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Frammenti di un discorso ordinario. Contributo all'analisi
pragmatica degli SMS
Elena PISTOLESI (Trieste)
Abstract
This paper focuses on the functional and textual features of SMS in relation to the technological
surround outlined by new media. After discussing the relevant pragmatic context, including digi-
tal environment, it suggests some ways how to study this short and, at the same time, shorted
writings. The digital text is a pyramidal sequence of inscriptions that proceeds from the binary
code to the screen. In accordance to this view, the notion of “short text” turns fluid and open, be-
cause every digital writing space, whatever is its size, could be considered as a fragment of a po-
tentially boundless text.
Indice
1. Introduzione
2. Gli SMS - testi brevi e testi abbreviati
3. Il contesto
3.1. Contesto globale e contesto locale
3.2. L'ambiente tecnologico
4. Conclusioni
5. Bibliografia
1. Introduzione
La dimensione del frammento accompagna la storia della cultura digitale fin dai
suoi esordi. Si rinviene tanto nel reticolo delle lessìe ipertestuali (Scavetta 1992,
Landow 1998) quanto, su un piano diverso, nella scoperta dell'identità multipla
degli utenti della rete (Turkle 1997, Paccagnella 2000). I sommari prodotti da
Google o il limite di caratteri imposto dai social network più diffusi (Facebook, i
microblogging Twitter e Blippr) sono solo alcuni esempi di una tendenza più
ampia alla produzione e al consumo di prodotti culturali miniaturizzati che carat-
terizza il presente.1
1 Il limite dei caratteri è di 140 per Twitter (cf. Honeycutt/Herring 2009) e di 160 per
Blippr, specializzato in recensioni fulminee di prodotti (film, musica, libri ecc.). Facebook
è più flessibile e consente di usare l'opzione Note per testi che superano le 420 battute
convenzionali. Sulla comunicazione audiovisiva breve, cf. Pezzini 2002.
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Per parlare degli SMS, che portano la brevità iscritta nel nome (Shorts Messagge
Service), amplierò per primo la prospettiva alle altre forme di computer mediated
communication (d'ora in poi CMC) in modo da far interagire la nozione di am-
biente tecnologico con i fattori socio-, extra- e psicolinguistici offerti dalla prag-
matica,2 e giungere per questa via a una configurazione del contesto comunicati-
vo pertinente rispetto al paesaggio disegnato dai media digitali. Con ambiente
tecnologico intendo la possibilità di accedere a più media, contemporaneamente
disponibili, oggi convergenti nei dispositivi mobili.3 Possiamo includervi, secon-
do un'accezione estesa, tutti gli oggetti informatizzati che popolano lo spazio ur-
bano, ai quali si ricorre selettivamente per realizzare scopi socio-comunicativi
diversi (Ito/Okabe/Anderson 2009).4 Il cellulare supporta molte funzioni un tem-
po distinte che, oltre alla comunicazione e all'accesso ai servizi, possono contri-
buire a descrivere una sfera personale separata da quella aperta e pubblica.5 L'i-
solamento prodotto dalle attività che richiedono una distrazione sensoriale dal
contesto, come ascoltare musica, giocare o scrivere sul piccolo schermo, resta
comunque permeabile alle interferenze esterne, perciò è sempre parziale e preca-
rio.
In secondo luogo, vorrei far emergere la specificità funzionale del telefonino ri-
spetto alla galassia dei dispositivi digitali, partendo dalla constatazione che la
mediazione tecnologica non si limita a favorire la relazione fra soggetti, ma
coinvolge il rapporto di senso che l'utente stabilisce, in modo riflessivo, con lo
strumento stesso.6 L'opzione per un medium di composizione e trasmissione,
lungi dall'essere neutra (Ong 1986), realizza di per sé un significato meta-
comunicativo che condiziona tanto la composizione quanto la fruizione del mes-
saggio.
Prima di illustrare la specificità degli SMS all'interno dell'ambiente tecnologico,
sarà utile precisare il significato dell'espressione nuovi media, date la vaghezza e
la varietà di accezioni con cui viene usata. Adotto qui il punto di vista di Lev
2 Per una discussione delle diverse accezioni di contesto, cf. Akman/Bazzanella (2003) e
Bazzanella (20082:123-125), con la relativa bibligrafia.
