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Linee metodologiche per una indagine comunale sui bilanci d tempo

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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BRESCIA DIPARTIMENTO METODI QUANTITATIVI C.da S.Chiara n°48/b - 25122 BRESCIA - ITALY Tel. 39-30-2988.1 - Fax. 39-30-2400925 - E.mail: [email protected] QUADERNO N. 188 UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI BRESCIA RAPPORTI DI RICERCA DEL DIPARTIMENTO METODI QUANTITATIVI Brescia 2001 Dipartimento Metodi Quantitativi - Università degli Studi di Brescia C.da S. Chiara 48/b, 25122 Brescia - Italia Tel.: 030/29881 - Fax: 030/2400925 - E.mail:[email protected] Linee metodologiche per una indagine comunale sui bilanci d tempo L. Riva M. Trentini
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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BRESCIA DIPARTIMENTO METODI QUANTITATIVI

C.da S.Chiara n°48/b - 25122 BRESCIA - ITALY Tel. 39-30-2988.1 - Fax. 39-30-2400925 - E.mail: [email protected]

QUADERNO N. 188

UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI BRESCIA

RAPPORTI DI RICERCA

DEL DIPARTIMENTO METODI QUANTITATIVI

Brescia 2001 Dipartimento Metodi Quantitativi - Università degli Studi di Brescia

C.da S. Chiara 48/b, 25122 Brescia - Italia Tel.: 030/29881 - Fax: 030/2400925 - E.mail:[email protected]

Linee metodologiche per una indagine

comunale sui bilanci d tempo

L. Riva M. Trentini

L’impostazione metodologia è di L. R., M. T. l’ha realizzata ed ha steso una versione preliminare della presente nota

INDICE

1-Premessa.......5

2-Le attività delle famiglie e del Comune: un quadro unitario.......11

2.1-Le attività delle famiglie.......14

2.2-Le attività del Comune.......18

3-Cicli e ritmi delle attività familiari.......23

4-Aspetti di metodo.......29

4.1-Le unità di rilevazione: famiglie residenti e popolazione non residente.......32

4.2-Le informazioni dirette ed indirette.......33

4.3-Aspetti tecnici della rilevazione......35

5.-Bibliografia......39 5.1-Pubblicazioni.......41

5.2-Siti Internet.......48 5.3-Statistiche

1.Premessa

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Le mutate esigenze del sistema sociale ed economico, i vincoli internazionali hanno spinto il legislatore italiano a adeguare i principi generali dell'azione pubblica avviando il processo di modernizzazione della Pubblica Amministrazione. Tra questi l'efficacia, intesa come sostanziale soddisfacimento della domanda di servizi, e la centralità dell'utenza, intesa come acquisizione del "punto di vista” dei cittadini nella programmazione e gestione dei servizi, costituiscono due cardini. Coerente con l'obiettivo dell’efficacia dell’azione pubblica è la riallocazione delle competenze tra i livelli istituzionali con l’assegnazione al Comune dei compiti a maggiore contenuto gestionale, data la naturale capacità di interpretazione dei bisogni della comunità data la stretta “vicinanza” con gli utenti stessi. L’evoluzione normativa può essere interpretata proprio come il segnale della percezione, da parte del legislatore, della inadeguatezza delle attuali modalità di gestione dei pubblici servizi, determinata, non solo, e tanto, dalla bassa efficienza ed economicità degli stessi, quanto piuttosto dalla scarsa capacità di rispondere alle esigenze dell'utenza. L'efficacia dell'azione pubblica richiede, per di più, la capacità di rispondere alle esigenze di una domanda più sofisticata rispetto al passato. Sempre più pressanti sono le richieste, da parte delle famiglie e delle imprese, di poter scegliere tra diverse modalità di

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erogazione dei servizi e, addirittura, di esigere una maggiore flessibilità nell'erogazione dei servizi. La pianificazione della attività del Comune, in questo nuovo scenario, impone la conoscenza analitica della domanda che metta in relazione i bisogni delle famiglie, colti attraverso i comportamenti degli individui inseriti organicamente nel contesto familiare (le attività degli individui organizzate nel proprio contesto familiare) con i servizi erogati (le attività del comune), vale a dire le modalità con cui quei bisogni vengono soddisfatti. L’approccio in termini di analisi delle attività svolte dalle famiglie (che rappresenta la domanda) e dal Comune (che rappresenta l'offerta), porta in modo naturale ad introdurre il tempo come linea guida dello schema di analisi. L’evidenza del tempo come componete essenziale dei processi produttivi è acquisizione non recente dell’analisi economica; analogamente vale per l’altra evidenza, che le attività familiari non solo fluiscano ma siano organizzate secondo la sequenza temporale. L'unicità della dimensione temporale, sia per le attività sociali sia per le attività produttive, impone logicamente di utilizzare lo schema temporale come modalità di raccordo tra i processi di produzione dei servizi per le famiglie ed i processi decisionali delle famiglie stesse. Deriva da questa impostazione il progetto, presentato in questa sede, di fornire dati strutturali sulle caratteristiche della domanda di servizi attraverso una rilevazione sull’uso del tempo delle famiglie1. Il carattere fortemente operativo dell'indagine obbliga ad assumere la realizzazione della programmata metropolitana leggera come elemento centrale dello scenario, in quanto in grado di modificare le decisioni delle famiglie in una materia importante e delicata come quella della mobilità. La disponibilità di una base informativa analitica sulle attività svolte dalle famiglie (residenti e non) e sulle relazioni con le scelte comunali di mobilità, costituisce uno strumento utile non per "valutare" l'efficacia del progetto (che, per altro, è in fase esecutiva) quanto per stimare gli effetti del nuovo sistema di trasporto sulle decisioni di mobilità della popolazione, ed in particolare sulla mobilità indotta dal nuovo sistema di trasporto. La metropolitana è tipicamente un mezzo di trasporto rigido, per il tracciato, e ad alta capacità, per l'elevata frequenza e velocità. Un sistema siffatto obbliga a riorganizzare l'intero sistema della mobilità (con la paventata chiusura del centro storico al traffico dei non residenti) e del trasporto pubblico di linea che dovrà integrarsi con la metropolitana valorizzandone i punti di forza.

