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La tematica compostellana nella ricerca araldica. Riflessioni sullo stato attuale e sulle...

Date post: 02-Dec-2023
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Università degli Studi di Perugia Centro Italiano di Studi Compostellani Atti 7 Copertina: San Giacomo mentre soccorre due pellegrini, in Liber Consortii Sancti Jacobi apostoli de Galitia, sec. XIV, miniatura su pergamena, Parma, Biblioteca Palatina, Ms. Misti B 24, c.1 v (Autorizzazione del Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, Prot. N. 1002 dell’11.04.2016, Class. 283408026718) «...L’apostolo prese con cura il defunto tra le sue braccia e issò il vivo in sella dietro di sé...», (Liber Sancti Jacobi – Codex calixtinus, Lib. II, Cap. IV)
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Università degli Studi di Perugia

Centro Italiano di Studi Compostellani

Atti

7

Copertina: San Giacomo mentre soccorre due pellegrini, in Liber Consortii Sancti Jacobi apostoli de Galitia, sec. XIV, miniatura su pergamena, Parma, Biblioteca Palatina, Ms. Misti B 24, c.1v (Autorizzazione del Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, Prot. N. 1002 dell’11.04.2016, Class. 283408026718)

«...L’apostolo prese con cura il defunto tra le sue braccia e issò il vivo in sella dietro di sé...», (Liber Sancti Jacobi – Codex calixtinus, Lib. II, Cap. IV)

Atti dei Convegni organizzati dal Centro Italiano di Studi Compostellani

1. Il Pellegrinaggio a Santiago de Compostela e la Letteratura Jacopea, Atti del Convegno Internazionale di Studi (Perugia 23-24-25 settembre 1983), a cura di G. Scalia, CISC, Perugia 1985.

2. Pistoia e il Cammino di Santiago. Una dimensione europea nella Toscana

medievale, Atti del Convegno internazionale di studi (Pistoia, 28-29-30 settembre 1984), a cura di L. Gai, CISC, Perugia 1987.

3. Traces du pèlerinage à Saint-Jacques-de-Compostelle dans la culture

européenne, Atti del Convegno internazionale di studi Segni e civiltà del pellegrinaggio a Santiago de Compostela (Viterbo 28 settembre - 1 ottobre 1989), Conseil de l’Europe, Strasbourg 1992.

4. La ‘peregrinatio studiorum’ iacopea in Europa nell’ultimo decennio. Per

una mappa della cultura iacopea: un bilancio sui principali contributi di studio e sulle attività collaterali, Atti del Convegno internazionale di studio (Pistoia-Altopascio, 23-25 settembre 1994), a cura di L. Gai, CCIAA, Pistoia 1997.

5. Santiago e l’Italia, Atti del Convegno Internazionale di Studi (Perugia, 23-

26 maggio 2002), a cura di Paolo Caucci von Saucken, CISC-Edizioni Compostellane, Perugia-Pomigliano d’Arco 2005.

6. Santiago e la Sicilia, Atti del Convegno Internazionale di Studi (Messina,

2-4 Maggio 2003), a cura di Giuseppe Arlotta, CISC-Edizioni Com-postellane, Perugia-Pomigliano d’Arco 2008.

7. De peregrinatione, Studi in onore di Paolo Caucci von Saucken (Perugia,

27-29 Maggio 2016), a cura di Giuseppe Arlotta, CISC-Edizioni Com-postellane, Perugia-Pomigliano d’Arco 2016.

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PERUGIA CENTRO ITALIANO DI STUDI COMPOSTELLANI

De peregrinatione

Studi in onore di Paolo Caucci von Saucken

Perugia, 27-29 Maggio 2016

a cura di Giuseppe Arlotta

EDIZIONI COMPOSTELLANE

Direttore del progetto grafico, Angelo Arlotta

ISBN 978-88-95945-19-4

Copyright © Edizioni Compostellane

Centro Italiano di Studi Compostellani 2016

Sommario

A. PRESENTAZIONE 9 B. IL SALUTO DELLE AUTORITÀ 21 C. LA COLLECTANEA “DE PEREGRINATIONE” 39 I. SULLE ORIGINI DEL PELLEGRINAGGIO 41 FRANCO CARDINI, La santa imperatrice e il santo vescovo. Culto delle

reliquie, ‘inventiones’, ‘translationes’ e topomimesi alle radici della fondazione dell’impero romano cristiano e del pellegrinaggio cristiano in Terrasanta 43

PASQUALE IACOBONE, Pellegrini a Roma. Testimonianze monumentali e

letterarie dell’antichità cristiana 55 FERNANDO LÓPEZ ALSINA, El nacimiento de la población de Santiago

en el siglo IX 113 GIORGIO OTRANTO, Il pellegrinaggio alla grotta di San Michele sul

Gargano 127 BENEDETTO VETERE, Culto delle reliquie e ‘virtus’ dei santi. Sacro e

spazi del sacro nella Gallia merovingia di Gregorio di Tours 169 SIMON BARTON, We have the relics, so where are the pilgrims? Lay pa-

tronage and the monastery of San Antolín de Esla 247 ADA CAMPIONE, Il culto di San Nicola in Inghilterra: vescovi, miracoli,

rappresentazioni e pellegrinaggi 259 II. SUL PELLEGRINAGGIO E SUE INTERPRETAZIONI 279 PAOLO ASOLAN, Hospes tamquam Christus, Christi enim agere vices 281

