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67° Congresso Nazionale ATI – Trieste, 11-14 Settembre 2012
SOMMARIO
Nel presente lavoro si riportano i primi risultati ottenuti nell’ambito del progetto Warm Flow, il cui obiettivo consiste nello
sviluppo di una metodologia di recupero dell’energia termica contenuta nelle acque reflue di abitazioni civili.
Seppur a basso contenuto entalpico, i flussi degli scarichi civili possono rappresentare un’interessante fonte di risparmio
energetico nella realizzazione di impianti di climatizzazione invernale ed estiva se adeguatamente sfruttati per l’alimentazione
di sistemi basati su pompa di calore.
Nell’ambito di questo lavoro si presenta il risultato della fase di analisi della potenzialità di risparmio energetico legata a
questa strategia di progettazione; la valutazione è basata sulla stima dei flussi energetici disponibili nelle più comuni tipologie
di edificio e su un’ipotesi preliminare di layout impiantistico individuata per l’ottimizzazione delle performance del sistema
integrato edificio-impianto.
VALUTAZIONE DELLE POTENZIALITÀ DI UN SISTEMA DI RECUPERO
ENERGETICO DA REFLUI A BASSA ENTALPIA PER LA CLIMATIZZAZIONE IN
EDIFICI CIVILI
Lucio Postrioti1, Giorgio Baldinelli
1, Francesco Di Maria
1, Francesco Bianchi
1
1Dipartimento di Ingegneria Industriale – Università di Perugia,
INTRODUZIONE
Gli obiettivi delle recenti normative europee in materia di
efficienza degli usi finali dell’energia e dei servizi energetici,
quali la Direttiva 2009/28/CE [1] e la Direttiva 2006/32/CE
[2], puntano ad estendere i risultati oltre le fasi di produzione,
distribuzione, regolazione ed emissione di energia, per arrivare
a considerare anche il recupero e il successivo riutilizzo.
Nell’ambito delle tematiche di risparmio energetico in
edilizia, particolare attenzione è stata posta ai requisiti di
isolamento dell’involucro e al recupero energetico dell’aria di
ricambio, incrementando il peso relativo del consumo di
energia per usi igienico-sanitari. In particolare le acque di
scarico presentano possibili potenzialità legate al loro recupero
energetico, trattandosi di vettori con un carico termico che
viene inutilmente disperso negli scarichi fognari o in pozzi a
perdere per una quantità pari a circa 25-30 kWh/(m2
anno) di
energia primaria.
Lo sfruttamento del contenuto energetico delle acque
reflue, oltre a risultare incisivo in termini energetici,
contribuisce a dare un apporto agli sforzi compiuti per la
diminuzione degli agenti climalteranti e inquinanti,
considerando che il settore residenziale rappresenta una delle
principali sorgenti di emissioni di gas serra del nostro Paese.
In questo contesto si inserisce il progetto “Warm Flow”
finanziato dal Ministero dell’Ambiente nell’ambito della
“Ricerca finalizzata ad interventi di efficienza energetica ed
all’utilizzo delle fonti di energia rinnovabile in aree urbane”.
In particolare, il progetto si pone l’obiettivo di realizzare un
prototipo sperimentale per ottimizzare le prestazioni
energetiche del binomio edificio-impianto, sviluppando un
sistema innovativo di recupero dell’energia termica contenuta
nelle acque reflue di scarichi degli edifici ad elevato indice di
affollamento.
La memoria presenta l’analisi delle potenzialità energetiche
delle acque reflue che, se opportunamente recuperate ed
immagazzinate, pur trattandosi di una risorsa a basso
contenuto entalpico, possono rappresentare un vettore
energetico a servizio di impianti tecnologici quali le pompe di
calore per la climatizzazione invernale ed estiva. Durante la
stagione di riscaldamento, la pompa di calore costituisce una
soluzione che ben si presta a sfruttare il calore contenuto in
sorgenti a bassa temperatura; grazie a questa tecnologia, il
ricorso alle acque di scarico da usi civili diviene quindi un
argomento centrale nell’ambito del recupero e riutilizzo
dell’energia.
Il sistema è realizzato con soluzioni che permettono il suo
impiego sia in edifici di nuova costruzione, pensandolo già
nelle prime fasi di progettazione, sia in edifici già esistenti e
dotati di impianti centralizzati. L’analisi impiantistica
dell’apparato di recupero ha permesso di modellare i differenti
componenti attraverso relazioni di bilancio energetico in
regime semi-stazionario, utilizzando il codice di calcolo
matlab. Dopo una prima descrizione del modello numerico
implementato, verranno esposti i principali risultati,
rappresentativi della fase preliminare alla messa in opera del
prototipo sperimentale.
