+ All Categories
Home > Documents > Evoluzione geomorfologica della Sicilia occidentale_Di Maggio et al

Evoluzione geomorfologica della Sicilia occidentale_Di Maggio et al

Date post: 22-Nov-2023
Category:
Upload: unipa
View: 0 times
Download: 0 times
Share this document with a friend
27
ASSOCIAZIONE ITALIANA DI GEOGRAFIA FISICA E GEOMORFOLOGIA EDITRICE Evoluzione geomorfologica di lungo termine del paesaggio nell’Italia meridionale Evoluzione geomorfologica di lungo termine del paesaggio nell’Italia meridionale Il contributo delle Università locali A CURA DI Carmen M. Rosskopf Pietro P.C. Aucelli
Transcript

ASSOCIAZIONE ITALIANADI GEOGRAFIA FISICAE GEOMORFOLOGIA

EDITRICE

Evoluzione geomorfologicadi lungo termine del paesaggio

nell’Italia meridionale

Evoluzione geomorfologica di lungo termine del paesaggio nell’Italia meridionale

Il contributo delle Università locali

A CURA DI

Carmen M. RosskopfPietro P.C. Aucelli

A Ludovico Brancaccio,maestro di vita e di studi

ASSOCIAZIONE ITALIANADI GEOGRAFIA FISICAE GEOMORFOLOGIA

Evoluzione geomorfologicadi lungo termine del paesaggio

nell’Italia meridionale

Il contributo delle Università locali

A CURA DI

Carmen M. RosskopfPietro P. C. Aucelli

IN COPERTINA

in prima: Le tracce di superfici di erosione pre-quaternarie; il versante settentrionale del Pianodel Matese. Disegno estratto da: Brancaccio L. (1974). Aspetti e problemi del carsismo epigeoin alcuni massicci calcarei dell'Italia meridionale. Ann. Speleol. C.A.I. Napoli, 3-6.

in quarta: Schema illustrativo dei rapporti tra superficie paleocarsica, “versante di Richter” ebrecce di pendio würmiane sul versante sud-occidentale del Terminio. Disegno estratto da:Brancaccio L. (1969). Osservazioni geomorfologiche sull'alta valle del F. Sabato (Prov. Avel-lino). Mem. Soc. Natur. Napoli, 489-498.

© 2014 by Arti Grafiche la Regione srlC.da Pescofarese, 5 - Ripalimosani (Campobasso)[email protected]

ISBN 978-88-98248-17-9

Evoluzione geomorfologica della Sicilia occidentale

CIPRIANO DI MAGGIO, GIULIANA MADONIA, MARCO VATTANO, VALERIO AGNESI & SALVATORE MONTELEONE

Introduzione

I lavori presenti in letteratura geologica e che hanno come oggetto l'evo-luzione geomorfologica della Sicilia, sono stati prodotti a partire dalla primametà del secolo scorso (Cipolla, 1933) ed hanno subito un impulso negliultimi decenni. Si tratta di ricerche incentrate sulla ricostruzione dell’assettogeomorfologico di piccole aree (e.g., Mauz et al., 1997; Agnesi et al., 1999; DiMaggio et al., 1999; Monteleone et al., 2006) o di studi tematici (e.g., Ferrareseet al., 2003; Vattano et al., 2013; Di Maggio et al., 2014).

Hugonie (1979, 1982) conduce studi a scala regionale e propone un modellomorfoevolutivo per la Sicilia settentrionale privilegiando, fra i fattori di controllo,il ruolo della struttura e del clima. Questo Autore attribuisce: a) ad una fasetettonica distensiva plio-quaternaria, la genesi degli alti e bassi topograficidella Sicilia settentrionale; b) all’interazione fra sollevamento tettonico edincisione fluviale/erosione selettiva, il compito di accentuare i dislivelli fra glialti e bassi topografici precedentemente creati; c) alle oscillazioni climatichequaternarie, la degradazione dei versanti di origine tettonica o fluviale.

Agnesi et al. (2000; 2004) e Di Maggio (2000) conducono ricerche morfo-tettoniche in aree studiate precedentemente da Hugonie (1979;, 1982) e vi rico-noscono successioni terrazzate di superfici di spianamento, glacis di erosionein rocce tenere e superfici di erosione marina, che si sviluppano fra 1900 ms.l.m. e l’attuale livello marino. Sulla base delle loro analisi, gli Autoripropongono modelli morfoevolutivi di tipo policiclico che prevedono losviluppo di processi di spianamento/abrasione che, nel tempo, migrano versole quote più basse. La causa di questa migrazione viene collegata ad unagenerale tendenza all’abbassamento del livello di base dell’erosione, a suavolta prodotta da graduali e generalizzati processi di sollevamento tettonico.

Il presente lavoro costituisce un’occasione di sintesi e di analisi deimolti dati da noi raccolti nel corso degli ultimi 25 anni, integrati dallenumerose informazioni contenute nella letteratura geomorfologica e geologica,con l’obiettivo di ricostruire un possibile modello morfoevolutivo per laSicilia occidentale. I risultati di questa ricostruzione sono qui presentati.

