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Procedura per l'accesso sicuro in un impianto sotterraneo di depurazione delle acque

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PREVENZIONE E PROTEZIONE Articolo www.ambientesicurezza.ilsole24ore.com 20 luglio 2010 - N. 14 IL SOLE 24 ORE 51 I l responsabile del Servizio di Prevenzione e protezione in un comune del circondario catanese ha dovuto occuparsi del passaggio di consegna nella gestione di un impianto di depurazione posto al servizio di un grosso complesso residenziale non servito da pubblica fognatura, ma ricadente in uno spiazzale destinato a parcheggio privato. In relazione soprattutto agli interventi di manutenzione che certamente saranno effettuati in seguito, è nato il problema di prevedere una fattispecie lavorativa per i dipendenti comunali, che in precedenza non era prevista fra quelle comprese nel documento di valutazione di cui agli artt. 17 e 28, D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81. In uno stesso ambiente confinato potrebbe verificarsi una combinazione di rischi associati alla presenza di uno o più agenti che possono avere più di un effetto concomitante, sequenziale o indipendente. Al fine di rendere più sicuro l’accesso all’interno dell’impianto di depurazione sotterraneo esaminato è necessario attuare una procedura per fasi. l di Vincenzo Raneri, Consulente in materie di sicurezza e igiene sul lavoro e relativi sistemi di gestione L’impianto di depurazione a servizio di un complesso residenziale è un impianto sotter- raneo funzionante secondo il principio della ossidazione a fanghi attivi per insufflazione di aria con diffusori sommersi (si veda la figura 1). Pertanto, si tratta di un classico ambiente di lavoro “confinato”, in quanto è uno spazio circoscritto, caratterizzato da limitate apertu- re di accesso e da una ventilazione naturale sfavorevole, nel quale può verificarsi un even- to incidentale importante che può portare a un infortunio grave o mortale, in presenza di agenti chimici pericolosi (per esempio, gas, vapori, polveri), e al quale devono essere ap- plicate le disposizioni di cui all’art. 66, D.Lgs. n. 81/2008, e del punto 3, Allegato IV allo stesso TU. In questa situazione è possibile rilevare i seguenti rischi di infortunio: l inciampamento o scivolamento; l contatto con parti abrasive o taglienti; l urto, colpo o schiacciamento; l contatto con parti in movimento; l proiezione di parti solide o liquide; l caduta di gravi dall’alto; l caduta dall’alto; l contatto con tensione elettrica; l puntura o morso di animale; l inalazione di sostanze pericolose; l contatto con sostanze pericolose; l caduta in contenitori di liquidi; l esposizione ad agenti biologici. In particolare, all’interno delle vasche e nelle fosse biologiche, nei collettori fognari, nel- l’ambito delle strutture dei depuratori, nei l Sotto analisi un impianto di depurazione con ossidazione a fanghi attivi Spazi confinati e sotterranei: le diverse fasi procedurali per l’accesso in sicurezza
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PREVENZIONE E PROTEZIONEArticolo

www.ambientesicurezza.ilsole24ore.com20 luglio 2010 ­ N. 14 IL SOLE 24 ORE51

I l responsabile del Servizio di Prevenzione e protezione in un comune del circondario cataneseha dovuto occuparsi del passaggio di consegna nella gestione di un impianto di depurazioneposto al servizio di un grosso complesso residenziale non servito da pubblica fognatura, ma

ricadente in uno spiazzale destinato a parcheggio privato.In relazione soprattutto agli interventi di manutenzione che certamente saranno effettuati inseguito, è nato il problema di prevedere una fattispecie lavorativa per i dipendenti comunali, che inprecedenza non era prevista fra quelle comprese nel documento di valutazione di cui agli artt. 17 e28, D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81. In uno stesso ambiente confinato potrebbe verificarsi unacombinazione di rischi associati alla presenza di uno o più agenti che possono avere più di uneffetto concomitante, sequenziale o indipendente. Al fine di rendere più sicuro l’accesso all’internodell’impianto di depurazione sotterraneo esaminato è necessario attuare una procedura per fasi.

l di Vincenzo Raneri, Consulente in materie di sicurezza e igiene sul lavoroe relativi sistemi di gestione