2
SOLUZIONI ESISTENTI PER IL RECUPERO
ENERGETICO DAI REFLUI CIVILI
Il recupero delle acque di scarico da usi civili trova la sua
concretizzazione nella definizione degli aspetti impiantistici
che permettano la captazione del contenuto energetico delle
acque reflue. Nella maggior parte delle applicazioni il sistema
di recupero è costituito da un serbatoio di accumulo che
diventa un volano termico dal quale attingere per il
funzionamento dell’impianto di climatizzazione. Questa
tipologia di impianto si pone quindi come possibile alternativa
a differenti soluzioni impiantistiche quali l’utilizzo di sistemi
di scambio geotermico per l’alimentazione energetica di
pompe di calore, soluzioni certamente più complesse e costose
dal punto di vista realizzativo.
Una soluzione che prevede una semplificazione
impiantistica del sistema di captazione è descritta in un
rapporto del DOE [3], in cui si analizza la possibilità di
effettuare il recupero istantaneo, contemporaneo alla
produzione, del contenuto termico delle acque di scarico di
impianti sanitari civili. Il componente principale è uno
scambiatore di calore costituito da una tubazione centrale che
accoglie acqua calda da lavandini e docce, circondata sulla
superficie esterna da spire per il passaggio dell’acqua da
preriscaldare. Sulla base di prove sperimentali in differenti
condizioni di flusso è stato valutato un possibile risparmio di
energia tra il 30 e il 50%, individuando in strutture ad elevati
livelli di affollamento i candidati più appetibili per tale
applicazione. De Paepe et al. [4] hanno sperimentato un
dispositivo per il recupero diretto delle acque di scarico di una
lavastoviglie. Sulla base dei cicli di lavaggio effettuati con
acqua calda o risciacquo con acqua fredda
dall’elettrodomestico, il fluido viene raccolto in un serbatoio
di accumulo per preriscaldare le fasi di lavaggio con acqua
calda. Utilizzando le equazioni relative agli scambiatori di
calore è stato costruito un prototipo, sottoposto
successivamente ad un’analisi sperimentale del recupero
possibile, associando anche considerazioni di carattere
economico.
Le soluzioni sin qui presentate per il recupero dell’energia
termica delle acque reflue risultano relativamente semplici dal
punto di vista impiantistico: la maggior parte delle
applicazioni in questo campo sono concepite con un sistema di
accumulo delle acque di scarico, a servizio di una pompa di
calore per la climatizzazione invernale ed estiva.
Un’analisi delle potenzialità delle acque di scarico
recuperate con soluzioni impiantistiche più complesse è stata
studiata da Schmid [5] che ha presentato uno studio effettuato
nel territorio Svizzero valutando la possibilità di poter
recuperare e garantire il 3% del calore necessario a tutti gli
edifici con il recupero del contenuto termico delle acque
reflue. In particolare, vengono presentati sistemi che
recuperano il calore con dispositivi direttamente installati
subito a valle dell’utenza, sulle tubazioni di raccolta o in
collegamento con l’impianto di trattamento delle acque,
riportando esempi esistenti in Svizzera.
Nel primo caso, dispositivi installati direttamente a valle
dell’utenza, la stabilità del flusso determina la scelta della
tecnologia da adottare: se si è in presenza di una quantità
costante (condizione legata a processi industriali), si possono
impiegare scambiatori a fascio tubiero; in presenza di flussi
discontinui, quali quelli civili, è necessario ricorrere a sistemi
di accumulo con scambiatori a serpentina. Un maggiore grado
di complessità si raggiunge quando si intende recuperare
calore dalle tubazioni di raccolta e trasporto: esistono
soluzioni che integrano direttamente nelle pareti dei condotti
un insieme di tubazioni per il recupero del calore. La
problematica che si incontra in questi casi consiste
nell’impossibilità di scendere a temperature troppo basse delle
acque reflue per non compromettere i successivi trattamenti di
depurazione. A tal proposito, il recupero negli impianti di
trattamento viene considerato di maggior efficacia proprio
perché è possibile far scendere le temperature a livelli più
bassi. In questo caso, però, l’uso in strutture civili non è
sempre possibile per le distanze che solitamente esistono tra
impianto di depurazione e abitazioni. La maggior parte delle
applicazioni sfruttano il calore recuperato per le operazioni di
lavaggio.
Valutazioni di carattere maggiormente teorico sulla
possibilità di recupero del contenuto termico delle acque reflue
con accumulatore sono state condotte da Meggers et al. [6],
presupponendo come utenza la sola acqua calda sanitaria e
proponendo un sistema innovativo basato sul recupero
immediato delle acque di scarico così da sfruttare temperature
più elevate. Il modello è basato sull’analisi del comportamento
del serbatoio di accumulo e sui tempi di riempimento e
svuotamento legati allo scambio di calore con le acque di
scarico. Partendo dallo stesso modello, gli autori propongono
due versioni di analisi: una prima che fissa una temperatura
ipotizzata arbitrariamente che permette all’algoritmo di
determinare risultati in maniera indipendente alla domanda di
acqua calda sanitaria; una seconda in cui si fa cadere tale
ipotesi e si ottengono risultati, da processi iterativi,
strettamente legati alla domanda dell’utenza. Tale sistema è
stato poi inserito in scenari differenti per l’accoppiamento con
una pompa di calore e per la valutazione del suo COP.
