Date post: | 29-Mar-2023 |
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Il ritrovamento a Torre Spaccata di materiali preistorici riferibili ad un arco temporale cheva dal Neolitico (presente solo con elementi sporadici1) agli inizi del Bronzo medio, ben siinquadra all’interno della grande quantità di ritrovamenti analoghi, individuati sia nelle in-dagini di superficie che con gli scavi sistematici, che hanno caratterizzato negli ultimi 30anni un vasto territorio situato ad Est della città.Sebbene le aree di scavo T. 91 e T. 1183 contengano materiali in giacitura secondaria (cfr. p. 119),lo stato di conservazione dei manufatti suggerisce che la loro posizione originaria, sia che proven-gano da un sito pluristratificato o da diversi siti vicini, non sia da ricercare molto lontano e cer-tamente nell’ambito della valle del Fosso di Torre Spaccata, detto localmente Fosso del Pratone.Per inquadrare questa nuova presenza archeologica nell’ambito di un più vasto modello in-sediativo, si è dunque scelto di definire un ambito territoriale ed un ambito cronologico diconfronto.
SCELTE INSEDIAMENTALI E RICOSTRUZIONE DEIPAESAGGI ANTICHI IN EPOCA PRE-PROTOSTORICA
1 Per la situazione delle presenze neolitiche nel territorio di Roma Est si rimanda ad ANZIDEI, ZARATTINI 2007,pp. 79-89.
Fig. 1
Ambito territoriale di confronto
Periodizzazione delle fasi storiche: la preistoria
L’AMBITO TERRITORIALE
L’ambito territoriale prescelto (fig. 1)2 coincide con un’ampia area che comprende sostan-zialmente il territorio romano tra Tevere ed Aniene, sulla quale insistono i numerosi ritro-vamenti vicini al Fosso del Pratone. All’interno di questo territorio si distinguono due zo-ne molto diverse tra loro per evoluzione geologica e geomorfologia.Una prima area (fig. 1A) che va dal fiume Tevere fino alle basse pendici Ovest e Nord deicolli Albani, è caratterizzata da una morfologia leggermente ondulata su formazioni dellaprima fase di attività del Vulcano Laziale (colate laviche e tufo di Villa Senni), coperte par-zialmente dal recente Lahar di Albano (cfr. p. 27). Il reticolo idrografico si sviluppa radial-mente dal recinto vulcanico esterno, con corsi d’acqua diretti sia verso il Tevere e che versol’Aniene.Una seconda area (fig. 1B) va identificata con la bassa valle dell’Aniene, che comprende quin-di siti collocati sia a Nord che a Sud del fiume. Essa è caratterizzata da vallate profondamen-te incise nelle formazioni antiche del Vulcano Laziale (tufo lionato e di Villa Senni), che aNord dell’Aniene coprono parzialmente le colline sedimentarie plioceniche. Sempre a Norddel fiume è presente una estesa zona composta da travertini olocenici, che verso le catenemontane (Monti Tiburtini e Cornicolani) è transizionale ad una fascia tardo-pleistocenicasubpianeggiante composta da tufi rimaneggiati.