974 De peregrinatione

PABLO ARRIBAS BRIONES, El demonio en la vida y en el Camino de Santiago

299 ROSANNA BIANCO, Il paesaggio nel Codice Callistino. Note preliminari 325 ANNA SULAI CAPPONI, Santiago Matamoros: simbolo di identità, unione

e protezione del popolo filippino 347 MARCO PICCAT, La liberazione del Cammino di Santiago nella

tradizione epico-cavalleresca italiana 367 DIANELLA GAMBINI, La dimensión dinámica del fenómeno jacobeo 391 SEGUNDO L. PÉREZ LÓPEZ, La peregrinación jacobea en el marco del

Año de la Misericordia 411 CARMEN PUGLIESE, Il Cammino di Santiago come itinerario religioso

esemplare 433 FRANCISCO PUY MUÑOZ, Conceptos, principios, teorías del Camino de

Santiago 453 FRANCISCO SINGUL LORENZO, Cultura e sviluppo per un nuovo secolo:

le mostre del Cammino di Santiago negli ultimi vent’anni 479 MIGUEL TAÍN GUZMÁN, La cattedrale di Santiago de Compostela: fonti e

ricerca degli ultimi venti anni 489 III. SULLE VIE DEL PELLEGRINAGGIO 499 RENATO STOPANI, Gli itinerari culturali europei. Le radici dell’Europa

moderna tra passato e presente 501 GIUSEPPE ARLOTTA, Le Peregrinationes maiores nell’Itinerarium de

Brugis (sec. XIV): un contributo toponomastico e cartografico 507 GUIDO TAMBURLINI, Vie e memorie del pellegrinaggio nel nord-est d’Italia 545 MONICA D’ATTI, FRANCO CINTI, Dalla cartografia cartacea alla

cartografia digitale: in cammino nel Terzo Millennio 557 MARIA JOSÉ AZEVEDO SANTOS, ‘Caminhar como peregrina’. A escrita

em Portugal na 2ª metade do século XI 567

SOMMARIO 975

BRUNELLO NATALE DE CUSATIS, Breve panoramica esplorativa sullo stato e sulle prospettive della ricerca compostellana in Portogallo

575

KLAUS HERBERS, Peregrinos y viajeros de Norimberga a Compostela en la Baja Edad Media 581

ADELINE RUCQUOI, Le “chemin français” vers Saint-Jacques: une en-

treprise publicitaire au XIIe siècle 607 JACOPO CAUCCI VON SAUCKEN, Finisterrae tra mito e letteratura

nell’odeporica compostellana 631 ANTÓN POMBO RODRÍGUEZ, Peregrinación del canónigo José Meseguer

y Costa, de Oviedo a Santiago, en el Año Santo de 1875 651 ALEJANDRO REBOLLO MATÍAS, Urbanismo medieval en el Camino de

Santiago de Castilla y León. Estructura de los espacios urbanos y ar-quitecturas en el Camino y la singularidad puente-ermita y hospital 683

LUISA LOFOCO, La Puglia, il pellegrinaggio medievale ed alcuni ‘signa’

dell’‘iter sancti Jacobi’ 705 PAOLO SPOLAORE, Venezia e il mondo jacopeo-compostellano 725 IV. SULL’ICONOGRAFIA 747 MANUEL A. CASTIÑEIRAS GONZÁLEZ, El Apóstol y sus adorantes peregri-

nos: el porqué de la imagen coral de Santiago de Turégano (Segovia) 749 LUCIA GAI, Iconografia e Agiografia jacopee a Pistoia 791 MAURIZIO C.A. GORRA, La tematica compostellana nella ricerca

araldica. Riflessioni sullo stato attuale e sulle potenzialità future 861 HUMBERT JACOMET, L’image de Saint Jacques en France (XIIe-XIXe

siècles) 879 ROBERT PLÖTZ, Totus plenus conchilibus. Miraculum quod legimus ac

pictum etiam videmus in singulis beatis Jacobi ecclesiis et capellis 909 DRAGAN UMEK, Riflessi jacopei nella cartografia tolemaica del Rina-

scimento 961

Maurizio Carlo Alberto Gorra

Académie Internationale d’Héraldique

La tematica compostellana nella ricerca araldica. Riflessioni sullo stato attuale e sulle potenzialità future

L’araldica sta tornando da diverso tempo a catalizzare considera-zione e interesse nel panorama del mondo culturale italiano, benché ancora manchi d’un unanime riconoscimento del ruolo di scienza documentaria della storia che le sarebbe del tutto confacente. L’oblio nel quale ha versato e (in parte) tuttora versa è conseguenza diretta della distorta visione di cui fu oggetto nei decenni centrali del XX secolo, quando la si ritenne vincolata alla nobiltà in maniera esclusiva: un punto di vista che, se pur in qualche misura motivato, è sostanzial-mente erroneo e acronisticamente tenace.

In breve, è da poco tempo che nel nostro Paese si torna a parlare seriamente di araldica, benché nei limiti comuni a tutti i temi di nicchia1; e occuparsene a proposito di un altro tema a sua volta “di nicchia” come gli studi compostellani è cosa a suo modo singolare e inedita, sulla quale da qualche anno il Centro Italiano di Studi Compo-stellani sta concretamente operando. Fuori dall’Italia questa fenomeno-logia è sostanzialmente affine: benchè la scienza del blasone goda di maggior considerazione, gli studi specifici sull’araldica compostellana sembrano relativamente limitati, legati in particolare all’area ispanofo-na, e sovente impostati in maniera che lo stemma assuma subalternità documentale, o comunque rimanga soggetto ancillare, rispetto ad altri temi iconografici santiaghisti.

