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PIU Magazine n.30

Date post: 25-Mar-2016
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Luca Canonici al Teatro della Fortuna di Fano
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1 fanoinforma.it piu-magazine.it autorizzazione Tribunale di Pesaro n. 539 del 22/09/2006 anno 5_ numero 30_ novembre/dicembre 2011 _ distribuzione gratuita www.fanoinforma.it Luca Canonici: “Al Teatro di Fano una Lirica da mille e una notte”
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Luca Canonici: “Al Teatro di Fanouna Lirica da mille e una notte”

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Quando la Fondazione diventa impresa…in tutti i sensi

Una Fondazione gestita come un’azienda dove il pareggio di bilancio viene con-

siderato una normalità.

Alla guida dell’ente c’è Giuseppe De Leo il direttore generale del Comune di Fano

Un cartellone che diventa un marchio da vendere per invogliare i privati ad investire. Non è stato un caso se il sindaco Stefano Aguzzi quando ha scelto la persona che do-veva rilanciare la Fondazione Teatro della Fortuna, prima sotto l’aspetto finanziario e poi sotto quello culturale, ha pensato subito al direttore generale del Comune Giuseppe De Leo. Serviva un uomo che rappresentas-se l’amministrazione comunale, una figura che dimostrasse quanto si credesse ancora nella Fondazione Teatro. De Leo ha impie-gato solo 48 ore per accettare l’incarico di presidente e oggi la sua Fondazione viaggia a tutta velocità e le polemiche sono solo un ricordo.Presidente, quando le è stato prospettato

questo incarico la situazione era molto di-versa da oggi: Gli sponsor privati se ne sta-vano andando e le polemiche erano cosa di tutti i giorni. Come mai ha accettato subito, visto che aveva tutto da perdere e nulla da guadagnare anche sotto l’aspetto eco-nomico dato che per lei non sono previsti compensi?Ho accettato per spirito di servizio. Il sinda-co aveva molta fiducia nelle mie capacità di rilanciare la Fondazione ed io, vista la stima che provo nei suoi riguardi, non potevo cer-to deluderlo. E poi non mi spavento molto facilmente. Certo la situazione era critica, il titolo del teatro, se vogliamo usare termini molto in voga in questo periodo, era “tos-sico”. Più che altro non c’erano più tanti privati disposti a continuare a sostenere economicamente la Fondazione. Come ha fatto a trasformare quel titolo “tossico” in un titolo richiesto dal mercato?La prima cosa che ho fatto è stata quella di

parlare uno ad uno con tutti gli sponsor e con tutti i fornitori. Ho spiegato loro il pro-getto, gli ho garantito che insieme sarem-mo riusciti a far diventare la Fondazione un modello non solo per le Marche ma anche per il resto del paese. Oggi posso dire tran-quillamente che i conti a posto come ce li abbiamo noi non li hanno tanti altri teatri in Italia. Anzi, noi siamo proprio una eccezione.In che senso?Quando mi sono insediato ho subito rivisto lo Statuto e il contratto di servizio, ma ho stabilito che la programmazione della Fon-dazione debba essere effettuata su base triennale anche per far capire ai privati che stiamo facendo sul serio. Questo metodo di lavoro manageriale sta dando i suoi frutti perché nel 2014 il nostro bilancio sarà di 1,7 milioni di euro, in controtendenza rispetto ad altri teatri che invece sono in difficoltà e stanno rivedendo le loro programmazioni. Tutto con la massima trasparenza perché anche se non c’è un obbligo di legge pubbli-cheremo i nostri bilanci sul sito della Fonda-zione. E poi va sottolineato che ci sono tante aziende che sono diventate nostri sponsor tecnici facendoci risparmiare ben 300.000 euro.Insomma, un presidente che parla con i numeri?Non dobbiamo mai dimenticarci che la Fon-dazione Teatro dà lavoro a 200 persone tra personale di sala, tecnici, musicisti. Dietro queste persone ci sono altrettante famiglie e quando si fanno delle scelte anche que-sta è una bella responsabilità. Non posso lasciarmi distrarre dalle polemiche e, al contrario, se posso cerco di motivare tutti

coloro che lavorano insieme a me.I cambiamenti che ha portato non sono stati solo amministrativi ma anche nell’or-ganizzazione. Penso ad esempio alla deci-sione di ridurre il numero delle repliche ed aggiungere più spettacoli. Come mai que-sta scelta?Fino allo scorso anno il teatro non era mai pieno in nessuna delle tre serate, mentre i

costi si dovevano comunque moltiplicare per tre. Così ho ridotto il numero delle re-pliche e ho investito quei soldi risparmiati in un maggior numero di spettacoli. Il risul-tato è stato il record negli abbonamenti ed il record nelle presenze durante le prime rappresentazioni. E pensi che alla fine ci ab-biamo pure guadagnato.Anche con l’opera non avete usato mezze misure visto che verranno a Fano artisti di fama internazionale. Non pensa forse di essere partito un po’ troppo forte?Ripeto, il nostro obiettivo è quello di fare della Fondazione Teatro della Fortuna un modello sia finanziario sia culturale. I conti li abbiamo messi a posto e con il cartellone abbiamo appena iniziato a divertirci perché stiamo lavorando al programma del prossi-mo anno e posso solo dire che ci saranno molte sorprese.

Non solo Parmeggiani, Bienkowska, D’Inti-no, Bocelli, solo per citarne alcuni, ma an-che spazio ai giovani e ai talenti?Certamente. Abbiamo stretto una collabora-zione con il Metropolitan di New York per la selezione di talenti mondiali e penso che il nome del nostro partner sia sufficiente per dimostrare la validità del progetto. E poi non ci dimentichiamo nemmeno degli artisti lo-cali perché per noi sono importanti anche loro. Un altro suo “pallino” è l’auditorium, un te-atro da 3.500 posti da costruire a Chiaruc-cia. Il progetto è ancora in piedi oppure?Scherza! Stiamo stringendo un accodo con un istituto bancario che lo realizzerà e lo darà in gestione alla Fondazione per 30 anni. Se tutto andrà come previsto tra il 2013 e il 2014 potrebbero anche iniziare i lavori.

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di Corrado Moscelli

334 - 7677406

Toglietemi tutto… ma non ridatemi l’Ici

E’ dal 2008 che sento la frase “il prossi-mo anno la crisi sarà veramente grave”.

Dal prossimo anno farà ritorno l’imposta sulla prima casa. Giusto o sbagliato che sia speriamo almeno ci sia un criterio

Da tre anni ci viene annunciato che quello seguente sarà forse l’anno più difficile in assoluto. Persino il governo Berlusconi ha dovuto fare i conti con la crisi e dopo tanti anni è stato costretto ad “abdicare”. Spre-ad, Btp, Bund, sono diventati termini di uso comune che ci accompagnano (o forse sa-rebbe meglio dire perseguitano) oramai da mesi. Il nuovo governo Monti è chiamato ad una vera e propria impresa per risollevare le sorti del paese e sono state annunciate misure che rimetteranno le mani nelle ta-sche dei cittadini. Tra queste il ripristino dell’Ici sulla prima casa è sicuramente la più discussa. Una tassa che venne abolita da Berlusconi in maniera un po’ frettolosa

RUBRICHE

INDICE NUMERO 30 Anno 5 - Numero 30Novembre/Dicembre 2011Distribuzione gratuita

Telefono redazione: 0721-831482

Per la tua pubblicità su PIU MAGAZINEtelefonaci al numero: 334 - 7677406

Autorizzazione del Tribunale di Pesaro n. 539 del 22/09/2006

Editore Mattia TarsiGlobal Service in progress s.r.l.

ImpaginazioneEmme graph-event

StampaArti Grafiche Picene

DistribuzioneFull time Group

Direttore responsabileCorrado [email protected]

Redazioneper inviarci i vostri [email protected]

Hanno collaborato a questo numeroSilvia BonciAlessandra GaspariniMariolina PalazziAnnalisa PerazziniFrancesca LucariniJacopo FrattiniCarlo MoscelliRodolfo Colarizi

07 - Toglietemi tutto... ma non ridatemi l’Ici

22 - Quell’irresistibile voglia di partire

30 - Extraspa regala benessere

14 - Quando natale fa rima con solidale

25 - Una provincia ghiotta

36 - It’s party time!!

44 - Scopri le origini della tua strada: via Cesare Tonini Bossi

10 - Cerchi un lavoro? Ecco le offerte

23 - Un “all-in” per Las Vegas

32 - La “Moretta di Fano” un libro tutto da..gustare

16 - Decorare riciclando

26 - Attore di giorno, cameriere di notte: la storia di Filippo Quintini

38 - Un carrettino, una bici e prodotti locali: quando un idea diventa un progetto concreto

46 - La depressione post parto, quella “bestia nera” di cui si parla troppo poco

12 - Dodici scatti per dire no al randagismo

24 - “Finally” la nuova fatica di Marco Pacassoni

34 - Fano indossa la maglia rosa

42 - Tirocinio o Neet? Questo è il problema

18 - In Brasile ha trovato la “sua” America

28 - La sana follia dei Lazzarini

40 - Chiaraeguido organizer. Nuove prospettive

47 - F.A.ZOO un’azienda attenta all’ambiente

62 - Eleonora Rossi Drago, la “signora del cinema italiano”

48 - IL CINEASTA

64 - IL PROMOTORE FINANZIARIO

65 - IL COMMERCIALISTA

54 - FANO CALCIO

50 - LA PSICOLOGA - PSICOTERAPEUTA

52 - LA SPADACCINA

60 - L’ERBORISTA - IL FARMACISTA

61 - IL VESCOVO

58 - SPORTLAND

59 - LA PROFUMIERA

56 - CIRCOLO TENNIS FANO

63 - L’OTORINO

nel 2008 (l’annuncio venne dato in campa-gna elettorale) e che oggi verrà rimessa in auge insieme ad altre tasse rivolte sempre a colpire il patrimonio immobiliare. Ci po-trebbe essere anche un ritocchino dell’Iva del 4%, l’aliquota in vigore sull’acquisto della casa. Insomma per oltre il 70% di italiani che sono proprietari dei muri dove vivono si annunciano tempi ancor più bui ed anche coloro che la casa si apprestano ad acquistarla non hanno molto da essere felici. Ma è giusto ripristinare l’Ici? Per farla corta, se pagarla può contribuire a dare una mano al paese allora dico sì. Però oltre al ripristino dell’Ici e a tutte le altre “gabelle” legate al patrimonio immobiliare ci piace-rebbe leggere da qualche parte nei prov-vedimenti che varerà il governo Monti, che tutto verrà fatto tenendo in considerazione il reddito dei cittadini. Se devo pagare l’Ici in proporzione a quello che guadagno e va-

lutando che ho solo l’appartamento in cui vivo allora l’Ici la pago senza problemi. Se invece la devo pagare nella stessa misura di chi ha anche la casa al mare e dichiara tre volte il mio stipendio allora è meglio andare a votare al più presto. Almeno mi sceglierò la persona da mandare….nella casa al mare.

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Cerchi un lavoro? Ecco le offerte

Enti pubblici e privati, cosa propongono i Centri per l’Impiego di Pesaro, Fano e Urbino

DITTE PRIVATEVarie: parrucchiera; collaboratore program-matore web; impiegato commerciale Italia e estero, buono inglese e buono francese (Mombaroccio).

EURESIl 1 e 2 dicembre si terranno a Bologna le se-lezioni per addetti al Call Center della Hertz.Per info: http://www.cliclavoro.gov.it/news/Pagine/Eures_20_giovani_call_center_Hertz.aspxNumero di riferimento http://www.cliclavo-ro.gov.it/:0000011011000000000042828SPAGNA-BALEARI: Hotel Viva, catena di al-berghi spagnola situata nelle Isole Baleari cerca animatori che parlino almeno due lingue, l’inglese è obbligatorio. I candida-ti devono inviare il cv in inglese a: [email protected] e [email protected] Corso di animazione gratuito inizierà il 12 marzo (4 settimane) e dopo il corso ci sarà il contratto di lavoro che inizierà direttamente (9 aprile) fino alla fine di ottobre.

ORLANDO-FLORIDA- EURES DISNEY SUM-MER: partecipa al programma internazio-nale Walt Disney World che ti consente di lavorare nella sede di Orlando (California), in un periodo tra giugno ed agosto 2012. Il programma è rivolto esclusivamente a stu-denti universitari; età minima 18 anni. Per ulteriori informazioni: www.international-services.fr Le candidature vanno presentate (su apposito modulo e complete di fotogra-fia) - entro il 10 dicembre 2011 - a: [email protected] Le selezioni avverranno a Parigi nel gennaio 2012, per le partenze di giugno 2012. (spese a carico del candidato)

REGNO UNITO-LONDRA: Si ricerca perso-nale per i giochi olimpici che si terranno a luglio 2012, per visionare le figure richieste: www.london2012.comITALIA (Gardaland): Ricerca: addetti risto-razione, addetti attrazioni, addetti informa-zioni, accoglienza e centralino, commesse/i, addetti servizi generali, addetti front office, booking e meeting, animatori da inserire nel cast animazione del Resort, persona-le sealife: i candidati fra gli altri compiti si occuperanno di gestire la parte educativa dell’acquario. Per candidarsi è necessario

consultare la sezione “Lavora con noi” del sito Gardaland e compilare il Modulo online. Per maggiori informazioni:www.gardaland.it - Lavora con noi - Posizioni aperte.ITALIA-PADOVA: Azienda produttrice di im-pianti di aria condizionata ricerca ingegne-re per impiantistica per progettazione di impianti di condizionamento e termoidrau-lici industriali. Si richiede esperienza di un anno e mezzo/due anni. Ottima conoscenza dell’autocad e altri software di progettazio-ne. Si offre contratto a tempo determinato pieno. Per candidature inviare CV con rife-rimento “progettista C.T.A.” all’indirizzo: cta.contabilità@alice.it e per conoscenza a [email protected]

OBIETTIVO TROPICI: cerca 15 animatori turistici ambosessi, maggiorenni anche pri-ma esperienza, da inserire nei suoi villaggi ed hotel nel nord Italia e in Austria per la stagione invernale 2011/2012. Si richiede titolo di studio di scuola dell’obbligo, dispo-nibilità minima di 3 mesi continuativi, buona conoscenza della lingua tedesca, preferibile patente B e passaporto. Si offre contratto a tempo determinato, salario mensile com-preso tra i 500 e i 900 euro,vitto e alloggio gratuiti. Inviare Cv e foto a: [email protected] e per conoscenza a: [email protected] o telefonare allo: 080/5233374.

FRANCIA - SELEZIONE DISNEYLAND PARI-GI: In collaborazione con la rete regionale EURES Disneyland Paris torna a Roma per la campagna di reclutamento europea, con l’obiettivo di assumere 4000 persone a livel-lo comunitario. A Roma Disneyland preve-de 5 sessioni di reclutamento: dal 26 al 29 settembre 2011, dal 18 al 21 ottobre 2011, dal 15 al 18 novembre 2011, dal 17 al 20 gennaio 2012.I candidati interessati a partecipare pos-sono inviare il proprio cv redatto in lingua francese all’indirizzo: http://disneylandpa-ris-casting.com.

DANIMARCA: medici specialisti con espe-rienza tra 2 e 5 anni da impiegare in ospeda-li in Danimarca. Per candidarsi è sufficiente inviare un cv in lingua inglese all’indirizzo e-mail: [email protected] con oggetto: “Medici DK / EP”. Offerta valida fino al 30 dicembre 2011.