1 L’indagine è stata inserita nel Programma statistico nazionale 1998-2000.

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La realizzazione della metropolitana occupa, quindi, un posto centrale nello scenario futuro, poiché modificherà, necessariamente, il comportamento di tutti gli attori in campo avendo effetti, oltre che sulle localizzazioni, sulle caratteristiche e sulle modalità di gestione tutti i servizi. Banalmente, un centro di offerta di servizi per le famiglie localizzato vicino ad una stazione della metropolitana avrà un bacino d'utenza diverso, e più ampio presumibilmente, rispetto ad un analogo centro localizzato, invece, a sensibile distanza dalla stazione stessa. La presenza del nuovo mezzo di trasporto genererà un traffico indotto da e verso i punti di interscambio dello stesso. La rilevanza di questo aspetto dello scenario condiziona la stessa nota metodologica: le esemplificazioni dei concetti via via introdotti saranno illustrate, volutamente, facendo riferimento alle scelte di mobilità delle famiglie. Va da sé che nell'impostazione seguita la mobilità viene colta con particolare riferimento all'interazione dell'elemento spaziale (dove) e dell'elemento temporale (quando). La nota, che contiene l’impostazione dell’indagine e specifica alcuni rilevanti aspetti di metodo, ha lo scopo di fornire ai decisori (Amministratori ed Alta dirigenza) gli elementi per valutare il quadro logico ed operativo all'interno del quale si colloca la rilevazione e quindi la coerenza delle analisi e delle statistiche rispetto agli obiettivi di pianificazione. La condivisione dell’impostazione, da parte dell’Amministrazione, è necessaria in quanto il taglio dato all’indagine è strutturale, dal momento che informa sugli elementi profondi dei processi decisionali familiari (in particolare sui comportamenti delle famiglie inseriti nel contesto temporale e spaziale) ed al contempo operativa, nel senso che l’analisi dei comportamenti è strettamente finalizzata alla pianificazione delle attività di soddisfacimento dei bisogni della popolazione messe in atto dal Comune, con particolare riferimento alle decisioni di mobilità. Il quadro logico, ed operativo, dell’indagine sui bilanci di tempo presentato nella nota si articola su tre livelli, presentati nei tre capitoli successivi. Il primo capitolo illustra i principi a cui si farà riferimento e che sono già stati, informalmente, anticipati. Il contesto familiare, sintetizzabile con la tipologia, in cui una persona è inserita vincola, a volte in modo estremamente rigido, le attività svolte dai singoli individui e lo stesso uso del tempo. Le attività svolte dagli individui, inserite nel contesto familiare (andare a scuola ad esempio), si traducono per l’amministrazione locale in domanda di servizi da soddisfare (servizi di istruzione,

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servizi di assistenza scolastica, servizi di ristorazione, servizi di trasporto ecc., per rimanere nell’esempio di prima) e quindi in organizzazione di risorse finalizzate alla erogazione di servizi. Il secondo capitolo illustra il modello utilizzato nell’analisi delle attività, sia sul lato della domanda sia sul lato dell’offerta, ed in particolare la rilevanza del riferimento temporale, e spaziale, nella programmazione delle attività stesse. L’ultimo capitolo illustra gli aspetti tecnici di realizzazione dell’indagine che prevede, in sintesi, un quadro unico di analisi in cui collocare residenti e non residenti e l’uso di analisi indirette finalizzate a rilevare presso ogni unità di rilevazione solo le informazioni rilevanti e a limitare la rilevazione diretta dei dati a quelli non altrimenti ricavabili. L’ampia bibliografia di riferimento ha lo scopo di fornire una panoramica sugli ambiti di utilizzo delle analisi sui bilanci di tempo e sulle metodologie di rilevazione utilizzate. La bibliografia evidenzia, inoltre, i debiti (in particolare con i lavori pionieristici che hanno tracciato il quadro concettuale dell'analisi delle attività) e soprattutto le differenze che riguardano l'approccio al tema ed il metodo. Quanto all'approccio, l'indagine sull'uso del tempo, così come proposta, ha un'elevata valenza operativa essendo finalizzata alle esigenze informative di un gestore pubblico di servizi. E' da questa impostazione che deriva la scelta di privilegiare la famiglia come unità d'analisi, e di inserire le attività familiari nel quadro temporale settimanale. Infine per quanto riguarda gli aspetti di metodo, la tecnica di rilevazione diretta presso la famiglia viene considerata come integrativa e riservata alle sole situazioni in cui l'informazione non sia altrimenti disponibile. Il quadro unitario della rilevazione viene definito al momento dell'impostazione e prevede l'utilizzo di una pluralità di fonti tra cui anche la rilevazione. E' sulla base delle informazioni già disponibili che si procede, in altri termini, a decidere se e quali informazioni ulteriori rilevare.

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2. Le attività delle famiglie e del Comune: un quadro unitario

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Il processo di ridisegno delle competenze istituzionali vede l’attribuzione al Comune di tutte le competenze amministrative a contenuto “gestionale” nei tre ambiti definiti dall’ordinamento delle autonomie locali della popolazione, dello sviluppo economico e del territorio. L’assegnazione di compiti nuovi è coerente con un modello istituzionale che esalta la responsabilità e l’autonomia attribuendo le competenze ai livelli maggiormente in grado di interpretare gli specifici bisogni locali in quanto diretta espressione della comunità locale. L’attribuzione di competenze a forte contenuto “gestionale” non significa che il Comune debba necessariamente produrre direttamente i servizi, anzi il quadro normativo prevede una netta separazione tra la titolarità della funzione (che rimane pubblica) e la gestione del servizio, stabilendo per quest’ultima la preminenza dei principi di efficienza ed economicità. Il mantenimento della titolarità della funzione significa che l’amministrazione locale si ritaglia il ruolo della sola pianificazione del sistema dei servizi pubblici, valutando l’affidamento della gestione degli stessi secondo criteri di tipo make or buy. La pianificazione dei servizi locali, dato il ruolo di governo del Comune, richiede un'adeguata base informativa di tipo quantitativo sulle caratteristiche della domanda di servizi, ed in particolare sulla domanda di servizi espressa dalla popolazione che ha un'evidente priorità nel quadro dell’ordinamento delle autonomie locali. E’ bene ribadire, al proposito, che le esigenze informative di chi governa un sistema di servizi sono diverse dalle esigenze informative di chi gestisce i servizi per il differente orizzonte

