+ All Categories
Home > Documents > La rivista di Tolkieniano Collection

La rivista di Tolkieniano Collection

Date post: 24-Mar-2016
Category:
Upload: oronzo-cilli
View: 215 times
Download: 0 times
Share this document with a friend
Description:
Da diversi anni curo un blog sul collezionismo tolkieniano, una vetrina per la mia passione quasi ventennale per la vita e le opere del professo J.R.R. Tolkien. Uno spazio virtuale che mi ha donato grandi gioie e fatto conoscere tantissimi altri appassionati sparsi in ogni angolo del pianeta. Ho pensato di produrre un foglio on line dove poter riportare le ultime notizie inserite e le ricerche sull’opera e la vita di Tolkien da me condotte, pubblicate negli ultimi mesi. Una sorta di compendio per chi non ha avuto modo di leggerle sul mio blog. Nulla di particolare, ma un modo semplice per raggiungere altri lettori appassionati di Tolkien e magari avvicinare qualche curioso che non si è ancora perso per le strade della Terra di Mezzo. Mi auguro possa risultare una piacevole lettura. Salutandovi, rimando tutti al mio blog http://tolkieniano.blogspot.com
Popular Tags:
24
In questo numero: J.R.R. Tolkien e il movimento J.R.R. Tolkien e il movimento J.R.R. Tolkien e il movimento J.R.R. Tolkien e il movimento esperantista inglese esperantista inglese esperantista inglese esperantista inglese p. 2 p. 2 p. 2 p. 2 1958: la registrazione inedita 1958: la registrazione inedita 1958: la registrazione inedita 1958: la registrazione inedita del discorso di Tolkien a Rotterdam del discorso di Tolkien a Rotterdam del discorso di Tolkien a Rotterdam del discorso di Tolkien a Rotterdam p. 10 p. 10 p. 10 p. 10 Le edizioni italiane di Tolkien: quanto vale...? Le edizioni italiane di Tolkien: quanto vale...? Le edizioni italiane di Tolkien: quanto vale...? Le edizioni italiane di Tolkien: quanto vale...? Tolkieniano consiglia Tolkieniano consiglia Tolkieniano consiglia Tolkieniano consiglia p. 13 p. 13 p. 13 p. 13 Ex Libris di Tolkieniano Collection Ex Libris di Tolkieniano Collection Ex Libris di Tolkieniano Collection Ex Libris di Tolkieniano Collection disegnato dal maestro Piero Crida disegnato dal maestro Piero Crida disegnato dal maestro Piero Crida disegnato dal maestro Piero Crida p. 14 p. 14 p. 14 p. 14 Un album con disegni originali Un album con disegni originali Un album con disegni originali Un album con disegni originali di Pauline Baynes del 1941 di Pauline Baynes del 1941 di Pauline Baynes del 1941 di Pauline Baynes del 1941 p. 16 p. 16 p. 16 p. 16 Letture Tolkieniane... alcuni consigli Letture Tolkieniane... alcuni consigli Letture Tolkieniane... alcuni consigli Letture Tolkieniane... alcuni consigli p. 18 p. 18 p. 18 p. 18 Curiosità Tolkieniane. Sapevi che… p. 22 Da diversi anni curo un blog sul collezionismo tolkienia- no, una vetrina per la mia passione quasi ventennale per la vita e le opere del professo J.R.R. Tolkien. Uno spazio virtuale che mi ha donato grandi gioie e fatto conoscere tantissimi altri appassionati sparsi in ogni angolo del pia- neta. Ho pensato di produrre un foglio on line dove poter ripor- tare le ultime notizie inserite e le ricerche sull’opera e la vita di Tolkien da me condotte, pubblicate negli ultimi mesi. Una sorta di compendio per chi non ha avuto modo di leggerle sul mio blog. Nulla di particolare, ma un modo semplice per raggiun- gere altri lettori appassionati di Tolkien e magari avvici- nare qualche curioso che non si è ancora perso per le strade della Terra di Mezzo. Mi auguro possa risultare una piacevole lettura. Salutandovi, rimando tutti al mio blog http://tolkieniano.blogspot.com http://tolkieniano.blogspot.com http://tolkieniano.blogspot.com http://tolkieniano.blogspot.com Oronzo Cilli Oronzo Cilli Oronzo Cilli Oronzo Cilli La rivista di Foglio gratuito on line con le ultime notizie dal mondo tolkieniano
Transcript
Page 1: La rivista di Tolkieniano Collection

In questo numero:

J.R.R. Tolkien e il movimento J.R.R. Tolkien e il movimento J.R.R. Tolkien e il movimento J.R.R. Tolkien e il movimento esperantista ingleseesperantista ingleseesperantista ingleseesperantista inglese p. 2p. 2p. 2p. 2

1958: la registrazione inedita 1958: la registrazione inedita 1958: la registrazione inedita 1958: la registrazione inedita del discorso di Tolkien a Rotterdam del discorso di Tolkien a Rotterdam del discorso di Tolkien a Rotterdam del discorso di Tolkien a Rotterdam p. 10p. 10p. 10p. 10

Le edizioni italiane di Tolkien: quanto vale...?Le edizioni italiane di Tolkien: quanto vale...?Le edizioni italiane di Tolkien: quanto vale...?Le edizioni italiane di Tolkien: quanto vale...? Tolkieniano consiglia Tolkieniano consiglia Tolkieniano consiglia Tolkieniano consiglia p. 13p. 13p. 13p. 13

Ex Libris di Tolkieniano CollectionEx Libris di Tolkieniano CollectionEx Libris di Tolkieniano CollectionEx Libris di Tolkieniano Collection disegnato dal maestro Piero Crida disegnato dal maestro Piero Crida disegnato dal maestro Piero Crida disegnato dal maestro Piero Crida p. 14p. 14p. 14p. 14

Un album con disegni originali Un album con disegni originali Un album con disegni originali Un album con disegni originali di Pauline Baynes del 1941 di Pauline Baynes del 1941 di Pauline Baynes del 1941 di Pauline Baynes del 1941 p. 16p. 16p. 16p. 16

Letture Tolkieniane... alcuni consigliLetture Tolkieniane... alcuni consigliLetture Tolkieniane... alcuni consigliLetture Tolkieniane... alcuni consigli p. 18p. 18p. 18p. 18

Curiosità Tolkieniane. Sapevi che… p. 22

Da diversi anni curo un blog sul collezionismo tolkienia-no, una vetrina per la mia passione quasi ventennale per la vita e le opere del professo J.R.R. Tolkien. Uno spazio virtuale che mi ha donato grandi gioie e fatto conoscere tantissimi altri appassionati sparsi in ogni angolo del pia-neta.

Ho pensato di produrre un foglio on line dove poter ripor-tare le ultime notizie inserite e le ricerche sull’opera e la vita di Tolkien da me condotte, pubblicate negli ultimi mesi. Una sorta di compendio per chi non ha avuto modo di leggerle sul mio blog.

Nulla di particolare, ma un modo semplice per raggiun-gere altri lettori appassionati di Tolkien e magari avvici-nare qualche curioso che non si è ancora perso per le strade della Terra di Mezzo.

Mi auguro possa risultare una piacevole lettura. Salutandovi, rimando tutti al mio blog http://tolkieniano.blogspot.comhttp://tolkieniano.blogspot.comhttp://tolkieniano.blogspot.comhttp://tolkieniano.blogspot.com

Oronzo CilliOronzo CilliOronzo CilliOronzo Cilli

La rivista di

Foglio gratuito on line con le ultime notizie dal mondo tolkieniano

Page 2: La rivista di Tolkieniano Collection

J.R.R. Tolkien J.R.R. Tolkien J.R.R. Tolkien J.R.R. Tolkien e il movimentoe il movimentoe il movimentoe il movimento

esperantista ingleseesperantista ingleseesperantista ingleseesperantista inglese

Dopo 81 anni riemerge l’appello sul valore educativo dell’Esperanto firmato anche da J.R.R. Tolkien

Un ritrovamento tutto italiano

Fino a oggi la cerniera tra Tolkien e l’esperanto era uno stralcio di lettera pubblicata nel maggio 1932 sulla rivi-

sta “The British Esperantist” . In realtà, il meraviglioso mensile della Esperanto Association of Britain, nasconde almeno altre due informazioni utili a ricostruire il rapporto

tra il futuro autore de Lo Hobbit e de Il Signore degli Anel-li e la lingua artificiale inventata da Ludwik Lejzer Za-menhof. Qui si presentano i risultati di una ricerca condotta sulla rivista esperantista britannica, la quale ha rivelato due epi-sodi che vedono coinvolto direttamente J.R.R. Tolkien: il

XXIV British Esperanto Congress dell’aprile 1933 e l’appello The Educational Value of Esperanto firmato da venti personalità inglesi nel maggio dello stesso anno e tra

questi anche John Ronald Reuel Tolkien.

L’Esperanto L’esperanto nasce tra il 1872 e il 1887 come lingua pianificata, sviluppata da Ludwik Lejzer Zamenhof, oftal-

mologo polacco di origini ebraiche. Il Primo Libro, Unua Libro, del 1887, la presenta come Lingvo Internacia (tr. “lingua internazionale”), ma presto diventa esperanto (tr. “colui che spera”, “sperante”) dallo pseudonimo Doktoro Esperanto utilizzato dallo stesso Zamenhof. La nuova lin-gua nasce con l’intento di far dialogare i diversi popoli e sviluppare comprensione e pace con una seconda lingua appartenente all’umanità e non a un popolo. Un progetto

linguistico che trova fondamento nella Dichiarazione di Boulogne, alla fine del primo Congresso Universale di E-speranto celebrato appunto a Boulogne-sur-Mer, in Francia, nel 1905 e promosso dall’avvocato francese Alfred Mi-

chaux; e nel Manifesto di Praga del 1996. Dal 1905, ogni anno, l’Associazione Universale Esperanto (Universala

Esperanto-Asocio o UEA) celebra il Congresso Universale (in esperanto Universala Kongreso de Esperanto o

UK), solitamente nei mesi di luglio o agosto, e al quale partecipano gli esperantofoni e i componenti della comu-nità esperantista. L’ultimo Congresso è stato quello di Reykjavík in Islanda nel 2013 e i prossimi si terranno a Buenos Aires in Argentina, nel 2014, e a Lille in Francia nel 2015 che sarà anche il centesimo dalla sua istituzione. L’UEA, fondata nel 1908 dal giornalista svizzero Hector Hodler, è la principale organizzazione internazio-nale di esperantofoni con sede ufficiale a Rotterdam con sedi anche presso le Nazioni Unite a New York. L’UEA conta associati in centoventi paesi e mantiene relazioni ufficiali con le Nazioni Unite e l’UNESCO, vantando cir-ca cento strutture nazionali in tutto il mondo. Tra le organizzazioni nazionali, la più antica è

quella britannica, la Esperanto-Asocio de Britio (BEA), fondata nel 1904 e diventata sezione nazionale nel 1933, che fin da subito lancia un suo periodico “The British E-sperantist”. Con sede a Londra[1], è la massima associa-zione esperantista del Regno Unito e lo rappresenta all’interno dell’UEA. Come accade in altri paesi, anche nel Regno Unito, ben presto nascono associazioni espe-rantiste in altre città e in quella dove vive e insegna Tol-kien, Oxford, la data di fondazione è il 23 gennaio 1930.

1930: Oxford ospita il Congresso Universale di Esperanto

Nel 1930, la sede scelta per ospitare il 22° Con-gresso Universale di Esperanto è proprio la città universi-

2 2 2 2 Tolkieniano Collection n. 1/2014Tolkieniano Collection n. 1/2014Tolkieniano Collection n. 1/2014Tolkieniano Collection n. 1/2014

Page 3: La rivista di Tolkieniano Collection

taria di Oxford[2]. Il periodo scelto, è la settimana dal 2 al 9 agosto, ed è proprio nel gennaio di quest’anno, come scrive

il mensile “International Language” nel numero di mar-zo, che la

“Oxford University ha seguito l’esempio. Il 23 gennaio, la Oxford University Esperanto Society è stata fondata con una classe formata da quindici studenti provenienti da diversi collegi. La Società ha ricevuto il rico-

noscimento ufficiale da parte delle autorità universitarie”[3].

