Carla Bazzanella (Torino)
“Ripetizione polifonica” nei titoli dei giornali
2004 in Paolo D’Achille (ed.) Generi, architetture e formetestuali, Cesati, Firenze, 241-256
1. INTRODUZIONE
1.1. Definizioni: RM, RD, RP
Con “ripetizione polifonica1” si intende la ripetizione di sintagmi
fissi basati su film, titoli letterari e citazioni da libri,
proverbi, stereotipi, routine conversazionali, slogan, canzoni, ecc.
(cfr. Bazzanella 1993)2. Nel caso della ripetizione polifonica la
fonte della ripetizione non è una parte del (o l’intero)
testo/turno precedente (o in atto) del parlante stesso - in questo
caso si parlerebbe di ripetizione monologica (cfr. Frédéric 1985) - ,
né una parte del (o l’intero) testo/turno dell’interlocutore - in
questo caso si parlerebbe di ripetizione dialogica o “allo-repetition”
(cfr. Johnstone 1994, Tannen 1989, Bazzanella 1996) -, ma la
conoscenza condivisa o ‘enciclopedia’ di una data comunità (cfr. il generic focus di
Givón 19893). Ad es., nel seguente titolo di giornale:
1 Il rimando intertestuale relativo a polifonia è naturalmente a Bachtin (1975,1981).2 Cfr. altre tradizioni di studi sulla citazione/”parola d’altri” (cfr. Mortara1985)/intertestualità (cfr. Desideri 1997 e bibliografia relativa)/ interdiscorsività(cfr. Segre 1988)/riuso (Held 1999). 3 "Knowledge of (and beliefs concerning) the so-called real world (includingsociety and culture), assumed by the speaker to be held by the hearer, as memberof the same speech community ('culture'), and manifest first and foremost in thecommonly-held lexicon. This tacitly subsumes whatever universal constraints that
101.4 Il paziente inglese lascia improvvisamente la clinica5
sovratitolo (= sov): “Gran Bretagna. Tensione tra i militari a
Santiago”
sottotitolo (= sot): “ Il generale, sotto forte scorta, trasferito in
una nuova residenza”
l’attribuzione referenziale - Pinochet - avviene attraverso una
caratterizzazione discussa (il ricovero in una clinica in
Inghilterra, da cui i cileni chiedevano da tempo l’estradizione in
Spagna) e circoscritta (si dà notizia appunto del trasferimento
verso destinazione ignota), ‘sfruttando’ il titolo di un film del
19966, con un effetto di contrasto tra il dittatore cileno e “Il paziente
inglese”. Le conoscenze condivise (l’ospedalizzazione in Gran
Bretagna) sono quindi necessarie per l’individuazione del referente,
mentre la fonte della RP, e le eventuali associazioni ad essa
collegata, può/possono essere ignorata/e, perdendo però quello che
potrebbe essere definito un ulteriore livello – se non ulteriori
underlie the human mind, including any universal capacities for logicalinference. It also subsumes whatever perceptual universals that underlie thehuman sensory apparatus." Givòn (1989: 74).4 La numerazione degli esempi rimanda, tramite la cifra delle centinaie, allafonte della RP: 100 film, 200 letteratura, 300 canzoni, 400 proverbi e modi didire, 500 Bibbia e ‘tradizione religiosa cattolica’, 600 trasmissioniradiofoniche e televisive. Sono segnalate in corsivo le variazioni (anche leaggiunte, come in questo caso) rispetto alla fonte.5 Tratto da Il Manifesto 2-12-1998.6 Il film è tratto in realtà dall’omonimo libro, di M. Ondaaje, ma, come in molti casi, è il film ad essere conosciuto dalla maggioranza della gente.
2
possibili livelli - di significazione (v. oltre un’ipotesi scalare
di significazione).
1.2. Limiti dell’analisi
Vorrei sottolineare i limiti metodologici della ricerca: i dati
sono stati raccolti in modo non sistematico dal 1971 al settembre
2002, senza attribuire un peso proporzionale alle varie testate, e
senza distinguere a priori i vari sottotipi testuali. Sarebbe
interessante impostare un’analisi quantitativa della frequenza del
fenomeno, rispetto ai vari generi utilizzati, a seconda dei
diversi giornali7, e delle diverse sotto-tipologie in relazione
all’argomento e alla pagina.