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temporale di riferimento: normalmente a medio e lungo termine il primo e, prevalentemente, a breve termine il secondo. La pianificazione strategica dei servizi locali da parte del Comune impone di collocare l’analisi della domanda di servizi stessi, in un quadro di riferimento completo che permetta di cogliere gli elementi di fondo, strutturali, della domanda stessa. Sono questi elementi quelli che devono informare la pianificazione del sistema dei servizi pubblici. Affronteremo, con un certo grado di dettaglio, prima lo schema di analisi delle attività familiari e poi quello del comune, in quanto produttore di pubblici servizi, mettendo in luce le molteplici relazioni e corrispondenze tra i due. 2.1 Le attività delle famiglie Il punto di partenza è l’analisi delle attività svolte dai soggetti (che costituisce la domanda di servizi) effettuata tendendo conto degli elementi differenziali legati della tipologia dei soggetti stessi, alla loro organizzazione sociale nella famiglia, ed all'organizzazione temporale, spaziale ecc. delle attività. Un esempio può introdurre il concetto. La scelta del mezzo di trasporto per portare i figli a scuola che è una tipica scelta familiare, tiene conto del grado di autonomia degli studenti che aumenta con l'età. Accompagnare i figli sarà, quindi, la regola alla scuola materna, e l'eccezione all'università. La rilevanza degli aspetti differenziali individuali (età, genere, …, salute) e familiari (numero e qualità dei componenti, patrimonio, …, reddito familiare) nella segmentazione della domanda sono talmente note da non richiedere approfondimenti particolari. Un'osservazione invece è necessaria. Le analisi tradizionali, ormai, in materia di bilanci di tempo tendono a porre maggiore enfasi sul singolo individuo: la stessa scheda di rilevazione pone al centro le attività personali e tratta le attività familiari come attività svolte contemporaneamente da più individui, considerati come entità autonome ed indipendenti. L'approccio seguito in questa sede pone, invece, grande attenzione alle decisioni familiari in materia di attività da realizzare e della loro organizzazione.

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Le decisioni individuali hanno, in altri termini, meno gradi di libertà rispetto alle decisioni familiari, poiché, normalmente, è più forte il vincolo posto dalla famiglia e dalle sue caratteristiche, che il vice versa. La famiglia, in effetti, costituisce il livello a cui vengono organizzate le risorse e prese le decisioni in alcuni degli ambiti sociali ed economici di maggior rilievo per l'impatto che hanno sui servizi pubblici . La composizione e le caratteristiche delle famiglie sono, quindi, i principali fattori differenziali. Per mitigare un'interpretazione troppo perentoria occorre ricordare che le osservazioni ora riportate derivano dall'impostazione seguita che si definisce per fornire informazioni, ad un decisore pubblico, che solitamente ha le famiglie come utenza dei propri servizi, e d'altra parte, alla considerazione che vi sono caratteristiche ed esigenze individuali che obbligano le famiglie a riorganizzarsi in funzione delle stesse. Ad esempio, la presenza di componenti non autonomi in famiglia (bambini, anziani, malati ecc.) comporta lo svolgimento di attività specifiche (ad esempio accompagnare i figli a scuola), ma anche una peculiare organizzazione delle attività stesse (si pensi, ad esempio, ai servizi di assistenza e cura ai familiari che una famiglia con disponibilità economiche può acquistare sul mercato). Analogamente si dà per acquisita l'ampia letteratura sulla specializzazione di genere nelle attività familiari e l'impatto sulla famiglia e sulle decisioni di svolgimento delle attività. Prevale, secondo il nostro approccio, la famiglia come livello a cui vengono prese le decisioni dal momento che è la famiglia che organizzata le risorse disponibili. Scaturisce da qui il fatto che sia il livello familiare quello da considerare nell'analisi delle modalità con cui vengono organizzate le attività all'interno della famiglia. L’esperienza quotidiana ci dice che le attività, riconducibili ad una famiglia, non si susseguono in modo assurdo, ma sono razionalmente organizzate in modo da garantire il raggiungimento degli obiettivi propri della famiglia (e dei singoli individui) nel rispetto dei vincoli, individuali, familiari e sociali esistenti. Il tempo è, sicuramente, uno dei vincoli più stringenti. Esamineremo la questione dopo aver presentato un ulteriore esempio relativo alla mobilità nel caso di una famiglia costituita da una coppia con un figlio in età scolare. La decisione, che viene prese a livello familiare, di dedicare un adulto ad accompagnare il figlio a scuola dipende da vari elementi tra cui, in primo luogo, il grado di autonomia del figlio.

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A questo si aggiungono altri fattori riconducibili sia alla famiglia (ad esempio il possesso di un'auto) sia al contesto sociale nel quale la famiglia è inserita (la comunità a cui la famiglia appartiene) che sono preliminari a qualsiasi decisione sul mezzo di trasporto. Sarà l'accompagnatore individuato dalla famiglia ad organizzarsi per i "dettagli" scegliendo quel mezzo di trasporto, tra quelli disponibili, che permette di raggiungere l'obiettivo (accompagnare il figlio a scuola entro l'orario di inizio delle lezioni, le 8.30 del mattino), garantendo, nel contempo, di non violare i propri vincoli di attività e tempo (entrare al lavoro entro le 9.00). Risulta perfino banale la considerazione che mandare il figlio a scuola è un'attività che quella famiglia può organizzare come meglio crede, ma che deve effettuare . Le famiglie, normalmente, devono organizzare le risorse disponibili (persone e mezzi, anche se limitatamente ad alcune finestre temporali, e risorse finanziare) per effettuare tutte le attività necessarie, ovviamente in relazione alle proprie specifiche finalità. Le attività che devono essere realizzate dipendono dalle caratteristiche della famiglia e degli individui che la compongono. Nell'esempio di prima è la presenza di un figlio, non autonomo, che determina la necessità di accompagnarlo a scuola. Le famiglie organizzano le attività che vogliono realizzare in catene causali (ovviamente si accompagna il figlio a scuola prima di andare al lavoro) e sfruttando la possibilità (che non vale in generale) di effettuare contemporaneamente alcune attività (cucinare e badare ai figli ad esempio). L’interrelazione tra le attività è quindi legata alle caratteristiche delle attività stesse ed alle loro specifiche modalità di organizzazione. Riprendendo l'esempio solito, non è inusuale vedere una madre accompagnare a piedi a scuola il figlio più grande, seguita dal più piccolo. Questo esempio semplice mette in evidenza un'organizzazione complessa in cui sono coinvolti tre attori (di cui uno solo autonomo) attività molteplici (trasporto e sorveglianza) e ci permette di introdurre cinque fattori che connotano le attività delle famiglie, e che sono rilevanti per ricostruire il quadro operativo. • Il soggetto di riferimento che distingueremo secondo il grado di

autonomia decisionale. La coppia, nella tipologia della coppia con figli minori, ad esempio, ha un grado di autonomia elevato, dispone delle risorse familiari e svolge le funzioni di organizzazione, in quanto stabilisce gli obiettivi della famiglia. Più complesso è il caso delle famiglie in cui convivono più soggetti autonomi, potenzialmente con interessi non omogenei: come nel caso delle famiglie con più generazioni presenti.

