Il sogno nella narrativa di Álvaro Cunqueiro

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ASSOCIAZIONE ISPANISTI ITALIANI

SOGNO E SCRITTURANELLE CULTURE IBERICHE

Atti del XVII ConvegnoMilano 24-25-26 ottobre 1996

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BULZONI EDITORE

Centro Virtual Cervantes

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ASSOCIAZIONE ISPANISTI ITALIANI

SOGNO E SCRITTURANELLE CULTURE IBERICHE

Atti del XVII ConvegnoMilano 24-25-26ottobre 1996

I

BULZONI EDITORE

TUTTI I DIRITTI RISERVATIÈ vietata la traduzione, la memorizzazione elettronica, la riproduzione totale o parziale,

con qualsiasi mezzo, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico.L'illecito sarà penalmente perseguibile a norma dell'art. 171 della

Legge n. 633 del 22/04/1941

ISBN 88-8319-168-4

© 1998 by Bulzoni Editore00185 Roma, via dei Liburni, 14

http://www.airweb.it/bulzonie-mail/ bulzoni@airweb.it

DANILO MANERA

Università di Milano

II sogno nella narrativa di Alvaro Cunqueiro

Pochi scrittori del novecento ispanico possono trovarsi a loro agio inquesto convegno quanto il galego Alvaro Cunqueiro (1911-1981) giacchénell'universo dei suoi romanzi e cicli di racconti ' Y ensueño è il motorecosciente della fabulazione, mezzo e fine, scorza e polpa, argomento ontolo-gico e documento d'identità.

Tutti i suoi protagonisti sono dei sognatori perseveranti che traduconoteatralmente le proprie fantasie e i propri ricordi deformati in storie capacidi arricchire la realtà ampliandone i limiti e scoprendone il rovescio. Le loroparole creano un possibile più vivido, vitale e operante dell'esistenza quoti-

1 Per i testi scritti originariamente in galego rimando ali' Obra en Galego Completa

pubblicata dalle edizioni Galaxia di Vigo: I. Poesia. Teatro (1980), II. Narrativa (1982), III.

Semblanzas (1983), IV. Ensaios (1991). Vi compaiono i primi tre romanzi, Merlin e familia

(1955), As crónicas do sochantre (1956) e Se o vello Sinbad volvese às illas... (1961). Le loro

versioni in castigliano (uscite rispettivamente nel 1957, 1959 e 1962) e i successivi quattro

romanzi, redatti solo in castigliano, Las mocedades de Ulises (1960), Un hombre que se parecía

a Orestes (1969), Vida y fugas de Fanto Fantini della Gherardesca (1972), El año del cometa

con la batalla de los cuatro reyes (1974) sono in catalogo presso Tedi trice barcellonese

Destino. La Tusquets di Barcellona ha invece riunito il meglio della produzione giornalisti-

ca e di narrativa breve in castigliano nei volumi Fábulas y leyendas de la mar (1982), Tesoros

y otras magias (1984), Viajes imaginarios y reales (1986), Los otros caminos (1988), El pasaje-

ro en Galicia (1989) e La bella del dragón (1991), a cura di César Antonio Molina. Tra le

edizioni recenti ricordo inoltre le narrazioni di Tertulia de boticas prodigiosas y escuela de

curanderos (Destino, Barcellona 1976), Flores del año mil y pico de ave (Seix Barrai,

Barcellona 1984), O reino da chuvia (Diputación Provincial de Lugo, 1992). Per una biblio-

grafia completa si veda quella curata da Antonio Odriozola in "Grial", n. 72 (1981), pp.

235-260 e quella fornita da Ana Sofía Pérez-Bustamante Mourier in Las siete vidas de Alvaro

Cunqueiro, Universidad de Cádiz, 1991, pp. 271-281.

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diana, cosicché il linguaggio magicamente evocatore e la capacità d'immagi-nare riescono a negare il silenzio, lenire il dolore, colmare la solitudine, finoalmeno alla spietata rivincita del reale al risveglio, perché il non sognare piùequivale a morire. Tutta la sua prosa è un'immensa scommessa sulle rischio-se, ma irrinunciabili facoltà comunicative e noetiche, nonché terapeutiche eliberatorie, del sogno. Questo cercherò d'illustrare in breve.

