra ci sai un altro “ Panato”, perché hai scelto di smettere?

Era da anni che avevo intenzione di smettere anche perché con il passare degli anni la tensione prima delle gare aumentava sempre di più e perché è molto più difficile confermarsi che non vincere. Mantenersi sempre ai massimi livelli costa molto impe-

gno anche perché gli avversari sono sempre più giovani. Ho deciso di smettere per dedicarmi ai ragazzi, mi auguro che la mia esperienza li possa aiutare.

Che caratteristiche deve avere un canoista?

In questo sport conta molto l’aspetto psicologico. Quando si af-fronta una discesa si deve fare i conti con la natura e con gli imprevisti. La preparazione è importante, ci vuole sacrificio, per questo io spiego ai ragazzi che conta molto l’impegno nello sport ma soprattutto nella scuola. Tutti possono andare in ca-noa, il nostro territorio offre molte possibilità sia per la discesa, che per lo slalom e la velocità. E’ una sfida contro se stessi e gli imprevisti del fiume.

Se tornassi in dietro nel tempo cambieresti qualcosa della tua carriera?

Rifarei tutto, dall’inizio alla fine. Rifarei i sacrifici che mi hanno portato a raggiungere traguardi importanti, la canoa fa parte di me

Grazie al tuo palmares questo sport ha ottenuto molta più visibilità, ma cosa si potrebbe fare per promuoverla?

La canoa è uno sport che non ha grandi introiti economici ed inoltre c’è una carenza nelle infrastrutture. Ci sono paesi come la Francia nei quali la promozione ha portato ottimi risultati in termini di numero di praticanti. Mi auguro che anche da noi si pensi a migliorare gli impianti lungo i fiumi. La speranza è che in futuro questa disciplina entri alle olimpiadi con gare nei canali artificiali. Per il momento invito tutti a provare questo sport emo-zionante. Venite al Canoa Club Pescantina, a maggio iniziano i corsi e avrete la possibilità di mettervi alla prova.

Vladi Panato ha scelto di insegnare agli altri i segreti della canoa e in attesa di scoprire un nuovo campione continua a vivere le emozioni che solo il fiume può dare.

Alessandra Rutili

Il campione di Pescantina, dopo anni di carriera ad altissimi livelli, oggi allena i giovani canoisti.

Vladi Panato e la canoa: come lui nessuno mai.

Una vita per la canoa

campioni di ieri

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campioni di ieri

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www.sportdipiu.com • 33 speciale benessere

La redazione di

sportdipiu, in collaborazione

con il centro Gardacqua

presenta un piccolo

vademecum dedicato a chi,

dopo la pausa invernale,

vuole ritornare “in pista”

praticando il proprio

sport preferito.

Attenzione però:

prima di “ripartire”

verificare la forma

fisica dal proprio medico!

BUON DIVERTIMENTO!

SpecialeBenessere

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Il risveglio del corpo dopo il periodo invernale: l’importanza della ripresa fisicaAlla ripresa dell’attività sportiva dopo la pausa invernale gli obiettivi primari sono senza dubbio recuperare la forma, “cancellare” qualche chilo di troppo ma soprattutto...

...rimettere in moto il fisico che, con le temperature rigide, si è leggermente “rilassato”.

speciale benessere

DIETE TROPPO RESTRITTIVE

Le diete troppo restrittive sono un errore sempre. Lo sono ancora di più dopo un periodo durante il quale abbiamo abituato il nostro organismo all’abbondan-za di cibi e sapori.Rimediare ad un errore commettendo un altro errore non è la strada corretta da seguire!Quindi passare da un eccesso (troppo cibo!!) ad un’altro eccesso (troppo poco cibo!!) non è l’approccio corretto per risolvere il problema dei chili di troppo da smaltire.Un’altra pericolosa tendenza tipica dei periodi post festivi: affidare le nostre speranze di dimagrimento e recupero della forma fisica ad un piano alimentare totalmente nuovo e sconosciuto. Comportarsi in questo modo ci espone al rischio di abortire qualunque piano alimentare prima ancora che questo cominci a sortire qualunque risultato!!

PROGRAMMI DI ALLENAMENTO TROPPO IMPEGNATIVI

L’eccesso di zelo dovuto al periodo di riposo fisico a agli eccessi calorici ripetuti, ci porta a commettere il secondo tipico errore del periodo post invernale.Tipicamente facciamo coincidere la ripresa degli al-lenamenti con la ripresa delle normali abitudini di vita e di lavoro e questo è molto negativo per il nostro fisico perchè non solo deve riabituarsi alla routine la-vorativa/scolastica ma anche deve riabituarsi a sop-portare la fatica fisica degli allenamenti stessi.Non solo, terminate il periodo di stop sottoponiamo il nostro organismo e la nostra mente a questo triplice stress: - ripresa della routine lavorativa- ripresa degli allenamenti- inizio di una nuova dieta restrittiva!!

OBIETTIVI TROPPO…AUDACI“Lascia o raddoppia”? Cosa vogliamo dire?La pericolosa tendenza dei periodi post-invernali è quella di rispolverare i nostri vecchi obiettivi di ritrovare la forma e raddoppiarli.Ecco che chi, prima durante l’inverno, voleva perdere 5 chili in primavera ne vuole perdere 10. Chi voleva ridurre il giro vita di qualche centimetro, in primavera sogna la mitica “tartaruga”Porsi obiettivi elevati è la cosa più positiva che una persona possa fare nella sua vita, ma porsi degli obiettivi elevati in modo scellerato è solo fonte di ansia, frustrazione e abbandono dell’obiettivo!!

Gli errori che più comunemente vengono commessi al termine del periodo invernale sono:

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NON SOLO FATICA!

L’esercizio fisico, sebbene svolto con le giuste cautele, è sempre e comunque uno “stress” per il nostro fisico. Ecco quindi alcuni consigli sul come “alleggerire” i nostri muscoli e le tensioni articolari.

FISIOTERAPIA

Letteralmente “Fisioterapia” significa “trattamento at-traverso metodi fisici”: lo strumento del riabilitatore è infatti l’esercizio.La fisioterapia non ha come scopo la cura dell’infiam-mazione in corso, ma agisce sui suoi effetti per miglio-rare le attività della vita quotidiana (vestirsi, lavarsi, camminare, etc.) e quindi l’indipendenza e la qualità di vita del bambino e di chi lo accudisce.Il fisioterapista guida entrambi costoro a conoscere quali sono le possibilità di movimento sia nell’attività spontanea sia nell’attività sportiva, contenendo con-temporaneamente la paura del dolore del bambino e gli atteggiamenti iperprotettivi degli adulti, che gene-ralmente non favoriscono un buono sviluppo naturale.Il ciclo riabilitativo deve essere personalizzato in base alle esigenze emerse in sede di valutazione. Inizia nella struttura individuata e si completa a domicilio con l’uso di ortesi e con lo svolgimento quotidiano del programma di esercizi.

IL MASSAGGIO SPORTIVO

Il massaggio sportivo è un tipo particolare di mas-saggio eseguito su specifiche regioni corporee al fine di migliorare la performance atletica . Le finalità del massaggio sportivo sono numerose, alcune si basano su fondati presupposti scientifici, mentre altre derivano da osservazioni ed esperienze di chi le esegue. I suoi numerosi benefici derivano da due particolari presupposti: - azione diretta data dall’aumento del flusso ematico con conseguente ipertermia locale (anche se vari studi non hanno ancora confermato questa ipotesi, apparentemente piuttosto ovvia)- azione indiretta data dalla contemporanea eccita-zione di terminazioni nervose e conseguente stimola-zione del sistema nervoso parasimpaticoDa questi due elementi derivano tutte le proprietà benefiche attribuite al massaggio sportivo, tra le quali rientrano: riduzione delle tensioni muscolari, diminuzione dei livelli plasmatici di cortisolo e sero-tonina con conseguente riduzione dello stato d’ansia e miglioramento dell’umore(a tale diminuzione si associa un aumento delle endorfine circolanti con conseguente inibizione della sensazione dolorifica), riduzione della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa, stimolazione della microcircolazione locale, effetto drenante abbinato ad accelerata rimozione dell’acido lattico e delle scorie metaboliche prodotte durante l’attività sportiva, decongestionamento e rilassamento dei i tessuti, abbinato ad accelerata guarigione dalle contratture muscolari, prevenzione degli infortuni, preparazione muscolare all’attività fisica. Il massaggio sportivo trova dunque applicazione non solo dopo una gara, ma anche tra una competizione e l’altra o prima della gara stessa. Tutti possono usufruire dei benefici di questo tipo particolare di massaggio, indipendentemente dall’età, dal tipo di sport praticato e dal proprio livello prestativo.

