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VALUTAZIONE DELLE POTENZIALITÀ DI UN SISTEMA DI RECUPERO ENERGETICO DA REFLUI A BASSA ENTALPIA PER...

Date post: 09-Nov-2023
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67° Congresso Nazionale ATI Trieste, 11-14 Settembre 2012 SOMMARIO Nel presente lavoro si riportano i primi risultati ottenuti nell’ambito del progetto Warm Flow, il cui obiettivo consiste nello sviluppo di una metodologia di recupero dell’energia termica contenuta nelle acque reflue di abitazioni civili. Seppur a basso contenuto entalpico, i flussi degli scarichi civili possono rappresentare un’interessante fonte di risparmio energetico nella realizzazione di impianti di climatizzazione invernale ed estiva se adeguatamente sfruttati per l’alimentazi one di sistemi basati su pompa di calore. Nell’ambito di questo lavoro si presenta il risultato della fase di analisi della potenzialità di risparmio energetico legata a questa strategia di progettazione; la valutazione è basata sulla stima dei flussi energetici disponibili nelle più comuni tipologie di edificio e su un’ipotesi preliminare di layout impiantistico individuata per l’ottimizzazione delle performance del sistema integrato edificio-impianto. VALUTAZIONE DELLE POTENZIALITÀ DI UN SISTEMA DI RECUPERO ENERGETICO DA REFLUI A BASSA ENTALPIA PER LA CLIMATIZZAZIONE IN EDIFICI CIVILI Lucio Postrioti 1 , Giorgio Baldinelli 1 , Francesco Di Maria 1 , Francesco Bianchi 1 1 Dipartimento di Ingegneria Industriale Università di Perugia, INTRODUZIONE Gli obiettivi delle recenti normative europee in materia di efficienza degli usi finali dell’energia e dei servizi energetici, quali la Direttiva 2009/28/CE [1] e la Direttiva 2006/32/CE [2], puntano ad estendere i risultati oltre le fasi di produzione, distribuzione, regolazione ed emissione di energia, per arrivare a considerare anche il recupero e il successivo riutilizzo. Nell’ambito delle tematiche di risparmio energetico in edilizia, particolare attenzione è stata posta ai requisiti di isolamento dell’involucro e al recupero energetico dell’aria di ricambio, incrementando il peso relativo del consumo di energia per usi igienico-sanitari. In particolare le acque di scarico presentano possibili potenzialità legate al loro recupero energetico, trattandosi di vettori con un carico termico che viene inutilmente disperso negli scarichi fognari o in pozzi a perdere per una quantità pari a circa 25-30 kWh/(m 2 anno) di energia primaria. Lo sfruttamento del contenuto energetico delle acque reflue, oltre a risultare incisivo in termini energetici, contribuisce a dare un apporto agli sforzi compiuti per la diminuzione degli agenti climalteranti e inquinanti, considerando che il settore residenziale rappresenta una delle principali sorgenti di emissioni di gas serra del nostro Paese. In questo contesto si inserisce il progetto “Warm Flow” finanziato dal Ministero dell’Ambiente nell’ambito della “Ricerca finalizzata ad interventi di efficienza energetica ed all’utilizzo delle fonti di energia rinnovabile in aree urbane”. In particolare, il progetto si pone l’obiettivo di realizzare un prototipo sperimentale per ottimizzare le prestazioni energetiche del binomio edificio-impianto, sviluppando un sistema innovativo di recupero dell’energia termica contenuta nelle acque reflue di scarichi degli edifici ad elevato indice di affollamento. La memoria presenta l’analisi delle potenzialità energetiche delle acque reflue che, se opportunamente recuperate ed immagazzinate, pur trattandosi di una risorsa a basso contenuto entalpico, possono rappresentare un vettore energetico a servizio di impianti tecnologici quali le pompe di calore per la climatizzazione invernale ed estiva. Durante la stagione di riscaldamento, la pompa di calore costituisce una soluzione che ben si presta a sfruttare il calore contenuto in sorgenti a bassa temperatura; grazie a questa tecnologia, il ricorso alle acque di scarico da usi civili diviene quindi un argomento centrale nell’ambito del recupero e riutilizzo dell’energia. Il sistema è realizzato con soluzioni che permettono il suo impiego sia in edifici di nuova costruzione, pensandolo già nelle prime fasi di progettazione, sia in edifici già esistenti e dotati di impianti centralizzati. L’analisi impiantistica dell’apparato di recupero ha permesso di modellare i differenti componenti attraverso relazioni di bilancio energetico in regime semi-stazionario, utilizzando il codice di calcolo matlab. Dopo una prima descrizione del modello numerico implementato, verranno esposti i principali risultati, rappresentativi della fase preliminare alla messa in opera del prototipo sperimentale.
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67° Congresso Nazionale ATI – Trieste, 11-14 Settembre 2012

SOMMARIO

Nel presente lavoro si riportano i primi risultati ottenuti nell’ambito del progetto Warm Flow, il cui obiettivo consiste nello

sviluppo di una metodologia di recupero dell’energia termica contenuta nelle acque reflue di abitazioni civili.

Seppur a basso contenuto entalpico, i flussi degli scarichi civili possono rappresentare un’interessante fonte di risparmio

energetico nella realizzazione di impianti di climatizzazione invernale ed estiva se adeguatamente sfruttati per l’alimentazione

di sistemi basati su pompa di calore.