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• Le interrelazioni tra i soggetti , vale a dire gli individui coinvolti nelle attività. Gli esempi al proposito si sono sprecati.

• Il sistema dei tempi della città , vale a dire il sistema di vincoli temporali, di origine culturale o imposti, che tutti i soggetti appartenenti ad un dato contesto sociale, o comunitario, sono tenuti a rispettare nella realizzazione delle proprie attività. La Pasqua, il Ramadan, le domeniche, la festività del santo patrono, il calendario scolastico e l'orario dei cinema sono piccoli esempi del sistema orario, sono vincoli fissi che famiglie e imprese devono inglobare nelle proprie decisioni.

• Il momento in cui le attività vengono svolte e la loro durata. • Il luogo in cui le attività vengono svolte e gli attributi del caso:

percorso, mezzo di trasporto ecc.. Ogni elemento può essere analizzato in modo dettagliato mettendo in evidenza uno o più attributi; dipende dalla rilevanza che ha quella data caratteristica rispetto all'obiettivo dell'indagine. Nel nostro caso l'aspetto temporale e spaziale saranno trattati considerando un elevato livello di dettaglio proprio in relazione alle finalità dell'indagine ed allo scenario di riferimento. Un'ultima considerazione riguarda il problema, di non poco rilievo logico ed operativo, del riferimento territoriale dell'analisi. E’ forse superfluo osservare l’importanza della distinzione per le differenti tipologie di servizi: la domanda potenziale ed effettiva è costituita dalla sola popolazione residente (ad esempio l’utenza dell’anagrafe) o da segmenti di questa (ad esempio i servizi diurni per anziani), dalla sola popolazione non residente (ad esempio alcuni servizi di trasporto non di linea) o dalla mescolanza di popolazione residente e non residente (ad esempio i servizi di trasporto pubblico di linea, i servizi scolastici ecc.). La finalità programmatoria, quindi operativa, dell’indagine comunale sui bilanci di tempo (in quanto funzionale alla pianificazione e programmazione delle attività dell'ente) richiede di considerare tutte le famiglie, siano esse residenti e non residenti, anche se con modalità distinte. La distinzione delle famiglie in relazione alla residenza è di carattere sia istituzionale sia operativo. La popolazione residente costituisce il riferimento istituzionale dell’ente locale (normalmente identifica la comunità di cui parla l’ordinamento delle autonomie locali). La popolazione non residente non costituisce un diretto riferimento istituzionale, anche se è, a tutti gli effetti, una parte consistente della domanda potenziale ed effettiva per un'ampia serie di servizi pubblici: si pensi, ad esempio, ai servizi di istruzione primaria e secondaria.

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Sono sostanzialmente ragioni pratiche, legate alle risorse e all'organizzazione, a far decidere a favore di un'analisi centrata sulla sola componente residente. La componente non residente entra ugualmente nello schema di analisi, anche se come elemento aggiuntivo, ancorché importante, rispetto alla domanda espressa dalle componente residente. 2.2 Le attività del Comune L’ente pubblico è interessato alla conoscenza delle attività svolte nelle famiglie (articolate variamente per tenere conto delle tipologie di attività, della modalità di organizzazione e delle interrelazioni) per le ragioni già dette: compito istituzionale dell’amministrazione pubblica è organizzare risorse per soddisfare la domanda potenziale ed espressa delle famiglie. La scelta di aggiungere un ulteriore mezzo di trasporto a quelli esistenti (la metropolitana) è finalizzata ad offrire un vettore in più alle famiglie in grado di soddisfare, in modo efficiente, le esigenze di mobilità sistematica semplice: tipicamente tra casa e scuola e tra casa e lavoro. Le scelte produttive dell’ente pubblico, quali attività realizzare e come organizzare i fattori produttivi, dipendono da vari elementi. La questione è nota e così ampiamente analizzata da non richiedere approfondimenti, se non un semplice richiamo ai tre elementi di maggiore rilievo: le caratteristiche della domanda, la forma del mercato in cui opera e la quota di mercato che inte nde soddisfare . L’analisi delle attività delle famiglie, inserite nel flusso temporale e nello schema spaziale, fornisce informazioni che permettono di segmentare la domanda, caratterizzandone le tipologie, spostando il problema alla scelta dell’organizzazione ottimale, politicamente, economicamente e socialmente, dei fattori produttivi. Questo problema può essere focalizzato, usando uno schema dell’analisi economica, facendo riferimento all’analisi della tipologia del mercato in cui il soggetto pubblico opera, e della quota di mercato che intende soddisfare.

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La rilevanza del flusso del tempo nell’analisi delle attività delle famiglie, la domanda nel nostro schema, trova un parallelo, sul lato dell’offerta, nell’organizzazione temporale delle attività produttive. La corrispondenza non è inattesa essendo le attività finalizzate alla produzione, e le attività delle famiglie (di consumo, di produzione, ecc.) attività umane e quindi naturalmente inserite nel flusso del tempo e collocate nello spazio. La banalità dell’affermazione precedente non deve far dimenticare che ciò che conta, in ambito economico e sociale, è l’organizzazione e le interrelazioni delle attività (finalizzate alla produzione, al consumo ecc.) nel tempo e nello spazio tra i vari soggetti economici (famiglie ed imprese). Così, ad esempio, il cambiamento dell’orario di apertura di una scuola comunale è, dal lato dell’ente locale (dell'offerta di servizi) una riorganizzazione della produzione dei servizi scolastici, mentre dal lato delle famiglie (della domanda) coincide con la modifica del sistema di vincoli temporali, con la conseguenza necessità di rivedere l’organizzazione e le modalità di realizzazione delle proprie attività. La situazione esemplificata offre lo spunto per un’ulteriore riflessione. L’ente pubblico potrebbe, ribaltando l’approccio, valutare l’effetto dei cambiamenti nell’organizzazione della produzione di servizi (compresi gli orari dei servizi) sulle attività svolte dalle famiglie, tendendo conto delle modalità di organizzazione e delle interrelazioni delle stesse, stimando gli effetti sul lato dell’offerta e, soprattutto, sul lato della domanda. Due sono gli elementi da segnalare a questo punto: il primo relativo al differente impatto che le attività programmatorie e gestionali possono avere sul sistema dei vincoli temporali, ed il secondo relativo alla divisibilità dei servizi. Introdurremo la prima questione con un esempio. E' evidente che la decisione (che chiameremo di carattere programmatorio ) dell'ente locale di modificare l'orario settimanale delle proprie scuole ha un impatto immediato e diretto sull'intero sistema degli orari della città. La decisione (che chiameremo di carattere gestionale ) di una direzione didattica di articolare diversamente le attività giornaliere, nel rispetto del calendario comunale, ha, evidentemente, un impatto limitato e ristretto. La distinzione ora introdotta tra attività dei gestori di servizi di carattere programmatorio e gestionale ha almeno una duplice rilevanza per il tema che stiamo affrontando.