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speciale benessere

OBIETTIVO…COSTUME!

Al termine di un lungo periodo invernale durante il quale abbiamo impigrito le nostre abitudini di vita e la nostra alimentazione, dobbiamo usare molto buon senso per recuperare la nostra forma fisica. Ecco alcuni semplici e poco “invasivi” consigli per rimettersi in forma per la “prova costume”

Riordino alimentare e non restrizione alimentare!

Purtroppo il nostro organismo non “ragiona” come ragioniamo noi e dunque se per alcuni giorni lo ab-biamo tenuto ad un regime alimentare ipercalorico, non sarà con un regime alimentare ipocalorico che rimedieremo alla situazione.Passare da una dieta ipercalorica ad una ipocalo-rica significa mettere il nostro fisico in due condizioni estreme e dannose per la salute. (come dicevo nel precedente articolo rimediare ad un errore commet-tendo un altro!)La via da seguire è quella del riordino alimentare (non quella della restrizione!).Per ricominciare a recuperare la forma fisica, piut-tosto che ridurre drasticamente le calorie, sarà importante ritornare a normalizzare l’assunzione dei nutrienti bilanciando correttamente la quota di proteine, di grassi e di carboidrati.Infatti fisicamente e psicologicamente il nostro organi-smo rifiuta le restrizioni caloriche troppo ardite e troppo prolungate e fa di tutto per boicottare tale situazione.Viceversa, quando ben nutrito con una alimentazione bilanciata e regolare, il nostro fisico tende a sbaraz-zarsi automaticamente di ciò che ha in eccesso e non gli serve in quel momento, ovvero il grasso!Dunque il modo corretto per tornare ad una forma fisica ottimale preservando al salute è quella di ritornare ad un regime alimentare normo-calorico e normo-bilanciato.

Allenamento fisico e non torture fisiche!

Il momento in cui si riprende ad allenarsi dopo una pausa prolungata è molto delicato e va gestito in modo saggio e lungimirante.Il nostro fisico e la nostra mente si abituano velo-cemente a tutti. Si abituano velocemente anche al riposo. Dunque catapultarci in palestra o in piscina e iniziare a “spron battuto” è sbagliato per due motivi: non ne siamo pronti fisicamente, non ne siamo pronti psicologicamente!Il nostro fisico e la nostra mente leggeranno questo repentino cambio di situazione non come un allena-mento ma come una tortura e faranno di tutto per rimuoverla boicottando sin dall’inizio i nostri piani di ripresa della forma fisica.L’idea è quella di ricominciare ad allenarsi un numero di volte leggermente inferiore rispetto a quello che eravate abituati e con numero-serie di esercizi e cari-chi inferioriSuccessivamente, nell’arco di 4 settimane, riporterete i parametri di allenamento al vostro livello iniziale e dopo lo supererete migliorando la vostra salute e la vostra forma fisica.

consiglio n° 1

consiglio n° 2

speciale benessere

a cura della Redazione sportdipiù in collaborazione con

Obiettivi realistici!

E’ qui che viene il bello!I due errori precedenti (restrizione alimentare e programmi di lavoro troppo impegnativi) nascono dall’incapacità di porre un obiettivo realistico in un arco di tempo troppo breve.Siamo portati a pensare che più facciamo e prima arriviamo al traguardo che ci siamo dati!Come ho detto prima il nostro fisico non ragiona come ragioniamo noi!Il nostro organismo ha i suoi tempi e i suoi ritmi e se vogliamo renderlo migliore in salute e aspetto este-tico dobbiamo farlo rispettando questi suoi tempi e ritmi, soprattutto non forzandoli.Non abbiate fretta, siate lenti ma costanti. Datevi i tempi di attesa giusti. Siate pazienti e pianificate correttamente nel tempo i vostri obiettivi.

Solo così li raggiungerete tutti!!

consiglio n° 3

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parapendio

Emozionitra le nuvole

Alla scoperta del parapendio

Uno sport utile anche per ritrovare la serenità e la pace

C iao Ragazzi!Nonostante stia scrivendo in una giornata uggiosa e piovosa di febbraio, abbiamo avuto il piacere di un assaggio di primavera

in questi ultimi giorni. I primi caldi hanno risvegliato il desiderio di stare all’aperto e di condividere in compagnia l’emozione di stare in aria col nostro “straccetto”. Come da promessa, siamo pronti a re-iniziare la nuova stagione sportiva di parapendio, informando tutti i nostri assidui lettori e fan che da marzo saremo nuovamente operativi per far provare l’emozione di un volo in tandem, con un pilota abilitato, mentre la scuo-la tarderà ancora un mesetto a causa di espletamento ultime pratiche con l’Aero Club D’Italia (i primi di aprile). Ma il tempo passa in fretta!Grazie a tutti voi, nel 2010 abbiamo avuto un discreto numero di perso-ne che si sono interessate ed avvicinate al nostro sport, alcuni provan-

do il volo in tandem, iscrivendosi alla scuola di volo, altri solo venendoci a trovare condividendo con noi una giornata diversa dal solito ed indi-menticabile sotto molti aspetti, tutte questi amici sono stati fondamen-tali per la sopravvivenza della nostra piccola associazione sportiva di promozione del volo libero nel veronese e ci hanno dato tanta carica e voglia di continuare a promuovere questa magnifica attività.

Vi aspettiamo per informazioni ed altro e nel frattempo vi auguriamo... “BUONI VOLI!!!”.

Info: www.yetiextreme.it - 345852387www.sportdipiu.com • 39

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golf

Intervista a Matteo Manassero, il giovane campione veronese di golf protagonista sui green di tutto il mondo. Serietà, intelligenza e umiltà fanno di Matteo un esempio da seguire. Non solo dai più giovani

Da promessa a campione indiscusso

Matteo innanzitutto perché ha scelto il golf?Ho scelto il golf non volutamente ho sempre voluto giocare chiedevo a papà e mamma di portarmi a

tirare i primi colpi e a casa l’unica cosa alla tv erano gare di golf , quindi é sempre stata una passione

Quando hai iniziato a calcare i green?A tre anni ho tirato i primi colpi con mio padre che iniziò tre anni prima

Giocare a golf ti “distingue” dai tuoi coetanei, non solo sportivamente parlando, ma anche come stile di vita…mi porta a viaggiare molto essere spesso via di casa questo mi fa vedere posti nuovi pero mi toglie un Po di divertimento con gli amici , ma la vita da professionista la auguro a tutti

Che caratteristiche-doti deve avere un golfista?il golfista come tutti gli sportivi ha bisogno di talento, una testa molto forte e audace nel continuare a lavo-rare nei momenti più duri queste secondo me sono caratteristiche fondamentali ma il golf è bello perchè da possibilità a molti giocatori diversi con diverse caratteri-stiche

Racconta le tappe più importanti della tua carriera…sono entrato in nazionale a 13 anni il grande successo l’ho avuto a 16 anni con il british amateur dopo di che da dilettante ho finito bene in due major tra i professionisti e da li ho deciso di passare al professionismo e ad ottobre 2010 ho vinto la prima gara da professio-nista .

Manassero: the won der kid of golf!

