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la voce 12-2011

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mensile la voce dei coltivatori 12-2011
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Direzione, Redazione, Amministrazione: via Colombo, 35 - tel 0523 596511-Poste Italiane spa - Sped.in a.p.-D.L.353/2003 (conv.in l.27/02/2004 n.46)-art.1 comma 1-DCB Piacenza-Costo abbonamento annuo: euro 11-Pagamento assolto tramite versamento quota associativa-contiene i.p. LA VOCE DEI C oltivatori Anno LXIII N° 11 DICEMBRE 2011 PERIODICO DELLA FEDERAZIONE PROVINCIALE COLDIRETTI PIACENZA A CASTELL’ARQUATO LA GIORNATA PROVINCIALE DEL RINGRAZIAMENTO
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LAVOCE

DEI ColtivatoriAnno LXIII N° 11

DICEMBRE 2011 PERIODICO DELLA FEDERAZIONE PROVINCIALE COLDIRETTI PIACENZA

A CASTELL’ARQUATOLA GIORNATA PROVINCIALE

DEL RINGRAZIAMENTO

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www.campagnamica.it

segreteria organizzativa: COLDIRETTI PIACENZA - via Colombo 35 - 29122 Piacenza - Tel.: 0523.596511 - Fax: 0523.596596 - e-mail: [email protected] - www.piacenza.coldiretti.it

La Bottega diCampagna Amica

ha l’obiettivo di valorizzare e promuovere

i prodotti biologici e convenzionali

della filiera agricola tutta italiana per garantire

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Aperto 9 - 13.30 / 16 - 19

Chiuso domenica, lunedì (pom.), giovedì (pom.) ORARI DI ESERCIZIO

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SOMMARIO

LAVOCE

DEIColtivatori Periodico della Federazione Provinciale Coldiretti di Piacenza

Direzione, Redazione e Amministrazione:FEDERAZIONE PROVINCIALECOLDIRETTI DI PIACENZAPalazzo dell’Agricoltura29122 Piacenza via Colombo, 35Tel. 0523 596511Fax 0523 596596E-mail: [email protected]

Autorizzazione Tribunale di Piacenza:n. 71 del 24 Aprile 1953

DIRETTORE RESPONSABILEMassimo Albano

COMITATO EDITORIALE Antonella Bazzini, Dario Panelli, Elisabetta Montesissa, Laura Barbieri, Luca Piacenza, Maria Luisa Cassi, Maurizio Maffi

HANNO COLLABORATOCinzia Pastorelli, Claudia Molinari, Fabrizio Masini, Nadia Marcotti, Riccardo Piras, Roberto Miravalle, don Stefano Segalini, Sabrina Cliti

PROGETTO GRAFICO & IMPAGINAZIONE Massimo Covati

FOTO Archivio Coldiretti - Neodos

FOTOCOMPOSIZIONE E STAMPAGrafiche Lama s.r.l.

Il periodico ha una tiratura di 9.500 copie.Viene spedito ai Soci in regola con la quotaassociativa. Non è in vendita.

Questo numero è stato chiuso in redazione il 6 dicembre 2011

Titolare del trattamento dei dati personali nelle banche dati di uso redazionale è Federazione Provinciale Coldiretti di Piacenza. Gli interessati potranno esercitare i diritti previsti dal Dl.Lgs 196/2003 in materia di protezione dei dati personali, telefonando al n. 0523 596511, e-mail: [email protected]

© tutti i diritti riservati

ANNO LXIII - N. 11 - DICEMBRE 2011

1LA VOCE DEI Coltivatori

Sindacale A Piacenza la prima bottega di Campagna dell’Emilia Romagna .....................................................................2Pomodoro: presente e futuro tra mercato e nuovi scenari ..............................................................................4Vino cultura, consumo, salute ......................................................................................................................5Marini denuncia il caso Simest alla camera .................................................................................................7La filiera agroalimentare italiana scende in campo per una Pac più equa ........................................................7A Piacenza oltre 2200 ettari di terreni di proprietà dello stato ........................................................................9CAA Coldiretti: primo centro di assistenza accreditato da ICQRF ...................................................................10IGP all’aglio cinese? Una vera beffa per l’Aglio Piacentino ............................................................................11Alimentare: commissione UE approva IGP per la coppa di Parma .................................................................12Indagine Coldiretti, muffe in 4 bottiglie di olio straniero su 10 vendute nei supermercati ................................12Acquisti dall’agricoltore? In Emilia Romagna te lo dice l’iPhone ....................................................................13Agricola italiana un modello di sviluppo per la green economy .....................................................................14Cambiano le norme comunitarie sull’etichettatura degli alimenti ..................................................................16Nuova convenzione Creditagri Emilia Romagna Banca Di Piacenza ...............................................................16Terranostra alla fiera cavalli di Verona .........................................................................................................17Oscar Green: dai maiali on-line alle mani in pasta le idee per batterla ..........................................................17

Intervista del meseLuigi Bisi ..................................................................................................................................................18

Iniziative ColdirettiLa giornata provinciale del Ringraziamento a Castell’Arquato .......................................................................22

EtichettopoliCronache dal mondo delle etichette ...........................................................................................................29

Eventi e notizie dal mondo agricoloLa Voce della Cattolica ..............................................................................................................................31

La voce di BaccoLa provincia di Piacenza e lo sviluppo della coltivazione dell’uva da tavola ....................................................32

TecnicoConvenzione coldiretti Piacenza e “Cascina Pulita” ......................................................................................35Corte Costituzionale: le vinacce esauste restano sottoprodotti ......................................................................37

Le pagine del CapVarie .......................................................................................................................................................40in copertina:

LA ROCCA DI CASTELL’ARQUATOSI È VESTITA DI GIALLO IN OCCASIONE DELLA GIORNATA PROVINCIALE DEL RINGRAZIAMENTO

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SINDACALESINDACALE

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COLDIRETTI PIACENZA

LA VOCE DEI Coltivatori

A PIACENZA LA PRIMABOTTEGA DI CAMPAGNA AMICADELL’EMILIA ROMAGNA TUTTA RICICLABILE

SINDACALESINDACALE

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COLDIRETTI PIACENZA

LA VOCE DEI Coltivatori

Dal produttore al consumatore i prodotti della filiera agricola tutta italiana e firmata dagli agricoltori di Coldiretti

“E’ un ulteriore fondamentale tassello del progetto della filiera agricola tutta italiana lanciato da Coldiretti, ha dichiarato il presi-dente dell’Organizzazione piacentina Luigi Bisi, nel suo saluto. Un percorso iniziato dal Patto con il Consumatore, attraverso la vendita diretta, i mercati di Campagna Amica, i rap-porti sempre più stretti con i cittadini e con gli studenti attraverso l’educazione nelle scuole, fino al lancio del progetto della filiera agricola tutta italiana, con l’obiettivo di accorciare la filiera, garantire sicurezza, origine, qualità e sostenibilità ambientale al consumatore”. “Come abbiamo detto più volte il nostro è un Progetto per il Paese e l’apertura della Bottega di Campagna Amica è un’ulteriore risultato

raggiunto, con la coerenza e la trasparenza che ha sempre contraddistinto le nostre azioni, ha ribadito Mauro Tonello vice presidente Confederale”. “In pratica si tratta di un’idea molto semplice e innovativa allo stesso tempo, che vuole, ha ribadito Toni De Amicis, direttore della Fon-dazione Campagna Amica, intervenendo pri-ma del taglio del nastro, ridare protagonismo al nostro prodotto, dando vita a questo nuovo canale di vendita, che si aggiunge agli 850 Mercati di Campagna Amica presenti in tutta Italia e che, secondo i dati delle ricerche Col-diretti, valorizza un marchio ormai conosciuto da oltre 8milioni di persone”.

“La catena delle Botteghe di Campagna Amica, ha spiegato invece Claudio Filipuzzi, pre-sidente del Consorzio Nazionale di Campagna Amica, costituisce la chiave per fare conoscere e valorizzare adeguatamente i prodotti made in Italy.Per questo alla Bottega i consumatori piacen-tini trovano i prodotti piacentini, come carni, prodotti lattiero caseari, frutta e ortaggi di stagione, cereali, confetture. Il tutto accompa-gnato da pannelli illustrativi che spiegano le origini e le modalità di produzione. Ma non solo. La bottega ospita anche prodotti prove-nienti da tutta la penisola. “Il lavoro di tanti agricoltori di Coldiretti delle altre regioni, ha chiarito il direttore Massimo Albano.

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DICEMBRE 2011

LA VOCE DEI Coltivatori

Si tratta di prodotti di alta qualità, la cui tracciabilità è garantita dal Consorzio Produttori Campagna Amica”.Un percorso che continua anche nel segno della sostenibilità ambien-tale; poiché la Bottega, realizzata su una superficie di 335 metri qua-drati, con un cortile di 180 mq e un parcheggio privato di 300 mq; è il primo negozio di alimentari completamente riciclabile, con arredi in legno ottenuto da filiera agro-forestale italiana certificata Fsc (Forest Stewardship council); imballaggi compostabili e biodegradabili per ridurre la produzione di rifiuti urbani e l’inquinamento dell’aria.Dopo gli interventi di Filippo Pozzi, assessore provinciale all’Agri-coltura che ha sostenuto il continuo lavoro di Coldiretti nella dire-zione della valorizzazione del made in Italy e di Katia Tarasconi, assessore al commercio del comune di Piacenza, la quale ha ribadito la presenza continua dell’Organizzazione e il plauso per aver contri-buito a riqualificare una zona importante della città, la benedizione di don Stefano Segalini consigliere ecclesiastico di Coldiretti e la scoperta della targa da parte del presidente e del direttore di Agripiace Giacomo Sala e Camillo TiramaniNell’anno del 150° dello Stato unitario nasce così una ideale bottega dell’Unità d’Italia in cui ai tradizionali prodotti della provincia “Primogenita” si affiancheranno tesori enogastronomici provenienti da tutta la penisola, forniti da Consorzio nazionale Produttori di Campagna Amica.

A PIACENZA LA PRIMABOTTEGA DI CAMPAGNA AMICADELL’EMILIA ROMAGNA TUTTA RICICLABILE

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LA VOCE DEI Coltivatori

Dal produttore al consumatore i prodotti della filiera agricola tutta italiana e firmata dagli agricoltori di Coldiretti

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COLDIRETTI PIACENZA

LA VOCE DEI Coltivatori

“Il pomodoro da industria resta una coltivazione molto interessante per il nostro territorio. Una coltura che per le sue notevoli esigenze in ter-mini di tecnologia, crea un indotto enorme sia dal punto di vista eco-nomico, che da quello dell’occupa-zione”.Con queste parole il presidente di Coldiretti Piacenza Luigi Bisi ha aperto la tavola ro-tonda moderata da Marco Crotti presidente di Cio.Il presidente del Cap Pierluigi Scrocchi du-rante l’introduzione dei lavori ha sottolineato il ruolo fondamentale svolto dal Cap, non solo per il comparto del pomodoro, ma per tutta l’a-gricoltura piacentina“A livello internazionale, ha spiegato Costan-tino Vaia, amministratore delegato di Boschi Food & Beverage, assistiamo a una situazione molto differenziata con realtà che si sono affer-mate molto rapidamente, come ad esempio la Cina, che oggi costituisce il secondo produttore a livello mondiale”.Molto interessante anche la lettura dell’evo-luzione dei consumi, che in alcune aree si attestano ancora su livelli molto bassi; questo dovrebbe spingerci verso strategie di valorizza-zione del prodotto per incentivare i consumi”.Un’analisi più dettagliata è invece stata fatta da Paolo Gazza, direttore di Ainpo, che ha evidenziato come gli investimenti in termini di ettari siano diminuiti a livello di Distretto del pomodoro.Nella nostra provincia i dati storici messi in luce evidenziano dal 2000 ad oggi una dimi-nuzione degli investimenti da 14mila ettari a poco meno di 10mila ettari; alla quale ha fatto

però riscontro un incremento delle rese, con una diminuzione molto contenuta in termi-ni di produzione da 820mila a quasi 690mila tonnellate. Dante Pattini, direttore generale del Con-sorzio Agrario di Piacenza ha presentato le opportunità offerte dalla struttura nel settore pomodoro e gli accordi in essere con diverse aziende del territorio. Durante la mattinata Pietro Sandali, Capo Area Economica della Confederazione Nazio-nale Coldiretti ha esaminato in maniera molto dettagliata la prospettiva per quanto riguarda la nuova Politica agricola comunitaria, che dovrebbe entrare in vigore dopo il 2013. Come è noto da parte della Commissione della Unio-ne europea è stata avanzata una prima propo-sta che ha generato molte insoddisfazioni da parte dei produttori italiani.“Tra gli altri, uno tra gli aspetti più critici, ha ribadito Sandali, è quello della definizione dell’agricoltore attivo, che così come è stata impostata, rischia di penalizzare gli agricoltori professionali, cioè i veri imprenditori.“La riforma della Pac, così come è stata pre-sentata, ha sottolineato Mauro Tonello, vicepresidente confederale, nel concludere i lavori, rischia di penalizzare l’Italia, molto di più che non altri Paesi come la Francia o la Germania. Servirà quindi lavoro per cercare di recuperare la situazione. Anche se il punto fondamentale per vincere le sfide del futuro è sempre quello legato al rapporto con il mer-cato. E in questo senso, va senz’altro preso atto del lavoro enorme svolto da Coldiretti che ha raggiunto il grande risultato di avere stretto un rapporto di fiducia con il consumatore”.

POMODORO: presente e futuro tra mercato e nuovi scenariNon è stato solo un incontro tecnico dedicato al bilancio dell’annata con l’analisi della produzione e delle cause del calo, ma una vera e propria tavola rotonda in cui si è parlato del futuro di un comparto fondamentale per la provincia di Piacenza.

