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La Pedagogia Sociale in una Prospettiva Internazionale

Date post: 28-Jan-2023
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82
UNIVERSITA' TELEMATICA “LEONARDO DA VINCI” FACOLTA' DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE Corso di Laurea Triennale in Formazione alle Professioni Educative LA PEDAGOGIA SOCIALE IN UNA PROSPETTIVA INTERNAZIONALE Candidato: Relatore: Fabio Monteverde Prof. Franco Blezza Anno Accademico 2013/2014
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UNIVERSITA' TELEMATICA “LEONARDO DA VINCI”

FACOLTA' DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE

Corso di Laurea Triennale in Formazione alle Professioni Educative

LA PEDAGOGIA SOCIALE IN UNA PROSPETTIVA INTERNAZIONALE

Candidato: Relatore:

Fabio Monteverde Prof. Franco Blezza

Anno Accademico 2013/2014

1

Sommario

PRESENTAZIONE .................................................................................................................................... 3

CAPITOLO 1............................................................................................................................................ 5

DEFINIZIONI DI PEDAGOGIA SOCIALE ...................................................................................................... 5

1.1 Italia ................................................................................................................................................ 6

1.2 Estero ............................................................................................................................................ 10

1.2.1 Regno Unito ........................................................................................................................................ 10

1.2.2 Danimarca ........................................................................................................................................... 11

1.2.3 Francia ................................................................................................................................................ 13

1.2.4 Spagna ................................................................................................................................................ 13

1.2.5 Polonia ................................................................................................................................................ 14

1.2.6 Germania ............................................................................................................................................ 15

1.2.7 Considerazioni .................................................................................................................................... 16

CAPITOLO 2.......................................................................................................................................... 19

PEDAGOGIA SOCIALE IN ITALIA OGGI .................................................................................................... 19

2.1 Quadro storico ............................................................................................................................... 20

2.2 Dominio di esercizio della Pedagogia Sociale ................................................................................... 22

2.3 Educazione e Pedagogia Sociale ...................................................................................................... 26

2.3.1 Gli ‘educatori della notte’ ................................................................................................................... 28

2.3.2 Tirocini formativi Università Tor Vergata ........................................................................................... 29

2.4 Pedagogia Sociale e Pedagogia Interculturale: nuove prospettive .................................................... 30

2.5 Formazione degli attori in Pedagogia Sociale ................................................................................... 32

CAPITOLO 3.......................................................................................................................................... 34

LA PEDAGOGIA SOCIALE ALL’ESTERO .................................................................................................... 34

3.1 Europa ........................................................................................................................................... 35

3.1.1 Pedagogia Sociale in Norvegia ............................................................................................................ 35

3.1.2 La Svezia tra pratica e teoria .............................................................................................................. 37

3.1.3 Danimarca: prevenzione sociale ......................................................................................................... 39

3.1.4 L’approccio nuovo alla Pedagogia Sociale in Francia ......................................................................... 40

3.1.5 Pedagogia Sociale come “ciencia” in Spagna ..................................................................................... 44

3.1.6 Portogallo ........................................................................................................................................... 46

3.1.7 Polonia: una lunga tradizione pedagogico sociale ............................................................................. 47

3.1.8 Slovacchia: il Pedagogista sociale professionista ............................................................................... 48

2

3.1.9 Russia: il pedagogista parrocchiale ortodosso ................................................................................... 50

3.1.10 Regno Unito: alla ricerca di un modello britannico .......................................................................... 52

3.1.11 Germania: il modello tedesco .......................................................................................................... 58

3.2 Alcuni paesi extraeuropei ............................................................................................................... 64

3.2.1 Brasile: La Pedagogia Sociale contro la povertà ................................................................................. 64

3.2.2 Argentina, un esempio di intervento pedagogico sociale .................................................................. 66

3.2.3 Stati Uniti, una Pedagogia Sociale giovane ......................................................................................... 70

CONCLUSIONI ...................................................................................................................................... 73

Bibliografia .......................................................................................................................................... 77

Sitografia ............................................................................................................................................. 80

3

PRESENTAZIONE

Con questa tesi di laurea ci si propone di illustrare cosa sia e come si

sia sviluppata, a grandi linee, la Pedagogia Sociale in Italia e in un

contesto internazionale.

L’elaborato verrà suddiviso in tre capitoli: nel primo capitolo verrà

tracciato un quadro delle definizioni di Pedagogia Sociale in Italia e

all’Estero; nel secondo capitolo si tratterà della Pedagogia Sociale oggi in

Italia e nel terzo capitolo si tracceranno le linee essenziali della disciplina

in alcuni paesi del mondo.

Le motivazioni che mi hanno spinto ad accettare la proposta del

relatore nella trattazione e discussione di questo argomento sono da

ricercare innanzi tutto nei miei studi, in quanto, avendo conseguito il

Diploma di Licenza Linguistica e, quindi, essendo interessato al contesto

internazionale in generale, non ho difficoltà nella lettura e traduzione di

testi in lingue straniere.

Inoltre, la mia predilezione per le materie sociali, maturata durante la

mia carriera universitaria, ha favorito la mia scelta per la Pedagogia

Sociale come materia oggetto della mia tesi di laurea.

Le fonti di documentazione che verranno consultate, sono quelle

rintracciabili in rete. Da questo punto di vista, indubbiamente Internet mi è

4

di aiuto, in quanto senza il suo ausilio, la ricerca di materiale sparso per il

mondo sarebbe stata ardua in tempi relativamente ristretti.

In letteratura non ho trovato un testo che tratti di Pedagogia Sociale a

livello internazionale; al massimo esistono testi che sono limitati al

contesto europeo e nemmeno troppo recenti. Scopo di questa tesi sarà

quello di creare un “repertorio” di spunto per ulteriori approfondimenti, sui

paesi in cui tale disciplina si è sviluppata in Europa e negli altri continenti.

Al termine del lavoro, nelle conclusioni, oltre a proporre un paragone

tra lo sviluppo della Pedagogia Sociale in Italia e la situazione all’estero,

spero di poter offrire un quadro generale tale da suscitare nuovi

approfondimenti futuri.

5

CAPITOLO 1

DEFINIZIONI DI PEDAGOGIA SOCIALE

6

La ricerca di una definizione universalmente riconosciuta valida di

Pedagogia Sociale ha dato luogo a diverse soluzioni, spesso in

contraddizione tra di loro. Una definizione generica dice che la Pedagogia

Sociale opera all’interno delle problematiche sociali. Tale definizione, di

fatto, non dice nulla di quello che è la Pedagogia Sociale, se non che essa,

come branca della Pedagogia, opera appunto all’interno delle

problematiche sociali.

Approfondendo il discorso, un tentativo di definizione univoco della

Pedagogia Sociale si è da sempre scontrato con l’assenza, di fatto, di un

lessico consolidato comune a tutti gli autori in Pedagogia così come in

altre Scienze Sociali. Una definizione di Pedagogia Sociale univoca e

comunemente accettata, ancora oggi non esiste. Ad ogni modo e in

generale, possiamo affermare che la Pedagogia Sociale, tra le branche

pedagogiche, sia quella più strettamente connessa da un lato con la persona

(che è soggetto sociale) e dall’altro con la società.

1.1 Italia

Esaminando le definizioni più recenti in Italia, a partire dagli anni 70

del secolo scorso fino ad arrivare a qualche anno fa, è innegabile

l’influenza della figura e del pensiero di John Dewey sia sui pedagogisti di

area cattolica sia su quelli di area laica. Mario Mencarelli,

nell’Enciclopedia Pedagogica negli anni 70, parlava di “educazione

permanente” connettendola con il concetto di “società educante”,

ammettendo l’esistenza di un’educazione che riguardi tutta l’esistenza

7

umana. Negli anni 90, nell’Enciclopedia delle Scienze Sociali dell’Istituto

dell’Enciclopedia Italiana, scompare il termine Pedagogia, ma c’è

Educazione, probabilmente a causa dell’equivalenza del termine

Educazione con il termine Pedagogia in alcune lingue. Piero Bertolini

scriveva (Bertolini, 1996 p. 416-417): “Secondo una sua concezione più

antica ma tuttora pienamente valida, l'espressione pedagogia sociale

indicava soltanto la sottolineatura dell'importanza che nella problematica

educativa hanno le determinazioni sociali di essa: importanza che per

alcuni giustifica una perfetta coincidenza tra la pedagogia e la pedagogia

sociale in quanto quest'ultima assorbe la prima. […] È di questi ultimi

anni una concezione per la quale la pedagogia sociale si precisa in quanto

fa dei fenomeni sociali (dal tema dell'emarginazione a quello delle nuove

povertà; da quello del rapporto mezzi di comunicazione di massa/

formazione dell'individuo a quello della mafia, ecc.) il suo specifico

oggetto di indagine”. In tale definizione, l’autore da un lato fissa nel

sociale l’oggetto di indagine specifico della Pedagogia Sociale

riconosciuta finalmente come disciplina pedagogica con una certa

autonomia, dall’altro arriva ad affermare che secondo alcuni la Pedagogia

sia essa stessa oramai tutta Pedagogia Sociale in quanto quest’ultima

assorbe la prima. A mio avviso, è vero che non può esistere oggi

pedagogia senza la declinazione al sociale, ma esiste comunque tutta una

pedagogia della scuola o comunque istituzionalizzata che è fuori dalla

Pedagogia Sociale e se ne differenzia e questo è solo un esempio o un

complesso di esempi; per cui non può esserci piena corrispondenza tra

pedagogia generale e Pedagogia Sociale.

8

Tale mia considerazione, tra l’altro, trova conferma nella seguente

affermazione di Domenico Izzo, molto citata in rete “la pedagogia sociale

si distingue dalla pedagogia generale in quanto, pur condividendone

l’intero apparato teorico, rileva e approfondisce quelle tematiche che si

riferiscono all’impegno educativo in seno alla realtà sociale”. (Izzo, 2001

p. 12-13)

Oggi, di particolare interesse è il riemergere del concetto di

educazione per tutta la vita e il fatto che la ricerca sia continua anche in

pedagogia come in altri campi della cultura umana. Più specificatamente,

parlando di Pedagogia Sociale, per Sergio Tramma, “oggi è necessario

accentuare la riflessione rispetto alla socializzazione extrascolastica ed

extrafamiliare, ma non per questo si hanno ben delineati il campo di

ricerca ed i settori di intervento della Pedagogia Sociale” (Tramma,

1999). Per Luisa Santelli Beccegato, “risulta evidente come al centro

dell’attenzione ci sia sempre il rapporto tra esigenze educative e

dinamiche sociali” (Santelli Beccegato, 2001). Di particolare interesse è la

definizione di Anita Gramigna, la quale dice che “l’elemento della

militanza forse rappresenta il momento discriminante di questa disciplina

nei confronti delle altre scienze dell’educazione” (Gramigna, 2003).

Anche lei parla di “complesse relazioni interdisciplinari”, ma anche di

“sfondo sociale sul quale si colloca il fenomeno educativo”. Infine

Massimo Baldacci, in un suo saggio del 2007, (Baldacci M., 2007) scrive:

“l’espressione ‘pedagogia sociale’ viene usata in varie maniere

(probabilmente a causa della stessa polisemia del termine ‘sociale’). Di

9

fronte a questa pluralità, sarebbe del tutto dogmatico cercare di

imprigionare il significato di questa espressione in una definizione

univoca”; di fatto è una rinuncia alla definizione di Pedagogia Sociale

sganciata dalle sue applicazioni pratiche.

In buona sostanza, pur avendo citato solo alcune delle tante

definizioni di Pedagogia Sociale in Italia, ne scaturisce che, secondo una

visione italiana, essa sia un valido contributo per l’inserimento educativo

della persona all’interno della società. Non si può prescindere, infatti, dal

rapporto tra pedagogia e società di cui questa branca della pedagogia

direttamente si interessa. Inoltre, il campo di applicazione che ne

scaturisce è quello dell’educazione non formale in quanto la Pedagogia

Sociale va incontro ai bisogni delle persone che per diversi motivi, siano

essi sociali, anagrafici, economici, non hanno la possibilità di attingere

oggi, o non hanno attinto in passato nella loro vita, a quella che è

l’educazione formale. Un esempio tipico, tra i tanti possibili, sono le masse

di immigrati giunte in Italia alle quali appunto l’istruzione istituzionale

non riesce a far fronte pienamente; questo, in prospettiva, potrebbe essere

un campo di azione della Pedagogia Sociale di concerto con la nuova

branca pedagogica della Pedagogia Interculturale, oltre che con le branche

tradizionali in base alle esigenze educative delle popolazioni di immigrati.

D’altronde, già Luisa Santelli (Santelli, 2001) scrive, a proposito della

Pedagogia Sociale, che “l’oggetto di ricerca va da indicazioni relative

soprattutto all’educazione informale ad altre che lo estendono a tutte le

dimensioni educative del sociale”, comprendendovi anche “l’intreccio dei

10

rapporti esistenti tra i soggetti e i loro molteplici contesti di

appartenenza”.

1.2 Estero

Analizzando le definizioni di Pedagogia Sociale estere, ne ho trovate

alcune, in particolare dal Regno Unito, dalla Danimarca, dalla Francia, da

parte di pedagogisti spagnoli e pedagogisti polacchi, che costituiscono un

apprezzabile repertorio sul quale riflettere.