Nell’ambito di questo lavoro si presenta il risultato della fase di analisi della potenzialità di risparmio energetico legata a

questa strategia di progettazione; la valutazione è basata sulla stima dei flussi energetici disponibili nelle più comuni tipologie

di edificio e su un’ipotesi preliminare di layout impiantistico individuata per l’ottimizzazione delle performance del sistema

integrato edificio-impianto.

VALUTAZIONE DELLE POTENZIALITÀ DI UN SISTEMA DI RECUPERO

ENERGETICO DA REFLUI A BASSA ENTALPIA PER LA CLIMATIZZAZIONE IN

EDIFICI CIVILI

Lucio Postrioti1, Giorgio Baldinelli

1, Francesco Di Maria

1, Francesco Bianchi

1

1Dipartimento di Ingegneria Industriale – Università di Perugia,

INTRODUZIONE

Gli obiettivi delle recenti normative europee in materia di

efficienza degli usi finali dell’energia e dei servizi energetici,

quali la Direttiva 2009/28/CE [1] e la Direttiva 2006/32/CE

[2], puntano ad estendere i risultati oltre le fasi di produzione,

distribuzione, regolazione ed emissione di energia, per arrivare

a considerare anche il recupero e il successivo riutilizzo.

Nell’ambito delle tematiche di risparmio energetico in

edilizia, particolare attenzione è stata posta ai requisiti di

isolamento dell’involucro e al recupero energetico dell’aria di

ricambio, incrementando il peso relativo del consumo di

energia per usi igienico-sanitari. In particolare le acque di

scarico presentano possibili potenzialità legate al loro recupero

energetico, trattandosi di vettori con un carico termico che

viene inutilmente disperso negli scarichi fognari o in pozzi a

perdere per una quantità pari a circa 25-30 kWh/(m2

anno) di

energia primaria.

Lo sfruttamento del contenuto energetico delle acque

reflue, oltre a risultare incisivo in termini energetici,

contribuisce a dare un apporto agli sforzi compiuti per la

diminuzione degli agenti climalteranti e inquinanti,

considerando che il settore residenziale rappresenta una delle

principali sorgenti di emissioni di gas serra del nostro Paese.

In questo contesto si inserisce il progetto “Warm Flow”

finanziato dal Ministero dell’Ambiente nell’ambito della

“Ricerca finalizzata ad interventi di efficienza energetica ed

all’utilizzo delle fonti di energia rinnovabile in aree urbane”.

In particolare, il progetto si pone l’obiettivo di realizzare un

prototipo sperimentale per ottimizzare le prestazioni

energetiche del binomio edificio-impianto, sviluppando un

sistema innovativo di recupero dell’energia termica contenuta

nelle acque reflue di scarichi degli edifici ad elevato indice di

affollamento.

La memoria presenta l’analisi delle potenzialità energetiche

delle acque reflue che, se opportunamente recuperate ed

immagazzinate, pur trattandosi di una risorsa a basso

contenuto entalpico, possono rappresentare un vettore

energetico a servizio di impianti tecnologici quali le pompe di

calore per la climatizzazione invernale ed estiva. Durante la

stagione di riscaldamento, la pompa di calore costituisce una

soluzione che ben si presta a sfruttare il calore contenuto in

sorgenti a bassa temperatura; grazie a questa tecnologia, il

ricorso alle acque di scarico da usi civili diviene quindi un

argomento centrale nell’ambito del recupero e riutilizzo

dell’energia.

Il sistema è realizzato con soluzioni che permettono il suo

impiego sia in edifici di nuova costruzione, pensandolo già

nelle prime fasi di progettazione, sia in edifici già esistenti e

dotati di impianti centralizzati. L’analisi impiantistica

dell’apparato di recupero ha permesso di modellare i differenti

componenti attraverso relazioni di bilancio energetico in

regime semi-stazionario, utilizzando il codice di calcolo

matlab. Dopo una prima descrizione del modello numerico

implementato, verranno esposti i principali risultati,

rappresentativi della fase preliminare alla messa in opera del

prototipo sperimentale.

2

SOLUZIONI ESISTENTI PER IL RECUPERO

ENERGETICO DAI REFLUI CIVILI

Il recupero delle acque di scarico da usi civili trova la sua

concretizzazione nella definizione degli aspetti impiantistici

che permettano la captazione del contenuto energetico delle

acque reflue. Nella maggior parte delle applicazioni il sistema

di recupero è costituito da un serbatoio di accumulo che

diventa un volano termico dal quale attingere per il

funzionamento dell’impianto di climatizzazione. Questa

tipologia di impianto si pone quindi come possibile alternativa

a differenti soluzioni impiantistiche quali l’utilizzo di sistemi

di scambio geotermico per l’alimentazione energetica di

pompe di calore, soluzioni certamente più complesse e costose

dal punto di vista realizzativo.

Una soluzione che prevede una semplificazione

impiantistica del sistema di captazione è descritta in un

rapporto del DOE [3], in cui si analizza la possibilità di

effettuare il recupero istantaneo, contemporaneo alla

produzione, del contenuto termico delle acque di scarico di

impianti sanitari civili. Il componente principale è uno

scambiatore di calore costituito da una tubazione centrale che

accoglie acqua calda da lavandini e docce, circondata sulla

superficie esterna da spire per il passaggio dell’acqua da

preriscaldare. Sulla base di prove sperimentali in differenti

condizioni di flusso è stato valutato un possibile risparmio di

energia tra il 30 e il 50%, individuando in strutture ad elevati

livelli di affollamento i candidati più appetibili per tale

applicazione. De Paepe et al. [4] hanno sperimentato un

dispositivo per il recupero diretto delle acque di scarico di una

lavastoviglie. Sulla base dei cicli di lavaggio effettuati con

acqua calda o risciacquo con acqua fredda

dall’elettrodomestico, il fluido viene raccolto in un serbatoio

di accumulo per preriscaldare le fasi di lavaggio con acqua

calda. Utilizzando le equazioni relative agli scambiatori di

calore è stato costruito un prototipo, sottoposto

successivamente ad un’analisi sperimentale del recupero

possibile, associando anche considerazioni di carattere

economico.