La poetica narrativa cunqueiriana2 è di totale apertura e instabilità,rompe i paradigmi di genere e ne lascia allo scoperto i meccanismi con piglioparodico e affondi metanarrativi. Si serve di una pluralità di forme discorsi-ve e registri (meraviglioso, bucolico, sentimentale, picaresco, costumbrista,fantastico, gotico, erudito, grottesco ecc). Pratica l'ibridazione sistematica,l'anacronismo volontario, il sincretismo culturale, la mescolanza di inverosi-mile e concreto, di piccolo mondo galego e favoloso esotismo. Ammassafonti autentiche e apocrife, smonta e umanizza le leggende ricodificandole innuove prospettive, ricorre in modo massiccio ai narratori secondari. Vive diun fascio di tensioni destabilizzanti: la dinamica intertestuale (cominciandodalla differenza tra il mito canonico e la nuova variante offerta), l'oscillazio-ne tra modalità espressive (orale, recitata e scritta), la contraddittoria attitu-dine della voce narrante di base che è da un lato di adesione estetica (contoni lirici e malinconici) e dall'altro di dissacrante distanziamento ironico,

2 Un panorama pressoché esaustivo della critica cunqueiriana è disponibile grazieall'ingente bibliografia riunita e commentata nella monografia n.l del "Boletín Galego deLiteratura" Alvaro Cunqueiro coordinata da Anxo Tarrio (Universidade de Santiago deCompostela, 1992, pp. 175-289). Tra i contributi più importanti, oltre a quanto citatonelle altre note, ricordo Homenaxe a Alvaro Cunqueiro (Universidade de Santiago deCompostela, 1982); Elena Quiroga, Presencia y ausencia de Alvaro Cunqueiro (RealAcademia Española, Madrid 1984); Cristina de la Torre, La narrativa de Alvaro Cunqueiro(Pliegos, Madrid 1988); Luisa Blanco, El léxico de Alvaro Cunqueiro ("Verba", Anexo 33,Universidade de Santiago de Compostela, 1990); Ana María Spitzmesser, Alvaro Cunqueiro:¡afabulación del franquismo (Ediciós do Castro, A Coruña 1995). Vanno aggiunti i nume-ri speciali delle riviste "Grial" di Vigo (n. 72, 1981), "A Nosa Terra" di Vigo (Extra n. 2,1984), "Cuadernos del Norte" di Oviedo (n. 37, 1986) e "Primer Acto" di Madrid (n. 241,1991) e ancora "Grial" (n. 110, 1991). Per la biografia si vedano Xosé Francisco AnnestoFaginas, Cunqueiro: unha biografìa (Xerais, Vigo 1987) e Ramón Nicolás (a e. di),Entrevistas a Alvaro Cunqueiro (Nigra, Vigo 1994). Imprescindibili gli atti del CongresoAlvaro Cunqueiro, tenutosi a Mondoñedo nel settembre 1991 (Xunta de Galicia, Santiagode Compostela 1993).

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con l'umorismo cunqueiriano che si biforca in allegra fruizione dell'imma-ginario e volontà disgregatrice. Nei sette romanzi, la linea portante non pro-cede con coerenza lungo un asse, ma si disperde in digressioni e storie inter-calate, per dissolversi alla fine, mentre attorno al corpo principale prolifera-no aggiunte, prologhi ed epiloghi, appendici e indici onomastici. Questomondo diegetico in cui le coordinate spaziali e temporali sono del tuttonebulose e l'ipertrofia d'azione risulta spesso uno statico fenomeno mentale,tematizza in modo privilegiato l'immaginario, il rapporto finzione / realtà,l'evoluzione delle tradizioni letterarie e l'artificioso farsi della scrittura stes-sa. E il perno su cui ruota è proprio il sogno che si fa arte della parola, comeè stato ampiamente notato dalla critica3.

Riassumendo con Ana Sofía Pérez-Bustamante Mourier4:

Toda la obra novelística de Cunqueiro se basa en un mismo esquema nuclear:el héroe es un soñador, su vida es un viaje por el espacio y por los sueños, unviaje en el sentido sacro y jacobeo del término, y lo que le mueve a actuar esel deseo de recuperar el Paraíso perdido, un estado de plenitud primordial alque bien podríamos denominar, siguiendo a Mircea Eliade, un centro.

Quest'Età aurea è di natura simbolica, "su oro está en los sueños delhombre, en el corazón del hombre soñador" che, attraverso la libera inven-zione di storie

puede convocar todos los espacios y tiempos, puede proyectarse en todo tipo

3 Non a caso il numero dedicato ad Alvaro Cunqueiro da "ínsula" (n. 536 del 1991)s'intitola Sonar-Soñarse. Il ruolo del sogno viene rimarcato da Concepción SanfizFernández, Cunqueiro o el sueño como necesidad vital, "Cuadernos de Estudios Gallegos" n.105, 1992, pp. 289-301. Ma già Diego Martínez Torrón, nel suo pionieristico studio Lafantasía lúdica de Alvaro Cunqueiro (Ediciós do Castro, La Coruña 1980) segnalava risolu-tamente che in Cunqueiro "la narración se constituye en sueño dentro de un sueño. [...] Ylos personajes dominan el relato por medio de sus sueños. No hay realidad o ficción másallá de éstos" (p. 61).

