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Sportdipiù - 6/2010

Date post: 13-Mar-2016
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Lo sport veronese a 360°!
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ed inoltre... ANNO 2 - N. 6 - Giugno - Luglio - Agosto 2010 - Periodico sportivo. Copia gratuita. Testata giornalistica registrata al Tribunale di Verona n. 1625 / 2008 SPORT ESTIVI POLO BASKET CALCIO A 5 PARACADUTISMO RAFTING TRIATHLON www.sportdipiu.com
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L’editorialeSport senza confini

IndagineSport e Circoscrizioni

PoloUno sport per chi ama i cavalli

Medicina sportivaUn sorriso... sportivo

CalcioPellissier la freccia valdostana

TriathlonBardolino, la capitaledel Triathlon

RugbyThe big boy

PodismoCalendario gare

Il Romano Volante

ParacadutismoUn tuffo tra le nuvole

SubChe passione!

RaftingOnde per tutti con XRaft

Psicomotricità Il ruolo e la diversità nel gioco

VolleyMondiali Volley 2010Verona protagonista

EventoLa grande sfida

PolisportivaGALM: quando lo sport è veramente benefico

ArrampicataKing Rock: un arcobaleno per i bambini

BasketBye bye Pippo

Tosoni: bene, bravi, B!

La Frassati va canestro

WindsurfFreestyle fra le onde

PanathlonAmbasciatori dello sport

Calcio a 5Area Sport: Campione di Calcio a 5

Letture sotto l’ombrellone

AtleticaVerona, città atletica

La fotonotizia

VelaStrambate Veronesi in USA

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cultura sport spettacolo

a cura di Luigi Ballini

Sport senza confini

Un’ estate al mare… cantava nell’ ’82 Giu-ni Russo. Da allora ripetiamo il ritornello

della famosa cantautrice. Numero estivo quindi anche per noi di sportdipiù , non ridotto per le vacanze o per una pausa stagionale, ma sempre e solo nel suo originale formato e con solerte attività interpretativa per offrire una completa e comoda lettura anche sotto l’ombrellone…Di questo periodo siamo andati in stampa anche con lo speciale dedicato agli sport della Valpoli-cella, apprezzata edizione straordinaria per i let-tori di Negrar e per i concittadini di valle che già stanno bussando in attesa del prossimo numero. Avvio estremamente positivo ed un esempio per ulteriori sviluppi di “area specifica” , a cui si ag-giungeranno prestissimo anche altri “ magazine ” per essere maggiormente vicini ed attuali alle realtà locali.In questo numero , finita la lunga coda invernale, la nostra redazione offre al lettore un considere-vole pacchetto di notizie “calde” rimbalzando e spaziando nelle diverse attività sportive stagionali.Gli sport estivi , come ovvio, la fanno da padrone ed occupano la maggior parte della cronaca evi-denziando non solo contenuti agonistici ma an-che l’ aspetto ricreativo e particolarmente attenti a quello della salute.Un periodo affollatissimo di servizi che la redazio-

ne sta ricevendo dai nostri inviati. Notizie, tutte meritevoli di cronaca, che dovremo selezionare per questioni di spazio, inserendo comunque in internet tutte le altre sul web di sportdipiù.Si è chiusa anche l’ edizione 2010 di Sport Expo con un bilancio estremamente positivo.Le informazioni raccolte dagli Organizzatori danno resoconti rassicuranti per le proiezioni future dell’ appuntamento fieristico , voluto con grande impegno dall’ Assessorato allo Sport del Comune di Verona.Grande successo per il termine del Giro d’Ita-lia, che proprio a Verona ha avuto il suo straor-dinario epilogo con la cronometro individuale sul tradizionale percorso mondiale e la consa-crazione finale nello spettacolo areniano.A settembre si rivivrà una “ emozionante” setti-mana ciclistica internazionale e li a breve, eccoci rituffarci in un altro straordinario avvenimento sportivo. Incombono i mondiali di pallavolo; un fatto di eccezionale importanza che pone all’ at-tenzione del mondo intero la Città Scaligera.Verona e dintorni faranno ancora una volta da sfondo perfetto allo sport internazionale.Altri fatti e avvenimenti sportivi che noi di sportdipiù cercheremo di narrare con dovizia di particolari augurandoci ancora tutti insieme per la crescita dello sport veronese!

Anno 2 - Numero 6 - Giugno, Luglio, Agosto 2010Testata giornalistica registrata al Tribunale di Veronan. 1625 / 2008Sede:via Zenatello 4/a - [email protected]. 0039 045 917629Fax 0039 045 8303220

Direttore responsabileAlessandra Rutili

Direttore editorialeLuigi Ballini

CaporedattoreAlberto Cristani

RedazioneLuigi Ballini, Alberto Cristani, Alessandra Rutili, Mirko Ziviani

Grafica e impaginazionea cura di Scripta s.c.

StampaGrafiche Stella, Legnago (VR)

Per inviare notizie sportive invia una e-mail a:[email protected] consulta il sito www.sportdipiu.com

Inserzioni pubblicitarieTel. 0039 045 917629 - Fax 0039 045 8303220oppure Lorenzo Convertino: tel. 347 0181050

Hanno collaborato a questo numeroBruno Mostaffi, Emanuela Biondani, Ugo Zambon, Nicola Tondini, Marco Trettene, Salvatore Mercurio, Emanuela Caliari, Luca Mazzara, Andrea Etrari, Marina Soave, Luciano Castellano, Alessandro Ambrosi, Stefania Chignola, Carlo Gheller

FotoMatteo Piancastelli, Luca Carton , Daniela Ruzzante, Aldo Albano, Lorenzo Serpelloni, Foto Liborio - Verona, Mirko Ziviani

via Albere 19 - 37138 Veronatel. 045 8102065 - fax 0458102065

[email protected]

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editorialeAvere sangue, se occorre, è un diritto!

Che cos’è l’AVISAVIS (Associazione Volontari Italiani Sangue) Organizzazione non lucrativa di Utilità Sociale, ONLUS, si è costituita nel 1927 tra coloro che volontariamente, gratuitamente, periodicamente e anonimamente donano il proprio sangue.È apartitica, aconfessionale, non ammette discriminazioni di sesso, razza, lingua, nazionalità, religione, ideologia politica ed esclude qualsiasi fine di lucro e persegue finalità di solidarietà sociale.L’Avis ha, da molto tempo, scelto di operare nel settore sportivo per costruire, assieme ai ragazzi, un nuovo percorso per far acquistare la cultura della solidarietà.

I suoi scopi principali sono• Offerta del sangue; • Promozione dell’informazione e della educazione al dono del sangue ed alla salute tra la popolazione; • Promozione e sviluppo della coscienza trasfusionale e buon utilizzo del sangue;

Perchè donare sangueDonare sangue volontariamente e con consapevolezza rappresenta un atto di umana solidarietà e dovere civico importante: vuol dire, infatti, rendere concreta la propria disponibilità verso gli altri ed anche verso se stessi, perché così facendo si alimenta un patrimonio collettivo di cui ciascuno può usufruire al momento del bisogno. Ogni cittadino in buona salute ha il DOVERE di donare per salvaguardare il DIRITTO di riceverne chi ne avesse bisogno.Il sangue umano è un prodotto naturale, spontaneo, non riproducibile artificialmente, indispensabile alla vita.

Chi può donare sangueOgni individuo, uomo o donna, può donare sangue nel rispetto di queste tre prerogative: avere un’età compresa tra i 18 e 65 anni; pesare almeno 50 chili; godere di buona salute.

Donare sangue, quindi, è unè un dovere!

Provinciale di VeronaStrada dell’Alpo, 105 – 37136 Verona – Tel. 0458203938 – Fax [email protected] – www.avisverona.it – Numero verde 800.26.15.80

Centro Trasfusionale Ospedale Borgo Trento – Verona - Piazzale Stefani, 1 – Tel. 0458122150Centro Trasfusionale Policlinico B.go Roma – Verona - Via delle Menegone, 1 – Tel. 0458124321Centro Trasfusionale Ospedale di Legnago – Via G. Gianella, 1 – Tel. 0442632143Centro Trasfusionale Ospedale di Bussolengo – Via Ospedale – Tel. 0456712256Centro Trasfusionale Ospedale San Bonifacio – Via Circonvallazione – Tel 0456138468

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Prosegue il nostro viaggio tra le Circo-scrizioni alla scoperta degli impianti

sportivi e delle attività che si svolgono sul territorio. Dopo avervi presentato le Circoscrizioni 3, 5 ed 8 andiamo a vedere che cosa si può fare nella 1°. Nel cuore della Città Anti-ca, in Veronetta, Cittadella e San Zeno ci sono 12 palestre. In molte è possibile fare attività motoria. La Circoscrizione orga-nizza inoltre corsi per la terza età, uscite di Nordic Walking e corsi di Capoeira, l’ar-te marziale brasiliana. Un tocco di latino americano anche nel salotto di Verona, che arricchisce ulteriormente la già ampia scelta di discipline da praticare. Dal continente sud americano a quello africano con i corsi di danze tradizionali, un modo nuovo per imparare le abitudini e i rituali di terre lontane.Nel centro della città non si rinuncia al cal-cio con due campi ad 11 e tre campetti per il calcio a 7.A Borgo Trento, Avesa, Quinzano, Paro-na, Valdonega, P.te Crencano, nella 2° cir-coscrizione, ci sono ben 10 palestre. Qui è possibile fare pallavolo, pallacanestro, arti marziali e atletica. Gli amanti del nuoto possono recarsi alla piscina di via Villa. Presso la Palestra Casa Anziani Parona spazio anche alla danza e ai balli latini americani. Una possibilità in più per gran-di e piccini di divertirsi facendo attività

con la musica. Il calcio, nella seconda Cir-coscrizione, come nel resto della città, tro-va ampio spazio. Ben 5 i campi di calcio, tra questi anche il campo di calcetto a 7 in sintetico sito in Via Benedetto Rizzoni. Ed ancora, è possibile praticare il tennis sui due campi di terra battuta o svolgere attività motoria. Nella 4° Circoscrizione, che compren-de Santa Lucia, Golosine e Madonna di Dossobuono si trovano campi di calcio e rugby, palestre scolastiche, piastre poliva-lenti e campi bocce. Ma vediamo nel det-taglio l’offerta di questa Circoscrizione. In 8 palestre è possibile fare attività motoria. Gli appassionati di atletica hanno anche la possibilità di fare gli allenamenti presso la pista di via Tevere.Due le piastre poliva-lenti e uno il campo da rugby. I calciato-ri, delle società di calcio e gli amatori non hanno che l’imbarazzo della scelta con 5 campi ad 11, e due campi di calcio a 7 o a 5. Ma la 4° Circoscrizione ha un occhio di riguardo anche per chi si diverte con il gio-co delle bocce, per gli appassionati infatti, c’è il campo di Via Madonna di Dosso-buono. Ed allora cosa aspettate? Ora che la bella stagione è iniziata non indugiate ed iniziate a muovervi un po’.. Danzate, giocate a calcio o passeggiate, l’importante e fare sport!

Alessandra Rutili

la situazione delle infrastrutture di Verona

CIRCOSCRIZIONE 1 – Piazza Mura Gallieno, 3Tel 045.80.78.911 Fax [email protected]/circ1.it

ufficio Cultura Piazza Mura Galliene,3Tel 045.80.78.903 Fax 045.80.78.912

CIRCOSCRIZIONE 2 - via villa, 25Tel 045.83.79.611 Fax 045.83.79.650circoscrizione2@comune.verona.itwww.comune2comune.verona/circ2.it

Ufficio Culturavia Villa, 25 Tel 045.83.79.633

CIRCOSCRIZIONE 4 - Via Tevere, 38Tel 045.950.733 Fax 045.86.47.97circoscrizione4comune.verona.itwww.comune.verona/cicr4.itwww.comune.verona/circ4.it

Ufficio culturaCentro “6 Maggio 1848” via mantovana, 66Tel e Fax 045.95.47.84

I numeri delle Circoscrizioni

indagine

Sport & Circoscrizioni

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Non è sicuramente uno sport di cui tutti i giornali o le televisioni ne parlano quotidianamente, ma

la disciplina sportiva che conosceremo attraverso le parole di Diego Bissaro, è sicuramente una di quel-le attività sportive che riconcilia con la natura o col mondo intero. Stiamo parlando del Polo, disciplina dalle origini antichissime che racchiude in se varie peculiari-tà e abilità che il fantino, in sinergia col cavallo, deve avere per ottenere delle performance ottimali. Ne abbiamo parlato diffusamente in questa intervista con il capostipite del Polo a Verona e nel Triveneto Diego Bissaro, polo manager de La Fiorina Polo Club Diego, cos’è il Polo?Il polo è uno sport di squadra che si gioca a cavallo su di un campo in erba di 140x275 mt Ha origini molto antiche, si narra di partite fin dal ‘700 ac, che si giocavano nel medio oriente e in Cina. È stato importato dagli in-glesi in Europa durante il periodo coloniale. Si gioca in squadre formate da 4 giocatori ciascuna che possono essere miste.

Che ruolo hanno i cavalli in questa disciplina? I cavalli sono fondamentali. Velocità, agilità, resistenza e docilità sono doti che possono contare fino all’70% del binomio uomo-ca-vallo. I cavalli migliori sono comunque quelli allevati in Argentina incrociando il Criollo con il Purosangue Inglese. Negli Stati Uniti si ottengono buoni cavalli anche incrociando il Quarter Horse sempre con il Purosangue Inglese che ne aumenta le doti di resistenza.Come mai il Polo a Isola della Scala? Nel 1995 ho conosciuto il Polo negli Stati Uni-ti a Santa Barbara in California dove ho avuto l’occasione di lavorare per un giocatore. Avevo l’incarico di allenargli i cavalli per un torneo. Entusiasta dell’esperienza non appena tornato in Italia ho iniziato a giocare a Milano, il club più vicino. Nel 2001 ho deciso di fare un pri-mo campo a Isola della Scala, mio paese d’ori-gine, presso l’azienda agricola di un amico e di far conoscere questo splendido sport. Visto il successo ci siamo trasferiti nel 2008 presso i terreni sabbiosi di Villa Boschi, fondo idea-

le per il campo di gioco e luogo di prestigio. Se una persona volesse avvicinar-si a questa splendida disciplina co-sa deve fare ed a chi deve rivolgersi? Dovrebbe rivolgersi ad una scuola di Polo. Purtroppo non ce ne sono molte. Nel Trivene-to la nostra è l’unica le altre si trovano a Mila-no o a Roma. Nelle scuole si trovano istruttori e cavalli di lunga esperienza.Chi lo può praticare e da che età e fi-no a che età?Ho visto giocare bambini di 6-7 anni e adulti di oltre 70. Nel polo non si fanno distinzioni di sesso. La cosa più importante è montare cavalli sicuri e selezionati per il gioco, diver-tendosi a stretto contatto con la natura.