Le soluzioni sin qui presentate per il recupero dell’energia

termica delle acque reflue risultano relativamente semplici dal

punto di vista impiantistico: la maggior parte delle

applicazioni in questo campo sono concepite con un sistema di

accumulo delle acque di scarico, a servizio di una pompa di

calore per la climatizzazione invernale ed estiva.

Un’analisi delle potenzialità delle acque di scarico

recuperate con soluzioni impiantistiche più complesse è stata

studiata da Schmid [5] che ha presentato uno studio effettuato

nel territorio Svizzero valutando la possibilità di poter

recuperare e garantire il 3% del calore necessario a tutti gli

edifici con il recupero del contenuto termico delle acque

reflue. In particolare, vengono presentati sistemi che

recuperano il calore con dispositivi direttamente installati

subito a valle dell’utenza, sulle tubazioni di raccolta o in

collegamento con l’impianto di trattamento delle acque,

riportando esempi esistenti in Svizzera.

Nel primo caso, dispositivi installati direttamente a valle

dell’utenza, la stabilità del flusso determina la scelta della

tecnologia da adottare: se si è in presenza di una quantità

costante (condizione legata a processi industriali), si possono

impiegare scambiatori a fascio tubiero; in presenza di flussi

discontinui, quali quelli civili, è necessario ricorrere a sistemi

di accumulo con scambiatori a serpentina. Un maggiore grado

di complessità si raggiunge quando si intende recuperare

calore dalle tubazioni di raccolta e trasporto: esistono

soluzioni che integrano direttamente nelle pareti dei condotti

un insieme di tubazioni per il recupero del calore. La

problematica che si incontra in questi casi consiste

nell’impossibilità di scendere a temperature troppo basse delle

acque reflue per non compromettere i successivi trattamenti di

depurazione. A tal proposito, il recupero negli impianti di

trattamento viene considerato di maggior efficacia proprio

perché è possibile far scendere le temperature a livelli più

bassi. In questo caso, però, l’uso in strutture civili non è

sempre possibile per le distanze che solitamente esistono tra

impianto di depurazione e abitazioni. La maggior parte delle

applicazioni sfruttano il calore recuperato per le operazioni di

lavaggio.

Valutazioni di carattere maggiormente teorico sulla

possibilità di recupero del contenuto termico delle acque reflue

con accumulatore sono state condotte da Meggers et al. [6],

presupponendo come utenza la sola acqua calda sanitaria e

proponendo un sistema innovativo basato sul recupero

immediato delle acque di scarico così da sfruttare temperature

più elevate. Il modello è basato sull’analisi del comportamento

del serbatoio di accumulo e sui tempi di riempimento e

svuotamento legati allo scambio di calore con le acque di

scarico. Partendo dallo stesso modello, gli autori propongono

due versioni di analisi: una prima che fissa una temperatura

ipotizzata arbitrariamente che permette all’algoritmo di

determinare risultati in maniera indipendente alla domanda di

acqua calda sanitaria; una seconda in cui si fa cadere tale

ipotesi e si ottengono risultati, da processi iterativi,

strettamente legati alla domanda dell’utenza. Tale sistema è

stato poi inserito in scenari differenti per l’accoppiamento con

una pompa di calore e per la valutazione del suo COP.

Il ricorso a programmi di simulazione dinamica è un

ulteriore strumento per individuare e sfruttare le potenzialità

delle acque di scarico. Baek et al. [7] hanno sviluppato

l’ottimizzazione teorica di un sistema che raccoglie le acque di

scarico da saune e bagni pubblici a servizio di una pompa di

calore che riesce a lavorare con un COP medio annuale

maggiore rispetto a sistemi convenzionali che usano aria

ambiente come sorgente di calore.

Zhao et al. [8] hanno analizzato sperimentalmente

l’accoppiamento tra le acque di scarico urbane,

preventivamente filtrate, e il comportamento di una pompa di

calore in funzione dal 2008. Dallo studio è stato possibile

individuare una metodologia per migliorare le performance

della macchina.

IL MODELLO MATEMATICO

Nel presente studio, l’analisi del sistema edificio-impianto

legato al recupero del contenuto energetico delle acque reflue

si fonda sull’individuazione delle caratteristiche di portata e

temperatura delle utenze. I due parametri definiscono il

contenuto energetico che è possibile accumulare ora per ora

per migliorare il funzionamento della pompa di calore. Tali

caratteristiche sono assunte quali parametri di input

dell’impianto insieme alla valutazione delle temperature

esterne per un giorno tipo di ciascun mese. Partendo dal

numero di utenze da servire e dalle caratteristiche tecniche

della pompa di calore, si ottiene come principale parametro di

output il COP della macchina. Tutte le valutazioni sono state

3

eseguite in riferito all’impianto di climatizzazione impostato

in modalità riscaldamento, facendo riferimento al COP della

macchina e al recupero di calore dal lato dell’evaporatore.