2. RP E TITOLI DEI GIORNALI
2.1 Intrecci testuali
2.1.1 Interdipendenza e compresenza
Il linguaggio giornalistico costituisce uno dei campi privilegiati
di diffusione di innovazioni. Lo scambio con altri generi testuali
(ammesso e non concesso di considerare il linguaggio giornalistico
come genere unico) ed il riuso sia di neologismi che di
sintagmi/collocazioni caratterizzano il linguaggio giornalistico e
7 Alcuni giornali e riviste sembrano più propensi all’uso della RP. Per un confronto tra stampa quotidiani italiani ed austriaci, cfr. Dardano
e Meola 1995, tra francesi/portoghesi/spagnoli/italiani, in relazione inparticolare alla riformulazione, cfr. Araújo Carreira 1999.
3
motivano la sua continua evoluzione. Come sottolinea Dardano
(1994: 362), “[…] esiste una tendenza, relativa al carattere di
riuso del linguaggio giornalistico, a diffondere trasversalmente
tratti che all’origine erano propri di un settore”. In questo
quadro, data la funzione di richiamo e di ricerca di ‘collusione’
della titolatura giornalistica (cfr. Proietti 1992, Held 1999), si
motiva chiaramente la diffusione della RP nei titoli dei giornali,
in particolare negli anni recenti8, parallelamente alla “crescente
predilezione per il titolo emotivo brillante a spese di quello
informativo” Bonomi (1994: 701), in una prospettiva di prevalente
spettacolarizzazione. Nelle parole di Proietti (1992:117): “Modalità
comunicativa complessa, all’incrocio tra lingua e codice visivo,
il titolo del giornale è la risultante di una stretta interazione
di strategie informative, di scelte e valenze iconiche, di
tendenze stilistico-espressive particolarmente concentrate e
catturanti.”
Oltre che nei titoli dei giornali, la RP è diffusa anche nella
pubblicità (cfr. Desideri 1996,1997), data una ‘vicinanza funzionale’
8 “Nel dopoguerra, con il fissarsi della tecnica del sopratitolo e delsottotitotolo, anche se con modalità differenti rispetto a quelle odierne, latipologia si diversifica; cominciano, negli anni Cinquanta, i titolisensazionalistici, mentre quelli brillanti appaiono negli anni Sessanta, masoprattutto a partire dalla metà degli anni Settanta il loro uso si intensificae si perfeziona.” Bonomi (1994: 701).
Per la distribuzione dell’informazione nel titolo, sottotitolo esovratitolo, cfr. Lazard 1999.
4
dei due generi: l’attirare l’attenzione, sottolineando
l’appartenenza comune ad un gruppo e coinvolgendo emotivamente il
lettore (cfr. Held, in questo stesso volume). Ad esempio la Peugeot
106 era stata pubblicizzata come "Easy Rider", "Fatal Attraction",
"Brilliant Proposal", titoli (esatti o parzialmente modificati) di
film molto popolari.
Dardano già nel 1973 (: 84) metteva in rilievo che: “La ripetizione
o il calco di una sequenza di parole e/o di uno schema sintattico
(con innumerevoli estensioni analogiche) è uno degli aspetti più
notevoli della lingua delle comunicazioni di massa.”.
2.1.2 Genere testuale della fonte e del titolo
2.1.2.1 Le possibili fonti della RP. Una prima esemplificazione
La fonte riguarda non solo gli scambi intersettoriali tra titoli
di film e titoli di giornali (v. 101, 102, 103, 104, 105), ma
tutti gli aspetti del ‘bagaglio culturale’ di una data comunità:
letteratura (come negli esempi 201, 202, 203, 204); canzoni (v. 301,
302), proverbi, stereotipi, modi di dire, routines conversazionali, slogans (v. 401,
402, 403, 404), Bibbia e tradizione religiosa cattolica (v. es. 501, 502),
trasmissioni radiofoniche e televisive (v. 601). Si pone
naturalmente il problema dell’individuazione della fonte prima,
difficile da riconoscere date le forti influenze
contestuali/enciclopediche (come l’età, o la competenza in
5
determinati settori). In un lavoro di ricerca statisticamente
significativo sarebbe molto utile poter intrecciare competenze9 e
conoscenze diverse, oltre che ricercatori/trici dalle
caratteristiche sociolinguistiche diverse (cfr. ad es. il
probabile influsso diatopico nel rinvio ai proverbi ed ai modi di
dire).
Elenco qui solo alcuni esempi10:
102. A qualcuno piace debole11
riferito all’euro, come risulta chiaramente dal sottotitolo:
sot: Euro / Riconquisterà la parità con il dollaro.
103. Che fine ha fatto il parco dell'Asinara?12
in cui si adombra una brutta fine del parco stesso.