4 Si colloca in prima fila tra i cunqueirologi con le acute e convincenti proposte dilettura del già menzionato Las siete vidas de Alvaro Cunqueiro. Rilevanti novità esegetichesono venute anche dall'eccellente lavoro di Xoán González-Millán, Alvaro Cunqueiro: osartificios da fabulación (Galaxia, Vigo 1991).

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de héroes y acciones. Así se lleva a cabo una inmensa expansión vital: el soña-dor no es ya una conciencia sino un mundo5.

L'affabulatore che gestisce il rito della parola diventa quindi per sé e ilsuo pubblico una figura sciamanica, sacerdotale: "a sua xesta imaxinativa éexemplar e cumpre unha función benéfica, taumatúrxica"6.

Anxo Tarrío precisa che

o sono é esencial na obra do mindoniense, pero non a experiencia oníricacomún, senón a ensoñación que resulta de ve-la realidade dun xeito peculiar.E esa maneira de ve-la realidade pasa pola lingua7.

Cunqueiro era ben cosciente di tutto ciò. In un testo teorico8, affermache "a ensoñación [...], sendo muito menos fuga do mundo que adentra-mento ditoso, é benestar que favorez o xenio da invención". Rivendica perl'uomo il "dereito a soñarse", a credere nei miti e spiegarsi tramite essi, a ten-tare il volo d'Icaro. In un articolo aggiunge: "Por veces hay más luz en losoñado que en lo vivido, y la parte más real de la memoria se hace consueños" 9. Così conclude il suo discorso d'ingresso alla Real AcademiaGalega, Tesouros novos e vellos:

5 Fin qui le citazioni sono tratte dal suo intervento al Congreso Alvaro Cunqueiro, cit.,pp. 328 e 330.

6 Alvaro Cunqueiro: Poética para un poeta narrador, in Alvaro Cunqueiro. Monografia

do Boletín Galega de Literatura, cit., p. 21. Nella visione del mondo dell'autore hanno unruolo fondamentale da un lato la mentalità magica della Galizia rurale e dall'altro una con-cezione del poeta come visionario e della poesia come realtà assoluta che gli deriva dalle"coordenadas sucesivas do Romanticismo alemán, do Simbolismo francés, do Modernismohispánico e do Surrealismo de tipo metafisico" (ivi, p. 18). Il primitivismo galego, i ricordidell'infanzia e le mitologie e letterature universali sono gli elementi costitutivi del suoParadiso perduto.

7 Alvaro Cunqueiro ou os disfraces da melancolía, Galaxia, Vigo, 1989, p. 36. È unapietra miliare negli studi cunqueiriani. Di Tarrío si vedano anche Claves fundamentales de

Alvaro Cunqueiro, "Insula", n. 536 (1991), pp. 9-11 e l'intervento al Congreso Alvaro

Cunqueiro, cit., pp. 151-163.8 Imaxinación e creación, "Grial", n. 2 (1963), pp. 179-184.9 El pasajero en Galicia, cit., p. 358.

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Na aspereza da vida cotia, soñar é necesario, e perder o tesouro dos ensoñosé perder o meirande dos tesouros do mundo. Cando eu escoito nalgunhaaidea nosa falar de tesouros, coido que na nosa pobreza aínda somos ricos 10.

E in una sintomatica divagazione sulle Islas de Utopia, scrive:

yo he pensado que solamente un "robot" sería feliz si pudiese soñar. Aunquequizá soñando dejase de ser precioso artilugio automático para convertirse eninquieta pesadumbre humana. El "robot" total no sueña. En un estudio sobreciertas escuelas hindúes, leía yo que lo primero que se hacía con los discípu-los era enseñarles a no soñar durmiendo, y en vez de viajar los mudables paí-ses de los sueños, fugitivos rostros, deseos y pensamientos que un vientosilencioso lleva y trae, los discípulos sonámbulos repetían en el sueño noctur-no trozos de la gramática de Panini. Medio hombre muere privado de sussueños. La libertad del hombre podría medirse por lo que se sueña11.

Anche le narrazioni sono esplicite al riguardo e gli esempi sono innu-merevoli. In Las mocedades de Ulises, il protagonista chiede a Foción "¿Dequé se hace la nave más ligera para ir a los feacios?" e la risposta è: "De pala-bras, Ulises. Te sientas, apoyas el codo en la rodilla y el mentón en la palmade la mano, sueñas, y comienzas a hablar" 12. In 5/ o vello Sinbad volvese dsillas..., il pilota del Califfo si lamenta che i suoi colleghi non sappiano più"navegar por soños e memorias, e así non logran ver nada do que hai, do queé miragre e fermosura dos mares" 13.