Il Congresso Universale è presieduto Bernard Long, Bachelor of Arts e consigliere del B.E.A. e come Vice, W.E. Collinson, professore di tedesco e Buchanan

Lecturer di Esperanto all’Università di Liverpool. Il programma della settimana congressuale prevede per il pomeriggio di sabato 2 agosto, la sessione del Comitato Centrale Internazionale e a seguire la sessione del Consiglio Generale e in serata, i congressisti sono ospiti del Sindaco di Oxford, William Stobie. La domenica mattina, dopo la Messa[4], è il momento delle fotografie. La più famosa di questo congresso è al gruppo di partecipanti al Congresso di Cambridge del 1907[5].

Nel pomeriggio una sessione con serata libera. Lu-nedì mattina si apre la prima sessione di lavoro; nel pome-riggio si dà l’avvio alla Summer University con la prima lezione, poi le riunioni tecniche e infine la serata danzante nei costumi nazionali. Il martedì mattina si apre con l’incontro dell’U.E.A e nel pomeriggio ancora la Summer

University e le riunioni tecniche. La serata è dedicata al-la riunione di propaganda pubblica. Mercoledì mattina s’inizia con la seconda sessione di lavoro; nel pomeriggio ancora Summer

University e riunio-ni tecniche. La serata vede metà dei partecipanti impegnati in alcuni giochi e l’altra metà a un concerto. Il giovedì mattina è tutto dedicato alle escursioni. I congres-

sisti possono scegliere tra: a) la visita al castello reale di Windsor, e un viaggio sul Tamigi con delle navi specia-

li; b) Un’escursione con le automobili a Banbury, Kenil-worth, Warwick, Stratford-on-Avon e Broadway; c) Un’escursione in auto a Newbury, Andover, Salisbury, Sto-nehege, Marlborough e Wantage. E infine, un’escursione in auto a Cirencester, Stroud, Gloucester, Cheltenham, Nord Leach e colline Costwold. La serata vede i congressisti che sono stati al concerto impegnarsi nei giochi, e quelli dei giochi assistere al concerto. Venerdì mattina si apre con la

terza sessione di lavoro e la serata termina con un ballo. Sabato mattina il congresso si chiude con l’ultima sessio-ne.

Al XXII Congresso di Oxford partecipano 1211 partecipanti da 29 paesi differenti. La parte da leone, ov-viamente, la ricopre l’Inghilterra con 623 partecipanti ma arrivano anche sei dall’Australia e nove dal Giappone mentre dall’Italia sono solo otto[6]. I delegati ricevono anche la Spilla ufficiale, prodotta in occasione del Con-gresso, a forma pentagonale a simboleggiare i cinque con-tinenti. All’interno il simbolo della comunità esperantista, una smaltata Verda Stelo (Stella verde), con il verde a simboleggiare la speranza e la stella i cinque continenti. Nella parte superiore che sovrasta l’incisione a sbalzo

dell’Università di Oxford compare la scritta XXIIA Uni-versala Kongreso de Esperanto sul lato basso, e con sfon-do verde smaltato, Oxford 2-9 August 1930.

1930: e J.R.R. Tolkien? Alla luce di quanto fin qui riportato, è naturale chiedersi se tra i partecipanti ci fosse anche il professor J.R.R. Tol-kien. Ebbene, dalla personale consultazione dell’elenco dei 1211 partecipanti pubblicato sul mensile

“International Language” dal numero di gennaio 1930 a quello di ottobre dello stesso anno[7] – fatto salvo il nu-mero di settembre – e curato da Cecil Charles Goldsmith, segretario della BEA, così come dalla consultazione degli Atti del Congresso pubblicati lo stesso anno[8], il nome

di J.R.R. Tolkien non compare. Questo però non vuol dire che Tolkien non vi prende parte ma è possibile che partecipi solo ad alcune attività anziché a tutta la settimana congressuale. Il settimanale cattolico “The Tablet” scrive che “in concomitanza con il Congres-so Internazionale di Esperanto di Oxford, un sermone in quella lingua è stato predicato ai delegati cattolici nel con-

vento domenicano dei Blackfriars, da padre Gaffney O.P. [irlandese]”[9]. È possibile che la Fede, l’interesse per questa lingua e, non ultimo, il convento domenicano dei Blackfriars, lo portino a presenziare alla funzione reli-giosa. Il convento domenicano dei Blackfriars non gli è estraneo. Sabato 19 maggio 1945, Tolkien serve Messa proprio in quel convento e questo lo si apprende da una lettera invia-ta il 15 maggio alla signora Michal Williams, lo stesso giorno della morte di suo marito Charles in seguito ad un’operazione. Charles Williams è stato uno scrittore e poeta inglese e membro storico degli Inklings assieme a C.S. Lewis e allo stesso J.R.R. Tolkien. Le scrive “[…] Fratello Gervase Mathew[10] dirà messa sabato alle 8 del

mattino aiBlackfriars[11], e io la servirò; ma naturalmente Lei sarà nelle mie preghiere da subito e per sempre

Tolkieniano Collection n. 1/2014Tolkieniano Collection n. 1/2014Tolkieniano Collection n. 1/2014Tolkieniano Collection n. 1/2014 3333

Page 4: La rivista di Tolkieniano Collection

[…]”[12].

Anche sulla partecipazione alla funzione religiosa del 9 agosto 1930, purtroppo, non si ha conferma in nessun volume pubblicato o in lettere dello stesso autore inglese. L’unica certezza è data dal fatto che Tolkien è sicuramente a conoscenza del Congresso in quanto ne parla in apertura di Un vizio segreto (A Secret Vice), presente nella raccolta curata dal figlio Christopher, Il Medioevo e il Fantasti-

co (The Monsters and the Critics and other Essay). Un te-sto nel quale Tolkien disquisisce brillantemente sulle lingue artificiali e sulla loro presunta “inutilità”, soprattutto sul gusto particolare che lascia agli ideatori e a quei pochi “iniziati” che l’apprendono. Com’è noto, però, il testo non è datato e le ipotesi sull’anno di stesura si dividono in chi lo fa risalire presumibilmente al 1931, per via dell’incipit, e in chi sostiene sia stato scritto poco dopo il Congresso del 1930 e poi riveduto in alcune sue parti per una successiva conferenza. Scrive il professor Tolkien in apertura del suo discorso:

“Forse alcuni di voi sapranno che un anno fa, o più, a Oxford si è tenuto un convegno sull’esperanto; o forse no, non lo sa-pete affatto. Personalmente, mi ritengo un entusiasta delle lingue “artificiali”, quantomeno per l’Europa; vale a dire, sostengo la loro intrinseca auspicabilità come presupposto possibile e necessario all’unificazione dell’Europa prima che venga fagocitata dalla non-Europa, oltre che per numerose altre ottime ragioni. Ne sostengo l’auspicabilità perché, a quanto mi è dato sapere, la storia del mondo sembra rivelare sia l’incremento progressivo del controllo (o dell’influenza) da parte umana sull’incontrollabile, sia l’espansione graduale di una gamma di linguaggi più o meno uniformi. Inoltre, ho una particolare predilezione per l’esperanto, anche perché si tratta in ultima analisi della creazione di un solo uomo, un non fìlo-logo, e di conseguenza mi appare come un “linguaggio umano scevro delle complicazioni dovute all’opera dei troppi cuochi che rovinano la minestra”: e questa è per me la miglior descri-zione della lingua artificiale ideale. Non c’è dubbio che la propaganda esperantista abbia fatto leva su tutte queste considerazioni. Non saprei. Ma non ha grande importanza, perché non è di questa particolare lingua artificia-le che voglio parlarvi stasera”[13].

Al momento, in mancanza di documenti, ogni ipotesi resta plausibile anche se il legame tra Tolkien e l’Esperanto non termina qui.

1932: Il Tolkien “esperantista” Se della sua partecipazione al Congresso del 1930 non vi è conferma, anche se chi scrive propende più per la presenza anche se episodica, esiste uno scritto sul suo “impegno” per la lingua esperantista a molti noto. Si tratta di una lettera dello stesso Tolkien inviata al segretario del Comitato per l’Educazione della British Esperantist Asso-

ciation dopo che questa l’ha nominato nel Board dei Con-siglieri Onorari. L’estratto di questa lettera trova pubblica-zione sul numero di “The British Esperantist”, del maggio 1932 sotto il titolo Un filologo sull’Esperanto[14]. Tolkien scrive di aver mostrato interesse per la lin-gua internazionale dell’esperanto “come filologo, e come ogni filologo dovrebbe”, considerandola “un fenomeno linguistico importante e interessante” con la quale si trova in sintonia. Scrive di non esser un pratico esperantista[15] come, a suo avviso, dovrebbe essere un consigliere, riferendosi al suo “nuovo” incarico. Ammette di conoscerla, “come direbbe un filologo”, poiché l’ha imparata nel 1907 – scrive “venticinque anni fa” – e non ha dimenticato la grammati-ca e la struttura e, visto che a suo tempo ha letto una buone dose di testi, ha una certa familiarità con questo genere di linguaggi e perciò si sente “competente nel dare un parere riguardante pregi e difetti”. Premesso questo, però, ritiene di non poter dare un contributo utile se non come filologo e critico. Per l’idea che Tolkien ha sulla situazione della lingua in-ternazionale, simili servizi, per quanto buoni in teoria, in pratica non sono desiderati, e l’essere tecnico della filolo-gia diventa “un ostacolo e un impiccio”. Ma proprio per questo, che ritiene un forte motivo, si sente di sostenere l’Esperanto. L’Esperanto, continua Tolkien, sembra per lui senza dub-bio, nel complesso, superiore a tutti i suoi concorrenti, risultando già al primo posto e raggiungendo ampi e reali

4444 Tolkieniano Collection n. 1/2014Tolkieniano Collection n. 1/2014Tolkieniano Collection n. 1/2014Tolkieniano Collection n. 1/2014

Page 5: La rivista di Tolkieniano Collection

consensi oltre ad aver sviluppato la più avanzata organizza-zione. Tolkien la paragona a una chiesa ortodossa che si trova di fronte i non credenti, ma anche scismatici ed eretici. E questa ritiene sia una situazione che il filologo aveva pre-visto. Per lui, l’Esperanto ha superato il problema più impor-tante che si ritrova ad affrontare un’aspirante lingua interna-zionale, quella della diffusione universale, in quanto ha rag-giunto “un certo indispensabile grado di semplicità, interna-zionalità e (aggiungerei) di individualità ed eufonia”. Uno strumento che abbia la possibilità di raggiungere tale obietti-vo, secondo Tolkien, ne vale cento teoricamente più perfetti. Per il filologo di Oxford, nell’invenzione e nel gusto lingui-stici non c’è nulla di definitivo e la bellezza dell’invenzione nei dettagli risulta d’importanza relativamente modesta oltre il minimo necessario, e i teorici e gl’inventori – e tra questi, scrive, sarebbe felice di entravi - non fanno altro che ritarda-re il movimento, “se sono disposti a sacrificare l’unanimità per il “miglioramento”. Tolkien ammette anche che il miglioramento tecnico dell’impianto, finalizzato a una maggiore semplicità e chia-rezza della struttura o a una maggiore internazionalità, tenda a distruggere l’aspetto “umano” o estetico dell’idioma inven-tato. Ritiene che quest’aspetto, all’apparenza poco pratico, sia notevolmente trascurato dai teorici, anche se il professore inglese pensa non sia proprio secondario, e che alla fine avrà una grande influenza sulla questione basilare dell’accettazione universale. Tolkien, verso la fine, cita con N**, probabilmente il Novial[16], un altro progetto linguisti-co come ingegnoso e più semplice dell’Esperanto, ma lo ri-tiene orrendo in quanto, ci vede scritto sopra “prodotto di fabbrica”, o meglio, “fatto con pezzi di ricambio”. Una lin-gua, il progetto alternativo all’esperanto, che per lui “non ha quel barlume d’individualità, coerenza e bellezza che appaio-no nei grandi idiomi naturali, e che sembrano di un livello considerevole (probabilmente il più alto livello possibile per un idioma artificiale) in Esperanto - una prova originale del genio dell’autore”. La conclusione, è un consiglio a tutti co-loro i quali hanno tempo o voglia di occuparsi del movimen-

to per la lingua internazionale: “Sostenete lealmente l’Esperanto” . Fin qui ciò che di Tolkien esperantista si conosce e che trova approfondimento nel più completo ed esauriente saggio scritto sull’argomento da Arden R. Smith e Patrick

Wynne “Tolkien and Esperanto” (Seven: An Anglo-American Literary Review, n. 17, 2000, pp. 27-46). Ma da un’attenta e approfondita ricerca sulla rivista mensile della BEA, vengono fuori due nuove notizie inedite di sicuro inte-resse per studiosi e appassionati tolkieniani ed esperantisti.