L’impianto di depurazione a servizio di uncomplesso residenziale è un impianto sotter­raneo funzionante secondo il principio dellaossidazione a fanghi attivi per insufflazione diaria con diffusori sommersi (si veda la figura1). Pertanto, si tratta di un classico ambientedi lavoro “confinato”, in quanto è uno spaziocircoscritto, caratterizzato da limitate apertu­re di accesso e da una ventilazione naturalesfavorevole, nel quale può verificarsi un even­to incidentale importante che può portare aun infortunio grave o mortale, in presenza diagenti chimici pericolosi (per esempio, gas,vapori, polveri), e al quale devono essere ap­plicate le disposizioni di cui all’art. 66, D.Lgs.n. 81/2008, e del punto 3, Allegato IV allostesso TU. In questa situazione è possibile

rilevare i seguenti rischi di infortunio:l inciampamento o scivolamento;l contatto con parti abrasive o taglienti;l urto, colpo o schiacciamento;l contatto con parti in movimento;l proiezione di parti solide o liquide;l caduta di gravi dall’alto;l caduta dall’alto;l contatto con tensione elettrica;l puntura o morso di animale;l inalazione di sostanze pericolose;l contatto con sostanze pericolose;l caduta in contenitori di liquidi;l esposizione ad agenti biologici.In particolare, all’interno delle vasche e nellefosse biologiche, nei collettori fognari, nel­l’ambito delle strutture dei depuratori, nei

l Sotto analisi un impianto di depurazione con ossidazione a fanghi attivi

Spazi confinati e sotterranei:le diverse fasi proceduraliper l’accesso in sicurezza

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serbatoi utilizzati per lo stoccaggio dei liqua­mi, è possibile riscontrare la presenza di bio­gas, in cui la percentuale di metano può varia­re dal 50% all’80%.All’interno di questi ambienti, quindi, posso­no crearsi zone di intrappolamento, causatedalla geometria particolare del luogo che fa­vorisce il ristagno dell’atmosfera pericolosa, ela presenza di aperture sulla sommità potreb­be non essere sufficiente a garantire la rimo­zione della sostanza fino a un livello di con­centrazione non pericolosa.A seguito dei recenti fatti accaduti presso unimpianto di depurazione e di altri fatti similariaccaduti nello stesso periodo in tutta Italia,l’ISPESL, insieme al Coordinamento tecnicointerregionale della prevenzione nei luoghi dilavoro e al Dipartimento dei Vigili del Fuocodel Soccorso Pubblico e della Difesa Civile,nel 2008 ha emesso una Guida operativaspecifica, cha ha rappresentato un utile com­

pendio sul tema, dalla quale è stato possibilededurre alcune considerazioni, seppure inte­grate da qualche previsione tratta dalla legi­slazione statunitense in materia (CFR 29 Part1910 e Guidelines OSHA, Part 9).

I rischi in spazi confinatiIl rischio di inalazione di sostanze pericolose(per esempio, gas, vapori, polveri) nel casodegli ambienti confinati può implicare:l rischio di asfissia (ovvero mancanza di ossi­

geno) a causa di:­ permanenza prolungata/sovraffollamentocon scarso ricambio di aria;­ reazioni chimiche di ossidoriduzione di so­stanze con rilascio di anidride carbonica,ammoniaca, acido cianidrico o acido solfi­drico; gli agenti che più frequentemente sisostituiscono all’ossigeno respirabile sonol’anidride carbonica (CO2) e l’azoto:1. l’anidride carbonica si forma in tutti que­

Figura 1

Impianto di depurazione sotterraneo

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gli ambiti con processi di fermentazionequali, per esempio, le fosse settiche, i tini/cantine per la fermentazione del vino, isilos o i processi di combustione, spesso inconcomitanza con altri agenti tossici quali ilmonossido di carbonio;2. l’azoto, invece, è generalmente presenteper una inadeguata rimozione in seguito adattività di bonifica o inertizzazione. Poichésono gas inodori, incolori e insapori nonsono rilevati dall’apparato sensoriale uma­no e causano la perdita di conoscenza sen­za particolari segni premonitori;

l rischio di avvelenamento per inalazione oper contatto epidermico per gas, fumi o va­pori velenosi normalmente presenti (peresempio, residui in recipienti di stoccaggio odi trasporto di gas) o che possono penetrareda ambienti circostanti (per esempio, rilasciodi monossido di carbonio), in relazione al­l’evaporazione di liquidi o sublimazione disolidi normalmente presenti (per esempio,serbatoi, recipienti) o che possono improvvi­samente riempire gli spazi o rilasciarvi gas,quando agitati o spostati (per esempio, acidosolforico, acido muriatico, zolfo solido);

l rischio di incendio e di esplosione che sipuò verificare in relazione alla presenza di:

