+ All Categories
Home > Documents > Sculture arcaiche di Vulci: qualche aggiornamento, in S. Bruni (a cura di), Etruria e Italia...

Sculture arcaiche di Vulci: qualche aggiornamento, in S. Bruni (a cura di), Etruria e Italia...

Date post: 27-Feb-2023
Category:
Upload: independent
View: 0 times
Download: 0 times
Share this document with a friend
18
ETRURIA E ITALIA PREROMANA STUDI IN ONORE DI GIOVANNANGELO CAMPOREALE comitato promotore luciano agostiniani · angelo bottini · dominique briquel stefano bruni · giovanni colonna · giuliano de marinis luigi donati · sybille haynes · fabrizio serra anna maria sgubini moretti · janos gyrgy szilgyi a cura di stefano bruni · II · PISA · ROMA FABRIZIO SERRA EDITORE MMIX
Transcript

E T RU R I A

E I TA L I A P R E RO M A NA

S T U D I I N O N O R E

D I G I OVA N NA N G E L O C A M P O R E A L E

comitato promotore

luciano agostiniani · angelo bottini · dominique briquel

stefano bruni · giovanni colonna · giuliano de marinis

luigi donati · sybille haynes · fabrizio serra

anna maria sgubini moretti · janos gyrgy szilgyi

a cura di

stefano bruni

· II ·

PISA · ROMA

FABRIZIO SERRA EDITORE

MMIX

La Accademia editoriale®, Pisa · Roma, pubblica con il marchio Fabrizio Serra editore®, Pisa · Roma, sia le proprie riviste precedentemente

edite con il marchio Istituti editoriali e poligrafici internazionali®, Pisa · Roma, che i volumi delle proprie collane precedentemente edite con i marchi

Edizioni dell’Ateneo®, Roma, Giardini editori e stampatori in Pisa®, Gruppo editoriale internazionale®, Pisa · Roma, e

Istituti editoriali e poligrafici internazionali®, Pisa · Roma.

Sono rigorosamente vietati la riproduzione, la traduzione, l’adattamento, anche parzialeo per estratti, per qualsiasi uso e con qualsiasi mezzo effettuati, compresi la copiafotostatica, il microfilm, la memorizzazione elettronica, ecc., senza la preventiva

autorizzazione scritta della Fabrizio Serra editore®, Pisa · Roma,un marchio della Accademia editoriale®, Pisa · Roma.

Ogni abuso sarà perseguito a norma di legge.

*

Proprietà riservata · All rights reserved

© Copyright 2009 by Fabrizio Serra editore®, Pisa · Roma,un marchio della Accademia editoriale®, Pisa · Roma

Uffici di Pisa: Via Santa Bibbiana 28, I 56127 PisaTel. +39 050 542332 · Fax +39 050 574888

Email: [email protected]

Uffici di Roma: Via Ruggiero Bonghi 11 b, I 00184 RomaTel. +39 06 70493456 · Fax +39 06 70476605

Email: [email protected]

www.libraweb.net

issn 978-88-6227-140-0issn 1828-8642

SOMMARIO

Tabula gratulatoria xi

Curriculum di Giovannangelo Camporeale xiii

Pubblicazioni di Giovannangelo Camporeale xv

Volume I

Giovanni Pugliese Carratelli, Per Giovannangelo Camporeale 3

Luciano Agostiniani, Mutamenti di suono e condizionamenti morfologici : qualche esempio dall’etrusco 5

Luciana Aigner Foresti, Forme di organizzazione politica nella Caere arcaica 9

Laura Ambrosini, Sulla ceramica attica a figure rosse del primo quarto del iv secolo a.C. da Falerii Veteres 17 Appendice di A. C. Felici, M. Piacentini, M. Venditelli

Bianca Maria Aranguren, Il territorio di Massa Marittima in età protostorica 27

Luca Bachechi, Rio Albano : il più antico sito archeologico dell’isola d’Elba 35

Giovanna Bagnasco Gianni, Un ossuario fittile a campana del Museo Archeologico di Milano 45 Appendice di S. Bruni, Analisi chimico-fisiche della superficie dipinta dell’ossuario fittile 54

Jean Charles Balty, Portrait étrusque, portrait romain 57

Gilda Bartoloni, Periodo protostorico, periodo etrusco : una sequenza ambigua 61

Marshall Joseph Becker, Etruscan Origins of Pharmaceutical Vessel Shapes : Four Apothecary Jars from Early Chiusi, Toscana, Italy 69

Vincenzo Bellelli, Nota in margine ai materiali etruschi di Palermo punica 73

Martin Bentz, Der Micali-Maler in Bonn 83

Giovanna Bermond Montanari, Verucchio 1988 91

Fede Berti, Su due nuovi cippi funerari da Spina 99

Luigi Beschi, Forni fusori nell’isola di Efesto 103

Maria Chiara Bettini, ‘Situle’ di impasto dell’età del Ferro in Etruria. Un vaso cerimoniale 111

Horst Blanck, Da Chiusi a Melbourne. A proposito del cratere d 87/1969 della National Gallery of Victoria 125

Piera Bocci Pacini, Maria Grazia Marzi, Una ricognizione in archivio e dati di scavi settecenteschi 131

Marisa Bonamici, Piccola sfinge di bronzo nel Museo Guarnacci 145

Larissa Bonfante, Manici di specchi dionisiaci 151

Maria Bonghi Jovino, Spunti per una riflessione sul bucchero tarquiniese 157

Angelo Bottini, Una hydria in bronzo fuso della collezione Sinopoli 161

Dominique Briquel, Une glose étrusque oubliée 167

Stefano Bruni, In difesa del ‘Giano’ di Anton Francesco Gori. Alcune note sul bronzetto 444 del Museo Archeo- logico di Firenze 173

Paolo Bruschetti, Aspetti di archeologia etrusca nel territorio del lago Trasimeno 185

Cristina Cagianelli, Una testa in bronzo da Volterra nella collezione livornese di Anthony Lefroy 191

Gabriella Capecchi, Dall’archivio de ‘I Tatti’ : Bernard Berenson e l’arte degli Etruschi 197

Loredana Capuis, Anna Maria Chieco Bianchi, Una nuova lamina figurata dal santuario di Reitia a Este 209

Luca Cerchiai, La tomba delle Olimpiadi di Tarquinia 215

Armando Cherici, Olivi, viti e fichi : una breve nota sulla gestione del territorio nell’antichità 223

Federica Chiesa, Uno scaraboide figurato dal ‘complesso monumentale’ di Tarquinia 227

Giulio Ciampoltrini, L’insediamento costiero fra Chiarone e Albegna nell’età del Ferro. Nuovi dati 233

Giovanni Colonna, Il dio Tec Sans, il Monte Tezio e Perugia 239

Francesca Curti, Oriente anche in Occidente : Grifomachie da Spina 255

Mario Cygielmann, Un cratere con scene dionisiache in una tomba di guerriero da Casal di Pari (Grosseto) 263

Bruno d’Agostino, Appunti su Cuma, l’Etruria e l’etruscità campana 281

Nancy Thomson de Grummond, The Sacred Day on Etruscan Mirrors 285

Giuliano De Marinis, Mara Silvestrini, Ancora sull’Orientalizzante di Matelica 295

Richard De Puma, An Inscribed Bucchero Kantharos in New York 303

Giuseppe M. Della Fina, Note sul mito degli Etruschi nella letteratura italiana 309

sommarioVIII

Filippo Delpino, L’esplorazione di Veio in un progetto del 1909 313

Luigi Donati, L’etrusco con gli orecchini. Osservazioni sulla statua-cinerario Casuccini di Palermo 319

Luciana Drago Troccoli, Veio tra villanoviano e tardo arcaismo. Appunti sulla necropoli di Casale del Fosso 327 Appendice di V. Poscetti, Indagini non invasive del sottosuolo nel sito della necropoli di Casale del Fosso. Cen- ni sulle prospezioni georadar e geoelettriche effettuate nell’estate 2006 359

Adriana Emiliozzi, Epigrafia della ‘Bilingue di Pesaro’. Un’integrazione nel testo latino 371

Paul Fontaine, Plantes et nature dans la peinture funéraire étrusque. Observations à propos de la Tombe de la Chasse et de la Pêche à Tarquinia 373

Bettina v. Freytag gen. Lringhoff, Ein Umbrer bei den Panathenäen ? Zur Strigilis Tübingen 83.180 379