1933: Tolkien esperantista e protagonista L’attività esperantista di Tolkien non si chiude nel 1932 e a dirlo è ancora il mensile “The British Esperantist” su

due numeri del 1933. Il nome del futuro autore de Lo Hobbit e de Il Signore

degli Anelli, lo ritroviamo sul numero di gennaio 1933

citato nell’annuncio del XXIV British Esperanto Con-gress, che si tiene lo stesso anno nel periodo di Pasqua ancora nella città di Oxford. Nella pagina del mensile esperantista si legge:

24th BRITISH ESPERANTO CONGRESS Oxford—Easter, 1933.

Patrons: H.R.H. The Duke of Connaught, K.G.; His Wor-ship the Mayor of Oxford (Alderman G. H. Brown); Sir Michael Sadler, K.C.S.I., C.B.; Professor Braun Holtz; Councillor Rev. John Carter, Dr. A. D. Lindsay, C.B.E.,

Master of Balliol College, Professor J.R. Tolkien, and A. Baratt Brown, Principal of Ruskin College[17].

Tolkien, di fatti, risulta essere tra i sostenitori di questo Congresso assieme ad altre personalità oxoniensi dell’epoca. Il Congresso si celebra al Randolph Hotel, in Braumont Street a Oxford, e per tale occasione si organizzano anche dei corsi di Esperanto come quello riportato dal “The Tablet” il 25 marzo 1933: “A seguito del British Esperan-to Congress che si terrà a Oxford nella settimana di Pa-

squa, Padre Andrew Cseh, della English League of Ca-tholic Esperantists annuncia l’intenzione di dare un breve corso di istruzione in Esperanto. Padre Cseh è un unghe-rese, il cui sistema d’insegnamento ha riscosso un note-vole successo”[18].

Il programma del Congresso prevede per venerdì 14 aprile, alle 9, l’apertura delle iscrizioni, nella mattinata e nel pomeriggio una passeggiata per Oxford e la sera una lezione di prova di esperanto. Sabato 15 aprile, la matti-na, c’è la riunione annuale della B.E.A.; il pomeriggio un incontro degli insegnanti e altri soggetti interessati

Tolkieniano Collection n. 1/2014Tolkieniano Collection n. 1/2014Tolkieniano Collection n. 1/2014Tolkieniano Collection n. 1/2014 5555

Page 6: La rivista di Tolkieniano Collection

all’esperanto e all’istruzione dal tema: “La posizione attua-le dell’Esperanto nelle scuole della Gran Breta-gna”. Relatore dell’incontro: Montagu Christie Butler[19], Presidente della BEA, e a presiedere, Novell Smith, M.A. (già Preside della Scuola Sherborne). Domenica 16 aprile, dopo la Messa nella Cappella del New College gui-

data da W. Severn, la fotografia ai Congressisti. Nel pome-riggio l’incontro compartimentale e la sera un concerto. L’ultimo giorno, lunedì 17 aprile, per tutto il giorno escur-sioni a Kenilworth , Warwick e Stratford. Sono previsti anche gli esami per i diplomi I.B.E.A. e L.B.E.A. La segre-

teria del Congresso è affidata a J.F. Brendel, 89 Dene Road, Headington a Oxford. Tutte le serate congressuali

sono organizzate dall’Oxford Esperanto Society. Non sappiamo se Tolkien interviene al Congresso, e in que-sto il mensile esperantista non ci aiuta, ma se lo avesse fat-to, nulla ci vieterebbe d’ipotizzare che il testo utilizzato per il discorso possa essere stato proprio Un vizio segreto. Ma questa è solo un’altra delle tante ipotesi. Il secondo riferimento a Tolkien è, a mio avviso, forse più importante della stessa nota pubblicata nel 1932, e lo si trova nel numero di maggio del 1933, sempre sul “The British Esperantist”, e che con molta probabilità ha uno stretto legame con il Congresso tenutosi nell’aprile prece-dente. Sul numero di maggio, in prima pagina, è presente un testo

redatto nell’aprile 1933 dal titolo “Il valore educativo dell’Esperanto”. È probabile che sia stato redatto alla fine del XXIV Congresso del quale si è fatto cenno giacché, nella giornata di sabato, era in programma l’incontro “La

posizione attuale dell’Esperanto nelle scuole della Gran

Bretagna”. E questo confermerebbe la presenza di Tolkien e il ruolo attivo ai lavori congressuali. Il testo recita “in considerazione della grande necessità, nelle condizioni attuali, di una semplice ma adeguata lingua ausiliaria internazionale che può essere appresa in tutte le terre civilizzate, e liberamente impiegato nello scritto e nel parlato in tutte le fasi della vita, vogliamo richiamare l’attenzione sui meriti dell’Esperanto e il suo posto nella formazione”. “Questo linguaggio” continua “ha superato la prova dei quarantacinque anni di uso pratico. Il suo successo è stato dimostrato a non meno di ventiquattro Congressi Interna-zionali, comunemente frequentati da oltre mille persone, in rappresentanza di trenta o quaranta nazionalità. Non sono necessari gli interpreti in questi incontri, o durante le riu-nioni locali degli esperti che si svolgono in collaborazione con loro o in altri momenti”. “Non solo vi è un diffuso e fluente uso della lingua per i viaggi, i rapporti culturali e di amicizia personale, ma le sue realizzazioni per scopi tecnici e professionali sono già con-siderevoli”. Ma anche “docenze di Esperanto sono state

stabilite presso le Università di Liverpool, Ginevra e Cra-covia; opere in lingua originale sono state pubblicate tra

l’altro dal Prof. Baudouin sull’Auto-suggestione, dal Prof. Bovet in Psicoanalisi, e dal Prof. Collinson sulla Lingua”. Cosi come “molte questioni scientifiche e tecniche sono apparse, particolarmente in Giappone, dove sono stati in-clusi documenti e trattati temi diversi come la resistenza dei materiali, chimica inorganica e organica, e la meteoro-logia, e nello stesso paese, è stato rilasciato un vocabolario farmaceutico in Esperanto, e vari dizionari tecnici in lin-gua sono stati pubblicati in Europa, tra cui uno di quasi quattro mila termini rilasciati dalla Società Internazionale di Medici Esperantisti. Durante il solo 1931, 1.204 discus-sioni in Esperanto e 514 lezioni sono state trasmesse da stazioni senza fili in 21 paesi, incluso il Giappone”. Il do-cumento prosegue sostenendo che “la Società Internazio-

nale di Insegnanti Esperantistiha un elenco di quasi sette mila docenti (in sessanta paesi) che conoscono la lingua e oltre mille scuole (in trentadue paesi) dove sono state isti-tuite le classi di Esperanto. Queste includono le scuole elementari e secondarie in Gran Bretagna, ed è interessan-te ricordare che il Board of Education per l’Inghilterra e il Galles ha per molti anni concesso corsi serali in Esperanto a scuole che hanno presentato richiesta per la loro istitu-zione”. I sottoscrittori scrivono che “noi sosteniamo l’adozione di Esperanto come prima lingua da studiare, dopo la lingua madre, nelle scuole di tutti i paesi, sia per motivi generali che per le seguenti ragioni specifiche” E passano ad elencare che:

«1. Una conoscenza dell’Esperanto può essere ottenuta in un tempo straordinariamente breve rispetto a quello richiesto per le lingue nazionali che abbondano in difficoltà di grammati-ca, linguaggio, e pronuncia: così, studiarlo è vantaggioso anche per gli alunni che non hanno il tempo o le capacità di imparare una lingua straniera abbastanza bene da essere in grado di usarle.

2. Si verifica la capacità linguistica e aiuta l’insegnante a individuare più rapidamente gli alunni che possono proficua-mente affrontare lo studio di altre lingue, per cui è un’eccellente introduzione.

3. La sua logica grammaticale, e il fatto che il suo metodo di espressione è lucido e inequivocabile, tendono a sviluppare l’accuratezza nell’uso delle parole.

4. La conoscenza dell’Esperanto non solo agisce come stimo-

6 6 6 6 Tolkieniano Collection n. 1/2014Tolkieniano Collection n. 1/2014Tolkieniano Collection n. 1/2014Tolkieniano Collection n. 1/2014

Page 7: La rivista di Tolkieniano Collection

lo per l’apprendimento di altre lingue, ma porta anche ad uno studio più efficace della geografia, compreso l’interesse, acqui-sita attraverso la corrispondenza, per la vita degli altri paesi in tutte le parti del mondo civilizzato.

5. La letteratura esperantista, sia originale che tradotta, è in costante crescita, ed è già sufficiente a giustificare uno studio della lingua».

La conclusione recita “siamo lieti di unirci agli sforzi che sono stati fatti per introdurre l’Esperanto come un normale materia d’insegnamento, e per incoraggiarne l’uso nelle scuole di tutto il mondo”. A seguire le venti firme autorevoli e l’ultima, a sorpresa, è di

J.R.R. TOLKIEN, M.A., Rawlinson and Bosworth Professor of Anglo-Saxon[20], University of Oxford. L’appello, a quanto pare, è diventato un vero e proprio mani-festo e questo lo apprendiamo in occasione dell’Australian

Esperanto Congress del dicembre 1951, tenutosi a Sidney,

durate il quale Herbert Koppel di Melbourne, segretario della Australian Esperanto Association, ad un giornalista mostra “un manifesto stampato in favore della lingua, firma-to da una ventina di scrittori e studiosi inglesi, tra i quali G.P. Gooch, lo storico, e il Professor J.R.R. Tolkien, professore di anglosassone a Oxford”[21].

Conclusioni Questo viaggio nella Oxford d’inizio anni trenta, tra Con-gressi ed esperantisti, non è chiaramente un punto di arri-vo sul rapporto tra Tolkien e l’Esperanto al contrario, è da considerarsi un punto di partenza per nuove e più ap-profondite ricerche su un aspetto bibliografico e linguisti-co di un certo interesse. Si potrebbero cercare informa-zioni o notizie sul Congresso di Oxford del 1933 e maga-ri scoprire altri collegamenti tra Tolkien, che al Congres-so 1933 di Oxford avrebbe preso parte, e la lingua inven-tata da Zamenhof. Oggi sappiamo che l’interesse di Tolkien per que-sta lingua inizia nel 1907, con una pagina del suo taccui-no The Book of Foxrook, oggi conservato nella Bodleian Library, prosegue nel periodo su descritto e, successiva-mente, passa alla fase del ripensamento. Quest’ultima è testimoniata dall’annotazione scritta proprio sulla bozza del paragrafo di apertura di Un vizio segreto, o più proba-bilmente sulla bozza di revisione. Suo figlio Christopher, in una nota al testo, scrive che suo padre annota di non essere “più tanto convinto che [una lingua artificiale] sia cosa buona”, continuando che “al momento secondo me sarebbe auspicabile un linguaggio non umano, del tutto scevro di cuochi di sorta, sostituiti da esperti in tecnica nutrizionale e liofìlizzatori professionisti”[22]. E alcuni anni dopo matura l’idea che le leggende e le storie dipendono dalla lingua a cui appartengono con un

Tolkieniano Collection n. 1/2014Tolkieniano Collection n. 1/2014Tolkieniano Collection n. 1/2014Tolkieniano Collection n. 1/2014 7777

Page 8: La rivista di Tolkieniano Collection

riferimento anche all’esperanto. Scriveva ad un lettore, il Sig. Thompson, il 14 gennaio 1956:

«Fu proprio allo scoppio della guerra del 1914 che scoprii che le “leggende” dipendono dalla lingua a cui appartengono; ma un linguaggio vivo dipende in egual misura dalle “leggende” che la tradizione ha conservato. (Per esempio, la gente non riesce a realizzare che la mitologia greca dipende molto più dalla meravigliosa estetica della sua lingua e dai nomi di per-sone e posti che dal suo contenuto, benché naturalmente di-penda da entrambi. E viceversa. Volapuek, esperanto, ido, novial, eec. eec. sono morti, molto più morti di altre antiche lingue non più usate, perché i loro autori non hanno mai in-ventato delle leggende in esperanto)»[23].