Profili di utenza

Sono stati studiati in dettaglio i profili di utenza dei

principali impianti ed elettrodomestici che dopo il loro uso

scaricano acqua con un significativo livello di energia termica,

valutando gli andamenti desunti da uno studio eseguito dal

NREL (National Renewable Energy Laboratory) [9].

Figura 1: Portata oraria giornaliera della lavatrice [9].

Figura 2: Portata oraria giornaliera della lavapiatti [4, 9].

Figura 3: Portata oraria giornaliera della doccia [9].

Figura 4: Portata oraria giornaliera della vasca da bagno [9].

Figura 5: Portata oraria giornaliera del lavandino [9].

L’andamento orario della portata delle diverse utenze è

riportato nelle figure 1-5, con l’indicazione della relativa

equazione che regola il flusso in funzione del numero di

utenti.

La temperatura è ipotizzata costante ora per ora. I profili sono

relativi ad un numero di utenti (23 unità) rappresentativo di

una possibile applicazione in locali a medio-alto livello di

affollamento.

Descrizione dell’impianto

L’impianto può essere definito dai componenti

rappresentati con il diagramma a blocchi riportato in figura 6.

Le acque reflue vengono raccolte in un serbatoio in cui è

installato il sistema di recupero, che potrebbe essere la stessa

fossa imhoff, dove viene trasferito calore tra le acque di

scarico e il circuito del fluido dal lato dell’evaporatore della

pompa di calore. Lo scambiatore interno al serbatoio di

accumulo è dimensionato sulla base di un compromesso tra

esigenze di tipo energetico e geometrico, poiché si deve

assicurare un efficiente scambio termico all’interno di uno

spazio la cui funzione primaria è quella di garantire la raccolta

degli scarichi delle utenze considerate.

Sono stati scelti una pompa di calore e un serbatoio di

accumulo a servizio di un numero di utenze già definito in

precedenza (23).

Il serbatoio di accumulo in cui verrà installato lo scambiatore

di calore tra il fluido del circuito evaporatore e le acque di

scarico ha le dimensioni di 150 cm di diametro e 100 cm di

altezza.

0

5

10

15

20

25

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24

l/h

Ora del giorno

*Valore di temperatura desunto dalla media della temperatura dei cicli di lavaggio dell'elettrodomestico.

*°60=

×5.2+5.7=

CT

NQ

lavatrice

utentilavatrice

0

2

4

6

8

10

12

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24

l/h

Ora del giorno

]4[°5.39=

×833.0+55.2=

CT

NQ

lavapiatti

utentilavapiatti

0

10

20

30

40

50

60

70

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24

l/h

Ora del giorno

]9[°56.40=

×67.4+14=

CT

NQ

doccia

utentidoccia

0

2

4

6

8

10

12

14

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24

l/h

Ora del giorno

]9[°56.40=

×17.1+5.3=

CT

NQ

vasca

utentivasca

0

5

10

15

20

25

30

35

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24

l/h

Ora del giorno

]9[°56.40=

×16.4+5.12=

CT

NQ

vasca

utentivasca

4

Figura 6: Schema dell’impianto pompa di calore/scambiatore-

recuperatore.

Tale volume rappresenta la zona della fossa imhoff in cui le

acque di scarico si trovano nella condizione liquida, essendo

state separate dalle impurità solide, così da poter ipotizzare lo

scambio termico nella serpentina tra un fluido esterno in semi-

quiete ed un fluido interno in convezione forzata.

Allo scopo di implementare un algoritmo che sia utile alla

costruzione del sistema sperimentale, le caratteristiche della

pompa di calore sono state desunte dalla scheda tecnica di una

macchina in commerciale (Tabella 1), ipotizzando di dover

fornire circa un kW frigorifero per ciascun utente. In tabella 1 sono riportate le caratteristiche tecniche in modalità

riscaldamento, prevedendo come utenza un sistema di

riscaldamento a pannelli radianti (30/35°C temperatura di

andata/ritorno lato utenza):

Tabella 1: Caratteristiche tecniche della pompa di calore.

Resa termica kW 22.52

Potenza assorbita totale kW 7.14

Corrente assorbita totale A 8.79

Portata acqua condensatore l/h 3851

Perdite di carico lato impianto kPa 37

Consumo acqua evaporatore l/h 4849

Perdite di carico lato geotermico kPa 57

COP - 5.44 Caratteristiche riportate dalla scheda tecnica della pompa di calore

La documentazione tecnica della macchina riporta, inoltre,

la variazione del COP alle differenti temperature del fluido

(acqua e glicole in questo caso specifico) all’uscita

dall’evaporatore. Questa informazione è stata inserita nel

modello matematico, considerando che il sistema di recupero

delle acque reflue agisce sull’innalzamento delle temperature

di esercizio della macchina, garantendone una maggiore

efficienza che si evidenzia con l’aumento del COP. La Tabella

2 riporta il COP al variare della temperatura del fluido

all’uscita dell’evaporatore per la pompa di calore scelta.

Il circuito si chiude passando per un classico scambiatore

aria esterna - fluido del circuito evaporatore installato allo

scopo di garantire il corretto funzionamento della pompa di

calore nel caso in cui il calore delle acque reflue non fosse

sufficiente. Le due valvole di controllo sono installate per by-

passare il serbatoio di accumulo e lo scambiatore con l’aria

esterna, nel caso non risultasse necessario il loro intervento.

Tabella 2: Variazione del COP in funzione della temperatura

del fluido in uscita dall’evaporatore.