Giovanna Gambacurta, Angela Ruta Serafini, Una nuova lamina figurata da Padova : un unicum ? 389

Lidio Gasperini, Ancora sul nome etrusco di Monterano 395

Françoise Gaultier, Le collier aux scarabées de la Collection Campana : restaurations et autres avatars 399

Maria Donatella Gentili, Considerazioni sui sarcofagi in pietra d’ambiente volsiniese 407

Bruno Gialluca, La tradizione della Descrizione di Cortona di Giovanni Rondinelli e l’Arringatore 423

Fernando Gilotta, Una ‘statuetta’ da Schiavi d’Abruzzo 439

Stefano Giuntoli, Le tombe a circolo dell’Accesa. Riflessioni sui caratteri strutturali di un tipo tombale dell’Orienta- lizzante vetuloniese 441

Elisabetta Govi, Aspetti oscuri del rituale funerario nelle stele felsinee 455

Jean Gran-Aymerich, Le bucchero : réflexions sur la diffusion régionale et les exportations 465

Volume II

Pier Giovanni Guzzo, Orificerie da una tomba di Lipari 471

Maurizio Harari, Traditio disciplinae. Postille allo specchio di Tuscania 475

Mario Iozzo, Un nuovo strumento musicale nel Museo Archeologico di Chiusi 481

Cornelia Isler Kerenyi, Satiri etruschi 487

Jean-René Jannot, Une barque pour l’Au-delà. A propos d’une urne cinéraire d’Arezzo 491

Fritzi Jurgeit, Quattro braccia in Villa Giulia. Osservazioni sulle giunture di bronzi figurati provenienti dal- la collezione Castellani 495

Ingrid Krauskopf, Etruskische Kultgeräte zwischen Griechenland und Rom. Einige Überlegungen 501

Lucia Lepore, Della platagé di Archita o di un tipo poco noto di krotalon ? 507

Fulvia Lo Schiavo, Il ripostiglio di S’Adde ’e S’Ulumu, Usini (Sassari) : un’eccezione alla regola 509 Appendice i di M. Pacciarelli, Nota sulle fibule serpeggianti del ripostiglio di S’Adde ’e S’Ulumu, Usini (Sassari) 519 Appendice ii di F. Campus, V. Leonelli, Il contenitore ceramico del ripostiglio di S’Adde ’e S’Ulumu, Usini (Sassari) 521

Jean MacIntosh Turfa, From the Tombs of Bisenzio 525

Adriano Maggiani, Cavalieri vulcenti arcaici 535

Elisabetta Mangani, Ceramiche capenati : capolavori e opere di serie 545

Maria Pia Marchese, Termini istituzionali italici : Osco anagginoud 553

Anna Marinetti, Un etnico per ‘etrusco’ nel venetico ? 557

Marina Martelli, Un elmo tipo Negau olim Barberini 563

Françoise-Hélène Massa Pairault, Homo hominem eligens 577

Lammert Bouke van der Meer, A Rite of Passage in Column 7 of the Liber Linteus 587

Piera Melli, Un nuovo vaso del Pittore di Sommavilla e le importazioni di ceramica etrusca a figure rosse a Genova 591

Maurizio Michelucci, Marsiliana d’Albegna. La necropoli etrusca di Fontin Piccolo 599

Laura Maria Michetti, Note su un’anfora orientalizzante dal tumulo di Monte Aguzzo a Veio 607

Alessandra Minetti, Nuove kylikes del Gruppo Clusium dalla necropoli delle Pianacce a Sarteano 617

Anna Maria Moretti Sgubini, Sculture arcaiche di Vulci : qualche aggiornamento 623

Domenico Musti, Ausones - Ausonius. Note sulla etnografia e topografia della Campania antica 633

Alessandro Naso, Un thymiaterion etrusco a Didima ? 639

Marjatta Nielsen, Two Youths and a Woman in Distress : Reflections on the Chiusine Urn Relief of Larth Purni Alfa at the Ny Carlsberg Glyptothek 647

Orazio Paoletti, Ceramica figurata etrusco-geometrica : qualche osservazione 653

sommario IX

Giulio Paolucci, Tombe a ‘buca’ con ossuari etruschi a figure nere da Tolle 661

Emanuela Paribeni, Pian d’Alma (Scarlino) : una fattoria tardo arcaica in territorio vetuloniese 667

Alessandra Parrini, … w\ yilerivq ajlakavta, dw`ron ∆Aqanava~ guvnaixin. Donne filatrici a Spina 673

Stella Patitucci Uggeri, Spina rivisitata : aspetti topografici e urbanistici 687

Emilio Peruzzi, Etruschi della Tavola di Cortona 697

Gabriella Poggesi, Lucia Pagnini, Artimino, Prato Rosello : tracce di abitato in prossimità della necropoli 701

Aldo Luigi Prosdocimi, Decumanus « ab oriente ad occasum », cardo « ex transverso currens » 717

Antonia Rallo, Addenda al Gruppo La Tolfa 749

Anna Rastrelli, Una kylix del Gruppo Clusium-Volaterrae dal territorio di Empoli 767

Paola Rendini, La ‘stipe’ di Saturnia e i culti della valle dell’Albegna 773

Christoph Reusser, Ein Attish Schwarzgefirnisster Askos aus Marzabotto 781

David Ridgway, La coppa di Nestore e una grattugia da Vulci 789

Maria Antonietta Rizzo, Una nuova anfora pontica del Pittore di Paride 793

Antonella Romualdi, Considerazioni su un bronzetto populoniese da S. Cerbone 799

Vincenzo Saladino, Una Venere ‘etrusca’ delle collezioni medicee ed il mito esiodeo della sua nascita 801

Maurizio Sannibale, L’Adone morente di Tuscania. Considerazioni a margine di un restauro 813

Lucia Sarti, Fabio Martini, Nicoletta Volante, Strategie insediative nel Neolitico dell’area fiorentina 825

Giuseppe Sassatelli, Riflessioni sulla ‘stele della nave’ di Bologna 833

Erika Simon, Ein Kandelaber der Stiftung Nereus 841

Marta Sordi, Religione e politica nei responsi degli aruspici 845

Stephan Steingräber, « Gli Etruschi in Giappone ». Reperti etruschi e italici in musei e collezioni giapponesi 847

Simonetta Stopponi, Una sima fittile figurata dall’antica Vettona 855

Jnos Gyrgi Szilgyi, Pignate (Rondo) 861

Gianluca Tagliamonte, Il Corridore del Monte Cila 869

Jean-Paul Thuillier, Un pugiliste serviteur de deux maîtres. Inscriptions ‘sportives’ d’Etrurie 877

Mario Torelli, Gli Iunii Bassi a Rusellae ? A proposito della c.d. Basilica dei Bassi nel foro rusellano 881

Giovanni Uggeri, Spina : polis hellenís (ps.-Scyl. 17) 893

Alda Vigliardi, Graziosi e l’ ‘affaire Rouffignac’ 899

Sculture arcaiche di Vulci : qualche aggiornamento

anna maria moretti Sgubini

Anni or sono, procedendo alla revisione dei materiali di Vulci conservati nel castello della Badia e presso

il museo di Villa giulia isolai un gruppo di sculture per lo più in stato estremamente frammentario che risulta-vano ancora inedite, malgrado l’aggiornamento opera-to da a. hus nel 1975. 1 l’intenzione era di procedere ad un catalogo di quanto allora riconosciuto, catalogo che, favorito dal progresso delle ricerche e arricchito da nuove acquisizioni frutto delle attività condotte nel territorio, potesse risultare utile anche a puntualizzare la provenienza dei molti materiali che continuavano ad affluire, tramite i canali del commercio clandestino, in raccolte private e, purtroppo, anche in collezioni di mu-sei stranieri. l’organico progetto allora concepito non è stato portato ancora a buon fine, 2 ma quella attuale mi è sembrata circostanza idonea a segnalare almeno alcuni materiali che malgrado la loro lacunosità comunque po-tranno concorrere ad integrare i dati conoscitivi sinora disponibili, arricchendo il quadro della qualificata, vi-vace attività delle botteghe degli scultori di Vulci in età arcaica.