Il ricorso a programmi di simulazione dinamica è un
ulteriore strumento per individuare e sfruttare le potenzialità
delle acque di scarico. Baek et al. [7] hanno sviluppato
l’ottimizzazione teorica di un sistema che raccoglie le acque di
scarico da saune e bagni pubblici a servizio di una pompa di
calore che riesce a lavorare con un COP medio annuale
maggiore rispetto a sistemi convenzionali che usano aria
ambiente come sorgente di calore.
Zhao et al. [8] hanno analizzato sperimentalmente
l’accoppiamento tra le acque di scarico urbane,
preventivamente filtrate, e il comportamento di una pompa di
calore in funzione dal 2008. Dallo studio è stato possibile
individuare una metodologia per migliorare le performance
della macchina.
IL MODELLO MATEMATICO
Nel presente studio, l’analisi del sistema edificio-impianto
legato al recupero del contenuto energetico delle acque reflue
si fonda sull’individuazione delle caratteristiche di portata e
temperatura delle utenze. I due parametri definiscono il
contenuto energetico che è possibile accumulare ora per ora
per migliorare il funzionamento della pompa di calore. Tali
caratteristiche sono assunte quali parametri di input
dell’impianto insieme alla valutazione delle temperature
esterne per un giorno tipo di ciascun mese. Partendo dal
numero di utenze da servire e dalle caratteristiche tecniche
della pompa di calore, si ottiene come principale parametro di
output il COP della macchina. Tutte le valutazioni sono state
3
eseguite in riferito all’impianto di climatizzazione impostato
in modalità riscaldamento, facendo riferimento al COP della
macchina e al recupero di calore dal lato dell’evaporatore.
Profili di utenza
Sono stati studiati in dettaglio i profili di utenza dei
principali impianti ed elettrodomestici che dopo il loro uso
scaricano acqua con un significativo livello di energia termica,
valutando gli andamenti desunti da uno studio eseguito dal
NREL (National Renewable Energy Laboratory) [9].
Figura 1: Portata oraria giornaliera della lavatrice [9].
Figura 2: Portata oraria giornaliera della lavapiatti [4, 9].
Figura 3: Portata oraria giornaliera della doccia [9].
Figura 4: Portata oraria giornaliera della vasca da bagno [9].
Figura 5: Portata oraria giornaliera del lavandino [9].
L’andamento orario della portata delle diverse utenze è
riportato nelle figure 1-5, con l’indicazione della relativa
equazione che regola il flusso in funzione del numero di
utenti.
La temperatura è ipotizzata costante ora per ora. I profili sono
relativi ad un numero di utenti (23 unità) rappresentativo di
una possibile applicazione in locali a medio-alto livello di
affollamento.
Descrizione dell’impianto
L’impianto può essere definito dai componenti
rappresentati con il diagramma a blocchi riportato in figura 6.
Le acque reflue vengono raccolte in un serbatoio in cui è
installato il sistema di recupero, che potrebbe essere la stessa
fossa imhoff, dove viene trasferito calore tra le acque di
scarico e il circuito del fluido dal lato dell’evaporatore della
pompa di calore. Lo scambiatore interno al serbatoio di
accumulo è dimensionato sulla base di un compromesso tra
esigenze di tipo energetico e geometrico, poiché si deve
assicurare un efficiente scambio termico all’interno di uno
spazio la cui funzione primaria è quella di garantire la raccolta
degli scarichi delle utenze considerate.
Sono stati scelti una pompa di calore e un serbatoio di
accumulo a servizio di un numero di utenze già definito in
precedenza (23).
Il serbatoio di accumulo in cui verrà installato lo scambiatore
di calore tra il fluido del circuito evaporatore e le acque di
scarico ha le dimensioni di 150 cm di diametro e 100 cm di
altezza.
0
5
10
15
20
25
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24
l/h
Ora del giorno
*Valore di temperatura desunto dalla media della temperatura dei cicli di lavaggio dell'elettrodomestico.
*°60=
×5.2+5.7=
CT
NQ
lavatrice
utentilavatrice
0
2
4
6
8
10
12
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24
l/h
Ora del giorno
]4[°5.39=
×833.0+55.2=
CT
NQ
lavapiatti
utentilavapiatti
0
10
20
30
40
50
60
70
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24
l/h
Ora del giorno
]9[°56.40=
×67.4+14=
CT
NQ
doccia
utentidoccia
0
2
4
6
8
10
12
14
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24
l/h
Ora del giorno
]9[°56.40=
×17.1+5.3=
CT
NQ
vasca
utentivasca
0
5
10
15
20
25
30
35
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24
l/h
Ora del giorno
]9[°56.40=
×16.4+5.12=
CT
NQ
vasca
utentivasca
4
Figura 6: Schema dell’impianto pompa di calore/scambiatore-
recuperatore.