1 Il concetto di nicchia, ovviamente, dev’essere inteso in senso quantitativo e

non certo di merito, essendo riferito soltanto al seguito relativamente limitato di cui la disciplina gode.

862 MAURIZIO CARLO ALBERTO GORRA

Si aggiunga poi che fra i molti punti di vista da cui si può affronta-re la tematica compostellana, la scienza araldica viene a trovarsi in certo modo svantaggiata dalla spiccata compresenza con due celeberri-mi emblemi assai specifici e caratterizzati: la conchiglia2 e la croce di Santiago. La diffusione mondiale dell’immagine di San Giacomo e di questi suoi signa ha portato in assoluto a una grande mole di studi iconografici in materia compostellana, rispetto ai quali la scienza degli stemmi non è peraltro da meno per vastità e pubblicazioni.

FIG. 1 – Il sepolcro dell'arcivescovo Álvaro de Isorna, chiostro della cattedrale di Santiago di Compostella (Foto di M. Cendón Fernández)

L’incontro fra queste due discipline, invece, ha dato prodotti di

gran lunga più scarsi: una ricerca sull’attività editoriale afferente in questi anni alle due discipline ha messo in luce titoli che per lo più trattano lo stemma entro o accanto a tematiche santiaghiste di altra natura. Per tutti questi motivi, la questione storiografica sull’indagine araldica nella disciplina compostellana sembrerebbe potersi risolvere in uno svolgimento semplice e sbrigativo, se non fosse che (capovol-gendo la prospettiva d’osservazione) essa risulti viceversa fra le più potenzialmente foriere di spazi di ricerca.

2 Favorita dal fatto di essere presente nell’inconscio collettivo dell’umanità in

conseguenza di usi e tradizioni anteriori alle ere storiche.

La tematica compostellana nella ricerca araldica 863

Prima di approfondire le implicazioni di tale assunto, è però opportuno compiere una rapida rassegna delle principali pubblicazioni a tema compostellano-araldico che risultano edite negli ultimi venti anni3, e indicarne le più significative ordinandole cronologicamente4:

M. CENDÓN FERNÁNDEZ, El sepulcro del arzobispo don Alvaro de Isorna en la catedral de Santiago, in «Cuadernos de estudios gallegos», 42 (1995) 107, pp. 209÷2265 (Fig. 1)

P. CASTELLI, Dalla conchiglia di Venere alla conchiglia di Sant’Jacopo. La metamorfosi di un simbolo, in Actas del Congreso de Estudios Jacobeos (Santiago di Compostella 4/6.11.1993), Santiago di Compostella, Xunta de Galicia, 1995, pp. 109-125

E. DE CÁRDENAS PIERA, Caballeros de la Orden de Santiago. Siglo XVIII (nove volumi) Madrid, Hidalguía 19966

M. CENDÓN FERNÁNDEZ, El sepulcro del arzobispo compostelano don Rodrigo de Luna en Iria Flavia, in «Cuadernos de estudios gallegos», 44 (1997) 109, pp. 203-220

F. MENÉNDEZ PIDAL DE NAVASCUÉS, Emblemas de la Orden de Santiago, in «Hidalguía», 268-269 (1998), pp. 317-336

E. PARDO DE GUEVARA Y VALDÉS7, Emblemas municipais de

Galicia. Expedientes de escudos y banderas aprobados nos años 1994 a 1997, I, Santiago di Compostella, Consellería de Xustiza de la Xunta de Galicia, 1999

3 Dai titoli qui indicati sono esclusi quelli a tema schiettamente iconografico

oppure connessi in genere a Santiago, nonostante la maggiore o minore utilità che possano comunque rivestire per gli studiosi di araldica. L’autore si scusa per gli eventuali titoli di araldica compostellana involontariamente omessi, e sui quali (se segnalati) sarà lieto di riprendere il discorso: non è infatti da escludere che in questi ultimi venti anni qualche studio specifico abbia visto la luce, magari all’interno di altri scritti o riviste. La presente bibliografia è stata riscontrata a inizio novembre 2015.

4 Non si è operata distinzione sul livello qualitativo e quantitativo del contenuto araldico dei singoli lavori: l’impossibilità di stabilire criteri oggettivi per una tale valutazione si scontra anche con la convinzione che nessuna valida ricerca interdisciplinare possa aprioristicamente discriminare i contenuti in tal senso.

5 Lavoro che abbina i dati d’archivio alle emergenze araldiche, e ad altri dati estetici di sepolcri medievali galiziani, riuscendo a sciogliere i dubbi di attribuzione su quello dell’arcivescovo compostellano (oggi fuori contesto) conservato nell’ala sud del chiostro della cattedrale di Santiago.

6 Continuazione di un’opera interrotta al vol. V nei decenni precedenti. 7 Direttore dell’Istituto di Studi galiziani “Padre Sarmiento”, vicepresidente del

Comitato spagnolo di Scienze Storiche, e membro effettivo dell’Academie internationale d’heraldique.