Presento anzitutto un frammento di statua di cava-liere marino ( ?) rinvenuto nel vestibolo a cielo aperto di una tomba a più camere esplorata a seguito di un ten-tativo di scavo clandestino nel gennaio del 1980 nella necropoli dell’osteria. 3 il frammento (Fig. 1) che sul lato sinistro risulta rilavorato per essere riutilizzato in funzione di cippo ad omphalos, 4 ci restituisce la parte centrale del corpo dell’animale e quella inferiore del ca-valiere del quale restano la gamba destra conservata dal ginocchio e quasi per intero il piede. Sotto il petto del-l’animale si riconosce una traccia pertinente l’attacco di un elemento perduto (una zampa ?) mentre sul ventre, all’altezza della caviglia dell’uomo, è un soprasquadro purtroppo di incerta lettura. nel complesso si coglie ancora una certa morbidezza nel modellato dei volu-mi, carattere questo peraltro comune alle altre già note attestazioni del tipo che dovette godere di considere-vole fortuna a Vulci e che trova la sua più compiuta espressione nel celebre gruppo da Poggio maremma,

scultura che, con poche altre frammentarie attestazioni note dalle fonti ottocentesche o conservate in collezio-ni straniere ove sono in più casi confluite dal mercato antiquario, è stata inserita da m. martelli nel gruppo denominato di Villa giulia, 5 di recente riconsiderato dalla stessa studiosa. 6

a questo stesso ambito va ricondotta, insieme al frammento di un altro gruppo con cavaliere marino conservato nei depositi di Vulci e già reso noto 7, anche una testa equina proveniente da un sequestro operato nell’ormai lontano 1961 8 (Figg. 2-3). Forse concepita per una visione laterale, 9 la scultura propone uno sche-ma iconografico comune agli altri pezzi già noti 10 con i quali condivide anche peculiari cifre stilistiche quali la foggia della voluminosa criniera organizzata a spesse ciocche ricadenti ai lati del muso e lungo il collo, il ciuf-fo disposto davanti alle orecchie a delimitare la fronte la cui superficie appare bipartita da una netta solcatura longitudinale, il modellato asciutto del muso dominato dagli occhi allungati e dal contorno inciso. marcato è

1 hus 1977. Per un cenno a materiali inediti conservati nei depositi di Vulci cfr. p. 44.

2 anche se, come dovuto e per quanto possibile, si è dato conto nel tempo dei materiali inediti o di recente rinvenimento : a. m. Sgubini moretti, Coppia di leoni in nenfro, in La civiltà degli Etruschi. Scavi e studi  recenti, catalogo della mostra (osaka 1990-nagoya-Fukuoka-to-kyo 1991), a cura di F. Boitani, roma, 1993 (trad. it.), p. 58, n. 195 a-b ; Sgubini moretti 1994 ; a. m. moretti Sgubini, in Archeologia viola-ta. L’arma dei Carabinieri a tutela del patrimonio culturale, catalogo della mostra (21 dicembre 2001 - 3 aprile 2002), roma, 2001, p. 105, xvii.1 ; moretti Sgubini, roma 2001, pp. 253-255, iii.c.1-4 ; moretti Sgubini 2005 a., p. 471.

3 la scultura fu rinvenuta fra la terra di riempimento presso l’angolo nord-orientale del vestibolo, a soli cm. 50 di profondità dal piano di campa-gna. alt. max. cons. cm. 28, lungh. max. cons. cm. 45. la tomba, accessi-bile mediante un lungo dromos che ne intersecava altri che non si poterono esplorare, si articolava in quattro camere realizzate ad una stessa quota, mentre una quinta, di piccole proporzioni, era ricavata a livello superiore. le camere principali hanno restituito materiali che ne documentano un uso tra l’ultimo quarto del vii e l’ultimo quarto del vi. altre sepolture ricavate nell’atrio e nel dromos sono databili fra l’ultimo quarto del vi e gli inizi del v sec. a. c. in epoca ellenistica si assiste ad un riuso del monumento, come testimoniano alcune deposizioni rinvenute nel dromos e nel vestibolo, ma a livelli superficiali. archivio sbaem 3 Vulci 1980, prott. nn. 733, 1101, 1884 : cfr. ricciardi 1989, pp. 44-45, 51, n. 40, fig. 10, n. 29.

4 Per tale tipo di cippo diffuso a Vulci come a tuscania in età arcaica cfr. Sgubini moretti 1989, p. 323, nota 5.

5 martelli 1988, pp. 23, 28, nota 15, con rif. 6 m. martelli, Sculture vulcenti arcaiche. Paralipomena, 1. I maestri 

di Civitavecchia e di Amburgo, new York, in Aeimnhsto~. Miscellanea di studi per Mauro Cristofani, Firenze 2005, pp. 395-406.

7 di tale scultura ora segnalata da m. martelli (martelli 2005, p. 397, fig. 12), ma da tempo riconosciuta e sino all’inizio degli anni ’90 collocata insieme ad altri materiali lapidei nel cortile del museo di Vulci, non si sono potuti reperire dati relativi alla provenienza. alt. max. cm. 28, lungh. max. cons. cm. 39.

8 il sequestro fu operato nei confronti di S. Pennacchi dal nucleo di Polizia giudiziaria della legione territoriale dei carabinieri di roma e il frammento, attualmente nei depositi del museo di Villa giulia, fu consegnato alla Soprintendenza in data 9-10-1961 : cfr. archivio sbaem, 3 Vulci. ricomposta da due frammenti. alt. max. cons. cm. 26, lungh. max. cons. cm. 28.

9 come induce a ritenere la più corsiva lavorazione che si riscontra sul lato sinistro.

10 ci si riferisce in particolare ad una testa e ad un gruppo noti da scavi ottocenteschi, oggi perduti (hus 1961, pp. 52, 190, 192, nota 3, tav. viii, n. xiii ; pp. 51, 184, 190, 405, nota 1, tav. viii, n. vii), ad un’altra testa conservata a Berlino (rumpf 1928, p. 13, e 9, tav. 5 ; hus 1961, pp. 48, n. 30, 187, nota 2, tav. vii, n. 30, con bibl. prec.), come pure ad altre due sculture, delle quali una in una collezione privata in Svizzera (martelli antonioli 1955, p. 32, fig. 17 ; hus 1961, pp. 55-56, n. 5 (da tuscania ?) ; Poulsen 1962, p. 366, fig. 145), l’altra conservata in luogo sconosciuto (Bruni 1989, p. 269, nota 8, n. 4 ; martelli 2005, p. 399, figg. 19-20).

Fig. 1.

anna maria moretti sgubini624

con testimonianze che, provenienti da camposcala, so-no note attraverso la documentazione ottocentesca 11.

nello stesso orizzonte s’inserisce un altro mutilo pezzo (Fig. 4) conservato nei depositi del museo di Vulci che, frutto di un recupero occasionale risalente al 1994, 12 è pertinente ad un gruppo del quale resta la parte inferiore della figura di un cavaliere e la metà an-teriore del corpo di un cavallo gradiente. Sul lato destro si conserva la parte superiore della zampa dell’animale ; su quello sinistro è ben visibile la briglia trattenuta dal cavaliere come pure l’attacco della zampa sinistra, che doveva essere avanzata rispetto alla destra. malgrado il suo stato di conservazione la scultura è immediatamen-te identificabile quale replica del gruppo conservato nella collezione george ortiz di ginevra 13 ora riferito al gruppo Villa giulia. 14

non si discosta dal contesto figurativo cui fanno ca-po le sculture sopra esaminate un’altra testa di cavallo (Figg. 5-6), casualmente recuperata nel 1981 a Vulci, nella necropoli dell’osteria, 15 che pur si propone quale variante del tipo più diffuso grazie alla particolare im-postazione della criniera le cui spesse ciocche, tutte tese e rivolte all’indietro, convergono sulla nuca e sulla parte posteriore del collo ove si dispongono a spina di pesce. 16 ne deriva un’impressione di notevole dinamismo, tale da far pensare che l’animale fosse rappresentato al ga-loppo 17 o comunque colto in un impetuoso movimento. Se tale dettaglio conferisce un carattere di originalità alla scultura, questa tuttavia presenta cifre stilistiche condivise con altri pezzi noti. in tal senso ci orienta-no il plastico trattamento delle spesse ciocche della cri-niera, la resa delle arcate sopraccigliari che, nettamente delineate, pongono in risalto gli occhi prominenti e dal contorno inciso, ancora il profilo squadrato della man-dibola : elementi questi che, unitamente all’accurato modellato dei volumi, consentono di accostare la nostra testa all’omologo esemplare conservato a Berlino 18 che, insieme ad una coppia di ippocampi transitati sul mer-

11 hus 1961, pp. 51, nn. vi, vii, 184, 190, 405, nota 1, tav. viii, con bibl. prec.