1.2.1 Regno Unito

Nel Regno Unito, il pedagogista Pat Petrie, docente alla London

University, scrive, confrontando la Pedagogia Sociale nel suo paese con

quello che avviene altrove che “While interest in the UK is most often

focused on residential child care, social pedagogical principles can be,

and in many European countries are, extended to working with individuals

and groups across the life-course” (Smith, 2012). Inoltre, la Pedagogia

Sociale “extends beyond the upbringing of individual children to

incorporate wider dimensions of community responsibility and provision“

(stessa fonte). Petrie dunque fa una differenziazione tra la pedagogia

tradizionale, diffusa nel suo paese, che trova il suo campo di applicazione

nei bambini e quella per persone adulte, distinguendola di fatto dalla

pedagogia che si attua nei luoghi istituzionalizzati, scuole in primis e in ciò

si ritrova una similitudine con tante definizioni date dai pedagogisti

11

italiani. Claire Cameron, docente in ambito sociale alla Anglia Ruskin

University di Cambridge, e Peter Moss, docente in ambito pedagogico alla

London University, spostano l’attenzione più che sulla definizione di

pedagogia sociale, sulla figura del pedagogista sociale; egli è “an

‘upbringer’ on behalf of society” (Cameron, et al., 2011 p. 13), cioè è colui

che educa per conto della società. Viene ripresa la definizione

dell’educatore prussiano Diesterweg, uno dei fondatori della Pedagogia

Sociale moderna, il quale nell’800, vedeva in tale disciplina un’azione

educativa attraverso la quale si educavano i poveri della società.

Naturalmente, nell’accezione di poveri adattata alla società di oggi,

rientrano tutte le categorie di popolazione svantaggiata. La Pedagogia

Sociale, dunque, è vista come qualcosa di rivoluzionario nel campo

educativo nel Regno Unito, come lo è stato alla fine degli anni 60 il Social

Act per il mondo del lavoro in Scozia. Ericson e Mark-Strom

(Hämäläinen, 2012), pongono l’accento in particolare sul fatto che sia

difficile capire cosa sia la Pedagogia Sociale e questo perché storicamente

molti studiosi hanno cercato di dare una definizione che spesso si è

scontrata con le altre. Ne deriva (e in ciò si nota un punto in comune con

gli autori italiani) un ‘pasticcio semantico’ e la concezione teorica della

Pedagogia Sociale risulta incoerente.

1.2.2 Danimarca

In Danimarca, paese con una lunga tradizione pedagogico-sociale e

nell’Educazione degli Adulti, particolarmente rilevante è la definizione di

12

Pedagogia Sociale che si desume dalla presentazione del corso di

baccalaureato alla VA University di Århus (VA, 2014), di Peter Sabroe del

Department for Social Education della stessa università. In tale definizione

viene esplicitato quello che è la Pedagogia Sociale in Danimarca e cioè

“un lavoro di crescita delle persone in contesti formali e informali”. Da

tale definizione, sembrerebbe superata la distinzione che voleva come

campo di ricerca e settore di intervento della Pedagogia Sociale in generale

l’extra scuola od anche in modo notevole l’extra famiglia. Inoltre, la

Pedagogia Sociale è fortemente istituzionalizzata in Danimarca, tanto che

essa è considerata come fondamentale nel Welfare State per la crescita

degli esseri umani. La Pedagogia Sociale si apre agli uomini di tutte le età,

dal ragazzo dell’asilo alle persone anziane, ma anche di tutte le condizioni

economiche-sociali ed anche ai disabili come parte fondante della loro

crescita. Ne deriva che la figura in uscita di questo corso di baccalaureato

danese è un pedagogista sociale in grado di “condividere le sue esperienze

con gli altri attraverso il comune sentire dei problemi altrui”.

Fondamentali sono le attività creative come mezzo per il pedagogista

sociale di capire e farsi capire. A questo punto, anche partendo da tali

definizioni danesi, risulta difficile distinguere la Pedagogia Sociale dalla

Pedagogia Generale come d’altro canto aveva già scritto Bertolini in Italia

negli anni 90. Quello che comunque emerge è che la Pedagogia Sociale è

branca pedagogica essenziale e imprescindibile per il sistema educativo in

Danimarca.

13

1.2.3 Francia

In Francia, fondamentale per quel che riguarda le nostre

problematiche, e non solo, per queste, è la figura di Célestin Freinet (1896-

1966), vissuto nel secolo scorso, il quale ancora oggi, secondo il

pedagogista francese Laurent Ott, può essere considerato il padre della

Pedagogia Sociale francese (Ott, 2011). Freinet utilizzò il termine

Pedagogia Sociale in numerose sue opere, vedendola come quella parte

della pedagogia che “exprime bien cette volonté d’inscrire la pédagogie au

cœur de la société et des rapports humains qui pouvaient l’animer”

(Cazottes, et al., 2012). Tale definizione è ancora oggi attuale tra i

pedagogisti sociali francesi; in particolare essi pongono in risalto il fatto

che Freinet si staccò dai così detti pedagogisti medici come Ovide Decroly

(1871-1932) e Maria Montessori (1870-1952), ricercando non tanto nella

Pedagogia Sociale un metodo per alleviare le sofferenze dei bambini a

scuola, ma piuttosto una riappropriazione della Pedagogia Sociale stessa

da parte di coloro che ne sono gli autori; in pratica una pedagogia d’azione

per una trasformazione personale e sociale degli attori stessi della società;

non più un mezzo dunque, bensì Pedagogia Sociale protagonista nella

crescita della persona umana nel suo complesso.

1.2.4 Spagna

Tra i pedagogisti spagnoli contemporanei, è da citare la posizione del

prof. Quintana il quale definisce la Pedagogia Sociale come “un aiuto che

la pedagogia deve apportare alla società, per raggiungere la soluzione di

14

carenze sociali che costituiscono problemi urgenti in relazione allo

sviluppo e al perfezionamento degli individui” (Serrano, 2010 p. 83).

Questa definizione esprime da un lato una visione della Pedagogia Sociale

come pedagogia dei problemi sociali imminenti, dall’altro però Quintana

dice anche che la Pedagogia Sociale va oltre, non può essere limitata

appunto al problema quotidiano, ma deve comprendere tutta la

problematica sociale. Anche Quintana, dunque, riconosce alla Pedagogia

Sociale un ruolo centrale tra le branche della pedagogia. Inoltre, egli parla

di individui e non di persone, probabilmente ponendo l’accento non sulla

crescita della persona bensì essendo interessato all’aspetto quantitativo

dell’intervento pedagogico.

1.2.5 Polonia

Interessante è l’approccio dato alla definizione di Pedagogia Sociale

da parte di alcuni pedagogisti polacchi operanti in Germania e Danimarca

come Frąckowiak, Marynowicz-Hetka e Walczak. Essi pongono l’accento

non tanto su una definizione di cosa sia la Pedagogia Sociale ma piuttosto

sul suo doppio canale di intervento, cioè su una definizione implicita.

Secondo loro, come scienza, essa è “uno strumento per un essere umano

ideale e la sua crescita all’interno della società” ma nello stesso tempo, la

Pedagogia Sociale può essere vista come “l’elemento che unisce ad

esempio i componenti di un qualsiasi ambiente (lavoro, studio, ecc.) tra di

loro e i rapporti di ognuno di essi con questo ambiente” (Kornbeck, 2012

p. 53). Quello che però realmente interessa questi autori polacchi è

15

l’utilizzo pratico della Pedagogia Sociale nell’ambito delle persone

diversamente abili e delle loro problematiche, avvicinando dunque questa

disciplina alla Pedagogia Speciale.

1.2.6 Germania

In Germania, nazione di una lunga tradizione pedagogica, si è

iniziato a parlare di Pedagogia Sociale (sozial pädagogik) come una branca

della pedagogia generale già a partire dalla figura di Karl Mager che,

influenzato dal pensiero del pedagogista Diesterweg, per primo coniò il

termine Pedagogia Sociale nel 1844, mettendo in collegamento tale

disciplina con un particolare tipo di educazione data dall’interazione della

persona con il sociale. Inizialmente, la Pedagogia Sociale era vista come

una pedagogia alternativa a quella tradizionale che veniva svolta nelle

scuole (INFED, 2014). Nel secolo scorso, invece, inizialmente in

Germania e successivamente in altri paesi, la disciplina Pedagogia Sociale

si è sempre più allargata nei suoi domini, andando di pari passo con le

problematiche che si originavano dall’evoluzione della società (stessa

fonte). Una caratteristica fondamentale della Pedagogia Sociale tedesca è

stata quella della pratica che quasi sempre ha prevalso sulle teorie. Klaus

Mollenhauer, nel 1964, definì la Pedagogia Sociale una “teoria

dell’assistenza alla gioventù” (Mollenhauer, 1964), correlando

strettamente tale disciplina a un gruppo di età. Sempre secondo

Mollenhauer, la Pedagogia Sociale ha a che fare con la formazione,

l’apprendimento, l’assistenza e l’aiuto durante i processi di sviluppo e di

16

integrazione, agendo proprio nei momenti di frizione tra un passaggio e

l’altro nello sviluppo generale del giovane. Tale definizione, con il tempo,

è risultata superata, in quanto limitata a un solo gruppo di età ed anche

perché la Pedagogia Sociale risultava essere una disciplina di pura

assistenza per i giovani e i loro problemi. A mio avviso, a quel che risulta,

una definizione assoluta di Pedagogia Sociale tedesca oggi non esiste;

esiste invece una concezione pedagogico-sociale applicabile a tutta la

società tedesca: dal lavoro, alla scuola, all’università e soprattutto ai

rapporti interpersonali che si generano al loro interno (INFED, 2014). I

campi di applicazione sono molto ampi, in quanto alla base c’è una

concezione dei servizi sul territorio fondamentale per qualsiasi azione

rivolta alla felicità e al benessere della persona. Inoltre, in Germania è

molto sentito il problema della formazione del pedagogista sociale, tanto

che, come in Danimarca, esistono corsi di laurea e postlaurea in Pedagogia

Sociale. Se ne parlerà più avanti, quando tratterò della Pedagogia Sociale

all’estero.

1.2.7 Considerazioni

In buona sostanza, tracciando una sintesi delle definizioni di

Pedagogia Sociale esposte, si evidenziano diverse sfaccettature di tale

branca nei diversi paesi ed alcuni elementi comuni. Innanzi tutto, tutte le

definizioni oggi sono concordi nel definire la Pedagogia Sociale una

disciplina che si occupa di sociale, in quanto è nella società che trova il

suo campo di applicazione. Come tale, tutti sono più o meno concordi

17

sull’importanza della Pedagogia Sociale tra le branche della pedagogia e

sulla sua essenzialità e specificità tra le discipline pedagogiche. Inoltre,

l’oggetto specifico di tale disciplina non è più, come avveniva in passato,

secondo alcune definizioni in alcuni paesi, un’unica fascia di età giovanile,

bensì riguarda tutto l’arco della vita di un essere umano, così come non la

si può confinare a un determinato gruppo sociale nel suo campo di

applicazione, poiché i bisogni educativi oggi non istituzionalizzati,

interessano tutti. Entrando maggiormente nel dettaglio però, si notano

alcune differenze. Innanzi tutto, i pedagogisti italiani danno l’impressione

di essere molto attenti alla definizione teorica di Pedagogia Sociale, anche

riprendendo definizioni degli anni 60 e 70 e adattandole alla nuova realtà

italiana. Di fatto però, di applicazioni pratiche da cui partire per arricchire

o modificare la definizione di Pedagogia Sociale in Italia non ce ne sono.

Al contrario, all’estero si parte quasi sempre dall’analisi di ciò che la

Pedagogia Sociale è nella pratica per poi formulare una definizione della

stessa.

Concretamente, nel Regno Unito la Pedagogia Sociale è definita

come un ausilio educativo ai problemi sociali della popolazione una volta

però che tali problemi si siano manifestati (come si evince dalla

definizione di Petrie), a differenza di altre parti d’Europa dove in un certo

senso la Pedagogia Sociale è strettamente connessa alle politiche

governative del welfare, al territorio e, quindi, in un certo senso previene

piuttosto che curare il problema (come ad esempio avviene in Germania e

Danimarca). Per quanto riguarda la definizione del prof. Quintana in

18

Spagna, si nota un suo avvicinamento al dominio tipico della Pedagogia

Interculturale, tipica dei paesi sudamericani e di cui Paulo Freire (1921-

1997) può essere considerato il fondatore. Quintana ci dice che la

Pedagogia Sociale deve andare oltre il problema quotidiano, affinché essa

non si appiattisca sempre più sul dominio tipico della Pedagogia

Interculturale, differenziandosi da questa per una visione più ampia e

generale sulla società.

19

CAPITOLO 2

PEDAGOGIA SOCIALE IN ITALIA OGGI

20

La Pedagogia Sociale in Italia oggi, è il frutto di un’evoluzione della

disciplina che l’ha portata ad essere considerata, in generale, come un

valido contributo per l’inserimento educativo della persona all’interno

della società, essendo tale branca della pedagogia connessa da un lato con

l’educazione e dall’altro con la società. L’oggetto di studio della

Pedagogia Sociale italiana, così come avviene in generale all’estero, sono

le sedi umane che sono educative in quanto in esse si creano rapporti

sociali e relazionali, come la famiglia o i centri di aggregazione sociali e i

soggetti facenti parte di queste sedi, o perché ospitati in convitti o perché

necessitanti di aiuti particolari (deficit fisici o psichici). Inoltre, rientrano

nel campo di interesse della Pedagogia Sociale italiana, tutte le sedi ed

istituzioni che hanno funzioni socio-ambientali, come i sodalizi culturali,

lo sport, l’associazionismo, la riforma dei magisteri e dei relativi corsi di

studio. A partire dagli ultimi anni 90, emerge la Pedagogia Sociale con

l’espressione e pubblicazione per la prima volta di manuali sulla

disciplina.