­ gas e vapori infiammabili (per esempio,metano, acetilene, propano/butano, xilolo,benzene);­ liquidi infiammabili (per esempio, benzinee solventi idrocarburici);­ polveri disperse nell’aria in alta concentra­zione (per esempio, farine nei silos, nerofu­mo, segatura);­ eccesso di ossigeno o di ossidanti in genere(per esempio, a causa di violenta ossidazionedi sostanze grasse/oleose; nitrato di ammo­nio con paglia o trucioli di legno);­ macerazione e/o decomposizione di so­stanze organiche con autoriscaldamentodella massa fino a raggiungere la propriatemperatura di autoaccensione.

Alcune delle condizioni elencate possono giàesistere in origine negli ambienti confinati, men­tre altre possono sopraggiungere durante l’ese­cuzione dei lavori, a causa di operazioni esegui­te (per esempio, esecuzione di saldature), di ma­teriali o di sostanze (per esempio, utilizzo dicolle, solventi, prodotti per la pulizia), attrezzatu­re di lavoro impiegate (per esempio, uso di mac­chine elettriche che producono inneschi), a cau­

sa dell’inefficienza dell’isolamento dell’ambien­te confinato rispetto ad altri ambienti pericolosi(per esempio, perdite da tubazioni presenti negliambienti confinati o negli spazi limitrofi). Unelemento di amplificazione della gravità delleconseguenze dannose in caso di evento acci­dentale è presente in tutti i casi in cui gli accessiagli ambienti confinati sono particolarmente di­sagevoli (per esempio, attraverso passi d’uomo,cunicoli o aperture molto piccole) poiché in talcaso la fuga o il soccorso d’emergenza risultanomolto difficili. È opportuno evidenziare che inuno stesso ambiente confinato potrebbe verifi­carsi una combinazione di rischi associati allapresenza di uno o più agenti che possono averepiù di un effetto concomitante, sequenziale oindipendente. Al fine di rendere più sicuro l’ac­cesso all’interno dell’impianto di depurazionesotterraneo esaminato, sarà necessario attuareuna procedura per fasi.

Procedura di accessoin uno spazio confinato

Fase 1Il responsabile dell’area tecnicadevepredispor­re un “permesso di lavoro in ambiente confina­to” (si veda il riquadro 1), nominando un “pre­posto qualificato” che abbia, quindi, sufficienteesperienza per quel tipo di attività da eseguire eun’adeguata informazione, formazione e adde­stramento sui rischi correlati al particolare am­biente di lavoro e sulla gestione delle emergen­ze in ambiente confinato, nonché sia idoneo aquesto ambiente di lavoro, in relazione a fattoricome la claustrofobia, l’idoneità a indossare gliautorespiratori e le note mediche sulla idoneitàdel lavoratore alle attività in ambienti confinatie che dovrà essere sempre presente durantetutte le fasi delle operazioni successive. Nellostesso “permesso di lavoro in ambiente confina­to” il responsabile dell’area tecnica, avendo cu­ra di pianificare le operazioni essenziali conl’impiego del minor numero di persone compa­tibilmente con il compito che deve essere svol­to, deve nominare i “lavoratori qualificati”,quindi, con sufficiente esperienza per quel tipodi attività da eseguire e adeguata informazione,formazione e addestramento sui rischi correlatial particolare ambiente di lavoro, nonché sianoidonei a tale ambiente di lavoro, in relazione afattori come la claustrofobia, l’idoneità a indos­sare gli autorespiratori e le note mediche sulla