104. Mi manda Andreotti. Nuove accuse dagli Usa contro il leader
democristiano.13
9 Le competenze possono rivelarsi più limitate del previsto, come nel caso diSgarbi, come ha messo in rilievo Giorgio Calcagno in un articolo di alcuni annifa su La Stampa: “Ahi ahi, Sgarbi, tu quoque? Eravamo abituati agli sfondoniletterari dei nostri politici, ma da un intellettuale sofisticato come luisperavamo meglio. Secondo quanto ha dichiarato l’onorevole forzista alla Camera[…], ‘Prodi è caduto perché, così come il prode Anselmo morì per non aver volutomettere l’elmo, lui non ha voluto indossare la corazza della maggioranza pre-registrata.’ Il prode Anselmo? Senza l’elmo in testa? E chi lo aveva mai sentitoin cento anni? Il prode Anselmo nasce con l’elmo, anzi si chiama così pernecessità di rima. Se avesse indossato un cimiero, l’autore lo avrebbe chiamatoRuggero, o Giampiero, o Oliviero. Dire che l’Anselmo della filastrocca [diGiovanni Visconti Venosta] è morto per mancanza di elmo è come scrivere che laVispa Teresa aveva preso fra le dita un calabrone o che le tre civette sul comòfacevano l’amore con le figlie del farmacista.”.10 Cfr. Proietti 1992 per una ricca e dettagliata rassegna.11 Tratto da l’Espresso (17-1-2002), con variante rispetto al famoso film A qualcunopiace caldo.12 Tratto da Il Manifesto 25 luglio 1993; cfr. il film Che fine ha fatto Baby Jane?13 Tratto da Il Manifesto 11/4/1993; cfr. il film Mi manda Picone.
6
ricalcato su uno schema molto produttivo “Mi manda…” (v. 2.3.1.5).
105. Non balliamo con i lupi14
sot15: “Dopodomani si vota nelle elezioni più pericolose nella
storia d’Italia del dopoguerra”
si tratta delle elezioni del marzo 1994.
201. Fini giustifica i mezzi16
relativamente agli scontri per il G8 a Genova.
202. Se questo è un duomo17
sot: “Maghrebini sfrattati davanti al duomo di Treviso”
il riferimento, con modifica, a Se questo è un uomo di Primo Levi
sembra giocare su due piani: l’uno di analogia (la condizione
materiale non umana), l‘altro di contrasto (uomo/duomo). Vi si può
vedere anche un riferimento, ironico, perbenista (data anche la
prevalenza leghista della città), alle condizioni in cui si trova
il duomo. Un gioco18 raffinato di intrecci, rinvii e risonanze
complesse.
203. L’ira funesta di Mancuso19
14 Tratto da Il Manifesto 25-3-1994; cfr. il fim Ballando con i lupi.15 Occorre notare che l’uso del termine sottotitolo, quando si tratta della notiziain prima pagina di Il Manifesto, è improprio, in quanto – a differenza che neglialtri giornali – si tratta di un breve testo, più che di una sola riga. 16 Tratto da Il Manifesto 2-8-2001.17 Tratto da Il Manifesto 25-8-2002. 18 Dardano/Meola (1995:417) mettono giustamente in rilievo la “componente ludica”del linguaggio dei giornali.19 Tratto da Il Manifesto 25-4-2002; cfr. con l’ira funesta del pelide Achille, dall’Iliade.
7
si tratta dell’ex-guardasigilli Filippo Mancuso, quando scopre di
essere “ex-candidato” alla Consulta e di dover votare Previti alla
Corte Costituzionale.
204. ‘Sears & Roebuck’, morte di un catalogo viaggiatore20
si riferisce al più grande magazzino di vendite al dettaglio, ed
al relativo volume Consumers Guide (da fine Ottocento).
301. Bello ciao21
con variazione morfologica del genere bello/bella, in occasione
dell’attacco di Ds, verdi e comunisti a Rutelli, come indica il
sottotitolo: “Ulivo spaccato sull’articolo 18. Rutelli attacca
Cofferati e gli chiede di sedersi al tavolo della trattativa. Ds,
verdi e comunisti attaccano Rutelli e gli chiedono di allontanarsi
dallo scranno di capo dell'opposizione. 'Ormai è il leader della
sola Margherita’, dice Gavino Angius.”