3 Lo smartphone unisce le funzioni di un computer a quelle di un dispositivo telefonico wi-
reless, ma le differenze fra cellulare e la sua evoluzione “intelligente” non sono sempre
nette nei prodotti disponibili sul mercato. Sul mode-switching reso possibile dai supporti
digitali, cf. oltre al Murray (1988), Jones (2004) e Pistolesi (2009) con la bibliografia qui
indicata. 4 Staii (2007) definisce gli oggetti informatici “une forme de matérialisation sémiotique
construite avec et portée par la technologie numérique, car les différentes dimensions
évoquées ci-dessus sont inséparables”. 5 Il cellulare, per il suo carattere multifuzionale e integrativo, “assorbe sia l‟antica funziona-
lità di scrittura come memoria e archivio di oggetti, che già deteneva il Pc ma in maniera
isolata e locale, sia la condivisione di questa memoria all‟interno di una globalità comune”
(Marocco 2005). 6 Su questo aspetto, si vedano Marrone (1999), Ferraris (2005) e Staii (2007).
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Manovich (2002:27-48), che ha ricondotto a cinque principi la svolta impressa
dall'informatica al sistema dei media tradizionali.7 Dalla (1) rappresentazione
numerica degli oggetti e dalla (2) modularità (organizzazione discreta dei dati)
derivano tre caratteristiche: (3) l'automatizzazione di molti processi di creazione,
di manipolazione e di accesso ai dati; (4) la variabilità, per cui un oggetto digita-
le è mutevole, non fissato una volta per tutte; questo tratto si combina con l'au-
tomazione perché molti processi di aggiornamento sono opera di un programma,
e con l'interattività, cioè con la capacità di risposta e di adattamento alle richie-
ste; (5) la transcodifica culturale, riguardante l'acquisizione profonda dei dati in
codice binario e la loro aggregazione, che Manovich connette alla percezione e
alle pratiche degli utenti.
La new media culture indaga tutte le implicazioni possibili di questa traduzione
dalla codifica digitale alla percezione sociale dei media e alla loro immagine
funzionale, in parte rispondente alle pratiche/bisogni individuali, in parte dalle
regole associate (immagine normativa) ai diversi sistemi di comunicazione
(Höflich/Gebhardt 2005).
2. Gli SMS - testi brevi e testi abbreviati
La letteratura sugli SMS si è concentrata fino ad oggi su alcuni aspetti, che si
possono così riassumere:
le forme di sintesi grafica;
la multimodalità dei messaggi e la loro densità lessicale, poste a confronto
con il parlato o con le altre forme di scrittura, elettronica e non;
gli orientamenti generazionali, con dati ormai abbondanti sull‟uso giovanile
nei diversi paesi;
la crisi della scrittura tradizionale indotta dal text messaging;
l‟uso integrato degli SMS rispetto ad altre forme di comunicazione mediata,
con indagini longitudinali su campioni sociali diversificati.8
7 L'aggettivo nuovo fa di solito riferimento all'interattività e all'ipermedialità, ma può anche
riferirsi - a seconda della prospettive di studio - agli aspetti sociali, come la gestione con-
divisa delle risorse, o limitarsi a quelli puramente tecnici. Il fatto che si continui ad usare
il plurale media, osserva Janet Murray (2003:3), rivela la nostra incapacità di cogliere la
progressiva confluenza delle tecnologie che hanno dominato l'ultimo ventennio del XX
secolo verso un solo medium, quello digitale. Questo medium si presenta sotto una plurali-
tà di forme (Realtà Virtuale, Internet, TV digitale, videogiochi), che solo in apparenza
conservano l'autonomia dei singoli dispositivi. Su questi aspetti, si vedano Cosenza
(20052), Lughi (2006) e il contributo di Giulio Lughi in questo volume.
8 Per l'italiano si possono vedere: Cosenza (2002), Ursini (2001) e (2005), Pistolesi
(2004:187-250) e (2009), Bazzanella (i.c.s.). Per l'analisi di un corpus di SMS inviati alla
radio, cf. Venturi (2004).
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Molti lavori hanno verificato in negativo alcuni luoghi comuni diffusi dalla
stampa, e spesso accolti in ambito accademico, sulle tachigrafie, sulla loro eson-
dazione in altri ambiti scrittori e sullo stile telegrafico, ricondotto di solito al li-
mite di caratteri e all'interpretazione culturale del mezzo.9
La vulgata sullo scambio di SMS si può dunque riassumere in alcuni punti, quali
la sintesi, la rapidità di composizione, la riproduzione dei tratti paralinguistici e
l'approssimazione fonologica, che altrove ho condensato nella definizione di
scrittura secondaria (Pistolesi 2004:29-30).