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idoneità del lavoratore alle attività in ambienticonfinati. Nella predisposizione del “permesso”,fra le sostanze nocive che devono essere moni­torate dovranno essere riportate le sostanzeprodotte dalla fermentazione e/o decomposi­zione dei liquami, quali l’idrogeno solforato(acido solfidrico H2S) e l’ossido di carbonio(CO); risulta opportuno verificare, a tal fine, ilregolamento comunale di fognatura e le varieautorizzazioni agli scarichi afferenti l’impiantodi depurazione, al fine di verificare l’eventualepossibilità di introduzione di sostanze che pos­sano determinare la formazione di gas nociviulteriori (ammine, ammoniaca, anidride solfo­rosa ecc.) soprattutto considerando che si trattadi una zona vulcanica e soprattutto nel caso incui l’impianto si sia fermato da alcune ore. Infogli allegati al permesso di lavoro in ambienteconfinato il responsabile dell’area tecnica, an­che nei casi di intervento per semplice manu­tenzione, deve descrivere dettagliatamente lemansioni specifiche e le modalità di esecuzionedell’intervento. In allegato al “permesso di lavo­ro in ambiente confinato” il responsabile del­l’area tecnica deve riportare le planimetrie indi­canti le vie di accesso, la geometria del luogo dilavoro, del materiale di soccorso, dei quadrielettrici, delle valvole di intercettazione, dellepostazioni di allarme e di comunicazione, delleareedi sosta deimezzi di soccorso. In allegato al“permesso di lavoro in ambiente confinato” ilresponsabile dell’area tecnica, anche nei casi diintervento per semplice manutenzione, devefornire copia di questa procedura di sicurezza.Inoltre, il responsabile dell’area tecnica dovràavere cura di fare pervenire in tempo utile al­l’amministratore del condominio un avviso diesecuzione lavori nell’impianto di depurazione,con l’invito a evitare tassativamente l’uso discarichi idrici per 30 minuti prima e 60 minutidopo l’arco di tempo in cui è previsto l’interven­to, valutando se non sia il caso di fare emettereuna specifica ordinanza di divieto.

Fase 2Prima dell’accesso all’interno dell’impianto dicondizionamento sotterraneo, sarà necessa­rio che il preposto qualificato si attenga allaseguente procedura:l provvedere a far chiudere e bloccare le

valvole e gli altri dispositivi di chiusura e/odi isolamento dei condotti in comunicazio­ne con l’interno dell’impianto di depurazio­

ne, a far intercettare i tratti di tubazionemediante flange cieche o con altri mezziequivalenti e a far apporre su questi dispo­sitivi di chiusura o di isolamento un’apposi­ta segnaletica monitoria con l’indicazionedel divieto di manovrarli o di rimuoverli (inconformità al punto 3.2.2, Allegato IV alD.Lgs. n.81/2008); allo stato attuale que­sta disposizione sembra inattuabile, per lamancanza stessa dei dispositivi di chiusurae/o di isolamento;

l provvedere alla recinzione dell’area di in­tervento, affinché sia garantito l’eventualeaccesso dei mezzi di soccorso;

l non sottovalutare mai, già nella fase di ri­mozione della botola, la possibilità di pre­senza di gas esplosivi e/o tossici all’internodella cameretta, evitando di affidarsi a con­siderazioni generiche, come, per esempio,la mancanza di odori;

l allontanare persone che fumano o le fiam­me libere o le fonti di scintille ed evitare diprovocare scintille spostando anche par­zialmente il chiusino, preferendo utilizzarea questo scopo gli appositi attrezzi a leva;

l rimanendo all’esterno, verificare, median­te una idonea ed efficiente apparecchia­tura di rilevazione multigas (metano oaltro gas esplosivo, mancanza di ossigeno,idrogeno solforato, ossido di carbonio ecc.)regolarmente calibrata, che l’aria all’inter­no dell’impianto di depurazione sotterra­neo sia libera da miscele esplosive o noci­ve, utilizzando un apposito sondino infilatoattraverso la grata di chiusura, in modo dainteressare, con l’estremità del sondino, unpunto più basso dell’ambiente confinato,attenendosi strettamente alle istruzionid’uso date dal fabbricante e solo se si èricevuto un idoneo addestramento specifi­co sul suo uso. È fondamentale, nella sceltadi queste apparecchiature, richiedere le se­guenti cruciali caratteristiche:

­ l’apparecchiatura non deve avere la tacita­zione dell’allarme (per un operatore nonesperto è pericoloso);­ l’apparecchiatura deve avere la possibilitàdi effettuare la rilevazione in continuo;­ non ci deve essere la possibilità di accessodiretto e, pertanto, di modifica dei parametridi rilevamento;­ l’apparecchiatura non deve potersi autota­rare automaticamente all’accensione ma de­