Centro per l’Impiego di Pesaro, via Fermo 33, tel. 0721.372800 - Fax 0721.372821, aperto al pubblico il lunedì, mercoledì, ve-nerdì dalle ore 8.30 alle 12 ed il martedì e giovedì dalle ore 15 alle 17

DITTE PRIVATEElettricisti cablatori esp. e in mobilità; ven-ditori per vendita on line prodotti e servizi per nuovo portale e-commerce nazionale; segretaria; meccanico per riparazioni auto (parti meccaniche) esp.; collaboratori per promozione editoriale presso scuole ele-mentari; agenti porta a porta; cucitrice/tore industriale esp. nel settore alta moda fem-minile; agente plurimandatario per vendita vini; agronomo; resp. settore paghe esp. o praticante; parrucchiera esp.; tornitore di metalli su macchina cnc esp. documenta-ta; addetto al controllo qualità esp.; rapp. di commercio settore dolciario zona Fano e comuni entroterra.

Queste le offerte di lavoro rese note dal Centro per l’Impiego di Fano Via De Cuppis 2, tel. 0721.818470 fax 072181.8480 aperto al pubblico il lunedì, mercoledì, venerdì dalle ore 8.30 alle 12, il martedì e giovedì dalle 15 alle 17

DITTE PRIVATECommercio: agenti di commercio (regione Marche, provincia di Pesaro e Urbino); pro-moter (Provincia di Pesaro e Urbino); Legno: add. allo sviluppo e progettazione mobili, stesura listini, elaborazione distinte (Sesti-no); Abbigliamento e confezioni: 2 cucitri-ci (Sestino); Gomma e plastica: ingegnere meccanico (Belforte all’Isauro).

Queste le offerte di lavoro rese note dal Centro per l’Impiego di Urbino.Via SS Annunziata, 51 - 61029 (Tel. 0722/373180 - Fax 0722/373190) aperto al pubblico il lunedì, mercoledì, venerdì dalle ore 8,30 alle ore 12,00 ed il martedì e giovedì dalle ore 15 alle ore 17.

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Dodici scatti per dire no al randagismo

Ha un duplice scopo il calendario realiz-zato privatamente e senza il ricorso a

sponsor dall’associazione Melampo Onlus:

Terza edizione per il calendario dell’associazione Melampo Onlus

quello di raccogliere fondi e di sensibiliz-zare ed educare la popolazione ad un cor-retto rapporto con gli animali. Dodici scatti che ritraggono gli ospiti del canile e quelli del gattile, insieme ad un consiglio o meglio una raccomandazione come quella di dota-re il proprio animale domestico di microchip o di sterilizzarlo. “Il calendario- racconta Simona Maroccini, responsabile del canile gestito dall’associazione Melampo che si trova in strada Treponti a Fano- è intera-

mente autoprodotto dal mio studio grafico. Questo è il terzo anno che lo realizziamo e dalle iniziali 60 copie siamo passati a 100 perché le richieste si stanno moltiplicando. E’ un regalo che facciamo all’associazione e i protagonisti sono animali da adottare o già adottati. Con il calendario che ha una grafi-ca colorata e allegra, vogliamo raccogliere fondi da destinare ad opere importanti di manutenzione straordinaria del canile e ad emergenze veterinarie. La maggior parte dei cani che ospitiamo infatti sono anziani ed hanno bisogno di continue cure mediche, la cosa che più ci intristisce e che molti di loro passeranno tutta la loro esistenza in canile perché quasi

nessuno vuole adottare un cane anziano. Le adozioni che riusciamo a concludere sono quelle di cuccioli o di cani fino a 2 anni”. Simona tiene molto al concetto di adozio-ne responsabile, specificando che obiettivo dell’associazione è quello di sensibilizza-re alle adozioni (che nell’ultimo anno sono state circa 70) ma chi decide di dividere la propria vita con un animale a quattro zam-pe deve essere veramente pronto a farlo e consapevole dell’impegno che questo gesto d’amore richiede nel tempo. A fronte di un numero alto di adozioni che vengono effettuate purtroppo l’associazione si trova a dover fare i conti con un numero ancor più alto di abbandoni: “Sono circa 100 i cani che ogni anno vengono abbandonati e 200 i gatti- riprende Simona- e questo per-ché il cane è un animale che può incutere timore mentre il gatto è un animale “traspa-rente”. Si è ancora portati a pensare che il gatto ha sette vite e che se la sa cavare da solo ma non è così, anche i gatti hanno biso-gno di cure e di affetto. A Fano il problema del randagismo feli-no non è affatto sentito”. Uno dei principali problemi con cui l’associazione si misura ogni giorno è quello del sovraffollamento: “Abbiamo cani- sottolinea Simona- anche nell’ambulatorio del canile, gli arrivi sono talmente continui che non sappiamo più dove metterli”. L’associazione Melampo, di-versamente dal canile del Ragano che è una struttura privata, gestisce, senza scopo di lucro e senza sovvenzionamenti pubblici il canile di TrePonti e il gattile. E’ composta da 16 animalisti volontari che si alternano dal-le 8 alle 18.30 ogni giorno: “Con gli animali vogliamo passarci più tempo possibile- con-clude Simona- perché solo in questo modo si può garantire loro una vita dignitosa”.

Il calendario costa 12 euro e si può acqui-stare nel gazebo dell’associazione in Corso Matteotti, tutti i sabati di dicembre o preno-tandolo sul gruppo Facebook dell’associa-zione Melampo.

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Quando Natale fa rima con solidale

Il Bikers Food Club Fano è sempre in “Viaggio per un Sorriso”

Il Bikers Food Club Fano continua la sua opera di sostegno al reparto di Pediatria. Per il 2012 è in programma un grosso evento

ed incurante del freddo e del maltempo por-terà anche in occasione del Natale 2011 un raggio di sole ai piccoli ricoverati dei repar-ti di Neuropsichiatria Infantile e Pediatria dell’Ospedale Santa Croce di Fano. Sabato 17 dicembre alle ore 16,30 Babbo Natale e la Befana, grandi sostenitori del Bikers Food Club Fano saranno i protagonisti della con-segna dei doni ai piccoli pazienti ospitati nei due reparti. La beneficenza del “club” per il 2011 prevede infatti la consegna di 2 vide-ocamere per il reparto di Neuropsichiatria Infantile che verranno utilizzate dai medici per monitorare e successivamente studiare i progressi dei bimbi durante le sedute gior-naliere. Verranno inoltre donati al reparto di Pediatria alcuni giochi e dei libri educa-tivi per la sala intrattenimento dei bambini, nonché 8 decoder digitali terrestri per al-trettanti televisori posti nelle camerette dei bimbi che attualmente ne sono sprovvisti.La beneficenza dei bikers in questo 2011 va anche oltre: saranno infatti donate 2 poltro-ne per l’allattamento, destinate al reparto

di ginecologia e ostetricia. In compagnia dei ragazzi del Bikers Food Club ci saranno anche quest’anno gli amici “Clown in corsia della Croce Rossa Italiana”, che con i loro giochi di magia e i loro palloncini faranno sorridere i bambini ricoverati. Al resto pen-sare anno le animi traci di Ar Fun Animasion. Alla fine di novembre si è svolta la cena di fine stagione motociclistica dei soci durante la quale sono stati raccolti ulteriori fondi da donare al reparto attraverso una ricchissi-

ma lotteria realizzata grazie alla generosità di partner tecnici e sponsor. In questa occa-sione è stato anche presentato il progetto “TOUR SPAGNA 2012” (Fano – Santiago de Compostela – Burgos), ambizioso viaggio di beneficenza che il Bikers Food Club sta organizzando per la primavera prossima, con la finalità di portare un sorriso anche ai bambini spagnoli ospiti di quell’orfanotrofio cittadino. Questo importante progetto verrà presto presentato alla città.

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Decorare riciclando

L’ultima tendenza? Le decorazioni na-talizie eco green che permettono di

rispettare l’ambiente e di risparmiare allo stesso tempo.

Per un Natale fai da te

Non preoccupatevi se non avete una gran-de manualità perché le proposte a seguire sono davvero facili e possono essere rea-lizzate da tutti: bastano una piccola dose di manualità e un po’ di pazienza. Girovagando su internet si trovano davvero tante idee ma è necessario avere un po’ di tempo a dispo-sizione per la ricerca perché, non tutte sono delle buone idee. Abbiamo fatto per voi una sintesi delle più facili e carine. Albero di Natale con grucce e pallineBastano alcune vecchie grucce, dello scotch bianco o dello spago per legarle insieme, un nastrino rosso o di un altro colore a vostra scelta, alcune palline ed il gioco è fatto. Se-guendo lo schema proposto nella fotografia avrete un albero di Natale simile ad una scultura moderna, da appendere dove pre-ferite.Corona di pop cornCon ago e filo da imbastire o filo da pesca, infilzate uno ad uno i pop-corn finché non ne avrete una fila molto lunga. A questo punto occorre una base sui cui arrotolare il filo pieno di popcorn : un piatto di cartone, di plastica o altro. Ritagliate da questo piatto una corona, scartando la parte centrale. Un altro metodo per ottenere lo stesso risultato è quello di attaccare i pop corn su una coro-na di polistirolo con la colla a caldo.

Ghirlanda di bottoniPer creare una simpaticissima ghirlanda potete infilare dei bottoni in una cerchio di fil di ferro o rame. Se non ne avete verdi potete usarli di altri colori o dipingerli. La ghirlanda di bottoni è piccolina, va appesa all’albero o alla porta.Alcuni addobbi per l’albero di Natale, da utilizzare al posto delle solite palline:I tappi dei barattoli delle conserve. Perché buttarli quando invece li possiamo colorare con gli acrilici e far diventare delle originali decorazioni? Servono colori acrilici, colla, ritagli di stoffa, nastrini di stoffa e un po’ di fantasia.I Cd riciclati. Applicandoci sopra ritagli di carta, stoffa, fotografie, piccole pietruzze oppure decorandoli con i pennarelli indele-bili si trasformeranno in originali e lumino-

di Silvia Bonci

sissime decorazioni.Le vecchie lampadine. Un’alternativa per trasformare le lampadine in addobbi, è di dipingerle di rosso e di ricoprire il bulbo di ogni lampadina con dello spago bianco o color corda, oppure dipingerlo di verde o ri-coprirlo con rami e foglie, si possono anche ricoprire di colla e successivamente di pail-lettes o brillantini per un albero di Natale decisamente anni 80.Le palline di polistirolo decorate con ritagli di stoffa: Comprate una pallina di polistirolo di qualsiasi dimensione e incollateci sopra striscioline di stoffa e avanzi delle vostre creazioni. Per tenere su la stoffa potete usa-re anche solo delle spille. L’effetto sarà ve-ramente carino e potrete sfoggiare il vostro albero patchwork senza aver sprecato un centimetro di tessuto.

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In Brasile ha trovato la “sua” America

Ha “solo” 38 anni ma da 15 anni lavora all’estero nel campo bancario ed oggi

è Project manager di tecnologia applicata alla finanza per la banca di investimento americana Goldman Sachs nell’ufficio bra-siliano situato a San Paolo.

Il fanese Giovanni Guidi lavora a San Paolo per una importante banca di investimento americana

Giovanni Guidi può considerarsi uno dei “cervelli” in fuga dall’Italia, e da Fano.

Guidi, da quanto tempo è in Brasile?Da aprile 2008, prima lavoravo a Londra. Perchè ha deciso di andare all’estero?Nel 1996 avevo 23 anni e una laurea in scienze dell’informazione dell’Università di Bologna con il massimo dei voti e molta voglia di lavorare, cominciare a guadagnare qualcosa e applicare le mie conoscenze. Mi aspettava almeno un anno di leva militare che entrava in conflitto con la mia voglia di lavorare e mi avrebbe fatto perdere molte conoscenze tecniche quando ero fresco di laurea. In più volevo migliorare il mio ingle-

se e mi é sempre piaciuto viaggiare (vizio ereditato da mia madre).

E’ vero che è difficile affermarsi in Italia?Difficilissimo, sono tornato a Fano nel 2005 per provare a vedere se riuscivo a mettere su qualcosa nel campo della consulenza In-formatica o consulenza Finanzaria (le mie due specialità visto che ho anche un Master in Finanza Quantitativa preso all’Imperial College Management School a Londra nel lontano 1999), nel 2006 sono riuscito a ot-tenere un contratto a progetto di 6 mesi con l’università di Bologna a Rimini (insegnando e facendo laboratori di finanza quantita-tiva) e nel 2005 qualche progettino molto semplice di informatica con aziende locali. La difficoltà principale nel ramo informa-tico sta nel fatto che la maggioranza dei dirigenti di informatica o proprietari delle aziende di informatica nella provincia pesa-rese ha paura delle conoscenze e difendono l’orticello innovando molto poco. Nel ramo finanziario, molte persone si aspettano con-sulenze indipendenti senza pagare nulla (indirettamente quando la banca vende loro

i prodotti solo della banca, le commissioni sono nascoste ma ci sono e sono salate) o prestiti a volontà dalle banche presentando bilanci formalmente ridicoli. L’economia Ita-liana non cresce, i prezzi dei prodotti servizi sono molto alti e non ci sono opportunità di investimento lucrativo neanche applicando capitali ingenti, é un mercato molto chiuso che difende molto posizioni di rendita.

Le manca Fano?Quello che mi manca sono la mia famiglia fanese e i pochi ma buoni amici fanesi che ancora ho e le estati fanesi e in riviera. Non mi manca la Fano autunnale e invernale quando la città si spegne. Ogni quanto ci torna?Quando ero a Londra tornavo 3 o 4 volte all’anno, dal Brasile dovuto a impegni fami-liari e di lavoro fino ad adesso sono riuscito a tornare solamente una volta all’anno per due-tre settimane. Ad ogni modo i miei ge-nitori e mio fratello Fabrizio (anche lui espa-triato in Irlanda) mi fanno visita almeno una volta all’anno. Alcuni amici fanesi mi hanno visitato in occasione del mio matrimonio a fine 2009. Dopo la nascita di mio figlio quest’anno le cose sono migliorate e ho già un programma due visite fanesi per il pros-simo anno e i miei genitori stanno facendo due visite in Brasile di un mese ciascuna.

Cosa le piace del Brasile?Mia moglie brasiliana e mio figlio birichino italobrasiliano di 9 mesi; il clima tropica-le senza inverni, la natura e le spiaggie; la classe lavoratrice brasiliana durante il tem-po libero, sempre pronti a conversare su tutto, senza preconcetti e pieni di allegria di vivere; il cibo, molto migliore che a Londra o New York, riesco a pranzare almeno 30 mi-

nuti seduto al ristorante quasi tutti i giorni e conversare con altri esseri umani. Cosa non le piace del Brasile?La burocrazia asfissiante e stupida creata unicamente per arricchire politici, notai e funzionari pubblici e lasciare i poveri anco-ra più poveri; la classe alta brasiliana, piena di preconcetti e puzza sotto il naso (molto simile a certe famiglie che se la vivono bene con soldi di rendite antiche a Fano); la man-canza quasi totale di uno stato sociale do-vuta alle cose sopraelencate. Infine la poca professionalità e etica professionale della maggioranza dei brasiliani (mi pare molto simile all’Italia) quando promettono ma non consegnano (sapendo di non poter conse-gnare) e la scarsa qualità del prodotto/ser-vizio offerto una volta consegnato che deve essere sempre verificato in maniera appro-fondita dal cliente e spesso rifatto due volte facendo perdere molto tempo e ritardando ancora di più progetti e consegne. Cosa consiglia a chi ha finito gli studi e cer-ca un lavoro?Io consiglio che già durante gli studi univer-sitari, lo studente sfrutti le borse di studio dell’Università o l’utilissimo programma Erasmus per stare almeno 6 mesi all’estero e vedere come si può vivere fuori dall’Italia, già guardare al mercato del lavoro locale, e migliorare in maniera decente la conoscen-za di almeno una lingua straniera (che in

Italia con poche eccezioni sono insegnate malissimo).Dopodiché finiti gli studi, se ha voglia di cre-scere e sfruttare le proprie conoscenze, non vuole scendere a compromessi con racco-mandazioni o non ha l’azienda di famiglia pronta per accoglierlo, dovrebbe provare a fare alcuni colloqui con istituzioni straniere, ma sapendo che una volta uscito dall’Italia sarà molto difficile tornarci. Se invece vuole stare in Italia senza avere raccomandazioni o accettare soltanto lavoricchi, dovrà sce-

gliere una professione con pochissima con-correnza prima degli studi e darsi molto da fare per apprenderla bene (sto pensando a pochissimi settori come odontologia, chimi-ca, artigianato di alto livello).