SINDACALESINDACALE

Mauro Tonello e Luigi Bisi

Marco Crotti

Costantino Vaia

Paolo Gazza

Dante Pattini

Pietro Sandali

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DICEMBRE 2011

LA VOCE DEI Coltivatori

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Paolo Massobrio, famoso e brillante gior-

nalista enogastronomico c o n la straordinaria capacità, fra le tante altre, di catalizzare con grande maestria e spontaneità l’attenzione della platea, ha moderato con successo il momento di confron-to promosso da Coldiretti Piacenza in collabora-zione col Consorzio Vini DOC nella sala consiliare del Palazzo del Podestà di Castell’Arquato. La formula di una familiare tavola rotonda che ri-duce il distacco col pubblico ancora una volta si è dimostrata vincente. Dopo i saluti del Presidente di Coldiretti Piacenza Luigi Bisi e del direttore Massimo Albano, l’apertura di benvenuto è toccata al Sindaco di Castell’Arquato, Ivano Rocchetta. La squadra messa in campo per la tavola rotonda ha permesso di sviscerare tutte le tematiche del vino in modo esaustivo e in pochi chiari passaggi: dall’aspetto tecnico agronomico a quello commerciale, dalle peculiarità storiche delle nostre produzioni a quelle salutistiche.D’altra parte Roberto Miravalle, presidente del Consorzio Vini DOC, ha puntato l’attenzione sul progresso della viticoltura piacentina e sulla necessità di riuscire a passare da una tradizio-ne di vini da tavola che si è sviluppata a partire dagli anni 60 a quella che è la sempre più pres-sante esigenza del mercato: un bicchiere di vino di qualità che caratterizzi momenti importanti, che valga più dell’anonima bottiglia o damigia-na. Particolarmente prezioso è stato l’intervento del professor Attilio Scienza dell’Università di Milano, che ha rilevato come “il successo di un buon vino stia non solo nella qualità del prodotto, ma anche in tutto ciò che un calice di vino può evocare. Diventa fondamentale quindi non solo il territorio di appartenenza, ma anche la pre-sentazione del prodotto e il suo orientamento al mercato. Per sviluppare quest’ultima caratteristi-ca occorre garantire prodotti distinguibili, senza doversi distaccare necessariamente dalla tradizio-ne: innovare, mantenendo il legame col territorio di appartenenza, inserendo vitigni che vadano incontro ai gusti dei consumatori”. Nell’ottica di una costante ricerca di parallelismo tra le esi-genze della domanda e le caratteristiche della produzione, non da oggi, diventa indispensabile, una vitivinicoltura ecologicamente ed eticamente

sostenibile, rispettosa dell’ambiente e dell’uomo (un “bollino verde” è già presente sulle bottiglie di molti grandi produttori californiani e sudamerica-ni, che hanno intuito la potenzialità commerciale di questa certificazione). Quindi un vino econo-micamente di successo parte dalla vigna e dalla cantina, ma diventa sempre più fondamentale il marketing cui è sottoposto.. Certo le politiche co-munitarie degli ultimi anni non hanno aiutato il settore, come denuncia il Vicepresidente nazionale di Coldiretti Mauro Tonello, “politiche che ci hanno fatto perdere quote di produzione senza proteggerci da una sregolata globalizzazione: questo, in alcuni territori, ha reso la viticoltura economicamente poco interessante, causando un conseguente abbandono del settore”. Frammezzo alle trattazioni di carattere tecnico economico, si sono armonicamente inseriti i contributi del Prof. Luigi Cavanna, Primario di Oncologia dell’Ospedale di Piacenza, che si è a lungo soffer-mato sugli effetti benefici di un corretto consumo di vino: “un bicchiere a pasto per la donna e un bicchiere e mezzo per l’uomo, possono garantire una buona protezione del sistema cardiovascolare, riducendo significativamente l’incidenza di ictus e infarto: non è il vino consumato responsabilmente e con moderazione che fa male, ma l’alcol assunto in grandi quantità”. “Il vino contiene più di 250 sostanze, per alcune delle quali non si è ancora studiato l’effetto” segnala Monica Maj, nutrizio-nista dell’Università Cattolica di Piacenza, “ma di certo siamo sicuri della grande importanza di alcuni composti antiossidanti, come il resvera-trolo, che proteggono le proteine delle membrane cellulari assicurando una vita più lunga ai tessuti interessati: una caratteristica più evidente nel vino rosso che nel bianco”.

5LA VOCE DEI Coltivatori

DICEMBRE 2011 SINDACALESINDACALE

VINOL’espressione del territorio per

una filiera agricola tutta italiana

cultura, consumo, salute

Luigi Cavanna

Monica Maj

Mauro Tonello

Attilio Scienza

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DICEMBRE 2011

LA VOCE DEI Coltivatori

Il presidente della Coldiretti, Sergio Marini, ha partecipato all’audizione della Commissione Agricoltura della Camera dell’8 novembre sul tema dell’internazionalizzazione del setto-

re agroalimentare. Marini ha sottolineato che occorre preliminar-mente chiarire cosa si intende per internazionalizzazione prima di discutere degli strumenti necessari per sostenerla. In particolare, il presidente della Coldiretti ha affermato che il supporto all’internazionalizzazione non deve significare sostegno alla delocalizzazione che sposta lavoro, capitali e mercati all’este-ro senza alcun beneficio per l’Italia, né tantomeno finanziamenti all’italian sounding, con la produzione o vendita di cibi che uti-lizzano materie prime e lavoro stranieri e sfruttano indebitamente l’immagine di prestigio dei territori italiani costruita nel tempo dagli imprenditori agricoli. In questo contesto Marini ha denunciato l’operato della Simest, la società controllata dal Ministero dello Sviluppo economico che ha finanziato Parmacotto e Lactitalia impegnati in discutibili opera-zioni di investimento negli Usa ed in Romania.

Proprio per questo motivo Coldiretti sta mettendo in campo tutte le azioni a tutela dei consumatori e dei prodotti italiani. Invitiamo pertanto tutte le associa-zioni e le istituzioni che condividono la nostra denun-cia a manifestare apertamente la propria posizione.

L’agroalimentare italiano scende in campo per una Pac più equa. La Coldiretti e tutte le altre organizzazioni agricole, cooperative e del sindacato dei lavoratori hanno presentato al neo-ministro delle

Politiche agricole, Mario Catania, un documento unitario sulle proposte di riforma della Politica agricola comune.Nel testo si ribadisce che le risorse devono andare agli agricoltori profes-sionali, “quelli che lavorano e vivono di agricoltura” torna ad affermare che la definizione di agricoltore attivo deve essere demandata alla Stato membro. “Per quello che riguarda il nostro Paese - spiegano i firmatari del do-cumento - l’agricoltore attivo è l’imprenditore agricolo professionale, singolo o associato, nelle forme individuate dalla normativa nazionale vigente sulla base della incidenza del tempo dedicato al lavoro agricolo sul lavoro complessivo e della incidenza del reddito agricolo sul reddito totale da lavoro. Il requisito selettivo di agricoltore attivo si applica a tutti gli agricoltori beneficiari di pagamenti diretti a prescindere dall’importo erogato e con la sola eccezione degli agricoltori che accedono al regime per i piccoli agricoltori”. I temi della Riforma della Pac sono stati anche al centro di un primo incontro tra il presidente di Coldiretti, Sergio Marini, e il Commissario europeo per l’Agricoltura, Dacian Ciolos, in visita a Roma. Marini ha illustrato, in particolare, le criticità della proposta di revisione della Po-litica agricola comune per l’Italia che riguardano in particolare il taglio delle risorse disponibili, l’applicazione del “greening” e la definizione di agricoltore attivo, ma anche le misure per controllare la volatilità dei prezzi agricoli nonché la necessità di rafforzare le organizzazioni dei produttori.

Per scaricare il documento di proposta della Pac dopo il 2013:

http://www.ilpuntocoldiretti.it/attualita/Pagine/RisorsePacgliagricoltoriattivi,dallafilieraagroalimentareappelloaUeeneoministro.aspx

MARINI DENUNCIAIL CASO SIMESTALLA CAMERA

Sergio MariniPresidente Nazionale Coldiretti

Sergio MariniPresidente Nazionale

Coldiretti

Dacian CiolosCommissario europeoper l’Agricoltura

7 LA VOCE DEI Coltivatori

LA FILIERA AGROALIMENTAREITALIANASCENDE IN CAMPOPER UNA PACPIÙ EQUA

DICEMBRE 2011

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COLDIRETTI PIACENZA

LA VOCE DEI Coltivatori

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DICEMBRE 2011

LA VOCE DEI Coltivatori9 LA VOCE DEI Coltivatori 9LA VOCE DEI Coltivatori

Ok definitivo del Parlamento alla proposta della Coldiretti di vendere agli agricoltori i terreni

agricoli di proprietà pubblica. L’idea che la più grande organizzazione agricola d’Europa aveva lanciato nel corso del Fo-rum di Cernobbio è rientrata nel maxie-mendamento al Decreto Sviluppo varato dalle Camere.

Il provvedimento prevede che “entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della legge di stabilità, il Ministero delle Poli-tiche agricole, con uno o più decreti di natura non regolamentare da adottare d’intesa con il Ministero dell’Economia, individui i terreni a vocazione agricola, non utilizzabili per altre finalità istituzio-nali, di proprietà dello Stato”, “nonché di proprietà degli enti pubblici nazionali, da alienare a cura dell’Agenzia del Dema-nio”.

Dopo questo provvedimento, ha dichia-rato il direttore di Coldiretti Piacenza Massimo Albano, i nostri uffici hanno effettuato una ricerca per verificare la situazione nella nostra provincia. Il ri-sultato è che sono circa 2200 gli ettari di

proprietà dello Stato a Piacenza.

In base allo studio realizzato dai nostri funzionari Alessandro Belli e Riccardo Piras, i terreni sono ubicati in tutta la provincia, comprendono aree boschive ma anche seminativi.

Pur non avendo ancora effettuato una quotazione precisa, riteniamo che il valo-re degli appezzamenti realmente vendibili e coltivabili, si aggiri intorno ai 7 milioni di euro”.

“Ovviamente proseguiremo lo studio, ha ribadito Albano, perché riteniamo pos-sa rappresentare un’opportunità per le aziende agricole della provincia, in par-ticolare per i giovani che avranno la pre-lazione; l’obiettivo, infatti, è favorire lo sviluppo dell’imprenditorialità agricola giovanile, così come definiti ai sensi del decreto legislativo 21 aprile 2000, n. 185, e successive modificazioni”.

Il provvedimento stabilisce che la vendita, infatti, avverrà mediante trattativa privata per gli immobili di valore inferiore a 400 mila euro e mediante asta pubblica per quelli di valore pari o superiore a 400

mila euro. Le Regioni, le Province, i Co-muni possono vendere i beni di loro pro-prietà aventi destinazione agricola, con-ferendo mandato irrevocabile all’Agenzia del Demanio che provvede al versamento agli Enti territoriali già proprietari dei proventi derivanti dalla vendita al netto dei costi sostenuti e documentati.

“C’è voluta la più grande crisi dal dopo-guerra per chiudere finalmente anche in Italia l’epoca dello Stato contadino il qua-le ha sottratto terre fertili agli agricoltori, che sono certo in grado di valorizzarli creando ricchezza e nuova occupazione a sostegno della crescita di cui il Paese ha oggi straordinariamente bisogno, ha concluso il direttore Albano. La cessione di questi terreni toglie allo Stato il compi-to improprio di coltivare la terra, rende disponibili risorse per lo sviluppo ma so-prattutto ha il vantaggio di calmierare il prezzo dei terreni, stimolare la crescita, l’occupazione e la redditività delle impre-se agricole che rappresentano una leva competitiva determinante per la crescita del Paese”.

A Piacenza oltre2200 ettari di terrenidi proprietà dello stato

Dopo l’ok del Parlamento alla vendita agli agricoltori dei terreni statali, Coldiretti Piacenza ha effettuato una ricerca sulla situazione del nostro territorio.

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COLDIRETTI PIACENZA

LA VOCE DEI Coltivatori

CAA COLDIRETTI:PRIMO CENTRO DI ASSISTENZA ACCREDITATO DA ICQRF

Ancora un risultato importante per il CAA Coldiretti Emilia Romagna: accreditamento presso il diparti-

mento ICQRF come impresa specializzata nella tenuta dei registri di cantina.“Il Centro di Assistenza Agricola Coldiret-ti, sottolinea la responsabile provinciale di Piacenza Laura Barbieri è una struttu-ra specializzata nei servizi orientati alla semplificazione delle procedure e degli adempimenti amministrativi delle azien-de agricole e nella consulenza per la ge-stione e lo sviluppo delle attività agricole. Un ruolo fondamentale, riconosciuto, di interlocutore qualificato nei confronti della Pubblica Amministrazione”.Essere il primo CAA accreditato è un risultato importante che “certifica” for-malmente la professionalità e l’impegno quotidiano dei nostri tecnici nei confronti delle aziende agricole.Pertanto Al fine di offrire un servizio an-cora più qualificato e puntale alle impre-se vitivinicole proprie associate, nei mesi scorsi, il Caa Coldiretti Emilia Romagna si è accreditato presso il Dipartimento ICQRF – Bologna quale “Impresa Specia-lizzata” alla tenuta dei Registri di Cantina.E’ un percorso in continua crescita sup-portato da un aggiornamento periodico che garantisce nuove competenze, ma anche modernizzazione nel modo di la-vorare, per rispondere alle esigenze delle

imprese che si trovano ad affrontare un mercato sempre più competitivo. Uno dei punti di forza del nostro Caa è proprio la formazione e l’informazione. “I nostri operatori Caa, dichiara Massimo Albano direttore di Coldiretti Piacenza, non sono semplicemente dei bravi tecni-ci, ma anche dei professionisti che cre-dono nel progetto di Coldiretti e cercano di tradurlo in opportunità economiche per le aziende agricole. Questo è quello che ci contraddistingue e il fatto di essere l’unico CAA operante in Regione Emilia Romagna che gode di questa ulteriore opportunità, da offrire alle imprese vitivi-

nicole è indiscutibilmente fondamentale per la realizzazione del progetto di Col-diretti”.Il vino è il prodotto che meglio di altri, rappresenta la filiera agricola tutta italia-na, racchiude storia, cultura e tradizioni; rappresenta, insomma, l’identità di un territorio e affinchè questa identità sia sempre più di qualità, è necessario un servizio tecnico all’altezza delle nostre eccellenze, così come uno scambio conti-nuo con le aziende perchè le esigenze del territorio, possano essere tradotte anche in miglioramenti tecnici.

