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Rassegna stampa - Paolo Ventura

Date post: 07-Apr-2016
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Rassegna stampa della mostra di Paolo Ventura presso la Galleria del Cembalo a Roma
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1 BeSharable Srls Via della Croce, 74a - 00187 Roma tel. (+39) 06.83081425 besharable.it - [email protected] Press Clippings from October 17, 2014 to January 21, 2015
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1    BeSharable Srls

Via della Croce, 74a - 00187 Roma tel. (+39) 06.83081425 besharable.it - [email protected]

Press Clippings

from October 17, 2014 to January 21, 2015

               

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Index Rai News Oct 17, 2014 4-5 Punctum - Rai News Oct 17, 2014 6 Urbanautica Nov, 2014 7 Agenparl Nov 4, 2014 8-9 Collezionare Nov 4, 2014 10 Arte Cultura Nov 5, 2014 11-12 Click Blog Nov 5, 2014 13-15 Marco Polo news Nov 5, 2014 16-18 Roma Today Nov 5, 2014 19-20 Arte.it Nov 6, 2014 21-22 Exibart.com Nov 7, 2014 23-24 Panzoo Nov 11, 2014 25-26 060608 Nov 12, 2014 27-28 Roma Notizie Nov 14, 2014 29-30 Roma Online Nov 14, 2014 31 The Mammoth’s Reflex Nov 15, 2014 32-35 Words and More Nov 15, 2014 36 Artribune Nov 20, 2014 37-38 UnDo.net Nov 20, 2014 39 Exibart.com Nov 21, 2014 40-46 Vivi Roma Capitale Nov 21, 2014 47-48 Centro Suono Nov 21, 2014 49 Arts Life Nov 25, 2014 50-52 Inside Art Nov 29, 2014 53-54 Centro Vivian Maier Nov 30, 2014 55 Il Giornale dell’Arte Dec, 2014 56 Arte Dec, 2014 57 L’Espresso Dec 8, 2014 58-59 Artribune Dec 9, 2014 60-61 Internazionale Dec 10, 2014 62 Internazionale Dec 12, 2014 63 Cristina Pedratscher Dec 13, 2014 64 Il Giornale dell’Arte Jan 7, 2015 65

               

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October 17, 2014

               

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October 17, 2014

Storie brevi di Paolo Ventura Nel settembre del 2011 – ricorda Paolo Ventura – mentre rifacevo il tetto del mio studio è crollato un pezzo. Improvvisamente un angolo buio della stanza si è illuminato. L’inaspettata fonte di luce esposta a nord mi ha fatto venire voglia di creare questi piccoli teatri e di animarli. Le dodici serie fotografiche Storie brevi - circa sessanta immagini – saranno esposte alla Galleria del Cembalo (21 novembre-24 gennaio 2015). Nello scorrere di pochissime inquadrature, verticali e apparentemente statiche come quelle realizzate nello studio di un fotografo degli inizi del Novecento, si raccontano le vicende di lanciatori di coltelli, maghi, giocolieri, soldati al fronte, cacciatori e bambini. E’ una staged photography, nella quale le immagini sono costruite con mezzi diversi e poi fotografate, contaminando teatro, pittura e fotografia in chiave citazionistica.

Paolo Ventura – Il lanciatore di coltelli, 2013

E il protagonista è sempre lui, Paolo Ventura, e poi nelle scene la moglie, il figlio e il fratello gemello Andrea si alternano come vittime della sua fantasia. Citando di volta in volta artisti del passato, dai Futuristi ai protagonisti del Novecento italiano, sempre con grande rispetto e attenzione verso la storia della fotografia.

Ne conseguono opere personalissime, ma mai di maniera. Ventura è uno sperimentatore divertito: le sue immagini narrative, surreali e tragiche, portano con sé la memoria delle storie familiari e letterarie.

Paolo Ventura è presente a Fotografia – Festival con I funerali dell’anarchico, che prende ispirazione dai funerali delle vittime di Piazza Fontana, a Milano, nel dicembre 1969. Nel lavoro Ventura ritrae se stesso fino a diventare una folla, in una ossessiva, ostentata ripetizione.

               

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November, 2014

               

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November 4, 2014

               

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(AGENPARL) – Roma, 04 nov – La Galleria del Cembalo di Roma (Largo della Fontanella di Borghese, 19) apre al pubblico, dal 21 novembre 2014 al 24 gennaio 2015, una mostra che per la prima volta presenta le dodici serie fotografiche che costituiscono la raccolta “Storie brevi”, realizzate da Paolo Ventura. “Nel settembre del 2011 mentre rifacevo il tetto del mio studio è crollato un pezzo. Improvvisamente un angolo buio della stanza si è illuminato. L’inaspettata fonte di luce esposta a nord mi ha fatto venire voglia di creare questi piccoli teatri e di animarli” Paolo Ventura L’esposizione, curata da Paola Cavazza e Donatella Pistocchi, presenta 12 “Storie brevi” (circa sessanta le immagini esposte), oltre alcuni bozzetti preparatori, qualche costume e dei fondali dipinti utilizzati dall’artista milanese per la creazione delle scenografie in cui ambienta i suoi racconti. Ognuno di essi, nello scorrere di pochissime inquadrature, verticali e apparentemente statiche come quelle realizzate nello studio di un fotografo degli inizi del Novecento, propone le vicende umane di lanciatori di coltelli, maghi, giocolieri, soldati al fronte, cacciatori e bambini. Lo studio dell’artista si trasforma in teatro. È sempre lui, Paolo Ventura, regista, costumista e interprete trasformista, il protagonista delle scene sulla quale la moglie, il figlio e il fratello gemello si alternano a divenire vittime della sua fantasia. Sapientemente Paolo Ventura mescola la sua pittura e la sua fotografia, citando di volta in volta artisti del passato, dai Futuristi ai protagonisti del Novecento italiano, sempre con grande rispetto e attenzione verso la storia della fotografia. Ne conseguono opere personalissime, riconoscibili ma mai di maniera. Ventura è uno sperimentatore divertito: le sue immagini narrative, surreali e tragiche, portano con sé la memoria delle storie familiari e letterarie. Alcune delle “Storie brevi”, che per la prima volta vengono presentate in mostra nella loro totalità, sono state già esposte con successo al Mart di Rovereto, alla Hasted Kraeutler Gallery di New York e al Fotokino di Marsiglia. Lo rende noto la Galleria del Cembalo. Beatrice Mastrorilli

               

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November 4, 2014

               

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November 5, 2014

STORIE BREVI - Fotografie di Paolo Ventura

Il lanciatore di coltelli, 2013

STORIE BREVI Fotografie di Paolo Ventura mostra a cura di Paola Cavazza e Donatella Pistocchi

La Galleria del Cembalo apre al pubblico, dal 21 novembre 2014 al 24 gennaio 2015, una mostra che per la prima volta presenta le dodici serie fotografiche che costituiscono la raccolta “Storie brevi”, realizzate da Paolo Ventura.

“Nel settembre del 2011 mentre rifacevo il tetto del mio studio è crollato un pezzo. Improvvisamente un angolo buio della stanza si è illuminato. L’inaspettata fonte di luce esposta a nord mi ha fatto venire voglia di creare questi piccoli teatri e di animarli”, Paolo Ventura.

               

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L’esposizione, curata da Paola Cavazza e Donatella Pistocchi, presenta 12 “Storie brevi” (circa sessanta le immagini esposte), oltre alcuni bozzetti preparatori, qualche costume e dei fondali dipinti utilizzati dall’artista milanese per la creazione delle scenografie in cui ambienta i suoi

racconti. Ognuno di essi, nello scorrere di pochissime inquadrature, verticali e apparentemente statiche come quelle realizzate nello studio di un fotografo degli inizi del Novecento, propone le vicende umane di lanciatori di coltelli, maghi, giocolieri, soldati al fronte, cacciatori e bambini. Lo studio dell’artista si trasforma in teatro.

È sempre lui, Paolo Ventura, regista, costumista e interprete trasformista, il protagonista delle scene sulla quale la moglie, il figlio e il fratello gemello si alternano a divenire vittime della sua fantasia. Sapientemente Paolo Ventura mescola la sua pittura e la sua fotografia, citando di volta in volta artisti del passato, dai Futuristi ai protagonisti del Novecento italiano, sempre con grande rispetto e attenzione verso la storia della fotografia. Ne conseguono opere personalissime, riconoscibili ma mai di maniera. Ventura è uno sperimentatore divertito: le sue immagini narrative, surreali e tragiche, portano con sé la memoria delle storie familiari e letterarie.