Rifarebbe tutto quello che ha fatto fino ad oggi?Andarmene all’estero a lavorare e viaggiare il mondo: di sicuro. Cambierei alcune scelte di lavoro che mi avrebbero reso finanziaria-mente molto di più.

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di Silvia Bonci

Quell’irresistibile voglia di partire

“A qualche cosa devi pur rinunciare / in cambio di tutta la libertà che ti abbia-

mo fatto avere / perciò adesso non recrimi-nare / mettiti in fila e torna a lavorare / e se proprio non trovi niente da fare / non fare la vittima se ti devi sacrificare / perché in nome del progresso della nazione / in fondo in fondo puoi sempre emigrare“.

Edoardo Bennato, In fila per tre

Dal lavoro alla pari al Servizio di Volontariato Europeo: vi spieghiamo come fare

Il rapporto Eurispes 2011 segnala che più del 50% dei giovani sogna di lavorare all’e-stero. Disillusione, paura della crisi econo-mica e di non trovare lavoro? O semplice-mente voglia di conoscere altre parti del mondo ed altre culture? Il desiderio di emi-grare sembra iniziare a farsi sentire intorno ai 25 anni, quando i giovani si confrontano per la prima volta con il mondo del lavoro, al termine degli studi universitari. Tra i paesi preferiti ci sono Francia (16,5%), Stati Uniti (16,1%) e Spagna (14,3%).

Agenzia Giovani del Comune di Fano aiuta quei ragazzi che desiderano fare un’espe-rienza di studio o lavoro all’estero sugge-rendo soluzioni, dando loro consigli pratici ed aiutandoli nella compilazione del proprio curriculum vitae europeo. Una delle pos-sibilità è il lavoro alla pari, in altre parole sbrigare le faccende domestiche e diventa-re la baby sitter della famiglia ospitante. In alcuni paesi questa esperienza è riservata alle ragazze ma in Inghilterra, in Francia, in Austria e nei paesi scandinavi accetta-no anche i ragazzi. I requisiti richiesti sono un’età compresa tra 18 e 30 anni nei paesi dell’Unione europea, ad eccezione dell’Irlan-da (18-24) e della Germania (18-25), buona predisposizione al rapporto con i bambini e discreta conoscenza della lingua del paese ospitante. Di solito la durata della perma-nenza richiesta è un minimo di 6 mesi.

Un altro modo per fare un esperienza all’e-stero è quello di cercare un lavoro stagiona-le rivolgendosi ad agenzie di animazione e tour operator. In questo caso la conoscenza della lingua straniera è preferibile ma non

necessaria, mentre è indispensabile una buona predisposizione ai rapporti con il pubblico. Infatti solitamente i tour operator e le agenzie ricercano personale da inserire nel proprio organico con i seguenti incari-chi: animatori, capi animazione, animatori di contatto, animatori di mini club e baby club, assistenti bagnanti brevettati, istrutto-ri sportivi ecc.

Diversi giovani scelgono invece di lavorare come volontario/a nei programmi di coo-perazione nei paesi in via di sviluppo rea-lizzati da Ong. Tale incarico dà il vantaggio dell’opportunità di conservazione del posto di lavoro.

Un’esperienza di volontariato può essere fatta anche grazie allo Sve, il Servizio di Vo-lontariato Europeo che consente di vivere un’esperienza di volontariato, in diversi set-tori, all’interno di un paese dell’Unione euro-pea, per un periodo di tempo compreso tra i

6 e i 12 mesi. Lo Sve è rivolto a tutti i giovani di età compresa tra i 18 e i 30 anni residenti in un paese dell’Unione Europea. Per parte-cipare al progetto è richiesta la conoscenza base della lingua inglese. In questo caso il volontario non solo ha diritto al rimborso delle spese di viaggio ma anche a vitto, al-loggio, corso di lingua, tutor, copertura as-sicurativa e indennità mensile. Dopo aver capito qual è l’ambito in cui intende svolgere volontariato ci si può rivolgere all’Agenzia Giovani o consultare il database presente sul sito della Commissione europea per co-noscere i paesi in cui è possibile svolgere i progetti. Per chi volesse saperne di più l’A-genzia Giovani si trova in Corso Matteotti, 66. Tel. 0721.855573 Email agenzia [email protected] . Sito internet:www.agenziagiovani.comune.fano.ps.it

Un “All in” per Las Vegas

Il cartello “Welcome to fabulous Las Ve-gas!” l’ha ammirato dal vivo, tra un’ar-

tefatta Venezia e le magnificenti piramidi “made in Usa” del Nevada durante il viag-gio-premio vinto grazie alla sua più grande passione: il poker.

Rossano Mazzoli racconta come ha sbaragliato 600 avversari con il suo “sport” preferito vincendo un viaggio per la “Città del peccato”

Lui è Rossano Mazzoli, direttore editoriale di ViverePesaro e giocatore del noto gioco di carte da circa 7 anni. “E’ iniziato tutto per caso: degli amici mi hanno invitato a parte-cipare a qualche sfida. Mi è piaciuto così ho iniziato a informarmi navigando in Internet e leggendo dei libri”. Giocando, giocando Rossano è diventato più esperto e ha stretto contatti con gli appassionati italiani. E’ stato grazie alle community online che ha saputo del “Pesaro Poker Fest” la manifestazione che si è svolta a maggio a Campanara e che prevedeva anche dei tornei. “Ho saputo dell’evento tramite un blog e per motivi pro-fessionali. E’ stato il primo torneo in Italia in cui i concorrenti potevano sfidarsi dal vivo. Un’opportunità da non perdere”. Dopo ore passate a studiare gli altri giocatori, le pro-prie carte e il tavolo verde Roberto ha sba-ragliato mano a mano gli avversari (erano 600 i partecipanti complessivi) rimanendo tra i 10 finalisti del torneo. La fase succes-siva è stata una partita con i finalisti online: “Ho deciso di chiudermi nella mansarda di casa per giocare la sfida finale con il massi-mo della concentrazione, senza distrazioni. Ne sono uscito dopo 9 ore, con un risultato incredibile”. Sì perché Roberto ha vinto anche quest’ul-timo match guadagnandosi un posto nell’a-ereo per Las Vegas e un biglietto da 1100 dollari per partecipare ad un ulteriore campionato in programma al Caesars Pa-lace con un montepremi da 100.000 dollari. “Sono rimasto un paio di minuti a fissare lo schermo –racconta- poi i miei sfidanti hanno iniziato a congratularsi con me. Al-lora sono andato da mia moglie per darle la notizia. Anche lei non ci credeva, ho dovuto mostrarle il sito del torneo con il mio nome come vincitore”. E proprio insieme alla mo-glie Roberta, Rossano è partito alla volta della “Città del peccato” pronto per un’altra sfida tra fiches, tappeti verdi, stravaganti personaggi in berretto e occhiali da sole ai tavoli. “E’ un altro mondo –spiega, entusia-

di Alessandra Gasparini

sta, Rossano-. E’ tutto immenso, pieno di luci. E’ una città affascinante, anche se ar-tefatta, molto sicura e pulita”. L’impatto po-sitivo con Las Vegas non gli ha portato, però, così tanta fortuna: “Ho giocato 12 ore con numerosi sfidanti, soprattutto italiani, ma alla fine sono uscito dal torneo. Ho tentato il tutto per tutto bleffando anche nel momento finale. Peccato l’abbia fatto anche il mio ulti-

mo avversario. Vincendo il match”.Nonostante l’esito del suo campionato ame-ricano Rossano non si è abbattuto. “Parteciperò ai prossimi tornei in program-ma” ma senza esagerare: “Quello che pratico è uno ‘sport’ fatto per divertirsi non per vin-cere. Il bello del poker è tutto nello studiare l’avversario, cercare di capirlo, conoscere nuove tecniche e concentrarsi al massimo”.

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“Finally”, la nuova fatica di Marco Pacassoni

Nuovo cd per Marco Pacassoni.

Il musicista fanese ha in programma un tour in giro per l’Italia

Il primo da leader, dopo le numerose colla-borazioni tra le quali quella con la cantante americana Kelly Joice, per il talentuoso mu-sicista fanese nel quale riassume in modo nuovo e creativo le sue esperienze musicali: dallo swing al latin jazz, dal funky, al pop, dal tango al contemporary jazz, insieme ad ec-cezionali compagni musicisti, il pianoforte di Enzo Bocciero, il contrabbasso di Giacomo Dominici, la batteria di Filippo Lattanzi e l’i-nimitabile tromba del cubano Amik Guerra, star del jazz internazionale. Presentato in anteprima per il pubblico fanese al Pala J di marina dei Cesari “Finally” è stato accolto con affetto, tanto che già da qualche giorno prima dell’evento i posti disponibili erano tutti esauriti a dimostrazione di come Marco Pacassoni sia non solo un musicista famo-so nel mondo ma anche particolarmente

amato nella sua città. La presentazione sta proseguendo a Roma, Bari e Milano. La pas-sione di Marco Pacassoni per la musica ha origini lontane, comincia nel lontano 1987, all’età di appena sei anni, influenzato dallo zio Carlo già batterista. A dieci anni, spinto dal padre inizia lo studio delle percussioni al Conservatorio “G. Rossini”, dove nel 2011 si diploma con il massimo dei voti. Nello stesso periodo partecipa, in diverse città d’I-talia a molteplici stages, clinics e seminari di musica jazz e contemporanea, tenuti da importanti musicisti internazionali riceven-do diplomi, idoneità e borse di studio. Gli studi musicali di Marco proseguono poi al Berklee College Of Music di Boston dove si specializza con Gary Burton in vibrafono e marimba e nel 2004 si laurea con il mas-simo dei voti in “Professional music”. Oggi Marco ha un intensa attività musicale che si articola tra concerti, didattica, seminari, sia in Europa sia in America, dove recentemen-te ha tenuto un masterclass/concerto alla University of Minnesota, Akron University, Yungstown State University, Eastman Col-lege of Music di Rochester. Marco è inol-tre responsabile della Sezione Armonia e Composizione dell’Accademia della Musica Moderna (AMM) e responsabile Italia del Berklee College of Music. “Finally” è una produzione Groove Master Edition ed è ac-quistabile anche su I Tunes e gli altri digital stores del mondo.

Una provincia “ghiotta”

Il nostro territorio sta riscoprendo sempre più le sue tradizioni enogastronomiche,

Grande successo per la Mostra Mercato dell’Olio Dop Cartoceto e Sapori e aromi d’Autunno

le eccellenze che lo rendono famoso nel mondo e gli eventi che celebrano i prodotti tipici sono una garanzia di successo come dimostrano i numeri di due manifestazio-ni ormai consolidate che si sono svolte nel mese di novembre: la XXXV° edizione della Mostra Mercato dell’Olio Dop Cartoceto e la XXIV° edizione di Sapori e Aromi d’Autunno. Grande partecipazione di pubblico per en-trambe le manifestazioni a dimostrazione del fatto che i prodotti a km zero convincono e che i consumatori ricercano sempre più il rapporto diretto con i produttori. L’olio di Cartoceto è l’unico nella regione Marche a poter vantare il marchio di Denominazio-ne d’origine protetta, ed è per questo che quest’anno anche le telecamere di Linea Verde, la popolare trasmissione di Rai Uno hanno concluso la puntata di domenica 20 novembre proprio da Piazza Garibaldi pre-sentando tutti i prodotti tipici del nostro entroterra insieme allo chef Lucio Pompili del ristorante Symposium. Il sindaco di Car-toceto Olga Valeri a proposito dell’olio ha commentato “Quest’anno la resa del 16% fa recuperare, in parte, una diminuzione del 70% di produzione di olive dovute a fattori climatici. Infatti durante la fioritura degli oli-

vi il vento gelido ha inficiato l’attecchimento dei frutti e la siccità ha determinato la cadu-ta di parte del raccolto. Le olive che hanno resistito al caldo torrido che imperversava nella nostra provincia fino ad un paio di mesi fa danno un olio di grandissima quali-tà, abbastanza ricco di polifenoli”. La Mostra Mercato dell’Olio Dop ha proposto anche di-versi eventi collaterali come la presentazio-ne di libri, mostre, convegni e della mostra curata da Gesine Arps, Sentimento Agreste esposizione inserita nel Sistema Provin-ciale d’Arte Contemporanea (SPAC) che si è svolta per la prima volta nella biblioteca comunale a causa del restauro del Teatro del Trionfo. Arps, ispirata dalla nuova location, un luo-go frequentato in particolare dai giovani e dai bambini, ha voluto dedicare questa XIII edizione di Sentimento Agreste al disegno animato con cinque artisti-illustratori noti non soltanto a livello nazionale ma inter-nazionale: Simone Massi, Roberto Catani, Giorgio Valentini, Cinzia Battistel e Leonar-do Cemak. Ed ‘ stato una edizione partico-larmente fortunata anche quella di Sapori e Aromi d’Autunno quella che si è appena conclusa al Codma di Rosciano. Due giornate alla scoperta dei prodotti eno-gastronomici della nostra regione come i pecorini di fossa, i tartufi, i vini, i salumi,

l’olio e naturalmente il pane e la pasta, piat-to principe della nostra tradizione culinaria. Non soltanto una vetrina del gusto ma un contenitore di eventi gastronomici e cultu-rali di rilievo regionale e nazionale come il Gran Galà dell’Olio o i premi L’Oro d’Italia e l’Oro delle Marche e ancora il Naso d’Italia e la 5^ disfida nazionale Stoccafisso & Bac-calà. “Sapori e Aromi d’Autunno non solo prosegue- afferma Enrico Nicolelli della So-cietà Olympia di Cuccurano- ma gode anche di ottima salute. Nonostante le difficoltà dovute al periodo abbiamo raggiunto standard qualitativi alti e realizzato gli obiettivi che ci eravamo prefis-sati e questo è per noi una grande soddisfa-zione. L’alta qualità dell’evento è stata rag-giunta anche grazie alla presenza di O.L.E.A e ai Viandanti dei Sapori. Soprattutto siamo fieri del fatto che grazie a questa manife-stazione anche le piccole aziende riescono a farsi conoscere e a presentare al pubblico i propri prodotti. Ogni anno infatti crescono le richieste di partecipazione da parte di aziende di tutti i tipi, alcune anche non ine-renti con il tema della manifestazione ma questo ci fa piacere perché dimostra come l’evento sia ormai conosciuto e apprezzato e come gli affari che si stringono durante le due domeniche siano soddisfacenti per gli espositori”.

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Attore di giorno, cameriere di notte: la storia di Filippo Quintini

Fin da piccolo ha nutrito interesse per le materie letterarie, e a dodici anni ha

scritto il suo primo racconto.