L’AMBITO CRONOLOGICO
La maggior parte dei materiali archeologici identificabili a Torre Spaccata-S.D.O., rientrain un arco cronologico che va dall’Eneolitico finale alle fasi iniziali del Bronzo antico, conalcuni frammenti attribuibili al Bronzo medio iniziale3.L’ambito cronologico che va dall’Eneolitico al Bronzo antico caratterizza anche una buonaparte dei siti rinvenuti nell’area a Sud Est di Torre Spaccata, alcuni rinvenuti in scavi recen-ti, molti altri identificati nel sistematico lavoro di ricognizioni di superficie effettuato ne-gli anni ’80 dalla Soprintendenza Archeologica di Roma (BIETTI SESTIERI 1984). Una primaanalisi di questi ultimi dati e una sintesi dei modelli di insediamento ipotizzabili nel corsodelle varie epoche preistoriche venne effettuata in un lavoro del 1986 (BIETTI SESTIERI, SE-BASTIANI 1986), dove vennero pubblicati la localizzazione e la cronologia di un gran nume-ro di siti. In questa circostanza venne fatta la scelta di raggruppare in un’unica carta di di-stribuzione i siti riferibili all’Eneolitico finale - Bronzo antico. Ciò era ovviamente motiva-to dal fatto che: “La mancanza di datazioni assolute, …., rende problematico un inquadra-mento cronologico più preciso, mentre l’assenza di sequenze stratigrafiche non permette unadefinizione attendibile della successione delle diverse fasi”4.Poiché, purtroppo, non è stata ancora realizzata la pubblicazione completa dei risultati diqueste importanti indagini, non è a tutt’oggi possibile, almeno per alcuni siti, precisare unacronologia più definita. L’entità dei dati in questione ci sembrava comunque così importan-te che abbiamo voluto impostare il nostro campione di confronto secondo gli stessi criteri.Un altro importante fattore che ha determinato la nostra scelta è il fatto che ancor oggi nonc’è chiarezza e soprattutto unanimità di vedute tra le varie scuole di pensiero, sul reale limi-te tra Eneolitico e Bronzo antico.L’ampia raccolta di dati di scavo consentita dall’espansione della città di Roma verso Est ne-gli anni recenti comprende un grande numero di siti, abitati e sepolture, riferiti dagli Au-tori degli scavi stessi all’intero sviluppo dell’Eneolitico5. Sono state identificate presenze in-genti di resti delle culture di Rinaldone, Laterza e Ortucchio, collocate in un arco tempora-
2 L'ingombro del lahar si basa su FUNICIELLO, GIORDANO 20053 Cfr. p. 119.4 BIETTI SESTIERI, SEBASTIANI 1986, p. 50.5 ANZIDEI, ZARATTINI 2007; ANZIDEI et al. 2007.
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Scelte insediamentali e ricostruzione dei paesaggi antichi in epoca pre-protostorica
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le compreso tra la metà del IV millennio e la seconda metà del III millennio a.C. sulla basedi varie datazioni radiocarboniche. Tracce meno numerose, ma riconoscibili, sono state at-tribuite ai momenti formativi e conclusivi dell’Eneolitico.È in particolare sulle fasi conclusive dell’Eneolitico e sulla definizione delle fasi iniziali delBronzo antico nell’Italia centrale tirrenica che si concentra attualmente il dibattito tra glistudiosi. Alcuni (IAIA et al. 2005), avvalendosi di precedenti proposte di suddivisioni tipo-cronologiche6, sostengono la possibilità di identificare uno sviluppo stilistico progressivo,e quindi con valenze cronologiche, che dai tardi aspetti Ortucchio e Campaniforme porte-rebbe all’orizzonte di Luni-Tre Erici/Romita di Asciano liv.7-8 (fase Lucrezia Romana 1) equindi alla fase di Lucrezia Romana 2. L’arco di tempo interessato dall’insieme di questi svi-luppi definirebbe il Bronzo antico 1, nel quale sono poste anche la “facies di Norchia” e letestimonianze di Casale del Cavaliere7. Il Bronzo antico 2 corrisponderebbe invece all’affer-marsi di legami con l’ambiente di Polada, corrispondente all’orizzonte di Lastruccia H, econtrassegnato dalla sostanziale scomparsa dei motivi decorativi dalla ceramica.A questa visione si contrappone quella implicitamente espressa da Anzidei e Carboni (AN-ZIDEI et al. 2007, p. 504), che non differenziano gli elementi stilistici sopra diversificati cro-
6 CARDARELLI 1979; GUIDI 1979; DI GENNARO, PACCIARELLI 1996.7 GIOIA et al. 1995; BOCCUCCIA et al. 2000; ARNOLDUS-HUYZENDVELD et al. 2007.
Fig. 2
Localizazione dei siti sullacartografia IGM (scalaoriginaria 1:100.000) (tabella 1)
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Periodizzazione delle fasi storiche: la preistoria
nologicamente, ritenendoli anzi tutti parte del vasto repertorio decorativo e formale dellafacies di Ortucchio. Anche la recente ricerca di dottorato di Del Fattore, orientata alla defi-nizione del Bronzo antico medio tirrenico, giunge alla conclusione che nessun chiaro limi-te è proponibile tra l’Eneolitico recente e le prime fasi del Bronzo antico8.La situazione degli studi dunque prospetta attualmente interpretazioni contrastanti che nonpermettono di proporre carte di distribuzione univoche. In attesa di una ricostruzione mag-giormente condivisa delle fasi considerate, abbiamo unito in una visione d’insieme i siti at-tribuiti unanimemente alle culture tardo-eneolitiche (Laterza e Ortucchio), quelli attribui-ti da una parte degli Autori al Bronzo antico 1 e quelli inseriti in carte di fase come “eneo-litico finale-bronzo antico”, privilegiando la lettura dei modelli insediativi che possono avercaratterizzato un ampio ambito cronologico.