864 MAURIZIO CARLO ALBERTO GORRA

ID., Símbolos jacobeos y emblemas compostelanos. Anotaciones y comentarios, in Santiago de Compostela: ciudad y peregrino, Actas del V Congreso internacional de Estudios Jacobeos, Santiago di Compostella 2000, pp. 385-401

ID., Parentesco y nepotismo. Los arzobispos compostelanos y sus relaciones familiares en la Baja Edad Media, in Los coros de catedrales y monasterios, Actas del Simposio Internacional El Coro del Maestro Mateo, a cura di R. Izquierdo Perrín, La Coruña, Fundación Barrié de la Maza, 2001, pp. 63-120

L. FARIÑA COUTO, O libro de heráldica galega, A Coruña, Fundación P. Barrié de la Maza, Conde de Fenosa, 2001

E. PARDO DE GUEVARA Y VALDÉS, Análisis heráldicos de labras y laudas sepulcrales, in Dibujos históricos, epigráficos y heráldicos del Archivo de la Catedral de Santiago, a cura di M. Taín Guzmán, A Coruña, Diputación Provincial, 2002

C. ACUÑA RUBIO, Origen de la heráldica compostelana. Tumbos medievales del Archivo de la Catedral de Santiago, in «Boletin de estudios de genealogía, heráldica y nobiliaria de Galicia», 1 (2002), pp. 133-136

Peregrinations, dapprima Publication of the International Society for the Study of Pilgrimage Arts, ora Journal of Medieval art & architecture, Kenyon College (USA), online http://goo.gl/2IVFHJ

E. PARDO DE GUEVARA Y VALDÉS, Emblemas municipais de Galicia. Expedientes de escudos y banderas aprobados nos años 1998 a 2002, II, Santiago di Compostella, Conselleria de Xustiza, Interior e Administraciòn Local, Xunta de Galicia 2003

D. BRUNA, Enseignes de pèlerinage de la Via Tolosana, Provence et Languedoc: nouvelles découvertes et état de la question, in Saint-Jacques et la France, Actes du colloque 18-19/1/2001 à la Fondation Singer-Polignac, Parigi 2003, pp. 65-82

A. ROMA VALDÉS, Las monedas compostelanas entre 1157 y 1230, in «Gallaecia», 22 (2003), pp. 369-382

X.A. GARCÍA GONZÁLEZ-LEDO, Escultura funeraria e heráldica medieval na catedral de Santiago de Compostela, in «Anales de la Real Academia Matritense de Heráldica y Genealogía», 8 (2004) 1, pp. 403-421

E. PARDO DE GUEVARA Y VALDÉS, Escudos y banderas municipa-les de Galicia, Santiago di Compostella, Consellería de Xustiza, Interior e Administración Local, Xunta de Galicia, 2005 (edizione su CD)

La tematica compostellana nella ricerca araldica 865

ID., La huella eucarística en las armerías gallegas, in Testimonios y comentarios. Camino de Paz. Mane Nobiscum Domine, Ourense, Xunta de Galicia 2005, pp. 461-473

M. CENDÓN FERNÁNDEZ, La muerte mitrada. El sepulcro episco-pal en la Galicia de los Trastamára, in «Semata», 17 (2005) (mo-nográfico dedicado a Muerte y ritual funerario en la historia de Galicia), pp. 155÷178

F. PUY MUÑOZ, El simbolismo de Santiago Matamoros, in Santiago e l’Italia, Atti del convegno internazionale di studi compostellani (Perugia 23/26.5.2002), Perugia-Pomigliano d’Arco, CISC- Edizioni Compostellane, 2005, pp. 649-686

R. VÁZQUEZ SANTOS, San Giacomo degli Spagnoli. Arte e iconografia jacobeos en la Roma de los siglos XV al XVII, ibid., pp. 827÷869

J.M. ANGUITA JAÉN, La concha jacobea (“vieira”) en el Liber Sancti Iacobi (Codex Calixtinus), in «Iacobus», 1 (2006), pp. 47-54

E. PARDO DE GUEVARA Y VALDÉS, O escudo. Orixen, significa-cións e evolución, in Os símbolos de Galicia, a cura di X.R. Barreiro Fernández, R. Villares, Santiago di Compostella, Consello da Cultura de Galicia y Real Academia Gallega, 2007, pp. 141-184

M.A. CASTIÑEIRAS GONZÁLEZ, La Vieira en Compostela. La in-signia da peregrinación xacobea, Santiago di Compostella, Xunta de Galicia, 2007

R. PLÖTZ, La venera/concha/vieira - Signum peregrinationis: re-cuerdo santo y protección divina, in O camiño do Oueste-Vía da prata, Actas do Congreso O camiño de Santiago para o século XXI (Ourense, aprile 2008), Santiago di Compostella, Xunta de Galicia, 2009, pp. 237-262

G. TRAVAGLIATO, L’Ordine di Santiago in Sicilia, in Santiago e la Sicilia, Atti del convegno internazionale di studi compostellani (Messina, 2/4.5.2003), Perugia-Pomigliano d’Arco, CISC-Edizioni Compostellane, 2008, pp. 101-1448

8 Nel medesimo volume, meritano citazione almeno altri tre contributi inerenti

a tematiche parallele alla scienza araldica, ossia all’Ordine di Santiago e all’emble-matica jacopea nell’arte:

- G. DE’ GIOVANNI-CENTELLES, Il carisma di fondazione della “Militia Sancti Jacobi”, pp. 71-100;

- L. SCIASCIA, Riccardo Passaneto e la Commenda dei Cavalieri di Santiago di Lentini, pp. 145-154;

- M.C. DI NATALE, San Giacomo nelle arti decorative di Sicilia, pp. 155-176.