302. Arrivano i loro22
con variazione del referente, e conseguente cambio di scenario: la
carica dei ‘nostri’ era tipicamente liberatoria nell’epopea
20 Tratto da Il Manifesto 10-2-1993; cfr. il dramma di Arthur Miller, Morte di un commesso viaggiatore, in cui peraltro si assiste al fallimento di un uomo.21 Tratto da Il Manifesto 6-6-2002.22 Tratto da Il Manifesto 17-4-1996. Interessante l’uso della stessa RP (Attivano inostri), con variazione (Arrivano i buoni), in un volantino del 7 aprile 2003 dellarete studentesca torinese contro i “buoni scuola”:
Arrivano i buoni……fermiamoli!!!Si ha infatti un doppio effetto sorpresa, basato sulla violazione delleassociazioni/attese, sia nel termine buoni (che si assume come aggettivo, grazieallo schema arrivano i…), e nella sequenza sintagmatica …fermiamoli!!!.
8
western, mentre qui si tratta di un entrata in scena diplomatica
degli americani, per evitare la risoluzione di condanna dell’Onu a
Israele, come è chiaro sia dal sovratitolo: “La mini-guerra di Tel-
Aviv sul Libano: altri raids, altri morti. Entra l’America: un
piano per ‘coprire’ Peres e riagganciare Assad”, che dal sottotitolo23:
“Il Consiglio di sicurezza dell’Onu non condanna i bombardamenti e
si limita a ‘fare gli auguri’”
401. Uno sciopero tira l’altro24
in cui si allude al ‘piacere’ dello sciopero, associandolo al
piacere ed al gusto della ciliegia.
402. Scrittrice al volante, scoperta costante25
riferita ad Edith Wharton, ed alla sua recente autobiografia
“Viaggio in Francia”. Come scrive l’autrice dell’articolo, Manuela
La Ferla: “Il suo dichiarato eccitamento romantico per l’arte del
viaggiare, unito alle conoscenze che aveva dei luoghi visitati, le
regalava prospettive inusuali, permettendole di giungere ‘come dal
panorama’ alla scoperta di mete altrimenti note.”.
Ricordo che alcuni mesi prima, nella città di Torino (dove viene
letto soprattutto il quotidiano La Stampa, da cui è tratto il titolo
23 In realtà in questo caso, come in altri del Manifesto, si tratta di un brevetesto sovraimpresso sulla foto.24 Tratto da Il Manifesto 2-6-2002. Naturalmente si allude al proverbio: una ciliegiatira l’altra.25 Tratto da La Stampa 11-9-2002; correlato allo stereotipo maschilista: “Donna alvolante, pericolo costante”.
9
402), era circolata anche sulle fiancate dei pullman la seguente
pubblicità di assicurazione automobilistica, strutturata sullo
stesso stereotipo di 402, ma spudoratamente schierato dalla parte
delle donne:
402bis. Donna al volante, premio calante
403. Niente storie, tutti in piazza dopo Carosello26
che rimanda alla regola educativa di molti anni fa: “Tutti a nanna
dopo Carosello”, rafforzata da “Niente storie”, evocando una
autorità dei genitori sempre meno consistente, se non elusa del
tutto.
404. Meglio un Crichton oggi27
si tratta di Michael Crichton, autore del libro Sfera, ed alle
letture per ragazzi, in cui manca l’esplicitazione del termine di
paragone, sostitutivo della proverbiale gallina.
Nel corso dell’articolo, di Domenico Starnone, si spiega che in
Sfera i ragazzi “trovano, rimessi in circolo con grande perizia, sia
‘Ventimila leghe sotto i mari’, sia ‘Lo strano caso del dottor
Jekill e di mister Hyde’. E qualora si imbattessero, dopo
Crichton, in Verne e Stevenson, li giudicherebbero piuttosto
noiosi e annacquati.”
26 Tratto da Il Manifesto 27-8-2002.27 Tratto da Il Manifesto 10-9-1998
10
501. Fede, speranza e parità28
svt: ‘Senza oneri per lo stato’… una favola da raccontare ai bambini, prima di metterli a
letto.
la non apprezzata (in questo caso, in quanto riguarda quella tra
scuole pubbliche e private) parità sostituisce la virtù teologale
carità per riferirsi alle sovvenzioni alla scuola privata.
502. La tetra promessa29
sot: “’Potevamo liquidare Arafat nell’82, mi rammarico di non
averlo fatto’. Il primo ministro israeliano rivela un ‘patto’ che
vent’anni fa risparmiò la vita al leader palestinese e allo stesso
tempo annuncia l’intenzione attuale. ‘Sharon vuole correggere
l’errore’, denuncia l’Anp. L’offensiva finale, destinata a
eliminare il presidente palestinese, sotterrare gli accordi di
Oslo e cancellare la Palestina, sarebbe imminente. Il giornale
francese ‘Le Nouvel Observateur’ ne svela i dettagli: la divisione
della Cisgiordania in tre parti e l’espulsione dei palestinesi”
Il rimando biblico alla terra promessa viene evocato ossimoricamente
da tetra.