187

EVOLUZIONE GEOMORFOLOGICA DEL PAESAGGIO NELL’ITALIA MERIDIONALE

Area di studio

L’area studiata (Fig. 1) comprende: a nord, i gruppi montuosi che vannodalle Madonie ai Monti di Trapani e le aree pianeggianti dell’estremità occi-dentale; al centro, i Monti Sicani e le aree collinari del trapanese, dell’agrigentinoe del nisseno; a sud, le aree pianeggianti volte sul Canale di Sicilia.

GEOLOGIA

La Sicilia è un settore della catena Alpina, vergente verso SE, ricadentenel Mediterraneo centrale. L’edificio strutturale a pieghe e sovrascorrimentidella Sicilia occidentale collega il settore di catena della Sicilia orientale alsettore di catena maghrebide tardo terziario che si trova sommerso fra laSicilia e la Sardegna. Il settore studiato è costituito da una pila di unità, so-vrascorse durante il Miocene. Vi si riconoscono tre grandi unità tettoniche(Fig. 1): unità Sicilidi, unità carbonatiche interne e unità carbonatiche esterne(Catalano et al., 2013 con bibliografia).

188

Fig. 1 - Schema geo-logico della Siciliaoccidentale (Fonte:Catalano et al., 2013con bibliografia).

EVOLUZIONE GEOMORFOLOGICA DELLA SICILIA OCCIDENTALE

Le unità Sicilidi sono costituite da falde di ricoprimento caratterizzateda successioni sedimentarie formate da carbonati bacinali del Giurassico su-periore-Oligocene e da depositi torbiditici terrigeni, scollati dal loro substrato,dell’Oligocene superiore-Miocene inferiore. Durante la loro messa in posto(Miocene inferiore), le unità Sicilidi si sovrappongono su altre unitàcarbonatiche o su slices di flysch Numidico. Depositi del Tortoniano superiorericoprono, in discordanza, le unità in esame.

Le unità carbonatiche interne sono costituite da un imbricate fan compostoda successioni carbonatiche e silicatiche mesozoico-terziarie, di ambientebacinale e torbiditico (unità Imeresi), sovrascorse su carbonati di piattaformamesozoico-terziari (unità Panormidi). Unità Imeresi e unità Panormidi sonotettonicamente ricoperte da un roof thrust che coinvolge depositi bacinali(flysch Numidico) dell’Oligocene-Miocene inferiore e, inferiormente, sonosovrascorse su successioni di piattaforma carbonatico-pelagica (unità Trapanesi)del Triassico superiore-Paleogene; queste ultime sono ricoperte da calcarenitiglauconitiche e pelagiti del Miocene inferiore-medio. Nell’estremità occidentaledella Sicilia, unità Panormidi e unità Trapanesi sono tettonicamente ricoperteda successioni di carbonati di mare profondo (unità pre-Panormidi) del Giu-rassico-Paleogene. Depositi clastici (formazione Terravecchia) del Tortonianosuperiore sigillano le precedenti strutture del Miocene inferiore-superiore.

Le unità carbonatiche esterne comprendono: a) unità Sicane, costituiteda carbonati bacinali del Mesozoico-Terziario (calcari selciferi triassico-giurassici, marne e calcilutiti pelagiche cretaceo-eoceniche, peliti oligoceniche),includenti i depositi “alloctoni” permiano-triassici della formazione Lercara;b) unità Saccensi, formate da carbonati di piattaforma mesozoici; c) falda diGela, costituita da Argille Variegate del Cretaceo-Eocene, da flysch Numidicodel Miocene inferiore e da depositi di bacino di avanfossa del Mioceneinferiore - Pleistocene inferiore. Le unità Sicane sovrascorrono sia le unitàcarbonatiche interne a nord, sia le unità Saccensi a sud. La loro messa inposto è Miocene superiore-Pliocene inferiore. Depositi terrigeni, internamentescollati ed embricati fra il Miocene inferiore e il Pleistocene inferiore, edepositi clastici plio-pleistocenici, sigillano il cuneo tettonico in esame. Aloro volta, unità Sicane e Saccensi sovrascorrono sulla falda di Gela (unaspessa unità di embrici tettonici ripetuti) durante il Pliocene superiore - Plei-stocene medio.

L’assetto strutturale della Sicilia occidentale è quindi caratterizzato dasistemi di multiduplex dove le unità tettoniche derivate da successioni bacinali

189

EVOLUZIONE GEOMORFOLOGICA DEL PAESAGGIO NELL’ITALIA MERIDIONALE

sono sovrascorse sulle unità tettoniche derivate da successioni di piattaforma,attraverso superfici con geometrie di tipo flat. Le principali direzione ditrasporto sono verso S e SO, con componenti significative di back-thrustingvergenti verso N. L’età dei sovrascorrimenti va dal Miocene inferiore (Sicilianord-occidentale) al Pleistocene medio (Sicilia meridionale). I sistemi di mul-tiduplex sono costituiti da un roof complex (unità Sicilidi, flysch Numidico ocoperture miocenico-pleistoceniche) e da un basal allochthon (livelli bacinalipermiano-triassici), entrambi caratterizzati da slices sottili, che coinvolgonoun duplex intermedio (corpi carbonatici mesozoico-terziari delle unità interneed esterne, a loro volta localmente embricati). Più recenti faglie transpressivead alto angolo, di età Pliocene, tagliano le strutture più antiche della Siciliacentro-settentrionale (Catalano et al., 2013 con bibliografia).