12 il frammento fu rinvenuto nella cunetta della strada provinciale della dogana o di Ponte della Badia, nel tratto che dal castello di Vulci conduce a montalto, all’altezza del bivio per manciano, il 27 settembre del 1994 : cfr. archivio sbaem Vulci 3, prot. n. 10921 del 10 ottobre 1994. alt. max. cons. cm. 36, lungh. max. cons. cm. 60.

13 certo proveniente da Vulci e acceduto alla collezione attraverso il mercato antiquario : g. ortiz, The George Ortiz Collection. Antiquities from  Ur  to  Byzantium, catalogo della mostra (S. Pietroburgo-mosca, 1993), Bern, 1993, n. 191 ; g. ortiz, Faszination der Antike. The Geor-ge Ortiz Collection, catalogo della mostra (Berlino 1996), Bern, 1996, n. 191 ; Bruni 2000, p. 374. 14 martelli 2005, p. 397, fig. 15.

15 la scultura fu rinvenuta da membri dell’archeoclub ardeatino-lau-rentino « 200 m. c.ca a no della necropoli dell’osteria ; ad est della carra-

Fig. 2.

Fig. 3.

reccia che porta dalla strada provinciale alla necropoli » : archivio sbaem 3 Vulci, prot. n. 5610 del 9-7-1981. alt. max. cons. cm. 16,5, lungh. max. cons. cm. 29 ; cfr. ricciardi 1989, p. 51, n. 44.

16 analoga soluzione ricorre sul retro di una testa di ariete già segna-lata dallo hus (hus 1977, p. 45, n. 25 cfr. infra e nota 25), conservata nel museo di Vulci.

17 Secondo modelli iconografici analoghi a quelli presenti nella ce-ramica attica (Boardman 1990, figg. 39, 46.363.2, 126, ecc.), etrusca a figure nere (rizzo 1988, figg. 42, 170, 171, ecc.), su terrecotte architetto-niche (g. colonna, Sime frontonali da Tarquinia, in Gli Etruschi. Nuove ricerche e scoperte, catalogo della mostra (Stoccolma, 1972-1973), Viterbo, 1972, p. 98, n. 190, tav. xxviiia, ecc.), in bronzi etruschi di età arcaica (riis 1997, figg. 10, 15, 20a-b, 23, ecc.), ecc.

18 rumpf 1928, p. 13, e 9, tav. 5 ; hus 1961, p. 48, n. 30, 187, nota 2, tav. vii.

Fig. 4.

il profilo della mandibola che con taglio deciso si rac-corda al muso allungato, animato all’estremità dalle lie-vi fossette delle froge. la pertinenza della testa ad un gruppo raffigurante un cavaliere su cavallo marino ( ?) è assicurata dalla presenza di resti delle briglie che fuorie-scono dalla bocca dischiusa dell’animale. anche questa scultura dunque può essere ascritta senza esitazioni al gruppo di Villa giulia e in tale ambito trova raffronti

sculture arcaiche di vulci: qualche aggiornamento 625

cato antiquario- dei quali uno acquisito pochi anni or sono dal museo di amburgo 19 –, è stato di recente at-tribuito ad un maestro di amburgo-new York, attivo intorno alla metà-terzo quarto del vi sec. a. c. 20

all’attività delle botteghe vulcenti di età arcaica im-pegnate nella realizzazione di statue funerarie zoomorfe va riferita anche una mutila testa di un ippocampo (Fig. 7) riconosciuta nei depositi di Villa giulia, ma purtrop-po senza indicazioni di provenienza. 21 Per stile e icono-grafia questa è immediatamente accostabile a tre scultu-

re delle quali una da tempo acceduta nelle collezioni del museo di Boston, 22 le altre due, costituenti una coppia, acquistate in anni recenti dal museo di amburgo. 23 con queste la testa di Villa giulia condivide specifici detta-gli quali il caratteristico ciuffo che delimita la fronte, la criniera bassa a cresta eretta, gli occhi prominenti dal contorno rilevato, il netto profilo della mandibola che sporgente e arrotondata viene posta in risalto dalle tur-gide pliche cutanee che increspano la superficie del col-lo dell’animale, con soluzione del tutto analoga a quella presente nell’ippocampo statunitense del quale la no-stra scultura condivide anche il ritmo fluido e il morbi-do modellato, caratteri in origine certamente valorizzati grazie al colore del quale restano tracce. 24

le invero numericamente modeste rappresentazioni di arieti che ricorrono nel repertorio figurativo vulcente di età arcaica 25 trovano incremento in una testa (Fig. 8) attualmente nei depositi di Villa giulia, purtroppo priva di dati anagrafici. 26 a differenza del sinistro, assai mutilo, più conservato è il lato destro della scultura ove restano parte della bocca digrignante, la mascella, l’oc-chio globoso dal contorno rilevato sopra il quale sporge l’arcata sopraccigliare, mentre la parte superiore della testa appare stretta fra le voluminose corna dalle quali spuntano le orecchie appuntite. Sulla fronte sembra di riconoscere tracce del folto pelame reso a piccole cioc-

19 amburgo : ippocampo alato acefalo : c. ewigleben, Erwerbungen für die Antikenabteilung in der Jahren 1989 und 1990, « Jahrbuch des mu-seum für Kunst und gewerbe hamburg », 9-10, 1990-1991 (1993), pp. 241-242 : la scultura trova il suo pendant in un altro ippocampo transitato sul mercato antiquario nel 1987 (Sotheby’s  New  York,  24-25  novembre 1987 ; Sotheby’s New York, 2 dicembre 1988, n. 85b).

20 martelli 2005, p. 399, fig. 18.21 la testa, della quale al momento non sono stati reperiti i dati di pro-

venienza e che doveva essere fra le sculture esposte nella i sala del museo di Villa giulia prima del 1970, si presenta sul lato posteriore solo sbozza-ta, documentando una collocazione che doveva privilegiare il lato destro. mancante di piccole parti, presenta scheggiature e abrasioni superficiali. alt. max. cons. cm. 20,5 ; lungh. cm. 23.

22 comstock, Vermeule 1976, p. 252-253, n. 391, con bibl. prec. ; hus 1977, p. 41, n. 12, tav. xiv a ; Boosen 1986, pp. 138, n. 5, 177-178 ; mar-telli 2005, p. 399, fig.17 a-b.

23 e. Köhne, Berichte des Museum für Kunst und Gewerbe. Erwerbun-gen für die Antikensammlung bis zum Jahre 1996, « Jahrbuch des museum für Kunst und gewerbe hamburg », 15-16, 1996-1997 (1999), pp. 155-157 ; a. hoffmann, in Die  Etrusker, catalogo della mostra (hamburg 2004), münchen, 2004, p. 103, i/109-110 ; martelli 2005, pp. 397-402, figg. 22-23, che rialza di circa un cinquantennio la datazione che il primo editore propone al primo quarto del v sec. a. c.

24 Sulla superficie accuratamente scialbata del lato destinato alla vista si conservano tracce di colore nero, rosso e ocra.

25 Sostanzialmente circoscritte a tre esemplari il primo dei quali, di raffinata qualità, già nella collezione lotti, è attualmente conservato nel museo di grosseto (cristofani 1975, p. 53, fig. 2 ; celuzza (a cura di) 2000, p. 112, 5.81) ; il secondo, attualmente non rintracciabile e forse pertinente una modanatura architettonica, fu rinvenuto nel 1962 (mav ii, p. 39, n. 840) ; il terzo, infine, di accurata esecuzione e di dimensioni analoghe a quello in esame (alt. cm. 27, lungh. cm. 30), del quale non si conoscono i dati di provenienza, è conservato al museo di Vulci (hus 1977, p. 45, n. 25). il soggetto sembra trovare considerevole successo a castro, sito ove sono note quattro attestazioni delle quali forse ben tre realizzate in funzione degli sfarzosi apprestamenti per lo più rinvenuti nell’area antistante l’importante tomba dei Bronzi che in uso almeno sino al secondo venticinquennio del vi sec. a. c., fu esplorata a più ri-prese tra il 1963 e il 1965. di diversa impostazione è la quarta scultura castrense costituita dalla grande protome posta ad ornare l’angolo nord-orientale del coronamento della imponente tomba a casa della necropoli del crocefisso, databile tra il secondo quarto e la metà del vi sec. a. c. Su tali testimonianze cfr. moretti Sgubini, de lucia Brolli, 2003, pp. 374-379, con bibl. prec.