All'interno di una possibile tipologia dei testi brevi,10
gli SMS si distinguono per
il fatto di essere testi abbreviati. La brevità si deve alle dimensioni predefinite del
messaggio, ma, scavando sotto la superficie, si riscontrano anche forme di ridon-
danza semantica, lessicale e sintattica legate alla scarsa pianificazione, alla ge-
stione intermittente della composizione, al tenore emotivo dello scambio e al
tempo che intercorre tra richiesta e replica.
Rispetto alla scrittura tradizionale, nei messaggi elettronici le abbreviazioni sono
particolarmente estese, in alcuni casi, come nelle chat-lines o nei sistemi di in-
stant messaging, pervasive. Questa caratteristica è stata ricondotta inizialmente a
motivi di economia (costi di connessione), poi letta come indice di socializzazio-
ne, cioè come condivisione di un medesimo codice all'interno di una rete di rela-
zioni che può essere estesa (gruppi di discussione) o diadica (messaggini). Il ri-
corso alle tachigrafie o alle icone dipende anche dalle risorse grafiche offerte dal
mezzo, limitate nel caso del cellulare, più estese nella CMC. Accanto alle abbre-
viazioni stereotipate, specifiche dei diversi sistemi di scrittura alfabetici - fono-
logicamente trasparenti come l'italiano o più opachi come l'inglese -, ve ne sono
altre di natura effimera. Nel primo caso le innovazioni sono limitate, in quanto si
tratta di convenzioni consolidate; nel secondo si osserva una notevole variabilità
anche nell'uso individuale, dovuta sia alla gestione locale della ridondanza sia al
grado di formalità del messaggio (Pistolesi 2009).
La scrittura digitale coniuga la permanenza, anche quando i suoi scopi si esauri-
scono in pochi attimi, con la fluidità. I due tratti combinati favoriscono le conta-
minazioni, le citazioni, la manipolazione dei segni. Il simbolo @ era diffuso nelle
scritture commerciali del XIX secolo per indicare il prezzo della merce in frasi
del tipo „3 apples @ 10 cents an apple“ (Danet 2001:2). Oggi, con il valore di at
(presso) si trova, ad esempio, nelle pubblicità dei locali per segnalare che il bi-
glietto si acquista all'entrata (@ door). Da quando (1972) Ray Tomlinson lo scel-
se per separare, negli indirizzi elettronici, il nome o la sigla identificativa dell'u-
9 Fra i lavori in controtendenza rispetto alla vulgata, si possono vedere Thurlow (2003),
Crystal (2008). 10
Si vedano i contributi di Sabine Schwarze e Gudrun Held in questo volume.
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tente dal dominio, è diventato l'emblema della rete, anche se in IRC, nei MUD e
in Twitter svolge funzioni distinte.
All'interno della CMC si osserva una differenziazione degli usi grafici dipenden-
te dai tipi di testo, dalle finalità dei messaggi e dai destinatari, cui corrispondono
diversi gradi di elaborazione e pratiche rispondenti alla norma interna. Secondo
Jean-Pierre Jaffré (2003) stiamo entrando in un'epoca (più) aperta non solo al
plurilinguismo ma, grazie al computer, aperta anche a nuovi stili grafici che, per
la coesistenza di alloforme e convenzioni tipografiche, configurano la possibilità
di una digrafia diffusa. Si stanno delineando sistemi pertinenti, che vanno dal ri-
spetto della norma ortografica nei testi tradizionali fino alla fonografia abbreviata
degli SMS, secondo un continuum che non comporta drastiche cesure11
. La novi-
tà non consiste tanto nella coesistenza/concorrenza di diverse culture scrittorie,
fenomeno che ha caratterizzato le culture romanze prima dell'avvento della
stampa e oltre, piuttosto nell'inedita combinazione di forme grafiche (e loro pro-
liferazione), tecnologie della scrittura/trasmissione, tipi di testo e dimensioni del
messaggio. Mutuando il lessico dalla linguistica variazionale, potremmo parlare
di varianti diagrafiche, la cui incidenza varia in base a una complessa serie di
parametri connessi alla scelta del mezzo. Il repertorio a disposizione degli scri-
venti si è ampliato da quando il codice scritto è stato forzato, rispetto alle sue
prerogative originarie, verso il polo dell'immediatezza comunicativa
(Koch/Oesterreicher 2001).