Non mancano nemmeno briose variazioni minime sul tema. NellaTertulia de boticas prodigiosas si legge che quella di "más allá de Trapobana",conteneva

la leche de sirena usada por los galanes de las ciudades del Califato para tenerhermosos sueños sexuales [...]. Los dichos sueños de amor, con gran despil-farro de sexo, tenían la virtud de que el mozo, imaginando durante una serie

10 Obra en Galego Completa, cit., IV, p. 434.11 Viajes imaginarios y reales, cit., p. 270.12 Cito dall'edizione a cura di Diego Martínez Torrón, Espasa Calpe, Madrid 1985,

p. 109.13 Obra en Galego Completa, cit., II, p. 310. Per questo romanzo rinvio al mio arti-

colo Unha lectura do "Sinbad" cunqueiriano, "Grial", n. 108 (1990), pp. 437-447.

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de ellos que su partenaire era una mujer determinada, ésta, las más de lasveces, pasaba a tener los mismos sueños del galán soñador amante, presente,y en ablativo — con, de, ante, por, sobre, si, tras... u

Nella siriana Hama si disponeva invece di persiani ciechi sognatori

y por un arte que se nos escapa, capaces de vender a otros sus sueños [...]. Lasfarmacias de Hama se especializaron y había la que tenía un soñador joven,otra tenía un adulto, otra un anciano, y así cada comprador adquiría el sueñoque quería15.

Ovviamente, l'avventuroso spumeggiare dei sogni ha il suo implicitocontraltare: è messinscena mirabolante perché si oppone alla mediocre quo-tidianità e nasce proprio dal bisogno di rischiarare le tenebre e allontanare ladecadenza. L'euforia del favoleggiare ha le sue controindicazioni, se si voglio-no incarnare le fantasie nella vita concreta, spesso ingrata e refrattaria allalogica del desiderio. Per questo, dietro l'ottimismo cunqueiriano, affiora uncrescente pessimismo che si traduce nella sconfitta finale dei suoi personag-gi. Per tornare ai due esempi appena citati, la risposta di Foción a Ulises con-tinua così: "Pero para regresar, Ulises, la nave de palabras no sirve. Hay quearrastrar la carne por el agua y la arena"16, e infatti il vero tirocinio alla matu-rità è per lui la lunga e amara attesa di Penelope. E il vecchio Sinbad crollapateticamente non trovando nel porto di Bassora la nave delle sue estremesperanze:

¿Qué dice o Libro, señor Alah, Profeta Mahoma, dos soños que escorren díaa día do corazón do home? ¿Entraremos no Paraíso eos nosos soños? ¿Pra quése nos dan si non son vida?17

In altri casi, il sognatore può confondersi e perdersi di vista se si cala introppi personaggi. Succede nel Fanto Fantini al protagonista, cui il tutoreCapovilla, "soñador de aventuras y memorión de libros artúricos y amadi-

14 Op. cit., p. 126.15 Ivi, p. 141.16 Op. cit., p. 109.17 Obra en Galego Completa, cit., II, pp. 417-418.

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seos"18, fa impersonare ruoli leggendari nelle locande, crandogli un trambu-sto d'identità che lo porta a ribellarsi, deciso a sognare i propri sogni.

Dove questa problematica raggiunge la massima elaborazione è nell'ul-timo, complesso romanzo di Cunqueiro, El año del cometa con la batalla delos cuatro reyes (1974), apprezzato, ma non ancora studiato a fondo19.

Il protagonista Paulos, orfano abbiente, cresce in un eremo con lo zioFagildo, un "pacífico rezador, que ayudaba a soñar a las gentes" (p. 49),"dueño del misterio, regidor secreto de una parcela del cosmos" (p. 50).Studia a Milano sotto la tutela del musicista Calamatti e quando torna si sta-bilisce nella città natale (Lucerna, sita in qualche punto della Francia sudo-rientale, ma con tratti della galega Lugo), perché lo zio è morto in odore disantità e lui non se la sente di sostituirlo. Si dedica a viaggiare con l'imma-ginazione e all'amore per Maria, ascoltatrice solidale delle sue storie. Siaccorge però ben presto dello stato di continua alterazione e alienazione cuilo conducono i suoi sogni, debole risposta al proposito di "milagrización dela ciudad y el mundo" (p. 84), lussuoso trastullo privato e solitaria rappre-sentazione di sentimenti artificiali provati davanti a uno specchio:

¿Sería posible continuar viviendo de los sueños y en los sueños? ¿Qué era loque él quitaba o añadía a la vida cotidiana? Todavía ahora distinguía lo quevivía y lo que soñaba, pero se sorprendía a sí mismo descubriendo que tam-bién vivía lo que soñaba, que lo que vivía tomaba la forma de sus sueños. [...]Sí, más de una vez tuvo la sensación de hallarse en un escenario. La sala esta-ba vacía, pero Paulos tenía que representar a la perfección el papel ensayadouna y mil noches, escrito por él y para él (pp. 81-82).