Il giovane fanese vive a Roma dove cerca di affermarsi per coronare il suo sogno

Ma è stata la passione per il teatro a spin-gerlo a frequentare una scuola di recita-zione a Bologna, mentre era impegnato a laurearsi all’università di giurisprudenza. Concluso il percorso accademico Filippo Quintini ha capito che nella vita aveva il for-te bisogno di fare un qualcosa che gli con-sentisse di esprimersi liberamente. E così ha preso la prima grande scelta della sua vita, e si è trasferito a Roma per provare a diventare un attore professionista. “E’ stato un salto nel buio, la realtà di una grande metropoli era affascinante ma allo stesso tempo mi incuteva soggezione –rac-conta Filippo- inoltre la mia famiglia, anche se non mi ha mai ostacolato nelle mie scel-te private non era certo felice di vedermi abbandonare quel ‘cursus honorum”’che si erano immaginati per me, per andare ad

ingrossare le file del precariato artistico. Nell’enorme offerta di scuole che la nuova realtà mi offriva decisi di seguire i consigli di un caro amico ed ebbi la fortuna di es-sere ammesso nella scuola diretta da Be-atrice Bracco, una formidabile insegnante molto nota ed apprezzata nell’ambiente della recitazione”. Nella stessa scuola si erano diplomati attori del calibro di Claudio Santamaria, Paola Cortellesi, Valentia Cer-vi, Kim Rossi Stuart e tanti altri. I tre anni del percorso formativo sono stati tra i più intensi della sua ancor breve esperienza e hanno cementato in lui l’amore per le va-rie forme di espressione artistica. “Di certo però quella strada che mi ero scelto com-portava per me anche grandi sacrifici, in-fatti se di giorno mi dedicavo a quella che era la mia passione, la sera vestivo i panni di cameriere precario, per cercare di essere indipendente durante gli anni della gavetta. Se da un lato però il fare un doppio lavoro mi è costato grandi sforzi dall’altro mi ha reso più libero artisticamente in un certo

senso. Infatti negli anni seguenti al diplo-ma in recitazione oltre al classico percorso, che ho comunque intrapreso, in cui ti trovi un agente ed inizi a fare provini su provini, ho iniziato a creare insieme ad un piccolo gruppo di persone una sorta di piccolo labo-ratorio in cui eravamo liberi di sperimentare ciò che a noi stava più a cuore”. Nel 2004 è uno dei cofondatori dell’associazione cultu-rale Nuovo Circolo di Eleusi, di cui è tuttora il presidente. Nel 2005 firma la sua prima regia teatrale su un testo classico, il Pro-meteo Incatenato, andato in scena per due settimane al teatro degli Archi di Roma. Se-guono diversi lavori come attore in diverse rappresentazioni teatrali tra cui le Baccanti, Il borghese gentiluomo, Sacco e Vanzetti e diversi cortometraggi, il tutto nel panorama del circuito indipendente della capitale. “Ma la voglia di sperimentare in totale libertà an-che altre forme di espressione, mi spinge in seguito a lanciarmi in una nuova avventura; e per due anni e mezzo, pur continuando occasionalmente l’attività teatrale, mi sono letteralmente rinchiuso nella mia stanza, impegnato nella stesura di un romanzo. La vecchia ed innata passione per la scrittura era di colpo riemersa in me, arricchita da tutte le esperienze che avevo vissuto negli ultimi anni. ‘La Necessità del Caso’, titolo di questa sorta di romanzo psicologico, è poi stato pubblicato ad aprile 2010 dalla casa editrice Romana Terre Sommerse. Insomma non è ancora diventato un best-seller, ma le reazioni per ora sono state davvero incorag-gianti, e la prima tiratura di mille copie è or-mai quasi esaurita, e siamo dunque vicini ad una seconda ristampa. A Fano lo si può tro-vare presso la libreria Zazie. Ed eccoci giunti di nuovo al presente, continuo sempre a fare il cameriere, continuo a fare provini speran-do nel giorno in cui può arrivare la grande occasione, continuo a lavorare come attore nei circuiti off e nell’ultimo anno ho girato in veste di regista produttore un cortometrag-gio dal titolo ‘Le Parole al Vento’, che vanta un cast tecnico ed artistico di tutto riguardo. Adesso sono impegnato nella promozione del cortometraggio, e per circa un anno lo spedirò senza sosta a tutti i vari festival Ita-liani e stranieri. Al momento è stato già selezionato in due diverse rassegne cinematografiche: al Fano Film Festival e al Treviso Film Festival…in-crociamo le dita”.

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La sana follia dei Lazzarini

“Lazzarini. Storie di uomini, pensie-ri, vittorie, emozioni” (Giorgio Nada

Editore, 2011) è il titolo del primo libro di Enzo Lazzarini, proprietario della storica concessionaria di moto di Pesaro.

La vittoria del genio sulle tribolazioni della vita raccontate in un libro per appassionati di moto… e non solo

Il testo racconta delle vittorie, delle sconfitte e, soprattutto, delle battaglie che la famiglia Lazzarini ha vissuto in un arco di tempo ben limitato, dal 1970 al 1974. Anni in cui ha ini-zio la carriera agonistica di Eugenio, fratello di Enzo, che lo porterà a ottenere tre titoli mondiali, otto secondi posti e quattro titoli italiani. Le 96 pagine arricchite dalle 90 fotografie d’epoca sono il racconto in bianco e nero di un sogno, iniziato dopo l’incidente avuto dal 19enne Enzo, nel 1969, durante delle prove motociclistiche a Vallelunga. Un incidente che gli è costato caro in termini fisici, con entrambi gli arti superiori amputati, e psi-cologici ma che non è stato sufficiente per smorzare quella dose di “sana follia” ca-ratteristica dei Lazzarini arrivata insieme a quel “virus inguaribile” che altro non è se non l’amore per la moto.“No, la vita non è mai a buon mercato –scrive Enzo-. I sogni, specialmente quelli ambizio-

si, pretendono tributi enormi, esigono grandi sacrifici. E anche se sei convinto di aver fatto abbastanza a volte non basta: la vita ti porta il conto, ti chiede di più, di più di quello che sei disponibile a dare, di più di quello che le tue forze ti permettono, oltre i sogni, oltre le speranze… e azzera tutto. Forse la rinuncia sarebbe stato un rimedio, ma sarebbe costata troppo, ancora di più”.Per non pagare il prezzo della rinuncia Enzo, Eugenio e il variegato staff composto da persone dai mestieri più disparati –dall’in-fermiere di una casa di cura psichiatrica, al riparatore di macchine per la lavorazione del legno, dall’autista al geometra- iniziano un lavoro contro il tempo, contro le statisti-che e la logica. Tutte le domeniche, i giorni festivi e la notte, in quegli anni, la concessio-naria si trasforma in un’officina tutta fumo e idee. Il fumo dei prototipi elaborati dal team che esce dal banco prova sistemato a oltre 1,70 metri sotto terra (“Dopo ogni prova di pochi minuti, dovevamo uscire velocemente con gli occhi pieni di lacrime per il fumo”); le idee, quelle economiche, che hanno prodotto “ge-nialate” come quel serbatoio levigato fino a seguire gli incavi e le fattezze dei muscoli del suo pilota Eugenio, che un giornalista

dell’epoca chiamò “opera d’arte” tanto era strano.Sullo sfondo la lotta per la vittoria, la vittoria dei campionati, la vittoria sulle “tribolazio-ni e le paure” quelle dei Lazzarini, quelle di Enzo. “Ho scritto questo libro –ha detto Enzo- per far conoscere ciò che è successo. L’ho fatto anche per un altro motivo: trasmettere emozioni. A volte ci si trova in momenti difficili che sem-brano insuperabili. Le pagine che ho scritto parlano di tante prove e tanti momenti supe-rati. Spero che la forza di volontà e la voglia di vivere, che ho cercato di descrivere in queste pagine, possano essere d’aiuto a chi le legge-rà”.

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La “Moretta di Fano” un libro tutto da..gustare

È ad una partecipata tradizione orale, fit-ta di aneddoti alquanto coloriti, che è

spettato fino ad ora raccontare di questa inebriante bevanda che si considera fanese da sempre.

Una interessante iniziativa editoriale dedicata alla bevanda tipica fanese

Nelle pagine che seguono si raccoglie la ricerca e lo sforzo di rovistare tra archivi storici e testimonianze lontane, al fine di prospettare una prima traccia di quella che potrebbe essere la Storia della Moretta di Fano”. È con queste parole che l’Assessore al Turismo Alberto Santorelli ha il piacere di presentare il primo libro sull’inebriante e popolare bevanda fanese: la Moretta.La pubblicazione è nata in seno a ricerche coordinate dal direttore dell’Ufficio Turismo Mauro Giampaoli, per l’inserimento della bevanda nella lista dei Prodotti Agroalimen-tari Tradizionali Marchigiani (categoria nata dopo il Decreto Legislativo n. 173 del 30 aprile 1998), riconoscimento ufficialmente ottenuto nel marzo 2011. Un mondo tutto fanese accompagna con fervore la tradi-zionalità di questa bevanda da un lontano e misterioso passato fino ai giorni nostri; le tantissime testimonianze popolari e le do-cumentazioni raccolte durante le suddette ricerche non potevano essere trascurate ed è così che è nata la pubblicazione “Moretta di Fano” a cura di Sara Cucchiarini: per dare

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voce e spessore al sentimento e alla tradi-zione condivise da un’intera città.La paternità se la contendono in diversi: è nata al porto o ai Piatlèt (storico e umile quartiere del centro fanese)? Bevanda dei pescatori o dei carrettieri? Bevanda delle gente povera o abitudine anche della “Fano bene”? Tutti quesiti sviscerati all’interno del libro che coinvolgono in una lettura appas-sionata e vivace; certo è che quando si en-tra in uno dei numerosi ed eleganti bar di Fano, magari alla ricerca di un po’ di ristoro è inevitabile incontrare la popolare bevanda. Molto spesso è la sua inebriante fragranza a precederla all’ingresso di un caffè e chi non la conosce s’incuriosisce tanto da non mancare di provarla. Così ci si vedrà servire dentro un bicchierino di vetro liscio, quelli da osteria, una bevanda fumante a tre strati ben distinti: il giallo oro dei liquori, il nero caffè e una densa schiumetta marroncina, il tutto accentato da una sottile scorza di li-mone. L’aroma suadente invita all’assaggio che si rivela un vero trionfo di sapore! Inten-sità, fragranza, profondità dati dall’incontro di rum, anice e cognac con zucchero, caffè espresso e limone. Il berla diventa momen-to rituale, come se si stesse consumando una pozione magica o una mistura di alta al-chimia che porta come sé la consapevolez-za di un’identità cittadina e il velo di mistero sulle proprie origini. Quello che realmente si evince è che la Moretta fa parte del concetto stesso di fanesitudine e che come tale porta

con sé l’identità della tradizione della città.Il libro oltre a ricerche d’archivio e testi-monianze dirette racconta aneddoti curiosi e notevoli, come la venuta di Papa Wojtyla a Fano nell’84; riporta inoltre interessanti ricette di dolci a base di Moretta e un ric-co archivio d’immagini a corredo di tutto il percorso di ricerca. Particolarmente utile è il procedimento illustrato passo passo per fare una Moretta perfetta ed indispensabile è il Dizionario dei Termini Fanesi riportato in appendice per non perdersi nei numerosi termini dialettali utilizzati nella pubblicazio-ne.Questo percorso storico, soffermandosi sulle persone che ne sono state protago-niste e sulla città, palcoscenico ideale per questa piccola, grande storia locale italiana è un’occasione per raccontare Fano, il suo territorio, la sua gente e le loro tradizioni. Questa è l’essenza del turismo.Il libro è in vendita nelle librerie della città al prezzo di €8,00 ed esiste anche un gruppo Facebook di riferimento “Gli amici della Mo-retta” aggiornato e ricco di contenuti oltre che di fans della bevanda.

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Fano indossa la maglia rosa

Gli appassionati fanesi di ciclismo, ma anche quelli del resto della provincia,

attendevano questo momento da 30 anni.

A maggio la città della Fortuna ospiterà la tappa del Giro d’Italia

L’arrivo del Giro d’Italia a Fano, in viale Gramsci, proprio nel cuore della città. Un evento storico per la città della Fortuna, abituata in più occasioni ad ospitare i pas-saggi della carovana rosa ma che solo in due circostanze è riuscita a mettere il pro-prio nome alla fine di una tappa. Capiterà nuovamente giovedì 10 maggio del 2012 quando i ciclisti che partiranno da Modena dopo 199 chilometri taglieranno il traguar-do davanti all’ex Caserma Paolini dopo un arrivo in volata, perché la tappa non è delle più difficili. A metà del mese di novembre il coordinatore della gestione sportiva del Giro d’Italia Stefano Allocchio insieme ai suoi collaboratori è stato a Fano per valutare la parte conclusiva del percorso e studiare il piazzamento migliore del traguardo perché come alternativa si era parlato del tratto di viale Gramsci davanti alle scuole Corridoni. All’interno del “Battisti”, invece, troveranno posto 150 giornalisti accreditati provenien-ti da tutto il mondo che verranno sistemati nella palestra e in almeno 10 aule al primo piano. A Fano per il Giro è previsto l’arrivo di 1.700 i mezzi di cui 40 camion e 25 pullman. Il personale Rai che seguirà l’evento è for-mato da una squadra di ben 200 persone.

Il villaggio commerciale, con circa 80 stand, sarà invece collocato in piazza XX Settem-bre. “Abbiamo trovato subito i 250 metri che serviranno per il rettilineo finale della Modena-Fano –ha detto Allocchio- averne di rettilinei come questo. L’arrivo probabil-mente dovrebbe essere davanti all’ex caser-ma Paolini, in alternativa lo spostiamo più

avanti verso la Corridoni”. Per permettere ai ciclisti ci pedalare in tutta sicurezza ver-ranno rimossi i dossi che si trovano lungo il percorso mentre particolare attenzione ver-rà riposta nella rotatoria della Liscia perché sarà più o meno in quel punto che i corridori lanceranno la volata. Al Comune il compito di affiancare l’organizzazione del Giro e cer-care di sfruttare questo evento sportivo per dare lustro alla nostra città. Non capita tutti i giorni di ospitare una tappa del Giro d’Italia e Fano deve saper cogliere questa occasione e valorizzarla al meglio.

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Il grigiore della stagione invernale rende malinconico anche l’umore più solare?

Niente paura, con la scusa delle feste pos-siamo sfoderare paillettes e lamè grazie agli stilisti che hanno scelto i toni glitter per abiti e accessori.

di Mariolina Palazzi

It’s party time!!

Si accendono le luci per le feste di fine anno. Dagli abiti agli accessori le idee più brillanti

E non solo per la sera, anzi diamo pure un tocco luminoso al nostro look quotidiano: un particolare e il gioco è fatto!L’abito in paillettes sceglie la misura al gi-nocchio, meno impegnativo di quello lungo ma sicuramente d’effetto. I toni sono quelli del bianco e nero oppure le sfumature del madreperla, dal chiarissimo al rosato.E se si vuole brillare occorre farlo fino ai piedi. Le calzature si fanno sempre più si-mili a gioielli, che siano sandali dal tacco altissimo o decolletèe dalle linee classiche.Ancora tronchetti e francesine per arrivare alle intramontabili ballerine e le stringate un po’ maschili.Passiamo agli accessori.Le clutch e le piccole borse sono da portare a mano o sulla spalla con tracolla a catena, l’importante è che siano preziose più che mai e che non passino inosservate.A volte il luccichio all-over è di tendenza ma è meglio non esagerare: accessorio a con-trasto sull’out fit minimal chic, come una giacca con jeans o skinny pants.Proprio per i look più minimali gli stilisti hanno individuato un dettaglio nuovo per valorizzare il collo: il collier, scenografico e capace di portare luce sul viso.Nei polsi grandi bracciali, evidenti, spes-so portati a coppia uno a destra e l’altro a sinistra e se sono sottili preferiscono mol-tiplicarsi, l’importante che siano preziosi e scintillanti perchè vogliono farsi notare.Anche il trucco può essere davvero unico se arricchito da polveri scintillanti su occhi e zigomi.Siete pronte per le feste di fine anno?A voi la scelta del look giusto per brillare fino a tarda notte..e allora...buon shopping a tutte!!!