Salvatore Mercurio

Il Polo, uno sport per chi ama i cavalli

polo medicina sportivaComunicato Publiredazionale

Facendo sport una brutta caduta può capitare. E i denti potrebbero essere i primi a subirne le conseguenze. Non è un caso se fratture, lussa-zioni ed avulsioni dei denti frontali sono per lo più causate da incidenti subiti in ambito sporti-vo. Ciò che forse molti non sanno, però, è che gli sport incriminati non sono solo quelli così detti “cruenti” o di contatto, come ad esempio il rugby, il pugilato, l’hockey o il basket.Un caduta sciando, ma anche una semplice partita di calcio o una corsa in bici può essere causa di traumi seri ai denti frontali. “Ridurre al minimo il danno è possibile, così come alcuni consigli possono velocizzare il tempo necessario per recuperare, in tutti i sensi, il sorriso ” affer-ma il dott. Luciano Castellano, Medico Chirurgo Odontoiatra Direttore Sanitario dei Poliambula-tori Santa Sofia dove ci sono ben quattro medici specialisti in Odontoiatria qualificati anche in pro-tesi ed estetica dentale. “Se si incorre in una brutta caduta che coinvolge l’apparato dentale, la prima regola è agire tempestivamente e diversificare gli interventi in base al tipo di trauma subito”.I tipi di trauma: i traumi da sport di cui i denti pos-sono essere vittima sono principalmente di tre tipi:1.Fratture, di smalto, dentina o frattura radicolare (quando il dente si rompe)2.Avulsioni, estrazioni complete del dente (quando si perde totalmente il dente)3.Lussazioni, mobilità con dislocazione del dente (quando il dente traballa)Quindi cosa fare in caso di: fratture . -Se ci si è rotto un dente, occorre conservare la parte fratturata preferibilmente nel latte o in alterna-tiva in acqua. Sarà poi il dentista a riattaccare il frammento al resto del dente. Le probabilità di successo sono molto alte e l’intervento è riso-

lutivo. Se, però, la rottura raggiunge la polpa, il trattamento diventa più complesso ed il dente necessita di devitalizzazione. Nel caso, infine, che la frattura colpisca la radice del dente, la prognosi è infausta e spesso si è costretti ad estrarre il dente.Avulsioni. -Se si è perso completamente il dente, si deve tentare di reinserirlo subito nell’alveolo e farlo fissare temporaneamente dal dentista. Le probabilità di successo del reimpianto sono pro-porzionali al tempo trascorso dall’avulsione al reinserimento, minore è il tempo maggiori sono le possibilità che il dente rimanga vitale. (E perché il dente rimanga utilizzabile anche se è caduto tene-telo in bocca, è il miglior modo per conservarne la vitalità finchè non arrivate dal dentista).Lussazioni. -Se il dente traballa, ci si deve reca-re dal dentista che lo fisserà temporaneamente dopo averlo riposizionato correttamente. La percentuale di mantenimento della vitalità del dente è altissima.Il valore della prevenzione:Naturalmente, come sempre, prevenire è me-glio che curare, ed il migliore strumento per evitare traumi dentali è il mouth guard (pa-radenti) Esistono sia quelli preformati, che si possono trovare nelle farmacie o nei negozi sportivi, che quelli creati ad hoc sullo stampo della bocca dal proprio dentista. Vengono rea-lizzati con una materia morbidaa al cui interno

invece è possibile includere un rinforzo della durezza necessaria, Il costo del paracolpi è in genere modesto e comunque assolutamente ir-risorio se confrontato a quali costi ben maggiori il giovane atleta può andare incontro in caso di perdita anche di un solo dente… Comunque è sempre l’odontoiatra che deve valutare durante le annuali visite di controllo, se l’atleta ha i denti sporgenti e quindi più esposti a traumi o meno. La decisione se è necessario o meno un para-colpi ed eventualmente di quale tipo di rinforzo utilizzare, dipende infatti sia dallo sport pratica-to che dalla conformazione della bocca

Dott. Luciano Castellano Medico Chirurgo Odontoiatra Direttore Sanitario dei

Poliambulatori Santa SofiaPOLIAMBULATORI SANTA SOFIA

VIA PUGLIE 24 -37139- Chievo Verona www.poliambulatorisantasofia.com

info e prenotazioni: 045/8104760

Aut. San. Reg. 7078 del 2007Iscrizione all’albo regionale degli

ambulatoridella Medicina dello Sport n.B/229

Un sorriso… sportivo!

Servizi sanitari per la Medicina dello Sport:Visite e certificazioni sportive: -Visita di idoneità sportiva alla pratica agonistica per tutte le discipli-ne riconosciute dal Coni-Visita di idoneità sportiva alla pratica sportiva professionistica per tutti gli sport.-Visita di idoneità alla pratica sportiva non agonistica-Certificato di buona salute D.M. 28.02.83Esami Specialistici:-Ecg Basale e dopo sforzo (Step test) - -Ecg Basale e da sforzo al cicloergometro.Visite specialistiche:-Visita medica specialistica Ortopedica-Visita medica specialistica in Medicina dello Sport-Visita medica specialistica Fisiatrica -Medicina Fisica e riabilitativa

Si è spezzato un dente o addirittura l’hai perso, dopo essere caduto mentre sciavi o durante una partita di calcio, o in bicicletta? Ecco alcuni consigli pratici per recuperare rapidamente il sorriso.

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Intervista esclusiva con il capitano del Chievo Ve-rona Sergio Pellissier, simbolo di una squadra e

di un calcio pulito, educato, “semplicemente” giocato. Merce purtroppo sempre più rara...

Sergio, anche quest’anno un’altra meritatissima salvezza...Direi proprio di sì! Abbiamo faticato tanto, abbiamo lavorato, abbiamo sofferto, come è giusto che sia, però ci siamo salvati. E questo è quello che conta. Il Chievo ha fatto molto bene, ha avuto i suoi alti e bassi come è ine-vitabile, trattandosi pur sempre di una squa-dra che deve lottare per la salvezza e non per vincere lo scudetto. Però non abbiamo mai mollato, anche se abbiamo perso due partite di seguito, quando c’era la partita importante, che non bisognava assolutamente sbagliare, abbiamo sempre centrato l’obbiettivo. Credo quindi che il Chievo abbia fatto veramente bene, a partire da tutti: allenatore, staff, diri-genza e giocatori.Che campionato è stato quello di quest’anno?Molto bello, perché fino alla fine tutte le squadre hanno lottato per i loro obbiettivi: chi per la salvezza, come il Chievo, chi per obbiettivi ancora più ambiziosi sia in cam-pionato che nelle coppe. Credo che l’Inter abbia fatto un grandissimo campionato, in-sieme alla Roma. Però mentre l’Inter gioca-va contemporaneamente su tre fronti, e su tutti e tre i fronti è arrivata alla fine la Roma ha giocato solamente il campionato. Sono due situazioni completamente diverse per-chè quando puoi allenarti nel modo giusto e hai un solo un impegno alla settimana, riesci a preparlarlo veramente bene; se invece devi prepararti il mercoledì per giocare in coppa, la domenica per il campionato, poi nuova-mente la coppa, non è per niente sempli-ce. L’Inter ha dimostrato di essere una una grande squadra anche per questi motivi.E il campionato di Sergio Pellissier?Direi molto positivo. Quando riesci a fare bene il tuo lavoro e a fare gol è sempre una grande soddisfazione. È normale che ci sia-

Pellissier la freccia valdostanacalciocalcio

no sempre degli alti e bassi, delle partite dove fai bene e delle altre dove fai meno bene, ma il mio impegno è sempre stato al massimo. E proprio per questo non mi rimprovero nulla e mai lo farò finchè sarò in grado di buttare in campo tutto quello che ho.Ogni anno si parla - impropriamente - di “miracolo Chievo”. Perchè?Senza dubbio perchè si tratta pur sempre di una squadra di un piccolo quartiere di Verona. Però il Chievo è ormai una realtà consolidata: nove anni di serie A non sono un caso. Nel calcio non conta se sei un quar-tiere o una grande città, contano solo serietà e programmazione. Inoltre avere alle spalle una società sana e una dirigenza competen-te permette a noi giocatori di esprimerci al massimo. Il Chievo sotto questo punto di vi-sta è tra le realtà migliori d’Italia.Da capitano e bandiera del Chievo, qua-li sono le tue prospetive per il futuro?Personalmente ho un contratto con il Chievo e quindi penso di rimanere, anche perchè a Verona mi trovo davvero molto bene.Finchè mi daranno quello che mi hanno sempre dato finora, e cioè la fiducia e il rispetto, non vedo perchè dovrei andarmene. Non è affatto facile cambiare dopo 10 anni di militanza in gialloblu: qui ho trascorso quasi tutta la mia carriera calcistica e quindi cambiare adesso non sarebbe per niente semplice. Anche se non si può mai sapere cosa ti prospetta il fu-turo.Quali giocatori, compresi quelli del Chievo, ti hanno maggiormente im-pressionato in questo campionato?Credo che il trio d’attacco dell’Inter sia veramente forte: Etò, Milito e Sneijder mi hanno impressionato tantissimo. Per quan-to riguarda il Chievo mi ha impressionato il

carattere di tutta la squadra, un gruppo che non ha mai mollato fino alla fine, non si è mai abbattuto. Se vuoi salvarti queste sono le caratteristiche essenziali, grazie alle quali abbiamo potuto salvarci con quattro giornate di anticipo.Parliamo dei mondiali: tu hai avuto il piacere di indossare la maglia azzur-ra, anche se per una sola convocazio-ne. Secondo te che ruolo può giocare l’Italia e dove può arrivare?Un pronostico non è facile, io credo che l’Italia dovrà lottare molto se vuole andare avanti e se vuole arrivare in finale e vince-re il mondiale. Ci sono squadre molto forti, forse anche più forti di noi, però lo abbiamo dimostrato anche in Germania che creden-doci fino alla fine siamo riusciti a compiere un’impresa. Quindi perché non ripetersi? L’importante è crederci fino in fondo e gio-care da squadra.Le convocazioni di Lippi ti hanno convinto, o avresti preferito qualche altro giocatore che non è stato convo-cato?Non saprei, in Italia abbiamo tanti giocatori forti, quindi bisogna fare delle scelte. Lui si è affidato a giocatori in cui crede e che pensa possano dare quel qualcosa in più per riu-scire a vincere il mondiale. Ha dovuto fare delle scelte ed è sempre lui che poi pagherà se le cose non andranno bene, quindi è giu-sto che non stia ad ascoltare gli altri.Quest’anno il Chievo è stato molto attivo anche fuori dal campo, por-tando un’immagine pulita e positiva di questo sport, il calcio, che a volte viene trascinato nei luoghi comuni negativi.Nel calcio, come in tanti altri sport, ci sono

cose positive e altre meno. Sicuramente noi come squadra tendiamo ed essere esempi positivi: siamo gente normale, siamo ragaz-zi uguali agli altri che fanno semplicemente una professione un po’ particolare. Andare nelle scuole mi ha fatto molto piacere, perché comunque vedi tanti ragazzi che vorrebbero essere al tuo posto o che magari vorrebbero fare questa professione. È stata un’esperienza molto bella che può insegnare sicuramente qualcosa.Che consiglio ti senti di dare ai giova-ni che giocano a calcio e che sognano chissà quale futuro sportivo? Direi che fino a una certa età è giusto che semplicemente ci si diverta, perché lo sport è bello in quanto ti fa passare il tempo, ti in-segna a crescere, ed è molto importante per i ragazzi. Finchè non diventa una professio-ne è inutile essere troppo attenti ed esigenti, bisogna solo pensare a dare tutto quello che si ha, ad impegnarsi al massimo come do-vrebbe essere anche a scuola o in qualsiasi cosa si faccia nella vita. Lo sport può quin-di insegnare tanto, sicuramente, però non bisogna dimenticare che anche lo studio è molto molto importante.

Alberto Cristani

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triathlon

Bardolinola capitale del TriathlonIl 18 e 19 giugno a Bardolino, sul Lago di

Garda, si correrà il “Triathlon internazio-nale Città di Bardolino”.Il triathlon è uno sport relativamente giova-ne, nato nel 1978 per una sfida tra ragazzi marines ad Honolulu-Hawaii.La versione estrema, detta anche “Ironman” si svolge con 3,8 chilometri di nuoto, 180 chi-lometri di bici e 42,195 chilometri di corsa. Una prova massacrante che richiede grandis-sima preparazione atletica e mentale.Fu Camillo Cametti ad introdurre questa di-sciplina in Italia, di ritorno dalle Olimpiadi di Los Angeles, nell’agosto 1984. Il 2 settem-bre dello stesso anno fu organizzato il primo Triathlon a Bardolino a cui parteciparono 75 partecipanti.La vera anima della manifestazione è Dan-te Armanini, presidente del GS Bardolino, che si avvale dell’aiuto di un grandissimo numero di volontari e forze dell’ordine, in-dispensabili per il buon funzionamento della macchina organizzativa. Fabio Sala, tren-tottenne Assessore allo sport e politiche gio-vanili del Comune di Bardolino, ci presenta l’evento che da 26 anni (27 edizioni) coinvol-ge ed appassiona una intera comunità.

Assessore, innanzitutto cos’è il triath-lon per lei?Personalmente è una disciplina a cui sono molto legato avendo partecipato per anni come atleta a molti triathlon dalla distanza

olimpica a quella Ironman. Inoltre sono sta-to per anni parte del GS Bardolino come or-ganizzatore della manifestazione.Ora sono coinvolto come responsabile per la pubblica amministrazione di Bardolino, primo spon-sor della manifestazione.Come viene preparato l’evento?Ogni anno poniamo estrema attenzione a recepire le necessità che ci si pongono per migliorare la manifestazione, cercando sia di essere i primi in ogni innovazione sia di percepire con tempismo i limiti e le pecche. Le distanze che verranno percorse durante il “Città di Bardolino” sono le classiche del triathlon olimpico: 1,5 chilometri di nuoto, 40 chilometri bici e 10 chilometri corsa. I migliori riescono a compiere il percorso con tempi sotto le due ore.Chi partecipa al triatholon di Bardo-lino è tra i migliori d’Europa, se non del mondo. Ci spieghi il segreto di questo successo…I numeri che parlano chiaro: allestiamo piat-taforme di 50x4 metri per la partenza della frazione di nuoto, il percorso natatorio è se-gnalato con boe ogni 25 metri, installiamo 3 ponti d’attraversamento artificiali, 3 tribune d’arrivo, un megaschermo a led per comu-nicare tempi e immagini nel miglior modo possibile, cronometraggio elettronico con classifica definitiva dopo 15 minuti dal ter-mine della gara, ospedale da campo con 5 medici, 5 ambulanze, 6 ristori, 8 massaggia-

tori, 1000 transenne, 11.000 bottigliette d’ac-qua distribuite… Insomma…Si, senza essere presuntuosi siamo davvero tra i migliori del mondo! Il Triathlon Internazionale città di Bardolino è la manifestazione dei primati, per il numero delle edizioni fatte (26), per il montepremi (oltre 20000 euro), il numero di iscritti (1250) in rappresentanza di 15 Nazioni e 16 Regioni, per l’organizzazione con oltre 450 addetti , 45 moto, 10 sub-sommozzatori.È la gara della triplice piu’ partecipata, spet-tacolare ed importante d’Italia, con la presen-za di migliaia di persone assiepate lungo i per-corsi. È divenuto quindi un veicolo di grande promozione turistica e si caratterizza come l’evento piu’ importante del Lago di Garda. Le immagini dell’evento vengono trasmesse trasmesso su Rai 3 sport in chiaro e piatta-forma digitale a pagamento SKY, sintesi su Italia 1 Mediaset ed Eurosport, pubblicizzato su quotidiani, giornali e riviste specializzate.Un grande evento per Bardolino...Certo, ma ci tengo a precisare che è l’atleta al centro dei nostri pensieri e che ogni in-novazione è a lui indirizzata. Sappiamo di esser i migliori in Italia e non solo, sappiamo di essere nella storia del triathlon ma essen-do uomini di sport sappiamo le difficoltà di ssere sempre al top. Per questo ogni anno per noi è una sfida continua. Una sfida che vogliamo vincere.