18 Op. cit., p. 30.19 Per Colín Smith è la "cumbre de la evolución del autor" (Alvaro Cunqueiro, ecritor

europeo y universal, in Congreso Alvaro Cunqueiro, cit., p. 218) e Xoán González-Millán vivede il suo testamento letterario, nonché "o espacio textual privilexiado no que Cunqueiroarticula toda unha poética da desintegración" {Apoética do discurso narrativo..., cit., p. 303).L'autore lo giudicava un "punto final", come dice in un'intervista a César Carlos MorámFraga (in Homenaxe a Alvaro Cunqueiro, cit., p. 380). Tra le letture più attente, quella diAna Sofía Pérez-Bustamante Mourier, "El año del cometa": Cuando la dama del lago vino por

Merlin, "Insula", n. 536 (1991), pp. 16-18. Da ora alla fine del presente scritto, i numeritra parentesi nel testo si riferiscono alla I ed. (Destino, Barcellona 1974).

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Quando s'annuncia il passaggio di una cometa, Paulos diventa astrolo-go comunale e per il pubblico dei consiglieri s'incarica di inventare e deci-frare i segni premonitori, che però risultano ambigui. I "visitantes de latarde" sono viaggiatori senz'ombra che generano allucinazioni burlesche edei quali "nunca se sabrá, hasta el final del drama, si son benéficos o maléfi-cos" (p. 121). Il fiume che torna verso la sorgente e l'unicorno che ricava dauna stampa possono essere presagio tanto di prosperità come di rovina.Paulos ne difende solo la consistenza:

Pude haber soñado [...]. Pero el sueño está expuesto, lo interpretan los astró-logos, y se transforma en algo tan sólido como esta casa. ¿Es que no son lossueños una forma profunda del conocimiento de lo real? (p. 133)

¿Vamos a negar la existencia del unicornio porque lo más del tiempo sea ani-mal invisible, oculto como un sueño? Por ese camino llegaríamos a negar laexistencia del alma humana. ¡Invisibilidad no quiere decir irrealidad! (p. 139)

Nel tentativo di ricreare con la nipote della sua governante, Melusina,l'incontro tra l'unicorno e la vergine, Paulos ha un sogno erotico che superale sue stesse aspettative e per capire questa misteriosa avventura - "a la queno osaba denominar sueño" (p. 157), proprio perché era stato un autenticosogno e "cuando se duerme nadie es propietario de su corazón" (p. 158) —decide di procedere oltre nel suo itinerario demiurgico. Interpreta la come-ta come foriera di una guerra, mossa dal re Asad II di Tiro, che vuoi con-quistare tutte le città dotate di un ponte. Si reca all'eremo vuoto di Fagildoper sette giorni, a immaginare la battaglia e cercare alleati per Lucerna. Inquell'isolamento, prova per la prima volta un moto di vergogna per "la farsade sus sueños" davanti a due pastori che lo vedono vestito "medio de solda-do romano, medio de Lanzarote del Lago". E si rende anche conto che il suo"espíritu de sorprender" (p. 167), il suo "juego de los sueños, con los sueños,lo apartaba de la comunidad humana", rendendolo insensibile: "En realidad,nada le alegraba ni le dolía. Se preguntaba si amaba a alguien" (p. 168).

Le sue udienze presso i tre re che vorrebbe dalla sua parte (David, Artùe Cesare) sono un insuccesso: tutto quel che sogna gli va storto o gli riescedegradato. David s'addormenta per sognare il proprio appoggio (p. 174) ePaulos si chiede:

¿Cómo entrar en sus sueños, elegirlos, mezclarlos de manera que en ellos sur-

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giera la visión casi sacra de la ayuda? [...]. Para que el sueño suyo, el sueño dePaulos, fuese a la vez un sueño de David, tenía que estar seguro Paulos desoñarlo él si se dormía (p. 175).

Cosí si distrae, non è persuasivo, non sa "soñarle al rey de Jerusalénmotivos que le obligasen a comparecer en la hora de la batalla" (p. 178), e ilmonarca ebreo gli sfugge. A Camelot trova cavalli e paladini di cartone e unArtù decrepito, acciaccato e senza un quattrino, che può solo promettere dimandare alla pugna un suo gigantesco ritratto. Con Giulio Cesare, che scen-de da una statua di marmo, si produce un'attrazione carnale, ma sull'orlodell'abbandono Paulos ha un'istante di lucidità e gli chiede: "Pero, ¿nohabías perdido el cuerpo en los idus de marzo?" (p. 220), e Cesare ridiventaombra.