Alcune delle “Storie brevi”, che per la prima volta vengono presentate in mostra nella loro totalità, sono state già esposte con successo al Mart di Rovereto, alla Hasted Kraeutler Gallery di New York e al Fotokino di Marsiglia.

Paolo Ventura è nato a Milano nel 1968.

Il suo lavoro è stato esposto in musei e gallerie private in tutto il mondo.

Le sue opere fanno parte di collezioni importanti, fra cui il Mart, Museo di arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, il Museum of Fine Arts di Boston, la Library of Congress di Washington, il MACRO Museo d'Arte Contemporanea a Roma e la Maison Européenne de la Photographie di Parigi.

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Davide Macchia Ufficio stampa Galleria del Cembalo [email protected] tel. 06 83081425 | cel. 340 4906881

segnala: Amalia di Lanno

               

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November 5, 2014

Storie brevi di Paolo Ventura Scritto da: Cut-tv's - mercoledì 5 novembre 2014

Storie brevi di lanciatori di coltelli, uomini che scompaiono, maghi, giocolieri, soldati, cacciatori e bambini, al confine tra messa in scena della memoria e della fantasia.

“Nel settembre del 2011 mentre rifacevo il tetto del mio studio è crollato un pezzo. Improvvisamente un angolo buio della stanza si è illuminato. L’inaspettata fonte di luce esposta a nord mi ha fatto venire voglia di creare questi piccoli teatri e di animarli” - Paolo Ventura

Con una fantasia nutrita sin dall'infanzia dagli avventurosi mondi illustrati dal padre, lo 'spirito libero' della nonna e un fervente temperamento creativo, Paolo Ventura continua a tessere trame poeticamente nostalgiche con abili messe in scena che ricorrono a pittura, fotografia ed installazione per spingersi al confine con la logica della realtà e quella della finzione.

               

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Set abilmente dipinti e ri-costruiti in studio per mettere a nudo l’orrore della guerra, rielaborando le memorie della nonna o quelle dei conflitti quotidiani, raccontare l'inverno osbirciare dietro le mura, sino alle “Storie brevi” di lanciatori di coltelli, uomini che scompaiono o finiti in una valigia, maghi, giocolieri, soldati al fronte, cacciatori e bambini, che potete sbirciare nella gallery e sulle pagine social dell'eclettico artista.

Storie deliziosamente surreali, di memorie familiari e letterarie, messe in scena da se stesso con la complicità della moglie, il figlio e il fratello gemello, fotografati e inseriti sui fondali dipinti, giocando con la prospettiva, la fantasia e le potenzialità della fotografia.

Storie brevi raccontate dalle dodici serie fotografiche (con circa sessanta immagini) esposte per la prima volta alla Galleria del Cembalo di Roma (Largo della Fontanella di Borghese, 19), insieme ad alcuni bozzetti preparatori, qualche costume e dei fondali dipinti, utilizzati dall’artista milanese per la creazione delle scenografie in cui ambienta i suoi racconti.

               

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La mostra curata da Paola Cavazza e Donatella Pistocchi, aperta dal 21 novembre 2014 al 24 gennaio 2015: mercoledì, giovedì e venerdì: 17.00 - 19.30 sabato: 10.30 - 13.00 e 16.00 - 19.30 lunedì, martedì e le mattine di mercoledì, giovedì e venerdì: apertura su appuntamento.

Foto | Storie brevi di Paolo Ventura, Courtesy Galleria del Cembalo

               

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November 5, 2014

Le fotografie di Paolo Ventura per raccontare storie brevi

Cogliere l’atmosfera e lavorarci con fantasia. Ecco la dinamica di Paolo Ventura nel realizzare le sue fotografie, ospitate nelle principali gallerie del mondo. E la Galleria del Cembalo, in Largo della Fontanella di Borghese, 19 a Roma, apre al pubblico dal 21 novembre 2014 al 24 gennaio 2015 una mostra che, per la prima volta, presenta le dodici serie fotografiche che costituiscono la raccolta “Storie brevi”, realizzate da Ventura. “Nel settembre del 2011 mentre rifacevo il tetto del mio studio è crollato un pezzo. Improvvisamente un angolo buio della stanza si è illuminato. L’inaspettata fonte di luce esposta a nord mi ha fatto venire voglia di creare questi piccoli teatri e di animarli”, ha detto Paolo Ventura motivando la sua originale ispirazione.

L’esposizione, curata da Paola Cavazza e Donatella Pistocchi, presenta 12 “Storie brevi”, ossia circa sessanta immagini esposte, oltre alcuni bozzetti preparatori, qualche costume e dei fondali dipinti utilizzati dall’artista milanese per la creazione delle scenografie in cui ambienta i suoi racconti. Ognuno di essi, nello scorrere di pochissime inquadrature, verticali e apparentemente statiche come quelle realizzate nello studio di un fotografo degli inizi del Novecento, propone le vicende umane di lanciatori di coltelli, maghi, giocolieri, soldati al fronte, cacciatori e bambini. Lo studio dell’artista cos’ si trasforma in teatro.

               

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È sempre lui, Paolo Ventura, regista, costumista e interprete trasformista, il protagonista delle scene sulla quale la moglie, il figlio e il fratello gemello si alternano a divenire vittime della sua fantasia.

Sapientemente Paolo Ventura mescola la sua pittura e la sua fotografia, citando di volta in volta artisti del passato, dai Futuristi ai protagonisti del Novecento italiano, sempre con grande rispetto e attenzione verso la storia della fotografia. Ne conseguono opere personalissime, riconoscibili ma mai di maniera. Ventura è uno sperimentatore divertito: le sue immagini narrative, surreali e tragiche, portano con sé la memoria delle storie familiari e letterarie. Alcune delle “Storie brevi”, che per la prima volta vengono presentate in mostra nella loro totalità, sono state già esposte con successo al “Mart” di Rovereto, alla “Hasted Kraeutler Gallery” di New York e al “Fotokino” di Marsiglia. Paolo Ventura è nato nel 1968 a Milano ed è figlio di Piero Ventura, un famoso illustratore di storie per bambini. Dopo aver frequentato l’Accademia di Belle arti di Brera, si trasferì a New York come fotografo di moda. Da allora ha esposto i suoi lavori in musei e gallerie importanti in tutto il mondo, compreso il Padiglione italiano della Biennale di Venezia del 2011. Alcuni fanno parte delle collezioni del “Boston Museum of Fine Arts”, della “Library of Congress” di Washington DC, del “MACRO–Museo d’arte contemporanea” di Roma e della “Maison Européenne de la Photographie” di Parigi. Le sue opere hanno un’atmosfera fiabesca e surreale, raccontano mondi immaginari insieme a storie della Seconda guerra mondiale raccontategli dalla nonna. Il suo mondo misterioso è popolato di uomini con cappello, impermeabile e valigetta, palloncini che fluttuano in aria, arlecchini e funamboli, e la nebbia di Parigi.

               

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Paolo Ventura, artista che si è imposto all’attenzione internazionale grazie alle sue fotografie in bilico tra sogno e realtà, dove sembra riemergere il passato di un’Italia immaginata, immersa in un tempo stranamente immobile e al contempo vacillante. Simili a un teatro delle ombre, dove si aggirano personaggi solitari che popolano paesaggi cittadini nebbiosi e inquieti, misteriosi e al contempo famigliari.

Sospese in un silenzio malinconico, che sottrae la realtà al divenire, le sue opere trasportano gli spettatori in un universo quasi onirico e fanno riemergere mondi dimenticati come per incanto. Danno voce alla nostalgia di un passato mai vissuto, ma fervidamente immaginato attraverso i racconti, i libri e le illustrazioni che hanno nutrito la sua fantasia fin da piccolo. Un mondo ricostruito, meraviglioso e un po’ triste, a cui egli dà una nuova vita, come se emergesse da un’emozione duratura della sua infanzia. Simile a un tenace custode del passato, ancora capace di fantasticare e sognare a occhi aperti, Paolo Ventura crea immagini enigmatiche e giocose, ci guida per mano in mondi incantati ed enigmatici, al contempo anacronistici e ambiguamente verosimili. A proposito della sua serie “Lo zuavo scomparso”, l’autore racconta: “Non amo ricreare mondi passati come se fossi davvero stato negli anni 50 a Roma. Mi interessa cogliere un’atmosfera e lavorarci sopra con la fantasia. Perché certe atmosfere ci sono ma poi in realtà non sono così, sono dei mondi complessi in cui le epoche si sovrappongono e si contraddicono a vicenda”. 5 novembre 2014 di Dario de Marchi

               

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November 5, 2014

La Galleria del Cembalo apre al pubblico, dal 21 novembre 2014 al 24 gennaio 2015, una mostra che per la prima volta presenta le dodici serie fotografiche che costituiscono la raccolta "Storie brevi", realizzate da Paolo Ventura.