601a. Non è mai troppo tardi30
28 Tratto da Il Manifesto 19-12-1998.29 Tratto da Il Manifesto 1-2-02.30 Tratto da Il Manifesto 23-9-1994
11
sot: “Lo diceva la Rai degli anni ’60. Ed è vero. Non è troppo
tardi per uno sciopero generale sulle pensioni contro un governo
che ieri sera ha confermato la linea dei tagli. E non è tardi per
battere Berlusconi sul suo terreno, la rv e la Rai, con una
mobilitazione a cui chiamano tutti i parlamentari della sinistra.”
601b. Non è mai troppo tardi31
sot: “Migliaia di romani manifestano in Campidoglio contro lo
scandalo della sentenza che libera Erich Priebke. Sul palco,
insieme a Prodi e Veltroni, vari ministri, i presidenti del
parlamento e molti dirigenti politici: ‘Non potevamo intervenire
prima, ma la storia non si riscrive nei tribunali.’”
2.1.2.2 Sotto-tipo del titolo e problemi contestuali
Per quanto riguarda il sotto-tipo relativo al titolo stesso,
l’individuazione si basa su diversi dati contestuali: non solo
sull’argomento, ma anche sulla sua collocazione all’interno del
giornale, ed in relazione alle altre notizie. La rilevanza del
contesto per l’individuazione dei tipi testuali, oltre che da
Mortara 1988, è sollevata da Dardano (1994: 387): “I tipi di testo
s’individuano in base al legame con la situazione pragmatica;
infatti nel progettare un certo tipo di discorso si deve di volta
31 Tratto da Il Manifesto 6-8-1996
12
in volta fissarne la testualità in rapporto all’intenzione e alla
competenza dell’autore, alla situazione comunicativa e alle
convenzioni proprie di un determinato contesto sociale.”.
2.2 Presupposizione e informazione
I titoli sfruttano spesso il meccanismo della ripetizione
dialogica per attirare l’attenzione, stimolando il lettore con un
dato nuovo veicolato tramite un pattern conosciuto (una nuova
articolazione testuale della coppia dato/nuovo, topic/comment,
tema/rema). La bilancia vecchio/nuovo, correlata alla struttura
frasale informativa, viene in qualche modo riportata su un secondo
livello di significazione, in cui il vecchio rimanda alla fonte
della RP, che viene presupposta e considerata come scontata, ed il
nuovo alla notizia che si intende diffondere; l’informazione
risulta così ‘ancorata’ ad una conoscenza condivisa, che la
rafforza, per contrasto o per analogia. La RP agisce come la
metafora (cfr. anche Dardano/Meola 1995), facendo scattare delle
associazioni non solo relativamente al singolo termine, ma ai vari
campi concettuali ad esso collegati. Nello stesso modo la RP
attiva analogie, risonanze, confronti e contrasti, che
arricchiscono e ‘trasformano’ in qualche modo il contenuto
proposizionale. In realtà l’informazione presupposta non sempre è
posseduta, ed il gioco spesso non sortisce l’effetto.
13
2.3 La costituzione ed il riconoscimento dell’intertestualità nella RP
Nell’intertestualità relativa all’uso della RP nei titoli dei
giornali rientrano due aspetti: quello della costituzione/produzione
(che riguarda il giornalista) e quello relativo alla ricezione (che
riguarda il lettore). Naturalmente i due aspetti sono non solo
strettamente collegati, ma si influenzano reciprocamente.
In generale, il rimando intertestuale (cfr. Skytte, questo
volume) è costitutivo della RP, in quanto proprio la costruzione
collettiva di senso relativa ad altri usi ‘stabilizzati’ (come i titoli
dei film che spesso costituiscono la fonte dei titoli dei giornali)
ne sta alla base e la rende possibile, fornendo una nuova
categorizzazione della realtà, anche si tratta di un processo
difficilmente prevedibile e dalla durata variabile.
2.3.1 Parametri d’analisi della RP nei titoli dei giornali
2.3.1.1 Consapevolezza d’uso
La RP viene spesso ‘ricercata’ consapevolmente da parte del
giornalista, per ottenere un insieme di effetti richiesti dalla
scrittura giornalistica stessa, tra cui: richiamo di attenzione,
sinteticità, letterarietà (e scambio di registri in genere), collusione32.