L'astrologo non può però ammettere d'aver fallito: la città crede nellabattaglia, dunque la deve sognare, o almeno mandarne notizia come se cifosse stata. Inventa allora un esperto inglese di puzzles, Mr. Grig20, che glipropone una torre truccata per far precipitare il re Asad II nel vuoto e comemessaggio per la città un rompicapo a due facce.

La settimana è finita, la lotta coi propri dubbi e col declinare della pro-pria vena creativa ha spossato Paulos, che perde il controllo sulla finzione:

fatigado, hambriento, ya no encontraba en sí fáciles las jugosas invenciones, yapenas si sabía comenzar las historias, de cuya maraña no salía (pp. 231-232).

Ha una soddisfazione dall'incontro con un pastore, che lo ringrazia peraver riscattato l'onore di suo padre, il quale aveva visto l'unicorno cin-quant'anni prima e "fue tenido toda la vida por embustero" (p. 234). Ma ilrientro, esauriti gli stimoli, non è felice. Si figura allora un'altra soluzione, lacittà deserta per lo spavento dell'arrivo di Asad II e Maria morta:

pasaba a imaginarse una vida nueva, sin María; sin ciudad, lejos de todorecuerdo, lejos de todo deseo, apático, estudiando la ciencia que enseña a nosoñar (p. 236).

20 Questo personaggio se ne esce con un'esclamazione rivelatrice delle suggestionipirandelliane e unamuniane di Cunqueiro: "¡Ah, el poder de la imaginación, amigo Paulos,que bien conozco el de la tuya, pues que me estás imaginando!" (p. 227).

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È solo un disforico "momento de destrucción" (ivi)21, ma basta perchés'impadronisca di Paulos la paura di vedersi derubato dai barbari:

se vio llegando a casa, buscando debajo del colchón, encontrando la bolsa,poniéndose a contar las monedas (ivi)21.

Diventato avaro, fugge verso il fiume e viene abbattuto dagli spari delleguardie, che lo prendono per straniero a causa dei suoi teatrali pantalonirossi, imitazione di quelli di Cesare. Però la ragione

principal y primera, fue que había dejado de soñar. Que ya no soñaba, yentonces ya no era Paulos capaz de volar en el espacio en busca de tiempos yrostros ¡dos o futuros, Paulos el soñador, sino un joven rico y ocioso, comocualquier otro, en una ciudad provinciana (p. 237).

Dissento dalla lettura marcatamente tragica, generalizzata presso i criti-ci, di questa morte, perché il regime di ambiguità e contagio tra piani diver-si che governa il romanzo autorizza una diversa valutazione.

Tra i protagonisti cunqueiriani, Paulos è il più conflittuale, che portaalle estreme conseguenze una natura istrionica e amletica, capace addirittu-ra di scindersi in due sognatori awersari23. Attorno a lui s'accentua la rifles-

21 Paulos vi è incline, ma recupera sempre: "en el fondo, el más secreto impulso dePaulos era destruir. [...] Pero inmediatamente le aterraba la tierra yerma" (pp. 82-83). È unacostante di Cunqueiro difendere sempre il sogno, anche quando è sufficiente un guizzo dellarealtà a soffocarne l'incanto. In Un hombre que se parecía a Orestes si legge questo dialogo:"CORREO. - ¡Todos tenemos un tema! De mozo, yo soñaba que llegaba a rico. Me caíanlas onzas en la cara, y era como un jabón de olor fresco. Un día, en la posada de Lucerna,al levantarme encontré un carolus. Le caería a otro que había dormido en la misma cama.Nunca más volví a soñar con hacerme rico. ¡Perdido quedó el virgo del sueño! Y dejé de sermozo desde aquel día, y comenzaron a asomar en mi rostro las arrugas. AMA MODESTA.- ¡Soñar es muy cansado! CORREO. — Pero es lo más antiguo que hay. ¡Antes que hablar!"(op. cit., p. 174).

22 Richiamo l'attenzione su quel "se vio", che sembra indicare la natura di ensueño.23 L'alternanza di fasi nell'attività onirica di Paulos si deve alla presenza di un avver-

sario interno: "muchas veces tenía dentro de sí mismo un soñador contrario, destructor desus planes, entenebrecedor de sus imaginaciones. No, no era un demoníaco negador. Elduelo se entablaba entre una creación y otra creación" (pp. 202-203). Questi due antagoni-sti si battono a colpi di possibili sviluppi della finzione, uno tendendo a esiti luminosi, l'ai-

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sione metanarrativa (con un complicato meccanismo di specchi o scatolecinesi) e s'addensano simboli ambigui24 relativi all'incerta dialettica finzione/ realtà e al ciclo morte / risurrezione, connessi tra di loro perché la funzio-ne dei sogni è operare la palingenesi.