Tale volume rappresenta la zona della fossa imhoff in cui le
acque di scarico si trovano nella condizione liquida, essendo
state separate dalle impurità solide, così da poter ipotizzare lo
scambio termico nella serpentina tra un fluido esterno in semi-
quiete ed un fluido interno in convezione forzata.
Allo scopo di implementare un algoritmo che sia utile alla
costruzione del sistema sperimentale, le caratteristiche della
pompa di calore sono state desunte dalla scheda tecnica di una
macchina in commerciale (Tabella 1), ipotizzando di dover
fornire circa un kW frigorifero per ciascun utente. In tabella 1 sono riportate le caratteristiche tecniche in modalità
riscaldamento, prevedendo come utenza un sistema di
riscaldamento a pannelli radianti (30/35°C temperatura di
andata/ritorno lato utenza):
Tabella 1: Caratteristiche tecniche della pompa di calore.
Resa termica kW 22.52
Potenza assorbita totale kW 7.14
Corrente assorbita totale A 8.79
Portata acqua condensatore l/h 3851
Perdite di carico lato impianto kPa 37
Consumo acqua evaporatore l/h 4849
Perdite di carico lato geotermico kPa 57
COP - 5.44 Caratteristiche riportate dalla scheda tecnica della pompa di calore
La documentazione tecnica della macchina riporta, inoltre,
la variazione del COP alle differenti temperature del fluido
(acqua e glicole in questo caso specifico) all’uscita
dall’evaporatore. Questa informazione è stata inserita nel
modello matematico, considerando che il sistema di recupero
delle acque reflue agisce sull’innalzamento delle temperature
di esercizio della macchina, garantendone una maggiore
efficienza che si evidenzia con l’aumento del COP. La Tabella
2 riporta il COP al variare della temperatura del fluido
all’uscita dell’evaporatore per la pompa di calore scelta.
Il circuito si chiude passando per un classico scambiatore
aria esterna - fluido del circuito evaporatore installato allo
scopo di garantire il corretto funzionamento della pompa di
calore nel caso in cui il calore delle acque reflue non fosse
sufficiente. Le due valvole di controllo sono installate per by-
passare il serbatoio di accumulo e lo scambiatore con l’aria
esterna, nel caso non risultasse necessario il loro intervento.
Tabella 2: Variazione del COP in funzione della temperatura
del fluido in uscita dall’evaporatore.
T uscita
evaporatore (°C) COP
T uscita
evaporatore (°C) COP
-8 3.80 5 5.44
-6 4.04 6 5.57
-4 4.29 7 5.71
-3 4.47 8 5.84
-2 4.54 10 6.11
0 4.79 12 6.39
2 5.05 14 6.67
4 5.31 16 6.95
Valori Riportati dalla scheda tecnica della pompa di calore
Algoritmo di calcolo
Il circuito impiantistico rappresentato in figura 6 è stato
tradotto in termini numerici in un sistema in cui ciascun
componente risponde a determinate relazioni sotto alcune
ipotesi semplificative. Tutte le equazioni utilizzate
suppongono il raggiungimento dello stato stazionario
all’interno dell’intervallo di tempo definito (1 ora). Saranno
esposte le relazioni numeriche che portano alla definizione dei
valori di output quali le temperature di ingresso e di uscita di
ciascun componente e il COP della pompa di calore.
Il serbatoio di accumulo è stato schematizzato con un
comportamento suddiviso in due istanti differenti
nell’intervallo di tempo pari a 1 ora precedentemente scelto:
una fase precedente allo scambio termico tra acque di
scarico e fluido del circuito evaporatore (indicata con
l’apice I) in cui le acque reflue (con la loro portata e
temperatura) si mescolano alla massa d’acqua presente
nel serbatoio, portandosi alla temperatura relativa allo
scambio termico che avviene nell’istante successivo;
una seconda fase (indicata con l’apice II) in cui avviene
lo scambio termico e il fluido in ingresso nello
scambiatore-recuperatore assorbe l’energia termica
accumulata nel serbatoio.
Analizzando il sistema serbatoio-scambiatore, impostando il
bilancio energetico, risulta che al tempo t, nella prima fase,
entra la quantità prevista dal profilo di portata delle acque
reflue, mescolandosi con la quantità di acqua rimasta
all’interno del serbatoio e determinando la temperatura
complessiva secondo l’eq. (1):
( )acc
trefluetreflue,II
tacctreflue,accItacc V
TqTqVT
,1-,
,
×+×-= (1)
Tale relazione presuppone che all’interno del serbatoio non
si verifichino fenomeni di stratificazione e che il serbatoio
abbia una temperatura media costante su tutto il volume. La
fase successiva prevede il calcolo della temperatura del
serbatoio a valle della trasmissione del calore con lo
1. Pompa di calore; 2. Serbatoio di
accumulo delle acque reflue (fossa
imhoff) e scambiatore-recuperatore; 3.