866 MAURIZIO CARLO ALBERTO GORRA

J.M. DELGADO BARRADO, M.A. LÓPEZ ARANDIA, Poderosos y privilegiados. Los caballeros de Santiago de Jaén (siglos XVI-XVIII), Madrid, Consejo superior de investigaciones científicas, 2009

M.C.A. GORRA, La conchiglia in araldica. Dal simbolo arcaico all’emblema di Santiago di Compostella, Perugia-Pomigliano d’Arco, CISC-Edizioni Compostellane, 2010

J. FERNÁNDEZ LLAMAZARES, Historia compendiada de las cuatro órdenes militares de Santiago, Calatrava, Alcantara y Montesa, Madrid, Imprenta de Alhambra, 1862, ristampa Kessinger publi-sher 2010

E. QUIÑONES GIRÁLDEZ, Los Fonseca. Arzobispos de Compostela, in «Estudios de Genealogía, Heráldica y Nobiliaria de Galicia», 9 (2011), pp. 467-508

A. RUBIAL GARCÍA, Los escudos urbanos de las patrias novohispanas, in «Estudios de Historia Novohispana», 45 (2011) 6-12, pp. 17-46

G. MACCHERINI, Origine compostellana dello stemma della Nobile Contrada del Nicchio di Siena, in «Compostella. Rivista del Centro Italiano di Studi Compostellani», 32 (2011), pp. 32-39

E. PARDO DE GUEVARA Y VALDÉS, De linajes, parentelas y grupos de poder. Aportaciones a la historia social de la nobleza bajomedieval gallega, Madrid, Gráficas Alberdi, 2012

P. CONTAMINE, J. PAVIOT, Nobles français du XVe siècle à Saint-Jacques en Galice. Motivations et modalités du pèlerinage, in «Ad limina», 3 (2012), pp. 119÷132

B. FARRE TORRAS, Do apóstolo ao peregrino: a iconografia de São Tiago na escultura devocional medieval em Portugal, in «Medievalista», 12 (2012), online http://goo.gl/XOnlcM

M.C.A. GORRA, Conchiglie, e non solo: influenze santiaghiste ne-gli stemmi di indios e conquistadores del Nuevo Mundo, in «Com-postella. Rivista del Centro Italiano di Studi Compostellani», 33 (2012), pp. 57-62, online http://goo.gl/IlbJbn

X. GARCÍA, Códice calixtino, sul blog internet “Dibujo heráldico” del 5.7.20129, online http://goo.gl/nq4mp7

9 A questi titoli si possono aggiungere altre opere sui contenuti iconografici

della cattedrale di Santiago di Compostella, compreso un atlante su CD-ROM, curati da V. Nodar Fernández a cavallo del 2005; nonché la produzione di autori attenti alle medesime tematiche, come M. Taín Guzmán (acuto indagatore delle emergenze storiche e architettoniche della città) e J. A. Olañeta Molina (il quale, fra il 2012 e il

La tematica compostellana nella ricerca araldica 867

Tornando alle potenzialità di ricerca inerenti al combinato fra le due discipline, va osservato che di primo acchito lo stesso concetto di “araldica compostellana” parrebbe inapplicabile al di fuori degli stem-mi territoriali d’area galiziana, né facilmente separabile da persone o luoghi legati al santuario di Santiago di Compostela per l’occasionalità di un viaggio; situazioni limitate10 che, peraltro, a una riflessione più attenta appaiono soltanto una parte dell’ampio ventaglio di studi offerti dalla contaminazione fra questi due ambiti estetici paralleli. L’incontro in chiave compostellana fra iconografia sacra e arte araldica rende concretamente possibili ampi scenari di ricerca dei quali, nelle righe a seguire, si ipotizza una sommaria indicazione a partire da quanto è più strettamente attinente alla tradizione degli studi araldici.

Il primo e più immediato argomento su cui poter appuntare l’at-tenzione prende in considerazione i molti esemplari di stemmi presenti a Santiago di Compostella, sui quali meriterebbe compiere una rileva-zione a tappeto propedeutica alla schedatura del patrimonio araldico della città (Fig. 2). Il lavoro potrebbe prendere le mosse dagli stemmi tuttora visibili nel tessuto urbano, indifferentemente all’aperto e al-l’interno degli edifici, riportandone con accuratezza i dati oggettivi (natura, condizioni, posizione, eventuali iscrizioni, eccetera), descriven-doli secondo la tecnica del blasone, accompagnandoli dalle necessarie annotazioni storico-artistiche, e riproducendoli graficamente11.

2013, ha pubblicato diversi studi sulla presenza del chrismon nelle chiese lungo il Cammino di Santiago).

10 Le quali parrebbero aggravarsi di fronte alla constatazione che gli stemmi contenenti una conchiglia non debbano essere acriticamente messi in relazione con Compostella. É vero che la trasmissibilità del segno araldico, caratteristica impre-scindibile di ogni stemma, può fissare sul lungo periodo il ricordo di un fatto episo-dico come un pellegrinaggio: ma è ugualmente vero che, viceversa, l’uso nello stem-ma di una qualsiasi figura (conchiglia compresa) può conseguire a motivi totalmente estranei a quelli di più immediata evidenza.