Tale dicotomia culmina nel doppio prologo del libro, sua chiave esege-tica. Il primo si riallaccia ad anello al finale, ed è percorso dal tema dellarisurrezione, fin dall'incipit:

Esta historia debía comenzar como las viejas crónicas, con el relato de la crea-ción del mundo. Pero comienza con la muerte de un hombre (p. 11).

Ogni volta che l'uomo dal mantello nero (misto di mago e Caronte)solleva il lenzuolo che copre il cadavere, appare un diverso dormiente, forsedefunto e forse no. Il commissario chiede se c'è una spiegazione scientifica el'uomo del mantello nero risponde:

Hay una explicación poética, que es de grado superior. Supongamos, señoras,señores, que este hombre pasó por los sueños de una mujer, y él mismosoñando. Una mujer que no sabe que este hombre está muerto, se preguntapor dónde andará. Lo que veis, son las respuestas que la enamorada se da asus preguntas y el hombre a sus sueños.— ¡Igual, en una de estas sale vivo! — (pp. 23-24)

esclama una delle guardie. L'ultima immagine è sì quella di uno scheletro,ma dalle sue orbite cave escono farfalle dorate: non più le mosche dellaputrefazione dunque, ma di nuovo il miracolo della poesia25. L'uomo dalmantello nero conclude:

tro cupi, fin quando abbandonano il personaggio a spese del quale hanno duellato (cfr. pp.203-204). Ma con il suo "contrario interior, que era un inventor más desgarrado y cruel,con humor negro", finisce sempre per ricongiungersi in un punto, che è "el apetito dePaulos, y por ende su veracidad humana" (p. 205).

24 II fenomeno arriva fin nei dettagli della narrazione. Ad esempio, quando Paulos sitrasferisce nella casa che fu del mago Fetuccine, la mela del melo della gioventù marcisce,ma Paulos appende ai rami un'arancia per "ayudar a la vida a continuar" (p. 46); e nel con-segnare al netturbino la testa di cervo servitagli per l'esperienza dell'unicorno, si accorge ches'è guastata, ma presenta anche dei germogli (cfr. p. 160); similmente, nel cranio del cane"Mistral" María mette camelie rosse (cfr. p. 230).

25 Basterà ricordare Fanto che si decide a cibarsi di pipistrelli dopo aver visto che que-

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Si pudiese reunir, en un repente, todos los sueños suyos, este hombre resuci-taría. Quizas éste sea el gran secreto de la vida futura y eterna (p. 24).

Nel secondo prologo, un uomo apparentemente svincolato dal raccon-to principale, ma in cui non è difficile vedere un Paulos in forma (nel sopo-re del vino "debía estar ensoñando algo sabroso, que sonreía", p. 25), prestail suo straordinario cappello verde al figlio di un'ostessa, purché questi portia Parigi un messaggio: "Señora, aquel que ama, vive y volverá" (p. 31).L'uomo lascia il cappello nella taverna, ma presso un ponte incontra unaragazza - in cui non è peregrino vedere Maria — e inventa un altro destinodel copricapo: le dice che è servito a una lepre per partorire. E la scena fina-le ricalca (persino testualmente, cfr. p. 66) l'innamoramento di Paulos eMaría: "Los amantes [...] se abrazaban y besaban, y estaban solos en elmundo" (p. 33)26.

Il senso del romanzo non appare affatto chiuso e definito. Termina conun quadro lirico piuttosto ambiguo: poco prima Paulos aveva sognato lamorte di Maria, ora giunge invece l'eco di un lamento di lei per la morte —che dovrebbe ignorare - di Paulos, il cui cadavere è contemplato dai tre realleati, "soprendentemente jóvenes" (p. 237). Nulla vieta di pensare chetutto sia un sogno di Paulos che sogna Paulos che non sogna più, e pertan-to muore. Non sarebbe nemmeno la prima volta che Paulos recita una suapossibile morte, si veda la scena a p. 140 o questo passo:

era en la acción, en la situación imaginada, donde se encontraba a sí mismo,si era preciso heroico, amante, veraz, enamorado, e incluso muerto (p. 83, ilcorsivo è mio).

sti si nutrono di farfalle (Fanto Fantini, cit., p. 67) o i versi dell'epitaffio a Lord Dunsany:"E cando Ile chegóu a hora, soñando estaba / un país onde chovían volvoretas / pra que sefixese a luz. E a luz foi feita" (Obra en Galego Completa, cit., I, p. 169).

26 Mariano López López vede nell'uomo dal cappello verde il lato solare e fecondo diCunqueiro, contrapposto a Paulos egoista e distruttore e interpreta questi due amanti comeil "fabulador que se sueña en sus fábulas". Il secondo prologo dunque, a suo avviso, incitanoi lettori "a seguir con la fabulación, no con la de Paulos o Cunqueiro sino con otras o conlas nuestras, o si no, con la vida. La muerte del poeta, la muerte del hombre, y la muerte desus ensueños, artísticos o reales, encuentran su relevo en otros poetas, otras fantasías, otrosamores" {El mito en cinco escritores de posguerra, Verbum, Madrid 1992, p. 335).