OROGRAFIA E IDROGRAFIA

La topografia della Sicilia (Fig. 2) è influenzata dalla presenza dellacatena montuosa (Appennino siculo) che si sviluppa in senso E-O lungo learee settentrionali dell’isola. L’espressione morfologica della catena è costituitadall’insieme di più gruppi montuosi che formano una lunga e pressochécontinua dorsale, a tratti interrotta dalle valli trasversali dei principali corsid’acqua che drenano verso il Tirreno.

190

Fig. 2 - Schema topo-grafico/geomorfologi-co della Sicilia.

EVOLUZIONE GEOMORFOLOGICA DELLA SICILIA OCCIDENTALE

Ristrette aree costiere pianeggianti ed un susseguirsi di colline arro-tondate e di ampie vallate, da cui si ergono aspri rilievi isolati, interromponola continuità fisica di questa dorsale nelle aree immediatamente ad ovest(Monti di Trapani) e a sud (Monti Sicani) dei Monti di Palermo. I rilievidella catena coincidono con potenti successioni di rocce “dure” resistentiall’erosione (carbonati delle unità mesozoiche), su cui si impostano levette più elevate. Le grandi e profonde valli e i dolci complessi collinari sitrovano in corrispondenza di rocce “tenere” facilmente erodibili (terreni acomponente argillosa delle unità bacinali e delle coperture miocenico-plioceniche).

Lungo i versanti settentrionali, la vicinanza della catena alle coste tir-reniche determina la presenza di numerosi fiumi le cui acque scorrono dasud a nord, con tracciati corti e molto inclinati. Questi fiumi sonocaratterizzati da intensi processi di erosione di fondo che producono valliprofonde, con profili a V e versanti da mediamente a fortemente inclinati,separate da crinali solitamente aguzzi. Solo in prossimità delle foci i fon-dovalle divengono ampi e pianeggianti, in coincidenza di ristrette e di-scontinue fasce costiere. La maggiore distanza fra catena e coste meridionaliconsente invece lo sviluppo di aste fluviali più lunghe e debolmenteinclinate, che drenano da NNE a SSO. I corsi d’acqua principali sonodotati di un minore potere di incisione e scorrono lungo valli menoprofonde separate da modesti rilievi collinari, con pendii dolcementeinclinati e fondovalle piatti o arrotondati. Solo nelle zone di testata deibacini e nelle aste di rango inferiore, si hanno valli a V. La lenta declinazioneverso SSO dei versanti meridionali della catena siciliana comporta ilgraduale passaggio dalle aspre aree montuose settentrionali (intagliate surocce carbonatiche mesozoiche) alle dolci aree collinari centrali (impostatesu rocce “argillose” terziarie) fino alle aree costiere pianeggianti meridionali(prodottesi su rocce calcarenitiche pliocenico-quaternarie).

Dati e risultati

Vengono qui presentati i dati acquisiti nella Sicilia occidentale, a partiredalle zone più a sud.

Nelle aree meridionali si riconosce una successione di terrazzimarini che si sviluppa dal livello marino fino alle quote di 450 m s.l.m.(Fig. 2). I terrazzi più antichi sono intagliati nei depositi delle formazioni

191

EVOLUZIONE GEOMORFOLOGICA DEL PAESAGGIO NELL’ITALIA MERIDIONALE

Agrigento e Montallegro, i cui termini più recenti, di età santerniana,post-datano la genesi dei terrazzi. Le superfici di terrazzo meglio con-servate si hanno nel settore più occidentale (dove si riconoscono menoordini e superfici policicliche molto estese) e vicino la costa (dove sihanno i terrazzi più recenti); man mano che ci si sposta verso SE e versol’interno, i terrazzi cominciano ad essere dissecati da incisioni vallivedove, lungo i versanti, talvolta si osservano più cicli di terrazzi fluvialio glacis di erosione in rocce tenere (successioni di terrazzi fluviali oglacis sono comunque tipici dei versanti vallivi o degli affioramentiargillosi di tutta la Sicilia occidentale). Il margine interno del terrazzo,riferibile allo stadio isotopico marino (MIS) 5.5, si trova fino a circa 10m s.l.m. lungo i litorali più occidentali, mentre verso SE raggiunge laquota di circa 55 m. In queste ultime aree si riconoscono terrazzi marinipost-MIS 5.5, le cui superfici di erosione si sviluppano fra 0 e 15 m s.l.m.Sono altresì presenti depressioni di sinforme e dorsali di antiforme, im-postate nei gessi messiniani ed esumate dall’erosione selettiva (aree diSiculiana e Licata).