2.3.1.2 Trasparenza/opacità e contesto
32 Cfr., tra gli altri, Beccaria 1973, Dardano 1973, 1994, Dardano/Meola 1995,Proietti 1992, Held 1999.
14
Il titolo di un giornale presenta in generale vari gradi di
trasparenza/opacità semantica, comportando spesso il ricorso ad
una vasta rete di componenti contestuali. Distinguerò tra
componenti contestuali a livello locale33 (gli altri elementi verbali,
come il sovra-/sottotitolo, e non verbali presenti
nell’enunciazione, come le foto) e componenti contestuali a
livello globale, relativamente alle conoscenze/credenze
/enciclopedia condivise.
L’uso della RP nel titolo, dato il gioco di rimandi che la
caratterizza, comporta un ulteriore grado di ‘complicazione’, nel
senso che suggerisce altri livelli di significazione, che possono
risultare più o meno perspicui, grazie anche all’interazione con
gli aspetti verbali e non verbali compresenti34. Il ricorso al
‘suggerimento’ visivo è frequente, come nel caso 301, “Bello ciao”,
in cui il viso di Rutelli, contro cui è sovra-impresso il titolo,
disambigua istantaneamente il riferimento.
I casi invece che potremmo definire di ‘supporto verbale’
includono il rimando o al sovratitolo, che al sottotitolo, quando
non all’intero (mini-)testo, come in 404. Nel caso di 302,
“Arrivano i loro”, la foto (si tratta di “Libanesi fuggiti dagli
33 Per la distinzione di contesto locale e globale, cfr. Akman e Bazzanella 2003.34 Come afferma Johnstone (1994,3). “What’s really interesting about repetition is that the function is always open. We can identify a range of functions, but it’s the context, after the fact, which really determines what’s happening.”
15
attacchi israeliani”35) stabilisce il punto di vista privilegiato
da cui stabilire nostri/loro (i referenti della variazione suggerita
dalla RP).
Particolarmente perspicuo, rispetto al necessario ricorso alle
varie componenti contestuali, è l’uso dello stesso titolo, Non è mai
troppo tardi, nella prima pagina dello stesso giornale, a due anni di
distanza: v., oltre ai sottotitoli chiarificatori, le due diverse
foto (anonima pensionata nel primo caso; Rutelli e Violante nel
secondo) che rimandano ai referenti specifici delle due diverse
situazioni di enunciazione.
2.3.1.3 Scalarità di variazione
La ripetizione in generale gioca sul contrasto tra vecchio e
nuovo, uguale e diverso, tradizione e innovazione, suggerendo
delle differenze nel momento stesso in cui sembra stabilire delle
identità, anzi proprio l’identità rende possibile il ribaltamento
della funzione (cfr. Bazzanella 1996).
Delle diverse scalarità interne alla ripetizione (“optionality,
fixity, temporal distance, size of unit” Bazzanella 1996), nel
nostro caso è importante considerare soprattutto la scalarità di
variazione (relativa alla “fixity”, cioè alla ripetizione esatta o
parziale), con cui si intende il mantenimento o la modifica del
35 La didascalia della foto è anch’essa sovraimpressa sulla foto.
16
sintagma/testo sorgente. La rigidità della struttura del sintagma
sorgente permette infatti delle modifiche (cfr. anche Held 1999
per le diverse forme), ma non è chiaro quanto ci si possa
‘allontanare’ senza che il collegamento/rimando – e quindi
l’efficacia del meccanismo stesso - venga annullato. Spesso la
modifica sfrutta anche giochi di parole aggiuntivi, in una poliedricità di
rimandi e di livelli di significazione. Ad esempio, la
variazione/assonanza tra Fini e fine nell’esempio citato come 201:
“Fini giustifica i mezzi”, è ben sfruttata dal giornale per
denunciare il ruolo svolto da Fini nell’evento stesso. Il
riferimento alla fonte machiavellica sembra evocare cinismo,
suggerendo in qualche modo l‘amoralità’ del comportamento delle
“forze dell’ordine”, suggerimento rafforzato dalla foto della
polizia che carica i manifestanti.
2.3.1.4 Congruità o meno rispetto alla fonte
Un problema generale interessante da esaminare, in quanto incide
sul valore pragmatico complessivo, riguarda la congruità o meno dei
generi relativi alla fonte ed al titolo.
Fonte e titolo possono infatti essere collegati da analogia
(raramente, come nel caso 103: Che fine ha fatto il parco dell’Asinara?) o
contrasto (più frequentemente), con vari gradi ed intensità, che
contribuiscono a creare un maggiore o minore effetto di sorpresa.