Oltre la superficie, i media digitali hanno arricchito la competenza testuale degli
utenti: il controllo della coerenza e della coesione ha acquisito un carattere inter-
semiotico ed è condizionato dalla gestione del dialogo semisincrono (cf. § 3.1),
che la CMC ha sviluppato in molteplici direzioni. Il vocabolario corrente ha poi
inglobato il lessico tecnico e il gergo della socializzazione proprio di ogni siste-
ma-ambiente comunicativo.
3. Il contesto 3.1. Contesto globale e contesto locale
Al contesto si possono ricondurre alcune caratteristiche funzionali e linguistiche
specifiche degli SMS, in parte già richiamate nell'introduzione. Il contesto globa-
le, che riguarda la cornice data, soprattutto di natura sociolinguistica (Bazzanella
2008:123), include le conoscenze condivise, particolarmente importanti nel no-
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Il continuum di stili grafici ha un corrispettivo nella continuità delle pratiche comunica-
tive, rese più fluide dai nuovi media: “Just as technologies do not replace each other, nor
is it really possible to imagine communicative practices breaking completely, or that dra-
matically, with long-standing patterns of interaction and language use” (Thurlow 2003).
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stro caso per gli usi sociali che gli SMS coprono.12
Gli oggetti informatizzati
comunicanti (“objets informatisés communicants”, Staii 2007) supportano nuove
forme di socialità che offrono gradi diversi di inclusione/esclusione degli interlo-
cutori. Il cellulare comporta una selezione rispetto a network più aperti, come
Facebook, dove la parola amicizia è spesso sinonimo di semplice contatto. I cor-
relati linguistici che fanno riferimento all'identità degli interlocutori e alla loro
relazione, che di norma nel caso degli SMS avviene uno-a-uno e fra persone che
si conoscono, riguardano:
il sistema pronominale, con il tu generalizzato e la frequenza elevata di io,
che serve spesso a marcare l‟inizio del turno o, all‟interno dello stesso mes-
saggio, a introdurre una nuova mossa discorsiva;
le formule di apertura o la chiusura del messaggio con Ciao, baci, ecc.; alla
firma, non necessaria nel caso di interlocutori stabili (il nome dell'emittente,
se presente nella rubrica, viene visualizzato con il testo del messsaggio), si
ricorre per rafforzare il carattere emotivo del testo, per ridurne
l‟impersonalità e per colmare la distanza dal destinatario includendolo nella
propria sfera intima (Pistolesi 2004:215-223);
l'implicitezza propria della conversazione tra conoscenti;
lo stile prevalentemente informale, in cui rientrano vari fenomeni già elen-
cati, incluse le tachigrafie .
Il contesto locale è quello attivato nell‟interazione e strutturato dal dialogo nella
forma scritta semisincrona. Con riferimento alla classificazione di Susan Herring
della CMC, Crispin Thurlow (2003) definisce gli SMS come “asynchronous,
text-based, technologically mediated discourse”13
, ma, al termine del suo lavoro
condotto su un campione di giovani inglesi, osserva:
“It is in this way that users infuse an ostensibly asynchronous technology with a
certain synchronicity in the way they actually use it; as is so often the case, the
technology is thereby co-opted and exploited to serve the underlying imperatives
of intimacy and social intercourse”.
La distinzione tra sincrono e asincrono, nata quando la comunicazione poteva
avvenire solo attraverso un terminale fisso, con la connessione permanente dei
dispositivi mobili si rivela sempre più una scelta individuale (mode-switching),
non più una caratteristica intrinseca del mezzo. La distinzione fondata sulla di-
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Dati su campioni sociolinguistici diversificati si trovano, per esempio, in Ling/Yttri
(2002), Kasesniemi/Rautiainen (2002); Thurlow (2003), Höflich/Gebhardt (2005),
Bryant/Sanders-Jackson/Smallwood (2006), Kim et al. (2007), Frehner (2008). 13
Susan Herring (2001) descrive il Computer Mediated Discourse in base ai seguenti para-
metri: sincronicità (con la distinzione tradizionale fra sistemi sincroni e asincroni), granu-
larità (dimensioni del testo) e multimodalità (presenza o meno di componenti grafiche,
audio o video), insieme ad altre varabili sociolinguistiche, quali la relazione fra parteci-
panti, il loro status, ecc.