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Le decisioni di natura programmatoria definiscono il sistema dei vincoli temporali per tutte le attività umane, ad esso devono attenersi tutti i soggetti. Il grado di condizionamento è così elevato che le famiglie sono obbligate a rispettarli : banalmente, portare a scuola un figlio in ritardo è un'eccezione, ma non può costituire una regola. Le attività di carattere gestionale dei gestori di servizi si esauriscono in un ambito limitato e non sono totalmente interdipendenti dalle altre, anzi dipendono da alcune di esse. La gerarchia tra le due tipologie di attività porta ad considerare nell'indagine le sole attività programmatorie (i calendari settimanali di apertura delle scuole nell'esempio di prima), trascurando, in questa sede, le attività gestionali. La mancata considerazione delle attività gestionali non comporta una riduzione dell'informazione raccolta, rispetto alle finalità dell'indagine, ma, a ben vedere, consente di concentrarsi sugli elementi che incidono sulle modalità di organizzazione delle famiglie. Dal punto di vista operativo questa scelta comporta un notevole alleggerimento della rilevazione poiché evita di scendere in una rilevazione di dettaglio di attività su cui le famiglie non possono intervenire, in quanto sono già strutturate. Il tema della divisibilità dei servizi offerti dall’ente pubblico, ha, in questo quadro, un carattere cruciale per ragioni di efficacia ed efficienza produttiva. I servizi indivisibili (tipico il caso dei servizi di trasporto di linea e della futura metropolitana) essendo strutturati per il soddisfacimento di esigenze generali, riferite ad una domanda indifferenziata, hanno livelli di efficacia ed efficienza programmati che possono migliorare attraverso una conoscenza delle caratteristiche delle attività svolte dalle famiglie, inserite nel quadro temporale e spaziale. Il rapporto tra domanda ed offerta è invece molto più diretto nel caso dei servizi divisibili (tipico il caso delle prestazioni domiciliari domestiche) che sono organizzati per soddisfare esigenze specifiche, sono riferiti ad una domanda diversificata, ed essendo prodotti “a lotti” minimi di tempo, permettono una maggiore flessibilità gestionale. L’assunzione del “punto di vista del soggetto pubblico” come criterio di organizzazione delle attività individuali e familiari, porta a selezionare ed ordinare le attività delle famiglie, ed a restringere la gamma di attività effettivamente rilevanti. Interessano direttamente il Comune tutte quelle attività che costituiscono servizi o domanda, potenziale o espressa, di servizi (ad esempio la nonna che di prende cura dei nipoti) ed ugualmente tutte le attività che presentano effetti collaterali (come l'uso del mezzo privato di trasporto per la gestione della mobilità).

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Lo specifico punto di vista pubblico porta ad escludere tutte le attività familiari per le quali non esistono compiti istituzionali (ad esempio guardare la televisione) ed anche quelle attività che si svolgono con modalità tali da non provocare effetti collaterali rilevanti. Nella programmazione dei servizi di trasporto di linea interessano i momenti di punta, che mettono sotto stress la struttura dell'offerta, mentre sono poco rilevanti i momenti di morbida. Andare in macchina la domenica, per svago o per altre ragioni, interessa poco, mentre è essenziale l'analisi della mobilità con l'auto la mattina di un giorno feriale.

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3. Cicli e ritmi delle attività familiari

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E’ perfino banale osservare che le attività degli individui e delle famiglie avvengono nel tempo e nello spazio, anzi in generale ogni attività umana è caratterizzata dalle coordinate spaziali e temporali. Le attività svolte dalle famiglie, come si è accennato in precedenza, si caratterizzano per l'essere poste in sequenze ordinate (sono organizzate) nel senso di sequenze funzionali al raggiungimento di certi obiettivi. Le modalità di organizzazione della famiglia devono confrontarsi con i vincoli posti dal sistema naturale e sociale all'interno del quale le famiglie sono collocate. Il primo fattore è dato dalla comunità di appartenenza che determina lo spazio degli elementi alimentari, economici, …, religiosi, sociali, in una battuta culturali e materiali, all'interno del quale si identifica, e viene altresì riconosciuta, la famiglia. L'appartenenza ad una comunità straniera, condiziona "a monte" tutte le scelte familiari, e quindi anche le decisioni sul mezzo di trasporto utilizzato, per esempio, nel tragitto tra casa e scuola. Un secondo fattore è dato dalla presenza di alcuni cicli, non solo naturali, che definiscono i ritmi delle attività umane nel nostro contesto sociale ed economico. Possiamo considerare, a questo proposito, almeno cinque cicli rilevanti: • ciclo giornaliero , legato alle fasi dì-notte ed al ciclo sonno-

veglia. E’ un ciclo naturale e biologico; • ciclo settimanale , legato ai cicli produttivi e sociali, ed in

specifico all’alternanza feriale-festivo. E’ un ciclo sociale ed economico.

• ciclo mensile , legato ai cicli di spesa conseguenti la disponibilità dello stipendio erogato su base mensile. E’ di natura sociale e sempre meno rilevante.