Via via che ci si sposta verso le aree più interne (aree centrali), iterrazzi marini scompaiono e sono gradualmente sostituiti da una fittarete di incisioni vallive che isolano collinette arrotondate (se impostatein rocce argillose facilmente erodibili) o rilievi strutturali (se impostatiin rocce gessose più resistenti). Attraverso l’analisi geomorfologica,questi ultimi sono interpretati come rilievi di sinforme o rilievi coincidenticon blocchi ribassati da faglie. I versanti argillosi sono qui fortementedenudati e i rilievi gessosi sono interessati da processi carsici e gravitativiprofondi.

Nelle aree settentrionali e nei Monti Sicani (Fig. 2) si trovano rilieviimpostati in rocce carbonatiche mesozoico-terziarie e coincidenti con altistrutturali, separati da profonde incisioni vallive situate su rocce “argillose”miocenico-plioceniche coincidenti con depressioni strutturali. L’analisigeomorfologica mostra che questo assetto è il risultato di forti processi diincisione fluviale e di denudazione in genere, che hanno agito in manieraselettiva. I limiti fra rilievi in carbonati e aree collinari in argilla sonoinfatti marcati da grandi scarpate di linea di faglia o da estese superfici li-tostrutturali. Nei rilievi in carbonati si riconoscono inoltre relitti di“superfici di spianamento” (superfici di spianamento s.s. e spianatecarsiche) e valli relitte sospese, che si sviluppano da qualche centinaio di

192

EVOLUZIONE GEOMORFOLOGICA DELLA SICILIA OCCIDENTALE

metri fino a più di 1900 m s.l.m. Infine, molti rami delle zone di testata deibacini idrografici che sfociano nel Tirreno, mostrano fenomeni di inversionedi drenaggio.

Nell’estremità più settentrionale della Sicilia occidentale (fascia costieratirrenica; Fig. 2) si hanno “depressioni” aperte verso mare, intagliate da suc-cessioni di terrazzi marini e circondate da paleofalesie alte centinaia dimetri. In alcuni casi, le grandi falesie sono ancora attive e scendono a piccodirettamente sul mare. L’analisi geomorfologica mostra che si tratta di paleo-falesie e falesie a controllo strutturale, evolutesi da originarie scarpate difaglia. Grandi scarpate di faglia si rinvengono anche nelle aree più interne,lungo i versanti dei rilievi che si affacciano sul mare, dove dislocano relitti disuperfici di spianamento.

Le successioni di terrazzi marini sono invece intagliate su depositi dimare basso del sintema di Marsala (Di Maggio et al., 2009), dell’Emiliano-Siciliano, che affiorano lungo le depressioni, in forte discordanza suidepositi pre-quaternari, e che post-datano le stesse successioni di terrazzimarini. Datazioni isotopiche condotte da vari Autori (e.g., Mauz et al.,1997) confermano che questi terrazzi si sono prodotti fra il Pleistocenemedio e superiore. I terrazzi sono inoltre caratterizzati da vaste superficipolicicliche ben conservate e da pochi ordini in Sicilia nord-occidentale(e.g., piana di Castelluzzo) e da superfici meno estese e dissecate, ma conpiù ordini, man mano che si procede verso le aree costiere poste più a est.In queste ultime i terrazzi si sviluppano fino alle quote di circa 300 ms.l.m. (Partinico, Buonfornello), mentre negli altri settori le superfici diterrazzo raggiungono le quote di circa 200 m (piana di Palermo) e 100 m(piana di Castelluzzo). La quote del margine interno del terrazzo del MIS5.5 variano mediamente da 10 m s.l.m. (San Vito lo Capo) a 15 m(Castelluzzo), a 20 m (Palermo) e a 25 m (piana di Buonfornello). Occorreinfine evidenziare che i rilievi delle aree settentrionali precedentementedescritte e della fascia costiera tirrenica, sono dissestati da diffusi fenomenidi deformazione gravitativa profonda di versante.

Discussioni e conclusioni

I dati acquisiti mostrano che nella Sicilia occidentale si distinguonoquattro grandi aree, ognuna delle quali marcata da un peculiare assettotopografico/geomorfologico e caratterizzata, procedendo da sud verso

193

EVOLUZIONE GEOMORFOLOGICA DEL PAESAGGIO NELL’ITALIA MERIDIONALE

nord, da rocce e forme del rilievo via via più antiche (Fig. 3): unameridionale, pianeggiante, impostata su rocce evaporitiche e depositiclastici del Miocene superiore-Quaternario; una centrale, collinare, impostatasu depositi prevalentemente argillosi ed evaporitici del Terziario; una set-tentrionale, montuosa, impostata su rocce carbonatiche del Mesozoico;una dell’estremità settentrionale (fascia tirrenica), con depressioni costierepianeggianti aperte verso mare, impostate su depositi clastici quaternarifortemente discordanti su un substrato mesozoico. L’analisi dei datipermette altresì la proposizione del modello morfoevolutivo di seguitodescritto (Fig. 3).