26 alt. max. cons.cm. 26, lungh. max. cons. cm. 30.

Fig. 5.

Fig. 6.

Fig. 7.

anna maria moretti sgubini626

che erette mentre la superficie delle corna è scandita da costolature radiali analoghe a quelle presenti nell’altro esemplare conservato nel museo di Vulci che offre un buon confronto al nostro frammento e potrebbe essere stato prodotto dalla stessa bottega attiva nella metà-ini-zi seconda metà del vi sec. a. c.

*

le testimonianze riconducibili all’attività degli sculto-ri di Vulci di età arcaica si sono di recente arricchite di nuove acquisizioni costituite anzitutto da due statue frammentarie di sfingi ad ali falcate che, in precedenza trafugate e illecitamente detenute a ginevra, sono state restituite pochi mesi or sono alle collezioni dell’etru-ria meridionale grazie ad una brillante operazione del comando dei carabinieri per la tutela del patrimonio culturale. 27 Sebbene perduti siano i dati di rinvenimen-to, per stile e iconografia entrambe le sculture possono essere inserite nell’ambito di un gruppo di esemplari che di recente è stato attribuito ad un’unica personalità artistica, il maestro del louvre, con proposta di data-zione intorno al 540 a. c. 28

della prima sfinge (Figg. 9-10) si conservano la testa e il collo lungo e massiccio, 29 della seconda (Fig. 11),

forse rinvenuta con la prima, resta quasi per intero il corpo 30 che, caratterizzato dalle lunghe ali trattate sul dorso come un unico volume, era in origine destinato ad una visione laterale come indica la sommaria lavorazione del lato sinistro. le due nuove attestazioni appaiono in linea con i dettami stilistici ricorrenti nelle altre sculture del gruppo : lo indicano la compatta volumetria del cor-po allungato, accentuata dallo sterno pronunciato ma in parte temperata dall’elegante movimento impresso alle ali e la marcata articolazione che segna l’attacco della coscia bordata all’interno dalla coda nel caso della sfinge acefala ; l’impostazione rigidamente frontale della testa sferoidale che il collo cilindrico e la fronte bassa domi-nata dai grandi occhi dal contorno rilevato concorrono a sottolineare nel caso della seconda scultura. Va tuttavia osservato come specie in quest’ultima si colga nel pas-saggio dei piani una notevole cura come pure una certa morbidezza traspaia nella resa dei volumi. tali elementi si coniugano peraltro con un’esplicita ricerca di effet-ti decorativi evidente nell’acconciatura dei capelli che seppure sul capo continuano ad essere trattati come una massa uniforme stretta all’occipite e ricadente compat-

27 Si tratta di materiali pertinenti il sequestro effettuato nel 1995 nei confronti di g. medici. 28 martelli 2004, pp. 623-627.

29 Scheggiature e abrasioni interessano il naso, la bocca e più punti della superficie che risulta per il resto accuratamente lavorata e conserva

in più punti tracce di una lieve scialbatura. alt. max. cons. cm. 29,5.30 in tre frammenti ricomponibili ; perse sono le zampe anteriori. alt.

max. cons. cm. 85 circa, lungh. max. cm. 80 circa.

Fig. 8.

Fig. 9.

Fig. 10.

Fig. 11.

sculture arcaiche di vulci: qualche aggiornamento 627

ta sulle spalle, ai lati del viso appaiono disporsi in una coppia di trecce che scendono lungo il collo lasciando scoperte le orecchie piccole e aderenti al cranio. Più ar-ticolata doveva essere l’acconciatura della sfinge acefala come indicano i resti di almeno tre delle quattro trecce in origine ricadenti sulle spalle dell’animale, come ci suggerisce un’altra pur lacunosa statua dello stesso tipo (Fig. 12), conservata nei depositi di Vulci e proveniente da sequestro, 31 che esibisce su ciascuna delle spalle i re-sti di quattro trecce trattate in maniera del tutto analoga a quelle dell’esemplare recuperato a ginevra. nel com-plesso le tre nuove sculture appaiono caratterizzate da una composizione fluida e attenta ai dettagli, in origine certo resi più apprezzabili grazie all’apporto del colore ora perduto. 32 grazie ai loro caratteri tecnico-stilisti-

ci esse paiono inoltre offrire elementi utili anche da un punto di vista cronologico concorrendo a delineare una possibile articolazione interna al gruppo cui sono per-tinenti. alla testa della serie si potrebbe infatti colloca-re la testa conservata a Berlino 33 e l’altra in collezione privata ticinese ; 34 ad una fase matura della produzione potrebbe essere invece riferita la statua rinvenuta nel 1987 nel dromos di una tomba presso la cuccumellet-ta 35 (Fig. 13) che sembra preludere ad esperienze più recenti nell’ambito delle quali si potrebbero annovera-re, con i tre esemplari di recente acquisizione, la sfin-ge del louvre, 36 quella della tomba del Pittore della Sfinge Barbuta 37 e la sua replica acefala già sul mercato antiquario : 38 caratterizzate da un’essenzialità di volumi e da un trattamento delle superfici che evoca esperien-ze metalliche, queste ultime sculture paiono accomu-nate da un linguaggio figurativo di marcata impronta ionizzante. a quelle sin qui ricordate sembrerebbe potersi aggiungere un’altra statua, ora nella collezione takuhiko Fujita di tokyo, di recente resa nota 39 (Fig. 14) che parrebbe condividere l’impianto complessivo e alcuni specifici caratteri degli altri esemplari collocan-dosi in posizione intermedia tra la sfinge proveniente dalla tomba presso la cuccumelletta e i prodotti più re-centi del gruppo. 40

a tale nutrito gruppo di sculture credo si debba an-cora aggiungere una statua di Vulci proveniente da camposcala (Fig. 15) che, nota attraverso la documen-tazione ottocentesca, 41 propone un’impostazione molto vicina a quella del tipo in discussione 42 e, forse ancora, un’altra sfinge 43 che, ancorché non finita, fu realizzata

31 la scultura fu recuperata il 5 maggio del 1992 a seguito di un se-questro effettuato a Pescia romana, in comune di montalto di castro, nei confronti di l. Falleroni. Perdute sono la testa, la parte posteriore del corpo e quasi per intero le zampe. alt. max. cons. cm 36,5, lungh. max. cons. cm. 57.

32 la presenza del colore sembra postulabile anche sulla base dell’ac-curata scialbatura che si conserva in più punti della superficie dei due esemplari recuperati a ginevra, in particolare nel caso della testa.

33 rumpf 1928, p. 13, e6, tav. 5 ; hus 1961, pp. 42, n. 10, 181-184, tav. xxii. 34 reusser 1986, p. 15, 2.9.

35 Sgubini moretti 1994, pp. 27-28, tav. viii, n. 20. 36 hus 1961, pp. 42-43, n. 11, 181, 218, tavv. v, xxiv.37 g. colonna, Tomba del Pittore della Sfinge Barbuta, in Nuovi tesori 

dell’antica Tuscia, catalogo della mostra (Viterbo, 1970), Viterbo, 1970, pp. 40-41, n. 29, tav. xii a ; hus 1977, pp. 40-41, n. 11, tav. xiii c ; martelli 1981, p. 238, fig. 237 ; lulof, Kars 1994, p. 54, fig. 9. la sfinge fu rinve-nuta nella ‘anticamera’ della tomba, del tipo a vestibolo a cielo aperto, che scavata nel 1968 a seguito di un intervento clandestino, risultò già mano-messa in antico : cfr. Brunetti nardi 1972, p. 110 ; ricciardi 1989, pp. 37, 44, n. 72. 38 martelli 2004, pp. 623-624, fig. 3.

39 la scultura, della quale sarebbe comunque necessario un esame au-toptico utile a fugare possibili dubbi sulla sua autenticità, è stata acritica-mente presentata in occasione di una recente mostra svoltasi ad ambur-go : cfr. a. hoffmann, in Die Etrusker, catalogo della mostra (hamburg 2004), münchen 2004, pp. 40, 109, i/106.