2.1 Quadro storico

La Pedagogia Sociale, dunque, in Italia, contiene in sé la pedagogia

della famiglia, dell’associazionismo, ecc. Ne restano escluse le sedi

istituzionalizzate per l’educazione nate proprio con lo scopo di dare

educazione (la scuola in primis). Questa concezione di Pedagogia Sociale

si è sviluppata in Italia a partire dagli anni 60-70, sotto l’influsso

21

particolare del pragmatismo americano, che si diffuse solo nel secondo

dopoguerra, suscitando un crescente interesse da parte di coloro che si

occupavano di pedagogia verso il sociale e nei riguardi degli influssi della

pedagogia sull’educazione. La pedagogia italiana fino ad allora era rimasta

pressoché confinata, come dominio di studio e di sviluppo, all’interno del

mondo della scuola che, di fatto, era ed è tuttora il luogo deputato

all’istruzione e come tale unico luogo di reale interesse per chiunque si

fosse occupato di pedagogia. Negli anni 60, invece e a seguire, si assiste

sempre più alla scoperta di una nuova pedagogia aperta al sociale, aperta

all’istruzione, non istituzionalizzata. Indubbiamente, una spinta verso

questo nuovo modo di sentire la pedagogia venne dal boom economico che

investì il nostro paese e da cui scaturirono nuovi problemi sociali, tra cui la

riforma dell’istruzione, a cui lo stato fu chiamato a far fronte. In

particolare, nascono due schieramenti di pedagogisti italiani che si

occupano di sociale; da un lato quelli di ispirazione cattolica (Agazzi,

Flores D’Arcais, Mencarelli, Santomauro) dall’altro quelli di ispirazione

laica (Bertin, Borghi, Laporta, Visalberghi). Nessuno di loro, però, scrisse

un manuale che di fatto è a lungo mancato. Successivamente, altri autori si

interesseranno di sociale in rapporto con la pedagogia. Salvatore Colonna,

in particolare, curerà la sezione dedicata alla Pedagogia Sociale all’interno

dell’Enciclopedia Pedagogica (intesa come sapere pedagogico) di

Visalberghi. Tale evento, può essere considerato il riconoscimento

ufficiale della Pedagogia Sociale in Italia come branca della pedagogia,

nonché l’inclusione della stessa tra le discipline pedagogiche con le quali

si rapporta, le arricchisce e si arricchisce essa stessa.

22

2.2 Dominio di esercizio della Pedagogia Sociale

Nel 1973, come uno degli effetti dello Statuto dei Lavoratori del

1970, si ha il riconoscimento dell’istituto delle 150 ore per la formazione

dei lavoratori metalmeccanici, diritto esteso successivamente a tutti i

lavoratori dipendenti, che può essere considerata una delle conseguenze

più eclatanti del crescente interesse generale verso il sociale e la Pedagogia

Sociale. In particolare, per Giuditta Alessandrini, “il proprium della

Pedagogia Sociale è proprio la formazione” (Alessandrini, 2003) da

intendersi, probabilmente, come quella non istituzionalizzata, escludendo

di fatto l’istituto delle 150 ore. L’autrice pone l’accento sugli aspetti pratici

della pedagogia e vede nella Pedagogia Sociale proprio la branca che più

delle altre guarda all’aspetto concreto sul campo. Negli anni 80, lo

sviluppo della Pedagogia Sociale andò avanti, soprattutto da un punto di

vista operativo.

Fu Luisa Santelli, tra gli anni 80 e 90, che sviluppò la necessità di

equilibrio tra teoria e prassi in Pedagogia Sociale, riprendendo un suo

precedente trattato degli anni 70 ‘Pedagogia sociale e ricerca

interdisciplinare’. Ella scrive infatti che “risulta evidente come al centro

dell’attenzione ci sia sempre il rapporto tra esigenze educative e

dinamiche sociali” (Santelli, 2001 p. 13) “e in nome di ciò, il grande

errore è stato quello di puntare negli ultimi anni sulle dimensioni

operative, rincorrendo una società in continua evoluzione”. La teoria

dunque è stata trascurata, vista quasi come un lusso, secondo l’autrice. In

generale, il pedagogista non sceglie tra teoria e prassi, ma si deve tenere in

23

equilibrio e mediare tra una dimensione e l’altra. Nel sociale diventa

particolare, tanto più in questi anni, perché l’esigenza di considerare

attentamente la dimensione generale come parte della sua attività è

fondamentale, prioritaria, in quanto senza teoria non si previene

l’insorgere delle tante ideologie (-ismi) e lo sviluppo disordinato delle

comunicazioni di massa. In ciò è prioritario avere delle finalità, obiettivi,

metodologie, in buona sostanza avere delle basi teoriche secondo Santelli,

allo scopo di formare dei soggetti critici nei riguardi dei tanti messaggi che

la nuova società cerca di inculcare nelle persone. Indubbiamente però,

formare dei soggetti critici ha sempre avuto tanti nemici all’interno della

società e questo è un pericolo. Quello che Santelli rivendica è dunque una

valutazione delle valenze delle diverse educazioni sociali, non solo i

settori, ma in che modo le agenzie educative concorrono all’educazione

della persona (famiglia, lavoro, associazioni, volontariato), l’intreccio tra

soggetti che interagiscono tra di loro, ognuno ha un ambiente di

riferimento e in ciascuna sede deve trovare un equilibrio con gli altri, come

la società inculca false credenze sulle persone e un metodo per

combatterle. In pratica, come in altre discipline, occorre un modello

universale in base al quale anche la Pedagogia Sociale si fa scienza

sociale.

Anche Izzo in una citazione del 2001 rintracciabile in rete (Bartolini,

2005) ribadisce tale concetto. Egli scrive: “la Pedagogia Sociale si pone

come nesso tra assetto sociale e teoria educativa, ponendosi a mezza

strada tra la pedagogia generale (di cui condivide i fondamenti) e le

24

scienze sociali (da cui ricava spazi di sviluppo) – e si configura come

«scienza sociale pratica» dove l’aggettivo «pratica» non indica «una

scienza che si occupa di fare cose (empirismo fine a se stesso o

pragmatismo cieco), ma piuttosto un’istanza etica e regolativa dell’agire

educativo”. In buona sostanza, secondo Izzo, nella Pedagogia Sociale

convivono teoria e pratica pedagogica, ognuna necessaria all’altra, in

quanto una fornisce gli strumenti e l’altra il campo di applicazione.

Sul tema, un valido contributo, è dato dal saggio di Duccio Demetrio

intitolato “Pedagogia Sociale ed i suoi modelli” (Demetrio, 2010). Egli

dice che in realtà un modello in Pedagogia Sociale non esiste, in quanto

tale disciplina è un ibrido essendo essa collegata ad altre discipline al

punto che per capire la Pedagogia Sociale occorre conoscere tali discipline

più che provare a definire la Pedagogia Sociale da sola. Secondo

Demetrio, quindi, non esiste un manuale di Pedagogia Sociale, ma è

essenziale la conoscenza delle discipline che hanno a che fare con essa. La

Pedagogia Sociale opera nello studio delle collettività, dei gruppi. Per ciò

che concerne l’oggetto, egli riconosce a questa branca della pedagogia un

ruolo fondamentale, se vogliamo demandato dalla Pedagogia Generale

stessa. Egli scrive: “Oggetto specifico della pedagogia sociale divengono

quali obiettivi e pratiche generino in una comunità il senso di

appartenenza, quali producano più aggregazione, quali consentano la

soluzione dei conflitti, lo sviluppo di solidarietà, l'assunzione di auto-

responsabilità sociali, in che modo si possa sviluppare maggiore

autoriflessività ed autocoscienza nei diversi contesti sociali.” Tale

25

affermazione, nella società italiana di oggi in continua evoluzione, in cui

sorgono conflitti tra immigrati e popolazione italiana e all’interno della

popolazione italiana stessa, in cui c’è una caduta di valori a vari livelli,

dalla famiglia, alle amicizie, alla scuola, con mancanza di regole, diventa

particolarmente interessante. Il nuovo ruolo della Pedagogia Sociale

diventa proprio quello di mantenere aggregata la società italiana attraverso

la riscoperta di valori ritenuti superati oppure, con l’esperienza sul campo,

attraverso la ricerca di nuovi punti fermi, che non siano quelli generati dal

consumismo e dalla ricerca del proprio piacere fine a se stesso.

In sintesi, si potrebbe affermare che la Pedagogia Sociale in Italia

oggi è un utile mezzo per far prendere coscienza alle persone sui veri

valori dell’esistenza. L’affermazione della Santelli che diceva che

l’oggetto di studio della Pedagogia Sociale erano la famiglia, le

associazioni, i luoghi di aggregazione in generale, visti come un qualcosa

di statico, qualcosa da esplorare in quanto agenzie formative, è oggi

superata a mio avviso; piuttosto, lo scopo della Pedagogia Sociale in Italia

oggi è quello di tenere assieme queste agenzie formative, in quanto esse

sono in crisi, attraversate dalle novità che il nostro presente ci mette di

fronte quotidianamente.

Mi trovo particolarmente d’accordo con le affermazioni di Demetrio,

poiché, sulla base del percorso di studi svolto e dall’esperienza personale,

ho potuto riscontrare come in effetti la società italiana sia in crisi di valori

e come questo sia uno dei grandi temi della pedagogia italiana e non solo.

26

Altri autori ribadiscono il concetto appena esposto. In particolare

Massimo Baldacci, docente di pedagogia generale all’università di Urbino,

traccia una importante missione per la Pedagogia Sociale nella società.

Baldacci ci parla della sua concezione secondo la quale essa costituisce

“un modo d’intendere la pedagogia nel suo complesso, che se è vera

pedagogia è necessariamente “sociale”: non può rinchiudersi in uno

spazio speculativo astratto, di mera filosofia dell’educazione, ma deve

essere attenta alla dimensione socio-culturale della realtà educativa”

(Baldacci M., 2007).

2.3 Educazione e Pedagogia Sociale

Strettamente connesso è il concetto di educazione come fatto sociale

e come tale di educazione per tutta la vita che, nell’ambito della Pedagogia

Sociale, va ad interessare quelle agenzie educative esterne che non sono

formali e che riguardano l’educazione delle persone durante tutta la loro

vita e che portano alla nascita di un sistema formativo integrato tra le

agenzie formali e quelle informali. In pratica la Pedagogia Sociale si fa

essa stessa elemento collante dei diversi messaggi educativi che

provengono dalle diverse agenzie educative. Quindi non più una semplice

branca della Pedagogia, bensì una disciplina sociale sempre più importante

nella società di oggi, in particolare quella italiana.

Tale concetto è espresso molto bene dalla Prof.ssa Elvira Lozupone,

pedagogista di formazione psicologica, docente all’Università Tor Vergata

27

di Roma che, trattando della Pedagogia Sociale, (Lozupone, 2009) sulla

base dei diversi contributi attuali, dice che essa è “Una disciplina che

nell’affrontare tutti i temi di cui si occupa chi lavora in ambito educativo

tende ad enfatizzarne la contestualizzazione sociale e i rapporti all’interno

della società per effettuare interventi migliorativi che mirino ad un

inserimento responsabile dell’individuo all’interno di essa. Tali interventi

devono proporsi la finalità del benessere di tutti gli individui, della loro

libertà vista come partecipazione attiva ad un sistema democratico

contribuendo al mantenimento di esso in una prospettiva aperta al futuro

attraverso modalità di apprendimento professionale ed esperienziale per

tutta la durata della vita.”

Tale affermazione, a mio avviso, è particolarmente rilevante nella

società postmoderna che stiamo vivendo. In essa è rappresentata

l’importante funzione che oggi ha la Pedagogia Sociale, quella di tendere

ad un’educazione alla pace, alla riscoperta di valori che oggi sembrano

persi, come quello del rispetto del prossimo, del farsi carico dei suoi

problemi; una riscoperta, se vogliamo, del motto “I Care” tanto caro a Don

Milani. Un ruolo importante è riconosciuto all’educazione per tutta la vita

e si accenna all’importanza dell’elemento esperienziale, elemento fondante

della crescita degli individui. In tale definizione c’è qualcosa di Popper e

del suo “Tutta la vita è risolvere problemi”; solo attraverso una

sensibilizzazione sui problemi e stimolando le persone di qualsiasi età a

risolverli si ha una reale evoluzione della persona e della società in quanto

composta appunto da persone.

28

Inoltre, questo documento della Prof.ssa Lozupone è di particolare

interesse, in quanto non si limita ad una elencazione teorica delle diverse

tecniche pedagogiche applicabili al sociale, ma vengono citati dei casi

concreti esistenti oggi in Italia.

2.3.1 Gli ‘educatori della notte’

Il primo caso è quello degli ‘Educatori della notte’ di Bologna. In

sintesi, tale progetto ha riguardato la formazione degli operatori dei locali

notturni nelle notti bolognesi, per una corretta educazione dei giovani

contro le droghe. Il concetto di droga = morte, oggi non ha più effetto

presso i giovani; ne è derivato che gli operatori quali gestori dei locali,

baristi, dj, ecc. a contatto con i giovani siano stati preliminarmente

preparati su cosa fossero le droghe, sui loro effetti e sui motivi per i quali i

giovani le assumevano (di base, per evadere da una realtà che è sempre più

problematica oggi). Inoltre, tali operatori della notte si sono impegnati a

rispettare una serie di accorgimenti (chiusura anticipata dei locali,

somministrazione solo di bevande analcoliche a una certa ora, abbassare la

musica nelle discoteche, incentivazione all’utilizzo dei mezzi pubblici per

il ritorno a casa dei giovani) che avrebbero dovuto portare a una

diminuzione dell’uso di stupefacenti. Nulla sappiamo se tale intervento

abbia avuto successo. Da un punto di vista pedagogico, gli operatori sono

stati responsabilizzati verso la problematica giovanile attraverso l’utilizzo

della metodica della ricerca-azione.

29

2.3.2 Tirocini formativi Università Tor Vergata

Il secondo caso è quello dei progetti avviati nell’ambito dei tirocini

formativi attivati presso il corso di laurea in Scienze dell’educazione e

della formazione in una società multiculturale dall’Università Tor Vergata

di Roma che si svolgono presso una struttura che accoglie i bambini e le

famiglie dei reparti onco-ematologici dell’ospedale Bambin Gesù nella

quale si impegnano i volontari dell’associazione Peter Pan onlus.

L’associazione Peter Pan si è ancora avvalsa della collaborazione

universitaria della docente di Pedagogia Sociale, Prof.ssa Elvira Lozupone

e degli studenti che intendono laurearsi nella disciplina, e sono volti ad

approfondire il tema della formazione permanente dei volontari.