"Nel settembre del 2011 mentre rifacevo il tetto del mio studio è crollato un pezzo. Improvvisamente un angolo buio della stanza si è illuminato. L'inaspettata fonte di luce esposta a nord mi ha fatto venire voglia di creare questi piccoli teatri e di animarli" Paolo Ventura

L'esposizione, curata da Paola Cavazza e Donatella Pistocchi, presenta 12 "Storie brevi" (circa sessanta le immagini esposte), oltre alcuni bozzetti preparatori, qualche costume e dei fondali dipinti utilizzati dall'artista milanese per la creazione delle scenografie in cui ambienta i suoi racconti. Ognuno di essi, nello scorrere di pochissime inquadrature, verticali e apparentemente statiche come quelle realizzate nello studio di un fotografo degli inizi del Novecento, propone le vicende umane di lanciatori di coltelli, maghi, giocolieri, soldati al fronte, cacciatori e bambini. Lo studio dell'artista si trasforma in teatro.

È sempre lui, Paolo Ventura, regista, costumista e interprete trasformista, il protagonista delle scene sulla quale la moglie, il figlio e il fratello gemello si alternano a divenire vittime della sua fantasia. Sapientemente Paolo Ventura mescola la sua pittura e la sua fotografia, citando di volta in volta artisti del passato, dai Futuristi ai protagonisti del Novecento italiano, sempre con grande rispetto e attenzione verso la storia della fotografia. Ne conseguono opere personalissime, riconoscibili ma mai di maniera. Ventura è

uno sperimentatore divertito: le sue immagini narrative, surreali e tragiche, portano con sé la memoria delle storie familiari e letterarie.

               

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Alcune delle "Storie brevi", che per la prima volta vengono presentate in mostra nella loro totalità, sono state già esposte con successo al Mart di Rovereto, alla Hasted Kraeutler Gallery di New York e al Fotokino di Marsiglia.

Paolo Ventura è nato a Milano nel 1968.

Il suo lavoro è stato esposto in musei e gallerie private in tutto il mondo.

Le sue opere fanno parte di collezioni importanti, fra cui il Mart, Museo di arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, il Museum of Fine Arts di Boston, la Library of Congress di Washington, il MACRO Museo d'Arte Contemporanea a Roma e la Maison Européenne de la Photographie di Parigi.

Galleria del Cembalo

Largo della Fontanella di Borghese, 19 - Roma

21 novembre 2014 / 24 gennaio 2015

ORARIO

mercoledì, giovedì e venerdì: 17.00 - 19.30

sabato: 10.30 - 13.00 e 16.00 - 19.30

lunedì, martedì e le mattine di mercoledì, giovedì e venerdì: apertura su appuntamento www.galleriadelcembalo.it

               

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November 6, 2014

Dal 21 Novembre 2014 al 24 Gennaio 2015 ROMA LUOGO: Galleria del Cembalo CURATORI: Paola Cavazza, Donatella Pistocchi TELEFONO PER INFORMAZIONI: +39 06 83796619 E-MAIL INFO: [email protected] SITO UFFICIALE: http://www.galleriadelcembalo.it

COMUNICATO STAMPA: La Galleria del Cembalo apre al pubblico, dal 21 novembre 2014 al 24 gennaio 2015, una mostra che per la prima volta presenta le dodici serie fotografiche che costituiscono la raccolta “Storie brevi”, realizzate da Paolo Ventura.

“Nel settembre del 2011 mentre rifacevo il tetto del mio studio è crollato un pezzo. Improvvisamente un angolo buio della stanza si è illuminato. L’inaspettata fonte di luce esposta a nord mi ha fatto venire voglia di creare questi piccoli teatri e di animarli”. Paolo Ventura.

L’esposizione, curata da Paola Cavazza e Donatella Pistocchi, presenta 12 “Storie brevi” (circa sessanta le immagini esposte), oltre alcuni bozzetti preparatori, qualche costume e dei fondali

               

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dipinti utilizzati dall’artista milanese per la creazione delle scenografie in cui ambienta i suoi racconti. Ognuno di essi, nello scorrere di pochissime inquadrature, verticali e apparentemente statiche come quelle realizzate nello studio di un fotografo degli inizi del Novecento, propone le vicende umane di lanciatori di coltelli, maghi, giocolieri, soldati al fronte, cacciatori e bambini. Lo studio dell’artista si trasforma in teatro.

È sempre lui, Paolo Ventura, regista, costumista e interprete trasformista, il protagonista delle scene sulla quale la moglie, il figlio e il fratello gemello si alternano a divenire vittime della sua fantasia. Sapientemente Paolo Ventura mescola la sua pittura e la sua fotografia, citando di volta in volta artisti del passato, dai Futuristi ai protagonisti del Novecento italiano, sempre con grande rispetto e attenzione verso la storia della fotografia. Ne conseguono opere personalissime, riconoscibili ma mai di maniera. Ventura è uno sperimentatore divertito: le sue immagini narrative, surreali e tragiche, portano con sé la memoria delle storie familiari e letterarie. Alcune delle “Storie brevi”, che per la prima volta vengono presentate in mostra nella loro totalità, sono state già esposte con successo al Mart di Rovereto, alla Hasted Kraeutler Gallery di New York e al Fotokino di Marsiglia.

Paolo Ventura è nato a Milano nel 1968.

Il suo lavoro è stato esposto in musei e gallerie private in tutto il mondo. Le sue opere fanno parte di collezioni importanti, fra cui il Mart, Museo di arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, il Museum of Fine Arts di Boston, la Library of Congress di Washington, il MACRO Museo d'Arte Contemporanea a Roma e la Maison Européenne de la Photographie di Parigi.

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PAOLO VENTURA · GALLERIA DEL CEMBALO

               

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November 7, 2014

Roma - dal 20 novembre 2014 al 24 gennaio 2015 Paolo Ventura - Storie Brevi

Paolo Ventura - Homage a Saul Steinberg, 2014

[Vedi la foto originale]

               

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L’esposizione, curata da Paola Cavazza e Donatella Pistocchi, presenta 12 “Storie brevi” (circa sessanta le immagini esposte), oltre alcuni bozzetti preparatori, qualche costume e dei fondali dipinti utilizzati dall’artista milanese per la creazione delle scenografie in cui ambienta i suoi racconti. Ognuno di essi, nello scorrere di pochissime inquadrature, verticali e apparentemente statiche come quelle realizzate nello studio di un fotografo degli inizi del Novecento, propone le vicende umane di lanciatori di coltelli, maghi, giocolieri, soldati al fronte, cacciatori e bambini. Lo studio dell’artista si trasforma in teatro.

È sempre lui, Paolo Ventura, regista, costumista e interprete trasformista, il protagonista delle scene sulla quale la moglie, il figlio e il fratello gemello si alternano a divenire vittime della sua fantasia. Sapientemente Paolo Ventura mescola la sua pittura e la sua fotografia, citando di volta in volta artisti del passato, dai Futuristi ai protagonisti del Novecento italiano, sempre con grande rispetto e attenzione verso la storia della fotografia. Ne conseguono opere personalissime, riconoscibili ma mai di maniera. Ventura è uno sperimentatore divertito: le sue immagini narrative, surreali e tragiche, portano con sé la memoria delle storie familiari e letterarie. Alcune delle “Storie brevi”, che per la prima volta vengono presentate in mostra nella loro totalità, sono state già esposte con successo al Mart di Rovereto, alla Hasted Kraeutler Gallery di New York e al Fotokino di Marsiglia. Paolo Ventura è nato a Milano nel 1968. Il suo lavoro è stato esposto in musei e gallerie private in tutto il mondo. Le sue opere fanno parte di collezioni importanti, fra cui il Mart, Museo di arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, il Museum of Fine Arts di Boston, la Library of Congress di Washington, il MACRO Museo d'Arte Contemporanea a Roma e la Maison Européenne de la Photographie di Parigi.