11 L’ampio ventaglio di questo genere di schedatura può venir suddiviso in te-matiche connesse alla natura dei manufatti (stemmi litici, musivi, affrescati, dipinti su supporti mobili, e così via), al posizionamento (edifici laici o religiosi, spazi aperti al pubblico, eccetera), o alla tipologia dei titolari (personalità, famiglie, enti...). Un ideale coronamento di quest’opera si avrebbe allargando la schedatura agli stemmi non più esistenti, ma documentati dalle fonti (fotografie d’epoca, descrizioni letterarie, e simili). Fra gli esempi recenti di testi araldici editi in questo filone si possono segnalare J. ÁLVAREZ VILLAR, De heraldica salmantina, Salamanca, Ayuntamento de

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FIG. 2 – Cattedrale di Santiago di Compostella, facciata principale: stemma del regno di Spagna e croce di Santiago (emblema dell'Ordine cavalleresco omonimo, cfr. la Fig. 8) (Fonte: https://goo.gl/BNeaqE)

Derivato dal tema precedente, e parallelo (oppure propedeutico)

ad esso, è il sottoinsieme delle rilevazioni mirate sugli stemmi conte-nuti in singole emergenze monumentali del capoluogo galiziano (a partire dai contenuti araldici del complesso della cattedrale di Santiago di Compostela, dai numerosi palazzi nobiliari della città, eccetera) o in Salamanca y Colegio de España, 1997, e AA.VV., Riva araldica, Arco, Il Sommolago, 1997.

La tematica compostellana nella ricerca araldica 869

loro specificità (per esempio, ivi nel Pantéon de Galegos ilustres del complesso di Santo Domingo de Bonaval)12, da condursi ovviamente secondo i medesimi criteri, al pari di tutti i suggerimenti successivi13.

La predetta ricerca comporterebbe ulteriori derivazioni, innanzi-tutto qualora si portasse il campo d’indagine al di fuori della città di Santiago: è intuitivo che un tale allargamento implichi un impegno di notevole mole, peraltro spezzettabile in un pari ventaglio di tematiche minori. Le principali fra esse, per natura intrinseca e per potenziale utilità verso altre discipline, si riconducono al corpus araldico di singole emergenrze monumentali (chiese, conventi, cittadine, etc.), a quello degli stemmi delle città poste lungo il Cammino (ordinabili in

12 La produzione araldica recente è, in questo caso, ben più vasta. Una bre-

vissima serie di esempi: L. BORGIA, Gli stemmi del palazzo "di Arnolfo" di San Giovanni Valdarno, Firenze, Cantini, 1986 (testo che, sebbene “fuori periodo” rispetto alla datazione prevista dal tema, resta un esempio fondamentale per questo genere di opere); F. BONI DE NOBILI, Araldica in contrada di San Marco a Pordenone, Pordenone, comune e biblioteca civica di Pordenone, 2007; S. BOLDRINI, Uno stemmario milanese affrescato: lo scalone delle arme di Palazzo Arese Borromeo (due parti), in «Quaderni di Palazzo Arese Borromeo, bollettino di storia arte attività culturali», II, 2, Cesano Maderno novembre 2009; AA.VV., Le lapidi terragne di Santa Croce (tre volumi), Firenze, edizioni Polistampa, 2012. Ci si permetta inoltre di segnalare: AA.VV., Per un blasonario del Vibonese, con esempi superstiti e indicazioni topografiche, Gioiosa Jonica, Corab edizioni, 2010; M.C.A. GORRA, Guida ragionata. Museo civico di Troia, sezione araldica, Foggia, Edizioni del Rosone, 2012; M. MORRONE, M.C.A. GORRA, Uno storico dualismo: l’araldica di Santa Severina tra arcivescovi e feudatari, Gioiosa Jonica, Corab edizioni, 2012.

13 Un ottimo precedente per questi approfondimenti araldici si può ravvisare ad esempio negli studi condotti da M. Cendón Fernández sulle tombe arcivescovili medievali di Galizia (più sopra elencate nel testo), e ancor meglio nell’esito dell’atteso Corpus de escultura funeraria, epigrafia e heráldica medieval gallega, progetto di catalogazione delle testimonianze funerarie galiziane iniziato nel 2002 dall’Instituto de Estudios Galegos “Padre Sarmiento” (CSIC – Xunta de Galicia) sotto la guida del celebre araldista E. Pardo de Guevara y Valdés (cfr. l’articolo di A. MARTINEZ pubblicato on line da El correo Gallego in data 30.1.2011, online: http://goo.gl/M5lg0H). Talune monografie estratte da quest’opera in fieri sono saltuariamente pubblicate dai singoli estensori, come ad esempio X.A. GARCIA GONZÁLEZ-LEDO, O sepulcro do coengo Pedro Gómez, in «Anales de la Real Academia Matritense de Heráldica y Genealogía», 10 (2007), pp. 203-210.

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FIG. 3 – Stemma di Saint-Jean-Pied-de-Port, cittadina pirenaica francese, punto d’inizio del Camino Francés (da: A. Esparza Leibar, Heráldica institucio-nal en los territorios de lengua vasca, in «Eusko Ikaskuntza», 15 (2010), p. 27, [figura tratta dal Libro de Armería do Reino de Navarra, copia del 1572 ca. d’un originale della prima metà del XV secolo])

senso sia geografico che cronologico) (Fig. 3), e a quelli di famiglie cospicue, feudatari e personaggi notevoli delle medesime zone (da ap-profondire su singoli periodi, preferibilmente i più antichi, o da compa-rare sinotticamente)14.

Fra questi ultimi ambiti spicca come tematica a sé la ricerca araldica incentrata su chiese e ospizi dedicati a San Giacomo nella quale, fra i molti sottoinsiemi possibili, si potrebbero perseguire due indirizzi specifici: la rilevazione dell’intero corpus di stemmi di un

14 Alcuni esempi: R. PINNA, Atlante dei feudi in Sardegna. Il periodo spagnolo 1479-1700, Cagliari, Condaghes, 1999; F. BONI DE NOBILI, Blasonario della Garfagnana, Lucca, Comunità Montana della Garfagnana, 2007.