Interessanti sono i metodi utilizzati, basati fondamentalmente sul

questionario da compilare sia da parte dei volontari che man mano

rinunciano a proseguire la loro esperienza e che però vengono invitati a

relazionare sulla stessa, sia dai volontari più anziani, i quali possono così

tracciare delle esperienze che potranno tornare utili in seguito ai volontari

più giovani. Inoltre, l’esperienza narrata è autoapprendimento da parte di

chi la narra ed è quindi crescita essa stessa. Altro punto importante sulla

formazione dei volontari è stato quello di formarli sia alle diverse culture

(all’ospedale Bambin Gesù ci sono ospiti di diverse etnie), ognuna delle

quali interpreta anche il semplice gesto del volontario in maniera diversa,

ma anche a comprendere il disagio derivante da patologie particolarmente

gravi da parte dei pazienti.

30

Indubbiamente si nota, in queste applicazioni pratiche, l’origine

formativa della Prof.ssa Lozupone la quale, essendo psicologa, si è

interessata soprattutto agli effetti psicologici sui partecipanti di questi

interventi, utilizzando una metodologia di stampo psicologico. Ciò

nonostante, la sensibilizzazione verso i problemi sociali dei più sfortunati è

sicuramente uno dei campi pratici di crescita della Pedagogia Sociale

italiana e non solo.

2.4 Pedagogia Sociale e Pedagogia Interculturale: nuove

prospettive

Una branca pedagogica nuova e tipica della società contemporanea è

la Pedagogia Interculturale, che ha come dominio di interesse la

problematica relativa all’accoglienza e all’integrazione di persone di

diversa cultura che per una qualsiasi ragione devono lasciare il loro paese.

In Italia si sta sviluppando tale disciplina, in stretta connessione con la

Pedagogia Sociale poiché l’educazione desiderata dagli immigrati e ad essi

trasmessa è sia di tipo scolastico di ogni ordine e grado sia quella

trasmessa in contesti sociali informali e, comunque, al di fuori della

formazione istituzionale. Secondo Luigi Pati, “la dimensione pubblica del

fatto educativo accomuna la pedagogia interculturale e la pedagogia

sociale: entrambe prendono in considerazione l’influsso esercitato dal

contesto ambiente sui processi formativi”. (L.Pati, 2006)

31

A mio avviso, comunque, un primo interrogativo da porsi è se la

Pedagogia Interculturale possa definirsi una branca della Pedagogia

Generale (come già successo negli anni 70 alla Pedagogia Sociale) oppure

una semplice declinazione verso l’interculturalità della Pedagogia Sociale

e, quindi, inserita in essa. Comunque sia, la Pedagogia Sociale non può che

arricchire e arricchirsi essa stessa in uno scambio reciproco di metodi

teorici e applicazioni pratiche con la Pedagogia Interculturale in quanto,

scambi, confronti e integrazione di diverse culture essenziali per una

società democratica e soprattutto per la riscoperta di valori che oggi la

società va perdendo è uno degli scopi della pedagogia in generale e di

quella sociale in particolare. Il messaggio educativo che emerge è

particolarmente valido per persone di tutte le età, in quanto

l’interculturalità riguarda popolazioni composte da diverse classi di età, da

intere famiglie, che si spostano territorialmente portando con sé lingua,

usi, costumi e tradizioni del loro paese e che necessitano

dell’apprendimento e dell’integrazione con la cultura del paese che le

accoglie. Nel momento in cui queste persone, di diverse etnie, vengono

sottoposte ad interventi educativi, siano essi istituzionali (scuola o

formazione istituzionalizzata) o non istituzionali, nascono rapporti tra di

loro e con gli educatori, rapporti che sono oggetto di studio caratteristico

della Pedagogia Sociale. Quindi, la declinazione interculturale, a mio

avviso, potrebbe essere un esempio probante di nuovo campo applicativo

della Pedagogia Sociale oggi, con prospettive di sviluppo ampie nel futuro,

soprattutto in Italia, oggi terra di immigrazione e di speranze per tanti

immigrati.

32

2.5 Formazione degli attori in Pedagogia Sociale

Il quadro sulla Pedagogia Sociale in Italia, anche se si è evoluto negli

ultimi decenni, risulta carente di formazione proprio degli attori stessi che

operano in questo campo. Gli autori che si sono visti, che trattano di

Pedagogia Sociale, sono o pedagogisti generalisti, oppure degli psicologi,

oppure ancora docenti di materie umanistiche che si sono appassionati a

questa disciplina e partendo dalla loro formazione l’hanno utilizzata per lo

studio della Pedagogia Sociale. La figura del pedagogista sociale vero e

proprio non esiste di fatto nel nostro paese, né esisteva fino a pochi anni fa

una formazione universitaria che andasse oltre il semplice esame di

pedagogia sociale nei corsi di laurea.

Di recente, per la formazione dei futuri pedagogisti sociali, è stato

istituito un corso di laurea magistrale in Scienze dell’Educazione con

curricolo formativo specifico in Pedagogia Sociale, unico in Italia, presso

l’Università Pontificia Salesiana di Roma. Interessante è il percorso di

studi che l’aspirante dottore magistrale in Pedagogia Sociale deve seguire

per laurearsi (Salesiana). Le materie fondamentali oggetto di studio vanno

da quelle di area pedagogica, a quelle dell’area psicologica, sociologica e

antropologica, in piena osservanza di come la Pedagogia Sociale sia una

materia interdisciplinare che coinvolge tanti “saperi”. Inoltre, e in ciò

questo corso di laurea magistrale si differenzia da un comune corso di

laurea magistrale in Scienze dell’Educazione, sono previsti come esami

caratterizzanti quelli che riguardano la famiglia, la devianza, la pedagogia

interculturale, tutti domini interconnessi oggi con la Pedagogia Sociale.

33

Naturalmente, questo ateneo nasce con l’intento di formare soprattutto

religiosi cattolici ma, ad ogni modo, l’istituzione di un corso di laurea

magistrale può essere visto come un primo segnale in Italia di attenzione

verso la Pedagogia Sociale e, in prospettiva, un primo passo per la

formazione e il riconoscimento della professione di pedagogista sociale.

34

CAPITOLO 3

LA PEDAGOGIA SOCIALE ALL’ESTERO

35

Nell’analisi della visione e dell’evoluzione della Pedagogia Sociale

all’estero, cercherò di evidenziare alcuni punti forti, differenze e analogie

con la Pedagogia Sociale in Italia e le eventuali carenze.

3.1 Europa

In un contesto europeo, ci sono diverse modalità di concepire tale

disciplina. Non si può prescindere, infatti, a mio avviso, dalla diversa

storia e storia sociale che ciascuna nazione ha ed ha avuto, nonché dalle

diverse sensibilità nei riguardi del sociale e ai diversi punti di vista su

l’utilità della pedagogia in generale nelle rispettive società.

3.1.1 Pedagogia Sociale in Norvegia

Iniziando l’analisi dal nord Europa, e in particolare dalla Norvegia, si

rileva immediatamente come in questo paese ci si soffermi molto poco

sugli aspetti teorici della disciplina. In Norvegia, si sono mescolate la

tradizione pedagogica sociale scandinava ed europea continentale con la

tradizione di lavoro sociale britannica e americana (Bernard, 2012). Alla

domanda su che cosa sia la Pedagogia Sociale, dopo un’attenta analisi

delle diverse posizioni avute dai pedagogisti norvegesi, Jan Storø,

professore associato allo Akershus University College di Oslo, arriva alla

conclusione che quello che realmente interessa i pedagogisti norvegesi sia

“cosa faccia la Pedagogia Sociale piuttosto che cosa sia, ponendo quindi

36

in primo piano la pratica piuttosto che la teoria” (Storø, 2012). E’ da

notare, comunque, che per i pedagogisti norvegesi in generale, la pratica

non è solamente un porre in atto delle ricerche di Pedagogia Sociale fini a

se stesse, ma anche andare a rilevare quali siano i risultati che si

ottengono. Il grande tema dibattuto oggi in Norvegia, similmente a ciò che

accadde in Italia con la rivalutazione dell’aspetto teorico nella Pedagogia

Sociale reclamato dalla Santelli negli anni 90, è proprio quello di trovare

una connessione tra teoria e pratica in Pedagogia Sociale. In sintesi,

l’oggetto della Pedagogia Sociale in Norvegia è (Madsen, 2006 p. 58),

“individuals and groups who find themselves in conflicts zones in society,

in the tension field between integration and marginalisation or actual

expulsion”. Mathiesen (Mathiesen, 2008) dice che la Pedagogia Sociale è

una scienza umana “in opposition to empirism and a positivistic ideal for

science”; in buona sostanza riprende il concetto di scienza sociale espresso

da Popper nel saggio “La logica delle scienze sociali” (Popper, 2005).

Di particolare interesse è il recente articolo pubblicato anche sul web

da Ramona Bernard, professoressa alla Oslo University College, dal titolo

“Social Pedagogy in a professional Norwegian child welfare context”

(Bernard, 2010). L’autrice, prende in esame il tema della Pedagogia

Sociale in un contesto professionale di welfare applicato ai giovani in

Norvegia. Tale disciplina in ambito professionale coinvolge sia lo Stato sia

i privati. Il campo d’azione della Pedagogia Sociale è quello che riguarda i

giovani norvegesi con particolare bisogno di educazione, formazione,

istruzione e cura sociale, sempre in accordo con la legge norvegese che, in

37

proposito, già nel 1993 ha previsto un Child Welfare di coordinamento

delle attività tra pubblico e privato. Viene analizzato, quindi, il concetto di

sociale e di pedagogia all’interno della disciplina. L’accezione ‘sociale’ sta

per tre concetti fondamentali: analisi della socializzazione, della società e

del lavoro sociale (ovvero, l’occuparsi dei problemi sociali delle persone)

come professione; l’aspetto pedagogico, invece, riguarda l’educazione, la

formazione e il prendersi cura della persona. La conclusione a cui giunge

la Prof.ssa Bernard è che il Child Welfare deve tenere conto delle relazioni

tra pedagogico e sociale, privilegiando di volta in volta un aspetto piuttosto

che un altro e, in questo ambito, la Pedagogia Sociale è un utile “tool” in

quanto è proprio la disciplina che contiene in sé tali concetti, mediandoli a

seconda della situazione.

Non posso non essere d’accordo con le conclusioni della Prof.ssa

Bernard, rimarcando che il contributo della Pedagogia Sociale sia possibile

nel contesto norvegese in quanto le istituzioni si mostrano maggiormente

sensibili ai problemi sociali di quanto non avvenga in altri paesi, tra cui

l’Italia.

3.1.2 La Svezia tra pratica e teoria

Nella vicina Svezia, la situazione non è molto diversa dalla Norvegia.

I canali di studio, di cui i pedagogisti svedesi si occupano, sono

essenzialmente due: il primo sui percorsi di mobilità sociale e di

emancipazione dei soggetti in difficoltà, il secondo per la promozione

38

della coesione sociale e l’inserimento delle persone marginalizzate nella

comunità. In pratica sono due canali tipici della Pedagogia Sociale che, a

mio avviso, non aggiungono nulla di originale soprattutto in un contesto

sociale del nord Europa.

In Svezia, comunque, tale disciplina è in continua evoluzione; i

professionisti del settore, siano essi educatori o ricercatori hanno iniziato i

loro studi sui giovani ospitati in convitti e altri luoghi residenziali già negli

anni 60 e 70 per poi spostare la loro attenzione sul singolo soggetto, sulla

famiglia, sui piccoli gruppi, su organizzazioni e comunità, sul welfare,

sulla prevenzione di alcool e droghe, ecc. “Nel contesto svedese, si registra

un crescente interesse nei confronti della Pedagogia Sociale, sia per la

professione di pedagogista, sia nel servizio sociale e sia nella formazione

degli insegnanti” (Eriksson, et al., 2009).

Inoltre, è molto dibattuto in Svezia il tema della Pedagogia Sociale

come disciplina accademica e materia di insegnamento nelle università. In

effetti esistono corsi di Pedagogia Sociale oggi nelle università svedesi, ma

esistono anche semplici corsi svolti in college, istituti superiori o in

cosiddette “Folkhögskola”, letteralmente scuole del popolo, una sorta di

luoghi per l’educazione degli adulti, diffuse non solo in Svezia ma anche

in tutto il nord Europa e nei paesi di lingua tedesca. D’altronde, non si può

pretendere che la Pedagogia Sociale sia una disciplina accademica isolata

dall’educazione sociale svolta fuori dalle università, in quanto tale

disciplina trova nella società la sua essenza. Dato che, tra l’altro, le

università tendono ad accorpare Pedagogia Sociale e lavoro sociale,

39

preferendo le materie sociologiche nei curricula degli studenti, lo sviluppo

della disciplina in ambiti extra accademici sta divenendo preponderante

sullo sviluppo in ambiti universitari.

3.1.3 Danimarca: prevenzione sociale

In Danimarca, secondo Langanger, pedagogista danese, la Pedagogia

Sociale si interessa soprattutto della “prevenzione sociale”, con

un’attenzione particolare verso il mondo giovanile, a partire dalla prima

infanzia fino all’età adolescenziale, trattando di prevenzione di alcolismo e

droghe. Un’attenzione particolare è riservata poi all’educazione familiare,

cercando di comprendere l’origine dei problemi familiari per una corretta

educazione e cercando di porvi rimedio (Langanger, 2009).

Quello che maggiormente interessa della Pedagogia Sociale in

Danimarca è, ad ogni modo, il suo sviluppo in ambito accademico. Il

sistema universitario danese, oltre a prevedere corsi di laurea e post laurea

in Pedagogia Sociale, è molto collegato con realtà europee ed extra

europee per l’implementazione di progetti a cui l’esperienza danese può

offrire il suo contributo. Uno di tali progetti è “Head, Heart, Hands” che si

sta sviluppando nel Regno Unito (si veda il paragrafo relativo) sulla base

delle esperienze precedenti di progetti analoghi in Danimarca.