L’area meridionale, di più recente emersione, è stata dominata dallamorfogenesi costiera e dalla tettonica quaternaria. Durante le fasi di stazio-namento alto del mare, in coincidenza degli eventi climatici caldi delQuaternario (fra il Pleistocene inferiore – post Santerniano - e il Pleistocenesuperiore), l’azione di intaglio orizzontale del moto ondoso ha, nel tempo,prodotto piattaforme di erosione marina, successivamente ricoperte dadepositi di spiaggia. A causa dei movimenti di sollevamento, le piattaformevia via prodotte sono progressivamente migrate verso quote maggiori, dandoorigine ad una gradinata di terrazzi marini. Sulla base delle quote a cui sirinviene il margine interno del terrazzo riferibile al MIS 5.5, i valori medi deitassi di sollevamento post-tirreniani sono qui compresi fra 0,032 (areeoccidentali) e 0,4 m/ky (aree sud-orientali; Vattano, 2008). I bassi tassi di sol-levamento dei settori più occidentali hanno fatto sì che qui il mare ritornasse

194

Fig. 3 - Modello geomorfologico della Sicilia occidentale.

EVOLUZIONE GEOMORFOLOGICA DELLA SICILIA OCCIDENTALE

più volte alle stesse quote creando piattaforme policicliche molto sviluppatee ben conservate, la cui emersione ha prodotto un paesaggio tipicamentepianeggiante. Più ad est, i maggiori tassi di sollevamento hanno consentitolo sviluppo di più ordini di terrazzi ma hanno altresì innescato processi diincisione fluviale e di denudazione in genere, responsabili della dissecazionee frammentazione dei terrazzi marini. Si è così prodotto un paesaggio più ar-ticolato, contrassegnato dall’alternanza di depressioni vallive e di rilievi conspianate sommitali (lembi relitti delle antiche piattaforme costiere). Dove iprocessi di approfondimento e smantellamento sono stati più intensi, si sonoprodotti i rilievi a pieghe congruenti con la struttura (dorsali di antiforme edepressioni di sinforme) dovuti all’esumazione di gessi messiniani piegati(Fig. 4b).

L’area centrale, di emersione più antica rispetto alla precedente, è carat-terizzata da un assetto geomorfologico dominato dall’esistenza di numerosedepressioni vallive separate da modesti rilievi collinari. Questo assetto è ilrisultato dell’interazione fra l’azione costruttrice del rilievo prodotta dal sol-levamento tettonico e la conseguente azione demolitrice esercitata daifenomeni di incisione fluviale e di denudazione in genere, responsabili dellosmantellamento di notevoli volumi di roccia e della scomparsa dei terrazzimarini. A seguito di questo approfondimento sono state così smantellate lecoperture più recenti e sono state portate a giorno le rocce sottostanti piùantiche. L’esistenza di livelli di roccia dura (gesso, calcare evaporitico eorizzonti conglomeratici e arenitici) interposti fra masse di roccia tenera(depositi a componente argillosa) ha fatto sì che, man mano che l’abbassamentodel rilievo procedesse in profondità, venissero esumati i blocchi di roccia piùresistente all’erosione. Nelle aree dove questi blocchi di roccia dura si sonoconservati, la loro azione protettrice nei confronti dei terreni argillosisottostanti ha favorito la formazione di piccoli e aspri rilievi residuali. Diver-samente, in corrispondenza delle aree dove le coperture di roccia dura sonostate smantellate, mettendo a nudo affioramenti di roccia tenera, si sonovenute a creare depressioni vallive e modeste collinette arrotondate. Inquesto contesto si sono prodotti i casi esemplari di inversione del rilievoprima descritti (Vattano, 2008), con la formazione di sistemi di valli diantiforme e dorsali di sinforme (Fig. 4), oppure di rilievi impostati su blocchiribassati per faglia e di depressioni vallive coincidenti con blocchi sollevatiper faglia (Fig. 5).

195

EVOLUZIONE GEOMORFOLOGICA DEL PAESAGGIO NELL’ITALIA MERIDIONALE

,

L’area settentrionale e i Monti Sicani, in assoluto le aree geomorfologi-camente più antiche, sono marcate da un assetto controllato da forti processidi smantellamento e approfondimento che hanno comportato l’erosione digrandi volumi di roccia e la conseguente esumazione dei terreni più antichi.In generale i processi di incisione, anche qui conseguenti ai movimenti disollevamento, si sono esplicati con maggiore intensità e profondità in corri-spondenza delle rocce più erodibili (depositi a componente argillosa e/omarnosa di età oligocenico-miocenica), dove si sono create le grandi vallate;mentre hanno subito un forte rallentamento in corrispondenza dei blocchi diroccia più resistente (carbonati mesozoico-terziari), dove si sono impostati igrandi rilievi montuosi di natura carbonatica (Agnesi et al., 2000, 2004; DiMaggio, 2000). L’assetto geologico, contrassegnato dalla presenza di roccetenere su rocce dure, è la causa che ha qui determinato una generalecongruenza fra struttura e topografia (Fig. 3). Solo nelle aree di affioramentodelle successioni bacinali, dove livelli di roccia resistente si interpongono fralivelli di roccia facilmente erodibile, esistono le condizioni perché si abbianolocali inversioni del rilievo.