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LA VOCE DEI Coltivatori

IGP ALL’AGLIO CINESE?Una vera beffa per l’Aglio PiacentinoBisi “Questo riconoscimento dell’Indicazione Geografica Protetta per l’aglio cinese di jinxiang da suan è l’ennesima prova che l’Unione Europea non tutela le nostre produzioni e nemmeno i consumatori” L’UE ha pubblicato sulla gazzetta ufficiale comunitaria del 1° novembre l’iscrizione nel registro delle Dop e delle Igp della de-nominazione richiesta dalla Repubblica po-polare cinese per l’aglio. Come noto, l’UE ha aperto il proprio registro delle denomi-nazioni ai paesi extracomunitari, nell’ottica di rendere compatibile la sua normativa con le richieste dell’organizzazione mon-diale del commercio (WTO) e per mettere le basi per un mutuo riconoscimento delle denominazioni. “La notizia che la Cina avrebbe ottenuto dall’Unione Europea il riconoscimento dell’IGP per il proprio aglio, dichiara Lo-renzo Bazzana dell’area economica della Confederazione Nazionale Coldiretti, ha creato l’allarme tra i produttori comunitari della gustosa liliacea”. “La produzione comunitaria, prosegue Baz-zana, è già oggetto di una forte concorren-za da parte della Cina, il primo produttore mondiale di aglio. Potenzialmente la produ-zione di aglio cinese che potrebbe essere commercializzata con marchio comunita-rio IGP è pari a cinque volte il totale della produzione comunitaria. Se per un verso è importante che ci sia questo mutuo ricono-scimento delle denominazioni di origine tra Unione Europea e Cina, visto anche l’eleva-to numero di imitazioni di prodotti alimen-tari europei che vengono realizzati in Cina e le opportunità rappresentate dal mercato cinese, rimane il timore per la reazione del consumatore europeo, che potrebbe essere tratto in inganno dal marchio comunitario, scambiando il prodotto cinese per un pro-dotto dell’Unione Europea”. “In Italia, sottolinea il responsabile di Col-diretti, la produzione di aglio interessa ol-tre 3.000 ettari, per una produzione attorno alle 30.000 tonnellate. Le importazioni ita-

liane di aglio dalla Cina nel 2010 sono state pari a 2.443.266 chilogrammi e i consumi sono soddisfatti al 50% dalle importazioni. Non dobbiamo inoltre sottovalutare il fatto che la Cina è stata spesso al centro di de-nunce dell’ufficio anti-frodi dell’UE, per le operazioni di triangolazione che modifica-no l’ origine del prodotto cinese, finalizzate a non pagare i dazi, provocando perdite al fisco per milioni di euro e, aggiungiamo, danni ai produttori comunitari di aglio”. “E’ davvero inconcepibile, ribadisce il pre-sidente di Coldiretti Piacenza Luigi Bisi! Nella nostra provincia sono circa 20 anni che si sta lavorando per ottenere la certi-ficazione per il nostro aglio di Monticelli e l’Unione Europea ha sempre trovato qual-che impedimento. Adesso nel giro di pochi mesi arriva l’Igp per l’aglio cinese. Questa è l’ennesima dimostrazione che l’Unione Europea non sempre ha a cuore la valo-rizzazione dei nostri prodotti e la tutela dei consumatori”. “Quanto volte, continua Bisi, alla nostra richiesta di etichettatura obbligatoria dei prodotti ci siamo sentiti rispondere che provocherebbe concorrenza sleale? Ebbe-ne, questa non è concorrenza sleale? Certi-fichiamo un prodotto cinese che da sempre rappresenta un competitor per i produttori europei”. “Invitiamo pertanto i consumatori, con-clude Bisi, a fare particolare attenzione e a leggere accuratamente le etichette quan-do acquistano aglio, prediligendo sempre quello locale e auspichiamo che gli enti che avevano presentato la certificazione per il nostro aglio, proseguano velocemente, cer-cando di oltrepassare quegli ostacoli che evidentemente i cinesi hanno brillantemen-te superato.”

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Alimentare: commissione UE approvaIGP per la coppa di Parma

Indagine Coldiretti, muffe in 4 bottiglie di olio straniero su 10 vendute nei supermercati

(ANSA) - BOLOGNA, 10 NOV - Con il definitivo riconoscimento, attri-buito dalla Commissione europea alla Coppa di Parma Igp, salgono a 34 le denominazioni Dop e Igp emiliano-romagnole. ‘’Questo rico-noscimento - spiega l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni - rappre-senta un indubbio successo per i produttori e per l’intero settore agroalimentare della nostra regione che ha dimostrato, ancora una volta, la propria capacita’ di promuo-vere un sistema fortemente orientato al raggiungimento di elevati livelli qualitativi ed alla tutela del consumatore’’. Salgono in particolare a 12 i prodotti di salumeria emiliano-romagnoli riconosciuti a livello comunitario. ‘’Anche questo e’ un dato po-sitivo - spiega Rabboni - in quanto dimostra che la filiera continua a lavorare per raffor-zare il rapporto esistente tra produzione di qualita’ e territorio, a diversificare l’offerta, ad investire sul valore aggiunto che questo

binomio puo’ produrre, a ricercare spazi su nuovi mercati. Una stra-tegia che puo’ contribuire anche a migliorare la situazione dei nostri allevamenti, costretti a lavorare, ormai da molti anni, in perdita o con

margini ridotti all’osso. Mi auguro ora che la denominazione Salame Felino Igp, attualmente alle prese con osser-vazioni ed opposizioni presentate da alcuni Stati membri, concluda l’iter a li-vello comunitario rendendo finalmente possibile il riconoscimento e la tutela di questo grandissimo prodotto della no-stra tradizione’’. Il Disciplinare appro-vato dalla Commissione europea pre-vede che la Coppa di Parma Igp venga prodotta nell’intero territorio delle pro-vince di Parma, Reggio Emilia, Modena, Mantova, Pavia e in 59 Comuni collocati a ridosso del corso del Po delle Provin-ce di Lodi (22 comuni), Milano (1) e Cremona (36). (ANSA).

Dall’analisi organolettica sui campioni acquistati nei supermercati ed esaminati da parte del panel costituito dall’Agenzia delle dogane, è emerso anche che il 16 per cento delle bottiglie contiene olio derivante da olive alterate e l’8 per cento addirittura rancido. Più della metà delle bottiglie di olio esaminate dovrebbe dunque essere declassato e non potrebbe quindi essere venduto come ex-travergine. Dall’analisi sono stati esclusi quelli a denominazione di origine (Dop) e quelli ottenuti al 100 per 100 da olive italiane, ma sono compresi gli oli di grande diffusione. Le dimensioni del fenomeno scoperto da Coldiretti, Symbola e Una-prol richiedono un immediato intervento delle autorità predisposte

Ci auguriamo che questo riconoscimento serva a tutti i piacentini, in particolari a enti e istituzioni preposte, con i quali siamo pronti a lavorare in sinergia, per promuovere con sempre maggiore convinzione i nostri 3 salumi dop. La provincia di Piacenza ha una tradizione millenaria nella storia dei salumi, ma è necessario proseguire nell’otti-ca della qualità e valorizzazione se vorremo continuare ad occupare posti importanti sul mercato e nel piatto dei consumatori.

In quattro bottiglie su dieci di olio ver-gine ed extravergine vendute al super-mercato sono presenti muffe.

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Indagine Coldiretti, muffe in 4 bottiglie di olio straniero su 10 vendute nei supermercati

Acquisti dall’agricoltore?In Emilia Romagna te lo dice l’iPhone

ai controlli. Una situazione che Coldiretti, Symbola e Unaprol inten-dono contrastare con il progetto GeniusOlei, che ha l’obiettivo di promuovere nel mercato una profonda conoscenza dell’olio e delle sue caratteristiche qualificanti, insieme ad un’azione di promozio-ne delle eccellenze del settore. Va peraltro segnalato che secondo una indagine della Coldiretti in quattro bottiglie di olio extravergine su cinque in vendita in Italia, che contengono miscele di diversa origine, è praticamente illeggibi-le la provenienza delle olive impiegate, nonostante sia obbligatorio indicarla per legge in etichetta dal primo luglio 2009, in base al Regolamento comunitario n.182 del 6 marzo 2009.

Per non cadere nella trappola del mercato il consiglio di Coldiretti, Symbola e Unaprol è quello di guardare con diffidenza ai prezzi eccessivamente bassi che non coprono neanche il costo delle olive, come dimostrano i numerosi e preoccupanti casi di sequestri di olio deodorato a basso prezzo effettuati dalle autorità di controllo. Considerando che una confezione da un litro di un buon olio extra vergine di oliva, prodotto al 100% con olive italiane, non potrebbe costare, mediamente al consumo, sullo scaffale di un supermerca-to, meno di 6 euro.

In Emilia Romagna un consumatore su due ha fatto almeno una volta acquisti direttamente dal produttore, mentre sono già oltre 5.500 le aziende che fanno vendita diretta in azienda o negli 80 mercati conta-dini attivi in regione. Lo comunica Coldiretti regionale secondo cui, a fronte dei reiterati allarmi alimentari, veri o presunti che siano, cresce la tendenza dei cittadini di andare alla fonte degli alimenti, rivolgendo-si direttamente agli agricoltori. Per fornire un servizio sempre più efficiente a consumatori e produtto-ri, Coldiretti Giovcani Impresa dell’Emilia Romagna ha messo a punto la prima applicazione per iPhone che informa su dove trovare l’azien-da che fa vendita diretta o l’agriturismo che offre ristoro e ospitalità. I 71 milioni di utenti di iPhone a livello mondiale, i 14 milioni europei e i 2 milioni e 800 mila italiani che si trovassero a passare sul territorio dell’Emilia Romagna riceveranno informazioni su dove si trovano le aziende e i mercati di Campagna Amica, dove acquistare prodotti a Km0 e dove sono gli agriturismi di Terranostra, l’associazione agri-turistica di Coldiretti. L’applicazione è scaricabile dall’App Store degli iPhone e degli iPad. I cittadini avranno a disposizione le informazioni sull’ubicazione di aziende e mercati, i prodotti in vendita, gli orari di apertura, il telefono ed eventuali e-mail e siti internet. Nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica si trovano prodotti locali del territorio, che non devono affrontare lunghi trasporti con mezzi inquinanti, e che vengono messi in vendita direttamente dall’a-gricoltore nel rispetto di precise regole comportamentali e di un co-dice etico ambientale, sotto la verifica di un sistema di controllo di un ente terzo.

Presentato il programma per avere aziende e mercati sul cellulare

A denunciarlo sono Coldiretti, Symbola e Unaprol, che hanno presentato a Roma la prima indagine sulla qualità degli oli di oliva in vendita in Italia in occasione del lancio del progetto “GeniusOlei”.

Campagna Amica

App Store

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FILIERAAGRICOLAITALIANAUN MODELLO DI SVILUPPOPER LA GREEN ECONOMY È stato presentato il rapporto 2011

“GreenItaly”, l’occasione più im-portante per mettere in rete a livello

nazionale conoscenze e competenze e per promuovere le esperienze più avanzate e innovative diffuse sul territorio italiano. L’importanza e la centralità dell’agricoltura è stata rimarcata sia nel documento, sia da-gli interventi dei relatori durante la giornata di presentazione.Il rapporto sottolinea come la maggiore sensibilità dell’opinione pubblica sulle que-stioni ambientali abbia avuto un ruolo fon-damentale nel diffondere comportamenti e scelte di consumo favorevoli alla tutela degli ecosistemi. In questo modo la green economy è diventata, anche in agricoltura, un paradigma produttivo, gestionale e com-merciale che assume l’impatto ambientale come indicatore dell’utilità, dell’efficienza e della produttività delle iniziative economi-che poste in essere da imprese e organizza-zioni. Più che un settore dell’economia, la green economy va quindi considerata come un nuovo modo di fare le cose, di produrre e di distribuire.Nel settore agricolo italiano si assiste all’af-fermazione di nuovi modelli di sviluppo e di consumo fondati su alcuni principi cardine, quali, ad esempio, la difesa del territorio, la valorizzazione della biodiversità, la pro-mozione delle tradizioni produttive e della cultura locale, la sostenibilità ambientale, elementi associati a forme, anche innova-

tive, d’informazione e di scambio di beni e servizi. Solo per fare qualche esempio, basti pensa-re alla riduzione dei trasporti dei prodotti alimentari (il cosiddetto Km 0); alla filie-ra alimentare corta (concetto legato alla valorizzazione del consumo dei prodotti stagionali e territoriali); all’istituzione dei mercati di vendita diretta; alla difesa, at-traverso opportune politiche di etichetta-tura obbligatoria, dell’origine della materia prima agricola, dell’identificazione delle produzioni alimentari con il territorio di provenienza; alla lotta agli ogm per impe-dire la delocalizzazione delle produzioni e, in prospettiva, anche alle opportunità di valorizzazione commerciale offerte dalla carbon footprint. Questo parametro infatti sta diventando sempre più importante nell’ambito delle scelte di acquisto, come dimostrano le ini-ziative di alcune grandi catene e i tentativi, a livello normativo, di promuoverne l’indi-cazione nelle etichette.Sul fronte dei processi, le imprese agrico-le italiane sono impegnate innanzitutto a ridurre i consumi energetici in un ottica di minor sfruttamento delle risorse e mag-giore efficienza aziendale. Secondo i dati dell’indagine Excelsior, è del 40% la quota delle imprese che hanno dichiarato di aver ridotto i consumi energetici per unità di prodotto negli ultimi tre anni, con valori più elevati per le imprese con produzione

prevalente agricola (coltivazioni) e nell’I-talia settentrionale, in particolare nel Nord Est (47%). A un livello di maggiore dettaglio, la ridu-zione ha interessato soprattutto i consumi di metano (30% circa delle imprese) e di energia elettrica (10%). Inoltre, negli ul-timi tre anni, il 10% circa delle imprese agricole con dipendenti ha utilizzato ener-gia prodotta da fonti rinnovabili (e proba-bilmente in massima parte autoprodotta al loro interno), con quote maggiori nelle aziende con attività miste agro-zootecniche (16%), in quelle zootecniche (13%) e nel Nord del Paese (18%), che si differenzia nettamente dal Centro-Sud. La quasi to-talità delle energie rinnovabili utilizzate si riferisce all’energia solare, soprattutto sul versante fotovoltaico, cioè della produzione di energia elettrica (7% delle imprese). A fine 2010, su circa 3.470 MW di potenza installata, il 15% erano impianti realizzati nel settore agricolo.Nella parte introduttiva del rapporto si sottolinea come in agricoltura si re-gistra il boom dei prodotti di origine biologica: l’Italia, con una superficie bio di oltre 1 milione di ettari, occupa l’ottavo posto (dopo Argentina, Cina, Stati Uniti, Brasile, Spagna e India) a livello mondiale e il secondo a livel-lo europeo. Con una parte significa-tiva della produzione bio indirizzata all’estero, l’Italia è anche il maggior