Innumerevoli sono inoltre le pubblicazioni, soprattutto in anni passati, di

studiosi danesi che si sono occupati della disciplina, fonte di consultazione

e studio di pedagogisti sociali nel mondo.

40

3.1.4 L’approccio nuovo alla Pedagogia Sociale in Francia

Un paese con una profonda tradizione pedagogica che affonda le sue

radici anche in regioni francofone quali il Belgio, la Svizzera e il Quebec,

è la Francia. In verità, però, in questo paese la Pedagogia Sociale non è

altrettanto sviluppata. Il motivo fondamentale di ciò, può essere ravvisato

nella predominanza dell’educazione formale su quella non formale,

oggetto specifico di studio e ricerca della Pedagogia Sociale. Ultimamente

però, una nuova sensibilità si sta diffondendo. Partendo dal presupposto,

comunemente accettato, che ci sia una crisi delle istituzioni in Francia, gli

operatori del sociale e, tra questi i pedagogisti francesi, stanno cercando

delle soluzioni per risolvere questa crisi. Fondamentale è la trasmissione

dei buoni valori di contrasto ai valori sociali negativi contemporanei e

dannosi a una corretta educazione, per la crescita della persona e

un’evoluzione generale della società. I professionisti del sociale francesi

hanno ravvisato che la Pedagogia Sociale ben si adatta a questo scopo.

Come scrive Laurent Ott, educatore e ricercatore francese, “La pédagogie

sociale, un courant de pédagogie peu répondue en France, aborde de

façon large cette question de la transmission des valeurs, vue comme une

condition nécessaire de la transformation personnelle, sociétale” (Ott,

2011).

Due sono le linee di intervento che si stanno sviluppando: all’interno

della scuola e al suo esterno.

41

La linea di intervento “dans l’école”, dentro la scuola, oggi è

essenzialmente rappresentata dalla pedagogia del già citato Freinet

denominata “La critique scolaire”, di contrasto alla vetustà dei programmi

scolastici francesi tradizionali e per il loro rinnovamento. Infatti Freinet,

nella sua pedagogia, prediligeva porre l’attenzione sull’aspetto espressivo

dell’educazione alle persone, da far emergere e da sviluppare attraverso la

produzione artistica. Nella ‘Critique Scolaire’, applicata alle classi

scolastiche francesi, la produzione artistica, di solito, viene condivisa da

tutti gli appartenenti alla classe in maniera che ognuno tragga giovamento

e possa trasmettere la sua esperienza agli altri.

All’esterno dell’ambiente scolastico, la Pedagogia Sociale in Francia

è essenzialmente “travail social” (lavoro sociale). Il lavoro sociale, nella

parte pedagogica, nel paese transalpino si distingue in:

Pratiche messe in atto come formazione non istituzionalizzata;

Educazione professionale, consistente in teorie pedagogico-

sociali applicate al recupero dei ragazzi di strada.

Tramite la Pedagogia Sociale, si manifesta una nuova trasmissione

educativa che non è destinata a gruppi di ragazzi suddivisi per classi di età,

quindi verticale, come succede nell’istituzione scolastica, bensì

orizzontale, alla portata di tutti e di tutte le età.

Le ragioni per le quali la Pedagogia Sociale, vista soprattutto come

ausilio alle politiche sociali per i giovani, è ritenuta un metodo essenziale

all’evoluzione della società oggi in Francia sono:

42

Programmi scolastici troppo rigidi che escludono alcune attività

essenziali per un progetto educativo efficace;

Il problema del dopo scuola, sentito in Francia, poiché i ragazzi

di famiglie meno abbienti non hanno la possibilità di svolgere

attività extrascolastiche costose al di fuori dell’orario

scolastico.

La Pedagogia Sociale interviene come educazione non formale, alla

portata di tutti, trasmessa in luoghi non istituzionalizzati. In pratica quello

che interessa è formulare messaggi educativi ottimali in contrasto con

quelli negativi della società di oggi anche in Francia.

Un caso concreto di intervento è dato dagli “enfants en situation de

rue” (ragazzi di strada), così definibili quei ragazzi tra i 6 e i 13 anni che

vivono la strada come una sorta di famiglia, in quanto abbandonati

(Cazottes, et al., 2012). E’ un fenomeno che in Francia è abbastanza

diffuso dagli anni 90, difficile da sconfiggere. Questi soggetti sono ragazzi

che hanno abbandonato la scuola e che sono stati abbandonati a loro volta

dalle loro famiglie. Data la giovane età, hanno bisogno di una guida stabile

nella loro vita. Si è sperimentato che con l’utilizzo di metodi classici di

lotta all’evasione scolastica e forzando un loro reintegro in famiglia, si

ottengono scarsi risultati, proprio perché questi ragazzi sono fuggiti o sono

stati rigettati dalle agenzie educative che sono le stesse che li cercano.

In questo caso pratico, l’impiego di tecniche di Pedagogia Sociale è

utile, in quanto, studiato e compreso il disagio e le sue cause, tramite

43

l’intervento di un educatore pedagogico, si pone in essere un intervento

educativo professionale, prospettando a questi ragazzi una visione diversa

delle agenzie educative scuola e famiglia, rivalutandole ai loro occhi come

basilari per la loro vita.

Non mi aspettavo che la Pedagogia Sociale non fosse sviluppata in

Francia e che per anni l’esempio della pedagogia Freinet sia stato

sottovalutato. Indubbiamente, la strada intrapresa sulla spinta di

problematiche giovanili diffuse in Francia così come in altri paesi

occidentali ed anche grazie a contributi di docenti e ricercatori impegnati

nel sociale come Laurent Ott o Ewelina Cazottes, è quella giusta.

L’approccio, ad ogni modo, sembrerebbe alquanto limitato, poiché le

tecniche della Pedagogia Sociale contemporanea vengono applicate

soprattutto al mondo giovanile, studentesco in particolare, ignorando il

resto della popolazione. In un paese come la Francia, con una società

multiculturale formata da anni e problematiche sociali che riguardano

l’integrazione delle diverse culture e delle persone svantaggiate, meno

abbienti ed emarginate dalla società francese a qualsiasi titolo, la

Pedagogia Sociale potrebbe avere un più ampio utilizzo. Naturalmente

però, c’è da dire che l’approccio iniziale per l’utilizzo della Pedagogia

Sociale sia giusto, in quanto anche in altri paesi i primi interventi educativi

hanno interessato i giovani indicati quale classe iniziale di età oggetto di

intervento, per poi estendere gli interventi a tutta la popolazione.

44

3.1.5 Pedagogia Sociale come “ciencia” in Spagna

Un approccio diverso alla Pedagogia Sociale è rinvenibile in Spagna.

Storicamente, tale paese vanta un’antica tradizione pedagogico-sociale che

affonda le sue radici in alcuni discepoli di Natorp che già nell’800

diffusero i lineamenti fondamentali di tale disciplina nel paese iberico. Lo

sviluppo di tale branca della pedagogia venne però bruscamente arrestato

ai primi del 900 a causa delle dittature che si succedettero in Spagna fino

al franchismo. Durante tale lasso di tempo, la Pedagogia Sociale divenne

educazione sociale clandestina e uomini di cultura spagnoli, come ad

esempio Ortega y Gasset, cercarono di risvegliare la coscienza popolare

attraverso scritti propagandistici di educazione alla democrazia contro la

dittatura (Ortega y Gasset, 1910). Inoltre, molti pedagogisti spagnoli

emigrarono in Sud America, diffondendo questa disciplina nel continente

americano.

Oggi, prendendo spunto dallo ‘Estudio sobre Educacion del 2006’

pubblicato dalla Universidad de Navarra, (Torío-López, 2006) la

situazione dell’educazione sociale spagnola non è molto diversa da quella

rintracciabile in altri paesi europei.

Le trasformazioni sociali, come l’aumento della speranza di vita, il

calo delle nascite, l’invecchiamento della popolazione, i forti movimenti

migratori e la modifica della struttura familiare sono caratteristiche della

società spagnola. Inoltre, da un punto di vista economico, si è assistito alla

trasformazione economica e alla globalizzazione dei mercati con la nascita

di nuove forme di produzione che hanno portato al fenomeno

45

dell’esclusione sociale e della povertà crescente. D’altro canto, la

diffusione delle reti informatiche con l’avvento di nuove tecnologie, unite

con le trasformazioni sociali ed economiche, hanno dato impulso ai

cambiamenti della società di oggi, di cui la Pedagogia Sociale deve tener

conto. La Pedagogia Sociale spagnola è dunque un metodo attivo, ‘una

ciencia’, cioè una “scienza in costruzione, continuamente costruita e

ricostruita attraverso azioni di prevenzione, di individuazione e analisi dei

problemi sociali e delle loro cause, di progettazione, realizzazione,

monitoraggio e valutazione dei programmi di intervento e della loro

organizzazione e gestione” (Torío-López, 2006).

Comunque, non viene nemmeno trascurato il mondo giovanile, dai

bambini agli adolescenti, per i quali il messaggio deve essere naturalmente

personalizzato. In Spagna, la Pedagogia Sociale si intende come parte del

lavoro sociale (come in Francia), rientrando in esso, in quanto facente

parte della pedagogia che si riferisce agli aspetti educativi del lavoro

sociale. Quindi essa è necessaria nell’intervento per l’aiuto e la soluzione

dei problemi sociali delle persone. “All’educatore sociale competono gli

aspetti ‘educativi’ del lavoro sociale mentre gli aspetti tecnici

dell’Educazione Sociale sono competenza del pedagogista sociale. La

scienza comune a entrambi è la Pedagogia Sociale.” (Serrano, 2010)

Per la formazione di educatori e pedagogisti sociali, corsi di studio

sull’educazione sociale e di Pedagogia Sociale sia a livello di scuola

superiore che a livello universitario (diploma universitario) esistono già

dagli anni 50. In particolare, è stato istituito il corso di laurea, all’interno

46

dell’offerta formativa di UNED (Università Nazionale di formazione a

Distanza). Secondo il professor Ortega, della Universidad de la Rioja di

Logroño, “La Pedagogía Social como ciencia de síntesis y síncresis debe

seguir progresando en su conceptualización y en la formulación de

propuestas de acción para la praxis socioeducativa”. (Ortega Esteban,

1997) La Pedagogia Sociale è dunque teorica e pratica, proponendosi con

importanti proposte per la soluzione dei problemi sociali. In questo, i

pedagogisti spagnoli la differenziano dalla sociologia dell’educazione, che

invece è solo descrittiva della società.

3.1.6 Portogallo

Una posizione analoga nei riguardi della Pedagogia Sociale è

rintracciabile nel vicino Portogallo. Anche qui, oggi, l’interesse verso la

Pedagogia Sociale è aumentato in quanto essa è sentita come necessaria

nel contesto di un qualsiasi intervento socio-educativo. Dibattuto è, anche,

da coloro che si occupano della disciplina, il rapporto tra Pedagogia

Sociale ed Educazione Sociale, giungendo però alle stesse conclusioni dei

colleghi spagnoli. Una particolarità della storia della Pedagogia Sociale

portoghese è l’impegno databile primi del 900 di due religiosi, Padre

António De Oliveira (1867-1923) e Padre Américo Monteiro de Aguiar

(1887-1956), i quali istituirono delle case di accoglienza per “i ragazzi di

strada” (che nel Portogallo colonialista di quell’epoca storica erano

soprattutto di origine africana), applicando una Pedagogia Sociale attiva,

con attività pratiche e teoriche, per il recupero soprattutto dell’autostima di

47

questi ragazzi. (Martins, 1996) con discreti successi tant’è che esistono

ancora oggi (Cas14).

3.1.7 Polonia: una lunga tradizione pedagogico sociale

Nei paesi del centro Europa, un posto di riguardo in ambito

pedagogico è occupato dalla Polonia. Qui, grazie all’opera particolare di

Helena Radlińska (1879-1954), fondatrice della prima ‘school for social

workers’ in Polonia nei primi anni del secolo scorso a Varsavia, la

Pedagogia Sociale è sentita in maniera del tutto particolare (Kornbeck, et

al., 2009). Infatti, la Polonia di quegli anni aveva subito oltre 100 anni di

occupazioni straniere che avevano creato, in particolare, delle disparità

sociali evidenti da una zona all’altra del paese, nonché tra città e

campagna. Di tutto ciò, si fece carico la Radlińska che, nel tentativo di

alleviare tali disparità sociali, fece sorgere la scuola per lavoratori nel

sociale. Ella credette, in particolare, nella persona e nella possibilità che

più persone opportunamente formate potessero cambiare la società

polacca. La sua Pedagogia Sociale era di base una scienza per il

miglioramento delle condizioni degli esseri umani. Soprattutto, la

Radlińska era interessata ad attivare e sviluppare dei processi educativi in

ciascuna persona per l’arricchimento della persona stessa e di tutta la

comunità. La sua Pedagogia Sociale era essenzialmente interazione tra

persona, con la sua formazione e il suo background culturale, e ambiente.

48

Storicamente poi, lo sviluppo della Pedagogia Sociale in Polonia si

arrestò durante il regime comunista, soprattutto negli anni 50 ma,

nonostante ciò, data anche la tradizione polacca consolidata in materia,

essa riuscì comunque a sopravvivere fino al 1989, cioè quando il

socialismo reale era già crollato. Addirittura, dopo il periodo comunista, la

Pedagogia Sociale ne uscì arricchita da tale esperienza, in quanto alla

tradizione pedagogico-sociale polacca si affiancò il nuovo “social work” di

stampo anglosassone, con la mescolanza di due approcci educativi diversi,

privato e pubblico. Con il nuovo Welfare Act dello stato polacco del 1990,

poi rivisto nel 2002, la necessità di creare dei nuovi lavoratori nel

pedagogico sociale divenne un’esigenza prioritaria. Vennero creati dei

corsi universitari post diploma in cui si studiavano materie di area

pedagogica, sociologica e psicologica. Oggi, data la complessità che chi

opera nel sociale deve affrontare, gli studenti affiancano alla teoria, attività

pratiche sotto forma di stage nella cura della gioventù e sua protezione,

educazione comunitaria, animazione socio-culturale e lavori a progetto

socio-educativo.