T uscita

evaporatore (°C) COP

T uscita

evaporatore (°C) COP

-8 3.80 5 5.44

-6 4.04 6 5.57

-4 4.29 7 5.71

-3 4.47 8 5.84

-2 4.54 10 6.11

0 4.79 12 6.39

2 5.05 14 6.67

4 5.31 16 6.95

Valori Riportati dalla scheda tecnica della pompa di calore

Algoritmo di calcolo

Il circuito impiantistico rappresentato in figura 6 è stato

tradotto in termini numerici in un sistema in cui ciascun

componente risponde a determinate relazioni sotto alcune

ipotesi semplificative. Tutte le equazioni utilizzate

suppongono il raggiungimento dello stato stazionario

all’interno dell’intervallo di tempo definito (1 ora). Saranno

esposte le relazioni numeriche che portano alla definizione dei

valori di output quali le temperature di ingresso e di uscita di

ciascun componente e il COP della pompa di calore.

Il serbatoio di accumulo è stato schematizzato con un

comportamento suddiviso in due istanti differenti

nell’intervallo di tempo pari a 1 ora precedentemente scelto:

una fase precedente allo scambio termico tra acque di

scarico e fluido del circuito evaporatore (indicata con

l’apice I) in cui le acque reflue (con la loro portata e

temperatura) si mescolano alla massa d’acqua presente

nel serbatoio, portandosi alla temperatura relativa allo

scambio termico che avviene nell’istante successivo;

una seconda fase (indicata con l’apice II) in cui avviene

lo scambio termico e il fluido in ingresso nello

scambiatore-recuperatore assorbe l’energia termica

accumulata nel serbatoio.

Analizzando il sistema serbatoio-scambiatore, impostando il

bilancio energetico, risulta che al tempo t, nella prima fase,

entra la quantità prevista dal profilo di portata delle acque

reflue, mescolandosi con la quantità di acqua rimasta

all’interno del serbatoio e determinando la temperatura

complessiva secondo l’eq. (1):

( )acc

trefluetreflue,II

tacctreflue,accItacc V

TqTqVT

,1-,

,

×+×-= (1)

Tale relazione presuppone che all’interno del serbatoio non

si verifichino fenomeni di stratificazione e che il serbatoio

abbia una temperatura media costante su tutto il volume. La

fase successiva prevede il calcolo della temperatura del

serbatoio a valle della trasmissione del calore con lo

1. Pompa di calore; 2. Serbatoio di

accumulo delle acque reflue (fossa

imhoff) e scambiatore-recuperatore; 3.

Scambiatore aria esterna-fluido refri-

gerante; 4. Valvola di controllo n°1; 5.

Valvola di controllo n°2; 6. Utenza.

5

scambiatore-recuperatore. In particolare, per calcolare tale

valore è necessario definire la temperatura di ingresso della

miscela frigorigena che fluisce nel circuito evaporatore (Tinsr,t).

Dalle equazioni dello scambio termico nei condotti [10] è

possibile valutare la temperatura del fluido in uscita dallo

scambiatore-recuperatore:

( ) pcevq

πrH-

in sr,tI

acc,tI

acc,tout sr,t e-TT+=TT1

2

(2)

Per poter valutare la temperatura a cui si porta il serbatoio a

valle dello scambio termico è necessario quantificare l’energia

assorbita (nell’intervallo di tempo) dal fluido nel circuito

evaporatore. Tale energia è ottenuta secondo l’eq. (3):

( )in sr,tout sr,tpevtass sr, -TTc=qE 1

Δ (3)

L’energia ceduta al fluido della pompa di calore dalle acque

reflue accumulate determina l’abbassamento della temperatura

media di tutto il serbatoio. Le acque reflue si porteranno, dopo

lo scambio termico, ad una temperatura calcolata con la

relazione seguente:

2

Δ

,,pacc

tass sr,Itacc

IItacc cV

E-=TT (4)

È necessario controllare questa temperatura per evitare che

le acque reflue del serbatoio si portino a temperature troppo

basse, definendo una temperatura di controllo (Tset) al di sotto

della quale il sistema di scambio termico si arresta. Ciò

implica che l’energia assorbita dal fluido della pompa di

calore non sia necessariamente pari a quanto calcolato nell’eq.

(3) ma potrebbe essere minore, se venisse raggiunta la

temperatura di controllo. Quindi, se la temperatura del

serbatoio risulta essere maggiore di Tset, l’energia assorbita

sarà interamente ceduta dalle acque reflue, che si porteranno al

valore calcolato nell’eq. (4). Altrimenti, nel caso in cui la

temperatura scenda al di sotto della Tset, si assume che

l’energia ceduta dalle acque reflue al fluido del circuito

evaporatore sia dovuta solamente al salto di temperatura tra la

temperatura calcolata nell’eq.1 e la Tset, così da portare la

temperatura del sistema di accumulo alla temperatura di

controllo. Di conseguenza, in questo caso anche il fluido in

uscita dallo scambiatore-recuperatore assumerà una

temperatura minore rispetto a quanto valutato nell’eq. (2).

Il circuito del fluido acqua-glicole prosegue con il

componente di scambio termico con l’aria esterna. Questo

dispositivo ha lo scopo di far interagire il fluido con la

temperatura esterna in maniera tale da poter dare un contributo

energetico proporzionale alla differenza di temperatura

esistente tra i due secondo una relazione che presuppone

un’efficienza di scambio termico pari al 50%:

5.0 in scest,testin scest,ttout scest, -TT=TT (5)

Entrambi i sistemi, il serbatoio di recupero delle acque

reflue e lo scambiatore tra aria esterna e circuito evaporatore,

sono controllati da due valvole a tre vie che, sulla base delle

temperature del sistema, gestiscono il passaggio del fluido per

lo scambiatore-recuperatore o all’interno dello scambiatore. In

particolare, la valvola di controllo n. 1 apre il circuito verso il

serbatoio se la temperatura all’uscita dall’evaporatore è

minore della temperatura media dell’accumulatore, altrimenti

il fluido nel circuito cederebbe energia al serbatoio. Allo

stesso modo, la valvola di controllo n. 2 permette il passaggio

all’interno dello scambiatore con il fluido nel momento in cui

la temperatura esterna risulta essere maggiore della

temperatura all’ingresso dello scambiatore.