Alberto Cristani

Inizia l’11 Giugno con Sudafrica-Messico la diciannovesima edi-

zione del campionato mondiale di calcio per squadre nazionali. Per la prima volta questa manifestazione sarà ospitata da un Paese africano. L’Italia di Marcello Lippi si presen-ta dovrò difendere il titolo conqui-stato in Germania nell’estate del 2006. Per lo svolgimento della com-petizione sono stati ufficializzati dieci impianti: due a Johannesburg e uno a Tshwane / Pretoria, Man-gaung / Bloemfontein, Città del Capo, Durban, Nelspruit, Polok-wane, Nelson Mandela Bay / Port Elizabeth e Rustenburg.La mascot-te ufficiale dell’evento è Zakumi ed è un leopardo dai capelli verdi.Saranno 32 le nazionali che si sfi-deranno in otto gironi all’italiana (chiamati “gruppi”) con partite di sola andata per poi accedere alle fasi finali. La finalissima si giocherà l’11 luglio 2010 all’ FNB Stadium di Johannesburg.Ecco di seguito il Calendario dell’Italia per quanto riguarda la prima fase:- 14 giugno, ore 20.30, Città del Capo: ITALIA-PARAGUAY- 20 giugno, ore 16, Nelspruit: ITALIA-NUOVA ZELANDA- 24 giugno, ore 16, Johannesburg: ITALIA-SLOVACCHIA

presenta

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rugby

Intervista a Matteo Olivieri promessa del rugby veronese e protagonista della fantastica stagione

del Cus Verona.

Matteo, quando hai iniziato a gioca-re a Rugby?Ho incominciato a giocare a rugby nella pri-mavera del 2000, all’età di 13 anni, quando venni a conoscenza di questo strano sport, dove si corre in avanti e si passa la palla indietro. È iniziato tutto durante una lezione di educazio-ne fisica a scuola, quando è venuto a trovarci Pablo, un giocatore del Cus Verona Rugby, e da allora non sono più riuscito a smettere.

È stata dura all’inizio?Gli anni delle giovanili non furono facili, perché eravamo sempre in pochi e giocava-mo spesso in sotto numero, ottenendo risul-tati a volte molto deludenti. Fu solo verso i 16-17 anni che iniziarono ad arrivare le prime soddisfazioni e la squadra cominciò a giocarsi seriamente le partite.Quando sei entrato a far parte della prima squadra?All’età di diciannove anno ho fatto qualche presenza in panchina con la prima squadra del Cus Verona, che all’epoca era in serie A, ma non ho mai avuto l’occasione di giocare.

L’anno successivo invece ho giocato la mia pri-ma partita nella prima di campionato di serie B, contro il Villorba. Complici alcuni infortuni dei miei compagni, mi sono trovato quell’anno a giocare da titolare partite molto importanti.L’anno successivo però conquistai la fiducia piena del coach Vitadello e della società gio-cando da titolare tutte le partite del girone.Come ti sei trovato quest’anno a gio-care in serie A?La serie A si è dimostrata fina da subito una sfida entusiasmante. Riguardo a quest’an-no sono soddisfatto di aver giocato con continuità, visto anche il crescente livello di

The big boy

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rugby

capacità fisica e tecnica delle altre squadre.Quali sono i tuoi ricordi più belli le-gati a questo sport?Memorabile la trasferta con le giovanili a Roma per vedere Italia-Scozia nel 2004, con una grande vittoria degli azzurri grazie ad una meta di rapina di Ongaro.Ma il ricordo più bello che rimarrà per sempre nella mia memoria è la prima par-tita di campionato giocata contro il Calvi-sano di Paul Griffen dove, contro ogni pro-nostico, vincemmo.Quali sono i tuoi giocatori preferiti?Sono davvero tanti. Guardando quelli che giocano nel mio ruolo mi piacciono sicura-mente Paul O’Connell capitano dell’Irlanda, il capitano degli All Blacks Richie McCaw e il capitano dell’Italia Sergio Parisse. Anche se devo ammettere che gli unici uomini capaci di cambiare da soli le sorti di una partita sono due mediani d’apertura: l’inglese Johnny Wil-kinson ed il neozelandese Dan Carter.Cosa fai per trasmettere anche ad altri questa tua passione?

Collaboro dal 2006 con un progetto della mia società per portare il rugby nelle scuo-le. Mi da molta soddisfazione lavorare con i ragazzi e cerco di trasmettergli la grinta e la passione che ho per questo sport, che per me è anche una grande palestra di vita. Nell’estate del 2007 ho inoltre conseguito il brevetto federale di allenatore di I° livello.Oltre a giocare a rugby a livello pro-fessionista, sei riuscito a proseguire gli studi?La mia grande forza è sempre stata la mia costanza, che mi ha sostenuto anche nel proseguire gli studi. Frequento infatti il IV° anno presso la facoltà di giurisprudenza di Verona e riesco a mantenermi in pari congli esami, con una media anche discreta. Paradossalmente avere ogni giorno un al-lenamento aiuta a non perdere tempo e a concentrarsi per ottenere il massimo.Esiste il dopping nel mondo del rugby?Il dopping nel rugby è arrivato con il pro-fessionismo e i soldi. Sarebbe una bugia

dire che non aiuti ad emergere, perché è chiaro che aver un fisico più forte, potente e veloce può fare la differenza.La vera domanda che ci si deve fare è se siamo disposti a sacrificare la nostra salute, e con essa la nostra vita, per qualche anno di “gloria” . Io una risposta me la sono data, e per questo continuo ad allenarmi con co-stanza ogni mese dell’anno. Anche se non diventerò un campione potrò gioire di quan-to ho conseguito con le mie sole forze.Consigli ai più giovani di praticare questo sport?Certo che lo consiglio, perché, oltre a quan-to ho già detto, insegna il rispetto per se stessi, per i propri compagni, per l’arbitro e per gli avversari. In una parola insegna a essere uomini, che non si tirano indietro davanti alle difficoltà e che fanno sempre la cosa giusta, anche se questo può costare fatica e “botte”.

Alberto Cristani

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podismo

Calendario podismo, luglio - agosto 2010SABATO 3 LUGLIO 2010Manifestazione: 3° MEMORIAL Luca AvesaniDove: Bussolengo (VR)Quando: ore 18.30Percorso: 6-12 km collinariInformazioni: Associazione Straverona 335.57.19.550

DOMENICA 4 LUGLIO 2010Manifestazione: 13° StracereaDove: Cerea (VR)Quando: ore 8.30Percorso: 6-12-19 kmInformazioni: Guido Riccardi 0442.333.279

DOMENICA 11 LUGLIO 2010Manifestazione: 12° Rompi la carnegreaDove: Zevio (VR)Quando: ore 8.30Percorso: 5-9-16 kmInformazioni: Vittorio Lorenzoni 348.796.16.89

SABATO 17 LUGLIO 2010Manifestazione: 3° Marcia del FasoloDove: Villabartolomea (VR)Quando: ore 18.00Percorso: 5-12 kmInformazioni: Giorgio Mantovani 0442.675.507SABATO 24 LUGLIO 2010Manifestazione: 12° Marcia dell’amiciziaDove: Casaleone (VR)Quando: ore 19.00Percorso: 6-12 km pianeggiantiInformazioni: Gelmino Pasquato 0442.37.50.95

DOMENICA 25 LUGLIO 2010Manifestazione: Trail della Speranza sul sentiero delle tre aquileDove: Ferrara di Monte Baldo (VR)Quando: ore 8.30Percorso: 10-16 km trakkingInformazioni: Gianluigi Pasetto 338.266.34.74

VENERDI’ 30 LUGLIO 2010Manifestazione: 11° Marcia dell’Ospite in not-turnaDove: Pacengo di Lazise (VR)Quando: ore 19.00Percorso: 10 km

Informazioni: Giovanni Gatto 045.7590.373

DOMENICA1 AGOSTO 2010 Manifestazione: 26° Marcia tra la ContràDove: Vestenanova (VR)Quando: ore 8.00Percorso: 6-10-16 km Informazioni: Pasquale Calierno 045.7470.123

DOMENICA 8 AGOSTO 2010Manifestazione: W la solidarietà in… corsaDove: Perzacco di ZevioQuando: ore 8.00Percorso: 8-15 kmInformazioni: Marzia Vicenzi 348.79.61.689

SABATO 14 AGOSTO 2010Manifestazione: 11° Memorial Franco MorandiDove: Verona San PancrazioQuando: ore 18.00Percorso: 6-10-16 pianiInformazioni: Graziano Rugiadi 348.36.51.271

DOMENICA 15 AGOSTO 2010Manifestazione: 30° Caminada dei tre archiDove: Albaredo d’Adige (VR)Quando: ore 8.30Percorso: 5-11-19 kmInformazioni: Nicola Baldin 349.49.42.911

SABATO 21 AGOSTO 2010Manifestazione: 9° Caminada par ammirare l’in-cantevole paesaggio della LessiniaDove: Roverè (VR)Quando: ore 16.00Percorso: 10 km di marcia guidata in montagnaInformazioni: FIASP 045.610.32.77

DOMENICA 22 AGOSTO 2010Manifestazione: 15° Conca deo ParpariDove: Roverè (VR)Quando: ore 8.30Percorso: 6-12-21 montanoInformazioni: FIASP 045.610.32.77

VENERDI’ 27 AGOSTO 2010Manifestazione: 3° Enonotturna tra le mura di Soave Dove: Soave (VR)Quando: ore 20.00Percorso: 3 km ondulati da ripetere a piacimentoInformazioni: Giovanni Pressi 349.085.45.25

DOMENICA 29 AGOSTO 2010Manifestazione: 21° Marcia della patataDove: Cologna Veneta (VR)Quando: ore 8.00Percorso: 6-10-15 kmInformazioni: Augusto Famari 0442.85006

podismo

Continua il nostro viaggio nel mondo del podismo veronese.

Dopo aver conosciuto Max Bogdanic è la volta di Edoardo Romano, atleta in forza alla Corradini Cal-cestruzzi Excelsior Rubiera. Una carriera di grandi risultati nonostante fastidiosi e continui contrattempi fisici. Tenacia e caparbietà allo stato puro.

Edoardo, presentati ai lettori di Sport di Più…Sportivamente nasco come calciatore, come quasi tutti i bambini italiani. Mio papà mi ha trasmesso anche la passione per l’atletica e quin-di fino ai 14 anni porto avanti le due attività. A 16 anni entro nella PAF di Bordin e Pimazzoni, all’epoca la Juventus dell’atletica italiana.A 18 anni entro nella Corradini Calcestruzzi - attuale squadra di Baldini - e mi consacro. Purtroppo sul più bello mi infortunio. Il pro-blema si protrae per diverso tempo in quanto non si riesce a diagnosticare con precisione l’entità del malanno.Nel frattempo finisco il servizio di leva e guari-sco dall’infortunio. Segue un decennio di grandi soddisfazioni, sempre con la maglia della Cor-radini, Nel 1999 raggiungo l’apice della mia carriera con la partecipazione alla Maratona di Venezia dove mi piazzo tra i primi dieci d’Italia con un tempo di 2 ore e 13 minuti. Nel 2000, dopo la partecipazione agli Europei di cross con la maglia azzurra, continuo ad ottenere ottimi risultati a livello nazionale su strada. A questo punto purtroppo in inizia un periodo di decli-no dovuto a problemi fisici, che però non mi hanno precluso la carriera. Ad oggi sto ancora “lottando” insieme ad osteopati e fisioterapisti per eliminare i miei problemi e poter tornare finalmente a correre senza troppa sofferenza.Oggi tesserato con la Corradini Calcestruzzi Excelsior Rubiera dopo aver corso anche con la maglia delle Fiamme Gialle e della Cover.Una lunga carriera costellata da fasti-diosi infortuni. Dove ha trovato la for-za per reagire?Quando sei giovane e ti infortuni in modo se-rio, come mi è capitato a 18 anni, ciò che ti fa andare avanti è l’autostima e una vocina che senti dentro e che ti ripete “Non mollare, ce la farai…” Inoltre è importante avere al proprio fianco persone importanti come, nel

mio caso, papà e allenatori. Devi governare la testa, non ti devi far sopraffare dall’ansia di dover recuperare velocemente e di puntare alla prestazione di livello. Io sono stato bravo ad avere pazienza e a credere nei miei mezzi. Ecco perché a 39 anni sono ancora qui…Esiste il doping nel podismo?Premetto che il doping è una scorciatoia per i deboli e quindi condannabile a qualsiasi livel-lo e in qualsiasi sport.A livello amatoriale direi che non esiste. Men-tre nel professionismo qualcosa c’è, è inutile negarlo. Fortunatamente sono episodi spora-dici. Tra di noi atleti ci conosciamo e sappia-mo che chi era forte a 14 anni è forte anche adesso. Al contrario lo “sconosciuto” che arriva e fa due stagioni ad alto livello e poi sparisce lascia parecchi dubbi. Per arrivare a prestazioni di livello è invece fondamentale mantenere un regime alimentare corretto ed equilibrato, senza diete strane. Servono poi gli integratori, importanti per riequilibrare il fisico dopo lo sforzo. Ben vengano quindi sali minerali, amminoacidi e vitamine da assume-re però esclusivamente sotto il controllo di un medico o di specialisti. Vietatissimo il fai-da-te!

Consigli per chi si avvicina al podismo?Il consiglio che mi permetto di dare a chi si avvicina a questa disciplina è quello di non voler essere per forza dei fenomeni, dei cam-pioni a tutti i costi. Affrontate la corsa con se-renità e a mente libera e vedrete che ne trarre-te grandissimo beneficio. Inoltre consiglio di investire un minimo di risorse su attrezzatura tecnica, come una buona calzatura, e su spe-cialisti che possono dare indicazioni su come correre bene. Il vostro corpo vi ringrazierà!Il podismo è uno sport faticoso…Si, è vero. Ma regala grandissime soddisfazio-ni. Correndo si acquisisce la consapevolezza dei propri mezzi e dei propri limiti. Correndo si apprezza il valore della fatica e dello sforzo fisico per raggiungere un obiettivo. Cosa che, ai giorni nostri, è sempre più raro riscontrare tra i giovani sportivi. Purtroppo…

Alberto Cristani

Il Romano volante

Calendario presentato da

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paracadutismo

Boscomantico Servizi che rappresenta tutte le attività sportive che si svolgono sull’aero-porto, dal paracadutismo al volo a motore, volo ultraleggero e volo a vela.Che tipo di corsi vengono svolti pres-so il centro? Organizziamo corsi di paracadutismo e lanci tandem. Il corso, denominato AFF, è quanto di più moderno la tecnica paracadu-tistica sia in grado di offrire. L’allievo viene accompagnato da istruttori e operatori video durante tutto il suo percorso: sette livelli che si traducono in sette lanci, tutti dalla quota di 4000 metri. I primi tre con due istruttori al fianco mentre dal quarto al settimo livello con un istruttore e un operatore video che riprende il tutto a scopo didattico. Una volta aperto il paracadute l’allievo ha con sé una

radio attraverso la quale viene guidato fino all’atterraggio. Quali consigli ti senti di dare a un giovane che vuole avvicinarsi a que-sta disciplina?Innanzitutto per chi non vuole cimentarsi immediatamente con un corso ma desidera semplicemente provare l’emozione di un minuto di caduta libera, il lancio tandem è l’esperienza ideale: un tuffo da quattromila metri agganciati all’istruttore con la possi-bilità di avere la proprio ripresa video per poi rivivere l’esperienza a casa! Il tandem è molto usato anche come “idea regalo”, nel senso che oggi ricevere come regalo un’emozione è forse molto più apprezzato di un oggetto qualche volta difficile da sce-gliere. E quindi sono molti coloro che ri-

chiedono di avere un “buono tandem” per ogni tipo di ricorrenza.A chi invece volesse iscriversi ad un corso consiglio di venire a trovarci allo Skydive Verona; siamo sempre disponibili per dare consigli e rispondere alle domande dei cu-riosi e di chi volesse provare a vivere una forte emozione...con la testa tra le nuvole!