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esportatore mondiale di prodotti bio-logici (che raggiungono i punti vendi-ta di tutta Europa, Stati Uniti e Giap-pone) per un valore che nel 2010 ha superato 1 miliardo di euro. Il nostro Paese è anche al primo posto in Euro-pa per il numero di imprese agricole che hanno scelto il metodo biologico. Dalla ricerca emerge, quindi, l’imma-gine di un’Italia che, pur tra contrad-dizioni e difficoltà, è protagonista di una originale interpretazione e decli-nazione della green economy. C’è un sistema produttivo diffuso capace di fare della sfida ambientale un’occa-sione di ripensamento di settori ma-turi.Il rapporto sottolinea come il pro-getto Km0, lanciato da Coldiretti con l’obiettivo di promuovere l’acquisto ed il consumo di beni ed alimenti prodotti nell’ambito locale, riesce ad intercettare le nuove esigenze del consumatore legate alla necessità di fare scelte di acquisto consapevoli, che non inquinano e contribuiscono alla mitigazione degli effetti negativi dei cambiamenti climatici. Il progetto, che si inserisce nell’ambito di un discorso più ampio, legato alla necessità di sostenere le filiere corte, contribuisce, infatti, alla nascita di nuove forme di scam-bio, incontro e cooperazione e si basa sul rapporto diretto tra chi produce e chi con-suma, con la finalità di diminuire il numero e gli intermediari negli scambi economici e di ridurre il percorso dei prodotti dal luogo

di produzione fino al momento del consu-mo finale. Queste nuove modalità di con-sumo rappresentano un piccolo impegno quotidiano che può portare una famiglia a risparmiare, in termini di emissioni annue, fino ad una tonnellata di anidride carboni-ca (CO2).In particolare l’Italia, assieme alla Francia e alla Germania, è uno dei Paesi europei in cui la vendita diretta agroalimentare sta registrando una forte crescita. Questo modello di commercializzazione non solo consente ai consumatori di effettuare scelte di acquisto consapevoli e meno inquinanti, ma anche di ottenere prezzi più contenu-ti. Nel 2008 le aziende inserite nella filiera corta sono salite a 60.700, con una cresci-ta del 6% rispetto al 2007, confermando il trend, ancora più positivo, registrato nel 2005-2006 (+18,3%). Se si considera poi il periodo 2000- 2007, il tasso di crescita è stato del 57%. Il giro di affari del setto-re sale invece a 2,7 miliardi (+8% rispetto all’anno precedente).Sempre sul lato della commercializzazione dei prodotti agricoli, il progetto di Coldi-retti “una filiera tutta agricola tutta italiana firmata dagli agricoltori” sta realizzando una innovazione organizzativa attraverso l’apertura delle “Botteghe di campagna amica” per garantire ai consumatori pro-dotti agricoli al cento per cento italiani pro-venienti esclusivamente da aziende agricole e cooperative. La stessa evoluzione dell’agricoltura vede l’imprenditore agricolo trasfor-marsi da produttore di materia prima

a fornitore di cibo, con la capacità di trasferire in esso i valori e le tradizio-ni dei territori di produzione. Nell’ot-tica della green economy, quindi, l’agricoltura diventa espressione dei territori e del loro patrimonio econo-mico, sociale e culturale, nonché mo-tore dello sviluppo locale. E’ proprio in un’ottica di sostenibilità, quindi, che deve essere preservato il pa-trimonio nazionale di agrobiodiversità, di prodotti agricoli e alimentari di qualità, prevenendo l’industrializzazione dell’agri-coltura, la massimizzazione delle produzio-ni e la contaminazione delle varietà locali e dei territori. Con riferimento all’agricol-tura, il modello produttivo, commerciale e gestionale della green economy valorizza le potenzialità del settore in termini di svilup-po e di competitività e conferisce un valore aggiunto alla qualità ed alla ricchezza del made in Italy.

Scarica il rapporto completo

http://www.ilpuntocoldiretti.it/attualita/Documents/Rapporto%20GreenItaly%202011.pdf

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CAMBIANOLE NORME COMUNITARIE

SULL’ETICHETTATURADEGLI ALIMENTI

E’ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea il nuovo regolamento comunitario sulle indicazioni alimentari ai consumatori che introduce l’obbligo di indicare in etichetta informazioni nutrizionali fondamentali e di impatto sulla salute

La nuova regola sull’etichetta dei cibi impone l’evidenziazione della presenza di allergeni, prevede il divieto di indicazioni forvianti e una

dimensione minima delle etichette per renderle più facilmente leggibili. La nuova norma sostituisce la vecchia diret-tiva del 1979 ed estende l’obbligo di indica-re la provenienza in etichetta di tutte le carni fresche dal maiale al pollame, dall’agnello alla capra, al pari di quanto è già stato fatto con quella bovina dopo l’emergenza mucca pazza. Il regolamento prevede invece purtroppo un percorso a tappe per l’estensione dell’obbligo di indicare l’origine in etichetta per altre categorie di prodotto come le carni trasformate in salumi o altro (2 anni) e il latte e derivati (3 anni). Nel nuovo regolamento è presente la dichiarazione nutrizionale obbligatoria (il contenuto energe-tico e le percentuali di grassi, grassi saturi, carboi-drati, zuccheri, proteine e sale, dovranno essere indicate sull’imballaggio in una tabella compren-sibile, insieme e nel medesimo campo visivo) e l’evidenziazione della presenza di allergeni (tali sostanze saranno evidenziate nella lista degli

ingredienti per consentire al consumatore di in-dividuarle più facilmente nei prodotti alimentari).Previsto anche il divieto alle indicazioni fuor-vianti sulle confezioni: i consumatori non devono essere fuorviati dalla presentazione degli imballaggi alimentari, riguardo all’aspetto, alla de-scrizione e alla presentazione grafica, che saranno resi più comprensibili. Riguardo all’imitazione dei cibi, è sta-to previsto che gli alimenti simili ad altri, ma prodotti con ingredienti diversi, come i “simil-formaggi” prodotti con materie ve-getali, dovranno essere facilmente identifi-cabili. La carne ottenuta dalla combinazione di più parti di carni dovrà essere indicata come “carne ricomposta”, lo stesso varrà per il pesce, che sarà indicato come “pesce ricomposto”. Viene inoltre disposta una dimensione mi-nima per rendere leggibili le etichette: le di-citure obbligatorie sulle etichette dovranno avere caratteri tipografici minimi non inferiori a 1,2 mm (prendendo come riferimento la “x” minuscola), oppure 0,9 mm se le confezioni presentano una

superficie inferiore a 80 cm2. Se la superficie della confezione è inferiore a 10 cm2, l’etichetta potrà riportare solo le informazioni principali (denomi-nazione di vendita, allergeni, peso netto, termine minimo di conservazione, etc.) disposte nella po-sizione più favorevole. La data di scadenza degli alimenti dovrà inoltre essere presente anche sui prodotti confezionati singolarmente. “Il testo finale - sottolinea la Coldiretti - è frutto di un compromesso tra le tre istituzioni europee: Commissione europea, Consiglio e Parlamento europeo dopo un lungo braccio di ferro durato quattro anni. Il negoziato si è svolto sotto la spinta delle numerose emergenze alimentari che si sono verificate nell’Unione Europea, dai maiali alla dios-sina alla mozzarella blu fino al batterio killer che in realtà avrebbero dovuto spingere le Istituzioni comunitarie a scelte più immediate soprattutto per quanto riguarda l’obbligo di indicare la provenien-za in etichetta delle materie prime impiegate negli alimenti che per alcune categorie di prodotti è sta-to dilazionato nel tempo”.

Dal 1 gennaio 2012 è stata siglata una nuova convenzione fra CreditAgri Emilia Romagna e Banca di Piacenza.In questa convenzione vengono offerti prodot-ti per operazioni ipotecarie e chirografarie.Il pacchetto creditizio siglato con Banca di Piacenza è rivolto a tutte le strutture agricole, nell’acquisto di terreno, costruzione di manu-fatti strumentali e non, ai giovani agricoltori che intendono insediarsi, agli agriturismi, all’acquisto di attrezzature agricole, alle strut-ture che intendono dare avvio a iniziative di Campagna Amica e cioè allestimento di punti vendita, laboratori di trasformazione ed infine al finanziamento di energie rinnovabili come fotovoltaico e biomasse.

Nuova ConvenzioneCreditagri Emilia Romagna / Banca Di Piacenza

CreditAgri E M I L IA R O MAG NA

CreditAgri Emilia RomagnaVia Rizzoli 9 - 40125 Bologna (BO)tel. 051/2758811 - fax 051/2960627 e-mail: [email protected]

CreditAgri Emilia Romagna - sportello di Piacenza: via Colombo 35 - 29122 PiacenzaTel.: 0523.596566 Referente: Fabrizio Masini - e-mail: [email protected]

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LA VOCE DEI Coltivatori 17LA VOCE DEI Coltivatori

Si è da poco conclusa la Fieracavalli di Verona arrivata alla 113° edi-zione, evento unico a livello europeo che racchiude qualcosa come 3000 cavalli, 650 espositori e oltre 150 mila visitatori.

All’interno della Fiera era presente anche Terranostra Piacenza, ospi-te nello spazio espositivo di Camatta Ranch azienda loro associata con sede a Momeliano di Gazzola,dove nei vari giorni di fiera sono state distribuite le guide degli agriturismi di Terranostra e materiale turistico della provincia di Piacenza.

Camatta Ranch di Momeliano ha preso parte all’evento presentan-do lo stallone paint horse “charly puffed jack” perfetto esempio del cavallo da ranch, unendo doti di carattere e attitudine al lavoro con una conformazione morfologica possente ed al tempo stesso elegante e funzionale.

Tanti i visitatori che hanno visitato il loro stand, vero e proprio punto di incontro per chi frequenta il loro ranch da anni e chi per la prima volta vuole conoscere le loro attività.

Amici da tutta Italia e dal nord Europa con ancora negli occhi le splendide giornate passate a cavallo sui colli piacentini si sono ri-promessi di ritornare sulle nostre colline e a gustare le prelibatezze culinarie offerte degli agriturismi piacentini..

OSCAR GREEN: DAI MAIALI ON LINE ALLE MANI IN PASTALE IDEE PER BATTERLADue aziende dell’Emilia Romagnasi aggiudicano l’Oscar GreenUna sorta di “grande fratello” che entra nell’allevamento per seguire sul com-puter e sul telefonino, da qualsiasi parte del mondo, i maiali durante la cresci-ta e produttori agricoli che prendono in mano tutta la filiera dei cereali, produ-cendo la prima pasta tutta da grano italiano. Sono due le aziende dell’Emilia Romagna salite sul gradino più alto del podio di ben due delle sette sezioni dell’edizione 2011 del concorso “Oscar Green”, il premio per l’innovazione dei Giovani di Coldiretti con l’alto patronato del Presidente della Repubblica.L’azienda agricola Ca’ Lumaco di Emanuele Ferri di Montetortore di Zocca (MO) ha vinto nella sezione “Stile e Cultura d’Impresa” e il pastificio Ghigi di Morciano di Romagna (RN) nella sezione “Oltre la Filiera”. • A “Ca’ Lumaco”, le più moderne tecnologie elettroniche vengono appli-cate alla salvaguardia della Mora Romagnola, una delle razze di maiale più antiche dell’Emilia Romagna. Il titolare Emanuele Ferri ha introdotto nella sua stalla una web cam consultabile anche tramite iPhone rendendo i suoi maiali sorvegliati speciali dal primo giorno di vita in modo da garantire un’altissima qualità e assoluta tracciabilità ai suoi salumi. • Il pastificio Ghigi, rilevato da una cordata di consorzi agrari che hanno come capofila il Cap di Forlì-Cesena e Rimini, si presenta nel panorama delle imprese pastarie italiane con caratteristiche assolutamente nuove. E’ la re-alizzazione della prima filiera corta nel settore cerealicolo, con pasta a Km0 prodotta esclusivamente da frumento italiano, grazie ad una integrazione ver-ticale dei processi, dalla semina del grano alla distribuzione del prodotto fi-nale. Il presidente del pastificio, Filippo Tramonti, sapeva bene che bisognava ritornare al grano per trovare la chiave di volta di una agricoltura che voleva continuare ad essere protagonista e con gli imprenditori agricoli che ci hanno creduto hanno preso in mano l’intera filiera. Così si risolleva un progetto ed un indotto che rappresenta il sesto produttore nazionale con 500 mila quintali di pasta italiana, rigorosamente Ogm free.