17
Ad esempio, nel caso 101, di Pinochet/paziente inglese, il dittatore
viene presentato come paziente, quindi come malato, secondo
un’analogia molto superficiale con il protagonista del libro/film.
Nel caso 402bis, Donna al volante, premio calante, il contrasto con la
fonte Donna al volante, pericolo costante, rende ancora più forte la
complicità-collusione tra la compagnia assicuratrice e la audience
femminile, di cui viene lusingato l’‘onor proprio’.
Proprio lo ‘sfruttamento’ degli elementi dissonanti, che pure si
aggancia con quelli analogici, veicola il valore pragmatico
significativo, tramite una procedura inferenziale simile a quella
dell’implicatura griceana.
2.3.1.5 Produttività ed evoluzione/scomparsa
Molti sono gli esempi di produttività di una determinata fonte: ad
esempio la fonte polifonica dell’esempio 104, Mi manda Picone, ha
avuto un vasto ‘seguito’ di diversi referenti diversi rispetto a
Picone, come la trasmissione televisiva Mi manda Lubrano.
Un altro esempio di vitalità di RP, tratto per altro da una routine
limitata a determinati ambienti, se non del tutto superata, è: “Il
pranzo è servito”, che risulta altamente produttivo, v. 405a,b,c:
405a. Il popolo è servito36
36 Tratto dal Il Manifesto 8-4-2000.
18
sot: “La campagna elettorale sfoggia sui muri della città manifesti
con facce e slogan anni ’50 […].”
Si tratta della campagna elettorale murale dell’aprile 2000. Il
pranzo viene qui sostituito dal popolo (dal non umano all’umano),
che appare così ‘cannibalizzato’.
405b. Banchetto, il matrimonio è servito37
sov: Sino a domenica 27 gennaio le novità del grande Salone al Lingotto
Si tratta del Salone Idea Sposa; il banchetto viene incluso,
metonimicamente, in matrimonio
450c Il lettore è servito38
che si riferisce, come pubblicità sul giornale La Stampa, al libro-
guida di Raspelli sui ristoranti.
Queste riprese plurime della stessa fonte, con o senza variazioni,
in diversi tipi di generi testuali, indicano una condivisione
particolarmente elevata, che tende ad ‘autoalimentarsi’ ed a
divenire sempre più parte della lingua comune, in un processo di
convenzionalizzazione che cancella la fonte originaria per
diventare un pattern stereotipato: si pensi allo schema polifonico
“Chi non salta ….é”, ripreso recentemente (602, “Chi non salta
Berlusconi é”) nella manifestazione del 14 settembre 2002, a Roma.
37 Tratto da La Stampa 24-1-2002.38 Tratto da La Stampa 12--2002.
19
Proprio sull’indice di produttività, una volta individuato nei
vari generi testuali con mezzi quantitativi il più possibile
rigorosi, sarebbe interessante una riflessione collegata
all’evoluzione culturale e lessicale. Si tratta però di un
processo difficilmente prevedibile e calcolabile, in continua
evoluzione nelle sue varie possibili forme di ridefinizione/riuso,
dati gli influssi non solo temporali,
ma linguistici e culturali in genere. L’uso della RP risente
significativamente delle ‘temperie’ culturali e sociali e della
continua interazione tra le varie componenti coinvolte, sia a
livello locale - relativo agli interlocutori (coppia giornalista-
lettore), agli scopi, alle caratteristiche testuali e socio-
culturali-politiche del giornale - che a livello globale,
relativamente alle conoscenze/credenze /enciclopedia condivise
dalla comunità linguistica in quel dato momento.
2.3.2 Comprensione e risonanza
La ricezione/decodificazione della RP lascia ampi spazi
all’“arbitrarietà interpretativa” (Gotti 1991: 50). D’altra parte,
proprio la “open-endedness” della RP, così come quella della
metafora, permette, oltre all’evocazione del noto, anche il ponte
verso il nuovo39, giocando su presupposizioni ed informazioni, a
39 Come è stato dimostrato ripetutamente, da Aristotele ai recenti cognitivisti,la portata della metafora non è solo letteraria, ma conoscitiva, anche nei
20
cui si allude senza esplicitarli, coinvolgendo fortemente il
destinatario nella costruzione del significato. Il processo
interpretativo della RP richiede in altissimo grado la
cooperazione del lettore, sottolineandone, in particolare nei
titoli, la collusione (cfr. Held 1999). In rapporto al
destinatario/lettore, ed alle sue caratteristiche socio-culturali
ed ideologiche - se non politiche -, si avranno quindi vari
livelli di risonanza, diversi tipi di collusioni e di ‘letture’.