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mensione temporale cade dal momento che è il ricevente-terminale a gestire il
ritmo dello scambio, a decidere quando e come rispondere. Proprio questa di-
screzionalità genera, secondo Pietro Montefusco (2001:48), la nuova dimensione
del “semi-sincrono”. Quanto scrive Thurlow, che pure ricorre alle categorie tra-
dizionali, mostra chiaramente come sia l'utente a determinare la cadenza dei con-
tatti, non il mezzo, che oggi è sempre a portata di mano.
Sulla natura dialogica degli SMS insistono molti lavori, sottolineando che per la
rapidità della risposta e la lunghezza di turni (di solito più brevi dello spazio di-
sponibile) gli SMS tendono, almeno nella pratica di alcuni gruppi, ad avvicinarsi
alla conversazione in chat o all'instant messaging.14
La dialogicità è una caratte-
ristica propria dei nuovi media, che ha conseguenze sulla testualità, sulle sue di-
mensioni, che qui ci interessano, e sulla lingua. Rendendo dialogica la scrittura,
le nuove tecnologie permettono lo scambio di ruoli fra emittente e ricevente, e
supportano un feedback quasi-sincrono. I correlati linguistici di questo tipo di di-
alogo sono: l'implicitezza propria della turnazione; i fatismi, che verificano
l‟apertura del canale comunicativo; i segnali discorsivi, che surrogano la mimica
e i tratti soprasegmentali, oltre a modulare l‟enunciato e a funzionare da con-
giunzioni testuali; i costrutti marcati, connessi alla gestione del topic nelle se-
quenze domanda-risposta.
La deissi riflette sia lo spazio-tempo disegnato dalle coordinate degli interlocuto-
ri in movimento, sia la percezione (o supposizione) di copresenza dell'altro, che
si immagina sempre raggiungibile. Ne discendono l‟ipertrofia dei riferimenti
spaziali (sono, mi trovo, sto andando..., dove sei, ecc.) e la prevalente funzione
fàtica dei messaggi, con slittamenti interessanti fra i due piani: come scrivono
Montanari/Dusi (2002:189), „gli elementi della comunicazione apparentemente
fatica da attanziali (il „come va‟ che equivale a: „eccomi qua io ci sono, e tu?‟)
divengono immediatamente spaziali e temporali („bene. In viaggio‟)“. Gli utenti
condividono la temporalità in spazi separati, ma ciò che conta non è tanto la di-
stanza fisica, quanto la sua simbolizzazione. Ci spostiamo con ciò sul terreno
dell‟interpretazione sociale del mezzo, sul rapporto fra la costruzione identitaria
e le forme di relazione rese possibili dalle nuove tecnologie. Alle coordinate reali
si sovrappongono infatti quelle psicologiche, che disegnano uno spazio-tempo
interiorizzati e un interlocutore potenzialmente sempre raggiungibile. Per questa
ragione l‟interruzione del contatto viene spesso giustificata prima ancora che si
verifichi (scusa, sono in galleria; sono in riunione fino alle 6; ho finito il credito,
ecc.).
Con i dispositivi mobili l'agire individuale è diventato sensibile ai mutevoli ed
imprevisti condizionamenti della rete sociale di appartenenza. Questa rete è
composta da soggetti sempre connessi, dunque in grado di produrre o subire, in
qualunque momento, delle deviazioni rispetto a uno stato o a uno scopo fissati.
14
Cf. per esempio Kasesniemi/Rautiainen (2002), Thurlow (2003) e Laursen (2005).
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Si genera così una “tensione temporale” (Tamminen et al. 2004) permanente, in
cui ogni destinazione assume un carattere precario, modificabile, ri-negoziabile.
Per questo motivo ogni passo verso una meta è accompagnato da un segnale di
conferma o di rinvio: rispetto ad un progetto si può essere in anticipo (sono già
qui), in orario (arrivo), in ritardo (arrivo fra dieci minuti; l'aereo è in ritardo) o
bloccati (non posso venire).