La configurazione geomorfologica dell’estremità settentrionale (fasciatirrenica) è invece conseguenza di un’importante fase di tettonica distensiva

196

Fig. 4 - Inversione del rilievo in strati piegati Fig. 5 - Inversione del rilievo in blocchi fagliati

EVOLUZIONE GEOMORFOLOGICA DELLA SICILIA OCCIDENTALE

che, durante il Quaternario, ha determinato l’abbassamento e il collasso deisettori più settentrionali della catena anche al di sotto del Mar Tirreno(Hugonie, 1979, 1982). Al tetto di alcuni di questi blocchi ribassati si sono de-positate le calcareniti dell’Emiliano-Siciliano che pre-datano l’evento distensivoa circa 1,5 MA; a seguito di successivo sollevamento, questi blocchi sono gra-dualmente emersi, come indicato dai terrazzi che vi si trovano fino a circa200-300 m s.l.m. In generale, il collasso della catena è avvenuto lungo pianidi faglia la cui espressione topografica è attualmente rappresentata dallegrandi pareti rocciose (falesie tettoniche) alte centinaia di metri che, versol’interno, delimitano bruscamente le depressioni costiere. I tassi di sollevamentopost-tirreniani, calcolati sulla base della quota del margine interno deiterrazzi marini del MIS 5.5, variano mediamente fra 0,1 e 0,2 m/a (costenord-occidentali) a 0,4 m/a (coste centro-settentrionali), mostrando dei valoriche, nel complesso, tendono a decrescere da est (anche più di 1 m/ky nellecoste del messinese) verso ovest (0,01 m/a nelle coste del trapanese) (Antonioliet al., 2006). In generale, dove il tasso risulta uguale o minore a 0,1 m/a, si èavuto lo sviluppo di grandi superfici policicliche che sovrastano altimetrica-mente il terrazzo “eutirreniano”; dove risulta maggiore di 0,15 m/a, si sonoinvece potute produrre le successioni con più ordini di terrazzi marini (e.g.,Piana di Buonfornello).

Gli effetti dell’insieme dei processi prima descritti sono causa della forteasimmetria nel profilo topografico della Sicilia, con i versanti settentrionaliche risultano molto più corti e inclinati rispetto ai versanti meridionali. Lemaggiori pendenze dei corsi d’acqua settentrionali hanno determinato in essiun maggiore potere erosivo e lo sviluppo di processi di erosione regressiva chehanno nel tempo comportato l’allargamento verso sud, per fenomeni dicattura, dei loro bacini idrografici, a scapito dei bacini dei corsi d’acquameridionali (vedi fenomeni di inversione di drenaggio). A seguito di questiprocessi, lo spartiacque regionale della Sicilia è situato più a sud rispetto allalinea dei fastigi.

Va inoltre sottolineato come la Sicilia centro-settentrionale sia attualmentedominata da una fase transpressiva (Catalano et al., 2013 con bibliografia)con sistemi di faglie trascorrenti destre (NNW e E-W) e sinistre (NE-SW).Tali strutture presentano anche una forte componente verticale che puòessere capace di produrre piccole scarpate di faglia. Pertanto, l’azione diquesta tettonica può solo in minima parte contribuire, insieme ai processimorfoselettivi, allo sviluppo dei grandi versanti essenzialmente di linea di

197

EVOLUZIONE GEOMORFOLOGICA DEL PAESAGGIO NELL’ITALIA MERIDIONALE

faglia dell’area settentrionale. Solo le faglie dirette dell’estremità più setten-trionale dell’isola hanno prodotto grandi scarpate tettoniche.

Complessivamente, l’azione congiunta tra forte incisione fluviale (in ri-sposta al sollevamento) e fagliazione a blocchi, tende a far aumentare leenergie del rilievo e a portare a giorno i piani di contatto fra corpi carbonaticie masse argillose, creando condizioni favorevoli all’innesco dell’erosioneselettiva e dei fenomeni di deformazione gravitativa profonda di versante(Di Maggio et al., 2014).