Il golf è bello perché da la possibilità a molti giocatori diversi con diverse caratteristiche

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golf

Palmarès

2009 - The Amateur Championship1º classificato2010 - Castellò Masters1°classificato

Statistiche aggiornate al 25 ottobre 2010

Quanto il successo ti ha cambiato la vita?il successo è stato un raggiungimento di un sogno che ho sempre avuto dal punto di vista golfistico mi ha dato tantissima fiducia e mi sta dando possibilità di raggiungere obbiettivi molto più alti a cui prima non pensavo

Cosa fai oltre a giocare a golf?la mia grande passione è il calcio ho sempre giocato fin da bambino sono tifoso milanista e spesso a casa gioco com gli amici quando c’è tempo

Il presidente del Comitato Regionale Vene-to della Federazione Italiana Golf Stafano Mazzi parlando di te ha detto: “Manasse-ro all’estero ha la stessa fama e succes-so di Messi nel calcio”. E’ davvero così? E perché questo non accade in Italia?stessa fama di Messi è esagerato penso di essere conosciuto ma non così tanto in Italia il golf è in crescita con i nostri ottimi risultati e sono convinto che in futuro sarà come all’estero

Quale campione ti ha colpito di più, come doti tecniche e umane, durante i tornei?ho fatto parecchia amicizia con rory mcilroy che considero essere tra i giovani più talentuosi di sempre , lo ammiro molto

Che rapporto hai con la tua città?ottimo rapporto mi piace ci sono sempre vissuto e sono con-tento quando ci sono settimane di riposo di tornare a Verona

Cosa vuoi fare da grande? (ad aprile Matteo diventa mag-giorenne n.d.r.)Se escludiamo il golf direi che l’obiettivo numero uno è…pren-dere la patente!

Se non avessi giocato a golf quale altro sport ti sarebbe piaciuto fare?Avrei scelto sicuramente una palla più grande e mi sarei dedi-cato al calcio.

Il Comune di Verona ti ha premiato con il Cangrande d’Oro 2010: propositi per il 2011?L’obbiettivo per il 2011 è entrare nei primi 50 del mondo il prima possibile per giocare nelle gare più importanti . Se poi dovesse arrivare un altra vittoria….

Alberto Cristani

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Fra le valutazioni funzionali che si possono utilizzare, un posto di primissimo piano spetta alla stabilometria, questa permette la valutazione delle risposte adattative del sistema tonico postu-

rale, ovvero la “stabilità” del soggetto. L’ausilio della pedana stabilometrica è necessario per quanticare le oscillazioni posturali del soggetto in ortostasi ed analizzare le strategie utilizzate per mantenere tale posizione.La rappresentazione della variazione che subisce la posizione della proiezione al suolo del baricentro del corpo forma il cosiddetto gomi-tolo posturale.Le caratteristiche del gomitolo sono la posizione ed in particolare il centro medio sia in senso antero-posteriore che medio-laterale, la su-perficie, la lunghezza, la frequenza d’oscillazione.Nella stabilometria si possono avere quindi valori standard di normalità determinati rispetto ad un numero di soggetti ritenuti sani oppure ri-spetto ad un campione di atleti di una determinata disciplina sportiva. Nello studio della postura è importante valutare come il soggetto si rie-quilibra in varie situazioni, in particolare si valutano i dati ad occhi aperti rispetto ai dati ad occhi chiusi; i dati con le scarpe e quelli scalzi.Il confronto fra i valori ottenuti ad occhi aperti rispetto a quelli ad occhi chiusi è di fondamentale importanza perché nel caso delle misure ad occhi aperti dovrebbe dominare l’afferenza visiva che ha un guadagno significativo nella postura. Il guadagno dell’afferenza è il peso che questa ha rispetto alle altre nel determinare la risposta adattativa, quando invece gli occhi sono chiusi l’entrata sensoriale visiva ed oculomotoria non ha nessuna influenza per cui il soggetto si affida solo alla propriocezione sensoriale.In questo modo si possono ottenere informazioni anche sull’entrata visiva ed oculomotoria in quanto il riscontro di valori di oscillazione maggiori ad occhi aperti indicherà un’interferenza destabilizzante di questo sistema essendo non fisiologica una situazione di questo ge-nere. Registrando e misurando il gomitolo nelle varie situazioni con gli

occhi chiusi ovvero: bocca chiusa, bocca

spalancata; con testa ruotata a destra ed a sinistra; si possono valu-tare rispettivamente l’influenza dell’occlusione temporo-mandibolare e le influenze cervicali. Queste misurazioni si eseguono in condizioni base ovvero come nor-malmente si trova il soggetto e in tutte le altre situazioni che si vogliono verificare in relazione all’inquadramento del soggetto (es: monopoda-lico). Così il confronto fra i gomitoli della misura in situazione base con quelli ottenuti ad esempio con una correzione podalica (plantare), ci evidenzia l’effetto che la correzione produce indicandoci l’opportunità di eseguire quella correzione.Lo studio della postura attraverso la stabilometria risulta di estrema utilità anche durante un programma riabilitativo (es. soggetto operato di protesi d’anca o di ginocchio) al fine di personalizzare il protocollo rieducativo in base alle specifiche necessità individuali.Un altro campo dove risulta importante misurare la “stabilità posturale” del soggetto è nei giovani, in particolare nell’età compresa tra i 10 ed i 14 anni.In questa fascia di età risulta fondamentale intervenire con program-mi specifici al fine di assecondare uno sviluppo posturale ottimale; infatti i più recenti studi eziopatogenetici hanno dimostrato che la sco-liosi ha un’origine genetica che determina una ritardata maturazione di alcuni centri nervosi di controllo della postura e del movimento e che attraverso l’allenamento propriocettivo è possibile evitare. La stabilometria ci consente di verificare e misurare se esiste qualche

anomalia nella gestione dell’equilibrio e di conseguen-za nella postura.

Giorgio Pasetto

info:Bernstein@Lab

www.centrobernstein.it [email protected]

tel. 045/8300454

Quanto stabile sei?Al Centro Bernstein

La Stabilometria e la Postura. Dall’atleta, all’anziano fino al bambino

gomitolo posturale

medicina dello sport

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medicina dello sport

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La passione infinita per la pallavolo

Mondiali di volley, finali di Coppa Italia, organizzazione di Sport Expo. Oltre ai “normali” impegni come direttore generale della Fondazione Bentegodi e di un’attività commerciale da seguire. Non si ferma mai Stefano Bianchini, presi-

dente della Fipav veronese, uomo di fiducia dell’amministrazione comunale nell’orga-nizzazione dei grandi eventi di pallavolo e di altro ancora. Sempre accompagnato da una passione incredibile grazie a cui riesce a far fronte ai mille impegni.

Presidente, come riesce a conciliare tutte queste attività?Con tanta voglia di fare. Ho da sempre la passione di organizzare eventi, e con la Fe-derazione in dieci anni siamo riusciti a fare 18-19 mani- festazioni importanti, credo queste siano un po’ il fiore all’occhiello di quanto fatto fino ad oggi.Grandi eventi non solo di pallavolo ma anche di altri sportAmo tutto lo sport, per il volley c’è una pas- sione par-ticolare ma basti guardare SportExpo e si capisce come l’interesse sia per tutte le disci- pline spor-

tive. Sono orgoglioso di essere riuscito a creare SportExpo, assieme al comune e alla

regione che ci hanno dato una mano, una ma-

nifestazione che dà la pos-sibilità a tutti gli sport di farsi

conoscere e viceversa a tutti i bambini di poter scoprire discipline

nuove e e appassionanti. E’ sull’unione tra le varie discipline che bisogna puntare,

senza paura che uno sport possa rubare atleti ad un altro, l’unica paura che bisogna avere è quel-

la che un ragazzino smetta di fare sport. Com’è nata la passione per la pallavolo?