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• ciclo annuale , legato all’alternanza delle stagioni ed alle ferie annuali;

• ed infine il ciclo di vita . E’ chiaro che la compresenza di cicli differenti condiziona e determina, in molti casi, le attività che vengono svolte. Non tutti i cicli considerati hanno la stessa rilevanza. A questo proposito occorre sottolineare che non sempre il ciclo giornaliero, dato dall’alternanza dì-notte, è quello rilevante nell’organizzazione delle attività. L'impostazione dell'analisi porta a ritenere che la ciclicità settimanale sia il fattore ciclico più rilevante, vale a dire quello in grado di imprimere il proprio ritmo, a ragione del fatto che le attività umane produttive e sociali sono organizzate sul ciclo settimanale, o feriale festivo. Gli orari dei mezzi di trasporto pubblico di linea, e quindi della metropolitana, sono differenziati su base settimanale distinguendo tra giornate feriali, prefestive e festive. Il ciclo giornaliero entra in seconda battuta ed introduce il vincolo biologico della sequenza veglia riposo. Tuttavia il solo fatto di definire una griglia oraria, più “fine” rispetto a quella settimanale, non significa di per sé che le decisioni di organizzazione delle attività nel tempo siano prese avendo come riferimento esclusivamente e anche prevalentemente lo schema giornaliero. L’esempio più evidente è dato dal ciclo lavorativo che, nel nostro sistema sociale, ha un'organizzazione almeno settimanale: è su base settimanale che viene definita, normalmente, la prestazione lavorativa richiesta che successivamente si articola su base giornaliera. L’organizzazione settimanale essendo legata all’alternanza tra giorni feriali e festivi, delimita gli stessi cicli lavorativi ed ha una valenza più generale: si pensi, ad esempio, ai cicli di spesa settimanali, all’organizzazione settimanale delle attività religiose, di svago (il palinsesto) e così via. Possiamo, in effetti, osservare che il ciclo settimanale è il normale e prevalente riferimento temporale nella programmazione delle attività. Il ciclo mensile ed annuale, inseriti nella fase del ciclo di vita, consentono la pianificazione di macro attività, ma è solo a scala settimanale che la pianificazione si traduce in una articolazione operativa. Il ciclo giornaliero, con i suoi vincoli di orario, costituisce la griglia all’interno della quale vengono collocate le attività programmate e gestite le situazioni non programmabili in precedenza, ad esempio eventi eccezionali, emergenze o altro.

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L’enfasi sul ciclo settimanale è legata anche al fatto che la ripetizione di attività lungo un dato arco temporale impone alla famiglia il rispetto di una partitura predefinita, e quindi dei ritmi stabiliti dall'organizzazione sociale. Ritmi che, più in passato che oggi, a dire il vero, tendono ad essere ciclici e quindi regolari. Un esempio servirà per raccordare quanto appena detto con gli argomenti successivi. Il sistema scolastico, e non solo dell'obbligo, si organizza su base settimanale con orari articolati su cinque o sei giorni. Ogni famiglia che abbia figli in età scolare si organizzerà in modo da garantire che giornalmente e con regolarità il figlio raggiunga la scuola in orario. La famiglia, in altri termini, si organizza in modo da risolvere stabilmente, e non occasionalmente, il problema; affronterà volta per volta, e quindi giornalmente, le eventuali eccezioni: ad esempio quando l'accompagnatore elitario si ammala. L’individuo e la famiglia “seguono” giornalmente il programma definito su scala settimanale, modificandolo ed adattandolo per far fronte ad eventi o esigenze che non erano programmabili in partenza. Le variazioni giornaliere delle attività rispetto alla programmazione ha una importanza ridotta nel nostro modello ed approccio (funzionale, si rammenti, alla pianificazione delle attività pubbliche di erogazione di servizi) poiché indica le modalità di adattamento della famiglia a fronte di eventi o esigenze impreviste. La divagazione precedente è rilevante ai nostri fini perché la variabilità individuale della domanda (la riorganizzazione su base giornaliera delle attività a fronte di eventi eccezionali) è rilevante per la programmazione dei soli servizi divisibili, mentre i servizi indivisibili possono essere efficacemente programmati solo avendo come riferimento situazioni e comportamenti “normali”. A mitigare, nuovamente, la stentorea dichiarazione precedente occorre ricordare che il ciclo giornaliero non è da considerarsi più il principale ciclo di organizzazione delle attività familiari, ma rimane, comunque, il ciclo naturale e biologico di base. L'organizzazione delle attività sulle ventiquattro ore può essere forzata e superata con i cicli lavorativi, ad esempio i turni di lavoro, che sono tipicamente a base settimanale. Il ciclo giornaliero rimane, comunque e per la maggior parte della popolazione e delle attività, un ciclo base, non fosse altro per definire il ritmo individuale e familiare del sonno e della veglia. La minore rilevanza attribuita al ciclo giornaliero come fattore in grado di influenzare le decisioni organizzative delle famiglie, e dei produttori di servizi pubblici, non ne sminuisce l'importanza quale elemento di vincolo.

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Le attività programmate su scala settimanale vengono articolate, secondo schemi costanti, su base giornaliera in modo da rispettare il vincolo più drastico rappresentato dalle ventiquattro ore. Il vincolo orario giornaliero costituisce lo schema base non modificabile, all'interno della quale saranno costrette le singole attività.

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4. Aspetti di metodo

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In questo capitolo sono illustrati gli aspetti metodologici salienti riferiti alle caratteristiche delle unità di rilevazione dell’indagine (che tiene conto della distinzione tra residenti e non residenti), alle tecniche di rilevazione (distinguendo tra dati rilevabili direttamente ed indirettamente) ed infine alle caratteristiche del “questionario” (proponendo una soluzione modulare che supera il tradizionale questionario "unico"). Gli aspetti tecnici illustrati in questo parte sono ispirati ad un principio generale di efficacia che consiste nell’utilizzare per ogni unità di rilevazione risorse e tecniche di indagine congrue, differenziando le modalità della rilevazione, e le stesse informazioni da rilevare, secondo le caratteristiche delle unità di rilevazione, ad esempio le tipologie familiari per la popolazione residente. Analogamente può dirsi per la scelta di rilevare direttamente (ricavando le informazioni dal contatto con l’unità di rilevazione con qualsiasi strumento dall’intervista all’autocompilazione del questionario) o indirettamente (ricavando le informazioni da altre fonti e riconducendo i dati all’unità di rilevazione: è il caso delle fonti amministrative siano esse archivi pubblici ovvero archivi di gestori di servizi). Il principio di adeguare le risorse alle unità di rilevazione può essere specificato considerando almeno tre aspetti: 1. Adeguare il questionario alle caratteristiche de lle unità di

rilevazione . Si è già detto del fatto che la struttura delle famiglie circoscrive l’insieme delle attività realizzabili e le stesse modalità

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con cui vengono effettuate. Immediato è l’effetto sui quesiti e quindi sul questionario.

2. Adeguare le tecniche di rilevazione alle caratteristiche delle unità di rilevazione.

3. Selezionare rilevatori adeguati alle caratterist iche delle unità di rilevazione (famiglia con struttura complessa o semplice); adeguare, in altri termini, le caratteristiche del rilevatore alla fonte informativa, in modo da ottimizzarne il rapporto.