I relitti di superfici di spianamento che si ritrovano nell’area studiata,costituiscono una “complicazione” per un’area di catena in sollevamento etettonicamente attiva come la Sicilia occidentale. Amato & Cinque (1999)mostrano che: a) le superfici di spianamento possono iniziare a crearsiquando il rilievo è ancora prossimo al livello di base generale e, successivamente,possono migrare verso le quote più alte; b) sebbene aumenti il dislivello dallivello di base, il loro sviluppo può sempre proseguire poiché aumentanoanche le distanze dallo stesso livello di base e, di conseguenza, le pendenzegenerali (e le energie del rilievo) si mantengono complessivamente basse; c)la loro conservazione parziale può essere possibile anche in aree di catenamolto recenti, dove l’erosione post-compressionale non ha ancora raggiuntole aree di interfluvio e le zone più interne. Inoltre questi Autori prevedonoche, in queste condizioni, un ciclo di spianamento si esplichi in un periododi tempo dell’ordine delle centinaia di migliaia di anni (fino ad un massimodi un milione di anni), sia pur considerando che si tratta di cicli “incompiuti”che producono superfici di erosione poco mature (superfici ondulate, conpresenza di rilievi residuali e di brevi e isolati tratti “spianati”). Anche nelnostro caso si ha la presenza di superfici di spianamento “immature” in uncontesto di catena attiva e di recente emersione, con tempi di modellamentoperò molto più ristretti rispetto a quelli delle aree appenniniche studiate daAmato & Cinque (1999). La diffusa presenza dei depositi di mare profondodella Formazione. Trubi, che si rinvengono anche alle quote più elevate,indica infatti che, fino al Pliocene inferiore, la Sicilia era ancora sommersa eche le prime aree siciliane siano quindi potute emergere non prima di 3 o 3,5Ma BP Inoltre i relitti delle nostre superfici di spianamento sono intagliatisulle rocce carbonatiche più antiche, di più recente esumazione, situate nellearee centro-settentrionali della Sicilia. Pertanto queste superfici di erosionenon possono essersi create in situazioni di prossimità al livello di base e nonpossono neanche costituire delle originarie superfici migrate verso l’alto. Po-

198

EVOLUZIONE GEOMORFOLOGICA DELLA SICILIA OCCIDENTALE

trebbe quindi trattarsi di forme che si sono prodotte al margine e alla basedei rilievi carbonatici, quando i processi di spianamento, che inizialmenteinteressavano i depositi terrigeni miocenico-quaternari, raggiungevano learee carbonatiche più interne (non necessariamente, quindi, questi processidovevano essere controllati dal livello di base generale dell’erosione). Inoltre,in accordo con Hugonie (1979), alcuni tratti di queste spianate potrebberocostituire originarie superfici di erosione al contatto tra le successioni carbo-natiche e le loro relative coperture terrigene, esumate dall’erosione. Oppure,nei casi delle superfici più estese, situazioni strutturali particolari (piani distratificazione poco inclinati; strati debolmente piegati) hanno in qualchemodo potuto favorire lo sviluppo di queste spianate. In ultimo, se durante ilMiocene superiore, in coincidenza della crisi di salinità del Mediterraneo, sifosse prodotta l’emersione di queste aree, sarebbe anche possibile ipotizzarela presenza di superfici di erosione messiniane seppellite nel Plioceneinferiore e successivamente esumate.

La ricostruzione dell’evoluzione geomorfologica della Sicilia occidentaleevidenzia quindi: 1) una forte competizione fra sollevamento che tende acreare rilievo e processi di approfondimento che tendono a smantellarlo; 2)l’aumento delle energie del rilievo in risposta dei processi di sollevamento/ap-profondimento, con lo sviluppo di un’intensa denudazione; 3) la creazionedi nuovo rilievo nelle aree meridionali in sollevamento e la distruzione dellostesso nelle aree settentrionali che collassano verso il Tirreno; 4) un rilievo incontinua evoluzione, negli affioramenti più erodibili delle aree centrali; 5) laconservazione delle forme più antiche negli affioramenti resistenti delle areesettentrionali; 6) un rilievo via via più giovane man mano che ci si sposta danord verso sud; 7) un invecchiamento degli affioramenti rocciosi procedendoda sud (aree di recente emersione) verso nord (aree fortemente erose).

199

EVOLUZIONE GEOMORFOLOGICA DELLA SICILIA OCCIDENTALE

Bibliografia

AGNESI V., DI MAGGIO C., MACALUSO T., MADONIA G. & ROTIGLIANO E. (2004) - Schema geomorfologicodella Penisola di Capo San Vito (Sicilia nord-occidentale). Speleologia Iblea, 10, 37-47.

AGNESI V., DE CRISTOFARO D., DI MAGGIO C., MACALUSO T., MADONIA G. & MESSANA V. (2000)- Morphotectonic setting of the Madonie area (central northern Sicily). Mem. Soc. Geol. It., 55,373-379.

AGNESI V., DI MAGGIO C., MACALUSO T., MARINO S., MONTELEONE S. & PIPITONE G. (1999) - Cartegeomorfologiche di Scillato e Caltavuturo - Note illustrative. Dipartimento di Geologia e Geodesia,Università degli Studi di Palermo - Provincia Regionale di Palermo, 15 p.

AMATO A. & CINQUE A. (1999) - Erosional landsurfaces of the Campano–Lucano Apennines (S.Italy): genesis, evolution, and tectonic implications. Tectonophysics, 315, 251-267.

ANTONIOLI F., KERSHAW S., RENDA P., RUST D., BELLUOMINI G., CERASOLI M., RADTKE U. & SILENZI

S. (2006) - Elevation of the last interglacial highstand in Sicily (Italy): A benchmark of coastaltectonics. Quaternary International, 145–146, 3–18.