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FIG. 4 – Stemma con bordone e conchiglia, Roma, Chiesa di Nostra Signora del Sacro Cuore (già Chiesa di San Giacomo degli Spagnoli), lato piazza Navona, prima porta da sinistra. (Foto dell’Autore)

singolo complesso sacro, e l’esame araldico comparato fra edifici de-dicati al Santo (Fig. 4), entrambi da allargare anche al di fuori degli itinerari di pellegrinaggio per dare alla ricerca un ampliamento di oriz-zonti e di bacino d’utenza che permettano al contempo di ampliare la divulgazione scientifica della tematica compostellana.

Spostando l’ottica verso gli stemmi delle personalità, la precedenza non può non spettare all’indagine sulla cronotassi araldica degli arcive-scovi di Santiago di Compostella15. Gli esiti di una tale ricerca, che fra i

15 È sorprendente che al momento non risultino studi editi sugli stemmi dei presuli santiaghisti, visto che questo genere di cronotassi araldiche sta vivendo un periodo di alto interesse. Fra i titoli più recenti in materia, spiccano: AA.VV., Stemmario episcopale laudense, Lodi, Capitolo Cattedrale di Lodi, 2002; G.G. SARTOR, Stemmi episcopali veronesi dal medioevo a oggi, Verona, Jago edizioni, 2006; F. PINTO, A. VITRANI, Vescovi e arcivescovi barlettani. Cenni storici e araldica episcopale, Barletta,

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suoi pregi annovererebbe l’estensione a fonti archivistiche o comunque inedite16, si andrebbero a inserire in un filone della letteratura araldica particolarmente ricco e interessante, nonché oggetto di un crescente e recente interesse da parte degli araldisti di ogni parte del mondo17.

Analogo respiro internazionale può venire dall’approfondimento dei non pochi legami fra Santiago e l’araldica del nuevo mundo. Gli stemmi attribuiti dai regnanti ispanici a personaggi, territori e con-quistadores delle Americhe sono oggetto di recenti indagini anche da parte di studiosi dell’America Latina18, che continuano una tradizione iniziata già nel XIX con la raccolta dei decreti asburgici di concessione conservati negli archivi di Spagna19. Inoltre il tema combina l’esame degli stemmi pertinenti a personalità con quello di enti pubblici, gran parte dei quali tuttora in uso da parte di città e capitali (Fig. 5), dando quindi a questa ricerca un particolare valore di attualità20.

Biblioteca comunale, 2008; G. TRAVAGLIATO, L’araldica dei vescovi agrigentini dal Medioevo ai nostri giorni, in La cattedrale di Agrigento tra storia, arte, architettura, Atti del convegno La cattedra di Gerlando ( Agrigento, 30-31.10.2007), a cura di G. Ingaglio, Palermo, Caracol, 2010, pp. 231-247; M.C.A. Gorra, Seicento anni di stemmi: la cronotassi araldica dei presuli neritini, in AA.VV., Sancta Maria de Nerito. Arte e devozione nella Cattedrale di Nardò, Lecce, Mario Congedo editore, 2014, pp. 15-68. Si vedano anche le numerose opere curate sul tema dall’abile artista araldico Enzo Parrino.

16 Per una tale ricerca non si potrebbe infatti prescindere dall’esame dei documenti redatti dai singoli arcivescovi, delle fonti manoscritte, e da tutte le possibili testimonianze non monumentali ad essi afferenti.

17 La serie degli stemmi pertinenti ai vescovi di singole diocesi costituisce una branca dell’araldica particolarmente cospicua anche grazie alla ricchezza di implicazioni storiche e iconografiche. Queste cronotassi araldiche, che coprono di fatto gli ultimi sei-sette secoli della storia mondiale, da una parte rappresentano un patrimonio culturale aperto a continue implementazioni, e dall’altra si agganciano strettamente alle vicende dei territori di influenza delle diocesi e di provenienza dei presuli, soprattutto per quelli del passato giacchè (al contrario di oggi) la maggioran-za di essi proveniva da famiglie nobili e ne conservava lo stemma.

18 Un recente ed eccellente esempio è nella raccolta di saggi a cura di M. CASTAÑEDA DE LA PAZ, H. ROSKAMP, Los escudos de armas indigenas. De la colonia al México independiente, Città del Messico, UNAM, 2013.

19 Che si concretizzò nel testo redatto dalla Sociedad de bibliófilos españoles, Nobiliario de conquistadores de Indias, Madrid, M. Tello, 1892.

20 Come ad esempio Santiago del Cile, Città del Guatemala, Santa Isabel de Puerto Rico e Caracas.

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FIG. 5 – Pergamena datata 5.4.1552 con la concessione dello stemma alla città di Santiago del Cile da parte di Carlo V (Fonte: http://goo.gl/RyMS5g)

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Ancor maggiore sarebbe il valore attuale di una tematica di ricerca ben nota al pellegrino di Santiago: quella sui sellos araldici apposti sulle credenziali ad ogni luogo di tappa del Cammino, argomento ecce-zionalmente vivo e vivace21 benchè a suo modo marginale22. Affine alla precedente per natura e per diffusione geografica, ma di re-spiro meno ampio a livello estetico, sarebbe l’impostazione di una ricerca sul segno del Cammino di Santiago che ne raccolga le varianti d’uso concreto. Trattandosi di un signum di recente ideazione e privo di valenze araldiche23, oltre che facilmente riproducibile da parte di chiunque abbia a che fare con il Cammino (e anche da chi lo percorre), questa tipologia di ricerca può risultare di interesse soprattutto per chi privilegia gli studi sociali su quelli di ambito iconografico e araldico. Analogo discorso potrebbe vertere sugli emblemi delle Confraternite dedicate alla figura di San Giacomo e al suo pellegrinaggio.