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Un carrettino, una bici e prodotti locali: quando un’idea diventa progetto concreto

Consegne di prodotti biologici del terri-torio fatte in sella a una “due ruote su

misura”:

“Cambiopasso” stravolge l’idea di spesa con una filosofia “tutta muscoli” da… gustare

una filosofia di vita che diventa progetto pratico, fatto di sudore, muscoli e tempo. Si chiama “Cambiopasso” ed è l’idea tra-sformata in realtà da 5 pesaresi -Chiara Benelli, Alessandro Cascini, Anna Giampa-oli, Ludovica Pasqui, Cesare Portosa- tutti “reduci” da diversi anni nei “Gas”, i gruppi di acquisto solidale. “Abbiamo capito che, da soli, i Gas non riuscivano a sostenere l’economia del territorio –spiega Chiara Benelli-. Così, quest’estate, abbiamo deciso di creare ‘Cambiopasso’”. Inaugurato il 1° ottobre il progetto viene seguito dai 5 soci che hanno trasformato il maggior tempo a disposizione dovuto a un calo di ore di la-voro, in un’attività nuova, fatta in base alla fiducia nel consumo consapevole e ad una coscienza ecologica. Funziona così: gli uten-ti si iscrivono al sito www.cambiopasso.

di Alessandra Gasparini com; selezionare i prodotti che si desidera acquistare nella sezione “acquista” del sito stesso aggiungendoli al carrello. I prodotti saranno consegnati a domicilio o nel luogo indicato dal cliente, nella sola area urbana di Pesaro, nei giorni previsti il martedì, gio-vedì e sabato con un costo aggiuntivo di 6 euro per importi fino a 20 euro, di 3,50 euro per importi fino a 30 euro. La consegna a domicilio è gratuita per importi superiori ai 30 euro. A portare a casa, o al lavoro, la spesa, è un operatore con una bicicletta co-struita ad hoc per le consegne. Alessandro Cascini ha infatti reinventato il carrettino che utilizzava per portare a spasso i suoi bambini come contenitore verniciandolo con vernici atossiche, ricoprendolo con un telo impermeabile e attaccandolo alla bici di “Cambiopasso”. “La consegna più lonta-na finora –dice Chiara Benelli- è stata fatta a una signora di Villa Fastiggi (quasi 5 Km dal magazzino, ndr)”. Il cittadino che invece decide di ritirare la merce nel magazzino di via Mancini 173, a Pesaro, ha diritto a un buono-spesa pari al 2% dell’importo acqui-stato valido per la spesa successiva. “Il no-

stro cliente tipo –continua Benelli- è donna ed ha un’età compresa tra i 30 e i 50 anni. E’ gente informata che viene in magazzino per chiedere informazioni e capire come fun-ziona ‘Cambiopasso’. Spesso i clienti hanno difficoltà a capire che quello di via Mancini è un magazzino e non un negozio. Noi non ab-biamo celle frigorifere o prodotti conservati che vendiamo al dettaglio. Qui consegniamo solo l’ordinazione fatta at-traverso il sito”. Una scelta consapevole che segue la filoso-fia del progetto: “Da noi si trovano solo pro-dotti biologici, a Km 0, provenienti da azien-de che conosciamo perché partecipanti ai Gas e con prezzi trasparenti, derivanti cioè delle spese che il produttore deve sostene-re, senza speculazioni”. “Cambiopasso” è solo il primo dei progetti che la neonata coo-perativa “Motoaluogo” ha in mente: “Per ora è il primo e più concreto –conclude Chiara- ma abbiamo tante iniziative in mente, tutte con l’obiettivo di diffondere i saperi, voglia-mo divulgare la conoscenza delle tipicità del nostro territorio, non solo alimentari, come ad esempio, l’artigianato”.

F A T T I R A P I R E

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Chiaraeguido Organizer: Nuove Prospettive

Chiara e Guido presentano…Chiaraeguido Organizer.

Una nuova realtà che crea, pianifica, orga-nizza, elabora, “cucina” e allestisce ogni ti-pologia di evento. A partire dalla comunicazione e immagine dell’evento, Chiaraeguido Organizer trasfor-ma ogni occasione in evento pubblico o pri-vato, matrimonio principesco o stile count-ry, festa per bambini e meeting aziendale, dall’allestimento alla cura di ogni singolo dettaglio. Ogni cosa si fa realtà originale, ogni esigen-za, con Chiaraeguido Organizer, viene con-cretizzata in un’espressione precisa, un’oc-casione di gusto, creatività ed eleganza.Realtà professionale, creativa, alla continua ricerca di novità, Chiaraeguido Organizer opera su tutto il territorio nazionale, con particolare attenzione a quello della pro-pria regione, di cui mette in risalto cultura, tradizione, peculiarità: tale realtà si muove per rispondere a esigenze, creare situazioni,

dare voce a bisogni, obiettivi, necessità.Tassello che completa l’attività di Chiarae-guido Organizer: il banqueting. Rappresentato da gourmet, artigiani di sa-pori, veri e propri artisti di una ristorazione raffinata ma tradizionale, essenziale ma ricercata, gli chef collaboratori di Chiarae-guido Organizer si pongono come autentici stilisti del gusto, spaziando dalla cucina re-

gionale a quella fusion, dal rispetto di ricet-te storiche alla sperimentazione che lascia ampio spazio alla creatività.Eleganza, esclusività, dettaglio che diventa stile: ogni evento si trasforma in un’occa-sione mondana, un momento di autentico piacere, un istante per godere del più puro intrattenimento.Tutto questo è Chiaraeguido Organizer.

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Tirocinio o Neet? Questo è il problema

Passata quella che Joseph Conrad chia-mava “la linea d’ombra” i ragazzi si

trovano a un bivio decisivo: l’ingresso nel mondo del lavoro.

Un passaggio significativo per i giovani di ogni epoca e di ogni paese del mondo. Un passaggio ancor più complesso oggi, in Ita-lia, in questi mesi conclusivi del 2011. A Fano i dati parlano chiaro: più di 3500 giovani sono, ad oggi, in cerca di un’occu-pazione. Per ottenerla sono disposti a stage, tirocini formativi, esperienze di lavoro all’e-stero, borse di studio e borse lavoro. I fanesi che, nel 2011, hanno svolto un tiro-cinio sono 287. Di questi 84 sono compresi nella fascia d’età tra i 20 e i 24 anni e 71 in quella dai 25 ai 29. La metà di loro, una volta terminato il periodo formativo, è riuscita ad ottenere un contratto all’interno dell’azien-da che l’ha ospitata. A dare un forte contri-buto all’inserimento lavorativo dei ragazzi è stato il progetto della Provincia di Pesaro e Urbino “Welfare to work” grazie al quale le imprese che hanno assunto i lavoratori

di Alessandra Gasparini

dopo averli ospitati per un tirocinio forma-tivo di tre mesi, hanno usufruito di un “in-centivo” di 5000 euro (per ogni inserimento a tempo indeterminato) o di duemila euro (per ogni assunzione a tempo determinato pari o superiore a 12 mesi). A Fano i tirocini rivolti a giovani donne, neolaureati e neo-diplomati e over50, sono stati 32. Più della metà dei tirocinanti ha ottenuto poi un con-tratto a tempo indeterminato. Un’altra op-portunità fornita dalla Provincia e utilizzata diversi giovani è stata la “Borsa di Lavoro” che prevedeva un’assunzione di giovani per 6 mesi con una retribuzione di 650 euro lor-di. L’opportunità è stata sfruttata da 39 tra diplomati e laureati che hanno fatto espe-rienza in altrettante aziende della città della Fortuna. Ma tali dati incoraggianti rispecchiano solo una piccola parte della situazione lavorativa locale. Secondo i dati forniti dal Centro per l’impiego di Fano, infatti, il tasso di disoccu-pati è cresciuto, in due anni, di circa 1400 unità toccando quota 7380. La gran parte di questi è formato dalle 2226 persone dai 30 ai 39 anni, in cerca di lavoro e iscritte al Job:

Anche Fano ha la sua “jobless generation”, la generazione di disoccupati

sono 873 maschi e 1353 femmine. I numeri si abbassano di poco se si guarda alla fascia d’età che va dai 20 ai 29 anni. Ora sono 1393 i giovani -742 sono femmine e 651 maschi- in cerca di occupazione mentre nel 2009 erano1060 e 1192 nel 2010. Esclusi dai conteggi del Centro per l’Im-piego sono invece i Neet (Not in Education Employemente and Training), più che altro giovani, ma anche adulti, che hanno smesso di cercare lavoro e che non sono neanche interessati a corsi di formazione. Tale feno-meno interessa, a livello provinciale, circa 8000 individui. Un dato che interessa circa 2000 fanesi, sfiduciati dal ricevere proposte di lavoro non in linea con il loro percorso formativo, dall’esito negativo di tirocini o di contratti a breve termine. Sfuggono dai dati anche i tanti giovani che, di recente, hanno cercato di trovare oppor-tunità lavorative e formative all’estero. Da quanto dichiarato sia dal Centro per l’Impie-go, sia dall’Agenzia Giovani di Fano, il nume-ro di chi sceglie di lasciare l’Italia in cerca di fortuna è in aumento. Le mete più in voga sono l’Inghilterra e l’Australia.

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Scopri le origini della tua strada. Via Cesare Tonini BossiNon tutti sanno a chi è intitolata la via in cui abitano

Uno dei più grandi cantanti lirici fanesi, un grande interprete rossiniano ed applau-ditissimo Don Bartolo nei maggiori teatri d’Europa. Nato da poveri geni¬tori, rimasto orfano del padre, Cesare Tonini Bossi si era trasferito a Roma nel 1853 per cercar fortuna. Nonostante fosse del tutto ignaro dell’arte musicale, trovò un impresario che lo scritturò come corista e cominciò a farsi notare. La grande occasione gli venne quan-do, per lo “Stabat” di Rossini, si ammalò un noto cantante dell’epoca ed a sostituirlo fu chiamato il giovane fanese. Fu un successo che gli procurò anche la nomina a profes-sore di musica dell’Accademia Pontificia di S. Cecilia ed il via ad una grande carriera. Un fascicolo edito a Fano nel 1880 riporta tutti i suoi successi: nel 1859 a Roma in “Un ballo in maschera”, nel 1861 a Genova nel “Nabucco”» e poi, a fianco del tenore concit-tadino Antonio Giuglini, in tournée a Londra, nelle principali città della Scozia e dell’Irlan-da, in Spagna, a Barcellona e nuovamente in Inghilterra. Nel 1865, venne a Fano al

Teatro della Fortuna per un concerto di be-neficenza: con lui suonò una brava pianista, Maria Dini, che sposerà nel 1870. Il basso fanese cantò ancora in Italia, a Varsavia, Mosca, Belgio e Paesi Bassi, Svezia, Austria e Germania dove l’imperatore Guglielmo lo volle a cantare a Corte ogni giovedì sera. A Fano Bossi tornò per due concerti nel 1877 e 1878, e per due inte¬re stagioni liriche: quella del Carnevale del 1878, in “Luisa Miller”, “Linda di Chamounix” e “Il barbiere di Siviglia” e quella del Carnevale del 1879 quando cantò in “Rigoletto”, “Emani” e “Don Pasquale”.

Cesare Tonini Bozzi

Per quanti non sanno chi era il per-sonaggio cui è intitolata la via in cui

abitano: Cesare Tonini Bossi (Fano 1829-1880), basso.

di Carlo Moscelli

Antonio Giuglini Maria Dini

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La depressione post-parto, quella “bestia nera” di cui si parla troppo pocoIntervista a Deborah Papisca, autrice di “Di materno avevo solo il latte”

F.A.ZOO, un’azienda attenta all’ambiente

Un progetto, unico in Italia, che coniu-ga soluzioni architettonico-strutturali,

produzione di energia pulita, recupero delle acque piovane e minimo impatto sul sottosuolo.

Realtà pesarese sviluppa un innovativo progetto che coniuga soluzioni architettonico-strutturali, produzione di energia pulita, recupero delle acque piovane

E’ quello che ha in cantiere la F.A.ZOO, azienda pesarese salita agli onori della cronaca negli ultimi tempi per la sua at-tenzione all’ambiente manifestata facendo ricorso a fonti di energia alternative e a alle produzioni biologiche. F.A.Z.OO Mangimi srl è un’azienda estesa su una superficie di 67.000 mq, con sede a Chiusa di Ginestreto (Pesaro), nelle Marche che opera nel set-tore Zoootecnico, Oleario, Biologico, e Pet food e che dal 2008, in piena crisi ha deci-so di investire nel comparto biologico cer-cando la possibilità di accorciare la filiera, servendosi di anche produzioni locali, e di

Vanity Fair, Cosmopolitan, Chi, D di Repub-blica sono solo alcune delle testate che si sono interessate a “Di Materno avevo solo il latte”, il best seller di Deborah Papisca, un libro che tratta con ironia la difficile temati-ca della depressione post-parto, una malat-tia sulla quale ci sono ancora troppe ombre e della quale è ancora difficile parlare libe-ramente, l’abbiamo intervistata per i lettori di Più ed in particolare per tutte le future o le neo-mamme.

Il suo libro è diventato in breve tempo un vero e proprio caso editoriale, secondo lei perché? Forse perché ha sfatato un tabù, il binomio inscindibile della donna madre e perché ha sottolineato come ognuna di noi sia in pri-mis una persona con le proprie debolezze e i propri limiti e con la sua individualità?Forse è proprio questo che ha messo in evidenza la mia storia che racchiude tut-te le tematiche che hai elencato nella tua domanda. Argomenti fino a “ieri” scottanti e che si dovevano mantenere nell’omertà come se parlarne rappresentasse un sa-crilegio. Perciò la maternità solo sinonimo del bello e della fase più magica nella vita di una donna quando invece presenta an-che dei “difetti” che vanno evidenziati e af-frontati per permettere di vivere con grande consapevolezza l’esperienza.

Il libro racconta in chiave ironica e a tratti tragi-comica le disavventure di una mam-ma alle prese, per la prima volta con pap-pe, pannolini e soprattutto con un “esseri-no” urlante e indifeso. Tutto questo senza aver frequentato nessun corso e senza che nessuno le abbia spiegato come fare. Come si potrebbero aiutare le future mam-me a “diventare” tali?C’è un motto che gira in particolare tra le mamme on line: “mamme non si nasce ma si diventa” Quando arriva un figlio la trasformazione per la donna è radicale, improvvisa e molto profonda. Malgrado il bambino sia stato desiderato non è scon-tato che dopo l’ospedalizzazione si ritorni a casa disinvolte e sapendo esattamente cosa fare con quel batuffolo “strepitante”! Le mamme vanno aiutate parlando loro con serena franchezza della maternità. Senza

Deborah Papisca

Deborah Papisca, laureata in Lingue, lavora dal 2000 all’Ufficio Stampa della Provincia di Pesaro e Urbino. Collabora con il magazine on line www.nostrofi-glio.it come redattrice. È riuscita a rea-lizzare il sogno di vedere pubblicare la sua opera prima grazie a un blog aperto per gioco. E che ora l’ha fatta diventare «padrona» della rete. Ha recentemente inaugurato un blog dedicato alle mam-me www.oasidellemamme.it assieme a due amiche blogger. Appassionata di filosofie orientali e di fantasy appena può si eclissa per immergersi tra letture buddiste e magiche storie di elfi e maghi. È sposata con Carlo ed è mamma di Ca-milla, 5 anni.

perseguire l’importante obiettivo dell’indi-pendenza energetica grazie all’utilizzo delle fonti rinnovabili come i pannelli fotovoltaici. Tre anni dopo l’azienda decide di puntare ancor più in alto con la realizzazione di un nuovo impianto fotovoltaico su copertura, una nuova struttura studiata appositamente per coniugare le esigenze d’ampliamento aziendali con quelle di rispetto dell’am-biente (ecosostenibile), unica nella regione ed una delle poche in Italia, che permetterà la sintesi virtuosa di forme architettoniche innovative, soluzioni strutturali d’avanguar-dia, minimizzazione dei rifiuti in fase di can-tiere, produzione di energia pulita, recupero delle acque piovane dal tetto e aspetti ge-ologici volti al minor impatto possibile del-le fondazioni rispetto alla garanzia di sta-bilità. Sempre nell’immediato futuro sarà realizzata la nuova sede aziendale per un totale di 500 mq destinati a servizi tecnico-

amministrativi, per la quale è in corso di re-dazione un progetto di impianto geotermi-co che consentirà di sfruttare il calore del sottosuolo, contribuendo al riscaldamento/raffrescamento dello stabile, aumentando ulteriormente la sostenibilità ambientale dell’intervento. “La decisione d’investire nel settore dell’energia pulita con investimenti rilevanti, è stata presa per coniugare - spie-ga il presidente della società Giorgio Federi-ci – esigenze produttive aziendali con quelle architettoniche e di tutela ambientale, pro-ducendo energia elettrica senza immet-tere sostanze inquinanti, con un sensibile risparmio sui costi energetici. Con il nuovo impianto fotovoltaico previsto entro il 2012, FAZOO arriverà alla produzione complessi-va stimata di circa 2.000.000 KWh anno, che eviteranno il rilascio in atmosfera annuale di 830.000 kg di CO2 l’utilizzo di 324.000 kg di petrolio per scopi energetici, contribuen-do a ridurre combustibile fossile e inquina-mento acustico”

di Silvia Bonci creare terrorismo psicologico ma renden-dole consapevoli di quello che dovranno af-frontare. Ciò permetterebbe loro di non pro-vare la terribile sensazione di smarrimento e solitudine che ti dà la certezza piena di essere l’unica a provare certe cose. Lo step successivo sarebbe poi quello di fornire la neomamma di una buona assistenza duran-te il post parto che è la fase verso cui è op-portuno prestare grande attenzione.