Infine, il funzionamento della pompa di calore è stato

modellato dal punto di vista matematico in relazione a quanto

definito dalle schede tecniche e ipotizzando l’accoppiamento

con un utenza a pannelli radianti. Ipotizzando di far funzionare

il riscaldamento in continuo, l’effetto della pompa di calore

nell’algoritmo di calcolo è definito dall’abbassamento della

temperatura in ingresso all’evaporatore di un ΔT costante e

pari a 5 gradi, lasciando come variabili dipendenti la

temperatura in uscita dall’evaporatore e il relativo COP come

riportato tabella 2.

Gli algoritmi descritti permettono di arrivare alla

conoscenza di tutte le temperature di output, definendo l’intero

ciclo di lavoro partendo dai dati di input quali temperatura

esterna e temperatura e portata delle acque reflue.

Per poter definire uno stato stazionario all’interno di

ciascuna ora si effettua un procedimento iterativo che si

arresta e passa allo step (ora) successivo nel momento in cui

l’errore tra le temperature di ingresso e di uscita

dall’evaporatore tra due cicli successivi è inferiore a 0.001 °C.

Il processo iterativo svincola i risultati dalle condizioni iniziali

che si impongono alle variabili.

Parallelamente alle relazioni viste sin d’ora, viene simulato

un impianto in assenza del serbatoio di accumulo delle acque

reflue, allo scopo di poter confrontare il funzionamento della

macchina in assenza del sistema di recupero. Questo secondo

impianto, quindi, è definito solamente dalle componenti

pompa di calore e scambiatore aria esterna-fluido.

RISULTATI DELLE SIMULAZIONI PRELIMINARI

Con l’algoritmo di calcolo presentato è stato possibile

determinare le performance della pompa di calore con il

sistema impiantistico descritto, definendo i dati di input e le

caratteristiche dei differenti componenti. In Tabella 3 sono

riportate le caratteristiche geometriche e chimico-fisiche dello

scambiatore-recuperatore.

Il valore del coefficiente di scambio termico H è stato

calcolato [11] assumendo i coefficienti convettivi relativi alle

condizioni del fluido interno alla serpentina e delle acque

reflue in quiete esterne alla serpentina.

Le grandezze geometriche del sistema sono state definite

dalle dimensioni di ingombro della serpentina che occupa una

porzione del volume di accumulo. La portata del fluido nel

circuito è stata determinata dalle caratteristiche tecniche della

pompa di calore.

Per quanto riguarda i valori di input, dallo studio dei profili

di ciascuna tipologia di utenza per le 23 unità considerate è

stata costruita una curva complessiva degli andamenti delle

acque reflue in termini di portata e temperatura, eseguendo la

media pesata della temperatura sulla portata ora per ora. In

figura 7 è riportato tale andamento.

6

Tabella 3: Caratteristiche geometriche e chimico-fisiche dello

scambiatore-recuperatore.

Simbolo Descrizione Valore U.M.

r Raggio della serpentina 1 cm

L Lunghezza della serpentina 55 m

H Coefficiente di scambio

termico 94.40 [11] W/m

2K

evq Portata acqua evaporatore 4849* l/h

cp1

Calore specifico a

pressione costante

acqua-glicole evaporatore

3265 [12] J/kg K

*Scheda tecnica della pompa di calore

Figura 7: Andamento orario della portata e della temperatura

complessivi delle acque reflue durante un giorno tipo.

Dai dati climatici della località di Perugia, per ogni mese di

riscaldamento è stato estrapolato l’andamento orario di

temperatura esterna relativo ad un giorno tipo (figura 8).

Figura 8: Andamento della temperatura esterna di un giorno

tipo per ogni mese della stagione di riscaldamento nella

località di Perugia.

La temperatura di controllo nel serbatoio è stata impostata a

5°C ritenendo che tale valore possa evitare problemi di

congelamento delle acque reflue ed è stato supposto il calore

specifico di queste ultime pari a quello dell’acqua (4186 J/kg

K). Le simulazioni riportate in questa sede sono relative al

mese di Gennaio e al mese di Ottobre, i periodi rappresentativi

delle condizioni esterne di temperatura più calde e più fredde

della stagione di riscaldamento. Sono indicati gli andamenti

orari della temperatura all’interno del serbatoio delle acque

reflue a valle dello scambio di calore con lo scambiatore-

recuperatore (figure 9 e 10), la temperatura all’uscita

dall’evaporatore (figure 11 e 12), grazie alla quale è stato

possibile definire il parametro di output: il COP della pompa

di calore(figure 13 e 14).

Figura 9: Andamento orario della temperatura delle acque

reflue in un giorno tipo del mese di Gennaio.

Figura 10: Andamento orario della temperatura delle acque

reflue in un giorno tipo del mese di Ottobre.

Dai grafici precedenti si può notare il cut-off alla

temperatura di controllo di 5°C, sotto la quale l’algoritmo non

fa scendere la temperatura media all’interno del serbatoio di

accumulo.