Scambiatore aria esterna-fluido refri-
gerante; 4. Valvola di controllo n°1; 5.
Valvola di controllo n°2; 6. Utenza.
5
scambiatore-recuperatore. In particolare, per calcolare tale
valore è necessario definire la temperatura di ingresso della
miscela frigorigena che fluisce nel circuito evaporatore (Tinsr,t).
Dalle equazioni dello scambio termico nei condotti [10] è
possibile valutare la temperatura del fluido in uscita dallo
scambiatore-recuperatore:
( ) pcevq
πrH-
in sr,tI
acc,tI
acc,tout sr,t e-TT+=TT1
2
(2)
Per poter valutare la temperatura a cui si porta il serbatoio a
valle dello scambio termico è necessario quantificare l’energia
assorbita (nell’intervallo di tempo) dal fluido nel circuito
evaporatore. Tale energia è ottenuta secondo l’eq. (3):
( )in sr,tout sr,tpevtass sr, -TTc=qE 1
Δ (3)
L’energia ceduta al fluido della pompa di calore dalle acque
reflue accumulate determina l’abbassamento della temperatura
media di tutto il serbatoio. Le acque reflue si porteranno, dopo
lo scambio termico, ad una temperatura calcolata con la
relazione seguente:
2
Δ
,,pacc
tass sr,Itacc
IItacc cV
E-=TT (4)
È necessario controllare questa temperatura per evitare che
le acque reflue del serbatoio si portino a temperature troppo
basse, definendo una temperatura di controllo (Tset) al di sotto
della quale il sistema di scambio termico si arresta. Ciò
implica che l’energia assorbita dal fluido della pompa di
calore non sia necessariamente pari a quanto calcolato nell’eq.
(3) ma potrebbe essere minore, se venisse raggiunta la
temperatura di controllo. Quindi, se la temperatura del
serbatoio risulta essere maggiore di Tset, l’energia assorbita
sarà interamente ceduta dalle acque reflue, che si porteranno al
valore calcolato nell’eq. (4). Altrimenti, nel caso in cui la
temperatura scenda al di sotto della Tset, si assume che
l’energia ceduta dalle acque reflue al fluido del circuito
evaporatore sia dovuta solamente al salto di temperatura tra la
temperatura calcolata nell’eq.1 e la Tset, così da portare la
temperatura del sistema di accumulo alla temperatura di
controllo. Di conseguenza, in questo caso anche il fluido in
uscita dallo scambiatore-recuperatore assumerà una
temperatura minore rispetto a quanto valutato nell’eq. (2).
Il circuito del fluido acqua-glicole prosegue con il
componente di scambio termico con l’aria esterna. Questo
dispositivo ha lo scopo di far interagire il fluido con la
temperatura esterna in maniera tale da poter dare un contributo
energetico proporzionale alla differenza di temperatura
esistente tra i due secondo una relazione che presuppone
un’efficienza di scambio termico pari al 50%:
5.0 in scest,testin scest,ttout scest, -TT=TT (5)
Entrambi i sistemi, il serbatoio di recupero delle acque
reflue e lo scambiatore tra aria esterna e circuito evaporatore,
sono controllati da due valvole a tre vie che, sulla base delle
temperature del sistema, gestiscono il passaggio del fluido per
lo scambiatore-recuperatore o all’interno dello scambiatore. In
particolare, la valvola di controllo n. 1 apre il circuito verso il
serbatoio se la temperatura all’uscita dall’evaporatore è
minore della temperatura media dell’accumulatore, altrimenti
il fluido nel circuito cederebbe energia al serbatoio. Allo
stesso modo, la valvola di controllo n. 2 permette il passaggio
all’interno dello scambiatore con il fluido nel momento in cui
la temperatura esterna risulta essere maggiore della
temperatura all’ingresso dello scambiatore.
Infine, il funzionamento della pompa di calore è stato
modellato dal punto di vista matematico in relazione a quanto
definito dalle schede tecniche e ipotizzando l’accoppiamento
con un utenza a pannelli radianti. Ipotizzando di far funzionare
il riscaldamento in continuo, l’effetto della pompa di calore
nell’algoritmo di calcolo è definito dall’abbassamento della
temperatura in ingresso all’evaporatore di un ΔT costante e
pari a 5 gradi, lasciando come variabili dipendenti la
temperatura in uscita dall’evaporatore e il relativo COP come
riportato tabella 2.
Gli algoritmi descritti permettono di arrivare alla
conoscenza di tutte le temperature di output, definendo l’intero
ciclo di lavoro partendo dai dati di input quali temperatura
esterna e temperatura e portata delle acque reflue.
Per poter definire uno stato stazionario all’interno di
ciascuna ora si effettua un procedimento iterativo che si
arresta e passa allo step (ora) successivo nel momento in cui
l’errore tra le temperature di ingresso e di uscita
dall’evaporatore tra due cicli successivi è inferiore a 0.001 °C.