Marina Soave

paracadutismo

Forse non tutti sanno che ai piedi delle colline di Verona, non lontano dal quartiere del Chievo,

si trova una delle scuole di paracadutismo italiane ed europee che vanta profonde tradizioni per questo sport e che svolge continuativamente questa attività da quasi cinquant’anni sul territorio veronese. Il suo nome è Skydive Verona. A tal proposito abbiamo scambiato due parole con una grande campionessa di questa specialità Anna Madinelli, vice presidente della scuola.

Anna, innanzitutto racconta ai letto-ri di Sport di Più chi sei...Mi sento un po’ imbarazzata dopo tan-ti anni di paracadutismo a dover parlare ancora di me. Brevemente si può dire che sono una campionessa di paracadutismo a livello internazionale, con 4500 lanci all’at-tivo. Attualmente non faccio più lanci ma mi occupo della scuola di paracadutismo di Boscomantico.Come è nata la tua passione per il paracadutismo?

Direi che è nata più per curiosità, quasi per caso quando avevo 21 anni grazie ad un amico che praticava già questo sport. Fin da subito però ho capito che questo sareb-be stato il mio sport e che non avrei più po-tuto farne a meno.Quali traguardi e vittorie hai rag-giunto? Sono stata sette volte campionessa italia-na vincendo il primo titolo nel 1978 a 25 anni. Inoltre ho fatto parte della Nazionale Italiana per ben 10 anni dal 1978 al 1988 arrivando quarta, prima fra gli europei, ai campionati del mondo del 1986 in Turchia.Quale momento della tua carriera ti è rimasto di più nel cuore?I momenti più emozionanti che ricordo sono senza dubbio i lanci durante il cam-pionato del mondo, soprattutto quelli den-tro lo stadio olimpico di Seoul. Più di tutto ricordo però i lanci in piazza Brà e quello allo stadio Bentegodi nella giornata memo-rabile in cui il Verona ha vinto lo scudetto.

Che emozioni si provano durante un lancio col paracadute?Le sensazioni si possono difficilmente de-scrivere: bisogna sperimentarle di persona per capire fino in fondo il fascino di questo sport. Dall’aereo ti lanci nel vuoto e per 60 secondi sei in caduta libera,con l’aria che sembra aprirsi al tuo passaggio. Quando ci si trova a oltre mille metri d’altezza l’adre-nalina sale tantissimo. Soprattutto la prima volta l’emozione pare duri all’infinito... poi devi aprire il paracadute e ti senti padrone assoluto del panorama.Cos’è Skydive Verona e qual è il tuo ruolo al suo interno?Skydive Verona è la scuola di paracaduti-smo di Boscomantico, conosciuta e molto stimata a livello nazionale ed internazionale anche grazie all’ottima organizzazione del Trofeo Città di Verona, giunto alla trenta-duesima edizione. Personalmente mi occu-po della sua organizzazione generale e sono attualmente vice presidente del Consorzio

Un tuffo tra le nuvole

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sub sub

Il lago di Garda oltre ad essere ambita meta di turismo italiano e straniero è

una palestra ideale per chi pratica immer-sioni e attività subacquee. Per conoscere meglio questa realtà abbiamo intervistato Lorenzo Marchetti, grande appassionato di immersioni, esperto istruttore e titolare di “Passione sub”, negozio specializzato in attrezzature e organizzazione di corsi per sub professionisti e non.

Lorenzo, dove nasce la tua passione per questa disciplina?Innanzitutto io sono uno sportivo, ex ce-stista. L’acqua per me è un elemento fon-damentale, indispensabile. Quando mi im-

mergo mi diverto e sto bene. Ed è per que-sto che ho iniziato quasi quattordici anni fa ad esplorare fondali. E da allora non mi sono più fermato…Per essere sub bisogna avere carat-teristiche particolari?Tutti possono avvicinarsi a questo sport, gradatamente e con il giusto supporto. Una sana e robusta costituzione è fondamentale, come lo è per qualsiasi altro sport. Inoltre, ma questa è la base di partenza, si deve ave-re un minimo di acquaticità e saper nuotare.Qual è l’età minima per iniziare questo sport?In base alle normative internazionali si può iniziare con semplici giochi d’acqua

dagli 8 ai 10 anni in acque confinate. Suc-cessivamente dai 10 ai 15 anni si passa ad un’attività più specifica che permette il conseguimento dei brevetti. Nello specifico dai 10 ai 12 anni con profondità limitate per il brevetto junior open water diver e dai 15 anni per il conseguimento del brevetto open water regolare, come gli adulti. Facci l’identikit di un sub…Come detto prima la cosa essenziale per un aspirante sub o per un esperto è quello di avere un ottimo rapporto con l’acqua e di avere un’adeguata preparazione fisica. Un target di riferimento ben specifico però non c’è. Posso solo dire che il range di età va dai 20 ai 50 anni. Personalmente però conosco

Sub che passionesul lago di Garda

anche dei sessantenni neopensionati che, avendo più tempo libero, hanno iniziato da poco. Un denominatore comune che uni-sce tutti noi che pratichiamo questo sport è l’amore per la natura, per l’ambiente e del sano divertimento! Verona è una città che ama “immer-gersi”?Direi di si. I veronesi praticanti sono parec-chi, come tanti sono i club che li riunisco-no. Quantificarli con precisione è difficile. Il trend è però costante e questo fa capire come questo sport non sia più considerato una più moda - come poteva essere qualche anno fa - bensì una disciplina ben radicatanella cultura dello sportivo veronese. Una valida alternativa agli sport “classici” di cui si sente sempre parlare.I sub veronesi hanno poi la fortuna di avere il Lago di Garda…Esatto. Il nostro Garda è una location ideale per fare immersioni ed è raggiungibile, per noi veronesi, in pochissimi minuti. Inoltre è un’ottima palestra di allenamento in quanto presenta diversi gradi di difficoltà, da affron-tare quindi con la massima attenzione.Allenarsi nel Garda è molto impegnativo e formativo. È anche per questo motivo che molti sub delle province limitrofe e stranieri scelgono il nostro lago per affinare le loro tecniche.Che profondità si raggiungono du-rante le immersioni?Dipendono a seconda dei brevetti: dai 18 metri fino ad un massimo di 40 sono le pro-

fondità massime per la subacquea ricreati-va. Oltre i 40 metri sono situazioni tipiche delle immersioni tecniche, con brevetti spe-cifici ed avanzati.

Qualche indicazione per chi volesse diventare sub?Fondamentale, per chi si avvicina a questo sport, è rispettare tutte le regole fondamen-

tali che verranno insegnate durante i corsi. Oltre al fatto di rispettare l’elemento acqua. Sembra banale ma non lo è. Il consiglio pra-tico che mi sento di dare ai neofiti è quello di farsi aiutare da uno dei numerosi club o centri che organizzano corsi in modo da po-ter iniziare con un test in piscina.Superato questo step si può passare grada-tamente alle acque aperte.Buona immersione a tutti!

Alberto Cristani

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A SAN ZENO DI MONTAGNA E JESOLO DAL 13 GIUGNO AL 10 LUGLIO 2010 RITORNANO...

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rafting

Il Trentino affascina per i suoi paesaggi verdeggianti, per le belle montagne che fanno da sfondo e per i

tanti laghetti che fanno di questa regione un posto da cartolina. Due veronesi insegnanti di educazione fisica nelle scuole medie si sono innamorati della Val di Sole. Una vita dedicata al Kayak, prima come sportivi ago-nisti, poi come istruttori. I fratelli Mariani, Renzo ed Alessandro hanno iniziato a conoscere la Val di Sole grazie alla Canoa Club Verona, là si facevano le gare e parte degli allenamenti, poi nell’84’ la scelta di aprire la prima scuola di canoa nella valle baciata dal sole.

“Tutto è iniziato – ci racconta Renzo Maria-ni – più di 25 anni fa, quando Alessandro ed

io abbiamo pensato di creare una scuola di canoa nella valle che ci aveva regalato tante soddisfazioni. Siamo stati in Val di Sole per 25 anni. Poi un anno fa ci siamo spostati a Caldes proprio in riva al lago di S.Giustina. Ora oltre alla scuola organizziamo tantissime attività per i turisti, dal rafting al canyoning.Proponiamo agli amanti della montagna – prosegue Ren-zo – escursioni in bicicletta sulla pista cicla-bile lungo il Noce, con la possibilità di tornare alla base con il trenino delle Dolomiti. Si pos-sono divertire con noi e le guide qualificate con l’orienteering o il nord walking. La zona è attrezzata per i campeggiatori, ma offriamo anche una convenzione con un albergo. Qui nel centro c’è la zona barbecue, il solarium, ci sono le docce, i campi da tennis, volley e badminton. Insomma una grandissima orga-nizzazione”. Infine: “Gli sportivi che vengono a Caldes – spiega Mariani – sono gruppi di ragazzi, scuole o associazioni. Abbiamo avuto modo di collaborare con delle scuole superiori di Verona che hanno scelto una gita alternati-va. Molte aziende organizzano delle uscite per rafforzare lo spirito di squadra. Inoltre gli ami-ci dello Sci Club Edelweiss portano qui i propri atleti per i camp estivi. Insomma qui da noi sia le famiglie che i grup-pi di amici hanno l’imbarazzo della scelta.

Nel verde della natura è possibile rilassarsi ma anche vivere emozionanti esperienze con la canoa, passeggiare nel bosco o fare lunghe escursioni in bicicletta. Sono sicuro che chi verrà in Val di Sole ne rimarrà affascinato, proprio come è successo a noi tanti anni fa!”.La Val di Sole ha ospitato nella prima settimana di giugno anche io Campionati Europei di Ka-yak, a testimonianza di come questa zona ben si sposi con le attività agonistiche sportive. Ma in Trentino si possono trascorrere anche giornate rilassanti immersi nel verde della natura. Per chi invece non vuole rinunciare allo sport X Rafting attende tutti per vivere la natura a 360 gradi.

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psicomotricità psicomotricità

“Non cercate di riparare… ma di offrire la libertà di essere”.

Questa citazione di Julian de Ajuriaguer-ra ci permette di rivedere e valutare le

caratteristiche che dovrebbero contraddistin-guere l’essere e il sentire ciò che esprimono i bambini o le bambine, diversificano nel vi-vere il proprio sviluppo e nella costruzione della propria identità. In questo senso il gioco ci consente di approfondire alcune tematiche che ci portano ad avere un’idea precisa relati-vamente a questo concetto e dal quale spesso lo psicomotricista prende spunto.

Il gioco tra bambini e bambine: differenze di genere La differenza di genere nella scelta dei gio-chi e delle attività tra maschi e femmine, che progressivamente diventa congruente con gli stereotipi di ruolo sessuale, rappresenta un fenomeno complesso nel quale intervengono molteplici fattori socioculturali, familiari, re-lazionali e individuali.Questa vuole essere una riflessione di carat-tere generale e non rappresenta una regola, anche se quando un bambino gioca con le femmine ai giochi da femmine e la bambina

gioca con i maschi ai giochi da maschi, sem-bra ci sia una sorta di violazione delle aspetta-tive sociali (“Sei una femminuccia!”, “Sembri un maschiaccio!”).È innegabile, dunque, che i fattori di contesto, cioè le aspettative ed il comportamento dei genitori (che sembrano assecondare attitudini tipizzate sessualmente anche in altri ambi-ti della vita quotidiana e della relazione), le scelte degli adulti, la pressione dei pari e l’in-fluenza dei media, vincolano e determinano in maniera importante le differenze di genere osservate nel gioco.La scelta di genere è un processo che si svol-ge nel tempo e non si compie soltanto perché c’è una spinta esterna verso alcune attività piuttosto che altre: sembra vi sia anche una predisposizione di base (si tende a scegliere istintivamente ciò che è simile a sé) ed è ne-cessaria un’elaborazione concettuale da parte del bambino, che lo porta ad aderire a deter-minati modelli, una volta che li ha assimilati ed organizzati.C’è da sottolineare, però, che vari studi hanno rilevato che nelle prime condotte ludiche, in altre parole nelle azioni connesse all’alimen-tazione ed alla cura personale, tra i quindici/diciotto e i venti mesi, non si osservano diffe-

renze tra maschi e femmine, mentre all’inizio del terzo anno si notano percorsi di genere differenziati.Differenze più nette emergono in età presco-lare: le preferenze per il gioco della casetta e in generale per le routine riguardanti “la fami-glia” e “la scuola” persistono nelle bambine, mentre i bambini si orientano maggiormente verso ruoli di fantasia e te mi concernenti su-pereroi, mostri, combattimenti spaziali.È importante rilevare anche la diversità delle interpretazioni di significato, tra bambini e bambine.Nel gioco della “mamma”, le femmine rap-presentano il soddisfacimento dei loro desi-deri di maternità ed esternano un bisogno di conforto e consolazione, mentre nei giochi con macchinette, carretti, cavalli e treni, i maschi simbolizzano simboleggiano il deside-rio maschile di aprirsi con forza una strada, oppure in quello della “lotta”, dimostrano coraggio, abilità e astuzia per difendersi dai nemici.Maschi e femmine giocano, magari agli stessi giochi, ma in modo differente: scelgono ma-teriali diversi, i loro giochi hanno tempi di durata diversi e diverse evoluzioni ludiche, anche a partire dagli stessi giocattoli messi a disposizione. Le bambine effettuano scelte meno rigide e sono più attratte dai cosiddetti “giochi da maschi”, mentre i bambini, soprattut-to dalla scuola elementare, evitano accurata-mente i “giochi da femmine”. I bambini e le bambine sono più facilmente accettati dai loro compagni e dalle loro com-pagne se giocano liberamente con giocattoli “adeguati” al loro sesso e anche quando sono occupati in attività non connotate sessual-mente, ad esempio le costruzioni, si aggrega-no tra loro in sottogruppi dello stesso genere. La preferenza per compagne e compagni di gioco dello stesso sesso è spontanea, non è soggetta alla pressione di fattori esterni.Per ambedue i sessi ciò che appare importan-te, al di là delle diverse scelte, è la possibilità di giocare senza inibizioni: l’inibizione al gioco o l’ossessivo interesse per una sola specifi-ca modalità ludica sono interpretabili come conseguenze di inadeguatezze che generano conflitti emotivi nel bambino.L’esperienza ha dimostrato che è possibile contrastare efficacemente gli stereotipi ses-suali solo in età precoce perchè, con l’andare del tempo, gli atteggiamenti si consolidano e

Psicomotricità:il ruolo e la diversità nel gioco

la possibilità di modificare i pregiudizi legati ai ruoli sessuali è più difficile. A cinque anni la tipizzazione sessuale dei giochi e delle attività è già avvenuta ed è evidente soprattutto negli ambienti educativi e pedagogici strutturati, come la famiglia e la scuola.Altri contesti, come i rapporti di vicinato, la strada, il parco giochi, il quartiere, i gruppi aggregativi extrascolastici (ad esempio gli scout) favoriscono i giochi condivisi tra ma-schi e femmine, attraverso un’estesa varietà di strategie comunicative, quali gli scherzi, i racconti, la discussione, lo scambio rituale di insulti. Così, nella strada si stempera, almeno nel periodo dell’infanzia e della prima adole-scenza, il fenomeno della differenziazione di genere nel gioco.