Da quando ero piccolo, anche in effetti ero scarso a giocare. Allora ho iniziato presto a fare il dirigente e nel 1986 ho fondato la Benaco Volley con cui ho vissuto una bellissima avventura.Sono entrato in Fipav nel 1988, diventando presidente sella sezione provinciale nel 2001 e iniziando un periodo pieno di soddisfazioni.Come presidente Fipav quali sono gli obiettivi?Intanto devo ringraziare il mio splendido gruppo di collaboratori, volontari che met-tono a disposizione il loro tempo, persone di cui mi fido ciecamente e di cui non potrei fare a meno. Basti pensare che il 3 gennaio, al rientro quindi dalle feste, alla riunione del comitato provinciale eravamo in 29 persone, segno che si è creato un grande gruppo con dei valori forti. Abbiamo dei buoni rapporti con tutte le squa-dre e anche la principale realtà cittadina che è la Marmi Lanza. Idee per il futuro?Non nascondo che mi piacerebbe andare a Roma per un incarico importante nella federazione italiana, anche se la mia Verona e il mio lago, che conosco bene visto che vivo a Bardolino, non li cambierei con niente altro. Per fare tutto questo ci vuole molto tempo...L’importante è che piaccia farlo, io amo questo mondo. Non ho figli e dedico tutto il tempo che ho alla pallavolo, con qualche sacrificio ma soprattutto con tantissima passione.

Luca Mazzara

Sotto retepallavolo

La passione infinita per la pallavolo

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Il presidente provinciale della Fipav racconta il suo volley

Sono circa 8 mila i tesserati che partecipano ai vari cam-pionati dilettantistici e giovanili di Verona e provincia, con un incremento negli ultimi tempi degli atleti del maschile. Il dato sale a quota 11 mila e 500 tesserati se nel conteggio vengono inseriti anche dirigenti , allenatori e accompagna-tori delle varie squadre. A Verona e provincia le società sono in tutto 85, con una tendenza sempre maggiore a raggrupparsi e a formare società più grandi unendo varie realtà di solito dello stesso territorio. I campionati federali gestiti dal comitato di Verona a livello giovanile sono divisi in under 12, under 13, under 14, under 16 e under 18, per poi passare alla Terza, Seconda e Prima Divisione.

kickboxing

“Calci e pugni”: uno sportper grandi e picciniInsieme a Daniele Orlandi, insegnante ed ex atleta azzurro, conosciamo questa singolare quanto interessante disciplina nata in America.

Il termine “Kickboxing” (letteralmente “tirare di calcio e di pu-gno”) nasce nel 1974 negli Stati Uniti con il nome di “Full Contact Karate”. Considerata la più occidentale nel vasto

panorama degli sport da combattimento, la Kickboxing riscuo-te fin da subito un enorme successo che la porta a valicare i confini e a sbarcare in Europa e in Italia verso la fine degli anni ’70. Per conoscere meglio questa interessante disciplina abbiamo scambiato quattro chiacchere con Daniele Orlandi, atleta ed insegnante di Kickboxing.

Daniele, spiegaci brevemente cos’è la Kickboxing.La Kickboxing è uno sport di combattimento dove coe-sistono più discipline, alcune a “contatto leggero” ed altre a “contatto pieno”. Le specialità di Kickboxing sono 6: Semi contact, Light-contact, Full contact, Low-kick, Kick-light e Forme musicali.Il Semi contact, (o Point fight) viene prati-cato sul tatami. E’ la versione di Kickbo-xing che rimane più vicina al Karate. L’incontro viene fermato dall’arbitro ogni volta che una tecnica viene portata a segno. I punti ven-gono assegnati a seconda della tecnica usata e del bersaglio colpito. E’ consentito colpire il busto e il viso ma non por-

Uno sport nato negli anni settanta

tare a ko. Il Light-contact è uguale al precedente per quel che riguarda il punteggio, ma il combattimento è continuo e i colpi non hanno limite di numero. Nel Full contact, invece, il combat-timento è reale come in un incontro di Boxe, si volge sul ring e il ko, oltre che consentito, è pure cercato. I colpi sono liberi e cercano più di forzare la guardia avversaria che di eluderla. Il Low-Kick ha le stesse regole del Full con l’aggiunta dei colpi agli arti inferiori mentre il Kick-light ne è la versione “leggera”. Nelle Forme musicali la lotta viene simulata con elementi di arti marziali e acrobatica eseguiti a ritmo di musica, a corpo libero o con le armi.

Quando e come è nata la tua passione per questo sport? Ho iniziato a praticare arti marziali a 8 anni, nel 1993, nel team Agkai di Ronco all’Adige, imparando il Karate. Nel 1996, quan-do sono passato al team Auxe di Mestre, ho appreso anche le tecniche della Kickboxing, allenato dal maestro Massimo Lorenzetto. Nel 2002, anno in cui sono entrato a far parte dell’Area- sport Team di Rovigo. Qui, sotto la guida di Silvano Giavoni, (7 volte campione italiano e medaglia di bronzo ai Mondiali di Vienna del 2002), ho vinto per due anni consecutivi, nel 2002 e nel 2003, il Campionato Italiano e la Coppa Italia Wka-Fkbi, ca-tegoria juniores -60kg di Semi contact. Passato alla categoria seniores -65 kg, ho vinto il Campionato Italiano nel 2004 e nel 2007 e la Coppa Italia negli anni 2006, 2008 e 2009. Nei tornei

internazionali, un primo posto all’European Open Championship a Widnau, in Svizze-ra, nel 2002 e un terzo alla Bavaria Cup a Monaco nel 2006.

Parlaci dell’avventura in azzurro.Nel 2006 entro a far parte della Naziona-le Italiana Kickboxing Fkbi, partecipando ai Campionati mondiali di Benidorm, in Spagna, uscendo purtroppo ai quarti. Nel 2007, sempre con la formazione azzurra, ho gareggiato a Karlsruhe, in Germania, portando a casa un bel secondo posto nella competizione a squadre e nel 2008, in Florida, un terzo posto nell’individuale categoria -65kg ed un’altra medaglia di bronzo con il team. Tornato dal Mondiale non avevo più stimoli, avevo bisogno di cambiare e così sono passato alla cate-goria Light-contact. Il mio nuovo obiettivo è di rientrare in Nazionale, questa volta in Fikb, federazione riconosciuta dal Coni che rappresenta la Wako in Italia, per par-tecipare ai prossimi Mondiali.

In questi anni sei riuscito a conciliare sport e studio facendo della tua passione la tua professio-ne. Nel 2008 ti sei laureato in Scienze Motorie a Verona ed ora, oltre ad allenarti in previsione delle gare, insegni.Ho iniziato nel 2004 con corsi di Kickboxing per bambini e adulti. E’ uno sport altamente formativo, specialmente per i più piccoli: aiuta a prendere confidenza del corpo, a percepirlo, a riconoscerne la posizione nello spazio e scoprirne le poten-zialità. Non tutti riescono allo stesso modo, l’obiettivo è renderli consapevoli delle proprie forze e dei propri limiti.

E poi c’è la specializzazione sull’autodifesa.Purtroppo la violenza sulle donne è all’ordine del giorno. Con l’Areasport Team ho organizzato dei corsi di difesa personale rivolti principalmente a loro, per aiutarle ad acquisire una mag-giore sicurezza di sé ed imparare a riconoscere potenziali si-tuazioni di pericolo. L’autodifesa è prima di tutto la capacità di evitare il conflitto e richiede una preparazione innanzitutto psi-cologica: insegniamo a neutralizzare l’aggressore per il tempo necessario a sfuggirgli. In questi casi essere preparate a reagire appropriatamente è fondamentale: non si tratta solo di apprendere tecniche di offe-sa, ma di imparare a ragionare e considerare anche gli aspetti emozionali e comportamentali.

Ste. Ch.

kickboxing

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bmx

Il BMX veronese è un movimento che

si esprime ottimamente in tutte le direzioni,

dall’attività promozionale giovanile fino a quella agonistica di alto livello

Calendario 2011 - Gare BMX in provincia di Verona:

17 marzo Pescantina Campionato d’Inverno

20 marzo Montorio Criterium Triveneto - 1a pr.

10 aprile Montorio Criterium Triveneto - 2a pr.

22 maggio S.G.Lupatoto Campionato Regionale Veneto

29 maggio Pescantina Campionato Provinciale

12 giugno S.G.Lupatoto Circuito Italiano - 4a pr.