L’ANALISI SPAZIALE
Tutti i dati territoriali relativi alle indagini preliminari al Sistema Direzionale Orientale so-no stati sistematizzati a partire dal 1996 in un GIS (cfr. CENTOCELLE I p. 23).Per effettuare analisi spaziali di più ampio raggio e non solo limitate alle aree S.D.O., si èproceduto ad ampliare il GIS preesistente includendo un più vasto territorio, nel quale so-no state inserite varie cartografie topografiche (C.T.R., Cartesia, I.G.M.), nonché cartogra-fie tematiche vettoriali in diverse scale (geologica, pedologica, reticolo idrografico, zone ur-banizzate, curve di livello)9. Inoltre sono state utilizzate le foto aeree, alcune delle quali ab-bastanza antiche tanto da mettere in evidenza tratti del paesaggio naturale oggi scomparso,nonché il DEM (Digital Elevation Model) del Lazio.
In questo Sistema Informativo, sono stati posizionati complessivamente 44 siti, selezionaticon i criteri su esposti (fig. 2):
8 DEL FATTORE 2007, pp. 267-268.9 Per lo studio territoriale dei dati è stata applicata la proiezione geodetica della Regione Lazio: UTM33 ED50.
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Scelte insediamentali e ricostruzione dei paesaggi antichi in epoca pre-protostorica
TABELLA 1. LISTA DEI SITI PRESI IN CONSIDERAZIONE (fig. 2)
NOME POSIZIONE TIPO
DI
INSEDIA-
MENTO
RELAZIO-
NE CON
LAHAR
BIBLIOGRAFIA COORDINATE
UTM 33 ED50
11 Le Caprine margine pianoro difeso nessuna GUIDI, PASCUCCI 1996 33 T 310852 4651906
12 Fosso del Cupo pendio difeso nessuna ANGLE, GUIDI 2007 33 T 309485 4651607
13 Grotta Polesini pendio difeso nessuna GUIDI, PASCUCCI 1996 33 T 314557 4647471
14 Casale del Cavaliere sommità pianoro difeso nessuna GIOIA et al. 1995; BOCCUCCIA et al. 2000 33 T 305704 4644138
15 Colle Tasso margine pianoro difeso nessuna GIANNI 1991; GUIDI, PASCUCCI 1996; ANGLE, GUIDI 2007 33 T 312671 4644153
16 Fosso Mole di Corcolle valle aperto nessuna SESTIERI, SEBASTIANI 1986 33 T 313605 4643491
17 Fosso Mole di Corcolle valle aperto nessuna SESTIERI, SEBASTIANI 1986 33 T 313922 4643380
18 Via di Poli Km 24.100 valle aperto nessuna SESTIERI, SEBASTIANI 1986; GIANNI 1991 33 T 314075 4643588
19 Porta Neola pendio difeso nessuna SESTIERI, SEBASTIANI 1986 33 T 314948 4643682
10 Colle Palumba margine pianoro difeso nessuna SESTIERI, SEBASTIANI 1986; GIANNI 1991; GUIDI 2007 33 T 318279 4640682
11 Tenuta S. Giov. in Campo Orazio margine pianoro difeso nessuna SESTIERI, SEBASTIANI 1986 33 T 319407 4640363
12 Tenuta S. Giov. in Campo Orazio margine pianoro difeso nessuna SESTIERI, SEBASTIANI 1986 33 T 319525 4640198
13 Tenuta S. Giov. in Campo Orazio margine pianoro difeso nessuna SESTIERI, SEBASTIANI 1986 33 T 319873 4639985
14 Tenuta di San Giov. in Campo Orazio margine pianoro difeso nessuna SESTIERI, SEBASTIANI 1986 33 T 320107 4639898
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Periodizzazione delle fasi storiche: la preistoria
NOME POSIZIONE TIPO
DI
INSEDIA-
MENTO
RELAZIO-
NE CON
LAHAR
BIBLIOGRAFIA COORDINATE
UTM 33 ED50
15 Tenuta di San Giov. in Campo Orazio margine pianoro difeso nessuna SESTIERI, SEBASTIANI 1986 33 T 320429 4639746
16 Tenuta di San Giov. in Campo Orazio margine pianoro difeso nessuna SESTIERI, SEBASTIANI 1986 33 T 319648 4639677
17 Tenuta di San Giov. in Campo Orazio margine pianoro difeso nessuna SESTIERI, SEBASTIANI 1986 33 T 321328 4639319
18 San Omobono valle aperto nessuna ANGLE, GUIDI 2007 33 T 291078 4640857
19 Via Filomusi Guelfi valle aperto possibile SESTIERI, SEBASTIANI 1986 33 T 298602 4637623