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ve chiedere quando effettuarla. La manu­tenzione dell’apparecchiatura deve obbliga­toriamente essere effettuata secondo quantoprescritto dalla ditta costruttrice;

l nel caso di accertamento della presenza diuna miscela di gas esplosivo e/o nocivo,astenersi dal compiere ulteriori operazioni,evitando l’avvicinamento dei passanti evietando l’accesso a chiunque non sia inte­ressato alle operazioni di bonifica;

l in caso di rilevazione di miscela di gasesplosiva, contattare l’ente di distribuzionedel gas in zona, attenendosi alle loro indi­cazioni e, qualora queste non ne preveda­no il divieto, procedere alle fasi successive;

l procedere alla bonifica dalla miscela di gasesplosivo e/o nocivo presente nell’ambienteconfinato, mediante l’introduzione del tubodi mandata di apparecchio di ventilazionemeccanica, atto a garantire il rispetto dellanorma tecnica UNI 10339 e garantendone ilfunzionamento in continuo con un ricambiod’aria minimo pari a 20 volumi/ora, per cuila portata d’aria necessaria risulterà dal pro­dotto fra 20 e il volume libero interno del­l’impianto di depurazione; considerata la no­tevole quantità richiesta, sarebbe più oppor­tuno installare un sistema fisso a due rotanti,comandato dall’esterno con punto di immis­sione sito sul lato opposto al punto di accesso,in tal caso preferendo più di un apparecchiodi ventilazione. Nel calcolo del volume chedeve essere bonificato, deve essere conside­rato anche il doppio di quello relativo allecondotte fino ai relativi punti in cui siano statiposizionati i dispositivi di chiusura e/o di iso­lamento. È vietato il ricorso a qualsiasi siste­ma di aspirazione, in quanto possono dareluogo alla formazione di atmosfere esplosivee, quindi, a incendi e a esplosioni;

l dopo un periodo di tempo sufficiente a effet­tuate tre ricambi del volume libero internodell’impianto di depurazione, ripetere la mi­sura come al quinto punto e le successive fasidal sesto al nono punto al massimo per unpaio di volte, dopodiché, in caso di esito sem­pre negativo, sospendere ogni operazione ecomunicare il tutto all’ente di distribuzionedel gas in zona, richiedendone l’intervento.

Fase 3Per l’accesso all’interno dell’impianto di depu­razione sotterraneo, sarà necessario che il

preposto qualificato si attenga alla seguenteprocedura:l posizionare copia del permesso di lavoro in

modo visibile nelle immediate vicinanzedel punto di accesso per tutta la duratadell’intervento;

l prima di entrare, verificare che le aperturedi accesso abbiano dimensioni tali da per­mettere l’ingresso e l’uscita del lavoratorecon tutto l’equipaggiamento necessario e ilrecupero in condizioni di emergenza; nelcaso fosse possibile, aumentare il numerodi aperture e migliorare, pertanto, la venti­lazione naturale;

l prima di entrare, provvedere a isolare gliequipaggiamenti, sia dal punto di vista elet­trico che meccanico, e a far apporre suquesti dispositivi di chiusura o di isolamen­to un’apposita segnaletica monitoria conl’indicazione del divieto di manovrarli o dirimuoverli;

l prima di entrare, provvedere affinché tutti ilavoratori qualificati indicati nel permessodi lavoro siano dotati, verifichino la corret­ta funzionalità e indossino idonei dispositi­vi di protezione individuale, quali:

­ il casco di protezione munito di sottogola;­ la tuta di protezione resistente agli agentichimici;­ gli scarponi di protezione con puntale d’ac­ciaio e suola antiscivolo;­ l’imbragatura di sicurezza, collegata a unafune di trattenuta a sua volta collegata conun apposito dispositivo meccanico di recu­pero posto all’esterno dell’ambiente confina­to;­ in caso di interventi che devono essere effet­tuati all’interno in postazioni prive di parapet­to regolamentare alto almeno un metro,un’altra fune, collegata con l’imbragatura emunita di apposito dispositivo assorbitore dienergia, che deve essere collegato (quandoall’interno dell’ambiente confinato) con ido­nei punti o linee di ancoraggio (peraltro, at­tualmente mancanti);­ autorespiratore alimentato ad ariacompressa, dotata di sufficiente autonomiaper svolgere le lavorazioni previste, per l’usodel quale il lavoratore deve essere idonea­mente addestrato;­ guanti di protezione contro i rischi mecca­nici e chimici;

l prima di entrare, provvedere affinché sia­

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no prontamente disponibili i dispositivi diprotezione collettiva quali:

­ estintore portatile di incendi del tipo a pol­vere da 6 kg posto all’esterno dell’ambienteconfinato;­ dispositivo meccanico di recupero (atrepiede) posto all’esterno dell’ambienteconfinato (si veda la figura 2);­ un adeguato sistema di comunicazione tra ilpersonale presente all’interno e all’esterno del­l’ambiente confinatoper consentireuna rapidachiamata in caso di emergenza. Tutti i messag­gi devono poter essere comunicati facilmentee rapidamente. Apparecchiature telefoniche eradio eventualmente utilizzate non dovrebbe­ro costituire causadi innescodovec’è rischiodiformazione di atmosfere esplosive;

l prima di entrare, provvedere affinché sia­no prontamente disponibili i dispositivi diprotezione di emergenza e soccorso quali:

­ una cassetta di medicazione di cui all’Alle­gato 1 al D.M. n. 388/2003 e un kit dirianimazione comprendente:1. un pallone di rianimazione in silicone conreservoire;

2. alcune maschere oronasali in silicone;3. un pinocchio apribocca elicoidale;4. una pinza tiralingua in policarbonato;5. alcune cannule di guedel sterili (s.m.l.);6. una bombola ossigeno ricaricabile da li­tri 0,46;7. un erogatore con manometro uscita fissa l6/min ERG270;8. una mascherina per ossigeno con tuboantischiacciamento;­ un defibrillatore semiautomatico;­ un adeguato sistema di comunicazione con ilPronto Soccorso e con i Vigili del Fuoco, pron­to all’uso, il cui funzionamento sia stato testatoimmediatamente prima dell’accesso all’inter­no dell’impianto di depurazione sotterraneo;

l prima di entrare, provvedere affinché sia­no espressamente concordate, tra le perso­ne all’esterno e all’interno, le procedureper il soccorso e che sia presente un’unitàdi soccorso pronta a intervenire

Fase 4Per l’esecuzione delle operazioni all’internodell’impianto di depurazione sotterraneo è

Figura 2

Operai in discesa in uno spazio confinato

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necessario osservare le seguenti precauzioni:l utilizzare una scala di accesso che sporga

almeno 1,00 m al di sopra del piano strada­le, al fine di rendere più agevole e piùrapida l’uscita, in caso di necessità;

l verificare che all’interno dell’impianto didepurazione sia presente un’illuminazionesufficiente per la tipologia di lavorazioniche devono essere effettuate;

l distaccare l’alimentazione elettrica generale;l distaccare l’alimentazione dei gas/fluidi di

servizio;l chiudere tutti i flussi di acqua (anche con

deviazioni);l tenere continuamente in funzione l’appa­

recchio di ventilazione meccanica;l tenere continuamente in funzione l’appa­

recchiatura di rilevazione multigas;l evitare di permanere continuativamente al­

l’interno dell’impianto di depurazione sot­terraneo per più 30 minuti, senza un inter­vallo di almeno 15 minuti al suo esterno;

l non fumare o accendere fiamme libere;l in caso di inevitabile necessità, utilizzare

solo apparecchi elettrici portatili in perfettaefficienza, che dovranno essere alimentaticon tensione non superiore a 50 volt, tra­mite idoneo collegamento provvisorio conl’esterno e resistente agli urti accidentaliprevedibili e che dovranno essere rispon­denti al D.P.R. n. 126/1998, Gruppo II,Categoria 1 e classe di temperatura ade­guata al tipo di sostanza prevista;

l in caso di inevitabile necessità di effettuarelavori a caldo, come la saldatura, la molatu­ra, la troncatura, l’uso di fiamma libera, labrasatura, è necessario adottare misure disicurezza addizionali, quali:

­ la zona in prossimità dei punti di lavorodove è impiegata la fiamma ossidrica o lasaldatrice elettrica, o comunque la fonte dicalore, deve essere mantenuta, al di qua e aldi là delle paratie interessate, sgombre daimateriali, dalle merci, dai combustibili o daaltre sostanze che possono sviluppare incen­di, produrre gas o pericoli in genere;­ mantenere, oltre che un adeguato sistemadi ventilazione, un sistema di aspirazionelocalizzata dei fumi alla sorgente, tenutoconto della cubatura del locale;­ è vietato l’uso di gasogeni;­ è vietato eseguire contemporaneamenteogni altra attività lavorativa, compresa lamovimentazione di merce;­ deve essere disponibile una manichetta