Il gioco della “lotta per finta”Nella cultura occidentale la “lotta per finta” è un gioco dell’infanzia considerato maschile ed è prerogativa quasi esclusiva dei bambini e dei ragazzi.Vi sono, invece, altre culture nelle quali non sono state riscontrate differenze di genere e anzi, sono documentati casi in cui è più fre-quente tra le femmine che non tra i maschi.La lotta per finta (chiamata anche “gioco turbo-lento”), che accomuna gli esseri umani e diverse specie animali, si basa sulla simulazione di uno scontro reale, ma al contempo se ne distacca profondamente dal punto di vista emotivo.Per finta i cuccioli di cane e altri mammiferi si attaccano e si mordono, ma si fermano prima di farsi male.Anche i bambini si spingono, s’inseguono, si danno calci, si buttano a terra, senza avere tut-tavia l’intenzione di arrecare danno agli altri. Lo scopo è quello di stabilire una posizione di superiorità e prevede un rapido rovescia-mento di ruoli.Molto spesso ha per protagonisti bambini che sono amici.La lotta per finta potrebbe apparire un com-portamento immotivato e, quindi, inutile dal punto di vista evolutivo; in realtà, come han-no dimostrato gli etologi studiando il com-portamento dei mammiferi, è un “dialogo sperimentale con l’ambiente”, in vista di un controllo sull’ambiente fisico e sociale. Questo gioco consente di acquisire il controllo sulla propria aggressività, sulla forza muscola-re nel confronto con il corpo dell’altro, inca-

nalandole entro comportamenti socialmente accettabili, perché ritualizzati e inoffensivi.Si agisce “per gioco”, attraverso il corpo, su un certo tipo di emozione per arrivare a control-larne le conseguenze negative, qualora il com-portamento fosse messo in atto per davvero.I bambini utilizzano diversi segnali del lin-guaggio corporeo non verbale per sapere che non stanno facendo sul serio. È un gioco particolarmente frequente tra i tre e i cinque anni e scompare quasi del tutto nell’adolescenza, quando la forza fisica è usa-ta per stabilire rapporti di dominanza soltan-to in situazione di conflitto reale.

Nell’ adulto spesso questo tipo di approccio al “gioco del far finta”, viene utilizzato per creare dei legami con quelli del proprio gruppo, piutto-sto che per esorcizzare una situazione che si pen-sa o si presume che possa avvenire o succedere, piuttosto ancora che per preparare nella memo-ria stati di attenzione volti ad incanalare succes-sivamente l’evento verso uno scopo ben preciso. In questo senso, restando in una ricerca attor-no al gioco e alle attività ludiche indipenden-temente che siano di origine agonistica, ama-toriale, educativa o di altro genere, vengono alla mente eventi che implicano una costru-zione precisa e dettagliata di come si vuole, o meglio si vorrebbe, che quella cosa o quel determinato evento ci portino.È e diventa una maniera di consolidare, ripri-stinare, confermare, stabilizzare e aumentare verso forme ottimali, sia la memoria tonica che quella legata ai vissuti e alle esperienze, cioè quello che si prova a fare nel tentativo di indirizzare prerogative che se utilizzate in for-ma impropria, ed in questo senso prendiamo ad esempio l’ aggressività, portano talvolta a far evolvere in maniera meno proficua una situazione.Si tende sempre di più ad abbassare quello che è l’approccio a questo modo di vivere ed inten-dere il gioco. Infatti attività che dovrebbero es-sere indirizzate ad una evoluzione verso aspetti educativi e di formazione del carattere nei più giovani vengono utilizzate per il raggiungi-mento di prestazioni elevate, spesso fuori dal desiderio e dalla passione verso quella attività. Si assiste pertanto ad una perdita di interes-se e di partecipazione che se nell’adulto può essere mediata da fattori supplementari al piacere, nel bambino e nel giovane portano

ad allontanarsi, a perdere il desiderio e l’im-pulso ad andare avanti in quella specifica at-tività, perché spinta magari solo dal desiderio dell’adulto o dell’educatore in genere.Lo psicomotricista deve essere in grado di percepire atteggiamenti, resistenze, incertez-ze, indisposizioni verso quel determinato tipo di gioco o di attività ludica, elementi essen-ziali - oltre all’osservazione - per poter svol-gere la propria attività in maniera adeguata e funzionale agli scopi prefissati. Questo però a patto che dietro ad una ritrosità nello svol-gere un’attività non ci siano dei vuoti motori, relazionali o di crescita legata al vissuto psi-comotorio. In questo caso sarà compito dello psicomotricista deve colmare queste lacune e far superare i vuoti.

Emanuela Caliari: psicomotricista, formatore AIFP, [email protected] Trettene, psicomotricista, [email protected] Federazione Italiana Psicomotricisti, tel. 045-8700409 www.fipm.com, [email protected]

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volley

Mondiali Volley 2010, Verona protagonistaA fine settembre partirà il mondiale di

pallavolo maschile 2010, 24 nazio-ni si sfideranno per conquistare il titolo di campione mondiale. Il Grande Torneo è suddiviso in più fasi a gironi, le squadre che raggiungeranno il miglior piazzamento nei gironi potranno proseguire la loro corsa verso il sogno, la coppa del mondo. L’Italia è stata inserita nel Girone A con Giappo-ne, Egitto e Iran, una prima fase sulla carta abbordabile per gli azzurri anche se nella pallavolo maschile grazie ad una positiva crescita di livello ogni partita porta con sé insidie inaspettate che bisogna saper vince-re al momento e con un ‘gioco’ di squadra.Verona, città protagonista e teatro, in que-sti ultimi anni, della pallavolo che conta, dopo aver ospitato manifestazioni come WorldLeague, All Star Game e l’Italia di Barbolini in preparazione per gli Europei, titolo poi conquistato nel 2009, si prepara ad accogliere anche il mondiale 2010 di pallavolo maschile.Il 25, 26 e 27 settembre Brasile, Spagna, Cuba e Tunisia daranno spettacolo e sa-ranno le nazioni protagoniste di partite emozionanti proprio al PalaOlimpia di Verona. Un Girone tra i migliori in pro-gramma in questa prima fase. La nazionale carioca prima forza nel ranking mondiale dovrà star bene attenta a Spagna e Cuba, rispettivamente 11° e 13°, forti di poter fare un colpaccio nella prima fase a gironi ed eliminare i campioni in carica. Mentre la nazionale tunisina, 20° nel ranking mon-diale, poco gettonata dai bookmakers per la vittoria del titolo, con niente da perdere andrà a giocarsi a viso aperto queste sfide cercando di dare il massimo.

Per l’occasione il Comitato Organizza-tore Locale ha provveduto a lanciare una campagna boom per le società di Verona, provincia, e per tutti i simpatizzanti per puntare al pienone per queste partite dei mondiali, anche perché Verona ospita al-cune tra le nazioni più forti. Saranno dispo-nibili tre tipologie di abbonamento (valide per le 2 partite giornaliere dei 3 giorni):Anello Superiore NON numerato, Settore Rosso: 25€Curve Basse, Settore Blu: 35€Tribune Basse, Settore Giallo: 45€Quota abbonamenti che pervenute al Co-mitato L. Con la campagna abbonamenti terminata ufficialmente questo 15 maggio - 800 le richieste pervenute al COL - per l’acquisto dei tickets della rassegna iridata sarà possibile prenotare attraverso il Nu-mero Verde 800.183.606 (dal lunedì al ve-nerdì dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 17.00) o tramite fax allo 06.634.872 oppure inviando una mail all’indirizzo [email protected] Queste modalità sono valide sia per Verona che per le diverse città sedi di gara.I prezzi andranno dai 10 ai 50 euro a se-conda della fase che si vuole seguire. Il programma delle gare girone veronese sarà il seguente:

Sabato 25/09Brasile-Tunisia e Spagna-Cuba

Domenica 26/09Tunisia-Cuba e Brasile-Spagna

Lunedì 27/09Spagna-Tunisia e Cuba-Brasile

Gli orari ad oggi sono ancora da decide-re, soprattutto quelli della prima gara, che potrebbe capitare nelle ore del mattino, o pomeridiane, mentre per quanto riguarda la seconda gara sarà sicuramente con inizio orario serale.Sarà inoltre possibile per i tifosi e gli amanti della pallavolo seguire gli allenamenti delle 4 nazioni ospiti al Pala Olimpia nei giorni precedenti l’avvio del campionato del mon-do di volley maschile 2010.Per ulteriori informazioni consultare i siti: www.volley2010.com e www.fipavverona.it

Ugo Zambon

DAVIDE responsabile tecnico

ALBERTO staff tecnico

MASSIMO responsabile del negozio

Lo staff

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polisportiva

L’attività sportiva, il “movimento”, è notorio, fanno bene a tutti, ma per i disabili sono

parti-colarmente indicati perché hanno la carat-teristica di stimolare delle persone che, altrimen-ti, avrebbero meno opportunità degli altri, so-prattutto, di socializzare e di porsi degli obiettivi.È una vecchia diatriba nel mondo della disabili-tà, in special modo per i disabili mentali, quella di non volere l’impegno sportivo, l’agonismo: “l’importante è che si divertano”. Ma le numerose associazioni e i numerosi campionati e tornei a tutti i livelli, da quelli di base sino ad arrivare alle O-limpiadi, di-mostrano (oltre agli “infiniti” studi e ricerche) che lo sport in tutte le sue accezioni, può essere una “panace-a” e, comunque, un sostegno sia per il disabile che per la sua famiglia. Anche perché l’attività sportiva, normalmente, si fa in strutture pubbliche e questo fa sì che anche i cosiddetti normodotati, possano rendersi con-to e, quindi, con-frontarsi con una parte im-portante della società. La Polisportiva GALM è in attività dal 1995 e si occupa di sport per portatori di handicap mentale.È affiliata al C.I.P. (Comitato Paralimpico Ita-liano, con la nascente federazione F.I.S.D.I.R. Federazione Italiana Sport Disabilità Intellet-tiva Relazionale) e allo Special Olimpycs, As-sociazione internazionale fondata da Eunice Kennedy (sorella di John e Ted Kennedy),

presente in tutto il mondo che si occupa di sport per disabilità mentale. Il Galm attualmente conta, nel suo organico, 10 atleti tutti con disabilita intellettiva che pra-ticano il nuoto.Questi i nomi degli atleti: Beatrice Bassi, Gio-vanni Bendazzoli, Matteo Contolini, Ilaria Covajes, Fabio De Mutiis, Guido Grandis, Mattia Mozzo, Katia Piccinini, Roberta Scar-peri, Riccardo Spimpolo.Il Galm volge gli allenamenti di nuoto agoni-stico presso la Piscina Santini in Borgo Trento, due volte la settimana, il martedi e il venerdi dalle 17,30 alle 19,30.Per la preparazione degli atleti è affidata a tre tecnici qualificati con brevetto F.I.N. (Federa-zione Italiana Nuoto) e pre-vede anche il con-trollo medico.La Società partecipa alle manifestazioni re-gionali, interregionali e nazionali. Lo scorso anno ha partecipato con due atleti ai cam-pionato nazionale assoluti di nuoto a Pugno-chiuso (Foggia) conquistando due medaglie d’argento e una di bronzo.Ogni anno partecipa alle gare regionali che sono organizzate dalle Società del Veneto.Il 9 Maggio ha organizzato la propria gara re-gionale presso la piscina Santini di Verona a cui hanno partecipato circa 140 atleti prove-nienti da tutto il Veneto.

I tempi conseguiti nelle gare regionali sono validi per l’accesso ai campionati assoluti na-zionali che, anche quest’anno, si svolgeranno a Pugnochiuso in Puglia. Oltre ai campionati assoluti di Pugnochiuso parteciperà alle finali dello Special Olimpycs in programma a fine Giugno a Monza.Dal 2000, ogni quattro anni, organizza, in concomitanza con l’anno olimpico, ”Nuo-thandy Cup”, la traversata del Lago di Garda da Lazise a Peschiera con la partecipazione di decine di atleti. Oltre all’aspetto puramente sportivo la polispor-tiva cura anche l’aspetto sociale coinvolgendo le famiglie in varie attivi-tà promozionali che mira-no anche a sensibilizzare l’opinione pubblica sui problemi della disabilità.Nonostante i soliti e noti problemi dovuti alla scarsità di aiuti dalle istituzioni il GALM riesce ad offrire ai propri atleti la partecipazione alle varie manifestazioni in programma con il con-tributo dei numerosi Amici e Sostenitori che, sensi-bilmente, sono vicini alla Società.Chi volesse avvicinarsi all’attività sportiva può contattare il Presidente del GALM, Lisa Baldelli al 3491639358 oppure recarsi diretta-mente alla piscina Santini in Verona il martedi e venerdì dalle 17.30 alle 19.30.

Carlo Gheller

“Mai senza l’altro! Per una comunità che include” è questo lo slogan della

15^ edizione de La Grande Sfida, manifesta-zione di confronto, cultura, festa, gioco e sport, che coinvolge persone diversamente abili della provincia veronese e di varie città italiane ed europee.L’evento organizzato dal Csi di Verona è dive-nuto, anno dopo anno, un importante ed origi-nale momento di incontro, che contribuisce a favorire l’autonomia delle persone con disabi-lità, ottenendo nel 2003 anche l’alto patrocinio del Ministero degli Affari Sociali per il suo valo-re di carattere nazionale.La manifestazione, che coinvolge attivamente i comuni di Verona e provincia, le Ulss 20, 21 e 22, e le diverse realtà associative presenti sul territorio, ha lo scopo di promuovere una cultu-

ra della fraternità facendo avvicinare nel gioco, nello sport, nei momenti di svago, persone di-sabili e non. Il tour 2010 è iniziato mercoledì 5 maggio a Porto di Legnago, ha fatto tappa l’ 8 a Ronco all’Adige e il 13 a Sanguinetto; è proseguito il 12 a Villafranca, il 15 a Lazise, il 18 a Pescanti-na, arrivando a Verona il 20 , il 22 a San Mar-tino Buon Albergo, il 26 a Caldiero e il 29 a Soave. Agli abituali percorsi nel mondo dello sport, della cultura, del teatro e del divertimento, sono stati aggiunti quest’anno il percorso nel mondo del cinema, con un concorso di cortometraggi realizzati dalle persone dei centri socio-educa-tivi della provincia, e quello spirituale, che ha visto la presenza del Vescovo di Verona Monsi-gnor Giuseppe Zenti.