Terranostra allaFIERA CAVALLI DI VERONAGli agriturismi piacentini presentati nello stand dell’azienda Camatta Ranchdi Momeliano

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INTERVISTA DEL MESE

18 LA VOCE DEI Coltivatori

INTERVISTA DEL MESE COLDIRETTI PIACENZA

Luigi

Bisi

la rubrica de

“La Voce dei Coltivatori”

dedicata ai protagonisti

dell’agricoltura moderna,

incontra Luigi Bisi,

presidente di

Coldiretti Piacenza

di Claudia Molinari

INTERVISTA DEL MESEINTERVISTA DEL MESE COLDIRETTI PIACENZA

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INTERVISTA DEL MESEINTERVISTA DEL MESEDICEMBRE 2011

IIIII In altre parole Coldiretti si è mossa in maniera capillare per arrivare ad avere la governance delle strutture economiche?

Alla base di questa scelta vi è l’interesse dei soci. Pro-prio in questa ottica e per garantire il futuro dei nostri associati, Coldiretti si è assunta la responsabilità di go-vernare l’economico. Abbiamo svolto in questo senso un percorso difficile e a volte impopolare, caratterizzato anche da scelte scomode, ma è stato necessario per ri-uscire ad imporre la nostra strategia, che ha, appunto, al centro il futuro delle aziende agricole, passando ine-vitabilmente per un’adeguata remunerazione del nostro lavoro. In questa prospettiva oggi Coldiretti esprime la presidenza di quasi tutti gli organismi del territorio.

IIIII Coldiretti in questi anni ha però anche investito molte risorse per arrivare ad un rilancio dell’immagi-ne dell’agricoltura e dei suoi prodotti …

Protagonista di questo enorme lavoro, che ci ha avvici-nato ai consumatori e resi “popolari” presso i cittadini è stato il progetto Campagna Amica, declinato in tutte le sue accezioni: dal Patto con il Consumatore, ad Edu-cazione alla Campagna Amica, ai mercati, fino alle varie iniziative, alle mobilitazioni che molte volte ci hanno portato in piazza, per arrivare ai progetti più recenti dei Mercati di Campagna amica, e delle Botteghe di Cam-pagna Amica.

IIIII Coldiretti si è più volte definita “Forza sociale”. Che cosa significa?

Ritenendo che l’agricoltura debba essere posta al cen-tro dell’attenzione della società, in quanto svolge un prezioso lavoro di tutela dell’ambiente e della sicurezza alimentare (oltre che dell’approvvigionamento alimen-tare), è ovvio che un’organizzazione di agricoltori, che si rivolge ai cittadini e li coinvolge direttamente debba essere considerata non una semplice lobby agricola, ma una vera forza sociale. Del resto in pochi anni grazie al lavoro svolto da Coldiretti, anche la percezione del mondo agricolo da parte dei cittadini si è molto evo-luta: oggi non siamo più “inquinatori”, ma siamo seri produttori, che lavorano perché tutti possano portare in tavola cibo sicuro. In poche parole portare nelle proprie case salute e “vita”!

IIIII Tanto lavoro, dunque, per garantire all’agricoltura un volto diverso nei confronti della società. Tuttavia anche all’interno delle aziende è cambiato l’approc-cio. Che cosa è richiesto all’agricoltore moderno?

Oggi l’agricoltura richiede un approccio sempre più orientato al mercato. Per questo è necessaria una sem-pre maggiore competitività e capacità di leggere il mercato e anticiparne le tendenze. Non basta più pro-durre bene; ogni scelta deve essere compiuta con un prospettiva rivolta alla sostenibilità delle produzioni. Quindi problematiche come riduzione prodotti chimici,

Coraggioso, giovane, preparato. Ma anche volonteroso, pronto ad impegnarsi. Questi alcuni dei volti di Luigi Bisi, presidente di Coldiretti Piacenza che nella prossima primavera concluderà il suo primo mandato alla guida dell’organizzazione agricola piacentina. In realtà di Bisi si potrebbero dire anche moltissime altre cose; dall’amore incondizionato per la campagna; fino alla preparazione tecnica conseguita

all’Istituto Agrario Raineri; e ancora, alla passione per la sua azienda e per la sua famiglia, storica genia di agricoltori gragnanesi, fino alla volontà manifestata fin da giovanissimo di impegnarsi in questa professione con una sua famiglia, della quale ha già recentemente gettato le basi con il matrimonio con Federica Embri. Il suo è stato un mandato denso di attività, che ha visto la Federazione piacentina sempre in prima linea in tutte le battaglie e le iniziative che la Confederazione nazionale proponeva. Del resto l’impegno di Bisi era già maturato nel Movimento Giovanile, dove il giovanissimo Luigi, allora delegato, aveva seguito lo sviluppo del progetto del Concorso Oscar Green, che ha portato a Piacenza molte soddisfazioni. In questi anni Coldiretti Piacenza ha lavorato intensamente per portare avanti quel processo di riposizionamento dell’Organizzazione, che ha assunto una identità specifica rispetto alle altre organizzazioni e anche rispetto alla società. Tra i passaggi più importanti vi è quello che ha portato Coldiretti ad occuparsi direttamente con persone proprie degli organismi economici.

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INTERVISTA DEL MESE COLDIRETTI PIACENZA

Le aziende agricole sono oggi inserite in un contesto competitivo caratterizzato da radicale trasformazione, con ruoli che tendono ad abbracciare tutta la filiera produttiva. In un simile scenario diventa sempre più impegnativo crescere, obiettivo che può essere raggiunto solo attraverso la scelta mirata di partner affidabili e professionali. Con una storica vocazione per il mondo dell’imprenditoria agricola e una forte prossimità territoriale, “cariparma ha assunto da tempo” un ruolo particolarmente attivo nel sostenere il comparto agricolo, offrendo servizi e iniziative rivolte a tutti i soggetti operanti nelle filiere produttive come latte, orto frutta, carne, cereali e riso, vino, olio, florovivaismo, agriturismo.

Solo grazie a questo forte knowhow e a confronto con le realtà rappresentative del comparto Cariparma ha messo a punto “Progetto Agricoltura”, il pacchetto di soluzioni pensate per dare risposte concrete agli operatori del settore.

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Grazie all’ampiezza della sua gamma, “Progetto Agricoltura” si rivolge a tutta la filiera produttiva e ai singoli comparti coinvolti, proponendo soluzioni mirate per il passaggio generazionale, il miglioramento delle strutture e della produttività, l’ampliamento e l’ammodernamento delle strutture, la specializzazione colturale, dotazioni e attrezzature, manipolazione e trasformazione, commercializzazione sui mercati nazionali e internazionali, nonché promozione, certificazioni qualitative e tutela del territorio. Al tempo stesso, presta molta attenzione alle filiere bioenergetiche e alla realizzazione di impianti finalizzati alla produzione di energia pulita, come il fotovoltaico e il bio gas, oltre a rivolgersi a coloro che svolgono attività complementari come agriturismo, ricettività, ospitalità, promozione e salvaguardia territoriale e del patrimonio rurale e forestale, degustazione di prodotti. Con il suo profilo, “Progetto Agricoltura” rappresenta uno strumento efficace e completo per consentire alle imprese agricole di oggi di poter contare su validi strumenti di credito e su un servizio di consulenza personalizzato per vincere la competitività all’interno di un sistema ormai globalizzato, dove l’investimento in tecnologia innovativa permette alle imprese di abbattere i costi di produzione e affrontare la sfida sui mercati mondiali.

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21LA VOCE DEI Coltivatori

INTERVISTA DEL MESEINTERVISTA DEL MESEDICEMBRE 2011

sicurezza alimentare, riduzione del consumo di acqua sono diventate pane quotidiano, con cui dobbiamo con-frontarci continuamente.

IIIII Come è stato possibile raggiungere in così poco tempo risultati tanto significativi?

Le idee e i progetti camminano sulle gambe delle per-sone. Quindi per dare gambe alle nostre idee c’è biso-gno della massima condivisione. Io in questi anni ho

raggiunto i miei obiettivi grazie al fatto che ho potuto contare su una squadra di giunta e di consi-glio propositiva e attiva sul territorio. Altrettanto fon-damentale è il rapporto con la struttura che non ha mai fatto mancare l’appoggio e il supporto per realizzare gli obiettivi e concretizzare la strategia. I collaboratori di Coldiretti Piacenza costituiscono il filo conduttore indi-spensabile per raggiungere i soci: vivono con passione il proprio lavoro, credono nel progetto e sono proposi-tivi. Quindi avendo percorso una parte importante del mio mandato, voglio ringraziare tutti, in particolare i direttori – quello di adesso e quelli che lo hanno prece-duto - che sono stati indispensabili per la mia crescita. Tra i ringraziamenti ce ne è anche uno che mi sta par-ticolarmente a cuore: al mio predecessore, il “grande” Sandro Calza, che in tanti anni di presidenza ha saputo lasciare un impronta indelebile nell’organizzazione, ma soprattutto nel cuore di tutti, compreso, naturalmente il mio!

IIIII Nelle ultime settimane siete stati protagonisti di alcune importanti manifestazioni: la Giornata del Ringraziamento e l’inaugurazione della Bottega di campagna Amica, la prima in Emilia Romagna. Che significato hanno avuto questi due momenti?

La Giornata del Ringraziamento rappresenta il momento più importante dell’anno, anche perché è un’occasione per mettere in evidenza anche agli occhi della socie-tà la forte matrice cattolica che caratterizza la nostra Organizzazione. Già nel primo articolo, lo Statuto at-tribuisce infatti all’Organizzazione il ruolo di “rappre-sentanza delle persone e delle imprese che operano in agricoltura” e aggiunge: “la Confederazione ispira la propria azione alla storia e ai principi della scuola cri-stiano sociale”.

Ecco allora in significato della Giornata: dopo il lavoro duro e difficile che impegna gli agricoltori dalla pri-mavera, all’estate, fino ad autunno inoltrato; quando arriva l’inverno e il raccolto e quindi il cibo sono as-sicurati, arriva anche il tempo di ringraziare il Signore per questi frutti dati dalla “Terra e dal lavoro dell’uo-mo”. Siccome però il nostro lavoro si basa su fattori di produzione che sono beni comuni e proprio grazie alla nostra cura si sono mantenuti nei secoli, la Giornata del

Ringraziamento costituisce anche una possibilità di comunicare ai cittadini consumatori come la nostra

attività sia fondamentale in una società moderna, come lo era in quella storica. L’agricoltura rivesta ancora oggi un ruolo fondamentale, producendo cibo e mantenendo intatti l’ambiente e il paesaggio che rendono uniche ed inimitabili le nostre valli.E la presenza in città della Bottega di Campagna Amica, da poco inaugurata, si inserisce bene in questo sce-nario. Infatti si tratta di un passo concreto compiuto nell’ambito del grande progetto di Coldiretti, di dare vita ad una filiera agricola tutta italiana, firmata dagli agricoltori. Questo punto vendita vuole essere un luogo che sintetizza il made in Italy agroalimentare e che si pone con la massima trasparenza nei confronti dei con-sumatori. Inoltre la Bottega sancisce ancora una volta il ruolo centrale della nostra Federazione nell’universo Coldiretti a livello nazionale, valorizzando ulteriormen-te il Consorzio Agrario provinciale e la sua funzione nei confronti del territorio.

IIIII Che cosa significa nel 2011 e che cosa significhe-rà nel 2012 essere Coldiretti?

Essere Coldiretti non significa solo fare agricoltura di qualità, produrre cibo sicuro e garantito, al quale si arri-va attraverso un processo produttivo eticamente soste-nibile sia nei confronti dell’ambiente che delle persone coinvolte. Per noi significa rappresentare il territorio nel quale viviamo e lavoriamo e che soprattutto amiamo e difendiamo ogni giorno da generazioni. Perché nel territorio sta la nostra storia, i nostri valori , le nostre preziose tradizioni. Proprio da qui nasce il futuro. Un futuro che ha bisogno dell’agricoltura. Che noi vogliamo consegnare ai nostri figli fiorente, forte e orgogliosa della sua missione!

Coldiretti Piacenza durante la mobilitazione al Brennero

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65^GIORNATA PROVINCIALE DEL RINGRAZIAMENTO65^GIORNATA PROVINCIALE DEL RINGRAZIAMENTO

22 LA VOCE DEI Coltivatori

COLDIRETTI PIACENZA

Lo splendido borgo di Castell’Arquato, vestito di “giallo” ha accolto la Giornata a del Ringraziamento che Coldiretti quest’anno ha scelto di celebrare nello splendido comune medioevale.Ad accogliere i numerosi partecipanti, una vera e propria corte rurale con i suoi tempi, i suoi mestieri e le sue tradi-

zioni, in cui la vita della famiglia è scandita dai ritmi della campagna e delle stagioni. “Siamo impren-ditori solidi, come questa cattedrale e questo ap-puntamento ha sottolineato il presidente Lui-gi Bisi durante il suo saluto, dopo l’apertura

della celebrazione affidata a don Giuseppe Rigolli parroco di Castell’Arquato, rappresenta

per noi un evento particolarmente significativo per-ché al termine dell’annata agraria vogliamo ringrazia-re Dio per i frutti della Terra. Non dimentichiamo che Coldiretti è l’unica Organizzazione che “ispira la propria azione alla storia e ai principi della scuola

cristiano-sociale” come cita l’articolo 1 del nostro Statuto. Ridare centralità all’agricoltura settore pri-

mario per la produzione di cibo, significa non dimenticare le tradizioni, ma avere sempre la capacità di investire sul futuro, di crescere e, di porsi obiettivi ambiziosi”.“Coldiretti, ha spiegato il Vescovo S.E.