3.1.8 Slovacchia: il Pedagogista sociale professionista

In Slovacchia, il Ministero dell’Educazione ha adottato la School

Law dal 2008 (Zozuľaková, 2010) con il riconoscimento della figura e

della professionalità del pedagogista sociale all’interno delle scuole

primarie e secondarie e non solo. Il suo ruolo è quello di porre in essere e

coordinare le attività di prevenzione contro i fenomeni di patologia sociale

49

e di criminalità. Egli, riconosciuto ufficialmente assieme alla figura del

pedagogista speciale, focalizza la sua attività su:

Monitoraggio e valutazione del comportamento dei minori

tramite l’utilizzo di tecniche aggiornate pedagogico-sociali;

La consulenza socio-educativa;

Socioterapia;

Utilizzo di metodi diagnostici di Pedagogia Sociale.

Il pedagogista sociale può prestare la propria opera nelle scuole, nei

centri di risocializzazione, in centri di consulenza pedagogico-psicologica,

in centri di cura residenziale, in centri per ragazze madri con i loro

bambini.

Per la formazione del pedagogista sociale, esistono corsi di scuola

secondaria, di laurea e master già da diversi anni a Bratislava e soprattutto

nella vicina Repubblica Ceca (Líšková, 2013), anche se la legislazione

ceca non riconosce la professione di pedagogista.

Nonostante lo “school act” sia operativo, è da rilevare comunque

come le scuole slovacche ancora non si siano adeguate ed abbiano tra il

loro personale a ruolo solo pedagogisti speciali, nonostante che esista e sia

riconosciuta la figura del pedagogista sociale il quale però viene chiamato

solo per collaborazioni occasionali.

50

3.1.9 Russia: il pedagogista parrocchiale ortodosso

Nei primi anni 90, hanno avuto luogo degli importanti cambiamenti

in tutte le sfere della vita sociale in Russia, generando disparità sociali e

povertà in vasti strati della popolazione. Dalla società russa, quindi, è

venuta la richiesta di nuove professionalità per alleviare questi problemi

sociali della popolazione più misera.

L’educazione russa è stata per lungo tempo gestita dallo stato

attraverso una pedagogia nazionale che di fatto obbligava le famiglie a far

seguire ai propri figli una carriera scolastica non libera, con programmi

imposti. Né esisteva altra forma di educazione che non fosse quella di

stato. Una eccezione è stata ed è quella delle parrocchie ortodosse che,

nonostante le limitazioni, sono riuscite comunque a svolgere un’opera

educativa alternativa. Nel 1991 la legislazione russa previde la nascita

delle figure professionali di pedagogista sociale e assistente sociale,

inserendo entrambe tra le professioni socio educative riconosciute

ufficialmente dallo stato. Per la formazione di questi nuovi professionisti, è

stata prevista sia un’istruzione secondaria superiore che accademica;

quest’ultima, in particolare, riguarda i pedagogisti sociali in quanto la

Pedagogia Sociale è vista in Russia come scienza pedagogica differenziata

dal lavoro sociale che invece è materia pratica sociologica.

Inoltre, anche in Russia, è dibattuta la questione se la Pedagogia

Sociale sia solo teoria o anche pratica e quale sia la fascia di età oggetto di

studio e ricerca, solo i giovani o tutta la popolazione.

51

In tale contesto, la chiesa ortodossa si è rafforzata nelle sue strutture.

Tatyana V. Sklyarova, titolare della cattedra in Pedagogia Sociale presso il

St. Tikhon's Orthodox Theological Institute di Mosca, scrive: “In some

Christian confessions, a pedagogue who helps parish clergy is called

"parish pedagogue". Thus the concept of parish pedagogics

(Gemeindepadagogik) has taken root in German religious-pedagogical

literature for the last 20 years. This concept was considered in the

dissertation of A. Sergeyev on ‘Socio-Pedagogical Work of Christian

Parishes Today in Russia and Germany’ (Moscow 1997). The author of

the parish pedagogics concept, Enno Rosenbum, maintains that it is parish

that constitutes the subject of pedagogical work. He points out that the

entire process of parish life and work should be viewed as an education

process” (Sklyarova, 2011).

A partire dagli anni 90 nelle parrocchie ortodosse sono stati costituiti

asili, scuole legalmente riconosciute, luoghi ricreativi e per il tempo libero,

centri di formazione per il lavoro. La professionalità necessaria in tali

luoghi è di alto livello e, in particolare, sono stati chiamati ad operare

nell’attività ordinaria parrocchiale anche i pedagogisti sociali. L’utilizzo di

tali professionisti è stato ripreso dall’esempio delle chiese luterane

tedesche, costituendo la figura del pedagogista parrocchiale che, di fatto, è

un pedagogista sociale chiamato ad esaminare tutte le caratteristiche

dell'ambiente in cui vivono i parrocchiani ed i loro familiari, le loro

condizioni di vita, la loro interazione con i messaggi delle tante agenzie

educative. Tenendo conto di ciò, il pedagogista sociale propone delle

52

iniziative in cui le famiglie intere e i componenti delle stesse possano

socializzare tra loro, oltre a svolgere azioni professionali di aiuto alle

persone che lo richiedono.

Per la formazione di questa figura particolare di pedagogista sociale,

è sorto al St. Tikhon's Orthodox Theological Institute di Mosca, il

Dipartimento di Pedagogia nel quale, con un curricolo formativo

specificatamente basato su materie pedagogiche, psicologiche,

sociologiche e teologiche si mira appunto alla formazione di pedagogisti

impegnati nel sociale. Un elemento distintivo del loro curricolo formativo,

è l’antropologia, la conoscenza della quale è considerata dalla religione

ortodossa essenziale per qualsiasi disciplina sociale.

A mio parere, tale fenomeno presente nella chiesa ortodossa russa è

sicuramente valido da un punto di vista pedagogico generale e sociale in

particolare. Naturalmente occorre tenere in considerazione che gran parte

della popolazione russa è atea per cui alla base dell’intervento pedagogico

nelle parrocchie ortodosse c’è il tentativo di avvicinare la gente alla chiesa,

con i suoi valori.

3.1.10 Regno Unito: alla ricerca di un modello britannico

Nel Regno Unito, sotto l’influenza dei pedagogisti continentali

europei, si è andato sempre più sviluppando negli ultimi anni un interesse

nuovo verso la Pedagogia Sociale (Hämäläinen, 2003). Infatti, nonostante

che nella lunga tradizione pedagogica britannica, che affonda le sue radici

53

prima dell’800, sia rintracciabile un’azione educatrice pedagogica e

sociale, nel sistema di welfare britannico, invece, solo recentemente è stato

inserito il contributo della Pedagogia Sociale come disciplina essenziale.

Grazie all’azione di docenti universitari e pedagogisti inglesi e scozzesi

che hanno diffuso la disciplina in seminari e convegni, nonché di

pubblicazioni degli stessi professionisti, la Pedagogia Sociale ha iniziato

ad essere materia di riflessione, di ricerca e di studio. Si è anche

sviluppato, nelle stesse università, un sistema di formazione per i futuri

pedagogisti sociali. Oggi, in Gran Bretagna, sono stati istituiti corsi di

vario livello per la formazione di tali professionisti, lauree di tre anni,

baccalaureato e master in stretta collaborazione con università estere, in

particolare danesi in possesso di una maggiore esperienza nel settore

(Cameron, et al., 2011).

Per ciò che concerne l’aspetto pratico della Pedagogia Sociale nel

Regno Unito, pedagogisti, formatori ed educatori sociali svolgono la loro

azione nei riguardi della popolazione di tutte le fasce d’età e in variegati

luoghi di socializzazione. I metodi pedagogici utilizzati si adattano alla

tipologia specifica di persone a cui sono destinati. Secondo Hämäläinen

“social pedagogy is not a method, nor even a set of methods. As a

discipline it has its own theoretical orientation to the world. An action is

not social pedagogical because certain methods are used therein, but

because some methods are chosen and used as a consequence of social

pedagogical thought”. Tale definizione è particolarmente vera in Gran

Bretagna dove non sono tanto importanti teoria e tecniche, ovvero il

54

metodo, ma piuttosto l’atteggiamento con il quale i pedagogisti sociali

operano; in sintesi, non è un problema di fare o non fare, piuttosto è

importante l’elemento empatico tra gli operatori dell’intervento educativo

e i destinatari dello stesso. Quello che realmente deve interessare un

pedagogista sociale è il benessere della persona, il suo arricchimento, la

sua socializzazione e lo sviluppo di un apprendimento di tipo olistico.

Particolarmente interessante, nel sistema pedagogico britannico, è la

diffusione di siti e portali che trattano della materia Pedagogia Sociale in

rete. Uno dei più importanti è il portale Thempra (Thempra, 2014). Da

questo sito si ha la possibilità di attingere gratuitamente a un vasto

materiale sui progetti in essere in Gran Bretagna, meeting, convegni,

documenti di storia della Pedagogia Sociale nonché a un vero e proprio

periodico online sulla materia. Lo scopo fondamentale del portale è, oltre

ad essere un punto di riferimento per coloro che operano nel campo

pedagogico sociale, quello di integrare ciò che è la teoria con

l’applicazione pratica e favorire lo scambio di esperienze, dal quale non

può che nascere un arricchimento per tutti i professionisti del settore.

Altro portale particolarmente interessante è quello fornito dalla

collaborazione tra Jacaranda Recruitment, con il Centro per la

comprensione della Pedagogia Sociale e con i professionisti tedeschi e

danesi che fanno capo all’altro portale Thempra (Soc1). Esso nasce non

solo come aiuto per tutti i professionisti del settore, ma anche per

soddisfare le richieste provenienti dal territorio di professionisti per azioni

pedagogico-sociali.

55

Recentemente, ha preso avvio e si è sviluppato il programma “Head,

Heart, Hands”, già citato in precedenza, per la divulgazione delle tecniche

della Pedagogia Sociale nel Regno Unito. Nel titolo del progetto, ripreso

da una celebre frase di Pestalozzi, “testa, cuore, mano”, c’è l’essenza del

progetto stesso e cioè, non una semplice unione di teoria e pratica bensì

una formazione di base degli educatori per un’azione educativa

particolarmente sentita. In accordo con il governo britannico e in

collaborazione con alcuni istituti per il disagio giovanile e luoghi di

socializzazione in Inghilterra e in Scozia, nonché di partner locali pubblici

e privati, ma anche di famiglie richiedenti un aiuto pedagogico sociale,

questo programma, della durata quadriennale, iniziato nel 2013 ed ancora

in corso di svolgimento (si è appena chiuso il primo anno con risultati

lusinghieri), si rivolge ai ragazzi con difficoltà di vario tipo,

dall’apprendimento scolastico a problemi con i genitori e ad altri problemi

sociali e alle loro famiglie. La Pedagogia Sociale, aiuta a ristabilire il

rapporto genitori-figli, oltre che aiutare in questo caso i giovani nei loro

problemi quotidiani. Lo scopo finale del programma, oltre che introdurre

stabilmente la Pedagogia Sociale nel sistema di welfare inglese, è quello di

stabilire delle buone pratiche, delle esperienze che servano al

miglioramento del benessere generale della popolazione. Alla base di

questo programma, c’è la preparazione specifica per tutti gli addetti,

nonché una sensibilizzazione rivolta alle istituzioni, sulla validità della

Pedagogia Sociale come strumento di welfare e verso i cittadini su quello

che la Pedagogia Sociale può fare per il miglioramento delle loro

condizioni di vita.

56

In Scozia (Smith, 2012), un progetto pilota gestito dall'Università di

Aberdeen, assieme alle Camphill Schools, è stato il primo programma di

Pedagogia Sociale vera e propria in questa parte del Regno Unito. Anche

all’Università di Edimburgo, professionisti del sociale, accademici e

politici, sono stati chiamati a dibattere per esplorare la possibilità di

introdurre metodi pedagogici sociali su cui lavorare in Scozia. Inoltre, il

governo scozzese ha sostenuto l’azione ‘Children in Scotland’, rivolta al

mondo giovanile, dalla cui esperienza, i pedagogisti sociali scozzesi

vorrebbero elaborare un documento per creare delle buone prassi per il

loro riutilizzo per usi futuri. Infatti si stanno cercando di sperimentare in

maniera pratica le tecniche pedagogico-sociali che, unite a ciò che è già

assodato nella letteratura esistente in tal senso, potrebbero costituire un

punto di riferimento non solo per le politiche pedagogico-sociali applicate

ai giovani ma anche per successive applicazioni alla popolazione di

qualsiasi età.

Per quanto riguarda la formazione di coloro che sono impegnati in

ambito pedagogico sociale, Mark Smith, docente alla School of Social and

Political Science dell’Università di Edimburgo, scrive che nel Regno Unito

si sta prendendo esempio da quel che avviene soprattutto nel nord Europa.

Infatti, confrontando i pedagogisti sociali britannici con quelli nord

europei, il grado di preparazione di questi ultimi è di gran lunga superiore,

in quanto, alle qualifiche di educatore sociale e di pedagogista sociale nel

nord Europa, corrisponde una preparazione che già per il primo livello di

studi e cioè l’educatore, è di almeno quattro anni di studi medi superiori e

57

per poter esercitare la professione di pedagogista occorre aver conseguito

un titolo di studio universitario, laurea o addirittura master. Nel Regno

Unito, invece, si associa l’attività pedagogico sociale all’interno di quella

che è l’assistenza sociale e questa potrebbe essere la causa per cui non è

richiesta una specifica formazione.

Sempre Mark Smith scrive che anche il tipo di preparazione è

importante. In Nord Europa, in corsi di studio di Pedagogia Sociale, si

alternano attività teoriche ad attività sul campo nelle scuole, in centri di

collocamento del lavoro giovanile, in centri di sostegno alla famiglia, ecc.