I luoghi simbolici de La Grande Sfida sono le piazze, le strade, i teatri e i cinema, le scuole e le università, le chiese, che si colorano e riem-piono di gente in una grande giornata di festa, rendendo visibile la ricchezza multiforme di esperienze che contribuiscono a dare dignità e valore alla presenza delle persone con disabili-tà. “L’intento principale – spiega il responsabile Roberto Nicolis - è quello di promuovere una cultura della partecipazione e dell’inclusione, per passare da una società per tutti ad una società con tutti. Spesso si considera l’altro un ostacolo nella realizzazione del proprio pro-getto di vita, si può invece considerarlo come occasione di arricchimento e di crescita, speri-mentando l’unità nella differenza”. Il gran finale si è tenuto il 5 e 6 giugno a Verona con “La Grande Sfida International” che ha visto partecipare atleti con disabilità.

Stefania Chignola

GALM:quando lo sport è veramente beneficoDa sin a des: la squadra del GALM, in piedi: il tecnico Stefania Di Fiore, la Presidente Lisa Baldelli, il tecnico Tatiana Dal Re, Riccardo Spimpolo, l’accom-pagnatore Enzo Grandis, Mattia Mozzo, Beatrice Bassi, Il tecnico Bruno De Mutiis e Roberta Scarceri, seduti: Guido Grandis, Matteo Contolini, Katia Piccinini e Ilaria Kovajes.

evento

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arrampicata arrampicata

L’Associazione Professionale Arcobaleno racconta la sua esperienza: nell’anno

2008 nasce un progetto sperimentale “Psico-motricità e Arrampicata” presso il Centro Ar-rampicata King Rock per facilitare l’avvicina-mento all’arrampicata da parte del bambino. Vediamo come.

L’ARRAMPICATAL’Arrampicata è un’attività dove ci si mette in gioco sia a livello fisico, sia a livello psicologico.L’impegno fisico, motorio/tecnico e psicologico devono operare assieme e nei momenti critici, devono riuscire a trovare un equilibrio tra loro. Chi arrampica impara ad affidarsi agli altri, ma anche ad essere lui in prima persona responsabile della sicurezza della persona vicina. Ognuno di-venta un anello importante all’interno del gruppo.L’arrampicare è uno schema motorio che si evidenzia molto presto, spesso prima ancora di imparare a camminare: per i bambini infat-ti questo movimento è un mezzo per spostarsi e per esplorare il mondo. A 6 anni già si sono acquisite quelle conoscenze che permettono di salire e scendere in modo naturale e spontaneo.Dalla recente letteratura italiana sia alpinisti-ca sia scientifica si evince che nell’arrampicata sportiva la stretta correlazione tra abilità, perce-zione, memoria, performance motoria e gesto atletico sia alla base per affrontare una via di arrampicata, in pareti artificiali o naturali ricer-

cando la via migliore o “route finding”.LA PSICOMOTRICITÁIl movimento senso-motorio permette al bam-bino di giocare con il proprio corpo traendone immenso piacere; salti, rotoli, corse, cadute, di-sequilibri diventano strumento indispensabile per la costruzione della propria identità.In ogni percorso psicomotorio vi sono espe-rienze corporee che favoriscono nel bambino la scoperta e la sperimentazione, tramite i canali sensoriali propriocettivi ed esterocettivi, delle nozioni fondamentali (grandezza, lunghezza, direzione, profondità, …) che sono alla base di ogni processo di apprendimento e che succes-sivamente astratte e rielaborate favoriscono la costruzione di concetti e quindi la possibilità di acquisire nuove conoscenze.“L’allenamento motorio” è anche “allenamen-to emozionale”, la psicomotricità, armonizzan-do l’attività della mente e quella del corpo e creando equilibrio tra emozioni e movimento, contribuisce ad infondere benessere e spirito d’iniziativa.Migliorando la propria coordinazione moto-ria globale e segmentaria, il bambino rafforza la fiducia in sé e conseguentemente sviluppa la capacità di esprimere verbalmente gli stati emotivi collegati all’esperienza vissuta.In quest’ottica il momento dell’attività psico-motoria diventa fondamentale, ponendosi a sostegno del bambino che può agire desideri,

bisogni ed emozioni legati all’arrampicata.Esperienza vissuta come uno spazio ed un tem-po per scoprire le proprie capacità e i propri li-miti, vivendo l’avventura di affrontare in totale sicurezza le difficoltà apparentemente impossi-bili della parete, nella relazione con il proprio corpo, con le proprie emozioni e con l’altro contribuendo ad attivare processi di rappresen-tazione relativi alle azioni ed alle emozioni che affronterà lungo la via da scalare.

L’arrampicata comporta un’attività cor-porea globale ricca di sollecitazioni di vario tipo che mettono in gioco diversi aspetti motori ed emotivi quali: varia-zione di equilibrio, coordinazione glo-bale, lateralità, senso dell’orientamento, adattamento spaziale e temporale, con-trollo emotivo, concentrazione, attenzio-ne e fiducia nell’altro e in sé.Da qui nasce la profonda correlazione tra psicomotricità ed arrampicata, due esperienze motorie che si integrano per-mettendo la risposta al bisogno di mo-vimento del bambino in un contesto di gioco in cui egli è protagonista attivo.

Il progetto che unisce l’Associazione Arcobale-no e il Centro Arrampicata King Rock prevede le seguenti finalità:

• favorire nei bambini la progressiva consape-volezza di ciò che accade all’interno (emozioni) e all’esterno (sollecitazioni poste dall’ambiente) del loro corpo;• rispondere ai bisogni di movimento e al desi-derio di scoperta del piacere derivante dall’uti-lizzo del proprio corpo, proponendo contesti ludici in cui il soggetto è protagonista attivo;• contribuire alla strutturazione di un adeguato livello di autostima, che si fonda sui vissuti po-sitivi e sulla consapevolezza di ciò che si prova;• accompagnare il bambino nel percorso verso l’arrampicata per un avvio lento e graduale alla tecnica.

Il progetto è rivolto a due fasce di età:BABY: dai 4 ai 5 anniKIDS: dai 6 agli 8 anni

L’attività si svolge per cicli di 12 incontri .Ogni incontro è suddiviso in due parti:

• per il gruppo BABY - 1 ora: 30 minuti di psicomotricità 30 minuti di arrampicata

• per il gruppo KIDS - 1 ora e 15 minuti: 35 minuti di psicomotricità 40 minuti di arrampicata

La parte di gioco psicomotorio viene svolta in una stanza grande, strutturata e pensata per l’at-tività specifica, attigua alla sala di arrampicata. Il momento dedicato ad arrampicare si svol-ge alternativamente in sala boulder e in Sala Vertical.

Il momento psicomotorio è così strutturato:

RITUALE DI INIZIOi primi minuti vengono utilizzati per una riela-borazione verbale dell’esperienza fatta la setti-mana precedente dai bambini.

PARTE LUDICAmediante l’allestimento dello spazio e la scelta del materiale da utilizzare si creano situazioni di gioco, alcune volte strutturate, alcune altre più libere, atte a favorire l’espressione del mo-vimento e la sperimentazione del piacere senso-motorio. I bambini vengono stimolati a condi-videre queste esperienze con i coetanei e con lo psicomotricista attraverso giochi di gruppo e di coppia che favoriscono la socialità e l’interioriz-zazione delle regole.

In particolar modo si propongono giochi senso-motori finalizzati alla sperimentazione della dimensione verticale: piani inclinati, montagne di cubi su cui arrampicarsi per vivere il piace-re dell’altezza; spazi rialzati da cui saltare per provare l’emozione della paura del vuoto e del perdersi per poi ritrovarsi nel contatto con il materasso.Giochi che aiutano il bambino a scoprire, cono-scere e gestire lo spazio verticale inizialmente in modo spontaneo e poi in modo più strutturato.Si creano percorsi che richiamano ambienti naturali, con difficoltà che richiedono strategie personali e di adattamento posturale ai disequi-libri: ponti traballanti, camminate su semi-sfere, palloni psicomotori, amaca…Vengono proposte esperienze di gioco a coppie che implicano un atteggiamento di fiducia e col-laborazione con l’altro, un’attenzione ai bisogni e ai ritmi dell’altro: entrambe condizioni fonda-mentali per affidarsi al compagno che ci fa da “sicura” durante l’arrampicata.In alcuni giochi viene utilizzato materiale d’ar-rampicata per favorirne la conoscenza in for-ma giocosa e per caricarlo di vissuti positivi. Tramite l’esperienza fantastica si offre ai bambini la possibilità di mettere in gioco la propria forza, il proprio coraggio, ma anche, per chi esprime delle paure, si da l’opportu-nità di creare situazioni che infondono sicu-rezza come la costruzione di tane, case, rifugi assieme agli amici di gioco. Il giocare con le paure ci permette di far emergere e di verba-lizzare le insicurezze legate all’arrampicata: paura dell’altezza, del vuoto, del dover affi-darsi ad un compagno e scoprire che anche altri condividono le stesse paure e cercare in-sieme una strategia per superarle.RIELABORAZIONE DELL’INCONTRO Per favorire i processi di rappresentazione ed elaborazione vengono proposte attività di ma-nipolazione.

PASSAGGIO ALL’ARRAMPICATA il passaggio dall’attività psicomotoria a quello dell’arrampicata avviene tramite un breve mo-mento di coinvolgimento della guida ai giochi fatti durante la seduta. A volte anche lo psico-motricista si sposta nella sala vertical o boulder per accompagnare i bambini, rimanendovi un po’ di tempo. Questo favorisce ulteriormente la continuità tra le due esperienze e permette un

passaggio più sereno per i bambini. CONCLUSIONIConcludendo possiamo dire che il momento della psicomotricità rappresenta per il bambi-no un contesto di “azione in relazione” che lo sollecita alla ricerca di una “route finding”, la via migliore per scoprire le proprie capacità ed il proprio potenziale nascosto .Il bambino indi-vidua il “percorso migliore” per armonizzare in sé aspetti motori, cognitivi, emotivi e rela-zionali sostenuto dallo psicomotricista che, con la peculiarità del suo sguardo professionale, sa riconoscere l’aspetto principale da rinforzare e facilitare tale armonizzazione. È grazie a questo processo di riequilibrio delle sue diverse dimen-sioni di sviluppo che il bambino può accostarsi all’arrampicata con un sufficiente grado di fidu-cia in sé e con le abilità di base necessarie per assimilare la tecnica che caratterizza l’arrampi-cata sportiva.

GRUPPO DI LAVOROCristina Beccherle, psicomotricista – VeronaStefania Iori, psicomotricista – VeronaRoberta Mantovani, psicomotricista – VeronaNicola Tondini, guida alpina – Verona

Associazione Professionale “ARCOBALENO corpo – azione – creatività”www.arcobalenoassociazione.it e-mail arcobaleno.informa @ alice.it

Centro Arrampicata King Rockwww.kingrock.it

King Rock:un arcobaleno per i bambini

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basket basket

Pippo Faina si accomiata da Verona per la seconda volta: come nel 2001 se ne va da gran signore, in

punta di piedi, dopo aver conquistato la promozione in A dilettanti un anno fa e i play off in questa stagione.

Pippo, il Basket Scaligero nel comuni-cato di addio, ha parlato di “naturale conclusione” del rapporto...Proprio così si è trattata di una naturale con-clusione della storia: dopo aver vinto il cam-pionato di B2 e aver fatto un anno di assesta-mento in A dilettanti, disputando una stagione direi “normale” in una categoria nuova, penso che sia giusto che la società voglia girare pagi-na e cercare nuovi obiettivi. In questo senso credo che si stiano muovendo Fadini e Vicen-zi; pertanto penso che il ciclo, iniziato due anni fa con me, sia “naturalmente” terminato.Alla fine dell’ultima partita della sta-gione, avevi detto che il rapporto continuerà comunque, a prescindere dall’aspetto lavorativo. Confermi?Su questo non ci piove: il rapporto continue-rà non solo con la società, ma anche con la città, dove sono stato in due periodi diversi e dove ho un sacco di amici; questi di sicuro rimarranno per sempre.Uno dei pochi addii, con i tempi che

corrono, in cui ci si lascia bene…Sono due gli addii di questo periodo in cui ci si è lasciati bene: il mio e quello di Mourinho!Al di là che si sia trattato di due situa-zioni diverse, è possibile paragonare il tuo primo ciclo a Verona con il se-condo? È molto differente il tutto: la prima volta si trattava della fase “terminale” della società, dove si cercava di salvarla, ma poi è finito tut-to perché quella società che mi aveva cercato ha chiuso i battenti. Quella società è rinata e con quella società sono tornato: è ovvio che le due situazioni sono completamente diver-se, campionati diversi, giocatori diversi, ecce-tera eccetera...Verona è pronta a ritornare nel basket di vertice?Verona è sempre pronta per tornare a quei livelli: adesso dipende tutto da come e cosa si muoverà. Bisogna vedere la grandezza dei mezzi a loro disposizione, però questo è un discorso in cui non posso entrare perché non conosco nello specifico la situazione. Si potrebbe parlare di categorie supe-riori anche subito?Non c’è dubbio: la città, il palasport, il pub-blico, ci sono a Verona. Queste sono risorse

che fatica a trovare altrove, ma questo è un discorso che riguarda l’Italia e l’Europa in generale.

Se si rimanesse in A dilettanti, al di là della squadra che verrà allestita, come vedresti il futuro della Tezenis?Non si può mai dire in questi campionati: puoi trovare l’annata giusta, ma anche sba-gliata, non si sa mai quello che può succede-re. La città è grande e affamata di basket di un certo livello: se fosse Treviglio, ad esem-pio, sarebbe tutto un altro discorso. Diciamo che, per come era messa qualche anno fa la Verona del basket, una rinascita c’è stata, bi-sogna vedere quanto si riesce a crescere.Cosa nei pensi del campionato di svi-luppo che andrebbe ad inserirsi tra la Legadue e la A dilettanti?Vedremo: prima di parlarne vorrei sapere se nascerà, quando nascerà e come nascerà, per adesso tutti i discorsi sono prematuri.E il futuro di Pippo Faina?In questo momento non mi pongo il proble-ma, a 65 anni il futuro è più corto del passato.