3.2. L'ambiente tecnologico
Il cellulare offre più possibilità di scambio (telefonata, SMS, gestione della posta
elettronica, ecc.) fra le quali l‟utente sceglie in base alle proprie esigenze, agli
scopi, alle presupposizioni o conoscenze sullo stato altrui. Rispetto alle altre
forme di interazione, gli SMS svolgono spesso un ruolo vicario, di raccordo.15
Sono frequentissimi testi di questo tipo: ti ho spedito il file / la mail; sono a casa,
chiamami al fisso / posso chiamarti?/ collegati a Facebook/ passa su Msn. La
funzione degli SMS è quella di coordinare, avvisare, segnalare, programmare, di
alimentare la rete che connette un individuo ad un altro o più individui fra loro.
Spesso organizzano il contatto, quando nel contatto in sé non si esaurisce il mes-
saggio (si pensi all'uso dello squillo o al „colpetto‟). La funzione fatica degli
SMS, oltre che ai contenuti che esprimono, sarà da attribuire anche ai compiti
che svolgono entro il sistema integrato dei media. Senza il contesto tecnologico,
senza le opzioni, parzialmente specializzate, rese disponibili dai sistemi di co-
municazione digitale, non sarebbe possibile cogliere a pieno il significato di que-
sti testi-frammento.
I media, quando contemporaneamente attingibili, sono usati in sinergia, ma le re-
ti sociali che alimentano non sono del tutto sovrapponibili: il cellulare favorisce
le relazioni diadiche, rafforza e accompagna i legami già esistenti (sentimentali,
di amicizia e di lavoro), serve a mantenere i contatti, le relazioni a distanza e a
coordinare l'attività sociale; comporta un notevole grado di confidenza fra gli in-
dividui. Il cellulare non sostituisce l'incontro diretto o le altre forme di scambio,
ma sviluppa la comunicazione in direzioni multiple, spesso parallele, avendo
come vantaggio rispetto agli altri strumenti la mobilità, l'intimità, la discrezione,
la gestione temporale dell'interazione (si può rispondere subito o differire). Con-
sente di selezionare gli interlocutori rispetto a comunità fondate su altri principi
di aggregazione (MSN, Facebook, Twitter, ecc.)16
. La classificazione degli SMS
15
Cf. Cicero/Bonaiuto (2002) e Kim et al. (2007). 16
Kim et al. (2007) osservano che “IM, SMS, and mobile phone are distinctive media for
students, mobile phone for homeworkers, and email for organizational workers. More-
over, mobile phones tend to be used in reinforcing strong social ties, and text-based CMC
media tend to be used in expanding relationships with weak ties”. Thurlow (2003) rileva
che gli utenti ricorrono al text messaging per facilitare e mantenere le relazioni interperso-
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per funzioni conferma che le funzioni prevalenti sono quella strumentale, a sua
volta distinguibile in illocutiva (far sapere) e perlocutiva (far fare), e di mante-
nimento della relazione a distanza,17
anche se queste dimensioni non sono sem-
pre distinguibili in modo netto perché l'invio di un messaggio è, indipendente-
mente dal suo contenuto, sempre una richiesta di attenzione.
4. Conclusioni
Gli studi sulla comunicazione mediata dal computer prodotti negli anni Novanta
(Steuer 1993, Cherny 1999, Baron 2000) avevano come punto di riferimento un
contesto fisso e locale, stabile quanto gli strumenti di accesso alla rete. La distin-
zione fra sincrono e asincrono, che ne derivava, aveva come protagonista un u-
tente ideale, concentrato sull'atto comunicativo in corso. Questo contesto, de-
scritto come telepresenza (l'esperienza di presenza in un ambiente attraverso un
mezzo di comunicazione), ha privilegiato due componenti: l‟intensità e il coin-
volgimento sensoriale da un lato, e l‟interattività dall'altro18
. In base a tali para-
metri, si sono descritti un ambiente digitale separato dalla realtà fisica e l'immer-
sione in uno spazio, edificato dalla scrittura o dalla multimedialità, privo di di-
strazioni. Parallelamente, la mappa mentale dei luoghi virtuali è stata descritta
come un attraversamento di soglie (dipendente dai tempi di connessione,
dall‟interattività dello scambio, dall‟interfaccia e dai modi di accesso) che aveva
come meta un luogo concluso.