40 in tal senso ci orientano elementi quali il mento arrotondato, la ca-ratteristica sporgenza del labbro superiore, il taglio degli occhi dal con-torno rilevato e l’impostazione complessiva dei capelli ornati però qui da un voluminoso cercine. rispetto alla sfinge della cuccumelletta, con cui condivide l’impostazione delle ali rese distinte sul dorso, la statua di tokyo sembrerebbe manifestare una più accentuata tensione dinamica nella resa dei volumi, aspetto questo forse qui reso apprezzabile grazie al miglior stato di conservazione del pezzo.

41 gerhard 1829, p. 126 ; lenoir 1832, p. 270 ; Monumenti  Inediti 1829-1833, tav. xli, n. 9 ; hus 1961, pp. 52, 221-222, tav. ix, n. x.

42 come già in precedenza rilevato : Sgubini moretti 1994, pp. 27-28, nota 101, tav. viii, n. 20.

43 Sgubini moretti 1986, p. 142, n. 4, fig. 29 ; Sgubini moretti 1989, p. 327 nota 19.

Fig. 12.

Fig. 13.

anna maria moretti sgubini628

da scultori vulcenti per la decorazione del tetto della sfarzosa tomba a casa con portico di tuscania che i materiali del corredo consentono di collocare in una fa-se avanzata del secondo venticinquennio del vi sec. a. c. 44 l’esemplare tuscanese risulta ivi associato ad un

leoncino accovacciato e ad un leone ruggente, entrambi riconducibili al secondo gruppo dei leoni vulcenti del Brown, 45 e ad un’altra sfinge che, pur vincolata ancora a caratteri di arcaicità evidenti anche nell’impostazio-ne rigidamente frontale, appare, come i leoni, preco-cemente recepire suggestioni di esperienze di più colta elaborazione 46 che a breve e ben più esplicitamente tro-veranno eco nelle sculture del gruppo di amburgo e del maestro di civitavecchia. 47

come già dal punto di vista architettonico anche at-traverso il suo programma decorativo la tomba di Pian di mola si conferma dunque quale testimonianza di pri-mo piano nel più generale quadro dell’etruria meridio-nale : le sue sculture saldamente ancorate ad un contesto cronologico coerente e unitario, 48 ci restituiscono infatti il campione significativo della temperie culturale che fa da sfondo all’attività di una bottega di Vulci operante in una fase avanzata del secondo venticinquennio del vi sec. a. c., bottega in grado di realizzare un progetto particolarmente complesso grazie ad un repertorio ico-nografico non solo vario e articolato, ma anche attento ai canoni stilistici che dalla grecia microasiatica rag-giungono l’etruria. alla medesima temperie culturale andranno ricondotte anche esperienze quali quelle so-pra esaminate che, in parte già attribuite al maestro del louvre, sembrano piuttosto riferibili a scultori diversi seppure operanti in una stessa officina, la cui attività

44 Sgubini moretti 1989, pp. 321-335 ; Sgubini moretti 1991, pp. 23-24 ; moretti Sgubini 2005 b, pp. 223-224.

45 Brown 1960, pp. 66-72. 46 come sembra indicare l’acconciatura dei capelli che aderenti al ca-

po e rinserrati alla nuca discendono sulle spalle raccolti in rigide trecce, mentre sopra la fronte si dispongono in fitte ciocche lievemente ondulate con una soluzione affine a quella proposta da una sfinge, già sul mercato antiquario che, riconosciuta prossima al gruppo amburgo (cfr. martel-li 2004, p. 625, fig. 7), anticipa, al pari di una statua acefala conservata a Vulci (moretti Sgubini 2001, pp. 254-255, iii. c. 3), moduli figurati-vi che saranno propri del gruppo, come concorre ad accreditare anche un’altra sfinge sempre da Vulci (moretti Sgubini 2001, p. 255, tav. xix) che per i suoi caratteri arcaistici la martelli (martelli 2005, p. 406) ora attribuisce, con un altro esemplare di Boston, alla fase iniziale della pro-duzione del maestro di civitavecchia e per la quale propone una datazio-ne intorno al 550 a. c.

47 martelli 2005, pp. 395-406, con bibl. prec.48 a differenza di quanto avviene per le due statue già attribuite al

maestro del louvre delle quali sono noti i contesti di provenienza e cioè la sfinge dalla tomba a nove camere esplorata nel 1987 a nord-ovest del-la cuccumelletta (Sgubini moretti 1994, pp. 25-27) che appare in uso fra l’ultimo ventennio del vii e la prima metà - forse il primo venticin-

quennio - del vi sec. a. c., e la sfinge dalla tomba del Pittore della Sfin-ge Barbuta (cfr. nota 37) che ha restituito materiali databili fra l’ultimo ventennio del vii e il primo ventennio del vi [g. colonna, Tomba del Pittore della Sfinge Barbuta, in Nuovi tesori dell’antica Tuscia, catalogo della mostra (Viterbo, 1970), Viterbo, 1970, pp. 34-41 ; rizzo 1985, pp. 522-523 ; martelli 1987, pp. 276-279 ; Szilágyi 1992, p. 217 ; Szilágyi 1998, p. 312, nota 86, ecc.]. in entrambi i casi le sculture furono rinve-nute in giacitura secondaria, elemento questo che ci priva di qualsiasi dato utile a conoscere la loro originaria collocazione e il rapporto con il complesso architettonico. del resto sin quando non verranno condotte ricerche sistematiche ed estensive, oggi più che mai ostacolate dalla sem-pre più affannosa assenza di risorse, non sarà possibile, se non per meri quanto fortunati fatti accidentali, acquisire dati conoscitivi certi circa l’originaria configurazione degli esterni dei monumenti funerari anche in rapporto con il più ampio assetto topografico dei sepolcreti che co-munque intuiamo complesso e nell’ambito del quale dobbiamo comun-que presupporre la presenza di apprestamenti architettonici con funzioni cultuali dotati di peculiari apparati decorativi. la configurazione di ta-li complessi s’intuisce al momento solo con difficoltà anche laddove si dispone, come ad esempio a castro, di testimonianze unitarie per cro-nologia e provenienza : cfr. moretti Sgubini, de lucia Brolli 2003, pp. 370-377.

Fig. 14.

Fig. 15.

Fig. 16.

sculture arcaiche di vulci: qualche aggiornamento 629

iniziale, non scevra di un certo conservatorismo, antici-perei almeno di un ventennio. 49

*

Prima di concludere mi pare opportuno segnalare, an-che ai fini di un loro auspicabile recupero, altre due pre-gevoli statue di sicura produzione vulcente, delle qua-li è al momento sconosciuta la collocazione : di queste abbiamo documentazione certa attraverso alcune foto polaroid che, funzionali alla collocazione delle sculture sul mercato clandestino, dovettero essere scattate subi-to dopo lo scavo come sembrano confermare il contesto ambientale che fa loro da sfondo come pure le numerose tracce di terra ben visibili sulle loro superfici. 50

Si tratta anzitutto di una sfinge acefala (Fig. 16) che per stile e concezione figurativa appare immediatamen-te accostabile ad un gruppo di leoni alati provenienti dai tumuli della cuccumelletta 51 e, soprattutto, della cuc-cumella 52 di Vulci con i quali la nuova scultura condivide l’impianto monumentale e la grande valenza decorativa. affinità si riconoscono anche in dettagli minori come dimostrano particolari cifre stilistiche riconoscibili nel doppio listello che definisce superiormente il profilo dell’ala 53 o nell’anatomia delle zampe anteriori, 54 men-tre diversa soluzione presenta il treno posteriore ove la resa dell’articolazione richiama alla mente quella pre-sente, ad esempio, su quattro leoni, pure di bottega vul-cente, acquistati nel 1971 e conservati a Villa giulia. 55 nuoce peraltro ad una più compiuta valutazione della

scultura la perdita della testa sebbene la presenza di una consistente porzione dei capelli disposti in sette fitte, ri-gide trecce aderenti al collo massiccio ci fornisca un uti-le indizio richiamando alla mente l’acconciatura di una mutila scultura confluita nelle collezioni del J. P. getty museum di malibù. 56 Pur con le prudenti riserve che la documentazione disponibile impone, la sfinge in esame sembra attribuibile alla prima generazione di scultori vulcenti, responsabili di programmi decorativi che dob-biamo immaginare di natura complessa e nell’ambito dei quali, malgrado le mutilazioni subite, quello della cuccumella si conferma quale episodio centrale.