Leggendo quanto scritto, è possibile ipotizzare che Tolkien abbia cominciato ad avere un ruolo, o a essere rico-nosciuto come punto di riferimento, a partire dal 1932 e che poco dopo, abbia “abbandonato” la comunità esperantista per coltivare la sua passione principale. Anche l’appello del 1933 lo confermerebbe. Infatti, nel 1931, il nome di Tol-kien non compare in un altro appello sull’Esperanto nella formazione mondiale accanto alle otto personalità che fir-meranno con lui quello del 1933 (T. Grame Bailey, C. B. Fawcett, J. J. Findlay, Alexandra Fisher, J. C. Flugel, S. Margery Fry, C. W. Kimmins e Nowell Smith)[24].

Dopo il 1933, del Tolkien esperantista non si cono-scono altri documenti o notizie e questo credo possa essere un buon punto di partenza… Di seguito i firmatari dell’appello dell’aprile 1933.

THE EDUCATIONAL VALUE OF ESPERANTO [...]

We heartily associate ourselves with the efforts that are being made to introduce Esperanto as a regular subject of instruction, and to encourage its use in the schools of the world.

T. GRAHAME BAILEY , M.A . B.D., D.Litt., Reader in Urdu and Hindustani, University of London; T. C. BAILLE , M.A., D.Sc., Principal, West Ham Municipal College; W. E. COL-LINSON , M.A., Ph.D., Prof. of German and Buchanan Lecturer

in Esperanto, University of Liverpool; CHAS. W. COWEN, M.A., President, National Union Teachers, 1929; C. B. FAW-CETT , B.Litt., D.Sc., Prof. of Economic and Regional Geogra-phy, University of London; J. J. FINDLAY , M.A., Ph.D., M.Ed., Honorary Professor of Education, University of Manchester; AL-EXANDRA FISHER , M.A., D.Litt., Headmistress. Girls’ County

School, Bishop Auckland; J. C. FLUGEL , B.A., D.Sc., Assistant Professor in the Dept. of Psychology, University College, Lon-

don ; S. MARGERY FRY, M.A., LL.D., Late Principal of Somerville College, Oxford; G. P. GOOCH, M.A., D.Litt., Fel-

low of the British Academy; G. H. GREEN, M.A., Ph.D., Lec-turer in Education, University College of Wales, Aberystwyth; T.

GWYNN JONES, M.A., Prof. of Welsh Literature, University College of Wales, Aberystwyth; N. B. JOPSON, M.A., Reader in

Comparative Slavonic Philology, King’s College, London; C. W. KIMMINS , M.A., D.Sc., Lots Chief Inspector, Education Dept..

L.C.C. (1904-23); JOHN A. PEART, M.A., Director of Educa-tion, City of Winchester; EMILY PHIPPS . B.A., BARRISTBR-AT-LAW, Late Headmistress, Municipal Secondary Girls’

School, Swansea. Late Editor of “The Woman Teacher”; W. RAMSDEN, D.M., Fellow of Pembroke College, Oxford. Emeri-tus Professor of Bio-Chemistry, University of Liverpool; NOW-ELL SMITH , M.A., Formerly Headmaster of Sherbone; G. A. SUTHERLAND , M.A., Principal of Dalton Hall, University of

Manchester e J. R. R. TOLKIEN, M.A., Rawlinson and Bos-worth Professor of Anglo-Saxon, University of Oxford.

April 1933.

NOTE

[1] Dal 2001 ha spostato la propria sede a Stoke-on-Trent, nello Staffordshire, presso il Wedgwood Memorial College di Barla-ston, e dove ha anche sede la Biblioteca Montagu Butler, tra le più importanti biblioteche di esperanto al mondo.

[2] Nel 1929 si tiene a Budapest, in Ungheria, e nel 1931 a Cra-covia in Polonia.

[3] Esperanto in the Universities, in «International Language», London, vol. VII, March 1930, p. 52.

[4] I contatti tra gli esperantisti e la Chiesa cattolica si sono avuti sin dal principio. Nel 1906, il 2 giugno, Pio X accolse in udienza il gruppo esperantista romano fondato da mons. Luigi Giambene, scherzosamente ribattezzato Mons. Esperanto. I rapporti si con-solidano dalla fine del secondo dopoguerra quando Pio XII, nel 1950, saluta nella loro lingua gli esperantisti convenuti in un’udienza generale nella basilica di San Pietro.

[5] La foto del Congresso di Oxford pubblicata in questo artico-lo è visibile sul sito dell’Österreichische Nationalbibliothek. [6] Listo de Kongresanoj, in «International Language», London, vol. VII, October 1930, p. 236.

[7] La lista dei partecipanti, che prevede Cognome e Nome ap-puntato, titolo accademico o associativo, indirizzo personale, Città di provenienza e nazionalità, è così suddivisa: January, n. 1-61; February, n. 62-126; March, n. 127-239; April, n. 240-319; May, n. 320-428; June, n. 429-521; July, n. 522-646; August, n. 647-1097; October, n. 1098-1211. In «Internbational Language», London, vol. VII, January-October 1930.

[8] Dudekdua Universala Kongreso de Esperanto, Internacia Centra Komitato de la Esperanto-Movado, Geneve, 1930, pp. 140. Per la consultazione di questo volume si ringra-

zia la Biblioteca nazionale di esperanto. Fondata nel 1972 e oggi istituzione pubblica di grande valore e pregio tra le più im-portanti biblioteche di esperanto al mondo per numero e valore

dei volumi archiviati. Fa capo all’Archivio di Stato di Massa, curata dallaFederazione esperantista italiana, è a disposizione di studiosi, appassionati, ricercatori e linguisti.

[9] Orbis Terrarum, in «The Tablet», Londra, 9 agosto 1930, p. 192.

[10] Gervase Mathew, classe 1905, amico di Tolkien sin dall ’ infanzia, entra nell ’ordine dei domenicani dei Blackfriars nel 1934 e ci resta all’anno della sua scomparsa,

8888 Tolkieniano Collection n. 1/2014Tolkieniano Collection n. 1/2014Tolkieniano Collection n. 1/2014Tolkieniano Collection n. 1/2014

Page 9: La rivista di Tolkieniano Collection

il 1976.

[11] Nel convento domenicano ci tornerà il 26 ottobre 1966, per leggere il suo Smith of Wootton Major durante un evento organizza-

to dal Priore del convento domenicano, Fr. Bede Baylei, e da Fr. Hugh Maycock, Direttore dell’Istituto religioso Pusey House che si trova accanto al convento domenicano e sullo stesso marciapiede

del pub Eagle and Child. Come ricordano Hammond e Scull “anche se era una serata molto umida, parteciparono oltre 800 per-sone, più di quelle che il Refettorio poteva contenere con gente persino nel corridoio esterno [W. Hammond; C. Scull, The J.R.R.

Tolkien Companon e Guide, vol. I, Chronology, 2006, p. 678-79]. L’evento è citato in Il Fabbro di Wootton Major nella nuova edizio-ne inglese curata da Verlyn Flieger e tradotto in italiano da Lorenzo Gammarelli per i tipi di Bompiani.

[12] Humprhey Carpenter; Christopher Tolkien, J.R.R. Tolkien. La realtà in trasparenza, Bompiani, n. 99.

[13] J.R.R. Tolkien, Un vizio segreto, in Il medioevo e il fantastico, Bompiani, 2013, pp. 283-84.

[14] J.R.R. Tolkien, A Philologist on Esperanto, in «The British Esperantist», London, vol.XXVIII, n. 325, May 1932, p. 182.

[15] In realtà, la Bodleian Library di Oxford conserva un taccuino di Tolkien, Book of the Foxrook, con diverse annotazioni scritte all’età di 17 anni, che mostrano la conoscenza e l’interesse del filo-logo verso l’Esperanto considerevolmente maggiori di quanto si legge in questa lettera.

[16] Lingua artificiale, creata dal linguista danese Otto Jesper-sen, pubblicata inizialmente nel 1928 con un vocabolario basato su quello delle lingue germaniche e romanze, la grammatica su quella dell’inglese con una forte influenza anche dell’esperanto e dell’Ido.

[17] «The British Esperantist», London, vol. XXIX, n. 333, January 1933, p. 3.

[18] Orbis Terrarum, in «The Tablet», Londra, 25 marzo 1933, p. 384.

[19] Montagu Christie Butler (Londra, 25 gennaio 1884 – 5 maggio 1970) è stato un accademico, musicista ed esperantista britanni-co. Butler entrò a far parte del Lingva Komitato, l’organismo allora preposto a sovrintendere all’evoluzione della lingua (il ruolo è oggi svolto dalla Akademio de Esperanto) e ricoprì dal 1916 al 1934 il ruolo di segretario della Brita Esperanto-Asocio.

[20] Tolkien riceve la cattedra di anglosassone Rawlinson e Bo-sworth - dal nome dei due benefattori Richard Rawlinson, che dopo la sua morte, nel 1755, donò dei fondi per costituirla e Joseph Bo-sworth che nel 1858 ricoprì quell’incarico e volle aggiungere anche il proprio nome – nel 1925 e la mantiene fino al 1945, anno in cui diviene Professore al Merton College.

[21] Esperanto Enthusiasts To Hold Conference, in «The Sidney Morning Herald», 1 gennaio 1952, p. 2.

[22] Christopher Tolkien, Un vizio segreto, in Il medioevo e il fan-tastico, Bompiani, 2013, p. 283.

[23] Humprhey Carpenter; Christopher Tolkien, J.R.R. Tolkien. La realtà in trasparenza, Bompiani, n. 180.

[24] AA.VV., Esperanto in the Educational World, in «International Language», London, vol.VIII, May 1931, p. 87.

L’articolo accolto da esperantisti e tolkieniani Numerosi gli apprezzamenti che provengono dal mondo tolkieniano ed esperantista. Arden R. Smith, che con Patrick H. Wynne ha scritto il più importante sag-gio sull’argomento, “Tolkien and Esperanto” («SEVEN: An Anglo-American Literary Review», Vol. 17, 2000, pp. 27-46), scrive che «Cilli ha scoperto delle informa-zioni per lungo tempo ignorate sul rapporto tra Tolkien il movimento esperantista, e il suo articolo sul tema sarà d’interesse per i tolkieniani e gli esperantisti. Ed io lo sono entrambi». Apprezzamenti arrivano anche dal Società Tolkieniana italiana rappresentata dal suo presidente Domenico Dimichino e da Renato Corsetti, Vice Presidente della Federazione Esperantista Italiana arrivano le «congratulazioni e un grazie in nome degli Esperantisti italiani». Infine, Tim Owen, Segretario dell’ Esperanto Association of Britain, dopo che sul profilo istituzionale dell’associazione britannica ha ritwittato l’articolo, scrive «grazie per questo articolo affascinante. Ero consapevole del fatto che Tolkien aveva mostrato un interesse per l’Esperanto, quando era giova-ne, ma non avevo idea che il suo coinvolgimento sia arri-vato a sostenere la sua presenza nelle scuole. Su questa base, sono sicuro che sarebbe stato contento di sapere che diverse scuole elementari in Inghilterra hanno introdotto l’esperanto come modello per aiutare i bambini a svilup-pare le competenze con le altre lingue. Grazie ancora per il vostro duro lavoro nel mettere insieme quest’articolo, che ho apprezzato molto. Se i tuoi lettori sono interessati all’Esperanto e desiderano, possono consultare il nostro corso online». Christina Scull e Wayne G. Hammond, studiosi e auto-ri di important libri come J.R.R. Tolkien: Artist and Illu-strator; Roverandom; The Lord of the Rings: A Rea-der's Companion; J.R.R. Tolkien: Companion and Gui-de; The Art of The Hobbit, sul loro sito web scrivono:

Tolkien e l’Esperanto Nel suo articolo 'Il Valore Educativo dell'Esperanto, parola di Tolkien in «The British Esperantist» 1933', Oronzo Cilli discute gli estratti da una lettera di Tolkien pubblicata su The British Esperantist nel 1932, ma anche nuove informa-zioni su Tolkien, la British Esperanto Association, e i con-gressi esperantisti a Oxford del 1930 e 1933. Abbiamo inse-rito alcune di queste nel nostro ultimo (quasi pron-to) addenda e corrigenda. Il sito di Oronzo Cilli include altre risorse correlate a Tolkieni, e ha stampato una biblio-grafia sulle opere di Tolkien pubblicate in Italia: “J.R.R. Tolkien: La bibliografia italiana dal 1967 ad oggi” (Bari: L'Arco e la Corte , 2013). Un altro libro di Oronzo, Tolkien in Italia, è imminente.