Andrea Etrari

Storica promozione in serie B/dilettan-ti (l’ex B2) per il Tosoni Villafranca: al

termine di un’inarrestabile cavalcata, la for-mazione di “Dacio” Bianchi ha raggiunto l’obiettivo che tutto l’ambiente gialloverde aspettava. Dopo un avvio di campionato in sordina, il “Villa” ha viaggiato sempre nelle zone alte della classifica, accarezzan-do pure il sogno della promozione diretta (quest’anno erano previste due promozio-ni: una per la vincente della regular season e una per la vincente dei play off), che è stata conquistata meritatamente dal Cavri-ago. Al Tosoni non rimaneva che difendere

la seconda piazza dagli assalti del Lissone e del Salò: il finale di regular season è sta-to esaltante per Polettini e compagni che hanno chiuso con 7 successi nelle ultime 7 gare. Ma il bello doveva ancora venire perché nei play off i gialloverdi, con l’ad-dizione Dalfini, villafranchese doc, tornato a casa dopo aver girato l’Italia giocando in campionati superiori, hanno continuato a mietere successi e ad eliminare (sempre 2-0) ogni avversario che capitava loro sot-to. E così nei quarti ecco il 2-0 sul Costa Volpino, in semifinale stesso epilogo con-tro il temibile Salò, fino all’apoteosi della

doppia finale con Lissone, battuto 83-61 al PalaAnti e 73-77 dopo un supplemen-tare in Brianza. Lì si è scatenata la grande festa-promozione, continuata per tutta la notte con i 250 supporters villafranchesi al seguito impazziti di gioia. La squadra, ottimamente guidata da Dacio Bianchi (il protagonista numero 1 della promozione), ha così chiuso la stagione con 13 vittorie consecutive: «Enorme soddisfazione e grandissima gioia; risultato storico», sono state le uniche parole proferite al termine della finale dal presidente Stefano Pasqua-letto, che è già al lavoro per programmare il futuro.

Andrea Etrari

Bye, Bye Pippo!Tosoni:bene, bravi, B!

Tosoni Villafranca:bene, brava...B!

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basket

L’Associazione Sportiva Pier Giorgio Frassati è stata costituita nel Luglio

2001 e si propone di supportare iniziative di promozione e di animazione sportiva per tutti, al fine di favorire l’integrazione delle persone emarginate e di maturare nell’espe-rienza ludica e nell’agonismo equilibrato un’esperienza umana volta all’armonico sviluppo della persona. Inoltre promuove attività sportive per disabili a fini agonistici, educativi, riabilitativi, ricreativi e culturali. Tra le varie attività spicca il mini-basket in carrozzina. Ci presenta questa realtà il coach Giampaolo Rodi.

Giampaolo di cosa ti occupi nella Frassati?Sono un fisioterapista, laureato in scienze motorie e specializzato nelle attività motorie per la disabilità. In questa società sono allena-tore responsabile del basket in carozzina in-sieme a due mie colleghe, Veronica Venturi e Maria Carla Bresciani, con le quali abbiamo iniziato 4 anni fa questo progetto. Il primo anno avevamo cinque ragazzi, quest’anno siamo arrivati a quattordici, e probabilmente l’anno prossimo il numero crescerà ancora e di questo ne siamo molto contenti. Come è nata l’idea di creare questa squadra?

L’idea è nata dal fatto di poter dare una possi-bilità ai ragazzi che frequentavano già il Don Calabria nelle attività propedeutiche-riabili-tative di inserirsi anche nell’ambito sportivo. Il basket in carrozzina veniva già praticato al Don Calabraia da una squadra di adulti, che ha partecipato al campionato prima di serie B, poi di serie A. È stato scelto successivamente di dare spazio ai giovani e quindi abbiamo for-mato questa squadra di mini-basket che per il secondo anno consecutivo è riuscita ad arriva-re tra le prime quattro in Italia.Il progetto sta andando avanti bene, con un impegno importante da parte di tutti. Il Don Calabria ci sta aiutando molto fornendoci sia le strutture sia tutto quello che riguarda la logistica. Ma è soprattutto grazie alle fa-miglie, che sono sempre molto presenti, che tutto questo è possibile. I genitori partecipa-no sempre molto attivamente, seguono la squadra in tutte le trasferte e ci aiutano anche economicamente.Quali sono gli obiettivi che vi siete prefissati?Il primo obiettivo, trattandosi di ragazzi che vanno dagli 11 ai 18 anni, è quello di facili-tare ed aiutare la loro crescita, il loro inseri-mento nell’ambito sportivo.Il nostro auspicio è quello di poter continua-re questa attività nei prossimi anni e cercare

di coinvolgere sempre di più i ragazzi che hanno difficoltà di tipo motorio ma che non conoscono realtà di questo tipo, in modo da poter ampliare anche la nostra proposta sportiva. Noi giochiamo a basket ma la Fras-sati è una società che propone altre discipline sportive come calcio e nuoto. Quali sono le regole del basket in car-rozzina?Le regole sono un po’ particolari. Il mini-ba-sket in carrozzina prevede i canestri più bassi rispetto agli adulti, e quindi a 2 metri e 60. Ci sono poi due differenze fondamentali: i nostri ragazzi vengono classificati a inizio stagione in base alle loro potenzialità fisiche. In base a questo ottengono un punteggio che è più basso tanto più la lesione è importante, da un minimo di 0,5 punti per le lesioni molto gravi fino ad un massimo di 4,5 per coloro pratica-mente normodotati, che possono comunque giocare. In base al punteggio ottenuto viene assegnato loro un colore: iI ragazzi che han-no un punteggio che và da 0.5 a 1 hanno un colore rosso, da 1,5 a 2 hanno un colo-re arancione mentre superiore a 2 fino a 4,5 non hanno colore. I giocatori “rossi “ posso-no permettersi di portare la palla senza mai palleggiare, quelli “arancioni” devono fare un palleggio ogni quattro spinte della car-rozzina mentre quelli senza colore devono palleggiare ogni due spinte. Questo al fine di avvantaggiare coloro che hanno più difficol-tà. Oltre a questo se i giocatori rossi tirando a canestro colpiscono il ferro conquistano un punto, mentre il canestro vale tre punti. Tut-to questo è stato studiato per riuscire a mette-re tutti gli atleti sullo stesso livello. C’è inoltre da tener conto dell’ingombro della carrozzi-na: i sfondamento sono molto più frequen-ti rispetto al basket in piedi. Questo tipo di regolamento ha permesso di rendere il mini-basket in carrozzina molto più spettacolare e di mettere sullo stesso livello ragazzi con di-verse disabilità, permettendo loro di giocare insieme. Il pubblico durante le nostre partite si diverte e si appassiona: questo ci fa capire che stiamo facendo qualcosa di importante e che dobbiamo continuare su questa strada, magari cercando di migliorarci.

Alberto Cristani

Dal gioco di squadra tra tutte le associazio-ni sportive di San Martino Buon Albergo, dal calcio maschile e femminile al baseball, dalla pallavolo al tennis, dal basket all’at-letica leggera, karate e ginnastica artistica e l’ Assessorato allo Sport ed alla Cultura, è nata lo scorso anno il progetto Young Sport e Cultura Community. Per la seconda edizione della Festa dello Sport sono previsti 3 giorni di eventi presso i centri sportivi di San Martino Buon Al-bergo. Giornate di sport, spettacolo, cul-tura, solidarietà e laboratori che vedranno protagonisti oltre 1600 atleti di tutte le di-scipline sportive presenti sul territorio.

Programma Young Sport 2010

GIOVEDÌ 17 GIUGNOore 21.30 - Àissa Màissa - Le Falìe“La corte dei strassoni” un musical di Ales-sandro Anderloni

VENERDI 18 GIUGNO ore 17.00 - Power Dog - esibizione cinofilaore 18.00 - Sfilata associazioni sportive

presentata da Gigi Vesentini e alla presen-za delle Autorità Comunali, Premio Young Community - Miglior Atleta, Dirigente, Genitore, Allenatoreore 21.00 - ZERO45 BAND - Tributo Va-sco Rossi

SABATO 19 GIUGNO ore 10.00 – Young mini bike Manifestazione promozionale riservata ai giovanissimi bikers delle scuole elementariore 12.30 - Premiazione MiniBike Young con la presenza di Paola Pezzoore 15,00 - Young Sportour - Percorso libe-ro sportivo individuale aperto a tuttiore 21.00 - Young Music Festival Rassegna Musicale presentata da Paolo Somaggio e Martina Gonella. Esibizione dal vivo di Filippo Perbellini

DOMENICA 20 GIUGNOore 10.00 - Young Sportour Competition Percorso sportivo a competizioneore 15.00 - Mondiale FIFA 2010 Italia-New Zeland - Diretta TV con animazione a premi dell’incontro di calcio

ore 18.00 - Premiazioni Young Sportour Competitionore 21.00 - Young Music Festival - Serata Finaleore 23.30 - Saluti Young

SABATO 26 GIUGNO ore 19.00 - Free Party – Sorsi Di Vita. Se-rata analcolica organizzata dall’Assessor-to alle PoliticheGiovanili dell’Unionvalli e da Acat Verona Est, in collaborazione con la Young Com-munity. Musica e spettacolo con l’intento di far trascorrere ai giovani una buona se-rata all’insegna delbenessere e del divertimento senza l’aiuto di bevande alcoliche.Notte Young Originale iniziativa dedicata a tutti i gio-vani adolescenti che vorranno vivere una notte intensa e speciale.Per ragazzi e ragazze nati dal 93 al 97In collaborazione con l’Unità Pastorale di San Martino Buon Albergo

Emanuela Biondani

La Frassati fa canestro

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Estate, tempo di vacanze e di sport ac-quatici.

Uno di questi è senza dubbio il windsurf, sport marino o lacustre che consiste nel muoversi sull’acqua su una tavola grazie all’azione propulsiva determinata del vento su di una vela. Questa è montata su un al-bero fissato alla tavola mediante un giunto universale (che funziona secondo il princi-pio del giunto cardanico) detto piede d’al-bero ed è sostenuta e controllata dal velista (o windsurfer, italianizzato in windsurfista o più semplicemente surfista) con il solo ausi-lio di un particolare boma detto wishbone.Analogamente a quanto avviene nelle im-barcazioni a vela, nel windsurf le manovre principali sono la virata e la strambata che, nella forma base, permettono il cambia-mento delle mura (in altri termini il cam-biamento di direzione) tramite il passaggio della vela rispettivamente sulla poppa o sulla prua della tavola.

Un giovane promettente esponente di que-sta disciplina è Pietro Albano, diciottenne veronese, ai vertici delle classifiche nazio-

nali di windsurf freestile. Conosciamolo meglio…Pietro, raccontaci un po’ chi sei:Sono un ragazzo di 18 anni e faccio l’ultimo anno del liceo scientifico. Quando lo studio me lo concede mi dedico al windsurf.Quando hai iniziato a far windsurf ?Sette anni fa, ma nei primi anni lo pratica-vo solo durante le vacanze. Poi con il tem-po la passione è aumentata e la tavola è di-ventata la mia migliore compagna di sport!Come ti sei avvicinato a questo sport?Quando avevo 11 anni durante le vacan-ze estive in Puglia. Un giorno mio padre mi ha fatto provare il suo windsurf e devo dire che mi è piaciuto subito. Nelle estati successive ho fatto anche qualche corso sul Lago di Garda e dopo le prime planate la questione si è sempre più evoluta e mi sono sempre più appassionato andando a surfa-re sempre più spesso .Spiegaci un po’ che cosa fai con la tavola e la vela...La maggior parte delle persone ha la tipica immagine di windsurfisti che vanno avan-ti e indietro. Io invece faccio freestyle il che

significa sfruttare la potenza del vento nella vela per fare le più svariate acrobazie. È uno sport molto adrenalinico e una volta provata l’emozione non si riesce più a farne a meno.Dove ti alleni di solito?Noi veronesi siamo molto fortunati perché abbiamo il lago di Garda che è riconosciu-to a livello internazionale per la costanza dei suoi venti. Io principalmente mi alleno tra a Malcesine e Torbole.Fai anche qualche gara di freestyle?Si. Seguo il tour italiano e altre gare qui nei laghi del nord Italia. Da quando ho comin-ciato l’attività agonistica sono sempre andato meglio e attualmente sono ottavo in Italia mentre lo scorso aprile sono arrivato terzo alla Memorial Dario Bonetti sul lago d’Iseo.Cosa suggeriresti ai vari ragazzi che non hanno mai provato questo sport?Ragazzi dovete assolutamente capire che non esiste solo il calcio! (ride…). A parte le battute vi invito a provare il windsurf. Ve-drete che non ve ne pentirete!

Salvatore Mercurio

Il Panathlon Club Verona non va in va-canza, nei mesi estive infatti prosegui-

rà la propria attività alla ricerca di nuovi talenti da insignire con il titolo di “am-basciatori dello sport”. I primi sei mesi dell’anno si sono conclusi con un bilan-cio decisamente positivo. Nella splendida cornice del Castello di Bevilacqua, in oc-casione del Solstizio d’estate, i panathleti hanno avuto modo di ripercorrere questo inizio di 2010 caratterizzato da impor-tanti collaborazioni. Prima fra tutte quel-la con il nuovo Club Gianni Brera, poi, non meno importante, gli accordi siglati con le Federazioni Sportive di Verona, al fine di promuovere su tutto il territorio i valori del fair play. Nel 2010 a farla da padrone sono state anche le conviviali, in-contri di approfondimento più che cene. Ai banchetti hanno infatti preso parte i

giovani talenti del panorama veronese, i campioni del futuro, che hanno raccon-tato ai presenti i sacrifici fatti e gli obbiet-tivi che intendono raggiungere. Come non ricordare, poi, il grande successo della 5° Edizione del Torneo “Memorial Tino Guidotti” che ha coinvolto ben 250 piccoli calciatori e oltre 600 persone. Al Centro Sportivo Veronello, il 23 maggio 2010, le 14 squadre di esordienti ed al-lievi hanno giocato a calcio per un’intera giornata al fine di aggiudicarsi l’ambita coppa. I ragazzi capendo le finalità del torneo, organizzato per ricordare il Pre-sidente del Verona dello scudetto, hanno dato prova di grande maturità mante-nendo sempre un comportamento cor-retto e sportivo A settembre, al ritorno dalle vacanze proseguiranno le conviviali a tema itineranti, cene organizzate nel

Comuni della Provincia di Verona per far conoscere le finalità del Panathlon Club e per valorizzare i personaggi sportivi del luogo. Il Panathlon non va in ferie,anzi si pre-para ad un autunno ricco di iniziative e appuntamenti da non perdere.