               

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November 11, 2014

Paolo Ventura. Storie brevi

               

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Informazioni pratiche Autore / Autori: Paolo Ventura

Curatore: Paola Cavazza e Donatella Pistocchi

Data Inizio: Venerdì, 21 Novembre 2014

Data Fine: Sabato, 24 Gennaio 2015

Dove: Galleria del Cembalo  

Indirizzo: Largo della Fontanella Borghese, 19

Orari: mercoledì, giovedì, venerdì 17.00-19.30 (la mattina su appuntamento)

sabato 10.30-13.00 / 16.00-19.30

Ingresso: libero

E-Mail: [email protected]

Sito Web Galleria: http://www.galleriadelcembalo.it

               

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November 12, 2014

STORIE BREVI. Fotografie di Paolo Ventura Data: da 21/11/14 a 24/01/15

ORARIO

Dal 21 novembre 2014 al 24 gennaio 2015 Mercoledì, giovedì e venerdì ore 17.00 - 19.30 Sab ore 10.30 - 13.00 / 16.00 - 19.30

Lunedì, martedì e le mattine di mercoledì, giovedì e venerdì: apertura su appuntamento OSPITATO IN

Galleria del Cembalo

INDIRIZZO

Indirizzo: Largo della Fontanella di Borghese, 19 [ centra sulla mappa ]

Zona: Rione Campo Marzio (P. Spagna - P. Popolo - Pincio) (Roma centro)

Presso Palazzo Borghese

               

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CONTATTI

Telefono: +39 06 83796619

Sito web: www.galleriadelcembalo.it

Email: [email protected]

DESCRIZIONE

L’esposizione, curata da Paola Cavazza e Donatella Pistocchi, presenta per la prima volta le 12 “Storie brevi” (circa 60 le immagini esposte), oltre alcuni bozzetti preparatori, qualche costume e dei fondali dipinti utilizzati dall’artista milanese Paolo Ventura per la creazione delle scenografie in cui ambienta i suoi racconti. Ognuno di essi, nello scorrere di pochissime inquadrature, verticali e apparentemente statiche come quelle realizzate nello studio di un fotografo degli inizi del Novecento, propone le vicende umane di lanciatori di coltelli, maghi, giocolieri, soldati al fronte, cacciatori e bambini. Lo studio dell’artista si trasforma in teatro.

È sempre lui, Paolo Ventura, regista, costumista e interprete trasformista, il protagonista delle scene sulla quale la moglie, il figlio e il fratello gemello si alternano a divenire vittime della sua fantasia. Sapientemente Paolo Ventura mescola la sua pittura e la sua fotografia, citando di volta in volta artisti del passato, dai Futuristi ai protagonisti del Novecento italiano, sempre con grande rispetto e attenzione verso la storia della fotografia. Ne conseguono opere personalissime, riconoscibili ma mai di maniera. Ventura è uno sperimentatore divertito: le sue immagini narrative, surreali e tragiche, portano con sé la memoria delle storie familiari e letterarie.

Note biografiche

Paolo Ventura è nato a Milano nel 1968. Il suo lavoro è stato esposto in musei e gallerie private in tutto il mondo. Le sue opere fanno parte di collezioni importanti, fra cui il Mart, Museo di arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, il Museum of Fine Arts di Boston, la Library of Congress di Washington, il MACRO Museo d'Arte Contemporanea a Roma e la Maison Européenne de la Photographie di Parigi.

PAROLE CHIAVE

arte contemporanea, fotografia

Data di ultima verifica: 12/11/14 16:21

 

               

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November 14, 2014

dal 21 Novembre 2014 al 24 Gennaio 2015

PAOLO VENTURA IN UNA NUOVA MOSTRA FOTOGRAFICA A PALAZZO BORGHESE Comunicato stampa - editor: M.C.G. | Data di pubblicazione 14 novembre 2014

STORIE BREVI

Fotografie di Paolo Ventura

mostra a cura di Paola Cavazza e Donatella Pistocchi

La Galleria del Cembalo apre al pubblico, dal 21 novembre 2014 al 24 gennaio 2015, una mostra che per la prima volta presenta le dodici serie fotografiche che costituiscono la raccolta “Storie brevi”, realizzate da Paolo Ventura.

“Nel settembre del 2011 mentre rifacevo il tetto del mio studio è crollato un pezzo. Improvvisamente un angolo buio della stanza si è illuminato. L’inaspettata fonte di luce esposta a nord mi ha fatto venire voglia di creare questi piccoli teatri e di animarli”, Paolo Ventura.

L’esposizione, curata da Paola Cavazza e Donatella Pistocchi, presenta 12 “Storie brevi” (circa sessanta le immagini esposte), oltre alcuni bozzetti preparatori, qualche costume e dei fondali dipinti utilizzati dall’artista milanese per la creazione delle scenografie in cui ambienta i suoi racconti. Ognuno di essi, nello scorrere di pochissime inquadrature, verticali e apparentemente statiche come quelle realizzate nello studio di un fotografo degli inizi del Novecento, propone le vicende umane di lanciatori di coltelli, maghi, giocolieri, soldati al fronte, cacciatori e bambini. Lo studio dell’artista si trasforma in teatro.

               

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È sempre lui, Paolo Ventura, regista, costumista e interprete trasformista, il protagonista delle scene sulla quale la moglie, il figlio e il fratello gemello si alternano a divenire vittime della sua fantasia. Sapientemente Paolo Ventura mescola la sua pittura e la sua fotografia, citando di volta in volta artisti del passato, dai Futuristi ai protagonisti del Novecento italiano, sempre con grande rispetto e attenzione verso la storia della fotografia. Ne conseguono opere personalissime, riconoscibili ma mai di maniera. Ventura è uno sperimentatore divertito: le sue immagini narrative, surreali e tragiche, portano con sé la memoria delle storie familiari e letterarie.

Alcune delle “Storie brevi”, che per la prima volta vengono presentate in mostra nella loro totalità, sono state già esposte con successo al Mart di Rovereto, alla Hasted Kraeutler Gallery di New York e al Fotokino di Marsiglia.

Paolo Ventura è nato a Milano nel 1968.

Il suo lavoro è stato esposto in musei e gallerie private in tutto il mondo.

Le sue opere fanno parte di collezioni importanti, fra cui il Mart, Museo di arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, il Museum of Fine Arts di Boston, la Library of Congress di Washington, il MACRO Museo d’Arte Contemporanea a Roma e la Maison Européenne de la Photographie di Parigi.

               

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November 14, 2014

STORIE BREVI. Fotografie di Paolo Ventura A partire dal 21/11/2014 fino al 24/1/2015

Roma - da 21/11/14 a 24/01/15.

Galleria del Cembalo.

L’esposizione, curata da Paola Cavazza e Donatella Pistocchi, presenta per la prima volta le 12 “Storie brevi” (circa 60 le immagini esposte), oltre alcuni bozzetti preparatori, qualche costume e dei fondali dipinti utilizzati dall’artista milanese Paolo Ventura per la creazione delle scenografie in cui ambienta i suoi racconti.

Ognuno di essi, nello scorrere di pochissime inquadrature, verticali e apparentemente statiche come quelle realizzate nello studio di un fotografo degli inizi del Novecento, propone le vicende umane di lanciatori di coltelli, maghi, giocolieri, soldati al fronte, cacciatori e bambini. Lo studio dell’artista si trasforma in teatro.

È sempre lui, Paolo Ventura, regista, costumista e interprete trasformista, il protagonista delle scene sulla quale la moglie, il figlio e il fratello gemello si alternano a divenire vittime della sua fantasia.

Sapientemente Paolo Ventura mescola la sua pittura e la sua fotografia, citando di volta in volta artisti del passato, dai Futuristi ai protagonisti del Novecento italiano, sempre con grande rispetto e attenzione verso la storia della fotografia. Ne conseguono opere personalissime, riconoscibili ma mai di maniera. Ventura è uno sperimentatore divertito: le sue immagini narrative, surreali e tragiche, portano con sé la memoria delle storie familiari e letterarie.

Note biografiche

Paolo Ventura è nato a Milano nel 1968. Il suo lavoro è stato esposto in musei e gallerie private in tutto il mondo. Le sue opere fanno parte di collezioni importanti, fra cui il Mart, Museo di arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, il Museum of Fine Arts di Boston, la Library of Congress di Washington, il MACRO Museo d'Arte Contemporanea a Roma e la Maison Européenne de la Photographie di Parigi.

[Fonte: Roma OnLine]

               

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November 15, 2014

ROMA. Sono “Storie brevi” quelle raccontate da Paolo Ventura. Storie che verranno presentate alla Galleria del Cembalo, dal 21 novembre 2014 al 24 gennaio 2015, per una mostra che per la prima volta presenta le dodici serie fotografiche dell’artista.