4.1 Le unità di rilevazione: famiglie residenti e popolazione non residente L'impostazione dell'indagine prevede che la domanda di servizi espressa dalle famiglie, venga considerata nella sua globalità, vale a dire qualunque sia il luogo della residenza delle famiglie stesse. Il riconoscimento dell'unitarietà dell'impostazione non sminuisce l'importanza della differenziazione della domanda in relazione al luogo di residenza. Le famiglie residenti sono il riferimento istituzionale per l'ente gestore (rappresentano direttamente quella comunità locale di cui parla l’ordinamento delle autonomie locali), mentre le famiglie non residenti costituiscono utenza, anche se non istituzionale, per i servizi pubblici locali. La differenza è più evidente a livello operativo. Le famiglie residenti hanno, per definizione, dimora abituale nel territorio comunale. L'indirizzo dell'abitazione individua il luogo presso cui contattare la famiglia, ma non solo. L'indirizzo è anche il riferimento per i contratti di erogazione dei servizi e, solitamente, individua l'area presso cui è parcheggiata l'automobile. Le famiglie non residenti (che sono rilevanti in quanto usufruiscono dei servizi prodotti a scala urbana) sono maggiormente disperse territorialmente e risulta più complesso, e costoso, poterle contattare presso il proprio domicilio. Ragioni logiche, e in parte pratiche, ci portano a considerare le famiglie residenti come la preminente popolazione di riferimento dell'indagine, quella per la quale procedere alla rilevazione diretta (presso l'abitazione) di una batteria estesa di informazioni.

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Le famiglie non residenti entrano nell'indagine limitatamente ai soli componenti che svolgono le proprie attività nel territorio comunale, e parzialmente, vale a dire in relazione ai servizi ritenuti più rilevanti. La definizione di due tipologie di unità di rilevazione e le differenti esigenze informative (più ampie nel primo caso, limitate alla stima di alcuni segmenti di domanda nel secondo) ha effetti diretti sulla scelta della tecnica di rilevazione. Due sono le ipotesi di lavoro: • Indagine su un campione di famiglie residenti stratificato secondo

una pluralità di criteri funzionali agli obiettivi dell’indagine; • Rilevazione campionaria di alcuni caratteri fondamentali dei non

residenti seguendo due direzioni: rilevazione presso i servizi dell’incidenza dei non residenti (eventualmente adeguatamente stratificati); rilevazione con tecniche ecologiche (del tipo cattura-ricattura o line-transect).

Le informazioni rilevabili sulla componente non residente consentono di procedere al calcolo di indicatori di accesso ai servizi che mettano in evidenza la domanda dei non residenti in relazione alla parte istituzionale della domanda. 4.2 Le informazioni dirette ed indirette Una parte consistente delle attività svolte dalle famiglie e dagli individui lascia una precisa traccia in uno o più archivi2 amministrativi. La traccia lasciata è “obbligatoria” nel caso di molti servizi pubblici (si pensi alla presenza a scuola e quindi in mensa del bambino iscritto alla scuola materna ed al meccanismo di giustificazione: il genitore deve avvisare per la mancata presenza e giustificare l’assenza). Anche senza pensare di ricostruire le attività familiari raccogliendo e collegando tutto quello che si può sapere di una persona, che sia registrato negli archivi amministrativi3 è possibile utilizzare alcune le

2 E’ di questo periodo l’osservazione del Garante per la tutela dei dati personali del fatto che giornalmente ogni cittadino venga ripreso almeno trecento volte da una telecamera! 3 Si tratta di un metodo eticamente e deontologicamente discutibile, quindi di difficile realizzazione, anche se tecnicamente fattibile.

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informazioni disponibili presso più fonti per definire il quadro temporale delle attività temporale entro cui collocare la rilevazione. Un esempio riferito chiarità meglio il concetto. L'iscrizione di un bambino alla scuola elementare, senza la richiesta di servizi di pre-scuola e dopo-scuola, con orario organizzato su cinque giorni, definisce un ciclo settimanale regolare per quella famiglia: dal lunedì al venerdì il bambino dovrà recarsi a scuola entro le 8,30 ed uscirà da scuola alle 16,30. A scuola svolgerà varie attività programmate sportive, ludiche ed educative e consumerà i pasti. L'iscrizione alla scuola elementare impone alla famiglia una griglia temporale che deve essere rispettata, fatte salve situazioni eccezionali. L'organizzazione familiare terrà conto, necessariamente, di questi vincoli temporali anche perché si protraggono nel tempo, e si organizzerà per far sì che il figlio, normalmente, arrivi a scuola prima dell'inizio delle lezioni, ed all'uscita venga accompagnato a casa. La ripetizione giornaliera di attività entro finestre temporali date vincola i gradi di libertà delle famiglie, o in altre parole la variabilità familiare ed individuale. La conoscenza dei vincoli dati dalle attività, con le rispettive finestre temporali, porta a semplificare il problema della rilevazione. Non si dimentichi che una rilevazione ha lo scopo di cogliere le differenze di comportamenti: non servirebbe nessuna rilevazione, se tutti facessero la stessa cosa. La conoscenza di alcuni elementi familiari ed individuali sistematici, riconducibili al lavoro ed allo studio, permette di predefinire la struttura temporale delle attività e quindi precompilare il questionario della rilevazione. Ciò che avviene internamente alle finestre temporali governate dal lavoro o dallo studio è sostanzialmente già noto (banalmente si lavora e si studia), mentre l'attenzione, e la rilevazione, si può concentrare sulla effettiva componente variabile: in quale modo la famiglia organizza le proprie risorse per riuscire a garantire a tutti i propri componenti di svolgere le attività programmate nel rispetto di vincoli. La regolarità e ripetitività dei comportamenti è rilevabile sia direttamente sia indirettamente. La rilevazione indiretta è legata alla registrazione degli effetti di attività e comportamenti della famiglia e degli individui. L'esempio più banale è rappresentato dai momenti di punta nel traffico. Una pluralità di soggetti indipendenti (le famiglie) devono effettuare una certa attività (ad esempio accompagnare il figlio alla scuola elementare) in un luogo ed entro un'ora dati (ad esempio alla scuola

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di quartiere entro le 8.30) potendo seguire un numero limitato di itinerari (a volte uno solo). La registrazione del flusso di traffico presso i colli di bottiglia rivela un picco di traffico in prossimità dell'ora fatidica. Esempi meno banali si possono ricavare dal profilo orario dei consumi di servizi essenziali. Ne riportiamo alcuni a titolo non solo esemplificativo: • L'andamento orario dei consumi elettrici familiari è legato al ciclo

dì-notte, ma anche ai cicli familiari: quando si va a letto normalmente si spendono luci ecc.;

• L'andamento orario dei consumi di calore è legato ai cicli invernali di ingresso ed uscita da casa;

• L'andamento orario dei consumi d'acqua è legato, in parte, al momento del risveglio;

• L'andamento orario dei consumi di gas da cucina è legato al confezionamento dei pasti caldi: colazione, pranzo e cena.