Alessandra Rutili

windsurf

Freestyle tra le onde

Ambasciatori dello sport

panathlon

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Area SportCampione di calcio a 5Anche quest’anno Area Sport ha dato

il via al torneo che ormai da ben 12 anni caratterizza le serate estive del calcio a 5 veronese.La manifestazione, che ha preso il via lo scorso 7 giugno, si concluderà venerdì 23 luglio con le finalissime dei due tornei open mentre il 9 luglio invece si concluderanno i tornei under 16 e femminile.Tra le maggiori novità di quest’anno spicca la nuova location.Infatti – in accordo con il Comune di Ve-

rona e in via del tutto straordinaria – tutte le gare si giocheranno sul manto sintetico di ultima generazione di Via Sogare, bel-lissima struttura adiacente allo Stadio Ben-tegodi.Altra importante novità è la nuova formula di gioco. Si inizia infatti con un turno Pre-liminare a cui partecipano tutte le 96 squa-dre ammesse all’edizione 2010. Le squadre sono suddivise in 32 gironi all’italiana da 3 squadre ciascuno che si giocano con gare di sola andata. Le 32 squadre prime clas-

sificate del 2009 saranno ripartite come teste di serie ognuna in uno dei 32 gironi. Le squadre vincenti dei 32 gironi del turno preliminare accederanno alla fase a gironi della Champions League 2010 mentre le altre 64 squadre accederanno alla 1a Vero-na League. La 1a Verona League - competizione che prende il posto della Coppa Uefa - prevede la partecipazione di 64 squadre suddivise in 16 gironi da 4 squadre ciascuno che si di-sputano all’italiana con gare di sola andata.

calcio a 5 calcio a 5Le prime 2 classificate in ciascuno dei 16 gironi accedono ai sedicesimi di finale, che si giocano con gara unica ad eliminazione diretta come tutte le successive fasi, Ottavi, Quarti, Semifinali e Finalissima.La Verona League offre agli appassionati e ai praticanti un torneo in cui lo spirito di aggregazione e di puro divertimento, uniti alla voglia di giocare a calcetto con gli ami-ci, sono prevalenti rispetto all’unico obiet-tivo della “vittoria prima di tutto”.Alla 12a Champions League partecipano invece solo le 32 squadre vincenti il turno preliminare che sono suddivise in 8 gironi all’italiana da 4 squadre ciascuno con gare di sola andata. Le prime 2 classificate in cia-scuno degli 8 gironi vanno alla fase finale che si disputa, altra importante novità, con gare di andata e ritorno ad eliminazione diretta. Si passa poi agli Ottavi, Quarti e Semifinali che si giocheranno con il doppio confronto con la regola che, in caso di pa-rità di reti segnate al termine della seconda gara, si dovranno tirare i calci di rigore. La Finalissima si disputa invece con gara unica.Questa grande novità della formula di gioco dei due tornei paralleli, assieme alla possi-bilità di disputare tutte le partite su quattro campi perfettamente uguali l’uno all’altro, rendono la Champions League 2010 anco-ra più spettacolare ed avvincente, sia per gli atleti più tecnici ma anche per gli spettatori, che potranno assistere contemporaneamen-te a tutte le gare in corso di svolgimento.Naturalmente anche quest’anno, a ren-dere ancora più entusiasmante l’evento, oltre alle due competizioni open, vengono riproposti i due Tornei Champions Lea-gue riservati ai ragazzi sotto i 16 anni (con partecipazione completamente gratuita) e alle Donne senza limite di età (con costo di iscrizione ridotto). Da sottolineare anche che ogni squadra di-sputerà minimo 5 gare garantite.Infine, ma non per questo meno importante, è la partnership instaurata con la Fondazio-ne Hellas Verona, recentemente costituita dai grandi ex gialloblù, cui saranno dedicate speciali serate con una contestuale raccolta di fondi che durerà per tutto il torneo

Info: Area Sport - Telefono 045.575837 - www.areasport.org - [email protected]

Letture sotto l’ombrellone

■ Nessuno come noi

■ Attaccante nato

di Gianluca Vighini - - Pubblicazione: 05/2010 - Prezzo: € 25 (con dvd allegato)

Un cofanetto celebrativo per un’iniziativa editoriale mai vista prima. Edito da Sample e Upgrade, grazie anche al contributo delle immagini d’archivio di Telenuovo è in tutte le librerie cittadine un fumetto e un documentario che celebrerà la vittoria dello scudetto del Verona di cui ricorre quest’anno il 25° anniversario. Scritto su un soggetto di Gianluca Vighini, sceneggiato da Fabio Guzzano il fumetto, è destinato ai bambini veronesi, ossia quella generazione che non ha vissuto quegli esal-tanti momenti, a cui tramandare questa grande passione.Oltre al fumetto (che avrà anche un’animazione in un dvd) sarà in vendita anche un altro dvd (sempre realizzato da Gianluca Vighini) con uno straordinario documentario che conterrà immagini inedite dell’epoca e molte testimonianze dei protagonisti. Parte dell’incasso sarà devoluto all’ASD ex calciatori Hellas Verona.

di Stefano Borgonovo, Alessandro Alciato - Editore: Rizzoli Pubblicazione: 04/2010 - Numero di pagine: 200 - Prezzo: € 15

Con questo libro Stefano Borgonovo – ex bomber di Milan, Fiorentina – ha raccontato il dramma della sua malattia, che lui chiama con il nome di “stronza”, e lo fa senza nascon-dere i momenti più difficili del suo percorso umano. “Rosicchiava, il mostro – racconta Borgonovo nelle prime pagine – Senza farsi notare troppo. Ero la sua crosta di formag-gio e lui puntava al buono...”. Parole che arrivano dritte al cuore e che colpiscono non soltanto per la crudezza, ma anche per l’ironia che Borgonovo non ha perso. Terminata la fase del “silenzio stampa” in cui la prima, naturale, reazione è stata non farsi vedere malato, Borgonovo ha deciso di accettare la Stronza perché è l’unico modo per combatterla. E alla partita benefica tra Fiorentina e Milan, che nell’autunno del 2008 ha sancito la nascita della sua Fondazione, si è ritrovato attorno tanti amici. Il libro non risparmia dettagli crudeli, ma ci sono anche aneddoti curiosi come il primo incontro con Silvio Berlusconi nello spogliatoio di Cinisello Balsamo. Un racconto lieve e profondo che non nasconde nulla, nemmeno il momento della scelta tra la vita e la morte. Una lezione per tutti. “Ho imparato ad apprezzare ciò che mi è rimasto. Gli amici, le sensazioni positive, qualche raro movimento. Prendo il buono della vita e mi sento comunque fortunato, so che addirittura c’è chi ha meno di me. Quindi rido”.

■ Corri la tua prima maratonadi Grete Waitz - Editore: Gremese Editore - Pubblicazione: 05/2009 - Numero di pagine: 176 - Prezzo: € 20

Pensate di essere troppo vecchi o fuori forma per correre una maratona? Temete che vi mancherebbero la concentra-zione, le risorse motivazionali ed emotive per portarla a termine? Allora questo è il libro per voi. La sua autrice, Grete Waitz, vincitrice della Maratona di New York per ben nove volte, ha messo a punto un programma di allenamento psico-fisico in grado di farvi ottenere risultati che fino ad ora credevate impossibili. Nel libro troverete: un programma di 16 settimane sperimentato e perfezionato negli anni con eccellenti risultati. Tecni-che di preparazione fisica, mentale ed emozionale per iniziare nel modo più giusto qualsiasi maratona, ed essere certi di arrivare alla fine. Consigli preziosi in materia di equipaggiamento, alimentazione e idratazione. Una guida al superamento dei bloc-chi motivazionali e fisici. E molto altro ancora. “Corri la tua prima maratona” rafforzerà in qualunque aspirante podista il coraggio di allenarsi, la volontà di perseverare e la tenacia necessaria per tagliare il traguardo (una vittoria di per sé, a prescindere dal piazzamento in classifica). Integrato da fotografie e moltissime informazioni circa gli attuali orientamenti medico-sportivi in materia di corsa sulla lunga distanza, “Corri la tua prima maratona” è un libro facile da seguire e mettere in pratica: assolutamente indispensabile per chi inizia ora, sicuramente utile anche per i maratoneti più esperti.

a cura di Marina Soave

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L’atletica italiana è davvero in crisi? Forse sì, lo dicono i recenti risultati

nelle competizioni europee, nei mondiali e nelle Olimpiadi. Pochissimi italiani tra i migliori, quasi nessuna medaglia, neanche nelle specialità in cui anni fa potevamo competere a livelli internazionali. L’atletica italiana vive un momento di crisi profonda, inutile negarlo. A Verona però la situazione sembra diversa. Eccome se sembra diversa. Pur con le difficoltà che ormai conoscono tutti, dalla carenza di impianti alla man-canza di soldi e di sponsorizzazioni, nella nostra provincia sembra esserci una piccola isola felice che continua a sfornare giovani interessanti. Che poi possano diventare un giorno atleti capaci di primeggiare a livello nazionale, beh quello non si sa, ma le basi ci sono proprio tutte. Fondazione Bente-

godi e Atletica Insieme New Foods sono le società regine, che si contendono il primato a Verona a suon di risultati, titoli e record giovanili a livello regionale e nazionale. Non è più una scoperta ormai Giovanni Galbieri, uno dei più grandi talenti del-la velocità italiana, già capace di un terzo posto sui 100 metri ai campionati mondiali allievi dello scorso anno. Il ragazzo classe 1993, originario di San Vito al Mantico e tesserato per l’Atletica Insieme, è già en-trato stabilmente nella nazionale giovanile e di sicuro rappresenta uno dei talenti più promettenti per tutta l’atletica italiana. Ma la New Food di Bussolengo può esultare anche per altri suoi atleti. È solo di qual-che settimana fa infatti l’ultima carrellata di grandi prestazioni, su tutte il doppio titolo regionale conquistato da Diego Appoloni:

il bravo veronese ha conquistato l’oro nei 110 ostacoli con il tempo di 14”88 e quello sui 400 ostacoli conclusi in 53”92. Vittoria anche per Michael Piccoli, che si è confer-mato atleta competitivo a livello nazionale vincendo la gara del salto in alto volando ancora una volta oltre i due metri e supe-rando quota 2,01. Tanti altri i risultati da sottolineare con atleti piazzati nelle prime posizioni in molte specialità e con l’atten-zione da puntaresu Massimo Falconi, campione italiano in carica degli 800 metri per la categoria al-lievi, che di recente è stato convocato per il Trails Europeo per la prima Olimpiade giovanile che si terrà ad agosto a Singapo-re. E la Bentegodi? La rivale cittadina della New Foods non è stata di certo a guarda-re. La centenaria società di via Trainotti

atleticainfatti dopo alcune stagioni ai vertici del movimento regionale vuole continuare a portare i suoi atleti il più alto possibile. Per i colori bentegodini è arrivata nei mesi scorsi la medaglia d’oro nei campionati regionali assoluti di prove multiple: Andrea Nadali è riuscito a conquistare il titolo veneto nel decathlon e a regalare un altro successo alla Fondazione Bentegodi con un totale di ben 5620 punti dopo la massacrante serie di dieci specialità diverse. Ma anche Miche-le Boni e Giulia Agostini hanno regalato delle prestazioni da ricordare. Grandissima quella di Michele Boni, tesserato per l’Ae-ronautica oltre che per la Fondazione Ben-tegodi, che agli ultimi campionati regionali per società è volato oltre i 16 metri nel salto triplo. Per Boni la misura di 16,11 metri rappresenta il nuovo record societario per

la centenaria società veronese delle Ben-tegodi. A conferma del grande lavoro dei tecnici veronesi e della validità della scuola bentegodina ecco un altro record sempre nel salto triplo. Giulia Agostini infatti ha vinto la gara femminile con la misura di 12.31, nuovo record di società per il sodali-zio veronese. Senza dimenticare poi Nicola Veronese, bravo giovane classe 1993, che negli ultimi tempi è riuscito a mettersi in mostra a buoni livelli: per Veronese è ar-rivato infatti il titolo di campione regiona-le della categoria allievi di prove multiple, riuscendo inoltre a conquistare il minimo nazionale nella specialità dei 110 ostacoli. Una grande gioia che lancia l’atleta classe 1993 verso traguardi importanti nella pros-sima stagione di gare. Tanti nomi insom-ma su cui puntare per l’atletica veronese.

Qualcuno probabilmente non rispetterà le attese, ma forse qualcuno sì. E per tutti sarà comunque un insieme di grandi emozioni, quelle che solo l’atletica e la continua sfida con se stessi e con gli altri sanno regalare.

Luca Mazzara

Verona città... atletica!

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La fotonotizia“Gli sportivi veronesi si entusiasmano con i Campioni del Giro. Verona si esalta con la Corsa Rosa.

Le immagini riprese dall’alto comunicano le grandi doti della Città in riva all’Adige”

atletica

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Con questo articolo Alessandro Ambrosi ci rac-conta la sua avventura nel nuovo continente, una

storia al lieto fine. Un sogno divenuto realtà. Sull’onda – e non poteva essere diversamente – dell’entusiasmo!

Beh, che dire: la palla è meglio prenderla al balzo. No? È così e stato per me in una calda mattina di fine luglio l’anno scorso, quando controllando le mie mail ho trovato una pro-posta ufficiale da parte di Hampton Univer-sity per un posto di Head Coach nel team di Vela. È stato tutto veloce, la decisione, il biglietto dell’aereo, i bagagli, i saluti alla fa-miglia ed agli amici e via per l’avventura che ho sempre sognato: essere allenatore in un College Americano. I primi giorni appena arrivato qui sono volati ad un ritmo frenetico, anche perchè dopo poco ci sarebbe stata la prima regata a St.Mary’s University nel Ma-ryland ed io non conoscevo neanche i miei atleti. Prima di parlare di quello che e’ stato durante questa stagione, voglio spiegare bene quali sono i compiti di un Head Coach den-tro l’Università. Prima di tutto bisogna inse-gnare all’università ben 3 corsi presso la facol-tà di Physical Education, poi si è responsabili degli allenamenti quotidiani del team e della

loro programmazione. Altri compiti sono or-ganizzare le Home regattas e dei recruitment di atleti, spesso si è costretti a cercare skip-pers anche fuori dall’America offrendo loro la borsa di studio. Inoltre si deve controllare e fare la manutenzione della flotta di barche dell’Università (12 fj, 8 lasers,2 cabinati da 25 piedi, 3 motoscafi). Senza dimenticare l’orga-nizzazione dei viaggi del team (prenotazioni alberghiere, pasti, aerei, macchine a noleggio etc). Il coach e’ responsabili dell’andamento scolastico del team e bisogna monitorare con-tinuamente i progressi accademici predispo-nendo delle azioni di recupero in caso di bas-so rendimento che escluderebbe lo studente atleta dal team. Per non parlare della ricer-ca di sponsorizzazioni e del mantenere vivo l’interesse fra i media locali. Altro aspetto e’ quello che chiamano social services: andare a parlare nelle scuole, visitare ospedali etc. Insomma in 4 giorni ho dovuto assimilare tutto questo oltre al fatto di fare l’esame per la patente di guida Americana. Il regolamen-to del College Sailing prevede che alle regate partecipino 2 team: team A e team B. Il for-mat delle regate prevede 2 giorni completi di competizioni dove i teams gareggiano cam-

biando barca ogni 2 prove, questo perchè nes-suno possa dire “quella barca era più veloce”. Alla fine viene fatta una classifica overall che tiene conto dei piazzamenti dei 2 team e non c’e’ la possibilità di scartare il peggior risulta-to quindi vince chi fa meno errori!” Gli Stati Uniti, divisi in Conference, prevedono gare dentro il proprio Stato (nostro Virginia), poi le qualificazioni per il campionato delle altre conference e poi i nationals. Nel frattempo ogni settimana per 6 mesi si partecipa a rega-te a volte contro teams di conference diverse, insomma si va in giro per l’America e tutto questo per ottenere un ranking finale che ti permette a fine anno di scegliere le miglio-ri competizioni al draft. Noi come team ab-biamo fatto quest’anno il miglior record nei 15 anni che la vela fa parte del programma sportivo dell’università. Abbiamo vinto 3 re-gate, 4 secondi posti e 2 terzi posti. Inoltre ci siamo qualificati per la finale del campionato della nostra conference che si e’ svolta sul lago Cayuga nello Stato di New York.”Insomma un’annata positiva e un altro anno davanti, per un veronese continua il sogno Americano.

Alessandro Ambrosi

Strambate Veronesi in USA

vela

Page 25: Sportdipiù - 6/2010

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