Homage a Saul Steinberg, 2014 Paolo Ventura L’esposizione, curata da Paola Cavazza e Donatella Pistocchi, presenta 12 “Storie brevi” (circa sessanta le immagini esposte), oltre alcuni bozzetti preparatori, qualche costume e dei fondali dipinti utilizzati dall’artista milanese per la creazione delle scenografie in cui ambienta i suoi racconti. Ognuno di essi, nello scorrere di pochissime

               

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inquadrature, verticali e apparentemente statiche come quelle realizzate nello studio di un fotografo degli inizi del Novecento, propone le vicende umane di lanciatori di coltelli, maghi, giocolieri, soldati al fronte, cacciatori e bambini. Lo studio dell’artista si trasforma in teatro.

il lanciatore di coltelli, 2013, Paolo Ventura

È sempre lui, Paolo Ventura, regista, costumista e interprete trasformista, il protagonista delle scene sulla quale la moglie, il figlio e il fratello gemello si alternano a divenire vittime della sua fantasia. Ventura mescola la sua pittura e la sua fotografia, citando di volta in volta artisti del passato, dai Futuristi ai protagonisti del Novecento italiano, sempre con grande rispetto e attenzione verso la storia della fotografia. Ne conseguono opere personalissime, riconoscibili ma mai di maniera. Ventura è uno sperimentatore divertito: le sue immagini narrative, surreali e tragiche, portano con sé la memoria delle storie familiari e letterarie. Alcune delle “Storie brevi”, che per la prima volta vengono presentate in mostra nella loro totalità, sono state già esposte con successo al Mart di Rovereto, alla Hasted Kraeutler Gallery di New York e al Fotokino di Marsiglia.

               

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l’uomo che scompare, 2014, Paolo Ventura

Paolo Ventura è nato a Milano nel 1968. Il suo lavoro è stato esposto in musei e gallerie private in tutto il mondo. Le sue opere fanno parte di collezioni importanti, fra cui il Mart, Museo di arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, il Museum of Fine Arts di Boston, la Library of Congress di Washington, il MACRO Museo d’Arte Contemporanea a Roma e la Maison Européenne de la Photographie di Parigi.

               

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l’uomo nella valigia, 2013, Paolo Ventura

“Nel settembre del 2011 mentre rifacevo il tetto del mio studio è crollato un pezzo. Improvvisamente un angolo buio della stanza si è illuminato. L’inaspettata fonte di luce esposta a nord mi ha fatto venire voglia di creare questi piccoli teatri e di animarli” Paolo Ventura

Info: www.galleriadelcembalo.it

               

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November 15, 2014

               

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November 20, 2014

Paolo Ventura - Storie brevi La Galleria del Cembalo apre al pubblico, dal 21 novembre 2014 al 24 gennaio 2015, una mostra che per la prima volta presenta le dodici serie fotografiche che costituiscono la raccolta “Storie brevi”, realizzate da Paolo Ventura.

“Nel settembre del 2011 mentre rifacevo il tetto del mio studio è crollato un pezzo. Improvvisamente un angolo buio della stanza si è illuminato. L’inaspettata fonte di luce esposta a nord mi ha fatto venire voglia di creare questi piccoli teatri e di animarli”, Paolo Ventura.

L’esposizione, curata da Paola Cavazza e Donatella Pistocchi, presenta 12 “Storie brevi” (circa sessanta le immagini esposte), oltre alcuni bozzetti preparatori, qualche costume e dei fondali dipinti utilizzati dall’artista milanese per la creazione delle scenografie in cui ambienta i suoi racconti. Ognuno di essi, nello scorrere di pochissime inquadrature, verticali e apparentemente statiche come quelle realizzate nello studio di un fotografo degli inizi del Novecento, propone le vicende umane di lanciatori di coltelli, maghi,

giocolieri, soldati al fronte, cacciatori e bambini. Lo studio dell’artista si trasforma in teatro.

È sempre lui, Paolo Ventura, regista, costumista e interprete trasformista, il protagonista delle scene sulla quale la moglie, il figlio e il fratello gemello si alternano a divenire vittime della sua fantasia. Sapientemente Paolo Ventura mescola la sua pittura e la sua fotografia, citando di volta in volta artisti del passato, dai Futuristi ai protagonisti del Novecento italiano, sempre con grande rispetto e attenzione verso la storia della fotografia. Ne conseguono opere personalissime,

               

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riconoscibili ma mai di maniera. Ventura è uno sperimentatore divertito: le sue immagini narrative, surreali e tragiche, portano con sé la memoria delle storie familiari e letterarie.

Alcune delle “Storie brevi”, che per la prima volta vengono presentate in mostra nella loro totalità, sono state già esposte con successo al Mart di Rovereto, alla Hasted Kraeutler Gallery di New York e al Fotokino di Marsiglia.

Paolo Ventura è nato a Milano nel 1968.

Il suo lavoro è stato esposto in musei e gallerie private in tutto il mondo.

Le sue opere fanno parte di collezioni importanti, fra cui il Mart, Museo di arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, il Museum of Fine Arts di Boston, la Library of Congress di Washington, il MACRO Museo d’Arte Contemporanea a Roma e la Maison Européenne de la Photographie di Parigi.

               

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November 20, 2014

Paolo Ventura GALLERIA DEL CEMBALO, ROMA

Storie brevi. In mostra sessanta immagini

Una mostra che per la prima volta presenta le dodici serie fotografiche che costituiscono la raccolta 'Storie brevi', realizzate da Paolo Ventura. L'esposizione, curata da Paola Cavazza e Donatella Pistocchi, presenta 12 'Storie brevi' (circa sessanta le immagini esposte), oltre alcuni bozzetti preparatori, qualche costume e dei fondali dipinti utilizzati dall'artista milanese per la creazione delle scenografie in cui ambienta i suoi racconti. Ognuno di essi, nello scorrere di pochissime inquadrature, verticali e apparentemente statiche come quelle realizzate nello studio di un fotografo degli inizi del Novecento, propone le vicende umane di lanciatori di coltelli, maghi, giocolieri, soldati al fronte, cacciatori e bambini. Lo studio dell'artista si trasforma in teatro. E' sempre lui, Paolo Ventura, regista, costumista e interprete trasformista, il protagonista delle scene sulla quale la moglie, il figlio e il fratello gemello si alternano a

divenire vittime della sua fantasia. Sapientemente Paolo Ventura mescola la sua pittura e la sua fotografia, citando di volta in volta artisti del passato, dai Futuristi ai protagonisti del Novecento italiano, sempre con grande rispetto e attenzione verso la storia della fotografia. Ne conseguono opere personalissime, riconoscibili ma mai di maniera. Ventura e' uno sperimentatore divertito: le sue immagini narrative, surreali e tragiche, portano con se' la memoria delle storie familiari e letterarie. Inaugurazione 20 novembre ore 18,30. Ingresso libero.

               

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November 21, 2014

A Paris Photo la pioggia scroscia sopra l’ossatura di ferro e vetro del Grand Palais, come sugli ombrelli aperti che riparano tanti omini grigi, illuminati da qualche bandiera rossa. Al silenzio mesto della seconda scena, però, non corrisponde affatto il brusìo che accompagna la nostra conversazione. Paolo Ventura (Milano 1968, vive e lavora a Milano) è tra gli artisti della galleria Flatland di Amsterdam che in occasione della 18.ma edizione della kermesse parigina propone Il funerale di un anarchico (2014) - esposto a FotoGrafia - Festival Internazionale di Roma 2014 - insieme ad una selezione di Storie Brevi. La sequenza completa di dodici serie fotografiche (circa 60 immagini) è in mostra alla galleria del Cembalo di Roma (21 novembre 2014-24 gennaio 2015). Quasi sempre l’autore è il protagonista delle sue storie sospese tra passato e futuro, in altre vediamo il fratello gemello, il figlio o la moglie Kim. Storie che Ventura costruisce da sé, creando dei set che traducono visivamente la sua immaginazione. "All’inizio cercavo delle immagini,” - spiega - "come le cerca un fotografo andando in giro per strada, come si è sempre fatto. Poi, dato che non riuscivo a trovare quello che cercavo, le ho prese all’interno, costruendole come si fa nel cinema.” In particolare la famiglia è punto di partenza e d’arrivo nei suoi racconti che giocano sugli

               

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ossimori, riproponendo - più o meno consapevolmente - dinamiche che appartengono alla sua infanzia. Un po’ giocoliere, un po’ mangiafuoco, funambolo o domatore, Ventura entra ed esce dalla valigia, portando con sé il bene più prezioso: la libertà.