Il sogno nella narrativa di Avaro Cunqueiro 255

Che continua così:

Mentía fácilmente, pero si en un instante se pudiesen recoger todas sus men-tiras, [...] nos encontraríamos con un mundo más hermoso y variado, regidopor leyes poéticas y exaltadoras de un ritmo más vivaz, andante, los grandessecretos desvelados, el prodigio pronto, transmutadas las edades. Pauloscorría la cortina [...] y quedaban separados el mundo real y la escena, lo vivoy lo pintado (ivi).

Il caleidoscopio delle finzioni e il sipario ci rimandano al primo prolo-go, dove, dopo le già riferite parole dell'uomo dal mantello nero, tutto tornaal suo posto in città, "como si alguien estuviese corriendo los decorados deuna escena, en el teatro" (p. 24). Occorre quindi cautela nel prendere trop-po alla lettera la morte di Paulos. D'altronde anche la città è fantasmatica,mutevole come nebbia e docile alla finzione (cfr. p. 74, dove si dice che inessa "todo pendía en quién soñase y qué"). I contorni di Lucerna sono cosìsfumati e così inverosimili i suoi abitanti, da spingerci a non commetterel'errore di vedervi rappresentato tout court il piano della realtà27.

Al di là comunque di quanto va lasciato all'arbitrio del lettore, i riferi-menti alla risurrezione e le immagini beneaugurali di felicità e fertilità deidue prologhi contrastano e superano l'angoscia di non trovare più una viad'uscita dal labirinto, perché, come dice Paulos a Maria, si torna da tutti ipaesi, "también de aquel del que las gentes dicen que nunca volvió nadie" (p.19).

El año del cometa discute il ruolo del visionario nella società, ma senzarisposte univoche: il sognatore è un impaccio, ma anche una benedizione, èun imbroglione, ma per generosità, distrugge quanto crea, ma lo fa sulla pro-pria pelle. Forse c'è in questo un'eco delle critiche mosse a Cunqueiro, la cuiopera veniva bollata come futile evasione nostalgicamente reazionaria dai

27 Pere Gimferrer notava in una delle prime recensioni del libro: " la exposición esdeliberata y sabiamente ambigua, [...] lo principal de cuanto ocurre es una fabricación dePaulos, incluso, si se quiere, una superchería. [...] Lo que el libro nos expone es una fábuladentro de otra fábula. Paulos sueña, o miente, [...] pero a su vez la ciudad en donde vivePaulos es otro mito, otra figuración. Su realidad, como la de los sucesos que propone Paulos,depende de nuestro asentimiento" ("El año del cometa"deAlvaro Cunqueiro, "Destino", 24agosto 1974, p. 29).

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fautori delle lettere impegnate. Non per nulla l'esergo è tratto dalla storiabiblica di Giuseppe:

Aquí viene el soñador; ea, pues, matémosle y echémoslo en un pozo abando-nado [...]. Se verá entonces de qué le sirvieron sus sueños (p. 7).

Laddove fu proprio la capacità di interpretare i sogni a fare la fortunadi Giuseppe e del suo popolo.

Questo romanzo, che è un po' l'addio di Cunqueiro, pur con gli accen-ti più tristi dell'età avanzata, riconferma la sua scelta di sempre per il sognoa occhi aperti e per l'aprile. Quel che gl'importa non è l'inevitabile capitola-zione, bensì l'impagabile esperienza. Scrive infatti:

Para llegar al final de la soledad y de la destrucción, el héroe ha vivido la ple-nitud humana y soñadora, tocado las cosas visibles e invisibles, habitado elmisterio con vivacidad, ejercido poderes mágicos como ensueños28.

Ma forse il testo che meglio esprime la sua scissione tra due anime, el'opzione per quella che "vive y volverá" è la sua ultima poesia:

Ese alguén de meu que nunca volve / á auga da infancia / sin saber saír dolaberinto. / Ese que é outro home que eu levo / derrubado sobre min / oucomo a hedra 90 carballos abraza. [...] / Verdadeiramente é como levar unmorto / nada apetece e de nada se lembra / preguizoso sombrío. A seu carónvivo/ e o eu que canta e volve / mira de esguello pra ónde xaz / e olla cómopodrecen nel os soños e os anceios [...] / Pro o eu que vive e anda / resiste enon esquece ren, / despedíndose farto de vida / cando a vida de meu e máilasúa acaben. / Pro eu resucitarei que soio volven / os que recordan, compañei-ros M.

28 Prólogo a Diego Martínez Torrón, op. cit., pp. 5-6.29 Obra en Galego Completa, cit., I, p. 181.