02 ottobre Pescantina Criterium Triveneto - finale

Da luglio a Pescantina Summer Cup 2011

Settembre 14-21/7, 4-25/8, 1-8-18/9

Novembre Pescantina Christmas Cup 2011

Dicembre 12-13-26-27/11, 10-11/12

Una nuova stagione di sfide per

il BMX veronese

Una nuova stagione di sfide per

il BMX veronese

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bmx

Il BMX Racing italiano riparte da Verona. La stagione agonistica 2011 prenderà infatti avvio dalle piste della provincia con il Campionato d’Inverno in programma sul tracciato del BMX-X-Park di Pescantina

e la prima prova del Criterium Triveneto di scena a Montorio, rispettiva-mente il 17 e 20 marzo prossimi . Dopo la preparazione invernale che li ha visti impegnati da novembre a febbraio, con attività di potenziamento in palestra e intense sedute in pista per il perfezionamento della tecnica, i piloti veronesi sono pronti a confrontarsi sulle piste di Verona e provincia. Tre gli impianti in cui si svolgeranno le gare: la rinnovata pista Verde al Circolo Primo Maggio di Montorio, il BMX-X- Park di Pescantina e la pista nazionale presso il centro sportivo Libertas di San Giovanni Lupatoto. Il calendario è quantomai ricco e prevede, oltre alle gare in cui si as-segneranno i titoli di campione provinciale, campione regionale e cam-pione triveneto, anche una prova del Circuito Nazionale Italiano e tutta una serie di gare promozionali alle quali potranno partecipare i numerosi allievi delle scuole BMX della provincia.Verona è da anni un punto di riferimento per il BMX italiano, sola provin-cia sul territorio nazionale che vanti la presenza di tre società: Team Bmx Verona , Ciclomania Racing e Bmx Libertas Lupatotina, che tutti gli anni fanno incetta di titoli nazionali e promuovono lo sviluppo dello sport con un’intensa attività di avviamento al ciclismo. Centinaia di bambini e ra-gazzi si avvicinano ogni anno al mondo delle due ruote attraverso il BMX, il modo più divertente per imparare ad andare in bicicletta, lontano dalle insidie della strada e sotto la guida di istruttori qualificati.Ed è grazie al lavoro serio e costante portato avanti dalle società che,

in tutte le competizioni, lo spettacolo è garantito e spicca la qualità e il numero di atleti veronesi, un vivaio al quale attinge a piene mani la Federazione Ciclistica Italiana (F.C.I.) per la formazione della squadra azzurra. In particolare, gli Elite Manuel De Vecchi e Giacomo Fantoni si apprestano ad affrontare la lunga rincorsa alle qualificazioni per le Olim-piadi di Londra 2012. E’ un obiettivo che passa attraverso le durissime prove di Coppa del Mondo Supercross, una forma di BMX estrema in cui le dimensioni della pista e dei salti rendono il tracciato strettamente riservato ai migliori interpreti mondiali della disciplina.Un ulteriore riconoscimento al BMX veronese è arrivato a fine 2010 con la nomina a Formatore federale F.C.I. di Marco Barini (allenatore del Team Bmx Verona e assistente del D.T. nazionale Ludovic Laurent). Barini, una laurea in Scienze Motorie e 20 anni di esperienza agonistica, è entrato a far parte della ristretta selezione di specialisti della federazione preposti alla formazione dei futuri Maestri di Ciclismo.Il BMX racing veronese è un movimento sportivo che si esprime ottima-mente in tutte le direzioni, dall’attività promozionale giovanile fino a quella agonistica di alto livello, con la recente conferma della costruzione di un nuovo impianto di eccellenza nell’area della Spianà che non potrà che generare ulteriori stimoli e grandi opportunità di sviluppo della disciplina anche a livello internazionale.

Info online:www.bmxr.it - www.teambmxverona.com - www.bmxlupo.it www.bmxxpark.it

Alessandra Rutili

Una nuova stagione di sfide per

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Roller Downhill: la sfida all’estremo

Velocità e sangue freddo

Il pattinaggio raccontato dal veronese Max Bavieri, nazionale azzurro, oggi tecnico e allenatore di giovani atleti

Uomo eclettico e poliedrico, Max Bavieri ha fatto di una pas-sione il suo lavoro a tempo pieno. Vive per il pattinaggio, ma si divide fra molti interessi che apparentemente non

hanno molto in comune. Ho incontrato Max alla fine di un pranzo, per una chiacchierata che avrebbe dovuto farmelo conoscere…e invece, beh, mi sono caricata sulle spalle un bottino: ho conosciuto più di un Max! Si, perché in lui convivono il giornalista, lo scrittore, l’editore, il grafico, il cantante, lo showman e già, anche il pattinato-re! Personaggio eclettico dicevo, con una vena di misticità, tende ancora ad emozionarsi vagando nei ricordi della memoria. Cosa rara per chi ha raggiunto alti livelli. Perché ancora non lo sapete, ragazzi, ma Max è un atleta azzurro. Si, si, avete capito bene, fa parte della squadra nazionale di pattinaggio.Seguitemi allora, vi farò conoscere questo Maestro che ha por-tato in alto il nome di Verona con i suoi piazzamenti degni di un grande.Max Bavieri nasce a Peschiera del Garda nel ’68 e, terminati gli studi artistici, inizia a collaborare con alcune testate locali quali La Cronaca, La Voce di Mantova e Il Mattino di Bolzano, come illustra-tore di vignette satiriche. Inizia a muovere i primi passi anche nel campo del giornalismo, collaborando alla stesura di alcuni pezzi sportivi, vuoi per passione, vuoi per competenza. Negli anni ’90 fonda la prima rivista italiana dedicata al pattinaggio, diventando quindi editore di Sport in-line. Nutre una grande passione per il gioco strategico e per le rievocazioni storiche, tanto da portarlo a scrivere un libro in odore di pubblicazione.

Quando nasce Max la tua passione per il pattinaggio, e a quali traguardi ti ha portato nel corso della carriera agonistica?Quando inforco i pattini corre l’anno ’82, e coincide con la realizza-zione di una pista per il pattinaggio a Peschiera del Garda. Allievo fin da subito di Paola Sometti, all’epoca la più veloce pattinatri-ce del mondo, capisco subito che la scelta fatta è quella giusta, soprattutto perché maturata. Poi hanno giocato fatica, sudore e determinazione, senza i quali non avrei potuto piazzarmi in alto in molte competizioni. Inizio con la velocità, partendo dai campionati provinciali del ’92 con un primo posto assoluto, piazzamento che mi permette di proseguire con buoni risultati fino ad approdare al downhill, la più estrema delle specialità nel pattinaggio.La prima competizione di downhill è del ’94,a Losanna, a seguire ’98 e ’99, 2006, e 2010 a Teolo con un ventesimo posto ai mondiali assoluti. Nel 2002 organizzo il mondiale di downhill a Belluno, nel 2004 di-vento allenatore della nazionale tunisina e ho in curriculum anche l’organizzazione di una lunga serie di maratone, non solo in Italia.

Bavieri è anche maestro e allenatore di roller in alcune pa-lestre della provincia di Verona. Quali sono i requisiti che un principiante deve avere per intraprendere questa attività?La voglia di imparare deve essere più forte della paura di cadere. Questo concetto è fondamentale per iniziare a pattinare. Dal punto di vista fisico in realtà non ci sono limiti, il pattinaggio è uno sport per tutti, ci sono talmente tante specialità che è quasi impossibile non trovare quella giusta che fa al caso nostro. E poi diciamocelo, chi non ha un paio di pattini a casa?

L’insegnamento ti porta a lavorare a stretto contatto con i ra-gazzi. Trovi siano determinati e proiettati verso possibili obiet-tivi, o piuttosto hai la sensazione che possa bastare un osta-colo ad azionare i loro freni?I ragazzi di oggi mi piacciono, davvero! Credo siano dotati di intel-ligenza e sensibilità, hanno delle belle teste e, molti di loro, hanno sicuramente le idee chiare già in partenza. Ciò che loro manca, invece, sono determinazione, sacrificio e attenzione, troppo spes-so vengono distratti da fattori esterni. E la famiglia, in questo, a volte non aiuta. Troppe volte i genitori scarseggiano di tempo e, nella situazione attuale di crisi, anche di denaro. E’ fondamentale, soprattutto in età adolescenziale, affidare il proprio figlio ad un al-lenatore che sia anche educatore: una figura che si interessi alla crescita del ragazzo e al miglioramento della sua autostima. Allora azioneranno i freni per fermarsi di pattinare, questi ragazzi, non per rallentare la vita!