La depressione post-parto, questa “bestia nera” di cui si continua a parlare poco col-pisce invece tantissime donne ma è possi-bile uscirne e come?La depressione post parto è una malattia vera e propria e in quanto tale si può curare ma occorre informazione. Tutti dovrebbero essere consapevoli della sua esistenza e dell’eventualità che una donna ne possa sof-frire. I familiari dovrebbero mostrarsi sensi-bili al comportamento della neomamma in particolare nel mese successivo al parto. E anche la neomamma se si sente strana, tri-ste e con il pianto regolarmente in gola deve sforzarsi a parlarne senza provare alcuna vergogna.

Qual è il ruolo del papà e come può age-volare questo cammino verso la crescita di mamma e figlio/a ?Per quanto la madre abbia un ruolo da pro-tagonista dopo la nascita del bambino ciò

non esonera il padre dalle sue responsabi-lità. Un figlio si fa in due e in due si cresce. Il padre dovrebbe stare molto vicino alla madre, basterebbero solo piccole attenzio-ni per farla sentire ancora importante. Un esempio potrebbe essere quello di starle a fianco mentre allatta, coccolarla un po’ o chiacchierare allegramente insieme. E’ un modo utile per ritrovare anche l’intimità di coppia che con l’arrivo del piccolo viene del tutto stravolta.

La stesura del libro è stata anche una sorta di terapia?Una terapia con la “t” maiuscola, direi. Scri-vere per me è sempre stato un atto curativo.

Oggi come vanno le cose con sua figlia? Benissimo. Con mia figlia Camilla si è creata una bella empatia e finalmente sono fuori da quel lungo tunnel che mi faceva credere di non avere mai una fine. Ora sono ciò che ho desiderato dal giorno in cui ho scoperto di essere incinta: una donna (prima di tutto) felice di essere mamma!

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Fight perché? Perché si lotta, si suda, si soffre e spesso ci si emoziona nel farlo

o mentre lo si fa, come nella vita reale e sia davanti che dietro la macchina da presa o la telecamera.

di Annalisa Perazzini

“Faccia a faccia con il cinema..”

Esplode il fighting movie!

Il cineasta

E movie allora? Perché è pur sempre ci-nema, realizzato con tecniche sempre più sofisticate e all’avanguardia con tema do-minante sono gli sport maneschi e la ma-scolinità, nonostante talvolta gli eccessi e il tripudio di violenza che ne rispecchiano l’aspetto più brutto e brutale . Warriors, Im-mortals, Real Steel…La mitologia greca e non solo, anche arti marziali come la Capuera o il Muay thai e la feroce Mma( arti marziali miste) tornano in auge a Hollywood e sugli schermi di tutto il mondo…E questa volta è di scena Teseo e insieme a lui mostri sacri, oracoli affascinanti quanto maledetti, spade, acrobazie, duelli all’ulti-mo sangue e indovinelli e arcani da svelare, ma anche faide familiare disputate su ring virtuali e reali, con automi telecomandati oppure ancora persone di carne e ossa. In-somma Rocky versus Transformers, oppure versus Kramer contro Kramer? Dopo 300 e Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo(di cui per altro è già stato girato un sequel Percy Jackson e gli dei dell’Olim-po – il mare dei mostri, atteso nelle sale americane per i primi mesi del 2012 e per il 2013 in quelle europee) i cult da botteghino ci riprovano, ispirandosi non più a fumetti

pop e atmosfere dark ma a pittori rinasci-mentali e a un filone del tutto nuovo che unisce appunto la boxe combattuta delle pa-lestre ai robot della serie Ai confini della re-altà, altro film cult del 1963 con Lee Marvin. Dietro le quinte come protagonisti giovani e ruvide neostar: Tom Hardy, Hugh Jackman, Henry Cavill, Logan Lerman e registi futu-risti come Tarsem Sigh, Shawn Levy, Gavin O’Connor e il neo premio Oscar David Fin-cher che ritorna al cinema il 27 Gennaio an-che lui con una nuova versione della famosa trilogia culto dell’era del pre – IPhone, Mil-lenium - Uomini che odiano le donne dello scomparso prematuramente genio lettera-rio Stieg Larsson, ma che il regista stesso odia definire un remake perché sarà un film a detta sua molto, molto diverso, con un fi-nale a sorpresa che non vi anticipiamo, ma diciamo che qualcuno ha già espresso il suo giudizio in merito a questi “fight movie” e i loro filmakers etichettandoli gay, imperiosi e americanate senza fine, anche se non tutti sono made in America. Eppure se ci guardiamo intorno spesso le scene gladiatorie fanno parte della nostra vita quotidiana in qualche modo, che lo vo-gliamo oppure no. In alcuni dei commercial, jingle, slogan pubblicitari più famosi, dal-la Superga, alla Pepsi, alla Nike, alla Coca Cola, persino alla campagna contro la droga e l’alcool o gli incidenti stradali ci sono sta-te e ci sono ancora scene qualche volta che anticipano in qualche modo gli stessi com-battimenti violenti di Immortals, o le sce-

ne d’amore e di sesso abbastanza esplicito che vedremo in Breaking Dawn – prima parte, tratto dalla saga Twilight di Stephe-ney Meyer e che a partire dal 18 novembre 2011 volge al termine del suo percorso ci-nematografico e commerciale di successo lasciando posto ad altro. Grande attesa e trepidazione perciò per i fan che finalmente daranno libero sfogo ai loro commenti e opinioni, mh? Ma tutti coloro che hanno letto il libro sanno benissimo che nella carta l’immagine della notte di sesso post nozze tra Bella Swan e il vampiro Edward Cullen non viene nemmeno menzionata, ma solo “ suggerita” tra virgo-lette a parole. Quindi, complice la frenesia e aspettativa del pubblico più accanito in tutti questi mesi di attesa, tra contraddizioni e bacchettoni su Facebook, Twitter e tabloid nazionali e inter, se il capitolo finale della saga vampiresca più celebre degli ultimi dieci anni passerà alla storia come il più spettacolare e bollen-te dei cult movie? E come per Bill Condon il concetto, benché antidiluviano possa apparire, dovrebbe va-lere allo stesso modo per tutti gli altri col-leghi, no? Potrebbe infatti essere più incolume spe-rimentare sempre tra virgolette alcune di queste tematiche nel buio di una sala con digital dolby sorround o 3D piuttosto che dal vivo e poter così iniziare finalmente a fare i conti con questo genere di cose e supera-re le nostre paure quotidiane piuttosto che ignorarle? In fondo se ci riflettete un po’ il mondo è un fight club.

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di Silvia [email protected] - tel. 347 9135489

Come affrontii tuoi problemi?

la Psicologa - Psicoterapeuta

La domanda del titolo fa riferimento all’insieme dei processi atti ad analiz-

zare, affrontare e risolvere positivamente situazioni problematiche.Siamo nel campo del Problem Solving, locu-zione inglese che si può tradurre in “risolu-zione di un problema”.Il termine, nato in ambito matematico, si è diffuso in riferimento alle abilità e ai pro-cessi implicati nell’affrontare problemi di qualsiasi tipo, da quelli pratici a quelli inter-personali o psicologici.Seppure sono diverse le aree di applicazio-ne delle tecniche di Problem Solving, i prin-cipi di base rimangono gli stessi.Innanzitutto occorre soffermarsi a cogliere quando una situazione viene considerata problematica e, in genere, questo avviene quando si percepisce un ostacolo al rag-giungimento di un obiettivo specifico per cui diventa necessario un cambiamento per po-ter soddisfare l’obiettivo stesso.Il processo di Problem Solving si suddivide in quattro fasi così sintetizzate: identifica-zione del problema e dell’obiettivo; costru-zione delle possibili soluzioni a partire da idee; scelta, valutazione e pianificazione della soluzione; messa in pratica delle azio-ni pianificate.Ad esempio, si desidera andare a trovare la propria nonna che festeggia il suo comple-anno e che vive in un’altra città ma c’è un

lungo sciopero dei treni che non permette di spostarsi nei tempi che si desidera; il problema in questo caso è legato alla con-dizione in cui, a causa dell’ostacolo sciope-ro, si è costretti ad individuare nuove azioni (cioè le soluzioni) per poter raggiungere l’obiettivo (festeggiare la nonna). Il Problem Solving non è un processo interamente lo-gico e lineare, presuppone anche un buon dialogo interno, l’ascolto dei propri vissuti emotivi e l’uso delle risorse creative. Nel nostro esempio prima di tutto ascoltan-dosi è possibile accogliersi nel proprio di-spiacere di fronte al problema e si coglie l’importanza di raggiungere la nonna, ecco allora che, valutato l’importanza dell’obiet-tivo si è pronti ad identificare tutte le varie soluzioni: sfruttare il passaggio di qualche amico o collega, utilizzare diversi autobus, noleggiare una macchina. Ogni idea ha una sua conseguenza nel tempo (vantaggi e svantaggi) che va valutata tenendo conto sì della priorità dell’obiettivo ma considerando anche le proprie possibilità. Quindi tornando all’esempio si scelgono gli autobus e si pas-

sa all’azione: cercare l’agenzia che emette i biglietti e godere della scelta e del raggiun-gimento dell’obiettivo finale.Il processo di Problem Solving può esse-re considerato anche nei casi di problemi emotivi. In questo caso, nella maggior parte delle volte, ci si blocca in quanto si desidera eli-minare, “gestire”, “controllare” l’emozione che viene considerata il problema. Mi ven-gono alla mente frasi come “ho difficoltà perché non sono abbastanza forte”, oppure “se non mi fossi spaventata non avrei avu-to problemi”. La confusione sta proprio nel considerare il disagio emotivo il problema da eliminare! Se, al contrario si accettasse l’emozione come un prezioso segnale di un problema, si potrebbe identificare l’obiettivo non raggiunto e adoperarsi per soddisfare il desiderio associato.Non è possibile scegliere di riposarsi (la so-luzione) se non si coglie quanto si è insoddi-sfatti e tristi (l’emozione) perché si è stanchi e stressati per non dedicarsi uno spazio per sé (il problema)!!

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Quattro chiacchiere con il presidenteErnesto Langella

la Spadaccina

[email protected] - cell. 339 4326575

Abbiamo passato un pomeriggio con il presidente della Fanum Fortunae

Scherma Ernesto Langella

e abbiamo notato tanti piccoli particolari, che non avevamo mai visto in altre società come, ad esempio, il rapporto tra gli atleti ed il presidente. Infatti, quando gli schermitori della Fanum Fortunae arrivano ed escono dalla palestra salutato sempre il presidente e l’allenatrice con una stretta di mano. Alla fine dell’allenamento, invece, eseguono il saluto convenzionale schermistico e poi si stringono la mano tra loro. Incuriositi da ciò, abbiamo chiesto al presidente Langella come mai c’era questa abitudine e lui ha ri-sposto: “La scherma innanzitutto è rispetto verso l’altro, sia esso il compagno di squa-dra sia l’avversario, l’allenatore o un diri-gente. Poi, in secondo luogo, è una disciplina sportiva, da ciò il saluto iniziale e finale”.Stando in mezzo ai piccoli schermitori, che ci hanno accolto con un gran saluto, ab-biamo imparato da loro i fondamentali di questa affascinante disciplina e capito un

 

pochino meglio cosa succede durante un assalto (così viene chiamo il duello tra due atleti).Durante gli allenamenti abbiamo parlato con il presidente e subito gli abbiamo fatto questa domanda:”Cosa è cambiato dall’an-no scorso?” La sua risposta: “Siamo riusci-ti ad avere una palestra fissa, infatti per tutto quest’anno utilizzeremo la palestra della scuola Gandiglio. Un bel passo avanti, in quanto l’anno scorso cambiavo quattro palestre in quattro giorni”. Continuando la nostra chiacchierata abbiamo saputo che il mese di novembre vedrà impegnati tutti gli Under14, i Cadetti, i Giovane e i Master in competizioni a livello regionale e nazionale.Inoltre la società ospiterà nella giornata di domenica 18 dicembre la “I Prova del Grand Prix Esordienti Regionale”, dove tutti sono invitati ad assistere. Saranno impegnati tutti gli esordienti delle Marche da un età com-presa tra i 4 e i 12 anni. In contemporanea sarà allestita una zona dove, chi volesse, po-trà provare questo sport.Il pomeriggio vola e ad osservare questi bambini, ragazzi che si allenano, notiamo

 

 

1° TAPPA GRAND PRIXESORDIENTI REGIONALE

DOMENICA 18 DICEMBRE - PALAZZETTO DELLO SPORT DI FANOPER TUTTA LA GIORNATA SI SVOLGERANNO LE GARE

DI FIORETTO MASCHILE E FEMMINILE

Per informazioni: www.fanoscherma.it - [email protected]

che la maggioranza sono maschi e chiedia-mo se la scherma non sia uno sport solo per loro. Il presidente sorride e ci fa notare che la maggior parte delle medaglie azzurre ar-rivano dal settore “Rosa” e che questo sport è per tutti, ma al momento a Fano arrivano più bambini che bambine.Purtroppo è finito il nostro tempo e dobbia-mo salutare i ragazzi, il presidente e l’alle-natrice, ma abbiamo deciso di salutarli con il loro saluto schermistico, guardate se non è bello!!! (vedi foto).NATURALMENTE DA TUTTA LA SOCIETA’: BUON NATALE E FELICE ANNO NUOVO!!!

Quando la cucina, è tradizione

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Fior di cucina dal 1954

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L’aquila vuole spiccare il volo

Mancano pochi turni al giro di boa e se-condo il costume calcistico, è giunto il

momento dei primi bilanci stagionali.