Al termine di questi corsi, la figura in uscita è una persona che andrà a

lavorare assieme ad altri professionisti del sociale e mai da solo, mentre

invece in Gran Bretagna il pedagogista sociale è più isolato.

Un fenomeno tutto scozzese è quello dell’educazione differenziata in

Scozia rispetto al resto del Regno Unito. In particolare, nelle scuole

scozzesi, l’istruzione è più partecipata, con una maggior attenzione alla

classe e alla crescita collettiva piuttosto che all’individuo. Secondo Mark

Smith, in Scozia più che altrove, tecniche di Pedagogia Sociale potrebbero

essere applicate meglio.

A mio parere, indubbiamente il modello britannico può essere

considerato la miglior sintesi tra il nord Europa e i paesi più a sud

d’Europa. In pratica, non esiste una scuola pedagogica sociale britannica,

ma piuttosto si è cercato di adattare quello che avviene in Germania o in

Danimarca alla realtà inglese e scozzese. Quello che realmente interessa i

58

britannici è la dimensione pratico-operativa dell’educazione sociale,

riprendendo interventi particolarmente riusciti altrove. Notevole è lo

sforzo sia da parte delle istituzioni che del mondo accademico, il che

farebbe pensare che i risultati non tarderanno ad arrivare.

3.1.11 Germania: il modello tedesco

La Germania può essere considerata la nazione madre della

Pedagogia Sociale, come disciplina scientifica. Infatti, in questa nazione,

nascono i primi pedagogisti che si occupano dell’aspetto del sociale

(Diesterweg, Mager, Natorp) ed è qui che tale disciplina trova le prime

applicazioni pratiche (Friesenhahn, 2001).

Intorno la metà del XIX sec. in Germania, come in gran parte

d’Europa, si succedettero significativi cambiamenti sociali. A causa

dell’industrializzazione, grandi masse di popolazione, si spostarono dalle

campagne alle città, generando nuova povertà, in quanto non tutti

trovarono mezzi di sussistenza adeguati. Inizialmente, lo stato non riusciva

a provvedere e, dato che il problema non era individuale ma riguardava più

persone, sorsero alcune organizzazioni private per l’aiuto dei bisognosi in

accordo con le istituzioni statali. Questo modo di agire, sopravvissuto fino

ad oggi in Germania, denominato “a doppio mandato”, è caratterizzato

dall’essere al tempo stesso “aiuto, assistenza e controllo e caratterizzato

dall’intervento pubblico e privato” (Münch, 1986). In questa fase storica,

nasce la Pedagogia Sociale, proprio perché inizia a sentirsi l’esigenza

59

particolare della formazione delle masse operaie che sempre più

reclamavano nuova educazione per la loro ascesa sociale. Inoltre, la

società tedesca ebbe bisogno di formatori preparati per queste esigenze. Fu

così che vennero istituiti dei corsi di istruzione in materie pedagogiche in

cui era compresa anche la Pedagogia Sociale, in cui le ore dedicate alle

attività pratiche erano preponderanti rispetto alle ore di teoria. Dopo la

prima guerra mondiale, la Pedagogia Sociale si sviluppò come disciplina

scientifica, entrando a far parte delle materie insegnate nelle università.

Ciò nonostante, la formazione impartita dagli istituti professionali era

quella maggiormente incentivata dallo stato. A questo periodo risale anche

la definizione di Pedagogia Sociale di Gertrud Bäumer (1873-1954),

attivista tedesca particolarmente impegnata nel movimento femminista,

che definì il terreno sociale di azione della Pedagogia Sociale

nell’educazione extra familiare ed extra scolastica (Friesenhahn, 2001 p.

31).

Il periodo nazista bloccò l’espansione formativa dei corsi di

Pedagogia Sociale a tutti i livelli.

Dopo la seconda guerra mondiale e solo nel 1969, nascono in

Germania i nuovi corsi di laurea in scienze dell’educazione con indirizzo

“Pedagogia Sociale”. Nel 1971 le Accademie e le Scuole Superiori

Professionali vennero trasformate in ‘Fachhochschule’, ovvero istituti

superiori di specializzazione professionale e vennero integrati nel sistema

terziario di formazione che ancora oggi è vigente. Una loro particolarità è

che i singoli Länder predispongono i programmi di studio e gli

60

ordinamenti per gli esami, che variano da land a land. Nel 1984, una

commissione per la riforma degli studi ha cercato di unificare gli

ordinamenti per gli esami, ma non tutti i Länder si sono adeguati. Tali

istituti superiori, comunque, sono importanti in quanto in essi viene

impartita un tipo di educazione soprattutto pratica (i tedeschi chiamano

queste scuole “Università delle Scienze applicate”), con corsi della durata

di tre o quattro anni che si concludono con un esame finale.

Oggi, in Germania, il cambiamento sociale continuo, la vasta gamma

di richieste socio educative e di attività sociali, nonché le richieste del

mercato del lavoro per operatori socio pedagogici, richiede una larga

formazione di base in diverse discipline sociali, ma anche una

specializzazione in specifici settori; ne deriva una formazione polivalente

di aiuto all’operatore socio pedagogico nel suo lavoro, che gli consente di

poter trasferire le proprie competenze all’occorrenza da un comparto

all’altro: bambini, anziani, attività di tempo libero, assistenza agli emigrati,

ecc. seguendo direttamente le dinamiche della domanda sociale. Le

materie oggetto di studio sia nei corsi professionali che in quelli tenuti

presso le università sono di area pedagogica, sociologica e psicologica

(Pizzoli, 2007).

Anche l’aggiornamento degli operatori ha la sua importanza, curato

da organizzazioni specializzate, pubbliche e private. I singoli Länder per

rendere possibile la partecipazione a questi corsi di aggiornamento

prevedono la possibilità dell’esonero dal lavoro dei partecipanti per alcuni

giorni nell’anno senza alcuna perdita finanziaria.

61

Inoltre, di fronte all’esigenza della interculturalità molto sentita oggi

in Germania, le istituzioni tedesche si stanno chiedendo se riformare

ulteriormente il sistema di formazione nel sociale. Il dibattito è aperto.

Per quanto riguarda l’intervento socio pedagogico, la costituzione

federale tedesca prevede che la repubblica federale di Germania sia uno

stato democratico e sociale, dove l’accezione sociale viene posta

particolarmente in evidenza. Lo stato tedesco deve necessariamente

provvedere ai servizi alla persona e, nell’ambito di questi, una parte

rilevante è data all’assistenza sociale per i giovani all’interno della quale

c’è l’educazione extrascolastica non formale. La legge sull’aiuto per

bambini e giovani (kinder und Jugendhilfegesetz: KJHG), di

regolamentazione dell’istruzione extrascolastica è stata recepita dai singoli

länder con l’emanazione di una serie di leggi di attuazione. Elemento

comune è il finanziamento che avviene sia da parte degli enti gestori sia da

parte dei partecipanti. Le attività si svolgono fuori dagli orari scolastici o

di lavoro, la partecipazione è volontaria, senza un programma di

insegnamento prescritto e sono attività dall’alto valore di socializzazione

tra i partecipanti. I luoghi di svolgimento sono gli ostelli per i giovani, i

centri di formazione professionale, i luoghi dove i giovani trascorrono il

loro tempo libero.

L’azione dei pedagogisti sociali, che in Germania prendono il nome

di “Sozialpädagogen” al maschile e “Sozialpädagoginnen” al femminile,

si affianca a quella degli assistenti sociali nella formazione socio educativa

dei giovani, in istituti, in scuole speciali, nella formazione permanente

62

degli adulti, nei servizi per gli stranieri. In passato, dopo la riunificazione

tedesca, si sono verificati diversi problemi sociali a cui il sistema tedesco

ha cercato di fare fronte con risultati positivi. A tal proposito, ad ogni

modo, è da notare come nella ex DDR fosse particolarmente sviluppato il

sistema dell’extra scuola come ausilio per i ragazzi dal basso rendimento

scolastico in accordo con le famiglie che, se da un lato obbligava questi

giovani a seguire percorsi di recupero forzati, dall’altro ha portato a una

omogeneizzazione del livello di apprendimento di tutti i componenti delle

classi scolastiche. Questo fenomeno ha facilitato, di fatto, le politiche per

la scuola dopo la riunificazione tedesca. “In other words, improving the

performance of lower achieving students was accomplished without it also

impairing the high-level achievement of more capable students. The

authors attribute part of this success to the extra-school learning activities

(Ausserschulische Unterrichtsangebote) which existed in the GDR, such as

learning clubs (Schuelergesellschaften or Schuelerkabinetten) of the Free

German Youth Organisation, teacher-organised tutoring relationships

among students (Lernpatenschaften), closer school-employment-family

relationships, and a more focused, teaching methodology.” (Streitwieser,

2000 p. 93)

Particolarmente sentito, inoltre, negli ultimi anni è il problema dei

“Fargegroup” (i così detti Hooligans o Skinheads) della cui soluzione si

occupano assistenti sociali e socio pedagogisti, sicuramente con risultati

ancora scarsi, intervenendo anche in strada.

63

Il modello tedesco è indubbiamente il modello trainante della

Pedagogia Sociale mondiale e, ancora oggi, risulta valido. Resta da vedere

come si adatterà alle nuove sfide sociali e, soprattutto, ai problemi di

integrazione di immigrati con le popolazioni locali. Anche per la Germania

si apre la sfida interculturale, a cui la Pedagogia Sociale con le strutture

esistenti, solide in quel paese, potrà contribuire a vincere.

64

3.2 Alcuni paesi extraeuropei

Passando ora all’analisi della Pedagogia Sociale nei paesi

extraeuropei, non si può non soffermarsi sul continente americano e su

Brasile, Argentina e Stati Uniti in particolare. Questi paesi costituiscono

una efficace testimonianza, data la loro rilevanza per popolosità, storia e

problematiche sociali, nel continente americano; inoltre ho trovato

contributi solo parziali dai paesi dei restanti continenti.

Indubbiamente, comunque, il continente europeo è trainante sul resto

del mondo, nel senso che, sia a causa dei vecchi imperi coloniali dissoltisi,

sia perché la Pedagogia Sociale è nata e si è sviluppata in Europa da anni

quasi dappertutto, è l’Europa il modello soprattutto teorico da cui

attingono gli altri continenti.

3.2.1 Brasile: La Pedagogia Sociale contro la povertà

In Brasile, oggi, non si può scindere qualsiasi disciplina sociale dal

quadro politico-economico del paese (Machado, 2011). Il Brasile è un

paese molto vasto, colonizzato dai portoghesi, che ha subito forti

movimenti migratori al suo interno, che hanno dato origine a importanti

questioni sociali alle quali si cerca di sopperire anche con l’ausilio della

Pedagogia Sociale. La popolazione, anche se numerosa, è per lo più

concentrata nell’area di San Paolo, dando origine a problematiche quali la

salvaguardia dei diritti di cittadinanza, problemi relativi all’ecologia e

all’ambiente, tossicodipendenze, ecc. L’educazione sociale si è diffusa sin

65

dall’inizio del ventesimo secolo, portando allo sviluppo di scuole e di

educazione istituzionalizzata per la massa della popolazione. La storia

brasiliana è costellata da più regimi dittatoriali succedutisi, ognuno dei

quali, di fronte al problema dell’analfabetismo cronico, ha cercato la

soluzione in vaste campagne propagandistiche e demagogiche con scarsi

risultati. Parallelamente, negli anni 50, iniziarono varie iniziative di

educazione popolare sotto forma di educazione degli adulti, rivolta

soprattutto agli operai, ad ispirazione cattolica o marxista, anche tramite

l’utilizzo di trasmissioni radiofoniche. Negli anni 60 e 70, tali iniziative si

ampliarono, avendo però più uno scopo politico di opposizione al regime

governativo, piuttosto che pedagogico. Negli anni 80, finalmente la società

brasiliana conobbe regimi democratici con effetti positivi su tutta

l’educazione. Oggi, la scuola non riesce più a star dietro ai problemi

generati dalla complessità della situazione sociale, né si assiste a una

formazione adeguata e aggiornata dei docenti. Pur essendo il diritto

all’istruzione sancito dalla costituzione brasiliana, lo stato non riesce a far

fronte a tale esigenza. Inoltre, a partire dagli anni 60, la diffusione delle

teorie pedagogiche di Paulo Freire per una educazione non formale

all’esterno della scuola hanno certamente influenzato l’istruzione nella

società attuale brasiliana. Si è così creata una forma di educazione basata

sul “Terzo Settore” economico, con educatori volontari, i quali non hanno

un metodo unico di insegnamento né di educazione e hanno carenze da un

punto di vista teorico operativo. Molti di loro si formano sul campo e la

loro formazione deriva dalle esperienze acquisite. Per venire incontro

all’esigenza di formazione degli educatori sociali, già nel 2006 sono state

66

approvate le linee direttrici per la formazione alle professioni educative,

sia istituzionalizzata e sia non istituzionalizzata. Lo scopo base era quello

di superare la dicotomia tra educazione formale e non formale nel nome di

una corretta educazione. Le competenze che un buon educatore deve

possedere sono, oltre alla pedagogia, quelle sociologiche e psicologiche.

La formazione universitaria di area pedagogica è comunque scarsamente

diffusa in Brasile privilegiando, di fatto, una pedagogia educativa non

formale. Da un punto di vista occupazionale, il pedagogista sociale non è

una professione riconosciuta, mentre l’educatore sociale viene assimilato

ad un assistente sociale e come per quest’ultimo, non esiste un titolo di

studio abilitante alla professione. Nonostante ciò, la richiesta di operatori

socio-educativi è molto alta per cui, sia nei singoli stati federali brasiliani

sia nel parlamento brasiliano si sta cercando di regolamentare in tema di

professioni nell’area pedagogico-sociale e in tema di accesso a tali

professioni tramite concorsi.