Ad oggi, è stato pubblicato sulla rivista esperantista «Il Foglio Volante - La Flugfolio» (5/2014). Sono previsti articoli e traduzioni in diverse lingue. Una traduzione in spagnolo che uscirà sulla rivista della Sociedad Tolkien Española; una traduzione in esperanto per la rivista del-la Federazione Esperantista Italiana «L' Esperanto»; la versione inglese su «La Brita Esperantisto» (già «The British Esperantist»), la rivista della Esperanto Associa-tion of Britain; la traduzione in francese per il si-to Tolkiendil.com e in portoghese per il sito Tolkien Brasil.

Tolkieniano Collection n. 1/2014Tolkieniano Collection n. 1/2014Tolkieniano Collection n. 1/2014Tolkieniano Collection n. 1/2014 9999

Page 10: La rivista di Tolkieniano Collection

È quasi impossibile non entusiasmarsi alla notizia

del ritrovamento di un qualcosa che sia legata a John Ro-

nald Reuel Tolkien. L’emozione e l’attesa accomuna tutti

i tipi di appassionati tolkieniani: dal lettore assiduo

del Signore degli Anelli, a chi lo ha scoperto grazie ai film

di Peter Jackson, dagli studiosi delle sue opere accademi-

che e filologiche al collezionista che non vede l’ora di po-

terlo annoverare nella sua libreria.

In qualche modo il primo inedito è stato il Silmarillion,

con il suo autore ancora in vita, che lontano ancora dalla

pubblicazione, trovava anticipazione sui fogli promoziona-

li inglesi che anticipavano l’uscita dello Smith of Wootton

Major del Natale 1967. Come noto, il libro vede la luce

solo alcuni anni dopo la sua morte, nel 1977, curato da suo

figlio Christopher. Da allora è stato un vero fiume in piena.

Per rinfrescare la memoria ricordiamo I testi che il figlio

Christopher ha curato dopo la scomparsa del padre il 3

settembre 1973: Sir Gawain and the Green Knight, Pearl

and Sir Orfeo (1975); The Silmarillion (1977); Pictures

by J.R.R. Tolkien (1979); Unfinished Tales of Númenor

and Middle-earth (1980); The Letters of J.R.R.

Tolkien (1981, with Humphrey Carpenter); The Monsters

and the Critics and Other Essays (1983); The Book of

Lost Tales Part One (1983); The Book of Lost Tales Part

Two (1984); The Lays of Beleriand (1985); The Shaping

of Middle-earth (1986); The Lost Road and Other Writ-

ings (1987); Tree and Leaf (1988); The Return of the

Shadow (1988); The Treason of Isengard (1989); The

War of the Ring (1990); Sauron De-

feated (1992); Morgoth's Ring(1993); The War of the

Jewels (1994); The Peoples of Middle-earth (1996); The

Children of Húrin (2007); The Legend of Sigurd and

Gudrún (2009); The Fall of Arthur (2013) e l’ul-

timo Beowulf: A Translation and Commentary (2014).

Un lavoro di ricerca, collazione e cura che vede

Christopher riportare alla luce scritti e appunti del padre.

Chi sostiene che tutto sia fatto per meri interessi economici

è in commentabile perché volutamente non considera l’età

di Christopher è soprattutto l’ingente patrimonio derivante

dai soli Signore degli Anelli e Lo Hobbit e che garantisco-

no alla famiglia Tolkien la serenità economica per non

sappiamo quante future generazioni.

La pubblicazione dei cosiddetti inediti è fondamentale per

gli studiosi dell’autore inglese così come per chi studia e fa

ricerca sul lavoro accademico di Tolkien. E nulla è più

appagante del conoscere il percorso compiuto da Tolkien

su alcuni testi in medio inglese.

Il lavoro di ricerca degli inediti però non coinvolge

solo il figlio Christopher - che comunque custodisce il

99% degli scritti del padre – ma anche diversi studiosi –

non molti per la verità - che durante i loro studi e ricerche

alcune volte portano alla luce documenti, pezzi di vita,

scritti o collegamenti interessanti e sconosciuti ai più. Solo

per citarne alcuni Christina Scull e Wayne G. Hammond,

Michael D.C. Drout, Michël Devaux e, se mi è consentito,

il sottoscritto con il ritrovamento di un appello firmato da

Tolkien nel 1933, fino ad oggi inedito, a favore

dell’Esperanto.

Ultima delle scoperte in senso cronologico è la scoperta

della registrazione audio del discorso che tenne Tolkien a

Rotterdam durante la sua partecipazione, prima e unica,

alla Hobbit-cena promossa dalla più importante libreria

della città, la Voorhoeve and Dietrich e su spinta

dell’editore olandese Het Spectrum e quello inglese Allen

and Unwin.

Autore della scoperta, l’olandese René van Ros-

1958: la registrazione inedita 1958: la registrazione inedita 1958: la registrazione inedita 1958: la registrazione inedita del discorso di Tolkien a Rotterdam del discorso di Tolkien a Rotterdam del discorso di Tolkien a Rotterdam del discorso di Tolkien a Rotterdam

La ricostruzione di quella giornata olandese e l’intervista al suo scopritore, René van Rossénberg

10 10 10 10 Tolkieniano Collection n. 1/2014Tolkieniano Collection n. 1/2014Tolkieniano Collection n. 1/2014Tolkieniano Collection n. 1/2014

Page 11: La rivista di Tolkieniano Collection

sénberg, che dal 1986 ha aperto a Leiden, Olanda, la più

importante e meravigliosa libreria, Tolkienshop, intera-

mente dedicata a J.R.R. Tolkien al cui interno trovano po-

sto oltre a centinaia di libri e oggetti anche la sua collezio-

ne privata che da sola vale il lungo viaggio fino ai Paesi

Bassi. Ma René è stato anche ex assistente” presso

l’Università di Leiden e per molti anni Presidente della

Società Tolkieniana Olandese “Unquendor”, oltre ad esse-

re oggi un importante studioso delle opere e della vita di

Tolkien.

Prima di parlare del ritrovamento del nastro, che in

realtà è avvenuto nel 1993 ma solo oggi è stata reso pub-

blico, è bene fare un breve cenno alla visita olandese del

professor Tolkien. È bene ricordare che la prima traduzio-

ne di The Lord of the Rings si è avuta nel 1956 in Olanda

con la pubblicazione in tre volumi con The Fellowship of

the Ring tradotto in De Reisgenoten per i tipi della Het

Spectrum di Utrecht. L’anno successivo, verso la fine di

n o v e m b r e 1 9 5 7 , u n d i p e n d e n t e d e l -

la Voorhoeve and Dietrich, Cees Ouboter, attraverso la

casa editrice olandese scrive a Tolkien chiedendogli di

partecipare a un evento in suo onore a Rotterdam nel mese

di gennaio 1958. La corrispondenza tra i due continua e la

data, per ragioni legate all’organizzazione e per

l’indisponibilità di Tolkien a causa di un problema familia-

re, fu fissata per il 28 marzo 1958. Tolkien riceve i biglietti

da Rayner Unwin il 19 marzo e il 28 marzo arriva con la

nave Duke of York la mattina presto. All’arrivo trova Ou-

boter, che sventola una copia della Compagnia dell’Anello,

che lo affida aJo van Rosmalen, il responsabile del dipar-

timento pubblicitario della Het Spectrum. Van Rosmalen

lo accompagna prima in un ristorante e poi in giro per Rot-

terdam restando colpito dai segni visibili dell’appena ter-

minato secondo conflitto mondiale e dai tanti parchi. Scri-

ve René van Rossénberg nel suo saggio Tolkien’s Excep-

tional Visit to Holland: A Reconstinction(d’ora in poi R.

van Rossénberg, 1992) pubblicato nel 1992 in Proceedings

of the J.R.R. Tolkien Centenaiy Conference e tradotto in

italiano da Sabrina Giuriceo per «Minas Tirith», la rivista

della Società Tolkieniana Italiana (n. 22, 2008, pp. 125-

140) che:

«Mostrò un grande interesse per la vegetazione e una certa

conoscenza della stessa: ne conosceva i nomi latini e inglesi e

di continuo chiedeva a Rosmalen i nomi in olandese di alberi

e fiori; e se Rosmalen non li conosceva, Tolkien gli traduceva

in olandese i nomi dal latino e dall’inglese per vedere se così

gli dicevano qualcosa. Tolkien aveva una certa conoscenza

dell’olandese» (R. van Rossénberg, 1992)

All’ora di pranzo passarono dalla libreria e dopo

aver scambiato alcune parole con i dipendenti e i clienti,

Tolkien chiese di andare in albergo per riposare. Dopo la

pausa in albergo, van Rosmalen accompagnò Tolkien an-

cora per Rotterdam e alle 17 raggiunsero il luogo

dell’incontro della Hobbit-cena, in olandese Hobbit-

maaltijd: il ristorante Flev di Rotterdam.

All’incontro presero parte circa duecento persone,

ma come racconta Réne nel suo lavoro, le richieste furono

molte di più, e un Comitato d’onore composto dal sindaco

di Rotterdam, Gerard van Walsum, il suo assessore alla

cultura, due rappresentanti dell’ambasciata britannica e

cinque docenti, tra i quali un amico e collega di Tolkien

Tolkieniano Collection n. 1/2014Tolkieniano Collection n. 1/2014Tolkieniano Collection n. 1/2014Tolkieniano Collection n. 1/2014 11111111

Page 12: La rivista di Tolkieniano Collection

dell’Università di Amsterdam, il Prof. Piet Harting .

A introdurre i lavori Gus Sötemann (che più avanti

diventerà Professore di Lingua e letteratura olandese

all’Università di Utrecht), che convinse l’editore olandese

a pubblicare l’opera di Tolkien. Il primo a parlare fu Cees

Baars, l’amministratore delegato della Voorhoe-

ve andDietrich, a seguire la nota autrice olandese Hella

Haasse, il direttore dell’Het Spectrum Daniël de Lan-

ge,poi il professor Pier Harting e Cees Ouboter. Dopo

alcuni interventi dal pubblico. L’intenzione era quello di

parlare mentre si cenava, ma nessuno seguì questa indica-

zione tranne Tolkien che: «Si buttò immediatamente su ciò

che gli era stato messo davanti e così provò di essere un

vero hobbit».(R. van Rossénberg, 1992). La cena Hobbit

prevedeva “l’insalata con uova all’Omorzo Cactaceo”,

“Verdure di Baccador”, “Gelato con frutta di Gildor” e

la “Zuppa alla Maggot”. Non poteva mancare tabacchi

olandesi offerti dalla Van Rossem che l’offrì in bellissimi

vasetti di porcellana blu Delft e pipe d’argilla vecchio stile.

Arrivò poi il turno del tanto atteso ospite.

«Tolkien sorprese il suo pubblico iniziando con un saluto in

olandese “beste luitjes” (cara gente). Il discorso che tenne fu

una parodia del discorso d’addio di Bilbo Baggins all’inizio

de II Signore degli Anelli, con l’aggiunta qua e là di celie e un

po’ d’olandese ed elfico, che piacque molto all’audience di

Rotterdam» (R. van Rossénberg, 1992).

E concluse dicendo:

«Sono passati esattamente vent’anni da quando ho comincia-

to a completare la storia dei nostri riveriti antenati Hobbit

della Terza Età. Guardo a est, a ovest, a nord e a sud e non

vedo Sauron, ma vedo che Saruman ha molti discendenti. Noi

Hobbit non abbiamo contro di loro alcuna arma magica. E

tuttavia, miei gentili hobbit, brindo a voi rivolgendovi

quest’augurio: agli Hobbit! Possano sopravvivere ai Saruman

e vedere di nuovo la primavera tra gli alberi». (H. Carpen-

ter, La vita di J.R.R. Tolkien).