La temperatura all’uscita dall’evaporatore e il relativo COP

risultano strettamente correlati, evidenziando un andamento

praticamene sovrapponibile. Nel mese di Ottobre emerge un

COP medio maggiore del mese di Gennaio, come era lecito

attendersi a causa delle condizioni climatiche esterne che

permettono alla macchina di lavorare a temperature più

elevate.

35

37

39

41

43

45

47

49

0

20

40

60

80

100

120

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24

Cl/h

Ora del giorno

Portata

Temperatura

0

2

4

6

8

10

12

14

16

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24

C

Ora del giorno

Gennaio Febbraio Marzo Aprile Ottobre Novembre Dicembre

0 5 10 15 20 255

5.2

5.4

5.6

5.8

6

6.2

6.4

6.6

6.8

Temperatura acque reflue nel serbatoio dopo lo scambio termico

Gennaio

Ora del giorno°C

0 5 10 15 20 255

6

7

8

9

10

11

12

13

14

Temperatura acque reflue nel serbatoio dopo lo scambio termico

Ottobre

Ora del giorno

°C

7

Figura 11: Andamento orario della temperatura del fluido

all’uscita dall’evaporatore in un giorno tipo del mese di

Gennaio.

Figura 12: Andamento orario della temperatura del fluido

all’uscita dall’evaporatore in un giorno tipo del mese di

Ottobre.

La differenza tra l’impianto con il sistema innovativo di

recupero del calore e l’impianto in assenza è maggiormente

marcata nelle prime ore della giornata, quando la temperatura

dell’aria esterna è ancora bassa e il sistema di recupero è

alimentato dalle acque di scarico prodotte nelle prime ore della

giornata delle utenze.

Figura 13: Andamento orario del COP della pompa di calore

in un giorno tipo del mese di Gennaio.

Figura 14: Andamento orario del COP della pompa di calore

in un giorno tipo del mese di Ottobre.

Dagli andamenti orari del valore del COP della macchina è

stato definito il COP medio giornaliero per il giorno tipo

mensile, sia nel caso di recupero del contenuto energetico

delle acque reflue che in assenza. Prendendo in considerazione

la simulazione nel mese di Gennaio in assenza del sistema di

recupero, si ottiene un COP medio giornaliero pari a 4.08 che

si incrementa dell’1.7% inserendo il sistema di recupero, con

un valore del COP di 4.15. Nel mese di Ottobre invece, come

già detto, risulta un COP mediamente maggiore rispetto a

Gennaio date le temperature più alte e pari a 5.21 per il

modello senza recuperatore, con un incremento pari all’1.2%

in presenza del sistema di recupero (COP medio giornaliero

con recupero pari a 5.27).

Il recupero risulta quindi legato fortemente alle

caratteristiche dello scambiatore di calore aria esterna – fluido

del circuito evaporatore a valle del serbatoio di accumulo. Nel

mese di Ottobre il maggior contenuto entalpico dell’aria

esterna fa si che l’influenza dello scambiatore-recuperatore sia

minore rispetto a periodi più freddi come il mese di Gennaio.

CONCLUSIONI

Nel presente lavoro sono stati esposti i primi risultati

relativi al progetto “Warm Flow” che si prefigge l’obiettivo di

sviluppare un sistema di recupero dell’energia termica

contenuta nelle acque di scarico di locali civili ad elevato

affollamento.

I flussi degli scarichi civili, essendo a basso contenuto

entalpico, trovano nelle pompe di calore la tecnologia adatta al

loro sfruttamento, sia nella climatizzazione invernale che in

quella estiva. Dopo un’analisi delle soluzioni tecnologiche

esistenti e la definizione dei profili delle principali utenze di

produzione di acque reflue, si è creato un modello matematico

che fosse utile alla valutazione del potenziale energetico dei

flussi degli scarichi civili al servizio della climatizzazione

invernale con pompa di calore.

In particolare, per poter procedere con un’analisi

preliminare del sistema impiantistico in vista della fase di

sperimentazione, si è ipotizzato uno schema di layout in cui

ciascun componente è stato schematizzato a livello

matematico con relazioni di bilancio energetico. Particolare

attenzione è stata posta al serbatoio di raccolta dei reflui con

all’interno lo scambiatore-recuperatore.

Il modello matematico ha permesso di valutare, sulla base

0 5 10 15 20 25-7

-6.5

-6

-5.5

-5

-4.5

-4

-3.5

-3

Temperature uscita evaporatore

Gennaio

Ore

°C

Impianto con scambiatore-recuperatore

Impianto senza scambiatore-recuperatore

0 5 10 15 20 251.5

2

2.5

3

3.5

4

4.5

5

5.5

6

Temperature uscita evaporatore

Ottobre

Ore

°C

Impianto con scambiatore-recuperatore

Impianto senza scambiatore-recuperatore

0 5 10 15 20 253.9

4

4.1

4.2

4.3

4.4

4.5

Coefficient Of Performance

Gennaio

Ora del giorno

Impianto con scambiatore-recuperatore

Impianto senza scambiatore-recuperatore

0 5 10 15 20 255

5.1

5.2

5.3

5.4

5.5

5.6

Coefficient Of Performance

Ottobre

Ora del giorno

Impianto con scambiatore-recuperatore

Impianto senza scambiatore-recuperatore

8

dei dati di input quali temperatura dell’ambiente esterno e

temperatura e portata dei reflui, l’andamento orario giornaliero

del COP della pompa di calore. Implementando nel modello il

layout impiantistico in assenza del dispositivo di recupero

dagli scarichi è stato definito il possibile vantaggio in termini

di innalzamento del COP della macchina.