               

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Dal 2000 ti dedichi esclusivamente a raccontare storie, costruendole. Anche nella fotografia di moda e pubblicitaria, che fanno parte della tua fase precedente, si trattava di costruire storie. Qual è il loro legame e come è avvenuto il passaggio? ‹‹C’è una connessione tra la fotografia di moda e quello che faccio adesso, perché anche la fotografia di moda é la costruzione di una storia in sei, otto, dieci, dodici pagine attraverso i vestiti, le location, quello che fa la modella. Almeno questo era il mio modo di vedere la moda. Per il resto sono mondi molto diversi, intanto perché il lavoro di moda é un lavoro di squadra. L’apporto del fotografo è importante quanto quello della modella, della truccatrice, della stylist e di chi impagina il giornale. Il mio lavoro di ora, invece, è solitario. Ho lasciato la moda anche per questo motivo. Quando si lavora in team le cose vanno bene se tutti hanno la stessa idea di quello che si fa, ma se uno dei meccanismi non funziona è un disastro. Ho passato dieci anni bellissimi in cui mi sono divertito e ho potuto fare tutto quello che volevo, perché quando ho iniziato a fotografare la moda era l’ambiente in cui ci si poteva esprimere più liberamente, ma poi é arrivato il momento di cambiare››.

               

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Il passaggio è avvenuto quando vivevi a Milano o a New York? Mi chiedevo se in questa tua visione di un’Italia, a metà tra la realtà e l’immaginazione, abbia influito la distanza non solo temporale, ma anche geografica. ‹‹Le primissime foto le ho costruite nel 2000, a Milano. Piano piano ho abbandonato la moda, iniziando a costruire dei piccoli set. Poi ho deciso di andare negli Stati Uniti, ed è lì che ho cominciato a fare questo nuovo lavoro. Ma non credo che la distanza geografica sia importante. Ho già cambiato due o tre luoghi in cui vivere e ho notato che non hanno nessuna influenza sul mio lavoro. Certamente, quando si è lontani, cambia la predisposizione verso la madre patria. C’è un senso di nostalgia. Recentemente ho letto un libro molto bello sulla Grande Guerra in cui si racconta di come le persone che emigravano si portavano dietro un’idea d’Italia che poi veniva idealizzata. Ad esempio molti emigrati rientrarono dall’Argentina o dagli Stati Uniti per andare in guerra come volontari, con un senso patriottico che non avevano prima della partenza. È vero che la distanza crea un’idea e una nostalgia del Paese d’appartenenza che a volte è sorprendente. Certo io avevo nostalgia dell’Italia, lo ammetto. Ma non credo che ciò abbia influenzato il mio lavoro››. A parte il Funerale dell’Anarchico che si ispira ad un periodo più vicino della nostra storia, le altre opere mi sembrano più datate. ‹‹Certamente non sono dell’attualità. È comunque un mondo immaginato, ma non mi interessa raccontare la contemporaneità. Un mondo che è del Novecento, ma potrebbe essere del futuro. È un mondo che non è legato a questo momento. Ma poi, cos’è questo momento? In certe parti dell’India si vive ancora come nel nostro ‘600; in certe zone d’Italia si vive come nel ‘900 e in certi posti a Tokyo nel 3000. È tutto relativo. In questo momento a Parigi è inverno, mentre a Buenos Aires è estate. Qual è la stagione? Io mi stacco rispetto al mondo contemporaneo perché mi aiuta ad essere più libero, quindi a raccontare quello che voglio senza pregiudiziali politiche e di attualità››.

               

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Spesso citi tua nonna e i suoi racconti. Quanto hanno influenzato sul tuo immaginario? ‹‹Penso che il nostro mondo immaginario si formi nei primi anni di vita, dopo si guarda sempre indietro. Ecco perché anche il luogo in cui ci si trova nel presente non ha nessuna influenza, come pure quello che stiamo facendo. Guardo sempre a dei mondi che mi sono costruito molti anni fa. È come una camera in cui nessuno entra più››. Che significato ha per te l’autorappresentazione? Spesso oltre alla tua figura compare Andrea, tuo fratello gemello. ‹‹Il motivo principale della mia autorappresentazione è, banalmente, perché sono sempre disponibile. Poi, considerando che sono cresciuto con un gemello identico - quindi con una non identità, uno specchio che era scomodo - è stata anche l’occasione per affermare la mia identità. Prima non ero Paolo, ma uno dei gemelli. Anzi la maggior parte delle volte ero Andrea. Nelle mie immagini cambio fisionomia perché mi pitturo, mi metto i baffi, dipingo i capelli, indosso dei vestiti che non uso durante il giorno. In questi lavori finalmente, sono io e, comunque, sono diverso da lui. Non sono il doppio. E poi mio fratello non ha le orecchie gialle o il naso rosso. Quando c’è anche lui è per confondere e depistare, perché in realtà siamo sempre contraddittori, da un lato c’è una ricerca di individualità e dall’altro si tende a portare il partner con sé, ovunque, anche se poi lo si uccide. Io uccido spesso mio fratello!››

               

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La pratica del disegno è la prima fase del lavoro, che prosegue con la costruzione del modellino, della scena, l’inserimento del personaggio, la polaroid e lo scatto finale. Passaggi molto definiti. Sembra quasi una contraddizione: da una parte la sospensione dell’immaginario e dall’altra una pratica molto razionale… ‹‹La polaroid, purtroppo, non c’è più! Comunque sì, sono passaggi molto definiti, perché quando si lavora con il nulla, con uno spazio vuoto, lo si deve riempire in qualche modo. E per farlo bisogna mettere dei punti, come si faceva una volta quando si disegnava mettendo i quattro punti e facendo la quadrettatura. Lo spazio vuoto, in qualche maniera, va limitato. Un conto è quello che si immagina e un altro quello che si deve mostrare, rendendolo visibile. Lì entra in gioco la costruzione, l’abilità manuale. Io ho visto che se la mia immagine è costruita dentro di me, è molto semplice renderla visibile. Corrisponde sempre a quello che voglio fare. Non è mai un compromesso. Quanto alla fotografia, quello che mi ha salvato è stato proprio crescere in una famiglia di persone che non sapevano nulla di fotografia e che disegnavano e basta. Infatti, ho due fratelli che fanno i pittori, un padre illustratore e una madre che colorava i disegni di mio padre. In casa la fotografia non esisteva, non c’erano libri di fotografia. Io ho fatto il fotografo perché non

               

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sapevo disegnare. Quindi è stata la nicchia che mi sono scelto, un po’ un rifugio in cui potermi esprimere senza sentirmi minacciato››. La polaroid, che poi hai sostituito con il digitale, è determinante ai fini della scelta finale. Ti serve anche per mettere ordine? ‹‹Sì, per mettere ordine e costruire l’immagine da rendere visibile. Il disegno mi aiuta a capire dove mi devo fermare, la polaroid se quello che ho fatto va bene, se c’è spazio, equilibrio e tutto quello che voglio dire. La foto finale, invece, serve a testimoniare che in quel luogo ci sono stato veramente. La fotografia, infatti, ha ancora questo ruolo di testimonianza. Non voglio che il luogo sia finto, deve essere vero››. Spesso i modellini sono realizzati in una scala piuttosto grande. La dimensione è importante nel tuo lavoro? ‹‹Mi servono modellini grandi e piccoli, perché così posso falsificare la prospettiva. Lavoro sempre su spazi limitati, tavoli su cui talvolta rappresento delle piazze, quindi la dimensione mi aiuta per giocare sull’illusione della prospettiva. Altre volte lavoro a grandezza naturale, dipingendo i fondali. Gioco con l’enorme e il piccolissimo, a seconda di quello di cui ho bisogno››.

Mangiafuoco, il funambolo, il giocoliere, il mago che fa sparire il bambino… sono personaggi ricorrenti. Quanto ti ritrovi in questi personaggi fuori dalle righe? ‹‹(Ride)… Non sono mago, né giocoliere. O forse sì. Sono tutti personaggi che hanno a che fare con mondi non reali. Hanno la capacità di rimanere intatti, come le monache, i preti, i Carabinieri in alta uniforme che sono sempre uguali da centocinquant’anni. Mi interessano molto i mondi che non cambiano. L’autorità dei luoghi e delle persone è dovuta anche al fatto che non cambiano. Il mangiafuoco è un’autorità sul mondo, perché fa quello che faceva nel Medioevo e forse anche prima. Non gli interessa quello che succede nel mondo. La sua attività è quella, come il suo immaginario. È molto più autorevole un mangiafuoco di un ingegnere elettronico che, magari, tra un anno dovrà cambiare per stare al passo con i tempi››. Manuela De Leonardis

               

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21/11/2014 - 24/01/2015 | merc- ven 17.00 - 19.30 sabato: 10.30 - 13.00 e 16.00 - 19.30

La Galleria del Cembalo apre al pubblico, dal 21 novembre 2014 al 24 gennaio 2015, con una mostra che per la prima volta presenta le dodici serie fotografiche che costituiscono la raccolta “Storie brevi”, realizzate da Paolo Ventura.