pronta all’uso con boccalini a pioggia e unrecipiente d’acqua per il raffreddamento dieventuali canali e scoli incandescenti;­ al termine di ogni lavoro a caldo nei localinon devono rimanere residui pericolosi dellelavorazioni e principi di combustione in atto;

l non introdurre, nemmeno temporanea­mente, contenitori di prodotti contenentisostanze chimiche infiammabili o altamen­te reattive o tra di loro incompatibili;

l verificare l’assenza di animali e/o di caro­gne di animali e, in caso di loro presenza,operare per il loro allontanamento e/osmaltimento, evitando il contatto diretto;

l in caso di allarme generato dal rilevatoremultigas, abbandonare immediatamente illuogo delle operazioni e uscire dall’impian­to o luogo confinato.

Fase 5In caso di emergenza, sarà necessario attener­si alla seguente procedura:l allertare il Pronto Soccorso, i Vigili del Fuo­

co, il responsabile dell’area tecnica, fornen­do il proprio nome e il numero di telefonodal quale è effettuata la telefonata, la tipo­logia di evento in atto, il numero delle per­sone coinvolte, l’ubicazione del luogo dilavoro che deve essere raggiunto, i supportidisponibili in cantiere, il telefono e il nomedella persona che deve essere contattatasul posto se diversa dal richiedente;

l evitare assolutamente di accedere all’inter­no dell’impianto prima che siano arrivatigli aiuti e che la situazione sia stata giudica­ta tale da permettere di compiere, in sicu­rezza, le operazioni di soccorso, comun­que, con analoghe modalità a quelle de­scritte nelle procedure;

l provvedere al recupero degli infortunati,attraverso l’apposito dispositivo (a treppie­de);

l procedere all’eventuale rianimazione del­l’infortunato.

Fase 6Relativamente al rischio di esposizione adagenti biologici, è necessario sempre tene­re presente che, nelle acque reflue urbane,possono essere presenti e sopravvivere, ol­tre a microrganismi in genere innocui perl’uomo (batteri per la degradazione dellasostanza organica), anche microrganismi

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patogeni quali la Salmonella spp., il Vibriospp., Escherichia coli, Leptospira interro­gans, virus enterici (enterovirus, rotavirus,virus epatite A ecc.), nonché uova di paras­siti intestinali. I microrganismi comune­mente rilevati negli impianti di depurazio­ne rientrano nei gruppi 1 e 2 riportatinell’Allegato XLVI al D.Lgs. n. 81/2008. Inquesti impianti possono anche essere pre­senti prodotti del metabolismo o compo­nenti dei microrganismi quali endotossinee peptidoglicani. I lavoratori che operanonegli impianti di depurazione possono es­sere esposti, quindi, ad aerosol contenentiun’elevata concentrazione di agenti biolo­gici potenzialmente pericolosi, anche infunzione delle condizioni meteorologichestagionali. La sviluppo di bioaerosol avvie­ne soprattutto per l’azione meccanica diorgani in movimento, nell’ambito di vorticie di salti di livello dei reflui, nelle fasi dipompaggio, in tutti i casi di formazione dispruzzi. La contaminazione microbica del­l’aria può subire un fenomeno di dispersio­ne in funzione delle caratteristiche struttu­rali dell’impianto, dei movimenti generatinei diversi processi o dei fattori meteorolo­gici. La contaminazione dei lavoratori puòavvenire attraverso:l l’inalazione di goccioline d’acqua, di parti­

colato e di polveri contaminate;l il contatto per via cutanea o mucosa, diret­

to con ferite nella pelle, oculare;l l’ingestione accidentale per cattiva igiene

personale.Pertanto, lemisuredi prevenzioneedi protezio­ne adottate contro il rischio di esposizione adagenti chimici possono essere sufficienti anche

contro il rischio di esposizione ad agenti biolo­gici, con l’aggiunta delle seguenti necessità:l tutti i dispositivi di protezione individuale e

collettiva (ed, eventualmente, anche quelli diemergenzaesoccorso)utilizzatinell’accesso,aseguito di ogni intervento devono essere sot­toposti a un accurato processo di lavaggio e didisinfezioneoppuredevonoessere sostituiti;

l tutti gli indumenti utilizzati nell’accesso, aseguito di ogni intervento, devono esseresottoposti a un accurato processo di lavag­gio e di disinfezione.