Moltissimi gli aneddoti raccontati da René van Ros-

senberg con riferimento alle domande del pubblico ma tra

quelle che più colpiscono, la risposta che Tolkien diede

al professor H.W. Lambers, uno dei clienti della Voorho-

eve & Dietrich, che riferendosi alla:

«All’emozionante scena ai confini di Mordor, quando Gollum

si piega su Frodo che dorme, lacerato tra l’amore di Gollum

per l’Anello e la parola d’onore di non prenderlo data da

Sméagol a Frodo. L’elemento cruciale in questa scena, secon-

do Lambers, è la “diffidenza” che fa sì che il Bene agisca

come Male: Gollum è addolcito dalla vulnerabilità dello hob-

bit dormiente ed è sul punto di redimersi; ma Sam, fuorviato

dall’amore per il suo padrone, interviene e impedisce così la

rinascita di Sméagol. La bontà di Sam rende impossibile

quella di Gollum. E Tolkien rispose: “Ho pianto mentre la

scrivevo”». (R. van Rossénberg, 1992)

L’intervista a René van Rossénberg

Di quella serata, sembrava solo restare il ricordo dei pre-

senti. Poi finalmente la grande notizia: esisteva una regi-

strazione. Su questo ho chiesto direttamente a chi ha sco-

perto il nastro, René van Rossénberg, che è anche un gran-

de amico e collezionista, e qui trovate le sue risposte.

O.C.: Come è nata la tua ricerca?

R.v.R: Nei primi anni Novanta ero presidente della Un-

quendor, la Società Tolkieniana Olandese, e pensai di

scrivere un intervento sul legame tra Tolkien e i Paesi

Bassi al Tolkien Centenary Conference al Keeble College

di Oxford del 1992. La ricostruzione fatta da Humphrey

Carpenter nella sua biografia, era un buon punto di par-

tenza. Ho intervistato gli organizzatori di quella sera del

marzo 1958 e alcune delle persone presenti, rintracciato

alcuni testi dei discorsi, ho trovato ritagli di giornale e le

fotografie scattate durante l'evento. Io mi sono formato

come storico, quindi so come fare questo tipo di ricerche.

Per quanto riguarda il discorso tenuto da Tolkien, in un

primo momento ho avuto solo cattive notizie; il testo andò

perso e chi partecipò non aveva una chiara idea di che

cosa esattamente parlò. “E ' stato divertente” è stata di

solito tutto quello che ho sentito da loro. Eppure, venne

fuori che esisteva una registrazione su nastro, ma non era

chiaro se quel nastro fosse sopravvissuto e dove potesse

essere. Ho dovuto cercare abbastanza, ma alla fine ci sono

riuscito».

12 12 12 12 Tolkieniano Collection n. 1/2014Tolkieniano Collection n. 1/2014Tolkieniano Collection n. 1/2014Tolkieniano Collection n. 1/2014

Page 13: La rivista di Tolkieniano Collection

O.C.: Perché solo oggi la notizia?

R.v.R.: Il nastro è abbastanza vecchio e ha bisogno di

essere restaurato in maniera professionale e conservato

affinché possa sopravvivere. Attendere ancora sarebbe

stato poco saggio e ho pensato che questo fosse il momen-

to giusto.

O.C.: In tutto questo che ruolo ha avuto la Tolkien

Estate?

R.v.R: Il nastro è un vecchio formato a bobina. Quando

l’ho sentito per la prima volta è stato difficile ascoltare

ciò che Tolkien stava dicendo. Un vecchio nastro dove si

sentivano dei rumori e poi Tolkien non parlava sempre

direttamente nel microfono. Ho preparato un file digitale

e ho inviato una copia a Christopher Tolkien per sapere

se poteva darmi un aiuto a trascrivere il discorso del pa-

dre. Su mia richiesta aveva già cercato gli appunti di suo

padre con il testo del discorso, ma non riuscì a trovarlo.

Christopher Tolkien è stato gentilmente e mi ha aiutato

moltissimo con questo progetto dandomi il permesso di

renderlo pubblico.

O.C.: E ora cosa accadrà?

R.v.R: Si tratta di un progetto congiunto tra me, Jay Jo-

hnstone e lo staff di Legendarium. Dalla base del 1993 a

oggi, la qualità del suono è migliorata notevolmente. Poi-

ché il progetto è in progress vi informeremo su tutto ciò

che accade. Basta tenere d'occhio il mio sito web

www.tolkienshop.com, e quello di Legendarium, http://

legendarium.mymiddleearth.com/.

Grazie a René… non ci resta che attendere.

Oronzo Cilli e René van Rossénber, Tolkienshop, Leiden

Le edizioni italiane di Tolkien: Le edizioni italiane di Tolkien: Le edizioni italiane di Tolkien: Le edizioni italiane di Tolkien: quanto vale...?quanto vale...?quanto vale...?quanto vale...?

Tolkieniano consigliaTolkieniano consigliaTolkieniano consigliaTolkieniano consiglia

Negli ultimi anni, grazie anche alla spinta del-le trilogie di Peter Jackson, il numero degli appassionati lettori e collezionisti tolkieniani è cresciuto in modo esponenziale. E questo è un gran bene! Gli spettatori son diventati lettori e, un buon numero di loro son diventati collezionisti delle diverse edizioni italiane del nostro professore di Oxford. Numerose sono le richieste che ricevo da amici all’inizio della loro carriera di collezionisti che vanno dal semplice consiglio su quale opera acquistare o pareri sul valore di un’edizione. Per me è sempre un piacere rispondere e vedere come cresce il nostro mondo collezionistico. Non a caso ho creato un gruppo su

facebook interamente dedicato ai Collezionisti Tolkieniani Italiani che cresce in numero e qualità e dov’è possibile scam-biarsi opinioni, link e consigli su libri e oggetti legati all’opera di Tolkien. Dopo aver pubblicato la prima bibliografia italiana delle opere di

Tolkien “J.R.R. Tolkien. La bibliografia italiana dal 1967 ad oggi” (L’Arco e la Corte, Bari, 2013), ho pensato di creare una sezione nel mio blog con l’indicazione del valore per ognuna delle edizioni italiane. Chiaramente sono valutazioni personali e indicative e non sono da considerarsi in termini assoluti. Il valo-re di un’opera è determinato dalla richiesta e dall’offerta. Se oggi un’edizione che ha un valore di 10 euro dovesse, per ragio-ni diverse, esaurirsi sul mercato e di contro la richiesta da parte dei collezionisti dovesse aumentare è chiaro che il prezzo possa aumentare esponenzialmente. Il valore di un’opera è dato dal numero di copie sul mercato; dal numero delle richieste; dallo stato dell’opera; dall’eventuale appartenenza a un protagonista della storia tolkieniana italiana. I fattori sono molteplici e possono influire negativamente o positi-vamente sul valore finale. Ho perciò voluto indicare solo valori di massima anche perché, soprattutto su internet, girano edizioni a prezzi da incunaboli! Aggiornerò spesso le valutazioni perciò non vi limitate a una sola visita. Sul mio sito http://tolkieniano.blogspot.com, trovate i link alle edizioni con le copertine; l’anno di prima edizione; il valore minimo e massimo ed eventuali note.

Potete cliccare sulle copertine per avere maggiori informa-zioni.

Ci sono proprio tutte, quindi è anche un modo per verificare quale edizione manca alla vostra collezione che vi auguro un giorno possa essere completa per passare alle edizioni straniere! Per ogni cosa, continuate a scrivirmi a [email protected] per me sarà sempre un piacere conoscere nuovi appassionati tolkieniani.

Tolkieniano Collection n. 1/2014Tolkieniano Collection n. 1/2014Tolkieniano Collection n. 1/2014Tolkieniano Collection n. 1/2014 13131313

Page 14: La rivista di Tolkieniano Collection

Ex Libris di Tolkieniano CollectionEx Libris di Tolkieniano CollectionEx Libris di Tolkieniano CollectionEx Libris di Tolkieniano Collection disegnato dal maestro Piero Crida disegnato dal maestro Piero Crida disegnato dal maestro Piero Crida disegnato dal maestro Piero Crida

Un pensiero che pervade ogni buon serio collezioni-sta è: “in che modo è possibile rendere unica la propria collezione e far sì che sì che si leghi, nel tempo, al nome del proprietario?” Le risposte possono essere due: in modo semplice con la

propria firma oppure in maniera più colta, con un ex libris. Quando, nel lontano 1996, ho cominciato a collezionare i libri di e su Tolkien non avevo idea di quello che poi sa-rebbe nel tempo diventata. Il primo libro (o meglio tre) mi fu regalato dalla mia fidanzata, oggi madre dei miei due figli. Un dono che mi spalancò una finestra su un mondo che ancora oggi sa regalarmi forti emozioni. Tutto è partito da quel Natale e oggi, dopo diciotto anni, nella mia libreria trovano posto circa milleduecento libri di e su Tolkien. Edizioni di ogni tipo e provenienti da oltre quaranta paesi; testi accademici di Tolkien; libri appartenuti a membri della famiglia Tolkien ed edizioni italiane provenienti di-rettamente da Oxford. Una collezione che merita attenzioni quotidiane e che ritengo ormai parte fondamentale della mia. Un “membro” della mia famiglia che mi ha permesso di aprire questo blog, scrivere la prima bibliografia italiana delle opere tolkieniane, che mi ha fatto conoscere moltissi-mi appassionati tolkieniani e che tra loro, e non solo, non

suoni nuovo il nome di “Tolkieniano Collection”. A un certo punto è cresciuta anche in me il pensiero posto all’inizio. Come posso rafforzare il rapporto con la mia collezione? La risposta è stata una sola: creare un pro-prio ex libris.

Ma cosa sono gli ex libris? Moltissimi di noi hanno incrociato nella propria vita libri che presentavano sulla controguardia incollato un “foglietto” con un disegno, un nome e la scritta ex li-

bris capace di raccontare la storia del precedente proprieta-rio e di trasformare un libro “comune” in qualcosa di mol-to personale. Ex libris, cioè “dai libri di” è un modo speciale di legare un libro alla propria collezione, alla propria passione, alla propria vita. Sono principalmente a stampa xilografica o tipografica ma ce ne sono anche in lino, stoffa o su timbri a fuoco, inchiostro o a lacca.

Il più antico, dopo l’invenzione di Johann Gutem-berg della stampa a caratteri mobili (1455), è quello del cappellano bavarese della famiglia Schonstett, Hans Kna-bensberg, soprannominato “Igler” dal tedesco “riccio” (1470). Il suo ex libris, con incisione xilografica, delle misure 143x210 mm e rappresenta proprio un riccio su un prato fiorito e sopra l’animale, una banda con scritto

in Fraktur , il tipico carattere gotico, “Hanns Igler das dich ein Igel Küss” (Hans Igler che il riccio possa baciarti) che allude forse al carattere del proprietario oppure al ri-schio che correvano il male intenzionato.

Se quello di Igler è forse il più antico, il primo datato è del 1516 realizzato dal pittore e

incisore tedesco Albrecht Dürer per Gerolamo Ebner. Ben presto questo modo di “marcare” il libro - che per

motivi di alfabetizzazione e costi era un bene raro – si svi-luppò in tutta Europa. Del 1530 sono i primi ex li-

bris italiani creati per il teologo francescano di Ferra-

ra, Gerolamo Veratti, e il triestino principe-vescovo, Bernardo Clesio. Entrambi xilografici e recanti stemmi araldici. Fino al 1750, gli ex libris rappresentano spesso temi araldi-ci per poi arricchirsi, dopo la Rivoluzione Francese con immagini più creative. Nell’Ottocento si rinnova l’interesse per questo "marchio" di proprietà creati dai più

importanti grafici e incisori del tempo daAlexandre De Riquer a Aubrey Vincent Beardsley a Giulio Aristide Sartòrio a Emil Orlik e Adolfo De Càrolis. Il primo testo dedicato interamente a questa bellissima arte è del 1902,

“Gli ex libris italiani”, firmato da Achille Bertarel-li e David-Henry Prior per Ulrico Hoepli mentre del 1908 il volume di Jacopo Gelli, “3500 Ex libris italiani” sempre per Hoepli. Gli ex libris sono diventati opere d’arte ricercati da colle-zionisti e tanto più importante è il proprietario o l’artista che l’ha realizzato, tanto più alto è il suo valore di mercato. Un semplice foglietto capace di raccontare storie, passioni di chi, attraverso un libro, vuol lasciare un segno del suo

14 14 14 14 Tolkieniano Collection n. 1/2014Tolkieniano Collection n. 1/2014Tolkieniano Collection n. 1/2014Tolkieniano Collection n. 1/2014

Page 15: La rivista di Tolkieniano Collection

passaggio e tramandarlo a chi, si spera, continui questa passione. Una sorta di marcatura artistica capace di appassionare bibliofili che ogni qual volta si ritrovano tra le mani, un libro sono capaci di andare oltre ciò che stato scritto dall’autore. E così quell’oggetto diventa un passaggio, una porta, una finestra che racconta luoghi, storie, aneddoti, segreti, trame che solo in pochi sanno apprezzare.