Per la società granata è tempo di primi bilanci

di Jacopo Frattini

Premetto che la posizione attuale in classi-fica della squadra in pochi se l’erano imma-ginata ad inizio campionato. In virtù anche dei tanti nomi prestigiosi arrivati nella città della “Fortuna”. Marolda, Ruscio e la ricon-ferma di Piccoli testimoniano e certificano alcune delle la qualità del gruppo granata. Però è evidente che il momento della squa-dra non rispecchia in pieno quanto auspica-to invece dai tanti tifosi e dai tanti appassio-nati. Però nel calcio, ma come anche nella vita, ci sono dei meccanismi e dei processi che necessitano di tempo per cominciare ad ingranare ed ottenere i primi risultati. Allora

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se analizziamo la situazione in tutta la sua complessità ci possiamo accorgere che a giugno l’Alma Juventus Fano era morta e sepolta. E per dirla in gergo calcistico, come affermò il presidente Lotito quando rilevò la sua Lazio, i nuovi soci hanno preso la squa-dra al suo funerale portandola momentane-amente in coma. Già questo dovrebbe esse-re emblematico e sufficiente per dire che il mezzo miracolo sia stato fatto. Ovviamente i tifosi come tutta la città si aspettava un ini-zio sprint, con tanto di primati in classifica e partite spettacolari che assomigliassero più al circo. Ad aiutarli è stato anche il presi-dente Gabellini che alla presentazione della squadra al Caffè del Pasticciere, affermò le sue ambizioni di volere andare in serie B. La sua affermazione è da considerarsi vera e forte perché nello stesso Gabellini ed in tut-ta la nuova società c’è la volontà di tornare in alto e di poter risvegliare quel sentimento

calcistico, riportando la memoria ai tempi di Bagnoli quando la squadra era veramente l’orgoglio della città. L’obiettivo di quest’an-no deve essere proprio quello di ricreare quei presupposti e quelle condizioni perché Fano possa essere il punto centrale di tutto lo sport e di tutti i cittadini, perché la società non appartiene certo ai dirigenti o agli spon-sor, bensì ai tifosi e alla città. Allora pensia-mo in prospettiva e vediamo quest’anno come momento di transizione lasciando il tempo alla dirigenza di crescere e di porre le fondamenta necessarie per iniziare la ricostruzione. Le critiche, quelle negative, certo non portano da nessuna parte, quindi per manifestare il vero amore i gesti da fare sono altri. Se è vero che l’Alma è nel cuore di tutti, ritorniamo allo stadio. Ricominciamo a parlare della squadra. Torniamo a sostenere i giocatori. Solo così l’aquila potrà tornare a spiccare il volo

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Alla Scuola tennis CT Fano è iniziata la stagione invernale

Tra le novità la possibilità di effettuare corsi di tennis in lingua straniera

Al via anche il CT Fano Mens Davis Cup che si gioca ogni domenica e vede impegnati soci e allievi della scuola tennis. E a propo-sito della scuola tennis durante la stagione fredda i piccoli atleti dagli 8 ai 14 anni sa-ranno impegnati nel Fit Ranking Programm, torneo individuale aperto a tutti gli iscritti della scuola che sarà impegnata anche nel Campionato Under 8 Regionale.In questi mesi sono in programma anche

Riprende l’attività invernale al Circolo Tennis Fano con la Winter League ma-

schile e femminile, il campionato sociale aperto ai soci e ai corsisti della scuola tennis.

raduni tecnici per le selezioni delle Coppe delle Province. Una delle novità più originali della Scuola Tennis diretta dal Maestro Federico Cinotti è quella di offrire ai corsisti della scuola, ma anche a tutti coloro che si vogliono avvicina-re a questa disciplina la possibilità di intera-gire in lingua straniera grazie a maestri che parlano correttamente inglese e spagnolo. Insomma alla Scuola Tennis del CT Fano nulla è lasciato al caso.

Tutti coloro che vogliono avvicinarsi a que-sta disciplina possono farlo contattando il Circolo Tennis dove potranno prenotare i campi o le lezioni con lo staff della Scuola Tennis diretta dal Maestro Federico Cinotti.

Per Informazioni: Scuola Tennis C.T. Fano e centro periferico federaleDirettore: maestro Federico Cinotti

Mini tennis - Avviamento - Perfezionamento - Agonistica - Corsi adultiTel Maestro.338.7678.518

Per info tesseramento soci e prenotazioni campi: Tel. 0721.86.36.85 orario ufficio

Insieme al Maestro Federico Cinotti ci sono, da sinistra a destra:Alessandro Savelli, Tommaso Caroni, Marco Cinotti

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Novità Sportland: ecco il calcio a 5

Su il sipario sul campionato Caffè VIII – 1° Trofeo Bcc Fanodi Matteo Delvecchio

12 le squadre al via per contendersi il cam-pionato Caffè VIII, 1°trofeo BCC Fano, ma-nifestazione che gode del patrocinio del Comune di Fano, assessorato allo Sport e che prevede una prima fase con girone all’italiana ed una seconda con suddivisione

delle formazioni in poul A e poul B prima dei play off finali ad eliminazione diretta. Queste le squadre partecipanti: Alpha-tek Energetica, Autotrasporti Farris, B52, Esmeralda&ASDSportland, Futsal Olympia, Happy Days, Marmifera Fanese, Old Players, Pietrelli Porte, Radio Esmeralda, Scaccia-pensieri, Super Sic 58. La kermesse, oltre che dai già citati partner principali Caffè VIII e BCC Fano, è sponsorizzata da: Consult Imprese, Ristorante Pizzeria La Perla, Bar Centrale-Tabaccheria Lazzari Cuccurano, Tappezzeria Sorci, Unifanum Assicurazio-ni, La Fontana, Polvere di Caffè, Stazione di

E’ iniziata lo scorso 21 novembre sui campi di Villamarina e Sport Park, la

18esima edizione del campionato invernale csi di calcio a 5, per la prima volta organiz-zato e gestito dall’asd Sportland.

Servizio Esso di Tomas Gabbianelli, Fabrizio Roscini Sales Executive Neoss, Nino Pizza srl, Più Intimo&Casa, Lisippo Viaggi, Pronta Assistenza Caldaie, Guerrino&L’altro Caffè, Top Tel, Caraffa Sport e Radio Esmeralda. Per seguire in tempo reale risultati e clas-sifiche, consultare i siti www.sportlandfano.com e www.csifano.it. A gennaio, poi, torna il beach tennis indoor, con la sesta edizio-ne del campionato a squadre che anche quest’anno si disputerà al Lucrezia Beach.

La profumeria Taussi vi augura Buon Natale

Care amiche sono di nuovo qua!nella rubrica di questo mese non vi darò

consigli tecnici sulla pelle, ma dei buoni suggerimenti per lo shopping natalizio.

di Luciana, Profumeria TaussiFano (PU) - Corso Matteotti 118 te - tel. 0721 803383

la profumiera

Quante volte abbiamo passato ore a pensa-re cosa regalare a qualcuno, per poi ricorre-re ad un regalo banale, magari anche inuti-le, all’ultimo momento?Mi rendo conto che non è facile indovinare i gusti delle persone però ci sono degli artico-li con i quali non si può sbagliare.Pensiamo ad esempio alla nostra giornata; al mattino ci sono tante cose che si posso-no utilizzare: sapone, bagnoschiuma, cuffie da doccia, crema corpo, talco, deodorante, profumo, cosmetici, accessori per capelli, ciabatte, accessori per la cura delle unghie e delle mani, dopobarba, creme, set per la barba e pennelli singoli. Tutti questi prodotti

che vi ho elencato sono quasi indispensa-bili per la cura della persona e sono tutti articoli che si possono regalare senza pro-blemi perché ne esiste una vasta gamma e per quanto riguarda le profumazioni basta scegliere fragranze piacevoli e delicate che aiutano ad iniziare bene la giornata!!!!Scegliere i regali di Natale deve essere un piacere, per cui è bello decidere con calma

in un ambiente dove non c’è quella confu-sione da vigilia di Natale che ti fa venire il mal di testa, e dove per fare presto ti ac-contenti della prima cosa che ti capita per le mani!!! Nella mia profumeria questo non accade, perché anche quando c’è tanta gen-te, riusciamo a prenderci cura del cliente in qualsiasi momento, per consigliare e perso-nalizzare le varie confezioni, sia da regalare che per se stessi.Tutti gli articoli da toletta, profumi o creme che siano, vanno sempre bene perché sono prodotti che si consumano e quindi finisco-no, per cui fa sempre piacere riceverli. Natu-ralmente abbiamo un vasto assortimento di tanti altri articoli!!!!! Vi invito a scoprirli.Non tardate a farci visita perché abbiamo per voi tanti campioni e piacevoli omaggi. Vi aspetto e buoni acquisti

BUONE FESTE

B52

Pietrelli Porte

Happy Days Radio Esmeralda

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di Rodolfo Colarizi

Auto e obesità

Il farmacista

di Filippo [email protected]

l’Erborista

Aloe Vera per stimolare e riequilibrare il sistema immunitario

The verde

Quali consigli possono essere utili a un au-tomobilista obeso che decida di iniziare un lungo viaggio? Gi stessi consigli validi per tutti, ma con particolari raccomandazioni connesse ai rischi aggiuntivi provocati da un consistente sovrappeso corporeo. Bisogna tener conto, infatti, dei limiti imposti dalla difficoltà dei movimenti, da una ridotta ven-tilazione polmonare, dall’affaticamento e da una maggior sonnolenza. Che fare allora? Riposare adeguatamente prima del viag-gio, evitare l’assunzione di tranquillanti che possono interferire con l’allerta necessaria, mangiare poco ai pasti e durante le soste, bandire il vino, le bevande ghiacciate o trop-po gassate, interrompere il viaggio con una ragionevole frequenza, ad esempio ogni due ore, smettere di guidare quando si avverto-no i primi sintomi di sonnolenza, stanchezza o noia, evitare di lasciarsi coinvolgere dall’i-dea di correre più del necessario innervo-sendosi se qualcuno ha una guida troppo lenta oppure viaggia scorrettamente. La mancanza di autocontrollo crea irritabilità e tensione che promuovono errori e rischi perché modificano i riflessi nervosi e la pressione arteriosa. La posizione che biso-gna assumere durante il viaggio ricopre un ruolo di fondamentale importanza soprat-tutto per evitare il deficit della ventilazione polmonare. In primo luogo l’abitacolo deve essere sufficientemente spazioso per con-sentire i movimenti alle gambe, ai piedi, alle braccia e lasciar libero l’addome poi bisogna adattarsi al posto di guida nei movimenti più idonei alla respirazione. E’ consigliabile mangiare pochissimo, preferire piccoli pani-ni o toast, frutta spremuta e se non si soffre di ipertensione arteriosa si può consumare qualche caffè o tè beneficiando dell’effetto tonico-nervino di queste bevande. Come sempre è bene ricordare che “ognuno è il miglior medico di se stesso” quindi è consi-gliabile prudenza, oculatezza e rispetto per sé e per gli altri.

L’Aloe Vera è nota da miglia di anni per le sue proprietà. E’ infatti citata presso le an-tiche civiltà degli Egizi, Cinesi, Indiani e po-poli Arabi. Il documento più antico in cui si fa riferimento all’Aloe vera pare sia il Papiro di Ebers (circa 1500 a.C.), che è attualmente conservato all’Università di Lipsia, nel quale sono elencate le proprietà salutari della lin-fa di questa pianta, così come veniva utiliz-zata nell’antico Egitto ove, tra l’altro, entrava nella formulazione dei preparati adoperati per il processo di imbalsamazione. Persino Ippocrate (460-337 a.C.), forse il maggiore medico dell’antichità, fondatore di una scuo-la medica che tramandò i suoi insegnamenti in una collezione di oltre 60 libri, cita ripe-tutamente l’uso dell’Aloe nei suoi trattati, decantandone le proprietà antinfiammato-rie, rigeneranti, disinfettanti, antiscottature. Durante il Medio Evo e il Rinascimento l’uso medicinale dell’Aloe si diffuse in Europa, e il suo uso a scopo curativo venne introdot-to anche nel Nuovo Mondo, forse per opera dei missionari spagnoli. Da quel momento la coltivazione della pianta si diffuse dapprima nei Caraibi e successivamente in Messico e Sud America. Sotto il nome di Aloe sono elencate numerose specie di questo gene-re di piante (circa 250) che appartengono al genere delle Liliacee, ma la specie oggetto di questa trattazione è solo l’Aloe Vera.

Proprietà:Ma veniamo alle numerose proprietà del succo puro di Aloe Vera: assunto per via

interna complessivamente esso depura l’organismo sia dalle tossine esogene, pro-venienti quindi dall’esterno, introdotte per via orale o respiratoria, che da quelle endo-gene, prodotte quindi direttamente dalle no-stre cellule, come i cataboliti, aiutando così l’azione depurativa del fegato, dei reni e del sistema linfatico. Inoltre stimola e riequili-bra il sistema immunitario, aumentando le difese dell’organismo; è di aiuto nei proble-mi ossei e articolari, come l’artrite; svolge una marcata azione eupeptica, colagoga, antinfiammatoria sull’apparato digerente, con effetto cicatrizzante, riequilibrante del pH e della flora batterica gastrointestinale.Il succo puro di Aloe Vera è perciò utile in caso di disturbi gastrici quali gastrite e ul-cera, colite e colon irritabile, emorroidi, ma anche reumatismi; la grande ricchezza di vitamine, minerali e aminoacidi fa del suc-co di Aloe Vera un ottimo antiossidante, nu-triente e tonificante cellulare. Essendo presenti numerose varietà di Aloe , è assolutamente sconsigliato di ricette “fai da te” in quanto esistono specie di Aloe non commestibili.

RIVOLGERSI SEMPRE IN ERBORISTERIA E COME SEMPRE CONSULTARE SEMPRE IL PROPRIO MEDICO CURANTE PRIMA DI UTI-LIZZARE ALOE.

“L’annuale celebrazione dell’anniversario della Dedicazione della Chiesa Cattedrale, madre e capo di tutte le nostre chiese, è mo-mento di grazia. Essa infatti ci introduce in una più profonda comprensione del mistero della Chiesa, e quindi del nostro servizio sa-cerdotale. E’ l’apostolo Paolo che ci istruisce al riguardo. Egli vede il ministero apostolico come opera di edificazione della Chiesa-Tempio di Dio: edificazione che si compie nel tempo ma raggiunge il suo fine nell’e-ternità. L’apostolo edifica ora un edificio che solo nel cielo raggiungerà la sua definitiva consistenza. In uno degli scritti cristiani più antichi la Chiesa è contemplata come la costruzione di una torre fatta con ‘pietre quadrate luminose… così ben connesse che non lasciavano apparire la congiunzione. Sembrava che l’edificio della torre fosse come costruito con una sola pietra’ (Pastore di Erma, X, 4.6). Cari fratelli, come pastori noi viviamo nella Chiesa, della Chiesa, per la Chiesa. La Chiesa è l’ambiente in cui è immersa tutta la nostra vita; è in essa che nasce e si sviluppa il nostro modo di essere e di pensare. E’ per questo che la definizio-ne che l’apostolo fa del ministero apostolico

di Armando TrasartiVescovo di Fano Fossombrone Cagli Pergola

Una chiesasempre in costruzione

Vita diocesana

come costruzione dell’edificio-Chiesa deve continuamente occupare la coscienza che ciascuno ha di se stesso. Siamo gli operai della casa del Signore in costruzione. La consapevolezza che stiamo costruendo un edificio che viene preparato per la definitiva dedicazione ‘in fine saeculi’. La parola dell’A-postolo ci fa consapevoli che stiamo lavo-rando alla edificazione di uno stesso edifi-cio. Nessuno di noi è solo in quest’opera. E’ così forte la connessione della carità, scrive Agostino, che per quanto numerose siano le pietre viventi congiunte nella costruzione del tempio di Dio, diventano una solo pietra. Diversi i compiti che ci sono affidati; non vicini i luoghi in cui viviamo: ovunque sia-no poste le pietre, la costruzione è una sola nella carità. L’apostolo aggiunge un avver-timento grave: ‘Ma ciascuno stia attento a come costruisce. Infatti nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo’. Cari fratelli, la-sciamo che queste gravi parole dell’aposto-lo illuminino la nostra mente e scendano nel cuore. Esse indicano l’asse architettonico della nostra vita sacerdotale. L’edificio che costruiamo per l’eternità ha per fondamen-

to Cristo: ‘Nessuno può porre un fondamen-to diverso’, ci ammonisce l’Apostolo”.