Il processo iterativo svincola i risultati dalle condizioni iniziali
che si impongono alle variabili.
Parallelamente alle relazioni viste sin d’ora, viene simulato
un impianto in assenza del serbatoio di accumulo delle acque
reflue, allo scopo di poter confrontare il funzionamento della
macchina in assenza del sistema di recupero. Questo secondo
impianto, quindi, è definito solamente dalle componenti
pompa di calore e scambiatore aria esterna-fluido.
RISULTATI DELLE SIMULAZIONI PRELIMINARI
Con l’algoritmo di calcolo presentato è stato possibile
determinare le performance della pompa di calore con il
sistema impiantistico descritto, definendo i dati di input e le
caratteristiche dei differenti componenti. In Tabella 3 sono
riportate le caratteristiche geometriche e chimico-fisiche dello
scambiatore-recuperatore.
Il valore del coefficiente di scambio termico H è stato
calcolato [11] assumendo i coefficienti convettivi relativi alle
condizioni del fluido interno alla serpentina e delle acque
reflue in quiete esterne alla serpentina.
Le grandezze geometriche del sistema sono state definite
dalle dimensioni di ingombro della serpentina che occupa una
porzione del volume di accumulo. La portata del fluido nel
circuito è stata determinata dalle caratteristiche tecniche della
pompa di calore.
Per quanto riguarda i valori di input, dallo studio dei profili
di ciascuna tipologia di utenza per le 23 unità considerate è
stata costruita una curva complessiva degli andamenti delle
acque reflue in termini di portata e temperatura, eseguendo la
media pesata della temperatura sulla portata ora per ora. In
figura 7 è riportato tale andamento.
6
Tabella 3: Caratteristiche geometriche e chimico-fisiche dello
scambiatore-recuperatore.
Simbolo Descrizione Valore U.M.
r Raggio della serpentina 1 cm
L Lunghezza della serpentina 55 m
H Coefficiente di scambio
termico 94.40 [11] W/m
2K
evq Portata acqua evaporatore 4849* l/h
cp1
Calore specifico a
pressione costante
acqua-glicole evaporatore
3265 [12] J/kg K
*Scheda tecnica della pompa di calore
Figura 7: Andamento orario della portata e della temperatura
complessivi delle acque reflue durante un giorno tipo.
Dai dati climatici della località di Perugia, per ogni mese di
riscaldamento è stato estrapolato l’andamento orario di
temperatura esterna relativo ad un giorno tipo (figura 8).
Figura 8: Andamento della temperatura esterna di un giorno
tipo per ogni mese della stagione di riscaldamento nella
località di Perugia.
La temperatura di controllo nel serbatoio è stata impostata a
5°C ritenendo che tale valore possa evitare problemi di
congelamento delle acque reflue ed è stato supposto il calore
specifico di queste ultime pari a quello dell’acqua (4186 J/kg
K). Le simulazioni riportate in questa sede sono relative al
mese di Gennaio e al mese di Ottobre, i periodi rappresentativi
delle condizioni esterne di temperatura più calde e più fredde
della stagione di riscaldamento. Sono indicati gli andamenti
orari della temperatura all’interno del serbatoio delle acque
reflue a valle dello scambio di calore con lo scambiatore-
recuperatore (figure 9 e 10), la temperatura all’uscita
dall’evaporatore (figure 11 e 12), grazie alla quale è stato
possibile definire il parametro di output: il COP della pompa
di calore(figure 13 e 14).
Figura 9: Andamento orario della temperatura delle acque
reflue in un giorno tipo del mese di Gennaio.
Figura 10: Andamento orario della temperatura delle acque
reflue in un giorno tipo del mese di Ottobre.
Dai grafici precedenti si può notare il cut-off alla
temperatura di controllo di 5°C, sotto la quale l’algoritmo non
fa scendere la temperatura media all’interno del serbatoio di
accumulo.
La temperatura all’uscita dall’evaporatore e il relativo COP
risultano strettamente correlati, evidenziando un andamento
praticamene sovrapponibile. Nel mese di Ottobre emerge un
COP medio maggiore del mese di Gennaio, come era lecito
attendersi a causa delle condizioni climatiche esterne che
permettono alla macchina di lavorare a temperature più
elevate.
35
37
39
41
43
45
47
49
0
20
40
60
80
100
120
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24
Cl/h
Ora del giorno
Portata
Temperatura
0
2
4
6
8
10
12
14
16
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24
C
Ora del giorno
Gennaio Febbraio Marzo Aprile Ottobre Novembre Dicembre
0 5 10 15 20 255
5.2
5.4
5.6
5.8
6
6.2
6.4
6.6
6.8
Temperatura acque reflue nel serbatoio dopo lo scambio termico
Gennaio
Ora del giorno°C
0 5 10 15 20 255
6
7
8
9
10
11
12
13
14
Temperatura acque reflue nel serbatoio dopo lo scambio termico
Ottobre
Ora del giorno
°C
7
Figura 11: Andamento orario della temperatura del fluido
all’uscita dall’evaporatore in un giorno tipo del mese di
Gennaio.