Anche in questo caso, il problema principale per l’araldista consi-sterebbe nel limitato coinvolgimento della scienza del blasone, trattan-dosi per lo più di emblemi a realizzazione libera: tali benemerite orga-nizzazioni scelgono normalmente di adottare loghi allusivi al Santo (e di variabile valenza grafica) piuttosto che stemmi creati secondo i dettami dell’arte araldica.

21 Vivacità conseguente all’utilizzo frequente e continuato di tali timbri, dal che

ne deriva sia la consunzione materiale e la conseguente necessità di sostituirli, sia l’adeguamento del contenuto alla quotidiana mutevolezza dello scenario sociale da essi rappresentato.

22 Tale marginalità non va certo intesa in senso numerico, data la lunghezza e la quantità dei Cammini percorribili: alcune raccolte su Internet mostrano sellos a migliaia (ad esempio, al 13.04.2016 il sito www.lossellosdelcamino.com ne raccoglie-va 2.324). Si osservi poi che quelli a contenuto araldico possono permettere raffronti anche molto significativi con stemmi (soprattutto civici) dei secoli passati, come dimostra il timbro moderno della cittadina francese di Saint-Jean-Pied-de-Port (cfr. lo stemma cinquecentesco della cittadina in Fig. 3).

23 Si tratta di un logo nato in ambito generamente iconografico e non ancora utilizzato (almeno così risulta) all’interno di uno stemma, costituito da pochi segni essenziali che ricordano la valva di una conchiglia, con la cerniera alla sinistra dell’osservatore e le nervature dorsali stilizzate come raggi divergenti dal centro: eccellente maniera grafica di abbinare l’abituale simbolo jacopeo alle strade che portano a Santiago, ed ai raggi della stella che irradiò luce sul sepolcro di Compo-stella. Il tutto, in tinta gialla su azzurro: gli stessi colori della bandiera dell’Europa.

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Più adeguata all’araldista risulterebbe invece la ricerca degli stem-mi attribuiti a Santiago o Maior: una ricerca nel senso pieno del termi-ne, da condurre essenzialmente su fonti edite e inedite, e il cui esito (non predeterminabile) ripagherebbe comunque l’impegno profuso. Non sorprenda l’abbinamento del concetto medieval-moderno di “stemma” con un Santo dei primi tempi della cristianità e, come tale, pre-araldico: la ricerca in questione andrebbe ovviamente a rintracciare le fonti seriori24 nelle quali la figura di San Giacomo sia stata abbinata a vessilli o a scudi decorati araldicamente (Fig. 6), secondo una feno-menologia vigente dal tardo medioevo e conseguente al successo che il fenomeno araldico andava riscuotendo. Difatti si riteneva (non senza logica) che l’uso effettivo di uno stemma da parte degli esponenti delle massime classi sociali del tempo permettesse e, in certo modo, obbli-gasse a dotare di stemma anche i loro “pari grado” della classicità25. Siffatte convinzioni fecero venire di moda un’araldica “di fantasia” che nei secoli26 giunse ad attribuire uno stemma (e sovente più d’uno) a ogni cospicuo personaggio vissuto in epoche pre-araldiche, comprese le Sacre Figure della cristianità (Fig. 7).

Ultima di questa sommaria elencazione, ma non certo per importanza, sarebbe la raccolta delle testimonianze araldiche pertinenti al-l’Ordine cavalleresco di Santiago e ai suoi membri. L’ampiezza del tema, già largamente assoggettato a studi e ricerche nel corso del tem-po, meriterebbe di venire ristretta (e al contempo approfondita) nei suoi versanti compostellani, concentrandosi per esempio sulle testimo-nianze araldiche dei cavalieri santiaghisti lungo il Cammino, su quelle presenti in edifici di pertinenza dell’Ordine, o su altri aspetti araldici collegabili anche alle fonti, edite (Fig. 8) o manoscritte, che ne trattano storia e vicende.

24 Ivi comprese le raccolte di natura non scritta, comprese le parti grafiche di

opere edite (come ad esempio i frontespizi o le illustrazioni al testo). 25 Alla base di questo sillogismo vi era anche la forte esigenza cortigiana d’ in-

ventare fantasiose e auguste ascendenze atte a lusingare il signore di cui il genealogi-sta era al servizio.

26 Complice la servile ma fervida fantasia del barocco.

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FIG. 6 – Santiago matamoros col suo vessillo (frontespizio della Regla de la orden de la cavallería de señor Saníiago del espada, Toledo, J. de Ayala, 1539)

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FIG. 7 – Uno dei molti stemmi attribuiti al Cristo (dal Wernigeroder

[Schaffausensches] Wappenbuch, Germania meridionale, 4° quarto XV secolo, Monaco, Bayerische Staatsbibliothek, Cod. icon. 308n, f. 2r)

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FIG. 8 – Stemma dell’Ordine di Santiago, nel quale spicca la caratteristica

croce tipica del Santo Matamoros (cfr. la Fig. 2) (da: G. DE MEDRANO, La regla y establecimientos de la caualleria de Santiago del Espada, con la Historia del origen y principio della, Madrid, L. Sanchez, 1627)


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