Il mio ex libris tolkieniano

Il professor Tolkien non aveva un suo vero e proprio ex libris ma amava firmare i libri nella sua biblioteca come ho

avuto modo d’illustrare in un precedente articolo. Ma in Italia, in occasione del centenario della nascita dell’autore inglese, nel 1992 si tenne il primo concorso internazionale per autori di ex libris ispirati a Tolkien raccolti in un volu-

me “ Il mondo di J.R.R. Tolkien negli ex libris” edito da Keltia editrice.

Come scrivevo poco fa, anch’io, a un certo punto, ho senti-to il bisogno di rendere più personale la mia collezione e di farlo apponendo a tutti i miei volumi, un ex libris. La deci-sione è stata davvero meditata e valutata per lungo tempo. Il dilemma era tra lasciarli così come li ho trovati o “marchiarli” per sempre in modo da segnare in perpetuo la proprietà. Il secondo passaggio è stato quello di cosa rap-presentare su un “foglietto”, una specie di tatuaggio libra-rio, che non potrà più essere rimosso. Le idee e i dubbi sono stati davvero tanti ma alla fine, in maniera davvero inaspettata, è giunta la migliore delle soluzioni. Ne ho discusso con un caro amico che, oltre ad essere una persona meravigliosa, è anche un grande artista e con Tol-kien ha molto a che fare giacché ha illustrato le più belle

copertine dei libri di Tolkien pubblicati da Rusconi: Piero Crida .

Giusto per ricordare, Piero Crida ha illustrato le copertine Rusconi de:

1. Il Signore degli Anelli, 1970 2. Il Signore degli Anelli (trilogia), 1974 3. Il Signore degli Anelli, 1977 4. Albero e Foglia, 1976 5. Il Silmarillion , 1977 6. Le avventure di Tom Bombadil, 1978 7. Racconti incompiuti, 1986 8. Racconti ritrovati , 1986 9. Racconti perduti, 1987 10. La realtà in trasparenza. Lettere, 1990 11. Racconti incompiuti, 1992 E così è nata l’idea del mio ex libris disegnato dal maestro Crida.

L’ex libris presenta al centro un rosone (non svelo da cosa è composto ma ringrazio per i l s u g g e r i m e n t o

l’amico Roberto Fontana, tra i massimi esperti di calli-grafia elfica) e le scritte in alto “ex libris”, il mio nome e in basso “TOLKIENIANO COLLECTION”. Il tutto è racchiuso in una cornice tanto cara ai tolkieniani perché utilizzata da Piero Crida per

la famosa copertina de Il Signore degli Anelli edita da Rusconi dal 1977. Il risultato è un ex libris che raccoglie in sé tutto ciò che mi riguarda con l’aggiunta di esser stato realizzato da un im-portante artista che legato il suo nome a quello di Tolkien grazie a delle meravigliose ed evocative copertine. Ho provveduto a stamparlo in tipografia e così segnerà per sempre la mia collezione.

L’ ex libris è anche presente sul sito del maestro Piero Cri-da dov’è possibile anche ammirare altri suoi lavori tolkie-niani e no. P.S. L’originale che troverà posto nella retroguardia dei miei libri, ha un particolare che nell’immagine non è stato ripro-dotto e che perciò lo rende ancora più unico.

Piero Crida Nasce a Torino e compie i suoi studi presso l'Accademia

Tolkieniano Collection n. 1/2014Tolkieniano Collection n. 1/2014Tolkieniano Collection n. 1/2014Tolkieniano Collection n. 1/2014 15151515

Page 16: La rivista di Tolkieniano Collection

Albertina di Belle Arti. Ha insegnato Storia dell’Arte ed Estetica al Museo di Arte Moderna di Torino e alla Fonda-zione dei Centri di Studi Europei della stessa città. Ha di-

segnato collezioni di tessuti per Missoni, Etro , eBenetton, e gioielli di Pomellato e Sicard, piastrelle in ceramica per Opificio Umbro e illustrazioni per Rusconi, Franco Maria Ricci e tanti altri. Le sue illustrazioni si trovano su Vogue, Harper Bazaar e Vanity e mentre i suoi libri-oggetto, pezzi unici, su testi di Evelina Schatz, sono espo-sti alla Biblioteca dell’Accademia delle Scienze di San Pietroburgo. I suoi acquerelli sono stati esposti in Europa,

Sri Lanka e Stati Uniti e sono stati in asta da Sotheby.

Un album con disegni originali di Un album con disegni originali di Un album con disegni originali di Un album con disegni originali di Pauline Baynes del 1941Pauline Baynes del 1941Pauline Baynes del 1941Pauline Baynes del 1941

L’arte della illustratrice di L’arte della illustratrice di L’arte della illustratrice di L’arte della illustratrice di J.R.R. Tolkien e C.S. LewisJ.R.R. Tolkien e C.S. LewisJ.R.R. Tolkien e C.S. LewisJ.R.R. Tolkien e C.S. Lewis

Agli appassionati di J.R.R. Tolkien e di C.S. Le-

wis, l’autore delle Cronache di Narnia, il nome

di Pauline Diana Baynes (1922-2008) suonerà familiare

in quanto per i due autori inglesi, e membri del gruppo

degli Inklings, ha disegnato e illustrato alcune delle loro

più conosciuti libri.

L'album che qui presento è firmato e datato da Pauline

Bayne al 1941.

Nel 1940, in seguito allo scoppio della Seconda Guerra

Mondiale, il Woman's Voluntary Service inviò le due sorel-

le Baynes a lavorare come assistenti modelliste del Royal

Engineers (i genieri) nella sezione Sviluppo e Formazione

del Camouflage nel Castello di Farnham. La sezione cura-

va il “camuffamento” dei mezzi militari e già durante la

Prima Guerra Mondiale aveva visto artisti come il pittore

surrealista Roland Penrose in veste di docente.

È a questo periodo che corrisponde questo album di dise-

gno della Baynes dove compaiono moltissimi stemmi e

insegne militari. Dopo quest’incarico passarono a disegna-

re mappe e carte nautiche l'Ammiragliato inglese a Bath e

nello stesso periodo, grazie a Powell Perry, che stampava

libri illustrati per bambini, la Baynes ottenne il suo primo

incarico, illustrando il Question Mark. Nel 1942, la Ba-

ynes stava disegnando grafici per il Dipartimento Idrogra-

fico dell’Ammiragliato inglese a Bath, mentre illustrava

libri per bambini, questa volta per Country Life. Il suo de-

butto, come scrittrice e illustratrice è stato nel 1948

con Victoria and the Golden Bird, e nello stesso anno

arrivò anche la commissione che l’avrebbe legata al nome

di J.R.R. Tolkien dopo aver consegnato all’editore Allen

and Unwin il suo portfolio.

16 16 16 16 Tolkieniano Collection n. 1/2014Tolkieniano Collection n. 1/2014Tolkieniano Collection n. 1/2014Tolkieniano Collection n. 1/2014

Page 17: La rivista di Tolkieniano Collection

Tolkieniano Collection n. 1/2014Tolkieniano Collection n. 1/2014Tolkieniano Collection n. 1/2014Tolkieniano Collection n. 1/2014 17171717

Page 18: La rivista di Tolkieniano Collection

Diversi lettori mi chiedono consigli su cosa leggere

per meglio conoscere il Tolkien Autore e soprattutto

il Tolkien Professore. Come spesso accade, consiglio testi

che personalmente ritengo utili e appaganti e che rappre-

sentino per me fonte d’informazioni utili e preziose.

Quella che segue non è una classifica ma solo

un’elencazione dei testi, in italiano e in inglese, che ritengo

indispensabili e meritevoli di attenzione. Ogni testo qui

presentato soddisfa appetiti letterari differenti: dalla sem-

plice introduzione allo studio più approfondito. Qualcuno

mi perdonerà se in elenco non figurano opere di approfon-

dimento scritte da autori italiani.

Purtroppo, e lo dico con rammarico, i testi o gli articoli su

Tolkien e la sua opera pubblicati nel nostro paese negli

ultimi anni del professore di Oxford, o della sua Terra di

Mezzo, quasi sempre hanno solo il nome sulla copertina.

In conclusione, fermo restando il consiglio di leggere i

testi di e su Tolkien nella lingua originale, mi sento di indi-

care alcuni autori che non deludono mai: Christina Scull,

Wayne G. Hammond, John Garth, Tom Shippey, Ar-

den R. Smith, Patrick Wynne e Verlyn Flieger.

Testi fondamentali

La Realtà in trasparenza. Lettere

A cura di H. Carpenter e C. Tolkien

Bompiani, 2001, pp. 517

Brossura con sovraccoperta

Francia, fronte della Somme, marzo 1916. Truppe

britanniche sono acquartierate fra casematte e trincee fan-

gose. A intervalli imprevedibili fischiano le granate, im-

perversano i proiettili. È un triste pomeriggio pioviggino-

so; un ventiquattrenne ufficiale dell'11° fucilieri del Lanca-

shire ha letto vecchi appunti di lezioni militari, ed è già

stufo dopo un'ora e mezza. Tralasciata quell'occupazione

frivola, si dedica a qualcosa di serio: ritocca e perfeziona

un linguaggio di sua invenzione, la lingua delle fate.

Dell'evento, più importante dei proiettili d'artiglieria, dà

notizia in una lettera alla fidanzata.

Quell'ufficiale segnalatore è, naturalmente, John Ronald

Reuel Tolkien, e della saggezza che lo spinge continua-

mente a lasciare da parte le faccende puerili e un po' goffe,

la politica, gli affari, la vita mondana, per tornare a realtà

autentiche e perenni, gli elfi, le fate, gli alfabeti fantastici, i

poemi d'amore, queste pagine sono inesauribile testimo-

nianza. Eccolo nel 1914, durante una visita molto noiosa al

rettore dell'Exeter College di Oxford, fuggir via nella piog-

Letture Tolkieniane... Letture Tolkieniane... Letture Tolkieniane... Letture Tolkieniane... alcuni consiglialcuni consiglialcuni consiglialcuni consigli

18 18 18 18 Tolkieniano Collection n. 1/2014Tolkieniano Collection n. 1/2014Tolkieniano Collection n. 1/2014Tolkieniano Collection n. 1/2014

Page 19: La rivista di Tolkieniano Collection

gia e correre a casa, ai suoi libri; rieccolo nel 1938, al tem-

po dei patti di Monaco, quando in Inghilterra d'altro non si

parla se non di Hitler e del ben riuscito appeasement, pre-

occupatissimo per l'effigie mal riuscita di Mr. Baggins in

un'illustrazione per Lo Hobbit. E qui rinasce il solito inter-

rogativo. Si crede abitualmente che gli inventori di mondi

paralleli siano tanto più distinti signori normalissimi e un

po' grigi quanto più il mondo nato dalla loro fantasia è

eccentrico. Tolkien no: leggiamo queste sue lettere (scritte

tra il 1914 e il 1973), e ci accorgeremo che nella sua vita di

professore gentile e sereno, di accademico coltissimo e

puntuale, di gentleman refrigerante, di nonno delizioso, si

nasconde un segreto. Leggiamo e vedremo, forse in traspa-

renza, che ogni pagina, ogni riga può essere decifrata in

vista di quel segreto. Sbaglia però chi pensa a J.R.R. perso-

naggio della Terra di Mezzo: quello è il porto della fantasi-

a, e come ogni porto finisce per essere autonomo. «Io in

realtà» scrive Tolkien ad Amy Ronald nel 1969 «non ap-

partengo alla storia che ho inventato né voglio appartener-

vi». Il suo è un altro mondo, dunque, pur se non è il no-

stro. Ma quale? (Quirino Principe)

J.R.R. Tolkien la Biografia

di Humphrey Carpenter

Lindau, Torino, 2009 pagine 432

Brossura

Tolkien non apprezzava del tutto le biografie. O,

meglio, non gli piaceva l’uso di questo genere letterario

come strumento critico. «Una delle mie più radicate con-

vinzioni», disse una volta, «è che investigare sulla vita di

un autore sia un modo inutile e sbagliato di accostarsi alle

sue opere». Ma era senza dubbio consapevole che visto

l’enorme successo dei suoi romanzi qualcuno dopo la sua

morte ne avrebbe pubblicata una su di lui. Negli ultimi

anni della sua esistenza fece dunque qualche

«preparativo», annotando con spiegazioni e commenti vec-

chie lettere e documenti, e scrivendo anche qualche pagina

sulla sua infanzia.