Sono stati presentati gli andamenti delle performance della

pompa di calore per un giorno tipo del mese di Gennaio e di

Ottobre nella località di Perugia. A livello giornaliero, in

entrambi i mesi si evidenzia il maggior scostamento del COP

tra le due soluzioni impiantistiche nelle prime ore della

giornata in cui l’andamento delle utenze presenta un picco. A

livello mensile, trattandosi di due mesi all’interno del periodo

di riscaldamento, si riscontra una maggiore influenza del

sistema di recupero nel mese più freddo (Gennaio) essendo di

minor efficacia il contributo energetico dell’aria esterna.

Il lavoro proseguirà con la realizzazione di un prototipo per

la caratterizzazione sperimentale di tutto il sistema.

RINGRAZIAMENTI

Gli Autori esprimono il loro ringraziamento al personale

della Newtec System, partner capofila del progetto Warm

Flow, per il supporto e i preziosi contributi nell’impostazione

del sistema di recupero energetico.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

1. Direttiva europea 2009/28/CE sulla promozione dell’uso

dell’energia da fonti rinnovabili, recante modifica e

successiva abrogazione delle direttive 2001/77/CE e

2003/30/CE, 23 Aprile 2009;

2. Direttiva europea 2006/32/CE, concernente l'efficienza

degli usi finali dell'energia e i servizi energetici e recante

abrogazione della direttiva 93/76/CEE del Consiglio, 5 Aprile

2006;

3. Technology focus, Heat recovery from wastewater using

gravity-film heat exchanger, U.S. Department of Energy

(DOE), www.gfxtechnology.com, 2001;

4. M. De Paepe, E. Theuns, S. Lenaers, J. Van Loon, Heat

recovery system for dishwasher, Applied Thermal

Engineering, vol. 23, pp. 743-756, 2003;

5. F. Schmid, Sewage water: interesting heat source for

heat pumps and chillers, SwissEnergy Agency for

Infrastructure Plants, Gessnerallee 38a, CH-8001 Zürich,

Switzerland;

6. F. Meggers, H. Leibundgut, The potential of wastewater

heat and exergy: decentralized high-temperature recovery

with a heat pump, Energy and Buildings, vol. 43, pp. 879-886,

2011;

7. N. C. Baek, U. C. Shin, J. H. Yoon, A study on the design

and analysis of a heat pump heating system using wastewater

as a heat source, Solar Energy, vol. 78, pp. 427-440, 2005;

8. X. L. Zhao, L. Fu, S. G. Zhang, Y. Jiang, Z. L. Lai, Study

of the performance of an urban original source heat pump

system, Energy Conversion and Management, vol. 51, pp. 765-

770;

9. R. Hendron, C. Engebrecht, Building America Research

– Benchmark Definition – Update December 2009, Technical

Report NREL, January 2010;

10. Mauro Felli, Lezioni di Fisica Tecnica – Volume

secondo: Trasmissione del calore, Energia solare, Ambiente

globale, Morlacchi Editore, 2000.

11. A. Farina, S. Rainieri, G. Pagliarini, Scambio termico

convettivo entro condotti orizzontali per fluidi con proprietà

dipendenti dalla temperatura:alcuni risultati sperimentali,

XIII UIT conference, Bologna, 22-23 Giugno, 1995;

12. G. Guglielmini, C. Pisoni, Elementi di trasmissione del

calore, Casa editrice Ambrosiana, 1996.

NOMENCLATURA

Cp1: Calore specifico a pressione cost. della

soluzione acqua e glicole [J/kg K]

Cp2: Calore specifico a pressione cost. dell’acqua

[J/kg K]

Eass sr,∆t: Energia assorbita dal fluido nello scambiatore-

recuperatore [J]

H: Coefficiente globale di scambio termico [W/m2 K]

Nutenti: Numero utenti [-]

r: Raggio della serpentina [m]

T: Temperatura [°C]

q: Portata oraria [l/h]

Vacc: Volume accumulatore [l]

Apici

I: Riferito alla fase precedente allo scambio di

calore fluido-acque reflue

II: Riferito alla fase successiva allo scambio di

calore fluido-acque reflue

Pedici

acc,t: Riferito all’accumulatore all’istante t

acc,t-1: Riferito all’accumulatore all’istante precedente (t-1)

est: Riferito alle condizioni esterne

ev: Riferito al fluido nell’evaporatore

in sr,t: Riferito all’ingresso dello scambiatore-

recuperatore all’istante t

in scest,t: Riferito all’ingresso dello scambiatore aria

esterna/fluido

out sr,t: Riferito all’uscita dello scambiatore-recuperatore

all’istante t

out scest,t: Riferito all’uscita dello scambiatore aria

esterna/fluido

reflue,t: Riferito alle acque reflue all’istante t

SUMMARY

In the present work the preliminary results of the project

“Warm flow” are presented; its objective consists of the

development of a methodology for the energy recovery from

waste water of residential houses.

Even if its enthalpy content is relatively low, the civil

buildings sewage water could represent an interesting source

for energy saving, especially if the heating and cooling system

is realized by means of heat pumps.

Within the frame of the project, the paper presents the result

of the analysis of the energy saving potential linked to this

plant design strategy. The evaluations are based on the

estimation of the available energy fluxes coming from the

most common buildings typologies, and on a preliminary plant

layout, optimized for the integrated system building-plant.


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