CATALANO R., VALENTI V., ALBANESE C., ACCAINO F., SULLI A., TINIVELLA U., GASPARO MORTICELLI

M., ZANOLLA C. & GIUSTINIANI M. (2013) - Sicily’s fold-thrust belt and slab roll-back: The SI.RI.PRO.seismic crustal transect. Journal of the Geological Society, 170(3), 451-464.

CIPOLLA F. (1933) - Livelli marini quaternari di Sicilia. Atti Soc. It. Progr. Sc., XXI riunione, 2, 1-3.

DI MAGGIO C. (2000) - Morphostructural aspects of the central northern sector of Palermo Mountains(Sicily). Mem. Soc. Geol. It., 55, 353-361.

DI MAGGIO C., AGATE M., CONTINO A., BASILONE L. & CATALANO R. (2009) - Unità a limitiinconformi utilizzate per la cartografia dei depositi quaternari nei fogli CARG della Sicilia nord-occidentale. Il Quaternario, 22(2), 347-366.

DI MAGGIO C., INCANDELA A., MASINI F., PETRUSO D., RENDA P., SIMONELLI C. & BOSCHIAN G.(1999) - Oscillazioni eustatiche, biocronologia dei depositi continentali quaternari e neotettonica nellaSicilia nord-occidentale (Penisola di San Vito lo Capo - Trapani). Il Quaternario, 12(1), 25-49.

FERRARESE F., MACALUSO T., MADONIA G., PALMERI A. & SAURO U. (2003) - Solution andrecrystallisation processes and associated landforms in gypsum outcrops of Sicily. Geomorphology,49(1-2), 25-43.

HUGONIE G. (1979) - L’èvolution gèomorphologique de la Sicile septentrionale. Thèse Lettres (Gèo-morfologie), Univ. de Paris-Sorbonne, 1-2, 884 p.

HUGONIE G. (1982) - Mouvements tectoniques et variations de la morphogenèse au Quaternaire enSicile septentrionale. Revue de Gèologie Dynamique et Gèographie Physique, 23, 3-14.

MAUZ B., BUCCHERI G., ZÖLLER L. & GRECO A. (1997) - Middle to Upper Pleistocene mor-phostructural evolution of the NW coast of Sicily: thermoluminescence dating and palaentologi-cal-stratigraphical evaluations of littoral deposits. Palaeogeography, Palaeoclimatology, Pa-laeoecology, 128, 269-285.

201

MONTELEONE S., SABATINO M. & BAMBINA A. (2006) - Carta Geomorfologica della tavoletta S.Margherita di Belice (Sicilia occidentale) e note illustrative. Naturalista sicil., XXX(3-4), 445-458.

VATTANO M. (2008) - Evoluzione geomorfologica di aree carsiche nelle evaporiti della Sicilia centrome-ridionale attraverso l’analisi delle relazioni tra forme carsiche ipogee e forme del rilievo di superficie.Tesi di dottorato, Università degli Studi di Palermo, 250 p.

VATTANO M., DI MAGGIO C., MADONIA G., PARISE M., LOLLINO P. & BONAMINI M. (2013) -Examples of anthropogenic sinkholes in Sicily and comparison with similar phenomena in southernItaly. In: LAND L., DOCTOR D.H. & STEPHENSON J.B. (Eds.), Proceeding of the thirteenthMultidisciplinary Conference on Sinkholes and the Engineering and Environmental Impacts of Karst,263-271.

202

EVOLUZIONE GEOMORFOLOGICA DEL PAESAGGIO NELL’ITALIA MERIDIONALE

INDICE

Prefazione

PremessaCONTRIBUTI

Da Giuseppe De Lorenzo a Ludovico Brancaccio: un secolo diGeografia fisica e Geomorfologia nell’Università di Napoli

L’evoluzione morfologica delle scarpate di faglia attive. Modelliteorici, riscontri reali in Appennino meridionale e implicazioni sismotettoniche

Trenta anni di ricerca geomorfologica in Appennino campano

Evoluzione geomorfologica a lungo termine dell’area abruzzese: lostato delle ricerche

Evoluzione geomorfologica di lungo termine del settore molisanodell’Appennino meridionale

Osservazioni geologiche e geomorfologiche preliminari sul bacinopleistocenico intermontano di Benevento (Appennino campano)

Mobilità verticale ed evoluzione geomorfologica della fascia assialedell’Appennino Lucano

Studi geomorfologici sulla catena appenninica, sull’avanfossa esull’avampaese apulo-lucano condotti dal Dipartimento di Scienzedella Terra e Geoambientali dell’Università Statale “Aldo Moro” diBari

Evoluzione geomorfologica della Calabria: il ruolo del clima, dellatettonica e dell’eustatismo

Evoluzione geomorfologica della Sicilia occidentale

5

7

17

51

65

87

103

125

143

157

171

187

Finito di stampareSettembre 2014

Arti Grafiche la Regione srlRipalimosani (CB)


Recommended