Figura 12: Andamento orario della temperatura del fluido
all’uscita dall’evaporatore in un giorno tipo del mese di
Ottobre.
La differenza tra l’impianto con il sistema innovativo di
recupero del calore e l’impianto in assenza è maggiormente
marcata nelle prime ore della giornata, quando la temperatura
dell’aria esterna è ancora bassa e il sistema di recupero è
alimentato dalle acque di scarico prodotte nelle prime ore della
giornata delle utenze.
Figura 13: Andamento orario del COP della pompa di calore
in un giorno tipo del mese di Gennaio.
Figura 14: Andamento orario del COP della pompa di calore
in un giorno tipo del mese di Ottobre.
Dagli andamenti orari del valore del COP della macchina è
stato definito il COP medio giornaliero per il giorno tipo
mensile, sia nel caso di recupero del contenuto energetico
delle acque reflue che in assenza. Prendendo in considerazione
la simulazione nel mese di Gennaio in assenza del sistema di
recupero, si ottiene un COP medio giornaliero pari a 4.08 che
si incrementa dell’1.7% inserendo il sistema di recupero, con
un valore del COP di 4.15. Nel mese di Ottobre invece, come
già detto, risulta un COP mediamente maggiore rispetto a
Gennaio date le temperature più alte e pari a 5.21 per il
modello senza recuperatore, con un incremento pari all’1.2%
in presenza del sistema di recupero (COP medio giornaliero
con recupero pari a 5.27).
Il recupero risulta quindi legato fortemente alle
caratteristiche dello scambiatore di calore aria esterna – fluido
del circuito evaporatore a valle del serbatoio di accumulo. Nel
mese di Ottobre il maggior contenuto entalpico dell’aria
esterna fa si che l’influenza dello scambiatore-recuperatore sia
minore rispetto a periodi più freddi come il mese di Gennaio.
CONCLUSIONI
Nel presente lavoro sono stati esposti i primi risultati
relativi al progetto “Warm Flow” che si prefigge l’obiettivo di
sviluppare un sistema di recupero dell’energia termica
contenuta nelle acque di scarico di locali civili ad elevato
affollamento.
I flussi degli scarichi civili, essendo a basso contenuto
entalpico, trovano nelle pompe di calore la tecnologia adatta al
loro sfruttamento, sia nella climatizzazione invernale che in
quella estiva. Dopo un’analisi delle soluzioni tecnologiche
esistenti e la definizione dei profili delle principali utenze di
produzione di acque reflue, si è creato un modello matematico
che fosse utile alla valutazione del potenziale energetico dei
flussi degli scarichi civili al servizio della climatizzazione
invernale con pompa di calore.
In particolare, per poter procedere con un’analisi
preliminare del sistema impiantistico in vista della fase di
sperimentazione, si è ipotizzato uno schema di layout in cui
ciascun componente è stato schematizzato a livello
matematico con relazioni di bilancio energetico. Particolare
attenzione è stata posta al serbatoio di raccolta dei reflui con
all’interno lo scambiatore-recuperatore.
Il modello matematico ha permesso di valutare, sulla base
0 5 10 15 20 25-7
-6.5
-6
-5.5
-5
-4.5
-4
-3.5
-3
Temperature uscita evaporatore
Gennaio
Ore
°C
Impianto con scambiatore-recuperatore
Impianto senza scambiatore-recuperatore
0 5 10 15 20 251.5
2
2.5
3
3.5
4
4.5
5
5.5
6
Temperature uscita evaporatore
Ottobre
Ore
°C
Impianto con scambiatore-recuperatore
Impianto senza scambiatore-recuperatore
0 5 10 15 20 253.9
4
4.1
4.2
4.3
4.4
4.5
Coefficient Of Performance
Gennaio
Ora del giorno
Impianto con scambiatore-recuperatore
Impianto senza scambiatore-recuperatore
0 5 10 15 20 255
5.1
5.2
5.3
5.4
5.5
5.6
Coefficient Of Performance
Ottobre
Ora del giorno
Impianto con scambiatore-recuperatore
Impianto senza scambiatore-recuperatore
8
dei dati di input quali temperatura dell’ambiente esterno e
temperatura e portata dei reflui, l’andamento orario giornaliero
del COP della pompa di calore. Implementando nel modello il
layout impiantistico in assenza del dispositivo di recupero
dagli scarichi è stato definito il possibile vantaggio in termini
di innalzamento del COP della macchina.
Sono stati presentati gli andamenti delle performance della
pompa di calore per un giorno tipo del mese di Gennaio e di
Ottobre nella località di Perugia. A livello giornaliero, in
entrambi i mesi si evidenzia il maggior scostamento del COP
tra le due soluzioni impiantistiche nelle prime ore della
giornata in cui l’andamento delle utenze presenta un picco. A
livello mensile, trattandosi di due mesi all’interno del periodo
di riscaldamento, si riscontra una maggiore influenza del
sistema di recupero nel mese più freddo (Gennaio) essendo di
minor efficacia il contributo energetico dell’aria esterna.