“Nel settembre del 2011 mentre rifacevo il tetto del mio studio è crollato un pezzo. Improvvisamente un angolo buio della stanza si è illuminato. L’inaspettata fonte di luce esposta a nord mi ha fatto venire voglia di creare questi piccoli teatri e di animarli” - Paolo Ventura.

L’esposizione, curata da Paola Cavazza e Donatella Pistocchi, presenta 12 “Storie brevi” (circa sessanta le immagini esposte), oltre alcuni bozzetti preparatori, qualche costume e dei fondali dipinti utilizzati dall’artista milanese per la creazione delle scenografie in cui ambienta i suoi racconti. Ognuno di essi, nello scorrere di pochissime inquadrature, verticali e apparentemente statiche come quelle realizzate nello studio di un fotografo degli inizi del Novecento, propone le vicende umane di lanciatori di coltelli, maghi, giocolieri, soldati al fronte, cacciatori e bambini. Lo studio dell’artista si trasforma in teatro.

È sempre lui, Paolo Ventura, regista, costumista e interprete trasformista, il protagonista delle scene sulla quale la moglie, il figlio e il fratello gemello si alternano a divenire vittime della sua fantasia. Sapientemente Paolo Ventura mescola la sua pittura e la sua fotografia, citando di volta in volta artisti del passato, dai Futuristi ai protagonisti del Novecento italiano, sempre con grande rispetto e attenzione verso la storia della fotografia. Ne conseguono opere personalissime, riconoscibili ma mai di maniera. Ventura è uno sperimentatore divertito: le sue immagini narrative, surreali e tragiche, portano con sé la memoria delle storie familiari e letterarie.

Alcune delle “Storie brevi”, che per la prima volta vengono presentate in mostra nella loro totalità, sono state già esposte con successo al Mart di Rovereto, alla Hasted Kraeutler Gallery di New York e al Fotokino di Marsiglia. Paolo Ventura è nato a Milano nel 1968. Il suo lavoro è stato esposto in musei e gallerie private in tutto il mondo. Le sue opere fanno parte di collezioni importanti, fra cui il Mart, Museo di arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, il Museum of Fine Arts di Boston, la Library of Congress di Washington, il MACRO Museo d'Arte Contemporanea a Roma e la Maison Européenne de la Photographie di Parigi.

               

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November 21, 2014

Storie brevi: la mostra di Paolo Ventura alla Galleria del Cembalo - L'AGENDA DI CENTRO SUONO PER VIVERE LA TUA CITTA' Evento: Storie brevi: la mostra di Paolo Ventura alla Galleria del Cembalo Dove: Galleria del Cembalo/Palazzo Borghese-largo della Fontanella di Borghese, 19 Quando: dal 21 novembre 2014 al 24 gennaio 2015 Orari: mercoledì/giovedì/venerdì: dalle ore 17 alle 19:30-sabato: dalle ore 10.30 alle 13 e dalle 16 alle 19.30 Descrizione: Alla Galleria del Cembalo in mostra dodici serie fotografiche che costituiscono la raccolta “Storie brevi” dell'artista Paolo Ventura che è anche regista, costumista e interprete trasformista. L’esposizione presenta 12 “Storie brevi", circa sessanta le immagini esposte, assieme ad alcuni bozzetti preparatori, qualche costume e dei fondali dipinti utilizzati dall’artista milanese per la creazione delle scenografie in cui ambienta i suoi racconti. Ognuno di essi propone le vicende umane di lanciatori di coltelli, maghi, giocolieri, soldati al fronte, cacciatori e bambini.

               

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November 25, 2014

Intervista a Paolo Ventura. In mostra a Roma i suoi “piccoli teatri animati”

Lanciatori di coltelli, maghi, giocolieri, soldati al fronte, cacciatori e bambini. La Galleria del Cembalo di Roma fino al 24 gennaio 2015 presenta una mostra con le dodici serie fotografiche che costituiscono la raccolta Storie brevi di Paolo Ventura.

L’origine di questo lavoro nasce dalla casualità. “Nel settembre del 2011 mentre rifacevo il tetto del mio studio è crollato un pezzo. Improvvisamente un angolo buio della stanza si è illuminato.

L’inaspettata fonte di luce esposta a nord mi ha fatto venire voglia di creare questi piccoli teatri e di animarli” spiega l’autore milanese, regista, costumista, interprete trasformista e protagonista delle scene sulle quali la moglie, il figlio e il fratello maggiore si alternano a divenire vittime della sua fantasia.

Nell’esposizione, le sue immagini narrative, surreali e tragiche si accompagnano a bozzetti preparatori, qualche costume, e i fondali dipinti usati per le scenografie dei suoi racconti.

               

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La Galleria del Cembalo presenta le dodici serie fotografiche che rappresentano la tua raccolta di Storie brevi. Tu le chiami “piccoli teatri animati“. Puoi raccontare in sintesi come crei gli ambienti delle tue storie e quanto tempo richiedono? “Un anno, tre giorni, dipende dall’ispirazione. Direi che non è importante il tempo effettivo, mi è successo di metterci due ore o un anno. Dipingo un fondale, mi ci metto davanti, io solo o con altri, e mi fotografo. Il procedimento è semplice se vogliamo, ma tutto nasce prima.”

In pochi anni, hai creato con la tua fantasia uno stile, una tua identità che affonda nel passato, mescola pittura e fotografia e attinge anche a cinema e al teatro. A cosa e a chi ti sei ispirato? A nessuno. Mi piacciono molto le storie di Edward Gorey, le fotografie di Franz Roh, i disegni di Saul Steinberg. Ma l’ispirazione è qualcosa di misterioso ed è difficile dire se poi qualcosa di chi amo entri nel mio lavoro.

C’è magia e fantasia nella tua fotografia, rimandi onirici e surreali. Come mai sei così affascinato dal Novecento Italiano? Sono nato nel ’900 e mi interessa questo secolo. E poi, perché dire che io mi ispiro al passato? Nessuno di noi sa come sarà il futuro. Il mio lavoro è contemporaneo se si può dire, “a me stesso”. Io racconto delle storie, senza chiedermi se si svolgano nel passato.

               

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Quanto conta per la tua creatività, la pittura e la fotografia? E quanto la storia della fotografia entra nei tuoi “quadri”? Non sono uno storico della fotografia né della pittura. La fotografia, la pittura, le arti visive in generale hanno influito sul mio immaginario come per chiunque lavori con questi mezzi. Uso la fotografia che ha 130 anni – e quindi tengo conto del passato, lo conosco, lo uso, ma non mi sento di lavorare nel passato.

C’è o ci sarà spazio nelle tue rappresentazioni per gli scenari contemporanei ? I miei scenari sono contemporanei perché li faccio qui e ora. Cos’è il contemporaneo? In India ci sono villaggi in cui vivono come da noi nel 1600, a Tokyo la vita sembra anni luce avanti a noi. Non mi sento un uomo del passato e se in qualche forma il passato entra nel mio lavoro lo fa sempre in forme distorte, senza ricerca di autenticità o manierismo, senza nostalgia.