Monsignor Gianni Ambrosio durante la sua Omelia sulla parabola dei talenti è un’as-sociazione di agricoltori cristiani”.Al termine della funzione religiosa la “Pre-ghiera del Coltivatore”, recitata direttamente

I “frutti” della terra decorano il borgo e il Palazzo del Podestà si trasforma in vigneto, con l’Enoteca di Campagna Amica

INIZIATIVE COLDIRETTIINIZIATIVE COLDIRETTI COLDIRETTI PIACENZA

S.E. Monsignor Gianni Ambrosio

LAGIORNATAPROVINCIALEDEL RINGRAZIAMENTOA CASTELL’ARQUATO

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65^GIORNATA PROVINCIALE DEL RINGRAZIAMENTO65^GIORNATA PROVINCIALE DEL RINGRAZIAMENTO

23LA VOCE DEI Coltivatori

DICEMBRE 2011

dal direttore di Coldiretti, Massimo Albano, mentre a don Stefa-no Segalini, assistente ecclesiastico di Coldiretti Piacenza, è andato il compito di ringraziare il Vescovo a nome di tutta l’organizzazione, per la grande sensibilità a tutte le iniziative.“E’ una “Giornata” particolarmente importante per tutta la nostra federazione ha dichiarato il direttore Massimo Albano, ringraziando tutti coloro che si sono adoperati per la perfetta riuscita della iniziati-va, perché unisce le famiglie delle nostre Genti, per rinsaldare il senso di appartenenza ad una grande Organizzazione, fatta di persone e di imprenditori, che vogliono investire nel loro futuro e nel contempo testimoniare la centralità del mondo agricolo quale espressione della

laboriosità rurale che ancora ci caratterizza e che rappresenta una parte importante di quella “straordinaria Italia del buon sen-so”, forza e valore al nostro Paese”. “Abbiamo voluto dedicare la 65^ Giornata del Ringrazia-mento, in particolare al settore vitivinicolo, fiore all’oc-chiello della nostra provincia, con prodotti fortemente rappresentativi ma che hanno bisogno di essere rilanciati. Ridare centralità all’agricoltura significa ridare centralità al cibo e per noi il vino rappresenta un elemento essenziale ed inscindibile del cibo. Proprio per questo motivo, ha proseguito Albano, all’interno del Palazzo del Podesta abbiamo allestito l’Enoteca di Campagna Amica al centro di un vigneto durante la potatura, con i propri colori e profumi, perché noi siamo convinti che proprio quello sia il luogo in cui, grazie alla cura, alla professionalità di ogni nostro imprenditore agricolo e all’opera della natura, si esprima meglio la tipicità dei nostri vini. I francesi lo chiamano terroir, noi lo chiamiamo legame con il territorio; un patrimonio eno-logico che rappresenta la storia di ogni zona, con le proprie vocazioni e le proprie peculiarità”. Al termine della mattinata dopo la benedizione solenne, salutata da uno splendido cielo colorato dai palloncini gialli della Coldiretti lasciati volare in onore di S.E. il Vescovo, i saluti del Presidente della Provincia Massimo Trespidi e del sindaco di Castell’Arquato Ivano Rocchetta, c’è stata l’inaugurazione dell’Enoteca di Campagna Amica.

La Giornata del Ringraziamento è organizzata con la collaborazione del Comune di Castell’Arquato, il contributo di Cariparma CrediteAgricole e del Consorzio Agrario Provinciale di Piacenza.

23LA VOCE DEI Coltivatori

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CAORSOCARPANETO P.NO

CASTELL’ARQUATOCASTELVETRO

CORTEMAGGIORE

FARINIGROPPARELLOLUGAGNANO MORFASSONIBBIANO

PECORARAPIANELLO VAL TIDONE

VERNASCAZIANO PIACENTINO

Il Presidente Luigi Bisi e il Direttore Massimo Albano ringraziano l’Amministrazione Provinciale di Piacenza e le Amministrazioni Comunali presenti alla Giornata del Ringraziamento, in particolare:

Un ringraziamento speciale all’Amministrazione Comunale di Castell’Arquato per l’ospitalità dimostrata e la preziosa collaborazione.

23LA VOCE DEI Coltivatori

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65^GIORNATA PROVINCIALE DEL RINGRAZIAMENTO65^GIORNATA PROVINCIALE DEL RINGRAZIAMENTO

24 LA VOCE DEI Coltivatori

COLDIRETTI PIACENZA

24 LA VOCE DEI Coltivatori

Domenica 13 novembre avremo la Giornata del Ringrazia-mento, un appuntamento particolarmente importante per noi, perché unisce le famiglie delle nostre Genti, per rinsal-dare il senso di appartenenza ad una grande Organizzazio-ne, fatta di persone e di imprenditori, che vogliono investire nel loro futuro e nel contempo testimoniare la centralità del mondo agricolo quale espressione della laboriosità rurale che ancora ci caratterizza e che rappresenta una parte impor-tante di quella “straordinaria Italia del buon senso”, forza e valore al nostro Paese”.

Questa Giornata assumerà un significato ancora più solen-ne perché anche quest’anno avremo con noi il Vescovo di Piacenza, sempre molto vicino alla nostra Organizzazione; per questo mi sento di dire che ognuno di noi deve sentirsi “un umile servitore nella vigna del Signore”, proprio come ha annunciato S.S. Benedetto XVI nel primo discorso dopo la sua elezione a Papa. La vigna nel Vangelo ha un grande si-gnificato, rappresenta la vita, la storia, l’eredità, non è una coltura annuale ma segue la storia della famiglia, va curata, coltivata e ogni anno regala frutti diversi. Il vino è il risultato della cura di un intero anno e durante l’Eucarestia rappre-senta il sacrificio di Gesù.

Proprio per questo vorrei invitare tutti i nostri associati e la società intera ad essere presente domenica a Castell’Arquato per rendere grazie a Dio, raccogliendo proprio l’auspicio che il Vescovo ci ha fatto durante l’Omelia dello scorso anno e che abbiamo voluto riportare anche nel nostro invito “Cari amici della Coldiretti, nonostante le difficoltà e la molta fati-ca, sappiate rendere grazie al Signore per i doni della terra e, attraverso il ringraziamento, sappiate riaffermare il grande patrimonio di valori, come la gratitudine, la generosità, la fiducia, su cui si basa il vostro lavoro e la vostra vita”.

Al termine della celebrazione religiosa, dopo la benedizione e i saluti vorremmo proprio dedicare in anteprima al mondo agricolo un nostro filmato che si apre con una citazione di Emerson “il primo uomo fu un agricoltore, e ogni nobiltà storica riposa sull’agricoltura”. L’obiettivo è illustrare in pochi minuti che non può esserci futuro senza agricoltura. Vorrei chiudere queste poche righe citando il messaggio della Cei per la Giornata del Ringraziamento di quest’anno: “Solo con Dio c’è futuro nelle nostre campagne”.

Luigi Bisi

“Siamo umili servitori nella vigna del Signore”

Lettera aperta del presidente Luigi Bisi in occasione dellaGiornata del Ringraziamento

INIZIATIVE COLDIRETTIINIZIATIVE COLDIRETTI COLDIRETTI PIACENZA

S.E. Monsignor Gianni Ambrosio

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65^GIORNATA PROVINCIALE DEL RINGRAZIAMENTO65^GIORNATA PROVINCIALE DEL RINGRAZIAMENTO

25LA VOCE DEI Coltivatori

DICEMBRE 2011

I “frutti della terra” decorano il borgo di

Castell’Arquato

65^GIORNATA PROVINCIALE DEL RINGRAZIAMENTO65^GIORNATA PROVINCIALE DEL RINGRAZIAMENTO

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65^GIORNATA PROVINCIALE DEL RINGRAZIAMENTO65^GIORNATA PROVINCIALE DEL RINGRAZIAMENTO

26 LA VOCE DEI Coltivatori

COLDIRETTI PIACENZA

Nelle foto il consigliere ecclesiastico don Stefano Segalini mentre consegna i doni.

I prodotti della terra che Coldiretti Piacenza ha

offerto in Ringraziamento al Signore, sono stati

donati al Monastero di Clausura

delle Carmelitane, alla Mensa della Caritas e alla Casa della CaritàAnche con questo gesto

Coldiretti Piacenza esprime il proprio essere

forza sociale

65^GIORNATA PROVINCIALE DEL RINGRAZIAMENTO65^GIORNATA PROVINCIALE DEL RINGRAZIAMENTO COLDIRETTI PIACENZA

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65^GIORNATA PROVINCIALE DEL RINGRAZIAMENTO65^GIORNATA PROVINCIALE DEL RINGRAZIAMENTO

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ETICHETTOPOLIETICHETTOPOLIDICEMBRE 2011

29LA VOCE DEI Coltivatori

Il finto Made in Italy fa solo male. Nelle ultime settimane si sono veri-ficati due fatti molto diversi ma che metto insieme perché hanno un denominatore comune molto forte e negativo: sono due casi di Made in Italy usurpato. Il primo: negli Stati Uniti alcuni funzionari della Coldiretti, hanno scoperto che alla Salumeria Rosi (per la prescisione al 283 di Amsterdam Avenue, New York) si vende la Bresaola Parmacotto fatta però negli States con carne uruguaiana. Incidentalmente pure la salumeria Rosi è del gruppo Parmacotto.Il secondo fatto: a Voghera, capoluogo dell’Oltrepò pavese il gruppo spagnolo Doleo ha deciso di chiudere lo stabilimento dove si produce

l’Olio Carapelli, finito in pancia agli iberici assieme ad altri brand storici dell’industrria oleicola itraliana, Sasso e Bertolli. L’azienda ha moti-vato la decisione con la necessità di tagliare i costi. I dipendenti della ex Minerva Oli verrebbero spostati nell’impianto di Inveruno, nel Milanese.Il filo rosso che lega i due avvenimenti è preciso: a New York come a Voghera si tratta di prodotti che di italiano conservano soltanto il nome. Il Carapelli è ottenuto con miscele di «oli comunitari», come recita chiaramente l’etichetta (si veda il post che ho pubblicato il 25 gennaio scorso, uno dei primi di Etichettopoli). Dunque di Made in Italy, quello vero, ce n’è ben poco dentro quelle bottiglie. Le si può produrre tali e quali a Voghera come a Madrid o a Casablanca. Il legame fra il prodotto (l’extravergine) e il territorio, letteralmente non esiste. L’olio Carapelli, ha una carta d’identità quanto mai vaga. Per quel che è dato sapere po-trebbe arrivare da uno qualunque dei 27 Paesi della Ue (ve li immagina-te gli uliveti in Lettonia?) o anche da più lontano, visto che in molti Paesi dell’Unione non cì’è alcun obbligo di dichiarare l’origine. Dispiace per i 73 lavoratori dell’impianto vogherese di Via Amendola (un terzo sono

donne) che se vorranno conservare il loro posto dovranno sciropparsi un lungo viaggio da pendolari o trasferirsi a Inveruno.Anche nella confezione di Bresaola Parmacotto intercettata nella Gran-de Mela (si veda la foto) di italiano non c’è nulla. Come nel Culatello marcato «Salumeria Biellese» venduto nell’omonimo negozio, sito in questo caso nell’Ottava strada, a due passi dal Medison Square Garden. Nell’affaire Parmacotto, però, c’è un dettaglio che rende tutta la vicenda difficilmente sopportabile: nel capitale della società di Parma è antrata con un investimento di circa 11 milioni di euro (pari al 16%), la Simest società a controllo pubblico (il 76% è in pancia al Ministero dello Svi-luppo economico) che si occupa di finanziare lo sviluppo all’estero delle imprese italiane. E proprio questo ha (giustamente) fatto gridare allo scandalo: ma come, si mettono i soldi pubblici per aiutare un’impresa a produrre all’estero, con materie prime straniere, finti prodotti italiani? Dopo la prima fiammata di polemiche fra Coldiretti, che ha denun-ciato l’operazione, Parmacotto e Assica (la Confindustria delle carni), è arrivata pure un’interrogazione parlamentare rivolta da Sebastiano Fogliato (Lega Nord) al ministro dello Sviluppo Paolo Romani, mag-giore azionista della Simest.Personalmente non mi meraviglio dell’operazione «Bresaola Made in America». Mesi fa, alla presentazione di Cibus Tour, un funzionario dell’Assica aveva illustrato - pubblicamente - la visione della grande in-dustria alimentare: non è importante da dove proviene la materia prima.

L’importante è che sia italiana la ricetta e le tecnologie di produzione. Proprio come accade con i finti salumi italiani della Parmacotto. Ma se queste sono le regole del gioco, non stiamo a prenderci in giro: abolia-mo in blocco tutte le Dop e delocalizziamo. Dove? Un’idea ce l’avrei; in Cina la manodopera costa due soldi, la carne ancora meno.

Di seguito pubblichiamo due interventi del giornalista Attilio Barbieri presi dal suo blog Etichettopoli. Invitiamo i lettori a visitare il blog

www.etichettopoli.com per leggere gli interessanti post di questa prestigiosa “penna libera”.