(sintesi dell’omelia tenuta il 20 ottobre in occasione dell’anniversario della dedicazio-ne della Cattedrale di Fano)

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del Dott. Giuseppe Migliori - Direttore U.O.C. Otorinolaringoiatrica Azienda Ospedali riuniti Marche nord - [email protected]

Lo specialista otorinolaringoiatra

l’Otorino

Dopo alcuni anni di comunicazioni scientifiche inerenti la patologia

otorinolaringoiatrica, con la presente termina la mia rubrica che spero possa aver contribuito ad una maggiore com-prensione di affezioni variegate come quelle otorinolaringoiatriche ed abbia in qualche modo semplificato l’approc-cio alle soluzioni delle stesse.

Ho sempre creduto che per rispondere in modo appropriato alle esigenze di salute dei pazienti bisogna mettersi “dalla loro parte”, sapendo ascoltare le paure e le insi-curezze, condividendo i percorsi terapeutici, chirurgici e non, sapendo spiegare in modo

semplice e correlato alle personalità e le conoscenze di ognuno, le difficoltà che si possano incontrare, i traguardi da raggiun-gere ma anche in alcuni casi, i possibili in-successi.Nelle patologie più difficili, nei casi disperati bisogna dare speranza; ad un uomo puoi to-gliere tutto ma non la speranza soprattutto se è minacciato il bene più prezioso, la vita.Per un Medico le competenze tecniche e le conoscenze scientifiche sono un bagaglio culturale che si costruisce giornalmente negli anni, senza soluzione di continuo con dedizione e grande sacrificio personale e fa-migliare; ma un buon Medico deve comun-que essere sempre umile nella quotidiana consapevolezza dei propri limiti come uomo e come professionista.La consapevolezza dei propri limiti per-mette al Medico di poter ben consigliare il

proprio paziente anche indirizzandolo, se necessario, ad un altro professionista più esperto e competente nella patologia spe-cifica. Nel rapporto con il paziente che gli affida la risoluzione delle proprie problema-tiche o a volte solamente la loro compren-sione, il Medico deve sempre dire la verità; la consapevolezza della impossibilità di risoluzione completa di un problema aiuta enormemente l’accettazione dello stesso sino a renderlo persino “poco importante”.Il Medico, contrariamente a quanto si ritie-ne, nelle patologie più avanzate non si abi-tuerà mai al dolore e alle sofferenze fisiche e psicologiche dei propri pazienti ma gli sarà vicino e lotterà con loro con il proprio cuore e la propria anima e solamente così potrà pensare di aver svolto dignitosamente il proprio lavoro.Grazie.

Eleonora Rossi Drago, la “Signora del cinema italiano”

Al Circolo Città di Fano, Accademia degli Scomposti, è stata ricordata la notissi-

ma attrice Eleonora Rossi Drago.

Il suo vero nome era Palmina Omiccioli. Il Circolo Città di Fano l’ha ricordata

Perché questo personaggio? Perché per quei pochi che non lo sapessero il suo vero nome era Palmina Omiccioli, figlia del capi-tano di lungo corso Serafino Omiccioli, fane-se DOC. Infatti nella sala gremitissima era-no presenti parecchi Omiccioli, tra i quali il mio compagno di collegio Giangastone che ringrazio per avermi messo a disposizio-ne un prezioso materiale. Eleonora è nata a Quinto al mare, un sobborgo di Genova dove il padre era stato trasferito. Personal-mente la ricordo per averla vista una sola volta, in occasione di una sua visita a Fano mentre stava entrando nell’indimenticabile

di Rodolfo Colarizi ristorante “La lanterna azzurra” di Vagnini. Inutile precisare che mi colpì molto perché i ricordi di gioventù restano impressi a fuoco nella memoria. C’era anche un perché! In un momento storico in cui nella cinematogra-fia, molto vivace e dinamica, furoreggiavano le maggiorate, lei, invece, era esattamente l’antitesi di questo stereotipo: elegante, ari-stocratica, dotata di un fascino intrigante nel portamento e nella maniera di porgere. E’ pur vero che i paragoni sono sempre odiosi, ma, come in questo caso, sono inevitabili. Rispetto al fascino sbarazzino della Lollo-brigida nei film di De Sica, alla straripante “napoletanità” della Loren, alla spavalda bellezza della Mangano in “Riso amaro”, la Rossi Drago era dotata di un fascino parti-colare, definito “il fascino dell’anima” fatto di sguardi, di movenze e di signorilità. Un fa-scino intimistico, insomma, quindi più coin-

volgente. Aveva iniziato come indossatrice, si era sposata nel 1942 con Cesare Rossi, sposa di guerra, e nei primi tempi ave-va soggiornato per parecchie settimane a Fano. Questo matrimonio, dal quale nacque la figlia Fiorella, durò poco. Fiorella Rossi, che ora abita a Foligno, aveva assicurato la sua presenza al Circolo, ma per una impre-vista influenza è stata costretta declinare l’invito. In compenso, però, ci ha inviato una toccante poesia che la madre le ha dedica-to. Tornando a Eleonora, nel 1947, partecipò al concorso di Miss Italia dal quale, benché favorita, venne esclusa dalla corsa al titolo in quanto sposa e madre. Ciò malgrado, per la sua avvenenza, le si aprirono prepotente-mente le porte del cinema raggiungendo il massimo della notorietà negli anni Cinquan-ta - Sessanta. Per l’occasione il noto critico cinematografico fanese, Luca Caprara, con molto garbo e professionalità, ha realizzato e proiettato un dvd nel quale ha passato in rassegna la luminosa carriera dell’attrice che, dal 1949 al 1969, ha interpretato ben sessanta film di produzione non solo italia-na, ma anche spagnola, francese, tedesca e iugoslava. Con molto rigore ha segnalato che l’attrice è stata diretta dai più noti regi-sti dell’epoca, da Antognoni a Comencini, da Germi a De Sanctis, da Visconti a Rossellini. Di Zurlini non si può non ricordare “Estate violenta” al fianco di Trintignant, interpreta-zione che le valse il prestigioso Nastro d’Ar-gento. Indimenticabile il ruolo della moglie di Lot nel kolossal “La Bibbia” di John Hu-ston. Nel 1956 debutta con successo sulle scene teatrali in “Zio Vanja” di Cechov per la regia di Luchino Visconti. Indimenticabile, per chi ha le tempie grigie, la sua parteci-pazione televisiva, accanto ad Alberto Lupo, nella “Cittadella” di Cronin. Si sposa, nel 1973, con un nobile siciliano, l’ingegner Do-menico La Cavera e si trasferisce a Palermo dove si è spenta, all’età di ottantadue anni, nel 2007 lasciando in tutti noi che l’abbiamo conosciuta e amata, un ricordo indelebile.

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di Ivan GorettiBanca Network investimenti _ p.zza XX settembre, 44 _ 61032 Fano (PU)tel. +39 0721 80088 fax +39 0721 802434 cell. +39 335 8253834www.ivangoretti.it [email protected] [email protected] .it

Websim: intervento di Mark Mobius, il guru dei paesi emergenti,promuove l’Italia

Il Promotore finanziario

Per ascoltare Mark Mobius, il guru dei mercati emergenti, si sono messi in fila

a Milano circa mille promotori finanziari, e non tutti hanno trovato posto nell’affolla-tissimo Teatro Manzoni.

Per poter sostenere e rafforzare sviluppo e innovazione nei nostri territori, cre-

are occupazione e “far girare l’economia” sono previste in questo momento alcune iniziative molto interessanti, rivolte a tutti coloro (disoccupati) che abbiano un’idea imprenditoriale, vogliano realizzarla e ne-cessitino di un supporto economico ed or-ganizzativo per farlo.

Americano, da anni residente a Singapore, il 75enne Mobius è il carismatico presidente di Templeton Emerging Markets Group, che in Italia si è conquistato negli ultimi anni una fetta di risparmio di tutto rilievo, con 360mila clienti privati che hanno sottoscrit-to fondi Templeton per 28 miliardi di dollari (erano 4 miliardi nel 2008). I due fondi principali, Templeton Global To-tal Return Fund, e Templeton Global Bond Fund vantano performance degli ultimi cinque anni rispettivamente del 91% e del 76%. Asia, Sudamerica, Africa, Mobius spen-de buona parte della sua vita girando come una trottola da un Continente all’altro alla ricerca delle migliori opportunità di investi-mento, selezionate secondo i rigidi parame-tri del suo fondo. Ma ieri a Milano non poteva non parlare dell’Italia: “Secondo me non c’è nessun dubbio sul fatto che l’Italia pagherà tutti i suoi debiti”. Con un debito pubblico al 120% del Pil, un deficit sotto controllo e un alto stock di risparmio privato, l’Italia “è un

Paese in equilibrio stabile”, ha aggiunto Mi-chael Hasentab, direttore degli investimenti del fondo Templeton Global Fixed Income. Può succedere che venga spinta al default portando i tassi del Btp al 7 e all’8%? “As-solutamente no” è la risposta del gestore, che aggiunge: “Il mercato non capisce, fa paragoni sbagliati con la Grecia. L’Italia non ha problemi di liquidità, ma problemi di fidu-cia”. Basterà attuare le riforme suggerito dal Fondo monetario e dalla Bce per rimettere il Paese nella direzione della crescita, maga-ri non tutte, che sono tante, “basterebbero la riforma del lavoro e la rottura dei mono-poli”. Nel frattempo i rendimenti dei titoli di Stato sopra il 7% indicano che il mercato si aspetta il tracollo dell’Italia. “Ma non succe-derà. Messa con le spalle al muro, di fronte alla scelta se lasciare andare l’Italia in de-fault o stampare moneta, la Bce sceglierà la seconda strada perché meno dolorosa per tutti, non solo per gli italiani”. Ed è lo stes-so motivo per cui la Germania non si sogna di uscire lei dalla Zona euro e tornare al marco: si troverebbe con una moneta for-tissima che uccide la competitività delle sue aziende. Lo scenario mondiale di Mobius e Hasentab prevedono quindi in Europa un al-lentamento della politica monetaria da par-te della Bce. In America la Fed proseguirà nella strada dell’espansione monetaria per

Studio Eusebi & Associati tel. 0721 816511 - fax 0721 [email protected] via Einaudi, 24 61032 Fano (PU) www.eusebiassociati.it

Opportunità per disoccupati

il Commercialista

Finanziamenti agevolati e contributi a fondo perduto

Vi proponiamo, quindi, di seguito, le op-portunità a disposizione dei soggetti che si trovano nella situazione di disoccupazione e che hanno intenzione di creare impresa, invitandovi a prendere contatto con il no-stro studio ai riferimenti in calce per poter conoscere da vicino le iniziative di seguito sintetizzate:

1. CONTRIBUTO A FONDO PERDUTO

SOGGETTI BENEFICIARISono interessati all’agevolazione i lavorato-ri disoccupati che intraprendono una attivi-tà imprenditoriale tramite ditta individuale o società di persone, con un massimo di 9 dipendenti.

REQUISITILa ditta individuale o la società devono es-sere di nuova costituzione. Nel caso di so-cietà almeno il 50% dei soci deve risultare non occupato al momento della presenta-zione della domanda di agevolazione.

INVESTIMENTI AMMISSIBILI• attrezzature, macchinari e impianti nuovi di fabbrica, allacciamenti;• hardware e software, licenze, brevetti;• ristrutturazione di immobili entro il limite massimo del 10% del valore degli investi-menti;• attrezzature e macchinari se usati concor-rono al 50%.

SPESE DI GESTIONE PER IL PRIMO ANNO AMMISSIBILI• materiale di consumo, semilavorati e pro-dotti finiti e costi inerenti al processo pro-duttivo;• affitto del locale per primo anno di attività;• oneri finanziari, prestazioni di garanzie as-sicurative sui beni finanziati;• prestazione di servizi ed utenze e consumi (energia elettrica, acqua, gas, telefono).

ENTITA’ DEL CONTRIBUTOIl contributo stanziato da parte dell’ente erogatore consiste in:

• CONTRIBUTO A FONDO PERDUTO pari al 50% dell’investimento (da non restituire);• FINANZIAMENTO A TASSO AGEVOLATO pari al restante 50% dell’investimento (da restituire in 7 anni, con il pagamento della prima rata dopo un anno).

2. PRESTITO D’ONORE

BENEFICIARIPersone di età compresa tra i 18 ed i 60 anni, residenti nel territorio regionale da al-

meno 6 mesi ed appartenenti ad una delle seguenti categorie:- disoccupati o inoccupati;- lavoratori sospesi per cassa integrazione ordinaria, straordinaria o in deroga;- donne occupate “over 35”.

INVESTIMENTI AMMISSIBILINuove attività d’impresa in forma di ditta in-dividuale e di società di persone che inten-dano operare in qualsiasi settore di attività economica ad eccezione delle libere profes-sioni e dell’agricoltura.È possibile rilevare un’attività già esistente, purché tale attività non sia gestita da sog-getti che abbiano con il richiedente un lega-me di parentela (limiti per i parenti fino al terzo grado e per gli affini fino al secondo grado).Tutte le sedi della nuova impresa avviata, sia legale che operative, dovranno essere situate nel territorio della regione Marche.

SPESE AMMISSIBILISpese per la costituzione, per gli investi-menti e per la gestione della nuova iniziativa economica.

CARATTERISTICHE E VANTAGGI DELL’AGE-VOLAZIONE• Ditte individuali e società con 2 soci: finan-ziamento agevolato di € 25.000,00;• Società con almeno 3 soci: finanziamento agevolato di € 50.000,00.

1) Il finanziamento ha durata di 6 anni al tasso agevolato del 3,20%, 2) Inoltre, al fine di facilitare la fase di avvio della nuova impresa non è richiesto alcun tipo di garanzia.3) Il prestito può essere cumulabile con altri bandi che prevedono contributi a fondo per-duto fino al 50% per nuove imprese.

Per informazioni e appuntamenti:Festini Fabrizio: 333-8738201 [email protected] Giorgiani Barbara: 380-7484947 [email protected]

sostenere un’economia che rimarrà stenta-ta, non cadrà in recessione ma non partirà neanche con una crescita convincente. E tutto questo denaro stampato dove andrà? Templeton si aspetta un flusso di investi-menti verso le aree del mondo a maggiore crescita, cioè verso i mercati emergenti. Nel 2011 la crescita economica degli “emerging markets” sarà del 5,9%, quella dei Paesi sviluppati dell’1,5%. Dal punto di vista finan-ziario, i Paesi emergenti sono pieni di valuta straniera e hanno molto meno debito pub-blico dei Paesi sviluppati. Inoltre l’inflazione, male storico dei Paesi emergenti, è ormai domata pressoché ovunque, al di sotto del 10%. I Paesi emergenti hanno uno sviluppo demografico fortissimo, accompagnato da una crescita molto robusta del reddito pro-capite. Fatte queste premesse, la conclusio-ne di Mobius è netta: “Siamo convinti che le migliori opportunità di investimento siano nelle aziende che vendono beni di consumo nei mercati emergenti”. Quanto alle Borse, quelle dei mercati emergenti rappresenta-no nel loro complesso il 34% della capita-lizzazione di tutte le Borse mondiali, ma la maggiore parte degli investitori occiden-tali ha investito in questi listini non più del 5-8%. Una percentuale che secondo il guru di Templeton è destinata a salire. L’incontro si conclude con una domanda a bruciapelo. Mr Mobius, lei comprerebbe azioni italia-ne? “Io lavoro solo sui mercati emergenti. Ma non c’è dubbio che in Italia ci sono tante belle aziende sottovalutate”.

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