Agonismo verso insegnamento: quale dei due aspetti legati al pattinaggio ti ha regalato la soddisfazione più grande?Vedere degli allievi raggiungere il podio è, senza dubbio, una grande soddisfazione dal punto di vista professionale, perché ti rendi conto di quanto conta il tuo lavoro e allora, tutte le fatiche spese, hai la sensazione vengano spazzate come polve-re. Rimane spazio solo per respirare gioia immensa. E’ pur vero che chi proviene dall’agonismo, però, arriva a provare emozioni che rimangono tatuate nella mente. Emozione forte è rendersi conto che si sta tagliando il traguardo fra i primi, è ascolta-re l’Inno di Mameli quando il cuore ancora non ha smesso di trepidare. Emozioni che rimangono sono anche la para-ta ai mondiali, quando la squadra porta la bandiera del paese di appartenenza, o quando ai

pattinaggio

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pattinaggio

mondiali del ’99, a Losanna, partii in 22° posizione e beh, arrivai sesto. Questi sono momenti che non puoi dimenticare, sono ricordi indelebili.

Max Bavieri uguale downhill, che tanto ti ha fatto battere il cuo-re. Scarica pura di adrenalina per chi scende a folli velocità lungo strade in discesa libera. Come funziona una competizio-ne di downhill, e cosa provi, esattamente, quando ti lanci lungo i pendii agli 80 Km orari?Una gara di downhill è l’equivalente di una discesa libera con gli sci, le velocità che si sfiorano durante la gara accomunano le due di-

s c i -p l i n e ,

ed anche il tempo, che

generalmente non supera mai

i due minuti. Per affrontare una disce-

sa di downhill servono grande preparazione,

un controllo costante del proprio corpo e una gran

dose di coraggio.Quello che si prova è unico e

quasi impossibile da descrivere, la cosa certa è che si ha una per-

cezione spazio-temporale alterata. La scarica di adrenalina ti porta ad

esaltare ogni sensazione, qualsiasi det-taglio all’apparenza irrilevante diventa in

quel momento smisurato, dalla granulosità dell’asfalto alle folate di vento.

Sei arrivato agli onori della cronaca, in tempi meno recenti, an-che per un record mondiale che ti sei portato a casa durante una performance acrobatica. Vuoi ricordarlo con noi?

Certamente. Correva l’anno 1998 quando durante uno show a Trie-ste arrivai a battere il record mondiale di “Carrè” un salto acrobati-co all’interno di una finestra che misurava 54cm per 110 di altezza dell’ostacolo. Si trattava di centrare in volo una finestra più piccola possibile: grazie alla mia scioltezza ci riuscii. Più tardi, in occasione dei campionati mondiali junior di velocità, avvenuti lo stesso anno a Piombino, confermai il mio record.

Dove ti vedremo competere quest’anno?Gli obiettivi sono tanti, uno fra i quali riuscire ad arrivare fra i

primi dieci al campionato mondiale assoluto, che si dispu-terà quest’estate sull’Appennino tosco-emiliano. Oggi

sono fra i primi venti più veloci al mondo. Poi sto lavo-rando per salire sul podio più alto dei mondiali di cate-goria e, ultimo obiettivo, superare tutte le selezioni per entrare nella squadra di hockey over 40, a Praga.

Roller su pista o roller su strada: cosa offre il ter-ritorio veronese per la pratica del pattinaggio?L’articolo 39 del vigente Codice della Strada stabi-lisce che pattinare al di fuori di spazi a ciò deputati è vietato, essendo i pattini considerati “acceleratori di velocità” e mezzi di trasporto non dotati di freni.

Molte associazioni di pattinatori stanno cercando di mettere in atto con costanza azioni che contribuiscano

alla modifica del Codice della Strada, almeno per quan-to riguarda l’uso delle piste ciclabili, dove esercitare questo

sport è più sicuro. Sarebbe poi fondamentale fare una distin-zione fra pattini e mezzi di trasporto, per avere tutti le idee un po’ più chiare. Le zone che in Italia consentono l’utilizzo dei pattini su strada non sono molte, a differenza di quanto avviene in diversi altri paesi europei. Verona ha la fortuna di avere delle bellissime piste ciclabili, che potrebbero essere utilizzate regolarmente anche da pattinatori responsabili. Un’idea molto interessante, personalmen-te, potrebbe essere quella di istituire un patentino per il pattinatore, a seconda delle norme previste dalla legge. In alternativa, molte palestre sono attrezzate per il pattinaggio, praticabile anche du-rante l’inverno, al coperto. Trovo infine sia stimolante anche l’inizia-tiva proposta dal Comune di Verona, per andare incontro a tutti gli assidui pattinatori del “giro del martedì” che si svolgeva in centro città. E’ stata messa a disposizione di quanti volessero divertirsi sui roller la pista di atletica dello stadio Bentegodi, il giovedì sera.

Elena Bazzoni

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motociclismo

Bella, potente, grintosa. Questa è l’Aprilia RSV4R, moto ufficiale del Pata Racing Team 2011, una due ruote di altissimo valore - con le identiche carat-

teristiche tecniche di quella che guiderà il campione del mondo in carica Max Biagi - che grazie all’esperienza e alla classe di Noriyuki Haga punta a portare il Pata Racing Team alla conquista del titolo mondiale.“Sono molto contento – spiega il presidente Daniele Carli – di aver dato il via a questa nuova avventura insieme a Marco Borciani. Quest’anno vogliamo essere protagonisti e ciò sarà possibile grazie ad una moto ed una squadra di primo livello. La squadra avrà base nella mia struttura, nel territorio di Pressana in provincia di Verona. In pista dispor-remo di una nostra hospitality da 150 posti e di un bilico officina”.Daniele Carli, con la sua DFX Corse, è da anni protagonista nella Superbike e ha potuto contare in passato su piloti di prim’ordine come Steve Martin, Michel Fabrizio, lo stesso Marco Borciani e Lorenzo Lanzi.“La proposta di Carli e Borciani – spiega Haga - mi ha convinto subito. Sono convinto di avere a disposizione una moto speciale, molto competitiva con la quale penso di po-termi inserire nella lotta per le prime posizioni. Sogno di conquistare il titolo mondiale e non è detto che con questa moto non possa riuscirci. Chi sarà il mio avversario più te-

mibile? Non lo so ancora. Biagi? No, qualche altro pilota ma non lui”.

Un Pata Racing Team che partecipa quindi al mondiale Su-perbike 2011 con tutte le carte in regola per ben figurare. Una sfida affascinante che, vista l’esperienza di tutti i mem-bri del team, può essere vincente.Per quanto riguarda il mondiale Superbike c’è da dire che sicuramente è il più importante campionato per moto de-rivate dalla serie, ovvero le moto vendute all’ utente della strada.Il Superbike World Championship si svolgerà quest’anno in 13 tappe con inizio il 27 febbraio in Australia e termine il 16 ottobre in Portogallo. Tappe italiane: Monza (8 maggio), San Marino (12 giugno) e Imola (25 settembre).

Marina Soave

Nel Superbike World Championship 2011 l’ Aprilia si presenta con due pezzi da 90: il campione in carica Max Biagi e lo sfidante Noriyuki Haga del team veronese Pata Racing

Aprilia vs Aprilia: Haga sfida Biagi

In vista della stagione 2011

Calendario Superbike 2011

Febbraio 27 Australia - Phillip Island Marzo 27 Europe - Donington

Aprile 17 Olanda - AssenMaggio 8 Italia - Monza

Maggio 30 (Lunedì) USA - Miller Motorsport ParkGiugno 12 San Marino - Misano

Giugno 19 Spagna Motorland - AragonLuglio 10 Repubblica Ceca - Brno

Luglio 31 Gran Bretagna Britain - SilverstoneSettembre 4 Germania - Nurburgring

Settembre 25 Italia - ImolaOttobre 2 Francia - Magny CoursOttobre 16 Portogallo - Portimao

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scuola

Premessa Giornalisti per un giorno. Questo è quello che hanno fatto gli studenti dell’Istituto Seghetti che hanno frequentato il corso di giornalismo organizzato da sportdipiù.