Questo libro nasce innanzitutto dalla lettura di quei testi, in

gran parte inediti, cui Humphrey Carpenter ha avuto acces-

so grazie alla generosità dei quattro figli di Tolkien, oltre

che dai ricordi delle tante persone che lo hanno conosciuto

da vicino. È quindi lecito sperare che il risultato non sia

lontano da ciò che lo scrittore aveva in mente. Carpenter

ricostruisce con grande ricchezza di dettagli il contesto

storico e culturale in cui Tolkien si formò e lavorò, rievoca

l’ambiente familiare e la cerchia delle amicizie (su tutte, il

gruppo degli Inklings, con C.S. Lewis), si sofferma sulla

genesi dei suoi capolavori e sottolinea la valenza religiosa

della sua opera.

Il ritratto a tutto tondo che, pagina dopo pagina, prende

forma è straordinariamente suggestivo e per molti versi

sorprendente, specie se si pensa che nella storia della lette-

ratura moderna pochissimi scrittori hanno creato un uni-

verso fantastico così complesso e ricco, e in grado di eser-

citare una così irresistibile attrazione su diverse generazio-

ni di lettori. È come «se uno strano spirito avesse assunto

le sembianze di un professore di una certa età», scrive

Humphrey Carpenter.

Il medioevo e il fantastico

di J.R.R. Tolkien

A cura di Gianfranco De Turris

Bompiani, Milano, 2013

Brossura

John Ronald Reuel Tolkien, il

professore che amava i draghi, filo-

logo insigne ed estroso, subcreatore della Terra di Mezzo e

dei suoi miti cosmogonici, conservatore, cattolico tradizio-

nalista, antimoderno al punto tale da preferire i fulmini ai

lampioni, i cavalli alle automobili, ha insegnato ormai a

diverse generazioni ad amare il medioevo e il fantastico e a

non considerarli entrambi come qualcosa di negativo, di

cui vergognarsi o addirittura di 'pericoloso'. Tolkien, della

Evasione del Prigioniero dal carcere della Modernità, ne ha

fatto un atteggiamento positivo e costruttivo, indispensabi-

le per uscire indenni mentre si superano tutti gli ostacoli

Tolkieniano Collection n. 1/2014Tolkieniano Collection n. 1/2014Tolkieniano Collection n. 1/2014Tolkieniano Collection n. 1/2014 19191919

Page 20: La rivista di Tolkieniano Collection

che si frappongono alla libertà". Così dice Gianfranco de

Turris nell'Introduzione ed è grazie a questo testo che fi-

nalmente è venuto il momento di conoscere e apprezzare il

Tolkien medievista, linguista e filologo, grazie al quale si

riesce a comprendere meglio il Tolkien narratore e subcre-

atore di quella Terra di Mezzo, di quel "Mondo Seconda-

rio" (per usare le sue stesse parole) che lo accompagnò per

mezzo secolo.

Gli Inklings: Tolkien, Lewis Williams & Co.

di Humphrey Carpenter

Jaca Book, 1985, pp. 320

Brossura

Un recensore del «Sunday Tele-

graph» commentando questo libro all'epo-

ca della sua pubblicazione in Inghilterra scriveva:

«Dev'essere tecnicamente molto difficile scrivere la bio-

grafia di varie persone contemporaneamente, ed è ancora

più difficile catturare l'atmosfera di un gruppo... Carpenter

è riuscito ad ottenere ambedue le cose in modo ammirevo-

le». Nello scenario oxfordiano degli anni della seconda

guerra mondiale e dell'immediato dopoguerra il gruppo di

C.S. Lewis e dei suoi amici era un'istituzione. Li si poteva

vedere ogni martedì in un locale chiamato «Bird and

Baby» discutere davanti a un bicchiere di birra e andare al

giovedì da Lewis al Magdalen College per scambiarsi let-

ture a voce alta dei libri che ciascuno stava scrivendo. In

quel contesto Il Signore degli Anelli di Tolkien ebbe il suo

primo pubblico, Lewis presentò agli amici il suo Le lettere

di Berlicche e Charls Williams sottoponeva al gruppo i

suoi «thriller metafisici». Si erano scherzosamente battez-

zati «Gli Inklings», un'espressione che evoca un'idea im-

palpabile, un sentore, e che rende bene il clima di improv-

visazione cordiale e di reciproco stimolo che quell'amicizia

era per ciascuno. Questo libro ci accompagna all'interno di

un'esperienza rara e affascinante e ci fa conoscere delle

grandi personalità di un mondo letterario penetrando nello

stesso tempo il legame che le univa.

The J.R.R. Tolkien Companion and

Guide: Chronology

A cura di Christina Scull e Wayne G.

Hammond

HarperCollins Publishers, 2006, pp. 656

Rilegato, sovraccoperta con cofanetto

La maggior parte di questo libro consiste in un reso-

conto cronologico della vita di Tolkien. Esso comprende

un gran numero di citazioni di lettere scritte da Tolkien

con estratti da alcuni dei suoi diari e documenti presenti in

vari archivi e biblioteche, e da altre fonti inedite o di diffi-

cile reperimento. Sono incluse anche alcuni utili elenchi di

scritti di Tolkien, disegni e poesie.

The J.R.R. Tolkien Companion and

Guide: Reader's Guide

di Christina Scull and Wayne G.

Hammond

HarperCollins, 2006, pp.

Rilegato, sovraccoperta e in cofanetto

Questo libro è una combinazione di “Chi è Chi”,

“Cosa è cosa” e ”Dove” su tutto ciò che riguarda Tolkien.

Il volume comprende un gran numero di citazioni di lettere

scritte da Tolkien con estratti da alcuni dei suoi diari, do-

cumenti in vari archivi e biblioteche, e da altre fonti inedite

o difficili da trovare.

Testi consigliati

J.R.R. Tolkien. La bibliografia ita-

liana dal 1967 ad oggi

Oronzo Cilli

L’Arco e la Corte, 2013, pp. 160

Brossura

Una guida per appassionati e collezionisti scritta da

un appassionato collezionista. Una panoramica su tutte le

edizioni italiane delle opere di J.R.R. Tolkien pubblicate in

Italia dal 1967 ad oggi. Una raccolta di informazioni su

20 20 20 20 Tolkieniano Collection n. 1/2014Tolkieniano Collection n. 1/2014Tolkieniano Collection n. 1/2014Tolkieniano Collection n. 1/2014

Page 21: La rivista di Tolkieniano Collection

editori, traduttori, curatori e illustratori che negli anni han-

no legato il proprio nome a quello del professore di O-

xford. Una guida per chi vuole avvicinarsi al mondo del

collezionismo tolkieniano italiano o per chi semplicemente

ama il mondo del creatore della Terra di Mezzo.

J.R.R. Tolkien: la via per la Terra di mezzo

Tom Shippey

Marietti, 2005, pp. 546

J.R.R. Tolkien: la via per la Terra di Mezzo è la più

affascinante esplorazione della creatività di Tolkien e del

ruolo fondamentale rivestito dallo studio delle lingue

all'interno della subcreazione tolkieniana. Shippey mostra

dettagliatamente come la vastissima conoscenza della ma-

teria di cui si Tolkien occupava come filologo lo abbia

portato a scrivere Lo Hobbit e l'intero corpus del suo vasto

Legendarium, un incanto senza tempo per milioni di lettori

di ogni età. Il nucleo centrale del saggio si concentra tutta-

via sul Signore degli Anelli, considerato come una mappa

linguistica e culturale, un'intricata rete di rimandi testuali,

che disvela al lettore moderno il più autentico significato

del mito e della poesia.

La Compagnia, l'Anello il Potere -

J.R.R. Tolkien creatore di mondi

A cura di Bologna T. - De Turris G. - Giu-

liano S. - Gulisano P. - Morganti A. - Ne-

jrotti C. - Pezzi D. - Polia M

Il Cerchio, Rimini, pp. 224

Un volume collettaneo che analizza l'opera di Tol-

kien sotto l'aspetto simbolico, filologico, letterario e come

fenomeno sociale e politico, con una sezione dedicata ai

continuatori (e imitatori) del Signore degli Anelli. Gli Au-

tori, tra i primi e piu' qualificati studiosi italiani di Tolkien,

sono garanzia di originalità e profondità di indagine.

Tolkien: il mito e la grazia

Paolo Gulisano

Ancora, 2007, pp. 224

Si tratta di una rilettura dei temi cristiani

nell'opera di J. R. R. Tolkien, autore uni-

versalmante noto. L'elemento religioso, fortemente radica-

to nelle storie di Tolkien e nel loro simbolismo, nasce dal

desiderio di comunicare la Verità. Con una trattazione

piuttosto agile, il volume presenta una visuale ampia sugli

aspetti biografici di Tolkien e fornisce un aiuto alla com-

prensione del mondo simbolico da lui creato. Edizione

ampliata rispetto alla prima.

J. R. R. Tolkien. Tradizione e moderni-

tà nel Signore degli Anelli

Stefano Giuliano

Bietti, 2013, pp. 346

Nell'attuale società occidentale, "liquida" e disin-

cantata, hanno ancora senso i miti e le storie di eroi? Il

grande successo di Tolkien sembra dimostrarlo. Le avven-

ture di Elfi e Hobbit richiamano antichi modelli di compor-

tamento, ripensati però per il presente, come risposte ai

problemi dell'età contemporanea. I rapporti fra individuo e

potere, i limiti del sapere scientifico e tecnologico, gli ef-

fetti dell'industrializzazione sulla natura: questi alcuni de-

gli argomenti dello studio di Stefano Giuliano. Il percorso

di Frodo, fragile Hobbit, diventa metafora della condizione

dell'uomo di oggi, preda di spinte contrastanti che ne mina-

no le certezze e le convinzioni. Un uomo, forse, inevitabil-

mente destinato alla sconfitta.

Tolkien e la grande guerra. La soglia

della Terra di Mezzo

Garth John

Curato da Lorenzo Gammarelli

Marietti, 2007, pp. 464

Questa biografia su J.R.R. Tolkien rivela l'orrore e

l'eroismo che egli ha realmente vissuto come ufficiale nella

Tolkieniano Collection n. 1/2014Tolkieniano Collection n. 1/2014Tolkieniano Collection n. 1/2014Tolkieniano Collection n. 1/2014 21212121

Page 22: La rivista di Tolkieniano Collection

Battaglia della Somme e descrive il suo rapporto col

TCBS, il primo circolo di amici intimi di Tolkien, che in

quegli anni lo spinsero a scrivere la sua mitologia. Con

questo testo, sui primi anni della vita di Tolkien, John

Garth vuole anche mostrare che l'esperienza della Prima

Guerra Mondiale è una delle chiavi principali per capire il

perenne fascino delle storie della Terra di Mezzo. Il volu-

me, vista l'accuratezza documentale nella ricostruzione

storica di quegli anni, risulterà di interesse anche a coloro

che non hanno mai letto Il Signore degli Anelli.

Introduzione a Tolkien

A cura di Franco Manni

Simonelli, 2002, pp. 496

Brossura

Hanno contribuito a questo volume firmandone le

varie parti: Fiorenzo Delle Rupi, Franco Manni, Paolo Bar-

biano di Belgiojoso, Agostino Maiello, Carlo Stagnaro,

Tom Shippey, Filippo Rossi, Edoardo Vitto, Andrea Albe-

rici, Walter Scolese, Riccardo Moretti, Ruth Lacon, Wayne

Hammond, Enrico Imperatori, Michele Ballarini, Beppe

Roncari, Elena Grecchi, Roberto Di Scala, Alex Lewis,

Gianni Cavallari, Catherine Thorn, Denis Collins, Alberto

Quagliaroli, Nancy Martsch, Jessica Yates, Lorenzo Da-

niele, Massimo Renaldini, Nicola Farinelli, Edoardo Sbaf-

fi, Francesco Mazzotti, Gregorio Trebucchi.

Disegni di Lorenzo G.Daniele Tolkien Society Member

Curiosità Tolkieniane. Sapevi che…

22 22 22 22 Tolkieniano Collection n. 1/2014Tolkieniano Collection n. 1/2014Tolkieniano Collection n. 1/2014Tolkieniano Collection n. 1/2014

Page 23: La rivista di Tolkieniano Collection
Page 24: La rivista di Tolkieniano Collection

Visita il sito di Tolkieniano Collection

In libreria


Recommended