20 Casale de Luca valle aperto possibile SESTIERI, SEBASTIANI 1986 33 T 299009 4637274
21 SDO Torre Spaccata valle aperto certa BARONI et. al supra 33 T 299309 4637391
22 S. Maria valle aperto possibile SESTIERI, SEBASTIANI 1986 33 T 301000 4637953
23 Fosso della Torre valle aperto possibile SESTIERI, SEBASTIANI 1986; GIANNI 1991 33 T 302277 4637845
24 Piscina di Torre Spaccata valle aperto certa SESTIERI, SEBASTIANI 1986; GIANNI 1991 33 T 299400 4636844
25 Fosso di Torre Spaccata valle aperto certaSESTIERI, SEBASTIANI 1986; GIANNI 1991; GUIDI, PASCUCCI
1996; ANGLE, GUIDI 200733 T 299497 4636547
26 Fosso di Gregna valle aperto certa ANGLE, GUIDI 2007 33 T 299497 4636347
27 Casale di Torre Spaccata valle aperto certaSESTIERI, SEBASTIANI 1986; GUIDI, PASCUCCI 1996; ANGLE,GUIDI 2007
33 T 299722 4636395
28 Tenuta di Torre Nova valle aperto possibile SESTIERI, SEBASTIANI 1986 33 T 301987 4636483
29 Quadrato di Torre Spaccata valle aperto possibileSESTIERI, SEBASTIANI 1986; GIANNI 1991; GUIDI, PASCUCCI
199633 T 299720 4635689
30 Unità Anagnina via di Tor Vergata valle aperto possibile SESTIERI, SEBASTIANI 1986; GIANNI 1991 33 T 302415 4635517
31 Tor di Mezzavia valle aperto certa SESTIERI, SEBASTIANI 1986; GIANNI 1991 33 T 299581 4635194
32 Lucrezia Romana valle aperto certa IAIA et al. 2005 33 T 298916 4633874
33 Ponte Linari valle aperto possibile ANGLE, GUIDI 2007 33 T 302367 4633833
34 Tenuta di S. Cesareo valle aperto possibile SESTIERI, SEBASTIANI 1986; GIANNI 1991 33 T 294295 4632247
35 Fosso di Fiorano - Casale 14 valle aperto possibile SESTIERI, SEBASTIANI 1986 33 T 293090 4630678
36 Tor Pagnotta - Casale 14 valle aperto possibileSESTIERI, SEBASTIANI 1986; GIANNI 1991; GUIDI, PASCUCCI
199633 T 293334 4630699
37 Fosso di Fiorano valle aperto possibile SESTIERI, SEBASTIANI 1986 33 T 293897 4630256
38 Malafede margine pianoro difeso nessuna GIOIA et al 2007 33 T 283261 4628968
39 Osteria del Malpasso valle aperto possibile SESTIERI, SEBASTIANI 1986; ANGLE, GUIDI 2007 33 T 287031 4627540
40 Fosso della Mola valle aperto possibile GIANNI 1991; GUIDI, PASCUCCI 1996 33 T 295896 4625800
41 Torre di Porta Medaglia valle aperto possibile SESTIERI, SEBASTIANI 1986; GIANNI 1991 33 T 296584 4625903
42 Tenuta della Falcognana valle aperto possibile SESTIERI, SEBASTIANI 1986 33 T 298533 4624783
43 Quarto delle Tortorelle valle aperto possibileSESTIERI, SEBASTIANI 1986; GIANNI 1991; GUIDI, PASCUCCI
199633 T 298459 4622518
44 Quarto della Zolforatella sommità pianoro difeso nessuna SESTIERI, SEBASTIANI 1986 33 T 294947 4620455
Fig. 3
Distribuzione dei siti in basealla posizione geomorfologica
La finalità era ovviamente quella di definire, se possibile, uno o più modelli insediativi du-rante il periodo preso in esame. A tal fine i siti sono stati classificati sia in relazione allo lo-ro posizione geomorfologica (fig. 3, fig. 4a), sia in relazione alla potenzialità difensiva delluogo prescelto (fig. 4b), sia, infine, in base alla relazione con il Lahar di Albano10 (fig. 5).Sia nel lavoro di Sebastiani e Sestieri (1986), che si occupava esclusivamente del territoriodi pertinenza della Soprintendenza Archeologica di Roma, e che quindi escludeva tutta lafascia costiera, che nel lavoro di Gianni (1991), che invece prendeva in considerazione unambito geografico molto più vasto11, era stato evidenziato che durante l’Eneolitico - Bron-zo antico le scelte insediative prevalenti erano legate a posizioni vallive. Non si coglieva dun-que in questo periodo l’esordio di una tendenza, molto marcata nel corso del II millennioa.C., alla scelta di posizioni naturalmente difese. Ciò concorderebbe anche con le osservazio-ni, relative ad un territorio molto più ampio, che riconoscono nel Bronzo medio inoltrato ilnascere di una tendenza alla stabilizzazione degli insediamenti connessa con la scelta di po-sizioni naturalmente difese12.