Il riconoscimento del significato inteso risulta scalare, più che
nella lingua comune, in base al tipo di destinatario/lettore: la
RP comporta infatti, a partire dall’assenza totale del
riconoscimento, vari gradi di riconoscimento e di conoscenza sia
della fonte specifica che del genere coinvolto. I gradi diversi
vengono ad incidere sulla ‘costruzione’ del significato
complessivo, o valore pragmatico, basato su una vasta e complessa rete
di inferenze, attivata ed influenzata da diversi componenti
cotestuali e contestuali. Molto sinteticamente, i vari gradi
corrisponderebbero a:
1. significato letterale
2. riconoscimento del type della RP
3. riconoscimento della fonte
settori scientifici (per una rassegna, cfr. Bazzanella e Casadio 1996).
21
4. vari gradi di conoscenza della fonte (e delle varie
implicazioni contestuali e culturali); in questo caso
parliamo di contesto globale
5. intreccio con le variabili testuali (es. sovra-/sottotitolo)
ed iconiche; in questo caso parliamo di contesto locale,
relativo alle modalità della specifica enunciazione
6. valore pragmatico complessivo.
In certi casi, come 404, “Meglio un Crichton oggi”, i primi quattro
passaggi sono rapidi e facili per la vasta diffusione e conoscenza
del proverbio relativo, ma il quinto passaggio, il ricorso cioè al
contesto locale, e quindi la lettura dell’articolo stesso, risulta
essenziale per la comprensione completa (passaggio 6).
L’”interfaccia” (cfr. Held, questo volume) può essere quindi
dipendente o indipendente dall’articolo, oltre che immediatamente
o mediatamente perspicua. E’ d’altra parte interessante che il
mancato riconoscimento della RP, e delle sue varie implicazioni,
non precluda la significatività del titolo, che rimane
semanticamente autonomo. La RP sembra quindi coinvolgere un
secondo livello o altri livelli di significazione non necessari
per la comprensione del contenuto proposizionale, livelli che non
si basano su condizioni di verità, ma di adeguatezza.
22
3. DALLA LINGUISTICA ALLA PRAGMATICA.
LA CONVENZIONALIZZAZIONE DEL SIGNIFICATO E L’‘ENCICLOPEDIA’
Se la significatività semantica dell’intertestualità in questa
forma particolare di testo appare evidente dagli esempi stessi,
vorrei sottolineare quanto la prospettiva pragmatica risulti
cruciale per l’interpretazione che il lettore del giornale mette
in atto, tra l’altro in tempi molto brevi. Nell’interazione
sociale, l’analisi testuale, ed a maggior ragione quella
intertestuale, non può prescindere da considerazioni pragmatiche
relative alle varie componenti contestuali coinvolte.
Nel caso qui considerato appare evidente l’esigenza di una
specificazione strutturata dei dati contestuali ai fini di
raggiungere una interpretazione linguistica più adeguata e
completa. La considerazione delle diverse componenti cotestuali e
contestuali diventano infatti costitutive del senso inteso dal
parlante/giornalista, e creano un effetto di solidarietà /
collusione con il lettore nel momento in cui le riconosce. Il
riferimento ad un pattern, ancor più quando questo sia variato in
qualche parte, ‘raddoppia’ in qualche modo il significato,
includendo un secondo livello di significazione, non necessario però
per la comprensione del contenuto proposizionale.
23
La categorizzazione linguistica della realtà è strettamente
correlata con la cultura, in modi complessi ed articolati che
occorre ancora approfondire, comunque strettamente correlati
all’interazione sociale stessa: “Tutto ciò che noi sappiamo dei
significati delle parole dipende dalla nostra esperienza del
mondo” , come scrive Violi (1997: 242).
24
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Carla Bazzanella
Dipartimento di FilosofiaUniversità degli Studi di Torinov. S. Ottavio 2010124 TorinoItalia
FAX +39 011 8124543E-mail : [email protected]
CARLA BAZZANELLA insegna Linguistica all’Università di Torino dal
2001, dopo aver insegnato Filosofia del linguaggio dal 1991.
Ha pubblicato in sedi nazionali ed internazionali molti articoli e
diversi libri, tra cui: Le facce del parlare. Un approccio pragmatico all'italiano
parlato, Firenze/Roma, La Nuova Italia 19943; come curatrice:
Repetition in Dialogue, Niemeyer, Tübingen 1996; Sul dialogo. Contesto e forme di
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