Atti

lio B

arbi

eri

BRESAOLA DELL’URUGUAY E OLIO COMUNITARIO: il finto Made in Italy che fa male all’Italia

La Bresaola fatta in Usa con carne dell’Uruguay

Il Culatello americano

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Page 33: la voce 12-2011

LA VOCE DELLA CATTOLICALA VOCE DELLA CATTOLICAsede di Piacenza Cremona

DICEMBRE 2011

31LA VOCE DEI Coltivatori

La tradizione del pensiero storico moderno ci induce a pensare all’arte e alla scienza come due sfere separate. Da una parte la scienza, il regno del razionale, del cognitivo e dell’indagine, dall’altra l’arte, il campo della creatività, della sensorialità e dell’intuitivo.E’ solo a partire dal 18simo secolo che tale polarizzazione di scienza e arte ha assunto un corpo istituzionale: su di un versante incontriamo l’artista, immerso in un mondo di gallerie e mostre, dall’altro lo scienziato, immerso negli istituti di ricerca, spesso chiuso nell’ambiente del laboratorio, con tutto l’immaginario sociale che circonda entrambe le figure.Esistono tuttavia delle forti analogie, contaminazioni e comunanze tra l’operatività, le fonti e i risultati di queste due sfere che lasciano presupporre la porosità del confine. Alcuni testi hanno messo in evidenza come scienza e arte utilizzino entrambe in maniera massiccia le immagini come strumento di visualizzazione del sapere, ma anche di riflessione, e quindi come esse diventino, spesso involontariamente nella scienza, fonte di riflessione estetica, tali da lasciar presupporre l’esistenza di una “estetica della scienza”.Da queste importanti intersezioni tra arte e scienza prende

spunto la mostra fotografica L’Estetica dell’invisibile, organizzata dalla Facoltà di Agraria dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e da BiffiArte, che si è svolta a Piacenza nei locali di palazzo Marazzani in via Chiapponi, in occasione de La Notte dei Ricercatori – EveryDay Science 2011.I 50 anni di attività del centro di microscopia elettronica della Facoltà di Agraria della sede universitaria piacentina portano alla luce un poderoso archivio di fotografie in bianco e nero che immortalano microorganismi, cristalli e inclusioni in pose affascinanti, esteticamente perfette.Le curiose simmetrie delle forme naturali trovano uno spontaneo e fertile incontro quando si accostano alle forme del quotidiano (piante, giochi, cibi) creando, in tal modo, un’avventura visiva di rimandi ed assonanze che possano aiutare in modo facile e comprensibile per tutti a considerare Arte anche l’emozione che ci procura l’“ultra-

piccolo”. Alla mostra si affiancano strumenti scientifici, alambicchi, provette che, grazie alla forza della loro bellezza estetica e della perfetta fattura, vengono per la prima volta situati in un luogo destinato a rappresentare espressioni artistiche per il grande pubblico, quale è BiffArte una galleria di arte contemporanea.Nel solco di questo primo appuntamento, che ha richiamato il grande pubblico destando fascino e curiosità, e che sarà riproposto a Piacenza, Cremona, Milano e Bologna, si è scelto di proporre per il prossimo settembre 2012 un’esperienza più ampia, di 3 settimane di esposizione.

Il mondo agrario sarà, così, nuovamente raccontato da scienziati e artisti, ottimi mediatori della cultura scientifica che altro non è, se non una fusione indivisibile di creatività e sperimentazione.

QUANDO L’AGRICOLTURA DIVENTA ARTE - Milena Lambri

Istituto di Enologia e Ingegneria Agro-alimentare, Facoltà di Agraria, Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Piacenza.

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LA VOCE DI BACCOLA VOCE DI BACCO COLDIRETTI PIACENZA

32 LA VOCE DEI Coltivatori

a cura del Consorzio Vini DOC

Nell’Ottocento il consumo di uva da tavola era limi-tato. La bassa serbevolezza delle varietà dell’epoca, (perlopiù a duplice attitudine), il costo e la lentezza dei trasporti, collocavano l’uva sulla mensa nelle festività e nelle tavole dei ricchi. Le aeree coltivate erano a ridosso delle grandi città.Non deve stupire che la provincia di Piacenza pro-ducesse una quantità importante di uva da tavola, grazie alla posizione geografica, per servire i mer-cati del capoluogo, di Pavia, Cremona e soprattutto di Milano. Appena dopo la metà del secolo XIX arrivano dall’A-merica settentrionale le grandi malattie. Prima l’oidio nel 1845, arrivato in Europa assieme a delle viti americane.E poi la terribile peronospora arrivata in Francia nel 1878.Ma la maggior minaccia arriva da un piccolo inset-to, la fillossera diagnosticata in Francia nel 1868 da dove si espande con incredibile rapidità. C’è timore di estinzione della vie.Anche i vigneti per uva da tavola sono falcidiati. Il commercio dell’uva, già bene organizzato Oltralpe, è gravemente compromesso. Nel 1877, due case pa-rigine: Honiere Decugis e Louis Lannes iniziano a cercare approvvigionamenti in Italia per colmare le necessità locali.In provincia di Piacenza, a Ziano, trovano la ca-pacità produttiva ancora intatta e una varietà, la Verdea, presto denominata “la regina delle uve da tavola”.I due importatori francesi nominano loro agente un giovane viticoltore di Ziano, un certo Filippo Zerioli, futuro protagonista della storia recente di questa coltura. A un imprenditore di Nizza Monfer-rato, Francesco Cirio, già affermato pioniere nell’e-sportazione di frutta e verdura, la cosa non sfugge e inizia anch’egli a esportare la Verdea in Francia, ribattezzandola “ Dorèe d’Italie”.Si dà inizio a una fase positiva tale da diventare

pietra angolare per lo sviluppo della coltivazione al Centro e Italia meridionale alcuni decenni dopo. Il Comm. Cirio (che in seguito legò il suo nome ai “suoi” pelati, diventati così importanti da indurlo a spostare la sua sede operativa da Torino a Napoli) espande la ricerca di uve serbevoli, atte al traspor-to, trovando nel Pisano la “Colombana”, definita identica alla Verdea del Piacentino.Nel 1888 Filippo Zerioli inizia a esportare in pro-prio, prima in Svizzera, poi in Germania.Prendendo spunto dal sistema francese d’imballag-gio fa produrre 3000 cassettine da 4 kg (con proprio marchio impresso a fuoco sul coperchio e sui fian-chi) alla ditta Rossi di Casalpusterlengo, riluttante, quest’ultima, poiché l’uva si vendeva solo in ceste! Un freno dell’export italiano era rappresentato dal-la totale mancanza di quello che oggi si definiscono con anglicismi “brand” e “packaging” già ben im-piegati dalla viticoltura da tavola europea.La viticoltura piacentina si rafforza e nel 1900 la produzione di uva da tavola è stimata attorno ai 50.000 q.li.

Nel 1906 arriva la fillossera ma grazie all’ottimo servizio tecnico presente in Provincia a cura Cat-tedra Ambulante, istituita già nel 1897, il sistema produttivo reagisce. Nel 1907 è inaugurato il Con-sorzio antifillosserico con un vivaio che fornisce ai viticoltori barbatelle innestate su portainnesti resi-stenti, mutuando le esperienze prodotte in Francia e in zone italiane dove l’afide aveva già prodotto i suoi nefasti effetti.La provincia di Piacenza diventa un centro di espor-tazione di uva da tavola con due centri principali: la Valtidone e la Val d’Arda. Le stazioni ferroviarie locali registravano un traffico importante, con oltre 11.000 q. lì spediti da Fiorenzuola e Alseno (1913) costituiti da Besgano e Bianchetta e ben 37.900 q. lì spediti da Castesangiovanni (Verdea affiancata dalle nuove varietà).Le iniziative locali muovono il mercato dell’export. Dai 32.300 q.li esportati nel 1887, si arriva nel 1913 ai 234.660 q.li. In quell’anno la provincia di Pia-cenza con le sue uve contribuisce con oltre il 15% con i suoi 37.000 q.li.

La provincia di Piacenza elo sviluppo della coltivazionedell’uva da tavoladi Roberto Miravalle

Nell’Ottocento il consumo di uva da tavola era limitato. La bassa serbevolezza delle varietà dell’epoca, (perlopiù a duplice attitudine), il costo e la lentezza dei trasporti, collocavano l’uva sulla mensa nelle festività e nelle tavole dei ricchi.

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LA VOCE DI BACCOLA VOCE DI BACCODICEMBRE 2011

33LA VOCE DEI Coltivatori

a cura del Consorzio Vini DOC

La prima guerra mondiale entra brutalmente nel sistema. Le vendite nel 1915 si dimezzano. Occorre aspettare dopo il 1920 per ritrovare mercati tonici.Intanto muta il quadro competitivo. La Francia ha ricostituito i vigneti e da importatrice ridiventa esportatrice. Aumenta l’esportazione diretta delle regioni italiane più vocate grazie al miglioramento delle reti ferroviarie. Nel 1923 grazie all’appoggio dell’On Marescalchi, allora sottosegretario all’A-gricoltura, viene abolito il dazio sull’uva da tavola in modo da favorirne il consumo anche nelle fasce di popolazioni povere. Non bastando più la pro-duzione locale inizia a comprare ed esportare uva che trova in Abruzzo, in Puglia e in Sicilia. Anche per adeguarsi alle nuove richieste dei consumatori stranieri sempre più attratti dalle nuove varietà a bacca grande e polpa croccante offerta da Francia e Spagna che per prime avevano ricostituito i vigneti distrutti dalla fillossera.

La ricostituzione post fillosserica inizia a dare i suoi frutti. La produzione risale a 40.000 q. li nel 1932, raggiunge i 55.000 q. li nel 1940 e arriva a 80.000 q. li nel 1955.Fillossera, modernizzazione della società agraria, bisogni, mercati cambiano l’aspetto della viticoltu-ra piacentina. Nel 1908 si registrava una superficie vitata di 43.875 ha dei quali solo 2425 in coltura specializzata. Nel 1926 la superficie cala a 29640 Ha dei quali già 3140 sono in coltura specializzata. Con la sostituzione dei vigneti danneggiati anche il quadro varietale cambia. Inizialmente aumenta la superficie di Verdea, cui si affiancano le varietà locali: il Besgano nero, la Bianchetta di Bacedasco, la Luglienga nera di Bacedasco e Diolo, la Vernac-cia. L’innovazione portata dall’innesto facilita l’in-troduzione di nuove varietà in contrate sui mercati europei. A Ziano si sperimentano le nuove varietà richieste dai mercati: la Regina, il Chasselas, il Pan-se precoce, il Bicane, il Moscato di Terracina e, in misura minore, la Sultanina e lo Zibibbo.Il 14settembre 1929 viene realizzata la prima Mo-

stra provinciale delle Uve da Tavola. Che diventa Mostra Interregionale nel ’30 e nel ‘31. Grazie al suo ruolo guida Piacenza, nel 1932, ospita la prima mostra nazionale dell’uva da tavola, manifestazione che si replicherà negli anni successivi, nel ‘34, ’36, e nel ’39. E’ interessante seguire la rapida evoluzione avve-nuta in tempi così ravvicinati. Nel ventinove, alla prima mostra provinciale, accanto ai produttori di Verdea, Besgano, Bianchetta, ecc., si contavano 46 coltivatori di Regina, 5 di Chasselas dorè,4 di moscato di Terracina, 2 di Italia, 2 di Bicane, 2 di Panse precoce, 2 di Zibibbo.Nel ’31, alla Mostra Interprovinciale di Piacenza, la provincia era rappresentata, oltre che dalle uve locali, da 103 produttori di Regina, 29 di Italia, 15 di Bicane, 10 di Chasselas dorato, 15 di Moscato di

Terracina, 7 di Gros Vert, 5 di Sultanina rosa, 4 di Panse precoce, 6 di Zibibbo, 1 di Hoanez.Nel ’32, alla prima Mostra Nazionale, gli espositori provinciali rilevati, sempre escludendo dal conteg-gio le uve tradizionali ancora molto diffuse, salgo-no a : 250 i produttori di Regina, 37 di Italia, 45 di Bicane, 25 di Chasselas dorato, 22 di Moscato di Terracina, 15 di Gros Vert, 5 di Sultanina rosa, 10 di Panse precoce, 4 di Zibibbo, 1 Delizia di Vaprio, di Primus e Angelo Pirovano.Nella quarta Mostra Nazionale tenuta a Piacenza nel settembre 1939 gli espositori piacentini salgo-no a: 510 i produttori di Regina, 210 di Italia, 55 di Bicane, 52 di Chasselas dorato, 40 di Moscato di Terracina, 33 di Gros Vert, 15 di Sultanina rosa, 50 di Panse precoce, 4 di Zibibbo, 45 Delizia di Vaprio, 5 di Perla di Csaba, 5 di Primus.

Dopo la seconda guerra, le varietà però si restringo-no molto. I reimpianti sono costituiti perlopiù da Regina e Italia destinate all’export. Rispetto alle varietà storiche quasi tutte le nuove cultivars più richieste dal mercato, sia quello in-terno, fortemente accresciuto, sia quello dell’espor-tazione, hanno epoche di maturazione ritardata rispetto al quadro ampelografico originale e si espongono ai rischi di una raccolta tardiva. Mentre il mercato del vino è in espansione e attira nuova terra, l’uva da tavola “vecchio stile” incontra difficoltà.La Verdea si riduce progressivamente, le altre varietà rimangono nei vigneti amatoriali e per il consumo aziendale. Dopo la parentesi del grande conflitto, la Mostra nazionale riapre ancora a Piacenza nel 1948 e chiude con la settima edizione nel 1956. Ma appare chiaro che le Regioni meridionali hanno

una superiore vocazionalità e grazie al più veloce sistema di trasporti, le distanze non rappresentano più una barriera. Nel 1957 la Mostra nazionale del-le Uve da tavola passa a Bari, consacrando la Puglia come area di riferimento per i decenni a seguire. Rimane l’esempio di un grande imprenditore ca-pace di leggere i tempi e di creare un sistema pro-vinciale prima, nazionale a seguito, di una genia di viticoltori, guidati dal validissimo servizio tec-nico, della Cattedra Ambulante prima, dal Regio Ispettorato Agrario poi, di superare le avversità di parassiti, guerre e mercati mutevoli grazie a una forte reattività in termini di varietà, forme di alleva-mento, confezionamento e destino di mercato tale da rimanere protagonisti per i tre quarti di secolo che hanno traghettato la viticoltura storica nella viticoltura moderna

Figura 1. La produzione della Valtidone era rappresentata essenzialmente da Verdea e in piccola quota da Besgano.La Val d’Arda produceva Besgano, Bianchetta di Bacedasco e Diolo, Luglienga, Vernaccia.