I dispositivi mobili hanno ridisegnato i confini tra schermo e realtà esterna, con-
sentendo di gestire le relazioni pubbliche e private da un solo punto di accesso,
di sfruttare la multimodalità, di integrare le relazioni da un network o rete sociale
nali, per completare quelle faccia a faccia, ma anche per gestire una rete di relazioni più
vasta. 17
Le funzioni principali svolte dal cellulare, secondo Dimmick/Kline/Stafford (2000), inve-
stono la socialità, la strumentalità (richiesta di informazioni, coordinamento) e la rassicu-
razione (co-presenza, richiesta di attenzione, ecc.). Per una classificazione degli SMS in
base agli scopi, si vedano Pistolesi (2004:203-208) e Bazzanella (i.c.s.). 18
Nel primo caso il riferimento è alla ricchezza degli stimoli sensoriali prodotti dall'ambien-
te mediato e generato dalle tecnologie. L‟interattività si riferisce al modo in cui gli utenti
possono influenzare (e quindi modificare e generare) la forma o il contenuto dell‟ambiente
mediato. Le variabili del coinvolgimento sensoriale e dell‟interattività si riferiscono solo
al potere di rappresentazione delle tecnologie (Steuer 1993). Nella CMC le interazioni so-
no prevalentemente verbali. La scrittura è lo strumento primario di definizione dello spa-
zio ed anche il primo oggetto di manipolazione da cui, in assenza di un contesto fisico, di-
pendono la generazione dello spazio e la percezione della presenza. Tradotta in altri ter-
mini, l‟interattività è condizionata dal numero di attori coinvolti nello scambio, dalla rapi-
dità di reazione agli stimoli, dalla brevità degli interventi (la lunghezza rallenta
l‟interazione) e dalla coerenza che i singoli messaggi intrattengono con quelli precedenti.
122
all'altra, dal cellulare a internet. L'individuo connesso si muove in un ambiente
colonizzato dalle tecnologie, nel quale è chiamato a negoziare costantemente tra
la propria posizione e la concentrazione richiesta dall'atto comunicativo in corso.
La connessione costante sposta il focus dell'interazione dal piano individuale a
quello sociale, cioè alle identità di gruppo e ai modi in cui sono costruite (Jones
2004:28). La possibilità di una comunicazione istantanea accompagna il bisogno
di presenza/esistenza e di condivisione immediata delle esperienze in quanto le
relazioni di dipendenza sono oggi il fulcro della costruzione identitaria e il corol-
lario della individualizzazione sociale.
Da questo complesso intreccio di fattori si comprende quanto sia difficile defini-
re il testo breve digitale come concluso, chiuso in una sequenza di caratteri o ri-
conducibile a una tipologia testuale nota.
La separazione della scrittura dalle sue funzioni tradizionali ha conseguenze rile-
vanti che si riverberano sui metodi di studio perché il testo breve nei nuovi media
è spesso un turno dialogico che attende il suo completamento nella replica, da
studiare perciò con gli strumenti dell'analisi conversazionale più che della lingui-
stica testuale tout court. La natura intrinsecamente conversazionale delle scritture
digitali ha subìto un'intensificazione con l'assottigliarsi delle soglie tecnologiche
e temporali della trasmissione. Il dialogo si estende perciò orizzontalmente, da
un sistema ad un altro, rendendone obsoleta la distinzione in sincroni e asincroni.
La crisi dell'email che si registra oggi è una conseguenza dell'accesso unico a
funzioni multiple offerte dai network come Facebook.
La multimodalità supportata dai dispositivi digitali produce forti contaminazioni,
a partire dal superamento del “principio di reciprocità” (Höflich/Gebhardt 2005)
che fino ad oggi ha consentito di distinguere un canale semiotico da un altro e
una tipologia testuale da un'altra. Il cellulare permette di rispondere a un'email
con una telefonata, con un SMS, in chat o su Msn, di commutare linguaggi e o-
rizzonti discorsivi. Se si guarda solo alla forma conclusa del messaggio, senza
tenere conto dell'ambiente tecnologico e del contributo specifico che al suo in-
terno gli SMS svolgono nel mantenere e alimentare la connessione tra individui,
l'analisi non può che arrestarsi ai fenomeni più eclatanti.
Assumendo invece come caratteristica centrale dei nuovi media, secondo la defi-
nizione di Manovich (2002) richiamata all'inizio, la relazione piramidale tra for-
me di iscrizione binaria e forme di iscrizione superficiale, possiamo andare oltre
la constatazione della fluidità fra testo e contesto. L'ambiente tecnologico è infat-
ti la matrice di una pagina infinita rispetto alla quale, tanto in profondità quanto
in estensione, ogni forma di discorso si fa frammento, testo breve.
123
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