10 Per informazioni più dettagliate su questa formazione geologica cfr. p. 27 e p. 29.11 Questo lavoro analizzava infatti il territorio compreso tra il Lazio meridionale e la Campania settentrionale.12 DI GENNARO 2006.
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Scelte insediamentali e ricostruzione dei paesaggi antichi in epoca pre-protostorica
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Periodizzazione delle fasi storiche: la preistoria
Fig. 4
A: grafico delle percentuali deisiti in base alla posizionegeomorfologica; B: grafico dellepercentuali dei siti in base allapotenzialità difensiva
Anche recentemente, dall’analisi proposta da Damiani e Trucco in un lavoro che prende inconsiderazione una buona parte dell’Italia centrale13 e che si propone di individuare tenden-ze significative nel manifestarsi e consolidarsi di questo tipo di scelte, si può evincere chenel corso del Bronzo antico tali manifestazioni non sono ancora evidenti. Infatti la maggiorparte dei siti riferibili al Bronzo antico presi in considerazione, sia in Etruria meridionaleche nel Lazio a Sud del Tevere, risultano essere prevalentemente in posizione aperta (pocomeno del 50% in Etruria meridionale, e più del 70% nel Lazio meridionale) (cfr. DAMIANI,TRUCCO c.s., fig. 6, C, E).Questi due territori si caratterizzano assai diversamente a livello geomorfologico. Il paesag-gio dell’Etruria meridionale, composto da tavolati tufacei profondamente erosi, è prevalen-
13 DAMIANI, TRUCCO c.s., dove è preso in considerazione, tra l’altro, il repertorio dei siti protostorici recente-mente pubblicato (BELARDELLI et al. 2007).
temente collinare, con quote che vanno aumentando rapidamente a partire dalla costa ver-so l’entroterra. Le colline sono spesso isolate su tre lati da pendii scoscesi che le rendono na-turalmente difese. Le valli, prevalentemente strette e profonde, sono solcate da fossi a regi-me marcatamente torrentizio, non particolarmente adatte all’insediamento permanente.Il Lazio meridionale presenta invece una varietà di paesaggi (ANGLE, GUIDI 2007), compren-dendo le dolci zone collinari dell’agro romano, le ampie pianure costiere ed i territori mon-tuosi preappenninici dell’interno. In quest’ultimo contesto ambientale dunque, nonostantela grande variabilità dei paesaggi e la possibilità di scegliere diversi ecosistemi in cui inse-diarsi, sembra possibile che la prevalenza di posizioni non difese e molto spesso vallive ri-sponda ad una precisa scelta.Anche nell’ambito territoriale da noi considerato, se si valutano i dati nel loro complesso, lasituazione generale sembra essere la stessa: predominano infatti le posizioni fisiografiche(figg. 3 e 4a) correlate alle valli (64%), fatto che, ovviamente, si riflette direttamente sulladifendibilità dei siti (fig. 4b).Molto più articolata invece appare la situazione, se si considerano separatamente i due di-versi ambiti territoriali presi in considerazione. Si assiste infatti a situazioni quasi specula-ri: mentre nel territorio di Roma Est (fig. 1, A) le posizioni vallive assommano al 92%, nel-la bassa valle dell’Aniene (fig. 1, B) la posizione dominante risulta essere quella di marginedi pianoro (circa il 59%), ma anche altre posizioni fisiografiche sembrano variamente rap-presentate (fig. 6).