A conclusione del ciclo d’incontri (che ha visto ospiti importanti come Ger-mano Mosconi e Raffaele Tomelleri) gli studenti hanno intervistato Davide Pellegrini, altro gradito ospite e grande ex campione dell’Hellas Verona. I migliori oltre ad essere pubblicati - prima classificata sulla rivista, seconda classificata su www.sportdipiu.com - permetteranno ai 2 “aspiranti giorna-listi” di seguire un evento sportivo direttamente dalla tribuna stampa. Ecco quindi, di seguito, l’intervista prima classificata, realizzata da Isabella Perlati della classe IV B. Complimenti a Isabella e…buona lettura!Sul sito potrete leggere l’articolo 2° classificato scritto da Davide Dal Pezzo.

A come amici Ne ha avuti tanti ed era considerato da questi uno dei trascinatori della squa-dra con in testa solo corsa, goal e al-truismo

B come serie B Ha esordito, grazie ad Eugenio Fascet-ti, nella squadra del Varese

C come calcio Il calcio è la passione di famiglia, con tutti e tre i fratelli calciatori.

D come desiderioVorrebbe tornare ad allenare squadre che giocano a livello professionisti-co.

E come esordienteGià a 17 anni si fa notare per le sue capacità ed esordisce nel Varese.

F come fortunaLa fortuna unita alla capacità gli ha regalato splendide soddisfazioni.

G come giovaniAi giovani calciatori d’oggi viene richiesta tanta gavetta poiché le squadre mirano al risultato immediato senza dare loro il tempo di crescere sia dal punto di vista sportivo che umano. Il tempo dell’attesa non giova economi-camente alle squadre che, sotto pressione degli sponsor, devono mettersi in luce con risultati importanti.Come allenatore, Pellegrini desidera “costruire giovani che crescano, si di-vertano e si impegnino al di là del risultato”.

H come ho da sempre questa passione.Fin da bambino il calcio è stata la sua grande passione e bastava un pal-lone per farlo giocare.

I come infortuniIl susseguirsi di piccoli infortuni lo han-no portato a smettere di giocare come giocatore professionista.

L come lavoroCiò che all’inizio era una passione si è trasformato felicemente in lavoro.

M come maestriQuattro sono le figure principali a cui si è sempre ispirato e che l’hanno aiutato a crescere e a diventare allenatore.Eriksson gli ha insegnato la tatticaFascetti, schietto e sincero, l’ha fatto esordire in serie BBagnoli lo ha allenato e aiutato a diventare allenatore.Ventura gli ha dato preziosi consigli tattici.

N come non ti fermareNon ne posso più di trovare le parole giuste per questo alfabeto, ma come insegna mister Pellegrini proseguo senza fermarmi…

I migliori articoli dei giornalisti delle Seghetti

Il calciatore è stato intervistato dai ragazzi dell’Istituto Seghetti e ha parlato della sua esperienza di calciatore e di allenatore. Isabelli Perlati della classe IV B è la vincitrice del concorso indetto da sportdipiù.

Davide Pellegrini dalla A alla Z

O come obiettivi per diventare un giocatore capace.Adempiere l’obbligo scolasticoEducazioneRispetto sia delle persone che dei materialiVoglia di giocare e impegnarsi

P come pausaA 34 anni si è preso un anno sabbatico e ha dato una svolta alla propria vita iscrivendosi a un corso per allenatore I suoi successi più veri e duraturi li ha avuti con le giovanili dell’Hellas Verona e lo scorso anno con la Monopoli

Q come quello che non sopportaCiò che Pellegrini non sopporta è vedere che giovani talentuosi devono fare una lunghissima gavetta prima di essere notati da qualche squadra professionistica e poi parlare della sua vita privata.

R come ricordo Vorrebbe che I tifosi lo ricordassero come una persona appassionata del suo lavoro, seria e generosa.

S come squadre nelle quali ha giocatoTante le formazioni nelle quali ha giocato: Varese, Fiorentina, Pisa, Verona, Vicenza, Catania, Carpi, Fasano.

T come tranquillitàIn attesa di essere chiamato ad allenare si sta godendo un periodo di vita tranquilla.

U come ultime news E’ in attesa di ricevere delle buone notizie, prima fra tutte essere chiamato ad allenare.

V come vita da calciatore

Contrariamente a quanto si possa cre-dere “fare il calciatore” richiede disponibilità, im-pegno, sofferenza, disciplina, rispetto e sacrificio.Tutto questo è ben lontano dall’imma-ginario collettivo che pensa ai calciatori come persone ricche, sempre disponibili a fare feste, con tante veline…

Z come zitti tuttiDopo questa esilarante intervista, che mi ha permes-so di conoscere più da vicino il personaggio auguro a mister Pellegrini una proficua carriera da allenatore.

Isabella Perlati

sport in pillole: Si terrà mercoledì 27 aprile 2001, presso il centro sportivo di Arbizzano, un triangolare tra le squadre Vecchie Glorie Hel-las Verona, Vecchie Glorie Chievo, Giornalisti Verona 1993. Scopo dell’evento raccogliere fondi da destinare ad associazioni benefiche e realtà bisognose di aiuti. Il torneo è organizzato dalla Pro-Loco E. Salgari di Negrar in collaborazione con l’A.C.D. Arbiz-zano calcio, società che metterà a disposizione la struttura sportiva. La formula del triangolare è quella del “tutti contro tutti” con partite da due tempi da 15’ ciascuno. Il primo incontro avrà inizio alle ore 17.30. Un evento nell’evento quindi e un’occasione per divertirsi e “fare del bene” nel segno del calcio e del fair play. Sponsor tecnico del torneo Gambini Sport mentre Sportdipiù sarà media partner.

psicomotricità

L’uomo è l’unico essere capace di parlare di sé, anche quando parla dei delfini…(Bateson)

L’alfabeto del corpo

Esistono, come avevamo suggerito nell’argomento del nume-ro precedente legato all’analisi del tono, altri indicatori che ci consentono di sviluppare in maniera specifica degli interventi

significativi, mirati per leggere attentamente il nostro corpo e che co-stituiscono motivo di attenzione e di analisi per la figura professionale dello psicomotricista.L’alfabeto del corpo si fonda su una componente biologica, legata all’evoluzione neurofisiologica, ed evolve nell’interazione con l’ambien-te.Una capacità di lettura del linguaggio corporeo, sul piano personale e professionale, permette una più consapevole gestione delle relazioni interpersonali.

Postura

E’ la posizione occupata dal corpo nello spazio, rilevabile in situazioni statiche e dinamiche.La possibilità di mantenere questa posizione è presupposto dell’effi-cienza motoria, cioè dell’equilibrio posturale che facilita la scioltezza del gesto, la precisazione dell’atto volontario e degli automatismi.L’equilibrio è quello stato particolare del corpo che favorisce la statica del soggetto e il mantenimento delle posizioni del corpo nello spazio. L’equilibrio promuove la presa di coscienza del corpo al fine di miglio-rare le possibilità di realizzazione in un mondo soggetto alla legge di gravità.La postura, inoltre, è legata al tono poiché l’attività muscolare si oppo-ne anch’essa alla forza di gravità.Alcune posture sono state codificate nel tempo ed hanno assunto un significato socialmente riconosciuto, ma generalmente le posture

sono estrinsecazioni di re-altà interne che si riflettono all’esterno.La scelta delle posture rive-ste la totalità della persona e ci dà molte possibilità di capire gli stati emotivi.E’ legata all’atteggiamento, vale a dire al modo di im-porre al corpo determinate posizioni od espressioni. At-traverso le posture si emet-tono e si ricevono messaggi comunicativi.Le posture sono strettamen-te collegate all’iscrizione del corpo nella dimensione

spazio-temporale e all’organizzazione degli oggetti esterni al corpo.Le posture occupano un posto di fondamentale importanza nella rela-zione educatore/bambino. La comunicazione attraverso gli atteggia-menti posturali è molto significativa. Si perviene ad una sua ottimizza-zione dopo numerosi errori ed aggiustamenti.E’ importante tener conto di tutte le variazioni posturali, dalla stazione eretta a quella sdraiata, ed in particolare di tutte quelle posture che comportano un ripiegamento verso di sé od un’apertura verso gli altri.