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November 29, 2014

Le Storie Brevi di Ventura

Alessia Carlino 29/11/2014

Alla Galleria del Cembalo una mostra che ricostruisce il modus operandi del fotografo

«Non amo ricreare mondi passati come se fossi davvero stato negli anni ‘50 a Roma. Mi interessa cogliere un’atmosfera e lavorarci sopra con la fantasia. Perché certe atmosfere ci sono ma poi in realtà non sono così, sono dei mondi complessi in cui le epoche si sovrappongono e si contraddicono a vicenda». Le parole del fotografo Paolo Ventura rappresentano il giusto preludio per poter narrare una ricerca linguistica che sfiora il sottile limite di confine tra realtà e immaginazione. Ventura nasce a Milano nel 1968, il suo lavoro lo conduce tra la sede di New York e lo studio della cittadina toscana di Anghiari, dove l’autore ha costruito un regno fantasioso,

formato da pupazzi colorati e piccoli teatri di posa. Sondare l’universo immaginifico di Ventura significa ripercorrere le tracce di un’epoca nostalgica, imbevuta di molteplici riferimenti iconografici che spaziano dal futurismo e si appropriano di figure oniriche e surreali. Il circo, ad esempio, diviene forma e sostanza di mondi introspettivi dove prendono corpo le fantasie più recondite cresciute in seno all’infanzia, dove ogni cosa sembra possibile e vivono, nelle fisionomie immortalate, frammenti di malinconia. Paolo Ventura possiede nel suo codice genetico il germe dell’arte, suo padre Piero è uno dei più grandi illustratori per bambini, un patrimonio familiare che spicca all’interno dei lavori del fotografo.

Storie Brevi è il titolo del progetto espositivo ospitato presso gli spazi della Galleria del Cembalo, dove Ventura presenta al pubblico dodici serie fotografiche e alcuni bozzetti preparatori che ricostruiscono il modus operandi dell’artista. Ogni scenografia è frutto di un’elaborata progettazione allestitiva, nulla è lasciato al caso: trucco, costumi, acconciature, ogni singolo dettaglio descrive la minuziosa cura che investe le scelte stilistiche del fotografo. Veri e propri teatri di posa si stagliano nello studio dell’artista che ritrae costantemente se stesso e la sua famiglia, interpreti onirici di realtà sapientemente costruite. «Nel settembre del 2011 – afferma Ventura – mentre rifacevo il tetto del mio studio è crollato un pezzo. Improvvisamente un angolo buio della stanza si è illuminato. L’inaspettata fonte di luce esposta a nord mi ha fatto venire voglia di creare questi piccoli teatri e di animarli». Immergersi negli scenari fotografici di Ventura significa affrontare un viaggio attraverso epoche lontane, all’interno di atmosfere intrise di memoria e ricordi fantasiosi, il lavoro del fotografo non è un semplice salto nel passato ma rappresenta la volontà di indagare il mondo attraverso uno sguardo poetico e mai banale.

               

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Fino al 24 gennaio, Galleria del Cembalo, largo della Fontanella Borghese 19, Roma; info: www.galleriadelcembalo.it

Alessia Carlino

               

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November 30, 2014

               

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December 8, 2014

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Paolo Ventura, la fotografia, l'arte e il teatro Foto 1 di 24

The Knife Thrower

Ritratti di lanciatori di coltelli, maghi, giocolieri, soldati al fronte, cacciatori e bambini. Ma a guardar bene, il protagonista è sempre lo stesso. L'artista milanese Paolo Ventura è al tempo stesso regista, costumista e interprete trasformista, delle scene sulla quale la moglie, il figlio e il fratello gemello si alternano a divenire vittime della sua fantasia. Nelle sue storie mescola pittura e fotografia, citando lo stile di artisti del passato, dai Futuristi ai protagonisti del Novecento italiano. Le sue 'Storie brevi' sono per la prima volta in mostra nella loro totalità alla Galleria del Cembalo (fino al 24 gennaio, largo di Fontanella Borghese 19, Roma) a cura di Paola Cavazza e Donatella Pistocchi. di e.d.s.

               

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December 9, 2014

Paolo Ventura, fotografo trasformista. Una mostra a Palazzo Borghese Galleria del Cembalo, Roma – fino al 24 gennaio 2015. Siamo nelle eleganti e storiche sale di Palazzo Borghese. Dove sono presentate per la prima volta nella loro interezza dodici storie brevi dal versatile Paolo Ventura. Scritto da Martina Adami | martedì, 9 dicembre 2014 · 0

Paolo Ventura, Il mago Possiedono il potere di ammaliare le suggestive fotografie di Paolo Ventura (Milano 1968) che, in modo peculiare e con fine sensibilità, racconta le vicende di insoliti personaggi d’altri tempi: lanciatori di coltelli, maghi, giocolieri, soldati al fronte, cacciatori e speciali bambini. Le sue fotografie, dal linguaggio onirico e poetico, rigorosamente verticali e poste in sequenza, godono di un forte potere evocativo e narrativo. Sono immagini che richiamano alla memoria quelle dell’inizio del secolo scorso e strizzano l’occhio sia alla storia dell’arte che a quella della fotografia. Regista, fotografo, disegnatore, costumista e interprete trasformista, Ventura è il protagonista

               

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delle messe in scena teatrali insieme alla moglie, il figlio e il fratello gemello. In mostra compaiono anche oggetti e fondali che fanno cogliere l’abilità dell’artista nel dedicarsi a ogni dettaglio della scena. Martina Adami Roma // fino al 24 gennaio 2015 Paolo Ventura – Storie brevi a cura di Paola Cavazza e Donatella Pistocchi GALLERIA DEL CEMBALO Largo della Fontanella di Borghese 19 [email protected] www.galleriadelcembalo.it

               

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December 10, 2014

La galleria del Cembalo, a Roma, ospita la mostra Storie brevi dedicata a dodici serie fotografiche realizzate dall’artista milanese Paolo Ventura (1968). Più di sessanta le immagini esposte, oltre ad alcuni bozzetti preparatori, costumi e fondali dipinti, usati per le scenografie in cui sono stati ambientati i racconti visivi. Le opere di Ventura narrano in poche immagini, tutte in formato verticale, storie brevi apparentemente statiche in grado di mettere in scena la vita di personaggi a metà strada tra la realtà e la fantasia: giocolieri, lanciatori di coltelli, soldati al fronte, cacciatori e bambini.

Molti i riferimenti alla pittura italiana dei primi anni del novecento e al Futurismo, e tante le sperimentazioni attraverso le quali l’artista crea le sue narrazioni quasi teatrali: con atmosfere surreali e drammatiche in cui si mescolano l’ironia e l’umanità dei personaggi.

La mostra durerà fino al 24 gennaio 2015

               

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December 12, 2014

Cinque mostre di fotografia per il weekend Da Paolo Ventura a Nickolas Muray: gli appuntamenti più interessanti in giro per l’Italia.

Rimini, 14 ottobre 2001. Guido Guidi, Museo d’arte della città di Ravenna

Paolo Ventura – Roma Fino al 24 gennaio 2015 La galleria del Cembalo, a Roma, ospita una mostra dedicata all’artista milanesePaolo Ventura. Dodici storie brevi, apparentemente statiche, in grado di mettere in scena la vita di personaggi a metà strada tra la realtà e la fantasia.

Fotografía de Los Andes - Modena Fino all’11 gennaio 2015 Agli inizi del novecento nella città peruviana di Arequipa la fotografia stava vivendo la sua epoca d’oro. La scena era dominata da Max T. Vargas ed Emilio Diaz, promotori di un modello di fotografia artistica dedicata al ritratto e al paesaggio, che diede vita alla cosiddetta “scuola di Arequipa”. Le loro opere sono esposte in una mostra collettiva ospitata presso la Fondazione fotografia di Modena. Guido Guidi - Ravenna Fino all’11 gennaio 2015 Veramente è un’ampia retrospettiva dedicata a Guido Guidi, ospitata presso ilMuseo d’arte della città di Ravenna. La mostra ripercorre la carriera del fotografo italiano, dai primi esperimenti realizzati negli anni settanta alle immagini a colori che poi hanno contraddistinto e reso emblematico il suo stile.

               

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December 13, 2014

Un occhio su: Paolo Ventura

Scoperta nuova nuova :) Questo artista mescola fotografia e illustrazione e ricrea delle storie davvero molto interessanti, vi consiglio di darci un'occhiata! Hanno scritto su di lui:

Le sue opere hanno un’atmosfera fiabesca e surreale, raccontano mondi immaginari insieme a storie della Seconda guerra mondiale raccontategli dalla nonna. Il suo mondo misterioso è popolato di uomini con cappello, impermeabile e valigetta, palloncini che fluttuano in aria, arlecchini e funamboli, e la nebbia di Parigi. Paolo Ventura esprime la sua poetica spiazzante, melanconica e metafisica. Le sue fotografie, in bilico tra so-gno e realtà, sono frutto di meticolose messe in scena costruite all’interno del suo studio, piccoli set in cui l’artista diventa scenografo (i fondali sono dipinti a mano da lui stesso), costumista, regista e attore protagonista.

Sito web: paoloventura.com

E' in mostra a Roma, presso la Galleria del Cembalo, fino al 24 gennaio.

               

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January 7, 2015


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