Fase 7È necessario che all’interno dell’impianto didepurazione sotterraneo siano garantiti:l i quadri e i conduttori elettrici con grado di

protezione idoneo a garantire l’impermea­bilità all’acqua;

l la segnaletica di sicurezza adeguata ai peri­coli presenti e alle norme generali di pre­venzione infortuni;

l la selezione adeguata dei materiali di co­struzione, del ciclo di protezione (rivesti­mento, verniciatura, passivazione), dellamanutenzione, in relazione all’aggressivitàdegli ambienti umidi e alla presenza di so­stanze particolari (per esempio, H2S e relati­vi fenomeni di infragilimento degli acciai).

È proibito adibire personale municipale perattività operative, anche di semplice assistenzaa terzi, relative all’impianto di depurazione,senza il rispetto delle procedure. Infine, nelcaso in cui le attività operative fossero oggettodi appalto a terzi è necessaria l’applicazionedell’art. 26, D.Lgs. n. 81/2008; mentre l’effet­tuazione di lavori edili soggiace all’applicazio­ne del Titolo IV, D.Lgs. n. 81/2008. l

Riquadro 1

l Schema di permesso di lavoro in ambiente confinato

PERMESSO DI LAVORO IN AMBIENTE CONFINATO DAL _________ AL ________Individuazione dello spazio confinato: Impianto di depurazione sotterraneo posto a servizio del complesso “Villedel Poggio”Descrizione del lavoro: ......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................Preposto qualificato: .....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................Lavoratori qualificati: ...............................................................................................................................................Allegati al presente permesso di lavoro.Firma del responsabile dell’area tecnica..........................................................................................................................

PREVENZIONE E PROTEZIONEArticolo

www.ambientesicurezza.ilsole24ore.com20 luglio 2010 ­ N. 14 IL SOLE 24 ORE59

Prima dell’accesso di Preposto qualificato deve effettuare iseguenti controlli: SÌ N

O

N.A

.

Note

L’ambiente confinato è stato delimitato con idonea segnaletica?

Tutte le tubazioni sono state intercettate e bloccate?

Tutte le fonti di energia sono state bloccate?

É stato effettuato il controllo dell’aria interno?

Strumento utilizzato per il controllo dell’aria:

Tipo: Costruttore: Modello: Numerodi serie/ matricola:

Data dicalibrazione:

Controlli iniziali sull’aria contenuta nell’ambiente confinato:

ore metano(%LEL)

ossigeno(%)

idrogenosolforato(mg/mc)

ammoniaca(mg/mc)

ossido di carbonio(mg/mc)

ACCETTABILE

Accettabi­lità

19.5­23.5%

max 15 max 18 max 55 SÌ NO

L’ingresso è autorizzato? [SÌ] [NO] Firma del Preposto qualificato ........................................................................Per accettazione dei requisiti previsti dal presente permesso di lavoro e relativi allegati:Firme dei Lavoratori qualificati .......................................................................................................................................

Durante l’accesso il Preposto qualificato deve effettuare iseguenti controlli: SÌ N

O

N.A

.

Note

Tutte le attività preliminare sono state attuate?

Tutte le misurazioni previste vengono effettuate?

Il sistema di ventilazione meccanica viene tenuto attivo?

Tutti i lavoratori qualificati indossano i DPI previsti?

Tutte le attrezzature di emergenza previste sono presenti?

L’illuminazione è adeguata?

Gli apparecchi elettrici da utilizzare sono del tipo antideflagranti?

Controlli previsti sull’aria contenuta nell’ambiente confinato:

ore metano(%LEL)

ossigeno(%)

idrogenosolforato(mg/mc)

ammoniaca(mg/mc)

ossido di carbonio(mg/mc)

ACCETTABILE

PREVENZIONE E PROTEZIONEArticolo

www.ambientesicurezza.ilsole24ore.com 20 luglio 2010 ­ N. 14IL SOLE 24 ORE 60

Firma dei lavoratori incaricati esecutori Firma del Preposto qualificatoDescrivere ogni eventuale problema incontrato durante l’ingresso nell’ambiente confinato (anche su retro)

Accettabilità 5 ­ 10 % L.E.L. 19.5­23.5% max 15 max 18 max 40 SÌ NO

Dopo l’accesso il Preposto qualificato deve effettuare i seguenti controlli: SÌ NO N.A. Note

Tutti gli operatori sono usciti dall’ambiente confinato?

Tutte le attrezzature sono state rimosse dall’ambiente confinato?

I blocchi alle fonti di energia sono stati rimossi?


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