Il lavoro proseguirà con la realizzazione di un prototipo per
la caratterizzazione sperimentale di tutto il sistema.
RINGRAZIAMENTI
Gli Autori esprimono il loro ringraziamento al personale
della Newtec System, partner capofila del progetto Warm
Flow, per il supporto e i preziosi contributi nell’impostazione
del sistema di recupero energetico.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
1. Direttiva europea 2009/28/CE sulla promozione dell’uso
dell’energia da fonti rinnovabili, recante modifica e
successiva abrogazione delle direttive 2001/77/CE e
2003/30/CE, 23 Aprile 2009;
2. Direttiva europea 2006/32/CE, concernente l'efficienza
degli usi finali dell'energia e i servizi energetici e recante
abrogazione della direttiva 93/76/CEE del Consiglio, 5 Aprile
2006;
3. Technology focus, Heat recovery from wastewater using
gravity-film heat exchanger, U.S. Department of Energy
(DOE), www.gfxtechnology.com, 2001;
4. M. De Paepe, E. Theuns, S. Lenaers, J. Van Loon, Heat
recovery system for dishwasher, Applied Thermal
Engineering, vol. 23, pp. 743-756, 2003;
5. F. Schmid, Sewage water: interesting heat source for
heat pumps and chillers, SwissEnergy Agency for
Infrastructure Plants, Gessnerallee 38a, CH-8001 Zürich,
Switzerland;
6. F. Meggers, H. Leibundgut, The potential of wastewater
heat and exergy: decentralized high-temperature recovery
with a heat pump, Energy and Buildings, vol. 43, pp. 879-886,
2011;
7. N. C. Baek, U. C. Shin, J. H. Yoon, A study on the design
and analysis of a heat pump heating system using wastewater
as a heat source, Solar Energy, vol. 78, pp. 427-440, 2005;
8. X. L. Zhao, L. Fu, S. G. Zhang, Y. Jiang, Z. L. Lai, Study
of the performance of an urban original source heat pump
system, Energy Conversion and Management, vol. 51, pp. 765-
770;
9. R. Hendron, C. Engebrecht, Building America Research
– Benchmark Definition – Update December 2009, Technical
Report NREL, January 2010;
10. Mauro Felli, Lezioni di Fisica Tecnica – Volume
secondo: Trasmissione del calore, Energia solare, Ambiente
globale, Morlacchi Editore, 2000.
11. A. Farina, S. Rainieri, G. Pagliarini, Scambio termico
convettivo entro condotti orizzontali per fluidi con proprietà
dipendenti dalla temperatura:alcuni risultati sperimentali,
XIII UIT conference, Bologna, 22-23 Giugno, 1995;
12. G. Guglielmini, C. Pisoni, Elementi di trasmissione del
calore, Casa editrice Ambrosiana, 1996.
NOMENCLATURA
Cp1: Calore specifico a pressione cost. della
soluzione acqua e glicole [J/kg K]
Cp2: Calore specifico a pressione cost. dell’acqua
[J/kg K]
Eass sr,∆t: Energia assorbita dal fluido nello scambiatore-
recuperatore [J]
H: Coefficiente globale di scambio termico [W/m2 K]
Nutenti: Numero utenti [-]
r: Raggio della serpentina [m]
T: Temperatura [°C]
q: Portata oraria [l/h]
Vacc: Volume accumulatore [l]
Apici
I: Riferito alla fase precedente allo scambio di
calore fluido-acque reflue
II: Riferito alla fase successiva allo scambio di
calore fluido-acque reflue
Pedici
acc,t: Riferito all’accumulatore all’istante t
acc,t-1: Riferito all’accumulatore all’istante precedente (t-1)
est: Riferito alle condizioni esterne
ev: Riferito al fluido nell’evaporatore
in sr,t: Riferito all’ingresso dello scambiatore-
recuperatore all’istante t
in scest,t: Riferito all’ingresso dello scambiatore aria
esterna/fluido
out sr,t: Riferito all’uscita dello scambiatore-recuperatore
all’istante t
out scest,t: Riferito all’uscita dello scambiatore aria
esterna/fluido
reflue,t: Riferito alle acque reflue all’istante t
SUMMARY
In the present work the preliminary results of the project
“Warm flow” are presented; its objective consists of the
development of a methodology for the energy recovery from
waste water of residential houses.
Even if its enthalpy content is relatively low, the civil
buildings sewage water could represent an interesting source
for energy saving, especially if the heating and cooling system
is realized by means of heat pumps.
Within the frame of the project, the paper presents the result
of the analysis of the energy saving potential linked to this
plant design strategy. The evaluations are based on the
estimation of the available energy fluxes coming from the
most common buildings typologies, and on a preliminary plant
layout, optimized for the integrated system building-plant.