Le informazioni indirette possono servire a completare altri pezzi della griglia temporale delle attività delle famiglie. 4.3 Aspetti tecnici della rilevazione La massa di informazioni ricavabile da fonti dirette ed indirette consente di ripensare lo strumento di rilevazione e le stesse tecniche di rilevazione. La ricchezza delle informazioni disponibili ed una minuziosa analisi a tavolino consentono di precisare, in modo dettagliato, le informazioni che ha senso rilevare attraverso l'intervista diretta. Ovviamente dipende da ciò che si conosce a priori di ogni singola situazione familiare in quanto appartenente ad uno strato della classificazione4. Il questionario unico5 viene, di fatto, superato da una struttura modulare di rilevazione che si adatta alle specifiche caratteristiche familiari ritenute rilevanti ai fini della rilevazione.

4 E' superfluo dire che se nel corso della rilevazione emergono elementi che modificano i caratteri di classificazione si procede a riassegnare la famiglia ad un nuovo strato con le conseguenze del caso.

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L'impostazione seguita, a ben vedere, traduce in termini operativi i principi illustrati di adattarsi all'unità di rilevazione e non vice versa di adattare l'unità di rilevazione alle esigenze, logistiche, della rilevazione, e di chiedere solo ciò con non si può conoscere per altra via. Anche la scelta della tecnica di rilevazione è coerente con questo quadro. • l'intervista telefonica può risultare la soluzione più efficace, ed

efficiente, per "confermare" i dati di situazioni ben strutturate. E' il caso, per quanto paradossale, delle famiglie con figli piccoli;

• L'intervista diretta è la tecnica più adatta per situazioni non regolari: è il caso, anche questo meno paradossale di quanto possa sembrare a prima vista, dei pensionati.

Questa impostazione ha alcuni vantaggi evidenti: • riduce il “disturbo statistico” a carico delle famiglie • consente di aumentare la precisione delle informazioni raccolte

investendo nella qualità dei dati (si chiedono meno dati ma più dettagliati);

• permette di raccogliere i dati anche presso i luoghi in cui vengono svolte le attività principali (scuole, luoghi di lavoro e non solo casa);

• rende meno problematica il trattamento dell’errore non campionario: una stratificazione fine rende le famiglie fungibili.

Gli svantaggi sono altrettanto evidenti: • è necessario un investimento nell'indagine a tavolino e nel

recupero di basi di dati; • la stratificazione del campione deve essere necessariamente

piuttosto fine è diventa una fase estremamente delicata; • vanno considerati in fase di impostazione i problemi dell'errore

non campionario, ed in particolare della sostituzione delle famiglie soprattutto appartenenti a strati piccoli.

Dal punto di vista statistico all’interno di uno strato le attività svolte, i soggetti che le svolgono (individualmente o in associazione), e le modalità con cui sono svolte (a partire dalla durata e dal luogo) sono variabili per effetto di elementi trascurabili ai fini dell’indagine. In altri termini statisticamente le unità dello strato sono fungibili. Si campionerà quindi su ogni stato in modo proporzionale al peso che ha sull’universo. E’ necessario rivedere i pesi a posteriori per effetto delle differenze a causa dell’incompletezza del piano di stratificazione (esempio mancanza di dati economici o patrimoniali sulla famiglia) e delle

5 Unico per esigenze logistiche, ma non per esigenze logiche.

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differenze tra i dati utilizzati per la stratificazione ed i dati reali (dati anagrafici e dati effettivi).

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Zick C., Bryant K., A New Look at Parents' Time Spent in Chid Care: Primary and Secondary Time Use, Social Science Research, 25:1, 1996

5.2 Siti Internet

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Il punto di partenza è dato dal sito della International Association for Time Use Reasearc, IATUR, che organizza incontri annuali sul tema: http://www.stmarys.ca/partners/iatur/iatur2.htm La 1999 IATUR Conference, sul tema The state of time use Research at the end of the century, si trova su: http://www.iser.essex.ac.uk/activities/iatur/abstract/index.htm Dal link Research Initiative si accede ai siti di alcune recenti iniziative come il: Multinational Time Use Study, MTUC , presso ISER, Institute for Social and Economic Research, http://www.iser.essex.ac.uk/mtus/ dove recuperare informazioni sugli studi sui bilanci di tempo a livello internazionale. Research Network on Time Use, RNTU, che rimanda all'università di Luenenburg: http://www.uni-luenenburg.de/fb2/ftb/timeuse/ MacArthur Network on the Family and the Economy http://www.olin.wustl.edu/macarthur/conference/ conference-index.htm che ha organizzato la conferenza Time use, Non Market Work, and Family Well-being nel 1997. Nel sito di Statistics New Zealand, http://www.stats.govt.nz/ si trova il lavoro di Fleming R., Spellerberg A., Using Time Use Data. A History of Time Use Surveys and Uses of Time Use Data, che contiene una ricca bibliografia. L'utilizzo delle indagini sui bilanci di tempo nei trasporti è stata affrontata dal Transportation Research Board si veda: http://www.mtc.dst.ca.us/trb/ Nel sito dell’Ufficio di statistica delle Nazioni Unite http://www.un.org/Depts/unsd/timeuse/ si trovano informazioni su classificazioni; aspetti tecnici e metodologici si trovano su http://www.un.org/Depts/unsd/timeuse/icatus/icatus_1.htm Sulla classificazione delle attività familiari si veda l'incontro su Activity-Based Travel Forecast , ed in particolare il Workshop one: Activity and Time Use Data Needs, Resources and Survey Methods, su http://www.bts.gov/tmip/papers/tmip/abtf/abtf.htm Altre informazioni si possono trovare nei sistemi di ricerca di IDEAS, Internet Documents in Economics Access Servi ce

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http://ideas.uqam.ca/ideas/series.html Ohio State University http://search.uts.ohio-state.edu/ Population Studies Center http://www.psc.lsa.umich.edu/pubs/search.html

5.3 Statistiche Si stanno occupando di uso del tempo l’Ufficio di statistica delle Nazioni Unite (http://www.un.org/Depts/unsd/timeuse/) Eurostat e gli istituti nazionali di statistica dei paesi occidentali, con Australia e Nuova Zelanda e del Giappone (i link si possono recuperare nel sito IATUR).


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