In sintesi:

Ogni atteggiamento posturale diventa e/o è frutto un atteggiamento, di un pensiero, di una tensione, di un desiderio, di un’incertezza, di una sensazione, di uno stato d’animo, di una reazione all’ ambiente che, coscientemente o meno, piuttosto che volontariamente o mediato da processi istintuali, ci permette di poterlo codificare e comprendere.

Ognuno di noi, quindi, oltre ad essere identificabile, riconoscibile, determina l’opportunità di stabilire l’efficienza motoria e l’ascolto di se stessi; la conoscenza del corpo ci permette e ci consente di attuare un percorso di crescita/sviluppo più adeguato.

Gesto

Nel riconoscimento “dell’alfabeto del corpo” focalizziamo e diamo for-ma ad un altro aspetto fondamentale, altrettanto codificabile e decifra-to che è il gesto.Il gesto è un movimento (traslazione di un corpo o di un oggetto nello spazio) che ha un significato, che è carico di senso e che è preceduto da un’intenzione.Nell’intenzionalità del gesto è presente un carattere volontario e corti-calizzato, in quanto il soggetto elabora il progetto motorio e su questo finalizza la propria azione. L’atto intenzionale presuppone una motiva-zione: la coscienza o meno di questa motivazione dipende dalla matu-razione del soggetto.Il gesto, quindi, ha un fine, ma questo può restare al di qua della coscienza, al-meno nel momento in cui è eseguito.I gesti sono reazioni cor-poree che traducono i nostri stati psicoaffettivi, in maniera più o meno conscia e che sono decifrati dall’altro con riferimento alle proprie rea-zioni psico-toniche.Inoltre, attraverso il gesto si instaura un tipo di comunicazione parti-colare, che trae il suo senso dal linguaggio parlato, ma che si situa a

Quello che le parole non dicono

La dimensione corporea è considerata come l’espressione di un modo personale di essere al mondo

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psicomotricità

livello del corpo.Il movimento è recepito ed il gesto riconosciuto nella misura in cui esi-ste un linguaggio ed una cultura sociale comune.L’insieme dei gesti e movimenti, degli atteggiamenti e delle reazioni esprimono la personalità psichica ed affettiva di ognuno.Ci sono nell’uomo, inoltre, dei rituali di comunicazione gestuale. Questi rituali sembrano di origine genetica, in quanto compaiono spontane-amente e sono inconsci sia nell’emittente che nel ricevente. Il gesto visto e contestualizzato in questi termini appare talvolta sia quasi solo il risultato di un processo mentale, di relazioni sociali e/o di finalità legate ad un vissuto comune; è anche espressione di ciò che siamo, deside-riamo, vogliamo o vorremmo essere. In questo senso l’attenzione dello psicomotricista riceve e prende spun-to nel riconoscere nella postura e nel gesto l’individuazione di opportu-nità di intervento sul corpo; attraverso la mediazione ludica, s’indirizza il soggetto verso un più adeguato, possibilmente attento, sviluppo delle proprie capacità, per renderlo efficiente, economico, pronto a nuove esperienze, integrando quelle acquisite fino a quel momento.

Emanuela Caliari, psicomotricista, formatore AIFP, [email protected] Trettene psicomotricista, [email protected] 3487646902Recapito professionale: Centro di psicomotricità e rilassamento Lo spazio creativo IL MOSAICO, Via Zeila, 4/a 37131 Verona VR Tel / fax 045/972652 - 3332938623

FIPm. E’ un’associazione scientifico-professionale di categoria che non ha fini di lucro e persegue le seguenti formalità: promuovere inizia-tive atte a far conoscere la professione dello psicomotricista nell’ambito del territorio nazionale; ottenere il riconoscimento giuridico del ruolo professionale dello psicomotricista; costituire, attraverso i suoi organi e le sue iniziative il punto di riferimento delle istanze degli psicomotricisti per quanto concerne gli aspetti scientifici, metodo¬logici e deontolo-gici della professione; gestire l’Albo degli Psicomotricisti, controllando titoli ed aggiornamenti per salvaguardare l’utenza.

Bibliografia• ArgyleM.,Ilcorpoeilsuolinguaggio,Zanichelli,1989• AA.VV.,Ilcorpoingioco,Ed.Res,Verona,2002• BertE.,ComunelloF.,NicolodiG.,Illabirintoeletracce, Giuffrè Ed, Milano, 1988• BoscainiF.,Corpoedemozione,inReS,n.3, dicembre 1998• GalimbertiU.,Ilcorpo,Feltrinelli,Milano,1983• GamelliI.,Pedagogiadelcorpo,Meltemi,Roma,2001• LowenA.,Illinguaggiodelcorpo,Feltrinelli,Milano,1996• MontaguA.,Illinguaggiodellapelle,VallardiEd.,1989• SternD.,Ilmondointerpersonaledelbambino,Bollati Boringhieri, Torino, 1987

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panathlon

I Challenge fiore all’occhiello del Panathlon Club Verona

Progetto Giovani Talenti

Il Panathlon Club Verona sta entrando nel vivo del-la stagione. Nelle prossi-

me settimane inizieranno i Challenge e riprenderanno le conviviali itineranti al fine di far conoscere il Club nei comuni della Provincia di Verona. Ad aprire le danze sarà il challenge di podi-smo “In allegria sui Tre colli” che si snoderà sulle colline di Quinzano ed Avesa. Sui famosi tre percorsi tradi-zionali di 6 – 10 – 18 chilo-metri sarà l’occasione per conoscere le bellezze del territorio e per mettersi alla prova dato che i percorsi più impegnativi di 10 e 18 km prevedono un’altimetria abbastanza impegnativa. Panorami mozzafiato e sentieri immersi nella natu-ra delle colline veronesi. Il Panathlon Club Verona ha deciso di sostenere la Tre colli proprio perché l’even-to coniuga l’aspetto fisico sportivo a quello culturale ed ambientale divulgan-do il motto judis jungit per educare attraverso lo sport grandi e piccini. Ma i pa-nathleti stanno già pensando ad un altro progetto ambizioso, rivolto ai ragazzi, da realizzarsi nel 2012. In collaborazione con il Panath-lon di Peschiera, il Club di Verona sta preparando un avvenimento ludico ed educativo di “ vela ” per le fasce giovanili denominato “

Benacus wind – Panathlon Cup” . La manifestazione si articolerà su un nu-mero di regate pari alle località rivie-rasche veronesi del lago di Garda che aderiranno al progetto.( Malcesine , Brenzone, Torri del Benaco, Garda , Bardolino , Lazise, Pacengo , Pe-schiera ). Il Benacus Wind Cup sarà riservato alla classe velica “ optimist ”. Le Regate si svolgeranno sulle acque del lago di Garda organizzate dalle rispettive società veliche. Ci sarà una fase di preliminare composta ad più gare ed una finale. Nello spirito che contraddistingue il Panathlon tutte le società partecipanti verranno premia-te, anche quelle eliminate nelle tappe preliminari. La società velica vincitrice riceverà la “ Benacus Wind Panathlon Cup” in custodia .Per l’assegnazione definitiva del Benacus Wind Panathlon Cup , le società partecipanti dovranno vincere il trofeo per tre anni, anche non consecutivi . A tutti i “ Giovani Talenti ” velisti che parteciperanno verranno assegnati i Diplomi di “ Ambasciatore dello Sport”. Per il momento il progetto è ancora in fieri dato che coinvolgerà un numero elevato di atleti e di Ammi-nistrazioni Pubbliche. Per il momento il Panathlon Club Verona si sta concen-trando sui challenge già consolidati; a quelli di tennis, calcio, rugby, ciclismo, basket, pallavolo e auto storiche. Pri-

mo in ordine di tempo “la Tre colli”.

Alessandra Rutili

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