Fig. 5
Distribuzione dei siti in basealle relazioni con il lahar
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Scelte insediamentali e ricostruzione dei paesaggi antichi in epoca pre-protostorica
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L’analisi dei dati ci porta a pensare dunque che, almeno nel territorio in questione, ci sia sta-to un adattamento ai contesti ambientali disponibili, con conseguente popolamento di ognitipo di ambiente. Questa osservazione può essere rafforzata dalla considerazione che entram-be le aree sono state oggetto di ricerche intensive negli ultimi trent’anni: la zona B, non ur-banizzata, fu interessata dalle ricognizioni sistematiche degli anni ’80 del Novecento, men-tre la zona A, già allora notevolmente urbanizzata è stata ulteriormente interessata da nuo-ve costruzioni e lavori pubblici e anche dal più completo e puntuale controllo del territoriooperato negli ultimi anni dalle Soprintendenze.Forse anche per questo intensificarsi delle ricerche nell’area urbana di Roma i due campio-ni sono numericamente differenti, anche se ciò può essere correlato parimenti alla diversapotenzialità di conservazione dei siti nei due territori, morfologicamente così diversi. Infat-ti i siti collocati nell’areale B sono stati certamente esposti a fattori distruttivi (erosione edantropizzazione in epoca storica) rispetto all’areale A, che si configura invece come un tavo-lato con minime differenze di quota tra sommità collinari e fondovalle, dove l’effetto dell’e-rosione è stato certamente inferiore.Nel complesso dunque le scelte insediative sembrano essere le più varie14. Rimane, a nostroavviso, comunque aperta la questione se la varietà delle situazioni descritte vada imputataad una precisa scelta delle comunità preistoriche o se i dati oggi a nostra disposizione nonsiano stati influenzati in qualche modo anche dalle condizioni di conservazione di alcuneporzioni di territorio.Non sembra infatti sussistere alcun dubbio sulla forte relazione esistente tra la netta preva-lenza delle posizioni vallive nell’aerale A e la presenza del Lahar di Albano (fig. 5), già evi-denziata in un recente lavoro (ARNOLDUS-HUYZENVELD et al. 2007).Resta da chiarire se questa formazione geologica recente sia stata l’oggetto di una scelta in-sediativa cosciente legata al rapido formarsi di un paesaggio, pianeggiante, fertile e natural-mente disboscato, particolarmente favorevole alle attività di sussistenza dell’epoca. Oppurese la particolare “conservatività” delle porzioni di territorio interessate alla deposizione delLahar può aver contribuito in maniera considerevole alla sopravvivenza dei siti, in quantoqueste aree sono state senza dubbio risparmiate sia dall’erosione coeva che successiva alla suadeposizione.
14 Ciò è stato anche sottolineato recentemente da Anzidei (ANZIDEI, ZARATTINI 2007, p. 82).
Fig. 6
Grafico delle percentuali deisiti in base alla posizionegeomorfologica nei due arealiconsiderati
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Periodizzazione delle fasi storiche: la preistoria
L’ingente serie di ritrovamenti effettuata nel Suburbio di Roma Est può essere dunque ilfrutto di varie circostanze, legate in parte a scelte antropiche vere e proprie, in parte alla na-tura dei processi di tipo postdeposizionale che hanno caratterizzato questi territori ed in par-te all’intensità delle ricerche svolte.
Patrizia Gioia, Antonia Arnoldus-Huyzendveld, Carlo Persiani
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