Più recente è la seconda scultura di cui abbiamo docu-mentazione. Si tratta anche in questo caso di una sfinge che, mancante di parte delle zampe, presenta circoscrit-te lacune delle quali una interessa il viso ove sfregiato è il naso (Figg. 17-18). Per impianto complessivo e carat-teri stilistici la statua è senza alcun dubbio attribuibile al maestro di civitavecchia e risulta in particolare vicina ad un esemplare (Fig. 19) attualmente in collezione pri-vata qualche anno fa reso noto da S. haynes. 57 la pos-sibilità che queste due sfingi costituissero in origine una coppia pertinente lo stesso monumento sembra avvalo-rata dalla circostanza che anche l’esemplare pubblicato dalla haynes è documentato nello stesso gruppo di foto polaroid ove la scultura appare ancora in due frammen-ti, poi evidentemente ricongiunti in sede di restauro.

con le immagini di tali pregevoli opere era conserva-ta anche la foto, scattata in condizioni analoghe e con le

Fig. 17. Fig. 18.

49 cfr. supra e nota 28. Penso che nello stesso ambito culturale deb-bano essere ricercati anche gli antefatti che, pur con esiti diversi, furono alla base della formazione di altri scultori vulcenti, quale ad es. il maestro di amburgo, responsabili delle ben più vivide e raffinate realizzazioni che, con altre classi di produzione, adeguatamente illustrano la qualità e i caratteri della cultura artistica di Vulci tra la metà e la seconda metà del vi sec. a. c., personalità artistiche sulla cui produzione ci si riserva di ritornare in altra sede.

50 le foto delle due sfingi, anch’esse individuate fra quelle del ricco archivio di g. medici (cfr. nota 27), mi sono state segnalate dal signor maurizio Pellegrini che ringrazio. la loro pubblicazione è stata autoriz-zata dal dottor Paolo g. Ferri, Sostituto Procuratore della repubblica di roma da anni e con successo impegnato nel recupero del patrimonio archeologico illecitamente sottratto allo Stato italiano.

51 Sgubini moretti 1994, pp. 22-24, fig. 19. 52 Sgubini moretti 1994, pp. 29-33, con bibl. prec. ; Sgubini mo-

retti 2005 a, p. 471, tav. viiib, con rif. 53 tale elemento ricorre sia nella mutila statua di leone rinvenuto

presso il tumulo della cuccumelletta (Sgubini moretti 1994, pp. 22-24, in particolare nota 75), sia in un altro leone conservato a Berlino (rumpf 1928, p. 12, e 2 ; hus 1961, p. 49, n. 33) sia ancora in una gigantesca ala di felino, probabilmente un leone, attualmente a Villa giulia (Sgubini moretti 2005 a, p. 471, tav. viiib, con rif.), sculture le due ultime prove-nienti entrambe dal tumulo della cuccumella.

54 analoga, ad esempio, a quello del leone stante un tempo conservato

a musignano (cfr. Brown 1960, p. 62, n. 1, con bibl. prec. ; hus 1961, p. 49, n. 31) - del quale si segnala un bel disegno effettuato da raniero men-garelli, in occasione di un sopralluogo da questi condotto alla collezione torlonia a musignano, che si conserva nell’archivio disegni della sbaem -, ma ricorrente anche in altri prodotti definiti dal Brown di « provincial artists » quali l’esemplare di copenhagen (Brown 1960, p. 65), o l’altro di new York (hus 1977, pp. 43-44, n. 20).

55 a. m. Sgubini moretti, Coppia  di  leoni  in  nenfro, in La  civiltà degli Etruschi. Scavi e  studi recenti, catalogo della mostra (osaka 1990-nagoya-Fukuoka-tokyo, 1991), a cura di F. Boitani, roma, 1993 (trad. it.), p. 58, n. 195 b.

56 caratterizzata da un accentuato decorativismo comune anche ai leo-ni di oxford, Boston, new York : del chiaro 1977, pp. 45-47, n. 1, figg. 1-2. affine è l’acconciatura che propone una testa di Berlino : (rumpf 1928, p. 12, e4, tav 3 ; hus 1961, pp. 40, n. 6, 141-144, 215, tav. xix ; h. heres, in Die  Welt  der  Etrusker, catalogo della mostra (Berlin, 1988), Berlin, 1988, pp. 209-210) ove i capelli, pur raccolti in lunghe trecce, lasciano tuttavia scoperta una parte del collo con una soluzione analoga a quella proposta da due più tarde teste di Vulci, note dalla documen-tazione ottocentesca (hus 1961, pp. 51, nn. ii-iii, 184, 190, 192 nota 3, 411-413, tav. viii con bibl. prec.), di recente richiamate da a. maggiani a proposito della testa di sfinge del museo « c. Faina » (maggiani 2005, p. 32) per la quale un puntuale confronto è offerto da una testa di sfinge all’israel museum di gerusalemme (Jucker 1991, p. 290, n. 386).

57 haynes 2000, pp. 151-152, fig. 134 ; martelli 2006, p. 405.

anna maria moretti sgubini630

medesime illecite finalità, di una testa di leone ruggen-te (Fig. 20) che risulta con certezza identificabile con l’esemplare attualmente conservato al Princeton univer-sity museum of art ove è acceduto nel 1994. 58 Prodotto di bottega vulcente, la testa ripropone un tipo che, ricon-ducibile al secondo gruppo dei leoni del Brown, 59 ricor-re anche nel repertorio del gruppo di amburgo trovan-do esiti di particolare impegno ed effetto decorativo. 60

Bibliografia

Boardman 1990 = J. Boardman, Vasi ateniesi a figure nere : un manuale, milano, 1990.

Boosen 1986 = m. Boosen, Etruskische  Meeresmischwesen. Untersuchungen zu Typologie und Bedeutung, roma, 1986.

Brown 1960 = W. l. Brown, The  Etruscan  Lion, oxford, 1960.

Brunetti nardi 1972 = g. Brunetti nardi, Repertorio degli scavi e delle scoperte archeologiche in Etruria meridionale, ii (1966-1970), roma, 1972.

Bruni 1989 = S. Bruni, Attorno  alla  Tomba  del  bronzetto d’offerente di Populonia, « mitteilungen des deutschen ar-chaeologischen instituts, roemische abteilung », 96, 1989, pp. 267-284.

Bruni 2000 = S. Bruni, La scultura, in Gli Etruschi, catalogo della mostra (Venezia, 2000) a cura di m. torelli, milano, 2000, pp. 365-391.

celuzza (a cura di) 2000 = m. celuzza (a cura di), Vulci e il suo territorio nelle collezioni del Museo Archeologico e d’Arte della Maremma, grosseto, 2000.

comstock, Vermeule 1976 = m. comstock, c. c. Vermeule, Sculture  in Stone. The Greek, Roman and Etruscan Collec-tions of  the Museum of  Fine Arts Boston, Boston, 1976.

Fig. 19.

Fig. 20.

58 Acquisition of  the Art Museum 1994, in Record of  the Art Museum, Princeton University, 54.1, 1995, p. 68 ; Padgett 2001, pp. 366-367. an-che in questo caso si auspica che la scultura, della quale la foto conservata nell’archivio di g. medici (cfr. note 27, 50) prova l’illecita provenienza, torni a far parte delle collezioni dell’etruria meridionale.

59 cfr. nota 45.60 cfr. ad es. l’esemplare di houston o la testa conservata all’israel

museum di gerusalemme : martelli 2006, pp. 396-397, figg. 6-7, con bibl. prec.

cristofani 1975 = m. cristofani, Il nuovo Museo di Grosse-to, « Prospettiva », 1, 1975, pp. 52-54.

del chiaro 1977 = m. a. del chiaro, Archaic  Etruscan Stone Sculpture, « the J. Paul getty museum Journal », 5, 1977, pp. 45-54.

gerhard 1829 = o. gerhard, Rapporto del Signor Melchiade Fossati intorno le tombe di Tarquinia e di Vulcia, annali del-l’instituto di corrispondenza archeologica 1829, pp. 120-131.

haynes 2000 = S. haynes, Etruscan Civilization, los ange-les, 2000.

hus 1961 = a. hus, Recherches sur la statuaire en pierre étru-sque archaïque, Paris, 1961 (« Bibliothèque des ecoles fran-çaises d’athènes et de rome », 198).

hus 1977 = a. hus, La statuaire en pierre archaïque de Vulci. Travaux et découvertes de 1961 à 1975, in La civiltà arcaica di Vulci  e  la  sua  espansione, atti del x convegno di Studi etruschi e italici (grosseto-roselle-Vulci, 29 maggio-2 giugno 1975), Firenze, 1977, pp. 31-47.

lenoir 1832 = a. lenoir, Monumens sépulcraux de l’étrurie moyenne, « annali dell’instituto di corrrispondenza archeo-logica », 4, 1832, pp. 254-279.

lulof, Kars 1994 = P. S. lulof, h. Kars, Early Etruscan Stone  Sculture.  Reconstruction  and  petrography  of   sphinxes from Veii, « Bulletin antieke beschaving. annual Papers on classical archaeology », 69, 1994, pp. 49-61.