Bibliografia• A.Marescalchi.FilippoZeriolieilcinquantenniodell’esportazionediuveitalianedatavola.ArtigraficheGualdoni,Milano,1941• AAvari:IcentridiproduzionedelleuvedatavolainItalia,L’ItaliaAgricola,8,4agosto1927,Ediz.FederazioneItalianadeiConsorziAgrari• InformazioniedocumentiprivatidellafamigliaZerioli,ZianoPiacentino2009• E.Percivalli.Storiadell’Agricolturapiacentinadal1862al1935,287-303,Artigrafichebobbiensi,2003• D.Morsia.LaviticolturaPiacentina,Nuovalinotipia,Piacenza,1997

Figura2. Il grafico evidenzia l’impatto del 1° conflitto mon-diale sull’export e della fillossera sulla produzione.

Figura 3. Effetto della ricostituzione post-filosserica e dell’influenza dei mercati rappresentato dagli espositori alle mostre dell’epoca. La viticoltura piacentina lancia una vasta gamma di nuove varietà, con Regina e Italia che si affermano.

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35LA VOCE DEI Coltivatori

DICEMBRE 2011

Il problema della corretta gestione dei rifiuti prodotti nell’ambito delle attività aziendali ha da sempre rappresentato per l’imprenditore agricolo un rebus pressoché irrisolvibile, se non a costo di ingenti esborsi economici ed una gestione burocratico-amministrativa estremamente complessa. A determinare tale complessità concorrono nel settore agricolo diversi fattori: uno dei principali è rappresentato dalla notevole diversificazione delle tipologie di rifiuti prodotti presso le aziende. Ciascuna tipologia implica adempimenti diversificati e costi di smaltimento eccessivamente onerosi, dovuti in gran parte al trasporto, se rapportati con i modesti quantitativi di rifiuti da smaltire. A complicare ulteriormente la situazione sono intervenute di recente un insieme di disposizioni legislative di tipo trasversale che contribuiscono, nel complesso, a penalizzare gravemente le inadempienze dei detentori (Riquadro 1). E’ da tale stato di fatto, pertanto, che nasce la convenzione stipulata di recente fra la COLDIRETTI PIACENZA e la società “Cascina Pulita S.r.l.”, specializzata proprio nella gestione dei rifiuti prodotti in agricoltura (Tabella 1). Obiettivo dell’accordo: 1. mettere a norma le aziende agricole in modo da prevenire oltre alle pesanti sanzioni previste dalla specifica legislazione in materia, anche le penalizzazioni derivanti dal regime della “Condizionalità”; 2. massima semplificazione degli adempimenti burocratici; 3. garantire un servizio di smaltimento puntuale e a costi estremamente contenuti ed in larga parte stabiliti alla stesura del contratto. Per realizzare tali risultati, l’organizzazione del servizio prevede la consegna, in comodato d’uso, di contenitori adeguati alle differenti esigenze di stoccaggio proprie di ciascun produttore agricolo (Tabella 2). E’ compreso inoltre un servizio di raccolta direttamente a domicilio dell’associato con emissione del formulario di trasporto a carico di “Cascina Pulita” e successiva gestione delle pratiche amministrative. Da oggi, quindi, i barattoli vuoti di diserbanti, di agrofarmaci, di oli esausti, di filtri olio, e quant’altro potranno essere stoccati in appositi contenitori a norma di legge per rendere la propria cascina effettivamente pulita e ordinata, evitando in tal modo di incappare in rischi, anche di natura penale, che potrebbero conseguire dalla non corretta gestione dei propri rifiuti. L’invito, dunque, è quello di rispondere con prontezza agli sforzi che Coldiretti Piacenza sta compiendo aderendo alla proposta di contratto i cui contenuti verranno prossimamente illustrati nel corso di specifici incontri programmati presso le nostre sedi zonali. Usufruire del servizio è molto semplice: basta aderire al servizio tramite l’apposito modulo disponibile in Coldiretti Piacenza. Dopo un breve periodo “Cascina Pulita” provvederà a smaltire eventuali vecchi rifiuti già presenti e vi doterà di appositi cassonetti per lo stoccaggio e la differenziazione dei rifiuti che, in seguito, verranno ritirati e smaltiti correttamente a cura della stessa azienda. Invitiamo tutti gli associati a rivolgersi presso il proprio ufficio periferico di Coldiretti per chiarimenti ed informazioni riguardanti il servizio “Cascina Pulita”.

RIQUADRO 1

La normativa vigente ha alla base l’ormai datato De-creto Ronchi del 1997 che ha subito nel corso del tempo numerose modifiche di cui la più sostanziale è quella del D.lgs 152 del 2006. Essa richiede che i rifiuti speciali vengano classificati, stoccati, traspor-tati e smaltiti secondo precise norme che richiedono anche la gestione delle pratiche amministrative.Gli enti di controllo come l’ARPA, la Guardia Foresta-le, il NOE e gli ispettori provinciali possono emettere corpose sanzioni amministrative in grado di mette-re in ginocchio la fragile economia di una azienda agricola o addirittura denunce con risvolti penali. In aggiunta a questa situazione si sono aggiunti i controlli eseguiti dagli enti preposti su finanziamenti diretti alle aziende agricole come il PSR (piano svi-luppo rurale) e la PAC (politica agricola comune) che possono generare corpose detrazioni rispetto ai finanziamenti erogati alle aziende agricole che non rispettano i parametri fissati sulla gestione dei rifiuti. Quindi la corretta gestione dei rifiuti aziendali rap-presenta uno dei requisiti indispensabili previsti dal-la “Condizionalità” per l’erogazione del cosiddetto “premio unico PAC”.

TABELLA 1

Rifiuti gestiti dal sistema Cascina Pulita:

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TABELLA 2

Il sistema Cascina Pulita risolve tutte le problematiche connesse alle varie tipologie di rifiuti in azienda agricola e soprattutto i tre principali aspetti della gestione rifiuti

1. Corretto stoccaggio o deposito temporaneo presso l’azienda agricola stessa, eseguito con contenitori specifici ed omologati forniti in comodato d’uso gratuito e in grado di evitare l’inquinamento delle aree agricole aumentando così la sicurezza.

2. Gestione delle tempistiche di legge di deposito temporaneo e lo smaltimento certificato presso appositi impianti che pongono la massima attenzione al riciclaggio delle materie prime

3. Gestione di tutte le pratiche amministrative di legge necessarie a non incorrere in pesanti sanzioni.

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TECNICOTECNICO

37LA VOCE DEI Coltivatori

DICEMBRE 2011

Con l’ordinanza n.276/2011 del 21 ottobre 2011, la Corte costituzionale ha dichiarato inammissibile la questione proposta dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Asti circa la legittimità della norma che dispone che le vinacce esauste e i loro componenti sono da considerare sottoprodotti soggetti alla disciplina delle biomasse combustibili (articolo 2-bis del decreto legge 3 novembre 2008, n.171).In particolare, nel corso di un procedimento penale per violazione della normativa in materia di rifiuti - contestata in relazione all’effettuazione di un’attività di combustione di residui derivanti dall’attività di distillazione, costituiti da vinacce esauste senza autorizzazione – il Gip ha sollevato la questione di legittimità costituzionale della norma citata, addotta dalla difesa dell’imputato a sostegno delle proprie tesi difensive, evidenziando come la stessa sembri creare una presunzione assoluta di esclusione delle vinacce dal

campo di applicazione della normativa in materia di rifiuti, non consentita dalla disciplina comunitaria.La Corte costituzionale ha dichiarato inammissibile la questione rappresentando l’impossibilità di pronunciarsi adeguatamente, in considerazione del mutato quadro normativo di riferimento, in epoca successiva alla richiesta. Infatti, l’articolo 184 bis, introdotto nel codice ambientale (decreto legislativo 152/06) a dicembre 2010, disciplina, sulla base della direttiva comunitaria, la nozione di sottoprodotto.La Corte ha quindi evidenziato che tale previsione è destinata sicuramente ad incidere sull’interpretazione della disposizione censurata e che, pertanto, nel dedurne l’illegittimità, il giudice a quo aveva l’onere di tenere conto del mutato quadro normativo, sia ai fini dell’individuazione corretta del parametro interposto, sia ai fini della valutazione dell’incidenza delle sopravvenienze sulla

norma oggetto di esame. Resta quindi confermata la possibilità di qualificare come sottoprodotti le vinacce esauste, ai sensi della normativa generale e della previsione specifica indicata, ricorrendone i presupposti.

Corte Costituzionale: le vinacce esauste restano sottoprodotti

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39LA VOCE DEI Coltivatori

DICEMBRE 2011

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Le pagine del Consorzio Agrario Provinciale di PiacenzaLe pagine del Consorzio Agrario Provinciale di Piacenza

40 LA VOCE DEI Coltivatori

COLDIRETTI PIACENZA CONSORZIO AGRARIO E GRANDA TEAM INSIEME

INVESTONO SULLA PROFESSIONALITA’ DELLE PERSONE

Nasce il Progetto “Make Transition Count”per affrontare i cambiamenti del mercato della zootecnia da latte

in chiave innovativa

Il Consorzio Agrario di Piacenza e Granda Team Dairy Business Solution, realtà italiana leadernei programmi per la nutrizione e la salute degli animali, inaugurano un importante accordo di col-laborazione e danno vita a “Make Transition Count”, progetto che punta allo sviluppo di profes-sionalità sempre più competitive in grado di affrontare i cambiamenti del mercato in chiave innovativa.

Negli ultimi 10 anni il settore zootecnico si è caratterizzato, tra l’altro, per una forte evoluzione dellafigura commerciale – il classico “venditore” – evoluzione legata in primo luogo ai veloci cambiamentidel mercato e alle conseguenti esigenze della clientela, sempre più focalizzata sulla necessità di gestirein modo ottimale situazioni di complessità.

Una bella sfida che vede le aziende produttrici di prodotti per la nutrizione e la salute animale nellanecessità sempre più urgente di dover comunicare con i clienti e i potenziali clienti attraverso una fi-gura totalmente nuova, dotata di una professionalità e di un ventaglio di competenze a volte difficil-mente reperibili nel panorama attuale del mercato del lavoro.

All’interno di un ampio progetto di sviluppo commerciale che riguarda il settore della nutrizione e dellasalute animale, il CAP ritiene importante muoversi in un’ottica di questo genere e – grazie all’accordocon Granda Team e alla nascita del Progetto “Make Transition Count” - sceglie la strada di nuovi pianidi formazione rivolti ai propri funzionari commerciali – figure di raccordo fondamentali tra leaziende ed il mercato – affinché il loro lavoro risulti sempre più in linea con le priorità e le esigenzedella propria clientela e garantisca quell’insieme di competenze e di servizi sempre più necessari pergli allevatori.

In particolare, l’accordo di collaborazione concluso proprio in questi giorni tra il Consorzio Agrario eGranda Team - società italiana leader nelle strategie della fase di transizione della vacca da latte, oltreche distributrice su tutto il territorio nazionale dei prodotti a marchio ARM&Hammer – ha l’obiettivoprimario di diffondere e trasferire all’interno del territorio piacentino il ricco patrimonio di innovazionetecnologica specializzata riguardante la fase del ciclo di allevamento della vacca da latte, ancheattraverso lo sviluppo di programmi quali Biochlor, Megalar R e Fermenten, forti del loro successo sianegli Stati Uniti, sia negli alle-vamenti più importanti in Italiae in Europa.

Responsabili del progetto“Make Transition Count”sono il Dottor Paolo Guardianidel CAP e Alessandro Giletta,Amministratore Delegato diGranda Team, insieme all’in-tero staff di entrambe le realtàaziendali.

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Le pagine del Consorzio Agrario Provinciale di PiacenzaLe pagine del Consorzio Agrario Provinciale di Piacenza

41LA VOCE DEI Coltivatori

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CONCIMAZIONE GRANULAREGamma completa di concimi NPK a pronta azione: concimi completi NPK, a base di nitrato potassico, con massima concentrazione NPK e assimilabilità così da garantire la migliore efficienza nutrizionale. Per ettaro si ha risparmio nelle dosi e nei costi di distribuzione rispetto i tradizionali formulati, perseguendo migliori produzioni.Concimi NPK completi a cessione controllata: si ottimizza la concimazione in presemina e pretrapianto avendo uno sviluppo pronto, robusto e completo, evitando rotture nel flusso nutrizionale e arresti di sviluppo. Ottimale complemento alla fertirrigazione. Per ettaro si ha risparmio nelle dosi e nei costi di distribuzione rispetto i tradizionali formulati, perseguendo migliori produzioni. Concimi formulati grazie alla tecnologia MultiCoTechTM che incapsula i concimi con una speciale membrana polimerica semipermeabile biodegradabile (MCTTM) autorizzata in base alla normativa vigente (Decreto legislativo 29 aprile 2010, n° 75 – Allegato 6 Prodotti ad azione specifica).

FERTIRRIGAZIONE - NUTRIGATION™

Gamma completa di specialità idrosolubili di base in polvere solubile e formulazione liquida: per la massima versatilità di impiego dosando gli elementi nutritivi in funzione delle specifiche condizioni di coltivazione.Formulati completi NPK + Mg e Micro per fase fenologica in polvere solubile e formulazione liquida: formulati completi di macro, meso e microelementi specifici per fase fenologica per facilitare l’impiego.Massima purezza, compatibilità e versatilità di utilizzo: rapida e completa solubilità con ogni tipo di acqua, anche con quelle dure ricche in carbonati. Soluzioni concentrate rimangono stabili nel tempo. Il pH della soluzione fertirrigante risulta essere subacido. Perfettamente miscibili con altri concimi e fitofarmaci di uso comune. Assenza di solfati che con acque dure inducono l’occlusione degli erogatori.Specialità ad azione fisionutrizionale: speciali concimi liquidi a base aminoacidica (Foli-Stim e multi-Amin) e acidi umici (Humik) per massimizzare l’effetto della nutrizione minerale e favorire l’ottimale sviluppo vegeto produttivo delle colture.

Page 44: la voce 12-2011

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