3.2.2 Argentina, un esempio di intervento pedagogico sociale

In Argentina, la Pedagogia Sociale è materia relativamente recente,

sviluppatasi per gradi dal 2000 in poi, divenendo oggi essenziale nel

contesto socio educativo della nazione. Grazie a una presentazione

Powerpoint della Dott.ssa Maria Cecilia Cunha Ferré, laureata in

Pedagogia Sociale presso l’Università del Salvador di Buenos Aires, è

possibile tracciare le linee essenziali della Pedagogia Sociale in Argentina

(Ferré, 2009).

67

Nel 2002, venne istituita la Laurea in Pedagogia Sociale presso

l’Università del Salvador. Di durata quadriennale, ha avuto grande

successo, con 1000 iscritti oggi e 200 laureati, originari di diverse città

dell’Argentina. Nel settembre 2005, nasce l’IPES, l’Istituto di Pedagogia

Sociale, sempre presso l’Università del Salvador, con lo scopo di

implementare progetti di ricerca, programmi di formazione nonché spazi di

riflessione socio-pedagogica e di esecuzione pratica di politiche di

intervento e trasformazione della realtà socio-educativa argentina. Sempre

nel 2005 vennero istituiti dal Ministero dell’Istruzione, per la formazione

degli educatori sociali, gli istituti tecnici superiori in Pedagogia ed

Educazione Sociale, di livello di istruzione medio.

La problematica socio educativa argentina è variegata e riguarda

diversi temi: dall’insuccesso scolastico, alle violenze sociali, alla povertà

sociale sentita dalla popolazione come irrisolvibile, alle questioni

ambientali. I laureati in Pedagogia Sociale dell’Università del Salvador, in

particolare e con l’aiuto di educatori diplomati, hanno posto in essere degli

interventi sul campo, suddivisi in diversi ambiti d’azione per ciascuna di

queste problematiche.

Nel primo ambito di azione si è cercato di combattere il fenomeno

dell’insuccesso scolastico, a cui è stato dedicato il programma denominato

“Aprender Enseñando” (apprendere insegnando), riservato a docenti degli

istituti superiori di tutto il paese, delle scuole secondarie e delle scuole

primarie e ad insegnanti di istituti di formazione, al fine di limitare il

fenomeno e per la promozione del reinserimento scolastico degli studenti

68

che hanno abbandonato la scuola. Attraverso dei corsi tenuti negli istituti

scolastici e nelle università argentine, si è agito soprattutto per la

promozione di un’empatia tra insegnanti ed alunni.

Nel secondo ambito d’azione, si è simulata una situazione di urgenza

generata da una catastrofe ambientale. La popolazione oggetto

dell’intervento è stata quella di Quilmes, nella provincia di Buenos Aires.

Gli aiuti sono stati organizzati attraverso la costituzione e la formazione di

squadre di volontari di aiuto psicologico alla popolazione.

Nel terzo ambito, che ha riguardato la comunità di Morillo, nel nord

del paese, una delle regioni più povere, sono stati trattati alcuni dei

problemi sociali tipici di questa zona dell’Argentina: risorse didattiche

scarse, violenze di vario tipo, abusi sessuali e maltrattamenti sui bambini,

problema delle minoranze etniche che non sono integrate con il resto della

popolazione e loro discriminazione sociale. A Morillo, inoltre, sono stati

svolti corsi rivolti agli insegnanti sull’importanza dell’educazione alla

pace, sulla risoluzione pacifica dei conflitti sociali e sui nuovi diritti di

cittadinanza, utilizzando una metodologia ludica attraverso la quale

l’apprendimento di questi valori è divenuto quasi divertimento per gli

insegnanti.

Nel quarto ambito, l’intervento ha riguardato i giovani e gli

adolescenti della comunità di Morillo. I problemi sociali trattati sono stati

quelli della droga, dell’abbandono scolastico, del rapporto con la famiglia.

Sono stati fatti dei corsi per il recupero del rapporto genitori-figli, per la

69

valorizzazione del proprio io, per la costruzione di un progetto di vita, per

il rispetto degli altri e sviluppo dell’autostima.

Il quinto ambito ha riguardato 700 famiglie della periferia di

Cordoba, città medio grande dell’Argentina centrale, con popolazione

afflitta da problemi derivanti dalla crisi economica del 2001, quali

delinquenza, disoccupazione, famiglie disgregate a causa dell’alto tasso di

uomini in carcere, donne sole e con molti figli a cui accudire. I corsi sono

stati rivolti alle mamme sole, in materie domestiche. Anche i giovani sono

stati inclusi nell’azione con corsi di educazione all’igiene, alla salute e alle

buone abitudini alimentari.

L’ultimo ambito di azione, il sesto, ha riguardato la minoranza etnica

‘Wichi’ che nel nord est dell’Argentina, a causa dell’alluvione del 2006,

ha perso tutto ciò che aveva. Inoltre, in questa zona del paese, manca

l’acqua potabile, l’energia elettrica e le scuole per i figli sono andate

distrutte. L’intervento si è svolto attraverso riunioni comunitarie con i capi

villaggio, carpentieri, muratori e popolazione per la progettazione della

ricostruzione della scuola.

Indubbiamente l’azione promossa dai laureati in Pedagogia Sociale

argentini rientra nelle azioni tipiche della Pedagogia Sociale, anche perché

altamente specializzata. Ritengo quindi che tale intervento sia oltremodo

interessante e di esempio per interventi in zone povere non solo

dell’America meridionale ma anche in tante zone del terzo mondo oggi, un

esempio su tutti l’Africa.

70

3.2.3 Stati Uniti, una Pedagogia Sociale giovane

Negli Stati Uniti, pur avendo tale nazione una importante tradizione

pedagogica nel sociale che affonda le sue origini nel pragmatismo di

Dewey, Washburne, Addams e altri, si è scoperta solo recentemente la

Pedagogia Sociale come disciplina di studio. E’ sorto così il primo master

in Pedagogia Sociale presso la ASU School of Social Transformation in

Arizona nel 2012. Dal sito del master (ASU14) si legge che: “The

program develops students’ capacity to analyze non-formal education

policies and practices and examine the educational impact of institutions,

organizations and associational spaces like families, community

organizations, workplaces, media, digital and face-to-face social

networks, sports clubs, seniors’ groups, religious institutions, political

parties, social movements, and Indigenous tribal organizations”. In

pratica, nulla di nuovo quanto ad obiettivi che altro non sono che quelli

tipici della Pedagogia Sociale europea; l’unico elemento innovatore è

l’attenzione per le organizzazioni tribali indigene, probabilmente a causa

dell’attenzione particolare tipica degli Stati Uniti nello studio degli Indiani

d’America e dei problemi della loro integrazione nella società statunitense.

Daniel Schugurensky, coordinatore del master alla Arizona State

University, nei riguardi del nuovo concetto di Pedagogia Sociale oggi

negli Stati Uniti, scrive: “Firstly, it indicates that the field now reaches

well beyond its place of origin. Developments that surface in one nation or

region will bear significant consequences for others. As a result, social

71

pedagogy is likely to be bound by a global network of thought and practice

well into the future. Yet, despite this transnational relevance,

consideration of local contextual elements such as politics and policies,

economics, and cultural dynamics will continue to play an important role

in how pedagogues engage with those they educate. Secondly, the wide

scope of subject matter reminds us that education in the social realm has

come to be regarded as more than a professional activity, a subject of

research, or a philosophical predisposition. Instead, social pedagogy is a

phenomenon intertwined with nearly every facet of social experience,

which, in turn, has become essentially a product of those experiences in

aggregate” (Schugurensky, et al., 2013). In tale definizione, egli scrive

che la Pedagogia Sociale oggi, da un lato non può prescindere

dall’internazionalizzazione e dalla collaborazione tra diversi studiosi della

disciplina nel mondo, dall’altro scrive che tale disciplina va ben aldilà

delle azioni pratiche sul territorio, anche se necessarie, in quanto è materia

vasta, che coinvolge molti “saperi”, per cui occorrono conoscenze

generiche in diverse discipline oltre a una base filosofica per svolgere

ricerche sulla materia.

Indubbiamente, in tale citazione Schugurensky è fortemente

influenzato dal fatto che negli USA la Pedagogia Sociale ha iniziato ad

essere oggetto di studio solo recentemente per cui c’è bisogno di contributi

da altre parti del mondo per farla crescere; ad ogni modo, sono pienamente

d’accordo con tali dichiarazioni, tanto più che il bagaglio scientifico

72

statunitense non può che contribuire alla crescita della Pedagogia Sociale

come disciplina scientifica.

73

CONCLUSIONI

A conclusione di questa tesi di laurea, tracciati i lineamenti essenziali

della Pedagogia Sociale in alcuni paesi del mondo, ne desumo alcuni tratti.

Innanzi tutto, non si può tenere distinta la Pedagogia Sociale dalla

cultura, l’organizzazione territoriale, l’assetto politico, la società, la storia

e la religione di un determinato paese. Infatti, in Germania (ma il discorso

vale anche per i vicini Paesi Bassi), dove tali fattori sono opportunamente

combinati, assieme a uno stato sociale ideale, si è sviluppata una giusta

combinazione di teoria e pratica pedagogico sociale di esempio per altri

stati. In Germania, non si può prescindere dai professionisti in Pedagogia

Sociale e dalle applicazioni pratiche della Pedagogia Sociale in un

qualsiasi intervento educativo, sia formale che informale. Il problema, nel

caso, è mantenere determinati standard qualitativi e considerare la

Pedagogia Sociale branca pedagogica autonoma.

I paesi scandinavi e la Danimarca, ispirandosi al modello tedesco e

avendo un welfare che funziona, hanno opportunamente applicato tale

modello con l’aiuto delle istituzioni e possono essere considerati

all’avanguardia nella disciplina.

Nel Regno Unito, ci sono diverse tradizioni educative, con la Scozia

più vicina ai modelli nordici e l’Inghilterra più legata a un tipo di

educazione formale istituzionale ma, nonostante ciò, è comune la visione

dell’intervento pedagogico sociale inserito nel più ampio dominio di

74

lavoro sociale e, quindi, della sua inclusione nell’assistenza sociale. La

ricerca di una soluzione ai problemi sociali tipici dell’epoca che stiamo

vivendo, che nel Regno Unito sono particolarmente sentiti, ha dato

impulso a tutto ciò.

In Francia, educazione ha tradizionalmente significato intervento e

gestione dello stato; anche qui però ci si sta aprendo ad alcune

sperimentazioni pedagogiche, in particolare nel campo dell’immigrazione,

nell’extra scuola, nei giovani bisognosi.

In Spagna e Portogallo si dà preminenza all’aspetto teorico della

Pedagogia Sociale, studiata come scienza sociale da applicare al mondo

dell’educazione; ne deriva uno sviluppo ampio negli ambienti accademici,

con corsi di laurea anche online con l’utilizzo delle nuove tecnologie

telematiche.

Interessante è il caso della Russia dove molto forte è l’influenza della

religione cattolico ortodossa sull’educazione, mentre in paesi che sono

stati a lungo sotto l’influenza sovietica, in un quadro educativo generale

riformato dopo la caduta del muro di Berlino, ha trovato spazio anche la

Pedagogia Sociale più o meno come disciplina autonoma.

L’America Latina può essere considerata il continente in cui la

Pedagogia Sociale diventa realmente pratica, in cui l’esperienza sul campo

va oltre ogni teoria. La mancanza di istituzioni democratiche per lungo

tempo, succedutesi al colonialismo portoghese e spagnolo, hanno generato

in questi paesi una miseria diffusa a cui le istituzioni non riescono a far

75

fronte compiutamente. Accanto agli interventi sociali, è indubbia l’ottima

azione svolta dalla Pedagogia Sociale, anche grazie ad operatori

opportunamente formati nelle università, in particolare in Argentina, dove

gli interventi pedagogici sono il risultato di sintesi tra teoria, di chiara

derivazione europea, coniugata con la pratica data da esperienza in azioni

attive utilizzate sul campo.

Negli Stati Uniti, la disciplina è relativamente recente. Al momento

mancano applicazioni pratiche delle teorie socio-pedagogiche. Notevole è

l’influsso delle teorie europee. L’apporto del mondo accademico

americano nel futuro non può che giovare alla crescita della Pedagogia

Sociale negli USA.

In questo quadro generale, l’Italia risulta avere una parte teorica

molto avanzata, con dibattiti, convegni, scritti, sulla Pedagogia Sociale sin

dal secondo dopoguerra, ma risulta scarsa e non strutturata tutta la parte

pratica in quanto né le istituzioni, sia a livello statale che a livello locale,

né i privati in generale mostrano interesse concreto verso la disciplina. Per

la formazione dei professionisti, inoltre, l’Italia è indietro rispetto agli altri

paesi, non avendo attivati corsi nella disciplina specifica né in ambito

accademico e nemmeno a livello di scuola superiore, se non singoli esami

universitari. Lo stesso liceo socio-pedagogico, erede della tradizione

magistrale, offre una preparazione generica teorica e scarsamente pratica.

Nella mia ricerca, ho trovato anche alcuni contributi dal Giappone. In

particolare, notevole è stata l’opera, in quel paese, di Tsunesaburo

Makiguchi (1871-1944) il quale, nella prima metà del secolo scorso,

76

indubbiamente influenzato dalla filosofia di Kant, dal pragmatismo di

Dewey e dalla religione buddista, cercò di applicare una pedagogia attiva

al sistema educativo giapponese. Solo ultimamente il suo pensiero è

divenuto oggetto di studio in Giappone, tanto più che, da importanti

indagini sociologiche, è emerso un fenomeno particolare di abbandono dei

minori e del loro affidamento preponderante ad istituti non adeguati

(Saruta, 2014). Tale fenomeno è da approfondire in quanto generato dalla

società giapponese postmoderna e consumistica.

Ritengo infine che vi possa essere della soddisfazione per i risultati

conseguiti, specie perché possono costituire una base per l’evoluzione

successiva del discorso sulla materia.

77

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