Jucker 1991 = i. Jucker, Italy of  the Etruscan, mainz, 1991.maggiani 2005 = a. maggiani, Il  cippo  di  Larth  Cupures 

veiente e gli altri semata a testa umana da Orvieto, in Orvie-to, l’Etruria meridionale interna e l’agro falisco, atti del xii convegno internazionale di Studi sulla Storia e l’archeo-logia dell’etruria, « annali della Fondazione per il museo ‘claudio Faina’ », xii, 2005, pp. 29-73.

martelli 1981 = m. martelli, Le manifestazioni artistiche, in m. cristofani (a cura di), Gli Etruschi in Maremma, mi-lano, 1981, pp. 221-284.

martelli 1987 = m. martelli, La ceramica degli Etruschi, novara, 1987.

sculture arcaiche di vulci: qualche aggiornamento 631

martelli 1988 = m. martelli, La cultura artistica di Vul-ci arcaica, in Un artista etrusco e il suo mondo. Il Pittore di Micali, catalogo della mostra (roma, 22 marzo-30 giugno 1988), a cura di m. a. rizzo, roma, 1988, pp. 22-28.

martelli 2004 = m. martelli, Sculture vulcenti arcaiche : pa-ralipomena- ii. Il Maestro del Louvre, in Studi di Archeologia in onore di Gustavo Traversari, ii, roma, 2004, pp. 623-630.

martelli 2005 = m. martelli, Sculture  vulcenti  arcaiche : paralipomeni. i. I maestri di Civitavecchia e di Amburgo-New York, in AeimnhStoS. Miscellanea di Studi per Mauro Cri-stofani, Firenze, 2005, pp. 395-406.

martelli antonioli 1955 = V. martelli antonioli, in Ar-te degli Etruschi, milano, 1955.

MAV ii = Materiali di Antichità Varia ii, Scavi di Vulci. Ma-teriale concesso alla Società Hercle, roma, 1964.

moretti Sgubini 2001 = a. m. moretti Sgubini, Le scultu-re funerarie, in Veio, Cerveteri, Vulci. Città d’Etruria a con-fronto, catalogo della mostra (roma, 1 ottobre-30 dicembre 2001), a cura di a. m. moretti Sgubini, roma, 2001, pp. 253-255.

moretti Sgubini 2005 a = a. m. moretti Sgubini, Risul-tati e prospettive delle ricerche in atto a Vulci, in Dinamiche di  sviluppo  delle  città  in  Etruria  meridionale.  Veio,  Caere, Tarquinia,Vulci, atti del xxiii convegno di Studi etruschi e italici (roma-Veio-cerveteri/Pyrgi-tarquinia-tuscania-Vulci-Viterbo, 1-6 ottobre 2001), Pisa-roma, 2005, ii, pp. 457-484.

moretti Sgubini 2005 b = a. m. moretti Sgubini, Tuscania e Orvieto, in Orvieto,  l’Etruria meridionale  interna  e  l’agro falisco, atti del xii convegno internazionale di Studi sulla Storia e l’archeologia dell’etruria, « annali della Fondazio-ne per il museo ‘claudio Faina’ », xii, 2005, pp. 213-244.

moretti Sgubini, = a. m. moretti Sgubini, m. a. dede lucia Brolli 2003 = lucia Brolli, Castro : un centro del-

l’entroterra vulcente, in Tra Orvieto e Vulci, atti del x con-vegno internazionale di Studi sulla Storia e l’archeologia dell’etruria, « annali della Fondazione per il museo ‘clau-dio Faina’ », x, 2003, pp. 363-405.

Padgett 2001 = J. m. Padgett, Roman Sculpture  in the Art Museum, Princeton, 2001.

Poulsen 1962 = V. Poulsen, Etruscan Art. Five Centuries of  Sculpture  and  Painting  from  Archaeological  Sites  in  Etru-

ria, in a. Boethius, Etruscan Land and People, new York-malmö, 1962.

reusser 1986 = c. reusser, Testimonianze d’arte  etrusca  in collezioni private ticinesi, lugano, 1986.

ricciardi 1989 = l. ricciardi, La  necropoli  settentrionale di Vulci. Resoconto di  un’indagine  bibliografica  e d’archivio, « Bollettino d’arte », 74, 1989, n. 58, pp. 27-52.

riis 1997 = P. J. riis, Vulcentia vetustiora, copenhagen, 1997.

rizzo 1985 = m. a. rizzo, Dati sulla sistemazione dei corredi e sulle nuove esposizioni, in atti del convegno di Studi in oc-casione del cinquantenario dell’istituto di Studi etruschi e italici, « Studi etruschi », li, 1985, pp. 518-527.

rizzo 1988 = m. a. rizzo, La ceramografia etrusca tardo-ar-caica, in Un artista etrusco e il suo mondo. Il Pittore di Micali, catalogo della mostra (roma, 1988), a cura di m. a. rizzo, roma, 1988, pp. 29-38.

rumpf 1928 = a. rumpf, Staatliche Museen zu Berlin. Kata-log der etruskischen Skulpturen, i, Berlin, 1928.

Sgubini moretti 1986 = a. m. Sgubini moretti, Confronti nell’architettura  funeraria  rupestre :  qualche  esempio, in Ar-chitettura etrusca nel Viterbese, catalogo della mostra (Viter-bo, 1986), roma, 1986, pp. 139-144.

Sgubini moretti 1989 = a. m. Sgubini moretti, Tomba a casa con portico nella necropoli di Pian di Mola di Tuscania, in Atti del secondo Congresso Internazionale Etrusco (Firen-ze, 26 maggio-2 giugno 1985), Firenze, 1989, pp. 321-335.

Sgubini moretti 1991 = a. m. Sgubini moretti, Nuovi da-ti dalla necropoli rupestre di Pian di Mola di Tuscania, « Bol-lettino di archeologia », 7, 1991, pp. 23-38.

Sgubini moretti 1994 = a. m. Sgubini moretti, Ricerche archeologiche  a  Vulci :  1985-1990, in Tyrrhenoi  philotech-noi. atti della giornata di studio organizzata dalla Facoltà di conservazione dei beni culturali dell’università degli studi della tuscia in occasione della mostra  Il  mondo  de-gli Etruschi. Testimonianze dai musei di Berlino e dell’Europa orientale (Viterbo, 13 ottobre 1990),  a cura di m. martelli, roma, 1994, pp. 9-49.

Szilágyi 1992 = J. g. Szilágyi, Ceramica etrusco-corinzia fi-gurata, i, Firenze, 1992.

Szilágyi 1998 = J. g. Szilágyi, Ceramica etrusco-corinzia fi-gurata, ii, Firenze, 1998.

composto in carattere imprint monotype dallaaccademia editoriale , p i sa · roma.

stampato e r ilegato nellatipografia di agnano, agnano p i sano (p i sa) .

*Maggio 2009

(cz 2 · fg 3)

Tutte le riviste Online e le pubblicazioni delle nostre case editrici(riviste, collane, varia, ecc.) possono essere ricercate bibliograficamente e richieste

(sottoscrizioni di abbonamenti, ordini di volumi, ecc.) presso il sito Internet:

www.libraweb.netPer ricevere, tramite E-mail, periodicamente, la nostra newsletter/alert con l’elenco

delle novità e delle opere in preparazione, Vi invitiamo a sottoscriverla presso il nostro sitoInternet o a trasmettere i Vostri dati (Nominativo e indirizzo E-mail) all’indirizzo:

[email protected]*

Computerized search operations allow bibliographical retrieval of the Publishers’ works(Online journals, journals subscriptions, orders for individual issues, series, books, etc.)

through the Internet website:

www.libraweb.netIf you wish to receive, by E-mail, our newsletter/alert with periodic information

on the list of new and forthcoming publications, you are kindly invited to subscribe it at ourweb-site or to send your details (Name and E-mail address) to the following address:

[email protected]


Recommended